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Etimologia e stemma
La parola Abruzzo, secondo l'ipotesi più accreditata proposta per la prima volta dallo storico umanista
Flavio Biondo nella sua pubblicazione L'Italia Illustrata, deriverebbe da Aprutium come evoluzione
popolare di (ad) Praetutium, ovvero la terra dei Pretuzi (lat. Praetutii o Praetuttii), un'antica popolazione
italica che viveva nella zona dell'attuale Teramo. Secondo altre ipotesi, il lemma potrebbe derivare anche da
abruptus (in latino "ripido", "scosceso" oppure "brusco", "rozzo"), participio perfetto del verbo abrumpere
("strappare", "troncare", "violare i patti").[16]
Dal momento in cui Carlo I d'Angiò nel 1273 col diploma di Alife, divise il Giustizierato d'Abruzzo (voluto
da Federico II nel 1233), in due province sopra e sotto il tratto del fiume Pescara, cioè Abruzzo Ulteriore e
Abruzzo Citeriore, la regione fu, da allora sino ad oggi, nota anche come "gli Abruzzi".
Lo stemma della regione è stato adottato nel 1976; la forma è quella di uno scudo italico ed il disegno è
costituito da tre fasce oblique, ognuna delle quali raffigura una caratteristica della regione: quella superiore,
bianca, simboleggia le montagne innevate, quella mediana, le colline, mentre l'ultima richiama il colore del
mare.[17]
Geografia fisica
Territorio
Il territorio abruzzese è prevalentemente montuoso (65%) e collinare (34%); la pianura (1%) è costituita
soltanto da una stretta fascia costiera lungo il litorale, lunga 131 km. La regione si divide naturalmente in
due macro aree, separate dalle catene montuose della Maiella e del Gran Sasso: la zona interna, che ricalca
la provincia aquilana, è formata dalle sub regioni dell'Alto Sangro, la Marsica, la Conca aquilana, la Conca
Peligna, la Valle dell'Aterno e la Valle Roveto, strette fra le vette dei diversi monti dell'Appennino
abruzzese, mentre la zona costiera, con le restanti tre province di Pescara, Chieti e Teramo, è composta
prevalentemente da una estesa fascia collinare, su cui si allargano le principali vallate della Val Pescara, la
Val di Sangro e la Valle del Tordino, e dalla stretta pianura costiera, intensamente urbanizzata in particolare
nel centro-nord della regione.
Clima
Questa voce o sezione sugli argomenti
meteorologia e Abruzzo non cita le fonti
necessarie o quelle presenti sono
insufficienti.
Ambiente naturale
All'interno delle diverse aree protette, disseminate non solo sulla dorsale appenninica, ma anche sulle
colline dell'entroterra e lungo i 130 km di costa, è custodito oltre il 75% delle specie animali e vegetali del
continente europeo[18].
In Abruzzo vi sono tre parchi nazionali, un parco regionale e 38 aree protette tra oasi, riserve regionali e
riserve statali. In totale il 36,3% del territorio regionale è sottoposto a tutela ambientale[19]. Nel territorio
dimora il 75% delle specie animali presenti in Europa ed è patria di alcune specie rare come l'aquila reale, il
lupo abruzzese il camoscio d'Abruzzo e l'orso marsicano.[20] In proposito si può parlare di un vero e proprio
sistema protezionistico di interesse europeo, infatti il complesso sistema di aree protette abruzzese prosegue
a nord con il parco nazionale dei monti Sibillini nell'appennino umbro-marchigiano.
Sul territorio abruzzese sono presenti i seguenti parchi nazionali e uno regionale:
Istituita nel 2010, l'area marina protetta Torre del Cerrano è l'unica area
marina protetta della regione; essa si estende per circa 37 km quadrati e
tutela un tratto di mare unico in Abruzzo, trattandosi di uno dei pochi
arenili dove è sopravvissuto un ambiente dunale pressoché intatto[22]; a
poche decine di metri dalla costa sono presenti i resti sommersi di notevole
interesse archeologico e naturalistico dell'antico porto di Atri.
Flora
La vegetazione abruzzese è caratterizzata dalla presenza di differenti ecosistemi mediterranei; nella costa e
nelle zone limitrofe è notevole la presenza di querce, roverelle e carpini orientali, oltre alla presenza
localizzata di piante classiche della macchia mediterranea come il mirto, l'erica e il lentisco; nella fascia
collinare crescono anche il rovere, l'olivo, il pino, il salice, il leccio, il pioppo, l'ontano, il corbezzolo, la
ginestra, la robinia, il rosmarino, il biancospino, la liquirizia e il mandorlo. Tra i 600 e i 1.000 metri di quota
si estende la vegetazione submontana, caratterizzata principalmente da boschi misti di cerro, roverella,
tiglio, acero e carpino; tra gli arbusti molto diffusi la rosa canina e il ginepro rosso.
A quote più alte, tra i 1000 e i 1900 metri d'altezza, è largamente diffuso il faggio,e talvolta l'abete
bianco,con rimboschimenti di pino nero, mentre sulle aree appenniniche di alta quota superiori ai 2000
metri sono presenti specie come l'orchidea alpina, il ginepro montano, il pino mugo, il mirtillo nero e la
stella alpina.[25]
Fauna
Storia
Età antica
Popoli preromani
Nell'età del Neolitico l'uomo ha fatto la prima comparsa nell'Abruzzo, come testimoniano alcune necropoli
del X secolo a.C., di Fossa[29] e Comino di Guardiagrele. Successivamente, dall'VIII secolo a.C. circa in
poi, la regione fu popolata dalle colonie degli italici osco-umbri. In aggiunta a questo gruppo di
popolazioni, anche i Sanniti si stanziarono nell'attuale Abruzzo, nel Molise, nella Campania e nella
Basilicata. Queste popolazioni sabelliche provenienti da sud si divisero in Abruzzo in due sotto-gruppi o
tribù, i Carricini ed i Pentri, che si adattarono, a partire dall'VIII secolo a.C. sia dal punto di vista culturale
che sociale ai territori dove si erano stanziati.
I Marsi risiedevano nella Marsica ai bordi dell'antico lago Fucino, con capitale Marruvium tra i monti del
Sirente-Velino; i Peligni fondarono la loro capitale Sulmona nella conca peligna; i Frentani colonizzarono la
val di Sangro con la capitale ad Anxanum e con i principali sbocchi portuali ad Ortona e Histonium
arrivando a controllare territori fino all'attuale Molise, presso Termoli e Larino, ai confini con le tribù dei
Pentri, stanziati tra le città di Isernia, Boiano Aufidena (Alfedena) e Castel di Sangro. Altre popolazioni
principali erano i Marrucini, situati nella valle del Foro e della Maiella a ridosso di Chieti (l'antica Teate) e
Guardiagrele; i Vestini, che divisi in due dal massiccio del Gran sasso controllavano parte della conca
aquilana e tutta l'area Vestina, arrivando fino alla costa con il porto di Aternum, scali di Vestini, Marrucini e
Peligni, oggi divenuta Pescara e i Pretuzi, con capitale Interamnia Praetutiorum (Teramo), aventi scambi
commerciali con i Piceni.
Tali popolazioni erano sparse per il territorio abruzzese, facendo parte di un sistema amministrativo
composto di unità proprie, con una capitale legata all'entità della tribù stessa.
Durante il principato di Augusto, il territorio sannita fu ripartito nella Regio IV Samnium, per quanto
concerne il territorio dell'odierno Abruzzo e parte del Molise, e nella Regio V Picenum per quanto concerne
il settore teramano, al nord del fiume Pescara.
In seguito alla caduta dell'Impero romano d'Occidente la regione subì le invasioni dei Longobardi e dei
Normanni (rispettivamente nel VI e nell'XI secolo), e fu possesso di vari conti e potenti locali. Non si
hanno molte notizie riguardo alla presenza bizantina del V secolo d.C., anche se è accertata, come
dimostrano i ritrovamenti presso l'area frentana, conservati nel Museo dell'Abruzzo Bizantino
Altomedievale del castello ducale di Crecchio. A quest'epoca risale la fondazione dell'abbazia di Santo
Stefano in Rivomaris presso la costa di Casalbordino, una delle più antiche della regione.
Successivamente la regione entrò a far parte del Ducato di Spoleto, dopo la discesa in Italia di re Alboino,
mentre alcune aree furono possesso dei monaci di grandi abbazie sviluppatesi nel IX secolo. Le prime
cinque grandi abbazie cistercensi furono quelle di Santa Maria di Casanova, Santa Maria della Vittoria,
Santi Vito e Salvo, Santa Maria Arabona e Santo Spirito d'Ocre[34]. Successivamente, nello stesso periodo,
sorsero ulteriore monasteri, come San Clemente a Casauria, Santa Maria di Bominaco, San Giovanni in
Venere, San Marco di Ortona e San Liberatore a Maiella.
Nel periodo dal X al XII secolo si sviluppò una nuova economia di tipo pastorale, benché già presente in
età romana, ma stavolta concentrata sul tratturo con specifiche regole del regno, che portava al grande
mercato di bestiame di Foggia. I tratturi, percorsi stradali enormi nelle conche delle montagne e delle
pianure, attraversavano le città dell'Aquila, di Pescasseroli e di Castel di Sangro, fino al tavoliere delle
Puglie. Le principali città abruzzesi furono fortificate e trasformate in gastaldati, come nell'esempio di
Vasto, nata dalla fusione di due città, e anche Atessa. Nella zona meridionale della regione acquisì
prominenza la Diocesi Teatina di Chieti, affiancata dalla baronia di Manoppello, e nella Marsica il controllo
dei primitivi castelli medievali era in mano ai conti dei Marsi di Celano[36]. Nel 1065 venne fondata un'altra
importante abbazia abruzzese, quella di San Giovanni in Venere presso il promontorio costiero di
Fossacesia, che amministrò per due secoli il diritto di governo su Vasto d'Aimone, e sugli altri feudi sparsi
lungo il Sangro e il Trigno.
La difficile presenza normanna in Abruzzo è ricordata anche per il governo di Roberto III di Loritello, il
quale si macchiò di empietà contro il sovrano di Sicilia e che compì scorrerie nella parte nord della regione,
distruggendo la città di Teramo nel 1156, e nel 1143 i conquistatori occuparono anche la contea dei Marsi.
Il Giustizierato d'Abruzzo
La prima citazione giuridica della regione, con la prima definizione dei suoi confini, viene identificata con
la creazione del giustizierato d'Abruzzo nel 1233, facente parte del Regno di Sicilia, voluto da Federico II
di Svevia, con capitale Sulmona. Nel 1273 il giustizierato viene suddiviso in due territori, Abruzzo
ulteriore, in massima parte corrispondente alle province dell'Aquila, Teramo e Pescara, e Abruzzo citeriore
nella restante parte della regione corrispondente grosso modo alla provincia di Chieti.
In quel periodo il territorio della Conca amiternina, dal nome dell'antica città romana di Amiternum, era
popolato soltanto da un piccolo nucleo urbano ad ovest del Gran Sasso, dove in seguito sorgerà L'Aquila e,
nella parte orientale, dall'insediamento di Forcona. Già dall'XI-XII secolo nacquero piccoli castelli nella
zona, i cui abitanti dal 1254 inizieranno a federarsi e a edificare la nuova città.
Fondazione dell'Aquila
Il capoluogo del Giustizierato, fin dalle origini, era Sulmona, che restò sempre fedele al sovrano Federico II
durante la campagna di conquista dell'Abruzzo; era la città più grande e più forte economicamente, e
facilmente raggiungibile grazie alla sua posizione centrale rispetto al territorio abruzzese. Soltanto le città
marittime di Histonium e Lanciano potevano competere in importanza. Nel 1254 la vecchia città romana di
Amiterno, ormai completamente in rovina, non era più gestibile, e sorse la necessità della costruzione di un
nuovo centro; secondo la leggenda, 99 castelli della conca aquilana e della valle dell'Aterno si riunirono ed
edificarono in poco tempo la nuova città, costruendo vie e chiese che prendessero il nome da quelle dei
castelli fondatori.
Il Quattrocento
Tra il 1510 e il 1566 le coste abruzzesi furono méta di saccheggio incessante da parte degli Ottomani, e per
contenere la minaccia turca l'imperatore Carlo V eresse il sistema difensivo delle torri costiere del Regno di
Napoli, scegliendo Pescara come baluardo del giustizierato: l'allora piccolo borgo venne pesantemente
fortificato con la costruzione di una grande fortezza per controllare gli accessi al Regno dal nord e
dall'Adriatico. Il sistema difensivo venne messo alla prova già nel 1566, in occasione della grande
incursione della flotta di 105 galee e 7000 uomini dell'ammiraglio
ottomano Piyale Paşa, comandante in capo (Kapudanpaşa) della
flotta ottomana agli ordini del sultano Solimano il Magnifico, che
aveva già saccheggiato Napoli stessa tre anni prima. La fortezza
non fu presa, anche per il decisivo contributo del valoroso
condottiero, Giovan Girolamo Acquaviva duca di Atri, il quale
organizzò la resistenza del forte e respinse gli attacchi dispiegando
un fuoco di sbarramento dal bastione principale con tutte le
artiglierie disponibili, dissuadendo l'ammiraglio turco dal
perseverare nell'attacco e costringendo gli aggressori alla fuga.
Questi si accanirono, allora, contro Francavilla, Ripa Teatina,
Ortona, San Vito Chietino, Vasto, Casalbordino e Termoli, che
subirono distruzioni, deportazioni e saccheggi.[39] Tuttavia
l'ammiraglio ottomano non conseguì l'obiettivo strategico della
spedizione, ovvero la conquista delle Tremiti, proprio a causa della
tenace resistenza di Pescara. I danni dell'attacco nel territorio
Basilica di San Bernardino dell'Aquila furono notevoli, con l'incendio della cattedrale di San Tommaso
Apostolo, dell'abbazia di San Giovanni in Venere e dell'abbazia di
Santo Stefano in Rivomaris e la distruzione dell'antica chiesa di
Santa Margherita di Vasto, oggi cattedrale di San Giuseppe.
Diversa la situazione di quel periodo nell'entroterra abruzzese, che tornò a vivere un periodo di crescita
economica, grazie allo sviluppo della transumanza, e culturale, favorita anche dal governo di Margherita
d'Austria che ereditò i feudi di Penne, Campli, Ortona, Leonessa, Cittaducale e Montereale, in seguito noti
come i cosiddetti "stati Farnesiani d'Abruzzo".
Tuttavia con l'intensificarsi del controllo spagnolo sul regno napoletano, si assistette ad un sistematico
infeudamento delle città, che spesso (come nel caso di Chieti e dell'Aquila) erano città appartenenti al regio
demanio.
Il Seicento
Benché Teramo riuscì a sfuggire alle pretese degli Acquaviva, che nel frattempo facevano fiorire il loro
ducato con sede ad Atri, ogni suo tentativo di rivalsa economica veniva bloccato dalla presenza di vari
signorotti mandati dal viceré; inoltre si trovò coinvolta nella "guerra del Sale", che riguardò la zona del
Tronto e in particolare Civitella del Tronto, dove dalla metà del '500 era stata eretta una poderosa fortezza.
Anche L'Aquila, dopo il breve esperimento di governo "illuminato" di Margherita d'Austria, passò il secolo
tra alti e bassi nell'economia e nella politica.
L'unica realtà in ascesa, grazie soprattutto all'impegno di Diego
d'Avalos, fu Vasto, anche se la cittadina non fu risparmiata dai mali
che sconvolsero gran parte della regione, come la pestilenza del
1656, che flagellò molte vite soprattutto a Chieti. Alto secondo
grave fenomeno fu il banditismo, con il significativo episodio
dell'assalto alla città di Vasto da parte del teramano Marco Sciarra.
Il Settecento
La prima metà del secolo, anche a causa di due nuovi e catastrofici Il Castello Piccolomini di Celano
eventi sismici nell'entroterra aquilano, vide protagoniste le città di
Chieti, Lanciano, Vasto e Teramo. Quest'ultima, dal 1562 al 1770
fu sede del cosiddetto Patriziato dei Quarantotto, una sorta di parlamento cittadino con gli uomini illustri
dei quattro quartieri della città, ma alla fine del secolo questo istituto perse molta importanza, trasformandosi
nella municipalità.
Anche Lanciano nel 1730 riuscì a liberarsi della feudalità e ad istituire un proprio municipio, pur non
riottenendo gli antichi feudi sparsi per la vallata, di cui fu privata nel 1646.
Nel 1703 un ennesimo e distruttivo terremoto colpì Aquila, danneggiando gravemente la città con le due
forti scosse superiori al 6º grado della scala Richter verificatesi il 16 gennaio e il 2 febbraio. Molti edifici
medievali crollarono e quasi tutte le chiese risultarono danneggiate. Durante la ricostruzione, le chiese
vennero riedificate alla maniera barocca per quanto concerne l'interno, mentre numerosi palazzi nobili
sostituirono le vecchie case medievali. La città impiegò quasi cinquant'anni per riprendersi completamente,
dato che la ricostruzione, per l'entità dei danni e per la grave perdita dei cittadini, iniziò timidamente
soltanto dal 1713.
Un nuovo potente terremoto sconvolse la valle Peligna e Sulmona il 3 novembre 1706, con una scossa del
grado 6.6 della scala Richter che distrusse gran parte della città e di molti borghi circostanti, originatosi
nella faglia di Campo di Giove.
Pescara, per secoli circondata dalle mura della sua fortezza, conobbe un primo grande sviluppo economico
solamente a partire dalla seconda metà dell'800, e ancor più nel '900, grazie alla bonifica delle paludi che la
circondavano ed all'arrivo della ferrovia Adriatica; lo sviluppo cittadino fu favorito anche da personalità
come il poeta Gabriele D'Annunzio, che vi nacque nel 1863, ed il sindaco Leopoldo Muzii, che progettò il
primo piano regolatore spostando il centro del borgo di Castellammare Adriatico nell'attuale centro città.
La grande fortezza voluta da Carlo V, con i suoi 7 bastioni a nord ed a sud del fiume, poté dirsi completa
nel 1568 ca., e per i successivi 200 anni, sebbene con diverse interruzioni, venne infeudata ai D'Avalos-
D'Aquino.
Proprio per la posizione strategica del sito, posto al confine settentrionale del Regno di Napoli, Pescara subì
dalla metà del Seicento al primo Settecento numerosi attacchi: coinvolta in molti conflitti di scala
continentale combattuti dal Regno di Napoli, nel tempo la città venne assediata più volte dalle principali
potenze europee, fra cui francesi, spagnoli ed austriaci, oltre che dagli stessi borbonici durante le rivolte
carbonare a cui prese attivamente parte. In seguito a questi eventi bellici, conclusi dalla restaurazione, la
fortezza iniziò ad essere lentamente smantellata, e le caserme sulla riva sud del fiume furono adibite a
carceri per dissidenti politici. Nel 1806 le univesitas del Regno
di Napoli vennero abolite e sostituite dai comuni, e quella
pescarese venne divisa in due municipalità, Pescara a sud del
fiume, con lo storico borgo e la grande fortezza e
Castellammare Adriatico a nord del fiume, ricadendo la prima
nel distretto di Chieti, in Abruzzo citeriore, e la seconda nel
distretto di Penne, nell'Abruzzo ulteriore. Negli anni la fortezza
venne sempre più ridotta ed in molti tratti le mura vennero
inglobate nelle abitazioni, mentre altri vennero demoliti; le
caserme del corso vennero invece riconfermate come carcere,
guadagnandosi il nome di "sepolcro dei vivi": vi vennero
rinchiusi molti patrioti meridionali del Risorgimento, tra cui
Clemente De Caesaris, dopo l'insurrezione dei "martiri
Pennesi" nel 1837. Real Piazza di Pescara nel XIX sec.
Dopo la discesa di Gioacchino Murat nel regno di Napoli, occupando nel 1798 Roma e costringendo papa
Pio VII a recarsi prigioniero a Parigi, le truppe di re Ferdinando IV di Borbone tentarono senza successo di
ricacciare gli assedianti francesi. Il generale Championnet allora mandò immediatamente delle truppe
francesi di Duhesme, Lemoine e Couthard in Abruzzo, dove si stava organizzando, da parte dei nobili, una
resistenza filo-borbonica all'assedio imminente. Le truppe francesi si divisero in due schieramenti: una
sarebbe passata per L'Aquila da Roma, occupando la Marsica, e ricongiungendosi con l'altra, che sarebbe
partita da Civitella del Tronto passando per Teramo e lungo la vecchia via Tiburtina Valeria fino a Sulmona,
occupando Pescara, Chieti, Lanciano, Ortona e Vasto.
Mentre a Napoli veniva instaurata la Repubblica Napoletana, un altro esperimento di governo repubblicano
giacobino si ebbe soltanto a Vasto con la Repubblica Vastese e a Pescara, occupata da Ettore Carafa e
Gabriele Manthoné, mentre nel resto della regione il breve periodo repubblicano rappresentò solamente
caos e saccheggi. All'Aquila le truppe arrivarono da Antrodoco il 16 dicembre, e la città venne occupata il
24 gennaio 1799. Gli insorti sanfedisti aquilani, guidati da Salomone d'Arischia, riuscirono a isolare i
francesi all'interno della fortezza spagnola, e infine a ricacciarli dalla città, non senza saccheggi delle chiese
e dei palazzi da parte degli stessi francesi di Pluncket.
Lo stesso avvenne nelle città di Teramo e Sulmona, dove i francesi vennero dapprima cacciati dalla città. Le
truppe del cosiddetto Esercito della Santa Fede erano comandate in Abruzzo da Giuseppe Pronio: nato a
Introdacqua nel 1760, si guadagnò il soprannome di Gran Diavolo quando le truppe di Championnet
scesero in Abruzzo, e si arruolò nell'esercito di Ferdinando IV di Napoli per combattere i francesi. L'8
settembre 1798 Ferdinando IV lanciò in battaglia l'esercito abruzzese, e il Pronio partecipò alle operazioni
con un suo contingente, combattendo il 5 gennaio 1799 sul ponte san Panfilo a Sulmona, per poi tentare di
arrestare il più possibile l'avanzata nemica verso Venafro con scaramucce e imboscate nell'altopiano delle
Cinquemiglia. Successivamente fu incaricato di combattere i francesi a Chieti, Ortona, Vasto e Pescara,
sollevando le popolazioni contro gli invasori. Occupò a sorpresa Ripa Teatina il 3 febbraio, e poi scese tra il
12 e il 15 a Lanciano, e tra il 18 e il 21 a Vasto, dove regnava l'anarchia dopo la proclamazione della
Repubblica Vastese. Il 2 giugno fu nominato Generale Comandante dei tre Abruzzi. Combatté un'ultima
volta per i Borbone il 30 marzo 1801 presso Civitella del Tronto fino alla morte nel 1804.
Anche a Teramo si tentò un esperimento simile a quello di Vasto di governo francese, basandosi per lo più
sull'abilità politica di Melchiorre Delfico; il tutto però si risolse in un nulla di fatto e nel saccheggio generale
durante la ritirata. Vasto divenne sede della repubblica dal 6 gennaio al 20 maggio 1799, vennero eletti i
municipalisti tra i membri più influenti della società, anche se costoro per mancanza della guardia civica,
non riuscirono a controllare gli episodi di violenza e saccheggio da parte della popolazione, di cui il
capitolo più sciagurato spetta alla città di Ortona, quando, stando alle cronache di Omobono Bocache, la
gente catturava i nobili e i personaggi d'alto rango politico per ucciderli e bruciarli in mezzo alla strada,
subendo in conseguenza le rappresaglie francesi, e l'occupazione della città, difesa dai sanfedisti, da parte
dei generali di Pescara.
Altro episodio di grave violenza avvenne il 25 febbraio a Guardiagrele, quando i cittadini vennero
circondati e assediati dai francesi e dagli abitanti della vicina Orsogna, che desideravano vendetta per
secolari questioni di divisione territoriale, incendiando l'archivio comunale e bruciando la città.
L'Ottocento
Fra le novità apportate dagli occupanti francesi, vi fu l'abolizione del feudalesimo ed il riassetto moderno
del regno, con la creazione di comuni, distretti e circondari. Il territorio mantenne le precedenti divisioni
fino al 1806, quando l'Abruzzo Ultra fu suddiviso nelle due regioni di Abruzzo Ulteriore Primo (distretti di
Teramo e Penne) e Abruzzo Ulteriore Secondo (distretti di Aquila, Sulmona, Cittaducale e Avezzano).
L'Abruzzo Citeriore era invece suddiviso nei distretti di Chieti, Lanciano e Vasto.
Dopo il definitivo ritorno del regno in mano a Ferdinando I delle Due Sicilie nel 1820 e in seguito al figlio
Ferdinando II, in Abruzzo ci furono i primi movimenti carbonari, principalmente situati in confraternite di
Pescara, Chieti, L'Aquila, Vasto, nella Marsica e a Sulmona. Questi ideali liberali tuttavia non ebbero tempo
di crescere, e vennero immediatamente stroncati dai Borbone, così come i successivi movimenti popolari
del 1848. Di queste battaglie risorgimentali, si ricorda l'esempio dei "martiri Pennesi", dal nome della città
dove esplose la rivolta del 1837 guidata dal liberale Clemente De Caesaris. Questo episodio rimase un caso
isolato, e venne punito con la morte degli insorti e l'incarcerazione di De Caesaris a Pescara.
Il 17 marzo 1861, giorno della proclamazione del Regno d'Italia, venne ordinato un ulteriore rafforzamento
del dispositivo d'assedio e, contemporaneamente, il generale sabaudo Della Rocca viene fatto entrare entro
le mura di cinta, recando ai difensori il messaggio del re Francesco II con l'ordine di deporre le armi,
informandoli della resa di Gaeta, ove il sovrano borbonico si era rifugiato. Della Rocca non viene creduto e
lo scontro continuò fino al 20 marzo, giorno della resa.
Il primo Novecento
Il 13 gennaio 1915, a pochi mesi dall'entrata in guerra dell'Italia nel primo conflitto mondiale, una grande
scossa di terremoto rase al suolo molti borghi della Marsica, tra cui Avezzano, il centro principale dell'area.
Si ebbero danni anche a Roma, distante circa 100 km dall'epicentro, come pure nella Valle del Liri e in
particolare nel Sorano, in Molise e al confine della Campania; a Nord, nel Cicolano e nell'Aquilano e dalla
Sabina alle Marche, infine verso Est, alle porte di Chieti e Pescara. La scossa fu avvertita dalla Val Padana
alla Basilicata.
Il ventennio fascista
Fiero oppositore del fascismo fu lo scrittore pescinese Ignazio Silone, che da esiliato in Svizzera scrisse i
primi romanzi con ambientazione abruzzese come Fontamara e Vino e pane. Con lo scoppio della seconda
guerra mondiale le persecuzioni fasciste degli ebrei e dissidenti politici si fecero sistematiche, e vennero
aperti nella regione un totale di 15 campi d'internamento di prigionieri come il Campo 78 di Fonte d'Amore
a Sulmona e quello della Caserma Rebeggiani a Chieti Scalo.
Gli anni della ricostruzione videro un accentuarsi del fenomeno migratorio interno abruzzese: sempre più
abitanti dell'entroterra si spostavano verso la costa abruzzese, anche a causa delle diverse congiunture
economiche che vivevano i due territori. In particolare iniziava l'accrescimento urbano di Pescara, che
diventò dopo il conflitto la città più grande della regione. Nel 1956 una grave frana colpì il centro storico di
Vasto, con il crollo di un intero storico rione. L'emigrazione della popolazione abruzzese non era però solo
interna, infatti riprese con forte intensità l'emigrazione verso altri paesi europei. La costruzione di diversi
insediamenti ed aree industriali nella Val di Sangro, la Val Pescara, la Marsica, l'aquilano ed il vastese negli
anni 70 aiutò la regione a risollevarsi economicamente e ad affrancarsi dalla tradizionale economia agricolo-
pastorale che fino ad allora fu sempre il principale sostentamento degli abruzzesi. In quegli anni si rimediò
anche allo storico isolamento geografico, con la realizzazione delle due grandi arterie autostradali A24
Roma-Teramo e A25 Torano-Pescara che collegano i capoluoghi abruzzesi con la capitale. Dalla fine degli
anni '80 nel centro della regione va sempre più saldandosi e strutturandosi una vasta area metropolitana,
incentrata su Pescara e Chieti.
Il 6 aprile 2009 un nuovo grave terremoto colpì l'Abruzzo interno, con epicentro all'Aquila. L'evento
sismico provocò oltre 300 vittime ed ingenti i danni in tutta la Conca aquilana e zone circostanti. Nel 2012
sono cominciati ufficialmente i lavori di ricostruzione delle zone colpite. Nel 2016 e 2017 l'Abruzzo viene
nuovamente colpito dagli eventi sismici del Centro Italia del 2016 e del 2017, con numerosi danni in molti
paesi della provincia di Teramo.
Società
Evoluzione demografica
Pescara
L'Aquila
Teramo
Montesilvano
Chieti
Popolazione
Superficie
Città Provincia
(31-8-2021) (km²)
Provincia
1º Pescara 119 578 di 34,36
Pescara
Provincia
2º L'Aquila 69 969 466,87
dell'Aquila
Provincia
3° Montesilvano 53 214 di 23
Pescara
Provincia
4º Teramo 53 106 151
di Teramo
Provincia
5º Chieti 49 701 58
di Chieti
Provincia
6º Avezzano 40 776 104,09
dell'Aquila
Provincia
7º Vasto 40 472 71,35
di Chieti
Provincia
8º Lanciano 34 173 66
di Chieti
Roseto degli Provincia
9° 25 776 52
Abruzzi di Teramo
Francavilla al Provincia
10° 25 217 22
Mare di Chieti
Provincia
11º Giulianova 23 312 27
di Teramo
Provincia
12º Sulmona 22 752 58,33
dell'Aquila
Provincia
13º Ortona 22 091 70
di Chieti
Provincia
14º San Salvo 19 824 36
di Chieti
Provincia
15º Spoltore 18 700 di 36
Pescara
Emigrazione
Secondo stime attendibili[44] sono oltre 1.300.000 gli abruzzesi che negli anni hanno lasciato la regione
seguendo l'emigrazione italiana. Fino alla metà del XX secolo l'Abruzzo è stata una regione povera, le cui
attività economiche erano incentrate principalmente sulla pastorizia e agricoltura, e in molti partirono per
fuggire da questa condizione di arretratezza storica; le mete più frequenti furono gli Stati Uniti, il Canada,
l'America Latina e l'Australia ma anche destinazioni interne come Roma o il Nord Italia.
Secondo i dati ISTAT, i cittadini stranieri residenti nella regione al 31 dicembre 2019 erano 88 400, circa il
6.76% della popolazione, di cui i gruppi più numerosi sono originari dei seguenti Paesi:[45]
Romania 25 921
Albania 11 521
Marocco 8 054
Cina 4 197
Nel territorio si sono storicamente insediate diverse comunità di origine slava (in particolare serbi e croati) e
albanese nel teramano nel chietino e nei dintorni di Pescara, dove sorge l'insediamento arbëreshë di Villa
Badessa[46][47][48]; nel corso dei secoli queste comunità hanno perso quasi del tutto l'uso della loro lingua
d'origine e gran parte delle eredità culturali della loro etnia (pur con varie sopravvivenze, come la fede
cristiano-ortodossa ancora praticata a Villa Badessa)[49]. Esse sono frutto di una grande emigrazione dai
Balcani verso l'altra sponda dell'Adriatico avvenuta intorno al XVI secolo, in seguito all'espansione
dell'impero Ottomano[50].
Lingue e dialetti
Esisteva anche un idioma di ceppo albanese, l'arbëresh, parlato a Villa Badessa (Badhesa), frazione di
Rosciano, estintosi nel corso del tempo, mentre permane tra gli abitanti del piccolo centro la diffusione della
fede cristiano ortodossa.
Il rapporto sull'ecosistema urbano stilato dal quotidiano Il Sole 24 ORE, misura il benessere nelle province
e nelle città metropolitane italiane stimando tramite numerosi indicatori la qualità della vita complessiva e
suddivisa nei settori ricchezza e consumi, ambiente e servizi, giustizia e sicurezza, affari e lavoro,
demografia e società, cultura e tempo libero[54]. Il dato riguardante l'Abruzzo vede i propri capoluoghi nella
parte medio-alta della classifica nazionale del 2020[55]:
Posizione Posizione
Provincia Variazione
2020 2019
41a L'Aquila 20 61
43a Pescara 0 43
56a Chieti 4 52
76a Teramo 20 56
Politica
Suddivisioni amministrative
Dal 1º gennaio 1948, come stabilito dall'art. 131 della Costituzione[56], l'Abruzzo è una regione a statuto
ordinario della Repubblica Italiana, ma solo con la legge n. 281 del 1970 furono attuate le sue funzioni.
Con la legge costituzionale del 27 dicembre 1963, n. 3[57] recante "Modificazioni agli articoli 131 e 57 della
Costituzione e istituzione della regione Molise", pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 3 del 4 gennaio
1964, fu istituita la regione Molise, territorialmente separata dall'Abruzzo. Pur essendo L'Aquila il
capoluogo regionale, giunta e consiglio regionali si riuniscono anche nelle loro sedi di Pescara[58], dove
hanno sede anche diversi assessorati regionali.
Abitanti Superficie
Provincia Mappa Comuni
(31-7-2021) (km²)
Sino al 1927 facevano parte della regione anche tutti i comuni del circondario di Cittaducale, in quell'anno
ceduti alla neoistituita provincia di Rieti.
Economia
Nel secondo dopoguerra l'Abruzzo è rapidamente diventato la
regione con il maggiore PIL pro capite del Mezzogiorno
d'Italia; inoltre, dopo il Trentino-Alto Adige, è la regione
italiana con la più alta percentuale di investimenti fissi lordi sul
PIL[59]: fino agli anni 1950, infatti, l'Abruzzo fu una delle
regioni più povere del meridione, tuttavia in seguito a una
intensa industrializzazione del territorio, in particolare nel
secondo dopoguerra e in un primo momento limitata ai soli
interventi pubblici, nel 1996 l'Abruzzo fu la prima regione del Pastificio De Cecco
meridione ad uscire dal cosiddetto (e ormai obsoleto) obiettivo
1[60]. Nel 1951 il reddito pro capite ammontava al 53% del
reddito pro capite medio in Italia; nel 1971 al 65%, mentre nel 1994 al 76%[61]; nel 2006 ha raggiunto
l'84,4%, il valore del PIL pro capite più alto fra le regioni del Sud Italia,[62] superando per tasso di crescita
molte regioni italiane; la costruzione fra gli anni 1970 e 1980 delle autostrade A14, A24 e A25 e di diverse
nuove vie di comunicazione, ha aperto la regione a nuovi investimenti favorendone la crescita della
produttività.
Secondo stime Eurostat, nel 2009 l'Abruzzo aveva un reddito pro capite a parità di potere di acquisto pari al
84,0% della media dell'Unione europea, il più alto reddito tra le regioni del Sud Italia. Il terremoto
dell'Aquila del 6 aprile 2009 ha però determinato una frenata dell'economia in tutta la zona aquilana[63],
mentre la crescita dell'economia regionale continua ad essere trainata in maniera preponderante dalla fascia
costiera, grazie ai poli industriali del teramano e del chietino ed alla forte concentrazione del terziario nella
conurbazione pescarese.
Turismo
L'offerta turistica abruzzese, la cui economia rappresenta circa il 13% del PIL regionale[67], è
sostanzialmente divisa in due distinte categorie, seguendo le caratteristiche e le vocazioni dei vari territori: il
turismo invernale è molto sviluppato nell'entroterra regionale, con numerosi impianti di risalita[68], fra cui le
note stazioni sciistiche di Roccaraso ed Ovindoli[69]; i diversi i parchi naturali (tra i quali spiccano il parco
nazionale d'Abruzzo, il parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e il parco nazionale della
Maiella[70]) assieme ad altre aree protette della regione e riserve naturali[71] garantiscono inoltre un indotto
turistico durante le stagioni estive[72]; la zona costiera invece, più attrezzata per il turismo di massa, fin dal
1800 si propone come méta di turismo balneare[73]. La presenza di città storiche (L'Aquila, Chieti,
Sulmona, Teramo), di numerosi piccoli borghi medievali[74], in molti casi quasi del tutto spopolati, ed chiese
antiche, basiliche (tra cui la celebre Basilica di Santa Maria di Collemaggio), abbazie, eremi, santuari (tra i
quali merita menzione il Santuario di San Gabriele dell'Addolorata), castelli antichi e monasteri, genera
ulteriori visite di carattere storico-culturale religioso in tutta la regione[75].
Nonostante le alte potenzialità turistiche e gli incoraggianti dati di crescita continua delle presenze in
regione, e malgrado gli sforzi più o meno efficaci dei vari enti locali e della regione di migliorare la
comunicazione e la promozione turistica del territorio[76], l'Abruzzo resta una delle regioni meno visitate
d'Italia[77][78]; il clima di incertezza causato dalla pandemia di COVID-19 del 2020 in Italia ha tuttavia
riportato molti turisti italiani in regione[79], percepita al riparo dai grandi e tradizionali flussi turistici[80],
rendendo la stagione estiva del 2020, in particolare per le aree interne[81][82], una delle stagioni turistiche di
maggior successo della storia recente[83].
Infrastrutture e trasporti
Autostrade
A 14 Autostrada Adriatica: la lunga dorsale adriatica percorre tutta la costa abruzzese da
nord a sud, collegando i principali centri della regione al resto del Paese.
A 24 Strada dei Parchi: è stata costruita negli anni settanta e collega Roma con L'Aquila e
Teramo; dopo molti anni di lavoro, la costruzione dell'autostrada venne interrotta a Teramo,
lasciando incompiuto il tratto finale, che avrebbe dovuto ricongiungersi al'A14 presso Alba
Adriatica[84]. All'interno del traforo del Gran Sasso vi è l'accesso ai Laboratori nazionali del
Gran Sasso, costruiti contestualmente all'autostrada.
A 25 Strada dei Parchi: diramazione meridionale dell'A24, l'autostrada collega le città di
Pescara e Chieti al Lazio e Roma
RA 11 Ascoli-mare: il raccordo autostradale, che collega Ascoli Piceno con l'A14, si
sviluppa per un breve tratto in territorio abruzzese, in corrispondenza dello svincolo
Ancarano-Castel di Lama
RA 12 Asse attrezzato: breve asse viario di tipo autostradale che collega i caselli dell'A25
ed A14 della Val Pescara alle città di Chieti e Pescara, fungendo anche da tangenziale est-
ovest della conurbazione.
Strade statali
Le principali strade statali della regione, in molti casi in seguito alla costruzione delle autostrade e di
numerose varianti, sono diventate itinerari per lo più turistici attraversando spesso i diversi parchi abruzzesi
e zone di alto valore paesaggistico:
Ferrovie
Adriatica
Roma-Sulmona-Pescara
Teramo-Giulianova
Sangritana
Terni-Sulmona
Avezzano-Roccasecca
Sulmona-Isernia
Porti
Aeroporti
Cultura
Istruzione
Università
Università degli Studi "Gabriele d'Annunzio" di Chieti e
Pescara
Università degli Studi dell'Aquila
Università degli Studi di Teramo
Istituto superiore per le industrie artistiche - Pescara
Il campus di Chieti dell'università
Gran Sasso Science Institute - L'Aquila
"Gabriele d'Annunzio"
Nella regione sono presenti centri di ricerca e formazione in vari campi della scienza, come l'International
center for relativistic astrophysics di Pescara e i Laboratori nazionali del Gran Sasso, situati sotto le cime
della montagna. Presso il polo Universitario di Roio dell'università dell'Aquila è situata la sede operativa
della Società Italiana della Scienza e della Ingegneria,[102] istituto che si occupa di ricerca e divulgazione
scientifica, e sempre all'interno dell'ateneo aquilano ha sede il centro Interdipartimentale di trasporti e
mobilità sostenibile.
Musei
Numerosi reperti della ricca storia abruzzese sono conservati nei diversi musei della regione, fa i quali:
a Pescara il Museo delle genti d'Abruzzo, il Museo d'arte moderna Vittoria Colonna, il
Museo casa natale Gabriele D'Annunzio, l'Imago Museum e il Museo civico Basilio
Cascella
a L'Aquila il Museo nazionale d'Abruzzo, il Museo di Scienze Naturali e Umane "San
Giuliano" e la Casa museo Signorini Corsi;
a Chieti il Museo archeologico nazionale d'Abruzzo, il Museo archeologico nazionale La
Civitella, il Museo di storia delle scienze biomediche, il Museo d'arte Costantino Barbella e
il Museo Palazzo de' Mayo
a Teramo il Museo Archeologico ed il Museo civico
a Vasto i Musei di Palazzo d'Avalos;
a Francavilla al Mare il Museo Michetti;
a Castelli il Museo delle Ceramiche.
a Celano il Museo d'arte sacra della Marsica e il Museo
archeologico preistorico Paludi;
a Campli il Museo archeologico nazionale;
Arte
Storia
Epoca romana
Il Medioevo
Il Settecento e l'Ottocento
Gli anni a cavallo fra XVIII e XIX secolo portarono diverse novità nel patrimonio artistico regionale, che
inizio a concentrarsi in maniera sempre più prevalente all'arte civile, fino ad allora sempre rimasta in
secondo piano rispetto all'arte sacra. Si ebbe una diffusa trasformazione di palazzi medievali e fortificati in
residenze gentilizie in tutto l'Abruzzo, che così andava assumendo un aspetto diffusamente barocco nei suoi
centri principali.
Pittura e scultura
I primi esempi di pittura rinascimentale, a cavallo tra '400 e '500, furono prodotti da Saturnino Gatti, che
lavorò nelle chiese dell'Aquila, e soprattutto nella chiesa di San Panfilo a Tornimparte. Nel XVIII secolo la
pittura trovò affermazione anche sulla ceramica, coronando con la notorietà internazionale l'arte della
maiolica, una tradizione che fin da due secoli si era sviluppata presso Castelli, Rapino, Anversa degli
Abruzzi e Loreto Aprutino. Uno dei massimi esponenti, con la sua bottega, fu Carmine Gentili, che
sperimentò varie cromature e tipi di ritratto sulla maiolica spaziando ed ampliando il tradizionale modello
del bozzetto bucolico con elementi vegetali in cornice.
Nella seconda metà dell'Ottocento si affermò il pittore Teofilo Patini da Castel di Sangro, con le sue opere
Bestie da soma, La catena, L'erede, Vanga e latte, Ritorno all'ovile e Pulsazioni e palpiti, celebrando la vita
semplice e povera dei contadini abruzzesi; successivamente raggiunse la notorietà Francesco Paolo Michetti
di Francavilla al Mare, con la sua opera più famosa "La figlia di Iorio", rifatta più volte, una conservata nel
palazzo della provincia di Pescara (versione definitiva, giorno, tempera), un'altra nel Museo Palazzo de'
Mayo a Chieti (versione precedente, tramonto, olio). Michetti si dedicò a molte altre opere, come ad
esempio un ritratto dell'amico Gabriele d'Annunzio, con cui lavorò
nello studio del "cenacolo michettiano" preso il convento Michetti
a Francavilla od il suo contributo nell'affermazione del giovane
scultore Costantino Barbella, specializzato nella creazione di
piccoli oggetti in bronzo e argilla, la cui collezione si trova a
Chieti. Alla fine del XIX secolo fu attivò soprattutto Basilio
Cascella, l'esponente più famoso della pittura abruzzese moderna,
insieme ai figli Tommaso, Michele e Gioacchino. Molte delle tele,
che oscillano tra realismo e post-impressionismo, sono conservate
nella Pinacoteca Cascella ad Ortona (quelle di Basilio), e nel
Museo Cascella di Pescara. Molto attivi anche gli scultori Nicola
Eugenio D'Antino, Pietro Cascella e Andrea Cascella nipoti di
Basilio, Gabriele Smargiassi ed i fratelli Palizzi di Vasto, di scuola
napoletana; in particolare Filippo Palizzi, uno dei pittori animalisti
più noti dell'Ottocento.
Letteratura
Francesco Paolo Michetti
Nell'epoca romana ad Amiternum nacque Gaio Sallustio Crispo,
storico romano che scrisse le monografie De coniuratione
Catilinae e il Bellum Iugurthinum. Sempre durante l'Impero
romano vennero dall'Abruzzo importanti personalità quali Asinio Pollione da Teate e Publio Ovidio
Nasone da Sulmona, che ricorderà la sua città nell'opera Tristia. Fu uno dei maggiori poeti dell'epoca
classica romana, come dimostrano le opere Ars amatoria, le Metamorfosi e i Fasti.
Nel Medioevo vi fu uno stallo per la letteratura abruzzese, che trovò espressione solamente in alcuni esempi
nella composizione di preghiere e libri a carattere giuridico-cattolico, come gli scritti di Tommaso da Celano
e il Chonicon Casauriense di San Clemente a Casauria. Un unicum fu il manoscritto delle Cronache
aquilane, redatte a più riprese e da diversi autori, sia medievali che rinascimentali, fra i quali Buccio di
Ranallo e Antonio di Boetio.
La letteratura conobbe una florida ripresa soltanto nel XVIII secolo, con un'ampia produzione storiografica
e trattatistica al livello giuridico-amministrativo, come nell'esempio di Niccolò Toppi di Chieti, che si
specializzò nella storia antica della sua città.
Il più celebre letterato nella storia della regione fu Gabriele D'Annunzio, uno dei personaggi abruzzesi più
rappresentativi e più conosciuti. Poeta, romanziere, novelliere e autore teatrale, D'Annunzio fu personalità
di primo piano nella storia nazionale e in quella della cultura europea. Le prime composizioni poetiche e
prosaiche sono rivolte al piccolo borgo pescarese (allora piccola cittadina, appena liberata dalle mura della
grande fortezza), e a un universo idilliaco e cristallizzato di Abruzzo selvaggio, naturale e primordiale. Tali
composizioni sono Primo vere (1879), Canto novo (1881), Il libro delle vergini (1884) e le storie de Le
novelle della Pescara (1902). Successivamente il poeta si dedicò all'approfondimento naturalistico
decadentista e superomistico dell'eroe dannunziano a confronto con la natura selvaggia nelle opere Il trionfo
della morte (1894) e La figlia di Iorio (1904). Il primo è un romanzo ispirato a un viaggio di d'Annunzio
nella Costa dei Trabocchi, e al pellegrinaggio a Casalbordino, il secondo è una tragedia che mostra ancora
una volta il confronto tra un universo perfettamente conservato nella sua identità ancestrale, e gli estremi
delle passioni dei propri esseri viventi, come i pastori che condannano a morte la ragazza Mila di Codra,
rifugiatasi nella Grotta del Cavallone, accusata di stregoneria.
D'Annunzio si distinse nel panorama letterario per aver incarnato l'aspetto italiano di decadentismo, esposto
nel romanzo Il piacere (1889) e nella raccolta poetica delle Laudi (1903).
Un altro scrittore e poeta famoso è Ignazio Silone, di Pescina, il quale fu sempre legato a un'idea astratta di
comunismo e solidarietà sociale, nonché alla lotta contro il potere oppressore. Gran parte della sua
produzione è ambientata in un Abruzzo povero e martoriato da carestie e terremoti, in particolare la piana
del Fucino, dove i protagonisti delle storie sono poveri nullatenenti, che possono poggiarsi soltanto sui loro
ideali di riscatto e comunanza quasi fraterna nel subire la propria disgrazia. È l'esempio di Fontamara
(1933) e Vino e pane (1938), in cui i contadini di un paese di montagna, nel primo romanzo, lottano per i
soprusi del podestà di Avezzano, che vuole deviare il fiume Giovenco; mentre la seconda storia vede
protagonista il comunista Pietro Spina, che torna nel suo paese sotto le mentite spoglie di don Paolo, per
sfuggire alla polizia fascista.
Nel corso del '900 ci furono altre importanti personalità letterarie, come Cesare De Titta di Sant'Eusanio del
Sangro, che compose in dialetto un Canzoniere di stampo carducciano, e Modesto Della Porta di
Guardiagrele, il quale compose la raccolta poetica Ta-Pu (1920), incentrata sulle avventure di un povero
musicista, infarcita di massime locali e bozzetti di vita locale.
Un altro celebre pescarese fu Ennio Flaiano, scrittore, sceneggiatore e giornalista e personaggio unico nel
panorama cinematografico, noto per la sua ironia pungente. Scrisse la sceneggiatura del film I vitelloni,
diretto da Fellini, la cui storia era ispirata alle zingarate del Flaiano nella gioventù pescarese. Il regista però
preferì ambientare il film a Rimini, più nota della località abruzzese al grande pubblico.
Nacque a Pescasseroli il filosofo e saggista Benedetto Croce, esponente del liberalismo e del neoidealismo.
Oltre alla filosofia, incentrata sulla critica del pensiero di Hegel, Croce si occupò anche di saggistica del
territorio di Napoli, ponendo attenzione sulla storia del regno partenopeo.
Musica
La storia della musica in Abruzzo ha origini molto antiche, risalenti al Medioevo, andando sino ad oggi,
in un rinnovamento continuo, che nel XIX secolo ha visto la divisione ben distinta tra musica di
compositori di area classica e la musica popolare, che ha contribuito a rappresentare culturalmente
l'Abruzzo nel panorama nazionale e internazionale.
Uno dei più importanti compositori abruzzesi, fu Fedele Fenaroli di Lanciano, vissuto nel Settecento e
compositore di musica sacra e da camera a Napoli, poi a Lanciano seguì Francesco Masciangelo, sempre
compositore di musica sacra, a Chieti uno dei più noti compositori settecenteschi fu Saverio Selecchy, che
realizzò il Miserere del Salmo 50.
Un grande musicista classico abruzzese fu Gaetano Braga, nato a Giulianova (1829-1907): a 14 anni decise
di dedicarsi in particolare allo studio del violoncello, strumento col quale si esibì in concerto per l'Europa,
suonando in molte città tedesche, a Vienna, Parigi, nonché a Firenze, dove fu sempre accolto con
entusiasmo. Come compositore raggiunse l'apice del successo con le opere Il ritratto, Reginella e Caligola.
Nel secondo Ottocento, a Ortona nacque Francesco Paolo Tosti, che compose romanze e musiche da
camera, come A vucchella, testo scritto dall'amico Gabriele d'Annunzio.
L'Abruzzo vanta uno dei padri della musica da film a livello internazionale, il compositore Alessandro
Cicognini (1906-1995), autore di oltre trecento colonne sonore[104] tra cui i film che vinsero il Premio
Oscar Sciuscià e Ladri di biciclette di Vittorio De Sica. Visse a Francavilla al Mare dove mantenne la
residenza sino agli anni Ottanta.[105]
A Francavilla al Mare, nacque il compositore e direttore
d'orchestra Ettore Montanaro[106] (1888-1967) autore di musica
sinfonica e di musiche da film e di romanze su testi di Gabriele
D'Annunzio. La vocazione di Francavilla al Mare città dei
compositori di musica da film si rinnova anche negli anni Duemila:
il compositore Bruno Zambrini nasce il 5 aprile 1935 a Francavilla
al Mare ed è autore di numerose colonne sonore[107] e musiche per
film comici e musicarelli, tra cui quelli del regista Neri Parenti
(quasi tutti quelli della serie su Ugo Fantozzi) e della serie
televisiva degli anni settanta Qui squadra mobile e per altre
pellicole di grande successo come Notte prima degli esami,
Femmine contro maschi, Maschi contro femmine, Ex; il
compositore Davide Cavuti vive a Francavilla al Mare dove ha
frequentato le scuole:[108] storico compositore del regista Michele
Placido,[109] ha composto le colonne sonore oltre che per
Placido,[110] anche per Pasquale Squitieri,[111] Giorgio Francesco Paolo Tosti
Albertazzi,[112]Arnoldo Foà, Lino Guanciale, Edoardo Leo.[113]
Molti musicisti abruzzesi negli anni Duemila, hanno ottenuto importanti successi oltre i confini nazionali: il
direttore d'Orchestra Donato Renzetti, il pianista e compositore teramano Paolo Di Sabatino, il pianista
celanese Nazzareno Carusi, il fisarmonicista e compositore francavillese Davide Cavuti, il violoncellista
pescarese Luigi Piovano, il violoncellista, compositore e direttore d'orchestra teramano Enrico Melozzi, i
cantanti Ildebrando D'Arcangelo, Carmela Remigio.
Musica leggera
Per la musica leggera, tra i cantanti raggiunse la notorietà Ivan Graziani di Teramo, cantautore e chitarrista
di genere pop e rock, autore di numerose canzoni di successo tra cui Pigro, Agnese, Firenze (canzone
triste). Accanto al cantautore teramano, altri artisti abruzzesi famosi sono Giò Di Tonno, vincitore del
Festival di Sanremo 2008 in coppia con la cantante argentina Lola Ponce, Franz Di Cioccio, fondatore
della band storica italiana della PFM, Gianluca Ginoble, componente del trio Il Volo vincitori del Festival di
Sanremo 2015, Piero Mazzocchetti, terzo classificato al Festival di Sanremo 2007 e Simona Molinari, più
volte presente alla kermesse sanremese.
Musica tradizionale
Uno strumento importante nella varia musica popolare abruzzese è la caratteristica fisarmonica diatonica o
organetto (chiamato in dialetto du bott), suonata nelle quadriglie, tarantelle, ballarelle e saltarelli. Fra gli altri
strumenti caratteristici, la zampogna e la ciaramella.[114]
Fra le canzoni popolari più rappresentative, le più note sono Vola vola vola, Sant'Antonie a lu deserte, e
Tutte le funtanelle. Gran parte di queste canzoni popolari vennero trascritte dal poeta Cesare De Titta.
Cinema
L'Abruzzo, per la particolare conformazione dei suoi territori, scenografie naturali, è stato spesso luogo di
riprese per molti film, fra i quali "...continuavano a chiamarlo Trinità", "Parenti serpenti"," Amici miei -
Atto IIº", "The American", "Il nome della rosa", "Ladyhawke" e diverse altre produzioni.
Hanno raggiunto notorietà nel mondo cinematografico i registi:
Duilio Coletti, Anton Giulio Majano, Tonino Valerii, Guido
Celano, Mario Orfini, Luciano Odorisio, Carmine Amoroso,
Maccio Capatonda, Davide Cavuti; gli attori Guido Celano, Carlo
Delle Piane, Maria Pia Casilio, Lino Guanciale, Sara Serraiocco,
Maccio Capatonda, Gabriele Cirilli, Federica Di Martino, Rocco
Siffredi, Milly Carlucci, Ivo Garrani; i doppiatori Roberto Pedicini,
Christian Iansante, Marco Papa; gli sceneggiatori Ennio Flaiano,
Ettore Maria Margadonna, Carmine Amoroso; i compositori
Alessandro Cicognini, Ettore Montanaro, Bruno Zambrini, Davide
Ennio Flaiano insieme a Federico
Cavuti, Germano Mazzocchetti. Fellini e Anita Ekberg
Teatro
Teatro di Atri
Teatro dei Marsi di Avezzano
Teatro Marrucino di Chieti, sede dell'Istituzione Sinfonica Abruzzese
Teatro comunale dell'Aquila, sede del Teatro Stabile d'Abruzzo e dell'Istituzione Sinfonica
Abruzzese
Teatro Vittorio Antonellini dell'Aquila
L'Aquila Temporary Concert Hall
Teatro Fedele Fenaroli di Lanciano
Teatro Francesco Paolo Tosti di Ortona
Teatro monumento Gabriele D'Annunzio di Pescara
Teatro Maria Caniglia di Sulmona
Teatro Talia di Tagliacozzo
Teatro Gabriele Rossetti di Vasto
Nelle numerose sagre e feste patronali riemergono i diversi costumi ed usanze tradizionali abruzzesi, con la
musica e i piatti tipici della regione. Hanno raggiunto una certa notorietà la processione del Venerdì Santo
di Chieti, la tradizionale apertura della Porta santa della Perdonanza Celestiniana dell'Aquila, la settimana
santa di Sulmona e la caratteristica festa dei serpari di Cocullo, di evidente origine pagana[116].
Nel 2017 i cinque nuclei di faggete vetuste ricadenti in una superficie di 937 ettari inclusa tra i comuni di
Lecce nei Marsi (Selva Moricento), Opi (Cacciagrande e Valle Jancino in Val Fondillo), Pescasseroli
(Coppo del Principe e Coppo del Morto) e Villavallelonga (Val Cervara), databili intorno ai 600 anni, sono
stati riconosciuti patrimonio mondiale dell'umanità unitamente alle
foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d'Europa.
Si tratta del primo riconoscimento UNESCO per l'intera regione
abruzzese[117][118].
Enogastronomia
Il ministero delle Politiche agricole e alimentari, in collaborazione con la regione Abruzzo, ha riconosciuto
79 prodotti abruzzesi come "tradizionali".
Il piatto più rappresentativo della regione, gli spaghetti alla chitarra, viene
prodotto mediante l'antica e tipica "chitarra" venendo poi condito nei più
svariati modi;[120] mentre fra i secondi piatti gli apprezzati arrosticini,
spiedini di carne di pecora tagliata in pezzetti piccoli e cotti rigorosamente
sulla brace, hanno ormai raggiunto notorietà nazionale, divenendo uno dei
simboli dell'Abruzzo in Italia.
Salumi e formaggi
Dolci
Sono diverse le produzioni di olio d'eccellenza in regione, fra le quali l'Aprutino Pescarese, il Pretuziano
delle Colline Teramane, l'olio extra vergine di oliva delle Valli Aquilane e il Colline Teatine.
Vini e liquori
Il vino abruzzese è tradizionalmente identificato con il montepulciano d'Abruzzo, dal colore rosso rubino
intenso con sfumature violacee; per complessità e invecchiamento è uno dei primi vini d'Italia. Esso è
prodotto in tutta la regione, anche in versione Rosato, con la denominazione di Cerasuolo D'Abruzzo, dal
colore che varia dal rosso cerasuolo al rosa pallido; come vino rosato è uno dei più apprezzati. Fra gli altri
vini abruzzesi il Trebbiano, il Montonico, il Pecorino, il Tullum, il Controguerra Passerina, e altri vini ad
indicazione geografica tipica. Fra i liquori tipici della regione il centerba, la ratafià, il liquore allo zafferano,
il mosto cotto, l'Aurum, l'amaro di genziana, il vino cotto e il Corfinio.
Centri maggiori
L'Aquila: fondata nel 1254, secondo la leggenda riportata da Buccio di Ranallo (mentre
secondo le fonti storiche nel 1230 circa da Federico II di Svevia[122]), fu costruita con la
ripartizione in quattro Rioni principali (San Giorgio, Santa Maria, San Pietro e San Giovanni
d'Amiterno), in un'area diversa dalla romana Amiternum. Fu città santa nel 1288 con la
costruzione della Basilica di Santa Maria di
Collemaggio (l'esempio più classico di stile romanico in
Abruzzo[123]) per volere di Pietro da Morrone (Celestino
V), e nel 1444 vi fu costruita la Basilica di San
Bernardino, in onore del santo senese. La città fino alla
dominazione spagnola, poi borbonica del XVI secolo,
rimase sempre fedele al casato d'Angiò, e per questo
entrò nella guerra dell'Aquila del 1423, assediata da
Braccio da Montone, che dapprima distrusse i castelli
fondatori della città, e successivamente bloccò la città Il ponte del Mare di Pescara
dentro le mura. Nel '500 fu amministrata da Margherita
d'Austria che favorì lo sviluppo culturale delle arti, e
successivamente dagli spagnoli, che costruirono la
Fortezza. Nel 1703 fu colpita da un grave terremoto, che
cambiò profondamente l'aspetto urbano, nonché i colori
dello stemma cittadino, le cui cromature rosse e bianche
furono portate al nero e al verde dagli aquilani, come
simbolo di tragedia e speranza.
La città ancora oggi è ben conservata nel tessuto
medievale, con il centro storico racchiuso dalle mura La Cattedrale di San Giustino di
medievali con le relative porte di accesso, ed ospita i Chieti
simbolici monumenti del forte spagnolo alle porte della
città, le basiliche di Collemaggio e San Bernardino, la
Cattedrale dei Santi Massimo e Giorgio, la chiesa di
Santa Giusta, la Fontana Luminosa e la Fontana delle
99 cannelle. Numerosi anche i palazzi storici, costruiti
dopo il terremoto dell'Aquila del 1703, come il Palazzo
Margherita, il Palazzo Ardinghelli e il Palazzo Cappelli.
Pescara: la città, conosciuta come Ostia Aterni in epoca
romana, era il terminale adriatico della Via Tiburtina
Valeria. Nel XVI secolo l'imperatore Carlo V vi ordinò la
costruzione della Fortezza di Pescara, a pianta Il duomo di Teramo
pentagonale con bastioni a nord ed a sud del fiume
Pescara[124], confine tra i due Abruzzi. Nel XIX secolo la
città venne divisa in due comuni: la storica Pescara,
all'interno della fortezza, dove nel 1863 nacque
Gabriele D'Annunzio, ed il comune di Castellammare
Adriatico (la porzione di città a nord del fiume), piccolo
borgo collinare che nel secolo successivo colonizzerà
massicciamente la fascia costiera. Nel 1927[125] fu
costituita la provincia di Pescara, le due cittadine riunite
in un solo centro dopo oltre un secolo di divisione. A
causa dei bombardamenti del 1943, gran parte del
vecchio centro pescarese fu distrutto, e l'architetto Luigi
Piccinato si occupò della ricostruzione moderna della
città, specialmente della vecchia Castellammare,
creandone il nuovo spazio centrale di piazza della
Rinascita. La città oggi è la più grande della regione, ed
è da traino per tutta l'economia abruzzese, in particolare
per il settore terziario, per la centralità nelle vie di
comunicazione e la storica presenza industriale. Il
centro storico della città, noto come Pescara vecchia, Corso De Parma e il duomo di Vasto
ospita la maggior parte delle testimonianze storico
culturali della città, con il museo della casa natale di
Gabriele d'Annunzio, il vicino Museo delle genti
d'Abruzzo presso i resti della fortezza, la cattedrale di
San Cetteo, edificata negli anni '30 per volere (e con
finanziamenti) dello stesso D'Annunzio ed il teatro
Michetti, uno dei maggiori esponenti della tuttora
numerosa architettura liberty presente in città.
Anche nella zona castellammarese, ed in particolare in
corso Umberto I, resistono molti palazzi signorili in stile
liberty e la storica chiesa del Sacro Cuore. La vicina
piazza della Rinascita ed il monumentale lungomare
cittadino con la fontana "La nave" di Pietro Cascella Lanciano
testimoniano invece lo sviluppo moderno della città,
simboleggiato dai due nuovi ponti, il ponte del Mare ed
il ponte Flaiano (rispettivamente del 2009 e del 2017)
che hanno ridisegnato lo skyline pescarese.
Ortona: antica città frentana dall'importante movimento commerciale, in seguito alla caduta
dell'impero romano, Ortona fu ricostruita ex novo dai Longobardi, e poi dai Normanni,
alternando periodi di prosperità con frequenti incursioni e distruzioni. Nel 1258 la città ospitò
in maniera permanente nella sua cattedrale le reliquie di Tommaso apostolo, diventando un
punto di riferimento religioso. In seguito a vari conflitti con la città rivale di Lanciano, Ortona
passò in mano a Jacopo Caldora, che ne ricostruì la cinta muraria. Fra i secoli XIX e XX fu
raccontata nelle opere di Francesco Paolo Tosti e Gabriele D'Annunzio. Durante la
Seconda guerra mondiale la città, posta sull'estremo adriatico della Linea Gustav, fu teatro
tra il 21-28 dicembre del 1943 della cruenta battaglia di Ortona, che segnò la città con la
distruzione di gran parte del centro storico cittadino.
Nonostante i gravi danni dei combattimenti e dei bombardamenti, la città conserva ancora in
parte il suo aspetto antico, rintracciabile nel rione medievale di Terravecchia, con il palazzo
Corvo, il Castello Aragonese e la basilica di San Tommaso Apostolo, il cinquecentesco
Palazzo Farnese del rione di Terranova, sede della Pinacoteca Cascella e l'ex convento di
Santa Maria di Costantinopoli di belvedere Tosti, sede del Museo della battaglia di Ortona.
Giulianova: la città era nota già durante l'epoca romana, e successivamente nell'epoca
medievale come Castrum Novum Piceni (o Castrum Sancti Flaviani). Nel V secolo infatti le
reliquie di Flaviano di Costantinopoli erano state trasferita nella città, presso il Duomo di
San Flaviano, santo molto venerato nell'Abruzzo Ultra, particolarmente nel ducato di Atri.
Nel 1471 il duca Giulio Antonio Acquaviva decise di ricostruire quasi ex novo la vecchia
città, facendone un esempio di "città ideale" entro una fortezza di otto torri. Il progetto ebbe
buon esito, benché oggi l'assetto urbano sia un po' stravolto. Comunque alcune delle
storiche torri resistono nel tessuto del centro storico, come le torri Santa Maria, Porta Napoli
e La Rocca. Il centro è rappresentato dal cupolone del Duomo, e da vari palazzi signorili,
come il Palazzo Ducale degli Acquaviva e il Palazzo Cerulli. Fuori dal centro si staglia il
Santuario della Madonna dello Splendore, molto frequentato da pellegrini. Numerose sono
le villette Liberty disseminate per la città e interessanti esempi di architettura novecentesca
sono il Kursaal e il Lungomare Monumentale, nella parte bassa.
Sulmona: città capitale dei Peligni, dette i natali al poeta Ovidio nel I secolo a.C.. Anche
dopo l'impero romano, la città continuò a godere di grande prestigio, poiché posta presso il
valico di Pacentro presso la Maiella, pur troneggiando al centro della conca peligna. Nel
XIV secolo si sviluppò il cosiddetto "gotico sulmonese" in ambito artistico, con la
costruzione di numerosi palazzi e chiese medievali, tra le quali la Cattedrale di San Panfilo,
il Complesso della Santissima Annunziata, con il palazzo annesso, la chiesa di Santa Maria
della Tomba e quella di San Francesco della Scarpa. In piazza Maggiore (oggi Garibaldi) fu
costruito nel XIII secolo l'acquedotto svevo da Federico II di Svevia sui resti del precedente
romano. Sulmona fino al 1706 era arrivata a un tale sviluppo culturale ed economico da
essere considerata la Siena degli Abruzzi, quando un terremoto violento della Maiella la
danneggiò in gran parte. Per la ricostruzione degli edifici fu sperimentato il barocco
napoletano, benché il gotico sulmonese continuasse a prevalere. Dopo tale evento,
Sulmona iniziò ad essere conosciuta per il suo tradizionale confetto. Nel 1783 fu inaugurata
la prima fabbrica di confetti da Mario Pelino, oggi sede del Museo del Confetto, e tale attività
ancora oggi è una delle fonti dello sviluppo economico locale.
Il centro storico si snoda attraverso il corso Ovidio, partendo dalla Cattedrale fuori le mura,
passando per la piazzetta del Complesso Monumentale dell'Annunziata (considerato il
simbolo della città), fino alla piazza Garibaldi con l'acquedotto, e proseguendo fino alla
porta Napoli, dove si trova la chiesa della Tomba. Fuori dalla città sono da vedere la Badia
Morronese, fondata da Pietro da Morrone, l'eremo di Sant'Onofrio al Morrone, e il tempio
romano di Ercole Curino.
Atri: la città ha antiche origini romane, e dette i natali all'imperatore Adriano. Fino alla fine
dell'impero romano la città aveva anche contatti commerciali presso il mare, come dimostra
il porto romano, di cui oggi resta la cinquecentesca Torre di Cerrano. Nel Medioevo dal XIV
secolo iniziò ad essere amministrata dalla potente famiglia Acquaviva, diventando capitale
del ducato omonimo. La città conserva ancora perfettamente il centro storico, simboleggiato
dalla mole possente del Cattedrale di Santa Maria Assunta, di matrice gotica, abbellita
all'interno da affreschi di Andrea De Litio; mentre altri monumenti sono il Palazzo Ducale
Acquaviva, il teatro comunale, e le varie chiese di San Nicola, Sant'Agostino, Santa
Reparata e il Complesso monastico di Santa Chiara. Le vestigia delle fortificazioni
medievali sono visibili nel bastione dell'imponente Rocca Capo d'Atri
Francavilla al Mare: la città fu fondata dai Longobardi, e si sviluppò come centro fortificato
presso l'area della Civitella, con il convento di Sant'Antonio fuori le mura. Nel 1889 divenne
molto famosa in ambito culturale per la presenza di Gabriele d'Annunzio e Francesco Paolo
Michetti, che acquistò il convento, trasformandolo nel "Convento Michetti", un cenacolo
culturale con ospiti Francesco Paolo Tosti, Matilde Serao ed Edoardo Scarfoglio. Nel 1944
ci furono gravi bombardamenti sulla città, il cui centro storico fu quasi raso al suolo, meno il
convento Michetti. Benché oggi Francavilla sia un centro famoso per il turismo balneare,
presso l'area della Civitella sono da vistare innanzitutto il Convento Michetti, poi il Museo
Michetti nell'ex municipio e la chiesa di Santa Maria Maggiore, costruita sui resti della
chiesa di San Franco, contenente lo storico ostensorio medievale di Nicola da
Guardiagrele. Nei pressi vi è anche il Museo del Mare, situato nella Torre Ciarrapico.
Tagliacozzo: importante città della Marsica, è inclusa nei Borghi più belli d'Italia. Viene
citata da Dante Alighieri nella Divina Commedia per quanto riguarda la battaglia del 1268
combattuta tra Carlo I d'Angiò e Corradino di Svevia nei Piani Palentini. Di interesse la
Piazza Obelisco, il convento di San Francesco, il santuario della Madonna dell'Oriente, la
chiesa dei Santi Cosma e Damiano e il palazzo Ducale.
Celano: seconda città per numero di abitanti della Marsica, divenne un avamposto militare
normanno, arricchito di prestigio durante il governo degli Orsini e dei Piccolomini. Il
monumento simbolico è il Castello Piccolomini del 1223[128] sede del Museo d'arte sacra
della Marsica, assieme al centro storico e alle chiese di San Francesco, Madonna delle
Grazie, San Giovanni e al convento di Santa Maria in Valleverde. Nei pressi della città ci
sono anche il Museo della Preistoria Paludi e le Gole di Aielli-Celano.
Guardiagrele: importante avamposto militare dei Marrucini, fu rifondata dai Longobardi nei
villaggi di Guardia -Graeli. Fino al XVI secolo mantenne un importante controllo sui traffici
della Maiella orientale verso Chieti e pianura, tanto che nel XIII secolo ottenne il permesso
di Ladislao di Durazzo di battere moneta. Delle fortificazioni antiche resta il Torrione
Longobardo, assieme a varie torri lungo il perimetro del centro storico. Il simbolo è la
Cattedrale di Santa Maria Maggiore, in gotico abruzzese realizzato in pietra della Maiella,
chiesa seguita da altri templi cattolici come le chiese di San Nicola, San Francesco, San
Silvestro. Presso la contrada Comino è stata scoperta una necropoli del Neolitico, legata
alla civiltà dei Marrucini. Fa parte del circuito dei Borghi più belli d'Italia, e fu descritta da
D'Annunzio nel romano Il trionfo della morte.
Atessa: seconda città della val di Sangro, visse un periodo di splendore nel XV secolo con
il governo di Giovanna II di Napoli. Una leggenda vuole che il centro nell'VIII secolo fosse
diviso in due comunità, minacciate da un drago sputafuoco, ucciso dal vescovo Leucio
d'Alessandria, il quale staccando una costola dal drago, la donò alla città, esigendo la
costruzione di un edificio religioso, Tale chiesa è il Duomo di San Leucio. La città conserva
perfettamente il nucleo storico, con resti delle mura e le porte di accesso. Le varie chiese,
oltre al Duomo, sono quelle di San Domenico, Santa Croce e San Rocco. Il castello è
individuabile nella Casa De Marco. Fuori dall'abitato, in prossimità di Tornareccio vi sono il
Convento di San Pasquale e la città neolitica fortificata di Pallanum.
Casoli: città frentana anticamente conosciuta come Cluviae, durante il dominio dei
Normanni fu rifondata presso un colle, dove venne fortificata la torre dell'attuale Castello
Ducale. Nel XIV secolo fu governata dagli Orsini. Nel 1895 fu visitata da Gabriele
d'Annunzio che fu ospitato al castello, dove incisi un ditirambo per l'amico Pasquale
Masciantonio. Durante la seconda guerra mondiale fu quartiere generale della "Brigata
Maiella". Il centro storico è perfettamente conservato, dominato dalla mole del Castello
Ducale, affiancato dalla chiesa di Santa Maria Maggiore. Discendendo lungo il corso
Umberto, si trova la chiesa di Santa Reparata, dichiarata nel 1902 "Monumento nazionale".
Fuori dalla città si trova l'artificiale lago di Casoli, dominato da un colle con la Torretta di
Prata, usata come rifugio dei Briganti nel periodo postunitario.
Civitella del Tronto: importante avamposto militare del Medioevo, già nel 1251 si trovò al
centro di una faisa tra Ascolani e Teramani per il possesso del controllo sulla valle del
Tronto. Nel 1442 fu governata da Alfonso d'Aragona, che portò sconforto nella popolazione,
e nel 1557 subì un ulteriore assedio. La rocca di Civitella, entrata a far parte del Regno di
Napoli, subì l'ultimo grande assedio il 23 febbraio 1861, quando la fortezza divenne centro
militare delle operazioni belliche dei borbonici contro le truppe di Vittorio Emanuele II.
Dichiarata uno dei Borghi più belli d'Italia, Civitella del Tronto è sovrastata dall'imponente
mole della Fortezza Borbonica, con il borgo sottostante. Tra i monumenti di interesse, la
chiesa di San Lorenzo e la chiesa di San Francesco. Fuori dall'abitato sono da visitare la
grotta Sant'Angelo, l'Abbazia di Santa Maria in Montesanto e il Santuario della Madonna dei
Lumi.
Castel di Sangro: feudo medievale dell'Abbazia di San Vincenzo al Volturno, è la "Porta
della Maiella" dal Molise, dove passa anche il tratturo Castel di Sangro-Lucera. La città
visse un florido periodo nel XVII secolo per il commercio del bestiame e per la buona
amministrazione del Regno di Napoli. Di interesse è la città medievale con il simbolo della
Basilica di Santa Maria Assunta, i resti del castello medievale e la chiesa di San Giovanni.
Nel medievale Palazzo De Petra si trova la "Pinacoteca Patiniana" con quadri del pittore
locale Teofilo Patini.
Spoltore: città fortificata dei Longobardi, divenne comune nel XV secolo dopo essere
appartenuto a Loreto Aprutino. Nel 1927 passò dal distretto di Teramo alla neonata
provincia di Pescara. Del nucleo originario si conserva il Castello Longobardo, mentre le
architetture del periodo settecentesco sono la chiesa madre di San Panfilo e il convento di
San Panfilo Fuori le Mura. Essendo stato un possedimento della famiglia De Sterlich,
appena fuori dal centro si trova una masseria con il cosiddetto "Torrione De Sterlich".
Popoli: abitato romano con il nome di Pagus Fabianus, fu feudo della vicina Abbazia di San
Clemente a Casauria, e denominato Chiave dei Tre Abruzzi per la posizione di controllo
presso la Maiella, vicino al valico di Caramanico Terme, posto al confine tra gli Abruzzi Ultra
e Citra. Fu posseduto dalla potente famiglia dei Cantelmo, che fece fortificare il castello
normanno preesistente, in posizione dominante sopra il borgo. Il centro storico conservato
conserva le chiese di San Francesco, della Santissima Trinità e San Lorenzo, dette le
"chiese gemelle", assieme alla Taverna Ducale, usata come dogana per i pastori
transumanti.
Penne: città romana dei Vestini, nell'874 grazie a Ludovico II la nuova città medievale si
distaccò dai feudi del Monastero di Casauria, diventando ducato autonomo. Ebbe notevole
importanza come centro amministrativo nel 1233 con la costituzione de Giustizierato
d'Abruzzo, entrando presto in rivalità con il monastero di Picciano. Nel XVI secolo fu
amministrata dalla famiglia De Sterlich-Aliprandi, una delle principali dell'Abruzzo Ulteriore
Primo, che esercitò il suo potere fino al XIX secolo. La città, facente parte dei Borghi più belli
d'Italia, è sede di una delle più antiche diocesi abruzzesi, con sede nella Cattedrale di San
Massimo e Santa Maria degli Angeli, in posizione dominante sul borgo. Altri edifici di
interesse religioso sono le chiese di Sant'Agostino, Santa Chiara e San Domenico, nonché
il convento di Santa Maria del Carmine.
Loreto Aprutino: importante avamposto militare dei Vestini, fu ricostruito dai Normanni
presso il castello Chiola, in posizione dominante. Cambiò varie baronie, tra i quali quelle
delle famiglie Caracciolo, D'Aquino e D'Avalos. Io centro storico abbastanza conservato è
sormontato dal Palazzo Ducale, costruito sui resti del castello, e dalla Chiesa Abbaziale di
San Pietro. Altri edifici di culto sono le chiese di San Francesco, San Biagio e Santa Maria
de Lecto, e specialmente il Monastero di Santa Maria in Piano, fuori dal centro, contenente
un affresco medievale del Giudizio Universale. Il comune, legato alla fama delle ceramiche
di Castelli, ospita un complesso di Musei civici tra i quali il Museo Acerbo delle Ceramiche,
il Museo dell'Olio e l'Antiquarium.
Città Sant'Angelo: città di fondazione longobarda, nel 1233 giocò un ruolo importante nel
Giustizierato d'Abruzzo, dopo essere stata distrutta e ricostruita da Federico II in seguito a
ribellioni. Per il possesso di alcuni feudi al confine tra il distretto di Teramo e quello di Penne
per alcuni secoli fu in accesa rivalità con il ducato di Atri. Avendo fatto sempre parte del
circondario di Penne, nel 1927 fu aggregata nella provincia di Pescara, con la cessione di
Silvi a Teramo. Il centro storico è incluso nella lista dei Borghi più belli d'Italia, attraversato
dall'asse principale del corso Vittorio Emanuele. Il simbolo della città è la Collegiata di San
Michele Arcangelo, all'esterno in gotico romanico, e all'interno in puro barocco. Ulteriori
monumenti sono le mura abbastanza conservate, e le chiese di San Francesco d'Assisi e
Santa Chiara, in stile rinascimentale.
Centri minori
Con 23 paesi inseriti nel circuito "I borghi più belli d'Italia", l'Abruzzo è la terza regione più rappresentata:
Provincia Borgo Foto
L'Aquila Anversa degli
Abruzzi
Bugnara
Introdacqua
Navelli
Opi
Pacentro
Pescocostanzo
Santo Stefano di
Sessanio
Scanno
Tagliacozzo
Villalago
Chieti Guardiagrele
Rocca San Giovanni
Pretoro
Pescara Abbateggio
Caramanico Terme
Città Sant'Angelo
Penne
Teramo Castelli
Pietracamela
Castelli e roccaforti
Molti dei numerosi castelli abruzzesi sono oggi ridotti a completi ruderi, tuttavia non mancano esempi in
tutta la regione di strutture meglio conservate e spesso visitabili:
Siti archeologici
Area archeologica di Amiternum (L'Aquila)
Vecchia cattedrale di San Massimo di Forcona (Civita di Bagno dell'Aquila)
Alba Fucens (Massa d'Albe)
Cunicoli di Claudio (Avezzano)
Lucus Angitiae (Luco dei Marsi)
Marruvium (San Benedetto dei Marsi)
Valle di Amplero (Collelongo)
Santuario di Ercole Curino (Sulmona)
Morroni funebri in Corfinium (Corfinio)
Museo Paludi di Celano
Peltuinum (Prata d'Ansidonia)
Area archeologica di Teate (Chieti)
Necropoli di Comino (Guardiagrele)
Città romana di Juvanum (Montenerodomo)
Museo archeologico bizantino del Castello di Crecchio
Ponte Diocleziano di Anxanum (Lanciano)
Monastero di Santa Maria dello Spineto di Trebula Frentana (Quadri)
Mura ciclopiche di Pallanum (Tornareccio)
Resti della Basilica di San Marco di Ortona
Porto romano di San Vito Chietino
Terme romane di Vasto
Collezione civica di Palazzo D'Avalos di Vasto
Santuario italico di Schiavi d'Abruzzo
Tempio italico di Castel di Ieri
Grotta del Colle (Rapino)
Chiesa di Santa Gerusalemme a Pescara
Collezione Antiquarium di Loreto Aprutino
Grotta di Piccioni di Bolognano
Chiesa di Sant'Anna dei Pompetti (Teramo)
Domus e Mosaico del Leone di Teramo
Anfiteatro romano di Teramo
Torre Bruciata di Teramo
Rocca Capo di Atri
Anfiteatro romano di Atri
Necropoli Ripoli di Corropoli
Montagna
Riserve naturali
Oltre ai tre parchi nazionali della Maiella, d'Abruzzo, Lazio e Molise e del Gran Sasso e Monti della Laga
ed al parco regionale Sirente-Velino, in regione sono presenti numerose riserve naturali di minore
estensione[129]:
Statali
Pineta di Santa Filomena
Area marina Torre del Cerrano
Valle dell'Orfento
Valle dell'Orfento II
Lago di Campotosto
Pantaniello
Quarto Santa Chiara
Fara San Martino Palombaro
Feudo Ugni Lago di Campotosto
Lama Bianca di Sant'Eufemia a Maiella
Monte Rotondo
Monte Velino
Piana Grande della Majelletta
Colle di Licco
Feudo Intramonti
Regionali
Abetina di Rosello
Bosco di Don Venanzio
Calanchi di Atri
Cascate del Verde
Castel Cerreto
Gole del Sagittario
Gole di S. Venanzio
Grotte di Pietrasecca
Lago di Penne
Lago di Serranella
Lecceta di Torino di Sangro
Monte Genzana e Alto Gizio
Monte Salviano
Pineta Dannunziana
Cascate del Verde a Borrello
Punta Aderci
Sorgenti del Fiume Pescara
Zompo lo Schioppo
Grotte di Luppa
Sorgenti del Fiume Vera
Punta dell'Acquabella
Ripari di Giobbe
Grotta delle farfalle
Lago di San Domenico
Marina di Vasto Cascata di Zompo lo schioppo a
Borsacchio Morino
Mare
Le principali località di turismo balneare in Abruzzo sono:
Martinsicuro
Alba Adriatica
Tortoreto
Giulianova
Roseto degli Abruzzi
Pineto
Faro di Punta penna a Vasto
Silvi
Montesilvano
Pescara
Francavilla al Mare
Ortona
San Vito Chietino
Fossacesia
Casalbordino
Vasto
San Salvo
Sport
Lo sport in Abruzzo ha avuto notevole sviluppo nel dopoguerra come in quasi tutte le altre regioni italiane
sia per quanto riguarda gli sport di squadra che gli sport individuali, e sono molti gli atleti e sportivi
abruzzesi che si sono distinti nel panorama nazionale e internazionale.
Sci
Calcio
Il Delfino Pescara 1936, noto come Pescara calcio, è la squadra più titolata della regione, e partecipa alla
Serie C 2021-2022. I biancoazzurri hanno partecipato sette volte al campionato di Serie A (unica
compagine abruzzese ad aver mai raggiunto la massima serie) e quaranta nel campionato cadetto,
terminando in due occasioni al primo posto, conseguendo una coppa "Ali della vittoria". Lo stadio
Adriatico, che ospita le sue partite casalinghe, è l'impianto maggiore della regione, ed ha ospitato in molte
occasioni partite della Nazionale di calcio italiana.
L'unica altra squadra a partecipare a campionati professionistici è il Teramo calcio, militante in Serie C.
Calcio a 5
Nel calcio a 5 sono stati conseguiti i maggiori successi abruzzesi: il Città di Montesilvano Calcio a 5 infatti
è l'unica squadra italiana ad aver vinto la UEFA Futsal Champions League, massima competizione
continentale per club di calcio a 5, oltre ad uno scudetto ed una Coppa Italia. Anche il Pescara Calcio a 5,
con due supercoppe, due Coppe Italia ed uno scudetto, era fra le squadre più titolate in Italia. Entrambe le
società furono in seguito sciolte, ma con i successi della Futsal Pescara 1997, militante in Serie A, sono
tornati in Abruzzo altre due supercoppe, tre Coppe Italia ed uno scudetto.
Ginnastica ritmica
Rugby
L'Aquila Rugby Club (Rugby a 15) ha vinto cinque scudetti (1967, 1969, 1981, 1982 e 1994) e due coppe
Italia. Retrocessa in Serie A nel 2007, dopo molti anni nella massima serie, la TOP12, nel 2009 riuscì a
tornare nel campionato maggiore, allora chiamato "Super 10". Ha partecipato a numerose coppe europee, e
lo stadio Tommaso Fattori ha visto la presenza di numerose nazionali estere. La squadra, insignita dal
World Rugby del premio "IRB Spirit of Rugby" nel 2009, si è sciolta nel 2018, senza che altre squadre
cittadine ne raccogliessero l'eredità.
Pallanuoto
La Pescara nuoto, squadra di pallanuoto pescarese, è stata campione d'Italia negli anni 1987, 1997, 1998,
nonché campione d'Europa nel 1987. La società venne sciolta nel 2009, ed oggi la sua tradizione sportiva è
mantenuta dalla Pescara Nuoto e Pallanuoto, militante in Serie A2.
Pallacanestro
Anche la pallacanestro è uno sport molto diffuso in regione. La Pallacanestro Roseto è stata prima società
abruzzese ad essere promossa in serie A1, partecipando consecutivamente dal 2000 al 2006 nella massima
serie italiana e una partecipazione nella coppe europee. La seconda società più importante della regione è il
Teramo Basket che prima di sciogliersi nel 2012, aveva partecipato per nove stagioni consecutive nella
massima serie italiana.
Nel 2007 si è svolto a Chieti e provincia il campionato europeo femminile di pallacanestro, vinto dalla
squadra della Russia che ha battuto in finale la Spagna. La Chieti 1974 (erede della Teate Basket) ha
rilevato il titolo sportivo della Poderosa Pallacanestro Montegranaro a giugno 2020, e partecipa al
campionato di Serie A2
Pallamano
A Teramo si svolge la Interamnia World Cup, importante torneo di pallamano al quale partecipano squadre
giovanili provenienti da numerose nazioni in tutto il mondo, e sempre a teramo ha sede la squadra maggiore
della regione, la Teramo Handball. A Chieti, presso il palazzetto dello sport Santa Filomena, è operativo dal
2020 il centro tecnico federale della Federazione Italiana Giuoco Handball.[131]
Automobilismo
Dal 1924 al 1961 è stata disputata la Coppa Acerbo, gara che si districava sul tracciato cittadino di Pescara
di circa 25 km. Nelle molte edizioni, hanno partecipato alla gara le migliori case automobilistiche italiane e
straniere dell'epoca, nonché molti illustri piloti: Enzo Ferrari nel 1924 vinse la prima edizione con partenza
a Castellammare Adriatico. Questo tracciato è ancora tutt'oggi il più lungo della storia della Formula 1; nel
1957 infatti si disputò il Gran Premio di Pescara, gara valida per il mondiale di Formula 1 di quell'anno[132];
conservano una certa rilevanza le gare della Cronoscalata Svolte di Popoli ed il Rally d'Abruzzo.
Pallavolo
La Pallavolo Impavida Ortona, storica società sportiva regionale, da alcuni anni è la più importante nel
panorama della pallavolo abruzzese, militando in Serie A2.
Pattinaggio
L'Aquila, così come Roseto degli Abruzzi, ha una grande tradizione nel pattinaggio velocità, sport nel
quale vanta diversi campioni mondiali. Nel settembre del 2004 a Pescara, L'Aquila e Sulmona si sono svolti
i XXXII campionati mondiali di pattinaggio di velocità a rotelle.
Altra specialità molto affermata in regione è il pattinaggio artistico, con i 15 titoli mondiali della giuliese
Debora Sbei ed ai 13 della teramana Raffaella Del Vinaccio; il palaghiaccio di Roccaraso ospita spesso
competizioni nazionali ed internazionali.
Domenico Urbano è stato l'unico pugile abruzzese a raggiungere il vertice della classifica europea nella
categoria pesi piuma[136].
L'ASD Circolo Scacchi R. Fischer di Chieti ha vinto lo scudetto a squadre maschile nel 2008 e femminile
nel 2010, 2011 e 2012.
Ad Atri, in estate, si svolge ogni anno l'Atri Cup, torneo multisportivo internazionale al quale partecipano
squadre giovanili provenienti da tutte le regioni italiane e da vari Paesi d'Europa e del mondo.
Note
1. ^ Legge 16 maggio 1970, n. 281
2. ^ Abruzzo: Clima e Dati Geografici, su comuni-italiani.it. URL consultato il 20 gennaio 2013
(archiviato il 28 dicembre 2012).
3. Dato Istat (http://demo.istat.it/bilmens/query.php?anno=2021&lingua=ita&Rip=S4&Reg=R13
&Pro=P000&Com=&submit=Tavola) - Popolazione residente al 31 luglio 2021 (dati
provvisori).
4. Copia archiviata, su ec.europa.eu. URL consultato l'11 giugno 2020 (archiviato il 2 settembre 2019).
5. ^ La Costituzione - Articolo 131, su senato.it, Senato della Repubblica. URL consultato il 4
febbraio 2019 (archiviato il 24 settembre 2018).
6. ^ Abruzzo o Abruzzi, in Sapere.it, De Agostini. URL consultato il 4 febbraio 2019.
7. ^ • Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Abruzzo", in Dizionario d'ortografia e di
pronunzia, Rai Eri, 2007, ISBN 978-88-397-1478-7.
• Luciano Canepari, Abruzzo, in Il DiPI – Dizionario di pronuncia italiana, Zanichelli, 2009,
ISBN 978-88-08-10511-0.
8. ^ Grande Enciclopedia De Agostini, ed. 1988, vol. I, p. 53.
9. ^ VieNormali.it - Elenco delle montagne di 2000 m dell'Appennino, su vienormali.it. URL
consultato il 3 marzo 2015 (archiviato il 16 marzo 2015).
10. ^ Questa ambivalenza è evidenziata da Ignazio Silone (cfr. Costantino Felice, Quadri
ambientali e identità regionale, in Le trappole dell'identità: l'Abruzzo, le catastrofi, l'Italia di
oggi, Roma, Donzelli editore, 2010, p. 41, ISBN 978-88-6036-436-4. URL consultato il 3
settembre 2012 (archiviato il 20 luglio 2014).).
11. ^ Abruzzo, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
12. ^ meridionali, dialetti, su treccani.it. URL consultato il 6 luglio 2019 (archiviato il 6 luglio 2019).
13. ^ Viviana Calzati, La valorizzazione e promozione della qualità agroalimentare. Il caso delle
imprese olivicole della regione Umbria, FrancoAngeli, 2013.
14. ^ Osservatorio Artigiancassa, Artigianato e politiche industriali: terzo rapporto sull'artigianato
in Italia, Il Mulino, 2009.
15. ^ Carla Larese Riga, Irene Phillips, Ciao!, Cengage Learning, 2013.
16. ^ Cfr. Palma N. 1837, Questioni Apruzzesi Risolute, Teramo, p. 79; Egli J.J. 1893, Nomina
Geographica, Leipzig, p. 5; Everett-Heat J., Concise Dictionary of World Places Name
Fourth Edition, Oxford.
17. ^ Il Significato dello Stemma della Regione Abruzzo, su giulianovaweb.it. URL consultato il 3
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Voci correlate
Storia dell'Abruzzo
Dialetti d'Abruzzo
Siti di interesse comunitario dell'Abruzzo
Altri progetti
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