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Sei un imprenditore e la tua attività è soggetta a frequenti picchi di produzione durante i quali devi assumere della manodopera temporanea. Vorresti
richiamare al lavoro coloro che hai già assunto in precedenza e ti chiedi se ci sono limiti alla possibilità di farlo. Le aziende possono soddisfare
esigenze temporanee e non stabili di personale con il contratto a tempo determinato. Ci sono, però, numerosi limiti da rispettare quando si fa ricorso
a questa tipologia contrattuale. Tra gli altri, sono previsti limiti relativi alla possibilità di rinnovare e prorogare i contratti a termine.
Ma quanti rinnovi a tempo determinato si possono fare? La legge fissa un numero massimo di proroghe ma non di rinnovi. Occorre, comunque,
tenere presente che esiste un limite di durata massima anche nel caso di una successione di contratti a termine.
• il rinnovo deve necessariamente fondarsi su una delle causali che abbiamo visto prima, con riferimento alla proroga del contratto oltre i dodici
mesi;
• in ogni caso, la durata dei rapporti a tempo determinato tra lo stesso datore di lavoro e lo stesso lavoratore, per effetto di una serie di rinnovi,
conclusi per lo svolgimento di mansioni di pari livello e categoria legale e indipendentemente dai periodi di interruzione tra un contratto e
l’altro, non può superare i ventiquattro mesi.
Sempre che ci sia una delle causali previste dalla legge si può, dunque, rinnovare il contratto a termine un numero indefinito di volte ma occorre
sempre conteggiare la durata complessiva dei rapporti. Infatti, se il limite dei ventiquattro mesi viene superato, il contratto si trasforma in contratto a
tempo indeterminato dalla data di tale superamento.