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BRECHT

Berthold Brecht (che poi semplificò il suo nome in Bertolt) nacque ad Augusta, in Baviera, da una
famiglia discretamente agiata, della borghesia industriale. Si iscrisse alla facoltà di lettere
dell’Università di Monaco, ma poi passò a quella di medicina perché era più facile, per uno
studente di quel corso, evitare il servizio militare. All’avvento del nazismo al potere, Brecht con la
famiglia dalla Germania in volontario esilio: andò in Danimarca, manifestando idee comuniste,
anche se non si iscrisse mai al partito. Alla vigilia della seconda guerra mondiale dalla Danimarca
passò in Svezia e di qui in Finlandia e in Russia per approdare, infine, negli Stati Uniti d’America
dove si stabilì in California, a Santa Monica, vivendo quasi totalmente isolato. Sospettato di attività
antiamericane, rientrò in Europa e si stabilì a Berlino Est dove, malgrado il suo professato
comunismo, fu guardato con sospetto per le sue posizioni polemiche e per il suo individualismo.
Tuttavia le sue opere erano rappresentate ovunque e proprio a Berlino egli organizzò la compagnia
teatrale Deutsches Ensemble che divenne ampiamente famosa in tutta Europa. Brecht morì a
Berlino per infarto cardiaco.
Brecht scrisse moltissimo, specialmente durante gli anni dell’esilio.Il suo nome è legato soprattutto
al rinnovamento del teatro che, secondo lui, deve essere epico cioè narrativo e deve coinvolgere il
pubblico non con la facile commozione, ma con la sollecitazione attiva a prendere posizioni di
giudizio. Per questo, il teatro deve proporre temi o vicende atti a scuotere l’opinione pubblica per
diventare tribuna di formazione politica e sociale per le masse. Attraverso situazioni e personaggi
sulla scena, Brecht esprime le sue idee e conduce le sue battaglie per emancipare il popolo dalla
soggezione ai potenti. E’ notevole anche l’importanza di Brecht poeta, con una poesia che
potremmo considerare controcorrente. Infatti, mentre negli anni fra le due guerre la poesia in
genere è legata a problemi esistenziali e individuali e si scarnifica in un linguaggio sempre di Brecht
è chiara, semplice nell’esposizione, energica nel linguaggio, ricca di contenuti e di critica politico-
sociale. Si fa amara della vita e della morte.
Misure contro la Violenza: Quando il signor Keuner, il pensatore, in una sala, davanti a molte
persone si espresse contro la violenza, notò che la gente indietreggiava e andava via. Si guardò
intorno e vide dietro di sé… la Violenza.
— Che stavi dicendo? — gli chiese la Violenza.
— Mi sono espresso in favore della violenza, — rispose il signor Keuner. Quando il signor Keuner
se ne fu andato i suoi alunni gli chiesero se avesse una spina dorsale. Il signor Keuner rispose: — Io
non ho una spina dorsale per farmela rompere. Proprio io devo vivere più a lungo della violenza. E
il signor Keuner raccontò la seguente storia. Nell’appartamento del signor Egge, che aveva
imparato a dire di no, entrò un giorno, al tempo dell’illegalità, un emissario che gli mostrò un
documento diffuso in nome di coloro che dominavano la città e nel quale si diceva che doveva
appartenergli ogni abitazione in cui mettesse piede, e parimenti doveva appartenergli ogni cibo
che richiedesse; e parimenti doveva servirlo ogni uomo che vedesse. L’emissario si sedette su una
seggiola, chiese da mangiare, si lavò, si coricò e con la faccia rivolta alla parete, prima di
addormentarsi domandò: — Mi servirai?. Il signor Egge lo coprì con una coperta, scacciò le
mosche, protesse il suo sonno e così in quel giorno gli obbedì per sette anni. Ma qualsiasi cosa
facesse per lui, ce n’era una che si guardava bene dal fare, e cioè dal pronunciare una sola parola.
Quando i sette anni furono trascorsi, l’emissario diventato grasso a furia di mangiare, dormire e
comandare, morì. Allora il signor Egge lo inviluppò nella coperta ormai consunta, lo trascinò fuori
dalla casa, lavò il giaciglio, imbiancò le pareti, diede un sospiro di sollievo e rispose: — No.
Mio Fratello Aviatore: Poesia scritta durante la sanguinosa guerra di Spagna, nel 1936.
Da questi pochi versi, è possibile comprendere l’impegno civile e politico dell’autore tedesco. Il
componimento si caratterizza per la brevità, per la spietatezza, per la sottile ironia. Brecht
schernisce e ridicolizza i miti fondanti del regime nazista, in particolar modo quello del popolo
tedesco come dominatore e conquistatore, secondo la sanguinosa espressione di «spazio vitale».
Quello del Terzo Reich è un folle, insensato ed ingiustificato delirio di onnipotenza, che non può
che culminare nella morte. E Brecht sentenzia ciò riportando, con straordinaria crudeltà, con
implacabile durezza e con tetro sarcasmo, le misure della fossa all’interno della quale è stato
seppellito l’aviatore. Aviatore che è vittima dei disegni disumani e autodistruttivi, di un regime
dittatoriale spaventoso, quello nazista appunto. Questo componimento è emblematico della
produzione lirica brechtiana. L’autore tedesco afferra la penna e si sporca le mani, rovista nelle
oceaniche pozze di sangue causate dalle guerre, ed estrae la verità, mostrandola poi al lettore
nella sua insopportabile nudità.

Berthold Brecht (der später seinen Namen zu Bertolt vereinfachte) wurde in Augsburg, Bayern, aus
einer recht wohlhabenden Familie des Industriebürgertums geboren. Er schrieb sich an der
literarischen Fakultät der Universität München ein, wechselte dann aber zur Medizin, weil es für
einen Studenten dieses Studiengangs leichter war, dem Militärdienst zu entgehen. Mit dem
Aufkommen des Nationalsozialismus an der Macht, Brecht mit seiner Familie aus Deutschland im
freiwilligen Exil: Er ging nach Dänemark und manifestierte kommunistische Ideen, auch wenn er
nie der Partei beitrat. Am Vorabend des Zweiten Weltkriegs ging er von Dänemark nach Schweden
und von hier nach Finnland und Russland, um schließlich in den Vereinigten Staaten von Amerika
zu landen, wo er sich in Kalifornien, in Santa Monica, fast völlig isoliert niederließ. Im Verdacht
antiamerikanischer Aktivitäten kehrte er nach Europa zurück und ließ sich in Ost-Berlin nieder, wo
er trotz seines bekennenden Kommunismus wegen seiner polemischen Positionen und seines
Individualismus mit Misstrauen betrachtet wurde. Seine Werke waren jedoch überall vertreten
und gerade in Berlin organisierte er das europaweit bekannte Theaterensemble Deutsches
Ensemble. Brecht starb in Berlin an einem Herzinfarkt.
Brecht hat vor allem in den Jahren seines Exils viel geschrieben. Sein Name ist vor allem mit der
Erneuerung des Theaters verbunden, das seiner Meinung nach episch, also erzählerisch sein muss
und das Publikum nicht mit der leichten Emotion, sondern mit einbeziehen muss mit der aktiven
Aufforderung zur Stellungnahme. Dazu muss das Theater Themen oder Veranstaltungen
vorschlagen, die die öffentliche Meinung erschüttern, um ein Forum für die politische und
gesellschaftliche Bildung der Massen zu werden. Durch Situationen und Charaktere auf der Bühne
bringt Brecht seine Ideen zum Ausdruck und führt seine Kämpfe, um das Volk von der
Unterwerfung unter die Mächtigen zu befreien. Bemerkenswert ist auch die Bedeutung Brechts als
Dichter, mit einem Gedicht, das wir gegen den Strom betrachten könnten. In der Tat, während
Poesie in den Jahren zwischen den beiden Weltkriegen allgemein mit existenziellen und
individuellen Problemen verknüpft und in Brechts Sprache abgespeckt wird, ist sie klar, einfach in
der Darstellung, energisch in der Sprache, reich an Inhalt und politisch-gesellschaftskritischer
Kritik. Es wird bitter mit Leben und Tod.
Maßnahmen gegen Gewalt: Als Herr Keuner, der Denker, sich in einem Saal vor vielen Menschen
gegen Gewalt aussprach, bemerkte er, dass die Leute zurücktraten und gingen. Er sah sich um und
sah hinter sich ... Gewalt.
- Was hast du gesagt? Gewalt fragte ihn.
"Ich habe mich für Gewalt ausgesprochen", antwortete Keuner. Als Herr Keuner weg war, fragten
ihn seine Schüler, ob er ein Rückgrat habe. Herr Keuner antwortete: "Ich habe kein Rückgrat, um
es zu brechen." Ich muss einfach länger leben als Gewalt. Und Herr Keuner erzählte folgende
Geschichte. In die Wohnung von Signor Egge, der gelernt hatte, nein zu sagen, trat eines Tages zur
Zeit der Illegalität ein Abgesandter ein, der ihm ein Dokument zeigte, das im Namen der Herrscher
der Stadt in Umlauf war und in dem es hieß, jedes Haus in die er einen Fuß gesetzt hat, und
ebenso muss jede Nahrung, die er verlangte, ihm gehören; und ebenso sollte jeder Mann, den er
sah, ihm dienen. Der Gesandte setzte sich auf einen Stuhl, bat um Essen, wusch sich, legte sich hin
und wandte sich mit dem Gesicht der Wand zu, bevor er einschlief, fragte er: - Willst du mir
dienen?. Signor Egge deckte ihn mit einer Decke zu, verjagte die Fliegen, schützte seinen Schlaf
und so gehorchte er ihm an diesem Tag sieben Jahre lang. Aber was immer er für ihn tat, es gab
eines, das er nicht tat, nämlich ein einziges Wort zu sagen. Als die sieben Jahre verstrichen waren,
starb der Gesandte, der durch Essen, Schlafen und Herrschen fett geworden war. Dann wickelte
ihn Signor Egge in die abgenutzte Decke, zerrte ihn aus dem Haus, wusch das Bett, tünchte die
Wände, seufzte erleichtert auf und antwortete: - Nein.
Mein Bruder war ein Flieger: Gedicht, geschrieben während des blutigen Krieges in Spanien, 1936.
Aus diesen wenigen Versen lässt sich das bürgerliche und politische Engagement des deutschen
Autors nachvollziehen. Das Gedicht zeichnet sich durch seine Kürze, seine Rücksichtslosigkeit,
seine subtile Ironie aus. Brecht verhöhnt und verhöhnt die Gründungsmythen des NS-Regimes,
insbesondere des deutschen Volkes als Herrscher und Eroberer, im blutigen Ausdruck von
„Lebensraum“.
Das des Dritten Reiches ist ein wahnsinniger, sinnloser und ungerechtfertigter Allmachtswahn, der
nur im Tod gipfeln kann. Und Brecht erklärt dies, indem er mit außerordentlicher Grausamkeit, mit
unversöhnlicher Härte und mit grimmigem Sarkasmus die Maße der Grube, in der der Flieger
begraben wurde, angibt. Ein Flieger, der Opfer unmenschlicher und selbstzerstörerischer
Absichten ist, eines erschreckenden diktatorischen Regimes, des Naziregimes. Dieses Gedicht ist
ein Sinnbild der Brechtschen Opernproduktion. Der deutsche Autor schnappt sich seinen Stift und
macht sich den Hintern dreckig ni, wühlt in den Blutlachen des Ozeans, die durch Kriege
verursacht wurden, und extrahiert die Wahrheit, um sie dann dem Leser in ihrer unerträglichen
Nacktheit zu zeigen.

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