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12. Il solido di de Saint Venant.

Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

12.1 Rigidezze elementari

Nelle relazioni che seguono, il simbolo F può rappresentare forze assiali o di


taglio, oppure momenti flettenti o torcenti.
Le matrici di rigidezza di qualsiasi trave o telaio possono essere costruite a
partire dalle seguenti:
(a) rigidezza assiale (Fig. 12.1a):
ª F1 º EA ª 1  1º ª x1 º
«F » « »« » ;
¬ 2¼ " ¬ 1 1 ¼ ¬ x 2 ¼
(b) rigidezza torsionale (Fig. 12.1b):
ª F1 º GJ ª 1  1º ª x1 º
«F » « »« » ;
¬ 2¼ " ¬ 1 1 ¼ ¬ x 2 ¼
(c) rigidezza flessionale e rigidezza di flessione laterale in un piano (Fig. 12.1c) :
ª F1 º ª 12  12 6" 6" º ª x1 º
«F » « 12 12  6"  6" » « x »
EI «
2 « ».
« 2» »« 2 »
« F3 » 3 « 6" 2
"  6" 4" 2" » x3
« » « 2 »« »
¬ F4 ¼ ¬ 6"  6" 2" 4" 2 ¼ ¬ x4 ¼
Altra possibile forma per il caso (c) si ha quando uno dei due estremi è
incernierato; i componenti della matrice di rigidezza per l'altro estremo sono dati
al punto (d).
(d) cerniera (Fig. 12.1d):
ª F1 º EI ª 3 3" º ª x1 º
«F » « 2 »« »
¬ 2¼ " 3 ¬3" 3" ¼ ¬ x2 ¼
oppure :
(e) cerniera (Fig. 12.1e)
ª F1 º EI ª 3  3" º ª x1 º
«F » 3 « 3" 3" 2 » « x »
.
¬ 2¼ " ¬ ¼¬ 2 ¼
270 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

Un generico elemento di struttura piana avrà sia le componenti (a) che le


componenti (c) e comporta una matrice di rigidezza 6u6. Un generico elemento di
struttura spaziale richiederà le componenti (a), (b), e (c), e sarà descritto da una
matrice di rigidezza 12u12. I tre modi (a), (b), e (c) sono ortogonali, e possono
essere combinati in matrici più grandi. Gli elementi di strutture spaziali avranno,
in generale, differenti valori di momento d'inerzia I nei due piani principali di
flessione.

(a) (b)

(c)

(d) (e)
Fig. 12.1.a-e. Rigidezze elementari

12.2 Sezione omogenea: stati elementari di


sforzo-deformazione. Carico critico.
Software per strutture in acciaio

12.2.1 Quadro sinottico e scheda software

Esaminiamo ora vari casi elementari di sforzo-deformazione.

Tabella 12.1. Trazione/ Compressione semplice [75]

'" N
Deformazione H
" E˜A

N
Progetto A
V am

N
Verifica d V am
A
N, azione normale; Vam, azione normale; A, area sezione; E, modulo elasticità;
'"
", lunghezza iniziale; '" , allungamento totale; H , deformazione
"
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 271

Tabella 12.2. Taglio semplice

T
Deformazione J F
G˜ A
T
Progetto A
W am
T
Verifica d W am
A
­v 0.3 acciaio 1
T, azione di taglio; Wam, sforzo ammissibile; J, scorrimento unitario; G, ® ;
¯v 0.1 c.a.
­ F 1.2 sez. rettangolare
°
F ® F 0.1 sez. circolare
°F A a
¯ anima sez." T"

Tabella 12.3. Flessione semplice

M
Deformazione M
E˜I
M bh 2
Progetto W; W
V am 6

M bh 2
Verifica d V am ; W
W 6
M, momento flettente; I, momento d’inerzia baricentrico della sezione; Vam, sforzo ammissibile;
I
W, modulo di resistenza ; ymax, massima distanza dall’asse neutro; E, modulo di elasticità; M,
y max
rotazione unitaria

Tabella 12.4. Torsione semplice

Mt
Deformazione T q
G ˜ Ip

Mt Mt
Progetto Wt per sezioni circolari d 1.72 3
W am W am

Mt Mt
Verifica d W am W r d W am
Wt Ip

I
Mt, momento torcente; Ip, momento d’inerzia polare; Wam, sforzo ammissibile a torsione; Wt ,
r
­ q 1 sezione circolare
°
modulo di resistenza; T, rotazione unitaria; q, fattore di torsione ® 3˜ b .
°¯ q sezione rettangolare
h - 0.63h

1
Q˜H H2 H3
272 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

Tabella 12.5. Pressione eccentrica (sull’asse di simmetria)

P § 4e ·
Sezione circolare V max ¨1 r ¸ d V am
SR 2 © R¹
P Pe
Sezione generica V max r d V am
A W
Sezione rettangolare
P § 6e ·
1) e  h / 6 V max/min ¨1 r ¸ d V am
bh © h ¹
2P
2) e h/6 V min 0 V max d V am
bh
P § 6e ·
3) e ! h / 6 V max/min ¨1 r ¸ d V am
bh © h ¹

P Pex Pey
Centro di pressione (comunque disposto) V am t r r
A Wy Wx

P, carico eccentrico; A, area sezione; e, eccentricità; W, modulo resistenza; Vam, sforzo ammissibile a
compressione; ex ed ey: componenti secondo gli assi cartesiani della eccentricità e

Tabella 12.6. Pressione eccentrica (solidi non resistenti a trazione)

a. per e d h/6 vedi la Tabella 12.5

2P
b. per e > h/6 si ha: V min 0 V max d V am
3bu

P, carico eccentrico; u, distanza del centro di pressione dal bordo più vicino; b, larghezza sezione

Tabella 12.7. Flessione e taglio

M M
Flessione W; d V am
V am W
TS max
Taglio d W am
Ib
3T
Sezione rettangolare d W am
2 A
M, momento flettente; T, azione di taglio; Smax, momento statico massimo; I, momento d’inerzia
baricentrale; b, larghezza della sezione
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 273
2
Tabella 12.8. Vari casi di vincolo
Carico critico
Condizioni agli estremi Linea elastica
~Pc~
S 2 EI Sx
1. Libero - Libero sin
L 2 L
S 2 EI Sx
2. Libero - Manicotto sin
4L 2 2L
S 2 EI Sx
3. Incastro - Libero 1  cos
4L 2 2L
S 2 EI Sx
4. Libero - Cerniera sin
L2 L
S 2 EI Sx
5. Cerniera - Cerniera sin
L2 L
2.05S 2 EI
6. Incastro - Cerniera --
L2
4S 2 EI 2Sx
7. Incastro - Incastro 1  cos
L 2 L
S 2 EI Sx
8. Incastro - Manicotto 1  cos
L2 L
S 2 EI Sx
9. Manicotto - Cerniera cos
4 L2 2L
S 2 EI Sx
10. Manicotto - Manicotto cos
L2 L

3
12.2.2 Carico critico euleriano per aste uniformi sotto carico assiale

Carichi ammissibili.
Per I in cm4 , " 0 in cm si ha Pam in daN :
 muratura (O > 80) Pam 0 ,1 ˜ 10 6 I min / " 20 ;
 legno (O > 75) Pam 0 ,2 ˜10 6 I min / " 20 ;
 cls o c.a. (O > 110) Pam 0 ,6 ˜10 6 I min / " 20 ;
 ferro (O > 90) Pam 0,8 ˜10 6 I min / " 20 ;
 ghisa (O > 115) Pam 2,2 ˜10 6 I min / " 20 ;
 acciaio (O >75) Pam 6 ,9 ˜10 6 I min / " 20 ;
"0
 rapporto di snellezza : O ;
U min

2
E modulo dell’elasticità; I  momento d’inerzia; L  luce asta; x ascissa corrente.
3
Scheda STA-3: Stati elementari di sollecitazione, vedi Appendice.
274 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

 U min = raggio d’inerzia;


 " 0 = lunghezza di calcolo (libera di inflessione);
 " = lunghezza effettiva del solido;
 I min = momento d’inerzia minimo della sezione trasversale;
 Pam = carico massimo ammissibile.
Al progettista interessa inoltre conoscere la sollecitazione specifica Vcr del
materiale in corrispondenza del carico critico:
Pcr S 2 EJ S 2 EU 2
V cr .
A AL2 L2
L
Indicando con O il rapporto (snellezza della struttura) tra la luce libera
U
d’inflessione ed il raggio d‘inerzia minimo, semplifichiamo l’equazione
precedente come segue:
S 2 EU 2
V cr .
O2

12.2.2.1 Il metodo Z

Le relazioni precedenti riguardano la sollecitazione critica in campo elastico; la


teoria di Eulero, non prevede infatti che il carico P possa superare, per Ps minore
di Pcr, il limite elastico (Ps va allora considerato come il carico associato alla
situazione di pericolo).
Consideriamo il diagramma relativo a membrature in acciaio di Figura 12.2
dove si riportano in ascissa i valori di O ed in ordinate i corrispondenti valori di
Vcr.
La curva continua dà Vcr in funzione di O secondo la teoria euleriana (campo
elastico).
Per O t 100 , si può ritenere che il fenomeno elastico sia dominante e quindi
che la trattazione euleriana interpreti bene il fenomeno fisico.
Per 30 d O d 100 , l’equilibrio indifferente si raggiunge a limite elastico già
superato, con conseguente riduzione del modulo elastico E.
Per O d 30 , i fenomeni di rottura prevalgono e VR viene raggiunto per
P < Pcr euleriano.
I risultati della teoria euleriana vanno pertanto riveduti al fine di stabilire un
criterio valido per la determinazione di Pcr anche per snellezze inferiori a 100.
Sono state proposte curve O  V cr che fittano le osservazioni sperimentali.
I criteri sin qui presentati si riferiscono a strutture ideali con carico
perfettamente centrato ed asse perfettamente rettilineo.
Queste condizioni non potranno in generale ritrovarsi nelle applicazioni
tecniche: è necessario definire una sollecitazione ammissibile Vamm minore di Vcr:
V cr
a tal fine si definisce coefficiente di sicurezza Q il rapporto Q tra la
V amm
sollecitazione critica e la massima ammissibile.
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 275

Per valori di O molto elevati il carico di collasso della struttura coincide col
carico critico previsto dalla trattazione euleriana; per O tendente a zero tende ad
avvicinarsi al carico di snervamento per compressione del materiale.
Se per Vcr si definisce comunque la sollecitazione di collasso, al limite, per
O o 0, la sollecitazione critica Vcr tenderà alla sollecitazione Vs del materiale.
Vs
Il coefficiente di sicurezza Q ( O 0) di norma adottato nelle strutture in
V amm
acciaio varia da 1.41 a 2 e, per strutture snelle, sale fino a 2.5 e oltre.
Per le travi tozze si introduce la ipotesi semplificativa che il collasso avvenga
dopo lo snervamento; dopo lo snervamento il materiale può ancora sopportare
notevoli sollecitazioni prima di giungere a rottura. Nelle travi snelle il collasso si
manifesta, per l’improvvisa uscita della struttura dalla configurazione
fondamentale, quando ancora il materiale presenta comportamento elastico. Non si
hanno ulteriori risorse statiche.
Nelle applicazioni tecniche il metodo Z considera agente, nel caso di aste snelle
interessate da un carico assiale P, un carico fittizio ZP.
La sollecitazione è pertanto:
P V amm ( O 0)
V Z , con Z .
A V amm
Dovrà essere:
V amm ( O 0)
tV .

I coefficienti Z, funzione di O, vengono desunti da legami V amm y O .


Riportiamo la tabulazione dei valori di Z proposta dalle norme DIN 4114 e
riferita all’acciaio St 52, e St 37 (Tabelle 12.9 e 12.10).
Tali valori sono stati calcolati nell’ipotesi che le imperfezioni di fabbrica e di
montaggio comportino una eccentricità D di carico pari a:
1
D 0.05i  ,
500
essendo i il raggio di nocciolo minimo della sezione normale ed l la lunghezza
dell’asta.

Tabella 12.9. St. 52: tabulazione di Z vs O


O Z O Z O Z O Z O Z
5 - 55 1.35 105 2.79 155 6.09 205 10.65
10 - 60 1.41 110 3.06 160 6.48 210 11.17
15 - 65 1.49 115 3.35 165 6.90 215 11.71
20 1.06 70 1.58 120 3.65 170 7.32 220 12.26
25 1.08 75 1.68 125 3.96 175 7.76 225 12.82
30 1.11 80 1.79 130 4.28 180 8.21 230 13.40
35 1.15 85 1.91 135 4.62 185 8.67 235 13.99
40 1.19 90 2.05 140 4.96 190 9.14 240 14.59
45 1.23 95 2.29 145 5.33 195 9.63 245 15.20
50 1.28 100 2.53 150 5.70 200 10.13 250 15.83
276 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

Tabella 12.10. St. 37: tabulazione di Z vs O


O Z O Z O Z O Z O Z
5 - 55 1.25 105 2.00 155 4.06 205 7.10
10 - 60 1.30 110 2.11 160 4.32 210 7.45
15 - 65 1.35 115 2.23 165 4.60 215 7.81
20 1.04 70 1.41 120 2.43 170 4.88 220 8.17
25 1.06 75 1.48 125 2.64 175 5.17 225 9.55
30 1.08 80 1.55 130 2.85 180 5.47 230 8.93
35 1.11 85 1.62 135 3.08 185 5.78 235 9.33
40 1.14 90 1.71 140 3.31 190 6.10 240 9.73
45 1.17 95 1.80 145 3.55 195 6.42 245 10.14
50 1.21 100 1.90 150 3.80 200 6.75 250 10.55

Le stesse norme prescrivono che, nei casi di presso-flessione, la verifica di


resistenza debba tener conto del carico di punta secondo l’espressione:
N M
V amm t Z  0.9
A W
con N ed M rispettivamente azione assiale e flettente, A sezione e W momento
resistente.

Fig. 12.2. Curve Vcr y O per membrature in acciaio

Esempio 12.1 Portale in Figura 12.3: due ritti realizzati in profilati I P 22 in acciaio St 52.
Sulla trave agiscono due carichi P = 600 kN equidistanti dagli appoggi. La lunghezza libera
d’inflessione è 2l = 600cm e quindi O = 107 essendo Umin = 5.59 cm; ne segue Z = 2.90, e
pertanto la sollecitazione è:
ZP 2.90 u 60000
V 1920 daN cm 2 ,
A 91.1
che essendo minore di V ammSt. 52 2100 daN cm 2 è accettabile.
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 277

Fig. 12.3. Portale con due piedritti realizzati in profilati I P 22, acciaio St 52

12.2.3 Sezioni in acciaio: generalità elementari

12.2.3.1 Tese (omogenee)

Gli sforzi interni si ottengono dall’equilibrio fra l’azione N esterna e la tensione


interna: N V f Af , con Af = area acciaio.
N
Dalla condizione di resistenza si ha V f d V f (sollecitazione ammissibile
Af
N
nel ferro). In sede di progetto deve essere Af t . Per effetto del peso, l’asta è
Vf
tensoinflessa. Calcolato il peso “p”, per la verifica va scelto un Vamm < V f .

12.2.3.2 Tese (non omogenee)

Posto (Fig. 12.4):


A1 = area dell’asta centrale;
A2 = area delle due aste laterali, uguali fra loro, di materiale diverso ripetto alla
centrale.
Sulle superfici a contatto si ipotizza un collegamento continuo; data una N di
trazione e con una distribuzione uniforme di tensioni si ha in equilibrio:
N V 1 A1  V 2 A2 (1)
Per aste non tozze e sforzi V uniformemente distribuiti, si ha, per la
congruenza degli spostamenti e per la linearità:
H1 H2 ; V HE. (2)
Da:
V1 V2
H1 e H2 ,e sostituendo nella (2) si ottiene:
E1 E2
V1 V2 E
o V2 V1 2 .
E1 E2 E1
278 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

E2
Sostituendo nella (1), avendo posto n , si ha:
E1
N V 1 A1  n A2 .
L’area A2 è stata amplificata o ridotta nel rapporto dei moduli elastici. Se “n” è
grande si può trascurare A1 rispetto ad A2 ed avere quindi N V 1 ˜ n A2 V 2 A2 . Il
sistema si comporta come se nell’equilibrio intervenisse soltanto l’area A2.
Indicato con Ai A1  n A2 (area ideale) si ha:
N N N
V1 d V 1 (sollecitazione ammissibile), V 2 d V2 .
Ai A1  n A2 A2

Fig. 12.4. Sezioni tese non omogenee

12.2.3.3 Sezioni inflesse: instabilità

Consideriamo la sezione in Figura 12.5, in trave inflessa: la piattabanda superiore


è compressa e quindi con possibilità di sbandamento.
My
La verifichiamo a carico di punta sotto il carico N V ˜ A A con y
Yxx
distanza del baricentro piattabanda dall’asse neutro, A la sua area. É quindi
M ˜S
N V ˜A A (S = momento statico).
Yxx
Dai coefficienti Z1 (differenti dagli Z per il caso dei pilastri) si ha il
moltiplicatore da applicare a N; Z1 è tabulato nei manuali in funzione di una
H ˜l
snellezza O (": distanza dei collegamenti secondari).
D˜s
N ˜ Z1
La verifica impone che: d V affinché la piattabanda superiore sia stabile.
A

Fig. 12.5. Sezione a “doppio T” inflessa


Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 279

Tecniche per prevenire l’instabilità (Fig. 12.6): nella sezione di appoggio, a


taglio T massimo, si irrigidisce inserendo nervature tra le piattabande. Il taglio
viene assorbito da una sezione ideale costituita dalla nervatura di irrigidimento e
da una parte di anima di lunghezza pari a 12 volte lo spessore s, ripetuti ad una
distanza pari all’altezza della trave e per tutta la sua lunghezza.
Vengono saldati all’anima ed alla sola piattabanda superiore.
Quando tra due nervature di rinforzo sono presenti carichi concentrati, si
dispongono elementi triangolari per dirigere gli sforzi sull’anima.

Fig. 12.6. Tecniche per prevenire instabilità locali

12.2.3.4 Strutture in acciaio

SCHEDA STA-4: SOFTWARE PER STRUTTURE IN ACCIAIO

Programmi AccPrVer.89P, AccBull.89P, AccSald.89P

Considerazioni generali
Nei programmi che seguono vengono affrontati alcuni aspetti, molto particolari
e piuttosto semplificati, della progettazione di strutture in acciaio. Si è cercato,
comunque, di fornire risposte eleganti a problemi che ricorrono spesso nella
pratica, quali la progettazione e la verifica di travi o colonne scelte tra i profilati
standard IPE o HEA, oppure il predimensionamento di alcuni dei più comuni giunti
bullonati o saldati. Gli studenti troveranno, quindi, la possibilità di avvicinarsi alla
progettazione di semplici strutture in modo piano e naturale, mentre i progettisti
sapranno sfruttare gli algoritmi proposti per veloci predimensionamenti o per
verifiche preliminari.
280 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

Il materiale di riferimento può sempre essere scelto dall'utente tra i 3 acciai


consentiti dalla normativa italiana (Fe 360, Fe 430, Fe 510). La resistenza di
progetto fd è ricavata dal D.M. 9/1/1996, che si basa sul metodo di calcolo degli
stati limite. I valori delle azioni che vengono inseriti, quindi, devono essere calcolati
come combinazioni delle azioni agenti sulla struttura, come indicato nella parte
generale delle norme citate. Per chi volesse continuare ad usare il metodo delle
tensioni ammissibili, una prima approssimazione a favore di sicurezza può essere
ottenuta moltiplicando per il coefficiente 1.6 il valore dei carichi calcolati secondo
tale metodo. I risultati forniti dai programmi dovranno però essere verificati
rieseguendo tutti gli sviluppi numerici secondo il metodo delle tensioni ammissibili,
in quanto la normativa non consente l'adozione di metodologie di calcolo diverse
per uno stesso organismo strutturale (Sezione 1, par. 1).

3a: Progetto e verifica di sezioni standard in acciaio


Programma AccPrVer.89P
Il programma AccPrVer funziona in due modalità principali:
x in progetto, fornisce l'altezza minima del profilo da utilizzare per resistere ad
un determinato momento flettente agente nella direzione di inerzia maggiore. É
possibile scegliere tra profili di tipo IPE compresi tra l'80 e il 600, oppure HEA
compresi tra il 100 e il 1000.
x in verifica, data una qualsiasi combinazione di sollecitazioni flettenti, taglianti e
assiali, dato il tipo di materiale, il tipo di profilo e l'altezza della sezione, calcola
gli sforzi massimi agenti sulla sezione, è verifica se sono compatibili con il tipo
di acciaio indicato. Se la verifica non fosse soddisfatta, è possibile aumentare la
qualità dell'acciaio oppure l'altezza della sezione, oppure utilizzare un profilo a
inerzia maggiore. Per quanto riguarda il tipo di materiale e i valori delle azioni
vale quanto detto nella parte introduttiva; per quanto riguarda il tipo di profilo,
vale invece quanto detto nel caso di progetto.

Guida all'uso del programma

1) Accendere la calcolatrice e, se necessario, portarsi nello schermo  (S.1).


2) Lanciare il programma digitando sulla linea di comando ACCPRVER(), oppure
tramite q, come mostrato nella S.2. In questo caso, ricordarsi di chiudere la
parentesi nella riga di comando (S.3).
3) Premere y: dopo qualche secondo, durante il quale lampeggia la scritta BUSY
nell'angolo in basso a destra, comincia l'esecuzione del programma (S.4).
Premere y per iniziare ad immettere dati.
4) Nella schermata iniziale (S.5) vengono visualizzati i settaggi correnti: il
programma parte sempre utilizzando di default un acciaio Fe 360, la serie
HEA come profilo, e il progetto come modalità di esecuzione. Si voglia, ad
esempio, determinare quale profilo sia in grado di resistere ad un momento
pari a 150'000'000 N mm.
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 281

S.1 S.2

S.3 S.4

5) Selezionare : Azioni, i: Modifica (S.6).


6) Viene visualizzata la finestra di S.7. Lasciando nulli i campi del taglio e
dell'azione assiale, inserire 150 A 6 nel campo del momento flettente, come
mostrato. Se la calcolatrice entra automaticamente in M mode, ossia scrive
caratteri invece di numeri, cancellare i caratteri sbagliati con 0, premere una
volta M e immettere il numero. Premere y per memorizzare i valori e chiudere
la finestra.
7) Dopo qualche secondo durante il quale appare la scritta "Computing…", viene
visualizzato il risultato dell'analisi, che in questo caso ci fornisce un profilo HEA
240 (S.8). Proviamo qualche variazione, per esempio cambiando il tipo di
profilo.
8) Premere :Principale, k:Scelta profilo (S.9).

S.5 S.6

S.7 S.8
282 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

S.9 S.10

S.11 S.12
9) Per aprire la finestra delle scelte (S.10) premere ➨, quindi selezionare 2:IPE.
Premere ENTER 2 volte per salvare l'impostazione.
10) Il programma ricalcola il valore dell'altezza adeguata al tipo di profilo inserito.
Dalla S.11 si vede come sia necessaria, per sopportare lo stesso carico inserito
in precedenza, almeno una IPE 330.
11) Verifichiamo ora di quanto sarebbe possibile diminuire l'altezza della trave
utilizzando un acciaio a resistenza più elevata come, per esempio, il Fe 510.
Premere F2: Principale, 1: Materiale (S.12).
12) Spostare la selezione (S.13) su Fe 510 quindi premere ENTER, oppure
premere direttamente 3. Vengono mostrate le caratteristiche principali
dell'acciaio selezionato, secondo le direttive del DM 9/1/96: fd è la resistenza
di progetto, fdv è la resistenza di progetto a taglio (S.14). Premendo ENTER si
conferma la scelta effettuata e si dà inizio alla ricerca del nuovo profilo.
13) Dopo qualche secondo viene fornito il valore dell'altezza minima: in questo
caso aumentando la resistenza dell'acciaio si è ottenuta una diminuzione di più
del 10% nell'altezza della trave.
14) Si voglia ora verificare la stessa trave, considerando anche un taglio e una
debole azione assiale di compressione. Per considerare grandi carichi di
compressione è necessario effettuare una verifica di stabilità che la versione
attuale del programma non è in grado di eseguire. Premere F2: Principale,
2: Tipo di calcolo (S.16).

S.13 S.14
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 283

S.15 S.16

S.17 S.18

15) Cambiare la modalità di esecuzione, selezionando 2: Verifica.


Immediatamente vengono visualizzati (S.18) i valori degli sforzi assiali al
lembo superiore ed inferiore della trave, ed il valore dello sforzo tangenziale in
corrispondenza del baricentro. L'ultima riga dello schermo mostra che la
sezione è in grado di resistere alle sollecitazioni attualmente imposte (solo il
momento flettente).
16) Inseriamo quindi i valori delle sollecitazioni mancanti (S.19), per esempio
imponiamo un taglio positivo pari a 56000 N ed una azione assiale di
compressione pari a 48000 N. La S.20 mostra come gli sforzi di compressione
al lembo superiore divengano maggiori di quelli sopportabili dal materiale ed
infatti la riga di verifica avverte che è necessario cambiare la sezione. Non
potendo aumentare la resistenza dell'acciaio, verifichiamo se è sufficiente
prendere la trave immediatamente seguente nella serie delle IPE.

S.19 S.20
284 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

S.21 S.22

S.23 S.24

17) Premere F2: Principale, 3: Scelta profilo (S.21). Lasciare selezionato IPE nella
schermata seguente (S.22), e portare invece la selezione su 300, che segue
immediatamente 270, quando il programma chiede l'altezza della trave (Fig.
S.23). Premere ENTER per visualizzare i risultati.
18) La schermata di S.24 mostra i valori degli sforzi agenti nella sezione, che
risulta verificata. Lasciamo al lettore l'esercizio di andare a controllare che,
volendo cambiare tipo di profilo , basterebbe una HEA 200 per resistere alle
sollecitazioni imposte.
19) Per uscire dal programma premere F1: File, 2: Esci e premere ENTER alla
richiesta di conferma.

3b: Verifica di giunti bullonati in acciaio


Programma AccBull.89P
Il programma AccBull consente la verifica di tre tipologie di unioni bullonate, scelte
per la loro semplicità, ma non per questo meno importanti dal punto di vista
progettuale:
1) unioni con bulloni che lavorano esclusivamente a taglio
Oltre al caso fondamentale di collegamento tra lamiere tese, praticamente ogni
volta che si utilizzano bulloni è necessario verificarli a taglio. Questo programma
calcola gli sforzi agenti nel gambo dei bulloni e le sollecitazioni sulla lamiera. Se i
carichi sul giunto provocassero nei bulloni uno stato di sforzo di taglio in 2 direzioni
o di trazione/compressione, sarà invece necessario effettuare una verifica accurata
del giunto secondo i tradizionali metodi delle costruzioni in acciaio. Sono previsti i
due casi in cui sono poste a contatto 2 oppure 3 lamiere. Rispettivamente si
avranno una oppure due facce di contatto, che corrispondono al numero di sezioni
su cui vengono sollecitati i bulloni.
2) unioni trave-trave tramite squadrette
Sono i giunti comunemente usati per collegare le travi secondarie di un impalcato
all'anima delle travi principali. Questo programma non si presta a generalizzazioni,
ma l'importanza di questo collegamento lo rende estremamente utile, consentendo
il calcolo accurato del giunto.
3) piastra di base di tipo incastro
Nelle strutture a telaio in acciaio, i giunti trave-colonna vengono generalmente
assimilati a cerniere, il che rende estremamente importante una corretta
progettazione della struttura di controventamento. Per limitare gli spostamenti in
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 285

sommità, comunque, è opportuno predisporre i vincoli al piede della struttura in


modo che possano resistere anche a sollecitazioni di tipo flessionale, realizzando di
fatto un incastro al piede di ogni colonna. Vi sono diversi modi per ottenere questo
risultato: il programma AccBull ne prende in considerazione uno, nel quale la
rigidezza flessionale della trave è aumentata mediante una serie di lamiere verticali
saldate alla base e alla trave stessa, mentre le forze di trazione vengono assorbite
da 4 bulloni tirafondo annegati nel calcestruzzo, in fondo ai quali è saldata una
rosetta circolare. La caratteristica principale di questo collegamento, rispetto ad
altri che vengono usati nel caso di strutture molto sollecitate, è la semplicità della
fase di montaggio.

Guida all'uso del programma


1) Accendere la calcolatrice e, se necessario, portarsi nello schermo HOME (S.1).
2) Lanciare il programma digitando sulla linea di comando ACCBULL(), oppure
tramite VAR-LINK, come mostrato nella S.2. In questo caso, ricordarsi di
chiudere la parentesi nella riga di comando (S.3).
3) Premere ENTER: dopo qualche secondo durante il quale lampeggia la scritta
BUSY nell'angolo in basso a destra, inizia l'esecuzione del programma
(S.4).
4) Dal menu principale (S.5) si accede ai sottoprogrammi per la verifica dei tre
tipi di giunto. Li esaminiamo nell'ordine, cominciando dai giunti a taglio.

S.1 S.2

S.3 S.4

S.5 S.6
286 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

S.7 Fig. 8

Giunti con bulloni sollecitati a taglio


Premere 1: Giunti a taglio.
5) Viene visualizzato il menu, e lo schermo viene pulito (S.6). Inseriamo i dati
sulle caratteristiche dei materiali da utilizzare: premere F2:Materiali,
1:Lamiere (S.7).
6) Ipotizziamo di disporre di un acciaio Fe 430: quindi selezionare 2 (S.8).
7) Viene mostrata la finestra che riassume i valori delle caratteristiche
meccaniche dell'acciaio scelto, secondo la normativa italiana. Premere ENTER
per confermare.
8) Scegliamo anche il materiale costituente i bulloni: F2: Materiali, 2: Bulloni
(S.10).
9) Vengono proposte (S.11) le 5 classi di bulloni consentite dalla normativa.
Selezionare, per esempio, la classe 6.8 premendo 3. Il programma visualizza
(S.12) le resistenze di progetto della classe. Premere ENTER per confermare.
10) Passiamo ad inserire le dimensioni del giunto, cominciando dalle lamiere
(S.13). Premere F3: Dimensioni, 1: Lamiere.
11) Si voglia verificare un giunto costituito da due lamiere di spessore 6 mm, che
trasmettono una forza di trazione di 150 kN ad una lamiera di pari spessore
fissata in mezzo alle altre grazie a 2 file di bulloni ‡12. Inseriamo i dati sulle
lamiere come in S.14. Premere ENTER per confermare.

S.9 S.10

S.11 S.12
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 287

S.13 S.14

S.15 S.16

12) Inseriamo (S.15) anche i dati sui bulloni: F3: Dimensioni, 2 Bulloni.
Selezioniamo il diametro, che nel nostro caso vale 12 mm (S.16). I valori
riportati dal programma sono i valori dei diametri che la normativa italiana
consente di utilizzare nella carpenteria metallica.
13) La schermata successiva (S.17) chiede la disposizione dei bulloni: inserire 2
come numero bulloni per fila, 2 come numero di file (4 bulloni), 60 mm come
interasse, 30 mm come distanza "a" tra il centro del bullone più esterno e il
bordo della lamiera nella direzione della forza, 20 mm come "a1" -distanza tra
il centro del bullone più esterno e il bordo della lamiera in direzione
perpendicolare alla forza. Premere ENTER.
14) Per terminare la fase di inserimento dati è necessario fornire il valore della
trazione: premere F4: Verifiche, 1: Inser. sollecit. (S.18). Immettere il valore
della forza in Newton (150'000). Premere ENTER per confermare.
15) Esaminiamo ora i risultati delle verifiche sulle varie parti del collegamento.
Premere F4: Verifiche, 2: Taglio nei bulloni (S.20).
16) La forza agente su ciascun bullone e di 37'500 N, contro una forza di progetto
massima di 28'789.9 N, il che porta a dover modificare la geometria del giunto
(S.21). Portiamo il numero di bulloni a 6, sempre allineati su 2 file (S.22).

S.17 S.18
288 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

S.19 S.20

S.21 S.22

17) Questa volta la verifica ha successo (S.23), quindi possiamo proseguire


nell'analisi del collegamento. Premere ENTER per confermare, quindi
F4: Verifiche, 3: Rifollamento (S.24).
18) La S.25 mostra che la verifica al rifollamento della lamiera è ampiamente
soddisfatta.
19) Premere F4: Verifiche, 4: Taglio lamiera (S.26). Grazie al rispetto delle
limitazioni dimensionali indicate nella normativa, e sulle quali però il
programma non esegue nessuna verifica, anche la verifica a taglio della
lamiera è ampiamente soddisfatta (S.27).
20) L'ultima verifica possibile riguarda lo strappo della lamiera in direzione
perpendicolare alla trazione applicata. Premere F4: Verifiche, 5: Taglio
lamiera. Il programma propone (S.28) il valore del percorso di strappo
calcolato secondo una linea retta perpendicolare alla trazione, depurato
dell'area dei fori. Se il percorso minimo non è quello visualizzato, ma per
esempio è un percorso su una spezzata, inserire il valore corretto, quindi
premere ENTER.
21) Anche l'ultima verifica è soddisfatta (Figura 29): il collegamento è accettabile.
Premere ENTER per confermare, quindi tornare al menu principale (S.30)
premendo F1: File, 2: Torna al menu.

S.23 S.24
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 289

S.25 S.26

S.27 S.28

S.29 S.30

Giunti a squadrette di tipo trave-trave

1) Dal menu principale (S.31), questa volta, selezionare 2: Squadrette. Viene


visualizzato il menu del programma di calcolo del collegamento a squadrette
(S.32), che a questo livello è identico al menu del programma per i giunti a
taglio. I primi due menu, "Materiali" e "Dimensioni", contengono ancora le
stesse voci: Lamiere e Bulloni, mentre le voci del menu "Verifiche" sono
naturalmente diverse dal caso precedente.
2) Inseriamo i dati sui materiali da utilizzare. F2: Materiali, 1: Lamiere, quindi
adottiamo un Fe 360 (S.34). Ci vengono mostrate le sue caratteristiche
meccaniche (S.35). Non viene fatta distinzione tra acciaio per le travi e acciaio
per le squadrette, intendendosi implicitamente che si usi lo stesso tipo di
materiale. E' possibile, senza particolari difficoltà, effettuare i calcoli
prevedendo l'uso di due acciai di tipo diverso. Questo caso verrà spiegato più
avanti.
4) F2: Materiali, 2: Bulloni (S.36).
290 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

S.31 S.32

S.33 S.34

4) Siccome stiamo usando un acciaio Fe 360, gli accoppiamo bulloni di una


classe a resistenza normale, come per esempio la 5.6 (S.37). La S.38
visualizza le sue caratteristiche. Un confronto con la S.35 evidenzia che i
bulloni presentano una resistenza di progetto maggiore di circa il 25% rispetto
a quella della lamiera. Generalmente, non giova all'efficienza strutturale l'uso
contemporaneo di materiali a resistenze molto diverse.

S.35 S.36

S.37 S.38

S.39 S.40
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 291

S.41 S.42

S.43 S.44

5) Inseriamo le dimensioni del collegamento, partendo dai dati relativi alle


lamiere. F3: Dimensioni, 1: Lamiere (S.39).
6) Pensiamo di voler collegare una HEA 160 alla trave principale costituita da un
HEA 280. Gli spessori delle anime sono, di 6 e 8 mm. Le squadrette avranno
spessore di 6 mm anch'esse, mentre i bulloni saranno disposti su 2 file ad
interasse 60 mm, con distanza dal bordo pari a 30 mm. L'eccentricità e1 si
misura come distanza tra l'asse della trave principale e il baricentro dei bulloni
sulla trave secondaria, mentre l'eccentricità e2 corrisponde alla distanza tra
l'asse della trave secondaria e il baricentro dei bulloni di una squadretta sulla
trave principale. La S.40 mostra i valori da inserire.
7) Inseriamo le dimensioni mancanti che riguardano i bulloni e la loro
disposizione. F3: Dimensioni, 2: Bulloni (S.41). Bisogna inserire prima il
diametro dei bulloni, pari per esempio a 14 mm (S.42), quindi il numero di file
di bulloni (2), il numero di bulloni per ogni fila (2), l'interasse (60 e le distanze
tra i bulloni ed i bordi esterni della squadretta (30 e 30).
8) L'ultimo dato mancante riguarda la forza di taglio agente all'intersezione degli
assi delle travi (il momento è considerato nullo in tale punto, poiché si
considera un vincolo di tipo cerniera tra le due travi). Premere F4: Verifiche,
1: Inser. sollecit. (S.44).

S.45 S.46
292 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

S.47 S.48

S.49 S.50

9) Supponiamo agente sul vincolo un'azione di taglio di 105 kN. Inserire tale
valore nell'apposito campo (S.45).
10) Effettuiamo la serie di verifiche cominciando dal valore del taglio nei bulloni.
F4: Verifiche, 2: Taglio nei bulloni. (S.46). Il disassamento tra vincolo ideale
(intersezione degli assi delle travi) e vincolo reale (baricentro dei bulloni)
genera sul giunto un momento flettente che si scompone sui bulloni, in prima
approssimazione, in una serie di forze orizzontali, crescenti linearmente con la
distanza del bullone dal baricentro. Tale forza, sui bulloni della trave
secondaria, viene chiamata HMax. La forza massima sui bulloni viene calcolata
come somma vettoriale della quota di taglio portata da ogni bullone con la
forza orizzontale agente nei bulloni più esterni. Siccome i bulloni lavorano su
due facce di taglio, la forza risultante viene divisa per due prima di effettuare
la verifica. In S.47 Viene mostrato il risultato di tale verifica, e l'angolo di
inclinazione rispetto all'orizzontale della forza risultante.
11) Le squadrette vanno quindi verificate a flessione, considerando la sezione
effettiva, ossia quella depurata dei fori dei bulloni. Premere F4: Verifiche,
3: Fless. squadrette (S.48).
12) Lo sforzo ideale massimo sulla sezione è maggiore della resistenza di
progetto; ciò costringe a modificare qualche caratteristica del collegamento.
Sapendo che la resistenza di progetto per il Fe 430 è pari a 275 MPa, il modo
più semplice di superare questa verifica è di modificare il tipo di acciaio
utilizzato per le squadrette. Nella S.50 è mostrato l'esito della verifica con tale
variazione.
13) In questo modulo di programma vengono forniti i valori limite per l'interasse
tra i bulloni e la distanza dal centro dei bulloni più esterni e il bordo della
lamiera, anche se non viene direttamente eseguito un controllo sui valori
immessi. Spetta all'utente accertarsi che tali limitazioni dimensionali (imposte
dalla normativa italiana) siano rispettate (S.51 e S.52).
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 293

S.51 S.52

S.53 S.54

14) L'ultima delle verifiche su questo collegamento è il rifollamento sulla lamiera


della trave secondaria. F4: Verifiche, 5: Rifollamento (S.53). Vengono fornite
la forza di rifollamento sul foro più sollecitato (è la stessa forza calcolata al
punto 31), la forza di progetto e l'esito della verifica. Il coefficiente D usato
per il calcolo di Fd,rif è assunto sempre pari a 2.5. Premere ENTER per
confermare, quindi tornare al menu principale premendo F1: File, 2: Torna al
menu.

Piastra di base di tipo incastro

La maggior parte degli schemi di calcolo utilizzati per questo caso, così come la
disposizione dei vari elementi del collegamento, sono riportati insieme all'esempio
numerico presentato in appendice a questa scheda.
I calcoli riportati nelle schermate seguenti, relative all'esecuzione del
programma, si riferiscono allo stesso esempio e conducono a risultati leggermente
diversi perché il calcolo manuale era stato svolto in parte con il metodo delle
tensioni ammissibili, che fornisce valori inferiori per le caratteristiche dei materiali.

S.55 S.56
294 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

S.57 S.58

S.59 S.60

1) Dal menu principale (S.55) selezionare 3: Piastra di base. Si entra nel menu
del programma, che questa volta è più complesso di quello dei programmi
precedenti (S.56).
2) Inseriamo i valori delle caratteristiche dei materiali: premere F2: Materiali,
: Calcestruzzo (S.57). Viene proposto (S.58) un valore di default, che è 25
MPa, ma naturalmente è possibile modificarlo in base alle necessità. In questo
esempio possiamo lasciare inalterata la resistenza caratteristica cubica del
calcestruzzo, premendoENTER.
3) Viene visualizzato il valore della resistenza di progetto del calcestruzzo
(S.59). Premere ENTER per proseguire.
4) Passiamo alle caratteristiche dell'acciaio: premere F2: Materiali, 2: Lamiere.
Selezioniamo 1: Fe 360 (S.60).
5) Anche in questo caso vengono visualizzati i valori di progetto della resistenza
dell'acciaio selezionato (S.61). Premere ENTER per proseguire.
6) Per impostare la classe dei bulloni, premere F2: Materiali, 3: Bulloni. Nella
finestra di S.62 selezionare 2: 5.6.
7) Proseguiamo nell'immissione dei dati con l'inserimento delle dimensioni del
collegamento. Premere F3: Dimensioni, 1: Colonna (S.63). La colonna è una
HEA 220: l'altezza vale 210 mm, la larghezza misura 220 mm. Inserire questi
valori come mostrato in S.64. Premere ENTER per proseguire.

S.61 S.62
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 295

S.63 S.64

S.65 S.66

S.67 S.68

8) La piastra di base è costituita da una lamiera rettangolare con spessore 2 cm e


dimensioni 40 cm u 70 cm. Tali misure sono frutto di un predimensionamento
del tipo mostrato in appendice, oppure possono essere valori di tentativo (per
esempio presi da opere analoghe) per i quali si vanno ad eseguire le verifiche.
Se le verifiche non vengono soddisfatte, si possono modificare questi valori,
nonché le caratteristiche dei materiali, per effettuare una nuova verifica. L'uso
di una calcolatrice programmabile consente questo approccio a tentativi anche
per strutture complesse, come nel caso di questo collegamento. Il calcolo
manuale avrebbe comportato un grosso impegno di tempo e di calcoli, se non
di concetto.
Selezionare F3: Dimensioni, 2: Piastra di base. Inserire i valori richiesti come
in S.65.
9) Quindi inseriamo i dati sulle nervature: quella inferiore assorbe il taglio agente
sul collegamento, quelle superiori aumentano la rigidezza flessionale.
F3: Dimensioni, 3: Nervature. Vengono richieste prima le dimensioni della
nervatura inferiore. La larghezza viene precompilata con il valore della
larghezza totale della piastra, ma se necessario è possibile cambiare tale
valore. Prendiamo l'altezza del rettangolo di lamiera (la profondità) pari a 6
cm, e lo spessore pari a 8 mm (S.66).
296 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

10) Per quanto riguarda le nervature superiori, la lunghezza comprende tutta


l'estensione della nervatura, compresa l'altezza della colonna. Nel caso in
esame le nervature sporgono di 20 cm da un lato e 20 cm dall'altro della
colonna, quindi il valore da inserire è 610 mm (200+210+200). Prendiamo
un'altezza di 20 cm e uno spessore di 7 mm (S.67).
11) Le ultime dimensioni ancora da inserire sono quelle relative alla bulloneria.
Premere F3: Dimensioni, 4: Bulloni. Viene chiesto innanzitutto il diametro dei
4 bulloni tirafondo (S.68). Inserire il valore ‡=18 mm.
12) Il programma calcola l'area del gambo dei bulloni, e propone (S.69) come
area resistente nel filetto il 75% di tale valore. In prima approssimazione
l'area risultante è accettabile, altrimenti inserire il valore effettivo dell'area
resistente. Inoltre è necessario immettere la distanza del centro dei bulloni dal
baricentro della colonna.
13) Immettiamo anche il valore delle sollecitazioni agenti sul giunto, premendo
F4: Azioni, 1: Inserisci/modifica. Come mostrato in S.70, le convenzioni da
usare sono quelle comuni nei problemi di tecnica delle costruzioni, ossia si
assumono positive le compressioni.
14) Cominciamo la serie di verifiche controllando che la pressione esercitata dalla
nervatura inferiore sul calcestruzzo sia inferiore alla resistenza di progetto.
Premere F5: Verifiche, 1: Taglio (S.71). Viene visualizzata una finestra con il
risultato della verifica (S.72).
15) Quindi eseguiamo la verifica a pressoflessione della sezione. Gli sforzi di
compressione vengono assorbiti dal calcestruzzo, mentre la trazione viene
trasmessa dai tirafondo sulle rosette di ancoraggio. La schermata di S.73
fornisce il valore dell'asse neutro, il valore massimo degli sforzi di
compressione sul calcestruzzo e lo sforzo di trazione nei bulloni tesi.

S.69 S.70

S.71 S.72
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 297

S.73 S.74

16) Quindi viene proposto anche il valore minimo dello spessore (S.75), che è
possibile aumentare se si vogliono diminuire le tensioni nell'acciaio. Infine
(S.76) vengono forniti gli esiti delle due verifiche con i valori aggiornati.
17) Nella verifica della rosetta viene dapprima proposto il valore minimo del
diametro, che è possibile aumentare per diminuire le sollecitazioni nel
calcestruzzo.
18) Nella verifica a flessione della piastra di base, si verificano le due situazioni
seguenti (si vedano le Schermate in appendice): 1) trave continua sui 3
appoggi costituiti dalle nervature superiori. Il carico viene calcolato a partire
dalla effettiva distribuzione delle compressioni sotto la piastra. 2) mensola
incastrata in corrispondenza della nervatura, e sollecitata dalla trazione dei
bulloni in corrispondenza del foro. Le S.77 e S.78 mostrano l'esito di tali
verifiche.
19) Infine viene verificata la sezione costituita dalla piastra di base e dalle
nervature, in corrispondenza dell'attacco con la trave. Il momento ed il taglio
applicati sono quelli calcolati dalla parte delle compressioni. La S.79 mostra
l'esito di tale verifica. Premere ENTER per confermare.
20) Per uscire dal programma, prima è necessario tornare al menu principale:
premere F1: File, 2: Torna al menu, quindi (S.80) selezionare 4: Esci.

S.75 S.76

S.77 S.78
298 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

S.79 S.80

3c: Verifica di giunti saldati in acciaio


Programma AccSald.89P

Il programma AccSald consente la verifica di tre tipologie tra le più comuni di


unioni saldate. Sarà possibile, con minimi aggiustamenti, verificare una notevole
varietà di tipi di giunti, restando esclusi per le loro particolarità i giunti misti saldati
/ bullonati e i giunti particolarmente complessi che richiedono studi più approfonditi
o particolari ipotesi semplificative.
La verifica si esegue sempre sulla sezione di gola ribaltata su di un lato della
saldatura. La larghezza della sezione di gola di un cordone, secondo la normativa,
è pari "all'altezza «a» del triangolo isoscele iscritto nella sezione trasversale del
cordone". Il calcolo sulla sezione di gola effettiva -non ribaltata- è possibile ma
l'espressione degli sforzi può risultare di più difficile determinazione.
Il criterio di resistenza che si applica è quello della sfera mozza, recepito già da
tempo dalle normative italiane alle quali si rimanda per i particolari.
1) Giunti saldati tesi o compressi-cordoni d'angolo sia laterali che
frontali
Quando si deve trasmettere una forza di trazione o compressione tra due lamiere
disposte parallelamente alla direzione della forza, si ricorre spesso a questo tipo di
unione, particolarmente semplice e veloce. Due cordoni laterali disposti nella
direzione della forza sono molto efficienti, ma, quando c'è bisogno, si aggiungono
due cordoni perpendicolari ai primi, posti uno all'estremità della prima lamiera,
l'altro all'estremità della seconda. Le forze assorbite da ciascun cordone sono
calcolate proporzionalmente alla sua area resistente. È comunque sconsigliato
adottare cordoni di dimensioni sensibilmente diverse, poiché questo non
garantirebbe la mutua collaborazione.
2) Giunti saldati soggetti a taglio e flessione - cordoni sia longitudinali
che trasversali
Sono usati per saldare travetti o travi a I, come le IPE o le HEA, su superfici
perpendicolari alla loro sezione, come per esempio l'ala o l'anima di una colonna.
Un caso limite è rappresentato da sezioni rettangolari più o meno allungate, nelle
quali è presente solo un tipo di cordone, o longitudinale o trasversale.
Il taglio viene assorbito interamente, se possibile, dai cordoni longitudinali, mentre
la flessione viene distribuita sui due tipi di cordoni proporzionalmente alla loro
inerzia.
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 299

3) Giunti saldati soggetti a torsione.


Viene impiegato il metodo delle forze, secondo cui la torsione applicata al giunto si
scompone in una o due coppie di forze (a seconda del numero di cordoni), agenti
parallelamente al cordone che le trasmette. Nel caso di presenza contemporanea di
cordoni sia laterali che frontali, il valore delle forze agenti in ciascun cordone è
proporzionale al massimo valore della forza trasmissibile da quel cordone.

Guida all'uso del programma

1) Accendere la calcolatrice e, se necessario, portarsi nello schermo HOME (S.1).


2) Lanciare il programma digitando sulla linea di comando ACCSALD(), oppure
tramite 2nd[VAR-LINK], come mostrato nella S.2. In questo caso, ricordarsi di
chiudere la parentesi nella riga di comando (S.3).
3) Premere ENTER: dopo qualche secondo durante il quale lampeggia la scritta
BUSY nell'angolo in basso a destra, inizia l'esecuzione del programma (S.4).
4) La schermata del menu principale (S.5) ci consente di selezionare quale tipo di
giunto vogliamo verificare. Esaminiamo tutti i casi partendo dal primo.

S.1 S.2

S.3 S.4

S.5 S.6
300 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

Giunti saldati tesi o compressi

1) Dal menu principale premere 1: Giunti tesi, oppure evidenziare la prima riga
spostandosi con i tasti ➩ o ➲ , e premere ENTER. Viene visualizzato il menu
caratteristico del caso da studiare (S.6), mentre il resto dello schermo viene
cancellato.
2) Si scelga il tipo di acciaio da utilizzare nei calcoli: premere F2: Materiale. Viene
immediatamente visualizzata la finestra di S.7. Per questo esempio selezionare
1: Fe 360. Vengono calcolate le resistenze di progetto a trazione e a taglio per
l'acciaio considerato (S.8).
3) Si inseriscano le dimensioni del collegamento: premere F3: Dimensioni, quindi
1: Lamiere. Ipotizzando di voler verificare un giunto tra 2 piatti, il primo largo
200 mm e spesso 8 mm, il secondo largo 180 mm e spesso 6 mm, immettere
tali valori nei campi mostrati in S.10.
4) Per fornire i dati sulle dimensioni dei cordoni di saldatura, premere
F3: Dimensioni, 2: Cordoni laterali. Il programma chiede la lunghezza totale
dei due cordoni laterali (S.11), intesa come la somma dei tratti di saldatura
che formano ciascun cordone, se questo non fosse continuo, oppure la
lunghezza efficace del cordone (è buona regola prevedere che gli estremi della
saldatura possano risultare non completamente efficaci e quindi a favore di
sicurezza escluderli dal calcolo). Ipotizzando una sovrapposizione di 17 cm,
inseriamo 150 mm come lunghezza del cordone (continuo). La lunghezza del
lato della saldatura viene precompilata con il minimo valore degli spessori
delle lamiere. Se tale valore fosse troppo elevato, è possibile diminuirlo.
Il programma accetterebbe l'inserimento anche se il valore del lato fosse
maggiore dello spessore minimo, per consentire l'adattamento dell'algoritmo a
casi più complessi di quello presentato: spetta quindi all'utente la cura di
inserire valori coerenti con il problema in esame.

S.7 S.8

S.9 S.10
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 301

S.11 S.12
5) Dopo la conferma dei valori immessi, il programma visualizza l'altezza della
sezione di gola della saldatura (S.12).
6) Nel caso dei cordoni frontali (F3: Dimensioni, 3: Cordoni frontali), oltre alle
due dimensioni già richieste per i cordoni laterali, il programma chiede anche il
numero di cordoni (S.13). È possibile indicare se il giunto in esame sarà
saldato solo mediante cordoni laterali (0 cordoni frontali), oppure tramite due
cordoni laterali accoppiati ad uno o due cordoni frontali. Nel nostro caso di
esempio avremo un solo cordone frontale lungo 10 cm.
7) L'ultimo dato richiesto è il valore della forza agente sul giunto. Premere
F4: Sollecitazioni. Nella schermata di S.14 inserire il valore dell'azione, positivo
in caso di trazione. Per completare l'esempio inseriamo una trazione di
250'000 N.
8) L'unica verifica da effettuare in questo caso è il calcolo degli sforzi tangenziali
agenti sulla sezione di gola ribaltata sul piano di scorrimento delle due
lamiere. Nei cordoni laterali agirà uno sforzo tangenziale parallelo all'asse del
cordone (t//) mentre per i cordoni frontali  se presenti  si parlerà di tA . Il
valore numerico comunque è lo stesso, e deve essere confrontato con il valore
0.85 fd secondo quanto prescritto dal criterio della sfera mozza (S.15).
9) Se la verifica non risultasse soddisfatta, è possibile modificare il materiale o le
dimensioni degli elementi o delle saldature.

S.13 S.14

S.15 S.16
302 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

10) Per uscire dal programma selezionare F1: File, 2: Torna al menu (S.16).

Giunti saldati soggetti a taglio e flessione

S.17 S.18
1) Dal menu principale selezionare la seconda voce (S.17): 2: Fless. e taglio.
2) Viene pulito lo schermo e visualizzato il menu, che è uguale a quello del caso
precedente (S.18).
3) L'inserimento dei dati sul materiale è identico al caso già visto di giunti tesi,
quindi ne tralasciamo la descrizione.
4) Inserire le dimensioni della trave da saldare: F3: Dimensioni, 1: Trave ad I
(S.19). Il programma chiede solo le dimensioni strettamente necessarie alla
verifica: l'altezza totale, la larghezza dell'ala e lo spessore (S.20). Nel caso la
sezione da esaminare fosse rettangolare, è possibile porre lo spessore pari alla
larghezza oppure pari a 0: in entrambi i casi il programma fornirà la soluzione
esatta.
5) L'inserimento dei cordoni d'anima (S.21 e S.22) non presenta nessuna novità
di rilievo rispetto a quanto già detto. Bisogna tenere presente, però, che nello
schema di calcolo adottato questi cordoni assorbono completamente la
sollecitazione di taglio agente sulla sezione, quindi non è possibile eliminarli a
meno che il taglio sulla sezione sia nullo. In caso contrario la soluzione fornita
dal programma non sarà equilibrata.

S.19 S.20

S.21 S.22
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 303

S.23 S.24

S.25 S.26

6) Sui dati dei cordoni d'ala (S.23) è necessario fare qualche considerazione: i
due cordoni esterni possono essere presenti o meno, ma contribuiscono
notevolmente a sopportare gli sforzi flessionali e si rivelano spesso
indispensabili. Nel caso di sezione rettangolare, i 4 cordoni interni non hanno
più significato: sarà indispensabile porre sia la loro lunghezza che il loro lato
pari a 0. La S.24 mostra le dimensioni della larghezza della sezione di gola per
i due tipi di cordone d'ala.
7) Per inserire le azioni sulla sezione premere F4: Sollecit. Inserire un taglio pari
a 150'000 N ed un momento flettente pari a 12'500'000 Nmm (S.25). Si noti
che, in genere, il momento su questi tipi di collegamenti è negativo;
considerato, però, che la sezione è simmetrica ed omogenea, la verifica finale
non sarà inficiata dal segno del momento.
8) Le schermate di verifica mostrano dapprima i valori relativi alla saldatura d'ala
più esterna, che come detto risulta sollecitata solo dalla flessione, che si
traduce, sulla sezione di gola ribaltata sul lato parallelo alla sezione, in uno
sforzo n perpendicolare all'asse del cordone (S.26).
9) L'ultima schermata (S.27) mostra invece la verifica dei cordoni d'anima, che
sono sollecitati sia dall'azione flessionale che dall'azione tagliante. La
combinazione dei due sforzi risultanti e la verifica finale avvengono anche in
questo caso secondo il criterio della sfera mozza.

S.27 S.28
304 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

10) Per tornare al menu principale, come sempre, premere F1: File, 2: Torna al
menu (S.28).

Giunti saldati soggetti a torsione


1) Dal menu principale selezionare la voce: 3: Torsione (S.29).
2) Lo schermo viene ripulito. Appare il menu, ancora uguale a quello dei casi
precedenti (S.30).
3) L'inserimento dei dati sul materiale è identico ai casi già visti, quindi ne
tralasciamo la descrizione.
4) Inserire le dimensioni delle lamiere: F3: Dimensioni, 1: Lamiere (S.31). Come
nel caso di giunti tesi, vengono richiesti: il numero delle facce di contatto, in
quanto è possibile avere giunti a due o a tre pezzi saldati, la larghezza e lo
spessore della lamiera più larga e di quella di dimensioni minori. Immettere i
valori come mostrato in S.32.
5) La fase di immissione delle dimensioni dei cordoni di saldatura non cambia
rispetto al caso di giunti tesi (la geometria del collegamento, infatti, è la
stessa: cambiano solo le sollecitazioni). Si rimanda quindi al caso citato e alle
S.33 e S.34.

S.29 S.30

S.31 S.32

S.33 S.34
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 305

S.35 S.36

6) Immettere i dati sulle azioni premendo F4: Sollecit. Nella schermata di S.35,
inserire il valore del taglio e del momento agenti sul collegamento. Come
evidenziato nella finestra, le convenzioni da adottare sono quelle solite della
scienza delle costruzioni: il taglio è positivo se provoca una rotazione oraria, il
momento è positivo se tende le fibre inferiori. A questo proposito si fa notare
che il momento torcente sulle saldature è in effetti un momento flettente sulle
membrature da saldare.
7) Terminata la fase di inserimento dei dati, si eseguono le verifiche selezionando
F5: Verifiche. Viene dapprima mostrato il risultato della verifica dei cordoni
laterali (S.36), che sono soggetti a due componenti di sforzo tangenziale, in
direzione parallela e perpendicolare all'asse del cordone. Viene calcolato il
valore dello sforzo ideale, che deve essere confrontato con il valore della
resistenza di progetto scalata di un fattore (dipendente dal tipo di acciaio oltre
che dalla combinazione di sforzi agenti) dato dal criterio della sfera mozza e
riportato nella normativa italiana.

8) Infine viene mostrato l'esito della verifica dei cordoni frontali (se presenti), che
sono sollecitati solo da uno sforzo tangenziale parallelo all'asse del cordone,
dovuto in parte all'azione del taglio e in parte all'azione del momento
(S.37).
9) Per tornare al menu principale premere F1: File, 2: Torna al menu.
10) Uscire dal programma definitivamente selezionando 4: Uscita.

S.37 S.38

Appendice: il calcolo manuale della piastra di base.


Calcolo delle sollecitazioni di progetto (Fig. 12.7)
ASTA 2 (primo nodo)
Carico base: vento.
Nd 1.4>3704  1329@  1.5>164  0.7 3663  2361  770 @
14426 daN (compressione)
306 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

Vd 1.4>19  7 @  1.5>1611  0.7 157  19 @


2637.7 daN (positivo in senso orario)
Md 1.4>4890  1797 @  1.5>340106  0.7 36945  4850  516 @
564616 daN ˜ cm (+ se tende le fibre di dx)
ASTA 28 (secondo nodo)
Nd 1.4>427  152@  1.5>4170  0.7 422  149  90 @
4692.5 daN (trazione)
Vd 0
Md 0
tan D 0.125 o D 7.125q
Nc 4693 ˜ cos D 4657 daN ; T c 582 daN
Npiastra N  Nc 9769 daN ; Tpiastra T  T c 3222 daN
Mpiastra 564616 daN ˜ cm .
Il taglio verrà assorbito interamente dalla piastra saldata inferiormente.

1 28 2

(a) (b) (c)


Fig. 12.7.a-c. Struttura in elevazione e dettaglio della piastra di base
PROGETTO
x Si ipotizzano delle dimensioni di massima per la geometria del collegamento:
x Si effettua un predimensionamento dei bulloni, verificando nel contempo di non
superare le tensioni massime nel cls. Per fare questo si ipotizza un
comportamento semplificato dei materiali. Pensiamo che il cls reagisca solo a
compressione, e che lo faccia con un valore costante su una larghezza pari ad
un quarto della larghezza totale della piastra.
M
e 57.8 cm .
N
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 307

Con le grandi approssimazioni sin qui adottate, è anche lecito trascurare la


differenza tra baricentro delle pressioni (h/8=8.75 cm) e posizione dei bulloni
(14.5 cm).
Consideriamo di avere due bulloni per fila (in totale 4 bulloni).
Mc N e  a / 2  nbNb ˜ a 0
N e  a / 2 57.8  52.5 / 2
Nb 9769 2935.4 daN
2a 2 ˜ 52.5
MA N e  a / 2  V c ˜ h / 4 ˜ b ˜ a 0 .
N e  a / 2 57.8  52.5 / 2
x Vc 4 9769 5.56 daN / cm² .
h˜b ˜a 70 ˜ 40 ˜ 52.5
Considero di usare un calcestruzzo a bassa resistenza caratteristica :
R ck 250 daN / cm²
Lo sforzo massimo ammissibile per questo tipo di calcestruzzo è dato dalla
formula (tensioni ammissibili):
ª R  150 º
V amm 0.7 ˜ Vcb 0.7 «60  ck » 59.5 daN / cm² .
¬ 4 ¼

7 mm

(a)

14426daN

564616daN *cm 9769daN


4693daN 564616daN*cm
2640daN

Vc
D
a

h/4 h/2 h/4


17.5cm

(b) (c)
Fig. 12.8.a-c. Progetto della piastra di base
308 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

Lo sforzo precedentemente trovato è inferiore all'ammissibile: le dimensioni


scelte possono quindi andare bene (anche se dovremmo ridurle se volessimo
sfruttare a fondo i materiali).

BULLONI
Si sceglie di usare bulloni della classe 5.6, il cui dado corrispondente è quello
della classe 4D. Questi bulloni hanno le seguenti caratteristiche:
fkn N
Vb , amm 300 ;
1 mm²
fkn N
Wb , amm 212 .
1 2 mm²
Il tiro a cui sono sollecitati i bulloni è di 2935.4 daN. Questo si distribuirà
sull'area resistente dei bulloni, che per il momento possiamo considerare pari a :
A res 0.75 ˜ A
In questo modo possiamo calcolare la sezione che deve avere il bullone :
fd , N 300 N / mm² 3000 daN / cm²

fd ,N ˜ A res t N

e quindi :
N
At 1.957 cm² .
fd,N ˜ 0.75

e = 578mm

(a)
C
N

e
y

(b)
Fig. 12.9.a,b. Verifica del collegamento
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 309

Il diametro corrispondente è:
4A
) min 1.578 cm 15.78 mm .
S
Si sceglierà di utilizzare bulloni del diametro di 18 mm, perché con le
approssimazioni fatte abbiamo troppo poco margine per poter scegliere il 16 mm.
x VERIFICA
Con i risultati ottenuti finora, possiamo effettuare la verifica del collegamento
con calcoli rigorosi.
Scriviamo l'equazione di equilibrio alla rotazione attorno al centro di pressione
per ricavare l'asse neutro.
y
Vc b e  h / 2  y / 3  2m ˜ V c h / 2  a  y / y ˜ A res e  a 0
2
12m ˜ A res 12m ˜ A res
y 3  3 e  h / 2 y²  e  a y  e  a h / 2  a 0
b b
y 3  68.4 cm y²  4.5 0.75 ˜ 2.545 78.3 y  4.5 ˜ 1.91 78.3 55.5 0
y 3  68.4 cm y²  672.55cm² y  37350.9cm 3 0.
Si ricava la posizione dell'asse neutro: y 17.89cm .
I due bulloni che avevamo ipotizzato in zona compressa ricadono
effettivamente in tale zona, possiamo quindi proseguire nel calcolo degli sforzi.
L'equazione alla traslazione verticale è:
Vc y V §h ·
b  2m c ¨  a  y ¸ A res N
2 y ©2 ¹

ª 17.9 2 ˜ 15
Vc « 40  35  20.5  17.9 1.91º» 9769daN
¬ 2 17.9 ¼
Vc 41.11 daN / cm² .
Geometricamente (dall'imposizione della congruenza) si ricava il valore dello
sforzo nei bulloni.
V §h ·
Vf m c ¨  a  y ¸
y ©2 ¹
41.11
15 35  20.5  17.9 1295.31 daN / cm²
17.9
A verifica di correttezza dei calcoli, si valutano i risultanti delle compressioni e
delle trazioni, e si uguagliano all'azione di compressione che effettivamente
agisce:
V y
V f nb A b  c b N
2
41.11 ˜ 17.9 9769.3 daN .
 1295.3 daN / cm² ˜ 2 ˜ 1.91cm²  40 daN
2
Effettivamente l'azione di compressione valeva N=9769 daN.
310 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

VERIFICA DEGLI ELEMENTI STRUTTURALI. BULLONE CON ROSETTA

DIAMETRO DELLA ROSETTA


Per il progetto della rosetta imponiamo dapprima che la forza trasmessa dal
bullone si scarichi tutta attraverso la rosetta stessa, trascurando quindi l'aderenza
tra bullone e calcestruzzo:
ª § SD 2 ·º
Nb Vb ˜ A res # Vb ˜ «0.75¨¨ ¸» ;
¸
¬ © 4 ¹¼
§ S) 2 SD 2 ·
Nc 0.7 ˜ V amm , cls ˜ A c 0.7 ˜ V amm , cls ˜ ¨¨  ¸.
© 4 4 ¸¹
Imponiamo l'uguaglianza di queste due forze e ricaviamo il diametro minimo che
deve avere la rosetta:
ª § SD 2 ·º § S) 2 SD 2 ·
Vb ˜ «0.75¨¨ ¸»
¸ 0.7 ˜ V amm , cls ˜ ¨¨  ¸
¬ © 4 ¹¼ © 4 4 ¸¹

Vb ˜ 0.75 § SD 2 · S) 2 SD 2
¨ ¸ 
0.7 ˜ V amm, cls ¨ 4 ¸ 4 4
© ¹

Vb Vb
1.07 D2  D2 ) 2 e quindi: ) D 1.07 1 .
V amm , cls V amm , cls

Nel nostro caso, sostituendo i valori :


1295.3
) 1.8 1.07 1 7.48cm .
85
Si sceglie un diametro di 8 cm.

D = 18mm

Fig. 12.10. Bullone con rosetta

SPESSORE DELLA ROSETTA


Per il progetto dello spessore si calcola dapprima la pressione agente sulla
rosetta, ipotizzando un andamento costante su tutto il disco:
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 311

Nb Nb
p 2 2
1.27 .
S) SD )  D2
2

4 4
Si ha:
2474
p 1.27 51.71 daN / cm² .
64  3.24
Questa pressione è ammissibile per il cls. Bisogna verificare lo sforzo
nell'acciaio, usando le formule per lastra anulare incastrata. Dal manuale
dell'ingegnere (Colombo):
2
§ c ·
K ˜ p ˜ ¨ ¸  V amm con K dipendente dal rapporto )/D = 8/1.8=4.44.
© 2t ¹

Tabella 12.11. Valori K vs )/D


)/D
1.25 1.5 2 3 5 10
K 0.124 0.373 0.947 1.96 3.36 5.3

Interpolo linearmente per calcolare il valore di K da utilizzare:


)
5
3.36  K D da cui K 0.7 )  0.14 ;
3.36  1.96 53 D
e, per )/D=4.44 si ha: K 3.1108  0.14 2.971 .
N.B: Il programma ACCBULL ha in memoria un polinomio di regressione sui dati
di terzo grado, e calcola per questo caso il valore K=3.00004, che è maggiore solo
dell'1%.
Infine lo spessore:

K ˜ p ˜ )2 2.971 ˜ 51.71 ˜ 64
tt cm 1.022cm .
4 ˜ V amm 4 ˜ 2350
Scegliamo una lamiera di 1.2 cm di spessore.

PIASTRA DI BASE

Verifichiamo la striscia più debole della lamiera (quella indebolita dai fori dei
bulloni, Fig. 12.11):
§ 17.9  14.5 ·
q2 41.11¨ ¸ 7.809 daN / cm²
© 17.9 ¹
41.1  7.809
daN / cm² ˜ 14.5cm 354.66 daN / cm
2
1
Mmax # ˜ 354.66 ˜ 11.35 2 5711.02 daN ˜ cm
8
1
Ix bh3 9.667cm 4 .
12
312 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

14.5cm 10cm 21cm 14.5cm

2*2474=4948 daN
Vc = 41.11 daN/cm²

(a)

145 mm

19 mm
354.66 daN/cm

7.809 daN/cm²
41.11 daN/cm²
11.35 cm
(b) (c)

Fig. 12.11.a-c. Verifica della lamiera

Mmax
V h/2 590.76 daN / cm² ; V  2350 daN / cm² .
Ix
La verifica è soddisfatta.

TIRO DEI BULLONI

Nb 2474 daN

1 1
Ix bh3 11.35 ˜ 2 3 7.5667cm 4
12 12
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 313

2474 daN
Mmax 5.62cm 6948.23daN ˜ cm
2
Mmax 6948.23
V h/2 1 918.26 daN / cm²
Ix 7.5667

V  2350 daN / cm² La verifica è soddisfatta.

113.5 mm
7 mm

113.5 mm
19 mm

Fig. 12.12. Tiro dei bulloni

NERVATURE DELLA PIASTRA DI BASE


Reazione del calcestruzzo
1
Vc ˜ b 41.11 ˜ 40 1644.4 daN / cm ; 17.9 5.9667 cm
3
1644.4 ˜ 17.9
Rc 14717.4 daN
2
MA 14717.4 daN>24.5  5.9667 @cm 272761.6 daN ˜ cm .
4.5 cm

A A

1644.4 daN/cm 4948 daN

17.89 cm

24.5 cm 10 cm
(a) (b)

17.2 cm
20 cm

4.8 cm
2 cm

40 cm

(c)
Fig. 12.13.a-c. Nervature della piastra di base
314 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
Tiro dei bulloni
nbNb 4948 daN ; MA 4948daN ˜ 10cm 49480 daN ˜ cm
Ricapitolando:
Mmax 272761.6 daN ˜ cm ; Tmax 14717.4 daN

VERIFICA
A 3 0.7 ˜ 20  40 ˜ 2 122cm²
S inf 2 ˜ 40 ˜ 1  3 0.7 ˜ 20 2  10 80  504 584 cm3
S inf
yG 4.787cm
A
Ix
3 0.7 ˜ 17.2 3 / 3  3 0.7 ˜ 4.8 3 / 3  1 / 12 ˜ 40 ˜ 2 3  40 ˜ 2 ˜ 3.8 2
4
4821.2 cm
272761.6
V sup 17.2 973.1 daN / cm²
4821.2
14717.4
Wmed 350.4 daN / cm²
3 0.7 ˜ 20

V id r V 2x  3W 2xy r 973.12  3 ˜ 350.4 2 1146.85 daN / cm²  2350 daN / cm²

Anche quest'ultima verifica è soddisfatta.

12.3 Sezione non-omogenea

12.3.1 Strutture in calcestruzzo armato

SCHEDA STA-5: SOFTWARE PER STRUTTURE IN CALCESTRUZZO


ARMATO

Programmi ca_prver.89P, ca_tbpil.89P, ca_murso.89P


Considerazioni generali
La progettazione delle strutture in calcestruzzo armato presenta, per così dire, due
livelli di difficoltà in più rispetto al caso dell'acciaio cui abbiamo già fatto qualche
cenno: innanzi tutto il legame costitutivo del calcestruzzo non è lineare, ma
presenta una curvatura accentuata nella zona compressa, mentre in zona tesa
presenta un grafico tipico dei materiali fragili, con un breve tratto pressoché
rettilineo cui segue la rottura improvvisa. Inoltre la collaborazione tra armatura e
matrice cementizia modifica ulteriormente il comportamento del materiale, sia
introducendo una forte anisotropia, sia fornendo al materiale composito così
risultante la capacità di resistere a trazione.
Sezione non omogenea 315
La quasi uguaglianza dei coefficienti di espansione termica dei due materiali
evita l'instaurarsi di autotensioni dovute a variazioni di temperatura, che
provocherebbero in pochi cicli il distacco dell'acciaio dal calcestruzzo con il
conseguente collasso dell'elemento strutturale.
Nel seguito si supporrà che il lettore abbia già confidenza con le nozioni di base
della progettazione in calcestruzzo armato.
Dei programmi che seguono, il primo esegue verifiche su sezioni in
conglomerato cementizio armato; il secondo consente di calcolare in prima
approssimazione il carico su una fila di pilastri appartenenti ad un edificio in corpo
doppio; il terzo effettua le verifiche di stabilità su un muro di sostegno.

4a: Progetto e verifica di sezioni in calcestruzzo armato


Programma ca_prver.89P

Il programma effettua il progetto di una trave inflessa in c.a., sia a sezione


rettangolare che a T, e la verifica a presso-tenso flessione di travi a T, nonché,
come caso particolare, di travi a sezione rettangolare. Per quanto riguarda la
tensoflessione, il programma considera la trave come se avesse in ogni caso una
sezione rettangolare. Per le caratteristiche dei materiali è stata seguita la
normativa italiana vigente (D.M. 9/1/96), che ha introdotto per la prima volta nel
nostro paese il metodo semiprobabilistico degli stati limite.

Guida all'uso del programma


1) Accendere la calcolatrice e, se necessario, portarsi nello schermo HOME (S.1).
2) Lanciare il programma digitando sulla linea di comando CA_PRVER(), oppure
tramite 2nd[VAR-LINK], come mostrato nella S.2. In questo caso, ricordarsi di
chiudere la parentesi nella riga di comando (S.3).

S.1 S.2

S.3 S.4
316 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

S.5 S.6

3) Premere ENTER: dopo qualche secondo durante il quale lampeggia la scritta


BUSY nell'angolo in basso a destra, inizia l'esecuzione del programma
(S.4). Premere ENTER per accedere al menu principale.
4) Inserire i dati relativi ad una sezione in c.a. da progettare a flessione.
Ipotizziamo un calcestruzzo di resistenza caratteristica cubica (Rck) pari a 25
MPa, mentre per l'armatura utilizzeremo barre in acciaio ad aderenza
migliorata Fe B 44K. Per inserire i dati sui materiali, dal menu del programma
(S.5) selezioniamo F2:Materiali, 1 :Calcestruzzo (S.6). Ricordiamo che la
normativa consente l'uso di calcestruzzi con resistenze comprese tra 15 e 55
MPa. È consentito l'impiego di calcestruzzi ad alta resistenza, fino ad un
massimo di Rck=75 MPa, solo previo parere favorevole del Ministero dei Lavori
Pubblici.
5) Il programma propone di default il valore 25 MPa, di uso frequente, ma
naturalmente è possibile modificare a piacimento tale valore. In questo calcolo
di esempio possiamo confermare il valore proposto (S.7) premendo ENTER.
Viene calcolato e visualizzato il valore della resistenza di progetto:
fck 0.83 ˜ R ck
fcd
Jc Jc

nella quale Jc vale 1.6 (S.8).

S.7 S.8

S.9 S.10
Sezione non omogenea 317

S.11 S.12

S.13 S.14

6) F2: Materiali, 2: Acciaio è la combinazione di tasti da utilizzare per


l'inserimento delle caratteristiche dell'acciaio (S.9). È possibile scegliere tra i
due tipi di barre ad aderenza migliorata ammessi dalla normativa, come si
vede in S.10. Adottiamo per questo esempio l'acciaio a resistenza più elevata
(Fe B 44K).
7) Il programma calcola e visualizza (S.11) la resistenza di progetto, dividendo la
tensione di snervamento per un coefficiente di sicurezza indicato dalla
normativa, per il caso dell'acciaio, pari a 1.15 per gli stati limite ultimi, e 1.0
per gli stati limite di esercizio. Non conoscendo quale combinazione di carichi
si sta studiando, si è scelto di utilizzare sempre, a favore di sicurezza, il
coefficiente Js pari a 1.15.
8) Selezionati i materiali che verranno adottati, si procede all'inserimento delle
dimensioni della membratura. L'ordine di inserimento, comunque, può essere
invertito (per esempio prima le dimensioni della trave, poi le caratteristiche
dell'acciaio, poi quelle del calcestruzzo). Si presterà attenzione di aver inserito
tutti i dati correttamente prima di eseguire il progetto o la verifica. Si selezioni
allora il comando per l'immissione delle dimensioni della trave: F3: Dimensioni,
1: Trave (S.12).
9) Si voglia effettuare il progetto di una sezione a T in calcestruzzo armato,
sottoposta ad una flessione di 25 kN˜m (25˜106 N˜mm). Il programma esegue il
progetto a flessione solo per sezioni rettangolari. Questo problema può essere
bypassato in quanto, frequentemente, l'asse neutro di una sezione a T cade
all'interno dell'ala superiore. In questo caso il programma fornisce la corretta
soluzione sia in termini di altezza che di area di acciaio necessaria, poiché la
sezione a T viene ricondotta ad una sezione rettangolare compressa in
calcestruzzo, e ad una armatura a distanza h dal lembo superiore. Si consideri
(S.13) un'ala larga 1 metro, un'anima di 20 cm, e un copriferro di 3.5 cm,
uguale sia al lembo teso che al lembo compresso. È necessario lasciare
318 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
impostati a 0 sia il valore dell'altezza (da calcolare) che il valore dello spessore
dell'ala "s".
10) Lasciamo impostate a 0 anche le dimensioni dei ferri di armatura, e passiamo
all'inserimento delle azioni sollecitanti: è sufficiente premere F4: Azioni per
visualizzare la schermata di S.14. Lasciare nullo il valore del taglio e
dell'azione assiale, ed inserire il momento flettente, pari a 25 milioni di N˜mm.
Premere ENTER per tornare al menu.
11) Premere F5:Esegui, 1:Progetto. Dopo pochi istanti, durante i quali lampeggia
la scritta BUSY nell'angolo in basso a destra, vengono visualizzati i valori
dell'altezza totale minima e dell'area minima di armatura (S.16). È anche
possibile modificare i valori proposti per adattare i risultati del calcolo alla
situazione reale.
12) Poniamo, per esempio l'altezza totale pari a 250 mm (S.17), mentre lasciamo
inalterato il valore dell'armatura, che andremo a modificare in un altro modo
(si vedano i punti seguenti). È opportuno, a questo proposito, tenere a mente
o segnarsi da qualche parte il valore proposto dalla calcolatrice.
13) Andiamo infatti ad azzerare i dati sulle armature, per poi reinserirli in termini
di numero di ferri e loro diametro: selezionare F3:Dimensioni, 4:Azzera
armatura.
14) Una schermata di avvertimento (S.19) chiede la conferma dell'operazione:
impostare SI alla richiesta, e premere ENTER 2 volte.

S.15 S.16

S.17 S.18

S.19 S.20
Sezione non omogenea 319

S.21 S.22

S.23 S.24

15) Quindi portarsi nella schermata di inserimento delle armature tese:


F3: Dimensioni, 2: Armatura inferiore (S.20).
16) Il programma fornisce l'area totale di armatura già inserita, che attualmente è
zero a seguito dell'azzeramento. A questo punto si possono inserire quanti
ferri si desidera, a gruppi omogenei nel diametro (per esempio 2 ‡ 14 e 4 ‡
16). Nel nostro caso, dovendo immettere un'area minima di 6.71 cm2,
posizioniamo per iniziare 2 ‡ 18 (S.21). Premendo ENTER il programma
calcola l'area risultante (5.09 cm2) che è troppo bassa (S.22). E' possibile
continuare ad inserire armatura a piacere. Per terminare questa fase,
immettere 0 come numero di ferri, e premere ENTER.
17) La S.23 mostra la situazione dell'armatura dopo che sono stati inseriti altri 2 ‡
18, per un'area totale di 10.18 cm2. Accettiamo questo valore premendo
ENTER.
18) Prima di effettuare la verifica della sezione risultante, è necessario completare
le dimensioni (S.24) inserendo il valore dello spessore dell'ala. Poiché il
progetto aveva fornito una altezza minima di circa 15 cm, prendendo l'ala
spessa 10 cm abbiamo buone probabilità che l'asse neutro non cada
nell'anima, e quindi siamo ancora nelle ipotesi di sezione assimilabile a
rettangolare. Si tenga presente che per la verifica il programma può calcolare
la sezione come effettivamente a T: in questo caso i valori forniti dal progetto
di una sezione rettangolare potrebbero essere inesatti e sarebbe necessario
un aggiustamento in seconda battuta, visti i risultati della verifica stessa.
19) F5:Esegui, 2:Verifica (S.25). Dopo qualche istante appare la finestra di
riepilogo di S.26, nella quale sono indicati: la posizione dell'asse neutro,
misurata a partire dal lembo compresso, lo sforzo massimo agente nel
calcestruzzo, e gli sforzi agenti nelle armature. Il valore Vfc non è significativo
nel caso non esistano armature in zona compressa, ma non inficia la validità
dell'analisi. Premendo ENTER si eseguono le verifiche di ogni componente;
con il tasto ESC, invece, si torna direttamente al menu.
320 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
20) Le schermate dalla S.27 alla S.29 mostrano le tre schermate di verifica. Anche
in questo caso la pressione di ENTER visualizza la schermata successiva, ESC
torna al menu.
21) Per concludere questa veloce panoramica, mostriamo come si comporta il
programma nel caso di una pressoflessione applicata alla stessa sezione:
torniamo all'inserimento delle azioni, ed aggiungiamo una compressione pari a
100 kN (S.30  le compressioni hanno segno negativo).
22) Viene visualizzata la stringa "Verifica a pressoflessione" come conferma che il
programma stia seguendo l'algoritmo ad hoc per il caso in esame. È possibile
che vengano visualizzati altri messaggi, come per esempio "L'a.n. taglia
l'anima" se la zona compressa si estendesse anche lungo l'anima della trave.
23) Mostriamo anche come sia possibile, se necessario, modificare i dati sulle
armature: per esempio supponiamo di voler inserire 4 ‡ 12 al lembo
compresso che serviranno come reggistaffa (S.32). Inoltre, considerato il fatto
che le armature tese lavorano molto al di sotto delle loro possibilità, vogliamo
lasciare solo 3 ‡ 18 al lembo teso. In S.33 si vede che è sufficiente togliere 1
barra, inserendo -1 come numero di barre.

S.25 S.26

S.27 S.28

S.29 S.30
Sezione non omogenea 321

S.31 S.32

S.33 S.34

S.35

24) La S.34 mostra la verifica della sezione così determinata. L'esame dei valori
visualizzati porta a concludere che i materiali non sono stati sfruttati
adeguatamente: in un caso reale una sezione del genere sarebbe decisamente
antieconomica.
25) Per uscire dal programma selezionare: F1:File, 2:Esci.

4b: Costruzione tabella pilastri di un edificio in corpo doppio


Programma ca_tbpil.89P
Una delle tipologie costruttive più comuni tra gli edifici multipiano in cemento
armato è il corpo doppio: 3 file di pilastri dividono lo spazio interno,
longitudinalmente, in due parti, all'interno delle quali si ricavano i vani abitabili, che
mantengono una certa regolarità imposta dalla struttura stessa. Il blocco rigido
scale/ascensore viene posto generalmente al centro o in posizione simmetrica
rispetto al centro (se più di uno). La funzione statica di tale blocco è di assorbire
piano per piano le forze orizzontali (vento-sisma) e trasferirle alle fondazioni senza
che vadano a gravare sul sistema di pilastri, che può così essere dimensionato
principalmente per i carichi verticali, costituiti dai carichi permanenti e dai
sovraccarichi accidentali (vedi Fig. 5.1).
Ogni colonna di pilastri porterà, naturalmente, carichi sempre maggiori a partire
dal piano più alto, fino ad arrivare al piano più basso. Le dimensioni del singolo
pilastro rispecchieranno questo andamento.
322 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
Il programma ca_tbpil costruisce la tabella dei carichi su un singolo pilastro
rettangolare di un edificio in corpo doppio, ed effettua un predimensionamento
della struttura. Nel calcolo delle dimensioni si impone un'area minima di 900 cm2
(pilastro quadrato di 30 cm u 30 cm) ed entro limiti ragionevoli si cerca di tenere
uno dei due lati pari a 30 cm. Se il rapporto tra i due lati supera 2, la dimensione
del lato minore viene aumentata di 5 cm alla volta fino ad avere una sezione
sufficientemente regolare.

Guida all'uso del programma

1) Accendere la calcolatrice e, se necessario, portarsi nello schermo HOME (S.1).


2) Lanciare il programma digitando sulla linea di comando CA_TBPIL(), oppure
tramite 2nd[VAR-LINK], come mostrato nella S.2. In questo caso, ricordarsi di
chiudere la parentesi nella riga di comando (S.3).
3) Premere ENTER: dopo qualche secondo durante il quale lampeggia la scritta
BUSY nell'angolo in basso a destra, comincia l'esecuzione del programma
(S.4). Premere ENTER per accedere al menu principale.
4) I menu da F2:Materiali a F4:Carichi danno accesso alle routine di inserimento
dei dati, mentre il menu F5:Esegui conduce al calcolo delle sezioni del pilastro
(S.5). Esaminiamo una per una le fasi di inserimento e la fase di output:
5) Premere F2:Materiali, 1:Calcestruzzo (S.6). Nella versione corrente il menu
2:Acciaio è attivo e funzionante, ma siccome il programma non tiene in conto
la presenza di armatura nel pilastro, è possibile lasciare memorizzato il valore
di default (Fe B 38K) senza che questo influenzi i calcoli successivi.
6) Supponiamo di utilizzare un calcestruzzo piuttosto scadente (Rck = 15 MPa,
che è il valore minimo ammesso dalla normativa). Inseriamo tale valore nel
campo di S.7.

S.1 S.2

S.3 S.4
Sezione non omogenea 323

S.5 S.6

S.7 S.8

S.9 S.10

7) Il valore della resistenza di progetto a compressione viene ridotto del fattore


0.7. Questo passaggio (S.8) è un retaggio del vecchio metodo delle tensioni
ammissibili, ma consente di avere risultati sempre a favore di sicurezza. Se il
pilastro fosse eccessivamente snello sarebbe, inoltre, necessario eseguire una
verifica a stabilità. PremereENTER per tornare al menu.
8) Indichiamo al programma le dimensioni principali della struttura, cominciando
dalle grandezze rilevabili dalla pianta dell'edificio. Premere F3:Dimensioni,
1:Pianta (S.9). Nella finestra successiva (S.10) è possibile inserire il numero
del pilastro, che serve solo a ricordare quale pilastro si sta studiando, la
disposizione in pianta del pilastro e le dimensioni della superficie di influenza.
9) In S.11 è mostrata la finestra completata.
10) Inseriamo anche le dimensioni rilevabili dal prospetto (S.12). Premere
F3:Dimensioni, 2:Alzato.

S.11 S.12
324 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

S.13 S.14

S.15 S.16
11) Supponiamo che l'edificio abbia 5 piani, che l'altezza di ogni soletta sia di 30
cm e che l'interpiano sia di 2.90 metri (S.13).
12) Inseriamo anche un dimensionamento di massima della trave di spina, per
esempio sia rettangolare con i lati di 25 cm u 100 cm. La trave di bordo,
dovendo portare la metà dei carichi, sarà sicuramente più bassa: ipotizziamo
25 cm u 50 cm. Queste misure sono assolutamente indicative, e vengono
usate esclusivamente per calcolare il peso delle travi che si scarica sul pilastro.
Per questo motivo non è necessario avere le dimensioni esatte delle travi, ma
è sufficiente cercare di approssimare per eccesso il carico finale.
13) Dal menu F4:Carichi si immettono i valori relativi ai carichi permanenti ed
accidentali. Si ricordi che i valori forniti dalla normativa vanno moltiplicati per
coefficienti generalmente maggiori di 1, per formare le combinazioni di carico
per lo stato limite ultimo, oppure compresi tra 1 e 0.2 per quanto riguarda le
combinazioni di carico per gli stati limite di esercizio (rare, frequenti, quasi
permanenti). A questo proposito si rimanda alla parte generale del D.M.
9/1/1996.
14) Il programma propone dei valori di riferimento (S.17) che possono essere
modificati secondo le necessità, per quanto riguarda il peso
dell'impermeabilizzazione, del solaio, della solettina e degli intonaci. Questi
carichi per unità di superficie verranno moltiplicati per l'area di influenza per
determinare il peso proprio della struttura che grava sul pilastro.

S.17 S.18
Sezione non omogenea 325

S.19 S.20

15) Per quanto riguarda i carichi accidentali, è possibile inserire un valore unico
per tutti i piani, oppure fornire un valore diverso piano per piano.
Nel caso di edifici adibiti ad abitazione è possibile usare un solo valore di
carico accidentale, anche se a priori l'ultimo piano (la copertura) andrebbe
considerato a sé stante; per edifici misti abitazioni / uffici / locali pubblici /
autorimesse, invece, è indispensabile poter inserire il valore di sovraccarico
esatto per il vano in questione. Per l'esempio che stiamo illustrando è
sufficiente un unico valore dei carichi, per cui rispondiamo SI alla domanda
"Carichi uguali per tutti i piani?" di S.18.
16) Inseriamo il valore 2 kN/m2, quindi confermiamo premendo ENTER.
17) La fase di inserimento dati è terminata, il programma è in grado di effettuare
l'analisi. Premere F5:Esegui, 1:Calcolo pilastro.
18) Piano per piano (S.21, S.25) vengono forniti i valori del carico totale al piede
del pilastro, dell'area minima di calcestruzzo, e le dimensioni minime suggerite
per i lati del pilastro.
19) Nella versione corrente del programma spetta all'utente arrotondare la
dimensione calcolata (per esempio b: 342.995 mm al terzo piano diventerà 35
cm).
20) Per uscire dal programma, come sempre, premere F1:File, 2:Esci, quindi
confermare con ENTER.

S.21 S.22

S.23 S.24
326 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

S.25 S.26

4c: Muri di sostegno a mensola e a gravità in cemento armato


Programma ca_murso.89P
Questo programma esegue le verifiche di stabilità al ribaltamento e allo
scorrimento per un muro di sostegno in calcestruzzo, che può essere sia a gravità
che a mensola. L'approccio è quello di Rankine. Fornisce anche le pressioni sul
terreno, che vanno verificate secondo un metodo che si riconduca al calcolo della
capacità portante, come per esempio la formula DIN 4017 delle norme tedesche,
1
riportata anche dal Cestelli Guidi . Non è invece più consigliabile l'approccio in
termini di tensioni ammissibili del terreno per le carenze su base teorica che tale
approccio presenta. Vengono inoltre forniti i valori delle azioni sollecitanti le sezioni
più critiche del muro, perché si possa effettuare il progetto e la verifica delle
armature tramite un programma adeguato (per esempio ca_prver, vedi
Scheda 6a).
Sia per quanto riguarda la geometria del muro che per quanto riguarda il
comportamento del terreno, sono state adottate alcune semplificazioni che
impediscono una trattazione generale del problema, limitando alla risoluzione di
alcuni casi particolari:
 geometria e condizioni al contorno: il paramento a monte è sempre
verticale; il terreno è orizzontale; non è prevista la presenza di falda acquifera;
non è prevista la presenza di acqua a valle; non sono previsti sovraccarichi;
 terreno: non si tiene conto dell'attrito tra parete verticale del muro e terreno
(spinta attiva sempre orizzontale); in caso di terreno coesivo, si suppone la
formazione di tension cracks: a favore di sicurezza non si tiene conto della
trazione, ma solo degli sforzi di compressione a partire da una quota inferiore
al piano campagna.

Guida all'uso del programma

1) Accendere la calcolatrice e, se necessario, portarsi nello schermo HOME (S.1).


2) Lanciare il programma digitando sulla linea di comando CA_MURSO(), oppure
tramite 2nd[VAR-LINK], come mostrato nella S.2. In questo caso, ricordarsi di
chiudere la parentesi nella riga di comando (S.3).

1
Carlo Cestelli Guidi, “Geotecnica e Tecnica delle fondazioni”, Hoepli editore, 8va
edizione, 1987.
Sezione non omogenea 327

S.1 S.2

3) Premere ENTER: dopo qualche secondo, durante il quale lampeggia la scritta


BUSY in basso a destra, inizia l'esecuzione del programma (S.4). Premere
ENTER per accedere al menu principale.
4) Per impostare i dati sui materiali premere F2: Materiali (S.5). Nella versione
corrente del programma, pur essendo possibile selezionare tipo di calcestruzzo
e tipo di acciaio, questi dati non vengono in alcun modo utilizzati, quindi non
ne è richiesto l'inserimento. È invece indispensabile fornire al programma le
caratteristiche del terreno: premere 3: Terreno.
5) Alcune note riguardanti i dati (S.6): il peso specifico del terreno verrà utilizzato
dal programma per i calcoli del peso e della spinta del terreno. Spetta
all'utente inserire il valore appropriato al caso in esame (peso specifico
globale, secco, sommerso). Si tenga presente che il programma non prevede
la presenza di acqua (la spinta idrostatica non viene calcolata). L'angolo
d'attrito tra terreno e muro viene usato per calcolare la forza resistente per
attrito in caso di slittamento del muro, mentre l'attrito tra muro e terreno sulla
parete verticale viene sempre considerato nullo. Sul parametro coesione, che
diminuisce la spinta risultante, si assuma qualche cautela: per valori bassi o
incerti è consigliabile, a favore di sicurezza, effettuare i calcoli ponendo la
coesione pari a zero.

S.3 S.4

S.5 S.6
328 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato

S.7 S.8

S.9 S.10

6) Immissione dei dati geometrici: premere F3: Dimensioni. Delle due opzioni
mostrate in S.7, come già detto, la seconda (armatura) non è attiva.
Inseriamo i dati riguardanti il muro: 1: Muro. Appare subito un menu per la
selezione del tipo di muro da calcolare (S.8). Inseriamo i dati relativi ad un
muro a mensola, premendo 2: Muro a mensola, oppure spostando
l'evidenziazione sulla seconda riga con il tasto ➲ e premendo .
7) Viene presentato uno schema del muro (S.9) e la calcolatrice si mette in
pausa. Premere ENTER per proseguire.
8) Le dimensioni vengono richieste in due schermate successive: dapprima si
inseriscono le quote relative al muro verticale (altezza a partire dall'estradosso
della fondazione, e larghezza costante, S.10). Verifichiamo un muro alto 5.5
metri, e largo 45 cm.
9) La seconda schermata (S.11) è dedicata alla geometria della fondazione. Lo
sporto a monte è la larghezza della fondazione, dalla parte del terreno,
misurata a partire dalla fine del muro verticale; lo sporto a valle è la larghezza
dalla parte opposta. Naturalmente, nel caso di muro a gravità, verranno
richieste anche altre dimensioni (in particolare vengono richiesti due valori di
larghezza del muro: alla base ed in sommità).
10) Non sono necessari altri dati, quindi possiamo eseguire il ciclo delle verifiche.
Premere F5: Esegui, 1: Pressioni (S.12).

S.11 S.12
Sezione non omogenea 329

S.13 S.14

11) Vengono fornite tutte le indicazioni per il tracciamento delle pressioni sul
terreno. Nel caso in cui la sezione sia interamente compressa, come
nell'esempio di S.13, vengono mostrati i valori della pressione agli estremi del
muro e l'ascissa del punto di azzeramento della pressione, che risulta fuori
dalla fondazione. Il punto x=0 è il punto più esterno della fondazione.
Come già accennato nell'introduzione, non è consigliabile confrontare i valori
ottenuti dal calcolo con una "resistenza ammissibile del terreno", ma è
opportuno utilizzare un metodo che si riconduca al calcolo della capacità
portante di una fondazione rettangolare. La citata formula tedesca DIN 4017
fornisce, per il caso di un rinterro a valle a quota 120 cm sopra la base della
fondazione, un valore di pultimo = 0.491 MPa, per un coefficiente di sicurezza
pari a 2.73.
12) Eseguiamo la verifica alla traslazione del muro: F5:Esegui, 2:Verif.
scorrimento (S.14).
13) Nella finestra di S.15, Fr sta per forza resistente, ed è calcolata come Q˜Fv,
nella quale Q = tan G è il coefficiente di attrito e Fv è la sommatoria di tutti i
carichi verticali sulla base della fondazione; Fs, inteso come forza sollecitante,
è dato dal valore della spinta attiva. La verifica è soddisfatta se il coefficiente
di sicurezza (Fr / Fs) è maggiore di 1.3.
14) Premere: F5:Esegui, 3:Verif. ribaltam. Si accede alla finestra di S.16. Mres è il
momento resistente, calcolato come il momento di tutte le forze che
stabilizzano il muro rispetto al punto più esterno della fondazione; Mrib è il
momento ribaltante, calcolato come momento della spinta attiva rispetto allo
stesso punto. Il coefficiente di sicurezza, calcolato come rapporto tra questi
due valori deve essere maggiore di 1.5.

S.15 S.16
15) L'ultima opzione visualizza i valori delle sollecitazioni in tre sezioni critiche del
muro e della fondazione: sarà possibile verificare le sezioni in cemento armato
330 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
inserendo tali valori nel programma ca_prver, considerando strisce di muro di
1 metro di lunghezza. Premere F5:Esegui, \:Verifiche c.a. (S.17).
16) Alla base del muro (S.18) agiscono sia azione assiale che taglio e momento: la
sezione va verificata come pressoinflessa, anche se il valore di compressione
non sarà particolarmente elevato.
17) Per quanto riguarda la fondazione, vengono forniti i valori del taglio e del
momento agenti all'incastro dei due sporti considerati come incastrati nel
muro (S. 19 e S.20). Premere ENTER per confermare, quindi F1:File, 2:Esci
per terminare l'esecuzione del programma.

S.17 S.18

S.19 S.20

12.3.2 Travi composte in acciaio e calcestruzzo: generalità


elementari
In questa tipologia (Fig. 12.14), soletta e trave d’acciaio vengono unite con staffe
(da verificare a taglio) per formare una struttura mista; l’acciaio lavora solo a
trazione ed il calcestruzzo a compressione. La sezione viene omogeneizzata
riducendo l’area del calcestruzzo ad area d’acciaio (prodotto per il rapporto dei
moduli elastici).
Peculiarità:
 ritiro: il C.A. si ritira ed induce tensioni nell’acciaio: il ritiro può comunque
essere assimilato ad una differenza di temperatura;
 viscosità: il calcestruzzo presenta deformazione elastica He e inoltre nel tempo
anche deformazione viscosa H v 2 y 3H e .
Hv
Il coefficiente M , varia nel tempo: interessa il valore asintotico (Fig. 12.15).
He
Sezione non omogenea 331

Fig. 12.14. Trave composta in acciaio-calcestruzzo

Fig. 12.15. Comportamento asintotico del coefficiente M

12.3.3 Travi in cemento armato precompresso: generalità


elementari

La tecnica consiste nel pre-comprimere le fibre di calcestruzzo che in esercizio


saranno soggette a trazione. Con riferimento alla Figura 12.16:
1. diagramma di sollecitazione per materiale simmetrico a compressione e
trazione;
2. si provoca uno stato di sforzo di compressione opportunamente distribuito;
3. se V e V pr sommando gli effetti si ha un diagramma senza trazione al bordo
inferiore;
4. se il materiale sopporta una leggera trazione, si può creare un altro tipo di
precarico in modo da avere, in esercizio, una distribuzione di tensioni di
compressione meno variabile lungo la sezione e tale che la Vmax sia minore
della Vmax del caso 3).

Fig. 12.16. Sezione in cemento armato precompresso: stati di sforzo indotti


332 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
12.3.3.1 Verifica del CAP

N M pr  M e
Vc r  Vc ,
A W
N = forza eccentrica di precompressione;
Mpr = N ˜ e = momento dovuto alla eccentricità della forza N;
Me = momento esterno dovuto al peso proprio ed ai sovraccarichi.
La V dell’acciaio non viene verificata perché già nella precompressione si
raggiungono tensioni poco diverse da quelle che si hanno in opera
(6 y 7% in meno).

12.3.3.2 Tecniche di precompressione

Strutture a fili aderenti. Fili di acciaio vengono tesi da un carico P; durante la


trazione si getta attorno ad essi una trave di C.A. (Fig. 12.17).
Quando questo ha fatto presa, si toglie il carico P per cui sulla trave si scarica la
forza P che, se ha una certa eccentricità, provoca compressione nelle fibre inferiori
e trazione in quelle superiori, con incurvamento della trave.
Questo tipo di trave è prodotta in fabbrica con conseguenti limitazioni nelle
dimensioni per il trasporto. Con precompressione a fili aderenti si realizzano solai
e travi di copertura.
Strutture a cavi scorrevoli (inizialmente). Si realizzano generalmente a piè
d’opera. Nel getto della trave, si inseriscono tubi flessibili (guaine) in lamierino
arrotolato a spirale, al cui interno è alloggiato un gruppo di fili.
Questi cavi vengono bloccati ad un estremo mediante una piastra; all’altro
estremo vengono messi in tensione mediante un martinetto, ancorato alla trave
stessa. L’allungamento dei fili è notevole (dell’ordine del 3%). Raggiunto il
massimo il cavo viene bloccato per mezzo di cunei. Le guaine sono incurvate
come in Figura 12.18 per contrastare in parte lo sforzo di taglio. In una generica
sezione, infatti, si ha T* T  N senD . Cioè, il taglio eguaglia quello che si
avrebbe in una trave normale, diminuito della componente verticale di N. Nei fori
delle guaine, dopo la tensione, si inietta calcestruzzo per proteggere il ferro
dall’ossidazione.
Per entrambe le tecnologie si hanno le seguenti fonti di perdita di
compressione:
 ritiro del calcestruzzo nel tempo H rit 0.00025 ;
 viscosità del calcestruzzo sotto carico (fluage) H v 2 y 3H e ;
 rilassamento iniziale dell’acciaio 'V 7 y 14% V iniziale .

(a) (b)
Fig. 12.17.a,b. Caso di fili aderenti. (a) modalità di carico. (b) Effetti finali
Per le strutture a cavi scorrevoli si ha:
Sezione non omogenea 333
 attrito dei cavi nelle guaine:
N1 N 2 e  f cD fc = coefficiente d’attrito.
Si raggiungono perdite di trazione dal 20 al 25% del valore iniziale.

Fig. 12.18. Caso a cavi scorrevoli

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