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(a) (b)
(c)
(d) (e)
Fig. 12.1.a-e. Rigidezze elementari
'" N
Deformazione H
" EA
N
Progetto A
V am
N
Verifica d V am
A
N, azione normale; Vam, azione normale; A, area sezione; E, modulo elasticità;
'"
", lunghezza iniziale; '" , allungamento totale; H , deformazione
"
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 271
T
Deformazione J F
G A
T
Progetto A
W am
T
Verifica d W am
A
v 0.3 acciaio 1
T, azione di taglio; Wam, sforzo ammissibile; J, scorrimento unitario; G, ® ;
¯v 0.1 c.a.
F 1.2 sez. rettangolare
°
F ® F 0.1 sez. circolare
°F A a
¯ anima sez." T"
M
Deformazione M
EI
M bh 2
Progetto W; W
V am 6
M bh 2
Verifica d V am ; W
W 6
M, momento flettente; I, momento d’inerzia baricentrico della sezione; Vam, sforzo ammissibile;
I
W, modulo di resistenza ; ymax, massima distanza dall’asse neutro; E, modulo di elasticità; M,
y max
rotazione unitaria
Mt
Deformazione T q
G Ip
Mt Mt
Progetto Wt per sezioni circolari d 1.72 3
W am W am
Mt Mt
Verifica d W am W r d W am
Wt Ip
I
Mt, momento torcente; Ip, momento d’inerzia polare; Wam, sforzo ammissibile a torsione; Wt ,
r
q 1 sezione circolare
°
modulo di resistenza; T, rotazione unitaria; q, fattore di torsione ® 3 b .
°¯ q sezione rettangolare
h - 0.63h
1
QH H2 H3
272 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
P § 4e ·
Sezione circolare V max ¨1 r ¸ d V am
SR 2 © R¹
P Pe
Sezione generica V max r d V am
A W
Sezione rettangolare
P § 6e ·
1) e h / 6 V max/min ¨1 r ¸ d V am
bh © h ¹
2P
2) e h/6 V min 0 V max d V am
bh
P § 6e ·
3) e ! h / 6 V max/min ¨1 r ¸ d V am
bh © h ¹
P Pex Pey
Centro di pressione (comunque disposto) V am t r r
A Wy Wx
P, carico eccentrico; A, area sezione; e, eccentricità; W, modulo resistenza; Vam, sforzo ammissibile a
compressione; ex ed ey: componenti secondo gli assi cartesiani della eccentricità e
2P
b. per e > h/6 si ha: V min 0 V max d V am
3bu
P, carico eccentrico; u, distanza del centro di pressione dal bordo più vicino; b, larghezza sezione
M M
Flessione W; d V am
V am W
TS max
Taglio d W am
Ib
3T
Sezione rettangolare d W am
2 A
M, momento flettente; T, azione di taglio; Smax, momento statico massimo; I, momento d’inerzia
baricentrale; b, larghezza della sezione
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 273
2
Tabella 12.8. Vari casi di vincolo
Carico critico
Condizioni agli estremi Linea elastica
~Pc~
S 2 EI Sx
1. Libero - Libero sin
L 2 L
S 2 EI Sx
2. Libero - Manicotto sin
4L 2 2L
S 2 EI Sx
3. Incastro - Libero 1 cos
4L 2 2L
S 2 EI Sx
4. Libero - Cerniera sin
L2 L
S 2 EI Sx
5. Cerniera - Cerniera sin
L2 L
2.05S 2 EI
6. Incastro - Cerniera --
L2
4S 2 EI 2Sx
7. Incastro - Incastro 1 cos
L 2 L
S 2 EI Sx
8. Incastro - Manicotto 1 cos
L2 L
S 2 EI Sx
9. Manicotto - Cerniera cos
4 L2 2L
S 2 EI Sx
10. Manicotto - Manicotto cos
L2 L
3
12.2.2 Carico critico euleriano per aste uniformi sotto carico assiale
Carichi ammissibili.
Per I in cm4 , " 0 in cm si ha Pam in daN :
muratura (O > 80) Pam 0 ,1 10 6 I min / " 20 ;
legno (O > 75) Pam 0 ,2 10 6 I min / " 20 ;
cls o c.a. (O > 110) Pam 0 ,6 10 6 I min / " 20 ;
ferro (O > 90) Pam 0,8 10 6 I min / " 20 ;
ghisa (O > 115) Pam 2,2 10 6 I min / " 20 ;
acciaio (O >75) Pam 6 ,9 10 6 I min / " 20 ;
"0
rapporto di snellezza : O ;
U min
2
E modulo dell’elasticità; I momento d’inerzia; L luce asta; x ascissa corrente.
3
Scheda STA-3: Stati elementari di sollecitazione, vedi Appendice.
274 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
12.2.2.1 Il metodo Z
Per valori di O molto elevati il carico di collasso della struttura coincide col
carico critico previsto dalla trattazione euleriana; per O tendente a zero tende ad
avvicinarsi al carico di snervamento per compressione del materiale.
Se per Vcr si definisce comunque la sollecitazione di collasso, al limite, per
O o 0, la sollecitazione critica Vcr tenderà alla sollecitazione Vs del materiale.
Vs
Il coefficiente di sicurezza Q ( O 0) di norma adottato nelle strutture in
V amm
acciaio varia da 1.41 a 2 e, per strutture snelle, sale fino a 2.5 e oltre.
Per le travi tozze si introduce la ipotesi semplificativa che il collasso avvenga
dopo lo snervamento; dopo lo snervamento il materiale può ancora sopportare
notevoli sollecitazioni prima di giungere a rottura. Nelle travi snelle il collasso si
manifesta, per l’improvvisa uscita della struttura dalla configurazione
fondamentale, quando ancora il materiale presenta comportamento elastico. Non si
hanno ulteriori risorse statiche.
Nelle applicazioni tecniche il metodo Z considera agente, nel caso di aste snelle
interessate da un carico assiale P, un carico fittizio ZP.
La sollecitazione è pertanto:
P V amm ( O 0)
V Z , con Z .
A V amm
Dovrà essere:
V amm ( O 0)
tV .
Esempio 12.1 Portale in Figura 12.3: due ritti realizzati in profilati I P 22 in acciaio St 52.
Sulla trave agiscono due carichi P = 600 kN equidistanti dagli appoggi. La lunghezza libera
d’inflessione è 2l = 600cm e quindi O = 107 essendo Umin = 5.59 cm; ne segue Z = 2.90, e
pertanto la sollecitazione è:
ZP 2.90 u 60000
V 1920 daN cm 2 ,
A 91.1
che essendo minore di V ammSt. 52 2100 daN cm 2 è accettabile.
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 277
Fig. 12.3. Portale con due piedritti realizzati in profilati I P 22, acciaio St 52
E2
Sostituendo nella (1), avendo posto n , si ha:
E1
N V 1 A1 n A2 .
L’area A2 è stata amplificata o ridotta nel rapporto dei moduli elastici. Se “n” è
grande si può trascurare A1 rispetto ad A2 ed avere quindi N V 1 n A2 V 2 A2 . Il
sistema si comporta come se nell’equilibrio intervenisse soltanto l’area A2.
Indicato con Ai A1 n A2 (area ideale) si ha:
N N N
V1 d V 1 (sollecitazione ammissibile), V 2 d V2 .
Ai A1 n A2 A2
Considerazioni generali
Nei programmi che seguono vengono affrontati alcuni aspetti, molto particolari
e piuttosto semplificati, della progettazione di strutture in acciaio. Si è cercato,
comunque, di fornire risposte eleganti a problemi che ricorrono spesso nella
pratica, quali la progettazione e la verifica di travi o colonne scelte tra i profilati
standard IPE o HEA, oppure il predimensionamento di alcuni dei più comuni giunti
bullonati o saldati. Gli studenti troveranno, quindi, la possibilità di avvicinarsi alla
progettazione di semplici strutture in modo piano e naturale, mentre i progettisti
sapranno sfruttare gli algoritmi proposti per veloci predimensionamenti o per
verifiche preliminari.
280 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
S.1 S.2
S.3 S.4
S.5 S.6
S.7 S.8
282 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
S.9 S.10
S.11 S.12
9) Per aprire la finestra delle scelte (S.10) premere ➨, quindi selezionare 2:IPE.
Premere ENTER 2 volte per salvare l'impostazione.
10) Il programma ricalcola il valore dell'altezza adeguata al tipo di profilo inserito.
Dalla S.11 si vede come sia necessaria, per sopportare lo stesso carico inserito
in precedenza, almeno una IPE 330.
11) Verifichiamo ora di quanto sarebbe possibile diminuire l'altezza della trave
utilizzando un acciaio a resistenza più elevata come, per esempio, il Fe 510.
Premere F2: Principale, 1: Materiale (S.12).
12) Spostare la selezione (S.13) su Fe 510 quindi premere ENTER, oppure
premere direttamente 3. Vengono mostrate le caratteristiche principali
dell'acciaio selezionato, secondo le direttive del DM 9/1/96: fd è la resistenza
di progetto, fdv è la resistenza di progetto a taglio (S.14). Premendo ENTER si
conferma la scelta effettuata e si dà inizio alla ricerca del nuovo profilo.
13) Dopo qualche secondo viene fornito il valore dell'altezza minima: in questo
caso aumentando la resistenza dell'acciaio si è ottenuta una diminuzione di più
del 10% nell'altezza della trave.
14) Si voglia ora verificare la stessa trave, considerando anche un taglio e una
debole azione assiale di compressione. Per considerare grandi carichi di
compressione è necessario effettuare una verifica di stabilità che la versione
attuale del programma non è in grado di eseguire. Premere F2: Principale,
2: Tipo di calcolo (S.16).
S.13 S.14
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 283
S.15 S.16
S.17 S.18
S.19 S.20
284 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
S.21 S.22
S.23 S.24
17) Premere F2: Principale, 3: Scelta profilo (S.21). Lasciare selezionato IPE nella
schermata seguente (S.22), e portare invece la selezione su 300, che segue
immediatamente 270, quando il programma chiede l'altezza della trave (Fig.
S.23). Premere ENTER per visualizzare i risultati.
18) La schermata di S.24 mostra i valori degli sforzi agenti nella sezione, che
risulta verificata. Lasciamo al lettore l'esercizio di andare a controllare che,
volendo cambiare tipo di profilo , basterebbe una HEA 200 per resistere alle
sollecitazioni imposte.
19) Per uscire dal programma premere F1: File, 2: Esci e premere ENTER alla
richiesta di conferma.
S.1 S.2
S.3 S.4
S.5 S.6
286 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
S.7 Fig. 8
S.9 S.10
S.11 S.12
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 287
S.13 S.14
S.15 S.16
12) Inseriamo (S.15) anche i dati sui bulloni: F3: Dimensioni, 2 Bulloni.
Selezioniamo il diametro, che nel nostro caso vale 12 mm (S.16). I valori
riportati dal programma sono i valori dei diametri che la normativa italiana
consente di utilizzare nella carpenteria metallica.
13) La schermata successiva (S.17) chiede la disposizione dei bulloni: inserire 2
come numero bulloni per fila, 2 come numero di file (4 bulloni), 60 mm come
interasse, 30 mm come distanza "a" tra il centro del bullone più esterno e il
bordo della lamiera nella direzione della forza, 20 mm come "a1" -distanza tra
il centro del bullone più esterno e il bordo della lamiera in direzione
perpendicolare alla forza. Premere ENTER.
14) Per terminare la fase di inserimento dati è necessario fornire il valore della
trazione: premere F4: Verifiche, 1: Inser. sollecit. (S.18). Immettere il valore
della forza in Newton (150'000). Premere ENTER per confermare.
15) Esaminiamo ora i risultati delle verifiche sulle varie parti del collegamento.
Premere F4: Verifiche, 2: Taglio nei bulloni (S.20).
16) La forza agente su ciascun bullone e di 37'500 N, contro una forza di progetto
massima di 28'789.9 N, il che porta a dover modificare la geometria del giunto
(S.21). Portiamo il numero di bulloni a 6, sempre allineati su 2 file (S.22).
S.17 S.18
288 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
S.19 S.20
S.21 S.22
S.23 S.24
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 289
S.25 S.26
S.27 S.28
S.29 S.30
S.31 S.32
S.33 S.34
S.35 S.36
S.37 S.38
S.39 S.40
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 291
S.41 S.42
S.43 S.44
S.45 S.46
292 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
S.47 S.48
S.49 S.50
9) Supponiamo agente sul vincolo un'azione di taglio di 105 kN. Inserire tale
valore nell'apposito campo (S.45).
10) Effettuiamo la serie di verifiche cominciando dal valore del taglio nei bulloni.
F4: Verifiche, 2: Taglio nei bulloni. (S.46). Il disassamento tra vincolo ideale
(intersezione degli assi delle travi) e vincolo reale (baricentro dei bulloni)
genera sul giunto un momento flettente che si scompone sui bulloni, in prima
approssimazione, in una serie di forze orizzontali, crescenti linearmente con la
distanza del bullone dal baricentro. Tale forza, sui bulloni della trave
secondaria, viene chiamata HMax. La forza massima sui bulloni viene calcolata
come somma vettoriale della quota di taglio portata da ogni bullone con la
forza orizzontale agente nei bulloni più esterni. Siccome i bulloni lavorano su
due facce di taglio, la forza risultante viene divisa per due prima di effettuare
la verifica. In S.47 Viene mostrato il risultato di tale verifica, e l'angolo di
inclinazione rispetto all'orizzontale della forza risultante.
11) Le squadrette vanno quindi verificate a flessione, considerando la sezione
effettiva, ossia quella depurata dei fori dei bulloni. Premere F4: Verifiche,
3: Fless. squadrette (S.48).
12) Lo sforzo ideale massimo sulla sezione è maggiore della resistenza di
progetto; ciò costringe a modificare qualche caratteristica del collegamento.
Sapendo che la resistenza di progetto per il Fe 430 è pari a 275 MPa, il modo
più semplice di superare questa verifica è di modificare il tipo di acciaio
utilizzato per le squadrette. Nella S.50 è mostrato l'esito della verifica con tale
variazione.
13) In questo modulo di programma vengono forniti i valori limite per l'interasse
tra i bulloni e la distanza dal centro dei bulloni più esterni e il bordo della
lamiera, anche se non viene direttamente eseguito un controllo sui valori
immessi. Spetta all'utente accertarsi che tali limitazioni dimensionali (imposte
dalla normativa italiana) siano rispettate (S.51 e S.52).
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 293
S.51 S.52
S.53 S.54
La maggior parte degli schemi di calcolo utilizzati per questo caso, così come la
disposizione dei vari elementi del collegamento, sono riportati insieme all'esempio
numerico presentato in appendice a questa scheda.
I calcoli riportati nelle schermate seguenti, relative all'esecuzione del
programma, si riferiscono allo stesso esempio e conducono a risultati leggermente
diversi perché il calcolo manuale era stato svolto in parte con il metodo delle
tensioni ammissibili, che fornisce valori inferiori per le caratteristiche dei materiali.
S.55 S.56
294 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
S.57 S.58
S.59 S.60
1) Dal menu principale (S.55) selezionare 3: Piastra di base. Si entra nel menu
del programma, che questa volta è più complesso di quello dei programmi
precedenti (S.56).
2) Inseriamo i valori delle caratteristiche dei materiali: premere F2: Materiali,
: Calcestruzzo (S.57). Viene proposto (S.58) un valore di default, che è 25
MPa, ma naturalmente è possibile modificarlo in base alle necessità. In questo
esempio possiamo lasciare inalterata la resistenza caratteristica cubica del
calcestruzzo, premendoENTER.
3) Viene visualizzato il valore della resistenza di progetto del calcestruzzo
(S.59). Premere ENTER per proseguire.
4) Passiamo alle caratteristiche dell'acciaio: premere F2: Materiali, 2: Lamiere.
Selezioniamo 1: Fe 360 (S.60).
5) Anche in questo caso vengono visualizzati i valori di progetto della resistenza
dell'acciaio selezionato (S.61). Premere ENTER per proseguire.
6) Per impostare la classe dei bulloni, premere F2: Materiali, 3: Bulloni. Nella
finestra di S.62 selezionare 2: 5.6.
7) Proseguiamo nell'immissione dei dati con l'inserimento delle dimensioni del
collegamento. Premere F3: Dimensioni, 1: Colonna (S.63). La colonna è una
HEA 220: l'altezza vale 210 mm, la larghezza misura 220 mm. Inserire questi
valori come mostrato in S.64. Premere ENTER per proseguire.
S.61 S.62
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 295
S.63 S.64
S.65 S.66
S.67 S.68
S.69 S.70
S.71 S.72
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 297
S.73 S.74
16) Quindi viene proposto anche il valore minimo dello spessore (S.75), che è
possibile aumentare se si vogliono diminuire le tensioni nell'acciaio. Infine
(S.76) vengono forniti gli esiti delle due verifiche con i valori aggiornati.
17) Nella verifica della rosetta viene dapprima proposto il valore minimo del
diametro, che è possibile aumentare per diminuire le sollecitazioni nel
calcestruzzo.
18) Nella verifica a flessione della piastra di base, si verificano le due situazioni
seguenti (si vedano le Schermate in appendice): 1) trave continua sui 3
appoggi costituiti dalle nervature superiori. Il carico viene calcolato a partire
dalla effettiva distribuzione delle compressioni sotto la piastra. 2) mensola
incastrata in corrispondenza della nervatura, e sollecitata dalla trazione dei
bulloni in corrispondenza del foro. Le S.77 e S.78 mostrano l'esito di tali
verifiche.
19) Infine viene verificata la sezione costituita dalla piastra di base e dalle
nervature, in corrispondenza dell'attacco con la trave. Il momento ed il taglio
applicati sono quelli calcolati dalla parte delle compressioni. La S.79 mostra
l'esito di tale verifica. Premere ENTER per confermare.
20) Per uscire dal programma, prima è necessario tornare al menu principale:
premere F1: File, 2: Torna al menu, quindi (S.80) selezionare 4: Esci.
S.75 S.76
S.77 S.78
298 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
S.79 S.80
S.1 S.2
S.3 S.4
S.5 S.6
300 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
1) Dal menu principale premere 1: Giunti tesi, oppure evidenziare la prima riga
spostandosi con i tasti ➩ o ➲ , e premere ENTER. Viene visualizzato il menu
caratteristico del caso da studiare (S.6), mentre il resto dello schermo viene
cancellato.
2) Si scelga il tipo di acciaio da utilizzare nei calcoli: premere F2: Materiale. Viene
immediatamente visualizzata la finestra di S.7. Per questo esempio selezionare
1: Fe 360. Vengono calcolate le resistenze di progetto a trazione e a taglio per
l'acciaio considerato (S.8).
3) Si inseriscano le dimensioni del collegamento: premere F3: Dimensioni, quindi
1: Lamiere. Ipotizzando di voler verificare un giunto tra 2 piatti, il primo largo
200 mm e spesso 8 mm, il secondo largo 180 mm e spesso 6 mm, immettere
tali valori nei campi mostrati in S.10.
4) Per fornire i dati sulle dimensioni dei cordoni di saldatura, premere
F3: Dimensioni, 2: Cordoni laterali. Il programma chiede la lunghezza totale
dei due cordoni laterali (S.11), intesa come la somma dei tratti di saldatura
che formano ciascun cordone, se questo non fosse continuo, oppure la
lunghezza efficace del cordone (è buona regola prevedere che gli estremi della
saldatura possano risultare non completamente efficaci e quindi a favore di
sicurezza escluderli dal calcolo). Ipotizzando una sovrapposizione di 17 cm,
inseriamo 150 mm come lunghezza del cordone (continuo). La lunghezza del
lato della saldatura viene precompilata con il minimo valore degli spessori
delle lamiere. Se tale valore fosse troppo elevato, è possibile diminuirlo.
Il programma accetterebbe l'inserimento anche se il valore del lato fosse
maggiore dello spessore minimo, per consentire l'adattamento dell'algoritmo a
casi più complessi di quello presentato: spetta quindi all'utente la cura di
inserire valori coerenti con il problema in esame.
S.7 S.8
S.9 S.10
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 301
S.11 S.12
5) Dopo la conferma dei valori immessi, il programma visualizza l'altezza della
sezione di gola della saldatura (S.12).
6) Nel caso dei cordoni frontali (F3: Dimensioni, 3: Cordoni frontali), oltre alle
due dimensioni già richieste per i cordoni laterali, il programma chiede anche il
numero di cordoni (S.13). È possibile indicare se il giunto in esame sarà
saldato solo mediante cordoni laterali (0 cordoni frontali), oppure tramite due
cordoni laterali accoppiati ad uno o due cordoni frontali. Nel nostro caso di
esempio avremo un solo cordone frontale lungo 10 cm.
7) L'ultimo dato richiesto è il valore della forza agente sul giunto. Premere
F4: Sollecitazioni. Nella schermata di S.14 inserire il valore dell'azione, positivo
in caso di trazione. Per completare l'esempio inseriamo una trazione di
250'000 N.
8) L'unica verifica da effettuare in questo caso è il calcolo degli sforzi tangenziali
agenti sulla sezione di gola ribaltata sul piano di scorrimento delle due
lamiere. Nei cordoni laterali agirà uno sforzo tangenziale parallelo all'asse del
cordone (t//) mentre per i cordoni frontali se presenti si parlerà di tA . Il
valore numerico comunque è lo stesso, e deve essere confrontato con il valore
0.85 fd secondo quanto prescritto dal criterio della sfera mozza (S.15).
9) Se la verifica non risultasse soddisfatta, è possibile modificare il materiale o le
dimensioni degli elementi o delle saldature.
S.13 S.14
S.15 S.16
302 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
10) Per uscire dal programma selezionare F1: File, 2: Torna al menu (S.16).
S.17 S.18
1) Dal menu principale selezionare la seconda voce (S.17): 2: Fless. e taglio.
2) Viene pulito lo schermo e visualizzato il menu, che è uguale a quello del caso
precedente (S.18).
3) L'inserimento dei dati sul materiale è identico al caso già visto di giunti tesi,
quindi ne tralasciamo la descrizione.
4) Inserire le dimensioni della trave da saldare: F3: Dimensioni, 1: Trave ad I
(S.19). Il programma chiede solo le dimensioni strettamente necessarie alla
verifica: l'altezza totale, la larghezza dell'ala e lo spessore (S.20). Nel caso la
sezione da esaminare fosse rettangolare, è possibile porre lo spessore pari alla
larghezza oppure pari a 0: in entrambi i casi il programma fornirà la soluzione
esatta.
5) L'inserimento dei cordoni d'anima (S.21 e S.22) non presenta nessuna novità
di rilievo rispetto a quanto già detto. Bisogna tenere presente, però, che nello
schema di calcolo adottato questi cordoni assorbono completamente la
sollecitazione di taglio agente sulla sezione, quindi non è possibile eliminarli a
meno che il taglio sulla sezione sia nullo. In caso contrario la soluzione fornita
dal programma non sarà equilibrata.
S.19 S.20
S.21 S.22
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 303
S.23 S.24
S.25 S.26
6) Sui dati dei cordoni d'ala (S.23) è necessario fare qualche considerazione: i
due cordoni esterni possono essere presenti o meno, ma contribuiscono
notevolmente a sopportare gli sforzi flessionali e si rivelano spesso
indispensabili. Nel caso di sezione rettangolare, i 4 cordoni interni non hanno
più significato: sarà indispensabile porre sia la loro lunghezza che il loro lato
pari a 0. La S.24 mostra le dimensioni della larghezza della sezione di gola per
i due tipi di cordone d'ala.
7) Per inserire le azioni sulla sezione premere F4: Sollecit. Inserire un taglio pari
a 150'000 N ed un momento flettente pari a 12'500'000 Nmm (S.25). Si noti
che, in genere, il momento su questi tipi di collegamenti è negativo;
considerato, però, che la sezione è simmetrica ed omogenea, la verifica finale
non sarà inficiata dal segno del momento.
8) Le schermate di verifica mostrano dapprima i valori relativi alla saldatura d'ala
più esterna, che come detto risulta sollecitata solo dalla flessione, che si
traduce, sulla sezione di gola ribaltata sul lato parallelo alla sezione, in uno
sforzo n perpendicolare all'asse del cordone (S.26).
9) L'ultima schermata (S.27) mostra invece la verifica dei cordoni d'anima, che
sono sollecitati sia dall'azione flessionale che dall'azione tagliante. La
combinazione dei due sforzi risultanti e la verifica finale avvengono anche in
questo caso secondo il criterio della sfera mozza.
S.27 S.28
304 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
10) Per tornare al menu principale, come sempre, premere F1: File, 2: Torna al
menu (S.28).
S.29 S.30
S.31 S.32
S.33 S.34
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 305
S.35 S.36
6) Immettere i dati sulle azioni premendo F4: Sollecit. Nella schermata di S.35,
inserire il valore del taglio e del momento agenti sul collegamento. Come
evidenziato nella finestra, le convenzioni da adottare sono quelle solite della
scienza delle costruzioni: il taglio è positivo se provoca una rotazione oraria, il
momento è positivo se tende le fibre inferiori. A questo proposito si fa notare
che il momento torcente sulle saldature è in effetti un momento flettente sulle
membrature da saldare.
7) Terminata la fase di inserimento dei dati, si eseguono le verifiche selezionando
F5: Verifiche. Viene dapprima mostrato il risultato della verifica dei cordoni
laterali (S.36), che sono soggetti a due componenti di sforzo tangenziale, in
direzione parallela e perpendicolare all'asse del cordone. Viene calcolato il
valore dello sforzo ideale, che deve essere confrontato con il valore della
resistenza di progetto scalata di un fattore (dipendente dal tipo di acciaio oltre
che dalla combinazione di sforzi agenti) dato dal criterio della sfera mozza e
riportato nella normativa italiana.
8) Infine viene mostrato l'esito della verifica dei cordoni frontali (se presenti), che
sono sollecitati solo da uno sforzo tangenziale parallelo all'asse del cordone,
dovuto in parte all'azione del taglio e in parte all'azione del momento
(S.37).
9) Per tornare al menu principale premere F1: File, 2: Torna al menu.
10) Uscire dal programma definitivamente selezionando 4: Uscita.
S.37 S.38
1 28 2
7 mm
(a)
14426daN
Vc
D
a
(b) (c)
Fig. 12.8.a-c. Progetto della piastra di base
308 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
BULLONI
Si sceglie di usare bulloni della classe 5.6, il cui dado corrispondente è quello
della classe 4D. Questi bulloni hanno le seguenti caratteristiche:
fkn N
Vb , amm 300 ;
1 mm²
fkn N
Wb , amm 212 .
1 2 mm²
Il tiro a cui sono sollecitati i bulloni è di 2935.4 daN. Questo si distribuirà
sull'area resistente dei bulloni, che per il momento possiamo considerare pari a :
A res 0.75 A
In questo modo possiamo calcolare la sezione che deve avere il bullone :
fd , N 300 N / mm² 3000 daN / cm²
fd ,N A res t N
e quindi :
N
At 1.957 cm² .
fd,N 0.75
e = 578mm
(a)
C
N
e
y
(b)
Fig. 12.9.a,b. Verifica del collegamento
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 309
Il diametro corrispondente è:
4A
) min 1.578 cm 15.78 mm .
S
Si sceglierà di utilizzare bulloni del diametro di 18 mm, perché con le
approssimazioni fatte abbiamo troppo poco margine per poter scegliere il 16 mm.
x VERIFICA
Con i risultati ottenuti finora, possiamo effettuare la verifica del collegamento
con calcoli rigorosi.
Scriviamo l'equazione di equilibrio alla rotazione attorno al centro di pressione
per ricavare l'asse neutro.
y
Vc be h / 2 y / 3 2m V c h / 2 a y / y A res e a 0
2
12m A res 12m A res
y 3 3e h / 2 y² e a y e ah / 2 a 0
b b
y 3 68.4 cm y² 4.50.75 2.545 78.3 y 4.5 1.9178.3 55.5 0
y 3 68.4 cm y² 672.55cm²y 37350.9cm 3 0.
Si ricava la posizione dell'asse neutro: y 17.89cm .
I due bulloni che avevamo ipotizzato in zona compressa ricadono
effettivamente in tale zona, possiamo quindi proseguire nel calcolo degli sforzi.
L'equazione alla traslazione verticale è:
Vc y V §h ·
b 2m c ¨ a y ¸ A res N
2 y ©2 ¹
ª 17.9 2 15
Vc « 40 35 20.5 17.9 1.91º» 9769daN
¬ 2 17.9 ¼
Vc 41.11 daN / cm² .
Geometricamente (dall'imposizione della congruenza) si ricava il valore dello
sforzo nei bulloni.
V §h ·
Vf m c ¨ a y ¸
y ©2 ¹
41.11
15 35 20.5 17.9 1295.31 daN / cm²
17.9
A verifica di correttezza dei calcoli, si valutano i risultanti delle compressioni e
delle trazioni, e si uguagliano all'azione di compressione che effettivamente
agisce:
V y
V f nb A b c b N
2
41.11 17.9 9769.3 daN .
1295.3 daN / cm² 2 1.91cm² 40 daN
2
Effettivamente l'azione di compressione valeva N=9769 daN.
310 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
Vb 0.75 § SD 2 · S) 2 SD 2
¨ ¸
0.7 V amm, cls ¨ 4 ¸ 4 4
© ¹
Vb Vb
1.07 D2 D2 ) 2 e quindi: ) D 1.07 1 .
V amm , cls V amm , cls
D = 18mm
Nb Nb
p 2 2
1.27 .
S) SD ) D2
2
4 4
Si ha:
2474
p 1.27 51.71 daN / cm² .
64 3.24
Questa pressione è ammissibile per il cls. Bisogna verificare lo sforzo
nell'acciaio, usando le formule per lastra anulare incastrata. Dal manuale
dell'ingegnere (Colombo):
2
§ c ·
K p ¨ ¸ V amm con K dipendente dal rapporto )/D = 8/1.8=4.44.
© 2t ¹
K p )2 2.971 51.71 64
tt cm 1.022cm .
4 V amm 4 2350
Scegliamo una lamiera di 1.2 cm di spessore.
PIASTRA DI BASE
Verifichiamo la striscia più debole della lamiera (quella indebolita dai fori dei
bulloni, Fig. 12.11):
§ 17.9 14.5 ·
q2 41.11¨ ¸ 7.809 daN / cm²
© 17.9 ¹
41.1 7.809
daN / cm² 14.5cm 354.66 daN / cm
2
1
Mmax # 354.66 11.35 2 5711.02 daN cm
8
1
Ix bh3 9.667cm 4 .
12
312 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
2*2474=4948 daN
Vc = 41.11 daN/cm²
(a)
145 mm
19 mm
354.66 daN/cm
7.809 daN/cm²
41.11 daN/cm²
11.35 cm
(b) (c)
Mmax
V h/2 590.76 daN / cm² ; V 2350 daN / cm² .
Ix
La verifica è soddisfatta.
Nb 2474 daN
1 1
Ix bh3 11.35 2 3 7.5667cm 4
12 12
Sezione omogenea: stati elementari di sforzo-deformazione. Carico critico 313
2474 daN
Mmax 5.62cm 6948.23daN cm
2
Mmax 6948.23
V h/2 1 918.26 daN / cm²
Ix 7.5667
113.5 mm
7 mm
113.5 mm
19 mm
A A
17.89 cm
24.5 cm 10 cm
(a) (b)
17.2 cm
20 cm
4.8 cm
2 cm
40 cm
(c)
Fig. 12.13.a-c. Nervature della piastra di base
314 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
Tiro dei bulloni
nbNb 4948 daN ; MA 4948daN 10cm 49480 daN cm
Ricapitolando:
Mmax 272761.6 daN cm ; Tmax 14717.4 daN
VERIFICA
A 30.7 20 40 2 122cm²
S inf 2 40 1 30.7 202 10 80 504 584 cm3
S inf
yG 4.787cm
A
Ix
3 0.7 17.2 3 / 3 3 0.7 4.8 3 / 3 1 / 12 40 2 3 40 2 3.8 2
4
4821.2 cm
272761.6
V sup 17.2 973.1 daN / cm²
4821.2
14717.4
Wmed 350.4 daN / cm²
30.7 20
S.1 S.2
S.3 S.4
316 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
S.5 S.6
S.7 S.8
S.9 S.10
Sezione non omogenea 317
S.11 S.12
S.13 S.14
S.15 S.16
S.17 S.18
S.19 S.20
Sezione non omogenea 319
S.21 S.22
S.23 S.24
S.25 S.26
S.27 S.28
S.29 S.30
Sezione non omogenea 321
S.31 S.32
S.33 S.34
S.35
24) La S.34 mostra la verifica della sezione così determinata. L'esame dei valori
visualizzati porta a concludere che i materiali non sono stati sfruttati
adeguatamente: in un caso reale una sezione del genere sarebbe decisamente
antieconomica.
25) Per uscire dal programma selezionare: F1:File, 2:Esci.
S.1 S.2
S.3 S.4
Sezione non omogenea 323
S.5 S.6
S.7 S.8
S.9 S.10
S.11 S.12
324 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
S.13 S.14
S.15 S.16
11) Supponiamo che l'edificio abbia 5 piani, che l'altezza di ogni soletta sia di 30
cm e che l'interpiano sia di 2.90 metri (S.13).
12) Inseriamo anche un dimensionamento di massima della trave di spina, per
esempio sia rettangolare con i lati di 25 cm u 100 cm. La trave di bordo,
dovendo portare la metà dei carichi, sarà sicuramente più bassa: ipotizziamo
25 cm u 50 cm. Queste misure sono assolutamente indicative, e vengono
usate esclusivamente per calcolare il peso delle travi che si scarica sul pilastro.
Per questo motivo non è necessario avere le dimensioni esatte delle travi, ma
è sufficiente cercare di approssimare per eccesso il carico finale.
13) Dal menu F4:Carichi si immettono i valori relativi ai carichi permanenti ed
accidentali. Si ricordi che i valori forniti dalla normativa vanno moltiplicati per
coefficienti generalmente maggiori di 1, per formare le combinazioni di carico
per lo stato limite ultimo, oppure compresi tra 1 e 0.2 per quanto riguarda le
combinazioni di carico per gli stati limite di esercizio (rare, frequenti, quasi
permanenti). A questo proposito si rimanda alla parte generale del D.M.
9/1/1996.
14) Il programma propone dei valori di riferimento (S.17) che possono essere
modificati secondo le necessità, per quanto riguarda il peso
dell'impermeabilizzazione, del solaio, della solettina e degli intonaci. Questi
carichi per unità di superficie verranno moltiplicati per l'area di influenza per
determinare il peso proprio della struttura che grava sul pilastro.
S.17 S.18
Sezione non omogenea 325
S.19 S.20
15) Per quanto riguarda i carichi accidentali, è possibile inserire un valore unico
per tutti i piani, oppure fornire un valore diverso piano per piano.
Nel caso di edifici adibiti ad abitazione è possibile usare un solo valore di
carico accidentale, anche se a priori l'ultimo piano (la copertura) andrebbe
considerato a sé stante; per edifici misti abitazioni / uffici / locali pubblici /
autorimesse, invece, è indispensabile poter inserire il valore di sovraccarico
esatto per il vano in questione. Per l'esempio che stiamo illustrando è
sufficiente un unico valore dei carichi, per cui rispondiamo SI alla domanda
"Carichi uguali per tutti i piani?" di S.18.
16) Inseriamo il valore 2 kN/m2, quindi confermiamo premendo ENTER.
17) La fase di inserimento dati è terminata, il programma è in grado di effettuare
l'analisi. Premere F5:Esegui, 1:Calcolo pilastro.
18) Piano per piano (S.21, S.25) vengono forniti i valori del carico totale al piede
del pilastro, dell'area minima di calcestruzzo, e le dimensioni minime suggerite
per i lati del pilastro.
19) Nella versione corrente del programma spetta all'utente arrotondare la
dimensione calcolata (per esempio b: 342.995 mm al terzo piano diventerà 35
cm).
20) Per uscire dal programma, come sempre, premere F1:File, 2:Esci, quindi
confermare con ENTER.
S.21 S.22
S.23 S.24
326 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
S.25 S.26
1
Carlo Cestelli Guidi, “Geotecnica e Tecnica delle fondazioni”, Hoepli editore, 8va
edizione, 1987.
Sezione non omogenea 327
S.1 S.2
S.3 S.4
S.5 S.6
328 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
S.7 S.8
S.9 S.10
6) Immissione dei dati geometrici: premere F3: Dimensioni. Delle due opzioni
mostrate in S.7, come già detto, la seconda (armatura) non è attiva.
Inseriamo i dati riguardanti il muro: 1: Muro. Appare subito un menu per la
selezione del tipo di muro da calcolare (S.8). Inseriamo i dati relativi ad un
muro a mensola, premendo 2: Muro a mensola, oppure spostando
l'evidenziazione sulla seconda riga con il tasto ➲ e premendo .
7) Viene presentato uno schema del muro (S.9) e la calcolatrice si mette in
pausa. Premere ENTER per proseguire.
8) Le dimensioni vengono richieste in due schermate successive: dapprima si
inseriscono le quote relative al muro verticale (altezza a partire dall'estradosso
della fondazione, e larghezza costante, S.10). Verifichiamo un muro alto 5.5
metri, e largo 45 cm.
9) La seconda schermata (S.11) è dedicata alla geometria della fondazione. Lo
sporto a monte è la larghezza della fondazione, dalla parte del terreno,
misurata a partire dalla fine del muro verticale; lo sporto a valle è la larghezza
dalla parte opposta. Naturalmente, nel caso di muro a gravità, verranno
richieste anche altre dimensioni (in particolare vengono richiesti due valori di
larghezza del muro: alla base ed in sommità).
10) Non sono necessari altri dati, quindi possiamo eseguire il ciclo delle verifiche.
Premere F5: Esegui, 1: Pressioni (S.12).
S.11 S.12
Sezione non omogenea 329
S.13 S.14
11) Vengono fornite tutte le indicazioni per il tracciamento delle pressioni sul
terreno. Nel caso in cui la sezione sia interamente compressa, come
nell'esempio di S.13, vengono mostrati i valori della pressione agli estremi del
muro e l'ascissa del punto di azzeramento della pressione, che risulta fuori
dalla fondazione. Il punto x=0 è il punto più esterno della fondazione.
Come già accennato nell'introduzione, non è consigliabile confrontare i valori
ottenuti dal calcolo con una "resistenza ammissibile del terreno", ma è
opportuno utilizzare un metodo che si riconduca al calcolo della capacità
portante di una fondazione rettangolare. La citata formula tedesca DIN 4017
fornisce, per il caso di un rinterro a valle a quota 120 cm sopra la base della
fondazione, un valore di pultimo = 0.491 MPa, per un coefficiente di sicurezza
pari a 2.73.
12) Eseguiamo la verifica alla traslazione del muro: F5:Esegui, 2:Verif.
scorrimento (S.14).
13) Nella finestra di S.15, Fr sta per forza resistente, ed è calcolata come QFv,
nella quale Q = tan G è il coefficiente di attrito e Fv è la sommatoria di tutti i
carichi verticali sulla base della fondazione; Fs, inteso come forza sollecitante,
è dato dal valore della spinta attiva. La verifica è soddisfatta se il coefficiente
di sicurezza (Fr / Fs) è maggiore di 1.3.
14) Premere: F5:Esegui, 3:Verif. ribaltam. Si accede alla finestra di S.16. Mres è il
momento resistente, calcolato come il momento di tutte le forze che
stabilizzano il muro rispetto al punto più esterno della fondazione; Mrib è il
momento ribaltante, calcolato come momento della spinta attiva rispetto allo
stesso punto. Il coefficiente di sicurezza, calcolato come rapporto tra questi
due valori deve essere maggiore di 1.5.
S.15 S.16
15) L'ultima opzione visualizza i valori delle sollecitazioni in tre sezioni critiche del
muro e della fondazione: sarà possibile verificare le sezioni in cemento armato
330 Il solido di St. Venant. Applicazioni: acciaio e calcestruzzo armato
inserendo tali valori nel programma ca_prver, considerando strisce di muro di
1 metro di lunghezza. Premere F5:Esegui, \:Verifiche c.a. (S.17).
16) Alla base del muro (S.18) agiscono sia azione assiale che taglio e momento: la
sezione va verificata come pressoinflessa, anche se il valore di compressione
non sarà particolarmente elevato.
17) Per quanto riguarda la fondazione, vengono forniti i valori del taglio e del
momento agenti all'incastro dei due sporti considerati come incastrati nel
muro (S. 19 e S.20). Premere ENTER per confermare, quindi F1:File, 2:Esci
per terminare l'esecuzione del programma.
S.17 S.18
S.19 S.20
N M pr M e
Vc r Vc ,
A W
N = forza eccentrica di precompressione;
Mpr = N e = momento dovuto alla eccentricità della forza N;
Me = momento esterno dovuto al peso proprio ed ai sovraccarichi.
La V dell’acciaio non viene verificata perché già nella precompressione si
raggiungono tensioni poco diverse da quelle che si hanno in opera
(6 y 7% in meno).
(a) (b)
Fig. 12.17.a,b. Caso di fili aderenti. (a) modalità di carico. (b) Effetti finali
Per le strutture a cavi scorrevoli si ha:
Sezione non omogenea 333
attrito dei cavi nelle guaine:
N1 N 2 e f cD fc = coefficiente d’attrito.
Si raggiungono perdite di trazione dal 20 al 25% del valore iniziale.