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INTRODUZIONE

Il volume che abbiamo in mano presenta un repertorio completo per il canto del salmo responsoriale
di tutte le celebrazioni festive dei tre cicli liturgici, secondo la nuova edizione del Lezionario. Viene of-
ferto alle comunità parrocchiali e a tutte le assemblee festive, in una veste grafica che ne rende digni-
toso l’uso liturgico. È forse «un lusso» per una comunità dotarsi di un simile volume? Riteniamo, al
contrario, che esso rappresenti una risorsa, un sostegno e uno strumento di grande valore per le nostre
comunità.

Una risorsa per la Liturgia della Parola


La Liturgia della Parola può essere compresa come un dialogo, in cui «Dio parla al suo popolo e Cri-
sto annunzia ancora il suo vangelo; il popolo a sua volta risponde a Dio con il canto e con la preghie-
ra» (Sacrosanctum Concilium, 33). In questo dialogo trova posto anche il salmo responsoriale, di cui
l’Ordinamento delle letture della Messa sottolinea il valore e la «grande importanza liturgica e pasto-
rale» (OLM 19). Esso è sempre scelto in riferimento alla lettura che lo precede, come una risposta
orante a Dio che parla in essa.
La particolarità del salmo consiste nell’essere tanto una parola che Dio rivolge a noi (è Parola di Dio
per noi) quanto una parola che noi rivolgiamo a Dio (è parola con cui già il pio israelita e ora la Chie-
sa, in Cristo, prega il suo Dio). Propriamente, con il salmo responsoriale l’assemblea liturgica è invi-
tata a fare propria e assimilare la parola di Dio in un modo singolare: facendola risuonare come una
preghiera con cui lei stessa si rivolge a Lui. Dio non solo parla a noi, ma parla anche attraverso di noi,
donandoci le parole con cui la nostra voce possa partecipare al dialogo con Lui, come prima di noi han-
no fatto i credenti che ci hanno preceduto. Così siamo edificati e unificati come suo popolo santo.
Vi è anche un’indicazione chiara: «il salmo responsoriale di norma si eseguisca in canto» (OLM 20).
Corrisponde alla natura dei salmi, infatti, l’esser cantati: sono testi poetici, lirici, e sono sorti unitamente
alla loro forma musicale. Ma la forma cantata del salmo corrisponde meglio anche alla sua funzione li-
turgica: aiuta ad approfondire il senso spirituale del salmo stesso e ci coinvolge più attivamente nel dia-
logo orante con Dio. Apparentemente non c’è differenza di contenuto se il salmo viene cantato invece
di essere letto. In realtà, diventa più ricca la forma sacramentale con cui «celebriamo» il dialogo con
Dio. Questo è decisivo: nella liturgia non avviene solo uno scambio di contenuti, ma un incontro per-
sonale, una relazione viva e piena tra Dio e noi. In effetti, il canto non coinvolge solo la mente, ma im-
pegna anche il nostro corpo, ci sintonizza maggiormente in un ascolto reciproco. Il modo in cui il sal-
mo risuona diventa più espressivo di ciò che esso dice (la lode, l’invocazione, la benedizione); anzi, ag-
giunge al semplice «dire il salmo» una connotazione di bellezza e di gratuità, che rivela il valore e il po-
sto che riconosciamo alla Parola di Dio. Perciò la cura con cui si celebra il salmo responsoriale è uno
degli elementi rituali che contribuiscono a suscitare «il senso della presenza di Dio che parla al suo po-
polo» (OLM 35) e ad accoglierlo con una fede viva, gioiosa, operosa. A questa cura ci obbliga la con-
vinzione che Cristo stesso è presente ogni volta che accogliamo la Parola, essendo Egli il centro e la pie-
nezza della rivelazione attestata da tutta la Scrittura.
Avere a disposizione un repertorio completo per il canto del salmo responsoriale costituisce, quin-
di, una risorsa preziosa per tutte quelle comunità che intendono celebrare con cura la liturgia, cercan-
do quella solennità e bellezza che consiste nel realizzare le azioni e i gesti della liturgia nei modi più
consoni alla loro natura e alla loro funzione sacramentale.

Un sostegno al ministero del salmista


Si deve riconoscere che nei confronti del ministero del Salmista (sinora forse non sufficientemente
valorizzato) si sta affermando una nuova attenzione, come già nei confronti del ministero dei lettori. In
effetti, nell’antichità il salmo responsoriale era assegnato ad un ministro apposito, che veniva a ciò in-

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caricato e che doveva essere dotato di una specifica preparazione. Anche oggi non mancano richiami
a valorizzare la figura del salmista, distinta dai lettori: «è molto opportuno poter disporre, in ogni co-
munità ecclesiale, di laici esperti nell’arte di salmeggiare e dotati di una buona pronuncia e dizione»
(OLM 56). Ai salmisti (o cantori del salmo) dev’essere offerta una triplice formazione: una formazio-
ne biblica, che li aiuti a comprendere il senso del salmo, il genere di preghiera che esso presenta, il suo
riferimento alla lettura corrispondente; una formazione liturgica, che li guidi a comprendere la funzione
e il senso del salmo responsoriale nella Liturgia della Parola lungo l’anno liturgico; una preparazione
tecnica, che li abiliti a intonare il ritornello del salmo e li introduca nell’arte di «salmodiare», ossia di
porgere la Parola su melodie che ne consentono l’ascolto meditativo, in modo chiaro e musicalmente
dignitoso (cfr. OLM 55-56).
È importante che il salmista sia consapevole che il suo compito è un vero ministero. Egli è anzitut-
to a servizio della Parola, come i lettori che la proclamano davanti all’assemblea. Ma la natura del sal-
mo responsoriale richiede che egli canti (o reciti) il salmo con l’assemblea. I fedeli tutti devono poter-
si unire al salmo e farne un atto comunitario di risposta orante a Dio e di meditazione della Parola. Ciò
avviene certamente quando essi cantano il ritornello assembleare intercalato alle strofe. Ma il ministro
rappresenta l’assemblea anche quando canta da solo i versetti salmodici, e i fedeli, ascoltandolo, de-
vono poter far proprie le parole del salmo, come espressione della loro preghiera. In altre parole, il mi-
nistero del salmista è bene esercitato quando non attira l’attenzione su di sé (neanche per le eventuali
sue eccelse qualità canore), ma quando si fa contemporaneamente «voce» della Parola di Dio e del-
l’assemblea liturgica che entra in dialogo con Dio.
L’offerta di un repertorio dei salmi come questo non può che dare un grande sostegno alla promo-
zione della figura del salmista nelle nostre assemblee liturgiche, favorendo anche a livello diocesano
l’organizzazione di percorsi formativi che aiutino le persone disponibili a prepararsi per svolgere con
cura questo ministero.

Uno strumento per cantare il salmo responsoriale


Il salmo responsoriale può essere proposto fondamentalmente in due modi (cfr. OLM 20):
il modo responsoriale: il salmista propone i versetti e l’assemblea risponde con il ritornello;
il modo diretto: il salmista da solo oppure l’assemblea intera canta o recita tutto il salmo, senza al-
tri interventi.
Il repertorio che qui viene offerto riguarda propriamente il canto del salmo nella modalità respon-
soriale, che è quella maggiormente usata ed è da preferire. In talune situazioni potrebbe essere canta-
to solamente il ritornello assembleare, intercalato ai versetti recitati dal salmista.
Che cosa offre, concretamente, questo repertorio dei salmi? Dopo la nuova edizione tipica del Le-
zionario, è stata qui approntata una raccolta completa di tutti i salmi responsoriali per la celebrazio-
ne eucaristica delle domeniche, delle solennità e delle feste dell’anno liturgico, occasioni nelle quali
la forma cantata è certamente da privilegiare. È una raccolta, quindi, che copre tutto il ciclo festivo dei
salmi, di cui si offre il ritornello e la melodia salmodica secondo la nuova versione dei testi. I criteri
adottati sono sufficientemente omogenei, per consentire di avere in mano un repertorio ampio e unita-
rio nella forma. I ritornelli, brevi e incisivi, vogliono proporsi con una espressività e semplicità che ne
favoriscono un facile apprendimento e una memorizzazione veloce. Pare di poter dire che si è cercato
in essi uno stile musicale adatto a cor-rispondere in modo orante e meditativo alla Parola proclamata.
Il repertorio è costituito da musiche già proposte, in buona parte, e da nuove composizioni, in parti-
colare laddove il testo del ritornello risulta mutato rispetto all’edizione precedente del Lezionario. In
ogni caso, tutto è stato verificato e corretto, nella ricerca di una buona (e non sempre facile) armoniz-
zazione tra testo e musica. Per alcuni salmi vengono offerte più versioni musicali dei ritornelli, valo-
rizzandone anche alcuni già ampiamente diffusi. Tali versioni possono presentare anche lievi variazioni
nel testo. Sono sempre però affini al ritornello ufficiale e strettamente collegati con il relativo salmo.
Del resto, è previsto che, per facilitare il popolo nel canto del salmo, si possano usare anche altri ritor-
nelli e salmi comuni, raggruppati in relazione a determinati tempi liturgici (cfr. OLM 89). Ne risulta
quindi un repertorio non solo completo, ma anche ricco e vario. Consente di scegliere secondo criteri
di opportunità, ma sempre con buona aderenza alla liturgia e con attenzione all’assemblea. Non è esclu-

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so che queste versioni musicali dei salmi possano essere valorizzate anche in Celebrazioni della Paro-
la o in altri momenti di preghiera.
Naturalmente un lavoro simile, su un campo così esteso e delicato, non può che presentarsi come una
proposta, certo perfettibile e da sottoporre alla prova dell’uso, ossia alla verifica pratica del servizio che
l’insieme del volume e ciascuna singola composizione riuscirà a svolgere. Ma tutte queste caratteri-
stiche fanno di un libro di questo genere uno strumento prezioso, che può offrire un grande aiuto a chi
intende impegnarsi per favorire quella partecipazione attiva dell’assemblea che non si limita a proporre
«un canto nella liturgia», ma che più accortamente promuove «la liturgia in canto», rispettando la fun-
zione e la natura dei gesti che la liturgia fa compiere.
Si deve un sincero ringraziamento al gruppo di musicisti e musiciste che nel tempo hanno formato
questo repertorio, e agli Uffici liturgici diocesani di Trento e Treviso che ne hanno promosso con im-
pegno l’edizione. Altrettanta gratitudine va rivolta a quanti sapranno valorizzare questo strumento per
animare celebrazioni festive che rendano gloria a Dio e nutrano la fede dei cristiani: «è bello cantare in-
ni al nostro Dio, è dolce innalzare la lode» (Sal 146,1)!
don LUIGI GIRARDI
Preside dell’Istituto di Liturgia Pastorale
presso l’Abbazia di S. Giustina in Padova

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