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LETTERATURA E CULTURA SPAGNOLA I

8 febbraio
Lo spagnolo, o castigliano, è una lingua appartenente al gruppo delle lingue romanze della famiglia
delle lingue indoeuropee.
si è sviluppato a partire dal latino volgare, subendo anche l'influenza di altre lingue del territorio
romanizzato della Penisola Iberica (basco, celtico, iberico, ecc.), dell'arabo, degli altri idiomi neolatini
(occitano, catalano, italiano, portoghese, ecc.) e, più recentemente, dell'inglese.

Ex. Auditorium > auditorio


clavem > llave
> clave
noctem > noche
> nocturno (cambia un po’)

Si sono verificati fenomeni di moda che possono cambiare e possono portare differenze nelle varie lingue,
come ad esempio tra l’italiano e lo spagnolo.

- Si parla di nascita di una lingua quando c’è l’ISOGLOSSA  insieme di elementi che differenziano una
lingua dall’altra.

Elementi che definiscono la nascita di una lingua:


Per coscienza linguistica ci si rende conto che non si parla più il latino
Letteratura

Per ben 18 secoli si parlerà il latino. Dal VII all’ VIII secolo esso inizia a scomparire e nascono le lingue
romanze.
Il latino ha subito un’enorme evoluzione: il latino parlato si è modificato sia per cause temporali che per
cause geografiche. Ex. il latino che si parlava nella penisola iberica non era lo stesso che si parlava in Italia.
All’epoca era difficile un’unione linguistica, quindi c’erano differenze linguistiche in ogni Paese.

Il latino volgare era la lingua del popolo e comprendeva mole varianti orali a seconda del luogo. È DA
QUESTO CHE NASCONO LE LINGUE. Ma la nascita di una lingua dipende anche da quando un territorio
viene conquistato. In Italia, per esempio, il latino è tardo perché essa verrà conquistata a seguito di altri
Paesi.

EVOLUZIONE DELLA LINGUA SPAGNOLA


La lingua spagnola non si parla da sempre in Spagna.

Lingue pre-latine
- lingue pre-indoeuropee, non indoeuropee
- Basco, ibero, fenicio-cartaginese, celtico
- Sostràto (lingua persa, abbandonata, che lascia influenza nella nuova lingua > latino), oggetti (“braca”)/
fonetico

Ex. da Basco: Toponimi  gorri: Calagurris > Calahorra


Parole  ezker > izquierda

Da Iberi: Toponimi  Iberia, terminanti in –ici (Illici > Elche)

Da Fenici-cartaginesi: Toponimi  Cádiz

Da Celtico: Toponimi  Numantia, indebolimento sorde (sapit > sabe)


Latinizzazione
-La situazione della Spagna prima dell’impero Romano era molto frastagliata. Alcune regioni hanno quasi
mantenuto i nomi delle regioni di prima. Il fatto che fossero frastagliate ha fatto sì che la romanizzazione
(=latinizzazione) fosse più immediata: essa avviene tra il 218 a.C. e il 4o9 d.C. principalmente sulle coste del
sud e poi va espandendosi. È precoce al Sud, lenta al Nord, nulla nella zona basca. Il latino è arcaico, non
classico. I romani non impongono la propria lingua, ad ogni modo il latino si è diffuso per necessità. Roma
era il centro culturale del mondo.

-Il latino classico non è ancora formato nella penisola iberica, quindi il latino volgare subisce qualche
cambiamento.
La presenza di fenomeni arcaici è appunto dovuta al fatto che i romani sono entrati solamente da un lato e
solo successivamente la lingua si è diffusa anche al Nord. Ex. Nell’Hispania Baetica si parla latino arcaico.

Lingue Germaniche
-Le invasioni barbariche in Europa hanno portato a profondi cambiamenti
-Si rompono i legami con Roma e ciò favorisce la nascita di nuove lingue
-La Spagna subisce l’invasione dei visigoti nel 4o9 d.C.  stabiliscono la loro capitale a Toledo (Reinos des
Visigodos)
-587 d.C.  conversione culturale al Cristianesimo
-Pochi resti linguistici  1oo parole all’incirca
Toponimi – Antroponimi “-oz” e “-ez” (Munoz, Rodriguez)
Parole come wardon > aguardar
-I Godos sono un popolo che si latinizza. Si va verso la lingua romanza, che viene dal latino: dai casi alle
preposizioni, articoli, perdita neutro/deponente
-813 d.C. Conciclio di Tours  riguarda tutta l’area dell’ex Impero Romano.

Invasione Musulmana 711-1492


-711 d.C. entrano da Tarifa
-719 d.C. conquistano l’intera penisola iberica tranne il Nord
-AL ANDALUS  inizialmente emirato indipendente (756 – 929 d.C.), cambierà continuamente i propri
confini
-Califfato con capitale Cordoba 929 – 13o1
-Frammentazione tarifas (=piccoli regni indipendenti) e nuove divisioni 1o9o – 1212
-Regno Nazarita Granada 1235 – 1492

-Alhambra regno amministrativo nazarita


-Mezquita Catedral (=moschea cattedrale) ebrea, Cordoba cattedrale costruita sopra
la moschea senza
abbatterla

-Battaglie  Regno Cristiano del Nord vs. Andalus (va prendendo il territorio).
Non si tratta proprio di Cristiani vs. Arabi, ma era in gioco il territorio della religione. Questo
non ha impedito improbabili alleanze.

14 febbraio
Al fattore militare, è legato il fattore linguistico:

-DIGLOSSIA  compresenza di vari idiomi, ma con funzioni diverse. È da qui che nasce lo spagnolo.

-3 lingue:
Arabo colto  amministrazione, scrittura (ma per quest’ultima si utilizzava di più l’Arabo classico)
Romanzo  lingua colloquiale orale. La lingua romanza era inizialmente chiamata “aljamía”, letteratura
aljamiada.
Latino  utilizzato per la scrittura. Il latino orale scompare quasi del tutto, mentre quello scritto
sopravvivrà ancora per molti secoli.
+ 1 variante: Arabo colloquiale

A causa anche del panorama frastagliato che si aveva in Spagna, si fa sì che nasca una nuova lingua: il
CASTIGLIANO.

DIVISIONE RELIGIOSO-GEOGRAFICA
-Mozarabes (=arabizzati), cristiani che vivono nelle terre dei mori.
-Mudejar, mori in territorio cristiano.
-Muladì, cristiani quasi forzati alla conversione all’Islam.

INFLUENZA SUPERSTRATO ARABO


Più di 1o.ooo parole iniziano per a-, al-  articolo arabo incorporato al sostantivo.

-LESSICO: oggetti concreti, vita materiale, termini scientifici, agricoltura, economia, architettura, militari,
esclamazione (ojalà), pochi verbi, ..
-MORFOLOGIA: hasta, los padres, hidalgo (“higo de algo”= figlio di qualcosa, algo prima stava a significare
“soldi”), ..
-TOPONOMASTICA: Alcalà, Medina

RECONQUISTA (711-1492) conquista da parte dei cristiani


FASI
È una pressione dal nord al sud per levare territori ad Al Andalus.

1. 711-1oo2 - escaramuzas (scaramuccie militari), consolidamento territorio del nord, zona di Bergos
(di frontiera). Da qui partirà il processo di conquista dal nord verso il sud.
1oo2 - muore Almanzor, comandante del califfato di Cordoba.
No unità linguistica.
Nasce condado Castiglia/castigliano.

2. 1oo2-1252 - Espansione

3. Con Alfonso el Sabio (1221-1284) la Reconquista si interrompe.

4. 1492 - Conquista di Granada e FINE DELLA RECONQUISTA.

Coda della Reconquista:


5. 16o9 - Espulsione «moriscos»

CASTILLA
-Il Castigliano di forma nelle zone di frontiera, dove non ci sono pressioni normative, dove non c’è l’arabo e
il latino scritto sta scomparendo, dove ci sono un incrocio di lingue. Sorge tra Bilbao e Burgos, tra i Paesi
Baschi e la Castiglia. L’iniziatore della linguistica spagnola immaginò l’espansione castigliana come un cuneo
spinto da un martello da sopra (dal nord), e che quindi va spingendo su Al Andalus.
-Il Castigliano nasce all’incirca nell’8oo (IX secolo). In questo periodo il castigliano è estremamente
minoritario, anche perché politicamente è molto piccolo. È una lingua neo-romanza.
La Castilla diventa contado (=nobile) nel 951 e da qui inizia a conquistare territori che le stanno attorno,
territori molto importanti, come per esempio Léon. Il dialetto leonese era molto più colto, più parlato, più
diffuso. Non è voluto che quello di oggi si chiamasse “leonese” perché Léon fu totalmente assorbito,
conquistato dal regno di Castilla.
Nel 1o35 il Regno di Castilla iniziò un periodo di molte guerre con Léon, finché nel 123o la assorbe
totalmente. Quindi, ecco come i concetti di lingua e dialetto furono estremamente vincolati da questioni
politiche o belliche: noi oggi parliamo di castigliano come lingua e di leonese come dialetto proprio per
questo.
La Castilla è una popolazione di guerrieri-pastori, quindi estremamente poco colta. Questo produce vari
effetti: da un lato non avevano nulla da perdere, dall’altro l’unica speranza per sopravvivere era
conquistare.

Da dove deriva il nome “Castilla”? È intuitivo: da “castello”. E dove sono questi castelli, evidentemente
frequenti nel territorio castigliano? Oggi come oggi non ci sono proprio a causa di queste continue
battaglie: i castelli erano di legno e venivano costruiti una volta che un territorio era conquistato, poi man
mano che la Castilla si espandeva, questi castelli diventavano inutili e venivano buttati giù, erano come armi
difensive fatte per il momento, provvisorie.

-Tutto questo spiega una osa molto importante ai nostri fini, per il fatto che la letteratura nella lingua dei
conquistatori sia molto tarda rispetto alle lingue romanze.
Questo perché? Perché da un lato non vi è una classe colta che scrive e riesce a tramandare, e dall’altro non
c’è nemmeno il tempo, visto lo stato perenne di scontri. È inizialmente una lingua senza tradizione e che
tarda molto più delle altre lingue ad avere una prima testimonianza scritta.
Le prime testimonianze di lingua in Italia si ebbero con i Placiti Cassinesi (IX-X secolo), in Francia con i
Giuramenti di Strasburgo (metà del IX secolo), in Spagna per avere le prime testimonianze della lingua
castigliana, bisognerà aspettare probabilmente il XIII secolo con la letteratura epica, il Cid.
Le testimonianze primitive in lingua romanza sono le glosse, emilanenses e silenses, e sono in lingua
romanza che però non possiamo ancora chiamare castigliano: sono scritte in aragonese e leonese.

INFLUENZA DEL «FRANCESE»


Perché il francese?
-Perché nel Medioevo viene inventato il pellegrinaggio a Santiago di Compostela, il cosiddetto Cammino di
Santiago. Perché Santiago? L’apostolo Giacomo (Santiago in spagnolo) viene considerato, secondo una
tradizione medioevale che in realtà non ha nessun fondamento storico, come il “mata moros”, come
emblema quindi della Cristianità. Viene rappresentato sempre con la spada, quindi come “l’apostolo
guerriero”: da questo momento diventa il simbolo della lotta cristiana contro i Mori.
La tomba di Santiago viene trovata come inventata come trovata turistica a Santiago, perché gli altri due
luoghi della cristianità in questo momento storico sono difficilmente raggiungibili. Si crea quindi questo
terzo polo che poi assumerà i connotati di un viaggio spirituale.
Ci sono vari metodi per accedervi, ovviamente a piedi, ma il modo più frequente è il “Camino Frances”, da
Roncisvalle, a pochi km dalla Francia. Transitando soprattutto dalla Francia, il Cammino di Santiago porta un
contatto linguistico con essa e quindi con il franco. Quindi, in queste lunghe peregrinazioni c’è l’influenza
del franco dato non da elementi bellici, ma d a ragioni sociali: l’influenza di una lingua che è vicina ad
un’altra e di conseguenza la contamina. Il franco è considerato adstrato (=influenza di lingue vicine) per il
castigliano. È una zona che ci interessa, la zona del nord, passando proprio per Burgos che è più o meno
dove nasce il castigliano (813). Il franco provoca degli effetti molto forti nella lingua castigliana: aumentano
ad esempio i gallicismi, viene introdotto il fenomeno dell’apocope, ovvero della caduta della vocale finale
(noch/com/much).
-Un altro elemento sempre al nord di influenza franca, è la fondazione dell’ordine benedettino. Questo
ordine nacque appunto in Francia. Nell’817 i benedettini impostano la loro regola e sorgono monasteri
benedettini anche nel nord della Spagna. Questo oltre ad avere importanza storica, poiché viene importato
il sistema rituale romano, aumenta ulteriormente l’influenza del franco, proprio perché i benedettini
inizialmente provenivano dai territori francese.
Successivamente ci saranno anche legami dinastici dei vari regni della Castilla con i franchi.

-L’ultima influenza che vedremo è dunque quella franca, dove ancora una volta non è casuale il lessico in
cui questa si riversa:
-mondo ecclesiastico: déan (=decano)
-mondo cavalleresco: homenaje (=omaggio signorile)
-realtà del commercio/vita quotidiana: hostal, jardin, mesón (=locanda)

15 febbraio

Abbiamo visto che le prime testimonianze di lingua si ebbero in Italia con i Placiti Cassinesi e in Francia con i
Giuramenti di Strasburgo, trattanti il tema della divisione delle terre. Questi documenti venivano composti
in latino, però all’altezza dell’VIII-IX secolo, ci si rende conto che se si scrive in latino, la gente che deve
rispettare questi trattati non lo capisce. Quindi per esigenza si inizierà a scrivere in un nuovo idioma diverso
dal latino che corrisponde a quello ormai diffuso.
La letteratura (intessa come fine artistico, come arte della parola) arriverà chiaramente in un secondo
momento, quando si formerà per bene la lingua.
I primi testi della lingua ibero-romanza, che si sviluppa nell’area del nord della penisola iberica, saranno
anch’essi dei testi amministrativi oppure delle glosse (= appunti al margine o tra le linee, spiegazioni di
qualche testo).

Le glosse accompagnano i testi in latino, poiché ad un certo punto esso non verrà più capito e la
comunicazione non funzionerà più. Questo passaggio, ovvero la fine della latinità, avviene paradossalmente
in corrispondenza della decisione di Carlo Magno di investire forza e cultura per lo studio dei testi latini. Egli
vuole riprendere la conoscenza del latino. Per questo demanda ad alcuni monaci benedettini il compito di
riformare e ripulire a distanza di secoli il latino. Avviene quindi questo processo di restaurazione della
latinità. Nel riprendere il latino classico, però, ci si rende conto che ormai quello che si parla e che si capisce
non è più il latino. Qui è l’isoglossa, la coscienza linguistica.

PRIME TESTIMONIANZE IBERO-ROMANZE (metà X-XI secolo)


-Tutto quello che precede il 14oo sono manoscritti.
-Glosas emilianenses: zona San Millán de la Cogolla (Rioja)
-Glosas silenses: zona San Domingo de Silos (Burgos)
-Cartularios de Valpuesta (copia IX secolo), zona Monastero S. Maria (Burgos)

TESTI LETTERARI COMPLETAMENTE IN ROMANCE (fine XII - inizio XIII)


-Auto de los Reyes Magos
-Cantar de mio Cid (anche se non è proprio scritto in castigliano)

GLOSAS EMILANENSES
-Il più antico scritto della penisola iberica.
-Forse inizio XI secolo.
Román Menéndez Pidal (1976) molto recente.
-Lingua navarro-aragonese, alto riojano  non può ancora essere chiamata castigliano.
-“nn” si scriverà n (con ¯ sopra), e poi diventerà n (con ˜ sopra).

www.vallenajerilla.come/glosasemilianenses

GLOSAS SILENSES
-forse fine XI secolo.
-ex. linpha = aqua
ignorans = qui non sapiendo  non diventerà no
qui prebent = ministrent

CARTULARIOS (=vario tipo di documenti amministrativi)


-Unica copia scoperta molto recentemente è una copia del XII secolo, ma probabilmente risalente al
IX.
-Si ritrovano fenomeni come l’uso del dittongo.
-Scompare l’uso dei casi del latino, anche se la lingua si avvicina molto a quella latina.

MOAXAJA (moashahà)
-Forma storica
-Altra scoperta molto recente: 1948 (inizio XI secolo o prima) le prime 24 jarchas che sono state scoperte
dal filologo americano Samuel Miklos Stern.
-Jarchas  -Ci mettono in contatto con una proto-letteratura, con qualcosa di quasi simile alla letteratura
-Sono composizioni strofiche (poesia) scritte in arabo con verso breve e che comprende pochi
versi
-Stern ha scoperto che all’interno di queste composizioni scritte in arabo, la coda, la parte finale
della
moaxaja, chiamata jarcha, sono presenti alcuni versi scritti anche in lingua romanza.
-Lingua colloquiale: araba, romance.
-Per quello che si è riusciti a comprendere è una voce femminile che parla
-In genere il tema è di amore
-La lingua utilizzata è un riflesso della lingua parlata.

Questa scoperta ha cambiato il panorama della lingua spagnola.

21 febbraio

-Nella società spagnola ci sono diversi ordini:


1) oradores  uomini colti
2) defensores  cavalieri, protagonisti della letteratura etica, si canteranno le loro gesta
3) laboradores  lavoratori, costituiscono la maggior parte della popolazione analfabeti
-La letteratura è scritta per essere cantata, letta, musicata nascono i primi testi in verso.

-Si sviluppa un forte legame tra lingua e letteratura  esse sono vincolate alla storia politica. In
particolare, la letteratura è collegata al concetto di storia, nazione.

CONCETTO DI AUTORITÀ, INDIVIDUALITÀ CREATIVA


-Le prime opere sono anonime, non solo perché non è stato tramandato il nome dell’autore, ma anche
perché all’epoca non aveva importanza chi egli fosse dato che i testi venivano cantati dai giullari.
Dal lato monastico, l’individualità è annullata perché il monaco/frate si limitava a ricopiare le opere
letterarie precedenti. In questo periodo, non era importante che la letteratura fosse originale, ma che si
riprendessero i testi precedenti. Inoltre, non esisteva il diritto d’autore.

-Si assiste ad una ricreazione dei testi, i quali devono essere trasmessi oralmente attraverso il teatro, le
letture e anche tramite la predicazione. Le tecniche della predica contaminano la letteratura.

-Anche a livello tematico non vi è originalità. Molti temi si ripetono, infatti, il pubblico già conosceva le
vicende che venivano lette/raccontate. Per questo motivo si prestò sempre più attenzione alla retorica,
pratica giullaresca con lo scopo di rendere “appetibile” una trama già conosciuta.

1) TEOLOGICO
2) MARIANO (miracoli e Santi)
3) CONCETTI SCIENTIFICI (uomo come microcosmo)
4) BELLICO (tema della Reconquista)
5) CONCETTO DI FORTUNA e FAMA temi più ricorrenti

Spesso in scontro con la Provvidenza. Porta alla Teologia.


È intesa come DESTINO che l’uomo La fama terrena porterà alla
non può cambiare. GLORIA ETERNA.

6) AMOR CORTESE (dal XIII secolo, 12oo)  secondo le concezioni


platoniche è l’impulso/forza che muove l’uomo

DIFFUSIONE ORALE
Prima si era molto più abituati all’ascolto che alla lettura, perciò fatto che dovessero essere ascoltate spiega
molte caratteristiche, come ad esempio:
1) ripetizioni  funzionali per l’ascoltatore. Sono utili per il ritmo e per ricordare concetti e situazioni.
2) contraddizioni  hanno quasi la stessa funzionalità delle ripetizioni.
3) annessioni  inutili per la trama. Comprendono descrizioni (ex. armature, vestiti delle dame, ecc..)
All’epoca era ciò che il pubblico voleva sentire. Nell’epica soprattutto, le descrizioni servivano molto per
alimentare l’immaginazione, considerando anche che lo scopo era quello di divertire e intrattenere. Si
usavano anche cambiamenti di voce, si accentuava la drammaticità e si preferiva la presenza di dialoghi per
rendere in un certo senso più viva e attiva la lettura.
4) allusioni al cielo
5) allusioni alla realtà  per far credere che ciò che si rappresentava fosse vero.
6) uso del verbo “vedere”  rendeva più partecipe il pubblico e ribadiva il concetto di veridicità.

Possiamo dire che la diffusione avveniva in due poli opposti: giullari – monaci
- Per il giullare lo scopo era quello di divertire nelle piazze, nelle strade, in città, ovunque ci fossero i
pellegrini. La letteratura era dunque un mezzo di divertimento, di svago, di piacere: era creata e fatta per il
volgo. È ovvio che dovesse essere compresa poiché il volgo appunto era analfabeta. Il giullare quindi, per
esigenza, deve parlare la loro lingua. Parlava il loro stesso idioma, il romance. Le esposizioni erano orali, per
questo non tutti i testi sono scritti e quindi ad oggi non possiamo sapere con esattezza come fossero.

- Il clerico/monaco era invece vincolato ai testi latini, quindi la terminologia rimaneva fortemente
latinizzata rispetto a quella dei giullari. Essendo in cima alla gerarchia sociale, essi sono più colti e quindi la
loro conoscenza del latino è più elevata. Scrivono per alte classi. L’obiettivo dei chierici era ben diverso da
quello dei giullari: essi volevano far conoscere il latino attraverso i testi, criticando così i “barbarismi”
giullareschi.

TEATRO modo di raccontare una vicenda.


Per quanto riguarda i giullari, si apprezzava la loro abilità e recitare, il ritmo e la fonetica della frase: il
giullare era un attore.
-è la rappresentazione di ciò che veniva letto/recitato.
-Punto di vista strofico  irregolare, ma versi quasi tutti in rima baciata AA-BB
-Alternanza di linguaggio alto (pieno di latinismi) e di linguaggio popolareggiante.
-Ciò che veniva letto/recitato era vero.
-Uso di domande retoriche, anafore, ecc..

22 febbraio

EPICA IN SPAGNA
- Non si sa con certezza l’epoca di cui abbiamo i testi, ma si ricorre generalmente all’ XI o al XII secolo, nel
periodo di grande splendore della Castiglia e della sua unificazione con l’Aragona.
L’epica nasce come lettura di propaganda e di pubblicità della lotta contro i Mori e, fondamentalmente,
scrive idealizzando la realtà.
È proprio nell’XI secolo che, per l’appunto, sorge l’epica, ovvero la rappresentazione mitica degli
avvenimenti storici. Raccontava dell’Epoca delle Crociate  XI secolo

- In Spagna l’epica è precoce, viene trasmessa solo nell’epoca successiva, quando inizia a svilupparsi anche
in altri Paesi come l’Italia, ad esempio, con i Romanzi Cavallereschi.

 ANONIMATO  I giullari non hanno un nome, sono chiamati semplicemente “cantares”.

 IDEALISMO  Si parla di idealismo collettivo, poiché l’epica veniva usata come strumento per
esprimere la “vox popoli” (>voce del popolo).
Si parla di idealismo, inoltre, come presentazione di un piccolo feudalesimo di guerrieri: si cantava
dello spirito guerriero ed proprio di questo fa parte il concetto di IDEALIZZAZIONE DELL’EPICA.

 RECITATO  L’epica nasce nelle piazze per essere diffusa e propagata, per questo venivano
cantate e recitate.

 TEMI EROICI o CAVALLERESCHI  Si raccontano le “gestas”, le avventure, gli scontri, ecc.. Tutto in
chiave realistica.

 METRO IRREGOLARE  Costante era l’irregolarità metrica, la quale si distanzia da quella francese.
L’irregolarità è dovuta alla lunghezza del verso, alla lunghezza strofica delle “tiradas” (lasse in
italiano) e alla forte frattura interna, la “cesura” (generalmente sono 6 sillabe + 6 sillabe).
 “REALISMO”  Autore del realismo è Pidal, il quale insiste sul realismo portato da alcuni eccessi.
Tutta la letteratura spagnola è considerata “realismo” (intesa già quasi in modo novecentesco),
quindi si presuppone che tutto ciò trovato nel Cid sia vero.
Il realismo è un concetto che cambia nel corso del tempo. REALTÀ e LETTERATURA non sono molto
distanti l’una dall’altra, quindi il concetto di “realismo” potrebbe riferirsi al fatto che, appunto, ci si
avvicina molto alla realtà. Ex. Anche la geografia era reale, tangibile.

FASI EPICA IN SPAGNA


- Testi di media estensione chiamati “historia novelada”, come Cantar de Fernán Gonzales, Infantes de Lara,
ecc..)

ne siamo a conoscenza, considerato il primo testo


ma di questo si sa poco epico, ma non si hanno
testimonianze, poiché non
sono sopravvissuti, sono
stati perduti interamente

- REFUNDICIONES  sono assemblamenti di forme/testi diversi. Non si hanno più testi originali, ma
attraverso questi possiamo ricostruirli.

- Apogeo juglaría  XII – XIII secolo, influenza francese  CID

- Decadenza del genere  Insieme all’epica, scompare anche il giullare, mentre gli eroi epici continuano a
proliferare nel teatro, cronicas, ecc.., ma soprattutto nei romances, che sono un po’ un’eredità della
letteratura orale popolare.

ROMANCE:
- composizioni poetiche il cui verso è composto di 8 sillabe di estensione irregolare che hanno assonanza in
versi pari.
- è la forma per eccellenza della letteratura spagnola.
- l’ottosillabo di un verso rappresenta il metro per eccellenza della letteratura spagnola, prima della
letteratura italiana che porterà l’endecasillabo o il verso alessandrino (12 sillabe).
- ha verso molto breve poiché ancora propenso ad essere cantato.
- la loro vita (nascono nel Medioevo) continuerà nelle epoche successive della letteratura spagnola, ma
scriveranno romances anche autori consacrati e autori classici del ‘6oo, come anche quelli del ‘9oo (Lorca).
- attraverso queste forme, tornerà l’idealizzazione.

TESTI CONSERVATI:
- Cantar de mio Cid (3733 versi), forse inizio XIII secolo.
- frammento di Cantar de Roncivalles (1oo versi), forse inizio XII secolo.
- Mozedades de Rodrigo (La gioventù di Rodrigo) (1164 versi), 135o-6o  considerato pseudo-romance,
poiché sono quasi tutti ottonari: si va verso una regolarità metrica.

- Per quanto riguarda le influenze, da un lato vi è quella francese del “realismo” dovuto al fatto che non ci
sono elementi meravigliosi (ex. draghi ed altre creature mitologiche..), dall’altro l’influenza germanica, da
cui probabilmente deriva l’irregolarità.

CANTAR DE MIO CID:


- Versi anisosillabici (che oscillano tra 11-18 versi)  versi bimembri (PARTE – CESURA – PARTE).
- Lasse irregolari (tiradas da 3 a 185 versi)  riflesso dell’oralità, è come se il giullare facesse una pausa.
- Cambio rima con cambio scena  anche questo è un riflesso dell’oralità, ogni scena ha un sistema ritmico
diverso.
- 3733 versi con colophon giullaresco  è la parte finale del testo, generalmente si trova nell’ultima
pagina, riempita dai dati del testo. È paratestuale, ovvero si trova fuori dal testo.
- PIDAL  dibattito sul Neotradizionalismo: vuole maggior influenza della tradizione e quindi degli elementi
popolari.

- Autore: Teorie cultiste/populiste, individaliste/tradizionaliste.


- Manoscritto di inizio XIV secolo  Composición Menéndez Pidal 114o – oggi ipotesi fine XII/inizio XIII.
Quella che si ha è probabilmente una copia di un testo di almeno 1oo anni prima (circa 1307) rispetto a
quella che abbiamo noi oggi del 1345 (bisogna togliere 38 anni a.C. perché le date erano date ancora dalla
divisione delle province di Cesare.

Cid Campeador:
- Rodrigo Diaz de Vivar (1o43 – 1o99)
- da “Signore” in arabo  Sayyidi > Said > Cid
- Campidoctor > Campeador
-Esilio Cid  1o81 – 1o87, 1o89 – 1o92
- Ci sono ripetizioni, anafore, paratassi e tutte le altre particolarità che caratterizzano il fenomeno orale.

IL MANOSCRITTO:
- 74 carte che comprendono 2 facciate ognuna (quindi il doppio delle pagine).
-Mancano 3 carte: la prima, la penultima e l’ultima.

28 febbraio

MESTER DE CLERECIA
E’ l’altro polo della produzione letteraria opposto a quello dei giullari (mester de juglaria) si professa come:
1) arte più colta e raffinata rispetto a quella dei giullari soprattutto per quanto riguarda la metrica, la
costruzione di strofe, contrapposta all’irregolarità metrica dei giullari;
2) Vogliono insegnare e non solo più raccontare (funzione didascalica). La strofa è ben determinata, è una
quartina monorima la Cuaderna Via di alessandrini 8+8 o 7+7 versi con una forte cesura in mezzo, un metro
estremamente ricercato e lungo. Almeno in una prima fase inoltre era esclusa la sinalefe (unione vocalica)
nella Cuaderna Via.

Gli autori sono chierici, generalmente anonimi fino a Gonzalo de Perseo e ciò che scrivono in cuaderna via
sono all’inizio temi religiosi ma che si basano su fonti latine, inizialmente non c’è originalità tematica (via di
Santi, vita di personaggi della Bibbia basate su cronache latine) quello che però gli autori fanno è
modernizzarle e renderle vive poiché l’obiettivo è quello di divulgare le opere classiche che erano in latino e
quindi non più accessibili. Uno dei modi per rendere più appetibili le cronache latine è renderle in poesia,
da un lato intervento metrico e dall’altro inserimento di dialoghi e figure retoriche. Usano non solo un
linguaggio alto ma cercano di avvicinarsi al linguaggio parlato, ad un linguaggio più famigliare troviamo ad
esempio espressioni pittoresche prese dalla vita quotidiana, figure retoriche ecc. dall’altro però
inevitabilmente sono maggiori i latinismi rispetto ai giullari perché le fonti sono latine, più avanti il mester
de Clerecia tocca i temi degli eroi.

Differenze:
-Il giullare improvvisa il chierico ha una fedeltà ad un testo
-Regolarità vs irregolarità
-Fine educativo vs racconto
Vicinanze: Comune ai due mesteres però è il richiamo all’oralità e col passare del tempo i due mesteres si
avvicinano sempre di più.

Le opere che sono rimaste sono:


-Opere di Gonzalo de Berceo (opere teologiche)
-Libro Di Apolonio (opera non religiosa ma didattica con temi classici come il libro de Alexandre)
-Libro de Alexandre
-Poema de Fernan Gonzalez (temi dell’epica scritti in cuaderna via)

Il libro de Alexandre è scritto da un chierico anonimo, è il poema più esteso (circa 10.000 versi)
sopravvissuto del mester di clerecia, il tema è la vita dell’eroe macedone Alessandro Magno ammirato
soprattutto per le sue virtù nel Medioevo considerato un pre-cristiano. Si racconta la sua vita con numerosi
episodi secondari ad esempio sulla guerra di Troia, i suoi viaggi in terra d’Oriente. Il chierico accumula
notizie fantastiche rendendo attuale l’eroe classico creando forti anacronismi, Alessandro Magno diventa
un cortigiano della corte spagnola, abbiamo un inserimento di elementi medievali. L’originalità non sta nel
tema ma nelle descrizioni o nell’aggiunta di dialoghi. In questo libro troviamo anche la quartina da cui è
stato tratto il nome di un’intera scuola.

“Mester traigo fermoso non es de joglaria, mester es sin pecado, ca es de clerezia, fablar curso rimado
por la cuaderna via, a silabas cuntadas ca es grant maestria.”

Nei primi versi abbiamo una polemica contro i poeti non dotti, il mester è una sorta di dovere che hanno gli
uomini di mettere a disposizione agli altri la propria scienza. *HYBRIS= PECCATO, ORGOGLIO.

Alessandro è come un Ulisse, un condottiero che cerca di portare gli uomini ad oltrepassare la natura con le
sue abilità di parola.

Gonzalo de Berceo (circa 1198-1264)


Si hanno poche notizie di lui, se non che sia un clerico e ci riporta alla Rioja, (Monastero S. Millan, Rioja) la
parte nord del paese dove nasce il castigliano, ebbe un’educazione alta e si configura come il prototipo
dell’autore del Mester de Clerecia legato ad argomenti morali e teologici.
Opere: -Milagros de Nuestra Senora
-3 Vite dei Santi
-Poemi dedicati alla Vergine
-3 composizioni religiose
-3 traduzioni di inni liturgici

Milagros:
- 25 (numero mariano) racconti di miracoli fatti dalla Madonna, in cui l’allegoria è molto evidente dove il
poeta è pellegrino e si ferma in un luogo ameno, le fonti sono i vangeli i fiori rimandano a Maria ecc. non c’è
originalità delle fonti ma quello che è importante è che ci sono strumenti retorici per abbellirlo attraverso le
amplificatio (aumentare la fonte tramite il paragone)/sermocinatio, modernizza la Cuaderna Via e rende
l’immagine della Madonna come se fosse una signora feudale, abbiamo un’immagine della Madonna che
aiuta chi le è devoto.

- Non c’è originalità tematica, le trame si conoscevano già, si trattava di Santi e i lettori conoscevano già la
storia: l’appetibilità era nella retorica.

- Si abbassa il livello della parlata per rendere il testo più appetibile al pubblico.

- Si vuole ribadire il concetto di veridicità: si introducono colloquialismi e paragoni con la vita reale.
Introduzione dell’IO (sia del narratore che dello scrittore che spesso si confondono). Non si hanno più
anonimi chierici, ma sono gli autori che dicono di aver visto o trovato le fonti. È l’autore che tramanda le
testimonianze.
Altra tecnica  ambientare i racconti in Spagna e in luoghi vicini al monastero – più verisimile – “se avviene
vicino posso raccontarlo io”.

- Più che versione biblica della Madonna, è una matrona medioevale che premia o castiga. Appare come
cattiva che caccia il chierico ignorante che ha poca scienza, ma la sua devozione è enorme e la Madonna lo
riprende con sé. INSEGNAMENTO  non serve essere uomo di scienza per servire la Madonna.

- Da un lato troviamo il dogma cristiano, dall’altro il dogma morale più medioevale.

- La Madonna interviene con una visione sovrannaturale (espressa attraverso tecniche retoriche), ma apparte
questo elemento, ci si rifà alla verità, al reale.

- Al di là delle tecniche retoriche, ci sono anche elementi più raffinati in ambito quasi psicologico, si vuole
dare spessore ai personaggi. Al contrario, nelle cronache latine ci sono solo un chierico e un vescovo. In
Verceo c’è il tentativo di creare i personaggi.

- Oltre ad un significato teologico e morale, si può considerare anche sociale.

1 marzo

Alfonso X el Sabio (122o/25 – 1248)


-Re dal 1252, erede di Ferdinando III el Santo (conquistatore di Córdoba e Siviglia). Alfonso X si dedica
principalmente alla cultura, infatti in epoca di Reconquista non accade nulla, nessun conflitto o tensione.
-Con lui si ha un grosso impulso della prosa spagnola in lingua castigliana.
-Con lui nasce la storiografia e un corpus giuridico  cerca di dare ordine allo Stato

Materia di insegnamento per i 3 secoli successivi (da Adamo ed Eva fino


alla contemporaneità). Si parla di “equipo”, di scuola alfonsina.
Caratteristica medioevale di mettere tutto insieme.

-Considerata la sua visione da mecenate, egli raduna attorno alla sua corte intellettuali, scrittori, redattori.
-Sotto il suo governo sorgono opere molto legate al reale, scritto in prosa non latina, ma romanza. Ad
esempio:
1) Las 7 Partidas
2) Opere giuridiche (Las Partidas)
3) Trattati scientifici (Libro de las estrellas fijas)
4) Opere storiche
La scienza continuava ad essere scritta in latino.

-Per la poesia la lingua non è il castigliano, poiché ancora non si riteneva degna della poesia perché i temi
erano amorosi, lirici, ma al lingua era in galico-portoghese.
-Ruolo importantissimo: propaga la Scuola dei Traduttori di Toledo (XIII secolo). Toledo è la nuova casa del
castigliano. Si effettuavano traduzioni dal greco e dal latino (lingue classiche) e anche dall’arabo e
dall’ebraico.
•Trasladores e Ayuntadores  gruppi di traduttori, ognuno con visioni diverse (cooperazioni)
•Capituladores  ordinano in capitoli.

CASTELLANO DERECHO
-Castigliano lingua ufficiale: amministrazione, prosa, epica (lirica: galaico-portugues)
-Norme linguistiche, standard, fissare ortografica
-Castellano “derecho”, uso linguistico Toledo/Burgos
-Arricchimento della lingua
Purificare il castigliano dalla influenza delle altre lingue  francese/leonese: riduzione dell’apocope “e”
-Evitare troppi latinismi. Latino + Spagnolo  ex. “dizen en latin..”
-Mantenuta la “f” latina (non “h”)  non avrà successo

7 marzo

XIV SECOLO (‘3oo)


-Tempi di crisi e di grandi cambiamenti  Assolutismo regio entra in crisi e vi è tensione tra la Corona e i
Nobili.

-La produzione letteraria assume un carattere didattico-moraleggiante. Questo tipo di letteratura moralista
è contro la corruzione dei costumi e delle tradizioni. In letteratura assistiamo dunque alla decadenza in tutti
i suoi ambiti (sociale, artistico, politico, ecc..) di ciò che si era affermato nel ‘2oo. I principali punti di
decadenza sono: Cuaderna vía / Castares de gesta (in epica) / ordine metrico-ideologico di Alfonso X /
letteratura scientifica.

Un altro cambiamento riguarda la comparsa di nomi individuali di autori: non ci sono più i giullari che
cantano testi anonimi.

-Nel ‘3oo l’Italia diventa un modello culturale per la letteratura spagnola. Delle 3 corone (Dante, Petrarca e
Boccaccio), è Petrarca quello che lascia di più il segno, quello che più influenzerà. Per la Spagna, l’Italia è un
luogo mitico, poiché è sede della cristianità, della lingua classica e adesso anche di grandi poeti.
Boccaccio invece è l’antecedente di tutti i romanzi spagnoli. Altro fattore di continuità con il passato è lo
sviluppo del romancero. Può rappresentare una continuazione dei “cantares” dell’epica. È nel ‘3oo che se
ne annuncia la nascita, ma esso si affermerà nel ‘4oo.

ROMANCERO VIEJO (Arte Menor)


-L’evoluzione dei “cantares” è orale, con aggiunta di elementi lirici. Sono frammenti isolati (si scrive su un
solo episodio, su un solo argomento  in un solo romance non si affrontavano più temi.
-Il romance sarà la memoria del popolo. -I temi possono essere:
LETTERARI/CORTIGIANI: siamo in un’epoca in cui stavano fiorendo le corti
STORICI/di NOTIZIE: fronterizos (battaglie di frontiera)
ROMANZESCHI/ di AVVENTURA: dove sorgevano tematiche come passione/amore/erotismo/introduzione
di voci e personaggi femminili/rapporto re-vassallo/Fortuna/caduta dei Principi/ecc..

-Dal 1328 avviene la diffusione scritta del secondo ‘4oo in collezione «romanceros» Poi dalla fine del ‘5oo
verrà sostituito dal «romancero nuevo».
L’evoluzione dell’epica porta anche ad una soluzione/semplificazione metrica, poiché per ogni verso si
avevano 2 ottosillabi distinti (assonanza in versi pari), al posto di 2 ottosillabi con cesura nel mezzo in ogni
verso. L’ottosillabo diventerà caratteristico della letteratura spagnola.

XV SECOLO (‘4oo)
Anche se in questo secolo prenderanno piede le corti nella letteratura, la quale assumerà quindi un
carattere cortigiano, continueranno le forme popolari del romancero e del cancionero ( ARTE MENOR). Ad
ogni modo si svilupperà una corrente di influenza italiana-classica (ARTE MAYOR).
Dall’Italia si riprende un metro per così dire “alto” che comprende l’endecasillabo, metro per eccellenza
della letteratura italiana. Scrivere secondo l’arte mayor, infatti, vuol dire scrivere in endecasillabi e trattare
temi “alti”, come ad esempio quello dell’amore, e quindi scrivere sonetti dello stesso livello di Petrarca.

Cosa succede nella lingua?


Si era già affermato il castigliano, ma adesso esso si va arricchendo nelle corti. Vengono infatti introdotti
numerosi meccanismi ricercati per renderlo più “alto”; lo riempiono quindi di latinismi, complicandolo di
conseguenza.

La corte più rilevante è sicuramente quella del regno di Juan II, con il quale nasce l’aristocrazia spagnola.
Egli si circonda di letterati e porta alla classicità servendosi dell’umanesimo italiano e molti diplomatici
faranno dei viaggi in Italia.  ciò caratterizza il passaggio al Rinascimento.
Figura rilebante sarà quella di Contestable Alvaro de Luna, il quale aveva un’importanza tale da poter
essere il sostituto del re. Egli però finirà decapitato con accusa di influenzare troppo le decisioni e il
pensiero del re.

Due sono i poeti rappresentativi di questo momento storico, i quali hanno pensieri contrastanti:

Juan de Mena (1411-1456)


-È considerato il primo grande poeta classico della letteratura spagnola. È come Dante in Italia.
-Nato a Córdoba. Frequenta Licenciado Artes a Salamanca  poeta colto
-Viaggia in Italia per conoscere l’Umanesimo.
-Ha anche un ruolo politico. Alla corte di Juan II è cronista-segretario reale.
-Scrive poesie di tutti i tipi, scritte in numerosi canzonieri e in modo complicatissimo dal punto di vista
retorico. Le tematiche principali sono amorose/politiche-di circostanza/satiriche/lamento amoroso/analisi
della passione amorosa. In più ci sono molti elementi retorici nuovi come giochi di parole, ripetizioni,
antitesi, ecc..
Nell’ozio di corte ci si dedica alla produzione di testi estremamente complessi. Inoltre, nel desiderio di
arricchire la lingua con il latino, accade lo stesso nei testi.

Opera chiave di Juan de Mena fa parte del Laberinto de Fortuna (1444)  Las Trescientas:
-297 strofe
-di Arte Mayor
-Effetto ritmico
-Esaltazione di Juan II
-Poema epico/morale/divino con tema riguardante la lotta tra la Fortuna e la Provvidenza (personificata
dalla donna)
-Si rifà alla Divina Commedia di Dante. Racconta del viaggio al Palazzo della Fortuna, guidato dalla
Provvidenza: attraversa 7 cerchie, 3………..

Laberinto de Fortuna (1444)


-Poesia elevata/artificiosa
-Ibridismo della lingua romanza/latino  crea latinismi
- Sono presenti ripetizioni, interazioni sinonimiche, serie di ternari, perifrasi colte, simmetrie, iperbati
-Ricerca ritmica

Ad ogni modo, Juan de Mena si separa dalla poesia di corte.

Jorge Marrique (144o-1478)


-Figlio di Rodrigo, importante politico della corte che fu anch’egli poeta.
-Incarna l’uomo nobile/cortigiano legato al regno di Juan II e alle vicende politiche/militari
-Scrive in tutti i generi della poesia del tempo. Nelle sue opere vita e poesia sono compenetrate e la poesia
ha un carattere convenzionale. ex. tratta il tema dell’amore, della passione, ecc..

Opera chiave di Jorge Marrique  Coplas por la muerte de su padre (dopo 1476):
-poemetto di 48o versi, 43 strofe, ottosillabi, a pié quebrado con ultimo verso più breve che da più velocità
al ritmo
-di Arte Menor
-Tema verte intorno alla Morte biblico-cristiana/classica. Viene presentata una poesia selezionata, dai temi
semplici, che concernono il disprezzo per i beni terreni (vanitas vanitatis). Scrive in Arte Menor per
rimanere legato all’umiltà/semplicità del padre morto. Ciò si lega anche al rifiuto umano dei lussi della
corte.
La sua è una riflessione sulla morte. L’elegia del morto della tradizione classica, viene rivista in chiave
cristiana: si celebra la vita terrena del morto, solo che questo non è sufficiente poiché in realtà si disprezza
ciò che si è fatto in vita. La morte è inoltre vista come transito verso la beatitudine.
-Alla fine ci sarà un incontro e un dialogo con Don Rodrigo (suo padre)  questo rappresenta l’incontro
con la morte.

-Le 3 vite della concezione medioevale sono la vita terrena, la vita della fama, che consiste nel ricordo di
ciò che si è fatto durante il corso della vita, ma la più importante è la vita eterna, che caratterizza uno
slancio trascendente nel finale del poemetto.

8 marzo

EPOCA DEI RE CATOLICI – REYES CATOLICOS (1457-1516)


Siamo alla fine del ‘4oo. Giungiamo all’unità della Castiglia, intesa come unità culturale, politica, sociale,
ecc..
Già dal 1492 inizia a svilupparsi il concetto di nazione in Spagna. Anche oggi si dice che essa è stata la prima
nazione europea, nata con l’unione dei regni castiglionese e aragonese.

Cosa avviene con i cosiddetti Reyes Catolicos?


-Nel 1469 si celebrò il matrimonio tra Ferdinando D’Aragona e Isabella di Castiglia, ma solamente nel 1479
avverrà l’unione dei due regni. Inizia l’assolutismo in Spagna.
Con l’unione dinastica inizia un nuovo regno per la Spagna: da questo momento si instaura un legame
inscindibile tra Corona e Fede che perdurerà fino alle porte del ‘6oo e anche oltre fino al ‘9oo.
Fede e Monarchia vengono quindi unificate.
Da questo momento i re cattolici saldano elementi linguistici e culturali alla politica: al frazionamento
regionale precedente, si oppone la Spagna centralista.

-Inizia anche l’espansionismo spagnolo, che diventerà il più grande impero che la storia abbia mai avuto.
Vediamo le tappe di questa espansione: la prima tappa coincide, appunto, con l’unione di Castiglia ed
Aragona nel 1469 grazie al matrimonio dei due rispettivi sovrani Isabella e Ferdinando.
Da qui si arriva al 1492 con la conquista di Granada, e sempre nello stesso anno con lo sbarco dei
conquistadores in America dei conquistadores inizia la Conquista (non più Reconquista) del Nuovo Mondo.
Si ricordi che furono proprio i re spagnoli a permettere il viaggio di Colombo. Quindi, l’espansionismo si
allarga verso l’America, ma non solo, perché successivamente arriverà anche in Italia con la conquista del
Regno di Napoli e del Regno di Sicilia.
Siamo dunque agli inizi del ‘5oo e iniziano anche le conquiste del Nord Africa.
Eccoci al 1512 con l’annessione di Navarra. Riguardo quest’ultima oggi ci sono molte polemiche, perché più
che annessione, viene considerata una vera e proprio conquista.

-Dal punto di vista culturale, i cattolici non avevano proprie corti, erano sempre ospiti di altri.
Aumenta l’impulso alla conoscenza dell’Umanesimo (classici, lettere greche e latine). Non era più dunque
solo una confusa curiosità com’era invece nel ‘3oo-‘4oo e in più questo fattore aumentò i viaggi in Italia.
Nasce così l’Umanesimo Spagnolo, decisamente in ritardo rispetto a quello italiano, che coincide anche con
il Rinascimento.

-In ambito letterario, l’enfasi retorica di Juan II viene sostituita da nuovi criteri di selezione, arrivando a
sviluppare una nuova maturità nelle scelte riguardanti la letteratura.
Si va verso il Secolo d’Oro della letteratura spagnola: la letteratura di questo periodo riesce a filtrare vari
modelli letterari, producendo qualcosa di originale, come il Don Quijote o il Lazarillo de Tormes, il quale
quest’ultimo porterà alla formazione e alla concezione del cosiddetto «romanzo moderno».
Ad ogni modo, non si è mai potuta concepire una grammatica classica fino al 1492 che costituirà un punto
di svolta poiché nasceranno una gramática castellana, la prima grammatica della lingua spagnola e vari
dizionari latino-español.

Celestina (fine ‘4oo)


-Titolo attribuitogli nei secoli successivi sostituendo quello di una commedia intitolata Tragicomedia de
Calisto y Melibea.
-21 atti
-Opera di frontiera
-Cosa vuol dire “celestina”?  1. alcahueta  (mujer que concierta una relación amorosa).
2.Persona que facilita o promueve de manera encubierta contactos confines políticos, comerciales o de 
otro tipo
La “Celestina” è dunque una donna che con arti e sotterfugi mette in contatto amoroso due amanti,
traffica per motivi commerciali, politici, ma soprattutto amorosi. La letteratura spagnola è piena di
vicende amorose, ma quella raccontata in quest’opera è originale, considerando tutti i metodi adottati
dalla Celestina per permettere l’amore dei due amanti (magia).
Celestina è considerata la protagonista del romanzo ed è la mezzana che permette l’amore di Calisto e
Melibea.
-Pubblicata in edizioni a caratteri mobili (stampa di Guttemberg)  Ciò comporta una maggiore
diffusione, ma non la scomparsa del manoscritto. Da questo momento in poi si caratterizza il
«romanzo».

-Natura ibrida  teatro umanistico o romanzo? Inizialmente si pensava fosse da considerarsi una
commedia, genere comico-tragico. All’epoca era più vista come opera teatrale poiché il concetto di
romanzo ancora non esisteva. Celestina non era stata scritta per essere recitata, ma per essere letto da un
personaggio solo. Oggi lo consideriamo di più come romanzo.
La Tragicomedia indica 2 correnti: quella della commedia e quella della tragedia.

-Trama: L'opera tratta argomenti osceni e scabrosi. Si presenta come una parodia dell'amor cortese: Calisto
corteggia Melibea, fallendo, e poi, tradendo lo stile cortese, i due si posseggono carnalmente. Il finale è
triste: Calisto muore mentre scende le scale che l'hanno portato nel giardino della sua bella amata, mentre
Melibea si suicida buttandosi dal balcone della sua residenza.
-Calisto è lo stereotipo dell’innamorato cortese, è una parodia, infatti i giullari lo portano in giro  TRATTO
COMICO
Nel finale, però, Calisto muore cadendo dalle scale e Melibea, disperata, si butta dal balcone. Oltre ai due
protagonisti, anche tutti gli altri personaggi moriranno  TRATTO TRAGICO
Si assiste ad una rottura con gli ideali medioevali dell’amore cortese e alla nascita di una nuova cultura con
contrasti e ambivalenze.

- La lingua del romanzo è ancora molto densa di elementi latini. Fino a questo momento, quella della
Celestina è considerata la lingua più naturale che la lingua spagnola abbia mai prodotto.

-Temi principali che si intrecciano tra loro: AMORE- DENARO - MORTE

Novità di “Celestina” (Novità narrative)


-Luogo della rappresentazione: città urbana e non più mondo cavalleresco
-Amore: passioni basse (sessuali); amore delle parole  amore idealizzato; erotismo  dato da una serie
di giochi di parole, soprattutto da parte di Celestina
-Denaro: Celestina aiuta solamente per guadagnarci denaro
-La morte dei due innamorati rappresenta la Giustizia che li castiga per la loro follia d’amore
-Mescolanza di personaggi “familiari” appartenenti a ceti diversi. I personaggi, inoltre, cambiano in base a
ciò che fanno: non sono stereotipi. Anche la loro lingua cambia: è una lingua viva, frutto di sperimentazioni,
fatta di elementi orali come proverbi e detti. I personaggi parlano tutti in modo diverso e in base al loro
ceto di appartenenza. Tutto questo dà realismo. Questo tipo di realismo dei personaggi si vedrà anche in
Stendhal e Balzac.
-Realismo: l’ambiente è estremamente terreno (contemporaneo). La ricchezza del dettaglio è scagionata
dalla ricerca del verosimile.
-Riflessioni sulle azioni, su ciò che si è fatto  Personaggi coscienti

 Tutto ciò dà dinamismo all’opera ←

Ambiguità di “Celestina”
-Dichiarata la finalità moralizzante: c’è una morale VS Oscenità del personaggio di Celestina
-Comico VS Tragico
-Realismo VS Magia
-Pochi eventi raccontati VS Ricchezza delle analisi degli stati d’animo
-Opera «realista» VS Dialoghi letterari, sentenze, citazioni

Autore di “Celestina”
1) Antiguo autor  Comedia de Calisto y Melibea (1499) composta di 16 atti.
2) Fernando de Rojas  Tragicomedia de Calisto y Melibea (1502 data falsa per spacciarla come antica e
vendere di più / 151o-1529) composta di 21 atti. Rojas sfuma la secca esemplarità della commedia e
aggiunge anche il prologo.

C’è chi parla di 3 autori, ma si considerano solo questi due.

(testo pag.40)

21 marzo

XVI SECOLO (‘5oo)


-Il Lazarillo de Tormes si opporrà a questo secolo.
-Il ‘5oo è il primo dei secoli d’oro. È il periodo in cui la Spagna diventa un modello di riferimento europeo.
La Spagna non è più imitazione delle fonti italiane, ma si crea qualcosa di nuovo.

Storicamente cosa avviene?


Il ‘5oo è scandito da 2 grandi imperatori:
-Carlo V imperatore (1516 – 1555) ~ Napoli, Sicilia, Sardegna, Austria, Paesi Bassi, Nuovo Mondo.
Con Carlo V inizia la fase imperialista della Spagna. La Spagna eredita i territori anche dall’Italia, ad esempio
Napoli diventa come una seconda Madrid.
Molti testi per sfuggire all’Inquisizione verranno pubblicati nei Paesi Bassi e nelle Fiandre: assistiamo ad una
vera e propria espansione territoriale.

-Felipe II (1556 – 1598) continua l’opera di espansione territoriale di Carlo V. Con lui la Spagna si configura
l’impero più grande dell’epoca. Capitale Madrid. Inquisizione, viene sconfitta l’Invincible Armada nel 1588.

Si tratta dunque di una grande espansione che di contro vede una debole economia dei tempi moderni.
Questo ha impedito un sistema economico più moderno e la creazione di una classe sociale media, tutto
dovuto dall’inflazione scaturita dall’alta depredazione (saccheggio) dell’oro.
Dall’altro lato la grandezza territoriale vede l’avanzarsi della crisi, dovuta proprio alla situazione economica,
caratterizzata da un sistema economico ancora medioevale.

1588  sconfitta dell’Invincible Armada. La Spagna si rende conto che questa forte espansione territoriale
deve avere una fine. È interessante il fatto che questa battaglia sia rappresentata in modi diversi in
letteratura, anche De La Vega era presente.

PUNTO DI VISTA LETTERARIO:


Cosa avviene?
-Vi è ancora una forte influenza italiana, soprattutto in forme e contenuti. L’Italia non è più solo sede del
Vaticano, casa della letteratura classica e del romanzo, ma diventa anche territorio dell’Impero.
I modelli più seguiti sono quelli di Petrarca, Bembo, Sannazzaro e Castiglione: non se ne segue solo uno, ma
molti di più. Vedremo Napoli riempire pagine di letteratura, essa era considerata una città molto spagnola.
È nel ‘5oo che il modello di Petrarca viene usato in tutta Europa, si fa strada il suo modello del
“canzoniere”.
Altre influenze sono quelle di Erasmo da Rotterdam che sarà fondamentale nel Lazarillo de Tormes. Si
discute molto riguardo l’Erasmismo: nel mondo di assolutismo religioso con rigidissimo controllo
dell’Inquisizione, l’erasmismo apre piccoli spiragli nel riformismo cattolico. Esso nel ‘5oo pervade tutta
l’Europa e, prima di essere annientato dall’Inquisizione, si manifesta in Spagna.

-Neoplatonismo: neoplatonico è il concetto di amore, inteso come idealizzazione. Lo vedremo in De La


Vega: con lui avremo il fiorire della lirica spagnola, inizia la grande stagione della poesia.

-[ LA STORIOGRAFIA SI MESCOLA CON LA MERAVIGLIA ] Nel ‘5oo proliferano i testi di cronisti che parlano
delle corti e del Nuovo Mondo. Questo diventa come una nuova epica, dove viene aggiunto un elemento
esotico di meraviglia, data dalla flora e dalla fauna, in più attribuiscono le sensazioni antropologiche agli
animali.

-Inizia la stagione del romanzo/novella: quindi la prosa. Si sviluppa in due direzioni:


1) PROSA IDEALIZZATA delle Egloghe (ex. quelle di Sannazzaro), ovvero rappresentazioni poetiche dei
pastori  poesia.
2) PROSA DI TAGLIO «REALISTA» che porterà al Lazarillo de Tormes.

-Sorge anche la poesia di taglio religioso/mistico con S. Teresa D’Aquila e de la Cruz.

-Lingua dell’Impero (VIVES): Gli autori iniziano ad occuparsi della lingua spagnola in contrapposizione con
altre lingue. Si vuole creare una lingua che vada di pari passo con l’espansione dell’Impero. La lingua emerfe
anche negli scritti dei trattatisti come Juan de Valdés in “Dialogo de la lengua” (1535). Egli era un erasmista
sia nella scrittura/struttura sia nei contenuti.

1) In tutti i regni si inizia a chiamare la lingua “castigliano”. Questa ormai è una di tutti, da qui la Spagna è
diventata lingua della Nazione.
2) Si inizia a sentire come una sorta di rammarico sul fatto che nessuno abbia scritto altri modelli o opere.
C’è necessità di scrivere opere all’altezza delle letterature classiche  ambizione degli autori del
‘5oo/’6oo. È in questo momento che si forgia la lingua scritta.
3) 154o – Lo storiografo Pero Mexia manifesta una concezione della lingua che supera quella
precedentemente avuta. Si inizia ad usare “español” come sinonimo di castigliano e non sarà più
solamente la lingua della regione della Castilla. Se si considera bene, il castigliano non è superiore né
inferiore a nessun’altra lingua, nemmeno all’italiano, il quale si pensasse fosse un nuovo latino. N3lla lingua
scritta lo spagnolo si eleva e non si devono copiare altri modelli.
Vediamo ora quelle che sono forse leggende riguardo un cambiamento della concezione della lingua
spagnola. Carlo V fa un’identificazione di FEDE, CORONA e LINGUA SPAGNOLA.
4) - ITALIANO: diplomazia
- INGLESE: cavalli
- TEDESCO: soldati, tedeschi mai visti come forti di cultura
- FRANCESE: donne
- SPAGNOLO: con Dio  Lo spagnolo è la lingua di Dio

POESIA
-1526 – incontro di Juan Boscán con Andrea Navagero  FATTO STORICO in un contesto raffinato che
sono le nozze di Carlo V. Si incontrano a Granada e si forma l’idea di trasportare nella poesia spagnola il
metro del canzoniere di Petrarca (endecasillabo e tutte le strutture strofiche)  sonetto. Si scrive dunque
in spagnolo, ma con il metro italiano, quindi antico e molto alto. Boscán scrive di essere il primo ad aver
operato ciò. “mode de escribir italiano”  non riguarda solo il metro e le strutture, ma anche i temi, ex.
quello dell’amore. Importare il sonetto, vuol dire importare l’amore petrarchesco. Il canzoniere è dunque
preso come modello.

è un percorso che soffre momenti di crisi, presenza e assenza.


È un amore più autentico, più passionale, più psicologico. È un Petrarca entra a far parte della letteratura
manifestare l’interiorità in momenti diversi. spagnola grazie a Boscán. Questa è una
volta nella poesia castigliana.

-Il momento storico dell’Arte Mayor e Menor è alla fine. Con l’incontro con la poesia italiana, la letteratura
spagnola cambia completamente. Sarà Garcilaso de la Vega a compiere in modo definitivo la fusione con
grandezza poetica.

Garcilaso de la Vega (emblema del ‘5oo)


-Toledo 15o1 – 1536 muore in battaglia minore contro la Francia.
-Scrive molto poco: 38 sonetti
3 egloghe (Virgilio) È un poeta, ma la sua è tutta poesia italianizzata
2 elegie (Virgilio) e di modello classico
5 canzoni
1 episola (Orazio)

-Racchiude l’ideale di cortigiano, che ora usa la penna, ora la spada. Per queste caratteristiche è lo specchio
dell’età rinascimentale. Dai romantici è stato visto l’aspetto dell’amore tormentato, irrisolto, verso una
dama portoghese, Isabel Freire.
-1526 – incontro con la poesia italiana e con la dama Isabel Freire
1531 – assiste ad un matrimonio segreto e viene esiliato dalla corte
1532 – si stabilisce a Napoli
1536 – muore in guerra minore contro la Francia

Sonetti
-Presenza dell’io poetico utilizzando una serie di sentimenti come dolore, sofferenza, assenza, speranza.
-Uso di stilemi petrarcheschi: assenza/presenza, fuoco/ghiaccio, ricordo/futuro, vita/morte..
-Visione della dama petrarchesca: bellezza femminile identificata dai capelli biondi e dal pallore. Si diceva
che le dame ingerissero cocci per apparire bianche in volto.
-La passione è fatta poesia, interiorità.
-La caratteristica di de la Vega è la trayectoria: da concettismo a concretezza. Si va verso una visione
sempre più romantica, vera, concreta, chiara. È una poesia preziosa con espressioni ricercate che va verso
la chiarezza espressiva e un’elegante sobrietà.

(testo pag.56)

Egloghe
-Temi: amore e natura
-Ambiente pastorale: locus amoenus  fatto di ninfe (prototipo di bellezza), boschi incontaminati
-Fonti: Virgilio e Sannazzaro
-Intimità – Contrapposizioni
-Deve trattare d’amore attraverso i pastori e le ninfe
-Mondo utopico che assomiglia all’Eden

(testo pag.51)

22 marzo
Novela Pastoril
-Egloghe in prosa
-Ideale, purezza, utopia, bellezza, amore neoplatonico, natura
-Pastore: innocenza angelica, Arcadia Sannazzaro. Il pastore è un poeta innamorato arcaico. Incarna
anche il prototipo di “innocenza”, i pastori sono i primi a vedere Cristo.

-Jorge de Montemayor - Diana (1559) Siamo più o meno negli stessi anni del Lazarillo de Tormes.
La Diana chiamata anche “Los 7 Libros” contiene i lamenti d’amore dei personaggi. Ognuno ha un problema
d’amore di qualsiasi tipo. Ci sono anche triangoli di amori non corrisposti che a volte vengono risolti dalla
magia  è presente il sovrannaturale.
I primi 3 libri espongono i problemi d’amore, scritti in modo estremamente raffinato  PETRARCHISMO
Nel 4° i due innamorati vanno al palazzo di Felicia, viene quindi descritto il luogo utopico.
Negli ultimi 3 libri le magie di Felicia vengono attivate, si assiste ad un ritorno dell’equilibrio.

-Il genere pastorale avrà un grandissimo successo anche dopo la Diana, la quale inaugura il genere del
romanzo pastorale, insieme ad altri generi (ex. romanzo picaresco  Lazarillo de Tormes)
Il mondo dei pastori avrà successo anche nel teatro, dove appunto venivano rappresentati questi mondi
utopici.

(testo pag.48)

Novela Morisca
El Abecerraje
-Continuazione del romanzo cavalleresco.
-Romanzetto molto breve, ambientato nel mondo arabo.
-Realtà storica idealizzata: «sogno poetico» mondo di virtù, nobiltà, doti morali, cavalleria. Il “moro” è
cavalleresco, è raffinato e ben lontano dalla visione bellica.
-Guerra/Amore (reale)
-Scenario andaluso «lussureggiante», bellezza delle corti, bei abiti, ecc..
-El verdadero amor  contraddistingue sia il cavaliere cristiano che il cavaliere moro.
-Trama: in una delle escaramujas, piccole battaglie di compagnie che combattono (CONTESTO REALE), viene
fatto prigioniero un cavaliere moro. Egli racconta che doveva andare a trovare l’amata per sposarsi: come
un patto d’onore tra i cavalieri, il cavaliere cristiano lo libera  FINALE FELICE
La vicenda è intervallata da lettere d’amore e canzoni  idillio
Il patto tra i due è visto come un rapporto di lealtà e cortesia tra i cavalieri. Il moro rappresenta il giovane
impetuoso, mentre il cristiano è già maturo e ragionevole. La descrizione del moro entra in contatto con
l’esotico: il moro era accettato dalla società solo in quanto ideale, raffinato.

(testo pag.49)

28 marzo
Lazarillo de Tormes
-Problemi di datazione
-È una delle opere il cui nome è entrato a far parte del lessico. Lazarillo  Lázaro: muchacho (bambino)
Proviene dalla metà del ‘5oo e indica il protagonista della novella. È la guida di un cieco. Quello del cieco è il
capitolo più famoso, più trattato e rappresentato in cui il cieco viene aiutato dal bambino per attraversare.
Il termine si riferisce ad una guida e a volte è identificato anche da un animale, ex. il cane  cane guida

-Dopo il Don Quijote è di sicuro l’opera più conosciuta dei romanzi spagnoli. Esso porterà alla formazioni del
romanzo moderno spagnolo.
È un romanzo di formazione: racconta la vita e la crescita del Lázaro quando era un piccolo “Lazarillo”. Il
narratore è il Lázaro ormai adulto.

-In ogni capitolo il protagonista sarà con un personaggio diverso che lo accompagnerà in giro per tutta la
Spagna.
La costante del romanzo è la ricerca disperata di risorse di cibo: cerca sempre di raggirare i suoi padroni per
guadagnare o rubacchiare qualcosa da mangiare per placare la sua fame.

-Burgos, Anversa, Alcalà de Hernes, Medina del Campo.


-Sono state perse 2/3 edizioni precedenti di cui non si sa nulla dell’autore.
-Si è discusso sul significato di alcune parole. Quella di Francisco Rico è un’interpretazione. Il linguaggio
dell’autore è ambivalente, non capiamo se si raccontano fantasticheria o la realtà. Siamo in ambito di
letteratura, quindi non si può ridurre tutto ad un unico scopo/obiettivo in testo letterario, ci sono diverse
interpretazioni.

Cosa ci è rimasto del Lazarillo de Tormes?


Sono circostanze fortuite quelle in cui ci è arrivato il Lazarillo. Di edizione originale ne esiste soltanto una
copia, ma oggi disponiamo di 4 edizioni del 1554 (probabilmente trovata nei paesi sopra citati). Quella che
noi leggiamo oggi non è la 1° edizione.
Nel 1995 fu trovata un’altra edizione a Medina del Campo mentre si ristrutturava una casa si trovò un falso
muro fatto di libri e manoscritti (quindi ancora più pericolosi, probabilmente testi etnici o satirici), nascosti
dal proprietario (non sappiamo chi fosse) a causa dell’Inquisizione: probabilmente erano libri considerati
scandalosi e quindi dovevano essere nascosti. Tra questi libri c’era il Lazarillo de Tormes e questa è un’altra
prova di quanto esso fosse pericoloso. Era un testo fortemente minacciato poiché considerato oltraggioso
per i ministri della Chiesa, anche se fittizio e di narrativa. Probabilmente è anche per questo che non si
hanno prime edizioni. Si pensa che l’autore fosse un riformista dal profilo religioso.
Alumbrados  setta di ramo erasmista. Rimanendo sempre nel quadro delle ipotesi, si pensava anche che
l’autore appartenesse a questa setta.
I libri considerati pericolosi/minacciosi/compromettenti venivano stampati ad Anversa o nelle Fiandre o in
Italia, più precisamente a Venezia. Tutto ciò ci spinge a pensare che fosse un libro pericoloso, ma non così
tanto da impedirne la stampa.
4 edizioni nello stesso anno, questo lo configura come un “best seller”  in un’epoca in cui ormai la
stampa si era diffusa, addirittura 4 editori diversi hanno voluto stamparlo. Ha avuto molto successo.
Nell’edizione di Medina del Campo ci sono le illustrazioni migliori ed è anche l’edizioni migliore per quanto
riguarda il testo.
Lo stemma p la rappresentazione delle varie edizioni per arrivare all’originale. Gli studiosi hanno provato ad
arrivarci e si pensi sia quello di C. La X corrisponderebbe all’originale, ma non sappiamo quale sia.

1555 altra edizione + aggiunta di una seconda parte che non ha nulla che vedere con la prima. Si
abbandona il realismo della prima parte, riprendendo ideali fantastici medioevali.

-Testo coerente ed autonomo con grandi parallelismi con il finale. Ciò lo caratterizza come testo a sé stante,
senza continuazioni.

-Sono presenti delle aggiunte che si pensano non esser state scritte dall’autore, ma dai tipografi o magari
suggerite dagli studenti negli anni.
È probabile manchi qualcosa tra Prologo e Tratado I, per questo si pensa sia avvenuta una fusione. Forse
manca anche l’Argumento, dove c’è scritto bene o male di cosa parla il romanzo. Tutto ciò è confusionario e
assurdo, poiché il prologo lo scrive l’autore, mentre il prologo il narratore. Per questo motivo potrebbe
mancare la chiave di lettura del testo.

Libro “pericoloso”
1559 – viene inserito nell’indice dell’Inquisizione  “Cathalogus Librorum qui prohibentur”. Chiunque lo
possedesse veniva perseguitato. Non uscirà dall’indice fino alla fine dell’Inquisizione. In Spagna non poteva
essere stampato legalmente.

1573 – esce il “Lazarillo «castigado»”, Juan López Velasco. Vengono tolti due tratados (=capitoli) quali il V
“Fraile Merced” e il VI “Buldero”. Forse Velasco dovette censuare la prima edizione.

Autore
Chi ha scritto il Lazarillo de Tormes?
Composizione: Francisco Rico  circa 155o – 1552  più pericoloso quindi lo ambienta un po’ di anni
prima
Rosa Navarro Durán  1553o – 1531
Sono entrambe delle ipotesi con diversi elementi di cronologia interna che riconducono a quelle date, ma si
vede anche dalla lingua. Le date di Rico contrastano un po’ con la presenza di arcaismi.
Azione collocata negli anni ‘30-’40  precedente alle edizioni che abbiamo noi
Oggi se compriamo il libro del Lazarillo de Tormes, con una sola eccezione lo troveremo anonimo. Nel 2o16
è uscita l’unica edizione non anonima di Alfonso de Valdés. Ad ogni modo continuano a considerarlo
anonimo, perché ci sono solo indizi e non prove concrete.

Ipotesi autore
Possono cambiare ipotesi e interpretazioni a seconda dell’autore che potrebbe essere. Alcuni credono che
“anonimo” sia meglio. Fin dall’inizio l’anonimato è stato favorito per renderlo maggiormente credibile.
-Si pensava addirittura fosse un’autobiografia, come se fosse proprio Lázaro de Tormes a scrivere di sé.
-Frate Juan de Ortega
-Diego Huntado de Mendoza
-Confraternita Pícaroz
-Umanista di Toledo/Salamanca
-Cortigiano di Carlos V
-Autore filoerasmista
-Converso  ebreo convertito
Certamente era un uomo di grande cultura vasta conoscenza di testi e letteratura del proprio tempo.

Ultima ipotesi  CRITTOGRAFIA


1) Ipotesi di Brenes Carillo  “Pues sEpa V. MeRced antE todaS”
(inizio del romanzo)
Gonzalo Pérez  sono gli unici due nomi che troviamo nel Lazarillo. Cortigiano di Carlo V autore di opere
letterarie.

2) Ipotesi Rosa Navarro Durán  “LA Vida de Lazarillo de Tormes


y de sus fortunas y adveridaDES”
Alfonso de Valdés  il più grande umanista del primo ‘5oo.

Struttura
-7 Tratados + 1 Prologo.
“Vuestra Merced estribe se le escriba y relate el caso muy por extenso”.

Si presume sia una donna. Il


libro è tutta una spiegazione
a questo personaggio. Deve
raccontare il caso.

-Madre: “Arrimarse a los buenos por ser uno de ellos” (Tratado I)  bisogna avvicinarsi ai ricchi per essere
uno di loro. La madre farà la prostituta.
Lazarillo: “Determiné de arrimarme a los buenos” (Tratado VII)
“Quien ha de mirar ha dicho de malas lenguas nunca medrará(trionfierà)”.

• Prólogo Nell’opera da un lato abbiamo il realismo,


• Tratado I: nascita, Ciego dall’altro un elemento divertente all’interno si
• Tratado II: Clérigo de Maqueda situazioni reali. Il realismo è più divertente, più
• Tratado III: Escudero giocoso e non ricercato, dettagliato e
descrittivo come quello di Verga o di Stendhal.
• Tratado IV: fraile de la Merced
• Tratado V: buldero Nella cultura occidentale il Ciego di solito è
• Tratado VI: capellán considerato un personaggio negativo, al
• Tratado VII: alguacil, arcipreste de San Salvador contrario nella tradizione classica è positivo,
poiché è un saggio, un profeta. Lazarillo lo vede
come un demonio e lo paragona ad un
“cabron”, ma vero è che gli ha insegnato molto
e una volta adulto lo ammette anche lui stesso.

Quello del Lazarillo de Tormes è un linguaggio


ancor vivo dove i personaggi prendono vita,
anche se, ad esempio, oggi non esistono più
ciechi con bambini-guida nelle piazze a
chiedere l’elemosina, mentre prima era molto
frequente.
Tratado III
Tutto il capitolo espone un po’ la falsità del sentimento dell’onore.
• Lázaro Carreter  «loco de presunción y egoísmo»
• Mundo al revés = mondo al contrario
Quella sorta di decalogo burlesco del «privado» rientra in questo genere letterario del “mundo al revés”,
che tanta fortuna ha in quest’epoca e anche nel ‘6oo. Tutto è al contrario di come dovrebbe essere per
tingere burlescamente la nostra realtà. È molto frequente nella letteratura satirica in generale (ex. I viaggi
di Gulliver, Swift). Quello dell’Escudero è dunque un mondo insincero, falso, esagerato e quindi parodico.
• Escudero  metafora vivente dell’apparenza, si muove secondo i codici cavallereschi, solo dal punto di
vista nominale. È quasi un attore. Il capitolo gira intorno all’opposizione di “ser” e “parecer”: l’Escudero è
l’emblema del parecer.

Tratado I – ciego. Artigiano laico (artigiano” nel senso che è lo stato più basso dei medicanti) 
INIZIAZIONE, il piccolo Lázaro cresce imitando il cieco, il quale gli insegna che l’unica morale della vita da
seguire è “fare l’utile per se stessi”.

Tratado II – clero. Che ci dice di fatto come la Chiesa sia estranea alle virtù cristiane. Verifica dell’arte
acquisita, deve mettere in pratica tutto quello che ha imparato. Accentua la distanza tra le classi sociali, tra
servitù e padrone: al contrario di come accadeva con il cieco, che, per quanto fosse “peggio del Diavolo” e
cercasse di nascondere le cose, alla fine divideva il cibo con il Lazarillo, il chierico è colui che nega il
nutrimento  SPERIMENTAZIONE

Tratado III – cavalleria, livello sociale più alto. Per contrasto dall’escudero  RIBALTAMENTO ESPERIENZA
LADRESCA. Ciò vuol dire che Lázaro non può rubare nulla perché non c’è niente da rubare e, inoltre, nonha
più nulla da apprendere (anche perché ha già superato l’esame nel II tratado). Nel III tratado arriva
addirittura a contraddire ciò che dice il suo padrone. Questo lo porta all’ultima tappa della sua crescita 
SCOPERTA DELL’INDIVIDUALITÀ, ormai il padrone è inutile, Lázaro può e deve badare a se stesso, come gli
aveva detto la madre.

Ormai, all’altezza del III tratado, la vera morale del Lázaro è che tutte queste cose riguardo all’onore non
servono a nulla, l’unica cosa che conta davvero è mangiare. Sarcasmo  vano onore vs. morale pratica.
Escudero lontano dalla cultura di Lázaro. (profitto/utile).

Altri Tratados – Il 4° e il 6° sono molto brevi, sono come tratados di passaggio, perché il Lázaro ha già
raggiunto la sua formazione. Lázaro è già formato e addirittura diventa spettatore, è finito il suo
apprendistato. La brevità di questi due trattati è dovuta anche al fatto che ciò che in essi accade, non
influenza più la crescita del Lázaro. Inoltre, negli ultimi tratados, Lázaro sta man mano salendo di grado e
arriverà ad avere una posizione più o meno accettabile e anche a guadagnare qualcosa per la prima volta.
Quello del Lazarillo de Tormes è un romanzo sulla «fame», non sul «guadagno»: dunque una volta
compiuta la sua crescita, deve finire. Per questo è una creazione letteraria estremamente autonoma.

Tratado V – è spettatore del buldero, non è più il protagonista.

Modelli satirici Tratado III


• Letteratura del tempo seguita, sui buoni costumi da seguire - Erasmo da Rotterdam «Sulle buone maniere
dei bambini»  togliersi il cappello/ saluti/ vestiti/ cibo/ limpieza ecc..

- Giovanni della casa «Galateo»  lusingare il principe

«Il caso»
• scusa per la «struttura epistolare»  suscita richiesta di spiegazioni di Vuestra Merced
• è l’unica cosa che interessa a Vuestra Merced: sapere se un suo servitore, ovvero l’arcipreste, facesse
parte del ménage a trois.
• argomento ultimo del romanzo
• l’autobiografia che Lázaro fa di sé dipende dal «caso» e la usa espediente per giustificare se stesso in
questo ménage a trois. E come si giustifica? Lo fa dicendo che ha sempre sofferto la fame, e, adesso che
non la soffre più, non gli importa se deve subire un tradimento, un ménage a trois. Tutto ciò che racconta è
autogiustificativo.
Retorica: modello epidittico: giustificazione davanti al pubblico.
oppure
•«caso» come esempio di virtù di chi parte dal basso ed è riuscito ad avere successo  racconta episodi
che dimostrano la sua crescita.

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