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sbagliano i conti
- Andrea Capocci, 01.08.2021
. Rallenta la crescita dei nuovi positivi. Iss: sieri efficaci al 95%. Per convincere gli scettici basta la
matematica delle elementari. Per ora la terza dose non serve, ma alcune case farmaceutiche ci
scommettono già
I 6513 casi positivi al coronavirus rilevati nelle ultime 24 ore mostrano che la quarta ondata è
ancora in crescita, ma a un ritmo inferiore a quello delle scorse settimane. Negli ultimi sette giorni il
numero di casi è aumentato del 32%, meno del 96% di una settimana fa. Il tasso di positività dei test
è al 2,4%, in linea con i giorni scorsi. Ci sono 214 pazienti ricoverati nelle terapia intensiva Covid, il
2,5% dei posti letto disponibili.
L’IMPATTO SUGLI OSPEDALI è limitato dall’effetto benefico dei vaccini sulla popolazione più a
rischio. L’Istituto superiore di sanità (Iss) ha diffuso le stime più aggiornate sulla loro efficacia,
riferite alle diagnosi successive al 4 aprile. La protezione conferita rimane molto elevata nei
confronti di ogni livello di gravità della malattia. L’efficacia è superiore al 95% nei confronti di
ricovero, necessità di terapia intensiva e decesso. Anche una sola dose di vaccino conferisce un
notevole grado di protezione, tra l’80 e il 90% per ciascuna di queste categorie. La protezione è
appena più bassa contro la diagnosi di Covid asintomatico o abbastanza lieve da non richiedere
ospedalizzazione: una dose protegge al 67%, due all’86%.
LA PROTEZIONE È ELEVATA in tutte le fasce di età, con numeri pressoché identici dai 40 agli 80
anni di età, sebbene il sistema immunitario degli anziani sia meno reattivo nello sviluppo
dell’immunità. Dai dati dell’Iss si desume che tutti i vaccini, indipendentemente dalla tipologia,
mostrano un’efficacia vicina al 90% e che per ora non si osservano cali nella protezione nemmeno
tra gli ultraottantenni vaccinati oltre sei mesi fa.
QUESTO NON IMPEDISCE che tra i deceduti vi siano persone vaccinate. La protezione di un
vaccino si calcola in termini probabilistici, misurando la differenza tra l’incidenza della malattia tra i
vaccinati e i non vaccinati. Se l’incidenza è la stessa, per esempio, l’efficacia del vaccino è nulla.
Dunque, un’efficacia del 95% significa che chi è vaccinato ha una probabilità di ammalarsi venti
volte inferiore a chi non si è vaccinato. È una protezione elevatissima perché nessun vaccino
raggiunge il 100%, visto che non tutti abbiamo un sistema immunitario in perfetta efficienza.
QUESTO DATO SEMBRA in contraddizione con un altro spesso strumentalizzato dai No Vax e dagli
oppositori del Green pass. «In Inghilterra su 117 nuovi decessi 50 (il 42%, ndr) avevano ricevuto la
doppia dose», hanno scritto per esempio Massimo Cacciari e Giorgio Agamben a sostegno della tesi
della «sperimentazione di massa», nemmeno troppo riuscita. In realtà, tra i dati dell’Iss e i numeri di
Cacciari e Agamben non c’è alcun conflitto. Lo stesso Iss, per esempio, mostra che anche da noi
nell’ultimo mese quasi il 30% degli ultraottantenni deceduti aveva ricevuto due dosi. Tra gli
ospedalizzati over 80, la percentuale di vaccinati sale addirittura al 51% (143 persone su 277). Nel
complesso, il 12% dei casi positivi rilevati negli ultimi trenta giorni nella popolazione con più di 12
anni riguarda persone vaccinate con due dosi.
BASTA LA MATEMATICA delle elementari per verificarlo: in una popolazione dieci volte più
numerosa (i vaccinati) in cui ci si ammala con una frequenza venti volte inferiore, alla fine il numero
assoluto dei contagiati sarà la metà di quello osservato nella popolazione dei non vaccinati. Perciò,
ogni due malati non vaccinati ce ne sarà uno vaccinato, proprio come si verifica dall’Italia al Regno
Unito anche se il vaccino è molto efficace.
NONOSTANTE QUESTI DATI rassicuranti, la Pfizer scommette già sulla necessità di una terza dose.
L’azienda ha appena rivisto (da 26 a 33,5 miliardi di euro) le previsioni sui ricavi legati al vaccino nel
2021. Il rialzo si spiega con la delta e la vendita delle terze dosi nei Paesi ricchi come l’Ue, non certo
con la distribuzione di dosi a prezzo calmierato in quelli poveri. Quest’ultima sarebbe l’unica
strategia per rallentare lo sviluppo di varianti e mettersi alle spalle il Covid-19. Ma l’evoluzione della
pandemia dipende più dai piani della Pfizer che dalle ragioni della salute globale.