possono essere paragonati a degli spiedini che attraversano il corpo. Queste linee
immaginarie vengono utilizzate per tracciare l'asse sul quale si svolgono i movimenti di rotazione. Un
po' come succede per i cardini di una porta.La porta si muove in un piano attorno ad un asse. Il piano
(la porta) è determinato dall'orientamento del perno nel cardine (asse).
longitudinale (verticale). E' perpendicolare alla base di appoggio, quando il corpo è in
posizione eretta.Trasversale (orizzontale): è diretto da sinistra a destra ed è perpendicolare all'asse
longitudinale.Sagittale (antero-posteriore): è diretto dalla superficie posteriore alla superficie anteriore
del corpo. Questo asse è perpendicolare agli altri due assi.
Sistema muscolare
3
Esistono tre tipi di tessuto muscolare: muscolo scheletrico, muscolo cardiaco e muscolo liscio. Quelli che ci
permettono di muovere il corpo, agendo sulle ossa dello scheletro, sono i muscoli scheletrici, definiti come
muscoli volontari.
I sono organi contrattili connessi alle ossa e svolgono diverse funzioni: permettono i
movimenti delle diverse parti dello scheletro, mantengono la postura del corpo, proteggono e supportano gli
organi interni, mantengono la temperatura corporea.
In ciascun muscolo scheletrico solo presenti tre strati concentrici di tessuto connettivo: lA
è lo strato
di connettivo che circonda lAintero muscolo; il
suddivide il muscolo in una serie di fasci di fibre
muscolari, i cosiddetti fascetti secondari; lA , invece, circonda le signole fibre muscolari. Tra
lAendomisio e le fibre cellulari si trovano cellule satellite importanti per la riparazione del tessuto muscolare
danneggiato.
è
Le cellule del tessuto muscolare sono dette per la loro caratteristica forma allungata. La
membrana cellulare delle fibre muscolari viene chiamata , mentre il citoplasma
.
Le fibrocellule sono molto più grandi rispetto alle altre cellule, sono
e sono ricche di
mitocondri, necessari per ricavare lAenergia per la contrazione. Non tutte le cellule si sviluppano: alcune
restano sottoforma di cellule satelliti, cellule staminali in grado di riparare il muscolo eventualmente
danneggiato.
AllAinterno del sarcoplasma si trovano le . Questi particolari dispositivi contrattili sono strutture
filamentose costituite da proteine contrattili capaci di modificare le proprie relazioni spaziali. Le miofibrille
sono costituite a loro volta da fasci di miofilamenti, composti da due proteine filamentose, (filamenti
sottili) e (filamenti spessi) : è la loro disposizione alternata a conferire al sarcomero un aspetto
striato. I filamenti di actina sono detti filamenti sottili e sono tenuti a registro dalla linea Z, mentre quelli di
miosina sono detti filamenti spessi e sono tenuti a registro dalla linea M.
Una fibra muscolare che si contrae esercita una tensione e si accorcia; questo processo viene spiegato
attraverso la . Lo scivolamento si verifica quando le teste della
miosina (filamenti spessi) si legano sui siti attivi dei filamenti di actina (filamenti sottili).
LAavvio della contrazione viene causato dal rilascio di dal reticolo sarcoplasmatico in seguito
agli eventi elettrici che si manifestano sulla superficie del sarcolemma; il messaggio elettrico viene quindi
distribuito dai che si estendono nel sarcoplasma. Gli ioni calcio liberati si legano poi alla
,
causando una variazione nellAorientamento del complesso troponina A tropomiosina che espone i siti attivi
sul filamento di actina. Quando le teste di miosina si legano ai siti attivi si formano
.
La durata della contrazione dipende dalla durata della stimolazione elettrica; infatti la permeabilità
delle agli ioni calcio è temporanea, e se cessa la stimolazione elettrica, il reticolo
sarcoplasmatico ricottura gli ioni calcio, il complesso troponina A tropomiosina ricoprirà di nuovo i siti attivi e
la contrazione avrà fine.
I muscoli del nostro corpo sono più di 600 e tutti contribuiscono a dare una straordinaria capacità di
movimento. I muscoli scheletrici sono riccamente vascolarizzati e innervati, e rappresentano gli organi attivi
del movimento.
Sono costituiti da un e da parti accessorie di connettivo denso con cui si originano o terminano e che
permettono di attaccarsi alle ossa (ad esempio i ).
Si suddividono in
, quando sono connessi solo alle ossa, e
quando hanno
almeno una delle estremità nella cute.
Per quanto riguarda la forma si possono suddividere in: (con corpo e due estremità
tendinee), , (con le tre dimensioni quasi uguali) ,
(con le fibre disposte obliquamente
rispetto al tendine) e (disposizione ad anello). Inoltre, in generale, possono avere anche due o più
ventri.
6
AA
I muscoli dellAarto superiore sono suddivisi in: muscoli della spalla, del braccio, dellAavambraccio e della
mano.
6 3
I muscoli dellAarto inferiore si dividono in muscoli dellAanca, della coscia, della gamba e del piede.
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L¶APPARATO CIRCOLATORIO (CARDIOVASCOLARE)
Il è un tessuto connettivo allo stato liquido, circolante nei vasi sanguigni
.L¶organo centrale di questo apparato e il cuore, la pompa del sistema. Inoltre ne fanno parte tutti i vasi
sanguiferi che portano il sangue a tutti i distretti del corpo e tornano poi verso il cuore. I vasi che escono dal
cuore sono detti arterie, mentre quelli di ritorno prendono il nome di uene. Il sangue circola per due percorsi
diversi: la grande circolazione e la piccola circolazione. La grande circolazione e l¶insieme delle arterie e
delle vene che portano il sangue alla periferia del corpo e poi di nuovo al cuore, mentre la piccola
circolazione si snoda verso i polmoni, luogo in cui avviene lo scambio tra O2 e CO2. Il cuore si puo dividere
in due meta, una contenente sangue arterioso e l¶altra contenente il venoso (nelle rappresentazioni sui libri,
per convenzione, la zona blu e venosa, mentre quella rosso arteriosa). Il sangue della grande circolazione
va verso gli organi arterioso e torna venoso, mentre nella piccola circolazione avviene il contrario (al cuore
va sangue arterioso, pronto per essere inviato nei vari distretti e ai polmoni va sangue venoso, pronto per
cedere CO2). Il sistema circolatorio ha origine dai capillari (vasi sanguiferi molto piccoli) e termina nel cuore,
dal quale si dipartono i grossi vasi (arterie e vene) che poi raggiungeranno tutti i distretti, facendosi via
via sempre piu piccoli. Il sistema linfatico e di supporto all¶apparato vascolare perche permette il
recupero delle sostanze nutritive ³perse´ dal torrente sanguifero e le riammette nella circolazione
prima che il sangue giunga al cuore.
I vasi sanguiferi
Le arterie che si dipartono dal cuore sono molto grosse e diventano sempre piu piccole man mano
che ci si avvicina alle estremita dell¶organismo. La parete esterna di quelle piu grosse e formata da
tre tonache, tre strati distinti che sono presenti in tutti i vasi di questo tipo (che variano soltanto per
lo spessore) detti tonaca interna (o intima), tonaca media e tonaca esterna. Nelle arterie piu
voluminose (come l¶aorta), del calibro di 2-3 cm, sulla tonaca interna si puo vedere l¶endotelio (del
tipo pavimentoso monostratificato) e fibre connettivali di tipo elastico che aiutano a sopportare la
pressione creata dal cuore quando spinge il sangue. La tonaca media e muscolare, anch¶essa in
grado di sopportare forti pressioni, formata da tessuto muscolare di tipo liscio (quando i muscoli si
contraggono si ha uasocostrizione, mentre se si rilassano si ha uasodilatazione). La tonaca esterna e
di natura connettivale. A grande distanza dal cuore il vaso prende il nome di arteriola, e sparisce la
tonaca esterna (lasciando solo l¶endotelio e un sottile strato muscolare). All¶estremita del percorso
del sangue troviamo invece i capillari, i vasi piu piccoli in assoluto, il cui diametro puo raggiungere
gli 8-10 ȝm. Esistono poi diversi tipi di capillari per diversi organi e scambi gassosi. I capillari sono
forniti delle sole cellule endoteliali per rendere piu facile il passaggio delle sostanze attraverso le
pareti.Le vene sono, come le arterie, formate da tre tonache (interna, media ed esterna). La differenza
principale, per quanto riguarda la struttura, e che nelle uenule troviamo soltanto lo strato endoteliale
e lo strato esterno di tessuto connettivo (mancano la parte muscolare e la componente elastica
perche non ci sono piu le forti pressioni originate dal cuore) e nelle vene lo strato muscolare e
sostituito da un altro strato piu rigido. Le vene sono sempre posizionate sopra le arterie, tranne nel
tratto femorale, dove l¶arteria si accavalla alla vena. Inoltre le vene presentano delle valvole di
chiusura per impedire la caduta ed il riflusso del sangue.I capillari non sono mai unici, ma si uniscono in fitte
trame che riforniscono una vasta zona.Esistono tre tipi diversi di capillari: il capillare continuo, chiamato cosi
perche tra una cellula e l¶altra non c¶e spazio e le giunzioni sono molto strette; gli scambi gassosi sono
possibili grazie alla diffusione attraverso le cellule endoteliali (li ritroviamo ad esempio nei polmoni). Il
secondo tipo di capillare e detto fenestrato, perche il suo endotelio presenta cellule con interruzioni nel
citoplasma,dove si creano fori (pori o fenestrazioni) che permettono il passaggio all¶esterno degli elementi
nutritizi piu grossi dei gas (ad esempio nel tratto intestinale). L¶ultimo tipo di capillare e il
sinusoide, sempre con endotelio poroso, dove pero i pori sono piu ampi per permettere il passaggio
di sostanze molto voluminose.
Il cuore
Si trova all¶interno della gabbia toracica, in una cavita apposita tra i due polmoni, detta spazio
mediastino, nella parte anteriore della gabbia toracica. La sua posizione risulta un po¶ spostata a
sinistra, forma un angolo con l¶asse longitudinale del corpo ed e leggermente ruotato sempre verso
sinistra. Dalla parte superiore prendono origine le arterie e le vene (nella zona detta base del cuore),
mentre la parte inferiore, posta grossomodo nel 5° spazio intercostale, e detta apice del cuore.
Generalmente il cuore ha le dimensioni di un pugno, pesa circa 250 g ed e colorato di un rosso
molto intenso e scuro, dovuto alla presenza di sangue. La faccia anteriore e detta sternocostale,
mentre quella posteriore prende il nome di diaframmatici, poiche si appoggia sul muscolo
diaframma. Adiacenti al cuore ci sono in polmoni, sui quali il cuore si appoggia, lasciando
un¶impronta ben definita specialmente sul polmone sinistro. Posteriormente, nella parte alta, tocca
la trachea, l¶esofago e il timo. La superficie esterna del cuore e circondata da una membrana detta
pericardio, formata da due strati: il siroso interno e il fibroso esterno, detto anche sacco
pericardico. Il pericardio siroso e formato da due strati in continuita (separati soltanto dal liquido
pericardico, utile per evitare attrito tra le due pareti quando il cuore pulsa) ed avvolge perfettamente
il cuore. La parte che aderisce al cuore e detta epicardio (o parete, membrana uiscerale), mentre
l¶altra e detta membrana parietale. Il sacco pericardico invece e una membrana piuttosto spessa,
formata da tessuto connettivo molto elastico, contiene il cuore e l¶origine dei grossi vasi e prende
rapporti con tutti gli organi circostanti. Il cuore mantiene la sua posizione grazie a legamenti che si
fissano al pericardio; questi legamenti sono di natura fibrosa e si agganciano alle ossa in
corrispondenza dello sterno, detti questi legamenti sternopericardici, posti uno in alto ed uno in
basso; inoltre vediamo i legamenti uertebropericardici, dalle vertebre al pericardio e il legamento
frenopericardico, che origina dal diaframma. Il cuore e ricoperto da vasi sanguiferi che scorrono in
solchi appositi e che corrispondono ai limiti delle camere in cui il cuore stesso e diviso (atri e
uentricoli, posti rispettivamente in alto e in basso). L¶aspetto del cuore, sia posteriormente che
anteriormente e liscio, fuorche nei solchi; i solchi sono due e separano il primo i due ventricoli
(solco interuentricolare) e l¶altro separa atri e ventricoli (ed e il piu marcato). Su di essi inoltre si
trovano dei cuscinetti di tessuto adiposo, di colore giallastro. Sulla superficie anteriore, in alto, e
visibile un prolungamento di una delle camere superiori che si riflette all¶esterno, l¶auricula o
orecchietta.All¶interno il cuore e diviso nettamente in quattro camere, due atri (le camere superiori) e due
ventricoli (le camere inferiori, piu grandi). A separarli ci sono i setti, che si differenziano in
interatriale e interuentricolare, in modo che dopo la nascita si abbia una divisione netta e ben
definita tra parte destra e parte sinistra del cuore, al fine di non permettere alcuna comunicazione tra
atri e tra ventricoli all¶infuori delle apposite fessure. Ogni camera ha una funzione ed una struttura
definite e totalmente diverse dalle altre tre.L¶atrio destro, visibile sulla faccia anteriore sternocostale,
presenta pareti lisce e pareti con rilievi:questi sono di natura muscolare. Precisamente la parete con i
muscoli pettinati e quella anteriore. Le altre pareti sono prevalentemente lisce, tranne per il fatto che
presentano alcuni ³buchi´, dove si inseriscono la uena caua inferiore e la uena caua superiore, che
raccolgono il sangue refluo rispettivamente dei distretti inferiori (organi del torace e arti inferiori) e dei distretti
superiori (collo,testa, parte degli organi toracici e arti superiori) dell¶organismo. Inoltre c¶e un forellino che
rappresenta l¶origine del vaso che raccoglie il sangue venoso proveniente dal cuore stesso (lo
sbocco di questa vena e detto seno coronario ed e posto in corrispondenza dello sbocco della vena
cava inferiore). L¶atrio destro presenta poi l¶auricula di cui si e parlato in precedenza,
prolungamento formato da muscoli pettinati. Dopo la nascita, il setto interatriale lo divide dall¶atrio
sinistro, ma prima le due camere sono in comunicazione grazie alla finestra ouale o foro di botallo,
che si chiude nel momento in cui il neonato emette il primo respiro, grazie a tessuto connettivo
(rimane tuttavia una piccola depressione che permette di individuare la posizione in cui essa si
trovava). Questa ³finestrella´ c¶e perche il feto non respira durante la gravidanza: il sangue
ossigenato della madre giunge direttamente al cuore del feto.Dall¶atrio destro il sangue passa nel ventricolo
destro. Al suo interno si vedono delle strutture bianche, poste sul ³soffitto´ del ventricolo: sono lembi di
tessuto connettivo che formano una valvola. Questa valvola, detta tricuspide a causa dei suoi tre lembi (detti
appunto cuspidi) che vengono fissati ai margini dalle corde tendinee, a loro volta fissate alle pareti
ventricolari, separa l¶atrio dal ventricolo ed impedisce che il sangue refluisca durante la spinta cardiaca. Le
pareti del ventricolo presentano le trabecole carnee, rilievi muscolari, e i muscoli papillari, che legano le
corde tendinee.Il sangue si trasferisce, passando attraverso il cono arterioso, nel vaso della piccola
circolazione detto arteria polmonare, alla cui origine si trova la ualuola semilunare, e prosegue nei polmoni,
dove si purifica della CO2 e si arricchisce di O2, per poi tornare al cuore passando nelle 4 uene
polmonari (nelle quali il sangue e arterioso) che lo riportano all¶atrio sinistro.Nell¶atrio sinistro, posto sulla
faccia posteriore diaframmatica del cuore, le pareti sono prevalentemente lisce, tranne all¶ingresso delle
quattro vene polmonari e dove rimane l¶impronta della finestra ovale. Inferiormente si vede l¶accesso al
ventricolo sinistro, rappresentato dalla ualuola bicuspide, o mitrale, simile alla tricuspide ma con due cuspidi
soltanto, fissate anch¶esse con le corde tendinee alle formazioni muscolari.Nel ventricolo sinistro, la camera
piu voluminosa presente nel cuore, le pareti presentano le trabecole carnee e i muscoli papillari (come nel
ventricolo destro) che fissano le corde tendinee. Il ventricolo sinistro termina nell¶arteria aorta a livello della
ualuola semilunare. La parete muscolare del ventricolo sinistro e piu spessa di quella del destro perche deve
imprimere piu spinta e pressione al sangue che deve andare nella grande circolazione (quindi in distretti
lontani dal cuore rispetto alla piccola circolazione).Se le valvole non si chiudono perfettamente il sangue puo
refluire nell¶atrio dal ventricolo, creando la patologia detta del soffio al cuore (e possibile accorgersene grazie
al rumore dei vortici che il sangue crea refluendo). Questo problema si ha soprattutto a carico della valvola
mitrale. Le valvole semilunari invece, sono anche dette a nido di rondine e servono perche il sangue non
refluisca nel ventricolo.Le arterie che forniscono il sangue al cuore sono dette coronarie destra e sinistra
(mentre le vene seguono il loro percorso) ed originano dall¶arteria aorta. Se una delle due coronarie si
ostruisce si ha l¶infarto, cioe la morte di alcune cellule del cuore ed e una patologia grave; se invece si
ostruisce una piccola zona delle arterie, il cuore continua il suo lavoro, con poche cellule morte. Il cuore e
comunque innervato, anche se e un muscolo involontario: le cellule nervose che danno l¶impulso
per la contrazione cardiaca sono chiamate segnapasso, pacemaker, e sono cellule nervose
appositamente modificate.La parete muscolare del cuore e costituita da fibre striate involontarie innervate in
modo che sia assicurata la continua contrazione muscolare. Nella parete posteriore dell¶atrio destro,
adiacenti alla vena cava superiore, le cellule del nodo (o seno) atriale, il punto di origine della contrazione,
che si diffonde alle cellule adiacenti in modo da trasmetterla a tutte le pareti striali. La trasmissione
dell¶impulso non passa dall¶atrio al ventricolo, ma avviene in un sito apposito (il nodo
atriouentricolare) posto nella parte bassa dell¶atrio destro, tra pavimento e parete mediale.
L¶impulso origina in prossimita del setto interventricolare. Quando gli atri si contraggono, i
ventricoli si rilasciano e viceversa (tali contrazioni sono dette alternate). II due nodi sono detti
pacemaker, segnapasso.
Principali vene e arterie
Il letto o tratto capillare e l¶unica porzione dei vasi in cui il sangue arterioso viene a contatto con
quello venoso. I capillari si differenziano in base alla loro funzione: possono essere continui, come
nel polmone, fenestrati, come nei reni o sinusoidali, come nel fegato. Le fibrocellule muscolari si
inseriscono nel letto capillare e, sempre in questa zona, prendono origine i vasi del sistema linfatico.
La grande circolazione
Prende origine dall¶arteria aorta, che esce dal ventricolo sinistro. L¶aorta prosegue nel suo percorso
dal basso verso l¶alto per un breve tratto (aorta ascendente), compie poi una curva (arco
dell¶aorta), e scende poi nell¶ultimo tratto, il piu lungo, che raggiunge poi con le ramificazioni tutti
i distretti (aorta discendente). Quest¶ultimo tratto e diviso in due porzioni: toracica e addominale.
L¶aorta ascendente da origine a due vasi: l¶arteria coronaria destra e sinistra, che sono le due
arterie che vascolarizzano il cuore; sono arterie molto brevi.L¶arco dell¶aorta da origine a tre vasi, che si
proiettano verso l¶alto e vascolarizzano il collo, la testa, la spalla e l¶arto superiore: a sinistra troviamo
l¶arteria succlauia (vascolarizza l¶arto superiore) e l¶arteria carotide comune (vascolarizza la testa); a destra
invece possiamo vedere l¶arteria anonima o tronco brachiocefalico, che a sua volta si divide in succlauia
destra e carotide comune destra. L¶arteria anonima e presente perche l¶arco dell¶aorta e spostato verso
sinistra: serve da collegamento per la vascolarizzazione della parte destra della testa.
L¶aorta discendente entra in profondita nel torace e passa attraverso il muscolo diaframma, entrando
cosi nella cavita addominale, giungendo poi alla porzione iliaca, dove da origine alle arterie iliaca
destra e sinistra. Dal tratto toracico hanno origine: le arterie bronchiali, le arterie mediastiniche, le arterie
isofagee e le arterie freniche (piccole arterie che vascolarizzano il diaframma).
Dal tratto addominale prendono origine sia arterie pari che arterie impari. Il primo ramo e il tronco
celiaco (o arteria celiaca), poi si staccano le due arterie surrenali; piu in basso le arterie renali
(che si originano perpendicolarmente all¶aorta addominale); poi l¶arteria mesenterica superiore,
che vascolarizza l¶intestino; le arterie spermatiche o ouariche, che vascolarizzano gli organi
genitali e sono poste in alto perche allo stato embrionale le gonadi sono poste in alto; l¶arteria
mesenterica inferiore, che vascolarizza la porzione inferiore di intestino. Il tronco celiaco si divide poi a sua
volta in arteria gastrica sinistra, arteria splenica ed epatica comune, che vascolarizzano rispettivamente lo
stomaco, la milza ed il fegato.Questi vasi danno origine ad una fitta rete, detta anastomosi o circoli
collaterali, che forniscono vascolarizzazione continua, anche nel caso in cui si ostruisse un vaso.
Le arterie sono sempre sotto alle vene, tranne nel tratto femorale, dove vene e arterie si scambiano
di posto.Le uene hanno la funzione di riportare il sangue al cuore, quindi troveremo le corrispondenti uene
iliache che raccolgono il sangue dalla parte inferiore del corpo e si uniscono nella uena caua
inferiore, che raccoglie anche il sangue proveniente dalle cavita addominale e toracica. Tuttavia il
sangue che proviene dello stomaco, dalla milza e dall¶intestino viene fatto passare per mezzo della
uena porta attraverso il fegato, creando cosi il circolo portale, che recupera le sostanze per
immagazzinarle. La uena caua superiore raccoglie invece il sangue dalla testa, dagli arti superiori e
dal collo e, seguendo il percorso dell¶aorta, giunge direttamente al cuore.
Sistema respiratorio
Il sistema respiratorio ha la funzione di introdurre l¶aria dall¶esterno ai polmoni, dove avvengono gli scambi
gassosi tra O2 e CO2. Inoltre ha la funzione di espellere la CO2 all¶esterno. I due fenomeni si chiamano
rispettivamente inspirazione ed espirazione.L¶apparato e formato da diversi organi: naso e cauita nasali (vie
di conduzione), faringe (in comune con l¶apparato digerente), laringe (organo principale di formazione),
trachea (che si divide in rami), bronchi (distribuiti come un albero ribaltato) e polmoni (dove avvengono gli
scambi gassosi).Le pareti interne di questo apparato sono generalmente ricoperte di muco, prodotto dalle
cellule caliciformi, utile per intrappolare gli elementi patogeni dell¶aria e per proteggere le vie respiratorie.
Naso e cavita nasali
Nelle cavita nasali e presente la mucosa respiratoria, formata da tessuto epiteliale cilindrico
pseudostratificato cigliato. Incontriamo poi le cellule caliciformi, poste come popolazione
all¶interno del tessuto epiteliale: queste cellule sono in gradi di secernere muco (per questo dette
anche mucipare); le ciglia poste sul polo apicale delle cellule permette lo scorrimento del muco, che
ripercorre le vie aeree e passa poi in quelle digerenti, arrivando allo stomaco, dove viene digerito
assieme agli elementi patogeni. Il fumo rallenta il movimento delle ciglia e puo dare origine a
bronchite cronica.Il naso e formato da uno strato cutaneo e da uno scheletro cartilagineo. Il limite interno
delle cavita nasali e detto coana, ed e qui che c¶e la comunicazione con la faringe. Le cavita nasali sono
divise dalla parete mediale; entrambe le cavita presentano una uolta ed un pauimento: la prima e limitata
dall¶osso frontale e dall¶osso nasale, mentre il pavimento prende origine dall¶osso palatino e
dall¶osso mascellare. Il setto nasale e formato da una parete anteriore cartilaginea, che si continua
superiormente con un osso detto ecmoide, mentre il tratto inferiore e delimitato dall¶osso uomere,
mentre sul retro troviamo l¶osso sfenoide.In corrispondenza della volta troviamo dei forellini, e qui la volta
prende il nome di lamina cribrosa, e forniscono il passaggio verso alcune cellule importanti per l¶olfatto. In
corrispondenza di alcune ossa parietali ci sono delle camere, dette seni paranasali, che conferiscono
leggerezza alla struttura e consentono la modulazione di alcuni suoni. Queste cavita durante i raffreddori si
possono chiudere a causa del muco, oppure se il muco vi staziona troppo sono il luogo in cui si creano le
sinusiti.L¶interno delle cavita nasali presenta delle formazioni ossee dette cornetti (tre: superiore, medio ed
inferiore, questi ultimi due dipendenti direttamente dall¶osso ecmoide), che favoriscono il crearsi di
vortici d¶aria quando essa viene ispirata. Cio permette all¶aria stessa di riscaldarsi, purificarsi ed
umidificarsi prima di prendere la via dei polmoni; cio e possibile grazie alla mucosa che ricopre
questi ossicini e le pareti interne nei meati, cioe negli spazi presenti tra i cornetti.
La faringe
Si aggancia tramite la membrana faringo-basilare all¶osso occipitale, ha una lunghezza di circa 10-
12 cm in verticale.Ha rapporto quasi diretto con le vertebre cervicali, mentre lateralmente e vicina ai muscoli
del collo e posteriormente e a contatto con l¶esofago, mentre inferiormente con la laringe. La parete anteriore
presenta varie aperture: una permette la comunicazione con le cavita nasali; nel tratto intermedio ce
n¶e una per la cavita boccale; inferiormente ne possiamo vedere una terza, che sfocia nella laringe.
Queste aperture distinguono anche i tre tratti in cui la faringe si divide: rinofaringe, orofaringe e
laringofaringe. Nella rinofaringe c¶e poi un tratto di parete laterale con dei solchi ed un forellino:
qui c¶e la zona di comunicazione tra faringe o tube uditive, per far fronte ai cambiamenti della
pressione atmosferica esterna (se non ci fosse si andrebbe incontro alla rottura del timpano).
Troviamo poi una ammasso di tessuto linfoide, utile perche formato da cellule che riescono ad
aggredire gli elementi nocivi contenuti nell¶aria; tali cellule sono linfociti e volgarmente vengono
chiamati tonsille (che funge da barriera specialmente in giovane eta, perche negli adulti si atrofizza.
Se il tessuto linfoide si gonfia troppo ostruisce le vie aeree superiori (adenoidi), obbligandoci a
respirare solo con la bocca. In questo primo tratto l¶epitelio e di tipo colonnare pluristratificato
cigliato.Il secondo tratto della faringe, ovvero l¶orofaringe, inizia a livello dell¶arco glosso-faringeo, detto
anche istmo delle fauci; nell¶orofaringe e presente altro tessuto linfoide che svolge la stessa
funzione del precedente, spostata pero a difendere le vie aeree dalle impurita provenienti dalla
cavita boccale. Qui il rivestimento di cellule non e piu solo di tipo respiratorio (in quanto deve
passare anche il cibo), ma l¶epitelio, che deve sopportare anche urti meccanici, e pluristratificato
pavimentoso.La laringofaringe e il tratto piu lungo e qui cominciano a differenziarsi il tratto respiratorio e
quello digerente. Tuttavia l¶epitelio resta comune, di tipo pavimentoso pluristratificato.
All¶esterno, a rivestire la mucosa troviamo i muscoli che la avvolgono e servono specialmente per
favorire lo scorrimento del cibo: sono tre (superiore, medio ed inferiore), disposti sia posteriormente
che lateralmente e sono detti muscoli costrittori. La via del cibo ha origine dove c¶e l¶epiglottide,
una placchetta grigia che, aprendosi e chiudendosi, impedisce al cibo di passare nella laringe. La
deglutizione inizia quando la lingua spinge il bolo alimentare nella faringe e quando esso ha
raggiunto l¶inizio dell¶esofago la placchetta cartilaginea si rimette nella posizione originale, cioe
volta ad aprire le vie aeree.
La laringe
La laringe e un organo piuttosto complesso, piccolo (si estende dalla IV alla VI vertebra cervicale),
e costituito da cartilagine, muscoli e membrane. Svolge due funzioni: conduzione dell¶aria e
fonazione (modulazione dei suoni). Si trova nella regione sottoioidea, anteriormente rispetto al
collo, sotto all¶osso ioide (a forma di ferro di cavallo).Le cartilagini che compongono la laringe sono distinte in
due tipi: pari (poste cioe a due a due) ed impari (piu voluminose e singole).La prima delle cartilagini impari e
la cartilagine tiroidea; essa e formata da due lamine unite sulla linea mediana a formare un angolo (nella
donna di circa 120° e nell¶uomo di 90°) detto pomo d¶Adamo. Le pareti laterali non si vedono, a causa dei
grossi muscoli che le ricoprono.La seconda cartilagine impari e detta cartilagine tricoidea, posta sotto la
tiroidea: anteriormente e formata ad anello e posteriormente si continua verso l¶alto formando una lamina,
cha avvolge la laringe.La terza cartilagine e l¶epiglottide, descritta come una foglia il cui picciolo si attacca
alla cartilagine tiroidea e si e detto che chiude le vie aeree al passaggio del cibo.Le cartilagini pari si notano
solo sulla parte posteriore e sono dette cartilagini aritenoidee: sono due, di forma piramidale a base
triangolare e le troviamo appoggiate sulla cartilagine tricoidea a livello del margine superiore della lamina
posteriore. Inoltre ci sono le cartilagini corniculate, che si trovano sull¶apice delle cartilagini aritenoidee e
sono a forma di uncino (o di un piccolo corno) e le cartilagini cuneiformi, che si trovano sopra le corniculate e
sono ancora piu piccole.La maggior parte delle cartilagini che costituiscono la laringe sono di tipo ialino e col
tempo si possono ossificare, tra cui solo parte dell¶epiglottide e le aritenoidee sono di tipo elastico e non
vanno incontro ad ossificazione. Le cartilagini sono unite le une alle altre mediante articolazioni
mobili.La laringe prende inoltre rapporto con la carotide e con la vena giugulare, che si appoggiano su di
essa: oltre ai muscoli, a lato della laringe troviamo il fascio arterio-veno-nervoso. Posteriormente
troveremo l¶esofago.Per quanto riguarda le membrane ne troviamo di tre tipi: la prima, molto estesa (va
dall¶osso ioideal margine superiore della cartilagine tiroidea), e in grado di accorciarsi e allungarsi, ed e detta
membrana tirotricheale. Questa membrana dona una certa mobilita alla laringe, in modo che essa
posa innalzarsi fino all¶osso ioide. Inoltre c¶e la membrana tracheale, che si estende dalla
cartilagine tricoidea alla trachea. Infine esiste un¶altra membrana, posta internamente alle
cartilagini.Per mantenere in sede la laringe ci sono il legamento uestibolare, posto nella zona superiore
(dalla cartilagine tricoidea all¶aritenoidea), dove ci sono le corde uocali false, e il legamento uocale, con
attacchi simili al precedente, nella cui zona vediamo invece le corde uocali uere. Il legamento
vestibolare inoltre funge da protezione per le corde vocali vere, perche non possano muoversi dalla
loro zona.La parete interna della laringe e rivestita da mucosa respiratoria, con epitelio cilindrico
pseudostratificato cigliato, che riveste epiglottide, legamento vestibolare, legamento vocale e un
tratto delle corde vocali. Queste ultime, viste superiormente, si presentano tese tra la cartilagine
tiroidea e le due aritenoidee. La mucosa di rivestimento in questo tratto e formata da epitelio
pavimentoso pluristratificato (e le corde appaiono bianche perche la mucosa non e vascolarizzata).
Le corde vocali vibrano al passaggio dell¶aria e, poiche sono abbastanza elastiche producono le
vibrazioni che danno origine ai suoni. Sono piu lunghe nell¶uomo (1,5 cm) che nella donna (1 cm) e
sono dotate di un certo grado di tensione. Il movimento delle cartilagini aritenoidee permette
l¶allargamento e il restringimento delle aperture tra le corde vocali, ed e dato da sottili muscoli della
laringe.La componente muscolare nelle laringe permette il movimento delle membrane e delle corde vocali:
ne fanno parte il muscolo crio-aritoneideo posteriore, che e allacciato alle cartilagini aritenoidee,
posteriormente, ed e definito come muscolo abduttore delle corde vocali (determina un¶apertura
delle cartilagini) ed e l¶unico muscolo che svolge questa funzione (nel caso in cui venga a mancare
si chiude anche la via aerea. Gli altri muscoli hanno la funzione di adduttori delle cartilagini e sono:
aritenoideo obliquo posteriore (due muscoli i cui fasci si dispongono obliquamente), aritenoideo
trasuerso posteriore (le fibre sono disposte trasversalmente, determina l¶avvicinamento delle corde
vocali), trico-aritenoideo laterale (la cartilagine tricoidea e aritenoidea, determina l¶apertura delle
corde vocali e la loro tensione, posto dietro alla lamina della cartilagine tricoidea), tiro-aritenoideo
(tra cartilagine tiroidea e aritenoidea, determina l¶accorciamento delle corde vocali), tiroepiglottideo
(tra cartilagine tiroidea ed epiglottide) e ari-epiglottideo (tra cartilagine aritenoidea ed
epiglottide).
La trachea e i bronchi
La trachea e un tubo semirigido dotato di strutture cartilaginee, che inizia in corrispondenza della
VI vertebra cervicale e termina a livello della V vertebra toracica. Nel torace, piu precisamente
nella porzione del mediastino inferiore, si divide in due rami.Nel tratto superiore, anteriormente, da supporto
alla tiroide. I muscoli si dispongono lateralmente,in modo da creare i vari strati cutanei e cartilaginei.
Posteriormente prende rapporto con l¶esofago.Il canale tracheale ha sezione sempre circolare dovuta al fatto
che esso e formato da anelli cartilaginei. Questi anelli, nel numero di 16-20, permettono di mantenere aperta
la trachea e posteriormente mancano di un piccolo tratto di cartilagine (quindi la struttura piu che ad un
anello e paragonabile ad un ferro di cavallo); questa particolare conformazione serve perche l¶esofago, a
contatto con la trachea, deve espandersi senza impedimenti per far passare il bolo alimentare (il
muscolo tracheale, presente sulla trachea, si flette, permettendo l¶espansione del tratto di esofago
interessato).Il rivestimento interno della trachea e formato da epitelio respiratorio che aiuta a purificare
ulteriormente l¶aria immessa durante l¶inspirazione. La tonaca sottomucosa e invece formata da
tessuto connettivo, mentre all¶esterno, a ricoprire tutta la trachea, troviamo la tonaca auuentizia,
formata da tessuto connettiuo fibrillare.La trachea si estende nel torace a partire dalla porzione del
mediastino superiore, per poi terminare nella sua stessa biforcazione all¶origine dei bronchi (quindi
dell¶albero bronchiale), nella porzione mediastinica inferiore. Notiamo subito la differenza tra i due rami:
quello di sinistra e piu lungo e fine, mentre quello di destra e piu corto, ma piu capiente. Cio e dovuto al fatto
che la trachea, per lasciare spazio ai grandi vasi si deve leggermente spostare verso destra.
L¶albero bronchiale si sviluppa nel parenchima polmonare: il polmone di sinistra e piu piccolo del
destro (cio e dovuto alla stretta vicinanza del cuore) ma compensa allungandosi verso il basso; allo
stesso modo il polmone destro e piu tozzo perche sotto di se ha il fegato.I bronchi, finche si resta nel ramo
principale, presentano la stessa struttura della trachea;addentrandosi nei polmoni, dove si dividono in rami
sempre piu piccoli e numerosi, i canali bronchiali perdono la componente cartilaginea interna. Le divisioni
avvengono senza un ordine preciso, ma rispettano quello che e l¶andamento del parenchima polmonare. I
tratti dove permangono ancora le placche cartilaginee prendono il nome di bronchioli. Man mano che la
cartilagine sparisce viene sostituita da fibrocellule lisce; l¶ultima sezione, dove il canale si fonde col
parenchima polmonare, e detta alueolo.
Il polmone
I polmoni sono l¶unico organo parenchimatoso (un organo del quale tutta la struttura concorre a
formare il parenchima) dell¶apparato respiratorio.I polmoni sono due, sono posti nella cavita toracica, sulla
base poggiano sul muscolo diaframma,mentre l¶apice sporge al di sopra della clavicola.Nei polmoni si
possono vedere una faccia costale, che aderisce alle coste, e una faccia mediale, che
viene anche detta mediastinica, che aderisce al mediastino. Medialmente presentano un margine
verso lo sterno, detto sternale, e un margine verso le vertebre, detto uertebrale.
Esternamente appaiono lisci, fuorche nelle zone dette lobuli, che rappresentano l¶unita piu piccola
del polmone. La colorazione e rosea nel bambino e via via piu ingrigita nell¶adulto (per la presenza
di elementi che si sono depositati tra un lobulo e l¶altro, sulle linee divisorie formate da tessuto
connettivo).I polmoni presentano una struttura molto friabile, quindi gli organi circostanti lasciano impronte
piu o meno marcate sulla superficie: la piu visibile sul polmone sinistro e quella lasciata dal cuore.
Altre impronte vengono lasciate dall¶aorta (arco dell¶aorta e aorta ascendente), dall¶esofago e dalle
varie arterie che si sviluppano dall¶aorta stessa. Sul polmone destro troveremo sempre le impronte
cardiaca ed esofagea, pero sparira l¶impronta dell¶aorta, sostituita da quella della vena cava
inferiore.Sulla superficie esterna ci sono delle membrane dette pleure, che sono organizzate in una struttura
a doppio foglietto: quello piu interno e detto foglietto uiscerale, mentre quello esterno, che aderisce
alla gabbia toracica, e detto foglietto parietale. Questi due foglietti sono praticamente lo stesso
foglietto, in quanto si riflettono su un punto della faccia mediale detto ilo polmonare, anche punto
d¶ingresso per l¶albero bronchiale e per i vasi che portano il sangue ai polmoni. Sotto all¶ilo
polmonare possiamo poi vedere una piega dovuta alla pleura viscerale, dove troviamo il legamento
polmonare. Lo spazio tra i due foglietti e riempito dal liquido pleurico, che facilita lo scivolamento
delle due pleure durante i movimenti respiratori. In corrispondenza dell¶apice, alla base concava del
polmone, le due pleure si dividono maggiormente, dando luogo al seno costo-diaframmatico, spazio
che risulta essenziale per l¶espansione del polmone durante l¶atto respiratorio. Lungo la linea
mediana troviamo invece il seno costo-mediastinico, analogo al precedente per la funzione che
svolge.Esternamente e visibile una linea obliqua che divide il polmone sinistro in lobo superiore e lobo
inferiore, mentre il destro e diviso in tre lobi (partecipa alla divisione anche una linea orizzontale).
I lobi polmonari possono a loro volta essere divisi in altre parti macroscopiche: i segmenti (da qui il
nome di diuisione segmentale). Questa divisione segue la ramificazione interna dell¶albero
bronchiale, quindi avremo 10 segmenti per ogni polmone.
Il bronchiolo, che nella parte piu sottile prende il nome di bronchiolo terminale, va a finire nel
sacco alueolare, prendendo il nome di bronchiolo respiratorio. Il sacco alveolare e un insieme di
piu alveoli (e qui che avvengono gli scambi gassosi), circondato da una sottilissima membrana detta
lobulo polmonare.Gli alveoli sulla superficie esterna presentano una fitta trama vascolare, facente parte della
piccola circolazione, dove avviene lo scambio tra O2 e CO2. In sezione e possibile vedere l¶interno della
cavita alveolare, che e formato da due tipi di cellule: i pneumociti di primo ordine (o piccole cellule
alueolari) e i pneumociti di secondo ordine (o grandi cellule alueolari). Quelli di primo ordine
rappresentano la maggior parte delle cellule che formano la parete dell¶alveolo, hanno poco
citoplasma e presentano espansioni citoplasmatiche (che servono per formare la parete
dell¶alveolo); quelli di secondo ordine, presenti ogni tanto all¶interno del ³muro´ di espansioni
citoplasmatiche, si estendono nel lume dell¶alueolo e producono, tramite i corpi multilamellari, una
sostanza, detta surfactant (una lipoproteina) che si dispone sulle pareti interne. Questa sostanza
serve per evitare che l¶alveolo collassi durante la respirazione.I pneumociti di primo ordine formano la
membrana attraverso la quale avvengono tutti gli scambi gassosi nell¶alveolo: sulla sua superficie si formano
vescicole piene di gas che passano attraverso il citoplasma dei pneumociti e si immettono poi nel flusso
sanguifero.All¶interno della cavita alveolare troviamo anche i macrofagi, che hanno funzione di spazzini, in
quanto rappresentano l¶ultima difesa contro gli agenti esterni.I ³buchi´ tra un alveolo e l¶altro sono riempiti da
tessuto connettivo.
La respirazione
Durante la respirazione la gabbia toracica si amplia sotto l¶azione dei muscoli respiratori e si
innalza, aumentando cosi il suo diametro antero-posteriore.I polmoni si ampliano a livello del seno costo-
diaframmatico e del seno costo-mediastinico.
Sistema digerente
Il sistema digerente si tratta di un canale alimentare lungo 10-11 m organizzato e diviso in varie parti: cauita
boccale,faringe, esofago (punto di passaggio tra le cavita toracica e addominale), stomaco, intestino tenue
(diviso in duodeno, digiuno ed ileo), intestino crasso (diviso in cieco, colon ± a sua volta diviso in
ascendente, trasuerso, discendente, sigmoideo ± e retto).Gli organi che lo compongono sono tutti organi
cavi, in continuita l¶uno dopo l¶altro. Inoltre,annesse all¶apparato digerente, troviamo alcune ghiandole, che
producono sostanze utili per facilitare la digestione: pancreas, fegato e ghiandole saliuari.
La funzione dell¶apparato digerente e quella di fornire i nutrienti necessari alle cellule ed introdotti
sotto forma di cibo. I processi della digestione iniziano nello stomaco e terminano nel duodeno.
Questi processi disgregano il cibo negli elementi essenziali che lo compongono, che verranno poi
assorbiti dal torrente sanguifero a livello dell¶intestino tenue. Nell¶intestino crasso avviene
l¶assorbimento degli elementi liquidi, dei sali minerali e delle vitamine, rendendo nello stesso
tempo piu solide le sostanze di rifiuto che vengono espulse dall¶organismo (feci).
Il cibo, come l¶aria, ha bisogno di essere depurato delle sostanze nocive prima di essere digerito:
incontriamo barriere di questo tipo a livello della faringe, dello stomaco (che produce HCl che
abbassa il pH, uccidendo i batteri e digerendo il muco proveniente dall¶apparato respiratorio) e
dell¶intestino (che possiede una flora batterica buona e ammassi di tessuto linfoide).
Lungo l¶apparato digerente troviamo diverse formazioni e caratteristiche della parete: nella cavita
boccale possiamo vedere vari strati di cellule appiattite (struttura molto resistente); nello stomaco
vediamo una mucosa con cellule cilindriche che producono varie sostanze (HCl, enzimi, ecc.);
nell¶intestino tenue incontriamo cellule cilindriche con diverse specializzazioni, dette espansioni
microvillose (poste sull¶apice delle cellule), che aumentano la superficie assorbente (i uilli
intestinali); nell¶intestino crasso vediamo strutture meno ampie ma simili a quelle del tenue.
La cavita boccale
La cavita boccale e posta anteriormente al viso, ed e limitata dalle labbra. Il uestibolo e la porzione
di cavita che sta tra le guance, le arcate dentarie e la lingua.Le ossa che circondano la cavita sono: osso
mascellare, mandibola, osso palatino (che forma il palato duro, posto anteriormente al palato molle, senza
ossa); le pareti laterali sono formate dalle
guance, che non hanno ossa. L¶interno e rivestito da epitelio pauimentoso pluristratificato, per evitare il piu
possibile lesioni causate dalla masticazione di cibi consistenti. Sulla parete dell¶arcata superiore, vicino ai
molari, ci sono due forellini: sono i dotti che fanno parte delle ghiandole saliuari; altri due dotti sono presenti
sotto la lingua.Il limite posteriore e rappresentato dalla doppia arcata (istmo delle fauci)che termina nel
prolungamento detto ugola. Un arco e rivolto verso la lingua (arco glosso-palatino), l¶altro verso la
faringe (arco glosso-faringeo); entrambi sono composti da tessuto linfoide, sede delle tonsille.
In corrispondenza delle guance troviamo dei muscoli, i muscoli masticatori, che permettono,
contraendosi, la masticazione del cibo; inoltre troviamo il muscolo buccinatore, particolarmente
sviluppato nei bambini, che serve per la suzione.La cavita possiede un elemento mobile, la lingua, che
poggia sulla base. La lingua e un elemento prevalentemente muscolare, che serve per facilitare il movimento
del cibo all¶interno della cavita e per l¶articolazione delle parole e dei suoni. Sul dorso presenta una mucosa
dotata di strutture dette papille linguali: esse sono corpuscoli deputati a raccogliere lo stimolo del gusto. Le
papille si trovano soltanto sul corpo della lingua, cioe la parte mobile. La parte posteriore, la radice, va a
fissarsi sulla faringe ed e l¶unica parte immobile della lingua.Le ghiandole salivari piu importanti sono tre:
parotidi, poste anteriormente all¶orecchio;sottomandibolari, poste sotto il mento, quelle che producono circa il
70% della saliva; sottolinguali,poste sotto la lingua. Sono ghiandole esocrine appartenenti al tessuto
epiteliale, il cui secreto, la saliua, viene emesso nei dotti saliuari (1-1,5 l di saliva al giorno). Questo secreto
serve per iniziare il processo di masticazione ed inoltre contiene l¶amilasi, un enzima che interviene nei
processi di rottura dei legami nell¶amido e svolge una piccola funzione battericida. La ghiandola parotide, la
piu voluminosa, produce un secreto di tipo prevalentemente sieroso, e lo libera a livello dell¶arcata
dentaria superiore. La ghiandola sottomandibolare produce un secreto misto tra sieroso e mucoso.
La ghiandola sottolinguale e la piu piccola e secerne saliva mucosa e la immette ai lati di una piega
della lingua, detta frenulo.Nel suo movimento la lingua esegue anche il compito della spinta del cibo,
necessaria alla deglutizione: il bolo ³va a sbattere´ sul palato duro, poi sul palato molle ed infine entra nel
canale alimentare.Tutta la superficie della lingua e ricoperta dalle papille linguali, distinte in vari tipi: le papille
filiformi, le piu numerose, sono rivestite da un epitelio pauimentoso pluristratificato a forma di
piramide e non sono in grado di percepire il gusto, ma facilitano lo scorrimento del cibo verso il
retro; le papille fungiformi, piu voluminose, visibili come puntini rossi, disposte tra quelle filiformi,
hanno il compito di percepire il gusto e si differenziano dalle altre perche possiedono alcune cellule
a funzione sensoriale, che, disposte insieme, formano i calici gustatiui, le zone di percezione; le
papille circumuallate, che si dispongono a ³V´ tra il corpo anteriore e la parte posteriore della
radice, sono 12; le papille fogliate, ai lati della lingua, sono localizzate sulle pareti.
L¶esofago
Attraversa tutta la gabbia toracica e termina, una volta oltrepassato il diaframma, nello stomaco. Si
posiziona posteriormente rispetto ai visceri, tranne nel tratto inferiore dell¶aorta, dove passa sopra
all¶arteria. Ha una lunghezza di circa 25 cm e la sua superficie, che vista in sezione presenta varie
tonache, ha dei raggrinzimenti.Le tonache che formano la parete dell¶esofago sono quattro: dall¶interno
abbiamo la tonaca mucosa interna (formata da epitelio pauimentoso stratificato), poi la tonaca sottomucosa
(di tessuto connettivo), quindi la muscolare ed infine la tonaca auuentizia. I muscoli che compongono la terza
tonaca sono lisci e si dispongono in una struttura ordinata in due strati: uno circolare e uno
longitudinale. Questa disposizione facilita i movimenti di contrazione che creano la peristalsi, cioe
il movimento che permette al cibo di avanzare verso lo stomaco. La tonaca avventizia infine e
formata da tessuto connettivo che serve a ricoprire e isolare la struttura. Il canale esofageo presenta tre
restringimenti: il primo si ha all¶origine dell¶esofago, dove termina la faringe (anello cricoideo della faringe), il
secondo dove c¶e la biforcazione della trachea nei bronchi e l¶arco dell¶aorta va a spingere l¶esofago contro
la trachea stessa e il terzo dove c¶e il punto di passaggio tra cavita toracica e addominale all¶interno del
diaframma, dopo il quale il canale continua per 2 cm circa ed entra nello stomaco.
Lo stomaco
Lo stomaco e l¶organo principe dell¶apparato digerente. Ha una forma a J (o a pera rovesciata) si
trova nella regione epigastrica ed occupa parte della regione ipocondriaca sinistra. Si presenta come
una sacca abbastanza appiattita con una faccia anteriore ed una posteriore e due curuature, la
piccola a sinistra e la grande a destra.
Lo stomaco e diviso in quattro porzioni: cardias, che origina alla fine dell¶esofago; fondo dello
stomaco, che segue il cardias ed e la zona piu grossa sotto il diaframma; corpo, la zona piu dilatata;
piloro, che si continua nel primo tratto dell¶intestino tenue.Lo stomaco e un organo superficiale e anteriore
rispetto all¶organismo. Anteriormente prende rapporti con il diaframma, con il fegato (sulla destra) e con la
parete addominale anteriore (sulla sinistra); posteriormente prende rapporto con la milza, con il rene sinistro
e la sua ghiandola surrenale, con il pancreas e con il colon.La membrana peritoneale avvolge
completamente lo stomaco con la sua parte viscerale: in questo modo lo possiamo definire un organo
peritoneale. In corrispondenza delle due curvature il peritoneo forma due pliche: il piccolo omento, o
legamento gastro-epatico, che parte dalla piccola curvatura e si lega al fegato, e il grande omento, che si
diparte dalla grande curvatura e si lega al colon trasverso, dopo essere passata su tutta la parete
addominale. Il grande omento e importante perche protegge ed isola tutti gli organi della cavita addominale,
sprovvista di ossa ed e sede di tessuto adiposo.La parete interna dello stomaco presenta dei rilievi, detti uie
del cibo, nelle quali si sospetta che transiti il cibo, rimanendo per piu tempo nella zona inferiore, dove le
pieghe si fanno piu irregolari.Lo stomaco e inoltre divisibile in aree gastriche, puntini posti sulla parete e
fossette gastriche, cioè i canalini che delimitano le aree. Il rivestimento delle aree gastriche e formato da
cellule in grado di produrre muco, mentre le fossette sono gli sbocchi per i dotti delle ghiandole gastriche. La
parete e in generale formata da epitelio cilindrico monostratificato, in grado di produrre muco. Le ghiandole
sono diverse a seconda dell¶area che si sta osservando: a livello del cardias e del piloro troviamo
ghiandole tubolari composte, mentre nel corpo e nel fondo troviamo ghiandole tubolari composte.
Questa diversita e dovuta al fatto che servono secreti diversi nelle varie zone.
Le cellule piu superficiali, dette cellule parietali, producono HCl e un¶altra sostanza, il fattore
intrinseco, necessario per l¶assorbimento della vitamina B12, fondamentale per l¶eritropoiesi
(formazione delle cellule del sangue). Le cellule principali o zimogeniche, poste piu in profondita,
producono l¶enzima pepsinogeno nella forma inattiva: a contatto con l¶HCl esso si trasforma in
pepsina e comincia il lavoro di digestione delle proteine. Ci sono poi le cellule enterocromaffini,
che producono la gastrina, secreto necessario per risvegliare le cellule parietali e principali. Questi
tre tipi di cellule partecipano tutti alla produzione dei succhi gastrici, fortemente acidi, il cui pH
viene neutralizzato grazie all¶azione del muco, prodotto da altre cellule superficiali. Il muco inoltre
serve per umettare il cibo. Se il pH rimanesse acido l¶HCl avrebbe la possibilita di attaccare anche
le pareti dello stomaco, creando l¶ulcera gastrica, di cui e responsabile anche un batterio. A livello
del cardias e del piloro le ghiandole sono tubolari composte e producono muco.
La tonaca sottomucosa e costituita da tessuto connettivo e vi trovano spazio i vasi sanguiferi che
vascolarizzano tutto lo stomaco.La tonaca muscolare presenta, oltre allo strato circolare e allo strato
longitudinale, uno strato di muscolatura disposta in modo obliquo: questo serve perche nello stomaco deve
avvenire un rimescolamento del cibo, in modo che sia inzuppato di tutti i succhi gastrici. Lo stomaco e l¶unico
organo con una tale diversificazione a livello muscolare.Al di fuori del rivestimento muscolare c¶e solo il
peritoneo.Lo stomaco non e pero in grado di digerire i grassi: la loro digestione avviene nel duodeno.
Soltanto nei bambini la digestione dei lipidi puo avvenire nello stomaco, poiche vengono prodotti gli enzimi
renina e lipasi dalle cellule enterocromaffini.
L¶intestino tenue
L¶intestino tenue e un tubo lungo circa 6 m ed occupa una buona parte della cavita addominale,
tranne nelle zone epigastrica ed ipocondriaca sinistra. Anteriormente e ricoperto dal grande omento,
mentre le sue anse sono raccolte nel colon, che fa da cornice.Si divide in tre parti: duodeno, digiuno ed ileo.
Tra le varie parti non c¶e una netta differenza e addirittura tra digiuno ed ileo non c¶e un punto netto di
separazione.All¶interno dell¶intestino tenue vengono completati i processi digestivi e si attua il processo di
assorbimento delle sostanze nutritive.Il duodeno e il tratto piu breve, lungo circa 25-30 cm ed ha forma a ³C´:
il tratto orizzontale superiore comunica con il piloro e la seguono una parte discendente, una leggermente
ascendente ed una piega, definita fessura digiuno-duodenale. Tutta la zona orizzontale e peritoneale,
mentre la restante parte e retroperitoneale.Posteriormente prende rapporti con il rene destro, la ghiandola
surrenale, la vena cava inferiore,l¶aorta ed il pancreas, mentre anteriormente si appoggia alla cistifellea e al
fegato.La superficie interna presenta dei rilievi che non si distendono nel momento in cui il bolo entra dal
piloro: essi sono detti pliche circolari e aumentano la superficie assorbente dell¶organo. Nel tratto
discendente del duodeno ci sono le due papille duodenali: la maggiore rappresenta lo sbocco dei
due tubicini che provengono dal pancreas e dal fegato, che con i loro secreti aiutano a portare a
termine la digestione. Il succo pancreatico e ricco di enzimi, mentre la bile, prodotta dal fegato,
aiuta la digestione dei lipidi. La papilla duodenale minore invece comunica solo col pancreas.
Gli strati che formano le pareti del duodeno sono le quattro tonache (mucosa, sottomucosa,
muscolare e sierosa o avventizia). Le pliche circolari sono sollevamenti delle tonache mucosa e
sottomucosa.La tonaca mucosa presenta poi altre specializzazioni: la superficie e costellata di uilli intestinali,
che svolgono la funzione di aumentare la superficie assorbente delle pareti. Ogni villo e formato da
un¶asse connettivale ricoperta di cellule, dette enterociti, del tipo cilindrico monostratificato, che
svolgono funzione di assorbimento. Nell¶asse del villo sono contenuti i capillari sanguiferi e un
capillare linfatico (detto uaso chilifero) che assorbono rispettivamente gli elementi nutritizi digeriti
e la loro componente lipidica. Ogni villo presenta poi numerose estroflessioni citoplasmatiche (i
microuilli) che servono per aumentare ulteriormente la superficie di assorbimento.
Alla base dei villi ci sono dei canali che danno origine alle cosiddette ghiandole intestinali o
ghiandole del Galeazzi, che contengono cellule endocrine aventi la funzione di risvegliare tute le
altre cellule con il loro secreto.La tonaca sottomucosa e formata da tessuto connettivo molto vascolarizzato,
caratterizzato dalla presenza delle ghiandole del Brunner, importanti perche secernono un muco che
neutralizza ulteriormente il pH leggermente acido del bolo alimentare.La tonaca muscolare e formata dallo
strato circolare e dallo strato longitudinale, gli unici che servono per i movimenti peristaltici utili
all¶avanzamento del chimo.La tonaca sierosa si divide in due tratti: il primo e peritoneo, mentre il secondo e
una guaina connettivale.Il digiuno inizia in corrispondenza di una piega, detta flessura, e rappresenta i 2/5
dell¶intestino tenue. Ha una lunghezza di 6 m circa e si presenta raccolto in anse, dotate di una certa
mobilita,poste sotto il grande omento. Occupa quasi tutte le regioni dell¶addome; posteriormente si appoggia
sui reni, sul pancreas e sugli ureteri; ai lati, superiormente e inferiormente prende rapporto con
l¶intestino crasso; frontalmente si appoggia sulla vescica e, nella donna, sulle ovaie. Il nome gli
deriva dal fatto che il cibo ormai digerito non si ferma mai al suo interno, ma vengono solo
assorbite le sostanze nutritizie, lasciandolo sempre vuoto.L¶ileo non ha un punto d¶origine vero e proprio, ma
diviene tale in seguito a modificazioni graduali del digiuno. Anche in questi tratti dell¶intestino la parete e
divisa in quattro tonache, ma il peritoneo presenta una piega in piu che ricopre digiuno ed ileo: il cosiddetto
mesentere, che si piega in due foglietti per ricoprire tutte le anse, dove peraltro scorrono i vasi sanguiferi che
poi andranno a raggiungere il canale intestinale.La superficie interna del digiuno e diversa da quella dell¶ileo:
la prima presenta dei rilievi, mentre la seconda e piuttosto liscia. Tuttavia possiamo notare i villi, piu piccoli a
causa della vicinanza con l¶intestino crasso, dove la funzione assorbente e molto limitata.
Inoltre possiamo vedere dei noduli linfatici, che nell¶ileo sono riuniti nelle tonsille addominali o
placche di Peier. Queste servono ad eliminare i batteri che riescono a superare lo stomaco per
mezzo delle immunoglobine che producono: esse sono sostanze che attaccano tutto cio che e
estraneo.
L¶intestino crasso
Circonda a mo' di cornice l¶intestino tenue, ha lunghezza pari a circa 1,5 m, non e organizzato in
anse, ha un calibro piu grosso rispetto al tenue ed e diviso in varie parti: cieco, colon ascendente,
colon trasuerso, colon discendente, colon sigmoideo e intestino retto.L¶intestino crasso occupa una buona
parte delle cavita addominali, ovviamente escluse quelle centrali. Anteriormente prende rapporto con il
grande omento, posteriormente con il rene, il fegato, la milza, il pancreas ed i grossi vasi. Forma delle
grosse curvature, dette flessure coliche destra e sinistra. Il punto di passaggio tra ileo e crasso e
rappresentato dalla ualuola ileo-cecale, un piccolo sfintere muscolare che si apre soltanto quando in chimo
deve passare.Il cieco e un ³sacchettino´ che si presenta liscio fuorche nella zona della valvola ileo-cecale. Il
peritoneo si dispone antero-lateralmente, lasciando scoperta la parte posteriore. Sul margine
inferiore possiamo vedere una piccola espansione, detta appendice uermiforme, costituita da tessuto
linfoide (lunga circa 9-10 cm, rappresenta una barriera difensiva), avvolta completamente da
peritoneo, che forma un meso che si fissa sulla parete posteriore. Puo prendere posizioni diverse
rimanendo pero sempre nella regione iliaca destra.Il colon ascendente sale verso l¶alto e termina in
corrispondenza della flessura; e ricoperto dal peritoneo soltanto nella zona antero-laterale.Il colon trasverso
attraversa tutto l¶addome, e totalmente avvolto dal peritoneo e si fissa alla parete
posteriore per mezzo del meso colon trasuerso.Il colon discendente ha lo stesso comportamento
dell¶ascendente e rimane scoperto dal peritoneo.Il colon sigmoideo e completamente avvolto da peritoneo e
si ancora alla parete per mezzo del meso colon sigmoideo.Il retto e l¶ultima porzione di intestino crasso,
scoperta dal peritoneo.La superficie esterna del colon presenta dei rilievi, detti gibbosita o austra, visibili sia
esternamente che internamente. In corrispondenza delle gibbosita possiamo vedere tre striscioline, dette
tegne (anteriore, mediale e posteriore), che sono l¶organizzazione del tessuto muscolare longitudinale,
che, senza questi sostegni, si rilascerebbe, conferendo un aspetto liscio al colon. Inoltre, in
corrispondenza delle tasche troviamo le appendici epiploriche, depositi di tessuto adiposo.
In corrispondenza del retto non ci sono ne le tegne, ne le gibbosita.La struttura del colon appare simile a
quella del tenue: le quattro tonache hanno solo piccole differenze. Sulla tonaca mucosa sono presenti delle
ghiandole tubolari mucipare, che riversano il loro secreto direttamente sulla parete, dove non ci sono villi. La
tonaca sottomucosa e sempre formata da tessuto connettivo. La tonaca muscolare e formata da una parte
circolare, uguale per tutto il colon, e da una parte trasversale, che forma le tre tegne.
Il fegato
Il fegato non e soltanto una ghiandola: svolge numerose funzioni utili all¶organismo (interviene nel
processo di distruzione dei globuli rossi invecchiati; funge da deposito per le sostanze nutritizie,
come il glucosio; filtra gli ormoni che hanno gia svolto la loro funzione; filtra i farmaci; interviene
nei processi metabolici; produce la bile), come un vero e proprio organo.
Ha notevoli proprieta rigenerative.Il fegato e posto nella regione ipocondriaca destra, e si estende nella
regione epigastrica e nell¶ipocondriaca sinistra; e l¶organo piu voluminoso dell¶organismo e pesa 1,5 kg, piu
altri 500 g quando e ripieno di sangue.Ha la forma di un ovoide con una parte mancante, superficie liscia
nella parte anteriore e superiore e presenta solchi sulle pareti posteriore ed inferiore (solchi dovuti
all¶impronta di altri organi).Viene diviso in due parti principali. La parte anteriore, a sua volta divisa in lobo
destro (più voluminoso) e lobo sinistro, dove si vede che il peritoneo si unisce, formando il legamento
falciforme, al cui interno c¶e il legamento rotondo, un residuo della vena ombelicale. La parte itero-
posteriore, viene poi divisa in lobo destro, lobo sinistro, lobo quadrato e lobo caudato (questi
ultimi due a causa della presenza della vena cava inferiore e della cistifellea.Il peritoneo lascia scoperta una
parte rombica per ripiegarsi e dare origine al peritoneo parietale,cioe al legame triangolare.
Il fegato presenta un punto d¶entrata e d¶uscita dei condotti, dotto ilo del fegato, che funge da
ingresso per la vena porta, per l¶arteria epatica e da fuoriuscita del dotto biliare, che raccoglie ed
porta fuori la bile.Posteriormente il fegato prende rapporti con il colon (flessura destra e colon trasverso), con
il duodeno, il pancreas, lo stomaco, l¶esofago (solo un tratto) e i reni (specialmente quello di destra).
Anteriormente presenta il seno costo-diaframmatico, spazio tra il fegato e il diaframma, e sporge la
cistifellea.La circolazione nel fegato e doppia: l¶arteria epatica vascolarizza il parenchima del fegato, mentre
la vena porta trasporta il sangue dall¶apparato digerente, da cui entra nel circolo portale dove
vengono assorbiti gli elementi nutritizi. La quantita di sangue trasportata dai vasi epatici e molto
minore rispetto a quella del circolo portale, che non partecipa alla vascolarizzazione del fegato.
L¶unita costituente piu piccola presente nel fegato e il lobulo epatico, in cui si svolgono tute le
funzioni del fegato. Ha le dimensioni di 1 mm, quindi risulta visibile ad occhio nudo. Ha una forma
prismatica al cui centro si puo vedere un piccolo spazio; al centro troviamo un canalino, detto uena
centro-lobulare, attorno alla quale si dispongono a raggiera le cellule (epatociti) che vanno a
formare il lobulo. Essi si dispongono in file uno sopra l¶altro, formando un muro: tale disposizione
e detta muralium. Hanno una struttura esagonale e sono uniti tra loro per mezzo di giunzioni molto
strette.Alla superficie del lobulo si formano due piccoli spazi, posti in corrispondenza degli angoli, detti
spazi portali, dove arrivano le diramazioni della vena porta, dell¶arteria epatica e dei dotti biliari.
Il sangue, entrato dalla vena porta e dall¶arteria epatica, si porta verso gli spazi portali tra i vari
muralium, dove troviamo capillari sinusoidi (con ampie aperture) in modo che il sangue entri in
contatto con gli epatociti per poi spostarsi all¶interno della vena centro globulare.
Le varie vene centro globulari poi si uniscono per dare origine alla vena epatica, che poi si
immettera nella vane cava inferiore.A livello delle membrane degli epatociti si formano piccole conche, che
unite creano canalini utilizzati per il trasporto della bile. La bile viene prodotta dagli epatociti, viene liberata
nei suddetti canalini e, uscendo dal muralium, si riversera nello spazio portale piu vicino, dal quale si
incanalera nel dotto biliare ed uscira dal fegato. Essa e formata da sali biliari, da pigmenti biliari, da
colesterolo e da fosfolipidi. Ha il compito di emulsionare i grassi, cioe di ridurli di dimensioni,
prima che essi vengano assorbiti dal vaso chilifero.Nel muralium ci sono poi delle cellule dette di Cupper che
hanno un¶azione fagocitaria e sono ricche di enzimi litici: sono queste che inglobano i globuli rossi invecchiati
e i piccoli detriti che si trovano nel circolo del sangue.Se le giunzioni cellulari tra i lobuli epatici si allentano, la
bile puo entrare nel circolo sanguifero attraverso le vene centro-lobulari: quando la bile entra in circolo si ha
la patologia dell¶ittero, e si assume un colorito giallognolo.Le pareti degli epatociti presentano sul lato dove
sono esposte al capillare sinusoide delle espansioni microvillose, per aumentare la superficie assorbente: in
tal modo l¶epatocita recupera elementi nutritizi dal torrente sanguifero e funge da magazzino (il glucosio si
accumula sotto forma di glicogeno). Questo spazio, nel quale avviene l¶assorbimento, viene chiamato spazio
del Biose.La bile, raccolta da tutti i condotti biliari entra in un unico grande vaso, detto condotto coledoco che
sfocia nel duodeno a livello della papilla. Lungo il suo percorso incontra la cistifellea, un
sacchettino a forma prima stretta, poi allargata, poi nuovamente stretta, che funge da raccoglitore e
da concentratore di bile (assorbendo un po¶ di liquido). La struttura della cistifellea presenta
internamente dei rilievi e difetta della tonaca sottomucosa. In certi casi la cistifellea puo essere
asportata, quindi la concentrazione della bile avverra a livello dei condotti.
Il pancreas
Lo troviamo nella regione epigastrica, in una piccola porzione posteriore, raccolto nella C
duodenale; ha una forma stretta e allungata, e lungo 25-30 cm ed e diviso in quattro parti.
La testa, il collo, il corpo e la coda, che termina nella regione ipocondriaca sinistra, dove si
appoggia alla milza.Il pancreas e un organo retroperitoneale; la superficie esterna non e liscia, ma ha una
struttura lobulare.Questa ghiandola viene considerata sia esocrina che endocrina, quindi produce un secreto
che viene liberato all¶interno di dotti e un altro che viene liberato direttamente nel torrente sanguifero.
Dal punto di vista esocrino (99%) si tratta di una ghiandola tubolo-acinosa composta, dove
all¶interno di ogni singolo lobulo ci sono parti piu chiare (che rappresentano la sua componente
endocrina ± 1%). Queste piccole parti sono dette isole di Langherans, che prendono la forma di
piccoli nidi.La parte esocrina produce un succo (il succo pancreatico), formato da un insieme da enzimi
necessari alla digestione, che viene immesso per mezzo del dotto pancreatico nel duodeno (i lipidi
sono attaccati dalle lipasi, gli zuccheri dalle amilasi e le proteine dalle proteasi). Il succo
pancreatico viene richiamato quando il chimo entra nel duodeno mediante una secrezione ormonale
a carico degli enterocromaffini.La parte endocrina presenta tre diversi tipi di cellula (che formano tutte
insieme le isole di Langherans): cellula Į, cellula ȕ e cellula į, che producono tre diversi ormoni (insulina,
glucagone e somatostatina). Il primo ha azione iperglicinizzante, permette cioe di smaltire zuccheri alzando
la glicemia (prodotto dalle cellule Į); il secondo ha azione ipoglicinizzante, quindi svolge la funzione
opposta al primo (prodotto dalle cellule ȕ); il terzo inibisce le cellule Į e le cellule ȕ (prodotto dalle
cellule į).
Sistema urinario
Sistema urinario.Le cellule dell¶organismo producono prodotti di scarto che a lungo andare diventano tossici
perl¶organismo stesso: l¶apparato urinario provvede a purificare il sangue da questi prodotti e ad
eliminarli. I reni sono gli organi principe di questo apparato, che conta poi anche gli ureteri, la
uescica e l¶uretra.
I reni
Si trovano nella cavita addominale, posti posteriormente a livello della doccia poro-uertebrale, cioe
una nicchia ai lati della colonna vertebrale tra la dodicesima vertebra toracica e la terza lombare.
I reni sono lunghi circa 10-12 cm, hanno larghezza di 5 cm e profondita di 3-3,5 cm; non sono
perfettamente allineati (il destro e piu basso del sinistro, poiche sopra di esso c¶e il fegato); hanno
forma a figliolo con un polo superiore ed uno inferiore, una faccia anteriore ed una posteriore, una
parete concava mediale ed una convessa laterale.Sulla parete mediale si possono vedere un¶arteria (arteria
renale), che entra direttamente dall¶aorta addominale, ed una vena (uena renale) che esce e porta fuori dal
rene il sangue filtrato fino alla vena cava inferiore, oltre ad un condotto che trasporta l¶urina fuori dal rene,
l¶uretere.Esternamente li vediamo lisci in superficie, di un colorito rosso-bruno molto intenso (a causa
dell¶intensa vascolarizzazione); possiamo inoltre notare, sopra i reni, due ghiandole (una per ogni
rene) di forma oculare, le ghiandole surrenali.Il rene destro anteriormente prende rapporto con la ghiandola
surrenale, il fegato ed il duodeno;lateralmente con il colon; inferiormente con le anse del digiuno. Tra rene e
fegato e tra rene e digiuno si interpone il peritoneo, rendendolo un organo retroperitoneale.
Il rene sinistro anteriormente prende rapporto con la sua ghiandola surrenale e lo stomaco,
lateralmente con la milza; in prossimita dell¶ilo con il pancreas, il colon e le anse del digiuno. Vale
anche qui il discorso fatto a proposito del peritoneo, che separa il rene sinistro dal digiuno e dallo
stomaco.Posteriormente entrambi i reni poggiano direttamente sul piano muscolare, identico a destra e a
sinistra: la parete apicale appoggia sul diaframma, la porzione inferiore sul trasverso dell¶addome e
la parte mediale sul quadrato dei lombi e sul grande psoas.Il rene in tal modo non ha grandi protezioni;
essendo poi organi retroperitoneali possiedono una membrana di natura fibrosa che li avvolge e li protegge,
la cosiddetta capsula renale. Al suo esterno e visibile un cuscinetto adiposo, che li isola dall¶esterno. C¶e poi
una terza membrana, la fascia renale, che passa attorno al rene avvolgendo anche la ghiandola surrenale e,
inferiormente, i due foglietti di cui e formata la fascia non si fondono mai: per questo comportamento, in
seguito alla riduzione di tessuto adiposo, il rene tendera ad abbassarsi (tosi renale).
In sezione trasversale vediamo come il foglietto anteriore della fascia renale sia un ³pezzo unico´,
in continuita, tra i due reni, mentre posteriormente questo non accade: la fascia si interrompe a
livello del corpo vertebrale. Nel caso di infezioni alla parte anteriore i reni verranno entrambi
intaccati, mentre posteriormente no.La superficie esterna del rene presenta poi dei solchi, per mezzo dei
quali possiamo dividere il renestesso in vari lobi. Nel bambino i lobi sono molti, mentre nell¶adulto variano
dagli 8 ai 12.In sezione, in corrispondenza dell¶ilo renale, troviamo uno spazio, detto seno renale, dove si
trovano dei tubicini (i calici renali): per ogni rene ci sono 12 calici minori che convergono in 3
diversi calici maggiori. I 3 calici maggiori si uniscono poi nell¶uretere, dove viene convogliata
l¶urina raccolta dai calici.All¶interno, attorno al seno renale, vediamo il parenchima renale, dove avvengono
tutte le operazioni di purificazione del sangue; viene diviso in due parti: quella esterna detta corticale e
quella interna, detta midollare.L¶area midollare presenta delle zone a struttura piramidale, dette piramidi di
Malpighi, intervallate da zone dette colonne del Bertin, con la base maggiore rivolta verso la parte corticale
del rene e la punta verso l¶interno in continuazione con i calici minori.Microscopicamente l¶area midollare e
caratterizzata da varie striature; microscopicamente invece ne parenchima si possono osservare numerose
formazioni che rappresentano le unita morfofunzionali del rene, dette nefroni, che svolgono la funzione
filtrante. Ogni neurone e formato da due parti: il corpuscolo renale e il tratto tubulare renale. Il corpuscolo e
la parte arrotondata (ce ne sono due),mentre la parte tubulare va a formare un percorso che parte dalla
porzione tubulare composta prossimale, per poi salire e scendere linearmente formando l¶ansa di Henle,
terminando infine nella porzione tubulare composta distale. Nel neurone avvengono i processi di filtrazione
del sangue e la produzione dell¶urina, che viene poi condotta al canale collettore, per essere poi espulsa
dalla struttura a piramide nel calice minore corrispondente.La porzione corticale ospita la parte del
corpuscolo renale, mentre la porzione midollare presenta tutti i dotti della parte tubulare.
La filtrazione del sangue avviene a livello del corpuscolo, che crea l¶ultrafiltrato, che non e urina
definitiva, ma deve essere concentrato in modo da recuperare i liquidi ancora utili e le sostanze che
non devono andare perse: questo secondo processo, di riassorbimento, avviene a livello dell¶ansa di
Henle.Il rene e un organo molto vascolarizzato: il sangue proviene dall¶arteria renale che a livello dell¶ilo
si divide in varie arterie segmentate, che al loro volt si dividono in arterie interlobuli, disposte tra
un lobo e l¶altro. I vari vasi interlobuli danno poi origine alle arterie arciformi, che si dispongono
tra la zona corticale e quella midollare. A questo punto da queste ultime prendono origine altre
arterie, dette interlobulari, che si dividono poi nelle arterie afferenti, che entrano nel corpuscolo
renale; una volta avvenuta la filtrazione il sangue uscira dalle uene efferenti che lo ricondurra alla
vena cava inferiore. Nella porzione midollare originano anche delle arterie, dette arterie rette, che
seguono l¶andamento dell¶ansa di Henle.Il polo del corpuscolo dove si forma la preurina viene detto polo
urinifero, opposto al polo capillifero, dal quale si origina il tratto tubulare.Il sangue proviene dall¶arteriola
afferente e viene filtrato all¶interno del corpuscolo ed esce tramite la vena efferente. Il glomerulo muscolare e
contenuto nella capsula di Boumann, che consiste in un foglietto che aderisce al glomerulo in un doppio
rivestimento (doppio perche il sangue contenuto nel glomerulo non deve fuoriuscire. Il foglietto viscerale del
corpuscolo e formato dai podociti, di forma stellata, che presentano prolungamenti detti pedicelli. Il capillare
del glomerulo e di tipo fenestrato, in modo che le sostanze piu piccole vengano espulse dall¶endotelio (da cui
passano più sostanze), dalla membrana basale (in cui passano meno sostanze) e dai podociti (da qui passa
il minor numero di sostanze): questi tre elementi formano la barriera emato-urinaria.
Il filtrato prodotto qui viene detto preurina ed e molto simile al plasma sanguigno (in un giorno i
reni producono 180 l di ultrafiltrato da 1500 l di sangue ripulito). La preurina viene raccolta tra le
due membrane che formano la capsula di Boumann (nel polo urinifero)e viene condotta fino al
tubulo contorto prossimale. I capillari mantengono la loro forma e vengono ripuliti grazie alle
cellule del mesangio (che svolgono appunto il compito di mantenere la forma del glomerulo anche
nelle anse, oltre alla fagocitazione). Il tubulo e circondato da cellule cilindriche con microvilli che
permettono il 75% del riassorbimento (il restante 25% si divide tra anse di Henle, 5%, e tratto
distale del tubulo, 20%) di H2O, proteine e sali, mentre a carico delle anse (dove le cellule non sono
piu cosi cilindriche e i microvilli sono minori in numero e dimensioni) c¶e il riassorbimento di ioni
Na/K e nella porzione distale (dove i microvilli sono scarsi e corti) si recuperano ancora H2O, ioni e
alcune proteine; in questo modo l¶urina e quasi definitiva.Il tubulo contorto distale riappoggia al corpuscolo
renale in corrispondenza del polo vascolare, nel punto in cui ci sono i vasi afferenti ed efferenti, formando
l¶apparato iuxta-glomerulare, costituito di cellule iuxta-glomerulari che si dispongono attorno ai vasi
sanguiferi, vicine alle cellule che formano la macula densa e alle cellule ilari (nella zona tra corpuscolo e
tubulo). Queste cellule svolgono la funzione recettiva della pressione sanguigna e della composizione
dell¶urina: nel caso in cui si abbia riduzione di pressione le cellule agiranno inibendo l¶effetto assorbente dei
tubuli: le cellule della macula densa informano le cellule ilari, che mandano uno stimolo alle cellule
iuxtaglomerulari,le quali producono l¶ormone renina, che determina vaso costrizione.L¶urina e formata da
H2O, urea e acido urico, con una concentrazione del 2% di sali (solfiti, fosfati,ecc, che, se iperprodotti,
danno i calcoli renali) e pigmenti biliari (la cui concentrazione determina la colorazione piu o meno gialla
dell¶urina).L¶urina a questo punto passa dai dotti collettori e viene raccolta nel tubulo collettore principale,
che termina a livello dell¶apice della piramide e sbocca in diversi tubuli collettori; la porzione terminale
della piramide, detta papilla renale, convoglia l¶urina entro piccoli imbuti (i calici minori) che
sfociano poi nel calice maggiore. 3-4 calici maggiori si uniscono nell¶uretere che fuoriesce dall¶ilo
renale ed entra nella cavita pelvica.
L¶uretere
Formato da tre tonache: tonaca mucosa, costituita da epitelio di transizione con diversi strati di
cellule (che si distendono per poi tornare alla posizione di partenza) dotate di impermeabilita a
causa delle sostanze tossiche che non devono fuoriuscire; tonaca muscolare, organizzata nelle due
strutture circolare e longitudinale, in alcuni tratti presenta una struttura irregolare (zone queste in
cui viene chiamato uretere plessiforme); tonaca avventizia, non formata da peritoneo (l¶uretere e un
organo retroperitoneale).Ha una lunghezza di circa 30 cm, non ha sezione costante: presenta tre punti di
costrizione,localizzati rispettivamente dopo l¶emergenza dell¶ilo renale, dove l¶uretere sovrasta i vasi iliaci e
nel tratto di ingresso della vescica.La presenza di calcoli nell¶urina puo ostruire o lesionare le pareti
dell¶uretere, provocando dolore e la perdita di sangue nelle urine.I due ureteri sboccano poi nella vescica, un
sacchettino fibroso-muscolare.
La vescica
Si tratta di un sacchettino che quando e ripieno e di forma rotonda, costituita da una parete formata
da tonache: mucosa interna (epitelio di transizione), tonaca muscolare (permette lo svuotamento
della vescica, organizzata in struttura circolare, longitudinale e plessiforme) e tonaca avventizia
(tessuto connettivo, visto che e un organo sottoperitoneale).Nella cavita pelvica il peritoneo non avvolge gli
organi ma si adagia soltanto su di essi.La vescica prende rapporto posteriormente con il retto e
anteriormente con la sinfisi pubica. Nella donna tra vescica e retto c¶e l¶utero.L¶urina accumulata viene
eliminata attraverso l¶uretra (150-300 cm3).
Sistema endocrino
IL SISTEMA ENDOCRINO
Lo compongono le ghiandole endocrine, una serie di ghiandole che producono secreti destinati ad
essere riversati nel torrente sanguifero, denominati ormoni, di natura proteica, glicoproteica e
steroidea, capaci di fornire stimoli, a cui l¶organismo non risponde in maniera immediata.
Queste ghiandole si formano per invaginazione del tessuto epiteliale nel tessuto connettivo
sottostante, che non mantiene alcuna via di comunicazione con l¶esterno. Se e presente una via di
comunicazione attraverso la quale le ghiandole inviano il secreto, diventano esocrine.
Le ghiandole endocrine
Le possiamo ritrovare: nella cavita cranica (epifisi ed ipofisi), nella parte anteriore del collo (tiroide
e paratiroidi), nella cavita toracica (timo, anteriormente alla trachea, sviluppato nel bambino, che
poi va involgendosi in un ammasso di tessuto adiposo), nella cavita addominale (ghiandole
esocrine dell¶epitelio esterno dello stomaco, le ghiandole enterocromaffini; ghiandole surrenali,
sopra il rene, di natura nervosa, che producono adrenalina e noradrenalina; pancreas, 99%
esocrino, 1% endocrino presso le isole di Langherans, che produce insulina, glucagone e
somatostatina; gonadi, che producono testosterone oppure estrogeno e progesterone).
Tutti questi prodotti vengono condotti direttamente al circolo sanguifero.
L¶ipofisi
Si trova in una nicchia dell¶osso sfenoide detta sella turcica. Ha le dimensioni di un acino d¶uva,
cioe 1-1,5 cm. Presenta un peduncolo che la collega all¶ipotalamo, una porzione del cervello.
Produce una serie di ormoni che agiscono in modo da controllare le attivita di tutte le altre
ghiandole endocrine dell¶organismo.La si puo dividere in due parti, data la loro diversa origine embriologica:
la zona ad origine neruosa e quella che la connette al cervello, mentre l¶altra ha origine epiteliale, per
invaginazione.La parte nervosa (neuroipofisi) e in grado di produrre due ormoni: la uasopressina (ADH ±
ormone antidiuretico) che agisce sul rene e l¶ossitocina, che agisce sulla muscolatura liscia dei visceri. La
vasopressina favorisce il riassorbimento a livello tubulare distale nel nefrone: viene rilasciata
quando c¶e variazione di pressione nel corpuscolo renale. L¶ossitocina agisce sulla muscolatura
liscia, prevalentemente sulla parete muscolare dell¶utero (nella donna) al momento delle contrazioni
del parto, mentre nell¶uomo agisce contraendo i primi tratti delle vie spermatiche.
La parte epiteliale (adenoipofisi), invece, produce molti piu ormoni: ACTH, che risveglia le
ghiandole surrenali; TSH, che agisce sulla tiroide; GH o ormone della crescita, che agisce sulle ossa
e sui muscoli, favorendo il metabolismo cellulare; PRL o prolattina, che stimola la produzione di
latte da parte delle ghiandole mammarie (dopo il parto); FSH o LH, due ormoni che regolano la
produzione ormonale delle gonadi (follicolostimolante e luteinizzante); LSH, agisce sui melanociti,
le cellule pigmentate della pelle.Tutti questi ormoni rappresentano un legame chimico con le cellule recettrici
presenti nel flusso sanguigno, che andranno poi a colpire le cellule bersaglio, sugli organi. Ad esempio se vi
e carenza nella produzione di GH puo subentrare il nanismo ipofisario.I due ormoni rilasciati dalla
neuroipofisi vengono prodotti a livello ipotalamico e da li passano nel peduncolo fino alla neuroipofisi. La
neuroipofisi e dunque formata da neuroni, modificati allo scopo di produrre ormoni; questi neuroni si
radunano in agglomerati, detti nucleo sopraottico e nucleo parauentricolare, circondati (nei bottoni sinaptici)
da capillari sanguiferi fenestrati perche possano passarci gli ormoni.L¶adenoipofisi viene poi divisa a sua
volta in tre parti: pars distalis, la piu estesa, pars intermedia,separa l¶adenoipofisi dalla neuroipofisi, ed infine
pars tuberalis, attorno al peduncolo. Ha inoltre una struttura molto diversa: ogni cellula si specializza per
creare un differente ormone. In questa porzione dell¶ipofisi c¶e una vasta rete capillare di tipo fenestrato,
detta stavolta circolo portale o collaterale ipofisario, che permette l¶immissione in circolo degli ormoni.
La tiroide
Prende rapporto posteriormente con la cartilagine tiroidea della laringe e lateralmente con i grandi
vasi del collo, essendo anche fortemente vascolarizzata.La si puo dividere in due lobi laterali e nell¶istmo, la
porzione centrale. In certi soggetti c¶è anche un piccolo prolungamento, detto lobo piramidale. Ha un aspetto
lobulare, conferitole dalla presenza dei numerosi vasi sanguiferi. Le dimensioni possono variare in seguito a
particolari condizioni,come ad esempio durante il ciclo ovarico o quello uterino nella donna ed e diversa nel
bambino rispetto all¶adulto.Presenta un rivestimento esterno, detto capsula, che aderisce al parenchima
tiroideo e all¶esterno si trova la guaina. Sono entrambi tessuti di natura connettivale, all¶interno dei quali
scorrono i vasi sanguiferi che si ramificano per entrare nel parenchima.Il parenchima tiroideo e di tipo
follicolare: i follicoli sono separati dalla capsula e dalla guaina per mezzo di piccoli setti connettivali, dove si
diramano i capillari che vascolarizzano i vari follicoli. Il follicolo presenta uno spazio esterno, la cauita
follicolare, circondato da cellule anch¶esse di tipo follicolare. All¶interno delle cavita si trova una sostanza di
natura proteica, la colloide, prodotta dalle cellule follicolari.La colloide e un preormone: legando i suoi
amminoacidi ad atomi di I (almeno 3-4), che ricava dai vari sali di I che assorbe dal torrente sanguifero la
colloide o tireoglobulina diventa ormone T3 (3 atomi di I) o T4 (4 atomi di I) detto anche tiroina. A questo
punto, dato che le cellule follicolari non oppongono alcuna resistenza, l¶ormone puo passare nel torrente
sanguifero.Questo e l¶unico esempio di ormone che viene prodotto in due tempi/luoghi diversi. L¶ormone
tiroideo va ad agire sul metabolismo cellulare aumentando l¶assorbimento di O2.
Diversi aspetti del follicolo identificano lo stato della tiroide in quel momento. Ad esempio se i
follicoli sono di piccole dimensioni, vuol dire che la ghiandola e in fase di riposo dopo aver
prodotto la colloide, mentre se sono piu grossi, significa che stanno producendo proteine.
L¶inizio della sintesi proteica si ha per mezzo dello stimolo che crea l¶ormone TSH.
All¶interno dei follicoli troviamo poi un¶altra popolazione cellulare: la cellule parafollicolari, o
cellule C. Producono la calcitonina, che viene immessa direttamente nel sangue e ne regola il tasso
di Ca, riducendolo se e troppo elevato.
Le paratiroidi
Poste vicino alla tiroide, si trovano in diverse posizioni: esterne al parenchima tiroideo ma dentro la
guaina (2 per lato, in corrispondenza dei 2 lobi tiroidei) oppure interne al parenchima. Sono
costituite dalle cellule principali e dalle cellule ossifile, ma l¶ormone paratiroideo viene prodotto
dalle cellule principali. Questo ormone interviene nel metabolismo del Ca, alzandone il tasso nel
sangue, se e basso. Le cellule ossifile sono poche e pressoche sconosciute, ma si pensa che siano
uno stadio giovanile delle principali.Anche queste ghiandole sono circondate da una trama vascolare.
Il timo
Posto nella parte superiore della cavita toracica, molto sviluppato nel bambino (si estende fino al
cuore), nell¶adulto subisce una grande involuzione.Ha un aspetto lobulare, i setti sono delimitati dalla guaina
e dalla capsula che li inviano anche all¶interno del parenchima.I lobuli presentano una parte interna piu
chiara, detta sostanza midollare, ed una parte esterna più scura, chiamata sostanza corticale.
Il timo e una ghiandola endocrina particolare: e formata da cellule che appartengono alla linea
bianca del sangue, i linfociti, che riconoscono le sostanze estranee, sviluppando i linfociti T, che
agiscono da sistema immunitario. Nel bambino questa e la funzione piu importante del timo, in
modo che il corpo possa poi riconoscere le sostanze estranee. Gli elementi che formano la ghiandola
sono quindi precursori dei linfociti T.In eta adulta il timo si involve in tessuto adiposo. In un esperimento
(iniezione di parti funzionanti del timo nei topolini) in alcuni di essi si e notato che vivevano piu a lungo,
quindi si ipotizza che l¶involuzione del timo partecipi ai processi di invecchiamento.
Gli ormoni che produce il timo sono ancora in fase di studio, pero la sostanza viene in generale
chiamata timosina.
Le ghiandole surrenali
Sono due, poste sul polo apicale dei reni, una per rene, ai lati della colonna vertebrale; sono
ghiandole retroperitoneali e presentano un aspetto lievemente lobulare; quella di sinistra e piu
schiacciata. Sono fortemente vascolarizzate ed hanno un colorito giallastro (dovuto ad una buona
componente lipidica presente nella loro struttura).Producono diversi ormoni, con funzioni diverse, che
nell¶insieme vengono definiti corticosteroidi.Anche in queste ghiandole individuiamo due parti: una esterna,
corticale, ed una interna, midollare,che ha origine nervose, quindi e controllata dal sistema neruoso
simpatico.Gli ormoni prodotti dalla parte corticale sono prodotti da tre zone diverse, identificabili dal loro
aspetto: la zona glomerulare, esterna, produce ormoni mineral-corticoidi, che agiscono a livello
renale favorendo l¶assorbimento minerale (soprattutto di Na+); la zona fascicolata, mediana,
produce ormoni glico-corticoidi, che intervengono nel metabolismo degli zuccheri (soprattutto
nell¶immagazzinamento sotto forma di glicogeno), come il cortisolo, che a livello epatico si
trasforma in cortisone; l¶ultima zona, la zona reticolare, piu interna, adiacente alla parte midollare,
produce due ormoni, l¶adrenalina e la noradrenalina, due neurotrasmettitori che agiscono a livello
nervoso, aumentando il metabolismo (l¶adrenalina rende irregolare la produzione e l¶utilizzo di
ossigeno) o riducendolo (la noradrenalina lo riporta in condizioni normali).
L¶epifisi
Si tratta di una ghiandola piu piccola posta nel cranio, formata da cellule di natura nervosa dette
pineacociti, produce l¶ormone melatonina.Questo ormone e soggetto al circolo circodiano, cioe all¶alternarsi
di luce e buio durante la giornata(di notte viene prodotta, mentre di giorno si assopisce).
Interviene nel controllo dell¶attivita delle gonadi; nell¶uomo e fortemente legata alle fasi di sonno e
veglia (a diversi fusi orari infatti il corpo si deve adattare).La melatonina, essendo priva di effetti collaterali,
puo essere somministrata ai bambini che soffrono
d¶insonnia.
La milza
Viene definito anche un organo linfoide, appartenendo al sistema linfoide dell¶apparato digerente;
si trova nella regione ipocondriaca sinistra e si estende sotto la cupola diaframmatica.
Presenta un colore rosso-bruno, data la fortissima vascolarizzazione; e friabile e non e un organo
indispensabile alla vita dell¶organismo.Svolge varie funzioni, come la distruzione dei globuli rossi invecchiati,
il recupero delle sostanze ancora utili (dopo la distruzione dei globuli), come il ferro, e sede di linfociti T e B
(e una barriera difensiva legata al sistema immunitario).Prende rapporto con il diaframma, anteriormente con
lo stomaco, posteriormente con il pancreas e il rene sinistro, e cio si puo vedere dall¶impronta che questi
organi lasciano sulla milza stessa.Ha le caratteristiche di un organo parenchimatoso, possiede un ilo in cui si
inseriscono i vasi sanguiferi; e un organo peritoneale (il peritoneo che la ricopre si origina da un foglietto
dello stomaco che origina il legamento gastro-dienale, che si apre a le avvolge completamente.
Il parenchima e costituito di due parti: la polpa rossa (cosi chiamata perche formata dalla stessa
componente delle cellule del sangue) e la polpa bianca, che formano un reticolo costituito da tutta
la porzione vascolare.All¶esterno vediamo un riuestimento capsulare, formato dal peritoneo, mentre
all¶interno troviamo in gran parte la polpa rossa, in cui incontriamo una gran numero di macrofagi, che
eliminano i globuli rossi invecchiati.La polpa bianca e invece organizzata a formare dei cerchi, detti
linfonoduli, formati da linfociti, che riconoscono e attaccano le sostanze estranee.
Il sistema nervoso
IL SISTEMA NERVOSO
Formato da cellule particolari, dette neuroni, con una forma precisa.
Il neurone e divisibile in corpo (che contiene il nucleo, detto pirenoforo), dal quale si origina la
seconda parte, un prolungamento unico, detto assone o neurite, che termina nei bottoni terminali o
sinaptici. Il pirenoforo si dirama anche nei dendriti, altri prolungamenti.I neuroni possono assumere diverse
forme: un neurone puo essere multipolare, come quello appena descritto, bipolare, cioe con il nucleo che
origina solo due prolungamenti opposti (uno e il dendrite e l¶altro l¶assone), ritrovabili negli organi di senso,
oppure pseudounipolari, anche detto neurone T,dal cui corpo di diparte un peduncolo che si divide in due
rami, uno con la funzione di assone,l¶altro con quella di dendrite.La cellula nervosa e l¶unica in grado di
eccitarsi dopo uno stimolo. Quando raccoglie lo stimolo nervoso attraverso i dendriti, la cellula lo conduce
tramite l¶assone (quindi la trasmissione dello stimolo va sempre dal dendrite all¶assone e mai all¶opposto),
formando una catena di dendriti e assoni.Nel tessuto nervoso ci sono poi altre cellule, che non sono in grado
di condurre gli impulsi neruosi,ma sono in grado di fornire supporto ai neuroni o di riparare eventuali danni (il
neurone da solo non è in grado di rigenerarsi). Queste cellule sono dette cellule di Schwann nel SNC e
oligodendrocitinel SNP. Accelerano inoltre il passaggio degli impulsi, perche avvolgono completamente il
neurone, isolandolo dall¶esterno.Anatomicamente distinguiamo il sistema neruoso centrale (SNC) ed il
sistema neruoso periferico(SNP).Il SNC e contenuto all¶interno di strutture ossee: scatola cranica e cavita
vertebrale della colonna vertebrale. I due elementi principali che lo compongono sono l¶encefalo e il midollo
spinale.Il SNP e apparentemente il piu esteso tra i due: ne fanno parte tutti i nerui che si originano dal SNC.
Le loro emergenze si posizionano sul midollo spinale (questi nervi sono detti spinali); distinguiamo
pero 12 paia di nerui cranici, che si distribuiscono sulla faccia e originano direttamente
dall¶encefalo.I nervi si riuniscono in fasci e si inseriscono in particolari punti detti plessi, innervando gli arti. Il
plesso brachiale e quello ceruicale innervano l¶arto superiore, mentre il plesso sacrale e quello
lombare innervano l¶arto inferiore (questi ultimi due originano dal tratto inferiore della colonna
vertebrale). In corrispondenza di questi plessi della zona inferiore si origina il neruo sciatico, il piu
voluminoso del corpo umano.
Struttura del SNC e del SNP
Dal punto di vista anatomico viene diviso in due componenti: sostanza bianca e sostanza grigia.
Per quanto riguarda i neuroni, la divisione e fatta in questo modo: il corpo rappresenta la sostanza
grigia e l¶assone la sostanza bianca.Nel SNP il sito di localizzazione dei corpi dei neuroni viene detto
ganglio, mentre tutti gli assoni circondati dalla guaina mielinica formano i nervi periferici. In questa parte del
sistema nervoso c¶e molta sostanza bianca e pochissime aree grigie.Nel SNC la sostanza grigia si dispone
invece sull¶esterno dell¶encefalo, formando la corteccia cerebrale, detta anche materia grigia. Nell¶encefalo
troviamo anche altri corpi, detti nuclei, che sono formati da un insieme di corpi di neuroni. Qui l¶insieme di piu
assoni forma la sostanza bianca, raggruppata in tratti o colonne di sostanza bianca.
Trasmissione degli impulsi
L¶avvio della trasmissione avviene quando un impulso viene captato da un recettore, che puo essere
situato a livello cutaneo oppure a livello degli organi (rispettivamente detti recettori esterni e
recettori interni). Essi recepiscono la modificazione nell¶ambiente che li circonda: i recettori
cutanei (di natura somatica) percepiscono sensibilita tattile, del dolore, termica, ecc. e sono detti
recettori per la sensibilita; i recettori collegati agli organi invece captano gli stimoli odorosi, del
gusto, visivi, uditivi e dell¶equilibrio, e sono detti recettori sensoriali. C¶e poi una terza famiglia di
recettori, posti a livello viscerale (che captano stimoli quali il bruciore di stomaco, ad esempio).
Gli stimoli viaggiano attraversi i nervi del SNP per giungere al SNC, dove vengono elaborate le
informazioni, nel cervello. Le vie che partono dagli organi di senso e arrivano al cervello sono dette
uie afferenti o uie sensitiue. La risposta del cervello parte e si sposta nelle uie efferenti o uie motorie,
per raggiungere gli organi effettori, quelli che daranno la risposta vera e propria (solitamente i
muscoli scheletrici).La risposta e pero differente se lo stimolo arriva da un organo come lo stomaco:
l¶impulso entra allora nel cosiddetto SNA, il sistema neruoso autonomo, diviso in simpatico e parasimpatico,
che influenza la muscolatura liscia, il cuore e le ghiandole. Queste ultime in particolare possiedono
cellule, dette mioepiteliali, che si contraggono per favorire l¶uscita del secreto.
I recettori si possono poi dividere in famiglie: i recettori cutanei sono esterorecettori, quelli della
muscolatura scheletrica sono propriorecettori e quelli contenuti nei visceri sono enterorecettori.
Nella strada verso il cervello lo stimolo incontra il primo neurone della catena nel ganglio
periferico (questo neurone, avendo un braccio lunghissimo sara un neurone a T) che porta il segnale
fino alla corteccia, dalla quale gli interneuroni trasmettono lo stimolo; fatto cio dalla corteccia,
precisamente dai neuroni multipolare, partira la risposta, che seguira le vie motorie verso gli organi
effettori. Nelle muscolatura scheletrica manca il neurone periferico.Nel caso in cui la risposta sia involontaria,
lo stimolo si ferma al ganglio periferico(detto anche motorio), ed interviene il SNP.Uno stimolo di questo tipo,
cioe che richiede una risposta motoria, viene detto riflesso, ed il suo percorso viene chiamato arco
riflesso.Ad esempio: poggio una mano su un chiodo, arriva lo stimolo del dolore che attiva il primo neurone
sensoriale; a questo punto ho due possibilita. 1a) Nel SNC (midollo) si puo avere una risposta immediata e
un neurone la conduce subito all¶organo effettore (alzo la mano tramite una contrazione muscolare). 2a)
Lungo il midollo l¶informazione sale a raggiunge la corteccia cerebrale,dove si crea la consapevolezza di cio
che sta accadendo, quindi si elabora l¶informazione e la risposta motoria parte verso il muscolo, che alza la
mano.Gli archi riflessi possono essere di vari tipi, semplici o complessi. Ad esempio il riflesso patellare
(quello che il neurologo prova martellando il ginocchio) coinvolge solo il midollo, creando l¶innalzamento
involontario della gamba. Un altro esempio e il riflesso i stiramento: le vie sensitive a livello della muscolatura
(nella quale i fasci muscolari captano le modificazioni dei muscoli)mandano uno stimolo ed il motoneurone
invia subito una risposta al muscolo. Possono esserci anche vie diverse, come ad esempio un neurone ne
attiva un secondo, che trasmette pero lo stimolo a piu neuroni, creando vie nervose diverse per lo stesso
segnale.
Organizzazione del midollo spinale
Dalla colonna vertebrale emergono i nervi spinali, che sono in numero uguale alle vertebre. Il
midollo spinale e lungo circe 45 cm, ha un diametro di 1-1,5 cm e non si estende per tutta la
colonna vertebrale (termina intorno alla 1a ± 2a vertebra lombare). Dopo questa zona ci sono
soltanto filamenti, detti cauda equina, che emergono.Il midollo spinale non ha sezione costante: nel tratto
cervicale e nel tratto toracico-lombare c¶e un rigonfiamento, dovuto alle emergenze dei nervi che servono per
collegare arti superiori e arti inferiori al midollo stesso.La sostanza bianca si trova all¶esterno, mentre la
sostanza grigia all¶interno, organizzata a forma di farfalla o di H.La sostanza grigia puo essere distinta in:
corno anteriore e corno posteriore, le due ³ali´, e braccio centrale e canale centrale (o canale ependimale),
che sono rispettivamente l¶unione tra le due parti e il canale posto medialmente lungo tutta l¶estensione del
midollo.La sostanza bianca invece e distinguibile in fasci: anteriore, posteriore e laterale.
Sulla linea mediana del midollo sono presenti dei solchi: il solco mediano anteriore, il piu
pronunciato, e il solco mediano posteriore, piu piccolo.Dalla periferia del midollo spinale emergono i nervi
che si originano dalle corna anteriori e posteriori, attraverso cui c¶e il passaggio delle vie sensitive e delle vie
motorie.Ciascun nervo spinale e dotato di una parte sensitiva e una motoria, in modo da creare fasci
periferici misti.La distribuzione delle due sostanze varia lungo il decorso del midollo: nel tratto toracico c¶e
molta più sostanza bianca, mentre nei tratti cervicale e lombare accade il contrario, dato che ci sono le vie
nervose degli arti. La sostanza bianca e maggiore dove ci sono vie composte da tanti assoni.
Nella distribuzione dei corpi neuronali c¶e un preciso ordine, per cui avremo aree specifiche.
Ad esempio nel derma troviamo i corpuscoli di Bacini, recettori di tipo presso rio, formati da tanti
cerchi concentrici che, compressi, danno origine allo stimolo. Oppure il corpuscolo di Meissner,
anch¶esso un recettore, subisce delle modificazioni nella struttura. Altri esempi di recettori sono le
terminazioni neruose libere.Attorno al midollo si dispongono tre strati di tessuto connettivo (le meningi) che
fungono da protezione: la dura madre e lo strato piu esterno, a contatto con la vertebra, seguita
dall¶aracnoide, nel mezzo, seguita a sua volta dalla pia madre, lo strato interno, a contatto con la parte
esterna del midollo. Tra le tre membrane scorrono il liquido cefalo-rachidiano, indispensabile per evitare
attrito ed usura delle meningi e per dare nutrimento alle cellule, e i vasi sanguiferi. Nello spazio e
anche possibile iniettare farmaci.I gangli spinali sono posti ai lati della colonna e li c¶e la sede dei corpi dei
primi neuroni (sostanza grigia) che captano gli stimoli trasmessi dai recettori.I nervi sono un insieme di
assoni che formano la sostanza bianca e sono circondati dalle cellule di Schwann o dagli oligodendrociti.
Decorso delle vie nervose
Le vie nervose, uscendo dal midollo spinale, si collegano al cervello tramite il tronco dell¶encefalo,
o tronco cerebrale.La sensibilita viene distinta in tre tipi diversi, perche stimoli diversi necessitano di risposte
diverse.Il primo tipo e la sensibilita esterocettiua, che raccoglie gli stimoli provenienti dall¶esterno, dai
recettori cutanei (tattili, termici, dolorifici, di pressione). La sensibilita propriocettiua, il secondo
tipo, raccoglie le informazioni dall¶apparato locomotore, dai recettori posti a livello muscolare,
osseo, ecc. L¶ultimo tipo di sensibilita e quella enterocettiua, che origina dai recettori a livello
viscerale, che prende soltanto la via del SNA perche necessita di risposte involontarie.
Ognuna di queste diverse sensibilita necessita di una via nervosa dedicata. In questo modo si creano
la uia esterocettiua, la uia propriocettiua e la uia enterocettiua.La via esterocettiva viene anche detta uia
spino-talamica perche passando attraverso il midollo raggiunge il talamo (un nucleo di sostanza grigia
nell¶emisfero encefalico). La sensibilita si divide in due gruppi: il primo riguarda gli stimoli termici e dolorifici,
mentre il secondo riguarda quelli tattili protopotici (molto grossolani) e di pressione.
Nel primo caso i recettori cutanei vengono stimolati e parte la via nervosa dai fasci periferici. Il
primo neurone che trasmette il segnale e del tipo ³a T´ ed e un protoneurone, e termina sul corno
posteriore del midollo spinale dove c¶e il secondo neurone. L¶assone di quest¶ultimo passa sulla
meta collaterale del midollo e si dispone nella fascia laterale di sostanza bianca. Il secondo neurone,
detto deutoneurone, manda il segnale vero il cervello fino al talamo, da cui parte il terzo neurone
che raggiunge la corteccia cerebrale, dove l¶area sensitiva e deputata alla percezione di questi
stimoli.Nel secondo caso il primo neurone e ancora detto protoneurone e il suo compito termina sul corno
posteriore del midollo. Qui parte il secondo neurone, che si dispone nel cordone anteriore (nel quale
forma il fascio spino-talamico anteriore): da qui sale e termina nel talamo, da dove il terzo neurone
mandera il segnale alla corteccia cerebrale.La sensibilita tattile epicritica o discriminatiua (sempre
esterocettiva) e quella che permette di distinguere i vari tipi di superficie. La via che percorre viene detta uia
spino-bulbo-talamica e muta rispetto alle altre. Il primo neurone rimane il protoneurone ma nel midollo non si
interrompe,iniziando la risalita e formando il fascio posteriore, o fascicolo gracile che si interrompe nel tronco
dell¶encefalo in corrispondenza del bulbo. In questa zona si trovano nuclei di sostanza grigia dalla
quale parte il secondo neurone che si dispone contro-lateralmente nella sostanza bianca
dell¶encefalo (menisco mediale) e raggiunge il talamo. Da qui parte il terzo neurone che va alla
corteccia.Queste tre vie hanno in comune il fatto di essere formate da tre neuroni e si proiettano nella meta
corteccia opposta rispetto al punto in cui sono partite.La via propriocettiva riceve e trasmette gli stimoli
dell¶apparato locomotore ed e sempre attiva,perchè da informazioni anche sul tono muscolare e sui tendini.
Si puo distinguere in cosciente e incosciente: la prima fornisce le informazioni che si possono
capire a partire dall¶origine dello stimolo (ci accorgiamo che corriamo, camminiamo, alziamo un
arto, ecc.), mentre la seconda, che si ferma al cervelletto, elabora risposte che riguardano azioni
semivolontarie e automatiche.La via seguita dalla sensibilita cosciente e identica a quella epicritica e giunge
alla corteccia cerebrale.Quella incosciente invece raggiunge il ceruelletto, che si trova davanti al tronco
dell¶encefalo,seguendo questa via: protoneurone (nel ganglio spinale) fino al corno posteriore, passa nella
metà opposta (contro-laterale), si dispone lateralmente e risale fino al cervelletto, uscendo dal tronco
dell¶encefalo attraverso i peduncoli, creando il fascio spiro-cerebellare uentrale. Esiste anche la via
dorsale, che segue piu o meno lo stesso percorso, ma posteriormente rispetto al fascio spirocerebellare
ventrale.La via enterocettiva trasmette gli stimoli derivanti dai visceri dell¶organismo.
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Sistema linfatico
L'apparato linfatico può essere definito come parte specializzata del sistema circolatorio. È costituito
anch'esso da un liquido (la linfa) che circola in un circuito di vasi (linfatici), simili alle vene e con valvole a
nido di rondine, e che al termine del suo percorso viene riversato nel sangue attraverso la vena cava
superiore.La circolazione della linfa differisce dalla circolazione sanguigna in quanto i vasi linfatici non
formano un circuito chiuso, ma un sistema a senso unico che inizia a fondo cieco dagli spazi intercellulari dei
tessuti di molti organi del corpo. Per questo motivo la composizione chimica della linfa varia a seconda dei
tessuti e degli organi in cui si trova (per esempio la linfa che si forma durante la digestione contiene un ricco
contenuto di sostanze grasse, differenziandosi quindi dalla linfa che si forma a digiuno). Generalmente ha
una composizione simile a quella del plasma sanguigno, con la presenza di globuli bianchi. In effetti la linfa
si forma a livello dei capillari arteriosi, dalle cui pareti trasuda il plasma per effetto della pressione arteriosa e
si diffonde nei piccoli spazi fra le cellule. In questo liquido interno avvengono gli scambi di cessione delle
sostanze nutritive e la raccolta di quelle di rifiuto che raggiungeranno la circolazione sanguigna in due modi:
6 una parte viene riassorbita dai capillari venosi per effetto della pressione osmotica proteica (proteine
all'interno dei capillari) e rientra quindi nel torrente circolatorio sanguigno.
6 Un'altra parte viene raccolta invece dai
le cui estremità a fondo cieco assorbono il
liquido direttamente negli spazi interstiziali esistenti fra i capillari sanguigni e le cellule. Da una fitta
rete di capillari linfatici, la linfa passerà attraverso vasi di calibro maggiore e transiterà lungo il suo
percorso nei gangli linfatici (ghiandole linfatiche) nei quali verrà filtrata e purificata da germi patogeni
e altre particelle di rifiuto.
Nella parte sinistra del corpo, i vasi linfatici confluiscono in una dilatazione chiamata cisterna del chilo (o di
Pequet) dalla quale prende origine un grande vaso linfatico, il dotto toracico, che sfocia nella vena succlavia
sinistra.Nella parte destra del corpo la linfa viene invece raccolta dal grande dotto linfatico che sfocia nella
vena succlavia destra.
Trasporto e scambio di sostanze nutritive e di rifiuto, trasporto di leucociti nei vasi (capillari) linfatici
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Filtrazione e purificazione da particelle di rifiuto e agenti infettivi, eliminazione di microrganismi patogeni e
cellule maligne. Produzione di linfociti e sede dello stadio finale di maturazione di alcuni lifonciti e
monociti. Le ghiandole linfatiche sono presenti in diverse aree del corpo, abbondanti soprattutto nel collo
(gruppo sottomascellare e gruppo cervicale superficiale) e ascelle (gruppo ascellare). Gruppo inguinale è
attraversato dalla linfa proveniente dagli arti inferiori e dai genitali esterni. Presenza importante nella zona
dell'intestino e del torace.
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tonsille, timo e milza, (appendice).
Sono costituite da tessuto linfoide che forma un anello protettivo nella mucosa della cavità buccale e a livello
della faringe. Si distinguono in Tonsille palatine, tonsille faringee e tonsille linguali. Servono come prima
linea di difesa dall'esterno, proteggono dai batteri che possono invadere i tessuti attorno agli orifizi delle
cavità nasale e orale.
È situata nella cavità addominale, al di sotto del diaframma, sopra il colon discendente e ed esternamente al
fondo dello stomaco e al rene di sinistra. È un organo linfoide che può essere considerato come un
voluminoso ganglio linfatico dove vengono prodotti leucociti non granulari: Linfociti, Monociti, Plasmacellule.
Ha diverse funzioni:
6 Difesa: eliminazione per fagocitosi dei microrganismi presenti nel sangue durante il passaggio
attraverso i sinusoidi della milza, cellule reticoloendoteliali (macrofagi).
6 Emolisi: I macrofagi dei sinusoidi inoltre rimuovono dal sangue anche i globuli rossi invecchiati e la
piastrine imperfette. Scindono dagli eritrociti distrutti le molecole di emoglobina, ricavandone ferro e
globina che vengono riportate nel torrente sanguigno per essere utilizzate successivamente dal
midollo osseo e dal fegato.
6 Riserva: La milza può accumulare un considerevole volume di sangue al suo interno (nei seni
venosi).
La milza a livello circolatorio sanguigno è rifornita dell'arteria lienale o splenica (aorta > tronco celiaco >
arteria lienale > vena lienale > vena porta).
Essendo quindi L'apparato linfatico parte attiva del sistema immunitario, segue una breve descrizione di
alcuni punti chiave dell'immunologia coinvolti nella reazione dei linfociti e nella loro capacità di neutralizzare
batteri, virus, sostanze chimiche estranee e cellule maligne:
Gli antigeni sono macromolecole che inducono il sistema immunitario a produrre anticorpi. Si tratta di solito o
di una proteina di rivestimento di cellule o di microrganismi o di una sostanza chimica che i linfociti
riconoscono come estranea al corpo e che scatena la loro reazione.
Anticorpo
I linfociti reagendo producono delle sostanze (proteine) che si legano all'antigene, creando così un blocco in
grado di disattivare e distruggere il microrganismo estraneo (virus, batteri, etc.). La produzione di anticorpi
avviene per tentativi e una volta trovata la composizione risolutiva, i linfociti ne conservano la "memoria" (sia
dell'anticorpo prodotto, sia dell'antigene contro il quale hanno reagito). La memoria secondo i casi può
durare mesi, anni o per tutta la vita.Nelle vaccinazioni si utilizza questa capacità dei linfociti di produrre gli
anticorpi, particolarmente contro i virus e le tossine. L'antigene (p. es. solo L'involucro del virus o il virus
stesso molto indebolito) viene iniettato per scatenare la reazione dei linfociti con la conseguente produzione
di anticorpi. Per un certo periodo di tempo (per esempio nell'antitetanica "batterio" è di almeno 10 anni) i
linfociti saranno capaci di neutralizzare ed eliminare subito i portatori dei quell'antigene.