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 Che ne sarà di quella terra che non fu mia, e che per


sempre mifece suo?E del suo mare, e di tanta bellezza?
Madre stuprata sotto gli occhi distratti dei figli, intenti ad
affogarein una perenne sbornia preelettorale frustrazioni e
inettitudini.In questa forsennata corsa verso un sogno già
sognato, avvelenatodalla disillusione e dall'amianto,
sembra davvero farsi fioca lasperanza all'ombra delle
ciminiere...Ma se "il pessimismo della ragione" mi
costringe all'angolo, lascioche sia "l'ottimismo della
volontà" a proferire la potente parola chemi rialza, che mi
sottrae alla connivenza del silenzio, per scongiurare tanta
barbarie, dell'intelligenza e dell'anima.Sì, c'è ancora un
mondo di anime da placare: le anime chedormono e ci
compiangono; le anime che sono e ci deridono; leanime
che vengono e, già, ascrivono a dannazione la
nostramemoria.Perchè anche questa Valle e questo Mare
furono redenti, ed io
non posso soccombere al peso di questa maledizione che, 
non un dio,ma uomini stanchi decretarono. No, non posso,
non devo, non voglio.

Illustre Dottor Comin,avrei voluto scriverLe nella forma di una lettera, ma il mio cuore ferito da
tanto annunciato scempio ha germinatospontaneamente le righe di cui sopra.Mi commuovono il
forte Dottor Gaetano Gaziano e la sua indomita Caterina, in questa immane sfida di civiltà. Anzi, di
più, mi sommuovono: dicono a me, quarantacinquenne prematuramente iniziato alla disfatta, che
non bisogna demordere, che nonbisogna cedere alla lusinga rinunciataria.
Mi creda: la mia speranza non riguarda solo le sorti della splendida Valle dei Templi, ma è rivolta a
quel “mondo” futuribile
cheessa rappresenta, altrimenti destinato a cedere il passo al brutto estetico, coerente
espressione del brutto etico.Ci aiuti, Dottor Comin!Grazie.

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