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GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA
(SCOCA 2011)

A CURA DI G.T.

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Quando parliamo di giustizia amministrativa, facciamo riferimento a quel complesso


d’ istituti che tutelano il cittadino nei confronti della Pubblica Amministrazione. Essi ,
si differenziano dagli istituti che invece tutelano il cittadino nei rapporti tra loro.
Dobbiamo infatti differenziare la giustizia COMUNE da quella AMMINISTRATIVA :

GIUSTIZIA COMUNE : è detta anche giurisdizione ordinaria, caratterizzata


dall’appartenenza ad un ordine autonomo , indipendente e imparziale.

GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA : ossia la giurisdizione amministrativa, è strettamente


collegata all’evoluzione dell’amministrazione, tra i cittadini e della giurisdizione
ordinaria.

Oggi giorno, la dottrina moderna ritiene che quando parliamo di GIUSTIZIA


AMMINISTRATIVA dobbiamo fare riferimento a l’insieme di istituti di natura tanto
processuale che sostanziale e accoglie i rimedi sia giurisdizionali ( con un peculiare
processo ) , sia rimedi giustiziali ( di natura più amministrativa ).

DIFFERENZA TRA I DIVERSI SISTEMI :

In primis dobbiamo andare a differenziare il sistema monistico dal sistema


dualistico.

SISTEMA MONISTICO: è un sistema tipico dei paesi anglosassoni, stati uniti etc. …E’
caratterizzato dalla presenza di un solo giudice ordinario, che ha competenze x tutte
le controversie. Tale sistema può essere detto anche sistema della giurisdizione
unico ordinario. Importanza di questo sistema è ritenere la P.A. al pari di tutti gli
altri cittadini e quindi non è necessaria x essa una tutela differenziata. Tuttavia x
ricorrere al giudice ordinario sono state istituite delle precauzioni onde evitare che il
giudice possa interferire con la discrezionalità amministrativa. 1 si può ricorrere solo
laddove l’amministrazione abbia emesso un atto in violazione della legge; 2 la P.A.
può essere chiamata a risarcire il danno o la reintegrazione e non ad annullare o
eliminare l’atto ; 3 non si può ricorrere al giudice ordinario x quelle materie di
stretta competenza dell’amministrazione.

SISTEMA DUALISTICO : è un sistema che caratterizza l’Italia. Vi sono due giudici ,


G.O. ( giudice ordinario ) e un G.A. ( giudice amministrativo ).X quanto concerne le
loro competenze si differenziano in base al diritto soggettivo ( G.O.) , interesse
legittimo ( G.A.) .Però tale distinzione non deve essere universale dal momento in
cui vi sono casi tassativamente indicati dalla legge ove sia diritti soggettivi che

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interessi legittimi possono rientrare nelle competenze di un unico giudice (


giurisdizione esclusiva ).A caratterizzare questo sistema quindi, è quello di ritenere
la P.A. differente rispetto ai cittadini , ergo , la P.A. riceverà tutele differenziate.

Excursus storico: Inizialmente con l’unificazione d’Italia avvenuta nel 1861 , la tutela
dei cittadini era affidata ai tribunali ordinari del contenzioso amministrativo. Dopo
pochi anni , 1865 tali tribunali furono eliminati e fu istituito il Consiglio di Stato. La
legge del 1865 , disciplinava la tutela dei diritti soggettivi e laddove vi erano atti
amministrativi lesivi erano affidati al G.O ove quest’ultimo non poteva ne
modificarli, ne revocarli ne annullarli ma solo esclusivamente disapplicarli.
Numerose erano le critiche dal momento in cui non si andavano a tutelare gli
interessi considerati minori. Nel corso degli anni si susseguirono numerose leggi in
merito a ciò. Ricordiamo la legge del 1877 ove la ripartizione delle competenze tra
autorità giurisdizionale amministrativa e autorità giurisdizionale ordinaria fu affidata
alle sezioni unite della corte di cassazione poiché il Consiglio di stato ritenuto giudice
speciale, attribuiva competenze sempre alla giurisdizione amministrativa dal
momento in cui si partita da un presupposto ovvero se la controversia riguardava un
provvedimento amministrativo ( atto ) non poteva avere x oggetto un diritto
soggettivo , e quindi si andava a limitare sempre più la giurisdizione ordinaria la
quale spettavano competenze solo riguardanti interessi patrimoniali e personali
della stessa amministrazione e non degli interessi generali pubblici. Purtroppo però
la corte di cassazione segui la falsa riga del consiglio di stato ed è x tale motivo che il
legislatore intervenne nuovamente con la legge del 1889 ove venne istituita la IV
sezione del consiglio di stato. Essa aveva competenza nel individuare l’incompetenza
, eccesso di potere e violazione della legge dei provvedimenti e atti amministrativi.
Attraverso tale legge s’inizia ad aprire la strada verso un sistema dualistico in quanto
le controversie con oggetto interessi legittimi venivano affidate a un organo
speciale; mentre il consiglio di stato interveniva solo x determinati motivi (
violazione di legge, eccesso, incompetenza).Nel 1948 con l’avvento della
costituzione , importante ricordare che quest’ultima riconosce il sistema dualistico o
sistema della doppia giurisdizione . Quindi due giudici ,ordinario e amministrativo ,
ognuno con le proprie competenze ( interessi Legittimi, diritti soggettivi ) salvo casi
di giurisdizione Esclusiva, ove ognuno ha i propri poteri , nessuno può prevalere
sull’altro. Inoltre la Costituzione disciplina numerose disposizioni in merito alla
giurisdizione amministrativa come ad esempio quelle sull’azione ( art 24,113 ), sul
giudice (art 102 , 108 ) o sull’assetto giurisdizionale amministrativo ( art 100 ,103

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etc. ).Nel 1971 invece, si ha la legge TAR , ossia una legge che fonda una vera e
propria evoluzione della giustizia amministrativa. In primis dobbiamo dire che si
sono istituiti i TAR ( tribunali amministrativi regionali ) sia x attuare i precetti
costituzionali art 125, sia x colmare un vuoto nell’ordinamento dopo la dichiarazione
di illegittimità delle giunte provinciali in materia di giurisdizione. La legge tar ,
riconosce ai tar la funzione di giurisdizione di 1 grado, mentre al Consiglio di Stato
quella di 2 grado ( appello ).Dal 1971 in poi vi sono state riforme frammentarie che
sono andati a rafforzare il potere e le materie in ambito di giurisdizione esclusiva.
Fino alla legge 205\2000 che ha dato vita a una vera e propria effettività della
giustizia amministrativa infatti :

1 sono state introdotte le riunioni , attraverso i motivi aggiunti , delle controversie


tra le stesse parti

2 è stato introdotto un procedimento più rapido nel caso del silenzio


dell’amministrazione

3 maggiori poteri istruttori e decisori al giudice amministrativo Esclusivo

4 è possibile l’azione risarcitoria dinanzi al giudice amministrativo.

Importante è riconoscere la sentenza N*500\99 della corte di cassazione. E’


importante dal momento in cui in passato il danno provocato dalla lesione di
interesse legittimo non era risarcito a differenza dei diritti soggettivi, e
fondamentalmente due erano i punti principali : 1 poiché vi era una cattiva
interpretazione dell’art. 2045 del codice civile che disciplinava il danno ingiusto . Si
riteneva che il danno ingiusto poteva emergere solo dalla lesione di diritti soggettivo
; 2 laddove vi era intenzione di risarcire il danno derivante da interesse legittimo ,
non vi era nessuna figura competente poiché il G.O aveva competenze sui diritto
soggettivi mentre il G.A. poteva solo annullare i provvedimenti amministrativi. Con il
passar degli anni , la cassazione è riandata ad interpretare l’art 2043 cod. civile e ha
stabilito che il danno ingiusto fa rifermento ad un interesse in “ generale “ senza
alcuna distinzione e che quindi doveva rientrare anche la tutela dell’interesse
legittimo. Ha stabilito inoltre che la figura competente era il Giudice Ordinario ed
era possibile muovere l’azione risarcitoria senza incorrere nell’annullamento
dell’atto. La legge 205 del 2000 però è andata a disciplinare tale materia e ha
stabilito che la competenza è del giudice amministrativo e non si può chiedere
l’azione risarcitoria se prima non è stato impugnato e annullato lo stesso atto

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amministrativo. Quindi vi era una pregiudiziale amministrativa che invece è stata


superata con il d.lgs. 104\2010. Nel 2009 vi è stata invece una riforma sull’assetto
del processo amministrativo poiché risultava carente ….in effetti tale riforma è
andata a snellire il procedimento, ha rafforzato la tutela e la durata del processo,
riordinato norme in materia vigente , poteri e funzioni del giudice. Mentre con il
d.lgs. 104\2010 è stato istituito il codice del processo amministrativo. Tale codice è
stato introdotto x renderlo come importanza alla pari del codice di diritto penale,
civile, procedura Civile e penale. Detto ciò, tale codice da un punto di vista formale è
andata a semplificare, unificare le norme che in ambito processuale dovevano
essere individuate in più molteplici testi normativi. Da un punto di vista sostanziale
invece ha affidato gli stessi strumenti del giudice ordinario al giudice amministrativo.
Le linee fondamentali del codice sono : definizione della giurisdizione
amministrativa, funzioni del giudice, ha introdotto la decadenza dell’azione di
annullamento a 60 gg , introdotto l’azione risarcitoria a una decadenza di 120 gg , la
translatio iudicio , regolamento preventivo , mezzi di prova etc. .inoltre è stata
superata la pregiudiziale amministrativa cioè, è possibile impugnare e ottenere
l’annullamento dell’atto amministrativo prima che si possa conseguire il
risarcimento del danno , ergo, l’azione di condanna o risarcitoria può essere chiesta
in via autonoma.

DIFFERENZA TRA DIRITTO SOGGETTIVO E INTERESSE LEGITTIMO

Quando parliamo di diritto soggettivo diciamo che è una posizione giuridica di


vantaggio riconosciuta dall’ordinamento al soggetto in riferimento a un bene o
utilità della vita, alla tutela di quest’ultimi in modo pieno ed immediato. La tutela di
tali diritti è affidata alla giurisdizione ordinaria. Si differenziano tra il diritto
soggettivo quello perfetto e condizionato; il primo è riconosciuto da una norma di
relazione , che attribuisce al soggetto la possibilità di soddisfare un proprio interesse
facendo capo sull’obbligo altrui o della collettività. È tutelato in modo pieno ed
immediato. Mentre il diritto soggettivo Condizionato fa riferimento a un diritto non
esercitato in via autonoma dal soggetto poiché è sottoposto a delle condizioni
sospensive o risolutive. In pratica non può essere esercitato x un vantaggio della
collettività esempio : espropriazione di un terreno x costruire un ‘autostrada. Diritto
soggettivo. Sospensivamente condizionato : si ha quando , un soggetto non può
utilizzarlo poiché vi è un ostacolo giuridico che può superarlo soltanto con un

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provvedimento amministrativo basti pensare che x costruire su un proprio fondo è


richiesta un’autorizzazione. Mentre il diritto soggettivo Risolutivamente
condizionato si ha quando un soggetto non esercita il proprio diritto poiché vi è una
pretesa della p.a. e quindi diciamo che l’interesse legittimo prevale sul diritto
soggettivo. Detto anche fenomeno dell’affievolimento del diritto.

L’interesse legittimo invece , è una situazione giuridica individuale riconosciuta ad


un soggetto di diritto dal nostro ordinamento, ove la p.a. è titolare di un potere
autoritativo conferito dalla stessa legge, e il soggetto richiede che tale potere venga
esercitato in modo conforme alla legge. L’oggetto dell’interesse Legittimo è
conseguire o conservare l’utilità o un bene della vita attraverso il corretto esercizio
di potere amministrativo. L’interesse legittimo ,emerge, quando il conservare o
conseguire un bene del privato , si confronta con quello dell’amministrazione ed è x
questo che rispetto al diritto soggettivo l’interesse legittimo ha una valenza
sostanziale. Vi sono diverse teorie x distinguere il diritto soggettivo dall’interesse
legittimo come ad esempio le norme di relazione e le norme d’azione : le prime
tratteggiano una linea tra p.a. e cittadini e laddove dovesse essere violata dalla p.a.
si va a ledere un diritto soggettivo. Invece x le norme d’azione , esse incidono più
sull’azione dell’amministrazione infatti esse disciplinano il comportamento della p.
a. e laddove dovessero essere violate si lede un interesse legittimo. Un ulteriore
distinzione può essere data tra la forma e il grado di protezione. La forma, nel diritto
soggettivo , sarà tutelata dalla giurisdizione ordinaria ove si può chiedere una
pronuncia di risarcimento o reintegrazione , mentre nell’interesse legittimo, si ha
una tutela più ampia , chiedere l’annullamento dell’atto, eliminarlo con un ricorso
amministrativo, l’azione risarcitoria, partecipare al procedimento amministrativo
etc. , x quanto concerne invece il grado, il diritto soggettivo è tutelato in modo pieno
ed immediato mentre l’interesse legittimo non è tutelato in modo pieno ed
immediato bensì in relazione alla pubblica amministrazione.

Un'altra differenza va fatta tra interesse legittimo oppositivo e pretensivo: il primo si


ha quando il privato si oppone ad un provvedimento o atto dell’amministrazione il
secondo invece quando pretende un determinato atto o provvedimento. ( interesse
oppositivo = decreto di espropriazione , interesse pretensivo = finanziamenti
pubblici ). Inoltre vanno ricordate le azioni popolari , in quanto sono una deroga al
principio generale in quanto riconosce la possibilità di esercitare azioni anche a chi
non ha ne un interesse ne un diritto. Si distinguono in azioni Popolari suppletive e
azioni popolari correttive. Le prima si hanno quando il cittadino supplisca la pubblica

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amministrazione a tutelare un interesse non tutelato dalla stessa; la seconda


quando i cittadini fanno valere l’illegittimità dell’amministrazione.

GIURISDIZIONE ORDINARIA E GIURISDIZIONE AMMINISTRATIVA

Quando parliamo della giurisdizione ordinaria e quella amministrativa in primo


luogo si fa riferimento alle competenze che hanno. Vi sono diverse teorie che le
caratterizzano ma quelle maggiormente utilizzate sono il petitum , ovvero la
domanda o l’oggetto di ciò che si chiede al giudice, e la causa pentedi invece è la
ragione giustificatrice della pretesa richiesta. Laddove si dovesse applicare la teoria
del petitum dobbiamo ,al giudice ordinario si chiede il risarcimento , mentre al
giudice amministrativo l’annullamento. Invece se si applica la teoria dalla causa
pentendi , si fa riferimento al G.O. x lesioni di diritti soggettivi, mentre si fa
riferimento al G.A x lesione di interessi legittimi. Sia la dottrine che la giurisprudenza
attuano la teoria della causa pentedi. Per quanto riguarda l’autorità giurisdizionale
ordinaria , può accertare l’atto amministrativo e conoscere gli effetti dell’atto
illegittimo ma non può incidere su di esso ( cioè non può modificarlo, ne annullarlo )
ma può solo disapplicarlo e dichiararne l’illegittimità. Le azioni esperibili dinanzi al
G.O. sono le azioni dichiarative: ossia azioni dirette ad ottenere dal giudice una
sentenza dichiarativa che vada ad accertare una determinata situazione di diritto o
di fatto; le azioni di condanna, che sono dirette ad ottenere la condanna della parte
che abbia leso, una situazione giuridica soggettiva, mediante l’adempimento ; azioni
possessorie x ottenere il possesso di un bene; azioni risarcitorie x ottenere il
pagamento di denaro di somme dovute; e infine le azioni costitutive dirette ad
ottenere dal giudice una sentenza che accerti la costituzione , modifica o estinzione
un rapporto giuridico. Infine concludiamo nel dire che il giudice ordinario può
soltanto verificare la legittimità dell’atto e non può entrare nel merito.

X quanto concerne invece la giurisdizione amministrativa essa ha competenze


riguardanti gli interessi legittimi. Deve annullare gli atti in caso di illegittimità (
giurisdizione generale di legittimità) , in alcuni casi li va a modificare o riformarli (
giurisdizione di merito ) in altri casi tassativamente indicati dalla legge posso
rientrare anche i diritti soggettivi ( giurisdizione esclusiva ). Come già ho accennato
,la giurisdizione amministrativa ,ergo, esercita il proprio potere mediante diverse
tipologie :

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GIURISDIZIONE GENERALE DI LEGITTIMITA’ : art 7 c.p.a . Tale giurisdizione


inizialmente era alquanto limitata poiché, aveva competenze nell’accertare l’eccesso
di potere violazione della legge ed incompetenza nei ricorsi. Mentre con il codice del
processo amministrativo rientrano in tale giurisdizione le controversie , atti ,
provvedimenti e omissioni della P.A. e anche il risarcimento del danno causato dalla
lesione di un interesse legittimo.

GIURISDIZIONE DI MERITO : art 134 cpa , riconosce al giudice non solo di poter
annullare l’atto , bensì nei casi previsti la possibilità di modificarli o riformarli e
quindi andarsi a sostituire alla p.a. Le controversie sono : 1 attuazione delle
pronunce esecutive o del giudicato in ambito del giudizio di ottemperanza; 2 il
diniego di rilascio del nulla oste cinematografico ;3 sanzioni pecuniarie ; 4 atti o
operazioni in materia elettorale.

GIURISDIZIONE ESCLUSIVA : art 133 cpa , è una giurisdizione speciale che nasce dalla
difficoltà di individuare la differenza tra interessi legittimi e diritti soggettivi. Nei casi
previsti dalla legge , entrambi rientrano nella giurisdizione del giudice
amministrativo come ad esempio le controversie che hanno x oggetto: il
risarcimento del danno ingiusto cagionato dall’inosservanza dolosa o colposa , del
termine di conclusione del procedimento amministrativo; DIA (dichiarazione di inizio
attività ); diritto di accesso ai documenti amministrativi ; controversie tra stato e
creditori ; controversie nel pubblico impiego tra personale sotto regime di diritto
pubblico e cosi via…..

TUTELA IN SEDE AMMINISTRATIVA ( AUTOTUTELA )

La tutela in sede amministrativa , è un ulteriore tutela che viene riconosciuta ai


cittadini . Tate tutela è posta in essere dalla stessa amministrazione che ha emanato
l’atto ritenuto lesivo . La lesione può essere sia nei diritti soggettivi sia negli interessi
legittimi. Ergo, l’autotutela può essere avviata con un ricorso amministrativo. Il
ricorso amministrativo può essere di più tipologie: ricorso gerarchico proprio;
ricorso gerarchico improprio; ricorso in opposizione ; ricorso straordinario al
presidente della repubblica.

RICORSO GERARCHICO PROPRIO : è un ricorso che deve essere presentato dal


cittadino entro 30gg dall’emanazione dell’atto. Tale tipo di ricorso vi è da dire che
affievolisce o è acquiescente al ricorso giurisdizionale amministrativo nel caso in cui
vengano proposti congiuntamente. Il ricorso gerarchico proprio può essere

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presentato all’organo che ha emanato l’atto ( e poi lo invierà all’organo


gerarchicamente superiore ) o presentarlo in via diretta all’organo superiore. Il
ricorso deve avere x oggetto atti non definitivi. La comunicazione ai
controinteressati è facoltativa ma laddove dovesse avvenire bisogna attendere 20 gg
, termine entro il quale le parti presenteranno le proprie deduzioni e
documentazioni. Terminata la fase istruttoria in un termine perentorio , vi possono
essere motivi nuovi che saranno prodotti in motivo di gravame. Inoltre diciamo che
tale tipo di ricorso può essere presentato in caso di vizi di legittimità e di merito
dell’atto. Infine il ricorso può andare a sospendere gli effetti dell’atto. L’organo
gerarchicamente superiore può andare ad accogliere o rigettare il ricorso . Laddove
lo dovesse accogliere vorrà dire che si è individuata l’incompetenza dell’organo che
ha emanato l’atto; se invece lo dovesse rigettare vorrà dire che l’atto diviene
definitivo e quindi si potrà ricorrere o al ricorso straordinario al capo dello stato, o
mediante un ricorso giurisdizionale dinanzi al tar competente. Nel caso in cui la p.a.
non risponde alla richiesta , ci troviamo dinanzi al silenzio rigetto , e il ricorrente può
emettere un atto di diffida nei confronti dell’amministrazione silenziosa e avviare
una tutela giurisdizionale mediante un rito speciale. Il giudice può pronunciarsi nel
merito , andando cosi ad analizzare la questione; nel rito , laddove il ricorso è
ritenuto improcedibile o inammissibile( decorsi i termini di notifica deposito etc.) .

RICORSO GERARCHCIO IMPROPRIO : è un ricorso che può essere presentato poiché


si ritiene che l’atto sia viziato nel merito e nella legittimità. E’ un ricorso di natura
eccezionale poiché è posto in essere nei confronti di organi particolari ovvero che
non vi sn gerarchie superiori come ad esempio l’atto emanato da un organo posto al
vertice dell’amministrazione, o organi collegiali amministrativi.

RICORSO IN OPPOSIZIONE : è un ricorso eccezionale che può essere proposto nei


casi tassativamente indicati dalla legge. Viene proposto all’organo che ha emanato
l’atto laddove vi sia un vizio di merito o di legittimità. Esempio nel pubblico impiego
si procede con questo ricorso in relazione all’attribuzione degli incarichi. Nel caso in
cui non è previsto dalla legge si ha un semplice richiamo.

RICORSO STRAORDINARIO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA : tale ricorso presenta


diverse caratteristiche come : 1 la generalità , poiché può essere presentato sempre
in ogni caso; 2 eliminatorio, in quanto annulla l’atto; 3 straordinario , ha x oggetto
atti definitivi; 4 alternativo, in quanto è alternativo al ricorso giurisdizionale e infine
diciamo rientrano sia i diritti soggettivi che gli interessi legittimi. Può essere

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presentato entro 120 gg al ministero competente che a sua volta lo invierà al


consiglio di stato. Formalmente è deciso dal presidente della repubblica, ma
sostanzialmente è deciso dal consiglio di stato che ha un parere obbligatorio e
vincolante. . Il procedimento prevede che il ricorso deve essere notificato almeno ad
uno dei contro interessati .(Questi ultimi possono però, mediante un atto notificato
al ricorrente , chiedere il proseguimento del ricorso in sede giurisdizionale dinanzi al
tar e non in sede giustiziale ponendo in essere quindi una trasferimento di sede in
relazione alla tutela. Se il ricorrente abbia intenzione di proseguire tale ricorso,
dovrà depositare tutta la documentazione ricorso etc. presso la segreteria del
giudice e notificarlo all’organo che ha emanato l’atto e ai controinteressati) .
Tornando al procedimento in sede giustiziale , dovranno essere presentate la
documentazione e le deduzioni delle parti. Terminata la fase istruttoria , il ricorrente
potrà chiedere al ministero competente se ha trasferito il ricorso al consiglio di
stato, ed entro 120 gg laddove vi sia silenzio, il ricorrente potrà trasferire
personalmente il ricorso al consiglio di stato. La decisione è emessa con decreto del
presidente della repubblica su proposta del ministero e in seguito al parere
obbligatorio e vincolante del Consiglio di stato. L’atto, oggetto del ricorso deve
presentare incompetenza relativa, eccesso di potere e violazione della legge. Il
ricorso può essere accolto o rigettato. Laddove dovesse essere accolto si andrà ad
annullare gli effetti tra le parti ma se è un atto normativo o regolamentare si va ad
annullarlo erga omnes . Se invece il ricorso è rigettato vorrà dire che i vizi dell’atto
sono infondati; se invece viene dichiarata inammissibilità del ricorso vorrà dire che
l’atto non presenta i presupposti x un ricorso straordinario ad esempio : non è un
atto definitivo. Inoltre è possibile richiedere nel ricorso straordinario misure
cautelari; e si può chiedere il giudizio di ottemperanza. Il ricorso straordinario può
essere impugnato mediante la revocazione e entro 60 gg dalla notifica anche in sede
giurisdizionale con apposito ricorso.

PROCESSO AMMINISTRATIVO

Caratteristiche del processo amministrativo sono in primis il principio di domanda e


il principio di impulso delle parti. Il primo, è importantissimo poiché un processo non
può essere avviato autonomamente dal giudice ma vi è richiesta una domanda da
parte del ricorrente ( cosi detto ricorso ) , il secondo invece, è necessario poiché non
è sufficiente la proposizione di un ricorso x la fissazione di un’udienza ma sono
necessarie più istanze delle parti a fin che si ottenga dal giudice ulteriori fissazioni
delle udienze x perseguire una decisione. Il processo amministrativo è disciplinato

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dal c.p.a. , formato da 137 articoli in 5 libri. Le fasi del processo sono : fase
introduttiva, fase decisoria; inoltre vi è una fase istruttoria eventuale e non
necessaria. Oltre al rito ordinario vi sono i cosi detti riti compatti ossia rito
abbreviato accelerato e immediato. I soggetti che caratterizzano un processo
amministrativo sono le parti. Esse da un punto di vista formale sono : il ricorrente
che è stato leso dall’atto, e l’amministrazione che ha emanato l’atto. Da un punto di
vista sostanziale invece le parti sono coloro che vogliono andare a tutelare una
propria situazione giuridica e coloro che invece subiscono gli effetti dell’atto
amministrativo. Il codice individua come parti : il ricorrente ( colui che propone il
ricorso ) , il resistente ( p.a. che ha emanato l’atto ) , e i controinteressati. Quando
parliamo del ricorrente , è un soggetto che si ritiene leso dall’atto e che vuole
tutelare la propria posizione giuridica. I ricorrenti non esclusivamente i cittadini ma
può essere anche la stessa amministrazione, laddove è titolare di diritti soggettivi
nei confronti dei privati ( giurisdizione esclusiva )e inoltre è prevista che la pubblica
amministrazione sia ricorrente come soggetto pubblico x quanto concerne i conflitti
di competenza. Inoltre il legislatore riconosce la possibilità di essere ricorrenti quei
gruppi esponenziali x la tutela dei propri interessi ( interessi collettivi e diffusi ). Per
quanto riguarda invece la parte resistente, solitamente è l’amministrazione che ha
emanato l’atto definitivo. Tuttavia vi sono casi in cui , durante il procedimento di
formazione dell’atto , un organo abbia posto o introdotto un atto lesivo e di
conseguenza è andato ledere l’intero procedimento. In questi casi , il codice
riconosce la possibilità di muovere un ricorso nei confronti dell’organo specifico
partendo dal presupposto che tale atto debba essere immediatamente lesivo
.Quando invece parliamo dei controinteressati, diciamo che essi sono tutti coloro
che dall’atto emanato e ritenuto lesivo , ottengono vantaggi e quindi occupano la
stessa posizione del ricorrente ma con interessi diversi. Le parti devono godere
inoltre di alcuni requisiti x stare in processo; come ad esempio la capacità
processuale ossia l’insieme della capacità di agire e di sfruttare i propri diritti.
Importante è la distinzione tra interesse ad agire e interesse al ricorso. La prima,
caratterizza il processo civile, la seconda invece caratterizza quello amministrativo in
quanto si riconosce l’azione al ricorso e si cerca dalla sentenza del giudice un’utilità.
Prima di andare ad analizzare le singole fasi è importante approfondire le azioni. Le
azioni hanno 3 caratteristiche; 1 generalità = poiché sono erga omnes ; 2 astratte =
possono essere sempre proposte a prescindere dalla situazione giuridica soggettiva ;
3 autonome = rispetto ad una situazione giuridica sostanziale. Le azioni si
distinguono in azioni di cognizione , di esecuzione e azioni cautelari.

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Azioni di cognizione : sono azioni che vengono introdotte con un ricorso, sono
dirette ad ottenere dal giudice un accertamento di legittimità dell’amministrazione e
tali azioni si risolvono con un procedimento di condanna, mero accertamento o
costitutive.

Azioni di esecuzione : sono azioni che fanno riferimento al giudizio di ottemperanza

Azioni cautelari : sono azioni che consistono nel richiedere al giudice provvedimenti
che vadano ad affermare le decisioni sul ricorso in quanto, il ricorrente ( o istante )
alleghi pregiudizi gravi e irreparabili derivante dall’atto impugnato.

Nel procedimento di cognizione si distinguono inoltre le azioni di condanna , di mero


accertamento, costitutive.

Azioni di condanna : Sono azioni che vengono disciplinate dall’art. 30 del cpa. Tali
azioni sono dirette ad ottenere dal giudice sentenza di condanna che porta al
pagamento di somme dovute o un comportamento dovuto, e in caso di
inadempienza si può introdurre l’azione di esecuzione. L’azione di condanna può
essere introdotta con un ricorso congiuntamente ad altre azioni , o nel caso di
giurisdizione esclusiva o casi previsti dalla legge , anche in via autonoma. Inoltre è
data la possibilità di introdurre il risarcimento x danno ingiusto. Con la legge del
1971 ( legge tar ) il giudice può condannare l’amministrazione al pagamento di
somme dovute rendendola così uguale a tutti i cittadini. X quanto riguarda invece il
pagamento delle spese di lite , bisogna procedere con un ricorso autonomo. L’azione
di condanna può essere posta in essere anche x il risarcimento del danno derivante
dalla lesione di un interesse legittimo. La competenza è affidata al giudice
amministrativo , deve essere promossa entro 120 gg dalla notifica dell’atto
amministrativo ,o in casi di ricorso di annullamento il decorso del tempo sarà
posticipato. Il giudice dovrà tener presente, nello stabilire il risarcimento del danno ,
le circostanze e i comportamenti delle parti durante il processo. Invece quando
parliamo del risarcimento del danno in forma specifica, dobbiamo far riferimento al
danneggiante , che dovrà a proprie spese e a propria cura , ripristinare la situazione
antecedente al danno. Le azioni di condanna possono essere proposte anche contro
i rifiuto della P.A. o silenzio , x quanto concerne l’accesso ai documenti
amministrativi. Il ricorso in questo caso, sarà trattato in camera di consiglio e la
decisione sarà succintamente motivata entro 30 gg dalla scadenza del deposito del
ricorso. Si potrà ricorrere in appello entro 30 dalla notifica o 90 gg in caso di
mancanza della notifica.

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Azione di mero accertamento : E’ un’azione diretta ad ottenere dal giudice una


sentenza di accertamento che vada ad indicare o non la presenza di una situazione
giuridica soggettiva. Quindi essa non produce nessun pregiudizio giuridico nei
confronti degli interessati. E’ un’azione che nella giurisdizione generale di legittimità
non viene utilizzata poiché il titolare di un interesse legittimo si differenzia da un
titolare di diritto soggettivo. In partica diciamo che mentre il titolare di un diritto
soggettivo si sente soddisfatto da una sentenza che va ad accertare e riconoscere il
suo diritto, il titolare dell’interesse legittimo non sarà soddisfatto in quanto : punto
uno l’interesse legittimo sorge o x la mancanza o illegittimità dell’attività
amministrativa; o punto due dinanzi a un procedimento giurisdizionale. Quindi in
sostanza il soggetto sarà più soddisfatto in una sentenza che vada ad eliminare gli
effetti del potere autoritativo ( interessi legittimi oppositivi ), o una sentenza che
vada a pretende effetti del potere amministrativo ( interessi legittimi pretensivo ).

Azione costitutive : si differenziano per azioni di condanna , miste, di riforma.


L’azione di condanna è disciplinata dall’art 29 cpa . Essa può essere proposta entro
60 gg dalla notifica dell’atto amministrativo. Tale azione ha un effetto demolitorio ex
tunc , ossia fin dall’emanazione dell’atto. Può essere proposta non solo nella
giurisdizione generale bensì anche nella giurisdizione esclusiva. Le azioni dette
miste sono caratterizzate dall’annullamento dell’atto ma anche dall’interferenza del
giudice nei confronti dell’amministrazione x l’agire futuro. Infine diciamo che le
azioni costitutive di riforma invece consentono al giudice di intervenire sull’atto e
quindi modificarlo o riformalo nei casi previsti.

Azioni avverso silenzio della P.A\ declaratoria di nullità. : vengono disciplinate


dall’articolo 31 del cpa. , in modo differente rispetto alla disciplina precedente. Le
novità riguardano in primo luogo i soggetti legittimati a ricorrere , infatti , possono
essere tutti gli interessati e quindi non solo il ricorrente di un atto
dell’amministrazione silenziosa. Un’altra novità invece riguarda la funzione del
giudice , che dovrà pronunciarsi sulla fondatezza del ricorso , delle pretese dedotte
in giudizio. Generalmente, decorso i tempi di conclusione del procedimento
amministrativo, si va ad individuare le responsabilità dell’amministrazione in
relazione all’obbligo di provvedere. Con l’art 31 , si ha la possibilità x chi ha interesse
, laddove sussiste l’inadempienza o inattività dell’amministrazione a provvedere, di
chiedere al giudice una sentenza di accertamento dell’obbligazione
dell’amministrazione di provvedere. Tale azione può essere promossa a fin che
perduri l’inadempienza amministrativa , che xò , no può superare un anno decorso i

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termini del procedimento amministrativo. L’art 31 inoltre disciplina la declaratoria di


nullità. Essa consiste di chiedere al giudice una pronuncia dichiarativa su atto ,
inammissibile o incompetenza , entro 180 gg. Deve essere data notifica
all’amministrazione e può essere rilevata d’ufficio dal giudice. Non si applica la
declaratoria di nullità x gli atti in violazione o elusione del giudicato in quanto si
applicano le disposizioni in materia di giudizio di ottemperanza.

CUMULO E CONVERSIONE DELLE AZIONI : sono disciplinate dall’articolo 32 cpa . Il


cumulo è possibile laddove vi sono più domande \azioni su uno stesso giudizio;
mentre la conversione rientra nel potere del giudice poiché è esso che dovrà
qualificare l’azione mediante i suoi elementi fondamentali. Tuttavia però nel caso in
cui ci siano tutti i presupposti della legge , la conversione è possibile in relazione
sempre al contenuto sostanziale. Sia il cumulo che la conversione sono state
introdotte x velocizzare il processo amministrativo.

FASE INTRODUTTIVA IN UN PROCESSO

Come abbiamo potuto osservare precedentemente, un processo deve essere


introdotto da un ricorso. Il ricorso deve presentare diversi elementi x essere valido ,
altrimenti, si corre il rischio che sia nullo ( art 44 cpa ) . Il ricorso deve contenere le
generalità del ricorrente , del suo difensore , e della parte contro cui è proposto il
ricorso; deve contenere l’atto o il provvedimento impugnato e la data della loro
notificazione ; esporre sommariamente i fatti , indicare i motivi specifici su cui si
fonda il ricorso, i provvedimenti chiesti al giudice e infine la sottoscrizione del
ricorrente o del suo legale. Il ricorso può essere cumulato. In questi casi si
distinguono il cumulo soggettivo, e quello oggettivo. Il cumulo soggettivo è posto in
essere quando più soggetti pongono la stessa domanda giudiziaria. In tal caso si
tratta di un ricorso collettivo, che x essere esperibile non vi devono essere conflitti di
interessi tra i ricorrenti e devono avere la stessa causa pentendi e petitum. Nel caso
invece di cumulo oggettivo, accade quando in un unico atto introduttivo vi siano
numerose domande giudiziarie. In alcuni casi vi è una coesione tra quello soggettivo
e oggettivo e quindi si andrà a parlare sia di ricorso collettivo che ricorso congiunto.
L’azione deve essere proposta entro 60 gg in caso di azione di annullamento, e deve
essere notificato il ricorso alla p.a.. Se si tratta invece di un azione di condanna il
ricorso deve essere notificato ai beneficiari dell’atto illegittimo; se le parti hanno
residenza in uno stato europeo la notifica sarà aumentata a 30 gg se in uno stato al
di fuori dell’Europa aumenterà a 90 gg. Inoltre se sussistono difficoltà x la notifica

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delle parti poiché sono numerose , su istanza di una delle parti , il giudice può
ricorrere alla notifica di proclamo pubblico stabilendo le modalità. Detto ciò, il
codice con l’art 43 cpa riconosce la possibilità di introdurre motivi aggiunti. I motivi
aggiunti tecnicamente, sono nuovi atti processuali, ma sostanzialmente sono
immesse nella domanda dal ricorrente introducendole nel giudizio. Quindi
praticamente sono delle ragioni che vanno ancor di più a dare sostegno alla
domanda presentata. I motivi aggiunti possono essere immessi sia nel ricorso
principale che quello incidentale. Quando parliamo di ricorso incidentale diciamo
che è disciplinato dall’art 42 del cpa. Il ricorso incidentale può essere presentato
dalla resistenza o contro interessati entro 60 gg e pena di decadenza . Esso andrà a
sospendere l’azione della domanda principale. Il ricorso incidentale altro non è che
un impugnazione dell’atto amministrativo in modo diverso rispetto a quello
impugnato dal ricorrente. Infatti diciamo che il ricorso incidentale trova interessi in
relazione alla domanda principale. La cognizione di tale ricorso è affidato allo stesso
giudice che ha competenze sulla domanda principale. Detto ciò solo un pochi casi il
ricorso incidentale è proposto al tar del Lazio poiché presenta funzioni specifiche.
Tornando alla fase decisoria , Il ricorso principale e gli atti processuali devono essere
inoltre depositati presso la segreteria del tar competente, entro un termine
perentorio di 30 gg dall’ultima notificazione dell’atto e perfezionamento del
destinatario. Xò , il legislatore riconosce al ricorrente la possibilità ( onde evitare
termini di decadenza ) di depositare gli atti prima della notifica , però questo
comporta un ulteriore obbligo del ricorrente ossia quello di depositare nuovamente
una documentazione comprovante la data della notifica degli atti e
perfezionamento del destinatario. Il venir meno di tale documentazione
comprovante la data , fa si che le domande introdotte nell’atto non potranno essere
esaminate. Il ricorso come già detto, deve essere notificato al resistente e ai
controinteressati laddove vi siano. Essi potranno entro 60 gg depositare presso la
segreteria tutte le loro documentazioni, memorie e difese costituendosi parte in
giudizio; o proporre un ricorso incidentale. L’importanza del processo
amministrativo è l’integrazione del contraddittorio come disciplinato dall’art 111
della costituzione , x un giusto processo . L’integrazione del contraddittorio si ha con
la notifica del ricorso all’amministrazione e ai controinteressati; il giudice può
pronunciare misure cautelari, inoltre il giudice dovrà indicare la fissazione
dell’udienza. In un processo oltre alle parti chiamate in giudizio, potranno
intervenire tutti coloro che abbiano un interesse. Tale situazione è detta intervento.
Vi sono due tipi di intervento: intervento su decisione del giudice, o intervento

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volontario in causa. Nel primo è il giudice , anche su richiesta di una delle parti,
chiedere di estendere il giudizio a un terzo poiché sembra più giusto; il secondo
invece , è il terzo che con un atto presentato al giudice competente , con la
documentazione e sottoscrizione chiede di intervenire in processo.

MISURE CAUTELARI : nella disciplina precedente , quando parlavamo di misure


cautelari facevamo riferimento alla sospensione dell’efficacia dei provvedimenti
amministrativi. Mentre oggi, al giudice , viene riconosciuta la possibilità di poter
utilizzare tutte le misure cautelari possibili in relazione a una giusta decisione del
procedimento. Le misure cautelari sono: misure cautelari collegiali , monocratiche e
ante causam. Le misure cautelari vengono richieste dal ricorrente congiuntamente
al ricorso o con un’istanza autonoma. I presupposti delle misure cautelari sono : il
periculum mora ( onde evitare pregiudizi gravi e irreparabili dalla decisione ) e
fumus boni iure ( giudizio positivo di carattere sommario ). Sia che le misure
vengono accolte o rigettate il collegio dovrà presentare le spese da sostenere.

Misure cautelari collegiali : tali misure vengono disciplinate dall’art 55 cpa. Vengono
trattate in camera di consiglio, entro 20 dall’ultimi notificazione dell’atto e 10 dal
deposito del ricorso . Si è andato a rafforzare il contraddittorio dal momento in cui le
parti possono presentare le proprie memorie ,documentazioni fino a due giorni
prima della trattazione in camera di consiglio. Tali misure sono subordinate alla
presentazione dell’istanza di fissazione dell’udienza di merito. Infatti laddove il
collegio dovesse accogliere con un la richiesta di misura cautelare , dovrà indicare la
data dell’udienza del merito. L’ordinanza del collegio potrà essere impugnata, entro
60 gg , in appello al consiglio di stato ,ove potrà modificarla o confermarla.

Misure cautelari monocratiche : vengono disciplinate dall’art. 56 cpa. Esse possono


essere poste in essere in caso di gravita ed urgenza, ove il ricorrente non può
aspettare il trattamento in camera di consiglio . In questi casi l’istanza deve essere
presentata al presidente del collegio e ove l’accoglierà ,con un decreto ,riconoscerà
misure cautelari provvisorie. Tutta via però il decreto dovrà indicare la fissazione
della data dell’udienza cautelare ove il collegio necessariamente dovrà andare a
confermare le misure cautelari e ne caso contrario si ha la decadenze di
quest’ultime.

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Misure cautelari ante casusam : disciplinate dall’art 61. Esse possono essere poste in
essere x ragioni urgenti e di necessità. Sono caratterizzate dal fatto che l’istanza
deve essere presentata al presidente competente amministrativo, sono misure
cautelari atipiche e posso essere annullate : infatti una volta concesse entro 5 gg
dovranno essere notificate , una volta concesse il ricorso dovrà essere notificato
entro 15 gg, una volta concesse il collegio entro 60 gg dovrà confermarle altrimenti
saranno annullate.

FASE ISTRUTTORIA

E’ una fase eventuale e non necessaria che ha subito dei cambiamenti rispetto alla
disciplina precedente. Infatti è stata introdotta la prova testimoniale, e il giudice può
emettere un ordine di verificazione o nominare un CTU ( consulente tecnico d’ufficio
). La fase istruttoria è disciplinata dagli art 63 a 69 del cpa.

Art 63 istruzione preparatoria ed esibizione documentale : il giudice, anche d’ufficio


, può chiedere alle parti maggiori documentazioni o dovuti chiarimenti. Inoltre tale
articolo riconosce anche la prova testimoniale che deve essere proposta in forma
scritta al giudice su istanza di una delle parti.

Art 64 principio dell’onere di prova e regola del giudizio : le parti hanno l’impegno,
ossia l’onere , di trovare le provi utili da presentare in relazione alla decisione del
giudice. X quanto concerne la regola di giudizio, il giudice dovrà apprezzare le prove
che gli verranno presentate e a sua volta può desumere ulteriori prove derivante dal
comportamento delle parti durante il processo.

Art 65 ripartizione dei poteri istruttori : essa è un ulteriore attività introdotta con la
nuova disciplina, infatti il collegio ha la competenza di accettare o non i mezzi di
prova che verranno posti in essere dalle parti e assicurare la completezza istruttoria.

Art 66 L’ordine di verificazione : altra novità introdotta, il giudice laddove ritenga


opportuno ulteriori accertamenti o ispezioni, mediante un ordinanza può
individuare un organo verificatore. Al capo sarà nominato un responsabile, e come
tale sarà responsabile di tutte le operazioni. Inoltre l’ordinanza deve contenere il
termine entro quando si dovrà depositare la relazione in segreteria. Inoltre diciamo
che il compenso del verificatore sarà attuato dal presidente del collegio mediante un
decreto.

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Art 67 Consulenza tecnica d’ufficio : Il giudice laddove ritenga la necessità di


accertare o di avere specifiche competenze , può nominare un c.t.u. ossia
,consulente tecnico d’ufficio , mediante un ‘ordinanza. Quest’ultima deve
individuare la data entro quanto il consulente dovrà presentarsi x l’incarico e x
prestare giuramento, e inoltre: indicare la data entro quanto dovrà essere
consegnata la relazione; la corresponsione ( un anticipo sul compenso totale ) ;
eventuale nomina di consulenti delle parti ( ossia consulenti del legali con
determinate e specifiche competenze che posso presentare pe proprie osservazioni
e partecipare alle udienze e su autorizzazione del giudice possono anche intervenire
), e infine la trasmissione delle relazioni tra i consulenti e cosi via….

Art 68 modalità dell’istruttoria : il collegio dovrà indicare alle parti come quando e
dove avrà inizio la fase istruttoria, e sarà compito della segreteria notificarlo alle
parti sia l’inizio che la fine di essa.

69 surrogazione del giudice: eventuale delega del presidente o dei giudici a altri
giudici o magistrati .

Infine diciamo che la fase istruttoria permette altri mezzi come

L’ispezione : accertamenti più approfonditi

Prove x testimoni : ossia l’intervento di terzi a dichiarare in relazione di una delle


parti

Interrogatorio libero : ossia non interrogatorio formale poiché si andrebbe a dar vita
a vere e proprie prove mentre l’interrogatorio libero non da vere prove bensì
argomenti di prova.

Non sono ammesse le confessioni e i giuramenti poiché si andrebbe a violare il


principio di libero convincimento del giudice.

FASE DECISORIA

La fase decisoria , è l’ultima fase in un processo amministrativo. Essa viene posto in


essere con un atto di assegnazione o spedizione da parte del presidente del collegio.
Mediante tale atto si ha il termine della fase in dibattimento e si introduce quella
decisoria, ossia quella fase ove bisogna esprimere una decisione riguardante la
controversia. Tale decisione viene raggiunta attraverso due istituti : dibattimento
camerale e deliberazione. Il dibattimento camerale è fissato dal presidente del

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collegio, ove concede a ogni giudice la possibilità di esprimersi al riguardo della


controversia. Dopo di che , si passa a una deliberazione in senso stretto, la cosi detta
votazione ove ognuno manifesterà la propria volontà. Il primo a votare sarà il
relatore, fino ad arrivare al presidente. Vi sono casi in cui però la maggioranza
assoluta non viene raggiunta subito, poiché dalla votazione sono emerse numerose
soluzioni. Cosi , vi sarà un’ulteriore votazioni e ancora altre a fin che non vi sarà solo
esclusivamente una soluzione . (Principio di maggioranza progressiva ad
eliminazione delle soluzioni minori ). Una volta raggiunta la soluzione, il presidente
scriverà e sottoscriverà l’atto dispositivo, mentre il relatore le motivazioni. Queste
ultime a volte saranno scritte dallo stesso presidente o da un giudice delegato
poiché il relatore rientra tra coloro che non hanno votato tale soluzione. Infine , la
decisione deve essere depositata presso la segreteria, che da atto in calce la
sentenza e entro 5 gg lo comunicherà alle parti.

Il giudice può pronunciarsi attraverso una sentenza : definisce in tutto o in parte un


giudizio; ordinanza: in caso di misure cautelari o incompetenza ; decreti : nei casi
previsti dalla legge.

Pronuncia di merito : disciplinato dall’articolo 34 cpa . Il classico esempio è la


sentenza. Essa dopo tutto l’iter procedimentale x raggiungerla può: annullare tutto o
in parte l’atto impugnato; ordinare l’adempimento in un determinato termine
perentorio; condannare al pagamento di somme dovute, o in casi di giurisdizione di
merito modificare o riformare un atto amministrativo.

Pronuncia di rito : disciplinato dall’art 35 cpa . Può essere rilevato anche dal giudice
d’ufficio in caso di irricevibilità del ricorso : cioè quando sono decorsi i termini x la
notifica o x il deposito; inammissibilità del ricorso : laddove vi è una carenza di
interessi delle parti; improcedibilità poiché non è stato integrato il contraddittorio o
le parti non hanno più interesse a perseguire una sentenza.

Pronuncia interlocutorie : ossia si va a risolvere soltanto una parte della questione


.disciplinato dall’articolo 36 del cpa.

La sentenza può essere endoprocessuale ed extraprocessuale, nel primo caso gli


effetti permangono all’interno del processo; nel secondo caso gli effetti si
produrranno al di fuori del processo e applicati alla realtà materiale. In effetti la
sentenza può essere parziale , ove andrà a risolvere soltanto una parte del giudizio;
definitiva, laddove risolverà l’intero giudizio producendo gli effetti sul territorio del

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diritto sostanziale. Detto ciò dobbiamo dire inoltre che un processo può anche
estinguersi senza una sentenza bensì mediante una rinuncia, o perenzione (
abbandono ) del processo. Nel primo caso, la rinuncia, è un actus legittimus , quindi
non è sottoposto ne a condizioni, ne a termini ne a modalità . E’ però un atto
recettizio unilaterale che deve essere comunicato alle contro parti x iscritto 10 gg
prima dell’udienza o oralmente comunicandolo alle parti congiuntamente. Mentre x
quanto riguarda la perenzione del processo, si ha quando una volta depositato il
ricorso , le parti non presentano nessun atto processuale per un anno. In questi casi
si ha una perenzione e la segreteria comunicherà alle parti ciò e vi dovrà essere una
remissione del processo altrimenti si avrà la decadenza nei successivi sei mesi.

MEZZI DI IMPUGNAZIONI DELLA SENTENZA

Il legislatore stabilisce che una sentenza può essere impugnata mediante diversi
strumenti come l’appello, opposizione di un terzo, ricorso in cassazione ,
revocazione etc. .Tali strumenti vengono caratterizzati da disposizioni del codice del
processo amministrativo, sia generali che speciali. X quanto concernono le
disposizioni generali, riconosciamo la possibilità che le impugnazioni della sentenza
devono essere poste in essere entro 60 gg, devono essere notificate e altro.

L’appello: è disciplinato dagli articoli 101 a 105. Esso è caratterizzato da diversi


fattori come ad esempio : 1 è promosso dinanzi al consiglio di stato, ed è un organo
giurisdizionale di 2 grado. 2 la non sospensione , cioè ricorrendo in appello non si
andrà a sospendere gli effetti della sentenza. In quanto una sentenza produce effetti
esecutivi. 3 la devoluzione, ossia l’intera questione sarà riesaminata completamente
dal consiglio di stato, ove non dovrà assolutamente essere influenzata dalla
sentenza del TAR. X questo vi è il divieto di ius novorum ossia non si possono
chiedere in appello ulteriori domande giudiziarie ne introdurre motivi aggiunti. Sono
legittimati ad agire le parti che subiscono gli effetti della sentenza e gli interventori .
Il ricorso in appello deve presentare le generalità del ricorrente, esporre i fatti, e
indicare i capi di censura della sentenza. Inoltre notificato l’appello alle controparti ,
queste ultime possono ricorrere a un appello incidentale che dovrà essere
presentato con le stesse modalità di quello principale. Il ricorso in appello potrà
essere accolto o rigettato. Nel primo caso il consiglio di stato potrà rinviarsi alla
sentenza del tar o una nuova sentenza, mentre nel 2 caso si andrà a confermare la
sentenza del TAR. Inoltre, il ricorso può essere inviato al giudice del tar in caso di

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nullità di sentenza, mancanza del contradditorio, violazione della difesa di una delle
parti.

REVOCAZIONE : è uno strumento x poter impugnare la sentenza. Esso viene posto in


essere dianzi allo stesso giudice che ha emesso la sentenza poiché determinati
motivi come prove false, sopravvenute prove non prodotte per forza maggiori , non
possono essere dedotte in appello.

CASSAZIONE : Si ricorre in cassazione contro quelle sentenze del consiglio di stato.


Essa ha competenza solo x quanto riguarda il merito e in casi di urgenza e necessità
può andare a sospendere gli effetti della sentenza.

OPPOSIZIONE DI UN TERZO : è un ulteriore mezzo di impugnazione, ed può essere


proposto da un terzo che non ha partecipato al giudizio e la sentenza è andata a
ledere la sua situazione giuridica.

GIUDIZIO DI OTTEMPERANZA

Il giudizio di ottemperanza è disciplinato dall’art 112 del codice del processo


amministrativo. Attraverso tale strumento , è possibile attuare l’esecuzione della
sentenza. Ergo, un soggetto uscito vittorioso da una sentenza , ha l’onere di attivarsi
e chiedere al giudice amministrativo adito di emettere provvedimenti tali da poter
rendere esecutiva la sentenza non eseguita automaticamente. I presupposti x un
giudizio di ottemperanza sono : la sentenza deve essere passata in giudicato ( cioè
vale a dire non vi devono essere più mezzi d’impugnazione o sono decorsi i termini
per poterla impugnare ), e inoltre la sentenza non deve essere auto applicativa ( non
deve avere effetti demolitori ).L’istanza x il giudizio di ottemperanza deve essere
presentato allo stesso giudice che ha emesso la sentenza o depositato presso la
segreteria del tar ove ha sede quel giudice. Inoltre l’istanza deve presentare la stessa
causa pentedi del ricorso previsto della sentenza precedente, mentre varia il
petitum, infatti si chiede al giudice : in primis di accertare l’inadempimento,
secundis di ripristinare la situazione cosi come era prima , 3 l’attività di
ottemperare. Si applicano le disposizioni del giudizio di ottemperanza x la nullità
degli atti in violazione ed elusione del giudicato. Vi sono casi inoltre che vi è la
giustificata inottemperanza poiché sono sopravvenute cause e fattori e il giudice ne
dovrà tenere conto. La nuova disciplina stabilisce inoltre la possibilità di chiedere il
giudizio di ottemperanza , la stessa amministrazione laddove vuole sapere le
modalità e i tempi x ottemperare. Inoltre ricordiamo che si può chiedere il

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pagamento di somme dovute o di interessi maturati, e anche qualificarli come


risarcimento del danno. X quanto concerne il procedimento dobbiamo stabilire che
il giudizio di ottemperanza , deve essere presentato a fin che perduri l’inattività
dell’amministrazione ma comunque va ricordato che ha una prescrizione di 10 anni .
Sono legittimati a chiedere il giudizio di ottemperanza , coloro che subiscono gli
effetti della sentenza. Tutta via prima di procedere, il ricorrente può , con un atto
stragiudiziale di diffida , chiedere all’amministrazione ad adempiere entro 30 gg. In
caso contrario sarà notificato il giudizio di ottemperanza all’amministrazione . E’
garantito il contraddittorio , e vi sarà la discussione in udienza camerale, o su istanza
un udienza pubblica. Il giudice di ottemperanza può andare a sollecitare la decisum
giudiziaria e per questo si può ricorrere in appello. La sentenza del consiglio di stato
può essere impugnata in cassazione. Infine diciamo che il commissario ad acta è un
organo ausiliare del giudice. Esso viene nominato laddove durante attuazione
integrale del giudicato , debba essere esercitata un attività discrezionale e in questi
casi il giudice lo nominerà. La sua competenza è quella di attuare la pronuncia del
giudice e di far adempiere l’amministrazione. La sua nomina non segue nessun
criterio e può essere anche un soggetto all’interno dell’amministrazione
inadempiente.

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