John Locke può essere considerato uno dei padri dell'empirismo per il ruolo fondamentale attribuito alla percezione
sensibile nel processo di conoscenza umano: Egli, in contrapposizione con Hobbes, rifiuta il dualismo radicale tra
razionalità e passione, ma le ritiene due componenti della struttura umana necessarie l'una all'altra,in un rapporto di
collaborazione: le percezioni sensibili, guidate e ordinate dalla ragione, forniscono all'uomo la conoscenza del mondo
esterno e di quei principi che l'uomo non ha naturalmente dentro di sé; la ragione ha perciò, nella concezione di locke,
una funzione normativa, in quanto fornisce all'uomo le regole di comportamento necessarie per vivere in società.
Nell'antropologia Lockiana, l'uomo è caratterizzato dal fondamentale desiderio di autoconservazione e la ricerca della
felicità, e si trova in una condizione strutturale di inquietudine e continua insoddisfazione, ma diversamente dalla
concezione hobbesiana di queste componenti come negative e distruttive, in Locke queste caratteristiche sono alla
base delle attività umane, nel senso che spingono l'uomo a costruire e modificare la realtà circostante per adattarla ai
propri bisogni: la natura offre all'uomo i beni necessari per la sua sussistenza, ma è solo attraverso il lavoro,cioè quel
processo di modificazione e apporto soggettivo al mondo circostante, che l'uomo può appropriarsene. Il lavoro è
pertanto l'elemento di legittimazione della proprietà e si sostituisce allo ius inventionis, secondo il quale il semplice
trovare un oggetto consente di diventarne proprietario. Locke ritiene inoltre che l'uomo sia per natura socievole, cioè
incline alla socialità, al vivere interagendo con gli altri individui ed elabora la teorizzazione di uno stato di natura , una
condizione caratterizzata dall'assenza di ogni forma di potere politico, in cui l'individuo dispone di un potere naturale
di conservare la propria property, concetto che comprende la vità, la libertà e i possessi. e nel quale vige una
condizione di perfetta libertà ed eguaglianza, in quanto nessuno ha più potere o libertà rispetto agli altri.Non si tratta
tuttavia di uno stato di anarchia in quanto vige la legge di natura, indicata a tutti,naturalmente, dalla ragione umana e
vincolante per tutti, la quale prescrive, essendo tutti gli uomini liberi ed eguali, di non ledere gli altri nella vita, nella
libertà e nei possessi, secondo la triade lockiana di property, ma vi è l'assenza di un potere superiore comune cui
appellarsi e che sia dotato di autorità di regolare i rapporti tra gli uomini decidendo le controversie.
La rappresentazione lockiana dello stato di natura è fortemente temporizzata: in un primo momento, la società
umana è di pura sussistenza: la natura fornisce all'uomo cibo, bevande e tutto ciò che è necessario alla vita, secondo
una visione comunitaria dei beni, e per usufruire di tali beni l'uomo se ne appropria attraverso il lavoro, cioè l'azione
di modificazione e l'apporto soggettivo alla realtà circostante. La legge di natura, fornita a ciascun uomo dalla ragione,
l'uomo rispetta dei limiti: essendo tutti gli uomini liberi ed eguali, ciascuno ritiene illegittima la lesione della vità,
libertà e della proprietà altrui, e si accontenta di appropriarsi di una porzione di beni, di modo che altri individui non
ne siano privati, ma soprattutto rispetta i limiti di autosufficienza e contenimento dettati dalla ragione dal momento
che la maggior parte dei beni di cui ha bisogno sono di breve durata, e una volta consumati, si guastano e periscono.
Nasce così la moneta,un elemento durevole, che gli uomini possono conservare senza che si deteriori e che per
comune consenso ha un valore e sulla base di questo può essere scambiato con beni di sussistenza. Questo passaggio
da un'economia di sussistenza ad un'economia di scambio mette in circolazione una gran quantità di beni per ottenere
maggiore moneta, e produce l'arricchimento solo di una parte della comunità, ed un relativo aumento di conflittualità
e disuguaglianza sociale, in quanto l'uomo tende a non rispettare i limiti della legge di natura. In assenza di un potere
superiore comune che giudichi tra gli uomini regolandone le controversie, ciascun uomo esercita il naturale diritto alla
conservazione della propria vità, libertà e possessi (property) e ha il potere di punire, anche con la morte, le altrui
infrazioni, e si genera pertanto confusione e disordine, e in questo stato il godimento della proprietà per ciascun uomo
è assai insicuro ed incerto, privo di garanzie e sicurezza. Ė necessaria dunque l'uscita dallo Stato di natura e il
riconoscimento ed istituzione dello Stato civile, in cui vigano regole di comportamento comuni e vincolanti per tutti,
una legge stabile, fissa e notoria riconosciuta dagli uomini secondo il principio di maggioranza e un giudice
superiore,comune ed imparziale, dotato dell'autorità di regolare i rapporti tra gli uomini, giudicandoli e risolvendo le
controversie sula base della legge positiva istituita, il cui contenuto consiste in una trascrizione di principi naturali.
L'istituzione della società civile si basa su una duplice rinuncia da parte di tutti gli individui, al loro diritto naturale
all'autoconservazione, cioè a conservare la propria vita,libertà e possessi e il conseguente potere naturale di punire,
anche con la morte, gli attacchi e le altrui violazioni di questa sfera di prerogative naturali. L'istituzione dello Stato
trova il suo mero fondamento nel consenso, in quanto gli uomini essendo liberi ed eguali, possono essere sottoposti
ad un potere sovrano solo se lo vogliono, ed ha come principale finalità la garanzia e la conservazione della property di
ciascuno. Il potere supremo affidato dagli individui all'autorità politica è il potere legislativo, cioè il potere di fare leggi
finalizzate a preservare la società politica e i suoi membri, nel quale rientra anche il potere giudiziario: è sottoposto a
vincoli e limitazioni, in quanto è tenuto al rispetto della property di ciascun individuo,cioè non può arbitrariamente
lederne la vita, la libertà e i possessi ed è vincolato al fine del pubblico bene della società. Allo stesso modo deve
esercitare la giustizia e regolare i rapporti tra gli individui nel pieno rispetto della legge. Secondo una visione
tripartitica del potere sovrano, esso comprende anche il potere esecutivo, che dà attuazione alle leggi dello stato e
dunque concretamente agisce e prende decisioni finalizzate alla conservazione della società, e il potere federativo ,
che comprende il potere di fare guerra e stringere alleanze con altri Stati. Il potere esecutivo e federativo, in una
società politica ben ordinata, devono essere attribuiti ad un soggetto diverso da colui ch esercita il potere legislativo e
giudiziario,e devono essere esercitati nel rispetto delle leggi.Il meccanismo di affidamento del potere legislativo
all'autorità politica si basa sull'elemento fiduciario (trust), e non si tratta di una cessione irrevocabile: se si verifica una
violazione di tale fiducia e lo Stato viene meno alla sua funzione e dovere di garantire la property degli individui, resta
al popolo il supremo potere naturale di revocare tale potere , destituendolo o mutandolo. Viene dunque meno
l'autorità superiore che regoli e giudichi l'agire umano, e qualora il sovrano rifiuti di risolvere il conflitto con il popolo
che vuole revocare il suo potere, Locke ammette il diritto di resistenza, collettiva o individuale, nei confronti del
sovrano violatore della fiducia e del suo mandato, in armonia con il diritto naturale di conservazione della società. Si
crea uno stato di guerra, caratterizzato dall'uso della forza in assenza di diritto e leggi che la regolino. Unico arbitro di
tale stato è il cielo,e gli uomini si appellano ad un giudizio che viene fatto coincidere con quello provvidenziale, il cui
esito è deciso dalla forza.