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TEORIA MUSICALE

I. SCALA MUSICALE
E’ una serie di suoni desposti in ordine ascendente o discendente .

 SCALE CHE ABBIAMO :

1. Scala maggiore

2. Scala naturale
a. Scala minore
b. Scala minore naturale
c. Scala minore armonica
d. Scala minore melodica

3. Scala Napoletana – Secondo grado e’ sotto un semitone

4. Scala Pentatonica – Solo 5 note

5. Scala Back – Come la scala mionere Melodica

6. Scala Esatonica - Slo 6 note

7. Scala Cromatica – 12 semitono

8. Scala Ionico
9. Scala Aumentata
10. Scala Diminuita
11. Scala Alterata
12. Scala Blues
II. APROFONDIMENO LE SCALE
1. Scala Maggiore
- E’ il centro del sistema Musicale Occidentale , e’ formata da una
serie precisa di intervalli , data una partenza(detto Tonica)

1. Formata da : 2T – 1ST – 3T- 1ST

( * Tono (T) : E’ composo fa 2 semitono )


(* Semitono(ST) : E’ distanza minima tra 2 suoni all’interno del
sisterma musicale temperato)

2. Scala naturale
- Composto dal 8 suoni
- Identificano con il concetto della scala Maggiore
- Piu vicino alla scala maggiore perche’ i suoni costituiscono dalla
serie degli Armonici naturali di una nota riferimento

3. Scala Minore
- E’ composto del 7 suoni
 Scala Minore Naturale
Si costruisce partire da VI Grado dalla scla Maggiore

Formata da : 1T - 1ST – 2T - 2ST - 2T

 Scala Armonica
- E’ ricavata dalla scala minore naturale e si ottiene alterando il
settimo grado ( VII grado ) di un semitono Ascendente e
discendente
( # aggiunge all’ultima nota della scala minore naturale )

 Scala Melodica

- Deriva dalla scala minore armonica che aggiunge (#) sul sesto
grado (VI grado) quindi si ascente VI , VII grado e quando scende
si ritorna naturale

III. NUMERO DELLA SCALA


IV. INTERVALLO
- E’ distanza tra 2 note (tra 2 suoni )
- E’ primo e fondamentale elemento musicale derteminato delle
qualita’ relativa all’altezza dei suoni.
- Il suono si differenza l’uno all’altro in altezza cioe’ sulla base della
differenza di accutezza o gravita’.

 2 TIPI DI INTERVALLO
+ Intervallo Melodica
E’ un suono segue altro = Quando il suono salendo o scendendo
+ Intervallo Armonica
E’ 2 noti sono suonate contemtporaneamento

V. INTERVALLO MAGGIORE E INTERVALLO MINORE

 INTERVALLO SECONDO

- Intetvallo seconda Minore = 1 Semitono


- Intervallo seconda Maggiore = 1 Tono

 INTERVALLO TERZA

- Intervallo terza Minore = 1 Toni + 1 Semitono


- Intervallo terza Maggiore = 2 Toni

 INTERVALLO QUARTA

- Intervallo quarta Giusta = 2 Toni + 1 Semitono


- Intervallo quarta Aumenta = 3 Toni

 INTERVALLO QUINTA
- Intervallo quinta Diminuita = 3 Toni
- Intervallo quinta Giusta = 3 Toni + 1 Semitono
- Intervallo quinta Aumentata = 4 Toni

 INTERVALLO SESTA

- Intervallo sesta Minore = 4 Toni


- Intervallo sesta Maggiore = 4 Toni + 1 Semitono
- Intervallo Sesta aumentata =
 INTERVALLO SETTIMA

- Settima Diminuita = 4 Toni + 1 semiton


- Settima Minore = 5 Toni
- Settima Maggiore = 5 Toni + 1 Semitono

 INTERVALLO OTTAVA GIUSTA = 6 Toni

 Riassumendo:

 Tutti gli intervalli possono essere alterati. Se vengono


abbassati di un semitono, si dice che sono diminuiti. Se
vengono alzati di un semitono, si dice che sono aumentati.
Si può dire anche eccedente.

 Abbassando di un semitono un intervallo minore diventa


diminuito
 Alzando di un semitono un intervallo maggiore diventa
aumentato

 Abbassando di un semitono un intervallo giusto diventa


diminuito

 Alzando di un semitono un intervallo giusto diventa


aumentato

VI. AGOGICA

 Nella terminologia musicale, l'agogica di una composizione


è una qualificazione dell'espressione musicale per quanto
riguarda l'impostazione della velocità di un brano e delle
sue transizioni. Le variazioni agogiche sono distinte da
quelle dinamiche, che consistono nelle variazioni delle
intensità sonore.
Il mordente
Indica il rapido susseguirsi della nota reale, della nota superiore e,
nuovamente, della nota reale (mordente superiore) oppure della nota
reale, della nota inferiore e della reale (mordente inferiore)

Il gruppetto
Può essere formato da tre, quattro o cinque note. La realizzazione
tipica è data dalla successione delle note: superiore, reale, inferiore,
reale (gruppetto superiore), oppure inferiore, reale, superiore, reale
(gruppo inferiore).
Il gruppetto può anche essere tra due note.
Il trillo
È il rapido alternarsi di una nota reale con la sua superiore.
Il trillo deve sempre terminare con la nota reale.
La velocità di esecuzione delle note che lo compongono dipende dallo
stile del brano.

Altre abbreviazioni di uso frequente: il tremolo e l’arpeggio.


Anche il tremolo può essere considerato un abbellimento, ma la sua
esecuzione è costante, e non lascia spazio a interpretazioni. Consiste,
come il trillo, nell’alternarsi di due note, ma la rapidità di esecuzione
è indicata con rigore nello spartito. La frequenza nell’alternarsi delle
note è indicata dal numero delle barrette poste tra una nota e l’altra; la
durata del tempo è indicata da una delle due note.
Un’altra abbreviazione utilizzata con frequenza dai compositori
è l’arpeggio. Per arpeggio s’intende il rapido sovrapporsi di note in
successione.
Esecuzione prescritta tramite una serpentina verticale a sinistra dell’
accordo o anche tramite didascalia (arpeggiato).

Ritornelli musicali
Esistono due tipi differenti di ritornello:
 Il ritornello che fa ripetere tutto il brano musicale dalla prima
all’ultima nota;
 Il ritornello che fa eseguire di nuovo solo una parte del brano
stesso.
Il primo ritornello è costituito da due spezza battuta (il secondo di
spessore maggiore del primo) con due puntini posti prima del primo
spezzabattutte. Questo tipo di ritornello indica all’esecutore che tutto
il brano va ripetuto per intero.
Se il segno di ritornello è invece posto all’inizio e alla fine del brano,
indica che il frammento deve essere ripetuto.

Se a un certo punto di un brano musicale si trova la scritta “DC”


(abbreviazione di “ da capo”), essa indica che lo spartito va eseguito
da capo, fino al punto in cui dice “fine”.

Una funzione analoga è svolta dal segno che  indica da quale


punto il brano musicale deve essere ripreso, per proseguire fino in
fondo.

La notazione è un poco più complessa quando le ripetizioni non sono


esattamente identiche, ma si differenziano per una o più battute finali.
Si usa allora il meccanismo del ritornello “1 e 2”.

1. Si eseguono tutte le note fino al segno di ritornello.


2. Si riprende il brano da capo, si saltano le battute (una o più)
contrassegnata dal numero “1” e si passa subito alle note contenute
nelle battute (una o più) segnate dal numero “2”.
Una notazione diversa segnala la ripetizione di un frammento, oppure
di una o più battute.
Il segno “%”, all’interno di una battuta vuota, fa ripetere le note
contenute nella battuta precedente.
Il segno “%” messo sulle spezzabattute tra due battute vuote, fa
ripetere le due battute precedenti.
Il segno”/” su uno o più movimenti della battuta, fa ripetere le stesse
note del movimento precedente.

Il punto sopra o sotto la nota.


Un punto sopra o sotto la testa di una nota ne diminuisce il valore
della metà; nella metà mancante, si pone una pausa. Questo tipo di
punto può servire per dare a una successione di note un’aria agile e
staccata.
Legatura di portamento
Esistono altri due tipi di legatura, oltre a quella di valore:
 Legatura di portamento: posta tra due note di altezza diversa,
ordina che siano eseguite nel modo più unito possibile.
 Legatura di frase: le note poste sotto questa legatura vanno
eseguite il più unito possibile l’una all’altra.

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