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PANTALICA E LA SICILIA
NELLE ETÀ DI PANTALICA
Atti del Convegno di Sortino (Siracusa)
15 -16 dicembre 2017
a cura di
M. BLANCATO, P. MILITELLO, D. PALERMO, R. PANVINI
00) PAGI. 1-12 PANT 4 LOGHI VERT. OGGI:000 CR ANT 15 - Pagg. 1-12 24/12/19 18:00 Pagina 5
CRETA ANTICA
Volume pubblicato
con il contributo del
ed il concorso di
© Copyright 2019
ALDO AUSILIO EDITORE IN PADOVA - BOTTEGA D’ ERASMO
ISBN 978-88-6125-078-9
00) PAGI. 1-12 PANT 4 LOGHI VERT. OGGI:000 CR ANT 15 - Pagg. 1-12 24/12/19 18:00 Pagina 8
CRETA ANTICA
Rivista annuale di studi archeologici, storici ed epigrafici
Direttore responsabile
Aldo Ausilio (Padova)
Direttore
Pietro Militello (Catania)
Comitato Scientifico
F. Carinci (Venezia) - J. Driessen (Louvain-la-Neuve) - A. Lebessi (Atene) - P. Militello (Catania)
D. Palermo (Catania) - I. Pini (Marburg) - S. Todaro (Catania) - P. Warren (Bristol)
Segreteria di Redazione
M. Figuera - E. Pappalardo
Redazione
E. Platania, P. Sferrazza
Creta Antica è una Rivista fondata nel 2000 per iniziativa dell’editore Ausilio, prontamente accettata dal Centro di
Archeologia Cretese dell’Università di Catania, nell’alveo della tradizione iniziata da Federico Halbherr nel 1884. Dal
2004 si è proposta come luogo di confronto su temi legati alla Creta di età antica e medievale in tut-
ti i suoi aspetti (archeologia, storia e filologia). Essa accetta pertanto contributi relativi all’edizione di dati
materiali, all’analisi metodologica di nuove prospettive di ricerca, alla riflessione storiografica. Coerentemente
con tali premesse, Creta Antica favorisce la collaborazione internazionale. Lingue d’uso per i contributi sono
quelle correnti nella bibliografia di ambito egeo.
Creta Antica è un peer reviewed journal. I contributi, in forma sia elettronica sia cartacea, dovranno essere inviati
all’indirizzo sotto indicato. Ogni contributo sarà sottoposto all’esame di due revisori anonimi. Dopo un perio-
do massimo di due mesi, i revisori invieranno il loro responso al direttore scientifico, che comunicherà il risul-
tato all’autore, accompagnandolo con la relativa documentazione.
Per le norme redazionali si vedano le indicazioni nel sito http://www.unict.it/cac-ct/pub/contributi.htm
The idea of creating the Journal Creta Antica was proposed in 2000 by the editor Ausilio, promptly accepted
by the Centro di Archeologia Cretese of Catania University, following the research tradition established by
Federico Halbherr in 1884. From 2004 onwards, however, Creta Antica has established itself as an internatio-
nal forum for the discussion of topics related to the archeology, history and philology of ancient and medieval
Crete. Creta Antica accepts contribution that deal with the pubblication of new data and materials, with the
analysis of new research methods and perpectives, and with the history of the discipline. Creta Antica therefo-
re warmly welcomes contribution from colleagues around the world, wich can be written in any of the lan-
guages currently used in Aegean studies.
Creta Antica is a peer-reviewed journal. Contribution, in both electronic and printed formats, should be sent to
the address below. Each contribution will be reviewed by two anonymous referees. After a period not exceeding
two months, the referees will send their comments to the director of the journal, who will inform the author
of his decision together with copies of the reviewers reports.
Indirizzi di saluto » 23
Riassunto
Nuovi studi in corso da parte di due diversi gruppi di ricerca nelle grandi necropoli di Montagna di
Caltagirone e Cassibile hanno visto applicate sia le tradizionali metodologie basate sulle ricognizioni inten-
sive sia sistemi che utilizzano strumentazioni e tecniche informatiche quali droni pilotati, software GIS,
ortofotogrammetrie cumulative, rilievi fotografici di dettaglio per ricostruzioni 3D. Finalizzate ad una nuo-
va e più precisa localizzazione dei vari raggruppamenti di tombe, tali ricerche hanno fornito nuovi dati cir-
ca l'individuazione degli abitati ad essi correlati.
Abstract
Ongoing new studies by two different research groups on the large necropolis of Montagna di
Caltagirone and Cassibile has been carried forward with both the traditional methodologies of intensive sur-
vey and computer tools and techniques like drones, GIS software, cumulative orthophotogrammetry, detailed
photographic surveys for 3D reconstructions. Aiming at a new and more accurate localization of the various
groups of rock-cut tombs, our research gives us new data about the identification of the related settlements.
Parole chiave
Fine dell’Età del Bronzo, necropoli, ricognizioni, aeromobili a pilotaggio remoto, tecnologie di informazione e
comunicazione.
Keywords
Final Bronze Age, cemeteries, survey, Remotely piloted aircraft, Information and communication technology.
1 2
ORSI 1899; ORSI 1928 b; TURCO 2000; LEIGHTON ORSI 1904; TANASI 2008.
2016.
Pantalica
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Le due necropoli, coeve a quella di Pantalica, presentano caratteristiche sostanzialmente affini dal
punto di vista dell’organizzazione territoriale, della topografia, dell’architettura funeraria, del ritua-
le e, probabilmente, dell’organizzazione sociale dei gruppi umani che le hanno realizzate ed usate.
Il progetto intende mettere a confronto aree archeologiche inserite in un ampio contesto ter-
ritoriale e realizzare un nuovo piano di rilevamento topografico e architettonico dei complessi fu-
nerari, indagati finora con tecniche tradizionali oppure con analisi limitate solo ad alcuni settori.
I siti considerati presentano criticità corografiche e di accessibilità, consistenti nell’indi-
viduazione dei diversi nuclei di tombe sparse su un’area molto vasta, in una vegetazione rigo-
gliosa, costituita principalmente da rovi, presente tutto l’anno, anche sul margine superiore
dei rilievi; ciò impedisce l’accesso dall’alto alle tombe e l’esecuzione del posizionamento e del
rilievo. Difficoltà logistiche sono dovute anche alla ristrettezza degli spazi e agli sbalzi repen-
tini di quote, al trasporto e all’utilizzo della strumentazione di posizionamento e rilevamen-
to, e al tempo eccessivo per eseguire tali operazioni.
L’analisi territoriale è stata svolta tramite ricognizioni di superficie intensive, sistemati-
che e ripetute nel tempo al fine di identificare la distribuzione dei vari raggruppamenti di
tombe di ciascuna necropoli e la loro relazione con le possibili aree degli abitati, la cui esi-
stenza è stata finora solo ipotizzata.
Lo scopo della metodologia utilizzata è quello di realizzare un modello tridimensionale
che permetta di programmare una ricerca veloce, precisa, puntuale ed economica.
La grande necropoli della Montagna, a nord del centro urbano di Caltagirone, si trova a
poca distanza da due altri importanti centri preistorici, il colle S. Ippolito 3 e il Monte
Balchino 4 (fig. 1), con i quali è lecito pensare facesse sistema. Le tombe della necropoli, più
di un migliaio, si dispongono, in tre grandi gruppi, lungo i pendii di un ampio sistema col-
linare (Montagna Alta, Poggio Castelluccio e Poggio Rocca) (fig. 2).
FIG. 1 – PIANTA DELL’AREA DELLA NECROPOLI DELLA FIG. 2 – VEDUTA DEL GRUPPO DI TOMBE DI CONTRADA
MONTAGNA DI CALTAGIRONE CON I SITI DI S. IPPOLITO E ROCCA DELLA NECROPOLI DI MONTAGNA DI CALTAGIRONE
MONTE BALCHINO. (FOTO DI F. LA FICO).
3
ORSI 1928a; CRISPINO 2014. e LAMAGNA 2005 .
4
AMOROSO 1983. Vedi anche AMOROSO 1979, pp. 26-31
Patalica
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5 12
ORSI 1904. MARCHESE 2005.
6 13
TANASI 2008, pp. 175-177. TANASI 2008, pp. 163-175.
7 14
ORSI 1912, coll. 367-369, figg. XXIX, XXX e Dal mese di settembre 2017, con Pietro Ivano
XXXI; PANVINI 1997. D’Aleo, Samuele Gardin e Chiara Maccari della Società
8
TANASI 2008, pp. 141-143. SaciArkeo - Servizi archeologici del centro Italia, la ricer-
9
MANISCALCO 1999, pp. 189-190. ca è stata effettuata anche alla Montagna di Caltagirone
10
TANASI 2004, pp. 404-408. e proseguirà con altri nuclei tombali presenti nel cala-
11
AMOROSO 1987. tino, ovviamente strettamente in connessione tra loro.
Pantalica
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tiva fase del Bronzo Recente testimoniata da tombe del tipo a tholos con le stesse caratteri-
stiche di quelle della Montagna 15.
ORAZIO PALIO
L’idea di utilizzare sistemi APR (Aeromobili a Pilotaggio Remoto) nelle indagini pres-
so il colle S. Ippolito e la necropoli di Montagna di Caltagirone è nata da due principali esi-
genze. Innanzitutto dalla necessità di sviluppare una metodologia di rilievo che permettesse
di ottenere elaborati precisi e in tempi brevi e inoltre di individuare eventuali strutture invi-
sibili o inaccessibili da terra con lo scopo di integrare l’attività di ricognizioni su campo.
Per l’esecuzione delle fotografie aeree è stato utilizzato un multirotore radiocomandato prov-
visto di un apparato di stabilizzazione elettro-
nica in grado di mantenere la fotocamera in po-
sizione costantemente zenitale o obliqua (fig. 4,
Tav. VI,1). Le immagini sono state realizzate con
una fotocamera digitale ad alta risoluzione e sensi-
bilità, in grado di ottenere immagini estrema-
mente definite anche in condizioni di scarsa luce.
I fotogrammi sono stati successivamente pro-
cessati con recenti tecniche di fotogrammetria ba-
sate sulla computer vision, quali structure from motion
FIG. 4 – MISSIONE DI VOLO AUTOMATICA ESEGUITA DALL’AERO-
e image-based modeling (ULLMAN 1979; LONGUET-
MOBILE E PILOTAGGIO REMOTO (S. GARDIN). H IGGINS 1981; FAUGERAS 1993; DEBEVEC, TAYLOR,
MALIK 1996).
Nel nostro caso è stato scelto di utilizzare il software Agisoft© PHOTOSCAN Pro. Tramite
l’allineamento delle immagini ottenuto dal riconoscimento automatico di migliaia di punti omo-
loghi, questi applicativi sono in grado di generare modelli digitali tridimensionali delle superfi-
ci con elevata precisione e dettaglio.
Al fine di attribuire un parametro dimensionale ai modelli e di incrementarne l’accura-
tezza, nelle aree da rilevare sono stati collocati dei punti di controllo. Il rilievo di tali punti
è stato eseguito con un apparato GNSS RTK con precisione centimetrica. Il loro posiziona-
mento, oltre a consentire la georeferenziazione
dei modelli, ha permesso la correzione metrica
dei DEM, portando l’errore medio a valori in-
feriori a 10 cm (fig. 5, Tav. VI 2).
Le diverse tecniche di fotogrammetria
utilizzate sono state la soluzione ottimale per
il rilevamento del sito. Se da una parte, infat-
ti, l’acquisizione di fotogrammi con un siste-
ma APR è l’opzione più sicura, rapida ed eco-
nomica per ottenere immagini dettagliate di FIG. 5 – MODELLO DIGITALE TRIDIMENSIONALE DELLA NECRO-
un’area così estesa, dall’altra i software di image- POLI DI MONTAGNA DI CALTAGIRONE (S. GARDIN)..
Pantalica
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based modeling e structure from motion – coadiuvati da opportune misurazioni sul campo – sono
strumenti ormai indispensabili e adeguati a produrre ortofotopiani di territori molto ampi e
modelli tridimensionali ad alta risoluzione e con scarto d’errore trascurabile su grande e pic-
cola scala.
FIG 6 – ORTOFOTOPIANO E
MODELLO DIGITALE TRIDIMEN-
SIONALE SU CARTA TECNICA
REGIONALE SU SOFTWARE QGIS.
L’enorme mole di dati acquisita durante queste prime indagini, è stata trattata in am-
biente GIS al fine di relazionarla con la documentazione topografica, geologica e archeolo-
gica già presente ( fig. 6).
SAMUELE GARDIN,
CHIARA MACCARI
La necropoli di Cassibile
La necropoli si sviluppa durante la fase finale dell’Età del Bronzo (XII-X secolo a.C.) 16
( fig. 7). Essa si dispone lungo il margine orientale dell’altopiano ibleo, in corrispondenza del
punto in cui il fiume Cassibile sbocca dalla Cava Grande verso l’ampia pianura costiera, lun-
go una serie di speroni roc-
ciosi a picco sulla pianura sot-
tostante, separati l’uno dal-
l’altro da cave (fig. 8). Data
questa particolare conforma-
zione, la necropoli è suddivi-
sa in diversi nuclei di tombe,
a loro volta suddivisi in grup-
pi più piccoli. Anche riguar-
do alle caratteristiche dell’in-
sediamento, è possibile che esi-
stessero diversi nuclei di abi-
tato, corrispondenti ai gruppi
FIG. 7 – VEDUTA DELLE TOMBE DI CUGNO SPINETA, CASSIBILE (FOTO M. TURCO). di tombe, nonostante manchi-
16 17
Per una periodizzazione delle fasi della necropo- LEIGHTON 2016, pp. 141-142.
li, si veda TURCO 2000, pp. 97-98.
Pantalica
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Pantalica
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MARIA TURCO
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dialoga con i sistemi creati tramite softwares GIS, e ne completa la raccolta dei dati, inseriti
nei databases di riferimento: tale impatto tecnologico diventa dunque fondamentale per com-
prendere al meglio un’area molto complessa come quella in studio, soprattutto in virtù delle
difficili condizioni geomorfologiche.
La ricerca topografica sul campo è stata preceduta da una fase di studio «a tavolino», tra-
mite lettura di basi cartografiche quali le tavolette 1: 25.000 dell’I.G.M. e le sezioni in scala
1:10.000 della Carta Tecnica Regionale della Re-
gione Siciliana, nella fattispecie l’edizione 2008 ba-
sata sulle aerofotografie del 2007. A questa prima
fase è seguita l’analisi territoriale tramite ricogni-
zioni di superficie ripetute nel tempo (replicated
collections), al fine di identificare la distribuzione
dei vari raggruppamenti di tombe della necropo-
li e la loro relazione con le aree degli abitati, fino-
ra solo ipotizzate, ma mai individuate.
Fin dall’inizio è comunque emersa palese-
mente l’impossibilità di portare avanti una ricer-
ca di superficie di tipo classico 26, poiché le aree og-
getto d’indagine sono nella maggior parte dei ca-
si impossibili da raggiungere fisicamente se non
tramite l’aiuto di corde, il che ha reso impossibi- FIG. 10 – OCRTOFOTO DELLA STRUTTURA DI CUGNO
ARBONE (S. MURATORE).
le il posizionamento di ogni singola tomba a grot-
ticella mediante GPS.
Tale difficoltà ci ha indotto a ritenere come unica possibile soluzione l’utilizzo di siste-
mi di APR (aeromobili a pilotaggio remoto), per il posizionamento di tombe altrimenti
inaccessibili 27.
L’indagine si è poi spo-
stata sui pianori, all’interno dei
limiti naturali del cugno, per
l’individuazione di possibili
tracce degli abitati, con parti-
colare attenzione alle aree che,
per vari motivi, ci sono ap-
parse quelle più promettenti.
Una componente fondamen-
tale della ricerca è stata la vi-
sibilità, quasi sempre, nel cor-
so delle replicated collections, di
buon livello: fattore questo
che ha permesso una lettura
FIG. 11 – DEM DELL’AREA DELLA NECROPOLI DI CASSIBILE, CON POSIZIONAMENTO del terreno abbastanza com-
DELLA STRUTTURA DI CUGNO CARBONE (S. MURATORE). pleta e non disturbata 28.
26 28
CAMBI, TERRENATO1994, pp. 119-121; CAMBI 2000, CAMBI, TERRENATO 1994, p. 151; per una dettaglia-
p. 255. ta esposizione di tutti i possibili fenomeni che influen-
27
Metodologia applicata nelle ricerche a S. Ippolito zano la visibilità di un sito si veda SCHIFFER 1987, pp.
e alla Montagna di Caltagirone. 235-262; SCHIFFER, SULLIVAN, KLINGER 1978, pp. 6-8.
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In questo caso la ricerca ha avuto un esito più fortunato e il survey ha portato al ritrova-
mento, sul Cugno Carbone, della struttura, forse abitativa, a cui si è fatto cenno sopra. Le nuo-
ve tecnologie ci sono venute in aiuto per la restituzione della pianta, in quanto una visione
ortogonale dall’alto, tramite fotografie su asta telescopica, per mezzo di cui si è realizzata un’or-
tofotogrammetria cumulativa, ha permesso di individuare il perimetro della struttura con mag-
giore chiarezza di un semplice rilievo manuale (fig. 10, Tav. VI,3).
Il ritrovamento di tale struttura ci ha indotto a ritenere necessario l’uso di aeromobili a
pilotaggio remoto per individuare altre evidenze sulla sommità dei cugni, altrimenti invisi-
bili a causa della vegetazione che rende assolutamente impraticabili vaste aree dei pianori.
Allo stato attuale, la struttura è stata posizionata geograficamente tramite sistema GPS
RTK Zenith25 a 120 canali della GeoMAX, basato sulla rete GNSS a copertura nazionale
SmartNet ItalPoS di Leica Geo-systems, che permette il posizionamento in tempo reale e per
la post-elaborazione, ed in grado di supportare il nuovo sistema di posizionamento e naviga-
zione satellitare, di produzione europea ed ad uso civile, denominato «Galileo» (ricordiamo
infatti che sia il sistema GPS statunitense che il GLONASS russo sono realizzati per scopi
militari e «prestati» ad usi civili con relativi disturbi che ne alterano la precisione). Il van-
taggio principale di tale tecnologia consiste nella precisione quasi millimetrica in ogni ope-
razione di posizionamento, senza subire alcuni dei problemi di «mancanza di copertura» tipi-
ci del sistema GPS statunitense.
L’interpretazione e la catalogazione dei dati sono state gestite realizzando un Sistema
Informativo Territoriale dell’area soggetta ad indagine, georeferenziando la cartografia di base
tramite l’applicativo ArcMap, della suite ArcGIS della ESRI®, del quale ci si è serviti anche
per la realizzazione di tutte le carte tematiche 29. Tramite uno shapefile relativo alle curve di
livello regionali, è stato creato un DEM (Digital Elevation Model, modello digitale di eleva-
zione) 30 (fig. 11, Tav. VI,4), comprendente in toto il territorio soggetto a prospezione, col fine
di elaborare cartografia in 3D, come le carte dell’acclività 31, dell’esposizione dei versanti e del
soleggiamento, utili per poter dedurre eventuali luoghi più o meno favorevoli all’imposta-
zione di un sistema insediativo.
Valorizzazione e fruizione
29 30
A differenza dei gestori di databases convenziona- Un Digital Elevation Model è una mappa raster in
li, un sistema basato su softwares GIS consente di asso- cui a ogni pixel è associato il valore relativo all’altezza
ciare il dato a forme vettoriali, linee, poligoni, punti o sul livello del mare dell’orografia rappresentata.
31
a pixels di mappe raster e, di conseguenza, effettuare Rappresenta la pendenza del terreno misurata in
indagini ed operazioni tra i dati associati alle figure percentuale.
32
nella mappa e la loro forma e posizione nello spazio. MONTI 2006; SEMERARO 2011.
Pantalica
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Conclusioni
Da queste analisi preliminari si stanno ottenendo molteplici risultati. Innanzitutto l’in-
terrogazione dei database sta consentendo di ricostruire la geografia antica del territorio e di
individuare aree ad alto potenziale archeologico (si veda l’esempio della struttura di Cugno
Carbone a Cassibile). Le indagini su vasta scala sono attualmente utilizzate come base per la pia-
nificazione delle ricerche sul campo, i risultati delle quali vengono a loro volta inseriti nel medesi-
mo contesto informatico. I modelli digitali tridimensionali si stanno rendendo utili, oltre che
all’indagine scientifica, anche alla valorizzazione del territorio rendendo fruibile, e agevolmente
comprensibile, il record archeologico ad un pubblico più ampio.
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l’Arte I, 1962, pp. 3-27.
SCHIFFER 1987 = SCHIFFER M.B., Formation Processes of the archaeological Record, University of
New Mexico Press, Albuquerque 1987, pp. 235-262.
SCHIFFER, SULLIVAN, KLINGER 1978 = SCHIFFER M.B., SULLIVAN A.P., KLINGER T.C., The design of
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SEMERARO 2011 = SEMERARO G., Banche dati, GIS e WEB GIS: breve storia delle tecnologie appli-
cate ai beni archeologici nel laboratorio di informatica per l’archeologia dell’Università del Salento,
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TANASI 2004 = TANASI D., Per una rilettura delle necropoli sulla Montagna di Caltagirone, in LA
ROSA V. (a cura di), Le presenze micenee nel territorio siracusano, Padova 2004, pp. 399-445.
TANASI 2008 = TANASI D., La necropoli protostorica di Montagna di Caltagirone, Milano 2008.
TURCO 1990 = TURCO M., Cassibile. Appunti per una carta archeologica del territorio, in Sicilia
Archeologica XXIII, 1990, pp. 67-78.
TURCO 2000 = TURCO M., La necropoli di Cassibile, in Cahiers Centre Jean Bérard XXI, Napoli
2000.
ULLMAN 1979 = ULLMAN S., The Interpretation of Visual Motion, Cambridge 1979.
VOZA 1973 = VOZA G., Thapsos: resoconto sulle campagne di scavo del 1970-71, in Atti della XV
Riunione Scientifica dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Firenze 1973, pp. 133-157.
Pantalica
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TAVOLE A COLORI
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TAVOLA I
Tavola I – Fig. 1 Planimetria del sito (modificata da Leighton 2011, fig. 5).
TAVOLA II
Tavola II,1 (Buscemi fig. 17) – Ipotesi di restituzione delle fortificazioni di Filiporto.
Tavola II,2 (Buscemi fig. 2) – Il pianoro di Pantalica e i percorsi descritti da Orsi. Entro ton-
do, la gola e le fortificazioni di Filiporto (elab. da: R. Carta, "Pantalica", in Orsi 1899,
col 36, fig. 1).
Tavola II,3 (Buscemi fig. 5) – Pantalica e i suoi collegamenti attraverso la rete trazzerale.
Composizione di quattro quadranti IGM, levata 1895 (F° 274 II, Lentini; F° 273 I,
Militello in Val di Catania; F° 273 IV, Vizzini; F° 274 III, Sortino).
Tavola II,4 (Buscemi fig. 9) – Posizionamento della fortificazione di Filiporto su foto satel-
litare.
TAVOLA III
Tavola III,1 (Arcidiacono fig. 5) – Pantalica, chiesa di San Micidiario, parete absidale, lato
nord, angelo.
Tavola III,2 (Arcidiacono fig. 6) – Pantalica, chiesa di San Micidiario, catino absidale, visione
teofanica (Ascensione?) e restituzione grafica dei resti visibili.
Tavola III,3 (Arcidiacono fig. 7) – Pantalica, chiesa di San Micidiario, a: prothesis, b. diaco-
nicon.
Tavola III,4 (Arcidiacono fig. 8) – Pantalica, chiesa di san Micidiario, presbiterio, parete
nord. Nel riquadro, restituzione grafica dei resti del volto di una figura imberbe e nim-
bata.
TAVOLA IV
Tavola IV,1 (Arcidiacono fig. 11) – Pantalica, chiesa di San Nicolicchio, sant’Elena.
Tavola IV,2 (Arcidiacono fig. 12) – Pantalica, chiesa di San Nicolicchio, santo militare ?
Tavola IV,3 (Arcidiacono fig. 13) – Pantalica, chiesa di San Nicolicchio, santo Stefano.
Tavola IV,4 (Arcidiacono fig. 14) – Pantalica, chiesa di san Nicolicchio, a. santo Stefano, par-
ticolare; b. santo Stefano, schizzo ricostruttivo; c. iscrizione votiva di Eraclia.
Tavola IV,5 (Arcidiacono fig. 19) – Pantalica, chiesa del Crocifisso, san Nicola.
TAVOLA V
Tavola V (Turco et alii fig. 8) – Planimetria delle aree della necropoli di Cassibile (elab. di
S. Arrabito).
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TAVOLA VI
Tavola VI,1 (Turco et alii fig. 4) – Missione di volo automatica eseguita dall’aeromobile e pi-
lotaggio remoto (S. Gardin).
. Tavola VI,2 (Turco et alii fig. 5) – Modello digitale tridimensionale della necropoli di Mon-
tagna di Caltagirone (S. Gardin).
Tavola VI,3 (Turco et alii fig. 10) – Ortofoto della struttura di Cugno Carbone (S. Muratore).
Tavola VI,4 (Turco et alii fig. 11) – DEM dell'area della necropoli di Cassibile, con posiziona-
mento della struttura di Cugno Carbone (S. Muratore).
TAVOLA VII
Tavola VII (Panvini fig. 1) – Il comprensorio di Dessueri dalla sommità del monte omonimo.
TAVOLA VIII
Tavola VIII,1 (Panvini fig. 12) – Dessueri, Monte Canalotti. Corredo della tomba CW130.
1: brocca globulare; 2: rasoio in bronzo a nastro; 3: coppetta; 4: brocca con versatoio a
filtro; 5: pisside gemina; 6: olletta; 7: olla.
Tavola VIII,2 (Panvini fig. 13) – Dessueri, Monte Canalotti. Corredo della tomba CW182.
1: brocca globulare; 2: olla triansata; 3: coperchio; 4-5: olle triansate; 6: aghi in bron-
zo; 7: ciotola; 8: accetta litica miniaturistica; 9-10: tokens.
Tavola VIII,3 (Panvini fig. 14) – Dessueri, Monte Canalotti. Corredo della tomba CW132.
1, 8, 9: brocche globulari; 2: olla; 3: pugnale in bronzo; 4: daga in bronzo; 5: oggetto in
ferro; 6: coperchio; 7: pisside cilindrica svasata.
Tavola VIII,4 (Panvini fig. 15) – Dessueri, Monte Canalotti. Corredo della tomba CW175.
1-3: brocche; 4: olla biansata; 5: fibula in bronzo con antenne e bottone; 6: fibula in
bronzo con arco serpeggiante a gomito.
Tavola VIII,5 (Panvini fig. 19) – Dessueri, Monte Canalotti. In alto: pugnale in rame arseni-
cale con lama a costolatura centrale rivestita d’argento e manico ricoperto d’avorio trat-
tenuto da un chiodino in elettro (dalla tomba 79 di Monte Dessueri); in basso: anello
aureo con castone ovale liscio (dalla tomba di Monte Canalotti CW102).
TAVOLA IX
Tavola IX,1 (Nicoletti, Panvini fig. 4) – Dessueri: distribuzione di abitati e necropoli dal
Neolitico dall’età del Ferro.
Tavola IX,2 (Nicoletti, Panvini fig. 2) – Monte Maio: fotopiano zenitale in alta quota dell’area
dell’abitato protostorico (sfumatura in rosso) con l’indicazione dei saggi (quadrati in
bianco) e dello scavo estensivo (poligono in rosso).
TAVOLA X
Tavola X (Nicoletti, Panvini fig. 8) – Monte Maio, abitato protostorico. saggio 5: veduta da
est e planimetria con strutture e fasi.
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TAVOLA XI
Tavola XI,1 (Nicoletti, Panvini fig. 9) – Monte Maio, abitato protostorico: planimetria del-
lo scavo estensivo con strutture e fasi.
Tavola XI,2 (Nicoletti, Panvini fig. 10) – Monte Maio, abitato protostorico: sezione strati-
grafica Ovest-Est con indicazioni delle fasi.
TAVOLA XII
Tavola XII,1 (Nicoletti, Panvini fig. 6) – Monte Maio, saggio 7. Ceramica eneolitica e del Bron-
zo antico e medio. 1: stile di San Cono-Piano Notaro; 2-3: stile di Piano Conte; 4-6: stile
del Conzo; 7-9: stile di Petralia; 10-12: stile di Serraferlicchio; 13-15: stile di Malpasso;
16-18: stile di Sant’Ippolito; 19: stile di Castelluccio tricromico; 20: frammento buc-
cheroide con decori incisi di tipo Tarxien cemetery; 21-22: stile di Thapsos.
Tavola XII,2 (Nicoletti, Panvini fig. 18) – Monte Maio, abitato protostorico. Reperti della
Fase III (Cassibile). 1-11: ceramica dipinta in rosso o nero su fondo avana con motivi
piumati o a linee ondulate parallele; 12-14: ceramica a superficie schiarita; 15-18:
ceramica decorata a pettine; 19: fibula in bronzo con arco semplice.
Tavola XII,3 (Nicoletti, Panvini fig. 20) – Monte Maio, abitato protostorico. Reperti della
Fase IV (Cassibile/Pantalica Sud). 1: piatto con decorazione dipinta con motivi piumati
e geometrici; 2-3, 8: ceramica dipinta in rosso su fondo avana con motivi piumati; 4-7,
9-10: scodelle con orlo a tesa e decorazione dipinta con il motivo a girandola; 11: cuc-
chiaio fittile con decorazione dipinta a motivi geometrici (dal saggio 5); 12: fibula in
bronzo con arco a gomito e ardiglione rettilineo; 13: forma di fusione per manufatto con
immanicatura a cannone.
Tavola XII,4 (Nicoletti, Panvini fig. 26) – Monte Maio, abitato protostorico: ceramiche del-
la Fase V con decorazione dipinta di tipo geometrico.
TAVOLA XIII
Tavola XIII, 1 – Pantalica. Cava Calcinara e Necropoli Nord (foto Archivio Bruno).
Tavola XIII, 2 – Pantalica. Necropoli Nord-Ovest (foto Archivio Bruno).
TAVOLA XIV
Tavola XIV,1 – Pantalica. Grotta del Capo (foto Archivio Bruno).
Tavola XIV,2 – Pantalica. Tomba a camera, ingresso (foto Archivio Bruno).
Tavola XIV,3 – Pantalica. Tomba a camera, ingresso (foto Archivio Bruno).
TAVOLA XV
Tavola XV,1 – Pantalica. Villaggio rupestre presso San Micidiario (foto Archivio Bruno).
Tavola XV,2 – Pantalica. Villaggio rupestre Nord-Ovest (foto Archivio Bruno).
TAVOLA 16
Tavola XVI – Pantalica. Anaktoron. Vista zenitale (foto Archivio Bruno).
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