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PARINI
VITA
Nasce in Brianza nel 1729 a Bosisio Muore nel 1799
Da una famiglia piuttosto umile -il padre commerciante di seta.
Si trasferisce a Milano dove una zia gli finanzia gli studi
Studia nelle scuole dei Barnabiti
Quando muore la zia gli lascia il suo patrimonio a patto che continui gli studi e diventi sacerdote.
Parini studia a Milano fino al 1754 quando diventa precettore dei Serbelloni (dal 1754 fino al 1762)Periodo
in cui osserva la vita della nobiltà in tutti i suoi aspetti e assorbe e rielabora alcune nuove idee
(Voltaire,Montesquieu, Rousseau..) che influenzano gli scritti di questo periodo come il Dialogo sopra la
nobiltà (1757); Le  odi ; La vita ; La salubrità dell'aria (1759).
Egli da un lato è attratto dai gusti e dal mondo aristocratico, ma si rende conto della vacuità e della
decadenza dello stesso. (l'aristocrazia in questo periodo perde i ruoli del passato)
Entra nell'Accademia dei Trasformati al cui interno assume un ruolo importante.
Ideologia alla base dell'accademia: conciliazione tra l'ideologia classica e la cultura moderna(cultura volta
all'utile)
Egli credeva che la cultura potesse avere grande utilità (trattando temi e problemi sociali e politici) ma la
letteratura doveva tendere sempre al bello poetico - utile da un lato <--> bello poetico dall'altro.
Per l'autore l'arte deve dar forza alle cose, ai contenuti.

A queste teorie si contrapponevano i membri del Caffè che sostenevano una letteratura di cose con una
concezione utilitarista, una letteratura importante solo nei contenuti - tendevano al cosmopolitismo-
ispirandosi agli illuministi francesi ( apertura ai francesismi)
Parini invece temeva l'influenza francese : aveva paura che la purezza della lingua italiana fosse in pericolo.
I membri del Caffè proponevano uno svecchiamento della lingua - nuovi contenuti, nuovi termini, nuove
scelte.
1764 Alessandro Verri pubblica un articolo che diventa manifesto della rivista del Caffè.
Egli si scaglia contro l'arcaismo linguistico della Crusca *.
Verri afferma che la letteratura doveva essere impegnata dal punto di vista civile e che la lingua doveva
essere un organismo vivo e doveva fungere da veicolo.
-Testo dal taglio giornalistico e divulgativo :
Nella cornice : Formule solenni
Linguaggio tipico della Giurisprudenza
All'interno : Linguaggio ironico e divulgativo
Il testo è diviso in varie parti ( come se si passasse da 1 comma all'altro )
-Se a questi autori (Dante, Petrarca, Boccaccio..) è stato concesso di rinnovare la lingua con neologismi ecc..
anche noi contemporanei vogliamo questo diritto.
-Fa una citazione oraziana ( per essere più convincente) :
Orazio chiede che sia dato il diritto di innovare la lingua ai suoi contemporanei (es. Virgilio).
Verri usa questo esempio per dire che :
Come Orazio chiedeva questi diritti rispetto ai latini per lui e per i suoi contemporanei,
così anche Verri e i membri del Caffè rivendicano questo diritto rispetto agli autori del passato (Dante ecc..)
In questo testo l'autore afferma che i poeti del passato non si sono posti come tiranni privando gli scrittori
del futuro di rinnovare la lingua e di introdurre neologismi.
Fa anche una polemica nei confronti dei cruscanti: sostiene che loro non danno peso alla necessità di
rinnovare ma solo alle piccolezze.
Egli esprime la volontà di adottare -con giudizio e seguendo le regole grammaticali- termini di lingue
straniere. L'adozione di nuovi termini deve arricchire e migliorare l'italiano quindi bisogna scegliere con
criterio e non per capriccio.La chiusura del testo è ricca d'ironia.Questo testo è molto importante perché
chiarisce la posizione dei membri del Caffè nei confronti della lingua e "contro" i membri della Crusca.
* VOCABOLARIO DELLA CRUSCA
La questione della lingua esplode nel 500 quando la mancanza di un'unità politica era strettamente
collegata alla mancanza di un'unità linguistica.
1525 Pietro Bembo ne "Le prose della vulgar lingua" propone 2 modelli:
1. Petrarca per la poesia - il Petrarca del monolinguismo
2. Boccaccio per la prosa- il Boccaccio delle novelle tragiche e della cornice narrativa
(Dante non viene eletto come modello per il suo plurilinguismo)
Quella proposta da Bembo però è una lingua ideale e letteraria, lontana da quella parlata all'epoca (i
modelli scelti appartengono a secoli precedenti)

1582- Nasce l'Accademia della Crusca


1526- Viene pubblicata la I edizione del Vocabolario della crusca che è il I grande vocabolario di una lingua
moderna europea.
In questa I edizione si trovano :
 La lingua delle 3 corone : Dante, Petrarca, Boccaccio (e altri del 300)
 La lingua di Ariosto dell'ultima edizione dell'Orlando Furioso (500)
Con questa I edizione abbiamo una normalizzazione della lingua ma allo stesso tempo anche una
formalizzazione e un irrigidimento della stessa. (lingua lontana dal linguaggio parlato, chiusa e prevalentemente
scritta)
Infatti anche i membri del Caffè rinunciano al vocabolario della crusca perché rifiutano l'irrigidimento
formale.

DISCORSO SOPRA LA POESIA


1761 Letto di fronte ai Trasformati
Parini qui affronta vari temi : Piacere e utilità della poesia
Il senso della poesia
Egli individua :
- I facitori di versi : autori prevalentemente abili a misurare sillabe (che si ritengono poeti)
-Poi ci sono coloro i quali ritengono di essersi dedicati ad arti più utili e considerano la poesia un ozioso
passatempo.
La poesia per Parini: "arte di imitare o dipingere in versi le cose in modo che sien mossi gli affetti di chi
legge o ascolta acciocchè ne nasca diletto"

La piacevolezza è un aspetto fondamentale dell'arte. E' importante suscitare emozioni.
La poesia- e più in generale l'arte - soddisfa un bisogno naturale della nostra anima.
Quindi la poesia è utile perché tramite la piacevolezza contribuisce a rendere l'uomo felice.
Egli sostiene che oltre ai contenuti sono utili anche la piacevolezza e il diletto .La poesia per Parini non è
necessaria ma,usata bene,può essere molto vantaggiosa ed il fatto che rende l'uomo felice vuol dire che è
utile.
RAPPORTO CON L'ARISTOCRAZIA
Parini non proveniva da una famiglia nobile ma conosce l'aristocrazia dall'interno servendo il duca
Serbelloni. L'aristocrazia stava attraversando una fase di decadenza (vivevano di rendite,disprezzavano il
lavoro,conducevano una vita frivola e oziosa) ma Parini credeva che questa fase si potesse superare.
DIALOGO SULLA NOBILTA'
E' un testo importante perché presenta alcuni temi che poi ritorneranno nel Giorno.
1557 Inizia la stesura e poi viene pubblicato postumo.
E' un dialogo tra un nobile ricco e un poeta povero che, entrambi morti, si incontrano in una fossa comune.
Il nobile disprezza il poeta e pretende che egli riconosca la sua superiorità.
INCIPIT: Giocoso e ricco di battute.
II PARTE: Il testo si fa più impegnativo - tono + serio.
Attraverso il dialogo il poeta dimostra al nobile che non è superiore è che l'unica e vera nobiltà è quella
d'animo.Alla fine il nobile si convince della tesi del poeta povero(gli chiede di dargli de tu -gesto simbolico)
IL GIORNO
1760 Inizia la stesura
1763 Pubblica il Mattino(*)
1765 Pubblica il Mezzogiorno(*)
Aveva progettato di inserire nel lavoro un altro poemetto "La sera"
Poi elabora un secondo progetto : un lavoro articolato in 4 testi
Il Mattino, Il Meriggio, Il Vespro, La Notte
Così rivede i due testi prima pubblicati (*)
Il poeta lavora per circa 40 anni a questi testi che poi lascia incompiuti infatti alla sua morte Francesco
Reina,suo amico e allievo, pubblica il suo lavoro facendo anche alcuni interventi.
IL MATTINO
Endecasillabi sciolti - nessuno schema rimico - maggiore libertà all'autore di esprimersi.
Linguaggio aulico,Lessico ricercato e sintassi complessa e ipotattica-ricca di inversioni e enjambements.
Tendenza a rappresentare con una certa solennità cose che sono futili (antifrasi)
-Il narratore è il precettore -Il narratario è il giovin signore
Il precettore deve fare in modo che l'ozioso aristocratico possa impiegare la sua giornata con cose piacevoli.
Nell'opera è presente un taglio satirico, ironico ->Il precettore finge di approvare lo stile di vita del giovin
signore (parassita e nullafacente) e addirittura indica le sue azioni insignificanti come grandi imprese.
(Antifrasi- ironia- satira)
Classi sociali messe a confronto.
LE ODI
Divisibili in tre fasi.
I FASE- Anni 70 forte componente sociale, in cui la visione del Parini, fondamentalmente classicista, si
fonde con riflessioni sul "come" si vive.
L'innesto del vaiuolo (1765),
Il bisogno (1766),
La vita rustica (1758 circa).
L'educazione (1764) dedicata a Carlo Imbonati.
II FASE- ha soprattutto un indirizzo educativo
 La laurea ; La caduta 
III FASE- è prettamente neoclassica, l'animo nobile e la dignità del ruolo del poeta sono al centro delle odi,
ricche di bellezza antica, erotismo, sentimenti, che appaiono al poeta, illuminate da una luce calda e ferma
che finalmente mostra che egli ama ma che non riesce a vivere fino in fondo. Qui, in questa fase, l'uomo
Parini, non solo poeta e sacerdote, educatore e giudice, esce fuori e si ritrova in tre odi dedicate a tre
donne amate : Il pericolo (1787) per Cecilia Tron,Il dono (1790) per Paola Castiglioni,
Per l'inclita Nice (1793), nota anche come Il messaggio per Maria di Castelbarco.
Opere teatrali:Amorosa incostanza ; Iside salvata ; Ascanio in Alba
Pensiero
-Il pensiero del Parini si collega all'Illuminismo per alcuni aspetti: il principio di eguaglianza originaria degli
uomini; gli ideali dell'umanitarismo e del solidarismo sociale; la critica verso la religiosità ipocrita; la
condanna della degenerazione della nobiltà; l'apprezzamento delle scoperte scientifiche.
-Ma Parini rifiuta altri aspetti dell'Illuminismo: il materialismo e il libertinismo; l'ateismo e gli atteggiamenti
antiecclesiastici; la considerazione della borghesia come classe sociale preminente in sostituzione
dell'aristocrazia; le teorie anticlassiciste.
Se le prime esperienze poetiche di Parini risentono del clima dell’Arcadia (e quindi di una poesia di gusto
assai formale, e lontana da un diretto contatto con la realtà), la produzione della maturità, a partire
dal Mattino, si caratterizza per la vicinanza alle idee e ai principi dell’Illuminismo lombardo, con i cui
esponenti il poeta entra in contatto già all’Accademia dei Trasformati e da cui recupera l’idea della funzione
pedagogica della letteratura e dell’arte. Il progetto di Parini è quello di una poesia civile, che “si impegni”
attivamente nel sottolineare o nel denunciare difetti e corruzioni della società, con un occhio di riguardo
per i comportamenti della classe dirigente(aristocratica o alto borghese), che ha le maggiori responsabilità
in merito alla vita  di tutta la cittadinanza.

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