Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
3. FORMA FARMACEUTICA
4. INFORMAZIONI CLINICHE
La claritromicina è indicata negli adulti e nei bambini dai 12 anni in su (per le formulazioni solo per adulti,
come le compresse).
La claritromicina è indicata per il trattamento delle seguenti infezioni batteriche, acute e croniche, causate
da micro-organismi sensibili alla claritromicina:
- infezioni del tratto respiratorio superiore come tonsilliti/faringiti, come alternativa quando gli
antibiotici β-lattamici non sono appropriati.
- otiti medie acute nei bambini.
- infezioni del tratto respiratorio inferiore come polmoniti acquisite in comunità.
- sinusiti ed esacerbazione acuta delle bronchiti croniche negli adulti e negli adolescenti di età superiore
ai 12 anni.
- infezioni di gravità da lieve a moderata della pelle e dei tessuti molli.
- in appropriata associazione con i regimi terapeutici antibatterici e con un appropriato medicinale per la
guarigione dell’ulcera, per l’eradicazione dell’Helicobacter pylori nei pazienti adulti con ulcere
associate ad Helicobacter pylori (vedere il paragrafo 4.2).
È necessario tenere in considerazione le linee guida ufficiali sull’uso appropriato degli agenti antibatterici,
incluse le linee guida nazionali e locali.
Peso Dose
30 – 40 kg 250 mg due volte al giorno
L’uso della claritromicina in forma di compressa non è raccomandato nei bambini al di sotto dei 12 anni
d’età con peso corporeo inferiore a 30 kg. L’utilizzo della sospensione pediatrica di claritromicina è più
adatto in questi pazienti.
Sono stati condotti studi clinici con la sospensione pediatrica di claritromicina nei bambini da 6 mesi a 12
anni d’età. Quindi, nei bambini di età inferiore a 12 anni, deve essere utilizzata la sospensione pediatrica di
claritromicina (granulato per sospensione orale).
Non è documentato l’effetto nei bambini al di sotto dei 3 anni d’età per l’indicazione polmoniti acquisite in
comunità.
Nei pazienti con compromissione della funzionalità renale e clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min,
la dose di claritromicina deve essere dimezzata (per es. 250 mg una volta al giorno o 250 mg due volte al
giorno nelle infezioni più severe). In questi pazienti il trattamento non deve essere prolungato oltre 14 giorni.
- La durata abituale del trattamento nei bambini di età inferiore a 12 anni va dai 5 ai 10 giorni (per la
formulazione in sospensione pediatrica).
- La durata abituale del trattamento negli adulti e nei bambini di età superiore a 12 anni va dai 6 ai 14
giorni (per le formulazioni solo per adulti).
- Il trattamento deve continuare per almeno 2 giorni dalla scomparsa dei sintomi.
Modo di somministrazione
Le compresse devono essere ingerite con almeno mezzo bicchiere d’acqua.
La claritromicina può essere somministrata indipendentemente dall’assunzione di cibo. Il cibo non ha effetto
sull’entità della biodisponibilità. Il cibo ritarda solo leggermente l’inizio dell’assorbimento della
claritromicina.
4.3 Controindicazioni
- La claritromicina è controindicata nei pazienti con nota ipersensibilità alla claritromicina, agli altri
antibiotici macrolidi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
- La somministrazione concomitante di claritromicina e ergotamina o diidroergotamina è controindicata
perché può provocare tossicità da ergot (vedere il paragrafo 4.5).
- La somministrazione concomitante della claritromicina con uno qualsiasi dei seguenti medicinali è
controindicata: astemizolo, cisapride, pimozide, terfenadina, poiché ciò può comportare prolungamento
dell’intervallo QT e aritmie cardiache che includono tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare
e torsioni di punta (vedere paragrafo 4.5).
- La somministrazione concomitante con ticagrelor o ranolazina è controindicata.
- La claritromicina non deve essere somministrata a pazienti con storia di prolungamento dell’intervallo
QT (prolungamento dell’intervallo QT congenito o acquisito) o di aritmia cardiaca ventricolare, inclusa
torsione di punta (vedere paragrafo 4.4 e 4.5).
- La claritromicina non deve essere somministrata in concomitanza a inibitori della HMG-CoA riduttasi
(statine) che sono largamente metabolizzati dal CYP3A4 (lovastatina o simvastatina), a causa
dell’aumento del rischio di miopatia, inclusa la rabdomiolisi(vedere paragrafo 4.5).
- Come altri potenti inibitori del CYP3A4, la claritromicina non deve essere usata in pazienti che stanno
assumendo colchicina.
- La claritromicina non deve essere usata nei pazienti che soffrono di grave insufficienza epatica in
associazione con compromissione renale.
- La claritromicina non deve essere somministrata a pazienti con ipopotassiemia (rischio di
prolungamento dell’intervallo QT).
Il medico non deve prescrivere claritromicina a donne in stato di gravidanza senza una valutazione
approfondita del rapporto rischio/beneficio, in particolare durante i primi tre mesi di gravidanza (vedere
paragrafo 4.6).
La claritromicina viene escreta principalmente attraverso il fegato. La claritromicina deve quindi essere
somministrata con cautela nei pazienti con compromissione della funzionalità epatica. Si raccomanda
cautela anche nella somministrazione di claritromicina a pazienti con compromissione della funzione renale
di grado da moderato a severo.
Sono stati riportati casi di insufficienza epatica fatale (vedere paragrafo 4.8). Alcuni di questi pazienti
possono avere sofferto di patologie epatiche pre-esistenti oppure possono avere assunto altri medicinali
epatotossici. Ai pazienti deve essere consigliato di interrompere la terapia e contattare il proprio medico nel
caso in cui dovessero manifestare segni e sintomi di sofferenza epatica come anoressia, ittero, urine scure,
prurito o dolore addominale.
Si raccomanda cautela nei pazienti con severa insufficienza renale (vedere paragrafo 4.2).
Eventi Cardiovascolari
Con il trattamento con macrolidi, tra cui la claritromicina, sono stati osservati ripolarizzazione cardiaca e
intervallo QT prolungati, rivelando un rischio di sviluppo di aritmia cardiaca e torsioni di punta (vedere
paragrafo 4.8). Pertanto, poiché le seguenti condizioni possono portare a un rischio di aritmie ventricolari
(comprese le torsioni di punta), la claritromicina deve essere utilizzata con cautela nei seguenti pazienti:
• Pazienti con malattia coronarica, insufficienza cardiaca grave, disturbi di conduzione o bradicardia
clinicamente significativa.
• Pazienti con alterazioni elettrolitiche come l’ipomagnesiemia. La claritromicina non deve essere
somministrata a pazienti con ipokaliemia (vedere sezione 4.3)
• Pazienti che prendono in concomitanza altri medicinali associati al prolungamento dell’intervallo QT
(vedere sezione 4.5)
• La co-somministrazione di claritromicina e astemizolo, cisapride, pimozide o terfenadina è
controindicata (vedere sezione 4.3)
• La claritromicina non deve essere utilizzata in pazienti con prolungamento dell’intervallo QT
congenito o acquisito, documentato o con anamnesi di aritmia ventricolare (vedere paragrafo 4.3).
Studi epidemiologici che valutavano il rischio di esiti cardiovascolari avversi con i macrolidi hanno mostrato
risultati variabili. Alcuni studi osservazionali hanno identificato un raro rischio a breve termine di aritmia,
infarto miocardico e mortalità cardiovascolare associato ai macrolidi, tra cui la claritromicina. Durante la
prescrizione della claritromicina si devono bilanciare questi risultati con i benefici del trattamento.
Polmonite: in previsione della diffusione della resistenza dello Streptococcus pneumoniae ai macrolidi, è
importante che vengano effettuati test di sensibilità quando si prescrive la claritromicina per polmoniti
acquisite in comunità. Nelle polmoniti nosocomiali, la claritromicina deve essere usata in combinazione con
adeguati antibiotici addizionali.
Infezioni della cute e dei tessuti molli di grado da lieve a moderato: queste infezioni sono causate nella
maggior parte dei casi da Staphylococcus aureus e Streptococcus pyogenes, entrambi potenzialmente
resistenti ai macrolidi. Pertanto è importante che vengano effettuati test di sensibilità. Nei casi in cui non
In caso di gravi reazioni di ipersensibilità acuta, quali anafilassi, reazioni avverse cutanee severe (SCAR) (ad
esempio, pustolosi esantematica acuta generalizzata (AGEP), sindrome di Stevens-Johnson (SJS), necrolisi
epidermica tossica (TEN) ed eruzione cutanea con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS), la terapia con
claritromicina deve essere immediatamente sospesa e deve essere iniziato con urgenza un trattamento
adeguato.
La claritromicina deve essere usata con cautela quando è somministrata in concomitanza a medicinali noti
per essere induttori dell’enzima citocromo CYP3A4 (vedere paragrafo 4.5).
Inibitori della HMG-CoA riduttasi (statine): l’uso concomitante di claritromicina e lovastatina o simvastatina
è controindicato (vedere paragrafo 4.3). È richiesta cautela quando si prescrive claritromicina con altre
statine. È stata segnalata rabdomiolisi in pazienti che hanno assunto claritromicina e statine. I pazienti
devono essere monitorati per i segni e sintomi di miopatia. Nelle situazioni in cui l’uso concomitante di
claritromicina e statine non può essere evitato, si raccomanda di prescrivere la più bassa dose disponibile di
statina. Deve essere preso in considerazione l’utilizzo di una statina (es. fluvastatina) il cui metabolismo non
sia dipendente dal CYP3A (vedere paragrafo 4.5).
Anticoagulanti orali: durante la co-somministrazione di claritromicina e warfarin, c’è il rischio di una grave
emorragia, di un significativo aumento del Rapporto Normalizzato Internazionale (INR) e di un significativo
aumento del tempo di protrombina (vedere paragrafo 4.5). INR e tempo di protrombina devono essere
monitorati frequentemente quando i pazienti ricevono in concomitanza claritromicina e anticoagulanti orali.
L’utilizzo di qualsiasi terapia antimicrobica, compresa quella con claritromicina, al fine di trattare l’infezione
da H. pylori può selezionare organismi farmaco-resistenti.
Come per altri antibiotici, l’uso prolungato può provocare la proliferazione della colonizzazione di batteri e
funghi resistenti. Nel caso si verifichi una superinfezione, deve essere selezionata una terapia adeguata.
Deve essere prestata attenzione anche all’eventualità di resistenza crociata tra claritromicina e altri macrolidi,
come lincomicina e clindamicina.
L’uso dei seguenti medicinali è strettamente controindicato a causa della possibilità di sviluppare gravi
effetti causati dall’interazione tra farmaci:
Ergotamina/Diidroergotamina
L’esperienza post-marketing ha evidenziato che la co-somministrazione di claritromicina e ergotamina o
diidroergotamina è associata a tossicità acuta da ergot, caratterizzata da vasospasmo, ischemia delle estremità
e di altri tessuti incluso il sistema nervoso centrale. La somministrazione concomitante di questi medicinali e
claritromicina è controindicata (vedere paragrafo 4.3).
È richiesta cautela quando si prescrive la claritromicina con le statine. Nelle situazioni in cui l’uso
concomitante di claritromicina e statine non può essere evitato, si raccomanda di prescrivere la più bassa
dose disponibile di statina. Deve essere preso in considerazione l’utilizzo di una statina (es. fluvastatina) il
cui metabolismo non sia dipendente dal CYP3A. I pazienti devono essere monitorati per i segni e sintomi di
miopatia.
Medicinali induttori del CYP3A (per es. rifampicina, fenitoina, carbamazepina, fenobarbital, prodotti
contenenti Iperico) possono indurre il metabolismo della claritromicina. Ciò può portare a livelli sotto-
terapeutici di claritromicina, diminuendone l’efficacia.
Inoltre potrebbe essere necessario monitorare i livelli plasmatici degli induttori del CYP3A, i quali
potrebbero aumentare a causa dell’inibizione del CYP3A da parte della claritromicina (vedere anche le
pertinenti informazioni di prodotto relative agli inibitori del CYP3A4 somministrati).
I seguenti medicinali sono noti o sono sospettati di incidere sulla concentrazione della claritromicina
circolante; può essere necessario un aggiustamento della dose di claritromicina o una terapia alternativa.
Etravirina
Fluconazolo
La somministrazione concomitante di fluconazolo 200 mg una volta al giorno e di claritromicina 500 mg due
volte al giorno in 21 volontari sani ha portato ad un incremento della concentrazione minima media di
claritromicina allo stato stazionario (C min) e dell’area sotto la curva (AUC) rispettivamente del 33% e del
18%. Le concentrazioni allo stato stazionario del metabolita attivo 14-OH-claritromicina non sono state
significativamente influenzate dalla somministrazione concomitante di fluconazolo. Non è necessario alcun
aggiustamento della dose di claritromicina.
Ritonavir
Uno studio farmacocinetico ha dimostrato che la somministrazione concomitante di ritonavir 200 mg ogni 8
ore e claritromicina 500 mg ogni 12 ore provoca una marcata riduzione del metabolismo della claritromicina.
Con la somministrazione concomitante di ritonavir, la C max della claritromicina è aumentata del 31%, la C min
del 182% e l’AUC del 77%. È stata notata un’ inibizione sostanzialmente completa della formazione di 14-
OH-claritromicina. In ragione della larga finestra terapeutica di claritromicina, non è necessaria alcuna
riduzione della dose in pazienti con funzione renale nella norma. Comunque, in pazienti con compromissione
renale devono essere considerati i seguenti aggiustamenti della dose: nei pazienti con CL CR compresa tra 30 e
60 ml/min la dose di claritromicina deve essere ridotta del 50%. Nei pazienti con CL CR < 30 ml/min la dose
di claritromicina deve essere ridotta del 75%. Dosi di claritromicina maggiori di 1 g/die non devono essere
somministrate in concomitanza a ritonavir.
Simili aggiustamenti della dose devono essere presi in considerazione in pazienti con funzionalità renale
ridotta quando ritonavir è usato come enhancer farmacocinetico con altri inibitori delle proteasi di HIV,
inclusi atazanavir e saquinavir (vedere sotto, “Interazioni farmacologiche bidirezionali”)
I seguenti medicinali o classi di medicinali sono noti o sospettati di essere metabolizzati dallo stesso
isoenzima CYP3A: alprazolam, astemizolo, carbamazepina, cilostazolo, cisapride, ciclosporina,
Antiaritmici
Nell’esperienza post-marketing sono stati riportati casi di torsione di punta associati all’uso concomitante di
claritromicina e chinidina o disopiramide. Durante la co-somministrazione di claritromicina con questi
medicinali è necessario un monitoraggio elettrocardiografico per il prolungamento dell’intervallo QT.
Durante la terapia con claritromicina devono essere monitorati i livelli sierici di chinidina e disopiramide.
Sono state registrate segnalazioni post-marketing di ipoglicemia a seguito della somministrazione
contemporanea di claritromicina e disopiramide. Pertanto i livelli di glucosio nel sangue devono essere tenuti
sotto controllo durante la somministrazione concomitante di claritromicina e disopiramide.
Ipoglicemizzanti orali/Insulina
Con alcuni medicinali ipoglicemizzanti come nateglinide e repaglinide, può essere di rilievo l’inibizione
dell’enzima CYP3A da parte della claritromicina e tale interazione può causare ipoglicemia quando questi
medicinali sono usati in concomitanza. Si raccomanda un accurato monitoraggio della glicemia.
Omeprazolo
La claritromicina (500 mg ogni 8 ore) è stata somministrata in combinazione con omeprazolo (40 mg una
volta al giorno) in individui adulti sani. Le concentrazioni plasmatiche allo stato stazionario di omeprazolo
sono state innalzate (Cmax, AUC0-24 e t1/2 sono aumentate rispettivamente del 30%, 89% e 34%) dalla
somministrazione concomitante di claritromicina. Il valore medio del pH gastrico nelle 24 ore è stato 5.2
quando omeprazolo è stato somministrato singolarmente e 5.7 quando omeprazolo è stato somministrato
concomitantemente a claritromicina.
Teofillina e carbamazepina
Risultati di studi clinici indicano un modesto ma statisticamente significativo (p ≤ 0.05) aumento dei livelli
di teofillina o carbamazepina circolanti quando l’uno o l’altro di questi medicinali sono somministrati
concomitantemente a claritromicina. Potrebbe essere necessario considerare una riduzione della dose.
Tolterodina
La tolterodina è metabolizzata principalmente attraverso l’isoforma 2D6 del citocromo P-450 (CYP2D6).
Tuttavia, in un sottoinsieme della popolazione privo di CYP2D6, la via di metabolizzazione identificata è
attraverso il CYP3A. In questo sottoinsieme di popolazione, l’inibizione del CYP3A provoca un sensibile
aumento delle concentrazioni sieriche di tolterodina. In presenza di inibitori del CYP3A, come
claritromicina, potrebbe essere necessaria una riduzione della dose di tolterodina nella popolazione priva di
CYP2D6.
Esistono segnalazioni post-marketing di interazioni farmacologiche e effetti sul sistema nervoso centrale
(SNC) (es. sonnolenza e confusione) con l’uso concomitante di claritromicina e triazolam. Si consiglia il
monitoraggio del paziente relativamente all’incremento degli effetti farmacologici sul SNC.
Warfarin
Gli effetti degli anticoagulanti possono essere potenziati se la claritromicina viene usata in pazienti che
ricevono il warfarin. Quindi, in questi pazienti, il tempo di protrombina deve essere frequentemente
monitorato.
Aminoglicosidi
Si consiglia cautela nella somministrazione concomitante di claritromicina e altri medicinali ototossici,
specialmente con gli aminoglicosidi (vedere paragrafo 4.4).
Colchicina
La colchicina è un substrato sia del CYP3A sia dell’efflux transporter P-glicoproteina (Pgp).
È noto che la claritromicina e altri macrolidi inibiscano CYP3A e Pgp. Quando claritromicina e colchicina
sono somministrate concomitantemente, l’inibizione di Pgp e/o CYP3A da parte della claritromicina può
portare ad un incremento dell’esposizione alla colchicina. (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Digossina
Si ritiene che la digossina sia un substrato dell’efflux transporter P-glicoproteina (Pgp).
È noto che la claritromicina sia in grado di inibire Pgp. Quando claritromicina e digossina sono
somministrate in concomitanza, l’inibizione di Pgp da parte della claritromicina può portare ad un
incremento dell’esposizione alla digossina. Concentrazioni sieriche elevate di digossina in pazienti in cui
sono state somministrate claritromicina e digossina concomitantemente sono state riportate anche nel corso
della vigilanza post-marketing. Alcuni pazienti hanno mostrato segni clinici analoghi a quelli dovuti alla
tossicità da digossina, incluse aritmie potenzialmente fatali. Le concentrazioni sieriche di digossina devono
essere monitorate attentamente mentre i pazienti sono sottoposti a terapia concomitante con digossina e
claritromicina.
Zidovudina
La somministrazione orale concomitante di compresse di claritromicina e di zidovudina in pazienti adulti con
infezione da HIV può determinare una riduzione delle concentrazioni di zidovudina allo stato stazionario.
Poiché la claritromicina sembra interferire con l’assorbimento della zidovudina somministrata
contemporaneamente per via orale, generalmente si può evitare questa interazione sfalsando le dosi di
claritromicina e zidovudina al fine di interporre un intervallo di 4 ore tra ogni somministrazione. Questa
interazione non sembra comparire nei pazienti pediatrici con infezione da HIV che assumono la sospensione
di claritromicina in concomitanza a zidovudina o didanosina. Questa interazione è improbabile quando la
claritromicina è somministrata per infusione endovenosa.
Atazanavir
Claritromicina e atazanavir sono entrambi substrati e inibitori del CYP3A, ed è stata evidenziata
un’interazione farmacologica bidirezionale. La somministrazione concomitante di claritromicina (500 mg
due volte al giorno) e atazanavir (400 mg una volta al giorno) ha determinato un incremento di due volte
dell’esposizione a claritromicina e una diminuzione del 70% dell’esposizione alla 14-OH-claritromicina, con
un aumento del 28% dell’AUC di atazanavir. In virtù della larga finestra terapeutica della claritromicina, non
dovrebbe essere necessaria alcuna riduzione della dose in pazienti con funzionalità renale normale. Nei
pazienti con una compromissione della funzione renale di grado moderato (clearance della creatinina da 30 a
60 ml/min), la dose di claritromicina deve essere ridotta del 50%. Nei pazienti con clearance della creatinina
< 30 ml/min, la dose di claritromicina deve essere ridotta del 75% utilizzando una formulazione di
claritromicina appropriata. Dosi di claritromicina maggiori di 1000 mg al giorno non devono essere
somministrate in concomitanza a inibitori delle proteasi.
Itraconazolo
Claritromicina e itraconazolo sono entrambi substrati e inibitori del CYP3A, determinando un’interazione
farmacologica bidirezionale. La claritromicina potrebbe portare ad un incremento dei livelli plasmatici di
itraconazolo mentre l’itraconazolo potrebbe aumentare i livelli plasmatici di claritromicina. I pazienti che
assumono itraconazolo e claritromicina in concomitanza devono essere strettamente monitorati per rilevare
la presenza di segni e sintomi del potenziamento o del prolungamento degli effetti farmacologici di questi
farmaci.
Saquinavir
Claritromicina e saquinavir sono entrambi substrati e inibitori del CYP3A, ed è stata evidenziata
un’interazione farmacologica bidirezionale. La somministrazione concomitante di claritromicina (500 mg
due volte al giorno) e saquinavir (capsule molli di gelatina, 1200 mg tre volte al giorno) in 12 volontari sani
ha determinato valori di AUC e C max di saquinavir allo stato stazionario superiori rispettivamente del 177% e
del 187% rispetto a quelli rilevati in caso di somministrazione di saquinavir in monoterapia. I valori di AUC
e di Cmax della claritromicina sono risultati superiori approssimativamente del 40% rispetto a quelli rilevati
con claritromicina in monoterapia. Quando i due medicinali sono co-somministrati, nelle formulazioni e
nelle dosi oggetto di studio, per un periodo di tempo limitato, non è richiesto alcun aggiustamento della dose.
Le osservazioni emerse dagli studi di interazione farmacologica eseguiti utilizzando la formulazione in
capsule molli di gelatina potrebbero non essere rappresentative degli effetti rilevati utilizzando la
formulazione di saquinavir in capsule rigide di gelatina. Le osservazioni emerse dagli studi di interazione
farmacologica eseguiti con saquinavir in monoterapia potrebbero non essere rappresentative degli effetti
rilevati con la terapia combinata saquinavir/ritonavir. Quando saquinavir è somministrato in concomitanza a
ritonavir, si deve procedere ad una valutazione dei potenziali effetti di ritonavir sulla claritromicina.
Allattamento
La sicurezza dell’uso di claritromicina durante l’allattamento non è stata stabilita. La claritromicina è escreta
attraverso il latte materno.
Non ci sono dati sugli effetti della claritromicina sulla capacità di guidare o sull’uso di macchinari. La
possibilità che, con l’uso del medicinale, si verifichino capogiri, vertigini, confusione e perdita di
orientamento deve essere presa in considerazione prima che i pazienti si mettano alla guida o usino
macchinari.
8 Effetti indesiderati
Le reazioni avverse più frequenti e comuni associate alla terapia con claritromicina sia nella popolazione
adulta sia nella popolazione pediatrica sono dolore addominale, diarrea, nausea, vomito e alterazione del
gusto. Queste reazioni avverse sono solitamente di intensità lieve e sono coerenti con il profilo di sicurezza
noto per gli antibiotici macrolidi (vedere sezione b del paragrafo 4.8).
Durante gli studi clinici non è emersa alcuna differenza significativa nell’incidenza di queste reazioni
avverse gastrointestinali tra le popolazioni di pazienti con e senza infezioni micobatteriche preesistenti
La tabella seguente mostra le reazioni avverse riportate dagli studi clinici e dall’esperienza post-marketing
relativamente a compresse a rilascio immediato, granulato per sospensione orale, polvere per soluzione
iniettabile, compresse a rilascio prolungato e compresse a rilascio modificato.
Le reazioni considerate, almeno possibilmente, associate alla claritromicina sono riportate per classificazione
sistemica organica e frequenza utilizzando la seguente convenzione: molto comune (≥ 1/10), comune (≥
1/100, < 1/10), non comune (≥ 1/1.000, < 1/100), molto raro (< 1/10.000) e non nota (reazione avversa
registrata dopo commercializzazione; la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
All’interno di ogni classe di frequenza le reazioni avverse sono elencate in ordine di gravità decrescente,
quando la gravità può essere stimata.
Flebite nel sito di iniezione, dolore nel sito di iniezione, dolore vascolare nel sito di iniezione e
infiammazione nel sito di iniezione sono reazioni specifiche della formulazione di claritromicina per
somministrazione endovenosa.
In alcuni dei casi segnalati di rabdomiolisi, la claritromicina è stata somministrata in concomitanza a statine,
fibrati, colchicina o allopurinolo (vedere paragrafo 4.3 e 4.4).
Esistono segnalazioni post-marketing di interazioni farmacologiche e effetti sul sistema nervoso centrale
(SNC) (es. sonnolenza e confusione) con l’uso concomitante di claritromicina e triazolam. Si consiglia il
monitoraggio del paziente per il possibile potenziamento degli effetti farmacologici sul SNC (vedere
paragrafo 4.5).
Sono stati segnalati rari casi di ritrovamento di compresse a rilascio prolungato di claritromicina nelle feci,
molti dei quali sono stati registrati in pazienti con anomalie anatomiche (inclusa ileostomia o colostomia) o
funzionali del tratto gastrointestinale tali da determinare un tempo di transito gastrointestinale ridotto. In
molti casi il ritrovamento di residui di compresse è avvenuto contestualmente al manifestarsi di diarrea. Nei
pazienti in cui è avvenuto il ritrovamento di residui di compresse nelle feci e le cui condizioni non sono
migliorate, si raccomanda di sostituire il medicinale con una formulazione di claritromicina differente (es. la
sospensione) o con un altro antibiotico.
d. Popolazione pediatrica
Sono stati condotti studi clinici con la sospensione pediatrica di claritromicina nei bambini da 6 mesi a 12
anni d’età. Quindi, nei bambini di età inferiore a 12 anni, deve essere utilizzata la sospensione pediatrica di
claritromicina. Non ci sono dati sufficienti al fine di raccomandare un regime di dosaggio per l’uso della
formulazione di claritromicina IV nei pazienti di età inferiore a 18 anni.
La frequenza, il tipo e la gravità delle reazioni avverse nei bambini sono attese essere le stesse riscontrate
negli adulti.
Pazienti immunocompromessi
In pazienti affetti da AIDS e in altri pazienti immunocompromessi in terapia con alte dosi di claritromicina
per lungo tempo a causa di infezioni micobatteriche, è spesso difficile distinguere gli eventi avversi
possibilmente associati alla somministrazione di claritromicina dai segni della malattia dovuti all’infezione
con il virus dell’ HIV o a patologie intercorrenti.
Nei pazienti adulti, le reazioni avverse più frequentemente segnalate in pazienti in terapia con dosi
complessive giornaliere di 1000 mg e 2000 mg di claritromicina sono: nausea, vomito, alterazione del gusto,
dolore addominale, diarrea, eruzione cutanea, flatulenza, cefalea, costipazione, disturbi dell’udito, aumento
della transaminasi glutammico-ossalacetica sierica (SGOT) e della transaminasi glutammico-piruvica sierica
4.9 Sovradosaggio
Sintomi di intossicazione
È stato riportato che l’ingestione di grandi quantità di claritromicina può indurre sintomi gastrointestinali. Un
paziente con anamnesi di disturbo bipolare ha ingerito 8 g di claritromicina e ha presentato alterazione dello
stato mentale, comportamento paranoico, ipopotassiemia e ipossemia.
Trattamento dell’intossicazione
Le reazioni avverse causate da sovradosaggio devono essere trattate con una pronta eliminazione del
medicinale non assorbito e con una terapia di supporto. Come per altri macrolidi, non ci si deve aspettare che
i livelli sierici di claritromicina siano significativamente influenzati dall’emodialisi e dalla dialisi peritoneale.
Reazioni allergiche acute gravi come lo shock anafilattico sono state osservate raramente. Il trattamento con
la claritromicina deve essere interrotto ai primi segni di ipersensibilità, e le necessarie precauzioni adottate.
5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE
Meccanismo d’azione
La claritromicina è un derivato semi-sintetico dell’eritromicina A. Esercita la sua azione antibatterica
legando la subunità ribosomiale 50s dei batteri sensibili e inibisce la sintesi proteica batterica RNA-
dipendente. È altamente potente contro un’ampia varietà di organismi gram-positivi e gram-negativi, aerobi e
anaerobi. Le concentrazioni minime inibitorie (CMI) della claritromicina sono generalmente 2 volte più
basse rispetto alle CMI dell’eritromicina.
Il metabolita della claritromicina 14-idrossi ha anche attività antimicrobica. Le CMI di questo metabolita
sono uguali o 2 volte più alte delle CMI del composto originario, tranne per H. influenzae dove il metabolita
14-idrossi è 2 volte più attivo del composto originario.
Meccanismo di resistenza
La resistenza ai macrolidi è mediata attraverso l’alterazione del sito di legame del macrolide, la modifica
dell’antibiotico e/o dell’efflusso attivo del farmaco. Lo sviluppo della resistenza può essere legata al
cromosoma o mediata da plasmide e può essere indotta o costitutiva. Nei microrganismi resistenti ai
In più, i macrolidi agiscono come batteriostatici tramite l’inibizione dell’attività della peptidiltrasferasi
ribosomiale.
La maggior parte dei ceppi di stafilococchi resistenti alla meticillina e lo Streptococcus pneumoniae
resistente alla penicillina sono resistenti anche ai macrolidi come la claritromicina.
Una superinfezione con altri microorganismi resistenti può verificarsi dopo il trattamento di patogeni
sensibili alla claritromicina.
Intervalli (Breakpoints)
Nel 2004 il Clinical Laboratory Standards Institute (CLSI, prima NCCLS) ha determinato i seguenti
intervalli di sensibilità per la claritromicina:
- Staphylococcus spp.: ≤ 2 μg/ml sensibile, ≥ 8 μg/ml resistente
- Haemophilus spp: ≤ 8 μg/ml sensibile, ≥ 32 µg/ml resistente
- S. pneumoniae: ≤ 0.25 μg/ml sensibile, ≥1 μg/ml resistente
- Streptococcus spp., all’infuori di S. pneumoniae: ≤ 0.25 μg/ml sensibile, ≥1 μg/ml
resistente
- Helicobacter pylori: ≤ 0.25 μg/ml sensibile, ≥ 1 μg/ml resistente
La prevalenza di resistenza acquisita per le specie selezionate può variare geograficamente e con il tempo ed
è auspicabile avere informazioni locali sul tipo di resistenza, in particolare per il trattamento delle infezioni
gravi. Se necessario, si deve ricorrere al consiglio di un esperto quando la prevalenza locale della resistenza è
aumentata in misura tale che l’efficacia dell’agente è incerta perlomeno in alcuni tipi di infezione.
Altre informazioni
La sensibilità e la resistenza dello Streptococco pneumoniae e dello Streptococco ssp. alla claritromicina
possono essere previste testando l’eritromicina.
La maggior parte dell’esperienza clinica derivante da studi clinici randomizzati controllati indica che 500 mg
di claritromicina due volte al giorno per 7 giorni in associazione con altri antibiotici, per esempio
amoxicillina o metronidazolo e per esempio omeprazolo (somministrato a dosi approvate) determinano una
percentuale di eradicazione dell’H. pylori >80% in pazienti con ulcere gastro-duodenali. Come previsto,
sono state osservate percentuali di eradicazione significativamente più basse in pazienti con livelli basali
isolati di H.pylori metronidazolo-resistente.
Quindi, nella scelta di un appropriato regime di associazione per la terapia dell’eradicazione dell’H. pylori,
devono essere tenute in considerazione le informazioni locali sulla prevalenza della resistenza e le linee
guida locali per la terapia. Inoltre, nei pazienti con infezione persistente, deve essere tenuto in
considerazione, per un nuovo regime di ri-trattamento, il potenziale sviluppo di resistenza secondaria (nei
pazienti con ceppi primari suscettibili).
2 Proprietà farmacocinetiche
Assorbimento
Dopo la somministrazione orale la claritromicina è rapidamente e ben assorbita dal tratto gastrointestinale –
principalmente nel duodeno – ed è soggetta ad un forte metabolismo di primo passaggio. La biodisponibilità
assoluta è approssimativamente del 50%. Il cibo può ritardare leggermente l’inizio dell’assorbimento della
claritromicina, ma non influisce sulla biodisponibilità assoluta. Inoltre, le compresse di claritromicina
possono essere somministrate indipendentemente dai pasti.
La struttura chimica della molecola della claritromicina (6-0-metileritromicina) è responsabile della sua
resistenza all’azione dell’acido cloridrico gastrico.
Nei pazienti adulti, le massime concentrazioni plasmatiche della claritromicina dopo somministrazione orale
erano da 1 a 2 μg/ml (250 mg due volte al giorno) e 2,8 μg/ml (500 mg due volte al giorno), rispettivamente.
La massima concentrazione plasmatica del metabolita attivo 4-idrossiclaritromicina era di 0,6 μg/ml (250 mg
due volte al giorno) e da 0,83 a 0,88 μg/ml (500 mg due volte al giorno), rispettivamente. La farmacocinetica
della claritromicina non è lineare, tuttavia, la concentrazione plasmatica della claritromicina allo stato
stazionario viene raggiunta dopo 2 o 3 giorni di somministrazione.
Distribuzione
La claritromicina penetra rapidamente nei vari tessuti del corpo e nei fluidi corporei. Negli adulti il volume
di distribuzione varia da 200 a 400 litri. La claritromicina fornisce concentrazioni tissutali che sono diverse
volte superiori ai livelli di farmaco circolanti. Sono stati trovati aumentati livelli sia nelle tonsille che nei
polmoni. La claritromicina penetra anche attraverso il muco gastrico.
Biotrasformazione ed Eliminazione
La farmacocinetica della claritromicina non è lineare a causa del fatto che nel fegato raggiunge la saturazione
ad alte dosi. Dopo somministrazione orale l’emivita di eliminazione aumenta da 2-4 ore per la dose di 250
mg due volte al giorno a 5 ore per la dose di 500 mg due volte al giorno. Dopo la somministrazione orale di
250 mg due volte al giorno l’emivita del metabolita attivo 4-idrossiclaritromicina era di 5-6 ore.
Dopo la somministrazione orale della claritromicina marcata radioattivamente, il 70-80% della radioattività è
stata trovata nelle feci. Circa il 20-30% della dose della claritromicina è escreta nelle urine in forma
immodificata. Questa distribuzione aumenta all’aumentare della dose. Nei pazienti con compromissione
renale, le concentrazioni plasmatiche della claritromicina possono aumentare in assenza di aggiustamento
della dose.
La clearance plasmatica totale della claritromicina è approssimativamente di 700 ml/min (11,7 ml/s), e la
corrispondente clearance renale è approssimativamente di 170 ml/min (2,8 ml/s).
Insufficienza renale
In pazienti con insufficienza renale, è stato osservato un aumento dei livelli plasmatici della claritromicina e
del suo metabolita attivo.
In studi di dose ripetuta (4 settimane), la tossicità della claritromicina era correlata alla dose e alla durata del
trattamento. L’organo bersaglio primario era il fegato in tutte le specie, con lesioni epatiche osservate dopo
14 giorni, nei cani e nelle scimmie. I livelli plasmatici sistemici associati a questa tossicità non sono noti ma
la dose tossica (300 mg/kg/giorno) era più alta della dose raccomandata per il trattamento nell’uomo.
Altri tessuti interessati erano stomaco, timo e altri tessuti linfoidi così come i reni. A dosi vicine a quelle
terapeutiche si sono verificate, solo nel cane, infezione congiuntivale e lacrimazione. Alla dose di 400
mg/kg/die alcuni cani e scimmie hanno sviluppato opacità corneale e/o edema.
Non sono state rilevate evidenze di potenziale mutageno della claritromicina durante gli studi in vitro e in
vivo.
Studi sulla riproduzione hanno mostrato che la somministrazione della claritromicina nei conigli (a dosi due
volte più alte di quella clinica raccomandata per l’uomo) e nelle scimmie (a dosi dieci volte più alte di quella
clinica raccomandata per l’uomo) porta ad un’aumentata incidenza di aborti. I livelli di queste dosi erano
chiaramente correlati alla tossicità materna. Studi di teratogenesi nei ratti non hanno dimostrato né
embriotossicità né teratogenesi da claritromicina. Tuttavia, anomalie cardiovascolari sono state osservate nei
ratti trattati con dosi di 150 mg/kg/giorno. Studi sui topi hanno rilevato un’incidenza variabile (3-30%) di
palatoschisi a dosi che erano 70 volte più alte della dose clinica raccomandata per l’uomo.
In topi e ratti di 3 giorni d’età, i valori di DL 50 erano approssimativamente la metà di quelli di animali adulti.
Animali giovani presentavano profili di tossicità simili a quelli degli animali adulti, sebbene sia stato
riportato in alcuni studi un aumento della nefrotossicità nei ratti neonatali. Negli animali giovani è stata
trovata anche una debole riduzione degli eritrociti, delle piastrine e dei leucociti.
6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE
6.2 Incompatibilità
Non pertinente.
2 anni.
CLARITROMICINA DOC Generici 250 mg: blister (PVC/PVdC) contenente 12 e 14 compresse rivestite
con film.
CLARITROMICINA DOC Generici 500 mg: blister (PVC/PVdC) contenente 14 compresse rivestite con
film.
CLARITROMICINA DOC Generici 250 mg compresse rivestite con film – 12 compresse in blister
PVC/PVdC – AIC 038497018
CLARITROMICINA DOC Generici 250 mg compresse rivestite con film – 14 compresse in blister
PVC/PVdC – AIC 038497020
CLARITROMICINA DOC Generici 500 mg compresse rivestite con film – 14 compresse in blister
PVC/PVdC – AIC 038497032