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1.

CANTO 13
2. Nesso non aveva ancora raggiunto la riva del Flegetonte,
3. quando Virgilio ed io entrammo
4. in un bosco che non aveva strade.
5. [le piante] non [avevano] fronde verdi, ma scure,
6. i rami non erano diritti, ma bitorzoluti e ritorti;
7. non c'erano frutti, ma spine avvelenate.
8. Non hanno [per loro dimora] rami secchi così ispidi,
9. tantomeno così fitti, quegli animali selvaggi
10. che tra Cecina e Corneto fuggono i luoghi coltivati.
11. Qui le luride Arpie, le quali furono cacciate dai compagni
12. di Enea dalle Strofadi dopo una cupa profezia
13. di sventure future, costruiscono i loro rifugi.
14. Hanno ali larghe, collo e volto umano,
15. artigli ai piedi e piume sul grande ventre;
16. modulano [i loro] versi dagli alberi insoliti.
17. E Virgilio «Prima di entrare, devi sapere
18. che ti trovi nel secondo girone»,
19. cominciò a dir[mi], «e ci rimarrai finché
20. arriverai ad una spaventosa distesa di sabbia.
21. Perciò osserva bene; così vedrai cose che a parlarne
22. soltanto non sarebbero credute».
23. Io sentivo gemere in ogni direzione
24. ma non vedevo [alcuna] persona che lo facesse;
25. per cui mi fermai [del] tutto confuso.
26. Credo che Virgilio abbia creduto che io credessi
27. che tutti quei gemiti uscissero, tra quegli sterpi,
28. da persone che si nascondevano da noi.
29. Perciò Virgilio disse: «Se tu spezzerai
30. qualche ramo di una di queste piante,
31. l'idea che [ora] ti sei fatto si troncherà completamente».
32. [E] allora allungai la [mia] mano
33. e raccolsi un ramoscello da un grande arbusto;
34. e il suo tronco gridò: «Perché mi spezzi?».
35. Dopo che si coprì di sangue scuro,
36. continuò a dire: «Perché mi spezzi? 
37. Non hai nessuna pietà?
38. [Noi] siamo stati uomini, e adesso siamo arbusti:
39. la tua mano avrebbe dovuto essere più pietosa,
40. [anche] se [noi] fossimo stati spiriti di serpenti». 
41. Come [accade per] un tronco acerbo
42. che viene bruciato su uno dei lati, mentre l'altro [lato]
43. gocciola e stride per il vapore che [vi] esce, 
44. così dal ramo spezzato fuoriuscivano 
45. allo stesso tempo parole e sangue;§
46. per cui feci cadere il ramo, e [ne] rimasi spaventato.
47. «Se tu avessi potuto credere prima»,
48. rispose Virgilio, «[o] anima offesa, 
49. a ciò che hai [potuto] vedere anche nei miei versi,
50. [egli] non avrebbe disteso la mano su di te;
51. ma il prodigio fece sì che lo inducessi
52. ad un'azione che anche a me dispiace. 
53. Ma racconta a Dante chi sei stato [in vita],
54. così che per scusarsi del danno procurato
55. rinnovi la tua fama nel mondo [dei vivi]».
56. E la pianta [rispose]: «mi alletti a tal punto 
57. con parole gentili che io non posso restare in silenzio;
58. e a voi non dispiaccia se mi trattengo un po' a conversare. 
59. Io sono colui che ebbe [in custodia] entrambe le chiavi
60. del cuore di Federico, e che le fece girare,
61. aprendo e chiudendo, così dolcemente,
62. che allontanai quasi tutti dalla confidenza privata con lui;
63. e tenni fede al [mio] compito onorevole,
64. a tal punto che perdetti [prima] la pace e [poi] la vita. 
65. La prostituta che mai dalla corte imperiale
66. distolse i [suoi] disonesti occhi, [che è] rovina
67. di tutti [gli uomini] ed [è il] malcostume delle corti,
68. mise contro di me l'animo di tutti [i cortigiani];
69. e gli invidiosi influenzarono a tal punto l'imperatore,
70. che i [miei] felici onori si trasformarono in cupi dolori. 
71. Il mio animo, essendo indignato, pensando che morendo
72. avrebbe cancellato il disprezzo, mi fece [agire] in modo ingiusto
73. contro me stesso, [mentre ero in realtà] una persona onesta.
74. Giuro, per le nuove radici di questa pianta [che ora mi ospita],
75. che mai infransi la fedeltà verso il mio signore,
76. che fu [sempre] degno d'onore.
77. E se uno di voi tornerà nel mondo [dei vivi],
78. rivendichi il mio onore, che ancora 
79. subisce la fama che l'invidia gli procurò».
80. [Virgilio] restò pensoso, e poi «Poiché egli tace»,
81. mi disse il poeta, «non perdere tempo; ma parla,
82. e domandagli [qualcosa], se vuoi».
83. E allora gli dissi: «Sii tu a domandargli ancora
84. su ciò che pensi possa soddisfare [il mio desiderio di sapere];
85. perché io non posso, tanta è la mia commozione».
86. Per questo riprese [a dire]: «ti si faccia
87. prontamente ciò che chiedi,
88. anima rinchiusa, se vuoi, 
89. spiega [noi ancora] come l'anima [una volta arrivata qui]
90. si unisce a questi tronchi; e spiegaci, se puoi,
91. se qualche [anima] si svincola mai da tale corpo».
92. Allora il tronco emise un duro soffio, e il sibilo
93. [che ne uscì] divenne questa voce: 
94. «Vi risponderò in poche parole.
95. Quando l'anima violenta lascia il corpo
96. da cui essa [da sé] si è strappata via,
97. Minòs la destina al settimo cerchio.
98. Precipita nella selva, e non viene stabilito alcun luogo per lei;
99. ma lì dove il caso la scaglia, in quel luogo
100.comincia a germogliare come un seme di spelta.
101.Nasce un ramoscello che [diventa] una pianta selvatica:
102.le Arpie, nutrendosi poi delle sue foglie,
103.[le] fanno male e aprono al dolore il [suo] lamento.
104.Come [tutte] le altre anime ci uniremo ai nostri corpi,
105.ma non ci rivestiremo [nuovamente] con essi,
106.perché non è giusto [ri]avere ciò che l'uomo ha rifiutato. 
107.Le trascineremo in questo luogo, e i nostri corpi
108.saranno appesi nella triste selva,
109.ognuno alla pianta [generata] dalla sua anima nemica».
110.Noi eravamo ancora rivolti verso la pianta,
111.pensando che volesse parlare d'altro,
112.quando fummo colpiti da un rumore [improvviso],
113.come quello che, nel luogo del suo appostamento,
114.sente arrivare il cinghiale, e [di seguito] i cacciatori,
115.[e] che avverte muoversi gli animali e le fronde.
116.Ed ecco [arrivare] due [anime] da sinistra,
117.nude e ferite, che fuggivano così velocemente,
118.che [nel correre] spezzavano ogni fascio di rami.
119.Il primo dei due [che arrivò, gridava]: «morte vieni adesso!».
120.E il secondo, al quale sembrava di non correre abbastanza,
121.urlava: «Lano, non furono così abili 
122.le tue gambe negli scontri dalle parti di Toppo!».
123.E poiché forse gli mancava il fiato,
124.si gettò dietro un cespuglio [quasi] avvolgendosi ad esso.
125.Dietro di loro, la selva era piena di cagne nere,
126.affamate e che correvano
127.come levrieri appena slegati dalla catena. 
128.[Le cagne] azzannarono il dannato che si nascose [dietro al cespuglio],
129.e lo straziarono pezzo per pezzo;
130.e poi portarono via quei brandelli doloranti.
131.Allora Virgilio mi prese per mano,
132.e mi portò [vicino] al cespuglio che si lamentava
133.inutilmente attraverso i [suoi] rami sanguinanti.
134.«O Iacopo», diceva [piangendo] «da Santo Andrea,
135.che vantaggio hai avuto nel nasconderti dietro me?
136.Che cosa ho a che fare io con la tua colpa?».
137.Quando Virgilio si fermò sopra di lui, domandò:
138.«chi fosti [tu], che per tutti i rami che hai spezzati
139.sfiati fuori assieme al sangue [questo] lamento?».
140.Ed egli ci disse: «O anime che siete venute
141.ad assitere allo scempio crudele
142.che mi ha spezzato i rami,
143.radunateli ai piedi del [mio] infelice cespuglio.
144.Io nacqui nella città che cambiò il [suo] primo patrono
145.con S. Giovanni Battista; per cui quello, per tale ragione,
146.la renderà sempre infelice con la sua arte;
147.e se non fosse che sopra il ponte che sovrasta l'Arno
148.è rimasta qualche traccia di lui, 
149.quei cittadini che in seguito la rifondarono
150.sopra le macerie che restarono [dopo il passaggio] di Attila,
151.l'avrebbero fatta ricostruire invano.
152.Io feci della mia casa la mia forca»

CANTO 19

1. Simon mago, o sciagurati suoi seguaci


2. che, per avidità, per denaro prostituite gli uffici e le cariche della Chiesa
3. che dovrebbero invece essere unite a chi è buono
4. ora è necessario che io suoni la tromba
5. poiché siete nella terza bolgia.
6. Giunti alla bolgia seguente
7. eravamo già saliti su quella parte del ponte
8. che cade perpendicolarmente proprio sulla parte centrale della fossa.
9. somma sapienza divina, quanto è grande il tuo operare,
10. di cui sono rivelazione il cielo, la terra e l'inferno,
11. e con quanta giustizia la tua potenza assegna premi e castighi.
12. Io vidi lungo le pareti sconnesse e sul fondo
13. la roccia scura piena di fori,
14. tutti della stessa grandezza e tutti circolari.
15. Non mi sembravano meno larghi né più ampi
16. di quelli che si trovano nel mio bel battistero di San Giovanni
17. costruiti perché vi prendano posto i battezzatori;
18. uno dei quali, non sono passati molti anni,
19.

20. dovetti rompere per salvare uno che stava per morirvi annegato;
21. e che questa mia prova ogni uomo disinganni.
22. Fuori dall'orlo di ogni buca sporgevano
23. i piedi dei peccatori
24. fino alle cosce, il resto del corpo stava dentro.
25. Le piante dei piedi di tutti erano accese;
26. e le gambe si dimenavano così forte che avrebbero spezzato delle funi.
27. Le fiamme bruciavano solo la superficie dei piedi,
28. dai calcagni alle punte, come sono solite fare su cose unte.
29. Io dissi: " Chi è colui, maestro, che esprime il suo dolore
30. agitandosi più degli altri compagni di pena
31. e che è arso da una fiamma più rossa?"
32. E Virgilio: se desideri che io ti accompagni
33. laggiù scendendo da quell'argine che è più basso ,
34. apprenderai da lui chi fu e quali furono i suoi  peccati.
35. E io: tutto quello che piace a te mi è gradito:
36. tu sei quello che comanda e sai che non mi allontano
37. dalla tua volontà e anche che conosci
38. quello che , da parte mia, è tenuto nascosto.
39. Giungemmo allora sul quarto argine;
40. ci dirigemmo e scendemmo verso sinistra
41. giù nel fondo pieno di fori e malebolge da attraversare.
42. Virgilio non mi pose a terra dal suo fianco,
43. finché non mi accostò al foro
44. di coloro che manifestavano il loro dolore con le gambe.
45. "Chiunque tu sia , che hai la parte superiore del corpo in basso,
46. anima malvagia conficcata come un palo,
47. cominciai a dire: "se ti è possibile parla".
48. Io stavo nella posizione del frate che raccoglie la confessione
49. del sicario spergiuro , il quale dopo essere stato conficcato a terra,
50. lo chiama in modo da allontanare la morte.
51. Ed egli gridò: "sei già qua diritto in piedi,
52. sei qua già diritto in piedi Bonifacio?
53. Il libro del futuro mi ha ingannato di molti anni.
54. Sei tu così presto sazio di quei beni materiali
55. per i quali non esitasti ad impadronirti con l'inganno
56. della Chiesa, e poi a prostituirla?"
57. Io divenni come quelli che , per il fatto di non capire la risposta che viene data loro,
58. restano come confusi e non sanno cosa dire.
59. Allora Virgilio disse: "Digli subito:
60. non sono quello che credi";
61. e io risposi come mi fu ordinato.
62. Se ti importa sapere chi io sia così tanto,
63. da aver perciò disceso il burrone rapidamente,
64. sappi che io fui papa;
65. veramente più che papa fui uno degli Orsini,
66. così desideroso di ingrandire i miei parenti,
67. che nel mondo misi in borsa le ricchezze e qui ci misi me stesso.
68. Sotto la mia testa vi sono gli altri ecclesiastici simoniaci
69. che mi precedettero passando
70. per le fessure piatte della pietra.
71. Laggiù cascherò altresì io quando

72. arriverà colui che io credevo fossi tu


73. quando subito ti feci la domanda.
74. Ma più lungo è il tempo in cui sono stato così capovolto
75. e con i piedi cotti dalle fiamme,
76. di quello in cui egli starà qui confitto con le piante accese:
77. infatti dopo di lui verrà da Occidente, dalla Francia
78. un pastore di anime di condotta vergognosa,
79. e sarà necessario che copra sia me che Bonifacio.
80. Sarà un nuovo Giasone, come quello che si legge
81. nei Maccabei, e come fu molle il suo re,
82. così lo sarà colui che regge la Francia".
83. Io non so se fui troppo temerario,
84. dato che gli risposi con questo tono:
85. "Deh, dimmi adesso: quanti soldi chiese
86. Nostro Signore da San Pietro
87. prima di consegnargli le chiavi?
88. Certo non chiese se non "Vienimi dietro"
89. Ne Pietro ne altri si fecero consegnare denaro,
90. quando Mattia fu sorteggiato per occupare il posto di Giuda.
91. Perciò ti sta bene essere punito;
92. e guardala bene la moneta
93. che ti fece nemico Carlo d'Angiò.  
94. E se non fosse che ancora me lo vieta
95. la reverenza verso le somme chiavi
96. che tu tenesti nella vita lieta,
97. io userei parole ancora più gravi,
98. perché la vostra avidità e la vostra venalità rattristano il mondo, mortificando e calpestando gli
onesti ed esaltando i malvagi.
99. Di voi, pontefici indegni, si accorse l'evangelista Giovanni,
100. quando vide la Chiesa prostituirsi con i re;
101. quella Chiesa che nacque con le sette teste
102. e che trasse vigore dalle dieci corna
103. finché al pontefice piacque l'esercizio della virtù.
104. Avete fatto come vostro Dio l'oro e l'argento;
105. quale differenza c'è tra voi e gli idolatri,
106. se non che essi adorano un solo Dio, mentre voi ne adorate cento?
107. Ahi Costantino, di quanto male fu causa
108. non la tua conversione, ma quella dote
109. che da te prese il primo ricco papa!"
110. Mentre io pronunciavo queste parole,
111. egli, forse per rabbia o forse per rimorso,
112. scalciava con entrambi i piedi.
113. Io credo che a Virgilio piacessero le mie parole,
114. tanto pieno di letizia era il volto con cui prestò attenzione
115. a ciò che dicevo.
116. Perciò mi prese con entrambe le braccia e,
117. dopo avermi sollevato fino all'altezza del petto,
118. risalì per la via dalla quale scendemmo.
119. E non si stancò nemmeno di tenermi abbracciato a sé
120. finché non mi ebbe portato sul colmo del ponticello
121. che costituisce il passaggio dal quarto al quinto argine.
122. Qui dolcemente mi depose
123. sopra il ponte così disagevole e ripido,
124. che sarebbe un passaggio difficile persino ad una capra.
125. Da lì un'altra bolgia mi si aprì davanti allo sguardo.

CANTO 23

1. Nesso non aveva ancora raggiunto la riva del Flegetonte,


2. quando Virgilio ed io entrammo
3. in un bosco che non aveva strade.
4. [le piante] non [avevano] fronde verdi, ma scure,
5. i rami non erano diritti, ma bitorzoluti e ritorti;
6. non c'erano frutti, ma spine avvelenate.
7. Non hanno [per loro dimora] rami secchi così ispidi,
8. tantomeno così fitti, quegli animali selvaggi
9. che tra Cecina e Corneto fuggono i luoghi coltivati.
10. Qui le luride Arpie, le quali furono cacciate dai compagni
11. di Enea dalle Strofadi dopo una cupa profezia
12. di sventure future, costruiscono i loro rifugi.
13. Hanno ali larghe, collo e volto umano,
14. artigli ai piedi e piume sul grande ventre;
15. modulano [i loro] versi dagli alberi insoliti.
16. E Virgilio «Prima di entrare, devi sapere
17. che ti trovi nel secondo girone»,
18. cominciò a dir[mi], «e ci rimarrai finché
19. arriverai ad una spaventosa distesa di sabbia.
20. Perciò osserva bene; così vedrai cose che a parlarne
21. soltanto non sarebbero credute».
22. Io sentivo gemere in ogni direzione
23. ma non vedevo [alcuna] persona che lo facesse;
24. per cui mi fermai [del] tutto confuso.
25. Credo che Virgilio abbia creduto che io credessi
26. che tutti quei gemiti uscissero, tra quegli sterpi,
27. da persone che si nascondevano da noi.
28. Perciò Virgilio disse: «Se tu spezzerai
29. qualche ramo di una di queste piante,
30. l'idea che [ora] ti sei fatto si troncherà completamente».
31. [E] allora allungai la [mia] mano
32. e raccolsi un ramoscello da un grande arbusto;
33. e il suo tronco gridò: «Perché mi spezzi?».
34. Dopo che si coprì di sangue scuro,
35. continuò a dire: «Perché mi spezzi? 
36. Non hai nessuna pietà?
37. [Noi] siamo stati uomini, e adesso siamo arbusti:
38. la tua mano avrebbe dovuto essere più pietosa,
39. [anche] se [noi] fossimo stati spiriti di serpenti». 
40. Come [accade per] un tronco acerbo
41. che viene bruciato su uno dei lati, mentre l'altro [lato]
42. gocciola e stride per il vapore che [vi] esce, 
43. così dal ramo spezzato fuoriuscivano 
44. allo stesso tempo parole e sangue;§
45. per cui feci cadere il ramo, e [ne] rimasi spaventato.
46. «Se tu avessi potuto credere prima»,
47. rispose Virgilio, «[o] anima offesa, 
48. a ciò che hai [potuto] vedere anche nei miei versi,
49. [egli] non avrebbe disteso la mano su di te;
50. ma il prodigio fece sì che lo inducessi
51. ad un'azione che anche a me dispiace. 
52. Ma racconta a Dante chi sei stato [in vita],
53. così che per scusarsi del danno procurato
54. rinnovi la tua fama nel mondo [dei vivi]».
55. E la pianta [rispose]: «mi alletti a tal punto 
56. con parole gentili che io non posso restare in silenzio;
57. e a voi non dispiaccia se mi trattengo un po' a conversare. 
58. Io sono colui che ebbe [in custodia] entrambe le chiavi
59. del cuore di Federico, e che le fece girare,
60. aprendo e chiudendo, così dolcemente,
61. che allontanai quasi tutti dalla confidenza privata con lui;
62. e tenni fede al [mio] compito onorevole,
63. a tal punto che perdetti [prima] la pace e [poi] la vita. 
64. La prostituta che mai dalla corte imperiale
65. distolse i [suoi] disonesti occhi, [che è] rovina
66. di tutti [gli uomini] ed [è il] malcostume delle corti,
67. mise contro di me l'animo di tutti [i cortigiani];
68. e gli invidiosi influenzarono a tal punto l'imperatore,
69. che i [miei] felici onori si trasformarono in cupi dolori. 
70. Il mio animo, essendo indignato, pensando che morendo
71. avrebbe cancellato il disprezzo, mi fece [agire] in modo ingiusto
72. contro me stesso, [mentre ero in realtà] una persona onesta.
73. Giuro, per le nuove radici di questa pianta [che ora mi ospita],
74. che mai infransi la fedeltà verso il mio signore,
75. che fu [sempre] degno d'onore.
76. E se uno di voi tornerà nel mondo [dei vivi],
77. rivendichi il mio onore, che ancora 
78. subisce la fama che l'invidia gli procurò».
79. [Virgilio] restò pensoso, e poi «Poiché egli tace»,
80. mi disse il poeta, «non perdere tempo; ma parla,
81. e domandagli [qualcosa], se vuoi».
82. E allora gli dissi: «Sii tu a domandargli ancora
83. su ciò che pensi possa soddisfare [il mio desiderio di sapere];
84. perché io non posso, tanta è la mia commozione».
85. Per questo riprese [a dire]: «ti si faccia
86. prontamente ciò che chiedi,
87. anima rinchiusa, se vuoi, 
88. spiega [noi ancora] come l'anima [una volta arrivata qui]
89. si unisce a questi tronchi; e spiegaci, se puoi,
90. se qualche [anima] si svincola mai da tale corpo».
91. Allora il tronco emise un duro soffio, e il sibilo
92. [che ne uscì] divenne questa voce: 
93. «Vi risponderò in poche parole.
94. Quando l'anima violenta lascia il corpo
95. da cui essa [da sé] si è strappata via,
96. Minòs la destina al settimo cerchio.
97. Precipita nella selva, e non viene stabilito alcun luogo per lei;
98. ma lì dove il caso la scaglia, in quel luogo
99. comincia a germogliare come un seme di spelta.
100.Nasce un ramoscello che [diventa] una pianta selvatica:
101.le Arpie, nutrendosi poi delle sue foglie,
102.[le] fanno male e aprono al dolore il [suo] lamento.
103.Come [tutte] le altre anime ci uniremo ai nostri corpi,
104.ma non ci rivestiremo [nuovamente] con essi,
105.perché non è giusto [ri]avere ciò che l'uomo ha rifiutato. 
106.Le trascineremo in questo luogo, e i nostri corpi
107.saranno appesi nella triste selva,
108.ognuno alla pianta [generata] dalla sua anima nemica».
109.Noi eravamo ancora rivolti verso la pianta,
110.pensando che volesse parlare d'altro,
111.quando fummo colpiti da un rumore [improvviso],
112.come quello che, nel luogo del suo appostamento,
113.sente arrivare il cinghiale, e [di seguito] i cacciatori,
114.[e] che avverte muoversi gli animali e le fronde.
115.Ed ecco [arrivare] due [anime] da sinistra,
116.nude e ferite, che fuggivano così velocemente,
117.che [nel correre] spezzavano ogni fascio di rami.
118.Il primo dei due [che arrivò, gridava]: «morte vieni adesso!».
119.E il secondo, al quale sembrava di non correre abbastanza,
120.urlava: «Lano, non furono così abili 
121.le tue gambe negli scontri dalle parti di Toppo!».
122.E poiché forse gli mancava il fiato,
123.si gettò dietro un cespuglio [quasi] avvolgendosi ad esso.
124.Dietro di loro, la selva era piena di cagne nere,
125.affamate e che correvano
126.come levrieri appena slegati dalla catena. 
127.[Le cagne] azzannarono il dannato che si nascose [dietro al cespuglio],
128.e lo straziarono pezzo per pezzo;
129.e poi portarono via quei brandelli doloranti.
130.Allora Virgilio mi prese per mano,
131.e mi portò [vicino] al cespuglio che si lamentava
132.inutilmente attraverso i [suoi] rami sanguinanti.
133.«O Iacopo», diceva [piangendo] «da Santo Andrea,
134.che vantaggio hai avuto nel nasconderti dietro me?
135.Che cosa ho a che fare io con la tua colpa?».
136.Quando Virgilio si fermò sopra di lui, domandò:
137.«chi fosti [tu], che per tutti i rami che hai spezzati
138.sfiati fuori assieme al sangue [questo] lamento?».
139.Ed egli ci disse: «O anime che siete venute
140.ad assitere allo scempio crudele
141.che mi ha spezzato i rami,
142.radunateli ai piedi del [mio] infelice cespuglio.
143.Io nacqui nella città che cambiò il [suo] primo patrono
144.con S. Giovanni Battista; per cui quello, per tale ragione,
145.la renderà sempre infelice con la sua arte;
146.e se non fosse che sopra il ponte che sovrasta l'Arno
147.è rimasta qualche traccia di lui, 
148.quei cittadini che in seguito la rifondarono
149.sopra le macerie che restarono [dopo il passaggio] di Attila,
150.l'avrebbero fatta ricostruire invano.
151.Io feci della mia casa la mia forca».

CANTO 26

1. Esulta, Firenze, perché sei così magnifica


2. che [la tua fama] vola sul mare e sulla terra,
3. e il tuo nome si diffonde all'Inferno!
4. Nella [bolgia dei] ladri mi imbattei in cinque [anime] di quella specie,
5. [che furono] tue cittadine, perciò sento vergogna,
6. e tu per questo non aumenti il tuo onore.
7. Ma se [è certo che] i sogni [fatti] all'alba sono veritieri,
8. tu proverai, di qui a poco,
9. ciò che Prato e le altre città desiderano per te.
10. E se già [questo] fosse [realtà], sarebbe [comunque] troppo tardi.
11. E così sia, in quanto è destino che debba avvenire!
12. Ma più invecchio e più mi peserà.
13. Noi ci muovemmo, e su per quella scala
14. che ci aveva fatto impallidire nel discenderla prima,
15. Virgilio [ricominciò a] salire e mi trascinò;
16. e percorrendo la via solitaria,
17. tra le scaglie e le sporgenze della roccia,
18. i piedi non riuscivano a procedere senza [l'aiuto] delle mani.
19. A quel punto mi addolorai e [anche] ora soffro,
20. quando ripenso a ciò che vidi, e,
21. più [di quanto] non faccia di solito, tengo a freno il mio ingegno,
22. affinché non avanzi senza la guida della virtù;
23. di modo che, se [l'influenza degli] astri o la Grazia divina
24. mi hanno dato la salvezza, non la perda per colpa mia.
25. Quante lucciole scorge giù nella valle
26. il contadino che riposa sulla collina nel momento
27. in cui il Sole tiene a noi più nascosto il suo volto, 
28. nel momento in cui la mosca lascia il posto
29. alla zanzara, laggiù, forse,
30. dove coltiva i campi e le vigne: 
31. di altrettanti fuochi tutta era rischiarata§
32. l'ottava bolgia, così come notai
33. appena arrivai nel punto in cui si distingueva la pianura.
34. E come colui che si vendicò con gli orsi
35. vide allontanarsi il carro [che rapì] Elia,
36. quando i cavalli si alzarono dritti in cielo,
37. il quale non poteva seguirlo con gli occhi,
38. poiché non vedeva altro che la fiamma
39. che, come una minuscola nube, saliva in alto:
40. così ogni [fiamma] si muove nel fondo della bolgia,
41. tanto che nessuna mostra [l'anima che] nasconde,
42. e ogni fuoco rapisce un peccatore.
43. Io mi trovavo in piedi in cima al ponte,
44. in modo tale che se non avessi afferrato una sporgenza [della roccia],
45. sarei caduto giù senza essere urtato.
46. E Virgilio, che mi notò così intento [a guardare],
47. disse: «Dentro le fiamme [ci] sono gli spiriti;
48. ciascuno è vestito del [fuoco] che lo arde».
49. «Maestro mio», risposi, «ascoltandoti [ora]
50. ne sono più convinto; ma già mi era parso
51. che così fosse, e infatti desideravo chiederti:
52. chi c'è in quella fiamma la cui cima è così divisa,
53. [tanto] da dare l'impressione di emergere dal rogo
54. in cui Eteocle fu deposto assieme al fratello?». 
55. Mi rispose: «Lì dentro si puniscono
56. Ulisse e Diomede, e in questo modo vanno insieme al [giusto] castigo
57. come [insieme] andarono [contro] l'ira [divina];
58. e nella loro fiamma viene castigato
59. l'inganno del cavallo che aprì il varco
60. da cui scaturì la nobile stirpe dei Romani.
61. Là dentro si sconta l'inganno per cui, [ora che è] morta,
62. Deidamia soffre [l'abbandono] di Achille,
63. e si patisce per la statua di Pallade».
64. «Se quelli possono parlare dalle fiamme», dissi,
65. «Virgilio, ti prego tanto e insisto nel pregarti,
66. che la mia preghiera valga mille [volte], 
67. che tu non mi faccia aspettare [troppo tempo prima]
68. che la doppia fiamma venga [fin] qui;
69. vedi che dalla voglia [di parlare] mi protendo [tutto] a lei!».
70. E Virgilio mi rispose: «La tua preghiera è degna
71. di molte lodi, e perciò l'accolgo;
72. ma fai in modo che tu ti astenga dal parlare.
73. Lascia parlare me, [in quanto] conosco le tue domande;
74. perché forse essi sarebbero restii,
75. essendo greci, [nel sentire] la tua parlata».
76. Dopo che la fiamma arrivò nel punto
77. in cui alla mia guida sembrò più opportuno,
78. in questo modo lo si sentì parlare:
79. «O anime arse insieme da un solo fuoco,
80. se in vita accumulai meriti [graditi] a voi,
81. se meritai tanto o poco
82. quando ancora in vita scrissi l'Eneide,
83. non muovetevi; ma uno di voi racconti dove,
84. per sé, si perdette e andò a morire».
85. La punta più grande di [quel] fuoco antico [di Ulisse]
86. cominciò a scuotersi bisbigliando,
87. simile alla fiamma tormentata dal vento;
88. e, agitando qua e là il pinnacolo,
89. come se a parlare fosse [questa] lingua,
90. buttò fuori la voce e disse: «Quando
91. mi separai da Circe, che mi allettò
92. per oltre un anno là vicino a Gaeta,
93. ancor prima che Enea la chiamasse così,
94. né la tenerezza di [un] figlio, né la pietà
95. per [un] anziano padre, né l'amore dovuto a Penelope,
96. [del] quale sarebbe stata lieta,
97. furono più forti dentro me della passione
98. che [mi mosse] nell'andare alla scoperta
99. del mondo e dei vizi e delle virtù umane;
100.ma mi misi a [navigare] nel profondo mare aperto
101.con una sola nave e quella esigua compagnia
102.[di uomini] dalla quale non fui abbandonato.
103.Vidi la costa europea e la costa africana fino alla Spagna
104.e al Marocco, e l'isola dei Sardi,
105.e le altre [isole] che si trovano in quel mare.
106.I [miei] compagni ed io eravamo anziani e lenti
107.quando arrivammo a quello stretto
108.in cui Ercole segnò i suoi confini
109.affinché l'essere umano non li oltrepassi;
110.[ma] a destra superai Siviglia,
111.[e] a sinistra avevo già sorpassato Céuta.
112.“O [miei] fratelli, dissi, “che per innumerevoli pericoli
113.siete arrivati [all'estremo] occidente,
114.[e] a questo così breve periodo 
115.di vita terrena, a ciò che [ci] rimane [da vivere],
116.non vogliate, seguendo il sole,
117.impedirvi l'esperienza del mondo inesplorato.
118.Prendete coscienza della vostra condizione [di uomini]:
119.non foste creati per vivere come selvaggi,
120.ma per accrescere [le vostre] virtù e [il vostro] sapere”.
121.Con questo breve discorso resi i miei compagni
122.così desiderosi dell'impresa,
123.che a malapena poi li avrei potuti far desistere;
124.e, volgendo la nostra poppa a levante,
125.coi remi ci spingemmo verso l'insano volo,
126.andando sempre verso sud-ovest.
127.La notte mostrava già tutte le stelle
128.dell'altro emisfero, e il nostro era talmente basso
129.che non emergeva più dal mare. 
130.Dal principio dell'ardua impresa,
131.cinque volte si era acceso e altrettante [volte]
132.si era oscurato l'emisfero della luna,
133.quando [all'orizzonte] comparve una montagna
134.oscura per la lontananza, e mi sembrò tanto alta
135.quanto non ne avevo mai vista alcuna. 
136.Noi ci rallegrammo, ma presto [l'allegria] si convertì in pianto;
137.poiché dal nuovo mondo si alzò un turbine
138.[tale] che guastò la prua della nave. 
139.Tre volte la fece ruotare tra le acque;
140.[e] alla quarta, la poppa si alzò verso il cielo
141.e la prua si inabissò, come Dio aveva stabilito,
142.finché il mare non si richiuse sopra di noi».

CANTO 33

1. Ugolino sollevò la bocca dal suo pasto


2. crudele, pulendola dai capelli del capo
3. che egli aveva poco prima masticato.
4. E poi disse: “Tu vuoi che io ricordi 
5. il dolore folle che mi opprime il cuore
6. già solo al ricordarlo, prima che ne parli.
7. Ma se le mie parole devono essere motivo
8. di infamia e di vergogna per Ruggieri,
9. mi vedrai parlare e piangere insieme.
10. Io non ti conosco e non so il motivo per cui
11. tu ti trovi in questo luogo; ma, a sentirti
12. parlare, mi pari senza dubbio fiorentino.
13. Tu devi sapere che io fui il Conte Ugolino,
14. e questi è l’arcivescovo Ruggieri: ora ti dirò
15. per quale motivo mi trovo tanto vicino a lui.
16. Non è necessario ripetere ancora il motivo
17. per il quale io, fidandomi di lui, a causa delle sue
18. cattive azioni fui rinchiuso ed ucciso;
19. però quello che non puoi sicuramente sapere
20. è come fu crudele la mia morte, e così potrai
21. valutare se mi ha recato danno o no.
22. La piccola finestra della torre dei Gualandi,
23. la quale dopo me si chiama torre della Fame,
24. e che è meglio che venga chiusa per gli altri,
25. mi aveva indicato lo scorrere del tempo
26. dalle sue volte, quando io ebbi un sogno
27. premonitore, che mi predisse il futuro.
28. Ruggieri mi sembrava il capo della battuta di
29. caccia, e inseguiva me ed i miei nipoti verso
30. il monte, che divide Pisa da Lucca.
31. Ruggieri si era messo a capo dei Gualandi,
32. dei Sismondi e dei Lanfranchi, dotati di cagne
33. fameliche, accorte ed addestrate.
34. Dopo breve fuga il padre ed i figli mi parvero stanchi,
35. e mi sembrava che con i denti aguzzi
36. [le cagne] stessero già per morder loro i fianchi.
37. Quando prima dell’alba mi svegliai,
38. sentii piangere nel sonno i miei figli
39. che stavano con me, e domandare del pane.
40. Sei assai cinico se non provi alcun dolore
41. pensando ciò cheil mio cuore si immaginava,
42. e se non piangi ora, per cosa di solito soffri?
43. Erano già svegli e si avvicinava il momento
44. in cui veniva solitamente portato il cibo,
45. ma in seguito al sogno tutti ne dubitavano;
46. e io sentii chiudere a chiave la porta di sotto 
47. alla torre della sofferenza; e per questo io 
48. guardai negli occhi i miei figli senza parlare.
49. Io non piansi, ma dentro divenni di pietra:
50. loro piangevano ed il mio piccolo Anselmo
51. disse: ‘Padre, ci guardi così strano, che hai?’.
52. Perciò non piansi e non risposi
53. per tutto il giorno e per la notte successiva, 
54. fino a quando sorse di nuovo il sole.
55. Quando un raggio di luce riuscì ad entrare
56. nel doloroso carcere, ed io distinsi nei loro 
57. quattro volti il mio stesso aspetto,
58. mi morsicai entrambe le mani;
59. ed essi, pensando che io lo stessi facendo
60. per la fame, immediatemente si alzarono
61. e dissero: ‘Padre, avremo meno dolore
62. se tu mangi noi, tu li hai vestiti e tu
63. li spoglierai, questi miseri corpi’.
64. Mi calmai per non renderli ancora più tristi;
65. restammo in silenzio per due giorni;
66. ah terra crudele, perchè non ci prendesti?
67. Quando giungemmo al quarto giorno,
68. Gaddo mi si gettò ai miei piedi,
69. e mi disse: ‘Padre mio, perchè non mi aiuti?’.
70. E così morì; e come tu vedi me, 
71. io li vidi morire tutti e tre, tra il quinto
72. ed il sesto giorno, momento in cui iniziai,
73. ormai cieco, a camminare sopra di loro, 
74. per due giorni li chiamai, dopo la loro morte.
75. Infine, più che il dolore, potè la fame'.
76. Quando ebbe finito, riprese il teschio meschino,
77. con occhi pieni di odio e con denti forti
78. come quelli di un cane, per masticarlo fino all’osso.
79. Ahi Pisa, vergogna delle popolazioni
80. del paese dell’Italia, poichè le città
81. confinanti sono lente a punirti,
82. si muovano Capraia e Gorgona, così da creare
83. uno sbarramento alla foce dell’Arno
84. e che tutta la tua popolazione anneghi!
85. Perché se pure Ugolino aveva fama
86. d’aver tradito Pisa cedendone alcuni castelli,
87. non avresti dovuto condannare i suoi figli.
88. Erano resi innocenti dalla giovane età,
 nuova Tebe, Uguccione, il Brigata
89. e gli altri due, Gaddo e Anselmuccio.
90. Noi proseguimmo, là dove il ghiaccio 
91. imprigiona altri dannati, i traditori degli ospiti,
92. ma posti non a testa in giù, ma del tutto girati.
93. Il piangere, qui, non permette di piangere,
94. e le lacrime ghiacciate che impediscono
95. alle altre di sgorgare, aumentano ancora il dolore;
96. poichè le lacrime stesse formano un nodo,
97. così come fossero visiere di cristallo, 
98. e riempiono del tutto la cavità oculare sotto il ciglio.
99. E siccome, come un callo, 
100.a causa del freddo ogni sentimento 
101.aveva cessato di stare sul mio viso,
102.così mi sembrò che ci fosse del vento;
103.e dissi: “Maestro, chi produce questo vento?
104.Non è assente qui ogni forma di vapore?”.
105.Ed egli a me: “Presto sarai nel posto in cui
106.riuscirai a darti una risposta, vedendo
107.il motivo per cui il vento viene dall’alto”.
108.Ed uno dei dannati della Tolomea
109.gridò verso di noi: “O anime crudeli, 
110.dato che voi siete destinati all’ultima zona,
111.levatemi dagli occhi le lacrime ghiacciate,
112.così che io possa sfogare il dolore che mi
113.prende, prima che il pianto le congeli ancora”.
114.Ed io a lui: “Se vuoi che io ti aiuti,
115.dimmi chi sei, e se io non ti sarò d’aiuto,
116.andrò fino in fondo a Cocito”.
117.Quindi rispose: “Io sono frate Alberigo;
118.sono colui che viene dall’orto del peccato,
119.e qui ricevo datteri al posto di fichi.”
120.“Oh” risposi “sei già morto?”
121.E egli a me: “Ignoro totalmente Il motivo
122.per cui il mio corpo sia ancora nel mondo terreno.
123.La Tolomea ha questo vantaggio,
124.molte volte succede che l’anima arrivi prima
125.che Atropo abbia reciso il filo della vita.
126.E poiché tu mi tolga più benevolmente 
127.le lagrime ghiacciate dal viso, 
128.sappi che, non appena l’anima giunge qui
129.così come feci io, il suo corpo viene preso 
130.da un demonio, che in seguito lo governa
131.finchè non termina il suo tempo terreno.
132.L’anima cade in questa specie di cavità e forse
133.è ancora visibile il suo corpo sulla terra,
134.come ombra dell’anima qui presente.
135.Tu lo devi sapere, se giungi ora qui:
136.quello è Sir Branca Doria, e sono passati anni
137.da quando si trova in questo posto.”
138.“Io credo”, dissi “che mi stai ingannando;
139.poichè Branca Doria non è ancora morto,
140.mangia, beve, dorme e vive normalmente”.
141.“Nel fosso sopra” mi disse “di Malebranche,
142.là dove ribolle la pece persistente,
143.non era ancora presente Michel Zanche,
144.quando questi lasciò nel suo corpo
145.un demonio in sua vece, ed anche un suo
146.parente che con lui organizzò il tradimento.
147.Ma ora porgi la tua mano verso i miei occhi
148.e puliscimeli dal ghiaccio”. Ed io non lo feci;
149.e fu cortesia essere villano con lui.
150.Ahi genovesi, uomini differenti privi
151.di ogni buon costume e ricchi di vizi, 
152.perchè non vi disperdete nel mondo?
153.Poiché con lo spirito peggiore della Romagna,
154.trovai un genovese che a causa del suo 
155.operato, già si trova nel Cocito,
156.e sulla terra il suo corpo pare ancora vivo.

CANTO 34

Virgilio disse: «Avanzano verso di noi le insegne


del re dell’Inferno; perciò guarda attentamente (mira)
davanti se riesci a scorgerlo».
Come quando si diffonde (spira) una fitta (grossa) nebbia,
quando il nostro emisfero si fa buio,
appare da lontano un mulino a vento,
mi sembrò allora (allotta) di vedere un’enorme costruzione (un tal dificio);
poi a causa del vento mi riparai (mi ristrinsi)
dietro la mia guida, poiché lì non c’era un altro rifugio (grotta).
Ormai ero giunto, e con orrore lo dico nei miei versi,
dove le anime erano interamente sommerse
e trasparenti come una pagliuzza imprigionata nel vetro.
Alcune stanno distese; altre stanno diritte in posizione verticale,
alcune in piedi, altre capovolte;
altre ancora, come fa l’arco, riversano il viso verso i piedi.
Quando noi ci fummo inoltrati di quel tanto,
che al mio maestro parve opportuno per mostrarmi
l’essere che fu il più bello (ebbe il bel sembiante),
si scostò e mi fece fermare, dicendo:
«Ecco Dite, ed ecco il luogo dove è
necessario che ti armi di coraggio».
Come io allora diventai ghiacciato e muto (fioco),
non chiedermelo, o lettore, perché non lo dico,
dal momento che ogni parola (parlar) sarebbe inadeguata (poco).
Io non morii ma neanche rimasi del tutto vivo;
pensa ormai (oggimai) da te, se hai appena un po’ (fior) di ingegno,
come sia diventato, privo dell’una e dell’altra cosa.
Il sovrano del regno del dolore
sporgeva fuori dal ghiaccio dalla metà del petto;
e io mi avvicino (convegno) alle proporzioni di un gigante
più di quanto i giganti non si avvicinino alle proporzioni delle sue braccia;
vedi ormai quanto deve essere l’intero corpo (quel tutto)
che sia proporzionato a braccia del genere.
Se egli fu così bello come ora è brutto,
e ciò nonostante (e) osò ribellarsi (alzò le ciglia) al suo Creatore,
è ben naturale (ben dee) che derivi da lui ogni male (lutto).
Oh quanto stupefacente mi sembrò la cosa
quando vidi che la sua testa aveva tre facce!
Una era davanti, ed era di colore rosso;
le altre due si addizionavano (s’aggiugnieno) alla prima (questa)
a metà di ciascuna spalla,
e si congiungevano (dietro nella parte occipitale) dove alcuni animali hanno la cresta;
e mentre la destra appariva giallastra (tra bianca e gialla),
la sinistra al vederla aveva lo stesso colore
di chi proviene dalla terra dove il Nilo scende (s’avvalla).
Sotto ciascuna (faccia) uscivano due grandi ali,
proporzionate a un uccello tanto grande:
io non vidi mai per mare vele di queste dimensioni (cotali).
Non avevano penne, ma erano formate come quelle
del pipistrello; e quelle agitava (svolazzava),
tanto che da lui provenivano tre correnti d’aria:
per effetto di ciò Cocito diventava tutto quanto ghiacciato.
Piangeva con sei occhi e su tre menti faceva
gocciolare lacrime e bava sanguinolenta.
In ognuna delle bocche stritolava (dirompea) con i denti
un peccatore, come una gramola (maciulla),
in modo che contemporaneamente ne seviziava (facea così dolenti) tre.
Per quello nella bocca della faccia anteriore lo stritolamento era cosa da nulla
rispetto alle graffiate, tanto che a volte la schiena
restava tutta spogliata della pelle.
Il maestro disse: «Quel dannato lassù che subisce
la pena più dura è Giuda Iscariota,
il quale ha il capo nelle fauci di Lucifero (dentro) e agita le gambe di fuori.
Degli altri due che hanno la testa penzoloni,
quello che pende fuori dalla faccia di colore nero è Bruto;
vedi quanto si divincola senza emettere alcun lamento!;
e l’altro è Cassio, che appare così robusto (membruto).
Ma la notte ritorna (risurge) e ormai
dobbiamo allontanarci di qui, poiché abbiamo visto tutto».
Come Virgilio volle, mi avvinghiai al suo collo;
ed egli colse i punti propizi (poste) di tempo e di luogo,
e quando le ali furono aperte abbastanza,
si aggrappò ai fianchi villosi (le vellute coste);
da una manciata di pelo all’altra discese poi tenendosi
tra i fianchi fittamente pelosi e le incrostazioni della «ghiaccia».
Quando arrivammo nel punto in cui la coscia si articola (si volge),
esattamente in corrispondenza con l’ingrossarsi dell’anca,
la guida, con fatica e con respiro affannoso,
girò la testa dove teneva le gambe,
e si aggrappò al pelo come chi sale,
tanto che io credevo di tornare di nuovo (anche) in Inferno.
Ansimando come uomo affaticato il maestro disse:
«Tienti ben stretto a me, poiché per scale così ardue
è necessario allontanarsi da tanta malvagità».
Poi sbucò lungo la spaccatura (lo fóro) di una roccia (sasso)
e mi depose ai bordi;
dopo diresse verso di me (a me) il passo pronto (accorto).
Io alzai gli occhi ed ero convinto di vedere
Lucifero nella stessa posizione in cui lo avevo lasciato,
e invece (e) vidi che teneva le gambe per aria;
e se io allora restai confuso (travagliato),
lo immagini la gente ignorante (grossa),
la quale non comprende (non vede) qual è il punto che avevo oltrepassato.
Il maestro disse: «Alzati in piedi:
la strada è ancora lunga e il cammino è difficile,
e già il sole ritorna a metà tra l’inizio del mattino e la terza (ora del giorno)».
Non era una sala spaziosa (camminata di palagio)
il luogo in cui ci trovavamo, ma una caverna (burella) naturale
che aveva suolo sconnesso e luce scarsa.
Quando mi fui alzato dissi:
«Prima che mi stacchi (divella) dall’abisso infernale,
parlami un poco per togliermi di dubbio:
dov’è la ghiaccia? e come mai Lucifero (questi) è conficcato
così a rovescio? e com’è accaduto, in così breve tempo,
che il sole abbia compiuto il percorso dalla sera al mattino?».
E Virgilio a me: «Tu credi di essere ancora
dall’altra parte del centro della Terra, dove io mi aggrappai (mi presi)
al vello del verme malvagio che buca il mondo.
Ti trovasti nell’emisfero boreale per il tempo da me impiegato a scendere;
quando mi capovolsi, oltrepassasti il punto
sul quale da ogni parte gravitano i corpi.
Ora sei giunto sotto l’emisfero contrapposto
a quello che ricopre (coverchia) la terra emersa (la gran secca),
e sotto il cui più alto punto fu ucciso (consunto)
l’uomo che nacque e visse senza peccato;
tu poggi i piedi su un piccolo spazio circolare (spera)
che costituisce (fa) l’altra faccia della Giudecca.
Qui è mattina (da man), quando di là è sera;
e Lucifero (questi), che con il suo pelo ci fece da scala,
è tuttora confitto nella stessa posizione di prima.
Precipitò giù dal cielo dalla parte di questo emisfero;
e la terra, che originariamente emerse di qua,
per paura di lui si inabissò sotto le acque (fé del mar velo),
ed emerse nel nostro emisfero; e forse
per evitare il contatto con Lucifero, la terra che si vede nel nostro emisfero
lasciò qui questa cavità e si proiettò in su».
Laggiù c’è un luogo lontano da Belzebù
quanto è lunga la caverna (tomba),
ed esso è riconoscibile non per mezzo della vista ma per il mormorio di un piccolo ruscello
che sfocia a quell’altezza (quivi discende) attraverso
l’apertura di una roccia, che ha scavato
con il suo corso sinuoso e poco ripido (e poco pende).
La guida e io ci avviammo lungo quel cammino quasi invisibile (ascoso)
per tornare nel mondo luminoso (chiaro);
e senza curarci di riposare,
salimmo, lui davanti (primo) e io dietro (secondo),
finché io vidi, attraverso un foro rotondo,
alcune delle luci (le cose belle) che stanno nel cielo.
E passando di qui (quindi) uscimmo a riveder le stelle.

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