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COMPITI DI SVILUPPO”
Indice
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
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Università Telematica Pegaso L'adolescenza e la scuola: i
compiti di sviluppo
1 La dilatazione dell’adolescenza
Come ha sottolineato Palmonari ,1 il primo termine che viene in mente quando si pensa
all’adolescenza è “cambiamento”. E’ innegabile che tale periodo della vita è contraddistinto da una
quantità enorme di trasformazioni. In primo luogo lo sviluppo fisico caratterizzato dal clamoroso
“scatto di crescita”, durante il quale si ha un aumento del ritmo di sviluppo dell’altezza e del peso, e
dalle principali modificazioni sessuali sia nel maschio che nella femmina2. Ai cambiamenti fisici si
sommano esperienze emozionali molto forti e contraddittorie al tempo stesso; l’adolescente è alla
propri genitori come fonte di sicurezza e sostegno emotivo. La dialettica fra sicurezza e autonomia
implica una duplice conflittualità che comporta, da una parte, il timore di perdere la rassicurante
protezione dei genitori contro quella di rinunciare all’autonomia e, dall’altra, il timore di affrontare
l’inesplorato che convive con il desiderio di gratificare il bisogno di avventure. Molte certezze
consolidate sono così messe in discussione, anche perché immaginare il proprio futuro e prepararsi
L’adolescente è chiamato a muoversi verso un progetto a lungo termine, che lo guiderà nel
cammino verso l’età adulta. Gli scopi da raggiungere possono assumere attese molto precise o
quelle di speranze vaghe, di immagini fantastiche lontane dalla realtà. Ma in qualsiasi modo
l’adolescente pensa al suo futuro, non è nelle condizioni di realizzare nell’immediato i suoi desideri.
E’ per questa ragione che l’adolescenza è indicata anche come il tempo dell’attesa, che passa
1
Palmonari A., Psicologia dell’adolescenza, Il Mulino, Bologna. 1997.
2
Speltini G., Dall’infanzia all’adolescenza: pubertà e sviluppo fisico, in Palmonari A., Psicologia dell’adolescenza, Il
Mulino, Bologna 1997.
3
Palmonari A., Psicologia dell’adolescenza, op. cit.
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lentamente, da riempire con diversi impegni che prevedono doveri scolastici, attività svolte nel
vita di tutti i giorni in cui è possibile cogliere le opportunità disponibili, una sorta di “carpe diem”.
particolarmente insicuro. Il futuro, per lui, non ha valore. Il presente è un tempo vuoto da riempire
con il niente. Vi è un’incapacità di fondo di vivere giorno dopo giorno, di investire sulla propria
vita.
In questi ultimi anni sta emergendo una nuova visione in cui le problematiche adolescenziali
non sono più considerate come un percorso sostanzialmente univoco e indifferenziato, come una
avulse dalla cultura di riferimento, del tipo di contesto di vita, delle opportunità offerte
processo identico nel tempo e nello spazio, vale a dire nei diversi periodi storici e nelle differenti
culture4. Attualmente lo sviluppo è stato definito come azione nel contesto, proprio per sottolineare
l’importanza dell’operato dell’individuo, che interagisce con un contesto che gli offre allo stesso
tempo limiti e restrizioni insieme con opportunità e risorse5. In una cultura come l’attuale in cui i
sistemi di riferimento sono sempre più diversificati, contraddittori e mutevoli è lecito aspettarsi che
il processo di “costruzione del significato”, pur presentando aspetti simili tra le persone di una
4
Ibidem.
5
Bonino, S., Cattelino, E., Ciairano, S., Adolescenti e rischio. Comportamenti, funzioni e fattori di protezione, Giunti,
Firenze 2003.
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stessa cultura, sia in realtà molto indifferenziato. Infatti, il processo personale di costruzione del
significato che è alla base dell’azione intenzionale e diretta verso uno scopo, avviene sempre in
relazione al contesto sociale in cui l’individuo vive6. Uno degli aspetti più interessanti
dell’interazione tra individuo e contesto riguarda i compiti di sviluppo che l’individuo si trova a
fronteggiare.
della vita; la buona risoluzione di questi conduce alla felicità e al successo nell’affrontare i problemi
successivi, mentre il fallimento di fronte ad essi conduce all’infelicità, alla disapprovazione da parte
compiti di sviluppo costituiscono il presupposto di una crescita sana e soddisfacente nella nostra
società7. Per quanto riguarda i compiti di sviluppo in adolescenza essi si definiscono nel rapporto
fra l’individuo e l’ambiente. Palmonari ha proposto una classificazione dei compiti di sviluppo
pulsioni sessuali;
Tale classificazione offre uno schema generale di riferimento sul quale potersi basare per
un’analisi più dettagliata in relazione alla storia personale di ogni adolescente. I compiti di sviluppo,
6
Bruner J., La ricerca del significato, Boringhieri, Torino 1990.
7
Havighurst R. J., Human development and education, Longmans, Green and co., New York 1953.
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proprio perché nascono dall’incontro tra una particolare cultura ed un individuo, in un preciso
momento del suo sviluppo fisico e psicologico, non sono immutabili nel tempo. Anche compiti che
possono essere considerati universali, come costruire la propria identità e la conseguente conquista
della propria autonomia e responsabilità di adulto, possono concretizzarsi in modi molto diversi a
seconda della peculiarità del contesto socioculturale, del momento storico e delle caratteristiche
individuali.
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Nella nostra cultura viene offerta agli adolescenti l’opportunità di sviluppare la propria
identità in una condizione di sospensione, al riparo dalle responsabilità degli adulti. In effetti,
l’adolescenza si presenta come un’età di transizione sempre più lunga, in quanto si diventa grandi in
un contesto sociale articolato e complesso, nel quale l’ingresso nell’età adulta è sempre più
tradizionale con cui l’adolescenza è stata considerata. Appare difficile parlare di questo periodo
cruciale della vita come di una fase evolutiva coerente, dai confini temporali precisi riconducibile a
scolastica e il ritardato ingresso nel mondo del lavoro ne estendono considerevolmente il termine.
significati condivisi di eventi distintivi di questo periodo. Mai come oggi il raggiungimento di
quelle condizioni che tradizionalmente certificano lo stato di adulto appaiono tanto lontani per
l’adolescente. I tempi della fine della scuola, dell’inizio del lavoro, del matrimonio non coincidono
più, per la maggior parte dei giovani, con il raggiungimento della maggiore età. La transizione
dell’età adulta è caratterizzata dalla frammentazione in micro transizioni, che portano l’adolescente
prima alla fase del giovane adulto e solo successivamente a quella di adulto. La società si comporta
in modo apparentemente molto liberale, consentendo ai giovani di fare, entro certi limiti, molteplici
8
Bonino S., Cattelino E., Ciairano S., Adolescenti e rischio. Comportamenti, funzioni e fattori di protezione, Giunti
Edit. Firenze 2001.
9
Caprara G.V., Fonzi A., L’età sospesa: itinerari del viaggio adolescenziale, Giunti Edit., Firenze 2000.
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esperienze in vista della costruzione dell’identità e del ruolo di adulto. Tuttavia l’adolescente deve
fare i conti con la presenza contemporanea di richieste divergenti che gli provengono da diversi
ambiti di vita cui appartiene (famiglia, scuola, gruppo dei pari, ecc), in ciascuno dei quali gode di
differenti gradi di inclusione e di autonomia senza però raggiungere in nessuno il livello adulto di
responsabilità e, talvolta, senza poter contare su qualcuno che svolga una funzione di
coordinamento di tali richieste. Non è perciò sorprendente che molti ragazzi siano spesso
difficile stabilire se il passaggio all’età adulta sia più difficile nella società odierna che in passato,
dal momento che la maggior parte dei giovani sembra riuscire ad affrontare con successo questa
fase di transizione. Tuttavia è giustificabile credere che i rischi di una transizione non riuscita siano
più severi per coloro che dispongono di minori risorse a livello personale e relazionale. Tali rischi
sociale. Molti altri si ripiegano in se stessi con atteggiamenti di tipo depressivo che sfuggono
all’attenzione degli adulti perché non presentano immediatamente i caratteri della pericolosità
sociale, ma che frequentemente possono preludere a forme più serie di disagio 10. L’attuazione di
alcuni comportamenti a rischio permette di sentirsi adulti facendo ciò che gli adulti fanno,
rafforzando la propria identità in un momento in cui altri aspetti più importanti dell’essere adulti
sono difficili da realizzare. Occorre notare che esiste nella nostra cultura una forte spinta
all’anticipazione dei consumi adulti da parte dei mezzi di comunicazione di massa, sulla base di
rilevanti interessi economici, che spingono alla ricerca di nuove aree di mercato non solo
dell’adolescenza ma addirittura nei primi anni della pubertà o della tarda fanciullezza11.
10
Di Blasi M., Adolescenza e nuovi stili di consumo. In Sud-Ecstasy, a cura di, Di Blasi M. Franco Angeli Edit.,
Milano 2003.
11
Bonino S., Cattelino E., Ciairano S., Adolescenti e rischio, op. cit.
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È ormai condiviso l’assunto per il quale l’identità, nella società moderna, è sempre più
basata sullo stile di vita e sui modelli di consumo. Gli oggetti materiali acquistano un’importanza in
quanto segnali sottili di identificazione con codici simbolici. In altri termini, anche i consumi
culturali, soprattutto nell’età giovanile, sono al tempo stesso prodotti per il consumo (eterodiretti),
dell’identità (autodiretti). Questa dimensione sociale produce inoltre all’interno delle famiglie la
cellulari, abiti alla moda, sono ormai una componente naturale della loro vita. Questi oggetti
vengono impiegati in una continua costruzione di socialità mobile e fluida, dove conta solo la
continua innovazione stilistica e la capacità di stare sempre un passo avanti rispetto agli altri a
12
Buzzi C., Cavalli A., de Lillo A., Giovani del nuovo secolo. Quinto rapporto IARD sulla condizione giovanile in
Italia, Il Mulino, Bologna 2000.
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persona. La scuola pone, prima al bambino e poi all’adolescente, una serie di compiti di sviluppo il
cui superamento positivo viene valutato importante sul piano individuale e sociale13. Gli adolescenti
formativo. Per queste ragioni, la scuola è considerata come una delle esperienze più difficili da
affrontare14.
Tuttavia, stanno crescendo in modo sensibile gli studenti che sviluppano un atteggiamento
apprendere15. Si sta verificando una specie di gap fra l’investimento sulla formazione che sta
Tale controversia ha reso necessario definire gli aspetti distintivi dei compiti di sviluppo
scolastico come un compito specifico dell’età adolescenziale non è esatto. Nella tarda adolescenza,
gli studenti si trovano ad affrontare alcune situazioni particolarmente impegnative che possono
configurarsi come compiti di sviluppo tipici della loro età: il passaggio fra cicli di studio e la scelta
13
Palmonari A., Psicologia dell’adolescenza, op. cit.
14
Amerio P., Boggi Cavallo P., Palmonari A., Pombeni M. L., Gruppi di adolescenti e processi di socializzazione, Il
mulino, Bologna 1990.
15
Pope A., McHale S., Craighead E., Migliorare l'autostima : un approccio psicopedagogico per bambini e
adolescenti, Centro studi Erickson Trento 1992.
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del ciclo scolastico successivo all’istruzione obbligatoria. Quest’ultimi sono vissuti in stretta
relazione con il problema più generale della riuscita scolastica; di conseguenza il superamento delle
difficoltà connesse con questi compiti incide positivamente sull’esperienza personale di riuscita o di
insuccesso.
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Bibliografia
Amerio P., Boggi Cavallo P., Palmonari A., Pombeni M. L., Gruppi di adolescenti e
Bonino S., Cattelino E., Ciairano S. Adolescenti e rischio. Comportamenti, funzioni e fattori
Buzzi C., Cavalli A., de Lillo A. Giovani del nuovo secolo. Quinto rapporto IARD sulla
Buzzi C., Cavalli A., de Lillo A. Rapporto giovani. Sesta indagine dell’Istituto IARD sulla
Caprara G.V., Fonzi A. L’età sospesa: itinerari del viaggio adolescenziale. Giunti Edit.
Firenze 2000.
Choi J. e Hanafin M., “Situated cognition and learning environments: Roles, structures and
implications for design”, Educational Technology Research and Development, 43(2): 3–69.
1995.
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compiti di sviluppo
Guichard, J., L’école et les représentations d’avenir des adolescents, PUF, collection: Le
Havighurst R. J., Human development and education, Longmans, Green and co., New York
1953.
Lave J., Wenger E., Situated Learning: Legitimate Peripheral Participation, University
Lankard B. A. “New ways of learning in the workplace”. College Park, MD: ERIC
Ligorio M. B. L’apprendimento collaborativo. Dal gruppo alla rete, Edizioni Carlo Amore,
Roma 2003.
Petrillo G., Caso D. Promuovere la salute nei contesti educativi. Franco Angeli Edit.
Milano 2008.
Pope A., McHale S., Craighead E., Migliorare l'autostima : un approccio psicopedagogico
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