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Approssimazione al sistema semantico-st?listico del
Sentimento del Tempo di Ungaretti
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Paglia: Sentimento del Tempo 469
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470 Otto/Novecento
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Paglia: Sentimento del Tempo 471
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472 Otto/Novecento
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Pagua: Sentimento del Tempo 473
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474 Otto / Novecento
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Paglia: Sentimento del Tempo 475
futuro pi? lontano; e dalla chiusura quasi costante nello spazio ristretto
della situazione: dalla trincea alia casa (anche se, a volte, con le 'subli
mazioni' del balzo c?smico) nell'Allegria, alio sfondamento di ogni bar
riera, nel dilungarsi sconfinato dello spazio esterno, nel grande pal
coscenico dell'ES, nel Sentimento.
II sistema logico-semantico
II sistema logico-semantico del Sentimento, pur partendo dai pr?
supposa tematici dell'Allegria,n subisce alcune variazioni o rettifiche
di senso12: al persistente asse semico vita-morte (ma, ovviamente, con
diversificazione di percorsi e di prospettive esistenziali e situazionali)
si affianca il nuovo rapporte di contrariera innocenza-peccato (o armo
n?a ? conflitto interiore) che, pur insistendo sul dualismo positivo
negativo, sposta sul piano della globalit? esistenziale quello allegresco
pace-guerra.
Le conseguenti relazioni di complementarit? stabilit? tra i fattori vita
innocenza e morte-peccato istituiscono tra loro un ulteriore rapporto di
contrariera che pu? essere individuato nella dialettica (attuata per mezzo
della memoria religiosa da una parte, e, dall'altra, della storia determi
nara proprio dal peccato originale e dal sentimento del tempo) tra la
nostalgia di un luogo ed?nico (il b?blico Paradiso Terrestre, prefigurato e
preceduto nelle prime tre sezioni del Sentimento dall'evocazione del
cosmo della mitolog?a greca) e l'aspirazione alia Terra promessa (la ricerca,
nel tempo terreno, della patria incorrotta, ma anche geogr?ficamente
determina ta: l'Italia, o, nel tempo metafisico, della patria celeste13).
L'altro rapporto fondamentale di contraddizione che si stabilis?e tra
le due relazione di contrariera innocenza-peccato e vita-morte ? rappre
sentato dall'incommensurabile distanza tra l'uomo e Dio (o tra terreno
e metafisico).14
II "sentimento del tempo" appare veramente come l'elemento cen
trale e fondante della raccolta: esso non solo si dispiega nella per
cezione del fluir? dei giorni, delle stagioni (delle quali l'estate ? ed il
suo emblema solare ? rappresenta l'acme distruttivo e corrosivo15) e
della vicenda della vita umana, della quale le varie fasi del giorno e
dell'anno appaiono come assidua met?fora (cfr., per es., Le stagioni, e O
notte in cui il richiamo all'alba e all'autunno allude alla giovinezza e
all'et? matura), ma si pone all'intersezione dei vari assi semici di con
trariera e contraddizione, dando significato profondo alla dialettica dei
poli: innocenza-peccato, mito-storia, Eden-Terra promessa, vita-morte,
uomo-Dio i quali vengono convogliati proprio nella din?mica tempo
rale, apparendo in una sorta di sovrapposizione o identificazione di
elementi.
Il Sentimento del Tempo si sviluppa in due fasi i cui limiti cronologici
appaiono, almeno parzialmente, sovrapposti per intersezioni, o ritorni,
della prima fase nello sviluppo della seconda: la fase mitica, individu
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476 Otto/Novecento
abile ? coi limiti predetti ? nelle prime tre sezioni (Prime, La Fine di
Crono, Sogni e Accordi), e quella ed?nica (o preistorica), e storica, coinci
dente, con qualche approssimazione, con le altre sezioni, soprattutto
con gli Inni e con La morte meditata.
Nella prima fase, il tempo lineare, pur apparendo nelle varie scan
sioni, viene ricondotto alla circolarit?: il flusso temporale ? convogliato
in una vicenda ciclica, ed anche la memoria ? circolare e riattualizza
trice dell'evento mitico. In questo modo, la circolarit? mitica si avvici
na alla atemporalit? psichica del profondo (inconscio).
I fantasmi della mitopoiesi spontanea delY Allegria si trasformano,
oggettivandosi, nelle figurazioni antropologiche della "consapevole
mitografia."16
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Pagua: Sentimento del Tempo 477
memoria incessante, / Le nuvole della tua polvere, / Non c'? vento che
se le porti via?" / / Gli occhi mi tornerebbero innocenti / Vedrei la pri
mavera eterna // E, finalmente nuova, / O memoria, saresti ones ta,"
in Caino), ma non solo del peccato personale, ma anche, e soprattutto,
di quello originale dell'umanit?, cos? corne ? prospettato dalla Bibbia
("In un giardino puro / Alla luce ti di? l'ingenua brama / E la pace fu
persa, La morte meditata, Canto primo; "La beffa infinita dei padri," Canto
terzo), peccato originale in cui si rispecchia e si identifica la caduta del
l'io lirico.
Il peccato originale ? la causa, da una parte, della perdita dell'Eden,
dell'immortalit? (e dell'innocenza), e dall'altra, della morte ("M'inse
gui, morte. / In un giardino puro / Alla luce ti di? l'ingenua brama /
E la pace fu persa," La morte meditata, Canto primo), e, quindi, della
Storia ("Emula sofferente dell'eterno. // Madre velenosa degli evi" (La
morte meditata, Canto primo).
La caduta suscita, tuttavia, la tensione verso la reintegrazione, il
desiderio della sublimazione, del riscatto, e del perdono ("Un'anima si
fa senza pi? peso.... Chi terne pi?, chi giudica?" Senza pi? peso; "scala
di riscatto," La preghiera) per cui l'innocenza ed?nica, la cui nostalgia ?
una costante ferita dell'io lirico, non ? pi? raggiungibile all'indietro, nel
ritorno aile origini, ma in avanti, in una sorta di sovrimpressione o iden
tificazione dei due itinerari, nella dimensione metaf?sica, nella celeste
Terra Promessa ("Signore, sogno fermo.. .. Vorrei di nuovo udirti dire /
Che in te finalmente annullate / Le anime s'uniranno / E lass? for
meranno, / Eterna umanit? / Il tuo sonno felice" in La Preghiera; "Per
condurmi, Madre, sino al Signore," "E solo quando m'avr? perd?nate"
in La Madre).
L'evento della morte si colloca, corne si ? dette, nella prospettiva
temporale, storica, ma, da un altro punto di vista, costituisce l'uscita
dalla tangente della storia, l'inserimento nella dimensione metaf?sica,
il ricongiungimento col tempo ed?nico.
La morte pu?, inoltre, inserirsi anche nella dimensione favolosa (cfr. Inno
alla morte: "Immemore sorella, morte, / L'uguale mi f arai del sogno / Bacian
domi. // Avr? il tuo passo, / Andro senza lasciare impronta. //Mi darai il
cuore immobile / D'un iddio, sar? innocente / Non avr? pi? pensieri n?
bont?") ma appare, soprattutto, o come la fonte della storia ("Madre vele
nosa degli evi," La morte meditata, Canto primo) o come il punto terminale
di un itinerario cristiano, religioso (La Madre), inserendosi nel primo
caso nella sequenza mitica, e nel secondo in quella storica, e nel terzo
in quella soteriologica (nella storia della salvezza) e cristocentrica.
Ma il tempo postedenico, tempo del peccato e della morte, ? anche
quello del riconoscimento (oltre che della frattura tra innocenza e pec
cato) dell'incommensurabile distanza tra l'umano e il divino, dello
spazio immenso tra l'uomo e Dio che pu? essere riempito solo da un
gratuito arto divino: tale prospettiva si inserisce nella visione del barocco
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478 Otto/Novecento
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Pagua: Sentimento del Tempo 479
II sistema simbolico-archetipico
II sistema simbolico-archetipico delYAllegria, a struttura binaria e
quadripartite (incentrato sulle polarit? positiva e negativa degli arche
tipi: a) cielo-aria-luce, b) acqua-terra, c) fuoco-sole distruttivi, d) deser
to-aridit?) permane quasi immutato nel Sentimento con la sola introdu
zione, o meglio col potenziamento (la moltiplicazione delle ricorrenze)
dell'elemento del Sole distruttivo, individuate nelle manifestazioni del
l'Estate, e collegato all'altra polarit? negativa dell'arsura, del deserto.
Esemplari, a tale proposito, son? le composizioni 1) Di luglio, 2) D Agosto,
3) il secondo tempo delle Stagioni in cui si accampano le figurazioni del
l'estate e della luce solare accecante fino all'oscurit? ("?vido lutto" [1],
"? gi? oscura e fonda / L'ora d'estate" [3]), i segni dell'aridit?, della pol
verizzazione ("Macina scogli" [1], "spolpi selci. . . . Risvegli ceneri" [2]),
la consunzione del principio vitale equoreo, col prosciugamento dei fiumi
e delle forre ("Strugge forre, beve fiumi" [1]), l'inaridirsi della vege
tazione ("Si fa d'un triste colore di rosa / Il bel fogliame" [1], "prostrate
messi" [2]) fino alia completa spoliazione e calcificazione della terra
("? l'estate e nei secoli / Con i suoi occhi calcinanti / Va della terra spo
gliando lo scheletro" [1], "Sino ad orbite ombrate spolpi selci" [2]) nei
cui processi si insinua il motivo della morte ("lo scheletro" [1], "lutto . . .
orbite ombrate . . . ceneri nei col ossei ...II Quale Erebo t'url??" [2]
"Gi? verso un'alta, lucida / Sepoltura, si salpa" [3]).
II carattere devastante dell'Estate, nel flusso delle stagioni, appare
met?fora della distruzione operata dal tempo, della difficolt? (o impossi
bilit?) a ritornare a godere di un solo "momento d'innocenza," di rista
bilire la situazione ed?nica (ormai solo rievocabile contraddittoria
mente nel ricordo come nostalgia di innocenza e come irrevocabile
condanna storica) per cui si raddoppia la direzione della freccia tem
porale nella ricerca del "paese innocente," non solo indietro, ma avanti
nel tempo e nell'ultra tempo (nella dimensione metaf?sica, spalancata
dalla morte).
La polarit? positiva dell'archetipo celeste-luminoso-solare ? indivi
duabile, quindi, non nell'acme distruttivo dell'estate (o dell'ora meri
diana), che pure attrae potentemente con la sua vertiginosa irradia
zione luminosa il poeta, ma nel tempo aurorale, nell' "infanzia di cielo"
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480 Otto/Novecento
Le modalit? stilistiche
La serie bipolare che gremisce l'universo sem?ntico del Sentimento
(innocenza vs peccato, tempo vs eternit?, passato vs futuro, Mito vs
storia, Eden vs Terra promessa, presenza vs assenza, dimensione terre
stre vs approdo ultra terreno o metafisico, vita ? e amore? ? vs morte,
e, soprattutto negli Inni l'infinita distanza, un vero e proprio ossimoro
massimo, tra Dio e l'uomo) trova il punt?ale correlativo nel sistema
retorico e nell'articolazione metrico-sintattica della raccolta.
Le modalit? stilistiche del Sentimento possono ricondursi soprattutto
alla estesissima costellazione ossimorica ed antit?tica, alla vibrazione
anal?gica, soprattutto, di tipo appositivo, alla gremita appellazione vo~
cativa, all'aggettivazione evocativa e di illimitata prospettiva, modalit?
di ascendenza barocca, ma anche simbolista, nonch? al rapporte dialet
tico metrico-prosodico-sintattico, di cui si ? gi? par?ate (e, parzialmente,
alla circolarit? interrogativa degli enunciati).
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Pagua: Sentimento del Tempo 481
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482 Otto/Novecento
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Pagua: Sentimento del Tempo 483
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484 Otto/Novecento
dialettica o la divisione e la contraddizione delle diverse istanze
semantiche, e, d'altra e correlativamente, di rappresentare il tentativo
di gremire lo spazio vuoto della pagina dell'universo, di coprire il
silenzio della comunicazione, di dare uno sbocco all'insensata disper
sione umana, di restringere Fabissale distanza tra l'umano e il divino.
D'altra parte, le proposizioni interrogative che costellano i testi soprat
tutto degli Inni ("Perch? le apparenze non durano? . . . Perch? crei,
mente, corrompendo? / Perch? t'ascolto? / Quale segreto eterno / Mi
far sempre gola in te? ... Ma avremmo vita senza il tuo variare, / Felice
colpa?" in Danni con fantasia; "Non sarei degno di tornare in me? . . . Per
cadere in servit? di parole? . . . Non ti conoscono pi? che di nome? . . .
Mi discaccerai alla morte? . . . Anche la fonte del rimorso ? secca? . . .
Di noi nemmeno pi? ridi? ... La tua legge quai ?? ... Tu vedi, anima
troppo matura, / Quel che sar?, caduto nella terra? ... E null'altro ? la
nostra sorte? / / E tu non saresti che un sogno, Dio? ... Pi? non abbagli
tu, se non uccidi?," nella Piet?; "Sei tu fra gli alberi incantati? ... Anima,
non sapro mai calmarti? .. . Mai non vedro nella notte del sangue? ..,
Non c'? vento che se le porti via?," in Caino; Perch? non ti raccatta / La
mano ferma del Signore? . . . Perch? non pu? soffrire / Se non rapi
menti terreni?" in Dannazione) immettono nelle pagine il profilo elicoi
dale, inconcluso della domanda inevasa, la straziante ellisse del grido
che ricade su se stesso senza ottenere risposta, nella sospensione comuni
cativa (apparendo come il trasferimento sul piano linguistico-poetico
delle volute avvolgenti, delle forme a spirale dell'arte barocca).
La litania quasi ipnotica dei sintagmi metaforici appositivi e della no
minazione vocativa, la sequenza incalzante della costellazione degli ossi
mori e delle antitesi, Fansiosa spirale delle interrogazioni che esplode nel
cortocircuito comunicativo, Faccanita scansione, la segmentazione sintat
tica degli enunciati, Faccumulazione lessicale, con le quali modalit? viene
diviso, e gremito (e moltiplicato) lo spazio dell'universo testuale ("Ho
popolato di nomi il silenzio"), squadernano, soprattutto negli Inni, tutto lo
strazio e la disperazione per il vaneggiamento umano, per la distanza tra
Dio e Fuomo ("Perch? non ti raccatta / La mano ferma del Signore?" "Tu
non mi guardi pi?, Signore ..."), per la raggelante 'dissolvenza' divina e
per il vuoto del cosmo (che derivano da quella distanza) che si tenta di
ridurre gremendo lo spazio dell'universo reale (la "numerosa solitudine"),
cercando di interrompere il silenzio di Dio con Fincalzante sollecitazione
("Dio guarda la nostra debolezza / / Vorremmo una certezza.... Liberami
dall'inquietudine," La piet?; "Fa' che torni a correr? un patto. // Oh!
rass?r?na questi figli. . . . Fa' ancora che sia scala di riscatto / La carne
ingannatrice," La preghiera), con il grido moltiplicato (che riecheggia il
Salmo 87: "Ma a te, o Signore, io levo il grido.... Perch?, o Signore, riget
ti, la mia preghiera / rivolgi la tua faccia da me?" [La Sacra Bibbia, (Firenze:
Salani, 1959) 742] e le l'invocazione di Cristo sulla croce: "Dio mio, perch?
mi hai abbandonato?" [Marco 15, 34; La Sacra Bibbia 1454]) che esige ed
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Pagua: Sentimento del Tempo 485
LUIGI PAGLIA
Universit? di Foggia
NOTE
'Sui rapporti tra i due testi, cfr. Gerini 303 e ss. Sullo stesso argomento e sui testi francesi di
Ungaretti, cfr. l'acuta ed esaustiva analisi di Aristodemo e De Meijer.
2Sulle differenze tra sperimentazione e correzione ha scritto notazioni molto acute Curi:
"Parlare di lavoro 'correttorio' a proposito del primo Ungaretti pu? far dunque correr? il rischio
di un discorso approssimativo, se non improprio. Cardarelli e Saba correggono, Ungaretti speri
menta, e sperimenta da scrittore partecipe dell'intr?pida tensione intellettuale che ? propria delle
avanguardie. . . . Sperimentare vuol dire scrivere contempor?neamente in due diverse lingue,
comporre gli stessi testi in due lingue diverse, o testi diversi in lingue diverse, proceder? ora
rispettando quello che Derrida chiama il 'modello lineare della scrittura' ora (Perfections du noir)
viol?ndolo attraverso una costruzione testuale che rinvia, forse pi? ancora che alle 'parole in lib
erta' futuriste alle segm?ntate compagini verbali di Reverdy, tentare la poesia e al tempo stesso la
prosa, dare assetti diversi a una medesima opera, e assetti diversi alia medesima poesia, eliminare
da un componimento interi blocchi di versi, trasferire un blocco da un componimento ad un altro,
mutare titoli, espungere, elaborare per una stessa lirica strutture metrico-prosodiche diverse. Tutto
ci? non indica un'incertezza che non metiera capo a qualcosa di definitivo, testimonia al contrario
di una ricerca inquietissima che avr? alla fine un approdo sicuro e perfetto" (172).
^Sulla questione ha scritto parole definitive Mengaldo nell'introduzione a Poeti italiani del
Novecento: "Tuttavia la 'tradizione' che Ungaretti assorbe e ricicla non va affatto confusa col clas
sicismo che ripropone un Cardarelli. ... ? si la linea Petrarca-Leopardi, ma intanto sottoposta . .
. al corto circuito con un barocco potentemente rivissuto (ed ? il grande barocco di G?ngora e
Shakespeare), cio? con un gusto e una cultura fondamentalmente estranei all'asse portante della
tradizione letteraria nazionale. E soprattutto al 'classicismo' di Ungaretti non immane gi?, nel pro
fondo, il senso della continuit?, ma quello della discontinuit? coi classici, che egli non tanto 'attual
izza' riportadoli aile misure e aile n?cessita del presente (operazione tipica dei restauratori) quanto
'ritrova' individualmente in un moto centrifugo di fuoriuscita astorica dall'attualit?, quasi a
tentare un'altra strada nell'eterna sua ricerca del 'paese innocente'" (lui).
4Notazioni molto acute su taie argomento si leggono in Guglielmi: "l'ambizione di Ungaretti
? quella di integrare la propria parola nella tradizione della poesia italiana, di trasformare una
parola apocalittica e testamentaria in una parola storica, che fosse moderna e avesse la profondit?
della tradizione. Parola dunque non pi? innocente, iniziale, sognata, ma carica di memoria, veri
ficata storicamente, accordata su uno strumento antico. Non che la ricerca dell'innocenza fosse
abbandonata, ma essa trovera ora il suo luogo nella memoria. L'innocenza sar? perseguita non pi?
attraverso una parola aleatoria e abissale (priva di fondamento) ... ma attraverso il recupero della
forma del verso italiano" (47-48). Sulle prospettive della classicit? (e dell'innocenza, della
memoria e del mito) e sul panorama europeo del Sentimento, cfr. la punt?ale ed esaustiva inves
tigazione di Baroncini di cui si riporta un significativo passaggio: "Per Ungaretti classicismo non
significa culto o imitazione dei modelli del passato, ma vera e propria rivitalizzazione della
tradizione, trasmissione di linfa vitale per il nutrimento del nuovo. Si tratta di un classicismo ani
mato daU'inesauribile 'espoir inassouvi d'innocence,' inquieto e inappagato, che avverte la lon
tananza e la perdita forse irrimediabile dell'antico, e tuttavia anela alla sua primigenia freschez
za, con una tensione che potrebbe ricordare la Sehnsucht dei romantici. E un sentimento spesso
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486 Luigi Paglia
contraddittorio, fondato su grandi antinomie e sulFarduo tentativo di sanare il dissidio tra liberta
e disciplina, effimero ed eterno, innocenza e memoria. Leopardi diviene l'archetipo di questa elas
sicit? per cos? dire ossimorica, che non deve nulla come manifesto aH'interpretazione leopardiana
di Cardarelli e degli amici della Ronda. Per questo egli ? il contempor?neo di Picasso e
Stravinskij, Val?ry e Apollinaire, Carra e Fautrier. L'ordine a cui egli aspira ? qualcosa di pi? di
una restaurazione proprio per questo spirito europeo" (9).
~*Tra le due contrapposte interpretazioni della poes?a di Ungaretti proposte dalla critica, e ni
?vate puntualmente da Barenghi (cfr. 5 ss.), ?, a mio avviso, possibile seguir? una linea interpretati
va intermedia che individu! la discontinuit?, ma anche la continuit? delle operazioni poetiche
ungarettiane, in particolare tra VAllegria e il Sentimento.
"Cfr. Testa. Lo studioso ha individuato le caratteristiche che concorrono a costituire il "libro
di poesia": le isotopie semantiche, temporali e spaziali (23 ss.), le isotopie di persone (70 ss.), i
segnali di inizio e di fine (79 ss.), la partizione interna (89 ss.), la presenza delle po?sie di po?ti
ca (96 ss.), i riferimenti a strutture extratestuali (103), la progressione del senso (116 ss.), che
ricorrono nella quasi totalit? nel Porto Sepolto (e, in buona parte, ntW Allegria).
'Nell'Allegria, sul totale delle strutture sintattiehe, la ricorrenza delle frasi principali (comp
rese anche le ellittiche) risulta del 56%, e, tra esse, Fincidenza delle frasi semplici ? del 27%;
inoltre, le coordinate alle principali rappresentano il 10% e le subordinate, esplicite ed implicite,
il 33%. Nel Sentimento, le ricorrenze son? rispettivarnente del 56% (monofrasi 33%), 18% e 26%.
Diversamente da quanto ? affermato da qualche studioso ungarettiano, ? evidente che, nel comp
lesso, il tessuto ling??stico del Sentimento ? pi? segm?ntate nelle strutture molecolari delle
monofrasi, e delle coordinate alle principali, mentre il processo di subordinazione ? pi? marcato
wq\Y Allegria.
?Cfr. il mio saggio "11 sistema sem?ntico delF"Allegria" ungarettiana," La Capitanata N.S.
31.2 (1994) 47-52, poi, con modifiche, in L'urlo e lo stupore. Lettura di Ungaretti 54-60.
^L'evoluzione della po?tica ungarettiana ? ricordata da Di?cono (lxii).
IUTale prospettiva viene presen tata con grande puntualit? interpretativa Di?cono:
"L'innocenza s'identificher? sempre pi? col mito della Parola Iniziale, vissuto istintualmente
x\t\Y Allegria, e riletto poi in dimensione 'm?gica' in Vico, in Leopardi, in Mallarm?, in Blake, in
ogni figura cult?rale (po?tica) in cui gli avvenisse di rispecchiarsi. . ., mentre la memoria, 'pro
fondeur de l'homme,' ripercorsa dentro Fuomo tutta la propria storia come le tappe d'una
iniziazione, 'ha per aspirazione e per missione di superare e abolir? il passato, e di restaurare e di
risollevare la realt? nella sua integrit? e unit? originaria''" (lxiii).
^Per quanto riguarda il sistema logico-semantico e simbolico-archetipico ?t\Y Allegria, si
rimanda al mio libro L'urlo e lo stupore (28-52).
^Le innovazioni (e la continuit? sotterranea) del Sentimento rispetto ?V Allegria sono pre
c?sate da Cambon: "Da una parte Ungaretti lotta contro la tentazione di adagiarsi in una maniera,
e quindi insiste a superarsi; dall'altra riprende gli spunti della sua prima felicissima fase pur entro
il nuovo complesso di assunti tecnici e tematici. . . : ripristino della punteggiatura e, con essa,
della costruzione ipotattica [ma si ? visto che l'incremento ipotattico ? limitato solo aile sezioni
Leggende e L'amore] (77-78).
^Sulle tematiche del Sentimento si leggano le Note di Ungaretti al Sentimento (Ungaretti,
"Ragioni" 529-36) e il "Commente" alla Canzone: "Se pr?ndete il Sentimento del Tempo, vi
tr?vate tre terni principali (principali almeno, per vasta parte del libro, poich? vi son? in esso
anche po?sie come La piet? cui si frammischia in modo prevalente e palese un'al tra esperienza):
il tema dell*aurora ? un*aurora non ed?nica, non di perfetta felicita, in qualche modo contami
nata dalla storia; il tema del desiderio a un ritorno alio state ed?nico; e il tema della morte, del
nulla" (Ungaretti, "Ragioni" 551).
' vDel sistema di relazioni semantiche del Sentimento si propone il quadrate semiologico (con
qualche ritocco o variazione rispetto alio schema te?rico greimasiano: cfr. Greimas, Del senso 145
ss. e Senso 2, 47 ss.) che coincide quasi perfettamente colla struttura archetipico-simbolica i cui
elementi (che corrispondono quasi esattamente con quelli ??iV Allegria, il cui schema relativo al
sistema logico-semantico e a quello archetipico-simbolico ? riportato nel mio libro L'urlo e lo stu -
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Sentimento del Tempo di Ungaretti 487
22per un raffronto num?rico delle varie tipologie di figure nelle due prime raccolte ungaret
tiane si presenta la seguente sintesi (tratta da Gutia):
Allegria Sentimento
metafore prepositive 32 16
similitudini 18 6
metafore appositive 0 10
aggettivazione evocativa 37 93
ossimori-antitesi 8 24
sinestesie 8 9
2^Sul vocativo Ossola ha scritto notazioni illuminanti: "Un richiamo dall'oblio, un invocare
dal silenzio: il gesto si fa subito vocativo: il 'vocativo' di Ungaretti di fronte al 'nominativo di
M?ntale' nasce di qui, dal fatto che non c'? un 'correlativo oggettivo' nel presente degno di essere
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488 Luigi Paglia
nominate, ma il segno ? tutto nella memoria, in parole antiche da richiamare dal remoto; nel voca
tivo infatti dimorano, sin da principio nel Sentimento, i 'simulacri' evocati dal Petrarca" (300).
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