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Con Cartesio la filosofia approda a terra, prima di lui navigava a vista, cioè aveva

perso un po' la sua capacità di essere sistematica che aveva raggiunto i suoi massimi
con Platone e Aristotele, ma soprattutto platonismo e aristotelismo avevano fatto sì
che questa disciplina si disgregasse, perdesse la sua identità, diventando una sorta
di ancella della teologia. Decadendo anche qualitativamente questa disciplina, che
ormai non produceva più un pensiero autonomo, ma era piegata una spiegazione a
qualcosa che era stato già detto ipse dixit, è come se avessi esaurito la sua funzione.
Età moderna→ Concedette alla filosofia di rinnovarsi e di ritrovare la sua identità.
Lo fa grazie a Cartesio che individua delle tematiche strettamente moderne:
 Metodo, il procedere della filosofia, quale metodo deve seguire.
 Autonomia della ragione, soggetto il suo ruolo nel mondo e ruolo che ha
l’interiorità del soggetto
Da questo punto di vista Cartesio attinge al sapere che ha cercato di rivedere in
maniera critica.
Metodo: richiama i tentativi di Bacone→ sulla scia di Bacone possiamo individuare
delle convergenze. Entrambi affrontano le tematiche del metodo e dell'Autonomia
della ragione, ma ottenendo diverse conclusioni. Queste due problematiche sono
l'una legata all'altra, perché la modernità nasce quando su questioni metodologiche
fondamentali, che l’umanesimo aveva via via preparato e il Rinascimento avevo
accolto. Cartesio è un filosofo estremamente sistematico, la filosofia torna ad
essere sistemati. All'interno dell'evoluzione del suo pensiero c'è una linearità non
indifferente.
Bacon: empirista si trova davanti a un vicolo cieco→ l'impossibilità alla fine di
decidere cosa è vero e cosa è falso.
Esiti del razionalismo: saranno più interessanti (Cant, più grande filosofo dell'età
moderna, anticipa le tematiche dell'età contemporanea).
Cartesio parte dai presupposti di tipo baconiano, cioè riflettere criticamente sul
sapere che c'è stato tramandato.
Sapere: lo definisce un gigante con i piedi di argilla, basta dare un colpo è destinato
a crollare.
Metodo: procedere attraverso.
Esempio: come quando devo intraprendere un viaggio si deve stabilire un percorso,
se devo arrivare a Parigi la strada più semplice è quella che passa per Napoli e
Milano. Quello che hanno fatto I filosofi prima di lui era dispendioso per il sapere,
arrivavano a dei risultati, ma attraverso una fatica immane. Come fare per capire se
esiste un metodo efficace? Esistono delle discipline il cui metodo è infallibile? La
matematica e la fisica.
Possiamo trasportare questo metodo in tutte le arti discipline? Probabilmente sì
Le regole del metodo sono:
 Evidenza, accogliere come vero solo ciò che risulta evidente ossia chiaro e
distinto
 Analisi, suddividere ogni problema complesso nei suoi elementi più semplici
 Sintesi, risalire dal semplice al complesso
 Enumerazione e revisione, numerare tutti gli elementi individuati mediante
l'analisi e rivedere tutti i passaggi delle sintesi
Quindi abbiamo visto le 4 regole del metodo, adesso vediamo le caratteristiche del
metodo:
1. la sua universalità ossia il suo essere un metodo adatto e utilizzabile per tutto
2. poi il metodo deve essere fecondo perché deve dare un risultato attraverso le
regole che abbiamo visto poco fa
3. poi deve essere matematico perché abbiamo visto che la base di partenza del
metodo è la matematica visto che la matematica già applica di suo il metodo. Il
linguaggio matematico è il linguaggio da cui partire per analizzare tutto persino le
passioni come fece nel suo libro “Passioni dell’anima”.
4. infine il metodo deve essere metafisico perché, secondo Cartesio Dio non è
escluso del tutto perché Dio secondo lui è il garante del funzionamento del metodo.
Però è utile già sapere che la sua fortissima razionalità tant’è che lui è il fondatore
del razionalismo filosofico, non lo porta ad escludere completamente Dio. del resto
lui è stato quello che dopo aver sognato il suo metodo aveva fatto un voto alla Madonna di Loreto
per cui si suppone che fosse credente.

Rifondare il sapere, significa rifondarlo da due punti di vista: teorie ed esiti


Ex: astronomia→ eliocentrismo (il Sole è immobile al centro dell'universo, mentre la
Terra e i pianeti ruotano su orbite circolari intorno ad esso ) e geocentrismo (la terra al
centro dell’universo)

Per arrivare a dei nuovi risultati più attendibili di prima, abbiamo bisogno di
ragionamenti più efficaci→ metodo= procedere attraverso le cose→ algoritmo del
pensiero che renda tutto più semplice
Individuare quel modo attraverso il quale posso sviluppare tutte le potenzialità della
scienza senza perdermi in percorsi troppo lunghi→ risposta di Tycho Brahe
all’astronomi
Tutti quei sistemi (sistema copernicano eliocentrismo, ticonico) avevano delle
potenzialità di calcolo, che effettivamente riuscivano ad obbedire allo scopo, che era
quello di individuare le traiettorie dei pianeti. Questi sistemi per obbedire anche a
dei principi filosofici complicavano i calcoli, ecco perché tutti si interrogano sul
metodo più efficace. Perché se noi rendiamo più proficuo il nostro tempo attraverso
i calcoli che possono essere semplificati, facciamo ancora di più avanzare il sapere.
Prima di riflettere sul metodo, dobbiamo riflettere sulla materia prima→ idee→
fonte di conoscenza
Idee:
 Innate, quelle che mi sembrano presenti in me da sempre, cioè non derivate
dall’esterno→ Platone ha parlato per primo dell’innatismo della conoscenza
(Menone, schiavo che riesce a produrre delle verità matematiche→ teoria della
reminiscenza). Per spiegare questa sorta di correndo genetico che un uomo
possiede senza doverselo costruire attraverso le esperienze. L’idea di Dio,
queste idee innate, ce le ha messe Dio stesso, solo lui potrebbe aver lasciato
quest’impronta dentro di noi. Per dimostra che Dio esiste e che è solo lui
l’artefice di queste idee, Cartesio si fa aiutare da un filosofo cristiano,
Sant’Anselmo, che fa parte di una filosofia autorevole, medioevale che cerca
di dimostrare l’esistenza di Dio e cerca di dimostrarlo in modo razionale→
dobbiamo capire come sta nella nostra testa→ “Dio è ciò di cui non si può
pensare nulla di più grande” = prova ontologica, è l’assioma dell’esistenza di
Dio→ ciò di cui non si può pensare, nulla di più grande significa ciò che è
perfetto= completo→ pensare ad un Dio che è perfetto, ma non è esiste
sarebbe una contraddizione logica→ Dio in quanto perfetto non può non
esistere
 Avventizie, quelle che mi sembrano estranee a me, cioè derivatemi dal di
fuori→ sono quelle che mi derivano dai sensi, anche Galilei aveva adoperato i
sensi per costruire la conoscenza (esperimenti sull’oscillazione del tempo, i battiti
del suo polso)
 Fattizie, quelle formate ò trovate da me stesso→ completamente costruite
dagli uomini (l’ippogrifo, sirena)
*Il dubbio metodico: riguarda inizialmente le conoscenze sensibili, con l'ipotesi del “genio
maligno” si estende alle conoscenze matematiche e diviene dubbio iperbolico o
universale. L'unica verità che si sottrae al dubbio (in quanto il dubbio stesso la conferma) è
la seguente: Cogito ergo sum
Genio maligno: una potenza malvagia che ci inganna facendoci apparire chiaro ed evidente
ciò che è falso assurdo. che si insinua nel nostro mondo e nelle nostre menti ingannandoci,
facendoci credere che sia vero ciò che in realtà è falso. Questo genio maligno e i suoi inganni ci
portano a dubitare di qualunque cosa.

Problema fondamentale= capire se i nostri pensieri sono o meno fondati


Per applicare il metodo io devo già avere un’evidenza, ma chi mi garantisce che
quella evidenza è valida per fondare il sapere? Se io ho un’evidenza davanti a me,
costruisco una catena di ragionamenti, applico l’algoritmo del pensiero, però il
punto di partenza non è dimostrato ho perso tempo. Questo dubbio è innanzitutto
metodico perché riporta al fondamento del metodo→ dubbio metodico diventa
iperbolico, quando partendo dal fatto che io posso mettere in dubbio le conoscenze
sensibili e le idee che mi derivano dai sensi, io ipoteticamente posso mettere in
dubbio ogni cosa, perché nulla è garantito ed ecco il dubbio da metodico diventa
iperbolico.
*Iperbole= estendere un ragionamento a qualcosa di più ampio→ estendere i dati a un
universo di cose

Dubbio iperbolico= partendo dal metodo potrebbe potenzialmente investire tutte le


mie certezze
L’io come soggetto pensante: io non esisto se non come cosa che dubita, cioè come
cosa che pensa. La proposizione “io esisto” equivale dunque alla proposizione “io
sono un soggetto pensante”, cioè spirito, intelletto o ragione.
E la mia esistenza di soggetto pensante è certa come non lo è l'esistenza di
nessuna delle cose che penso. Può ben darsi che ciò che io percepisco non esista;
ma è impossibile che non esista io, che penso di percepire quell'oggetto. Su questa
certezza originaria, su questa verità necessaria, deve dunque essere fondata ogni
altra conoscenza.
(razionalismo puro che esclude i sensi dalla conoscenza vera propria, quindi è
conoscibile solo ciò che è mentale, no come quei giudizi che sono analitici a priori, in
Kant diventa precondizione della conoscenza vera e propria) → Cogito: può
dimostrare che l’uomo può dubitare, ma non ho la certezza che tutto ciò di cui
dubito è reale
solipsismo= io posso dubitare di tutto tranne del fatto che sto dubitando da cui
prendeva le mosse la filosofia cartesiana
RES COGITANS
Dalla prima evidenza, COGITO ERGO SUM, l’uomo ha coscienza di essere una
“sostanza pensante” ovvero RES COGITANS, che viene identificata con l’anima. Essa
ha la caratteristica di non essere assolutamente necessitata, ovvero è libera e non
estesa: “sono una sostanza la cui intera essenza o natura consiste nel pensare, e che
per esistere, non ha bisogno di alcun luogo, né dipende da alcuna cosa materiale.”
(Discorso sul metodo)
Res Extensa
La res extensa ha una caratteristica ineliminabile: l’estensione, che è proprio ciò che
fa esistere un corpo materiale. Tutto ciò che è corpo ha caratteristiche diverse da ciò
che è pensiero. La res extensa è basata sul meccanicismo (sostanza estesa); la res
cogitans è il regno della libertà.

Il meccanicismo cartesiano afferma che l'universo è composto da materia e


movimento (la res extensa) e la materia è composta da elementi che non si
muovono a caso, ma secondo leggi ben precise.
Per Cartesio, dunque, l’uomo si differenzia dagli altri esseri viventi in quanto è
unione di: Res Cogitans; Res Extensa.
Però: come è possibile che due sostanze radicalmente eterogenee possano essere
unite? E come spiegare le loro evidenti interazioni? Ad es.: l’anima induce il corpo a
muoversi, oppure il dolore corporeo induce tristezza nell’anima.
La Ghiandola Pineale
Per spiegare le interazioni tra le due sostanze, Cartesio ricorre alla “ghiandola
pineale”. Essa è la ghiandola posta dietro al cervello, dove –a detta di Cartesio -res
cogitans e res extensa entrerebbero in contatto e si scambierebbero informazioni
attraverso gli “spiriti animali” (i nostri impulsi nervosi) che sono prodotti dalle
percezioni esterne e che a loro volta producono il movimento del corpo.
Critica di Hobbes: Contro il "Cogito ergo Sum" (Penso dunque Sono) di Cartesio
Se l'IO è la SOSTANZA di un ATTO, allora si potrebbe dire " IO sto passegiando,
dunque IO sono una passeggiata". Ciò che pensa potrebbe benissimo essere il corpo
e il cervello, qualcosa di puramente materiale.
Risposta di Cartesio:
L'uomo NON passeggia costantemente ma PENSA sempre. Il pensiero NON esiste da
solo ma ESIGE un soggetto che compie l'ATTO del pensare e tale atto è immateriale.
La RES COGITANS è priva di materia

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