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GLI ANNI SACRI - è un grande progetto che però MANZONI lascia inconcluso:

voleva scriverne 12, uno per ciascuna festività dell’anno liturgico; li ha interrotti perché riteneva la forma
della tragedia più appropriata e utile al suo scopo. Ne scrive solo cinque, con alcuni frammenti di altre
(Ognissanti, su cui ritornerà ma lascerà inconclusa)

1. Resurrezione 1812

2. Il nome di Maria 1812-1813

3. Natale 1813

4. La passione 1815

5. LA PENTECOSTE. 1817-1822

È STRUTTURATA IN 3 PARTI:

 annunciazione della festa;


 narrazione del fatto storico;
 riflessione sul significato che la festa ha per lui e per il popolo cristiano.

PARAFRASI

1-8 Madre dei santi, immagine della città celeste, custode eterna del sangue incorruttibile; Tu che soffri,
combatti e preghi da tanti secoli, che dispieghi le tende da un mare all’altro;

9-16 Terreno fertile di quelli che sperano; Chiesa del Dio vivente, dov’eri? Quale angolo della terra di
ospitava mentre nascevi, quando Cristo, trascinato dai malvagi a morire sul monte, insanguinò la terra del
suo altare sublime?

17-24 E quando la salma divina, uscita dal sepolcro, emise il potente respiro della vita resuscitata; e quando,
portando sulle palme il prezzo del perdono, ascese da questa polvere al trono del Padre;

25-32 Compagna del suo dolore, consapevole dei suoi misteri, tu, figlia immortale della sua vittoria, dov’eri?
Vigile solo perché impaurita, sicura solo nell’oblio, stavi tra mura sicure, fino a quel giorno sacro,

33-40 quando discese su di te lo Spirito che fa tutto nuovo, e accese la fiaccola non consumabile nella tua
mano destra; quando ti collocò su un monte come faro dei popoli, e fece sgorgare la fonte della parola dalle
tue labbra.

41-48 Come la luce si diffonde velocemente su ogni cosa, e dovunque si posa ne esalta i colori; nello stesso
modo risuonò la voce dello Spirito in ogni lingua: l’arabo, il parto e il siriano ascoltarono la sua parola.

49-56 Adoratore dei falsi dèi presente in ogni terra, volgi lo sguardo a Gerusalemme, ascolta quel santo
grido: la terra, stanca della schiavitù, ritorni a Dio: e voi, spose, che date inizio a un’epoca più felice,

57-64 voi che siete svegliate dall’improvviso muoversi del bambino nascosto; voi già prossime al doloroso
parto; non pregate la falsa dea propiziatrice del parto: ciò che cresce nel vostro grembo è riservato a Dio.

65-72 Perché la serva sospira ancora mentre bacia i bambini? E guarda invidiosa la madre che nutre i figli
liberi? Non sa che il Signore eleva con sé al suo regno i miseri? Che pensò a tutti gli uomini nel suo dolore?
73-80I cieli annunciano una nuova libertà, nuovi popoli; Nuove conquiste e una gloria conquistata in prove
più belle; una nuova pace, resistente alle paure e alla tentazione, una pace che il mondo può deridere ma
non rubare.

81-88 O Santo Spirito! Ti preghiamo supplichevoli ai tuoi solenni altari; siamo soli in boschi inospitali; persi in
mari deserti; dalle gelide Ande al Libano, dall’Irlanda alla rocciosa Haiti, sparsi ovunque ma uniti nell’animo
per te.

89- 96 Noi ti imploriamo! Misericordioso Spirito, discendi ancora, benevolo a chi ti prega, benevolo a chi ti
ignora; discendi e rigenera; rianima i cuori spenti nel dubbio; e il vincitore sia la divina grazia verso i vinti.

97-104 Discendi, o Amore; attutisci negli animi la rabbia superba: dona pensieri che il giorno della morte uno
non debba rinnegare; la tua benefica virtù alimenti i tuoi doni; così come fa il sole che fa aprire il fiore dal
germe pigro;

105-112 che poi, non colto, morirà lentamente sull’erba umile , e non solleverà i colori accesi della corolla
schiusa se non si fonderà con quella tiepida luce diffusa nell’aria, datrice di vita e nutrice instancabile.

113-120 Noi ti imploriamo! Scendi, o alito piacevole, nei languidi pensieri dell’infelice, brezza consolante:
scendi come bufera, sui pensieri superbi del violento: ispira in essi un’inquietudine che li educa alla pietà.

121- 128 Attraverso di te il povero alzi gli occhi al cielo, trasformi il dolore in gioia pensando a Colui al quale
assomiglia: colui a cui fu donato in abbondanza, doni con fraternità, con quel silenzio pudico, che rende il
dono gradito.

129- 136 Mostrati nell’indescrivibile riso dei nostri bambini; Spargi il rossore casto sul viso delle ragazze;
manda alle suore le pure gioie interiori; consacra il sacro amore delle spose.

137-144 Modera l’indole troppo sicura dei giovani baldanzosi; sorreggi il proposito degli uomini verso una
meta magnifica; gratifica la vecchiaia di desideri lieti e santi; brilla nello sguardo vagante di chi muore
sperando.

Il testo è diviso in 18 strofe di otto settenari con alternanza di versi sdruccioli e versi piani

 lo schema delle rime è ABCBDEEF, con i versi non rimati sdruccioli.

- Pentecoste = festa cristiana che celebra la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli (50 giorni dopo la
Pasqua):

 coincide con l’inizio della loro missione, e quindi con la nascita della Chiesa.
 diffusione della parola di Cristo nel mondo = in realtà è una poesia sulla Chiesa.

- Il testo ha avuto una lunga gestazione:

 ha accompagnato tutta la riflessione sulla sua vita.


 passano dieci anni tra il progetto e la stampa.
 inizia la scrittura nel 1839 tra continui arresti e riprese, il testo definitivo è del 1855.

ESERCIZI SUL TESTO

1- Gli inni sacri composti dal Manzoni sono 5:la Resurrezione, il nome di Maria, il Natale,la Passione e
la Pentecoste. Ne esiste anche una sesta “Ognissanti”, ma rimasta incompleta.
2- Voleva scrivere un Inno sacro per commemorare ogni festività dell’anno liturgico.
3- Pentecoste è festa cristiana che celebra la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli (50 giorni dopo
la Pasqua) e coincide con l’avvento della chiesa Cristiana.
4- Il motivo della redenzione, essa è sempre presente in tutti gli Inni sacri poiché ogni volta esso si
rinnova nella celebrazione liturgica. L’umanità non ha la forza morale di conservare la Grazia
acquisita con il battesimo, ma ha bisogno della continua assistenza dello Spirito Santo.
5- Il poeta invoca la discesa dello spirito santo nelle menti e nei cuori di tutti gli uomini al fine di
guidarli nella realizzazione della pace, della giustizia e dell’eguaglianza.
6- 1 (vv.1-48) LA VITA DELLA CHIESA PRIMA DELLA DISCESA DELLO SPIRITO SANTO;

2 VV. (49-80) GLI AVVENIMENTI SUCCESSIVI ALLA DISCESA DELLO SPIRITO SANTO; 3 vv (81-144)
INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO.

7- Manzoni descrive in modo primario lo stato della Chiesa prima della discesa dello Spirito Santo e si
chiede dov'era questa quando Cristo fu portato dai malvagi sul colle Golgota e dov'era quando
questo, resuscitato, salì alla destra del Padre. La Chiesa era solo preoccupata del suo timore e
rimase rinchiusa nel cenacolo fino a quando discese lo Spirito santo, che accese la fiaccola in
consumabile dalla fede e aprì la sorgente della parola. Comincia la seconda parte dell'Inno in cui
sono descritti i primi effetti della predicazione dello Spirito. Poi Manzoni si rivolge ai pagani,
invocandoli di guardare verso Gerusalemme, e alle donne che stanno per partorire di non rivolgere
le preghiere a Giunone ma a Dio, perché il loro bambino nasca consacrato a Dio. L'autore si chiede
poi perché la schiava continua ancora a sospirare guardando i pargoli, non sa che Cristo sulla Croce
pensò a tutti i figli di Eva. Lo Spirito Santo è rinnovatore e i cieli annunciano nuove conquiste e una
nuova pace, che il mondo può schernire ma non turbare. Comincia a questo punto la terza ed ultima
parte dell'Inno in cui non più il poeta, ma l'intera umanità si rivolge allo Spirito santo ed invoca per
tutti gli uomini credenti e increduli la sua presenza continua. Manzoni prega lo Spirito di essere
benevolo e favorevole non solo ai credenti, ma soprattutto agli increduli. Poi Manzoni implora che il
povero volga lo sguardo al cielo e i suoi lamenti si trasformino in gioia e che il ricco dia una parte di
ciò che possiede con vergogna. Infine indica i doni dello Spirito in ogni età: di raffrenare l'animo
confidente dei giovani, di dirigere i propositi degli uomini maturi e di aiutare gli anziani a pensare
cose sante e liete.

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