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PARAFRASI primo canto

A metà del percorso della vita umana (all'età di 35 anni), mi ritrovai per una oscura foresta, poiché avevo
smarrito la giusta strada. VV.1-3

Ahimè, è difficile descrivere com'era quella foresta, selvaggia, inestricabile e tremenda, tale che al solo
pensiero fa tornare la paura. VV 4-6

È così spaventosa che la morte lo è poco di più: ma per descrivere il bene che vi trovai dentro, dirò quali
altre cose ho visto in essa. VV.7-9

Non sono in grado di spiegare come vi sia entrato, tanto ero pieno di sonno nel momento in cui lasciai la
giusta strada. VV.10-12

Ma dopo che fui arrivato ai piedi di un colle, là dove finiva quella valle che mi aveva rattristato il cuore di
paura, VV.13-15

alzai lo sguardo e vidi la sua vetta già illuminata dai raggi del sole, che conduce ogni uomo sulla giusta
strada. VV-16-18

Allora si placò un poco la paura che avevo avuto nel profondo del cuore, quella notte che trascorsi con tanta
angoscia. VV.19-21

E come il naufrago che col respiro affannoso, gettato dal mare sulla riva, si volta e guarda alle acque
pericolose da cui è scampato, VV.22-24

così il mio animo, che ancora era in fuga, si voltò indietro ad osservare il passaggio che non lasciò mai
passar vivo nessun uomo. VV 25-27

Dopo che ebbi riposato un poco il corpo stanco, ripresi a camminare lungo il pendio deserto del colle, in
modo tale che il piede più saldo era sempre quello più basso 28-30

Ed ecco che apparve, quasi all'inizio della salita, una lonza snella e molto agile, ricoperta di pelo maculato;
VV.31-33

e non si allontanava di fronte a me, anzi, impediva a tal punto il mio cammino che io pensai più volte di
tornare indietro. 34-36

Erano le prime ore del mattino, e il sole stava sorgendo insieme a quella costellazione (l'Ariete) che era con
lui il giorno della Creazione, 37-39

quando l'amore divino mosse per la prima volta quelle belle cose; Così l'ora del giorno e la stagione
primaverile 40-42

mi davano buoni motivi per sperare bene a proposito di quella belva dalla pelle chiazzata;

ma non al punto che non mi desse paura la vista, che mi apparve subito dopo, di un leone. 42-45

Questi sembrava venire contro di me, con la testa alta e con fame rabbiosa,al punto che persino l'aria
sembrava tremare 46-48

Ed ecco apparire una lupa, che nella sua magrezza sembra piena di tutti i desideri e spinse molte persone a
vivere miseramente; 49-51

questa mi procurò una tale angoscia, col terrore che mi ispirava il suo aspetto, che persi la speranza di
raggiungere la sommità del colle 52-54
E come colui che acquista volentieri, e poi arriva il tempo in cui perde ogni cosa, per cui piange e si rattrista
in ogni pensiero, 55-57

così mi rese la belva senza pace, che venendo contro di me mi sospingeva poco a poco verso il basso,

dove non c'era il sole. 58-60

Mentre io scivolavo a valle, verso la foresta, apparve davanti ai miei occhi qualcuno che non riuscivo a
vedere bene per la penombra. 61-63

Quando vidi costui nel luogo deserto, gli gridai: «Abbi pietà di me, chiunque tu sia, n'anima o un uomo in
carne e ossa!» 64-66

Mi rispose: «No, non sono un uomo, lo sono già stato, e i miei genitori furono della Lombardia, entrambi
nativi di Mantova.67-69

Nacqui sotto il governo di Giulio Cesare, anche se negli ultimi anni, e vissi a Roma sotto il governo del buon
imperatore Augusto, al tempo degli dei pagani.70-72

Fui poeta, e cantai di quel giusto figlio di Anchise (Enea) che fuggì da Troia dopo che il superbo Ilio (Troia) fu
bruciato.73-75

Ma tu, perché ritorni al male della foresta? Perché non scali il colle gioioso, che è principio e causa di ogni
felicità?»76-78

Allora tu sei quel Virgilio e quella sorgente che spande un così largo fiume di parole?» gli risposi
vergognandomi. 79-81

«O tu che sei luce e guida degli altri poeti, mi siano di aiuto il lungo impegno e il grande amore che mi
hanno spinto a leggere la tua opera! 82-84

Tu sei il mio maestro e il mio modello; tu sei il solo da cui io trassi il bello stile che mi ha reso celebre. 85-87

Vedi la belva che mi ha fatto voltare; aiutami da lei, famoso sapiente, poiché essa fa tremare ogni goccia
del mio sangue». 88-90

«Tu devi compiere un altro viaggio,» mi rispose dopo avermi visto piangere, «se vuoi salvarti da questo
luogo selvaggio. 91-93

Infatti, la belva che ti fa urlare non lascia passare nessuno per la sua strada, ma lo impedisce al punto di
ucciderlo. 94-96

E ha un'indole così malvagia e malefica che non può mai soddisfare la sua bramosia, e dopo ogni pasto ha
più fame di prima. 97-99

Sono molti gli animali a cui si accoppia, e saranno sempre di più, finché arriverà il veltro che la farà morire
con dolore. 100-102

Costui non baderà alle ricchezze materiali (terre né ricchezze), ma solo a quelle spirituali (sapienza, amore e
virtù) e la sua nascita avverrà tra feltro e feltro. 103-105

Sarà la salvezza di quell'umile Italia, per cui morirono in battaglia Eurialo e Niso, Turno, la vergine Camilla.
106.108

Costui le darà la caccia per ogni città, finché l'avrà rimessa nell'Inferno da dove l'invidia (del demonio) la
fece uscire per la prima volta. 109-111
Perciò io penso e giudico per il tuo bene che tu debba seguirmi, e io ti farò da guida; e ti porterò via di qui
per guidarti in un luogo dell'Oltretomba (112-114), dove udirai le grida disperate e vedrai le antiche anime
dei dannati, ciascuno dei quali invoca la morte dell’anima (115-117).

E poi vedrai coloro che sono contenti di subire pene (i penitenti del Purgatorio), perché sperano un giorno di
raggiungere i beati del Paradiso. 118-120

E se poi tu vorrai salire a visitare questi ultimi, allora ci sarà un'anima più degna di me per farti da guida:
quando me ne andrò, ti lascerò con lei. 121-123

Infatti, quell'imperatore (Dio) che regna lassù, non vuole che io entri nella sua città, in quanto fui ribelle alla
sua legge (fui pagano). 124-126

Dio ha autorità in tutto l'Universo e in Paradiso governa; qui c'è la sua città e il suo altro trono; oh, felice
colui che sceglie per risiedere in quel luogo!»127-129

E io gli dissi: «Poeta, in nome di quel Dio che non hai conosciuto e affinché io fugga questo male e altri
peggiori, 130-132 ti chiedo ti condurmi là dove hai detto, così che io veda la porta di San Pietro e coloro che
descrivi tanto miseri». 133-135

Allora si mise in cammino, e io lo seguii. 136

PARAFRASI- 3 canto

"Attraverso me si entra nella città del dolore, attraverso me si va nel dolore eterno, attraverso me si va tra le
anime perdute (dannati). 1-3

La giustizia ha fatto agire il mio alto Creatore (Dio): mi hanno costruito la potestà divina (Padre), la somma
sapienza (Figlio) e il primo amore (Spirito Santo). 4-6

Prima di me non fu creato nulla, se non eterno, e io durerò eternamente. Lasciate ogni speranza, voi che
entrate qui".7-9

Io vidi queste parole scritte con colore (o senso) oscuro in cima a una porta, per cui dissi: «Maestro, non ne
capisco il senso».10-12

Ed egli mi rispose, come persona saggia:«Qui è necessario abbandonare ogni esitazione, e non bisogna
essere vili. 13-15
Noi siamo giunti nel luogo dove, come ti ho detto, vedrai le anime dannate che hanno perduto la luce
dell'intelligenza divina». 16-18

E dopo che mi ebbe preso per mano, con volto sorridente che mi confortò, mi fece entrare nel mondo
sconosciuto. 19-21

Qui sospiri, pianti e alti lamenti risuonavano in quell'aria priva di stelle, in modo tale che all'inizio ne piansi.
22-24

Lingue strane, pronunce orribili, parole di dolore, imprecazioni d'ira, voci acute e flebili, e un suono di mani
insieme ad esse 25-27 creavano un frastuono, che rimbomba di continuo in quell'aria eternamente oscura,
proprio come la sabbia quando soffia la tempesta.28-30

E io, che avevo la testa piena di dubbi, dissi: «Maestro, che cos'è quello che sento? e chi sono costoro che
sembrano così sopraffatti dal dolore?» 31-33

Lui mi rispose: «Questa è la misera condizione delle anime tristi di quelli che vissero senza infamia e senza
meriti. 34-36

Sono mescolate a quell'insieme spregevole degli angeli che non si ribellarono a Dio, né gli rimasero fedeli,
ma furono neutrali. 37-39

I cieli li cacciano per non perdere la loro bellezza, né l'Inferno li accoglie nelle sue profondità, poiché i
dannati (rei) potrebbero ricevere alcuna gloria dalla loro presenza». 40-42

E io: «Maestro, che cosa è tanto fastidioso per loro, da farli lamentare così forte?» Mi rispose: «Te lo dirò
molto brevemente. 43-45

Queste anime non possono sperare di morire, e la loro attuale condizione è tanto spregevole che invidiano
qualunque altra sorte. 46-48

Il mondo non lascia che ci sia di loro alcun ricordo; la misericordia e la giustizia divina li sdegnano; non
perdiamo tempo a parlare di loro, ma da' una rapida occhiata e passa oltre». 49-51

E io, guardando, vidi una insegna che, girando su se stessa, correva tanto rapidamente che mi sembrava
non dovesse fermarsi mai; 52-54

e dietro di essa veniva una fila di anime tanto lunga, che non avrei mai creduto che la morte ne avesse
disfatte tante (che ci fossero stati tanti defunti). 55-57

Dopo che ebbi riconosciuto qualcuno di loro, vidi e riconobbi l'ombra di colui che per viltà fece il grande
rifiuto.58-60

Capii all'istante e fui certo che questa era la schiera dei vili che spiacevano tanto a Dio quanto ai suoi nemici
(diavoli). 61-63

Questi sciagurati, che non vissero mai veramente, erano nudi e punti continuamente da mosconi e vespe
tutt'intorno.64-66

Esse facevano sanguinare il loro volto, che cadeva a terra frammisto a lacrime ed era raccolto da vermi
ripugnanti.67-69

E quando spinsi il suo sguardo oltre, vidi delle anime sulla sponda di un grande fiume; allora dissi:
«Maestro, ora concedimi 70-72 di sapere chi sono quelle anime, e quale istinto le fa sembrare così ansiose
di passare dall'altra parte, proprio come mi sembra di vedere nella poca luce». 73-75
Ed egli mi rispose: «Le cose ti saranno chiare quando noi giungeremo sulla triste sponda del fiume
Acheronte». 76-78

Allora, abbassando gli occhi con vergogna, nel timore che parlando potessi dargli fastidio, non pronunciai
parola fino al fiume.79-81

Ed ecco che un vecchio, dal volto coperto da una barba bianca, veniva verso di noi su una barca, gridando:
«Guai a voi, anime malvagie! 82-84

Non sperate di poter mai vedere il cielo: io vengo per condurvi all'altra sponda, nelle tenebre eterne, tra le
fiamme e il ghiaccio.85-87

E tu che sei lì, anima viva, allontànati da costoro che sono morti». Ma poiché vide che io non me ne andavo
88-90, disse: «Tu giungerai all'approdo per un'altra via, per altri porti, non certo qui per passare
(nell'Aldilà); è stabilito che ti porterà una nave più leggera della mia».91-93

E il maestro gli disse: «Caronte, non ti angustiare: si vuole così lassù (in cielo) dove è possibile tutto ciò che si
vuole, quindi non dire altro». 94-96

Da lì in avanti si acquietarono le guance coperte di pelo del traghettatore di quella sozza palude, il quale
aveva gli occhi circondati da ruote di fiamme. 97-99

Ma quelle anime, che erano nude e prostrate, cambiarono colore e batterono i denti, appena udirono le sue
parole crude.100-102

Bestemmiavano Dio e i loro genitori, la specie umana, il luogo, il momento e il seme del loro concepimento e
della loro nascita.103-105

Poi si portarono tutte insieme, piangendo disperati, alla sponda del fiume infernale che attende ogni uomo
che non teme Dio. 106-108

Il demonio Caronte, con gli occhi fiammeggianti come brace, facendo loro dei cenni le raccoglie tutte; batte
col suo remo qualunque di essi che si stenda (sul fondo della barca).109-111

Come d'autunno cadono le foglie, una dopo l'altra, finché il ramo vede a terra tutte le sue vesti 112-114, allo
stesso modo la cattiva discendenza di Adamo (i dannati) si getta da quella riva ad una ad una, rispondendo
ai cenni di Caronte, come un uccello risponde al richiamo.115-117

Così vanno lungo le acque scure del fiume, e prima che siano scese dall'altra parte, di qua si è accalcata
un'altra schiera. 118-120

«Figlio mio,» disse il nobile maestro, «tutti quelli che muoiono in disgrazia si radunano qui da tutto il
mondo; 121-123

e sono ansiosi di passare il fiume, poiché la giustizia di Dio li sprona e fa sì che il timore si trasformi in
desiderio. 124-126

Di qui non passa nessun'anima che sia buona, perciò, se Caronte si lamenta di te, ormai puoi capire cosa
significano le sue parole (che sei destinato alla salvezza)». 127-129

Alla fine di ciò, quei luoghi oscuri tremarono così forte che, dalla paura, il solo ricordo mi bagna di sudore.
130-132

La terra bagnata di lacrime produsse un vento, il quale fece lampeggiare una luce rossastra che sopraffece
ogni mio senso; e caddi come l'uomo preso da sonno (svenni).133-136

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