Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
L’avv. Borri si rivolge alla suprema corte affermando che gli atti hanno natura privatistica,
dunque l’art. 22 dell’accordo quadro non è rilevante e sussiste la giurisdizione nazionale
sulla base della convenzione di Bruxelles del 1968 e la legge di riforma italiana. L’intimata
replica il secondo ricorso che viene respinto. La questione viene risolta sulla base di una
norma consuetudinaria recepita in virtù dell’art. 10 Cost e cioè quella dell’immunità
ristretta/relativa in base alla quale l’immunità degli Stati era riconosciuta per i soli atti iure
imperi e non si estendeva a quelli privatorum con l’ulteriore limitazione che anche la
sovranità trovi limiti nell’immunità quando si tratti di comportamenti lesivi di valori
universali di rispetto della dignità umana. La natura di quell’atto di emissione dei titoli
obbligazionali è privatistica, ma i provvedimenti di moratoria successivi come quello sullo
stato di emergenza dichiarato dall’argentina. Il differimento dei pagamenti di debito
pubblico per garantire il funzionamento dello stato e tutti gli altri hanno finalità
pubblicistica e manifestano la potestà sovrana dello stato. Ciò avviene in virtù delle
finalità pubbliche perseguite in funzione della tutela di bisogni primari per la
sopravvenienza economica della popolazione in un contesto di emergenza. Queste leggi
incidono infatti su diritti patrimoniali stranieri. Queste considerazioni hanno condotto a
concludere il riconoscimento dell’immunità della giurisdizione della repubblica di
argentina in relazione alle pretese di Borri, confermando il principio che l’immunità ricorre
anche nel caso di pretese a contenuto patrimoniale, che riguardino l’ambito pubblicistico.
La Corte a sezioni unite ha dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice Italiano e
compensa le spese di giudizio.