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CASO BOND ARGENTINI

Le sezioni unite della corte di cassazione definiscono un regolamento preventivo di


giurisdizione su una controversia relativa all’emissione e collocazione sul mercato dei titoli
di debito pubblico da parte della repubblica di Argentina. La questione di giurisdizione si
traduce nella sussistenza o meno dell’immunità dell’Argentina di fronte al giudice italiano.
Il regolamento si inserisce nel contesto di un giudizio pendente davanti al giudice di pace
di Firenze , al quale, l’avv. Borri, cittadino italiano e sottoscrittore dei titoli obbligazionali,
(BOND ARGENTINI)si è rivolto, chiedendo e ottenendo dei decreti ingiuntivi nei confronti
dell’argentina. L’argentina nel 2002 aveva subito una forte crisi che l’aveva indotta, ad
adottare una nuova legge, la legge 25/2002 che dichiarava l’emergenza pubblica in
materia economico, sociale e finanziaria e quindi l’impossibilità della copertura dei decreti
ingiuntivi. La repubblica di argentina eccepisce il difetto di giurisdizione del giudice
italiano, fondandolo su tre rilievi:

• La propria immunità; l’art. 22 dell’accordo quadro relativo al prestito obbligazionario


caratterizzato da una clausola con la quale in caso di controversia alla giurisdizione, si
attribuiva il giudizio ai giudici di New York e dell’Argentina.

• L’assenza di un criterio di collegamento della controversia alla giurisdizione del giudice


italiano.

L’avv. Borri si rivolge alla suprema corte affermando che gli atti hanno natura privatistica,
dunque l’art. 22 dell’accordo quadro non è rilevante e sussiste la giurisdizione nazionale
sulla base della convenzione di Bruxelles del 1968 e la legge di riforma italiana. L’intimata
replica il secondo ricorso che viene respinto. La questione viene risolta sulla base di una
norma consuetudinaria recepita in virtù dell’art. 10 Cost e cioè quella dell’immunità
ristretta/relativa in base alla quale l’immunità degli Stati era riconosciuta per i soli atti iure
imperi e non si estendeva a quelli privatorum con l’ulteriore limitazione che anche la
sovranità trovi limiti nell’immunità quando si tratti di comportamenti lesivi di valori
universali di rispetto della dignità umana. La natura di quell’atto di emissione dei titoli
obbligazionali è privatistica, ma i provvedimenti di moratoria successivi come quello sullo
stato di emergenza dichiarato dall’argentina. Il differimento dei pagamenti di debito
pubblico per garantire il funzionamento dello stato e tutti gli altri hanno finalità
pubblicistica e manifestano la potestà sovrana dello stato. Ciò avviene in virtù delle
finalità pubbliche perseguite in funzione della tutela di bisogni primari per la
sopravvenienza economica della popolazione in un contesto di emergenza. Queste leggi
incidono infatti su diritti patrimoniali stranieri. Queste considerazioni hanno condotto a
concludere il riconoscimento dell’immunità della giurisdizione della repubblica di
argentina in relazione alle pretese di Borri, confermando il principio che l’immunità ricorre
anche nel caso di pretese a contenuto patrimoniale, che riguardino l’ambito pubblicistico.
La Corte a sezioni unite ha dichiarato il difetto di giurisdizione del giudice Italiano e
compensa le spese di giudizio.

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