Sei sulla pagina 1di 1

A differenza della psicologia ingenua, la quale individuava un dualismo antitetico

tra razionalità ed emozioni, oggi è noto e largamente accettato il ruolo delle


emozioni all'interno dei processi cognitivi. Come riportato da Antonio Damario esse
infatti sono una rappresentazione cognitiva del nostro stato interno e giocano un
ruolo fondamentale nel percorso di apprendimento. Nei suoi studi sul
condizionamento operante Skinner evidenziò come i rinforzi positivi in un soggetto
attivo e partecipe durante l'apprendimento, siano un potente mezzo per il
raggiungimento della conoscenza. Essi infatti a differenza dei rinforzi negativi,
che provocano disagio, insicurezza e un senso di demotivazione nel soggetto, hanno
la facoltà di generare un senso di sicurezza in se stessi, di appagamento per i
risultati ottenuti ed infine contribuiscono ad indirizzare il soggetto verso il
raggiungimento di obiettivi progressivamente più complessi. All'interno di una
didattica cooperativa, lo sviluppo dell'intelligenza emotiva, definita come la
capacità di riconoscere e gestire i propri impulsi e le proprie emozioni ed entrare
empaticamente in contatto con gli altri, gioca un ruolo fondamentale anche nei
processi inclusivi. Essa infatti contribuisce allìinstaurazione di un clima
solidale all'interno del gruppo classe, rendendo partecipi tutti gli studenti ed
inquadrandoli come protagonisti attivi all'interno del processo di apprendimento.

Nella classificazione dei diversi tipi di intelligenza, Guilford individua ne


individua due tipologie diametralmente opposto ma entrambe fondamentali per lo
sviluppo cognitivo: il pensiero convergene e il pensiero divergente. Il primo,
appannaggio di materie logico-matematiche, ci permette di analizzare i vari
elementi di un problema in maniera razionale pervenendo così alla soluzione più
logica. Il secondo invece, maggiormente applicato in contesti artistici,
rappresenta il mezzo attraverso cui la creatività ci permette di giungere a
conclusioni diversificate tra loro, inusuali e talvolta bizzarre. All'interno di
metodologie didattiche come il problem solving il pensiero divergente, e
conseguenzialmente quello creativo, trovano un largo impiego. Agli alunni viene
infatti sottoposto un problema che non sono ancora in grado di risolvere attraverso
l'applicazione esclusiva delle loro conoscenze. Analizzando in gruppo gli elementi
del problema, gli studenti sono spinti ad avanzare diverse ipotesi per la sua
risoluzione all'interno di un processo di brain storming, servendosi delle
conoscene in loro possesso e venendo contemporaneamente invogliati a riflettere
sulle idee dei propri compagni costruendo così una serie di ragionamenti
concatenati. Infine, utilizzando il pensiero convergente, si valuteranno i
risultati al fine di pervenire alla risoluzione del problema in questione. Questo
tipo di attività, oltre a rappresentare un potente mezzo per lo sviluppo del
pensiero creativo, ha anche il pregio di favorire l'inclusività e la collaborazione
all'interno del gruppo sociale in quanto tutti i componenti hanno pari diritto di
espressione delle proprie idee senza che queste vengano in alcun modo derise o
ostacolate.

Nella legge sulla "buona scuola" n. 107 del 2015, tra le varie innovazioni
apportate all'interno del mondo della scuola, troviamo anche la predisposizione per
un Piano dell'offerta formativa di più ampio respiro. A differenza del vecchio, il
nuovo PTOF ha valenza triennale con possibilità di revisione annuale. Definito come
il documento costitutivo dell'identità scolastica il PTOF individua il contesto
territoriale all'interno del quale è inserita la scuola, e definisce la direzzione
amministrativa e didattica della stessa. Redatto dal consiglio dei docenti sulle
direttive del Dirigente scolastico e approvato in seguito dal consiglio d'istituto,
il PTOF contiente:
1) offerta didattica della scuola
2) scelte amministrative
3) strumenti didattici compensativi per gli studenti con Bisogni Educativi Speciali
4) il Piano di miglioramento conseguenza del rapporto di autovalutazione
5) piano per la prevenzione dell'abbandono scolastico

Potrebbero piacerti anche