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L’esperimento di Miller
L'esperimento di Miller-Urey rappresenta la prima dimostrazione che
nelle giuste condizioni ambientali le molecole organiche si possono
formare spontaneamente a partire da sostanze inorganiche più semplici.
Per compiere questo esperimento Miller riprodusse un ambiente simile a quello primordiale contenente
metano, ammoniaca, anidride carbonica e altri gas, ma senza ossigeno.
Da queste condizioni e in presenza di una fonte d'energia come il fulmine o come il sole, si sarebbero potute
originare molecole più complesse
Dal brodo primordiale alla nascita della vita
I componenti chimici di una cellula
La sostanza più abbondante delle cellule viventi è l’ACQUA; essa rappresenta il 70% del peso di una cellula
e la maggior parte delle reazioni intracellulari avvengono in un ambiente acquoso
Una cellula vivente è composta da una serie ristretta di elementi, quattro dei quali (C, H, N e O)
corrispondono al 99% del suo peso
Se lasciamo da parte l’H2O, quasi tutte le molecole di una cellula sono composti del carbonio, che
costituiscono la materia della chimica organica.
Gli Elementi della Vita
Gli elementi indicati in rosa costituiscono il 98% degli organismi viventi, quelli
indicati giallo sono presenti in piccole quantità in alcuni organismi
Gli ioni metallici (K+, Na+, Ca++, Mg++, Zn++, Fe++) svolgono un ruolo cruciale in numerose reazioni
metaboliche.
Lo studio della chimica della vita
Polisaccaridi rappresentativi: Cellulosa amido e glicogeno possono avere diversi livelli di ramificazione e
compattamento
Lipidi o Grassi
Sono i nutrienti con il più alto potere calorico (9 Kcal/g)
CLASSI: Acidi grassi; Trigliceridi; Fosfolipidi; Cerebrosidi o Glicolipidi Cere; Prostaglandine; Terpeni;
Steroidi.
UTILIZZO: 1) sono prevalentemente immagazzinati nel tessuto adiposo; 2) vengono mobilizzati quando
necessario per essere portati alle cellule che li utilizzano per produrre energia; 3) la quota di grasso corporeo
strutturale che garantisce il buono stato di salute dell’organismo oscilla tra il 3 ed il 12% del peso corporeo totale
ossatura di zuccheri
LA DOPPIAELICA fosfati
DEL DNA
In una molecola di DNA
due filamenti
antiparalleli con
sequenza nucleotidica base legami
complementare sono idrogeno
accoppiati in una doppia un giro dell’elica = 3,4 nm
elica destrogira con circa
10 nucleotidi per giro.
Modello a spazio
pieno del DNA.
zucchero fosfato
GLI ACIDI NUCLEICI – STRUTTURA DELL’RNA
FOTOGRAFIA ALMICROSCOPIO
ELETTRONICO DELL’RNA
basi
ossatura di zuccheri fosfati
LE PROTEINE (proteios = di primaria importanza)
• Principali Funzioni delle Proteine: 1) Sostegno strutturale [cellule] 2) Trasporto [canali] 3) Catalisi
[enzimi] 4) Regolazione [ormoni] 5) Difesa [anticorpi] 6) Riserva [calcio, fosforo] 7) Energetica (1g = 4
kcal)
I quattro livelli della struttura proteica
Dal punto di vista chimico, le proteine sono poliammidi composte da
unità monomeriche rappresentate da 20 diversi a-aminoacidi, fatta
eccezione della prolina che è un a-iminoacido, legati tra di loro da legami
ammidici che, nella fattispecie, vengono chiamati LEGAMI PEPTIDICI.
La chiralità (dal greco χείρ, "mano") è la proprietà di un oggetto rigido (o di una disposizione spaziale di
punti o atomi) di essere non sovrapponibile alla sua immagine speculare.
In chimica è detta chirale una molecola non sovrapponibile alla propria immagine speculare nelle tre
dimensioni. Al contrario, una molecola sovrapponibile alla propria immagine speculare nelle tre
dimensioni (tramite rotazioni e traslazioni) è detta achirale.
Struttura degli amminoacidi
Catena laterale
A pH fisiologico, sia il
gruppo carbossilico che
Gruppo Gruppo
amminico carbossilico quello amminico sono
ionizzati
Il gruppo carbossilico di un
amminoacido si lega al
gruppo amminico di un
secondo aminoacido
Legame peptidico
Ponte disolfuro
Chaperon molecolari
Amminoacidi Essenziali
20 sono gli amminoacidi ordinari
Tutti gli AA sono indispensabili perché rappresentano l’unica fonte di azoto utilizzabile metabolicamente
dall’organismo umano
Classificazione degli aminoacidi
Proteine fibrose:
di forma
generalmente
allungata,
insolubili o poco
solubili. Proteine globulari:
di forma grosso modo
rotondeggiante,
facilmente solubili.
Legami
idrogeno
(A) La molecola trasportatrice di (B) Un’a elica perfetta (C) ogni legame peptidico di
ossigeno mioglobina (153 a.a.), con un’a elica forma legami H con
una regione ad a elica colorata. un legame peptidico adiacente.
La struttura secondaria delle proteine
Struttura foglietto
interazioni regolari a idrogeno fra tratti contigui della catena polipeptidica
danno origine ad a eliche e a foglietti che costituiscono la struttura
secondaria della proteina
catena amminoacidica
laterale N C
legame idrogeno
legame H O
peptidico
La struttura delle proteine
I TRE LIVELLI DI ORGANIZZAZIONE DI UNA PROTEINA
DOMINIO PROTEICO: proteina CAP
è l’unità strutturale base di una proteina.
Il nucleo di ciascun dominio è composto
in gran parte da una serie di foglietti o
a eliche o da un misto delle due a
strutture.
a-elica
dominio
foglietto
MOTIVI
COMUNI motivo a forcina beta motivo beta-alfa-beta
NELLE PROTEINE
Struttura quaternaria