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ANATOMIA
DESCRITTIVA

DI SAVERIO BICHAT

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TRADUZIONE ITALIANA

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V^E NE Z IA
COS TIPI DELL’ ED. GIUSEPPE ANTONELLi
TREMIATO CON MEDAGLIE d’ ORO
• ^

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https://archive.org/details/b29332758_0002
'SNCICLOPEOÎA
DELLE

SCIENZE MEDICHE
DI *

ALIBERT, BARBIEE, BAYLE, BALDELOQUE, BOUSQUET, BRACHET, BRICHETEAU, CAPURON,


CAVENTOU, CAYOL, CLARION, CROQUET, COTTEREAU, DOUBLE, FCSTER, GERDY,
GIBERT, GUERARD, LAENNEC, LENORMAND, LISFRANC, MALLE, MARTINET, PARENT-
DLCIIATELET, PELLETAN, RECAMIER, SERRES, AUGUSTO THILLAYE, YELPEAU, YIREY

^rtma ^mdu/uo7i6 ’^U/ana


DI M. G. LETI

TOMO II

PRIMA DIVISIONE
ANATOMIA B FISIOLOGIA

VENEZIA
ItKl.r/KI). GlUSKPPIi AiN'rONt,!J,l
PREMIATO DELLA MEDAGLIA d’ ORO
l835
1

4
ANATOMIA DESCRITTIVA

PARTE SECONDA

APPARECCHIO CONDUTTORE DEL SENSO E DEL MOTO

CONSIDERAZlOm GENERALI

C^uantunque i uerTi cerebrali cbe ser- inesatta perocché non dobbiamo appoggiar-
;

Tono a trasmettere il senso e il moto vo- ci sopra considerazioni semplicemente acces-


lontario, sieno essenzialmente distinti, quan- sorie, ma
sopra fatti fondamentali ora il :

to a struttura, proprietà ed usi, e via di- passaggio de'nervi per una parte o per un’al-
scorrendo, da quelli che spettano alla vita tra, è manifeslaraenle di nitui’ ira portanza
organica, e che derivano dai gangli, nientedi- quanto all’ essenziale disposizione di esso. E
meno le molliplici anastomosi che legano meglio mi sembra il partire d’altro dato,
gli ultimi ai primi, il modo con cui si di- cioè dall’ origine stessa dei nervi nella so-
stribuiscono somigliante assai al loro, mi mo- stanza cerebrale. Adunque io divido i
vevano, come dissi nel discorso preliminare, a nervi secondo la loro origine nelle grandi
far seguire la loro descrizione a quella dei ner- porzioni della massa encefalica, il cervello,
vi cerebrali medesimi, nè riportarla punto al- il cervelletto, la protuberanza cerebrale, e
r esposizione degli organi interni; d’altra la midolla spinale. La prima e le due ulti-
parte, come ho fatto notare Anatomia me fra codeste parti forniscono esclusiva-
generale^ disconosciamo del tutto il modo mente i nervi della vita animale il cervel- ;

come operano i nervi organici: solo incon- letto non ne somministra. Quindi io for-
trastabilmente sappiamo, per quanto indica- merò tre grandi divisioni nell’ esposizione
no i risultamenti delle esperienze sugli ani- dei nervi della vita animale: i.^ nervi del
mali viventi e dell’ osservazione , eh’ essi cervello, 2 .® nervi della protuberanza, 3.*^
non operano come quelli delia vita animale. nervi della midolla vertebrale. Questi ver-
Ed io li chiamo nervi della vita organi- ranno dappoi suddivisi. Quanto ai nervi
ca solo per questo, che si distribuiscono qua- della vita organica, li ridurrò a quattro
si esclusivamente ai visceri principali spet- jmincipati capi nervi de’gangli della lesta,
:

tanti a questa vita, che per altro ne ricevo- 2 .^ nervi dei gangli del collo, 3.° nervi dei
no ancor dal cervello. Questa oscurità, che gangli del petto, nervi de’ gangli del
si spande sulle funzioni dirette di siffatti ner- basso-ventre gli arti ne vanno sprovveduti.
:

vi, rende tale riunione dell’uno e dell’altro


NERVI DELLA VITA ANIMALE.
sistema, nervoso, che si è adottato per la
descrizione, meno discordante col mio pia- Dietro la sopraindicata divisione, verrà
no generale di fisiologia. — • Adunque mi l’esposizione dei nervi della vita animale
farò ad esaminar prima quello della vita a- distribuita in tre articoli che comprenderan-
nimale, indi 1’ altro della vita organica fi-: no i.° i nervi del cervello, 2 .“ quelli della
;

nalmente darò alcun cenno generale del- protuberanza cerebrale, 3.*^ quelli della mi-
r insieme dei nervi di ciaschedun organo; e dolla vertebrale. L’ultimo verrà poi suddiviso.
questo servirà come di compendio generale
a quanto avrò detto nelle descrizioni. —
Si Articolo l.
dividono comunemente i nervi della vita a-
Nervi del cervello.
nimale in quelli che escono dai fori della ba-
se del cranio, e in quelli ch’escono dai fori Non se ne trovano che due, l’olfattorio
vertebrali. Siffatta divisione è evidentemente e l’ottico ;
notabili per la loro struttura, e
G APPAUF.CCHIO CONDUTTORE DEL SENSO E DEL MOTO
«leslinaxione esclusiva ad organi sensitivi, e volte osservare che il modo onde il nervo
pel volume loro grandissimo a paragone di ha la sua origine d’una parte, non è esat-
nello delle parti ove recano. tamente uguale a quello onde la deriva dal
f|

§. I., Nervi olfattori.


si
Tali nervi lato opposto. —
Per potere scorgere la ter-
vennero presi alquanto superfìeialmente. in za radice, è mestieri sollevare il nervo e al-
considerazione dalla maggior parte degli a- lontanare i due lati del solco longitudinale
natornici, contenti a quanto veniva loro pre- che lo riceve nel suo tragitto si scorge ;

sentato da una prima ispezione senza cerca- allora, sotto le due prime radici, un corpo
re esatlamente disposizione della loro par-
la piramidale grigiastro, la cui base è caccia-
te nasale ; e andiamo debitori di una de- ta nel solco, mentre l’apice s’ inoltra sul da-

scrizione più esatta solo ai lavori de’ mo- vanti per riunirsi a tali due radici al luo-
derni anatomici Prochaska, Lobesteiii, So- go del loro congiungintento qui mutasi
emmering, maso prattutli dello Scarpa. — in un cordone grigiastro, sottile,
;

che appa-
L’ attenzione degli anatomici si rivolse sin- risce sulla superiore superficie del nervo,
golarmente air origine dei nervi olfattori, di cui tiene mezzo. Codesta terza radice
il

che fu da quelli situata in diverse parti, per- denominasi corticale., per distinguerla dalle
chè vollero accompagnarla profondamente due altre. Ma se la si tagli secondo la sua
ridia sostanza cerebrale. Ma egli è, quasi lunghezza, vi si trova un centro midollare
impossibile a seguirla oltre la superfìcie manifestissimo che va assottigliando sempre
del cervello. esame a
Ora incominciando l’ più per infino all’ apice, in modo che for-
codesta superfitue, si disscernoao due radici ma, siccome lo Scarpa osservò, una vera ra-
midollari di tali nervi, ed una corticale. Le dice della stessa natura che le altre, ma av-
prime sono le più conosciute e le più sen- volta dalla sostanza corticale fino alla pro-
sibili. L’esterna, che è alquanto lunga, è pria estremità. Comunque sia, il nervo
nascosta in gran parte nella scissura del Sil- presenta, alla riunione di queste tre radici,
vio. Incomincia dalla parte la più lontana un gonfiamealo sensibile, e come triangola-
del lobo anteriore del cervello, all’angolo in re da questo luogo si reca orizzontalmen-
;

cui si riunisce il medesimo al medio, sopra te all’innanzi sotto il lobo anteriore, collo-
ia sostanza corticale dell’ullima circonvolu- cato in un solco longitudinale cui corrispou-
zione di questo. Al luogo di tale origine <le in ispezialità colla sua terza porzione, la

penetrano il cervello alcuni tronchi vascola- quale, cojDc dicemmo, si trova più superio-
ri abbastanza ampi, e si recano da tale pun- re, e per conseguenza più profondata sulla
to al dinanzi e al di dentro per dare origi- sostanza cerebrale. La superficie inferiore di
ne al tronco comune. Sovente in questo tra- esso piana e visibile al di fuori, è coper-
gitto, dessa riceve, dalle vicine circonvolu- ta dall’ aracnoidea. Tanto il solco quanto il
zioni, uno o due piccoli filamenti midolla- nervo si portano un poco al di dentro a mi-
ri ciò che la fa sembrare divisa in due o
: sura che s’avanzano; e per tale direzione,
tre porzioni distinte ed allontanale. La il nervo stesso accostasi a quello dell’oppo-
breve radice midollare è nella propria di- sto lato di modo che non rimane tra loro
sposizione variabilissima ora deriva dal lo- ;
sul davanti che un piccolissimo intervallo
bo anteriore, dacauto la precedente, colla occupalo dali’apofisi cresta di gallo, juen-
quale sembra quasi confusa ora più breve, : tre all’ indietro erano molto allontanati fra
nasce piu al di dentro sulla sostanza midol- sè. Inferiormente, il nervo corrisponde pri-
lare occupante la parte interna della scissa- ma alla superficie delle piccole ali dello ste-
la del Silvio : talvolta è divisa in due por- noide, indi al solco etmoidale. Stretto all’in-
zioni ;
sempre s’incammina verso il davanti, dictro, addiviene più grosso e più largo al-
e riceve sovente, nel suo
tragitto, uno o due l’ innanzi, e paruii notevole che, nel suo tra-
piccoli cordoni midollari accessorii, infino a gitto entro il solco cerebrale, è per modo
tanto che si riunisce finalmente alla lunga ra- assai conveniente situato che non venga com-
dice. Non di l’ado, nelf angolo da essa for- presso dalla massa del lobo anteriore sopra
mato con questa, si trovano parecchi picco- esso gravitante. Inietti, codesto solco contiene
li filamenti biancastri cortissimi che si riu- all’ indietro il nervo, per tutta la grossez-
niscono ad amhìdue. Dietro le numerose za di esso, sìnon possa, per conseguen-
elle
varietà clie si osservano nella disposizione za, venir compresso contro fiala dello ste-
delle due radici massime dell’ in-
inidollai i, noide. Invece, innanzi, essendo più vo-
all’
terna, facàlo riesce il compieudere come gli luminoso, forma sotto fi indicato solco una
autori si sieno poco accordati circa il nu- consiilerabileprotuberanza ma 1.» lamina :

mero delle origini del nervo olfattorio, on- etmoidale, molto abbassala, gli presenta, a
de gli uni non ne hanno ammesso che una questo laogo, un solco che impedisce ugual-
sola, gli altri ne hanno riconosciute Ire, e di mente la compressione. Del resto, non or-
più ne descrissero due. Ho potuto molte cupa esso in ogni altro punto rdie il fondo
NERVI DELLA VITA ANIMALE

solo del solco predello , il quale altra ni occupano il turbinato superiore e la lami-
cosa non è salvo una circonvoluzione cere- na piana. Alcuni seguono un tragitto bre-
brale, retla anziché rivolta come le altre, vissimo, altri sono molto più lunghi ; né ve-
ma profonda quanto esse, come si scorge runo se ne osserva sulla superficie concava
allontanandone le pareti d’ ordinario con- dei turbinati e né anco discendono sull’in-
tigue, —Pervenuto ne’’ solchi etmoidali, il
;

feriore. II superiore ne presenta parecchi, e


nervo olfattorio, che andò crescendo suc- n’ è pure variabilissima la disposizione, l’ut-
cessivamente in larghezza, presenta alla per- ti si suddividono in molti condotti secondari.

fine un tubercolo abbastanza voluminoso di Ninno poi comunica colle cellule etmoidali,
colore grigiastro, di forma ovale e allun- quantunque parecchi non siano separati da
gata, più visibile sul davanti che all’ indie- esse che mediante una larainetta sottilissima.
tro, ove nasce insensibilmente dal detto ner- Non deggiono confondersi con quelli che spet-
vo. Appunto al luogo di tale rigonfiamen- tano ai nervi sfeno-palalini. La distribu- —
to abbandona il cranio, e recasi nelle nari- zione de’ nervi olfattori è conforme a quella
ci pei numerosi forami della lamina pia- dei condotti che loro danno passaggio. Si os-
na dell’ etmoide, —
A comprenderne la di- serva che il bulbo formato dalb estremila del
stribuzione nelle menzionale cavità, è me- nervo, situato nel solco etmoidale, dà nasci-
stieri ritornar colla mente all’ organizzazio- mento a tre ordini di rami, interni, esterni e
ne dei condotti che danno passaggio a’ suoi medii. Tutti penetrano nelle corrispondenti
rami, condotti sui quali particolarmente lo aperture, siccome è facile il poter persuader-
Scarpa ha fermato l’attenzione degli anato- sene, togliendo il bulbo nervoso allora i rami :

mici ; e i quali prenderò in considerazio- che da questo si spiccano rimangono al loro


ne qui, non avendoli descritti nell’osteo- posto, e si discerne benissimo il punto di lo-
logia. — che attraversano la lamina
1 lori ro introduzione. A molte varietà soggiaccio-
piana sono diversamente disposti sull’ una e no il numero, il volume e la direzione di co-
sull’altra faccia. —
Superiormente, i prin- siffatti rami. Sovente i fori più ampi ne rice-
cipali sono disposti in due ordini gli uni ;
vono due o tre. —
I rami medii tostamente
interni, vicini all' apofisi cresta di gallo, in divergono, recandosi un poco all’ innanzi e,
numero di sei in otto, limitali sul davanti al tempo stesso, in basso. Lei rami esterni ed
da una fessura molto manifesta gli altri ;
inleriii, che si spiccano dai lati del bulbo, gli
esterni innumero? quasi uguali. I^a spazio uni, anteriori, penetrano quasi perpendicolar-
che rimane tra essi, non ne presenta che di mente nelle più vicine aperture etmoidali; gli
piccolissimi, irregolarmente disposti, e più altri, posteriori, prendono, successivamente a-
numerosi all’innanzi che all’ indietro. In- — vantl la loro introduzione, una direzione più
feriormente, trovasi* nella parte superiore ol)l)liqua verso l’ indietro. Tutti escono chiu-
delle tosse nasali, molte aperture corrispon- si in condotti della dura-madre che tapf)ezza-
denti alle predei te, ma più numerose, dap- no quelli che sono scavati nelle ossa. Giunti
poiché ciascheduno de’ superiori orifizi dà nelle narici, i rami medii si disperdono luLli
origine a un picciol canale che si divide, nel di segnilo nella pituitaria.
suo tragitto e spezialmente sui lati, in parecchi Marni interni. — Tutti questi seguono il
altri, condotti si aprono nelle cavità na-
d’ali tramezzo ;
nè tardano a dividersi in filamenti
siccome segue
.sali, i.° i medii, col tissimi in
: più piccoli anche avanti di lasciare la lamina
guisa da presentare piuttosto dei fori che dei ( ihrtisa. 1 quali tìlamenll, suddivisi ancora, si
l

veri condotti, e aperti tutti in quello spazio jfortano fra lo strato fibroso della pituitaria e
vuoto dal quale sono separate le laterali pa- le ossa,ùnteriormetile, non si recano che alla
reti del naso, non occupano che la grossez- parte media del tramezzo. Nel mezzo, ove so-
za della lamina cribrosa e poco è il loro nu-
: no più lunghi, parecchi giungono fino alla
mero, attesa l’angustia, in questo luogo, della parte inferiore di questo. Posteriormente i
volta dcd naso. perforano 1’ osso per-
Molti [/in formano una curva per recarsi verso i

pendicolarmente altri invece sono obbliqui.


;
seni sfenoidali, e uscendo dai loro condotti,
2 .^ 1 condotti interni si dirigono lungo il c<t irono un tragitto più o meno considerabi-
tramezzo vari in lunghezza e in
;
direzione, le. La superficie mucosa del tramezzo nasale
curii (MÌ olddiqui sul davanti, sono più allun- e dunque copiosamente provveduta di nervi
gali nei mezzo, e tengono una dilezione [)er- ju'inia al di inori, quindi nel suo stesso mu-
pendicolare. Posteriormente, sono lunghissi- coso tessuto.
mi, e s’ incamminano di nuovo obhliq uanien- Rami esterni. —
Subito dopo la loro in-
te verso la parte posteriore del tramezzo, e troduzione continuano il loro corso ne’coii-
,

inolii giungono per in fino alla metà di <]ue- doLli ehc li'ovansi sui turbinali, vi si dividono
sto. Quasi tutti, poco innanzi il loro termine, e suddividono anaslomizzandosi tra sé. sen-
mutansi in alcune semplici scanalature che za abbandonare daprima i condotti, che (iu-
prontamente dileguansi. 3.^ 1 (.ondulli ester- te si auaslomizzuno. Il loro intreccianienlo
APPARECCHIO CONDUTTORE DEL SENSO E DEL MOTO
viiviene ancor più frequente quando ne sono gnora. — Molle e polposo nel cranio, acquista
liscili e si distribuiscono alfine per la mem- tale nervo una consistenza notabilissima nelle
brana pituitaria. I posteriori sono assai nu- fosse nasali, ove è coperto di un neurilema.
merosi sul turbinato superiore, dove si indi- In questo lato è in tutto analogo al nervo ot-
rizzano prima obbliquaniente all’ indietro per tico. Il bulbo grigiastro dei solchi etmoidali
curvarsi quindi verso 1’ ingiù e il davanti in è il limite che separa la porzione .semplice-
modo loro convessità riguarda il seno
che la mente midollare da quella, ch’è, inoltre, neu-
sfenoidaie. Quelli che occupano la parte ante- rilemalica.
riore sono men numerosi e quasi perpendico- IL —
Dei nervi ottici,
JVerifi ottici.
lari. medii sono degni di considerazione per
I più voluminosi che precedenti, vuoisi notare
i

ìa loro lunghezza, recandosi talvolta dalla la- il considerabile tragitto che fanno nel cranio,
mina piana per infino alla parte inferiore e il poco cammino che tengono dopo usciti-
del turbinalo medio. Perpendicolari fino alla ne. Nascono con un’ estremità abbastanza
metà del detto turbinato, si curvano poi e si grossa, dalla parte inferiore e posteriore dei
portano trasversalmente alP indietro secondo talami ottici, nel luogo ove questi corpi pro-
la lunghezza di esso e, in tutto questo tra-
: tuberaiio alla parte inferiore del cervello, die-
gitto, mandano unmerosi filamenti alla mem- tro i prolungameati anteriori della protube-
brana pituitaria. Allorquando poi i condot- ranza cerebrale (Nota. Si è conosciuto di poi
ti non hanno la loro stessa lunghezza, con- che la loro vera origine proviene dalla midol-
tinuano quelli il loro corso fra il perio- la allungata stante unifilamento alquanto con-
stio eia membrana fino al termine ; nè al- siderabile). Occupano i medesimi la parte in-
cuno delle loro divisioni si reca, per quali- terna di quell’ infossamento che è posterior-
f,o pare, a distribuirsi per la superficie con- mente in continuazione colla scissura del Sil-
cava del turbinato corrispondente alle cel- vio, formando insieme ad essa un angolo, e
iale etmoidali nè alcuno si porta, in modo
; che limila esteriormente il lobo medio. Alla
che sia manifesto, alla membrana che tappez- loro origine, si osservano due o tre prominen-
za le stesse cellule. I rami esterni dei nervi ze abbastanza manifeste, che sembrano segna-
olfattori non si distribuiscono punto al tur- re r origine stessa ; delle quali una si fa con-
binato inferiore. —
Ora come terminano i fila- tinua ai tubercoli quadrigemelli. Spaccando, a
menti nervosi ? Si è creduto che le villosità questo luogo, il talamo ottico, scorgesi che
che appariscono sulla pituitaria dopo la ma- qui è midollare, fuori le piccole prominen-
cerazione fossero da riguardarsi per le loro e- ze, ove contiensi un poco di sostanza cortica-
stremità. iVIa nulla si può discoprire che pruo- le, Del rimanente, non si può discernere co-
vi un’ opinione siffatta solo si veggono i ner-
; me intervenga codesta origine oltre la super-
tì formare una reticella sopra codesta mem- ficie del talamo ottico, o che la si spacchi tras-
brana ma non si possono accompagnare fino versalmente, oppure lo si faceia orizzontal-
;

alla superficie villosa di essa. — Abbiamo ve- mente. —


Comunque siasi, subito dopo la sua
duto che il nervo olfattorio alla sua origine origine, il nervo ottico sì porta all’ innanzi e
presentava una struttura in gran parte mi- al didentro, rivolgendosi intorno il prolunga-
dollare, ma un po’ corticale. Nel rimanente mento anteriore della protuberanza, al qua-
del suo tragitto nel cranio è alternativamente le è ili parte continuo. Largo e appianato fino
costituito da strie corticali e midollari immi- alla parte anteriore di tale prolungamento, si
schiate. Gli antichi anatomici avevano osser- fa, a questo luogo, rotondo e si restringe e ;

vato nel mezzo di esso un solco manifesto. nascosto essendo, in prima dal lob > medio,
Ma, dietro uo’osservazione più esatta, si sono trovasi tostamente allo scoperto nella parte
discoperte parecchie altre linee simili, talché inferiore del ventricolo cerebrale medio, e si
siffitto nervo è realmente solcato e risaltante reca obbliquamente al di dentro per avvici-
evidentemente da fibre. Il cordone eh’ esso narsi al suo compagno. In tale tragitto non
rappresenta nei cranio ha forma triangolare ;
è libero che nella sua faccia inferiore, perchè
e per questa distinguesi da tutti gli altri. — superiormente aderisce internamente al pro-
La sostanza corticale è molto sviluppata in lungamento anteriore della protuberanza, e
ispecie nel bulbo col quale finisce sopra il sol- esternamente alla parte inferiore del talamo
co etmoidale. Perciò tale bulbo ha molta so- ottico, o piuttosto si fa continuo ad essi. —
miglianza coi gangli; mrquando lo si tagli Pervenuto stilMavanti della fossa pituitaria, si
più proroiiilamente si scorge che non ha niu- riunisce a quello del lato opposto e vi si con-
na analogia con essi, salvo il colore. Altre es- fonde. — S’ Parecchi fatti sem-
intrecciano ?
senziali dilFerenze tra loro si dessnmono dalla brano dimostrare e combattere codesta opi-
consistenza, dalla densità, dall’ interna orcfa- nione che ha tenuto per lunga pezza occupati
iiizzazione ; in somma diversifie mo in tut to. gli anatomici. Ho osservato due casi, ne’quali,
Perchè tale irnmisclilaiaoenlo delle due sostanze essendo atrofico l’occhio, il nervo ottico di que-
cerebrali avviene nel solo nervo olfatto? Lo s’i- sto stesso lato era notabilmente più ristretto
NERVI DELLA VITA ANIMALE 9
çIlî r alìi'o fino al luogo della loro riunione ; diverso da quello della retina che nasce dal-
ma ambidue avevano posteriormente lo stesso r orlo di codesta estremità. —
D’infra la lo-
volume. Credo chequi, come altrove, sia uo- ro origine e il luogo di loro riunione, i ner-
po attenersi alla semplice ispezione senza cer- vi ottici sono molli e polposi come la sostan-
care d’ indovinar quello che i sensi non ci ap- za midollare dalla quale emanano. Tagliandoli
palesano. Ora partendo da quella si scorge non vi si osserva sentore di sostanza corti-
da tale riunione formarsi un corpo quadrila- cale, come negli olfattori; e non sono nè an-
tero che abbraccia, all’indietro e al di sopra, che striati nel loro tragitto. Nel luogo di loro
quella sostanza grigiastra [tuher cinereum)^ riunione, e ai di là di questa, mostrano cre-
che inferiormente chiude il ventricolo me- scere leggermente in consistenza fino al fora-
dio, e dalla quale nasce il gambo pituitario. me ottico. Ma sono affatto sprovveduti del
L’aderenza di essa con tale sostanza è sì torte neurilema per tutta la loro porzione cranica, e
che non si può separamela senza soluzioni tutti composti di sostanza midollare.— La por-
di continuità. Anteriormente ed in alto co- zioneorbitale poi, oltre finvolucro che riceve
desto corpo dà origine alla membrana densa e dalla dura-madre, è provveduta d’un neurilc'
trasparente che chiude la parte anteriore del ma esterna dal quale deriva quella consistenza
ventricolo, e tale membrana si presenta be- che gli è propria. Codesto neurilema esterio-
nissimo alla vista rovesciando i nervi all’ in- re, più denso che quello degli altri nervi,
dietro. —AI di là della riunione indicata, i forma un involucro generale a questo nervo
nervi ottici si allontanano novellamente, si che non rappresenta veracemente che un solo
fanno rotondi, divengono più densi e più re- cordone, nè può, come gli altri, essere diviso
sistenti, s’indirizzano obbliquamente all’ in- in filamenti secondarii. Nulla di meno ci ha
nanzi e al di fuori fino al forame ottico, at- un’interna disposizione analoga alla detta di-
traverso il quale escono dal cranio. In questa visione in filamenti: imperocché codesto neu-
seconda parte del loro tragitto, essi aumen- rilema generale invia, dentro il nervo, alcuni
tano potentemente di volume, e conservano prolungamenti in forma di tramezzi, da’quali
la forma rotondata che avevano presa innanzi risultano parecchi canali particolari , ove si
dì riunirsi. Cotale è la loro disposizione dentro trova allogata la sostanza midollare. Tale
il cranio, —
Fintauto che non sono usciti dal- disposizione si discerne fendendo longitudi-
la scissura posteriore del cervello si trovano a nalmente il nervo. Si può ottenere il neuri-
nudo in mezzo alla sostanza di quest’ organo, lema solo, co’suoi prolungamenti, compri-
nè ricevono alcun involucro dalle membrane mendo questo di modo che n'esca tutta la so-
che lo rivestono ma dal punto in cui sono stanza midollare per le due estremità tagliate.
;

alio scoperto, cioè al di là dell’angolo forma- Fd è appunto tale neurilema che, ristretto e
to dal lobo medio, perfino al foro ottico, la raccorciato ed indurito dall’azione del calorico,
pia-raadre costituisce a loro un involucro im- spinge in parte ai di fuori la midolla da esso
mediato, efaracnoidea li ricopre inferior- contenuta, e forma allora due elevatezze nota-
mente, senza continuarsi sulla loro parte su- bili a ciascheduna estremità divisa del nervo.
periore, salvo affatto all’ innanzi dove com- Quantunque realmente diviso in parecchie
pone loro un canale come agli altri nervi. —
strie midollari, occupanti i canali neurilema-
àlentre che passano pei fori ottici, tali nervi, lici della sua interna sostanza, il nervo otti-
un po’ristretti si piegano leggermente al di co non può dunque, siccome gli altri divi-
,

fuori in modo che formano, colla loro porzio- dersi, mediante la dissezione, in filamenti, pe-
ne cranica, uo angolo molto ottuso, e conserva- rocché tutti i detti canali formano gli uni co-
no codesta nuova direzione fino al loro termi- gli altri, e col neurilema esteriore, un corpo
ne nell’occhio. Ptinchiusi, durante siffatto tra- solo, anzi che essere uniti semplicemente me-
gitto, in un condotto fibroso loro somministra- diante un tessuto cellulare, come i filamenti
to dalla dura-madre, siccome dicemmo, e at- dei cordoni nervosi.
taccato al neurilema, mediante alcuni piccoli
prolungamenti cellulosi mollo patenti, e facili Articolo II.
a rompere, sono circondati i medesimi dai quat-
tro muscoli retti, e separati da questi mediante ÌSKRVl DELLA l’ROTEBERANZA CEREBRALE
gran copia di grasso. Corrispondono poi, più
inimediataraente, ai nervi ciliari, e, nella loro Nascono codesti nervi della detta protu-
parte esterna e posteriore al ganglio ottalmico. i)eranza o da’ suoi prolmigamenli , ma par-
Finalmente pervenuti alla parte posteriore ed ticolarmente da questi ; e sono i motori : i

interna dell’ occhio, traversano la solerotica comuni degli occhi ;


2 .^ i patetici
;
3.^ tri-
i

e la coroidea, e finiscono nel mezzo della re- gemelli ; i motori esterni degli occhi ; 5.*^
tina con un’ estremità troncala che presenta i facciali : fi.*-’ gli uditori.
quel medesimo color bianco che si osserva in §. I . Neroi motori cotnuni degli occhi.
tutfa i.a loro estensione, colore eh’ è affatto — Presentano codesti nervi un volume me-
Encicl. Meri. 'f. 11.
APPARECCHIO GONDUTTORP: DEL SENSO E DEL MoTO

tra gli ottici ed nascono


i patetici ;
e ove n’ è privo. —
Arrivato così, in direzione
dalla parte interna dei prolungamenti ante- leggermenie obbliqua al di fuori, fino al li-
riori della protuberanza cerebrale, fra la stes- vello della fessura sfenoidale, si divide avanti
sa eminenza e le mammillari che si trovano an- che vi penetri, in due branche. Per la mag-
teriormente. Si discernono poi difìicilmente, giore estensione del suo tragitto sotto la du-
al di fuori, que’ filamenti onde ha luogo la ra-madre, trovasi più al di dentro del nervo
detta origine, e ancor più difficilmente si se- patetico e della branca ottalmica, e più ele-
guono nella sostanza midollare. A questo luo- valo di questi. Ma com’ è giunto sotto l’apo-
go tali nervi si levano agevolmente levando fisi clinoidea anteriore, e vi si è diviso, la
via la pia-madre alla : quale circostanza è ne- branca superiore del medesimo è ricoperta
cessario por mente nella loro dissezione, di- da tali due nervi, che la incrociano obbli-
pendendo la detta circostanza da ciò ch’essen- quamente e gli divengono interni. — Delle due
do mollissimi alla loro stessa origine, abban- branche del nervo motore degli occhi, 1 ’ una
donano facilmente la sostanza cerebrale. Tale è superiore e l’altra inferiore. Ambedue pe-
mollezza cessa quasi ad un tratto, non pre- netrano nelP orbita per la parte più larga
sentandola il nervo che per lo spazio di due della fessura sfenoidale. L’ inferiore è costan-
o tre linee ; perchè venendogli subito il suo temente questo passaggio, traie
situata, jn
neurilema, ne viene notabilmente aumentata due porzioni del muscolo retto esterno ; e
la sua resistenza, lalchenon si può l’ornpere, più la superiore ora ha la medesima situazione ;

oltre,che con difficoltà. —


Laddove incomin- ora è più all’ interno di tale muscolo, nè tie-
cia ad apparire nell’ inferiore superficie del ne con esso veruna connessione.
cervello, le arterie cerebrale posteriore, e ce- Branca superiore. —
Quando le due
rebellare superiore, che sono qui molto vicine branche sono entrate nell’orbita, la superiore
r una abbracciano in modo che
all’altra, lo si rivolge alla parte superiore del nervo otti-

agli antichi anatomici piacque dalla compres- co, e tosto si reca alla superficie inferiore del
sione di esso tra i detti due vasi distesi dal muscolo retto superiore, e si divide in parec-
sangue desumere la cagione immediata del chi rami divergenti che si perdono nella so-

sonno, ma gli avanzamenti della moderna stanza di questo muscolo. Uno tra questi ra-
fisiologia mi dispensano dal combattere sif- mi si rivolge al di dentro e si porla all’ele-
fatta sentenza. Dal detto punto codesto ner- vatore della palpebra superiore, pel quale, me-
vo, rotondato e alquanto resistente, si porta diante parecchi filamenti, si disperde.
obbliquamente all’ innanzi e al di fuori, li- Branca inferiore. — La branca inferio-
bero, apparentissimo sotto il cervello quando re, più voluminosa che 1 ’ antidetta, si
assai
sollevisi questo, e involto in un prolunga- reca tosto alla parte inferiore del nervo otti-
mento dell’ aracnoidea. La pia-madre Io ha co. Qui si divide in tre rami X' interno : i

abbandonato alla sua origine stessa , <love è eh’ è il più considerabile, si porta obbliqua-
nato il neurilema ; e solo va accompagnato mente alTorigine del muscolo retto interno,
da alcune strie rossastre. Giunto a livello del e vi si perde con parecchi filamenti ; 2.® il
ponte ch’è formato aU’innanzi dalla tenda del medio., molto più corto, si perde, subito dopo i

cervelletto, s’introduce in un canale mem- la propria origine per 1 estremità posteriore


’ i

branoso che lo circonda per infino alla fes- del muscolo retto inferiore ; 3 .*^ V esterno.,
sura sfenoidale. Questo canale, formalo este- ch’è dei tre il più sottile e il più lungo, som- '

riormente da quella porzione della dura-ma- ministra quasi di subito un ramo che asceti- 1

dre che limila lateralmente il seno caverno- de sulla parte esterna del nervo ottico e fi- I

so è tappezzato, nel suo principio, compiuta- nisce alla parte posteriore e inferiore del gan- 1

mente fibroso, dall’ indicato prolungamento glio otlalmico ; quindi costeggia il margine I

dell’ aracnoidea, il quale si rivolge dal di so- esterno del retto inferiore, al quale è unito ;

pra del nervo ch’esso ha accompagnato in for- mediante tessuto cellulare, senza inviargli al- 1

ma di canale, fino ad alcune linee di distanza, cuna branca, e finalmente va a terminare nel j

e forma costà un fondo di sacco che chiude la piccolo obbliqiio presso l’inserzione del mede- i

cavità aracnoidea generale e sostiene anche il sirao nel globo dell’occhio, l’alvolia la dislri-
mercurio senza rompersi. Al di là del detto buzione di questa branca avviene nel modo '
i

rivolgimento, il canale che riceve il nervo, che segue a principio soimuinisl ra essa il ra-
:
j

non è più formato che, alla parte esterna, rao del retto interno, poi quello del ganglio ;
1

dalla dura-madre. Iniernamente un tessuto finalmente dividesi in due, Funo pel retto in-

'

cellulare sottile, di particolare natura, affatto feriorc e Failro per F uiiblitjuo minore.
estraneo a tale membrana, lo separa dall’ar- La struttura di questo nervo non presenta ì

teria carotide. Quando si è tagliato questo ninna [larticolarilà. Neurilcniatico nel cranio I

Iragillo, si fliscerue facilmente, dalla levi- siccome nell’ orbila, c distinto in ciò dai due |

gatezza della superficie del nervo, il luo- nervi precedenti, presenta luUavolla una re- I t

go, ov’ è coperto dall’aracnoidea da quello sislenza minore nella priuia che nella seconda I
.
NERVI DELLA V'ITA ANIMALE 1 i

(Ielle menzionate due cavità. Il ramo che va che hanno solida e densa struttura stante il
al (>-uafflio è della stessa natura che gli altri. neurilema onde ciascheduno è involto, si attac-
§. IL Nerçi patetici.

Sono tali nervi, cano pochissimo alla sostanza midollare dalla
i ]MÙ piccoli tra quelli che nascono dalla pro- quale si dipartono, e ^e ne distaccano al più
tuberanza, degni di considerazione pel consi- lieve sforzo. Forma codesta sostanza midolla-
derabile tragitto che corrono dentro il cranio re, al luogo dell’origine, una specie di protu-

senza dar rami, fuorché nel luogo di loro ter- beranza o di papilla che non si scorge a prin-
minazione, — Nascono immediatamente al di cipio, perchè si trova nascosta in mezzo ai fi-
sotto de’ tubercoli quadrigemelli, sulle parti lamenti de’nervi. Quando sollevisi con precau-
laterali della valvola del Yieusseus, per mezzo zione la pia-madre, andando dal prolungamen-
di due radici, che tosto si riuniscono in una to posteriore a questi filamenti sopra i quali
sola estremamente sottile. Codesta origine ,
la medesima si continua, si distaccano essi dal-
molle e senza neurilema, si rompe con tutta l’indica la prominenza lasciandola eillo scoper-
facilità ma poi, acquistandone uno, tali nervi to. Levandoli così con precauzione si scorge
;

^livengono più resistenti. Si rivolgono i mede- che nascono da tutta la superficie, dalla base
simi intorno i prolungamenti anteriori della e dalla sommità di questa. Per una disposizione
protuberanza cerebrale, tra il cervello e il cer- siffatta, occupano essi meno spazio che non

velletto, e sopra Laracnoidea eh’ è mestieri ta- farebbero se nascessero da una superficie pia-
gliare a fin di vederli, e poi si recano anterior- na quindi lo spazio occupato da tale origine
;

mente lungo il margine libero della tenda del è piccolo, malgrado il loro gran numero. Così
cervelletto fino all’apofisi clinoidea posteriore. alcune fibre earuose, che nascano tutto all’in-
Qui penetrano in un canale fibroso della du- torno da un’ apofisi o da un tendine, occupa-
ra-madre, involti dall’ aracnoidea che ve li ac- no minor spazio che quando nascono da una
compagna un poco, rivolge poi sul canale
e si ossea superficie. Tale disposizione non venne,
per ritornare nel cranio. Oltre il quale rivolgi- per quanto io credo, ancora indicata. Comun-
mento, tali nervi, applicati esteriormente con- que sia, codesto tubercolo midollare, eh’ è del-
la stessa natura del prolungamento donde na-
tro la dura-madre , non sono, internamen-
te, separati dal seno cavernoso che mediante sce, è un poco più molle; e differisce essen-

un tessuto denso particolare, formato da fibre zialmente dai filamenti nervosi ai quali il neu-
sottilissime, e non mai adiposo. E' quel me- rilema fornisce assai più consistenza. Co- —
desimo tessuto che ricuopre il nervo prece- tali filamenti sono, in quasi tutti gl’individui,
dente, a cui, per tal modo unisce codesto il : divisi in due porzioni separate da lamine cel-
quale, da tale punto, si indirizza orizzontal- lulose : Luna
di queste, anteriore ed interna,
mente all’ innanzi, fino alla parte inferiore del- è composta di cinque o sei filamenti, mentre
r apofisi clinoidea anteriore, situato fra il ner- 1’ altra, posteriore ed esterna, ne comprende
vo motore comune, che sta al di sopra, e la il maggior numero il bulbo midollare cor-
:

branca ottalmica, eh’ è al disotto. Presso la risponde a quest’ ultima. Talora non discer-
fessura sfenoidale, incrocia la direzione del nesi , a prima giunta, siffatta separazione;
primo, obbliquamente ascendendo, per re- sempre però i filamenti anteriori, in numero
carsi, più che questo e la branca ottalmica, di cinque o sei, sono notabili, i.° perchè stra-
verso le interne parti. Così penetra nell’orbita nieri al bulbo perchè più grossi, più mol-
;

per la parte larga della fenditura, traversan- li e spesso ancora più bianchi ;
3.° per la di-
do un foro compiutamente fibroso, praticato in sposizione, cui passo ad indicar tosto, che pre-
quel prolungamento della dura madre, che sentano nel loro tragitto, ove sembrano for-
penetra in siffatta fessura. Giunto nella detta mare un nervo distinto dal trigemello. Nulla-
cavità, passa sopra i due muscoli elevatori, e, raeno vanno a porsi sotto gli altri e formano
sottoposto al periostio, giunge alla parte media così un cordone solo. Il quale cordone, com-
del grande obbliqiio, nel quale finisce median- posto da tutti i filamenti del nervo, il cui nu-
te parecchi rami che possono accompagnarsi mero varia dai settanta agli ottanta, prende su-
assai da Innge per la sostanza del muscolo. bito una direzione obbliqua all’ innanzi e al
§. III. JS'ervi trigemelli. —
Questi ner- di fuori, fino all’ estremità del margine supe-
vi, notabili pel loro volume, hanno un brevis- periore della rocca. Qui, si caccia in un ca-
simo tragitto nel cranio, e, fuori di questo, nale formatogli dalla dura-madre, o da noi già
una complicatissima distribuzione. — Nasco- descritto, e giunge così nella fossa temporale
no prolun-
dalla parte esterna e inferiore dei interna. L’ aracnoidea, dopo averlo accompa-
gamenti posteriori della protuberanza cere- gnato per un tragitto alquanto lungo, si ri-
brale, presso il punto dove codesti prolunga- volge e ritorna nel cranio. Il nervo si allarga
menti si riuniseono alla detta eminenza. La lo- e si appiana molto nel passare sul margine su-
ro origine si opera mediante moltissimi fila- periore della rocca, dove i filamenti di esso so-
menti manifesti, ma riuniti e paralleli da for- no ancora paralleli ma, giunti nella fossa tem-
;

mare un cordone appianato. I quali filamenti porale interna, si allontanano gli uni dagli al-
12 APPARECCHIO CONDUTTORE DEE SENSO E DEL MOTO

tri divergentlo no labilmente, e formano così, cammina obhliquamente aH’innanzi e all’ in sa


in cambio di un cordone rotondato, una fet- verso la parete esterna dei seni cavernosi. —
tuccia appianata sono separali da più conside-
: La seconda, più grossa, nasce al di sotto, e si
rabili spazi, ma s’ intralciano pochissimo, nè chiama mascellare superiore^ la quale prende
si uniscono quasi gli uni agli altri, secondo che una direzione orizzontale all’ innanzi e, dopo
avviene nel tragitto dei nervi. Ciascheduno in- un tragitto considerabile, si caccia nel forame
vece sembra rimanere separato, e può esser che ila lo stesso nome. Finahhente, la ter-
seguito dall’ origine fino al rigonfiamento mi- za, eh’ è affatto posteriore e ancora più volu-
dollare. Tale rigonfiamento è di natura in tat- minosa, prende una direzione quasi perpendi-
to diversa da’filamenti grigiastro, mentre quel-
;
colare all’iiiglù, e penetra subito nel foro ova-
li sono bianchi, presenta verso di essi una con- le dello sfenoide. E’ la mascellare inferiore.
cavità per riceverli, e una convessità per dar A. Branca ottalmica (nervo ottalmico).
nascimento alle tre divisioni del nervo intor- — La branca ottalmica, che delle tre derivanti
no al quale ci occupiamo, lì Soemmering io dal rigonfiamento dei tri gemelli è la meno vo-
ha descritto benissimo. Aderisce il medesimo luminosa, conserva dapprima alcun poco la di-
intimamente alla dura-madre per guisa che rezione del tronco dal quale ebbe 1’ origine.
non è possibile il separamelo senza soluzione Situata com’ è, perfino da questa, sotto la du-
di continuità. Le somministra dei filamenti? ra-madre, si avanza, coperta da tale membra-
Non lo credo. Non è dotato del tessuto denso e na, sino al luogo ov’ essa forma l’esterna pa-
polposo ch’è proprio de’gangli; ma vi si scor- rete del seno cavernoso ; e, non altrimenti che
gono delle areole, e un intrecciarsi di fibre i nervi motori comune e patetico, viene sepa-
che lo assomigliano ai plessi, onde può dirsi rala, internamente, dal detto seno mediante
l

intermediario agli uni e agli altri, accostando- alcune manifeste lamine d’ un particolare cel-
si però più agli ultimi. 1 filamenti nervosi, che luloso tessuto. In questo tragitto si scorge che
vi si recano, si confondono in esso ed intrec- conserva una disposizione ple.ssiforme patentis-
ciano per modo che impossibile riesce il se- sima alla vista. Non è liscia e biancastra, ma
guirli ; sicché sembra essere dal medesimo in- grigiastra e ineguale ; talché si direbbe essere
terrotta ogni spezie di continuità tra i fila- costituita dal rigonfiamento Comune che, sotto
menti anzidetti e quelli delle tre divisioni ma- forma rotonda, prolungasi senza mutare strut-
scellare inferiore, mascellare superiore ed ot- tura ; e solo nelle sue diramazioni codesta
talmica. Tali divisioni vi trovano realmente branca assume Taspetlo degli altri nervi. Sot-
un’ origine novella, a cj nella guisa che i gan- toposta dapprima al motore comune e al pa-
gli vertrebrali impediscono ai filamenti deri- tetico, ma sempre parallela a quest’ ultimo, a-
vanti dalla midolla di continuarsi dirittamen- scende subito con questo, obbliquaraente, so-
te con quelli che compongono i nervi spinali. pra il motore comune, e si divide, avanti che
Tuttavolta, quando la disposizione plessiforme entri nell’orbita, o entrandovi, in tre rami
è manifestissima, esaminando attentamente i penetranti, separatamente, nella ripiegatura
primi filamenti, si può seguire la continuità fibrosa che si prolunga dalla dura-madre sino j

di alcuni di essi nelle tre divisioni del nervo. alla fessura sfenoidale per rendersi continua al

i

Quando si rovescino, dal di dentro al di periostio. L’ uno de’ quali rami è piccolissi- i

fuori, il fascio appianato de’filamenti del ner- mo, esterno, e si denomina lacrimale ; Tal- <

vo, e il rigonfiamento dove mettono capo, si tro, grossissimo e superiore, sì flàce frontale ; \

scorge, come fece osservare il Prochaska, che il terzo, mezzano quanto a grossezza, è il ramo l

tra essi e la rocca i filamenti anteriori, di cui nasale.


parlammo, rimangono al tutto separati. 11 loro \P Ramo lagrimale (nervo lagrimale). |

volume, la loro bianchezza, la loro separazio- Si separa questo dalla branca ottalmica este-
ne, li fanno discernere; non si uniscono essi riormente, e nell’ atto che questa cangia dire-
al rigonfiamento, ma vanno al foro mascellare zione per ascendere sopra il motore comune j

inferiore, si congiungono alla branca dello degli occhi. Quindi penetra in un condotto
j

stesso nome, e si diportano, con essa, nel mo- particolare presentatogli dalla dura-madre, che
do eh’ ho esposto; riescono stranieri al ma- tiene una direzione obbliqua verso il di fuori e j

scellare superiore ed all’ ottalmico. Tali suno il davanti, cd al quale è aderentissimo. Uscito |

adunque, in ispezial modo, i filamenti della da questo condotto, che solo ha la lunghezza
prima origine che costituiscono e il fascio ap- di alcune linee, portasi lungo P esterna pareie
pianato, e quel rigonfiamento la cui forma tie- dell’ orbita tra il periostio e 1’ abduttore, per-
ne e del plesso e del ganglio. Ora le tre bran- fino alla glandola lagrimale ed alla superiore
che dei nervi Irigeraelli si dipartono, nel modo palpebra. — In tale tragitto, somministra due
che segue, dalla convessità dell’ indicato rigon- filamenti, l’uno posteriore o sfeno mascellare.,
fiamento. — La prima, che si separa all’innan- va ad anaslomizzarsi con un filamento della
zi, è VottO'lrnica ; è la meno considerabile. Al- branca mascellare superiore 1’ altro, anterio-
:

lontanata, fino daU’origiue, dalle altre due s'in- re o malare., esce per un condotto scolpito nel-
NEETI della vita ANIMALE
*>>

i .>

i’ osso raalare, e si aiiastoraizza sulla guaiicia, d un piano un poco posteriore a quello de'fi-
con un filamento del nervo facciale sovente : lamenti del ramo esterno, De’ quali filamenti
innanzi che esca dall’ orbita, questo attraversa parecchi si perdono, al di là del frontale, ne!
la gianduia lagriniale. —
Pervenuto a siffatta tessuto cellulare sotto-cutaneo.
gianduia il ramo lagrimale si solleva nella su- b. Ramo frontale esterno. Segue esso
perfìcie interna di questa, e somministra tre la primitiva direzione del principal rame, del

o quattro filamenti che vi si distribuiscono. Cjuale forma ver.mente la continuazione, e~


Uno o due n’ escono talora per unirsi a quello sce dall’ orbila pel forame orbitale superio-
che perfora V osso malare altri vanno alla re, quando semplice, e quando già diviso in

;

congiuntila molti restano nella gianduia.


: due filamenti. Subito dopo, somministra un
Il ramo stesso, attraversata codesta gianduia, filamento che si porta trasversalmente al di
si porta al di dentrOj dietro 1’ aponeurosi ove fuori, e che, suddiviso nella palpebra supe-
si espande il tendine dell’ elevatore della pal- riore, s’ anastomizza con quelli del nervo lac-
pebra superiore, e si perde con molti filamen- ciaie, ascende sulla fronte, e passa dietro ii
ti per questa palpebra stessa. sopracciglio. Sovente tale filamento, indicato
2.° Ü
amo frontale (nervo frontale). Si dagli autori, manca. Quasi sempre, ai luogo
separa, dalla branca otti lmica, dopo il iagrima- dell’ uscita, ne ho trovalo un altro che si re-
Ic, della quale, chi badasse al volume e al tra- ca verso la radice del naso, e sembra vada
gitto di esso, potrebbe essere riguardato come a unirsi ad uno de’ filamenti del ramo inter-
continuazione. no. Comunque sia, il ramo esterno esce le
S’ introduce codesto ramo nell’orbita tra più volle da un solo foro, anche quando si
la superiore parete di questa el’estreraità cor- è già diviso nell’ orbita ; e si divide in que-
rispondente del muscolo retto superiore d el- sto foro, in due ramificazioni quando vi giun-
fi occhio. Da siffatto punto s’ indirizza obbli- ge semplice. Per ben vedere il tragitto dei
quamente all’ innanzi e al di fuori secondo lo filamenti da queste somministrati , conviene
asse dell’ orbita, e si porla sopra fi elevatore staccare diligentemente, dall’ indietro alfiin-
della palpebra ciò che permette di scorgerlo
; nanzi, la pelle, i muscoli e il periostio del
siccome tosto si è levata la volta orbitale. Es- cranio mediante il manico dello scalpello :
sendo, alla propria origine, semplice, si divi- quando si sono separati fino all’occhio, si
de costantemente in due rami secondari, fi li- possono dissecare benissimo nella loro faccia
no interno e l’altro esternoniente è di: ma interna tutti questi filamenti, che si distin-
siffatta divisione meno costante ; ora infatti guono in profondi e in supcx ficiali. 1 primi
essa avviene là dove il nervo principale entra si perdono pei muscoli sopracciliare e fron-
nell’orbita, ora presso la base di questa cavità, tale e pei tegumenti. I secondi, il cui tra-
nel momento che sta in sull’ uscirne. E anche gitto è più esteso, si prolungano per infino
il volume di codesti due rami secondari, messi verso l’occipite, e comunicano con quelli dei
a] paraggio uno dell’altro, è incostante ora
fi : lato opposto, quantunque però tali anasto-
in latti il volume è uguale in ambedue, ora, quel- mosi sieno meno frec|uenti di quelle che av-
lo dell’uno prevale assai sopra quello delfialtro : vengono coi nervi lacciaie ed occipitale e
e allora fiinterno è. d’ordinario, il più piccolo, che si osservano ne’filamenti piò esterni. Tali
dali considerazioni si possono estendere be- filamenti in ispezie sono supeifìcial ,
ma in-
nissimo a molte altre parti del sistema nervoso. nanzi che lo divengano, serpeggiano sotto la
a. Ramo frontale interno. Si porta in- faccia interna del muscolo frontale, che poi
ternamente e si avvicina alla caruncola del attraversano, siccome anche fiaponeurosi. Al-
grande obbliquo. Subito se ne spicca un fila- cuni antori asseriscono di aver accompagnato
mento che va inferiormente ad anastomizzar- dei ramoscelli per infino al bulbo dei peli :

si con un simile del ramo nasale, di cui presto ma io, coll’ Haller ne dubito. Il torpore che
favelleremo. Parecchi altri, che ne derivano proviamo alla testa per cagione di un cap-
poi, a livello della caruncola cartilaginosa, si pello troppo stretto, dipende dalla pressione
recano alla palpebra superiore, dove cammi- di tali nervi e da quella degli occipitali e
nano tutti dal di dentro al di fuori, e molti so- dei rami del facciale.
vente vanno ad anastomizzarsi con quelli del 3.*^ Ramo nasale (nervo nasale). Appar-
tronco lagrimale, formando un arco davanti tiene sì alle narici come
apparecchio ìa-
all’
fi Qualche volta mi avvenne di dover
occhio. comotore degli ocelli, e tiene il mezzo, quan-
ricercare invano siffatte anastomosi, che altre to a volume, tra il lagrimale e il fronìaìe.
volte si trovano assai facilmente ricevendone ;
Entra nell’orbita, attraversando l’estremità
pure muscoli sopracciliare e frontali. Poscia il
i posteriore del muscolo retto esterno, unita-
ramo esce dall’ orbita fra la caruncola del gran- mente al motore comune dell’ occhio che è
de obbliquo e il foro orbitale superiore e, ;
situato un poco più al di fuori che esso, è
rivolgendosi all’ insù, va a perdersi per li mu- al motore esterno che si trova più all’ ingiù
scoli frontale sopracciliare, trovandosi sopia ed in opposta direzione, .^scende tale ramo oh--
APPARECCHIO conduttore DEL SENSO E DEL MOTO
l)iiquaraente al sopra dei nervo ottico ti-
«li naso, e va a perdersi per li tega eu il este-
no alla parete interna dell' orbita , coperto, riori. Altri filamenti somministrati da Ila ste.s-
in tale tragitto , dal muscolo retto superiore sa ramificazione in nnmero di due o tre, di-
cui separa dal nervo ottico, poi situato al «li scendono sulla pituitaria, là dove questa ri-
sotto del grande obbliquo, in molto tessuto copre parte esterna e anteriore delle nari-
la

cellulare adiposo, dove dividesi in due rami ci, e hanno termine sopra
di questa presso
secondari.— Penetrando in tale cavità, o prima, r anteriore estremità del turbinato inferiore.
il ramo nasale somministra un filamento corto Talorauno per nu qualche trat-
di essi trovasi,
che costefforia
oD
esteriormente il nervo ottico e
^
to, rinchiuso in un canale osseo. Non pare
recasi al s-an^lio ottalraico. Talvolta ne som- che ninno di cotesti rami si rechi nel seno
ministra due che si diportano ugualmente. frontale o nelle cellule etmoidali , a malgra-
Uno o due filamenti ciliari^ e qualche volta do di quanto ne dicessero alcuni autori.
più, si spiccano immediatamente da esso sopra b. Ramo nasale esterno. Coslitulsce
il tiervo ottico, dopoch'esso abbia tenuto co- questo la continuazione del ramo principale
municazione col ganglio. I quali filamenti e cammina luogo l’interna parete dell’orbi-
quantunque indipendenti da quelli del ganglio ta. Giunto presso la troclea del grande ob-
verranno insieme a questi
stesso, descritti,per- bliquo e sotto di questa, si anastomizza con
chè tengono la medesima via. — Arrivato in un filamento del ramo frontale interno, quin-
mezzo parete interna deH’o vinta, e di rin-
alla di esce dall’ orbita ,
e si divitle in più fila-
contro al foro orbitale interno ed anteriore, menti, de’quali gli esterni si distribuiscono:
il ramo nasale si divi'le in due rami secon- i.o alla palpebra superiore, ove si trovano al-
dari di ugual volume «le'quali l’uno spetta
: cuni filamenti del ramo frontale ; 2.0 all’in-
alle narici e l’altro è esterno. feriore, ove si uniscono ad alcuni filamenti
a. Ramo nasale interno. Ma questo ramo sottorbitali, e anche ad alcuni del facciale 3 .o :

un tragitto estesissimo e molto considerabile: sul sacco lagrimale. I filamenti interni si di-
e venne con grande esattezza descritto dallo stribuiscono 1.0 sul dorso del naso, dove tal-
:

Scarpa. S’introduce in compagnia d’un ramo volta si scorgono anastomizzarsi coi filamenti
arterioso, pel foro orbitale interno ed anteriore, sotto cutanei del ramo interno, che si sono
in un piccolo canale che si porla al di dentro e recati nel modo che abbiano indicato, dalle
airinsù, e riesce nel cranio, sopra la parte in- parti interne alle esterne ; 2.0 nel muscolo
terna del solco etmoidale corrispondente. Qui piramidale ; 3 .o alla pelle.
tale ramo s’ interna in un solco osseo, dove B Branca mascellare superiore (nervo
è coperto dalla dura-madre, dal quale solco mascellare superiore.) —
l’ale branca più vo-

è guidato lateralmente alT apofisi cresta di luminosa dell’ oltalmica, ma più piccola «Iella
gallo : s’ introduce nella piccola fessura che mascellare inferiore, si porta, nell’uscire dal ri-
qui si osserva, e perviene alla parte anteriore gonfiamento comune dei nervi trigemelli, del
e superiore della narice. Poi diventa più gros- quale occupa la parte media, aU’inuanzi e un
so e si divide in due ramificazioni, l’una in- poco al di fuori. Larga da prima, restringesi
terna, e l’altra esterna, i.^ L’interna discen- poi, e, nello spazio cortissimo clT è tra la
de sulla parte anteriore del tramezzo, fra la propria origine e il foro mascellare superio-
pituitaria e il periostio e, dopo un breve tra- re presenta una forma triangolare, e vi con-
gitto, si suddivide in due filamenti, l’uno serva, al par che l’ottalruica, un colore un po- I

de’ quali, sottilissimo, discende sulla faccia in- co grigiastro, e una disposizione plessiforme I

terna dell’ osso del naso e finisce ramifican- apparentissima, che perde alla sua entrata !

dosi per gl’ integumenti del lobo; sovente, nella fossa pfcerigo-mascellare. Introdottasi nel |

fino dalla sua origine, s’introduce in un ca- foro rotoniio dello sfenoide, penetra pure nel- 1

nale osseo scavato nell’ eminenza nasale del la fossa pterigo-palatina, e l’attraversa oriz- I

coronale, altre volte in un solco osseo, al qua- zontalmente, immersa in molto tessuto cel-
le gagliardamente aderisce l’altro, un poco ; luloso, in modo che il tragitto di essa rie-
meno sottile, discende sulla membrana pitui- sca qui presso che doppio del precedente. In-
taria, a livello del margine del tramezzo, e trodotta alla fine nel canale sotlorbitale ,
loi
finisce suddividendosi, presso la sua base. 2.0 copre tutto, e spandendosi oltre l’orifizio
l/a esterna diramazione spetta all’esterna pa- anteriore terminare alla fac-
di questo, va a
rete delle narici la quale manda a principio
; cia. —
Si deve aduu([ae esaminare la bran-
un filamento che s’ introduce in un canale o ca miscellare superiore; t .0 nel suo passag-
solco osse«) scavato sull’ osso del naso o sul- gio pel forame rotouflo dello sfenoide 2.0 ;

r apofisi nasalepoi trovasi a nudo sulla par-


;
nella fossa pterigo-mascellare ;
3 .o nel canale
te posteriore della membrana pituitaria, nella sotto-orbitale -^ nella faccia.
; 4
parte inferiore del naso «juì, attraversa li-
: i.o Ramo La branca mascellare,
orbitale.
no tle’ piccoli fori di tale porzione ossea, o ja.assando pel foro rotondo, manda un ramo
passa .sotto il margine inferiore cleU’osso del al jnanto considerabile, che si porta all’innanzi
NERVI DELLA VITA ANIMALE

ecl air ili SU, e penetra nelPorbila per la les- dono di vista. 2.0 Altri rami brevissimi van-
sui a Pervenuto in siila Ila
sfeno-niascellare. no al turbinato medio tra’ quali il più alto, :

cavila, Jividesi in due lilamenli l’uno dei ,


dopo certo tragitto sulla superficie conves a
quali, il inalare, anastoniizzatosi prima col di questo, Io attraversa per un picciolo fora-
lagriinale, s’ introduce poi nel condotto del- me, e svanisce di subito sulla superficie con-
r osso inalare per recarsi alla faccia e distri- cava del medesimo nella pituitaria, gli altri
buirsi pel palpebrale, e per la cute, e unirsi terminano sopra la posteriore sua estremità.
al nervo facciale; P altro, W temporale, tra- 3.0 Finalmente ce n’ha altri picciolissimi i
versa la porz one orbilale dello stesso osso ina- quali, riuniti subito in uno solo, si curvano
lare per recarsi nella fossa temporale e ana- sul davanti del seno sfenoidale e toccano un
s'toinizzarsi colle branche del mascellare infe- poco la parte posteriore del tramezzo , nel
riore, ascendere poi al di fuori ed all’ indie- luogo ove non si possono accompagnare gli
tro, traversare aponeurosi del muscolo tera-
1’ olfattori. —
Un solo ramo si scorge, pro-
}>orale, divenire cutaneo, comunicare coi fi- priamente parlando, sul tramezzo, ma questo
lamenti superficiali del facciale, e diramarsi è il più considerabile di tutti gli altri stalo
a.l'a fine pei tegumenti delle tempie. 2.0 — scoperto dal Colunnio, e denominato poi na-
;

Pervenuta nella fossa plerigo-raascellare, la so-palatino. 11 quale sorto dal rigonfiamento


branca mascellare superiore gitta uno o due o dall’addossamento nervoso della fossa pte-
rami, che si portano all’ ingiù e al di dentro rigo-mascellare s’introduce cogli altri pel
,

circondati da mollo adipe molle. Quando non forame sfeno-palatino, si curva poi dal di fuo-
ce ne ha che uno solo , quesio è abbastanza ri al di dentro davanti il seno sfenoidale, tra-

grosso; ma quando se ne trovano due, sono versando la parete superiore delle fosse nasali
più sottili da prima, ma poi sembrano con- per recarsi sui lati del tramezzo, fra la mem-
tinuarsi con un rigonfiarnenlo denomina- brana pituitaria e il periostio, di maniera che
to ganglio sfeno-palatino àei,ci'\\\.o la priina levando tali due membrane, cJie si atlaccam»
volta dal Meckel, al quale l’arte va debitri- insieme, rimane loro sempre aderente e non
ce di molto per la descrizione delle branche al tramezzo. Pervenuto sopra di questo, si
che si spandono da questo rigonfiamento me- volge assai obbliquaniente all’ innanzi e al-
desimo. Nè deve tale rigonfiamento essere l’ ingiù, fino alla parte anteriore ed inferiore
rassomigliato ai gangli, che sono i centri dei di questo, presso condotti incisivi delio Ste-
i

nervi della vita organica non avendone la ;


llone. Qui
s’ introduce in un canale che gli
strutlara e spesso mancandone perfino l’ap-
; è proprio, per recarsi alla volta palatina. Que-
piarenza. Allora se non ci ha che un ra-
,
sto canale non è l’ incisivo e ce n’ ha due, :

mo, questo si divide subito, gonfiandosi un uno per ciaschedun ramo. 11 primo a descri-
poco, in quelli che deggiono recarsi alle par- verli lu lo Scarpa. Sono essi contigui agl’ in-
li vicine; e se ce n’ha due, si uniscono es- cisivi, medesimi mediante li-
solo separati dai
si semplicemente per dividersi po) ma quan- ;
na sottil lamina e P uno è anteriore, l’altro
;

do il rigonfiamento nervoso esiste, non de- posteriore. Incominciano alla parte inferiore
riva che da tale unione e non somiglia pun- del Ir.miezzo, e discendono per la sutura stes-
to ai gangli ecco perchè ne venga descri-
: sa delle due apofisi palatine : di modo che, se
vendo qui i filamenti, mentre riporlo ai allarghisi tale sutura, si veggono divisi, cia-
nei'vi della vita organica quelli del ganglio scheiluno secondo la propria lunghezza, in due
ottalmico. —
Comunque sia da tale ramo ri- solchi e finiscono sulla volta palatina, die-
:

gonfiato, o da questa unione dei due rami si- tro li due incisivi medii. Sovente or l’uno or
tuati sopra il forame sfeno-palatino, se ne di- l'altro, comunicano nel loro tragitto coi con-
[»artano parecchi altri distinti in interni, po- dotti incisivi, ma s’aprono di poi separata-
steriori ed inferiori. mente nella volta palatina. Ho peraltro vedu-
a. Rami interni (nervi s feno-palatini). to due casi in cui, per lutto il loro tragitto,
S’introducono questi, in numero assai varia- non erano separati da sifiàtti condotti che
bile, pel forame dallo stesso nome, nelle cavi- per mezzo d’ una lamina membranosa e non
tà nasali, presso l’cstremilà posteriore del tur- ossea, talché si trovavano gli indicali nervi
binato medio. Conviene dividerli in (picHi {)roprianieuLe in essi del resto non vi si c(»n-
:

che spettano alla parete esterna ed in quelli teueva*io che secondariamente, essendo la lo-
che si scorgono sul trajuczzo delle narici. — ro cavità occupala in ispezic dal prohuiga-
d'ra’ primi, 1.0 due o ti c si recano a [jrincipio mento della pituitaria. Uiascheduu ramo na-
ira il periostio, c fi pituitaria, alla taccia cou- so palatino .s’ introduce in uno di questi pic-
oava del turbinato siqteriore, e vanno a per- coli canali, il destro ueü’iuleruo, il sinistro nei
dersi nel meato corrispondente, [ircsso l’a- posteriore. Amfiidue giungono per tal modo
peuTura posteriore delle cellule et moi dall. Al- alla volta palatina, dove s’ anaslomizzano in-
eiini lilameuti sembrano iatrodiirsi so|n'a 1 sieme, poi si di vido no in moltissimi filamen -
margini di siifitle cellule, ma subito si [)cr- ti che si disperdono [lai ticolarmcnic pei*la
Î.6 APPARECCHIO CONDUTTORE DEL SENSO E DEL MOTO
piccola caruncola raembranosa che osservasi ramo naso-palatino? non sì può vederlo- —
dietro i denti incisivi. Per mettere bene allo scoperto codesto ra-
h. Rami inferiori (nervi palatini). Na- mo è uopo segare longitudinalmente le fos
scono questi o dal rigonlianiento , o imme- se nasali, levare la pituitaria a livello del
diatamente dal ramo o dai rami indicati, condotto palatino posteriore, e la lamina os-
quando il rigonfiamento non esista. Sono in sea, che nel separa allora lo
: si .scorge be-
ìiumero di tre, uno grande e due piccoli. Il — - nissimo. Rompendo poi l’apofisi palatina,
maggior ramo palatino, anteriore agli altri, si rimane la membrana palatina, sulla superfi-
introduce, poco dopo la sua origine, nel con- ciesuperiore della quale si scorgono le ter-
dotto che gli appartiene, e che trovasi fra minazioni di codesto ramo. Quantunque poi,
Fiosso mascellare, il palatino e lo sfenoide, nel levare la pituitaria, si sieno troncate le
€ lo percorre tutto. Mi venne più volle os- diramazioni dei turbinati, tuttavolta si può
servato che, in cambio di formarvi un uni- ancora seguirle. —
Il ramo palatino medio,
co fascio, i filamenti vari di esso si trovava- più posteriore nella sua origine che il pre-
no perfettamente separali tra loro da un las- cedente, discende nella fossa che trovasi sot-
so tessuto, che permetteva di scorgere, senza to il foro sfeno-palalino e s’introduce in un
dissezione , una separazione siffatta. In- — canale proprio, donde esce dietro l’ uncino
nanzi d’eiatrarvi, somministra una prima di- deU’apofisi pterigoidea. Si divide esso allo-
ramazione nasale^ che introducesi a livello ra in due ramificazioni, 1’ una delle quali
della prominenza sfenoidale dell’ osso pala- manda alcuni filamenti all’amigdala vicina,
tino, e dapprima
trovasi fra i turbinati me- e si perde, con quattro o cinque altri, per
dio ed inferiore. Di qua si porta, median- la sostanza muscolare del velo; l’altra, di-
te un filamento, turbinato medio, ue
sul visa in due o tre filamenti, finisce in que-
circonda il margine libero, va a perdersi sto medesimo velo. —
Il piccolo ramo pa-

nella superficie concava di questo per mez- latino, posteriore al predetto, discende tra il
zo d’altro filamento più luogo, si volge po- muscolo pterigoideo esterno e il seno ma-
scia verso il turbinato inferiore, e si distri- scellare; tosto entra in un canale dond’e-
buisce per la superficie convessa di questo sce fra la tuberosità mascellare e l’apofisi
tino alia sua estremità ; e quindi si disperde, piramidale dell’osso palatino. Finisce per
suddividendosi, per la pituitaria. Un poco — due filamenti: l’uno si perde per l’ugola,
Hunanzi che il ramo palatino esca dal cana- l’altro per l’amigdala e per le glandule pa-
le osseo, e presso la volta palatina, gitta una latine.
seconda ramificazione nasale che traversa c. Ramo
posteriore o pterigoideo.
una piccola apertura della porzione vertica- (nervo vidiano). E somministrato posterior-
le dell’osso palatino, penetra nelle narici, si mente dal rigonfiamento sfeno-palatino. Si
reca orizzontalmente sul margine del tur- reca, tutto ad un tratto, orizzontalmente
binato inferiore, ove si suddivide, e perdesi air indietro, e penetra nel condotto osseo,
finalmente presso l’ apotisi nasale dell’osso eh’ e scavata alla base dell’ apofisi pterigoi-
mascellare. D rinchiusale più volte, nel suo dea. Prima però d’ introilur visi, sommini-
tragitto, da un canale osseo, Nei mede- — stra alla membrana del seno sfenoidale due
simo luogo incirca, il gran nervo pala-
all’ filamenti sommamente sottili, che non man- \

tino manda indietro un’altra diramazio-


all’ cano in niun individuo, ma
sovente sono i

ne gutturale la quale, pur rinchiusa in uno sì tenui che si possono, a mala pena, vede-

de’ canali accessorii all’ osso palatino, discen- re. Durante il suo tragitto nel canale, se j

de fino alla regione palatina, dond’esce per ne dipartono alcuni filamenti che si porta- j

un’apertura separata per dividersi sul velo no alla parte posteriore e superiore del tra-
del palato. — I! grande ramo palatino me- mezzo, alla membrana della volta della fa-
j

desimo esce finalmente dal suo canale, a li- ringe, presso P orifizio del canale dell’ Eu-
vello apertura faringea della bocca, si
dell’ stachio, a questo orifiziomedesimo, e simili.
curva innanzi
all’ sotto la volta palatina, e Pervenuto parte
alla posteriore del canale, il
vi si divide in parecchi filamenti principali, ramo pterigoideo ne esce, traversa la sostan-
de’ quali gli uni, esterni, costeggiano la par- za cartilaginosa ch’empie il forame lacero
te interna del margine alveolare superiore, anteriore e si divide in due filamenti, l’uno
e si perdono in quella porzione delle gin- cranico, e l’altro carotico. Il filamento— j

give che la viveste, presso i denti corri- cranico rientra nel cranio, fra la rocca e il i

spondenti ;
gli altri, interni, si spargono per vicino margine dello sfenoide, si porta alla j

la parte media della volta, e mostrano in superficie superiore della rocca, sopra la !

gran parte distribuirsi per le glaiidule mu- quale si rivolge indietro e al di fuori,
all’
j

cose di tale regione anzi è facile il seguir-


;
rinchiuso nel solco che vi si osserva, e co-
perto dalla dura madre che gli forma una
|

ne per iufino a codeste glandule. Alcuni si |

auastomizzano forse con vari filamenti del spezie di guaina alla quale
,
strettamente “l|
ÎVliRVI della vita animale Î7
aileriscp. Poi s’ ÌDlro(ìiice nella parte superio- pebra superiore, ai palpebrale, agl’ integu-
ré dell’ aequidotto del t'alloppio, ove si a- menti delle guance , ai muscoli della radice
lìastoinizza col nervo facciale. Ë accompa- del naso, alla caruncola lagrimale e al sac-
gnato da una piccola arteria. —
Il filamento co lagrimale. Si scorgono alcune anastomosi
carotidiano s’introduce nel canale dello stes- tra le loro divisioni e il filamento anterio-
so nome si reca sull’arteria carotide, alla re del ramo nasale della branca ottalmica,
quale si congiunge e si anastOraizza, intor- il nervo facciale, e talvolta ancora i fila-
no ad essa, col nervo motore esterno e con menti del ramo lagrimale che passanno pei
uno o due filamenti del ganglio cervicale fori raalari,
superiore nel modo che dirò nel descrivere Rami inferiori o labiali. Sono que-
b.
codesto ganglio. 3.*^ dopo aver fornito i ner- sti più considerabili, e si discernouo bene
i

vi della fossa pterigo-mascellare mediante.!’ in- dissecandoli dal di dentro al di fuori, dopo
dicato rigonfiamento, la branca mascellare aver rovesciato il labbro superiore. Discen-
superiore si avanza orizzontalmente sino al- dono somministrando alcune divisioni al-
la fessura sfeno-mascellare, e s’introduce nel r elevator proprio, al canino, al labbiale e
canale infraorbitale da cui prende il nome. alla pelle del labbro. Parecchi filamenti ar-
a. Rami dentali posteriori. Prima di rivano pure al margine libero di questo lab-
entrarvi, manda uno o due rami alquanto bro, e vi hanno il termine. Le glandule mu-
considerabili, che discendono sulla tubero- cose sparse sopra di esse pur ne ricevono.
sità mascellare e s’introducono nei condot- c. Rami interni o nasali. Si spando-
ti ossei che questa loro presenta. Divisi su- no questi sul naso, sulle pinne di esso, si
bito in più tilamenli, giungono codesti ra- prolungano al tramezzo, comunicano col ra-
mi margine alveolare, escono da tali con-
al mo nasale interno, e si distribuiscono al-
dottimediante alcune aperture che corri- l’elevatore comune, al dilatatore delle pinne,
spondono agli alveoli dei tre o quattro ultimi all’abassatore, alla pelle, al principio della
molari, e s’ introducono nella cavità di ciasche- superficie mucosa, e simili.
duno di questi denti pel foro che la loro radi- d. Rami esterni. Sono i raen numerosi ;
ce presenta. Un filamento abbastanza consi- e destinati al maggior zigomatico, al canino
derabile segue la parete esterna del seno, e va e alla commessura, statuiscono parecchie co-
it comunicare col nervo dentale anteriore; municazioni col facciale. —
Si scorge, da tut-
un altro circonda la tuberosità mascellare, to questo, che la branca mascellare superiore,
e va a perdersi per le gingive e pel musco- uscendo, presenta un centro donde emanano,
lo buccina tore. —
La branca infra-orbita- a mo’ di raggi molti filamenti che si distribui-
le, riguardala nel suo canale, non fornisce al- scono per quasi tutta quella parte della faccia
cun ramo; ma spesso apparisce divisa, as- che ha per limiti, in alto, l’occhio, la bocca
sai presto, in parecchi fasci che giacciono all’ ingiù, il naso aldi dentro, il massetere

paralleli gli uni agli altri. Arrivata presso al di fuori. La maravigliosa copia delle ra-

r orifizio esterno, somministra il ramo den- mificazioni non permette di scrupolosamente


tale anteriore. noverarle.
b. Ramo dentale anteriore. Penetra C. Branca mascellare inferiore (nervo
questo di subito nel canale dello stesso no- mascellare inferiore). —
Tale branca- è com-
me, eh’ è scavato nella parete anteriore del posta, come diceva^ da due porzioni distin-
seno-mascellare ; e somministra dapprima te. i.° L’ una, esterna, eh’ è la più conside-

un filamento clic comunica con uno dei ner- rabile, deriva esclusivamente dal rigonfia-
vi dentali posteriori; poi si divide in pa- mento comune del nervo trigemello è trian- :

recchi altri de’(juali ciascheduno, per un con- golare, appianata, più voluminosa delle bran-
dotto particolare, si reca ai denti incisivi, ai che mascellare superiore ed ottalmica, e non
canini, e ai primi denti molari. Nel loro tra- corre che un piccolissimo tragitto avanti che
gitto , codesti filamenti dentali somministra- arrivi al forame ovale. 2 .^ L’altra porzione,
no sovente, dicesi, alcuni piccoli filamenti nascosta da essa, estranea al comune rigon-
che vanno alla membrana del seno mascel- fiamento, derivante dai quattro o cinque ra-
lare ;
ma mi è panilo sempre difficilissi- mi che hanno un’origine separata sopra la
mo il discernerlo 4-*^
:
uscire dal cana- cerebrale protuberanza, passa per lo medesi-
le infra-orbitale, la branca mascellare supe- nio foro ovale, rimanendo sempre divisa dal-
riore si trova sotto 1’ elevatore proprio del la precedente che è molto più grossa di que-
labbro superiore, e si disperde in un nu- sta, e n’è anche diversa per ciò che conserva
mero indeterminato di rami che possono la disposizione plessiforme del rigonfiamento
dividersi in superiori, interni, esterni ed in- fino alla fossa zigomatica, mentre tale se-
teriori. conda porzione ha l’aspetto ordinario dei
a. Rami superiori o palpebrali. Sono nervi. — All’ uscire dai foro ovale, la pic-
alquanto scarsi di numero, e vanno alla pal- cola porzione diviene anteriore; si conginnge
Enclcì. Mtd. T. II.
îH . APPARECCHIO CONOETTOKE DEL SENSO E DEL MOl’O

aiiclie talvolta inlimameiite alla grande, e poi, sopra (juesla superficie, discende obblirpia-;
su tal caso lutti ì rami che seguono non mente all’ innanzi, distribuendo altri filamen-
sono distinti alla loro origine. A-ltre volte ti, e si perde nella parte me<lia del musco-
rimane essa in questo luogo separala, e al- lo ;
nò mai perviene all’ inserzione inferio-

lora mostrano derivarne subito il ramo bue- re di questo.


cale e uno dei temporali prolondi. - — Co-' Ramo bnr.caìe. Più voluminoso che i pre-
munque foro o.vale, la branca
sia, sotto il cedenti, si separa nello stesso punto di (jne-
mascellare superiore sì trova d’ infra la su- s!i, si dirige subito al davanti ed all’ ingiù,

periore parete della fossa zigomatica e il mu- passa tra i due museoli pierigoidei, e dà al-
scolo pterigoideo esterno. Qui si divi le iu due cuni filamenti all’ esterno. Discende poi fra
porzioni, runa superiore ed esterna, l’altra lo pterigoideo interno c la faccia interna del-
interiore ed interna. Si scorge benissimo tale !’ osso mascellare inferiore,
perviene sul buc-
divisione incominciando la dissezione dal rii cinatore, situato dapprima fra questo e ra|>o-
dentro al di fuori, dopo aver spaccato longi- fisi coronoide, conlimia sovente, per qualclic

tudinalmente il cranio e levate le parti Ojsee tratto, il suo corso su questo muscolo senza
che sono situate alla parte interna delia fossa raraifu^arsi, ma altre volte si suddivido non a[)-
zigomatica. — i Dalla porzione esterna <le- pena vi è giunto. ! filamenti che somm iui,>l ra
rivano i rami temporali, il masseterico, il bu- s’intralciano insieme. Ne ho coniato, d’ ordi-
cale e lo pterigoideo. nario, sei o sette provenienti dalla parie inte-
Raìiii temporali profondi. Se ne con- riore del ramo perchè la superiore ({nasi non
;

tano, d’ordinario, due, l’uno anteriore, si- ne sommiministra. 1 primi sottilissimi vanno
tuato alquanto profondo nell’ infossamento al temporale, a livello deli’ apofisi coronoide ;

che la fossa temporale presenta sul davan- gli altri si perdono aeiia spessezza del bueci-
ti ; l’altro posteriore, molto più superticia- natore. Il ramo siesso, divenuto più superfi-
le. Nascono arabidue dall’ estremità della ciale a misura che si andò facendo anteriore,
porzione esterna ma talora il buccale ne
;
si colloca sotto gl’integumenti, e, pervenuto
somministra uno, e il masseterico l’altro. In al margine est(n’no dell’ abbassa love dell’an-
alcuni individui se ne trovano tre. Comun- golo delle labbra, si caccia sotto siffatto mai'-
que sia, assumono i medesimi, per alcun ginc e si perde, risalendo alcun poco, ne’suoì
tratto, una direzione orizzontale, fra il mu- dintorni.
scolo pterigoideo esterno e la parete supe- Ramo pteripoldeo. E di tutti il più pic-
riore della fossa zigomatica indi si curva- : colo. Nascosto pi'ofondaraente dopo la pro-
no sull’osso temporale, a livello di (piella pria origine, tra i museoli [iterìgoideo ester-
spina che qui vi si osserva, e ascendono sul- no e perislafilino esterno, si rivolge all’ in-
la lussa situati profondamente
temporale, giù e va a metter capo nell’interno pteri-
fra quest’osso e muscolo dello stesso no-
il godeo. —
2.*^ La porzione interna della
me. Nel loro tragitto, si dividono in moltis- branca mascellare inferiore si porta dappri-
simi fflamenti che si perdono per la sostan- ma peiqiendicolarmente, quindi si divide to-
za del muscolo temporale anastomizzan- ,
sto, .siccome ho detto, in tre rami.
dosi tra sè, e poi coi temporali supcrfiziali, Ramo linguale (nervo linguale). Sing-
mediante alcuni piccoli fori dell' aponeurosi le essere un poco meno voluminoso che il
temporale, che sovente si scorgono molto dif- dentale cui manda, sovente, un filamento al-
ficilmente. Il ramo anteriore si anastomizza, cun po’dopo che se n’ è separato, 'l’ale ramo,
oltre a ciò, eoi filamento del ramo lasri- un poco più in basso, e sotto la scissura gle-
male della branca mascellare snpcinore, il qua- noide, riceve quello del timpano che for-
le, come dicemmo, attraversa la spessezza ma, con esso, un angolo acutissimo in alto.
dell’ osso raalare. Il luogo della riunione o meno al-
è più
Ramo masseterico. Voluminoso quan- l’ingiù ;
e cpiesta accresce notrd3Ìlmentc il vo-
to i precedenti, è un poco posteriore ai me- larne del ramo che può dirsi me-
stesso, tal
desimi voigesi, al par dì questi, orizzon-
:
no un’anastomosi reale ohe un congiungi-
Salmente al di fuori, e all’ indietro, scorre tra mento, un addossamento di filamenti. Il ra-
la parete superiore <lella fossa zigomatica e mo linguale poi di.scende Ira lo pterigoideo
il muscolo pterigoideo esterno, sul davan- interno e l’osso mascellare inferiore, si reca
ti dell’ apofisi Irasversa del temporale. At- un poco all’ innanzi, si caccia Ira la gian-
traversa poi, nella medesima direzione, l'in- duia soU(j-mas(;cilare e la membrana biuìa-
cav.itma sigmoidea, situata fra il muscolo le, passa, insieme al comi olio escrelorio dì
temporale che è all’ innanzi, la lìbro-carlila- tale gianduia, fra la faccia superiore del miln-
giue articolare, e il collo del ('.ondilo masiaù- joideo e r io-glosso, quindi recandosi tosto
lare clieè ali’ indietro, e perviene così alla su- so[)ra la gianduia sottolinguale, giunge sul-
perficie iiiterua del massetere, dove somnii- le parli laterali della lingua, collocalo alloia
uistra a ]irinci[)io alcuni filamenti posleriori : tra il gciiio-glosso e il linguale: c da que-
NERVI DELLA VITA ANIMALE iq

sto
.
luogo si rt'ca fiuo alP eslrernilà di (jiud- lo scorre tutto j)er quanto sommliu-
e esteso,
la. — In tale li'agiîlo, manda un lìlamcn slrando ai grossi molari e al primo piccolo
mento csleiiorc al plerigoideo interno, iì- alcuni rami che vi penetrano per lo forame
lamenlo che manca talvolta ,
e che ho ve- della loro ra<lice a livello <Sel loro mcnlonie
;

3.
duto anaslomi/zarsi col ramo plerigoi<ieo. ro, codesto ramo si divide in due porzioni,
2 *’'
Fiù in basso, due o tre filamenti sotti- r una più piccola si continua sulla medesima
lissimi si distri!uiis( ono per la porzione po- direzione per la spessezza della mascella e si
steriore ed interna del tessuto delle gingive. dirama alle radici dei denti canini ed incisivi ;
® A livello della gianduia sotto-mascella- Paîtra più gi'ossa, esce pel foro mentoniero
re, questo ramo è in singolar modo varia- e si divide subito in parecebi filamenti che
bile talvolta se ne dipartono parecchi lìla-
;
si anastomizzano, in parecchi luoghi , con
menti, e formano poi un piccolo rigonfia- quelli del facciale e tagliano ad angolo ret-
mento o ganglio, donde si dipartono nuove to la maggior parte de’propri. Facendo il pa-
divisioni nervose per la gianduia. Altre vol- ragone di quella porzione eh’ esce dal canale
te, invece di nn ganglio, ci ha una spezie dentale con quella che entravi, ho osservalo
di plesso dihicile a districare, formato da fi- che la differenza è all’ incirca d’ una metà, es-
lamenti che vanno alla mascellare. Più di sendo l’altra metà rimasta pei denti. Ad iscor-
rado, il ti-agitto di filamenti, il cui numero geve cotesta porzione esteriore, è mestiere ro-
è vario, è allora diretto. 4-*^ della vesciare il labbro e tagliare la membrana della
gianduia mascellare, alcuni filamenti di co- bocca la si trova allora di subito uscente dal
:

municazione uniscono il ramo linguale al foro in un solo fa-cio o in due, che dispiegasi
nervo ipoglosso. 5.^ Poi quattro o cinque al- ad mi tratto in raggi. Qui tutti i suoi fi-
tri lilaraenli si recano al di fuori e all’ in- lamenti poi ascendono a principio fra la mem-
giù, diramandosi per la gianduia sottolin- brana della bocca e i muscoli e nell’asoen- :

guale e per la parte interna e anteriore del dere per siffatto modo gitlano i loro filamen-
tessuto delle gingive. 6.° A livello di siffat' ti all’ abbassatore dell’angolo delle labbra,
ta gianduia, alcuni più grossi filamenti co- all’ abbassatole del labbro inferiore, all’eleva-

minciano ad istaccarsi dal ramo, e penetra- tore del mento, al buccinatore e ad altri. Di-
no, tra la lingua e il genio-glosso, nel tes- vengono codesti filamenti anteriori; ma molti
suto della lingua, la quale, da tale silo fi- rimangono sotto la membrana della bocca,
no alla punta, ne va successivamente vice- c continuano ad ascendere fino al margine
A'endo fino a tanto che il ramo sia dilegua- libero delle labbra, dove finiscono alla pelle,
to. Se Jie noverano quasi dieci o dodici di al labbiale , e alle glandule mneose. Quan-
tali filamenti destinati alla lingua, ì quali do codesti nervi sieno esattamente disseca-
innanzi di penetrarla, se ne rimangono più ti, scorgesi latto l’orlo del labbro inferio-
o meno separati; si accompagnano assai da re ricevere pure molli filamenti che vi si
lungi tra le fibre carnose, ove i più cor- portano di basso in alto, a quel modo me-
rono un lungo tragitto, e finiscono (juasi al- desimo che quelli del mascellare superiore si
la membrana elio riveste le delle fibre. sono portali dall’alto in basso al margine del
Ramo dentale inferiore (nervo dentale laìibro superiore.
inferiore). Un poco più voluminoso essendoché Ramo temporale superficiale. Nasce o-
il linguale, discende oblicjuamente a lato di ra con un solo tronco ora con due rami,
,

questo tra i pterigoidei, poi fra P interno di tra’ quali passa l’arteria sfeuo-spinosa , che
cjLiesli e la mascella inferiore, corrispondendo si riuniscono poi. Circondato orizzontalmen-

internamente al legamentolaterale interno del- te, nella sua parte posteriore, dal collo de!
r articolazione temporo-raascellare. Presso — Condilo, tra questo e il condotto uditorio ,
i’orifizio del condotto dentale gitta un conside- gitta in siffatto luogo due filamenti che si
rabile filamento, che si può chiamare men- anastomizzano col facciale, poi ascende sul
toniero^ e recai! lesi in un solco scavato al davanti del condotto uditorio, cr.perto dalla
disotto dcll’anzìdetto canale nel quale sol- ;
gianduia parotide, somministra al condotto e
co è ritenuto da un’espansione cellulosa den- al padiglione parecebi rami, e giunge alla ba-
sa, che si fa continua al legamento. Uscito se dell’ apofisi zigomatica. Qui, si divide
dal solco, scorre tra la mascella c milo-joi-
il in «lue rami che accompagnano, nelle loro ra-
deo s’apjirossima al mento, ma
,
prima invia mificazioni, le branche dell’arteria tempora-
alcuni filamenti alla gianduia sotto-mascellare le superficiale. Comunicano codesti rami eol-
che sembrano uuiisi qui a quelli del ramo ia branca superiore del nervo facciale, e occu-
linguale, h'inisce con quattro o cinque altri pano tutte le parli laterali del cranio.
idameiili, in prima por lungo trailo distin- §.Neroi motori esterni degli occhi.
IV.
ti, poi dislribniii per li muscoli m^lo-joideo, — Hanno un volume medio, tra quello dei
genio-joidco e digastrico. Il ramo denta- motori comuni e dei patetici poca è la lo- ;

le s’introduce poscia nel condotto dentale, ro estensione, semplicissima la loro distribu-


20 APPAKFXCHIO CONDUTTORE DEL SENSO DEL MOTO

zione. Nascono, con parecchi filamenti riuni- cale superiore, percorrono il canale per quan-
ti dal solco che separa la protuberanza ce- to è esteso, vi ricevono il filamento inferiore
rebrale dalla midolla e da questa protube- del ramo pterigoideo, e n’ escono per risalire
ranza medesima e sono composii talora uel
;
iin po’obbliquamente nel seno cavernoso e re-

punto di delta origine di due branche che sì carsi al motore comune, formando con questo
congiungono dipoi in una sola. La posterio- un angolo acuto all’ indietro ed ottuso all’ in-
re deriva dal solco, e talvolta anche un poco nanzi; lo che dimostra desso riceverli non som-
dair eminenza piramidale; P anteriore dalla ministrarli. Da altro canto sono diversi da tali
porzioïie vicina della protuberanza. Ciasche- nervi, pel loro particolare colore e per la moU
duna è composta di due o tre filamenti, che lezza. Presentano poi i medesimi molta varie-
spesso, situali gli uni dietro gli altri, non tà. Sovente un plesso formato da filamenti mol-

formano punto due porzioni distinte. Co- tiplici circonda la carotide e si riunisce in un
munque sia, e’non puossi accompagnarli nel- solo filamento per congiungersi al motore e-
la sostanza midollare: le più volte si levano slerno dell’occhio e qualche volta le si addos-
;

colla pia-madre , colpa la loro mollezza, al sano nel seno, tre o anche quattro filamenti. Il
luogo stesso di loro origine; ma addivenuti nervo, dopo averli ricevuti, cresce in volu-
neurilema ticl laddove loro si attacca la pia- me, e può essere separato da essi per molto
madre, acquistano tutto ad un tratto della spazio.
consistenza, si riuniscono e formano il cor- §. V. Nervo facciale. — Il nervo fac-

done del nervo. Questo si reca tostamente in ciale, eli’ ha tessitura più soda dell’ uditorio,
direzione orizzontale aH'innanzi e al di fuori ;
col quale lo hanno descritto i più tra gli a-
e pervenuto sulle parli laterali dell’ ajmfisi natomici, corre un tragitto molto più lungo
basilare, penetra nel seno cavernoso median- che questo, ed ha una destinazione assoluta-
te un’ apertura che presentagli la dura-ma- mente diversa. — Nasce dalla parte laterale e
dre; ed anche l’aracnoidea che gli aveva inferiore della protuberanza cerebrale, in quel-
formalo, fino dall’ origine di esso, un invo- la scanalatura che la separa dalla midolla spi-
lucro, Io accompagna fino ad alcune linee nale, al di sotto e un poco al di fuori da’ cor-
presso l’ introduzione sua e si rivolge dappoi pi olivari, d’accanto il nervo uditorio, dal qua-
per ritornare nel cranio. — 11 nervo per- le però è distintissimo. A tale origine ha la
corre il seno cavernoso tenendosi nella parte vista di un cordone midollare formato della
inferiore ed esterna di codesta cavità esterior- stessa sostanza che la protuberanza, niente
mente all’arteria carotide, alla quale si at- neurileraatico, aderente, per lo spazio di quat-
tacca con abbastanza forza, e separato dal san- tro o cinque linee, colla superiore sua faccia,
gue del seno mediante una ripiegatura mem- al prolungarneuto posteriore di una protube-
branosa, ond’è circondato. Nulladimeno lo si ranza siffatta ma divenuto, al di là di que-
:

trova a tal luogo, l’ossastro ;


ma questo è un sta, libero, acquista maggior consistenza, s’iu-
effetto che nasce, nel cadavere, da trasuda- volge nel neurilema e si porta verso il foro
mento. È sottile per la metà di suo tragitto, uditorio interno. Le più volte, oltre la det-
ma sul davanti aumenta in grossezza, ove ta porzione midollare, che costituisce la prin-
cangia eziandio alcun poco la direzione, cb’è cipale origine del nervo, altra ce n’ ba più
verso l’ insù e al di fuori nell’ istante, in ch’è piccola formata da molti filamenti distinti,
vicino ad uscire dal seno. Un’ apertura della come venne osservato dallo Soeramering; fi-
dura-madre, situata sopra di quella della vena lamenti che sembrano formar parte, a pri-
ottalmica, lo trasmette nell’ orbila per la fes- ma giunta, del nervo uditorio, ma si veggo-
sura sfeiioidale. Penetratovi, si trova collocato no tosto congiungersi al facciale. Assai soven-
fra le due porzioni del muscolo retto esterno, te la distinzione tra codeste due origini rie-
insieme al comune motore ed alla branca na- sce quasi a nulla. Comunque sia, il nervo fac-
sale dell’ otlalmico; quindi si volge più al di ciale, nato, nel detto modo dal cervello, e si-
fuori, seguendo, per qualche tratto, la faccia tuato daccanto al nervo uditorio, ne segue il J

oculare dello stesso muscolo retto esterno, e cammino sino al fondo del condotto acustico.
si disperde, alla perfine, per la sostanza di Qui lo abbandona, cacciasi tutto quanto nel-
questo mediante alcuni rami che vi penetrano 1’ acquedotto del Faloppio, e lo percorre per ^

divergenti, e separali gli uni dagli altri, a quel quanto è esteso. Siffatto canale è più notabi-
modo stesso eh’ erano, alla loro origine, dal- le per la lunghezza di quello che pel diametro
la protuberanza. Il motore esterno non som- suo, ha incominciameuto dalia parte superio-
ministra ninna branca ;
ma, come il patetico, re e anteriore del condotto uditorio, sale poi
è destinato ad un solo muscolo. Ma è facile un poco verso il di fuori e il di dietro, fino
r osservare due filamenti che si recano ad es- alla parte superiore della rocca, poscia si vol-
so, alla metà del suo tragitto nel seno, a livel- ge affatto all’ indietro, passando prima sulla '

lo deir apertura superiore del canale carotico. cassa del timpano, quindi all’ interna parete j

I quali filamenti derivanti del ganglio cet vL di questa ; e finalmente discende in direzione *
SERVI DELLA. VITA ANIMALE 2 Î,

perpendicolare per infino al forame stilo- superficie convessa da! padiglione dell’ orec-
mastoideo, ove finisce. —
Il nervo facciale chio, mandando alcuni tilamenli al musco-
corre esattamente codesto canale, cli’è tappez- lo posteriore di questo ; 1’ altro, continuan-
zalo da un sottilissimo prolungamento fibro- do ad ascendere obbliquamente all’ indietro
so, e lo empie affatto in modo che interna- sull’ apofisi mastoidea, si reca alla parte cor-
mente sia libero, come sono tutti gli altri rispondente del muscolo occipitale e distri-
nervi contenuti ne' condotti ossei, che non buisce per questo, siccome per gl’integumen-
contraggono niun’adereriza. Se ne lo ritrareb- ti di tale ragione, mediante le sue numerose

he molto agevolmente, prendendolo ad una suddivisioni. — Dopo un tale ramo, il faccia-


delle sue estremità, se non fossero i filamen- le ne gitta uno che va allo stilo-joideo e
ti che somministra nel suo tragitto. Uscito ai muscoli che si dipartono come esso dal-»
dal forame stilo-rnastoideo, s’incammina al di l’apofisi stiloidea, e anstoraizza, per mez-
si^

fuori e air innanzi, nascosto dalla gianduia zo di uno o due filamenti, con quelli che
parotide, e si divide in due branche, delle derivano dal ganglio cervicale superiore. Un
quali ci facciamo subitamente a seguire l’an- altro ramo, movente dal facciale innanzi la
damento. —
Non somministra nelfacquidotto sua divisione, si reca alla parte posteriore
niun ramo fino a livello del meato del Falop- del digastrico. Un filamento di tale rame at-
pio. Qui riceve il filamento superiore traversa la grossezza del menzionato muscolo,
del ramo pterigoideo (nervo vidiano). 2 .*^ Poi ascende verso le interne parti, dietro la ve-
gitta un filamento al muscolo interno del mar- na jugulare, e si anastomizza col glosso-fa-
tello. 3.° Giunto alla parte posteriore delia ringeo mentre che questo sta per uscire del
cassa, ne manda iin altro piccolissimo che tra- cranio prima però gitta un filamento che
;

versa la base della piramide in un’ apertura va a congiungersi al ramo laringeo del ner-
quasi capillare e va al muscolo della staffa. vo vago. —
Dopo aver somminislrati li det-
4-*^ Indi a poco il nervo facciale somministra ti rami, i quali non possono dissecarsi che
un altro ramo considerabile, che si conosce dall’ indietro, dopo portata via la colonna
sotto il nome di ramo del timpano. Questo vertebrale, il nervo facciale entra nella pa-
discende dapprima, paralello per alcun trat- rotide, vi si trova a principio
profondamen-
to al tronco; ma tosto si rivolge all’ insù e al te nascosto, poi discendendo obbliquamen-
di fuori e s’ introduce nel timpano per una
;
te, se nel approssima alla superficie ; verso il
apertura situata alla base della piramide. At- terzo posteriore di questa, più dappresso al-
traversa obbliquamente
la detta cavità dal- la branca mascellare di quello che siasi al-
l’indietro innanzi, situato in prima sotto
all' r apofisi mastoidea, si divide in due bran-
l’acndine, poi tra la lunga branca di questa e che, la temporo-facciale, e la cervico-faccia-
la parte superiore del manico del martello, e le. Qualche volta dal luogo d’una divi-
attaccato a quest’ ultimo osso di modo che sione siffatta si dipartono tre branche, al-
non possa eseguirsi da esso niun movimento cune volte anche quattro ; sempre però, qua-
senza che ne partecipi l’ indicato ramo nervo- lunque ne sia il modo, è facile riportare le
so , ma siccome il movimento è sempre una suddivisioni diverse a due capi principali.
spezie di altalena, non ne deriva niun stira- Branca temporo-facciale. Nascosta, co-
mento al nervo, atteso che quest’ ultimo cor- me il tronco, nella parotide, si volge all’iu-
risponde proprio alla metà della leva. Cora’è nanzi e all’ insù, verso il collo del mascella-
giunto al di sopra del muscolo interno di co- re condilo, del quale incrocia, ad angolo acu-
desto osso, cresce un poco in volume e in con- to, la direzione. Uno o due filamenti, som-
sistenza, diviene quasi orizzontale, ma subito ministrati da essa in questo luogo, si profon-
dopo discende all’ innanzi, a lato al tendine dano dietro il e vanno ad
detto condilo,
del muscolo anteriore, col quale esce dalla anastoraizzarsi colla branca
auricolare del
scissura glenoide. Subito dopo, s’ incammina tronco mascellare inferiore. 'Subito dopo, la
verso il davanti e il di dentro, fino alla bran- detta branca superiore sì divide in sette od
ca linguale del mascellare inferiore, nella qua- otto rami divergenti che formano ciò che
le,dopo un considerabile tragitto, s’ incontra, si denomina una zampa d^oca., e vanno a
anastomizzandovisi in alto ad angolo acutis- diramarsi per la faccia e per la tempia. Si
simo. — Tostocliè il nervo facciale è uscito «listinguono in temporali superficiali, in ma-
dal forame slilo-raastoìdeo, e anche prima di lari ed in buccali.
uscirne, somministra parecchie diramazioni Rami temporali superficiali. Sono di
che si distribuiscono alle parti vicine. ordinario due, somministrano alcuni filamen-
Ramo auricolare posteriore. E il più ti alla gianduia parotide, quindi n’ escono e

considerabile di tutti discende per alcune


: ascendono per passare sull' arco zigomati-
linee, poi ascende dinanzi 1’ apofisi mastoi- co del quale incrociano la direzione. Giunti
dea, e recasi dietro l’orecchio, ove dividasi alla lempia, si dividono in mollissimi fila-
in due filamenti. L’ uno si ramifica per la menti, che si diramano per questa regione,
2 'x Avp '.H c >\;)nT roîvn m'.r, sKNsr) ic diîi. moto
if’:i gi' inltA^umenii (' i’’ Moon- iîro-.i l;e!sì|u>r;i- fihuiKMiti d’ un lato c que’ deir opposto, non
!tî, c giungono pf;r infino :ill.i .si)iiinii!;ì del- solo in tale porzione del nervo facciale, ma
la lesta, Soniin inlsl rano posleriornienle, al- ancora nell’ inferior branca di esso. Pure, se-
la parle anieriore de! padiglione dell’oreo condo che gli autori asseriscono, se ne tro-
ebio, alcuni filanicnli die vanno ai piccoli vano qualche volta. Ma in generale (leggio-
muscoli di rpiesla parle, e agl’ inlegnnienli, no essere poche osservazione applicabile
;

e si ana.stoniizzano con quelli del ramo au- non solo al detto nervo, ma eziandio a lut-
ricolare posteriore: comunicano col lem- ti gli altri, giungendosi, di rado, collo scal-
porale superficiale del tronco mascellare in- pello ad una unione, sulla liriea mediana, di
feriore, coi lemporali profondi, e colla bran- due filamenti destro e sinistro del medesi-
ca lagrirnale del!’ ottaluiico. mo paio.
lìami nialari. D’ ordinario sono due, Branca
cercico-facciaìe. Si volge —
che vanno all’ osso inalare, si dividono in questa obbliquameuLe all’ ingiù, nascosta dal-

mollissimi filamenti recandosi al muscolo la branca dell’ os^o mascellare inferiore e si-

palpebrale, al zigomatico, al canino e simi- tuata nella spessezza della gianduia paroti-
li, comunicano col lagrirnale, coi rami infra- de, più ilappresso alia parte interna di quel-
orbiiali della branca mascellare superiore e lo che nell’ esterna. Giunta nell’angolo del-
coi filamenti che passano pei fori dell’ os- la mascella, devia obbliquamentè aU’innaii-
so spargono per tutta quella
inalare, e si zi, sotto il muscolo peUiccìaio,
caccian'iosi
parte della eh’ è compresa fra due
faccia e divide in più rami che s’ auastomizza-
si

lince orizzontali, 1’ una delie quali passereb- no co’ nervi cervicali superficiali. I rami che
be sotto le palpebra superiore e l’altra sot- questa somministra nel suo tragitto sono di
to le pinne del naso. 1 più de’ filamenti ordinario Ire o cjuattro e si possono riferi- :

anzidelli, ohe sono superficiali nella parte re a due principali ordini ;


distribuendo.si gli

posteriore dello spazio corrispondente alla uni al di sopra, gli altri al disotto jdell’ in-
porzione superiore del massetere, si trova- feriore mascella.
no, al pari che le loro anastomosi profon- ,
Rami
sopra-mascellari. Ce ne ha due ;
damente nascosti dai muscoli di questa parte. il primo, alquanto voluminoso, nasce ad an-

Ranii ’bnccaìi. Sono tre che passano tra- golo retto dalla branca rinchiusa ancora nel-
sversalmente sulla [varie media del massetere, la parotide immediatamente sotto il lobulo
c (omuiiicano colla branca cervico-facciale e deir oreccliio. Si porta trasversalmente al-
coi rami malari. Il superiore,
i alquanto l’ innanzi, circonda il inargiiie proliiber.mie
ci>iisi(ierabile, ascende oblvliquamente verso dell’ interiore mascella, e arriva sul masse-
la radice del naso, e somministra molti fila- tere, nascosto sempre dal prolungamento del-
mcnii al zigomatico, al canino, all’elevatore la parotide, l’oslo si suddivide in (*|uaI.li*o o
jtrojvrio e comune del labbro. Sotto a cinque filamenti, de’ c|aali gli uni a.scenilono
(juesto ramo, ce n’ba uno molto considera- verso l’osso inalare, gli altri discendono ver-
iiile, situalo sotto il condollo della paroti- so la parte inferiore del massetere, dove fi-
'!(*, il (piale dà molte volte origine al pri- niscono anastomlzzandosi con ([ueili die se-
mo. Code.sto ramo, il maggiore di quanti ne guono. L’ alibassalore del labbro inferiore,
('Siamo dalla branca di cui tralliamo, estende- le fibre superiori del pellicciaio, e la par-
si molto lontano sul buccina tore, e arriva te inferiore del buccinatore sono da cjneslo
quasi fino alla commessura, gittaiido nume- provveduti di filamenti. — Il secondo ramo
rosi (llamenli dalla superiore e dall’ inferio- nasce a livello dell’ angolo mascellare, inlor-
re .sua [)ar!('. 'i'ulli muscoli e tutte le parli
i
no il cjuale si rivolge somministrando pa-
situale d’ infra la linea orizzontale, che di- recchi filamenti al massetere, o all’ inter-
cemmo passare alia base del naso, e un’ al- no pterigoideo, presso 1’ inferiore loro in-
ti a clic si siipjvorrebbe, passare sopra 11 lala- serzione; cpiindi s’indirizza obbliquamenle
bro inferiore, ne ricevono alcune smldivisio- all’ innanzi e all’ ingiù sulla parte esterna
ni e parecchi filaiuenli vanno ad anasto-
; ed inferiore del massetere, incrociamio l’in-
niizzarsi coi rami inlVa-orbilali della Ijran- serzione delle sue fibre. Presso il margi-
ca mascellare superiore. 3.“ Un altro ramo, ne anleriore di codesto muscolo, si divide
inferiore all’ anzidetlo, (iel '([tiaìe non è le in parecchi filetti, de’ quali alcuni ascendo-
più volte eli’ una divisione, esparge pure al- no, e vanno a perdersi, o pel massetere, o
cuni tilci ti per lo spazio indica t'i, c ne man- pel hnccinatore, menire gli altri discendono,
da ancora al ialibro inleriorc. Del rimanen- c vanno a metter fine ne’ mnscoli ablias,sa-
te, tulli cpicsli divengono,
filetti superficiali lore dell’ angolo delle labbra, abliassatore del
a livello del massetere, tanto più profondi labbro inferiore, buccinatore, pellicciaio, e si-
ijuanlo più anteriormente ci facciamo ad e- mili. Due o Ire di (picsli filetti vanno ad ana-
samlnarli. — !VIi sono parecchie volte indar- slomizzai'si con
fpielli (di' escono dal tor(.>

no latto ad indagare alcnnc anastomosi tra i mentoniero del mascellare inleriorc: i (piali
Ni.KVI Dl',r,r.V VITA AMMALA 23

raiiii, al {laf clic presentano luoi-


i {«rctletli, luug.iim nli anici pntt uheranza
MU'i delia lo ;

ie varietà. Sovente se ne trovano tre che si che tonna talvolta una origine distinta dal-
separano nel tempo stesso, al di sopra del- la prima e questa somministra al nervo la
:

la mascella ne ho contato anche quattro


;
;
[tiri [tarie del suo volume. J?oi[toso intera-
il cui volume, in proporzione, diminuisce. mente, coni’ è, all’ abbandona
istante in cui
Del resto, il numero non porla differenza nel- la [trolulteranza, costituisce subito un fascio
la distribuzione, dipendendo della separazio- ili fibrille distinte, e acquista una maggior con-

ne, quando più o quando men pronta, dei sislenza. Nel lato interno, [tresenla un sol-
fasci componenti il cordone nervoso. co ov’ è collocato il nervo facciale, sendti a ri-
lìanii sotto^/riasceìIa7'i. Nascono irame- do ad esso inliinamente riunito. Il ner- —
dia la men le sotto ruUimo ramo sopra- mascel- vo uditorio si dirige subito oltbliquameii-
lare : anzi talvolta mostrano provenire con fe al di fuori, in allo e all’ innanzi, verso il
questo nìedianle un tronco comune. Ohbliqua- condotto uditorio interno, nel quale [tene-
mente portano
rivolti all’imianzi e all’ingiù, si tra, 11 quale condotto, situato nella parte in-
dietro Pangolo mascellare cheli ricuopre. Tal- terna e posteriore delia rocca, presenta una
ora nascono con un solo ramo ma qualche : larghezza notabilissima, nn orifìzio molto al-
volta ce a’ ha due anche tre separali uno die- largato, una direzione obbliqua all’ innanzi
tro r altro. Comunque sia, si spargono i me- e al di Inori, e una larghezza minore di qiicl-.
desimi divergenti sul margine inferiore della la del condotto uditorio esterno attraversa :

mascella, ove comunicano coi ramoscelli so- i due terzi posteriori della grossezza della
pra-mascellari e con quelli ch’escono dal foro rocca, e finisce coy un fondo di sacco, li-
mentoniero, poi sulla parte anteriore e inle- mitalo juiteriormcnle e internamente dalia
riore del collo, ove di frequente s’ uniscono base della coclea, esteriormente e posicrior-
ai rami cervicali superficiali, e formano con mente dal veslibulo e dai canali semicirco-
questi una specie di plesso spesso manifestis- lari. 11 nervo uditorio occupa, insieme al
simo. 11 pellicciaio e gl’ integumenti cervicali facciale, codesto canale medesimo, senza em-,
ne ilcevono sovrattulto alcuni ramoscelli. — [)ierlo esattamente, come quest’ ultimo em
Dietro a quanlo dicemmo, la distribuzione del })ie l’acquidòtto dei Falloppio, ma vi sembra

nervo facciale si opera in uno spazio, limitato come rivolto intorno sè stesso in modo, ebe
in allo, dalle terapie, ia basso dalla parte su- si può agevolmeuic ildurlo ad una specie di
periore del collo, quale spazio racchiude
il listerella (Quando si rompano le
ap[iianaia.
lutto quanto il volto. Si coinpreiide da questo Iji'iglie cellulose che ne riuniscono fdamenli, i

quale importante influenza esercitar debba il solco che riceve il facciale vi rimane mani-

saH’cspressione della llsonoraia. La consisten- festissimo. Pervenuto al termine del fondo di


za del medesimo, quantunque più compatta, sacco, dividesi in due ordini di rami, della cui
nel cranio, che quella dei nervo uditorio, è «lislribuzione ne dobbiamo ia conoscenza al-
lutlavolla qrri minore d’ assai che non sia io Scarpa, dappoiché, infino a lui, non èra sta-
csleriormente alla delta cavità ed eziandio la che vagamente indicata dagli anatomici.
dentro l’acquidotto dei Faloppio disposizio- A. Branca della Coclea. Discernesi
ne comune alla più parte de’ nervi. Nota-
;

— questa, ben presto, per la sua bianchezza, nel


bilissimi sono le moltiplici anastomosi del me- condotto uditorio dove forma un cordone,
,

desimo., Nè solo si ristringe a congiun"ere i c.ongiuiiio alla branca seguente, ma più dif-
propri ramoscelli a moltissimi altri spettanti ficile eh’ essa non sia, a separarsi in filamenti,
ai nervi vicini, ma eziandio gli intralcia le spes- i aie cordone si dirige verso quella piccola e-
se fiale insieme dal che risulta sulla faccia
: scavazione che corrisponde, nel condotto udi-
una specie di rete, che fu tuLtavoIta troppo torio, alla base della coclea. Qui i numera-
1
esagerala dagli autori nelle loro tavole. Nitin si filamenti, che ia costituiscono
,
divengono
I
de’ nervi della vita animale presenta sì fr.e- [)iu manifesti separandosi un poco gli uni
I quen'.i le riunioni tra’ suoi ramoscelli diversi. c!a;;li altri, ciò clic fa loro assumere una mag-

§ Ne/ A’o udlturio. - - 11 nervo u-


VI. giore larghezza. Passano tosto per molle pic-
diloriu, nolahile per la molle orgaiiizzazio- cole aperture, onci’
è perforala coJesla
I
base,
I ne di che è dotalo, che lo fa discernere da! penetrano, paralellamcnte all’ asse della co-
I lacciaie, nasce, posleiTormenIc, dall’esirc- clea, gli orli lamina spirale, e si span
della
1 mita laterale del ventricolo del eervellello, dono in intinili filamenti, che leiininauo Uilli
ov’è composto di pareceliìe strie midollari, ad un trailo o sulla membrana ond’è lapjiez-
più o meno ap[)areiiti sulla [tarde aiiterio- zaia questa, o sulla sua porzione membranosa:
'
re di co lesta cavità, la cui membrana [tosle- alcuni poi ascendono pci- i’ asse, e si porla
ì More rivolge so[)ra di essi, nei luogo in
si no lino all’ iqticc della coclea, là dove co-
<aii [tassa
dalla della eslreruilà alla [tarlo cor- municano due scale.
le —
Jlel icslo tale [.oi-
, risjtomleulc dei eervellello, Aulei'iormeu zlone del nervo uililorio, del [lari (die la se-
- te, deriva pure ilalia parie anlenorc dei pro- guente, olfrc un’eecezioue alla [lin [iarde delie
ÀPPARECCaiO CONDUTTORE DEL SENSO E DEL MOTO
nervose disîribuzîoal. Infatti ogni qualvolta dagli olfattori che sono neurilematici, e st

wn cordone è dotalo di certa grossezza, pos- prolungano assai da lungi. —


Il nervo udi-

siamo essere certi che i prolungamenti di esso torio ha esso un neurileraa nel cranio? Quan-
posseggono certa estensione per lo contrario
;
tunque mollissimo. Io è per altro assai meno
quella porzione del nervo uditorio che spetta dell’ olfattorio e di quella porzioni degli ot-
alla coclea, quantunque molto considerabile tici eh’ è posteriore alla loro riunione: anzi
nel condotto comune, termina tutto ad un la resistenza di esso non differisce molto da

tratto nella cavità che la riceve : dopo il ner- quella dalla porzione del facciale a cui si
vo ottico, r udito ha fra tutti i nervi, la più sta unito.
rapida terminazione.
B. Branca del vestibulo e dei canali se- Articolo III.
mi-circolari. — Costituisce questa un fascia
congiunta al precedente, ma subito discerni- NERVI DELLA ‘midolla VERTEBRALE
bile da esso, come dicemmo. Tale fascio si reca
air indietro e al di fuori e si divide verso il Sqno di più numerosi : e nasco-
tulli i

fondo di sacco, in cui finisce il condotto udi- no successivamente dalla midolla, dal punto
torio in tre rami. In certi individui, il luogo in cui questa è connessa alla protuberanza, fi-
di siCfitta separazione è osserabile per un ri- no alla sua terminazione. La loro origine, di-
gonfiamento grigiastro e anche rossastro che versa al principiare di codesto prolungamen
Aion esiste in altri. to midollare, diviene quasi uniforme nelle
Ramo maggiore. E anche il più posterio- regioni cervicale, dorsale e lombare di essa,
re ; passa per alcune aperture, ond’ è perfo- dove non presentano differenze che nel vo-
rata la piramide del vestibulo, e dividesi in lume, e nella direzione e lunghezza del tra-
due porzioni. L’una rimansi nel vestibulo, gitto da esse percorso dentro il canale verte-
formando una spezie d’ espasione nervosa brale. Indicheremo successivamente le diffe-
patentissima, di natura polposa, nella quale renze che hanno le origini in ciascheduna
solo si trova la sostanza midollare del nervo. delle regioni. I caratteri poi comuni a cia-
L’altra porzione prolungasi versogli orifizii scun nervo riescono ai seguenti; i.o Cia-
dei canali verticale superiore ed orizzontale, scun nasce con due filamenti, 1’ uno anterio-
e vi si fa continua alla sostanza polposa e re 1’ altro posteriore, filamenti che sono se-
midollare che li tappezza, e forma prima, a parati dal legamento dentale ; 2.0 Ogni fila-
tali orifizii, due spezie di ampolle. mento ha certo numero, di radici primitive
Ramo medio. Al suo uscire dal fascio che lo compongono mediante la loro unione.
comune, penetra ad un tratto nel vestibulo, 3.® I due filamenti corrispondenti corrono,
e si trova, giùntovi, nella cavità semisferica, avvicinandosi, nel canale per un certo spazio,
ove spandesi in filamenti polposi che penetra- e al luogo donde escono si presenta un
no la membrana che la tappezzano. ganglio del quale indicheremo, a suo luogo, la
Ramo piccolo. È il più inferiore. Esce disposizione.
isolato dal condotto uditorio, per una piccola
apertura che vi si trova alla parte esterna, NERVI DEL PRINCIPIO DELLA MIDOLLA
penetra nel vestibulo giunge tutto ad un
;
VERTEBRALE
tratto, all’ orifizio del canal verticale poste-
riore, si espande in quella spezie di ampolla Notabili riescono codesti nervi , e pel i

polposa che qui si osserva, e mostra prolun- modo di loro nascimento, diverso essenzial- I

garsi nel canale stesso. Del rimanente, non si mente dal modo onde nascono quelli della ri- i

possono accompagnare, nei canali semicirco- manente parte della vertebrale midolla, e per i

lari, tali diverse distribuzioni nervose. — Da la loro distribuzione, eh’ è pure differentissi-
quanto si è detto di sopra, risulta che il ma dalla loro. L’origine della midolla, che i

nervo uditorio ha due distribuzioni differen- ha, superiormente, per limite precisola sca- ;

tissime, r una spettante alla coclea 1’ altra


, naia tura che la scevera dalla protuberanza, e
al vestibulo e ai canali semi-circolari. Questa che, oltre a ciò, è separata dalla rimanente i!

ultima è molto analoga a quella del nervo porzione della midolla, mediante il bulbo o ii

ottico che finisce nella membranaretina, rigonfiamento considerabile eh’ essa presenta, I

perchè le espansioni delle tre porzioni della convertesi in basso per insensibile maniera in iì

branca vestibulare somigliano alquanto a ta- codesto prolungamento midollare, sicché, da !|

le membrana. La distribuzione che si forma questa parte, non offre vermi limite determi- i>

nella coclea ha un poco di più analogia con nato. Adunque, più che la distinzione precisa II

quella del nervo olfattorio, per lo modo on- di tali origini, le due precedenti considerazio- I*

de si separano i filamenti perocché, per la


: ni, ciò e il modo per cui c’ incominciano e fan- ji

loro natura unicamente polposa e per la noia loro distribuzione, c’inducono a prendere jt

brevità loro, tali filamenti sono assai diversi in considerazione, in un articolo apposito, i
«ERVI DELLA VITA ANiaiALE 20
îîprvi fiosso-faringeo, vago, ipogiosso, spinale di codesta cavità; uno notabilissimo alfamig-
e sotto occipitale, separandoli dai cervicali. La dala ;
uno o due allo stilo-faringeo che non ri-
loro distinzione poi da quelli della protube- ceve sopraindicati, allorquando questi sono
i

r»anza cerebrale, è decisa sotto ogni riguardo. molto manifesti; dueo tre alla piarle laterale po-
Nerço glosso-jeringeo . — l'ale nervo de- steriore e superficiale della lingua. Sotto a
riva propria origine dalla parte superiore
la questi due rami, tronco getta ancora alcuni
il

e laterale della midolla vertebrale, tra il fac- filamenti, congiuntisi a quelli che si diparto-

ciale ed il vago, ma più in vicinanza a que- no da que’ rami stessi, e che vanno alla farin-
st’ultimo, sotto quel prolungamento che dalla ge, e formano con essi un intreccio che span-
midolla si reca al prolungamento cerebelloso de moltissime ramificazioni per le varie dfivi-
corrispondente, e in quel solco che lo separa sioni dell’esterna carotide. —
Giunto alla ba-
dall’ eminenza olivaie, eh’
è posta
aU’innaii' se della lingua, il glosso-faringeo passa sotto
zi. Tale origine, costituita d’ordinario da due lo internamente all’io-glosso, c
stilo-glosso,
tre o quattro o meno distinte le
radici più si divide quiin filamenti superiori^ die
une dalle altre è, d’ ordinario, separala da si portano intèrnamente alle fibre del lingua-

quella del nervo vago, mediante una piccola le, dove si uniscono a quelle del glosso-stafili-

arteria o una piccola vena, o mediante l’una e no e in ispezìe ai numerosi follicoli mucosi
l’altra insieme: talora non esiste niun inter- di questa parte ; 2 .^ in filamenti inferiori che
mediario : sovente tra esse e il nervo facciale discendono all’ io-glosso, alla membrana mu-
si caccia un piccolo prolungamento della cir- cosa che dalla base della lingua recasi al-
conferenza cerebrale a questo luogo molto l’ epiglottide, de’ quali uno o due mostrano
protubérante. Comunque sia, il cordone che recarsi formando delle anse retrograde al tes-
ne nasce, superiore e anteriore a quello del suto cellulare anteriore di questa cartilagine,
nervo vago, si porta dirittamente al di fuori o forse anastomizzarsi con ejnelli della laringe;
Verso un canale fibroso isolato che formogli 3.^ finalmente in filamenti medi che si pro-
la dura-madre al foro lacero posteriore, do- fondano nelle fibre carnose della lingua sotto
ve non ha veruna connessione col nervo va- r io-glosso, ascendono poscia verso la super-
go all’ uscita poi del canale si trova separato ficie di tale organo, ove terminano particolar-
;

da codesto nervo mediante la vena jugulare. mente ne’ moltiplici follicoli mucosi che si tro-
Andersech e Huber hanno descritto a questo vano a questo luogo, lasciando pochissimi fila-
luogo uno o anche due gangli cii’ io non ho menti nelle fibre carnose stesse. In generale,
trovato mai. —
Kivolto ali’ingiù eaU’innanzi, tali fibre non ricevono quasi niun filamento
passa sulla carotide interna e sotto lo stilo-fa- dal glosso-faringeo, le cui diramazioni diven-
ringeo, quindi fra questo e lo stilo-glosso, del gono superficiali, e si diportano all’ indietro,
quale segue la direzione fino alla parte poste- come si diportano anteriormente quelle del
riore e inferiore (fella lingua, ove finisce presso ramo linguale del nervo mascellare inferio-
la inserzione dell’Io-glosso. In questo tragit’o re ma e’ non potrebbesi dubitare che alcune
;

si spiccano dal tronco del glosso-faringeo dei non ne ricevessero in fatto de’ filamenti, seb-
numerosi rami, i.® Quasi subito, alla sua u- bene un anatomista abbia sostenuto la con-
scita, comunica col ramo siilo-joideo del fac- traria sentenza.
ciale e colnervo vago. 2 .° A livello della ca- §. 11. Del nervo vago.
Nasce immedia-
rotide cerebrale se no spiccano due filetti che tamente sotto il glosso-faringeo, sopra quella
discendono lungo la detta arteria, e si divido- prominenza della midolla vertebrale che a-
no subito in più filamenti de’ quali più si i scende al prolungamento cerebelloso della pro-
uniscono al ramo faringeo del nervo vago, tuberanza, presso la scanalatura che separa la
mentre altri lo incrociano senza anaslomiz- detta prominenza dall’eminenza olivare. L’o-
zarsi con esso tutti continuano a discendere
: rigine di siffato nervo si opera mediante una
sul tronco dell’arteria coi filamenti derivanti serie di filamenti situati gli uni sopra degli al-
da codesto ramo, filamenti che sì uniscono, sic- tri, talvolta la detta serie, mi-
in linea retta;
com’essi, ad altri provenienti dal ganglio cer- nore di poco il mezzo pollice, è in alcuni
vicale superiore, e concorrono alla formazio- punti doppia; ma le più volte è semplice :
ne dei nervi cardiaci. 3.° Uno o due Olamcnli nè alcuno di tali filamenti si prolunga per in-
vanno al muscolo stilo- faringeo. 4-^ Dne rami fino al ventricolo del cervelletto, quantunque
Jaringei^ più volte isolati, die talvolta han-
le lo asserissero alcuni autori. Comunque siasi,
uo t^iiia comune origine a livello della parie si riuniscono i medesimi io sei, olio o dieci
inierior deirapofisi sliloidea, o un poco più filamenti pàù considerabili, i quali, situati sem-
iu basso, si portano al di dentro e all’indie- pre gli uni sotto gii altri, formano un cordo-
lï’o ;
1’
uno è mollo, anzi il più considerabile, ne largo, appianato e sottile, nel quale non
tra quelli del nervo glosso laringeo. Sonimi- comunicano insieme. Questo, circondalo come
iiislraiio parecchi lilelli ai costrittori supe- è dall’aracuoidea che gl’ impedisce di essere
riore c medio della faringe, c alla membrana siiuafo nel cranio, si volge al di fuori e ali’ in-
At>PARECCH10 CONÛtiTTüRE DËL SENSO E DEL MoTO
natizi, destinalogii della
e pei'vieue al canale menti diramanlisi per le vicine parti. Comtì-»
dura-madre, ch’ è inferiope a quello del glos- nica pure coll’ ipoglosso e coi filamenti dei
so-firingeo, e separato da esso mediante un ganglio cervicale superiore.
lrame/-zo fibroso manifestissimo. Rimangono Ramo faringeo. Nasce questo al di sotto,
i filamenti separati ancora un poco in codesto e talora, coni’ho detto, al disopra del fila-

condotto ma, come n’escono, si riuniscono


;
mento di commnnicazione
col glosso-faringeo;
in un solo cordone rotondato, assumendone la e riceve, le più volte, un
filamento dallo spi-
disposizione plessifarrae comune a tutti quan- nale alla sua origine che sembra doppia. Di-
ti i nervi: talora codesta disposizione è ap- scende codesto ramo obbliquamente al di den-
parente, per lo spazio d’ un pollice, senza la tro, incrocia la carotide alla quale è come in-
dissezione , qualche volta formando il nervo, collato, somministra a livello di cjuesta un fi-
tutto ad un tratto, un cordone unito, non la lamento che s’ unisce ad uno somigliante del
si discerne. Nel primo caso, è un poco rigonfio glosso-faringeo, e forma con esso una spezie
in questa parte superiore, dove presenta un di ansa nervosa analoga alla precedente, av-
colore grigiastro, ciò che ha fitto che il Vieus- vicinasi alla faringe, ingrossa un poco giun-
sens ed altri ammettessero un ganglio. Sem- gendo parte superiore del costrittore me-
alla
pre, alfuscire di esso dal cranio, trovasi inti- dio, senza presentare, come fu detto, un gan-
mamente unito ai nervi ipo-glosso, spinale e glio. Qui si espande in più filamenti che for-
.glosso-faringeo, mediante un tessuto cellulare mano il plesso faringeo., il quale plesso è no-
denso, niente adiposo, molto analogo, nella tabilissimo, e fu molto bene delineato dallo
tessitura, ai tessuti sotto-arterioso, sotto-mu- Scarpa. 1 filamenti di codesto plesso sono ac-
coso, sotto-escretorio, e simili, che abbraccia cresciuti da altri moventi dal ganglio cervica-
pure i filamenti ascendenti del ganglio cervi- le superiore, dal ramo laringeo,e singolarmen-
cali superiore. Situato prima anteriormente te dal çlosso-farin^eo : difficile ad istabilirne
air ipo-glosso, nervo vago gli si fa subito
il n’ è la struttura e i filamenti nervosi, come
:

posteriore, lo abbandona sopra l’apofisi tra- negli altri plessi, sono cjui tortuosi, grigiastri,
sversale dell’atlante, per discendere davanti i irregolaraente intrecciati, con molle frequenti
niuscoli retto-anteriore e lungo del colto, este- comunicazioni ,
dopo le eguali, gli uni ascen-
riormente e un poco inferiormente delia ca- dono al costrittore superiore ;
gli altri, in mag-
rotide primitiva. Un tessuto cellulare lasso, ma gior numero, si rinvengono nel medio uno o ;

però alquanto resistente, non mai adiposo, due si portano aìF ingiù, e discendono prima
diverso dal tessuto intermuscolare, F unisce sulla carotide cerebrale poi sulla primitiva,
alla detta arteria, alla vena iugulare e un poco unendosi ad altri nervi.
al cordone che discende dal ganglio cervicale, Ramolaringeo superiore. Nasce al di
lutto che codesta ultima connessione sia meno sopra precedente, dal quale è separalo
del
manifesta delle altre due. Il detto tessuto è mediante un intervallo v'ariabile. Più grosso,
meno denso di quello che osservasi intorno più rotimdato, più manifestamente biancastro,
cotale nervo all’ uscire dal cranio. — Nella passa dietro la carotide interna, discende al
parte inferiore del collo, il tronco del nervo lato esterno del ganglio cervicale superiore,
vago passa a destra dinanzi all’arteria sotto- s’ indirizza aU’innanzi e al di dentro, si curva

claveare, a sinistra davanti la curvatura aorti- alF estremità del detto ganglio formando una
ca, si volge alF indietro, penetrando nel petto, ansa notabilissima, poscia si divide subitamen-
' ove cresce manifestamente in volume, passa te in due rami secondari, F uno de’ «piali va
alla parte posteriore de’bronchi, fra questi e nella laringe e F altro si porta al <li fuori di
la pleura, e gli abbandona subito per allaccarsi siffatta cavità.In tale tragitto non sommini-
air esofago sotto il sembiante di sottile cor- stra che alcuni ramoscelli onde si unisce al
done quello del lato sinistro è païen lemenle ganglio cervicale e all’ ipoglosso, e concorre
;

più anteriore di quello che deriva dal nervo al sopraindicato plesso. —


II ramo laringeo
destre). Ambidue giunti alla parte inferiore esterno si porta all’ ingiù e al di dentro, man-
deli’ esofa go, passano con questo per F aper- da ramificazioni al costrittore inferiore, altri
tura del diaframma, e si diportano sullo sto- ne manda al crico-liroideo, e tra questi alla la-

i

maco nel modo che diremo. Le divisioni ringe medesima,*' Ira le cartilagini tiroide e cri- :

de! fiervo vago possono essere considerali nel coide. Delle cpiall ramificazioni le più passano I

collo, nel petto e nelF addome. nelF intervallo tra le libre carnose; altre si

A. llami cervicali. —
Traversando il suo spargono sulla parte esterna dei detti muscoli i

canale fibroso, il nervo vago cotnunica uno o e della gianduia tiroidea, difilciic a seguire !

due volte collo spinale. Allo uscirne, manda nell’ interna parte «li siffatta gianduia. 11 —
. ì

un filamento che si unisce ad un altro deri- ramo laringeo interno si porta fra Fosso ioi- i

vante dal gl(,)ssu-fariugeo. La (piale unione co- «le e la cartilagine tiroidea, p.tssa in nn’apet- |

stituisce suvenlc una piccola ansa e dalla con- tura «Iella membrana che unisce «jueslc due |

vessità della quale si spiccano parecchi fila- parli, e si espande, lutto ad un IraKo^ iu tre i
NERVI UELIwV VITA ANIMAI,!' 27
O quattro ramificazioni, l’utfe le superiori si ria succlavia, incurva tosto, e 1’ abbraccia
s’

portano in quello spazio che ci ha tra la det- a mo’ di ansa, quindi si porta al di dentio,
ta membrana e l’ epiglottide
si anastomizza-
;
nascosto dalla carotide e dalla tiroidea in-
no mediana, colle opposte,
talora, sulla linea feriore, si attacca alle parti laterali della tra-
e si distribuiscono per la membrana della fa- chea, e ascende pel solco che la separa dal-
ringe, per la gianduia delTepiglottide e perTe- l' esofago, per infino alla laringe dove fini-

piglottide. Nella quale fìbro-cartilagine pre- sce. —


In tale tragitto, gitta, dalla con-
sentano una disposizione che non è stata in- Amssilà della sua ansa, due o car-
Ire filetti
dicata dagli autori. Molli de’ forami ond’ è diaci cì\q vanno a congiimgersi con quelli che
quella perforata ricevono un hlamento che derivano dal ganglio cervicale inferiore, e a
non SI può accompagnare più in essa, ma che due o tre che derivano più in alto dal ner-
si vede manifestamente penetrarvi. La rami- vo vago. Questa unione costituisce mi in-
ficazione inferiore, più notabile che le prece- treccio notabde fra la sotto claveare e la tra-
denti, s’introduce, dietro la cartilagine tiroi- chea, 2 .^ Al di sopra di filamenti, od
siffatti

dea, nello spazio triangolare che lo separa dal- anche a livello di essi, nascono assai di spes-
la cricoidc, vi gitta parecchi filamenti paten- so mediante aìcime origini comuni , i fila-
tissimi che vanno alla gianduia aritenoida, al- menti polmonari, molti de’ quali derivano
la membrana dei ventricoli ,
e alla tiro-arite- dall’ intreccio sopramraentovato ce n’ ha poi :

noidea, poi, rivolgendosi all’ indietro, viene a uno più considerabile degli altri, l’ali fila-
distribuirsi per la membrana della laringe, menti discendono in prima sul davanti della
per li crico-aritenoidei laterali e posteriori, trachea quindi si gittano sopra le arterie
,

per li aritenoidei, e comunica col ramo larin- polmonari , accompagnandole nella loro di-
geo inferiore. — Dopo somministrato il ramo stribuzione pel destro polmone, ove è ma-
laringeo superiore, il nervo vago discende, lagevole il seguirli :
parecchi tra’ filamenti
per qualche tratto, lungo il collo senza som- che se ne spiccano vanno ad aumentare i fi-
ministrarne altri. Talora, sebbene di rado, uno letti cardiaci. Ascendendo lungo la trachea,

o due filamenti gittano sulla carotide e vi


si il ramo laringeo inferiore somministra, 3.^,
si perdono ; le più volle un filamento va ad à\c\xn\ filetti esofagei che s’ aua.stomizzano,
anastomizzarsi con quello che l’ansa dell’ipo- in questo canale, con quelli del lato opposto,
glosso somministra ai muscoli sterno-ioideo e e con alcuni de’ cervicali gangli : alcuni
sterno-tiroideo. filetti tiroidei, che si spargono in pochissi-
Rami
cardiaci. —
Il tronco del lato de- mo numero sulla parte inferiore della tiroi-
stro somministra sempre, circa un pollice e dea senza che si veggano manifestamente
,

mezzo sotto 1’ origine della carotide dal suo penetrarvi; 5.^ alcuni filetti tracheali, dei
lato medesimo un ramo che discende ob-
,
quali taluni penetrano la membrana poste-
bliquamente, si attacca a codest’ arteria di- ,
rio'^e della trachea, si arrestano in parte nelle

scende poi sul davanti dell’ arteria innomi- glandule mucose, e in parte vanno alla mem-
nata, poi suiraorta, e si perde nei filamenti del brana interna gli altri penetrano in questo
;

ganglio cervicale inferiore che vanno al davan- condotto, sui margini laterali di esso, e fra
ti del cuore. Sotto il detto ramo, ch’è costante, leestremità degli anelli fibro..cartilaginosi, re-
un altro e talvolta due, meno considerabili e candosi pure alla membrana interna. Ilo so-
variabilissimi si dipartono per la medesima vente accompagnalo questi ultimi che sono
destinazione dal nervo vago destro. 11 tronco variabili in numero, — Pervenuto alla parte
del lato sinistro somministra pure un ramo inferiore della laringe, il ramo di cui trat-
costante che discende lungo la carotide si- tasi si caccia sotto il margine del costrittore

nistra , attaccasi alla curvatura aortica, e si inferiore, dopo avergli invialo alcuni filetti
getta medesimamente nei nervi che derivano si divide sovente, a questo luogo, in due o
dal ganglio cervicale superiore per recarsi ,
tre filetti principali, che si suddividono to-
al cuore. Talvolta ci lia due o Ire filetti in- sto ; delle quali suddivisioni alcune si reca-
feriori a questo, che pure si recano dal ner- no alla superficie mucosa
faringe che della
vo vago sinistro al cuore ; ma le più volte tappezza la parte posteriore della laringe
mancano. A destra sono più costanti. mentre la più parte di essi recandosi a que-
Ramo laringeo inferiore (nervo ricor- st’ ultima, si spargono in prima per i crico-

rente). Tale ramo, che nasce nel petto, aritenoidei posteriori e per l’ aritenoideo,
quanlnnqne la distribuzione di esso appar- quindi , penetrando sotto la cartilagine ti-
tenga particolarmente al collo, è un po’ di- roidea, per li crico-aritenoidei laterali e pei
verso a destra da quello che è a sinistra. Pas- tiro^arilenoidei. Molli si anastomizzano con
so ad esaminarlo nel primo degl’ indicati due quelli del laringeo superiore. — II ramo la-
lati quindi accennerò le differenze che pre-
;
ringeo inferiore sinistro nasce, nel petto, as-
senta a sinistra. 11 ramo laringeo inferiore sai più in basso che il destro, s’incurva al
destro nasce, ad angolo acuto, sotto l’arle- pari che questo, formando però un’ an.sa più
aB APPARECCHIO CONDUTTORE DEL SENSO R DEL MOTO

considerabile ond’ è abbracciata la curvatura inferiore, e dal quale nascono filetti infiniti

aortica. I filamenti cardiaci e


polmonari di che accompagnano la distribuzione dei bron-
ijuesto appartengono singolarmente alla
par- chi, dividendosi senza fine, e anastomizzan-
dell arteria pol- dosl insieme. I quali filetti mi paiono quasi
te posteriore del cuore e
quelli del ramo destro si distribui- lutti destinati per la membrana e per le giaii-
monare,
scono per la parte anteriore. Del lesto trat- dule mucose del polmone, non pel tessuto
di codesto organo. Infatti, di roano in ma-
teremo ancora di tali filetti quando terremo
parola de’ plessi cardiaci.
no che inoltransi sopra i bronchi, si veggono
B. Rami pettorali. —
Dopo aver for- successivamente perhuare la membrana po-
steriore di tali condotti , recarsene alla su-
nito nel petto il ramo laringeo inferiore, il
nervo vago si porta all indietro, siccome ho perficie mucosa,
diportarsi c.satlamente
e

detto, e passando posteriormente ai bronchi, siccome i posteriori de’ rami preceden-


filetti
si diportano rispetto
gittasi suir esofago per penetrare nel basso- alla trachea: sono
ti

ventre. I rami che somministra in tale tra- poi quasi esausti verso le ultime ramifica-
gitto sono superiori, corrispondenti, o infe- zioni bronchiali che si possono accompagna-
riori ai bronchi. —
I primi nascono a li- re. Nitino, per quanto si può discernere, si
reca alla sostanza polmonare
vello della parte inferiore della trachea ;
gli non si glttano :

ultimi a livello dell’esofago. che in piccolo numero dai bronchi al diso-


Rami
tracheali inferiori, Sorgono — pra delle arterie o delle vene del polmone.
questi a livello della parte inferiore della tra- Rami esofagei. Dopo aver somministra-
chea, e sono disposti in due ordini: i.°gli to i plessi polmonari , i nervi vaghi forma-
uni, anteriori, in numero di tre o di quat- no due cordoni che discendono lungo l’eso-
tro, passano sul davanti di questo condotto, fago, l’uno aìl’jndietro, l’altro alfinnanzi: il
discendono sopra gli anelli fibro-cartilagino- primo de’ quali appartiene al nervo del lato
si dividono in moltissimi filamenti che
si destro, il secondo a quello del lato sinistro.
,

si uniscono a quelli che derivano dall’ ansa Al lato destro, mentre che somministra fi- i

del ramo laringeo inferiore e del ganglio letti del polmonare , e dopo avergli
plesso
cervicale inferiore, e formano con questi il somministrati, nervo vago si divide in quat-
il

plesso polmonare. Parecchi si gettano diritta- tro o cinque rami considerabili che discendo-
mente sull’ arteria polmonare e sulla parte no sulle parti laterali e un poco posteriori
anteriore dei bronchi, la cui distribuzione dell’ esofago.Allontanati gli uni dagli altri .a
accompagnano ; 2.® gli altri posteriori, anche principio, quindi manifestamente ravvicinati,
questi in numero di tre o quattro, si recano comunicano codesti rami soventemente fra sè,
dietro la trachea, e si suddividono in molti fi- e infinesi riuniscono c danno formazione ad

letti, de’quali gli uni si recano alla membrana un cordone unico che discende dal lato del-
posteriore dell’ anzidetto condotto, e po'v:ia r esofago, e dietro di questo per infiiio aH’a-
alla mucosa, oppure si arrestano alle glan- pertura del diaframma che n’è attraversalo. E
dule di quest’ ultima ; e altri si gitcano sulla tale cordone il tronco medesimo del nervo va-

parte corrispondente dell’ esofago, discenden- go, il quale, dopo la sua formazione, viene
done ancora al plesso polmonare. rappresentato da quei quattro o cinque fila-
Rami
bronchiali. —
Dietro i bronchi, menti in cui si è diviso oltre il plesso pol-
e un poco innanzi di pervenirci , il nervo monare. La formazione di tale cordone ras-
vago manifestamente s’ingrossa: lo che di- somiglia, sotto questo riguardo, a quella del
pende dall’essere i filetti, onde componesi il nervo grande splancnico derivante dai gangli
suo cordone, meno serrati che in alto gli uni pettorali. —
Al lato sinistro il nervo vago
contro gli altri. Subito parecchi s’allonlana- è continuato, in pari modo , sotto il plesso
110 dagli altri, e poi si riuniscono e forma- polmonare e lungo l’esofago, da due o tre
no così molte areole che sono empiute dal rami, i quali riuniti insieme costituiscono
tessuto cellulare o dai vasi la quale dispo-
: un solo cordone che sopra il mentovato con-
sizione è assai propria a dare , senza uopo dotto si porta anteriormente, attraversando
di preparazione, un’idea dell’ interna strut- con questo 1 ’ apertura diaframmatica. Ri- —
tura dei nervi. Adunque tale stato plessiforme sulta da tale disposizione che tanto a sinistra 1

non ha veruna particolarità ;


è uguale in tut- che a destra, tronchi dei nervi vaghi pre-
i

to il tragitto del nervo, o essendo i filamenti sentino un solo coi'done sulla parte superto- h

stretti gliuni contro gli altri, non è soltanto re del petto, si dividano, nel mezzo in pa-
apparente, nè suppone alonna addizione di recclii rami e inferiormente si riuniscano <


,

sostanza. Da questo luogo si dipartono parec- novellamente ciascheduno in un solo. Tali i

chi rami che comunicano di frequente tra sé due Ifoiichi comunicano spesso insieme so-
dietro i bronchi, ove costituiscano un plesso pra esofago ed eccone il come
1’ i.° Parce- :
-

notabilissimo, denominato polmonare, al qua- chi filetti si dipartono successivamente dal I

le si recano alcuni fileni del ganglio cervicale nervo vago destro, in prima nel luogo ove 1
KF.RVI DRFLA VITA ANIMALE "1>

è composto questo da più rami isolali, po^ gaslro-epiploica, al g.anglio celiaco destro, al
scia air ingiiì, dove forma un conlone uni -
pancreas. :d duodeno, alla vena porla,
alla ve-
co. Questi filetti si portano obbliqnamenle scicliefla del fiele e al fegato,
intrecciandosi
air ingiù, massime a sinistra su! davanti del- con filamenti numerosi de’gangli celiaci; glial-
l’ esofago, e vanno al tronco dell’opposto tri più manifesti e riuniti sovenle in un ramo

lato accrescendone la grossezza. 2.0 Altri fi- unico, grosso e corto, vanno ai plesso celiaco,
letti,nascenti in pari modo dal nervo va- e contribuiscono, come diremo, ad alcune
go sinistro, e recantesi all’ ingiù e a destra, numerose divisioni, insieme ai filetti de’ vi-
massime dietro l’esofago, vanno a gettarsi cini gangli. —
2.0 J] tronco del nervo va-
sul nervo da questa banda per modo , che go al lato sinistro penetra nei petto davanti
tati comunicazioni rappresentino quasi alcu- l’esofago, e si divide, tutto ad un tratto,
ne specie di diagonali anteriori e posteriori sul piloro in parecchi fileni elie , situati a
che si incrociano con la propria direzione principio superficialmente sotto la membra-
di mezzi ai tronchi discendenti lungo i lati na sierosa, si portano a destra lungo la pic-
dell’esofago. —
Oltre a questi filamenti, mol- ci<da curvatura, dinanzi la coronaria stoma-
tissimi altri formano, all’in-
pure obbliqui si tica che li separa dai precedenti. Inoltran-
nanzi e all’ indietro, nella sostanza medesi- dosi così mandano successivamente .alcuni
ma dell’esofago e comunicano frequentemen- filetti secondari sopra 1’ anteiùo faccia dello

te insieme; parecchi uscenti in ispezialità dal stomaco. I quali filetti discendono obbliqna-
nervo sinistro, si spargono sopra l’arteria menfe, prima superficiali indi profondati
,

aorta, ma non ne ho seguili sulla vena a- tra lo fibre carnose che li nascondono oltre
zigo. Del resto, tutte le dette distribuzioni, il terzo di codesta faccia, la quale riceve, qua-
massime quelle che avvengono sopra 1’ eso- .si esclusivamente,! suoi nervi da tale tron-
fago, presentano alcune singolari diversità; co, menti'e che I’ altra faccia li riceve ilai
dappoiché due individui appena offrono la tronco destro. Giunti al piloro filamenti i

stessa disposizione. Quindi estreme sono le che restano si S[»argono in parte sul davanti
differenze che si trovano nelle descrizioni di tale orifìcio, comunicando qui con quelli
degli autori che hanno scritto secondo le eh* esso riceve dal tronco precedente po- ;

loro osservazioni cadaveriche mentre quelli ; scia recandosi più in là, seguono l’ arteria
che copiano sono sempre conformi ai pro- pilorica, e vanno al fegato, unendosi ai lier-
pri originali. In generale, le comunicazioni ai del plesso epatico. —
Del rimanenlo, l’in-
posteriori sull’esofago sono più frequenti sieme di siffatte distribuzioni nervose, e la
delle anteriori sebbene talora avvenga il
; loro unione eoi nervi de’ vicini gangli, ver-
contrario. ranno esposti, con maggiori raggnagii, trat-
C. Rami addominali. — ~ I due tronchi tando di questi.
dei nervi vaghi si diportano nell’addome di- 111. TVereo v/?i*/2 a/e. L’origine rii co-
versamente. —
i.o Quello del lato destro
§
desto nervo è molto variabile; d’ordinario
penetra in questa cavità alla parte laterale s' incomincia ad iscorgerlo di rlconlro alla
e posteriore dell’ esofago ; e dividesi subito quarta, talora alla sesta ed anche alla setti-
in parecchi ordini di filetti che rappresenta- ma, di rado alla seconda o alla prima delle
no dapprima un plesso manifestissimo sulla vertebre cervicali. Sottilissimo al sito di tale
origine superiore dello stomaco e si distri- origine, nasce per mezzo di una piccola pun-
l)UÌscono poi, gli uni per lo stomaco gli al- ta a ciaschediin lato della midolla fra due
I tri per le vicine parti. —
I filetti stomatici nervi cervicali ohe lo terminano in aito e(l
\ spettano in prima alla parte posteriore del in basso, o tra le due divisioni anteriore e
piloro, ove si fanno continui ai filetti eso~ posteriore d* un medesimo nervo. Talvolta
]

i fagei nascenti nel petto, poscia alla faccia po- quello d’ una banda è più lungo che quel-
\ steriore dello stomaco, dove, manifestissime lo dell’altra ed avviene pur qualche volta che
;

3 e molto ravvicinati e .sottoposti alla super- sia ineguale il loro volume. Comunque sia, a-

1 fìcie sierosa presso la piccola curvatura, van- scendendo l’uno e l’ altro ìaterahiiente lr.i il
3 no divergendo alia'^grande penetrano, a mi-
:
legamento dentato e le radici posteriori dei
\ sura che discendono, la spessezza delie fibre nervi cervicali corrispondenti, va saccessiva-
; carnose, e cessano così d’essere superficiali. menle ingrossando, per Io aggiungersi di alcu-
1 Parecchi, piuttosto che spargersi di tal mo- ni filamenti che nascono gli uni sopra gli altri
[ do per lo stomaco, seguono la piccola cur- ciascheduno mediante due o Ire filamenti, e,
'•
vatura stessa dietro 1’ arteria coronaria sto- che, recan<losi ohbliqnam ente all’ insù e al-
matica, comunicano coi fìlelli del nervo al l’infuori, s’immedesiman o tosto nel cordone
: lato sinistro, e vanno oltre il piloro a per- delnervo per farne parte. Colali filamenti .so-
( dersi nelle parli vicine. I —
filetti che non no tanfo meno obbliqui quanto più supe-
vanno allo stomaco sono posteriori qne- .a riori ultimo poi nasce vicinissimo ;d ner-
;
1'

i sti ; alcuni si recano all’ arteria epatica, alla vo vago, e sotto il foro occipif.ale per cui
3O APPAT» ECCIîlO CONDUTTORE DEL SENSO E DEL MOTO
passa îl li’oiico del quale innanzi di en-
nervo ii sterno-mastoideo, due o tre rami di varia
tra re nel cranio ha lalora tenuta coniunicazio- lunghezza si perdono, tulio adun tratto,
ïie col nervo soUoccipilale. Comunque sia, nella sostanza di codesto muscolo, dopo a-
portandosi sififalto tjervo sempre piu alPinfuori ver comunicalo coi rami del plesso cervicale :
ed inailo, perviene all’oritizio che riceve il uno e talora due rami, nati al di sotto, e
nervo vago, e si trova sotto di questo; penetra talvolta anche nella spessezza di questo, affat-
con esso nel canale che lo riceve, dove talvolta to estranei al muscolo, sono destinati esclu-
ji'è separato a principio da mia lamina ossea, sivamente a codeste comunicazioni, che par-
mentre che le spesse fiale, come ho osservato, tengono in ispecie al secondo, terzo e quar-
non è intermediaria ai medesimi che una ripie- to de’ nervi cervicali. Pervenuto alla facci<a
gatura deU’aracnoidea. Occupa tale nervo la anteriore del trapezio , il nervo spinale vi
parte posteriore del detto canale, e comu- discende e spandevi alcuni rami interni ed
nica verso r orifizio inferiore di questo col esterni che a poco a poco P es auriscono è :

nervo vago al quale è attaccato siffattamente destinato in ispezialilà alla porzione supe-
che si potrebhono credere un tronco solo. riore di codesto muscolo.
— AlTuscir dal canale il nervo spinale slon- §. IV. Nervo ipogìosso —
Codesto nervo
tauasi dal nervo vago, si unisce infimamente che riguardalo nella sua origine è anteriore al
mediante mi tessuto cellulare denso, colf i- glosso-faringeo ed al vago, nasce con io o 12
poglosso, lo abbandona, e si porta dietro la filamenti sottilissimi situali gli uni sopra gli al-
iugulare interna, discende per certo spazio, tri iu linea retta, dal solco che divide le emi-
fungo Tanzidetta vena, quindi si gitta al di nenze piramidali e olivari, ed anche un poco al
fuori sotto lo sterno-masloideo. Giunto al ter- disotto. Ciascheduno de’quali filamenti ha 1 i

zo superiore di tale muscolo, ne attraversa la suo principio da una o due piccole radici.
pane posteriore, diviene un poco superficiale, Situati, qual sono, sulla parte anteriore della
quindi, cacciandosi tosto sotto il trapezio, di- arteria vertebrale, si portano al di fuori, con-
scende sulla faccia anteriore di questo musco- vergenti gli uni verso gli altri, incurvandosi
lo, e vi si perde. —
In tale tragitto, il nervo spi- un poco sopra codesta arteria. Pervenuti di
nale non somministra gran numero di rami. rincontro al forame comliloideo posteriore,
Ramo accessorio del nerco vago. E il rinnisconsi in un solo, talora iu due, e anche
il più considerabile di lutti e gli ho asse-
: in tre fasci che perforano allora separatamen-
gnala una tale denominazione perchè con- te la dura-madre, coalenati lutti in alcuni
corre segnatamente a quest’ Liltimo nervo, canali particolari, che si riuniscono iu un
Eorse che gli antichi anatomici volessero indi- canale comune nel foro coadiloideo, e che si
carlo con quel nome che fu assegnato a tutto ri)UiUigono qualche volta separati per inliuo
«pianto lo spinale. Soemniering lo ha de- quasi all’ esterno orifizio di esso. Nel primo
scritto bene. Questo ramo adunque, che pre- caso, i filetti riescono ail un tronco comune
senta molle varietà , nato per entro il ca- nel foro, nel secondo fuori del cranio. —
nale fibroso della dura-madre, o subito sot- Siccome tosto è uscito, è unito codesto tronco
to, gllla dapprima uno o due filamenti che al nervo vago per mezzo di un tessuto cel-
discendoiia e vanno, riuniti ad uno [)iù con- lulare denso, e situato esteriormente a c{aesto,
siderabile del nervo vago, a formare il ramo ma tosto se ne separa a fine di portarsi obbli-
faringeo di codesto nervo , si porta quindi quamente alPinnanzi e all’ ingiù, e divenire
all’ ingiù e dietro a questo, e vi si trova sempre più superficiale a misura che s’inoltra.
congiunto mediante un tessuto cellulare den- Collocato da prima sulla carotide iatenia, sopra
.filssimo che sembra sovente non formarne l'esterna, e sopra il ganglio cervicale superiore
che solo un fascio. Pervenuto sotto Porigine coperto dallo stilo -joideo, dalla metà poste-
«lei ramo laringeo, dividasi in più fileUi con- riore del digastrico, e dall’ arteria occipitale,
giiingentisi intimamente a quelli ond’c com- apparisce tostamente traile branche della ve-
posto il tronco del nervo vago, che offre a na iugulare interna. A questo luogo, muta
«juesto luogo mia disposizione plessiforme direzione, e si curva all’ innanzi e all’ insù,
manifestissima per ricevere i detti filetti. forman lo un’ansa notabilissima sotto il ten-
^Sembra dunque siffatto ramo patentemente dine del digastrico ma prima si divide in
;

«iestiiiato ad ingrossare questo ultimo nervo due branche, l’una cervicale discendente, e
al quale apparlieusi pel suo tragitto, uieu- l’altra ipoglossa projvi'ia mente detta. d’ale—
tre dipende, quanto all’ origine dallo spi-
, nervo, poco dopo ch’è uscito dal cranio, gllla
nale. Spesso gli è unito siffattamente, che a th- nell’ indicato tragitto un ramo, il quale por-
tica si possono discernere, nò mai ho veduto tandosi all’ comunica
indietro, coll’ ansa for-
che mandasse come fu detto, un filetto all’ipo- mata dal primo nervo cervicale e dal solfo-^
glosso. “ D.i tale ramo, fino allo sterno-mas loi- occipitale, davanti la prima vertebra; quindi
deo, il nervo spinale non fornisce alcun ramo. comunica talora, mediante uno o due filetti,
Rami »v/c/72o-//7rt.s'/tt>/V/e/, Tra versando lo col nervo vago mentre gli è unito.
ÎSÜRVÎ DELLA VITA ANIMALE
A. Branca cervicale discendente. — Na- B. Branca ipoglossa propriamente det^
rice codesta branca, eh’ è molto considerabile, ta. — E tale branca veramente la continua-
nel luogo in cui il nervo fa la sua curvatura
; zione del tronco il quale, dopo aver man-
discende quasi perpendicolarmente sul collo, dato il cervicale discendente, s’ incurva, sic-
situata lungo la vena iugulare interna, giunge come dissi, poi si caccia tra i muscoli milo-
per infino alla metà di cjuesta regione, ove, ri- ioideo ed io-glosso, e s’immerge coll’ arteria»
volgendosi al di fuori, s’anastomizza. mediante linguale, ond’è separato da quest’ultimo, nel-
un arco notabile, con un’altra simile branca, la sostanza della lingua per avere la sua ter-
formata da due rami dei due primi ner^i cervi- minazione in codest’ organo. In tale tragitto,
cali. 11 luogo della riunione è osservabile d’or- questa branca fino al suo termine fornisce po-
dinario per un piccolo plesso più o meno com- chi rami. Innanzi poi d’incurvarsi e cacciarsi
plicato, e le più volte cotale, che il ramo pro- sotto il milo-ioideo, manda un piccolo filetto
veniente dirittamente dal primo nervo cervica- discendente al muscolo tiro-ioideo. Perve-—
le va a unirsi immediatamente alla branca cer- nuta tra il milo-ioideo e l’io-glosso, cresce evi-
vicale discendente ; mentre quello del secon- dentemente in volume per la maggiore sepa-
do, attaccato a questo, in modo da formare con razione de’ filamenti che ne costituiscono la
esso un solo tronco, se ne allontana a livello tessitura ; e poi ne gitta un gran numero che
dell’ansa, e va ad anastomizzarsi al di sotto sene dipartono a mo’ di raggi. i.° Gli unì
con un ramò di cui ci facciamo a parlare, pio- si recano al costrittor superiore della faringe
veniente da codesta branca cervicale, e recan- e allo stilo-faringeo questi filetti sono in i-
:

tesì allo sterno-ioideo e tiroideo. Codesta dop- scarso numero. 2.0 Gli altri, superiori, paten-
pia anastomosi circoscrive un piccolo spazio tissimi quantunque mollo sottili, in numero
traversato da parecchie nervose comunicazio- di cinque o sei, ascendono sulla faccia esterio -
ni. Nella più parte del suo tragitto, la branca re dell’ io-glosso, la coprono con parecchi a-
cervicale discendente non somministra niun nastomosi che avvengono tra gli uni e gli al-
ramo; ma, un poco innanzi che formi l’ansa tri, e tutti vanno a congiungersi ad alcuni fi-
nervosa, ne somministra anteriormente due, letti del ramo linguale della branca mascella-
i quali allontanati prima
1’ uno dall’ altro, si re superiore che scorre daccosto al superior
rendono poscia convergenti, finché si riuni- margine di siffatto muscolo. 3.o Finalmente,
scono in un solo, il quale, rivolto all’ innanzi, altri filetti inferiori vanno al genio-ioideo, al-
si profonda sotto 1’ omoplata-ioideo, e qui si la porzione anteriore dei genio-glosso e al mi-
divide in due filetti secondari, l’uno de’ quali lo-ioideo. —
Poscia, la branca ipo-glossa si
recasi sulla faccia interna di codesto muscolo profonda sui margini del genio-glosso, pene-
e vi si suddivide l’altro traversa codesta fac- tra la sostanza di siffatto muscolo, e distribui-
;

cia e perviene allo sterno-ioideo ,


pel quale sce daprima alcuni filetti nella parte poste-
pur si distribuisce. Al luogo in cui nasce la riore di questo indi, costeggiandone l’ inser-
:

propria convessità, somministra la branca cer- zione nelle fibre carnose della lingua, sommi-
vicale discendente un ramo alquanto notabile nistra successivamente sì a questa come, alle
che costituisce la sovraindicata anastomosi. 1 fibre carnose della medesima, altri filetti, per
filamenti derivanti dal piccolo plesso al (piale infino dappresso alla punta dell’organo, sen-
essa concorre, possono distinguersi in inter- za distribuirsi per altro, manifestamente, per
ni, medi ed esterni, i.o I filamenti interni.^ le papille, che che ne dicessero alcuni autori. In
in numero di due, si profondano sotto l’omo- tale tragitto, nel mezzo della lingua, il nervo
p>lata-ioideo, e si recano all’ interna superficie ipoglosso è assai vicino al suo compagno e
dello sterno-tiroideo, ove si perdono suddivi- quali sulla linea media.
dendosi in due ordini di filetti secondari, gli §. V. Nervo sotto occipitale. Tale —
uni spettanti a quella parte di codesto musco- nervo, simile in parte nella distribuzione ai
lo che corrisponde alla tiroidea, gli altri alla nervi cervicali, ne diversifica in parte, perchiì
parte inferiore del medesimo, posta dietro lo i.o è assai più piccolo ; 2.0 sovente ne manta
sterno, e un poco alla porzione vicina dello la radice posteriore, e quando esiste, non istà
sterno-ioideo. 2.0 I filetti medi sono d’ordi- sulla medesima linea che le radici corrispon-
nario in numero di due; talora, anzi piullo- ilenti di Codesti nervi ;
3.o i rami anteriori
slo di sovente non ce n’ ha che uno, il ([uale (li esso sono meno voluminosi che i poste-
si porta soprala superfìcie inferiore dell’omo- riori, all’ opposto di ciò che avviene negli ul-
plata-ioideo, e vi termina discendendo per timi ; distribuzione n’ è assai meno
fy.o la
questo muscolo fino in vicinanza della spalla, estesa ; 5.o non concorre che molto })oco aj
ò.o I filamenti esterni sono in numero di due plesso cervicale, formato essenzialmente dai
*» di
Ire, sottilissimi
,
sovente malagevoli ad i- nervi cervicali seguenti tutte ledette ra"io-
;

scuopfire. Discendono obbliauamculc al di ni mi eccitano ad imitar Winslow, e se-


inori della carotide, c vanno ad auaslomizzar- paramelo. —
Nasce codesto nervo dalle par-
iJ col terzo c col quarto de’ nervi cervicali. tì laterale e srqicriorc della midolla, sotto d
ArPAflKCCÎÎîO CONDUTTORE DEÎ, SENSO E DEL MOTO
rigoiitìameuto supcriore di essa. Anteriorniea- quali <lislrihuisce iameuli, siccome al
i suoi fi

le, selle in olio fileni riuniti in due o Ire lasci, retto posteriore minore 2P Ramo
occipitale
;

posteriormente soltanto due o tre filetti, ne esterno si porta questo esteriormente, arriva
:

costituiscono le due origini separate dal lega- al piccolo ohìaiiquo, e vi si perde ; 3.o Ramo
irieuto dentato, la cui prima dentellatura si at- cercicale.^ discende esso verso il mezzo del
tacca a livello dell’occipitale; e talora dalner- margine superiore del grande obbliquo, e si di-
To spinale che, le più volte, siccome ho veduto, vi de in moltissimi filetti, i più de’quali si per-
dopo essere asceso tra le due origini de’ nervi dono per la sostanza di codesto muscolo, men-
inferiori a questo, passa qui dietro la poste- tre due di essi, più o meno sovente rarmifesti,
riore, e comunica in alcuni individui mediante tenuissimi, V uno traversando il muscolo, l’al-
un filamento coll’anteriore. Gomanqne siasi, tro passandovi al di dietro, vanno ad anasto-
codeste due radici si portano convergenti ver- mizzarsi colla branca posteriore del primo ner»
so il canale fibroso della dura-madre che Ira- vo cervicale. —
In luogo
o degli
O indicati tre rami
^

metle al di dentro l’arleria vertebrale tras- ;


priaclpali, sei, o anche sette, si dipartono tal-
versano Siffatto canale in direzione opposta al volta ad un tempo dalla detta branca poste-
vaso, attaccandovisi sempre mediante un tessu- riore Sabatier ne indica la medesima divi-
:

to cellulare denso, quantunque molto variabi- sione. Allora il tragitto ne' è uguale, e gli stessi

le sia la relazione che tengono con questo, la muscoli' ricevono il medesimo numero di filet-
quale, più che quella dei nervi motori comuni ti,che solo si se[)arano, tutto ad un tratto, dai
degli occhi, avrebbe potato prestarsi ad alcu- loro rami. Questa non è che una differenza di
ne spiegazioni meccaniche. All’ uscita dal so- forni j.
praracntovato canale, osservasi un piccolo ri-
gonfiamento nervoso grigiastro, che ha la me- 11. Ncavi CERVievm della midolla
desima disposizione all’ incirca, che verrà da verteurale.
noi indicata rispetto agli altri nervi cervicali,
ipiaulunque infinitamente meno evidente. I Tali nervi sono in numero di sette il :

tiue fasci d’ origine, riuniti di poi, formano primo esce tra l’atlante e 1’ epistrofeo; Tul-
nu tronco unico collocato nel solco posterio- timo, tra 1’ ultima vertebra cervicale e la pri-
re all’apofisì articolare dell’epistrofeo, ai lato ma dorsale. Nasce ciascheduno, con due or-
interno dell’arteria vertebrale al quale si at- dini di radici, dalle parti laterali della mi-
tacca e qui se ne staccano tosto due branche,
;
dolla. — Le sono le più pic-
radici anteriori
r mia anteriore e Tal tra posteriore. cole, e nascono successivamente le une sotto
A. Branca anteriore. È la più pic- — le altre sopra una linea retta che non è se-
cola; aU’uscirc dal tronco, si porta dall’ indie- gnata da una scanalatura, come la linea di
tro air innanzi lungo l’ apofisi articolare del- origine delle radici posteriori. Deriva d’or-
r epistrofeo, questa e il retto laterale, ap-
tra dinario ciaschednna dalia midolla per mezzo
parisce anteriormente fra quest’ultimo e il di due filetti da sette in otto fila-
costituiti
retto minore, c allora muta direzione, discende menti separati luogo dell’ origine,
allo stesso
sui ilavanti dell’ apofisi trasversa, abbraccian- ma riuniti poi tutto ad un tratto per dare
dola coti una spezie di arco eh’ è reso compiu- ad essi la formazione. Talora codesti filamen-
to dalla sua riunione con un ramo del plesso ti s’ uniscono in tre filetti. Qualunque poi sia.

cervicale. —
In tale tragitto non si veggono il loro numero in ciascheduna radice, i me-

nascere che alcuni sottili filamenti che esami- desimi, crescendo in grossezza si portano

nati d’ allo in basso, vanno, al retto late- d’ alto in basso, — Le ,

radici posteriori, as-


rale, e al retto anteriore minore del capo ; 2 .*^ sai più notabili delle precedenti, derivano
^d retto maggiore, 3.*^ al ganglio cervicale su- successivamente da una scanalatura abba-
periore, in numero di due o tre ;
4-° ‘d nervi stanza palese, con un numero variabile di
vago ed ipoglosso alcuni, ancor più tenui
; filetti. Ne ho contato d’ ordinario tre o quat-
•'legli altri, si congiuiigono forse all’ arteria tro perla prima, e sei o sette per la seconda,
vertebrale? Che che se ne abbia detto, io non terza e quarta, otto o nove per le seguenti.
ho veduto niente di somigliante. Ho pure molto di sovente osservato, in mez-
B. B ranca po steriore. — Viii della zo a due radici corrispondenti un filetto ,

precedente,» si indietro e all’ insù, nel


reca all’ medio, il quale, biforcandosi dopo breve tra-
tessuto cellulare adiposo cii’emple quello spa- gitto, andava d’ un.i parte alla radice supe-
zio triangolare eh’ è limitato dai muscoli gran- riore, dall’altra all’ inferiore, ed era perciò
de ohbliqui eretto posteriore mag-
e jiiccolo così comune ad ambedue. Ciascbeduii fi- —
giore del capo, dove dividesi, dopo breve Ira- letto d’ una radice nasce con molti filamenti,
gillo, c in modo variabile, ne'' seguenti rami : meno separati al luogo di tale origini che
1
.^'
Piamo occipitale interno: portasi questo non sieno quelli che costituiscono i filetti
{ rasversalmenle al di dentro, fra il grande delle radici anteriori; tutti ingrossano quan-
conqolcsso e il retto posteriore maggiore, ai to più divengono inferiori, e convergono gli
NERVI DELLA VITA ANIMALE 33
unì verso gli altri in ciascheduna radice che no sotto
parte posteriore del rtiedesimo,
la

è per ciò come triangolare. Codeste due — vi spandono


in parte i loro ramoscelli, cui
radici, separate a principio dal legamento in parte giltano sul piccolo complesso e sulla
dentato, e in allo dal nervo spinale, si rav- faccia corrispondente dello splenio, del quale
vicinano tosto inoltrandosi verso il loro co- uno di essi attraversa talorà la sostanza per
lmine orifizio. Il loro tragitto è, nel canale, recarsi alla regione contigua dello sterno-ma-
tanto più obbliquo e più lungo, quanto più stoideo, 3 .*^ Sul davanti della parte superiore
inferiori le medesime , di modo che
sono del grande complesso
parecchi ramoscelli
,
l’uscita della prima è posta di rincontro al- muovono da codesta branca, ascendono al par
r origine sua, mentre le seguenti escono suc- di questa, si perdono nel muscolo, o io per-
cessivamente più al di sotto del punto onde forano isolatamente, e divengono cutanei. 4.^
traggono 1’ origine tra 1’ origine poi e l’u-
: Finalmente a livello della
parte posteriore
scita deir ultima, ci l’ ha intervallo che porta del capo, un numero
variabile di rami occi-
l’altezza d’ una vertebra. Giunte all’ori-— pitali danno terminazione a codesta branca,
fizio del canale fibroso della dura-madre, che si spargono sulla parte media e posteriore
deve trasmetterle al di fuori, si congiungo- del capo e sul muscolo occipitale ascendono
;

no codeste radici 1’ una all’ altra, ed entrano per infino dacanlo alla terminazione de’rami
nel suddetto canale , ove sono separate da ìrontali della branca oltalmica, co’ ramoscelli
im sottile tramezzo, che forma, per così di- della quale talvolta s’ anaslcmizzano.
re, di esso due condotti, — Dopo un breve Branca anteriore. —
Si rivolge questa,
tragitto, i filetti che compongono la radice appena separatasi dalla precedente, sui Iati
posteriore si riuniscono ,
e formano un ri- deH’artieolazione dell’ atlante coll’ epislrofeo,
gonfiamento considerabile, di colore grigia- passa tra le loro apofisi trasverse, coperta dai
stro, di abbastanza densità, di forma ovale, muscoli angolare, spleuio e primo inter-tras-
di sconosciuta natura, ma nel sembiante i*jm- vepale, e si divide ad un tratto: i.® in ram-
mamente analogo a quello de’ gangli della ini superiori.) uno de’ quali va a comuni-
1’

vita organica. Il canale si dilata per acco- care col nervo sotto-occipitale, e a formare
gliere siffatto rigonfiamento , al quale so- davanti l’apofisi trasversale deirallante Pausa
no estranei i filetti della radice anteriore ; sopra mentovata ; 1’ altro manda parecchi ra-
(juesti vengono a riunirsi nel cordone che moscelli al ganglio cervicale superiore e 2.®'
;

esce da codesto rigonfiamento, e formano con in rami inferiori.) in numero di uno e ta-
quello un tronco il cui volume è proporzio- lora di due, che mandano a principio uno
nato a quello delle due radici dalle quali o due ramoscelli al retto anteriore maggiore,
ha derivato l’origine. Codesto tronco com- e vanno a unirsi dipoi alla branca anteriore
pone, a parlar propriamente, il nervo non ;
del secondo nervo cervicale, per mezzo di
percorre che un piccol tragitto, e si divide due o tre anastomosi, e rare volte di una
ad un tratto in due branche, 1’ una ante- sola, per dar formazione al nervo cervicale.
riore e l’altra posteriore. §. II. Secondo nervo cervicale. E',sce —
§. I. Primo nervo cervicale. - — Esce tra r epistrofeo c la terza vertebra cervicale,
molto all’ indietro, fra l’atlante e 1’ epistro- e si divide tutto ad un tratto in due bran-
feo, e si divide tosto in due branche, delle che: la posteriore è la metà meno che 1’ an-
quali la posteriore è la più considerabile: teriore.
all’opposto de’ nervi seguenti. Branca
posteriore. Si volge, siccome—
£t'anca posteriore. —
Si caccia questa, tosto s’ è separata, intorno l’articolazione
tutto ad un tratto, sotto il margine inferiore deir epistrofeo colla terza vertebra, alla cui
del piccolo obbliquo, comparisce tra questo sino viale è contigua, discende a principio un
e il grande complesso, si curva tosto di basso poco, poi risalendo tutto ad un tratto e for-
in alto sul primo , abbracciandolo a mo’ di mando un’ansa, si colloca sulla faccia ante-
ansa, ascende sulla faccia anteriore del secon- riore del grande complesso sotto della prece-
do, recandosi manifestamente al di dentro, dente branca, incrociando un poco i rami
lo attraversa presso la superiore sua estre- che vanno alla parte inferiore di siffatto mu-
mità, diviene sottocutaneo, e si perde nella scolo, risale un poco su questa fàccia, per-
regione occipitale. —
In tale tragitto, co- fora tale muscolo e iltrapezio, e diviene sot-
desta branca comunica daprima , a livello to cutanea verso la parte superiore del collo,
del grande obbliquo a cui gitta un filetto, — In tale tragitto, i.® gitta il ramoscello
in alto col nervo sotto-occipitale, in basso dicomunicazione col precedente nervo; 2.'^
colla branca posteriore del secondo nervo cer- manda un ramo alquanto considerabile, che
vicale, 2.®Al luogo dove s’incurva, se ne passa tra le apofisi articolare e trasversa della
spiccano parecchi filetti gli uni discendono terza vertebra, sotto il margine del comples-
;
sul davanti del gran complesso, gli altri pas- so, per recarsi a distribuire vari ramoscelli
sandovi sotto il margine interno, s’incurva- che sovente percorrono un tragiUo alquanto
Encicì. Mecl T. II.
34 APPARECCHIO CONDUTTORE DEE SENSO E DEE MOTO
lungo, nel minore complesso e nei vicini mu- derabile che separa, percorso dall’ indicata
li

scoli 3.° alcuni ramoscelli si distribuiscono branca; d’altro canto, sollevando lo sterno-mH-
;

sul grande complesso là dove corrisponde a stoideo, si rende subito manifesta la posizione
questo la branca ; 4-^ finalmente i rami coi del plesso cervicale, mentre iì plesso bracchiale
quali finisce codesta branca sono di numero rimansi nascosto ancora, alla propria origine,
variabile, e partengono agl’integumenti delle dallo scaleno anteriore. Il plesso cervicale cor-
parte superiore del collo, della posteriore e risponde al margine posteriore dello sterno-
inferiore del capo. mastoideo , a livèllo della seconda, terza, e
Branca anteriore. — Si porta questa singolarmente della quarta vertebre cervicali ;
all’innanzi e al di fuori, coperta dai muscoli ed è situato sul davanti dello scaleno poste-
splenio ed angolar , gitta un ramoscello al riore, al lato esterno del nervo vago, della
ganglio cervicale superiore, comunica in alto carotide e della jugulare. E immerso in mollo
e in basso colle due branche anteriori an- tessuto cellulare ,
intrecciato di vasi ,
e cir-
nesse, gittandosi nel plesso cervicale. condato da molte glandule linfatiche, ohe so-
§. ITI, Terzo nervo cervicale. Bran- — vente lo coprono, e occupano pure l’inlervallo
ca posteriore. —
E questa più piccola che di quelle spezie di areole eh’ esso forma, mas-
nel precedente nervo, si porta, siccome in sime delle esterne. Somministra a principio
tale nervo, lungo 1’ apofisi articolare, in una codesto plesso alcuni ramoscelli che lo met-
spezie di solco che qui trovasi ;
poi caccian- tono in comunicazione con quelli de’ rami
dosi tra le inserzioni del grande complesso de’ gangli cervicali, s’ anasfomizza, mediante
e del trasversale spinoso, discende per alcun uno o più ramoscelli, col nervo spinale, e ne
tratto in mezzo a siffatti due muscoli ai quali gitla anche uno o due ai muscoli sopra i quali
distribuisce parecchi ramoscelli; quindi per- si adagia quindi lo si scorge somministrare
;

forando i muscoli posteriori del collo, divie- parecchie branche assai notabili, le quali, se-
ne sottocutanea e subito si disperde. In que- condo la posizione loro, possono essere divise
sto tragitto, tale branca manda un ramoscello in discendenti interne, discendenti esterne,
di comunicazione al seeondo nervo cervicale, ascendenti e cervicali superfizialì.
quindi somministra un ramo esteriore soven- A. Branche cerpicali discendenti inter-
te unico, ma composto talora di tre o quat- ne. — Ce n’ ha due la cervicale discendente
:

tro ramoscelli, isolati ad un tratto, quantun- e la frenica.


<{ue contigui , i quali si portano alla parte Branca cervicale discendente. —
inferiore del piccolo complesso, al trasver- dal plesso con due ramoscelli manifestissimi,
sale, ancora all’ angolare.
e talvolta che evidentemente derivano dalle branche
Brancaanteriore. —
Si porta questa a anteriori dei due primi nervi cervicali, cor-
principio esteriormente, poi si volge all’ in- rono un certo spazio rimanendo separati,
nanzi sul tubercolo anteriore della quarta ver- convergono 1’ uno verso 1’ altro, indi si con-
tebra, comunica con un filamento del ganglio giungono in un solo cordone che si porla al
cervicale, e colle due branche anteriori dei di dentro, e va, nel mezzo
del collo, ad ana-
due nervi cervicali tra’ quali è posta, e git- stomizzarsi colla branca corrispondente del
tasi nel plesso cervicale. nervo ipoglosso, nel modo che abbiamo già
§. it^. Plesso cervicale. —
Risulta que- significato.
sto dalla riunione delle branche anteriori del Branca frenica. Nasce sotto la preceden-
primo, secondo e terzo nervi cervicali, i quali te e al termine del plesso cervicale. più gros-
Il

alla loro uscita, comunicano in prima co’ ra- so de’ ramoscelli che la somministra, si dipar-

moscelli del ganglio cervicale, poi si uniscono te manifestamente dalla branca anteriore del
insieme di modo che ciascheduno gitti due terzo nervo cervicale; le più volte va a riunir-
rami formanti due archi coi rami corrispon- si a questo, per darle formazione, un piccolo

denti delle due branche, che gli sono T una ramoscello del secondo talora ne riceve uno
:

superiore, l’altra inferiore; da’ quali archi dalla branca precedente o dai nervi che la co-
nascono alcuni rami che n,ovelIamente si ana- stituiscono. Sempre il plesso bracchiale con-
storaizzano più esteriormente. In generale non corre aneli’ esso all’ origine di tale branca me-
ci ha più che due anastomosi ma estrema- ; diante due o Ire ramoscelli, che vi si uniscono
mente variabili, talché riesce quasi impossibile alla parte inferiore del collo, o, come sovente
ilpoter significare con certezza la disposizione accade, solo nel petto, nè presentano niuna co-
di codesto plesso il quale comunica, in alto,
; stanza rispetto a’ nervi cervicali donde preci-
mediante un ramo spettante al primo nervo samente derivano. — Qualunque siasi il modo
cervicale, col nervo sotto-occipitale, in basso, branca frenica discende an-
della sua origine la
per mezzo del ramo il più inferiore del terzo teriormente alla parte laterale del collo, di
tra questi nervi, col plesso bracchiale. Ci ha mezzo ai muscoli retto anlerior maggiore e
poi tra questi due plessi, formati arabidue dai scaleno anteriore, poi sul margine anterioic
nervi cervicali, un intervallo abbastanza consi- di quesfullimo. Pervenuto nel petto, cotlesla
:*«ERVI DELLA VITA ANIMALE 35
foranea vi penetra fra l’arteria sotto claveare ne. — È assai variabile il modo con cui sì
che è posta aH’indietro, e la vena dello stesso dipartono queste dal plesso ;«ra ce n’ha tre
nome che sta all’innanzs, si porta alla parte 0 quattro, ora due ; le quali varietà non por-
interna cd anteriore del mediastino, passa di- tano ninna modificazione nella distribuzione
nanzi i grossi vasi polmonari, attaccasi al pe- loro, che rimane sempre la stessa ; nè dipen-
ricardio sul quale è manifestissimo aprendo il dono da altra circostanza fuor quella che i
petto, coperto qui dalla lamina delta pleura rami si separino più o meno prontamente.
che Io tappezza, e va a gittarsi sopra il diafram- 1 principali derivano dal terzo nervo cervi-
ma. — La branca frenica destra, più anterio- cale, ed anche il secondo costantemente ne
re e più perpendicolare, si divide, avanti che somministra. Scorgesi pure un ramoscello del
giunga a siffatto muscolo, in parecchi rami, quarto che viene a congiungersi colle me-
che sono uniti fra sè da alcuni ramoscelli di desime o coi loro rami. Qualunque poi siasi
comunicazioni, e che si separano, divergendo, la maniera onde si spiccano, brevissimo, quasi

gli uni dagli altri se ne contano sei o sette,


: nullo è il loro tragitto, e si veggono nascere,
che somministrano a principio alcuni ramo- tutto ad un tratto, molli rami che, secondo
scelli alla faccia convessa del diaframma: quin- la posizione loro, si dijilinguono in sopra-cla-
di gl’ interni, attaccati alla vena cava, si por- vicolari, sopra-acromiali, sotto-clavicolari e cer-
tano alla faccia inferiore di codesto muscolo vicali profondi. I quali rami nascono, con
per l’apertura che essa traversa, si spandono su molle diversità, da codeste stesse branche va-
questa parte, e si anastoraizzano coi ramoscelli riabilissime costante è per altro la loro ter-
:

del ganglio celiaco. Gli altri rami, più lunghi minazione.


di questi, rivolti, divergendo, verso le pareti Rami sopra-clavicolari. Le più volte
anteriori e le posteriori, perforano la parte an- uno di questi discende lungo il margine e-
teriore del centro frenico, non forniscono al- sterno dello sterno-masloideo, o poc’ oltre, tra-
cun ramo a tale aponeurosi, seguono lo stesso versa superficialmente il mezzo della clavL
tragitto che le arterie e le vene, e vanno a cola, spande sul gran pettorale e per Ist
si

spandersi da lunge per la sostanza di codesto pelle, e giunge per infino alle mammelle. Un
muscolo e per la concava superficie del mede- altro, e talora due, si rivolgono più all’ in-
simo, donde parecchi ne sfuggono a fine di co- fuori, pervengono al margine esterno del gran
municare co’ramoscelli dei gangli celiaci, e con- pettorale, discendono tra questo e il deltoide,
tribuire alla formazione dei plessi di questa nella direzione della vena che qui si trova,
parte. — La branca frenica sinistra, più po- e si diramano superficialmenle sopra tali due
steriore della precedente, ed anche più lunga muscoli. Fra codesti precipui rami, altri, più
perchè si volge intorno alla punta del cuore, piccoli, vanno a distribuirsi sul petto.
gilta dapriraa alcuni ramoscelli alla superficie Rami sopra - acrorniali. Camminano
convessa del diaframma, e ne perfora la sostan- lungo il margine superiore del trapezio, più
za con parecchi rami, i più de’ quali s’ acco- o meno allontanati da questo, somministra-
stano all’esofago, mentre gli altri se ne slonta- no a codesto muscolo diversi ramoscelli comu-
nano. Di questi, alcuni ne rimangono alla sua nicanti col nervo spinale che ad esso è de-
superficie concava, e gli altri si portano da lun- stinato, poi recano alla parte superiore del-
si

ge e vanno a unirsi ai ramoscelli del ganglio r acromio, e vi si suddividono in moltissimi


celiaco di questo lato. Sovente d’ ambedue le ramoscelli, che vanno poi suddividendosi secon-
parti, tali ramoscelli di comunicazione presen- do che s’ inoltrano verso il deltoide, del quale
tano varj notabili rigonfiamenti. Alcuni auto- cuoprono la parte esterna ed un po’posteriore.
ri hanno pure descritto certi gangli di co- Rami sotto-clavicolari. — Discendono
desti nervi ma niente è più variabile di co- profondamente, e in numero variabile, nel-

:

desta disposizione. In tale tragitto i.® Le lo spazio triangolare compreso tra il trape-
branche freniche che mandano ramoscelli al zio, lo sterno-mastoideo e por-la clavicola, si
muscolo retto anteriore, allo scaleno, e per
tano sotto di que«ta, e vanno a distribuirsi per
sentenza di alcuni autori, anche al timo que- l’ascella, all’estremità dell’ ornoplato-ioideo, al
:

sti ultimi sono malagevoli a rinvenire. 2.0 sotto-scapulare , alla porzione superiore del
Nella parte inferiore del collo, ciascheduni gran dentato talora comunicano collo spinale.

:

comunica co’ ramoscelli del ganglio cervica- Rami cervicali profondi. Dipendono
le inferiore corrispondente, e talora anche del questi dai precedenti, ma sono più profonda-
superiore, o sia che riceva di codesti ramo- mente situati lungo il collo. D’ordinario ce ne
scelli, o che ne mandi lo che è suscettibile
: ha uno principale che discende lungo il musco-
di variare. 3.0 Non mandano niun ramoscello lo angolare per la cui sostanza in parte si di-
nè filamento al pericardio o al polmone, seb- stribuisce, e in parte pei vicini muscoli gli :

bene alcuni autori abbiano sostenuto il con- altri, meno manifesti, non sono sovente altra
trario. cosa che alcuni ramoscelli di questo.
B. Branche cervicali discendenti est^r- C. Branche cervicali ascendenti. Ce —
36 APPARECCHIO CONDUTTORE DEL SENSO E DEL MOTO

«Mia due principali, runa posteriore, 1 al- gine posteriore dello sterno-masloideo, recar-
tra anteriore ; la prima è piu
piccola della si alla faccia esterna di siffatto muscolo, scor-
seconda. Jj' una è mastoidea, auricolare 1 al- rere tra questa e il pellicciajo, e dividersi in
tra. Ambedue mostrano singolarmente
deri- un numero più o meno considerabile di rami
vare dal secondo nervo cervicale. e di ramoscelli, gli uni dei quali, ascendenti.,
Branca mastoidea. — Ascende questa vanno ad anastomizzarsi coi filaruenti della
lungo il margine postenore| dello sterno-ma- branca inferiore del nervo facciale; gli altri
stoideo, si reca fra gl’ integumenti e lo spie- trasversali e anche discendenti.^ corrono uno
nio, quindi, pervenuta dietro T apofisi ma- spazio più o meno notevole, si prolungano
stoidea, si divide in parecchi ramoscelli che quasi fino alla linea mediana, terminando o
si distribuiscono per gl’ integumenti della al pellicciaio o alla cute del collo.

parte laterale e posteriore della testa, alla fac- §. V. Del quarto, quinto., sesto e set-

cia interna dal padiglione deirorecclno, e al timo dei nervi cervicali. Questi quattro
muscolo occipitale, comunicando col ramo nervi hanno tale distribuzione che permette
auricolare del facciale, e con quelli della bran- di poterli considerare sotto un medesimo pun-
ca posteriore del secondo nervo cervicale. to dì vista. Divisi in due branche, siccome so-
Branca auricolare. questa no- —E no, air uscire dal canale fibroso della dura-
tabilissima, quasi doppia della precedente, e madre, presentano in ciascheduna di queste la
portasi prima, al suo uscire dal plesso, un seguente disposizione.
poco esteriormente, ma tosto curvasi sufluar- 1.0 Branche
posteriori. Sono notabili
gine posteriore dello sterno-mastoideo, for- per la loro gran sottigliezza che le fa discer-
mando una spezie di ansa che alljzfra l’ab- nere dalle branche posteriori de’ Ire e sin-
braccia; traversa, ascendendo, obbli(juamente, golarmente dei due primi nervi cervicali. Tut-
la parte superiore della faccia esteikia di co- te quattro si recano all’ indietro, tra il tra-
desto muscolo, giunge al margine anteriore sversale spinoso e il grande complesso, cor-
dì questo, e si dell’ angolo
divide a livello rono un tragitto obbliquo d’alto in basso
mascellare in i.o rami auricolari anteriori., in mezzo a questi due muscoli, gittando ai
che si portano sulla gianduia parotide, si medesimi parecchi ramoscelli, indi perfora li-
spandono per la superficie esterna di questa, do Jo splenio e il trapezio , ai quali pure
lasciandovi numerosi ramoscelli, tra’quali uno ne mandano, divengono sotto-cutanei ; sotto
.si porta a comunicare col nervo facciale nella la pelle smarriscono, quasi del tutto , alla
sostanza di tale gianduia, poi ascendono sulla vista.
parte inferiore dell’ orecchio, e qui si divi- 2.0 Branche
anteriori. Escono sul da-
dono in parecchi ramoscelli, de' quali gli uni vanti dello scaleno posteriore, e comunicano
si spandono sulla faccia interna, gli altri sul- tutte insieme inviandosi vicendevolmente un
1’esterna del padiglione; mentre altri ancora, ramo. Quella del quarto nervo comunica con
più manifesti, si rivolgono intorno la cir- quella del terzo, e quella del settimo con
conferenza di esso ;
rami auricolari
2.0 in quella del primo dorsale. Ciascheduna man-
posteriori^ i quali ascendono, in numero di da poi mi ramoscello a quelli dei gangli cer-
uno o di due, lungo il margine anteriore del- vicali. Quella poi del quarto nervo ne som-
lo sterno-mastoideo, poscia sopra T apofisi ministra, come dicemmo, uno per labranca
masloidea, e si dividono in ramoscelli ante- frenica. Parecchi ramoscelli vanno allo sca-
riori che si spargono sulla faccia interna del leno anteriore, altri al posteriore e ai mu-
padiglione, molto dappresso al temporale, nel- scoli vicini, indi tali quattro branche, nota-
l’alto della porzione cartilaginosa del condotto bili, per la somma loro grossezza , raassiine
uditorio, e in ramoscelli posteriore che si spar- paragonandole branche posteriori, vanno
alle
gono pei dintorni dell’ apofisi raastoidea, ove a riunirsi insieme siccome, diremo, per forma-
diventano cutanei, e comunicano con quelli re plesso bracchiale.
il

della branca masloidea. §. VI. Plesso bracchiale. — Risolta, co-


D, Branche cervicali medie. Sono — me abbiamo detto, in prima dalle branche an-
d’ ordinario in numero di due , una delle teriori dei quattro ultimi nervi cervicali. Inol-
quali è più considerabile talora non se ne
: tre la branca anteriore del primo nervo dor-
trova che una sola sovente dà loro nascimen-
: sale ascende dal petto e si congiunge alla mede-
to un tronco comune, che poi di subitosi di- sima, per concorrere alla formazione di quel-
vide per costituirle in alcuni individui han-
: la. Ha un’ estensione considerabile, ed è lar-
no origine comune colla branca auricolare. go alla sua origine si restringe nel mez/zo,
;

Comunque sia, partono le medesime dalla e s’ allarga di bel nuovo al suo termine. È
parte media del plesso, e mostrano special- formalo nel modo che segue: i.o Le due bran-
mente derivare dal secondo nervo cervicale. che del quarto e del quinto de’ nervi cervi-
Dopo breve tragitto, si veggono rivoltarsi, cali s’ uniscono alla loro uscita, e, dnpo bre-
come r auricolare e sotto di questa, sul mar- ve tragitto, in un tronco comune che discende
KERVI DELLA VITA ANIMALE
obbliquamente ail’ infuori 2.0 II settimo . torale, e fa le sue distribuzioni per la su-
nervo cervicale e il primo dorsale formano, perficie interna di questo. In parecchi indi-
unendosi, un tronco unico che cammina quasi vidui un ramo si diparte separatamente dal
orizzontalmente. 3 .o In mezzo a tali due plesso bracchiale, e passando sotto l’arteria
tronchi comuni s’inoltra la branca anteriore ascellare, va a diramarsi pel muscolo piccolo
del sesto nervo cervicale, eh’ esiste separata- pettorale che riceve allora meno ramoscelli
mente fino al livello della prima costa, ove dalla precedente branca.
si In tale riunione ciasche-
riunisce a quelli. 2.0 Branca toracica posteriore. Per ben
duno ad imprestilo e riceve
di essi toglie discernere P origine di questa è mestieri ta-
alcuni rami, senza che si possa esattamente gliare il plesso , rovesciarlo al di dentro, e
assegnarne il modo. Comunque sia, ne risulta sollevare lo scaleno anteriore; la si vede al-
poi un fascio appianato che discende tra il lora nascere con due rami, P uno superiore
muscolo succlavio e la porzione superiore del proveniente dal quarto nervo cervicale, l’al-
muscolo gran dentato, e che, allargandosi di tro inferiore, derivante dal quinto. Ho ve-
nuovo,^ si divide in certo numero di branche duto sovente partirsi ancora dal sesto un
portantisi, come diremo, al braccio. In — terzo ramoscello per darle formazione, il pri-
tale tragitto, il plesso bracchiale ha le seguenti mo somministra, alla sua origine, un ramo-
attinenze è situato in prima, alla sua ori-
: scello secondario che si porla all’ indietro e
gine, in mezzo agli scaleni, T anteriore dei va ai muscoli laterali del collo. Codesti due
quali nasconde, massime in basso, tale ori- o tre ramoscelli d’ origine essendosi poi riu-
gine che resta in alto quasi allo scoperto. niti, danno formazione a codesta branca che
Quindi lo si scorge nel tessuto cellulare co- discende, attaccata alle parti laterali del petto,
pioso che trovasi sotto la clavicola. Più in sul grande dentato, senza inviare niun ramo-
basso è situalo tra il sottoclaveare e la prima scello giunta verso il terzo inferiore di co-
:

costa, indi sulla porzione superiore del gran desto muscolo, si divide in due o tre rami,
dentato; finalmente occupala parte superiore che si suddividono poi in gran numero di
della cavità ascellare. Quanto poi alle atti- ramoscelli per tutta quella porzine delle sue
nenze di esso colì’arleria e colla vena ascel- fibre che vanno convergendo ad attaccarsi af-
lari , la vena è posta all’innanzi, l’arteria nel r angolo dell’ oraoplata.
mezzo, e il plesso all’ indietro, fino alla ca- B. Branca sopra-scapolare. Questa —
vità deir ascella qui poi le principali bran-
: è unica. Nata dalla parte posteriore e supe-
die che sorgono dal plesso circondano l’ar- riore del plesso, e proveniente in ispezialità
teria formandole una specie di guaina men- ,
dal quarto nervo cervicale si porta obbli-
,

tre la vena si distribuisce in parecchie di- qua mente all’ indietro, verso la base dell’apo-
visioni. il plesso bracchiale comunica coi ra- fisi coracoide, si profonda sotto il legamento

moscelli dei gangli cervicali, e somministra ond’ è compiuta Tinca vafura che qui si trova,
pure uno o due ramoscelli che discendono traversa obbliquamente l’estremità della fossa
perpendicolarruente, e si portano alla parie sopra-spinata, coperta dal muscolo dello stes-
inferiore del collo, o più di sovente nel petto, so nome, discende per l’incavatura che tro-
a congiungersi , coni’ ho detto , alla branca vasi sotto la base delTacromio, penetra nella
diaframmatica. Poi gilta le branche toraci- fossa infra- spinata, e si divide, al suo giun-
che, alcune sopra-scapolari e sotto-scapolari, gervi, in tre o quattro principali rami, che
e finisce per mezzo dei nervi bracchiaìi. discendono a principio, allargandosi, sulla
A. Branche toraciche. — Ce n’ ha due: faccia interna del muscolo infra-spinato, poi
r una anteriore, l’altra posteriore. suddividendosi in ramoscelli , penetrano in
i.o Branca toracica anteriore. Deriva questo muscolo , terminando sì in questo,
dalla parte anteriore del plesso e sembra es- come nel piccolo rotondo. In tale tra-
sere particolarmente somministrata dal sesto gitto, somministra codesta branca un ramo-
nervo cervicale. Discende la medesima per scello infra-scapolare., che si gitta nella parte
certo spazio, indi, ne’più individui, si divi- superiore del muscolo dello stesso nome e ,

de in due ordini di rami gli uni ri rivol- : manca in alcuni individui; poi somministra
gono in basso e all’ indietro sopra l’arteria due o tre ramoscelli sopra-spinati che si pro-
ascellare, e vanno a riunirsi di nuovo al ples- fondano , per la faccia inferiore del muscolo
so, abbracciando la parte anteriore di que- di questo nome, nella sostanza di questo, e
st’ arteria (mancano talvolta codesti rami); vi si perdono.
gli altriche sono costanti si portano aH’in- C. Branche sotto - scapolari. Tali
giù e all’ innanzi pervenuti al gran petto-
:
branche presentano, nella loro origine, alcune
rale, si dividono in due ordini 1 uno dei ,

diversità. D’ordinario separate, nascono tal-
quali giunge alla superfìcie interna di codesto ora con un tronco comune, o con due tron-
muscolo evi si dirama con parecchi ramoscelli: chi : assai di frequente uno o due proven-
mentre P altro si caccia sotto il piccolo pet- gono dal nervo ascellare ond’ è che alcuni
:
38 APPARECCHIO CONDUTTORE DEL SENSO E DEL MOTO
autori le hanno descritte insieme a siffatto ilnervo mediano del quale segue la direzione
nervo ma è meglio riguardarle come dipen-
; per infmo alla parte inferiore del muscolo
denti dal plesso. Ce n’ ha, le più volle. Ire. bicipite indi continua il proprio tragitto
sotto - scapolare.
Gran branca — ;

passando sopra la parte media della piegatura


.Nasce dalla parte posteriore del plesso, di- del braccio, perviene all’antibraccio, pog-
scende dietro i vasi ascellari, fa il gran den- giando sul davanti dell’aponeurosi di questa
tato e la parte anteriore del sotto-scapolare, parte , e s’ incammina nella stessa direzione
traversa la faccia interna del gran rotondo, per influo all’ articolazione dell’antibraccio
si porta davanti a quella del gran dorsale, e colla mano. In tale tragitto , non fornisce
vi SI perde con due o tre l'ami. rami notabili al braccio. Ma all’ antibraccio
Picciola branca sotto-scapolare. — ne gitta un gran numero che possono distin-
dal plesso, dalla cui parte posteriore
Uscendo
deriva, si getta sulla faccia interna dell’ infra-
guersi in radiali e cubitali.
Rami radiali. —
Si portano obbllqua-
scapolare, e dopo un tragitto brevissimo vi mente all’ ingiù e al di fuori, e si spargono
si perde con vari rami. In certi individui, è per gl’ integumenti delia parte anteriore ed

tale branca rappresentata da due rami. esterna deirantibraccio, anastomizzan dosi coi
3.° Branca infra- se apolare media. — rami corrispondenti del cutaneo esterno.
Nasce talora da un tronco comune alla gran- Bami cubitali. —
Rivolti all’ ingiù e al
de più di frequente deriva da un altro tronco
;
di dentro, si portano agl’ integumenti della
che pure costituisce il nervo ascellare; altre parte interna del braccio, e si anastomizzano
volte è isolala alla propria origine sempre : coi rami branca interna.
forniti dalla Dei —
discende obbliquamente lungo il muscolo rami poi co’ c[uali ha termine la branca ester-
.sotto-scapolare, e, con due o tre rami, va a na , taluni si distribuiscono, come i prece-
gittarsi nel gran rotondo penetrandovi per la denti, lateralmente, e altri si estendono nella
faccia interna di esso anche il piccolo ro- ; direzione della liranca per infino agl’integu-
tondo e il sotto-scapolare ne ricevono de’rami. menti del carpo. L’ aderenza della pelle al
D. Branche bracchiali. Tali branche, — legamento anellare non lascia di poter seguirli
in numero distribuiscono esclusiva-
di sei, si che difficilmente.
mente per l’arto superiore che loro corrispon- 2 .° Branca
interna. Più grossa che—
de. Il braccio, 1’ antibraccio e la mano ne ri- la precedente, e continua al tronco, segue la
cevono numerose ramificazioni. Sono queste sua direzione sopra il muscolo bracchiale an-
il nervo bracchiale cutaneo interno, il brac- teriore accompagnata dalla vena basilica.
,

chiale cutaneo esterno, il mediano, il radiale, Pervenuta presso il condilo interno dell’o-
il culiitale e l’ascellare. Indicheremo, nella mero, si divide in due rami principali.
descrizione di ciascheduno, per cjual modo il Ramo anteriore. — Situato più esterior-
plesso le somministri. mente, si porta obbliquamente sul fascio dei
I. Nervo bracchiale cutaneo interno. muscoli anteriore dell’antibraccio, e si sud-
— Tale nervo, eh’ è tra quelli del plesso brac- divide tosto ili più ramoscelli che nascono
chiale, il meno voluminoso
deriva <!’ ordi- ,
singolarmente dal lato interno di esso , si
nario, (}uasi esclusivamente, dal settimo ner- prolungano molto da lunge sulla parte cor-
vo cervicale e dal primo dorsale. Rivolto per- rispondente e anche posteriore di tale mem-
pendicolarmente all’ ingiù, sotto 1’ aponeurosi bro, e finiscono negl’integumenti di questo.
bracchiale, arriva fino al terzo superiore del Ramo posteriore. — Assai più prossimo
braccio senza suddividersi. E dapprima pro- al condilo interno, si rivolge all’ indietro, al
fondamente nascosto nel tessuto cellulare del- di sotto di siffatto condilo, si suddivide come
r ascella, e trovasi fra i nervi mediano e cu- il precedente, si porta lungo il cubilo, e fi-
bitale del quale mostra talvolta essere una nisce con molti ramoscelli alla parte interna
branca. In tale tragitto, corrisponde esatta- e posteriore degl’ integumenti dell’antibrac-
mente alla vena basilica, che gli è posta al cio, e ancora sul dorso della parte interna
di sotto, al di sopra o da lato, e manda alcuni del carpo e del metacarpo.
rami poco considerabili, che vanno a perdersi 11. Nervo bracchiale cutaneo esterno.
nel tessuto cellulare vicino, e i cui ramoscelli — Questo nervo, più voluminoso che il pre-
perforando 1’ aponeurosi, divengono cutanei. cedente, e meno grosso degli altri, nasce dalla
Uno tra questi rami, più notabile, discende parte esterna del plesso. Proviene dal quarto
verso la tuberosità omerale interna. Pervenuto e quinto de’ nervi cervicali, nel modo seguen-
al terzo superiore del braccio, il tronco si te tali due nervi, separati perfino alla cla-
:

divide in due branche, 1’ una esterna e l’ al- vicola, si riuniscono qui, come ho detto, in
tra interna. un solo tronco, che, formando parte del plesso,
i.° Branca esterna.
Perfora questa — discende perpendicolarmente fino a livello del-
r aponeurosi bracchiale, si volge obbliqua- la inserzione comune dei muscoli bicipite e
mente all’ ingiù e all’ innanzi , situala sopra coraco-bracchiale. Qui sì divide in due cor-
Nervi della vita animale

•îoDÎ (livergenli Ira loro i T uno interno, so- Branca esterna. —


E la più volu-
vente doppio, volge obbiiquaraente all’ in- minosa, e fornisce ad un tratto un ramo che
giù e al di dentro, passa davanti 1’ arteria si volge sul dorso della mano, e si parte più

ascellare e va ad unirsi al nervo mediano, 0 meno da lunge sopra le dita. Si reca pur
alla cui formazione concorre in gran parte : la medesima sul margine esterno e sulla fac-
l’altro, esterno, è il nervo bracchiale cutaneo cia posteriore del pollice, nello spazio che lo
esterno. — Questo discende obbiiquaraente separa dall’indicatore, ed anche sopra que-
all’infuori, e si profonda subito nella sostanza st’ ultimo.
del coraco-bracchiale, che, mediante l’allonta- 2 .^^ Branca interna. — Più
piccola che
namento delle sue fibre, gli presenta un’ aper- la precedente, recasi sul davanti dell’emi-
tura. Attraversato codesto muscolo, passa sot- nenza ténar e si suddivide tosto in molti
to il bicipite, discende per alcun tratto lun- ramoscelli che la ricoprono. 1 rami sud- —
go il margine interno di questo muscolo, poi divisi all’infinito di tali due branche circon-
si avvicina alla parte media della posteriore dano il pollice sul davanti, 'dai lati e all’ in-
sua superficie, e giunge così perfino alla sua dietro, appartengono al dorso della mano, e
estremità omerale dove esce al di sotto di si distribuiscono alla pelle, estendendosi fino
questo a livello del suo tendine ed al lato dappresso all’estremità delle dita.
esterno. Allora attraversa nel suo bel mezzo IH. Nervo mediano. — Tale nervo, il più
la piegatura del cubito, sotto la vena media- notabile tra quelli del plesso, nasce dalla parte
na cefalica, diviene superficiale , e discende anteriore di questo, dietro il bracchiale cu-
lungo tutta la parte anteriore dell’ antibrac- taneo interno , fra il cutaneo esterno ed il
cio, d’ infra 1’ aponeurosi e la pelle , avvici- cubitale. Il sesto e il settimo de’ nervi cer-
nandosi sempre più al margine esterno e ,
vicali, riuniti col primo dorsale, ne costitui-
scemando successivamente in volume. A'qual- scono la principale origine. Il quarto ed il
che distanza dal carpo, e a livello del cubi- quinto de’ cervicali ne aumentano, come ho
tale anteriore , essendo il nervo bracchiale detto, il volume, mediante una branca che
cutaneo esterno ridotto a piccolissimo volu- fu descritta come una divisione del bracchiale
me, si divide in due branche, 1’ una esterna, cutaneo esterno e l’arteria ascellare si trova
:

— In questo tragitto manda abbracciata da codeste diverse branche di


l’altra interna.
parecchi rami poco voluminosi, ma costanti. origine. —
II nervo mediano si volge dipoi
i.° Il primo si diparte da questo nervo men- obbliquamente all’ ingiù e al di fuori dietro
tre che attraversa il muscolo coraco-bracchia- la parte esterna del bicipite, costeggia 1’ ar-
le, al quale è destinato è sottilissimo
: ma ,
teria bracchiale che si trova più all’ esterno,
alquanto esteso, di modo che lo si accompa- e perviene così alla piegatura del cubito,
gna nel mezzo alle fibre carnose fino in vi- sulla quale passa, al lato interno del lendine
cinanza del tendine inferiore. 2 .® Sotto il del bicipite, dietro la vena mediana qui si :

muscolo bicipite, e verso la media parte di profonda sotto 1’ aponeurosi antibracchiale,


esso, spiccano due o tre rami, penetrano tutto d’ infra il bracchiale anteriore e il maggior
ad un tratto la superficie interna di codesto pronatore, passa tra le due porzioni che co-
muscolo, e vi si perdono. 3.'^ Più inferior- stituiscono 1’ estremità superiore di quest’ul-
mente, un ramo più considerabile nasce dal timo , e continua quasi perpendicolarmente
nervo di cui parliamo, si rivolge all’ ingiù e il proprio tragitto alla parte anteriore e me-
al di dentro, e si divide subito in due ra- dia dell’antibraccio tra i flessori digitali su-
moscelli, che s’immergono nel muscolo brac- perficiale e profondo. Nascosto a principio
chiale anteriore, l’inferiore de’ quali si pro- dal primo ; diviene più apparente all’ ingiù,
lunga tra le fibre di quello fino alla sua e si mostra allo scoperto tra’ suoi tendini, si
parte inferiore ove ramificandosi si perdono. profonda, par di questi, sotto il legamento
al
4.*^ Talvolta un ramo di origine e di corso aneliate carpo , acquistando in questo
del
variabili, unisce codesto nervo al mediano. luogo un poco di maggiore grossezza che
Ho trovato, sopra un individuo, un’ anasto- prima finalmente, giunto nella mano verso
:

mosi col bracchiale cutaneo interno il ra- le ossa melacarpiane, si divide nel modo che

I
moscello, rivolto al di dentro, passava pro-
;

esporrò. —
Mentre che il nervo mediano

fondamente sulla parte anteriore dell’ omero, corrisponde al braccio, non gii la alcun ra-
recandosi poi superficialmente verso il tronco mo. 11 volume d’esso, un poco scemalo lungo
al quale univasi. —Nell’antibraccio, il brac- l’antibraccio, non permette di riguardarlo
chiale cutaneo esterno fornisce molti piccoli come diviso in branche , malgrado rami i

ramoscelli, niuno de’ quali è notabile e que- : alquanto grossi che somministra.
sti si distribuiscono, d’ ambedue le parti, Rami muscolari superiori. — Al punto
agrinteguraenti anteriori ed esterni (lell’arlo,, che questo nervo si profonda tra il bracchiale
anaslornizzandosi internamente con quelli del anteriore e il maggior pronatore, somministra.
bracchiale cutaneo interno. 1 suoi primi rami, che sono in numero inde
APPAKFCCHIO COKDUTtOïlE DEL SENSO E DEL MOTO

terjninalo. Esiste sempre la «lessa quanti là di volta con due branche sud-
princip;»Ii, che si

ramoscelli; ma trovano uniti in più o me-


si dividono poi, i’ esforna in Ire, V interna iti
no fasci : il minor numero che siavene , è due rami altre volte si dipartono tutti dal-
;

quello di due :
questi formano un fascio al- lo stesso luogo. Si può distinguerli secon-
quanto grosso, e vanno ai muscoli che s’ attac- do il nome numerico, cominciato a contarli
cano insieme condilo interno. Tutti si perdo-
al dal di fuori al di dentro.
no quasi subilo in codesti muscoli, e si prolun- Rami digitali. — Primo ramo
digitale.
gano più o meno di mezzo alle loro fibre car- Volgesi obbliquamente al di fuori, e som-
nose, tra le quali penetrano per la loro faccia ministra di subito parecchi ramoscelli che
interna. 11 gran pronatore, il grande e piccolo vanno ai muscoli breve abdu ttore, opponen-
palmari, il flessor delle di la superficiale e il cu- te e flessor breve del pollice. Codesti fila-
bitale interno ricevono da essi F influenza al menti nascono sovente da un tronco sepa-
movimento. Alcuni vanno ai muscoli più pro- rato allo stesso punto che il ramo ond’ è:

fondi, e particolarmente al flessore del pollice. che parecchi autori ne gli hanno isolati. Co-
Rami interossei. Un po’ più in basso, il munque sia, discende questo lungo il breve
mediano soìnministra un ramo più considera- flessore, al quale pure invia un ramoscel-
bile, che se ne separa ad angolo acutissimo, lo, e va sopra il margine radiale del polli-
Nasce tale ramo d’ordinario insieme ad un al- ce fino all’estremità di codesto dito. Un ra-
tro, col quale forma a principio un fascio co- moscello posteriore.^ eh’ esso manda a livello
mune ; il quale ramo, separandosi ad un trat- della prima falange, si rivolge all’ indietro e
to, si gitta, come i precedenti, per i muscoli va agl’ integumenti della posteriore superfi-
anteriori dell’antibraccio, e spezialmente alla cie del pollice, scorrendo presso il margine
parte media del flessore superficiale delle dita. radiale di questo.
Talora ho veduto quest’ ultimo isolatamente Secondo ramo digitale. Cammina a
nascere. Comunque sia, cacciasi tosto tra’rau- principio da. lato il precedeiue, se ne allon-
scoli flessori superficiale e profondo delle dita, tana di poi, segue il margine cubitale del
e si porta alla superficie anteriore del legamen- primo osso del metacarpo e del pollice, som-
to interossco, e discende sopra codesta superfi- ministra talvolta, in questo tragitto, un ra-
cie fino a livello del piccolo pronatore. In tale moscello che va al breve flessore, poi ne
tragitto, somministra, a destra ed a sinistra, somministra costantemente alcuni altri po-
parecchi ramoscelli che vanno a perdersi nei steriori recantisi alla parte posteriore del
muscoli flessore profondo delle dila enei fles- dito, poscia si anasfomizza poi precedente
sore del pollice ;
indi si caccia sotto il piccolo ramo sul polpastrello del dito.
pronatore, al quale invia alcuni ramoscelli, ed Terzo ramo digitale. Segue dapprima la
esce finalmente per i’ apertura inferiore del direzione del primo lambricoide,al quale gitta
legamento interosseo, spandendosi sul dorso un ramoscello che si divide penetrandovi ;

della mano, dove con vari ramoscelli


finisce poi cammina lungo il margine radiale del
che si prolungano più o meno da lunge, e di- secondo osso raetacarpiano e dall’indice fino
vengono superficiali dopo essere stati profon- all’estremità di questo, ove si espande. Uno
damente nascosti. S’estendono i medesimi me- o due ramoscelli posteriori se ne dispiccano
no da lunge dell’arteria interossea eh’ essi ac- a livello della prima falange, costeggiano un
compagnano. —
Talora un altro ramo del ner- poco il margine radiale e si disperdono al-
vo mediano, sorgente all’ incirca al medesi- l’ indietro.
mo luogo che il precedente, segue il tragitto Quarto ramo digitale. Si porta fra il
dell arteria cubitale, e va ad anastomizzarsi secondo e il terzo osso raetacarpiano, e man-
col nervo cubitale le più volte codesto ramo da un ramoscello al secondo de’lorabriooidi.

:

manca, 11 mediano, nel rimanente suo tra- Alla parte superiore d^lle dita indice e me-
gitto per l’ anli-braccio, somministra parecchi dio, divide in due rami secondari che se-
si
ramoscelli, ma
niente considerabili ,
i quali guono il margine cubitale dell’indice e ra-
vanno a perdersi pei vicini muscoli. diale del medio. Sovente la divisione nasce
Ramo palmare cutaneo. Nella parte — molto più presto, e presso l’origine del ra-
inferiore dell’antibraccio, codesto nervo man- mo principale. Ciascheduno di tali rami se-
da un ramo alquanto notevole, eh’ esce fra condari manda alcuni ramoscelli posteriori
i tendini e si reca negl’ integumenti della a livello della prima falange ramoscelli i
;

palma della mano, per i quali subito si di- quali, recandosi al dorso delle dita, scorrono
sperde : r aderenza della pelle alle sottopo- ciascheduno allato il margine al quale cor-
ste parti fibrose ne rende alquanto difficile rispondono e si disperdono poi. Talvolta il
fa dissezione. — Pervenuto il nervo me- principale ramoscello posteriore del ramo
diano verso learticolazioni superiori del me- del medio nasce al luogo della biforcazione,
tacarpo, si divide in cinque rami che vanno e sembra formare un terzo ramo secondario.
alle dita. La quale divisione incomincia tal- Quinto ramo digitale. Segue la dire-
^"ERV1 Dtl.r.A \IT.\ ÀMiWALE 4f
feione primitiva del nervo mediano, si porta quamente alla parte anteriore della inferiore
fra il terzo e quarto osso del metacarpo, dà estremità dell’antibraccio, lungo il tendine
uri ramoscello al terzo muscolo lombricoide, del cubitale anteriore, penetra sotto il lega-
€ si divide poi in due rami secondarli, die se- mento anellare, dallato all’osso pisiforme: qui
guono il margine cubitale del medio e il ra- si divide, avanti che pervenga alla mano, in
diale dell’ anellare, somministrando ciascuno due Considerabili rami, i’ uno profondo, l’al-
alcuni ramoscelli posteriori che si diportano tro superficiale.
all’ incirca come quelli de’ rami precedenti: Ramo palmare profondo. Si profonda
la loro terminazione è pure la stessa. Tutti — sotto il fascio de’ lombricali e
tendini flesso-
i

questi rami pervenuti ciascheduno alla parte ri, si incurva dippoi all’ infuori in guisa che

anteriore dell’ ultima falange, si dividono in forma una specie di arco, la concavità del
})iù ramoscelli che si perdono nel polpastrello quale è in alto, e che può benissimo parago-
di questa parte, e vi si anastomizzano ad arco narsi a quello che viene formato, allo stesso
coi rami opposti. luogo, dall’ arteria cubitale. La concavità di
Nervo Cubitale, Deriva codesto quest’ arco non gitta niun ramoscello, ma ne
nervo dalla parte interna e posteriore del ples- manda moltissimi la sua convessi tà:!.*^! due pri-
so bracchiate, e nasce spezialmente dal settimo mi, nascenti presso V origine del ramo, vanno
cervicale e dal primo dorsale. Discende quasi al fascio de’ muscoli dell’ eminenza ipotènar,
perpendicolarmente lungo la parte interna del e vi distribuiscono introducendovisi per la
si

braccio, seguente il bracchiale posteriore, al loro faccia profonda. 2 R Se ne veggono poi


quale è unito, mediante tessuto cellulare, nascere quattro o cinque a livello degli spazi
molto intimamente. Presso 1’ articolazione interossei, i quali penetrano la sostanza dei
del cubito, si profonda fra la tuberosità inter- muscoli dello stesso nome, e vi si perdono e-
na dell’ omero
olecrano, e traversa l’estre-
e l’ stendendosi quasi per infino in vicinanza al
mità superiore del cubitale anteriore ; poscia, dorso della mano. 3.° Gli ultimi, che costitui-
rivolgendosi un po’ obbliquamente all’ ingiù scono la terminazione del ramo, si cacciano
c all’ innanzi, occupa, nella rimanente sua e- dentro e sotto il muscolo abduttore del polli-
stensione, la parte anteriore e interna dell’an- ce, e penetrano dipoi nell’ interosseo abdut-
tibraccio, collocato qui fra il cubitale anterio- tore dell’ indice. Ne riceve pure de’ramoscelli
re e il flessore profondo, più internamente quella porzione del breve flessore del pollice,
dell’arteria cubitale. 11 volume di esso scema che si attacca sul davanti del carpo e questi :

considerabilmente cjuanto più avanza v^erso appunto danno termine all’ arco.
J’ ingiù ma presso il quarto inferiore dell’an-
: Ramo palmare superficiale. ^on appena
tibraccio, sotto 1’ articolazione di questo colla ha oltrepassato 1’ osso pisiforme, gitta un ra-
mano, si divide in due branche, P una palma- moscello agl’integumenti dell’ eminenza ipo-
re e 1’ altra dorsale prima però che si divida
:
tenar, quindi si divide subito in due rami se-
gitta parecchi rami, o piuttosto ramoscelli, condari e digitali, 1’ uno esterno e 1’ altro in-
essendo tenuissimi. —
Nel suo tragitto lungo terno. Il ramo digitale esterno è il più
il braccio ne manda alcuni sottilissimi, un po- considerabile si volge perpendicolarmente
;

co al disopra dell’ olecrano, recantisi alla parte all’ ingiù sotto 1’ aponeurosi palmare, fino alla
inferiore del bracchiale posteriore e agl’ inte- parte inferiore del metacarpo e somministra, :

gumenti che gli corrispondono: quelli poi che in tale tragitto, un ramoscello che va a con-i
nascono a livello dell’antibraccio sono più giungersi, ad angolo acuto, all’ ultimo tra’ i-a-
grossi e più manifesti. Dall’ olecrano furo alla mi digitali del nervo mediano, poscia un altro
bifo reazione del nervo, se ne contano d’ ordi- al quarto de’ lombricali. Nella parte inferiore
nario quattro , cinque e anche sei, il numero del metacarpo, si suddivide in altri due rami,
è indifferente ; la quantità degli ultimi ramo- 1’ uno de’ quali costeggia il margine cubitale

scelli nervosi è sempre la stessa : solo il modo del dito anellare fino aH’estremilà di esso, so-
onde si separano è vario. Tutti si recano ai pra la quale si anastomizza col ramo corn-
muscoli vicini, al cubitale interno, e partico- spondente del nervo mediano ; l’altro costeg-
larmente al flessore profondo delle dita. L’uno gia parimente il margine radiale del piccolo
tra’ questi, molto tenue piuttosto costante,
,
dito, fino all’ ultima falange, dove si anasto-
che no, sebbene talvolta manchi, si porta lun- raizza col ramo seguente. Ciascheduno, come
go 1’ arteria cubitale, 1’ accompagna per certo i rami digitali del mediano, e a livello della
tratto, indi si disperde nei due flessori, do- prima falange, somministra uno o due ramo-
po un abbastanza lungo tragitto , vicino al scelli posteriori manifestissimi, i quali, rivol-
carpo. gendosi alla convessità del dito corrisponden-
A. Branca palmare. più conside-È te, vi si ramificano, e si disperdono per gl’in-
rabile sicché tra per questo, e per la direzio-
:
la
tegumenti. —
Il ramo digitale interno si
volge obbliquamente al di dentro, passa da-
ne che tiene, può venire considerata per la
continuazione del nervo stesso. Uivolta obbli- vanti ai muscoli opponente e breve flessore
BncicL Mcd. T. II. 6
APPAÌl^XCRîO CONÜLTTOKE i)IiL SENSO E DLL MOTO

del piccolo dito, gitta parecchi ramoscelli a


colazione dell’ antibraccio, e qui si divide nel
codesti muscoli, alla pelle, al palmare cutaneo, ,
modo eh’ esporrò. —
In tale tragitto manda
piccolo moltissimi rami ; quindi è manifestamente
e arriva poi al margine cubitale del
dito, seguendolo per infino alla sua estremità, meno grosso alla biforcazione di quello che
all’ origine. Codesti rami riescono ai seguenti.
per anastomizzarsi col precedente ramo. Nel
1 .° A livello de’ tendini riuniti del gran dor-
suo tragitto manda alcuni ramoscelli poste-
sale e del gran rotondo, ne fornisce due o tre
riori manifestissimi, la cui distribuzione è
simigliante a quella di tutti i ramoscelli po- muscolari.^ che hanno origine ora comune,
steriori de’ rami digitali. ora separata, e si portano obbliquamente al-
E piccolissima a pa- l’ insù e nel mezzo della maggior porzione del
B, Branca dorsale.
ragone della precedente. Si rivolge obbliqua- bracchiale posteriore, e quindi alla porzione
mente al di dentro sotto il cubitale anteriore, esterna di esso. 2 .® Più in basso nascono, ora
uniti, ed or separati da più o meno notabili
e segue il margine interno dell’ ulna, della
quale costeggia poi la superficie posteriore distanze, quattro o cinque rami, pur musco-
per infimo al carpo. Qui dividesi iu due ra- lari., tranne uno, sempre costante, e più con-
mi d’ ineguale grossezza, l’uao interno e 1’ al- siderabile ancora de’ precedenti L’ uno di
.

tro esterno. Ma prima gitta, sotto il cubitale essi giunge alla parte inferiore di questa stessa

anteriore, uno o due ramoscelli che discendo- porzione esterna del bracchiale posteriore, da
no obbliquamente sotto codesto muscolo, e si questo si porta al bracchiale anteriore, ove si
disperdono per gl’ derivano tal
integumenti : perde con parecchi ramoscelli. Un altro si
ora siffatti ramoscelli dalla parte superiore gitta nell’interna porzione del primo fra tali

del ramo dorsaleinterno. muscoli Un terzo discende perpendicolar-


:

Ramo dorsale interno. Si porta sotto il mente sotto la grande porzione, rimansi per
margine cubitale del quinto osso del metacar- alcun tratto palese quando si tolga questa,
po, e gitta molti ramoscelli divergenti che si indi, profondandosi subito nella massa comu-
distribuiscono o al muscolo abduttore del pic- ne inferiore di codesto muscolo, vi si disper-
colo dito, o agl’ integumenti. Il ramo stesso de con parecchi ramoscelli che separatamente
va a perdersi sul margine cubitale del picco- vi penetrano l’uno de’ quali, più lungo degli
;

lo dito, distribuendosi pure alla pelle. altri, può, a traverso le fibre carnose, essere

Ramo dorsale esterno. Perviene all’ in- accompagnato fino all’ anconèo tale ramo- :

tervallo del quarto e del quinto osso me- scello m’ è paruto manifestissimo. Un ultimo
tacarpiani . Presso la loro parte inferiore , ramo cutaneo , talvolta doppio, nascente le
e molto sovente più in alto, si divide in spessissime fiate mediante un tronco comune
due ramoscelli, 1’ uno de’ quali recasi, d’ una sì ad esso come al precedente, ora più in alto,
banda, al lato esterno del piccolo dito, ove si ora più in basso, perfora il bracchiale anterio-
anastomizza col ramo precedente, dall’ altra, re, ovvero esce tra questo e il lungo supina-
al lato interno dell’ anellare mentre l’altro,
;
tore, diviene superficiale, passa dietro il cubi-

coli’ una delle sue divisioni, va al lato esterno to, discende lungo la parte esterna e posteriore
di quest’ ultimo dito, e, con altra divisione, al dell’ antibraccio e della mano, fino al pollice
lato interno del medio, ove si anastomizza col mandando moltissimi ramoscelli che si per-
nervo radiale. Tutte queste divisioni distri- dono per gl’ integumenti. Niente è più varia-
buiscono moltissimi filamenti sul dorso delle bile che l’ origine di codesti rami, siccome è
due ultime dita, nella parte interna del medio, del resto l’origine della maggior parte di quelli
nè svaniscono che all’ estremità di esse. che si distribuiscono pei muscoli egli è me- :

V. Nereo rad'ale. É questo nervo uno stieri, nel dissecarli, aver riguardo sovrattutto
de’ più voluminosi tra quelli che escono dal alla loro terminazione. 3.° Fra il bracchiale
plesso bracchiale. Nasce dalla parte interna e anteriore, e il grande supinatore, nascono due
posteriore di questo, formato in ispecie dal o tre rami muscolari, che vanno a quest’ ulti-
quinto, sesto e settimo dei nervi cervicali, e mo, e al gran radiale esterno. Dopo som-
dal primo dorsale. Discende a principio obli- ministrati tutti codesti rami, il nervo, impic-
quamente lungo la parte interna dell’omero, colito quasi della metà, si divide in due bran-
coperto dagli altri nervi del plesso, e posto che, 1’ una anteriore, 1’ altra posteriore.
tra le porzioni interna e media del bracchiale I.^ Branca anteriore É, tra due, lale
posteriorejpoi si rivolge intorno la faccia poste- più piccola, si volge obbliquamente in basso,
riore di quest’osso situato allora nel solco che coperta dal grande supinatore, e situata este-
questo in tal luogo presenta, e nascosto del riormente all’ arteria radiale. Presso il terzo
tutto dal bracchiale posteriore. Così perviene inferiore deirantibraccio, si rivolge all’ infuo-
perfino alla parte anteriore, esterna e inferio- ri, passa sotto il tendine del grande supinato-
re del braccio, dov’ è posto fra il muscolo re, incrociandone la direzione esce tra que-
;

bracchiale anteriore e il lungo supinatore ; si sto e il grande radiale esterno, va ad occupare


reca, serbando le sue attinenze, fino sull' arti- il margine esterno del radio, e si trova sotto i
XF.RVI DELLA VITA ANIMALE 4$
muscoli grande abduttore e llessor breve <lel estensore dello stesso dito, manda alcuni fila-
pollice e sotto gl’ integumenti subito si di-
; menti all’ indietro all’estensore comune delle
vide in due rami. dita, segue il legamento interosseo sul quale
Ramo esterno. Si volge sulla faccia dor- è immediatamente situato, passa sulP articola-
sale del pollice, e si suddivide tosto in due ra- zione della mano, sotto i tendini estensori e il
moscelli i.° L’uno va alla parte esterna di
: legamento anellare del carpo e, giunto al :

codesta faccia dorsale , distribuendovisi con metacarpo, si divide in moltissimi filamenti,


parecchi filamenti, i più de’ quali si profon- che si perdono negl’ interossei, e s’anasto-
dano manifestamente sotto il tendine del lun- mizzano coi rami profondi del cubitale. La
go estensore di questo dito, e vi si perdono ;
densità del tessuto cellulare a questo luogo è
2 .° 1’ altro si reca, d’una parte, al lato interno tale, che difficilmente
si accompagnano.

e dorsale del pollice, e d’altra parte, al lato —


VI. Nervo ascellare. Nasce dalla parte
esterno e dorsale dell’ indice. Sovente inter- interna e posteriore del plesso bracchiale, e
viene che codesto filamento derivi dal seguen- sembra derivare principalmente dai due ulti-
te ramo, e, in tal caso, questo, meno conside- mi nervi cervicali e dal primo dorsale. Vol-
rabile, somministra solo, gittandosi sul lato gesi, subito dopo la propria origine, obbli-
esterno del pollice, un filamento sottilissimo quamente in basso e al difuori, sul muscolo
che discende sulla faccia posteriore di questo sotto-scapolare e presso il tendine di questo,
dito, e vi si perde. In ambedue questi casi la passa sopra il capo dell’ omero, tra la capsula
distribuzione è sempre la stessa. Il filamento fibrosa e il gran rotondo, poscia tra questa e
comune del polliee e dell’indice fornisce mol- la porzione lunga del bracchiale posteriore.

te divisioni avanti che termini all’estremità Circondando così orizzontalmente articola- 1’

di queste due dita. Ne ricevono in ispezie l’in- zione, comparisce tra quest’ ultima e il mar-
terosseo abduttore dell’indice, gl’integumenti gine inferiore dell’ infra-spinato, e va tosta-
e il contorno dell’ articolazione delle due dita. mente terminare sul deltoide.
a L’ascellare, —

Ramo interno. E il più considerabile vicino sua origine, somministra di fre-
alla
quando proviene da esso il filamento comune quente i nervi infra-scapolari che descrivem-
al pollice e all’ indice; nel caso, contrario, è il mo trattando del plesso bracchiale ; ed ho sti-
più piccolo. Si porta sul dorso della mano, e mato meglio farne allora la descrizione perciò
si divide, in quest’ultimo caso, in due filamen- che, le più volte, escono a livello del plesso
ti. L’uno discende lungo il lato interno e dor- stesso. Mentre che si rivolge sul capo dell’ o-
sale dell’ indice, 1’ altro sul lato esterno e dor- mero, manda alcuni ramoscelli al muscolo
sale delmedio. Si diportano sulle dita corri- piccolo rotondo; pervenuto poi sul bracchia-
spondenti come i predetti filamenti. le posteriore, dividesi in due principali bran-

2 .° Rranca
posteriore. Questa, eh’ è che, 1’ una superiore, 1’ altra inferiore.
più grossa della precedente, si rivolge obbli- i.° Branca superiore. Somministra
quamente all’ infuori, passa sotto i muscoli un ramo alquanto considerabile, che tosto si
gran supinatore e radiale, ai quali manda dei suddivide e va al margine inferiore dell’infra-
filamenti, e si profonda in mezzo ai due strali spinato, nel quale finisce. Indi si porta, in
carnosi del piccolo supinatore, al quale pur compagnia della seguente, sulla faccia internar
manda parecchi filamenti, traversandolo sulla del deltoide, seguendola orizzontalmente fino
direzione di sua lunghezza, e circondando ob- al terzo posteriore di essa qui si divide in
:

ibliquamente d’alto in basso l’ estremità supe- molti rami, che si perdono per questo musco-
periore del radio. Nella sostanza di quest’ ul- lo, daccanto il margine posteriore del mede-

timo muscolo essa si divide in parecchi rami simo.


principali, l’origine de’ quali, e per conse- Branca inferiore. —
E la più lunga
guenza il numero, sono variabili. ed è quella che manda il maggior numero di
Rami posteriori. Si portano al pic- rami al deltoide, percorrendone orizzontal-
ciolo supinatore medesimo, e mandano poi mente la faccia interna fino in vicinanza al suo
vari filamenti al cubital posteriore , e agli margine posteriore. Quasi tutti codesti rami
estensori delle dita e dell’indice. Tra questi nascono da branca inferiormente, e
tale por- si

filamenti alcuni si prolungano assai lontano tano, in direzione perpendicolare o obbliqua,


per questi muscoli, nè svaniscono che dopo i prima sulla faccia interna, poi nella sostanza
loro tendini. del muscolo, nè quasi se ne scorge risalire

Rami anteriori. Spettano questi par- verso le inserzioni superiori di (juesto.
ticolarmente ai muscoli posteriori e profondi
dell’ antibraccio. Parecchi di essi si portano a 111. NÈRVI DORSALI DELLA MlDOLL.A
principio ai muscoli grande abduttore e pic- VERTEBRALE.
colo estensore del pollice. Uno tra quelli, ch’è
il principale, e talvolta fornisce gli altri,
di- Derivano questi con due radici dalle

scende fra i mentovati muscoli e il grande parli laterali della midolla vertebrale: 1’ una
APPARECCHIO conduttore DeC SENSO K DKR MOTO
44
anteriore, più piccola, formata da due o tre sovente solo cinque o sei, rimanendo gii altri
filamenti in prima separati al luogo stesso del- sotto i muscoli trapezio, romboideo e simili.
r inserzione ; V altra posteriore, più grossa, 2 .° Rami esterni. —
Sono j più conside-
che pure incomincia con alcuni filamenti di- rabili, e costantemente esistono, anche allora

stintissimi, il cui numero è yario. Separate quando mancano alcuni de’ precedenti. Di-
r una dall’ altra per mezzo del legamento scendono obbliquamente al di fuori, in prima
dentato, e daprima molto allontanate, queste sotto trasversale spinoso, poi sotto il lungo
il

due radici si ravvicinano tosto, discendono dorsale ; esce ciascheduno di essi nello spazio
tanto più obbliquamente, e un tanto maggior triangolare eh’ è limitato in alto da ciasche-
tragitto percorrono nel canale quanto più sono dun muscolo sopra-costale, e si trovano ad un
inferiori: lo che stabilisce un allontanamento tratto fra i muscoli lungo dorsale e sacro-lom-
vie maggiore fra il sito dell’ origine e il foro bare manda ad ambedue alcuni filamenti,
;

vertebrale che serve d’ uscita, e per conse- massime all’ultimo ; poi, uscendo dalla scana-
guenza il ganglio di riunione. Cotalì due latura che separa, si dividono in parecchi
li

radici, conservando tra sè la stessa attinenza ramoscelli serpeggianti diversamente sotto i


che quelle del collo e dei lombi, sono men muscoli che li ricoprono, sotto il gran dor-
grosse delle cervicali inferiori e di tutte le sale, il trapezio, il romboideo e simili poi ;

lombari, e proporzionate ai nervi che succe- diventano cutanei, si spandono più o meno
dono ai loro gangli ; i quali nervi sono più lungi dal luogo ove sono usciti d’ infra i mu-
piccoli dei cervicali inferiori e dei lombari, scoli, e si recano spezialmente all’ infuori :
perciò che deggiono inanimare meno musco- non tutti arrivano per infino alla pelle, ma tut-
li. T superiori, e sovratntto gl’ inferiori, han- ti escono dalla scanalatura dei muscoli sacro-

no, siccome i loro nervi, una grossezza un po- lombare e lungo dorsale variabilissimo è il
:

co più notabile di quello che i medi. Le numero di quelli che rimangono sotto i mu-
due radici corrispondenti di ciaschedun nervo scoli superficiali.
discendono convergendo, si portano verso il B. Branche
intercostali. Hanno que- —
canale fibroso della dura-madre, e, addossan- ste una disposizione in parte analoga in parte
dosi, vi penetrano. In cj[uesto luogo, precisa- diversa. La prima esce sotto la prima costa ;
mente siccome sul collo, vien formato un ri- r ultima sotto la duodecima ; tutte si volgono
gonfiamento nervoso, grigiastro e polposo, ma quasi orizzontalmente al di fuori, salvo la pri-
un poco men grosso, proporzionato, sotto ma, passando nell’intervallo tra le due apofisi
questo rispetto, ai nervi intercostali, e alle trasverse corrispondenti, poi tra le due coste ;
loro radici; immerso in molto tessuto cel- comunicano ciascheduna coi nervi de’ gangli
lulare, Riuniti, oltre a questo punto, in un pettorali mediante due filamenti, e talora
tronco comune, si confondono colali due ra- uno solo; i quali si rivolgono ascendendo sulle
dici nervose intimamente e da questo tron-
: parli laterali del corpo delle vertebre indi ;

co, che percorre un tragitto brevissimo , na- codeste branche continuano a portarsi all’ in-
scono due branche per tutti i nervi dorsali ; fuori, nascoste solo dalla pleura fino all’ an-
1’ una dorsale, 1’ altra intercostale. golo delle coste, dove si cacciano tra’ due in-
A. Branche dorsali. —
Hanno assai mi- tercostali, si avvicinano al margine inferiore
nor grossezza che le intercostali. Rivolte, tutto della costa superiore, percorrono ciascheduno
ad un tratto, all’ indietro, si portano tra le il tragitto dello spazio intercoslale corrispon-

apofisi trasverse dorsali, sotto il trasversale dente, e vi si diportano così com’entro a dire.
spinoso ; qui si dividono in due ordini di ra- Prima branca.—^-, differente assai delle
mi, gli uni interni, esterni gli altri. Tale divi- altre. Non appena ha derivato la propria ori-
sione, che avviene ne’ più individui, manca gine, porta obbliquamente in alto e al di
si

talvolta in altri, e allora non si produce che fuori, si dirige sulla prima costa e va a con-
il ramo esterno. giungersi, nel modo che abbiamo espresso,
T.® Rami interni. — Ciascheduna branca quasi di subito al plesso braccbiale, di modo
ne presenta uno o due ;
meno grossi che gli che il tronco di essa è veramente estraneo
esterni, e penetranti ad un tratto il trasver- al petto. Laddove rimonta sopra la costa ,
sale spinoso attraversano codesto muscolo,
: gitta un ramo sotto-costale che corrisponde
ora più da vicino, ora più da lunge delle apo- all’ incirca colla propria distribuzione alla di-
fisi spinose, correndo un tragitto obhliquo più sposizione delle seguenti branclie. Tale ramo
considerabile che a principio non paia, vi si porta obbliquamente in basso, sotto la faccia

spandono molti filamenti, ne escono, danno inferiore della prima costa, e 1’ aitraversa per
i rami ai muscoli che quelli ricoprono, per.» recarsi all’ estremità anteriore del primo spa-
forano questi ultimi, e si spandono sotto la zio intercostale, i cui muscoli esso perfora
pelle, portandosi per uno più o men lungo onde spargersi sulla parte superiore e ante-
spazio, al di fuori quantunque io abbia os-
: riore del petto, ove subito si disperde. In tale
servalo che non tutti divengono cutanei ; ma tragitto, gitta : un filamento posteriore che.
ïsETirï DELLA VITA AMMALA /{A

«lìscende sulla parie posteriore dello spazio Quarta, quinta, sesta e sei lima branca.
in tei costale, si caccia fra questi due uiuscoli, La loro distribuzione è quasi analoga cia- ;

spargendosi loro porzione cori isponden-


sulla scheduna costeggia a principio il margine infe-
de; 2.° uno o due filamenti 7?ìediche discen- riore della costa corrispondente, fino la mela,
dono lungo la metà dello spazio 3.° due o ;
all’ incirca, dello spazio intercostale. Innanzi

tre filamenti anteriori^ che costituiscono il che giungavi, de’numerosi filamenti se ne spic-
termine di codesto ramo, e perforano uniti o cano pei due muscoli intercostali i quali fi- ;

separati lo spazio intercostale. lamenti nascono specialmente all’ indietro , e


Seconda branca. — Cammina lungo la corrono in c[uesti muscoli un più o meno lun-
faccia interna dellaseconda costa, fino al ter- go tragitto. Alla metà dello spazio, o presso
zo posteriore dello spazio intercostale, ore si a questa, si dividono i.^ In rami inter-
:

divide in ramo intercostale e in ramo brac- costali, che seguono il margine inferiore del-
chiale ;
ma prima manda unconsiderabile fila- le coste, e mandano
alcuni filamenti ai musco-
mento che si profonda nella parte posteriore li, intercostali e triangolare, penetrano sotto
dei due intercostali, fornisce a questi parecchie di questo, escono con uno o due filamenti,
divisioni, e vi si perde. —
11 ramo interco- ciascheduno sopra il margine laterale delio
stale continua il suo primitivo cammino lun- sterno, e vanno a distribuirsi pel gran petto-
go seconda costa, gitta alcuni poco notabili
la rale, per la mammella, e per gl’ inlcgumenlì
filamenti ai due intercostali corrispondenti ; della parte anteriore del petto ; 2 .® in rami
poscia, arrivato allo sterno, esce con due o tre pettorali esterni, che perforano gl’ intercos-
filamenti tra quest’osso e l’intercostale ester- tali interni e si dividono ciascheduno in due

no, e si spande sulla parte anteriore del petto, filamenti, 1’ uno de’ quali si porta all’ Indietro
sotto l’inserzione del gran pettorale, al cpiale per distribuirsi agl’integumenti della parte
gitta alcuni filamenti. —
Il ramo bracchiale laterale del petto, e 1’ altro si rivolge all’ in-
perfora il muscolo intercostale esterno, dopo nanzi e air ingiù, per distribuirsi al grande
aver lasciato sì a questo, come all’interno, pa- obbliquo e agl’ integumenti della parte ante-
recchi filamenti, discende obbliquamente nel- riore del petto e superiore del ventre.
la cavità dell’ ascella, dove riceve talvolta un Ottava, nona, decima e undecima bran-
filamento di comunicazione dal nervo cutaneo ca. Si portano, come le precedenti, negl’ in-
interno, filamento che ne accresce la grossez- tervalli tra le coste, situale da prima ciasche-
za. Quindi discende lungo la parte interna e duna fra la pleura e l’ intercostale esterno cor-
posteriore del braccio, gittando parecchi fila- rispondente. 11 tragitto di codeste branche
menti che si rivolgono all’ indietro, e percor- sotto la detta membrana, siccome quello delle
rono un tragitto maggiore o minore finché si precedenti, è successivamente più lungo a mi-
perdono pergl’ integumenti. Giunto al cubito, sura che Io si viene esaminando più in basso.
si divide in moltissimi altri, che si spargono Profondate di poi sotto gl’interni intercosta-
per tutta questa regione, e vi si disperdono. li, percorrono in parte gl’ intervalli tra le co-

Terza branca. —
Costeggia il margine ste, indi si dividono in rami intercostali ed in
inferiore della terza costa, fino in vicinanza rami pettorali esterni. Codesta divisione in-
della metà dello spazio ove dividesi come la terviene tanto più vicino all’ estremità ante-
precedente. Innanzi codesta divisione e vici- riore di ciaschedun intervallo, quanto più in
nissimo al luogo di sua uscita, manda parecchi basso si esaminino la branche, perocché gli
filamenti che discendono per la parte posterio- intervalli vanno a mano a mano raccorcian-
re dei due intercostali, e vi si perdono, d'alora dosi, e opera in ciascheduno
la divisione si

codesti filamenti hanno nno o due tronchi co- quasi alla stessa dal foro di unione.
distanza
muni : altre volte nascono separatamente ;
nè Ma prima che quella avvenga, codeste bran-
mostrano recarsi fino ai muscoli pettorali su- che forniscono, siccome le precedenti, alcuni
perficiali. — Il ramo intercostale continua i quali filamenti cor-
filamenti agl’ intercostali,
a seguire la direzione della costa, non giltan- rono, innanzi di pervenirvi, un tragitto più
do che pochi si profonda sotto il
filamenti, o meno considerabile. Seguendo ciascuna di
triangolare dello sterno, somministra a questo tali branche, dopo tagliato il muscolo che la

luogo due o tre filamenti manifestissimi al ricuopre, si scorgono benissimo codesti fila-
suddetto muscolo ed all’ iutercostale interno, menli. —
I rami intercostali continuano a

passa tra questo e l’osso, e si spande, come il percorrere gli spazi dello stesso nome, man-
precedente, sul petto. —
11 ramo bracchiale, dando successivamente parecchi ramoscelli.
dopo aver mandato parecchi filamenli agl’in- Giunti all’ estremità di siffatti spazi, passano
tercostali, perforai’ esterno, si porta alla parte sopra le inserzioni del diaframma, senza gettar
inferiore della cavità ascellare, manda alcuni fi- filamenti abbastanza notabili a tale muscolo,
lamenti agrintegumenti di questa parte, poi poi si alle pareli addomi-
cacciano in mezzo
discende sul braccio, ove si disperde più cele- nali, fi-a il piccolo obbliquo, git-
trasverso e il

remenfe che il mentovalo ramo bracebiale. fano dapprima parecchie diramazioni a questi
APPARECCaiO CONDUTTORE DEL SENSO E DEL MOTO

tlue muscoli, massime all’ ultimo, indi si re- rono un tragitto tanto maggiorar, e sono tan-
cano fino al margine esterno del muscolo ret- to più grossi quanto più basso è il nervo cui
to :
dividono in ramoscelli profondi,
qui si spettano; ma in generale, la distanza tra l’o-
che penetrano nella sostanza di questo per lo rigine e l’ uscita è assai più considerabile di
stesso margine e per l’interna superficie di es- quello che al dorso. Giunti nel canale fibroso
so, e in ramoscelli superficiali che perforano della dura-madre, tali due fasci l’attraver-
la lamina anteriore della sua guaina aponeu- sano: l’uno di essi costituisce un rigonfia-
rotica, vanno a ramificarsi per gl’integumenti mento analogo a quelli de’nervi precedenti ;
della parte anteriore dell’ addome. — I rami siriuniscono poi, e danno origine ami tron-
pettorali esterni perforano dal di dentro al co che occupa la larga e profonda incavatu-
di fuori gl’intercostali esterni, e si dividono in ra della vertebra superiore, poi si divide in
due ordini di filamenti, gli uni de’ quali, ri- due branche, Luna posteriore o lombare,
volti all’ indieiro, si perdono negl’ integumen- l’altra anteriore o addominale.
ti della parte laterale e inferiore del petto gli §. I. Primo nervo lom,bare. i.a Bran- —

;

altri si portano
innanzi e all’ ingiù, e si
all’ ca lombare. Tale branca, più grossa che
distribuiscono al gran dentato, al grande ob- le seguenti, si porta ad un tratto all’ indie-
hliquo e agl’ integumenti. tro, tra le apofisi trasversali delie due prime
Duodecima branca. Manda questa, a — vertebre lombari, manda parecchi rami in-
principio, un filamento di comunicazione al terni che si portano al trasverso spinoso, e
primo nervo lombare, poi allontana subito sì lo perforano qualche volta per divenire su-
daU’ultima costa, portandosi al di fuori e al- perficiali ; quindi portandosi all’ ingiù e al-
r ingiù ; attraversa la parte anteriore del qua- l’ indietro, traversa la massa comune del sa-
drato dei lombi, coperto dalla lamina apeneu- cro-lombare e del lungo dorsale, vi lascia
rolica anteriore del trasverso, mandando, sì parecchi filamenti , poi diviene superficiale,
a questo come al diaframma, alcuni filamenti. si pone tra la faccia posteriore di codesti mu-

Giunta a! margine esterno del quadrato, si di- scoli e 1 ’ aponeurosi che li ricopre, discende
vide i.° in ramo addominale superficiale
: per qualche tratto sotto di questa, la perfora,
che si porla in prima tra i due obbliqui, man- diviene cutaneo, e si porta agli integumenti
da ai medesimi parecchi filamenti, poscia per- della natica ove si perde con molti rami
,

fora il primo, discende sulla faccia esteriore che si suddividono in ramoscelli ed in fila-
del medesimo, vi gitla molti filamenti ne menti.

,

somministra altresì agl’integumenli e arriva 2. a Branca addominale. Deriva dal


per infino depresso la cresta iliaca 2.® in ;
tronco comune all’ uscita di questo dall’ in-
ramo addominale profondo., che si porta al- cavatura ;
porta all’ innanzi e al di dentro,
si

l’ ingiù e all’ innanzi, scorre tra il piccolo ob- trovasi nascosta dall’origine dello psoas, co-
bliquo e il trasverso, lascia dapriraa sì a que- munica coi nervi de’ gangli lombari, riceve
sto e sì a quello molti filamenti tenuissimi la branca anasfomotica dell’ ultimo nervo dor-
correnti un abbastanza lungo tragitto, quindi sale, ne gitta una alla branca anteriore del
prolungasi fino aH’estremilà de’ muscoli retto secondo nervo lombare, e dà così principio
e piramidale, ove si perde. al plesso lombare , al quale riporteremo le
branche somministrate da essa, descritte dagli
JV. NERVI LOMBARI DELLA MIDOLLA autori insieme a siffatta branca addominale.
VERTEBRALE. §. II. Secondo nervo lombare. — i.a
Branca lombare. — Un
grossa chepo’ men
Tali nervi sono cinque : il primo esce fra quella del Esce codesta
nervo precedente.
le due prime vertebre lombari, il quinto fra branca tra le apofisi trasverse della seconda
il sacro. Le loro origini
ultima e mollo più e terza vertebra lombare, manda alcuni rami

1

ravvicinate le une alle altre che non sieno le interni al trasversale spinoso, quindi si porta
origine dei nervi dorsali, non occupano che alla massa comune dei muscoli sacro-lombari
un piccolo spazio e si trovano di rincontro alla e lungo dorsale, vi gitta de’ ramoscelli, scorre
prima vertebra lombare e all’ ultima dorsale. tra questa e l’aponeurosi che ricuopre, per-
Ciascheduno, siccome gli al tri, proveniente dal- fora questa verso la cresta iliaca, e si sparge
la midolla, ha un doppio fascio d’ origine : per la posteriore e superiore parte della co-
Funo anteriore, eh’ è il più piccolo, l’altro po- scia; ove, addivenuta cutanea, si disperde con
steriore, grosso. Tali due fasci risultano
il pivi vari rami più o meno suddivisi.
dall’ unione di parecchi filamenti, i quali, se- 2.° Branca addominale. Esce questa —
parati molto patentemente alla loro uscita nascosta dallo psoas, comunica coi nervi dei
dalla midolla dove
rivestono del neurilema,
si gangli lombari, riceve la branca anastomotica
si congiiingono poi senza però comunicare fra del precedente nervo, ne manda una al se-
sè, talché si possono agevolmente separare gli guente, e concorre per tal modo alla forma-
uni dagli altri, l due fasci corrispondenti cor- zione del plesso lombare.
^'ERVl PJ^LLA VITA ANIMALE 47
Terzo nervo lombare
§. III. . — x.^Bran^ passa pel forame sotto-pubico per distribuirsi
ca lombare. —
Più piccola che le altre due alla parte interna della coscia; l’esterno di-
«sce d’ infra le apofìsi trasversali della terza scende sulla parte anteriore di codesto mem-
e quarta vertebra lombare, gilta alcuni rami bro e dlsperdesi ne’ muscoli del medesimo.
mterni al trasversale spinoso, traversa la Oltre cotali cordoni di terminazione, il plesso
massa comune vi lascia alcuni ramoscelli,
,
somministra nel suo tragitto due ordini di
diviene soltopposta alle aponeurosi lombari, branche, le une esterne o addomino-crurali,
le perfora, e si disperde diventando cutanea. un’ altra interna o genito-crurale oltre a ciò
:

2. a Branca addominale. —
Nascosta a'ia* parecchi rami e ramoscelli si spiccano e per-
propria uscita dallo psoas, comunica cui nervi dono nello psoas, nel quadrato de’ lombi, e
de’ gangli lombari, poi colle branche anteriori particolarmente nell’ iliaco. Ho veduto soven-
dei due nervi tra’ quali è posta , e forma cosi temente nascere uno o due ramoscelli supe-
il plesso lombare. riormente dal plesso traversare longitudi-
,

§. Quarto e quinto nervo lombare.


IV. nalmente la spessezza dello psoas, e ricon-
— i.e Branche lombari. —
Sono queste pic- giungersi in basso a questo stesso plesso, o al
colissime nell’ uno e nell’ altro nervo diver- ;
nervo crurale che ne deriva.
se delle precedenti in questo che divengono A. Branche esterne o muscolo- cutanee.
di rado cutanee anzi, le più volle, non si
:
— Ce n’ ha d’ordinario tre. Dopo levalo il
estendono esse fino alla superficie della mas- peritoneo, si veggono palesemente recarsi al
sa comune de’ muscoli sacro-loral>are e lungo di fuori, verso la cresta iliaca, per traversare
dorsale. Divise, alla loro uscita, in due ordini dipoi i muscoli addominali , e divenire cu-
di rami, distribuiscono gli esterni in tali due tanee. La superiore e la media spettano evi-
ultimi muscoli, ^interni nell’origine del dentemente alla branca addominale del primo
trasversale spinoso. nervo lombare l’ inferiore nasce in ispezie
;

2. e Branche addominali. Nell’ uno e dalla branca addominale del secondo. Ci han-
nell’altro de’ mentovati due nervi comuni- no molle varietà nella loro disposizione, sì
cano queste co’ ramoscelli de’ gangli lombari, riguardo alla loro origine, come al silo dove
poi quella del quarto riceve e manda le bran- le medesime perforano i muscoli delle addo-
che anastomotiche per la formazione del ples- minali pareti. Ecco quanto si osserva più d’or-
so lombare, mentre quella del quinto riceve dinario nell’uomo gli allievi poi vi riporte-
:

prima branca anastoraotica della preceden-


la ranno quelle varietà che verranno loro osser-
te, e così compie il plesso lombare, poi di- vale nelle dissezioni.
scende nella pelvi per dare cominciaraento al Branca superiore. —
Uscita dal plesso,
plesso sacro, col quale lo unisce. Manda, in traversa la sostanza della parte superiore del
t.ale tragitto, la branca glutea superiore che grande psoas, vi lascia talvolta un ramoscello,
noi riferiremo a codesto plesso. si porta obbliquamenle al di fuori e in basso,

§. V. Plesso lombo- addominale. Ri- davanti il quadrato dei lombi, fino alla parte
sulta dal concorso e dalla riunione delle bran- posteriore della cresta iliaca. Qui si colloca
che addominali dei nervi lombari, i quali, in un solco formato dal muscolo trasverso e
dietro a quanto dicemmo, costituiscono alla dalla cresta anzidetta alla quale si attacca,
loro uscita una serie di comunicazioni che gitta ramoscelli al dello muscolo ed albiliaco,
rappresenta una spezie di cordone allungato: lo perfora, scorre, seguendo anche un poco
tale cordone è appunto il plesso. Per ben la cresta iliaca fra esso e il piccolo obbliquo,
osservarlo , è uopo fendere secondo la sua gitta medesimi alcuni ramoscelli poi
ai si
,

lunghezza, e assai dappresso al suo margine divide quasi ad nn tratto: i.° In ramo e-
posteriore, il muscolo psoas. Allora lo si di- sterjìo.,che si perde per la parte inferiore
scerne situato sulle parti laterali del corpo dei tre muscoli lunghi addominali, distribuen-
delle vertebre lombari, davanti le loro apo- dovi parecchi filamenti, e diviene poi cutaneo;
fisitrasversali. Strettissimo in alto, si allarga
2.*^ In
ramo interno., eh’ è la continuazione
a poco a poco in basso : lo che dipende da della branca, segue a discendere fra il tras-
ciò che, sulla seconda direzione, le branche verso e il piccolo obbliquo per infino alla
addominali de’ nervi lombari si riuniscono spina iliaca anteriore e superiore qui scorra
;

più lontano dalla colonna vertebrale che non tra le aponeurosi e i muscoli, segue 1 arco ’

facciano nella prima. Incomincia adunque il crurale fino all’anello, dove perfora l’apo-
plesso da tale cordone mediante la comuni- neurosi del grande obbliquo e si divide in
cazione del primo nervo lombare con una più ramoscelli, che si espandono per gl’ in-
branca dell’ ultimo dorsale e con un’ altra tegumenti della piegatura dell’inguine, e in
del secondo lombare, e finisce con tre grossi tjuelli del pube, e si recano pure allo scroto.

cordoni, l’esterno de’ quali gitlasi nel bacino Branca media. —


Esce codesta dal ples-
per comunicare col plesso sacro, e souimini- so quasi da lato alla precedente, traversa lo
slrare la branca glutea supcriore il medio psoas, e discende un poco lungo il lato ester-
i
48 APrAKECCÎilO CuNl)LfTXû'RE D^L SENSO E DEL ftlOTO

ïio (li quadrato lombare. Po-


esso, dinanzi al Ramo esterno. —
Discende coi vasi cru-
scia si reca subitamente ai di fuori, passa rali dietro F arce» crurale, si trova alla pie-

obbliquamente davanti la faccia anteriore gatura dell’ inguine, sotto 1’ aponeurosi cru-
deir iliaco, ricoperta dal peritoneo, si reca, rale, in mezzo a molte gianduia assorbenti e
verso cresta iliaca, perfora il trasverso, si
la a copioso tessuto cellulare, e qui si spande in
pone tra esso e il piccolo obbliquo, indi tra parecchi ramoscelli, i quali, perforando F a-
questo e il grande, disperdendosi, in questi poneurosi, diventano cutanei e si spargono
muscoli, con un gran numero di ramoscelli, lino al di sotto della metà della coscia : al-
r uno de’ quali segue P arco crurale per in- cuni si uniscono al nervo O’urale.
tìno all’ anello, ove perfora 1’ aponeurosi del C. Branche inferiori o crurali. — Dopo
grande obbliquo, e si distribuisce allo stesso somministrate le varie branche di cui si tenne
modo che il ramo interno della precedente discorso, il plesso lombo-addominale finisce
branca, ed in ispezic, più eh’ essa non faccia con tre principali, che duerno nero/, simili a
allo scroto. quelli che si dipartono dall’ estremità infe-
Brancainferiore. —
Nasce questa dal riore del plesso bracchiale lutti distribui- :

plesso, più in basso che le precedenti e la ;


scono le loro diverse diramazioni in ispezie
sua origine talvolta è doppia. Esce sotto lo per la coscia.
psoas, traversa obbliquamente parte ante-
la iVeroo crurale. —
Tutti i nervi del ples-
riore dell’ iliaco ,
giunge, portandosi d’alto so, fuori il quinto, concorrono alla forma-
in basso, alla spina iliaca superiore e ante- zione di questo, che costituisce la più esterio-
riore passa tra essa e l’inferiore^ ovvero
,
re delle tre branche, onde il plesso medesimo
sotto di questa ; quindi, ingrossando un poco termina. Separato compiutamente da questo
a tal luogo, ove presenta delle frequenti va- a livello della penultima vertebra lombare,
rietà, giunge alla parte superiore della coscia, si porta al di fuori secondo il corso del
,

trovasi sotto l’aponeurosi femorale, e si di- margine esterno dello psoas che in prima
vide in due rami. 10 nasconde, poi lo lascia in parte allo sco-
Il ramo esterno è il meno conside- perto. Giunto sotto il legamento dei Fallop-
rabile : un tratto verso il di
rivolto tutto ad pio esce dall’addome in compagnia del detto
fuori , si porta sulla parte esterna e poste- muscolo e dell’arteria crurale, alla cui parte
riore della coscia, dietro il tensore aponeu- esterna ed inferiore è situato. Alla parte
rotico crurale, poi si divide in più ramoscelli, esterna della coscia dividesi in moltissimi ra-
che perforando 1’ aponeurosi, divengono cu- mi, gli uni superficiali gli altri profondi, e
tanei e si estendono più o meno da lunge. presenta molte diversità in tale tragitto ora :

2.*^ Il ramo interno è il più considera- 11 suo tronco è semplice per iufino all’arco

bile, sembra costituire la conlinuazione delia crurale, ora le divisioni incominciano alla me-
branca. Penetrato subito sotto la parte an- tà di esso, spesso i rami superficiali coniincia-
teriore e superiore dell’aponeurosi crurale, 110 a separarsene versoi! plesso, e discendono
immediatamente la perfora, come il prece- solamente contigui a cjueslo per recarsi alla
dente, diviene superficiale, e si espande sulla propria destinazione. Parecchi ramoscelli sor-
parte anteriore ed esterna della coscia, ove gono, nel basso-ventre, dal tronco del nervo
discende per infino al ginocchio, distribuendo crurale o dalle sue branche separate pe- ;

nei suo tragitto un gran numero di ramoscelli. netrano ad un tratto, nel muscolo iliaco, e si
B. Branca interna o genito-crurale. — perdono nella parte interna e media di que-
E unica, e presenta d’ordinario nell’uomo sto, dopo aver lasciato dinanzi al medesitno
la seguenie disposizione nasce dalla parte
; una spezie di rete ben delineata dal Ficlier:
superiore del plesso, dipendendo qui dal pri- altri si gittano intorno l’arteria crurale, que-
mo nervo lombare discende a principio per-
;
sti spesso mancano, e, quando esistono, tosto
pendicolarmente nella sostanza dello psoas, dileguano..
riceve, ordinariamente, dalla branca anteriore Rami cutanei. Sono i men numerosi e
del secondo nervo lombare , un ramoscello i men considerabili tra quelli del nervo cru-
che ne aumenta la grossezza, perfora lo psoas, rale. Ficher iie ha rappresentato quattro prin-
gli diviene superficiale, e discende sul davanti cipali :io ne ho trovato sovente sei, talvolta
dell’ arterior superficie di questo, ricoperta semplicemente due tutto dipende dal for-
:

dal peritoneo, fino in vicinanza all’ arco cru- marsi più o meno inailo le divisioni ; pei-
rale, dove si divide in due rami. chè, dopo un certo tragitto, la distribuzione
Piamo interno. —
E il più considerabile; è all’ incirca uguale. Separati dal medesimo
segue il tragitto de’ vasi spermatici, coi quali abbastanza in alto presso certi individui, a
passa attraverso l’anello, e si divide tosto in livello, in altri, dell’arco crurale, passano sot-
moltissinii ramoscelli destinati agl’in tegumenti to di questo, percorrono un breve tragitto
della parte anteriore e interna della coscia, sotto 1’ aponeurosi femorale, la perforano to-
cd allo scroto. slamcnle, e si rendono superfiziali païen- j
NI’.UYI IJKLL.V VITA AN'JJlALË 49
tissimi sono i fori del loro passaggio. Al di là sotto di questo ,
piuttosto che introdursi
de’ quali forami, si scorgono dividersi in mol- nella sostanza. Profondatosi insieme all’arte-
tissimi ramoscelli che cuopi'ono la parte inter- ria nell’ apertura del crurale, esce fra il ten-
na e anteriore della coscia, essendo l’esterna dine di questo e quello del retto interno,
ed anteriore occupata dalle divisioni della manda parecchi ramoscelli manifestissimi che
prima branca interna del plesso lombare. Al- si perdono per gl’ integumenti dei dintorni
cuni scendono fino alla parte superiore della del ginocchio, poi, giungendosi alla vena sa-
gamba, e parecchi sino al ginocchio, accom- fena, 1 accompagna lungo la parte anteriore

pagnando la vena safena. e interna della gamba fino al grosso dito , e


Rami
muscolari. Considerabilissimi ne manda moltissimi ramoscelli cutanei.
sono il il volume, ma
numero ed variabili ; Nervo otturatorio. —
Deriva particolar-
essendo che ciaschedun muscolo più o men mente dal secondo e dal terzo dei nervi lom-
ne riceve. Codesti rami sono esterni o in- bari ; e, in certi individui, gli somministra
terni. un ramo d’ origine il quarto. Situato a prin-
rami esterni si portano esteriormente
I cipio tra lo psoas e l’ ultima vertebra lom-
al margine, tra l’iliaco e i muscoli sartorio e bare, discende quasi perpendicolarmente :

retto anteriore, poi fra quest’ultimo ed il femo- giunto nel bacino, ne attraversa obbliqua-
rale, butti non posseggono talora che un tronco mente la parte laterale e superiore , accom-
comune; altre volte la loro divisione prestamen- pagnato dall’arteria e dalla vena otturatrici,
te si opera: ed hanno la distribuzione seguente: in mezzo alle quali trova, ed è immerso in
si
1 la estremità dell’iliaco riceve parecchi ra- abbondevole tessuto cellulare. Esce pel forame
moscelli; 2P tra quattro rami sì profondano sotto-pubico, trovasi, giungendo alla coscia,
nel sartorio, vi si disperdono in parte, poi sottoposto ai muscoli pettineo, e primo ad-
con vari ramoscelli, che si span-
lo traversano duttore ; qui si divide in due branche mu-
dono per gl’integumenti insieme a’ prece- scolari, 1 ’ una anteriore e l’allra posteriore.
denti ramoscelli cutanei; 3 .o un grosso ra- — lu tale tragitto non somministra che un
mo penetra nel retto anteriore con due ra- solo ramo, presso il foro sotto-pubico ; il
moscelli, l’uno superiore, l’altro inferiore, quale ramo gitta dapprima un ramoscello al-
i quali, anziché vi penetrino, percorrono un r otturatorio, indi passando pel foro, si di-
più o meno considerabile tragitto ; 4 ° stribuisce all’esterno: talvolta è rappresen-
<0 quattro rami si gittano sulla porzione e- tato da due ramoscelli separati.
slerna del crurale 5 .° un numero uguale di
;
1.0 Branca anteriore. Circonda questa
questi, dopo percorso certo tragitto sulla il margine interno del picciolo adduttore, si

porzione nxedia, si profonda, in pari modo, pone tra questo e il medio che lo ricopre,
nelle fibre e svanisce i rami di codesti due
: e si divide ad un tratto in ramo interno che
ultimi muscoli costituiscono d’ordinario un somministra ramoscelli al primo de’raento-
tronco unico per ciascheduno 6 .*^ suoi ri- ;
vati muscoli e va a perdersi poi nel terzo su-
cevere un ramo anche il tensore aponeuro- periore del retto interno ; e in ramo esterno.^
tico femorale. che spetta quasi tutto al secondo : ambidue
I rami interni presentano la seguente somministrano alcuni ramoscelli cutanei.
distribuzione i.o La porzione interna del
;
2.*^ Branca posteriore. Discendein mez-

crurale ne riceve parecchi, l’inferiore de’ quali zo al piccolo e al grande adduttori, gilta a
discende mollo all’ ingiù, avanti che vi pe- principio alcuni ramoscelli all’ otturatore in-
netri talora non vi penetra che verso il gi-
;
terno, poi, dividendosi in molti altri , si di-
nocchio. 2.0 Alcuni si portano all’ indietro, sperde nel secondo dei mentovati muscoli.
e si gittano nel pet lineo. 3 .o Un ramo cu- Nervo lombosacrale. —
Così intitolo un
tviueo inferiore discende prima sul davanti grossissimo Cordone appianato, doppio in vo-
dell’ arteria femorale, poi allato interno del lume, del nervo crurale, formato da una gran
sartorio che ne riceve in basso alcuni ramo- parte della branca anteriore del quarto ner-
scelli e discende per infino oltre il ginocchio, vo lombare e da tutta la quinta, l’ale cordo-
dividendosi in moltissimi ramoscelli; 4 - ne discende anteriormente alla parte laterale
più considerabile fra tutti questi rami ester- e anteriore del sacro, e va a congiungersi al
ni si denomina il vena così no-
Aa/è/20, dalla plesso sacro, aumentandone mirabilmente il

minata, eh’ esso accompagna. Discende alla- volume.


to interno dell’arteria crurale, riceve soven- Branca glutea. In tale tragitto, som-
te un ramo dal nervo otturatore, c trovasi ministra una considerabile bianca, che io de-
nascosto dal sartorio nel solco formato dagli nomino dalla sua distribuzione- La quale bran-
adduttori e dal crurale ; parecchi ramoscelli ca riceve alcuni rami d’origine dai plesso sacro,
ne sorgono, in tale tragitto, destinali ai vi- tal che essa sembra comune a (juesl’ ultimo
cini muscnli. Sovra il ^inocchio ne manda e al lombare esce di subito per l’incavatura
;

parecchi al sartorio, continuando a scorrere ischialica, sopra lì muscolo piramidale, € si


Kiicicl. Med. 1 . Il, ;
DO ArPARRCCHlU CONDUTTORE DRL SENSO E DEE MOTO
divide moltissimi rami, gli anteriori dei
iîï
di tutti nervi sacri, ed escono dal canale
i

quali si portano al piccolo gluteo, mentre che attraverso i fori sacri anteriori mentre i fori*,

i posteriori giungendo in parte alla porzione posteriori trasmettono le branche posterio-


media di questo, e in parte recandosene sulla ri, assai più piccole delle precedenti, ma
l'accia anteriore, arrivano, le spessissime fiate crescenti dall’ alto in basso fino alla quarta,
fino al tensore aponeurotico femorale. per iscemar poi nelle due altre, che lasciano
tra sè e le precedenti un angolo quasi retto.
V. NERVI SACRALI DELLA MIDOLLA §. Primo neroo sacro. — Branca po^
VERTEBRALE steriore. Picciolissiraa o alquanto breve, esce
dal primo dei fori sacri posteriori, comunica
nervi sono sei, spesso cinque soltan-
l’ali colla branca posteriore del secondo nervo sa-
to. 11 primo esce dal primo foro sacrale, il cro, discende un po’ obbliqu ameute, e divi-
secondo dair incavatura superiore del cocci- dendosi tosto nel bel mezzo del grosso fascio
ge : ovvero, se non ce n’ ha che cinque, tra Carnoso, che qui cuopre il sacro ed è l’origi-
quest’ultimo osso ed il sacro: la loro grossez- ne del traversale spinoso rimansi in parte
,

za va a mano a mano diminuendosi fino al entro codesta massa ; n’esce con diversi ra-
sesto, eh’ è quasi sempre assai poco sensibi- moscelli che diventano cutanei.
le, che indubitatamente, ha portato a cre-
lo Branca anteriore. E
grossissima, comu-
dere che punto non esistesse, anche quando nica, all’ uscita del forame che la trasmette,
rinvenivasi secondo T usalo. Nascono code- coi nervi de’ gangli sacri mediante due al-
sti nervi da quel considerabile rigonfiamento, quanto grossi filamenti , mu ad un tempo
con che la midolla vertebrale finisce, toccan- cortissimi, discende poi obbliquameute al di
dosi tutti al luogo di siffatta origine, nè lo fuori, e si unisce superiormente e un po’sul
spazio che occupano è punto maggiore dell’ in- davanti, al piramidale, in alto al tronco lom-
tervallo tra’ due dei nervi cervicali. Malgra- bo-sacro del plesso lombare , in basso alla
do una siffatta contiguità, si può discernere branca anteriore del secondo nervo lombare
ciò che partielle a ciaschedun nervo. Ciascu- concorrendo alla formazione del plesso sacro.
na delle dette origini presenta un doppio fa- § II. Secondo nervo sacro. Branca —
scio composto da parecchi filetti molto distinti posteriore. Più grossa che quella del primo
al principiare de’ fasci, i quali, sebbene nel nervo, comunica a principio colla medesima
loro tragitto addossati tuttavia non s’inlralcia- e con quella del lerzo^ lascia alcuni ramoscelli
no. 1 due fasci corrispondenti discendono, in al fascio carnoso che cuopre, a questo luogo,
siffatto canale quasi perpendicolarmente, ma il sacro, perfora sì questo come le aponeu-
convergenti l’uno verso dell’altro, e, per- rosi, e si spande sulla faccia posteriore del
corso vm tragitto lunghissimo, per la moltissi- maggior gluteo, dove la si scorge discendere
ma distanza che corre fra la origine loro dalla obbliquameute e perdersi, con due o tre rami
ml<lolla e i’uscila dai fori sacri, si congi ungono suddivisi in ramoscelli.
a del canale fibroso della dura-madre.
livello Branca anteriore. All’ uscire che que-
L’uno di essi forma un vigonfiamento uguale a sta fa dal secondo forame sacro, si trova frap-
quello di lutti gli altri nervi della midolla poi ;
posta a due linguette del piramidale, comu-
si riuniscono in un tronco comune e si di- nica coi nervi de’ gangli sacri, si porta obbli-
vidono in due branche. — - I rigonfiamenti quamente in basso davanti a codesto musco-
nervosi de’ nervi sacri hanno tale particola- lo, e glttasi nel plesso sacro.
rità che tulli si trovano contenuti nel ca- . §. III. Terzo nervo sacro. — Branca po-
nale osseo anziché occupare, come avvieiie steriore. Più grossa ancora che quella dei
negli altri nervi vertebrali, gli orifizii esterni predetti due nervi, comunica con quella del
di comunicazione, Sono i medesimi tanto più secondo e dei quarto, discende obbliquamen-
prossimi ai forami sacri quanto più superiori ; te al di fuori, .si pone sotto le inserzioni del
de’ quali fori gli ultimi tre si trovano sepa- gluteo maggiore, vi lascia alcuni rami, per-
rati tra loro da un intervallo notabilissimo, fora codesto muscolo, diventa cutaneo, si di-
niisurato quest’intervallo dal tronco comune vide e discende, parallela ai rami cutanei del-
risultante dalla riunione dei due fasci d’ori- ia precedente branca posteriore, fino alla parte
gine di maniera che tanto più lungo è siffatto
; interna e posteriore della natica, dove si perde.
tronco quanto più inferiore è il nervo cui Branca anteriore. Comunica coi nervi
spella. Quello del primo nervo sacro gitta, dei gangli sacri, manda parecchi rami, la cui
quasi ad un tratto, le sue due branche, Il descrizione verrà da noi riportala al plesso
rigonfiamento nervoso è poco manifesto nel sacro, poi gitlasi in questo anastomizzandosi
.sesto nervo, alla grossezza del quale è pro- colle due branche tra le quali è posta.
porzionato, raa non manca mai. Le bran- — IV. Quarto nervo sacro. Branca —
che anteiiori, grossissime in alto, vanno suc- posteriore. Pi ancora più grossa che la pre-
cessivamente diminuendo, siccome in ter viene cedente, discende un po’ obbliquameute al di
ACERVI PKET.-i VITA ANTMALK .or

flìorì comunica colle due branche tra le rruali


X
di ognuno. Quindi, sebbene rami vesci-
i

è posla, invia alcuni filamenti al gluteo mag- cali ed emorroidali, derivino particolarmen-
giore, lo perfora daccanto alla sua inserzio- le dal terzo e in ispecie dal quarto dei ner-
ne, porta sotto gl’ integumenti che lo ri-
si vi sacri, li considereremo come derivanti in
cuoprono, paralella alla precedente branca po- generale dal plesso. — Quando si esamini
steriore, e tosto disperdesi dividendosi. intentamente il luogo ove i quattro primi
Branca anteriore. Comunica col gran nervi sacri si riuniscono al cordone lom-
simpatico, manda moltissimi rami al pìefso bo-sacrale, si scorge chela disposizione di esso
ipogastrico, de’ yuali terremo parola, e git- è tutta diversa da quella degli altri plessi, nei
tasi nel plesso sacro. quali i nervi si mandano vicendevolmente al-
§. /^. Quinto e sesto nervo sacro. — cune branche comunicazione, le quali bran-
di
Branche anteriori. Esce quella del quinto formano alcune specie di
che, talora raoltiplici,
tra il sacro e il coccige , quella del sesto, areole, di rete. Qui la contiguità é immedialai
allorché esiste il nervo, dalla incavatura late- risultando, da tutte codeste comunicazioni, un
rale e superiore di questo; l’uno e l’altro fascio unico un vero tronco nervoso, grosso,
;

sono quasi estranei al plesso sacro che appar- appianato dall’ innanzi all’ indietro, più liscio
tiene pressoché esclusivamente alle quattro internamente, che esternamente i cui numero-
prime branche; tultavolta la quinta comunica si cordoni s’ intrecciono le cento volte co’loro

colla precedente, e si unisce anche un poco a ramoscelli, precisamente a quel modo che av-
codesto plesso. Del rimanente ambedue sono viene nell’interno di ciascun nervo, ed é per
destinate all’ elevatore dell’ ano, al copritore esempio, la medesima disposizione di quella che
<li questo, e all’ischio-coccigeo. presenta il nervo ischiatico eh’ é continuo a
Branche posteriori. Sono notabili que- codesto plesso. Stimo anzi che ninna parte del
ste pel loro volume minore manifestamente sistema nervoso della vita animale sia più atta,
che quello delle precedenti: comunicano desse stante grossezza degli oggetti, a offerirci una
la

insieme. A principio , quella del quinto riceve idea dell’interna tessitura di ciaschedun nervo,
pure un ramoscello da quella del quarto: che la mentovata riunione dei cjiiattro primi
ambidue si fanno cutanee, e si perdono to- sacri e d’nn cordone de! plesso lorabarCi Le —
sto pei dintorni della parte posteriore del- attinenze di codesto plesso sono, posterior-
1’ orifizio dell’ ano. mente, col piramidale, sopra il quale è collo-
Plesso sacro. —
E questo plesso calo; anteriormente, coi vasi ipogastrici, col
formalo precipuamente dal cordone lom- retto, colla vescica, colla matrice, e con un tes-
bo-sacro e dai quattro primi nervi sacri;
,
suto più o meno adiposo, copiosissi-
cellulaï-e,
i due ultimi sono, a propriamente parlare, e- mo. E limitato, internamente, dai forami sacri
estranei ad esso perocché non vi si legano
;
donde escono i nervi che lo costituiscono, co- .

che per alcune comunicazioni poco notabili. municando in prima, siccome ho detto, coi ra-
Il cordone lombo-sacro, rivolto obbliquamen- moscelli dei gangli sacri; esteriormente si con-
te ingiù e al di fuori, si riunisce all’in-
all’ fonde col nervo ischiatico che ne costituisce la
nanzi e al di sopra del piramidale, col pri- vera terminazione. Non ci ha, come dissi, li-
mo nervo sacro questo, eh’ è pur mollo
;
miti d’ organizzazione il margine esterno
:

t)bbliquo sulla medesima direzione, si riuni- della grande incavatura ischiatica costituisce
sce, dopo un tragitto d’ mezzo,
un pollice e un limite di posizione davanti la quale è il
al precedente e al secondo nervo sacro que- ;
plesso, mentre che il nervo incomincia al di
sto ultimo, un po’obbliquo ancli’esso, eil quar- fuori. —Si possono dividere le branche e i ra-
to nervo sacro, quasi traversale, si riunisco- mi del plesso sacro in anteriori ed in posteriori;
rio pure insieme e ai precedenti, dopo un tra- non parlo delle comunicazioni coi gangli sacri,
un pollice e ricevono davanti il pira-
gitto d’ che sono interne, e vennero indicate. Ante- —
midale una comunicazione del quinto nervo riormente, nascono parecchie branche le quali
che comunica esso stesso col sesto. 11 plesso — forniscono i rami emorroidali, vescicali, va-
sacro non é altro, propriamente parlando, ginali ed uterini, posteriormente partono le
che luogo ove si riuniscono tutti i nervi, che
il branche glutea inferiore e genitale.
rimangono, per infino a questo luogo, divisi; A. Branche posteriori. Sono, come diceva
per altro io li considero dipendenti da esso due, indicate, comunemente, coi nomi di nervi
nel breve tragitto che corrono innanzi che vi piccolo sciatico e. pudendo: l’ analogia della
pervengano, da poi che, riportando al mede- descrizione degli altri plessi mi costringe a do-
simo, come ad unico centro, tutte le branche ver riguardarli siccome branche, essendo il no-
che somministrano, innanzi che si riunisca- me di nereo serbalo esclusivamente all’ischiali-
no, i nervi, si rende lo studio loro mirabil- co,nel quale finisce il plesso dello stesso nome.
mente più semplice da altro canto, in par-
: T.° Branca glutea inferiore. La chiamo
lando di ciascheduno, mi darò sollecitudine così in opposizione alla superiore eh’ è sommi-
di venire precisamente indicando 1’ origine nistrala dal cordone lombo-sacro. Nasce dalla
52 ArPAKKCCHIO CONDUTTORE DEL SENSO B DEL MOTO

parle posteriore e inferiore del plesso sa- re del plesso sacro, e nasce principalmente dal
cro, ove il secondo e il terzo de nervi sacri terzo e del quarto dei nervi sacri il quinto le :

principalmente la somministrano, e il quarto, somministra talvolta un ramo d’ origine, ma


siccome la inviano pure
branca genitale, gli codesta disposizione è variabile. Siccome tosto
alcuni rami d'origine. Separasi essa da codesto è separata dal plesso, manda ne’più individui,
plesso al luogo stesso che il nervo ischiatico, un ramo per la formazione della precedente
e si trova collocata, nel separarsene, sotto i! branca, si rivolge poi all’ ingiù e al di dentro,
margine inferiore del piramidale, che la separa si caccia neH’intervallo triangolare dei due le-

dalla branca glutea superiore qui si divide :


gamenti sacro-ischiatici in compagnia dell’ar-
in rami glutei, rami rami crurali.
ischiatici e teria genitale, e si divide, nell’ uomo, in due
Rami glutei. —
Sono i men numerosi, principali rami :
1’ uno altro su-
inferiore, e 1’

i meno grossi e i più brevi e nascono talora ;


periore. innanzi questa separazione, ho vedu-
separatamente, ma assai sovente per mezzo ili to quasi sempre uu ramo derivante dalla parte
un cordone comune che, ad un tratto, si di- anteriore del plesso, in compagnia degli emor-
vide I.® in rami ascendenti^ i quali si cur-
: roidali, andare a congiungervisi, passando sul
vano nel margine inferiore del piramidale, Tab- piccolo legamento sacro-ischiatico, e per tal
bracciano a mo’ di ansa, si portano superior- modo aumentarne volume. Fino alla men-
il

mente alla faccia anteriore del gluteo maggio- tovata divisione, non se ne stacca niun ramu-
re, vi si disperdono con distribuirvi successi- scello, tranne qualche volta uno o due per Tin-
vamente alcuni ramoscelli, V uno de’ quali, terno otturatorio. —
II ramo genitale infe^

più considerabile, si porta dal di dentro al di riore cammina a principio, per certo tragitto,
fuori e si prolunga sino al margine esterno del parallelo al superiore, risalendo lungo la par-
muscolo ; 2.P in rami discendenti^ poco nu- te interna dell’ischiatica tuberosità ascende ;

merosi i quali si disperdono, ad un solo trat- poi tra’muscoli bulbo ed ischio-cavernoso, col-
to, per codesto muscolo. Il ramo ischiatico localo nello spazio triangolare che li separa, e
è collocato internamente a quello che segue, giunge allo scroto, dove si perde dividendosi
discende dietro la tuberosità ischiatica, e si di- in molti ramoscelli che corrono un più o meno
vide tostamente in mollissimi ramoscelli, alcu- lungo tragitto. —
I ramoscelli di codesto ramo

ni dei quali, i glutei^ si portano alia parte infe- sono numerosissimi. iP Ne manda all’ eleva-
riore ed interna del muscolo che porta questo tore e allo sfintere dell’ano, che si anastomiz-
nome, dove si perdono insieme co’rami prece- zano con quelli dei due ultimi nervi sacri ;
denti ; gli altri, ischiatici^ propriamente detti, 2 .^^ parecchi al trasverso del perineo ; 3.*^ all.a
si rivolgono sotto la tuberosità, vi si conforma- parte interna del bulbo-cavernoso,' e all’e-
no in arco colla concavità superiore, e si di- slerna deli’ ischio cavernoso , 4 “ «gfi inte-
stribuiscono per gl’integumenti della parte gumenti del perineo 5.^ Alcuni altri traver-
interna e superiore della coscia, per quelli del sano il bulbo dell’uretra e vanno a perdersi
perineo e del pene, dalla radice di questo per per la membrana mucosa di questo condotto.
infino alla sua parte media. —
Il ramo crurale 6.*^ Finalmente ne manda allo scroto : il dartos i

è il più considerabile di tutti i tre mentovati. riceve quasi tutti quelli con cui tale ramo ha i

Esterno al precedente, discende, com’ esso, sul ilsuo termine : sebbene parecchi si proUm-

t

davanti del maggior gluteo, vi lascia parecchi ghino per infino agl’integumenti. li ramo i

rami, alcuni de’qua.Iisi curvano sul margine in- genitale superiore ascende lungo la branca j

feriore di questo per disperdersi poi perla sua pubica sino alla sinfisi qui passa tra l’osso
: j

faccia posteriore. Addivenuto cutaneo, conti- e la radice corrispondente al corpo cavernoso, j

nua a discendere lungo la parte posteriore si porla sulla superficie superiore della verga,
della coscia, coperto dall’ aponeurosi crurale, e si avanza fino alla radice del glande, ove
e sovrapposto ai muscoli derivanti dall’ischia- la si scorge distribuirsi in molte diramazioni
tica tuberosità.Molli ramoscelli cutanei se ne che si perdono in questa parte e nel prepu-
staccano in slmile tragitto, perforano succes- zio alcune di esse si scorgono diffondersi
:

sivamente l’aponeurosi, e percorrono, avanti fino all’ estremità di quest’ ultimo. In tale —
di perdersi per gl’ integumenti, un più o me- tragitto, il ramo genitale superiore manda f

no considerabile tragitto: è occupata da co- alcuni ramoscelli all’otturatore interno e al


desti ramoscelli tutta la parte posteriore della bulbo-cavernoso ne manda all’uretra alcuni,
;
j
coscia. Pervenuto al garretto, codesto ramo che penetrano il tessuto di questa e vanno i

crurale dividesi in due, talvolta in tre ramo- sino alla superficie mucosa dove si per- j

scelli discendono superfizial-


principali, che dono; parecchi ne ricevono la pelle del dor-
mente dietro la gamba, suddividendosi all’ in- so della verga e gl’intervalli dei corpo ca-
finito per gl’ integumenti, nè dileguansi che ver- vernoso, comunicanti talvolta, quantunque di
• so parte inferiore, di siffatto membro.
la rado, con quelli dell’ opposto Iato. Nella
2 .° Branca genitale (nervo pudendo). Si donna, il ramo inferiore della branca geni-
stacca questa dalla parte inferiore e posterio- tale, assai più grosso, in proporzione della
^'RRYï della VîtA ANI^r.AT.B

«llsposizione che si presenta nell’ uomo, del intrecciali per modo che non si pnò deter-
superiore, discende lungo il perineo, vi lascia minare la generale loro dispo.sizione, senza

parecchi ramoscelli, ascende poi, rivolgendosi descriverne esattamente il tragitto. Da altro


nella spessezza del gran labbro corrisponden- Iato, il loro intreccio con quelli de’ gangli
te, distribuisce alcuni filamenti al costrittore addominali e sacri non ne concede il seguirli
di esso, al bulbo all’ ischio-cavernoso e al con precisione. Dal quale intreccio si forma
trasversale, indi si porta sui lati della cli- il plesso ipogastrico, intorno al quale avre-

toride, fino a quella parte che dicesi il monte mo occasione di occuparci anche da poi, —
di Venere, dove si perde. —
> La branca ge- Paragonando i numerosi ramoscelli che pe-
nitale superiore ascende, come nell’ uomo, netrano nel retto, nella vescica, nella vagina
lungo la branca pubica, davanti 1’ anteriore e nella matrice, alle branche anteriori uscenti
margine dell’otturatore interno, al quale man- dal plesso sacro, facile riesce lo accorgersi,
da alcuni ramoscelli: e si porta sopra la faccia che i nervi organici sovraggiuntivi costitui-
superiore della clitoride, si distribuisce prin- scono la principal parte de’ primi. Oltre —
cipalmente all’estremità di questa parte. ì rami anteriori sopra mentovali, il plesso sa-

B. Branche anteriori. Sono codeste cro ne somministra quasi costantemente uno


branche estremamente variabili nel numero o anche due, che, ‘passando sopra il piccolo
e nel volume; ma derivano costantemente legamento sacro-ischiatico, vanno a riunirsi
dalla parte inferiore del plesso, dal terzo ner- alla branca genitale, per concorrere a formar-
vo sacro, e spezialmente dal quarto che si di- la di modo che si trova questo legamento fra
:

vide qui in due parti ;


1’ una per ricongiun- codesta branca medesima e i rami, che la-
gersi al nervo che la precede, l’altra per som- sciano sovente alcuni ramoscelli nel muscolo
ministrare le mentovale branche anteriori, ischio-coccigeo.
che si dividono quasi di botto, in parecchi C. Nervo ischiatico. Codesto nervo,
rami recantisi all’ innanzi, e possono distin- il più considerabile fra tulli
nervi dell’uomo,
i

guersi, riguardo alle parti perle quali si di- costituisce la vera terminazione del plesso
stribuiscono, in : sacro, al quale, come ho detto, è continuo in
Rami emorroidali.^ anno infino alla modo che non può assegnarglisi vermi limite.
parte inferiore del retto, e si recano le une Tutte branche, ch’entrano in un plesso sif-
le
obbliquamenle all’ingiù fino allo sfintere del- fatto, concorrono alla formazione del detto ner-
r ano, le altre obbliquamenle in alto fino al vo, il quale discende sul davanti del pirami-
luogo in cui l’intestino entra
nella pelvi. Tutti dale, esce tra questo e il gemello superiore,
distribuiscono successivamente all’inlestino i per l’incavatura ischiatica, e discende obbli-
loro ramoscelli, che s’arrestano in parte nelle quaraente lungo la parte posteriore della co-
fibre carnose, e in parte le perforano, per scia, per infino a una maggiore o minor di-
recarsi alla superficie mucosa. stanza dal ginocchio, dove finisce dividendosi
Raniivescicali. Passano sui lati del retto, in due principali trinchi il tronco ischiati-
:

derivano alcuni dagli emorroidali, e si di- co esterno e il tronco tibiale. In tale tragitto
stribuiscono per le parti laterali e pel basso- le attinenze del medesimo riescono alle se-
fondo vescica nelle cui fibre carnose
della guenti passa successivamente dietro i ge-r
:

alcune si arrestano e altre si diffondono alla melli, tendine dell’interno otturatore e il


il

superficie mucosa, alla gianduia prostata e quadrato della coscia, a livello del quale tro-
alle vescichette seminali ; nella donna si pro- vasi fra il gran trocantere e 1’ ischio. Co-
luugano manifestamente fino al canale del- perto , in tutta la parte superiore del suo
r uretra. tragitto, dal maggior gluteo, è nelfinferiore
Rami uterini e vaginali. Costeggiano coperto dalla porzione ischiatica del bicipi-
codesti rami le parti laterali del retto, si al- te, e un poco
dal semi-tendiuoso e affatto ;

lontanano divergendo gli uni dagli altri, pene- in basso, trova nello spazio che corre tra
si

trano successivamente le parti laterali della li primo de’ mentovati muscoli e il secondo,

vagina, per tutta P estensione di tale con- che appoggiasi sopra il serai-aponeurolico. —
dotto, si portano all’innanzi e all’indietro, e I rami dell’ischiatico sono numerosissimi : i o
vanno a finire nella superficie mucosa del me- Ne somministra, uscendo dall’incavatura i-
desimo. 1 più superiori pervengono ai lati del schiatica, ai gemelli, al quadrato e aH’oltu-
collo e del corpo della matrice, dove si per- ratore ; 2.0 ne manda al maggior gluteo al-
dono, per altro in minor numero che per la cuni che sono tanto più piccoli , quanto raeiì
vagina. Quando
tali parti sieno apparecchia- considerabili sono i ramoscelli somministrati
te scorgono cotali rami terminare
a dovere, si inferiormente a cotesto muscolo della branca
successivamente sopra una linea laterale, che glutea inferiore: sovente non vi se, ne reca
si estende dal corpo dell’utero perfino all’e- ninno ; 3.o due o tre sì portano alla lunga
stremità della^vagina, dove si confondono coi porzione del bicipite, e tra questi, uno lun-
vescica^li. —
Sono tutti questi rami divisi e ghissimo, discende lungo la parte inferiore di
o'i APPAÈKCCHIO CONDUTTORE DEI, SENSO E DEL MOTO

questo per iufuio verso il ginocchio, dove si più piccolo del precefit'nle discende più e- ,

perde, e dove diviene alcuna volta cutaneo ^ sternamenle di esso sopra l’esterna parte del-
4.® uno si porta alla breve porzione di tale l’esterno gemello, e qui si divide ili alcuni ramo-
jnuseolo 5.o al semi-tendinoso e al semi- scelli diesi perdono quasi sotto la pelle; tale ra-
;

ruerabranoso se ne recano pure alcuni ma- mo qualche volta manca. Somministrati i—


nifestissimi, i quali prima che vi penetrino, detli rami, il tronco sciatico esterno si divide,

si dividono in più ramoscelli che sovente di- come ho detto in due branche: Luna si denomi-
scendono molto air ingiù sopra la loro su- na rauscolo-cnlanea, l’altra tibiale anteriore.
perficie distribuiscono alia
6.0 parecchi sì Branca muscuìo-ciitanea. Non appe- —
;

faccia posteriore del terzo adduttore. Tra — na esce dal tronco, discende nascosta tra i pe-
codesti rami alcuni ce n’ ha che mandano ronei grande e medio che stanno all’ indietro,
più o meno lunghi ramoscelli cutanei, la cui e 1’ estensor maggiore delle dita che è piosto
disposizione è notabilmente variabile, con- all’ innanzi; se ne distacca sotto il terzo supe-

correnti, insieme a quelli della branca glutea riore della gamba, continua a discendere, dopo
inferiore, a coprire tutta la parte posteriore essere addivenuta per tal modo superficiale,
della coscia, dopo aver perforata l’aponeurosi prima al di sotto, poi al di sopra deH’aponeu-
femorale diffondono sulla gam-
gl’inferiori si rosi tibiale, eh’ essa perfora fino alla parte In-
ba, — :

La divisione nervo ischiatico è


del feriore della gamba, ove si divide in ramo
talora manifesta all’ uscire ch’esso fa dal ba- dorsale interno e ramo dorsale esterno del
cino altre volte comincia più in basso ; sem-
: piede tale divisione avviene qualche volta più
:

pre i due tronchi che ne risullano rimango- in alto. —



In tale tragitto, manda successiva-

no addossati fino alla parte inferiore della co- mente, r uno sopra dell’ altro, tre o quattro
scia. Appunto verso il terzo inferiore di questa ramoscelli muscolari^ i quali, dopo essersi
sipresenta d’ordinario una divisione siffatta ; divisi, si cacciano ne’due perone! laterali. Al-
ma agevole riesce il vedere come si operila me- tri ramoscelli cutanei derivanti, quando la
desima assai più presto. In vero, dalla parte su- divisione si fa molto in alto, dal ramo dorsale
periore della coscia in poi non ci ha tra i due interno, si spargono sopra la parte esteriore
tronchi che contiguità ed unione mediante
;

della gamba. — ramo


dorsale interno e su-
Il

tessuto cellulare, mentre i cordoni di ciasche- perficiale piede si porta


del al di dentro, e
diin tronco manifestamente s’intrecciano. manda parecchi ramoscelli che si perdono per
Tronco ischiatico esterno. E tra i — gl’ integumenti, comunicando con quelli del

due, il più esterno e il più piccolo; discen- gran ramo safeno del nervo crurale. Giunto
de lungo 1’ estremità inferiore del bicipite, sopra il piede, somministra due rami seconda-
passa dietro 1’ esterno gemello, il condilo fe- ri, l’uno interno ed esterno l’altro: II

morale corrispondente e l’ articolazione, e primo si porta lungo il margine interno del


rivolgendosi un poco all’innanzi si caccia tra piede, e somministra successivamente parec-
la fibula e il muscolo peroneo maggiore, nel chi ramoscelli che s’ arrestano nel mezzo di
qual luogo si divide in due branche. Ma — codesto margine, e qui suddividendosi, si di-
jirima di questa divisione gitta parecchi ra- sperdono per gl’ integumenti, e recansi pure
sai. Î.O Siccome tosto si è separato dal tron- ai muscoli inferiori corrispondenti poscia ;

co ischiatico interno, talvolta eziandio men- costeggia il margine del primo osso metatar-
tre gli è ancora contiguo, soramininisira un siano e delle falangi del pollice fino all’ estre-
ramo articolare^ che discende tra il femore mità del dito, ove si perde 2.° il secondo ;

e r estremità inferiore del bicipite, manda ramo discende tra le due prime ossa metatar-
alcuni ramoscelli a silTatto muscolo, e si per- siane, e divide all’ estremità loro in ramo-
si
de poi, con molti altri, sotto la parte ester- scelli digitali, alcuni de’ quali partengono al
na articolazioni feraoro-tibiali e pero-
(Ielle lato interno del grosso dito, gli altri al lato
neo-tihiale. 2.^ Innanzi che giunga a divello interno del secando. —
Codesto secondo ramo
del femorale condilo, nx\ ramo cutaneo è sovente poco esteso, e si porta appena sopra

posteriore e medio^ molto considerabile, che le falangi, perocché il ramo dorsale interno e
discende sopra l’esterno gemello, gl’invia mol- profondo supplisce al medesimo colla propria
tissimi ramoscelli, che, dopo un più o men distribuzione. Egli avviene le spessissime
lungo tragitto, vi si perdono, continua da volte che il ramo dorsale interno e superfi-
poi il proprio, tragitto, e recasi al lato ester- ciale somministri quello che occupa l’ inter-
no ad unirsi col ramo
del lendine d’Achille, vallo tra il secondo e il terzo osso raetatarsia-
tibiale cutaneo posteriore del tronco ischia- ni , il quale, in altri casi, deriva dal seguente
lico interno, eh’ è situato più inlernaraente ramo, o dipende da ambidiie. Il ramo dor- —
di esso descriverò, nel trattar di quest’ ul-
: sale esterno e superficiale è abbastanza con-
timo, quel grosso ramo che dalla riunione lo- siderabile quando somministri quello di che
ro risulta. 3.0 sotto al mentovato ramo, un ho parlato è più piccolo nel caso contrario.
:

altro, anche questo cutaneo posteriore^ ma Discende il medesimo sul davanti del maleolo
NERVI UKLLA VITA ANIMAER 53
cslerno, disopra di questo parec-
spanile al mo. 1 quali ramoscelli, innanzi che giungano
chi ramoscelli cutanei, poscia pervenuto al all’ estremità delle due dita, si dividono in
dorso del piede, vi si divide in tre rami se- parecchi altri e comunicano coi ramoscelli
condari i.o Tulio, interno, si porta tra il
: digitali della precedente branca. Il ramo

secondo e il terzo delle ossa metafarsiane, e dorsale esterno e profondo si reca al difuori
si divide in due ordini di rambscelli digitali, sotto T estremità posteriore del pedidio, e si
gli uni sul lato esterno del secondo, gli altri divide in moltissimi ramoscelli che si perdono
per l’interno del terzo dito sovente codesto : per codesto muscolo, alcuni de’ quali si pro-
ramo appartiene, siccome ho detto, al prece- pagano per infino agli interossei.
dente, ed ho pure, le spesse fiate, osservato Tronco tibiale. —
l'ale tronco, eh’
è più
che risultava dall’ unione di due ramoscelli grosso del precedente e può aversi perla con-
forniti da ciascheduno de’ due rami della tinuazione del nervo ischiatico, discende qua-
branca muscolo-cutanea 2 .® T altro ramo si ;
si verticalmente nella cavità del garetto, lun-

indirizza fra il terzo e quarto delle ossa me- go il margine esterno del semi-aponeurotico
tatarsiane, poscia dividesi in ramoscelli digi- crurale, ricoperto dall’ aponeurosi crurale, e
tali pei lati corrispondenti al terzo ed al quar- separato dai vasi poplitei. che gli stanno sul
to dito ;
ultimo ramo si diporta all’ in-
3.^ 1’ davanti, mediante molto tessuto cellulare,— Si
circa come i precedenti ; e sempre comunica caccia subito tra’ due gemmelli, passa dietro
coll’ estremità della branca safena esterna : l’articolazione del ginocchio e il muscolo po-
finisce poi in parecchi ramoscelli digitali pei pi! teo, quindi tra quest’ ultimo e la parte su-
lati corrispondenti alle due ultime dita. In periore del solco, discende poi lungo la faccia
molti individui, non deriva codesto raino posteriore della tibia, situato tra il muscolo
dalla branca muscolo-cutanea, ma dall’ ester- tibiale posteriore e flessor maggiore delle dita
na safena: in altri, concorrono e l’ima e che sono all’ innanzi, e il solco, che è posto
T altra alla formazione di esso. alT indietro, esteriormente all' arteria tibiale
Branca tibiale anteriore. Attraversa — posteriore alla quale è attaccato, diviene qua-
T estremità superiore del peroneo grande e si superficiale nella parte inferiore della gam-

dell’estensore comune delle dita, discende ba, dove si trova al Iato interno del teruliae
tra questo muscolo, 1’ estensore del grosso di Achille; si profonda sotto la volta del cal-
dito e il tibiale anteriore, davanti il legamen- cagno, sopra T origine delTaddiiltor del gros-
to interosseo, e dacanto all’arteria tibiale, la so dito, e qui si divide in due branche plan-
«[naie, situata com’
lato interno di esso,
è al tari, T una interna e T altra esterna. Manda,

10 incrocicchia e diviene esteriore. Passa


le in questo suo lungo tragitto, parecchi rami.
poi la medesima branca sotto il legamento —
Ramo sajeno esterno. Il più conside-
anellare del piede insieme al tendine dell’ e- rabile : si può chiamarlo così iu opposizione
.stensore del grosso dito, si porla sul dorso del al ramo safeno iuteruo somministrato dal
piede stesso, e qui si divide tostamente in due crurale. Discende, accompagnato da una ve-
rami, T uno dorsale interno e profondo, Tal- na, nell’ intervallo che separa codeste due
lio dorsale esterno e profondo. In codesto — origini dai muscoli gemelli, poscia tra co-
tragitto, somministra i seguenti rami lutti desti due muscoli stessi, finalmente sul mar-
quanti muscolari il più considerabile na-
: gine esterno del tendine di Achille, gittandr
sce vicino alle origine di essa, e insieme ad una maggiore o minor quantità di ramoscelli,
essa attraversa orizzontalmente T estremità tutti succutanei. Verso il terzo inferiore della
<ielT estensore comune, dividendosi in vari gamba, si unisce siffatto ramo
al cutaneo poste-
ramoscelli, alcuni inferiori, che si rimangono riore ed interno del tronco peroneo, cresce
ili parte in codesto muscolo, e in parte si re- per questo in volume, indi continua a discen-
cano al tibiale anteriore, gli altri superiori, dere lungo la parte esterna della gamba, si-
che ascendono sotto T estremità di quest’ nl- tualo superficialmente sotto l’aponeurosi ti-
lirno, e vanno a perdersi nei dintorni dell’ar- biale e dietro il gran peroneo laterale ; si ri-
ticolazione del ginocchio ; 3.0 più in basso, volge sotto il malleolo, giugne alla parte e-
T estensore comune ricéve un ramo che per- slerna del piede, vi s’ iunoitra fino all’ estre-
corre, innanzi che vi penetri, uh tragitto al- mità posteriore dell’ ultim’ osso metalarsianO,
quanto lungo ; 4'^ l’estensore del grosso dito e qui si divide in due ramoscelli principali :

e il tibiale anteriore ne ricevono parecchi. T uno interno, situato sopra il piccolo esten-
11 ramo dorsale interno e profondo si porta sore, si avanza a livello del quarto osso me-
lungo il marsine interno del piccolo esten- tatarsiano, e si perde, con molle suddivisioni,
sore delle dita, gli manda alcuni ramoscelli, sopra i lati corrispondenti delle due ultime
SI colloca Ira’ due primi ossi metatarsiani dita, ove sovente tiea luogo il ramo più e-
rnamia parecchi ramoscelli inlei’ossei, poi si slerno della branca muscolo-cutanea del pre-
divide in due ramoscelli digitali, T uno ester- cedente troncò, branca colla quale si auasto-
no, pel secondo dito, interno l’altro, pel pri- mizza in vari luoghi Tallio, esterno, costeg-
;
TvG APTAKECCEIO (5«NDDTT0RE DEE SENSO E DEL MOTO

già il margine esterno del piede e del piccolo dine del lungo flessore, fino alla meta del piede
dito, distribuendovi parecchi ramoscelli se- all’ incirca, ove si divide in quattro dirama-

coli ilari. Nel suo tragitto, e innanzi la sua zioni che si ponno distinguere secondo i loro
divisione, il rainosafeno esterno somministra nomi numerici. Codesta divisione presenta
molti ramoscelli,! quali, a livello della gamba, molte varietà d’ ordinario il ramo interno
:

si cacciano quasi lutti sotto il tendine di A.- del grosso dito si separa, il primo dalla bran-
chille, e possono essere accompagnali assai ca, poi il ramo comune a siffatto dito e al se-

da lunge nella guaina che gli è anteriore ; condo, tal che la branca mostra biforcarsi alla
mentre nel piede si spandono parecchi ramo- propria estremità per li due ultimi rami. In-
scelli sotto la pelle che copre la parte esterna nanzi che ne somministri ninno, se ne staccano
del calcagno, e vanno anche al muscolo ad- parecchi ramoscelli per li muscoli adduttore
duttore del piccolo dito.
Rami muscolari poplitei. —
Cacciansi
del grosso dito e piccolo flessore delle dita.
Primo ramo. — Più piccolo degli altri,

sotto i gemelli, e alla parte inferiore del mu- si rivolge al di dentro e all’ innanzi, si colloca
scolo popliteo e di quello spazio che porta lo sotto il piccolo flessore del grosso dito, vi di-

stesso nome, il tronco tibiale posteriore gitta stribuisce parecchi ramoscelli, indi si porta
parecchi rami che indico, per tal ragione, con lungo il lato esterno di questo dito, ove sFper-
questo nome: i.° uno o due, manifestissimi, de, dopo gitlativi vari ramoscelli superiori.
vanno a ciaschedun muscolo gemello, pene- Secondo ramo. —
Rivolto orizzontal-
trandovi dalla parte superiore; Q.P anche al mente all’ innanzi, dapprima al di sopra, po-
solco se ne reca uno al quale si distribuisce scia al disotto dal piccolo flessore delle dita,
per esso, correndo un considerabile tragitto che ne riceve alcuni ramoscelli, corrisponde
avanti che vi si disperda ; ZP uno si reca al cotesto ramo all’ intervallo tra le due prime
piantar gracile, al popliteo e alla parte poste- ossa del metatarso, manda alcuni ramoscelli
riore dell’ articolazione ; 4 ° wn altro ramo, al piccolo flessore del grosso dito e al primo
tibiale anteriore, tratta la propria derivazione lombricale, poi si divide in due rami seconda-
più o meno alta, sempre sopra F origine del ri, F uno de’ quali si porta esteriormeute al

solèo, discende col tronco, si curva sotto Fin- primo dito, l’ altro internamente
secondo, al
ferior margine del popliteo, manda un lungo correndo ai lati di essi fino alla loro estremi-
ramoscello che discende al lato dell’ arteria tà, ove si perdano, dopo aver somministrati
tibiale posteriore, distribuisce alcuni filamen- alcuni ramoscelli superiori notabilissimi che
ti al tibiale posteriore, traversa Faperturajsu- si portano sul dorso di ciascheduno, ove si
periore del legamento itilerosseo, e si spande anastomizzano coi rami dorsali della branca
per la estremità dei muscoli anteriori della tibiale anteriore del tronco peroneo.
gamba, ove s’ unisce al primo ramo della Terzo ramo. —Ha la medesima disposizio-
branca tibiale anteriore. ne che il precedente la situazione stessa fra
:

Rami muscolari tibiali superiori. il secondo e il terzo osso melatarsiano, gli stessi

Nascono, numero, massime alla


in variabile ramoscelli gittati al secondo lombricale pari ;

parte superiore della gamba, dietro il solco, la divisione in due rami secondari correnti
e discendono circondando F arteria tibiale d’accanto il margine esterno del secondo e l’in-
posteriore e comunicando sovente insieme : terno del terzo dito, e gittanti alcuni ramoscelli
lunghissimo è il loro tragitto, sottili qual so- superiori lungo le falangi, massime la prima.
Ï10, vanno esclusivamente alla parte anteriore Quarto ramo. —
Progressione orizzon-
c inferiore del soleo e ai tre muscoli profondi tale all’ innanzi fra il terzo e il quarto osso
della gamba. melatarsiano ; ramoscelli distribuiti al terzo
Rami —
Verso la parte
tibiali inferiori. lombricale, divisione in due rami secondari
inferiore della gamba, tronco tibiale gitta
il per i lati che si corrispondono dei terzo e
parecchie diramazioni cutanee poco notabili, quarto diti; filamenti superiori sparsi sulle
innanzi che si profondi sotto il calcagno, ne dita durante il tragitto lungo i loro margini.
somministra uno considerabile al quale ho Branca plantare esterna. —
Più piccola
veduto unirsi sovente uno de’ muscolari supe- che la precedente si porta, in direzione ob-
riori, recantesi sotto la pianta del piede tra bliqua, lungo la grossa tuberosità del calca-
F aponeurosi e gl’integumenti, nei quali si gno, in quella specie di solco che qui si trova,
disperde. —
imme Jiatamente prima della di- passa tra PHiiserzlone del piccolo flessore delle
visione, parecchi rami penetrano il principio dita e quella dell’ accessorio del grande, fino
dei muscoli abchttlori del pollice e accessorio al terzo posteriore ed esterno del piede, ove
del lungo flessore. si divide in rami superficiale e profondo. Nel
Branca plantare interna.—-^ più gros- suo tragitto, i.^ somministra alcuni ramoscel-
sa deir esterna, dalla quale separasi ad angolo li a’ due muscoli precedenti ; 2.^ ne manda uno»

acuto per recarsi orizzontalmente all’ innanzi, alquanto considerabile, talora mancante, che
saprà abduttore dal grosso dito, allato il ten-
1 si porla alF infuori, e si profonda, suddivi-
NLRVI DELLA VITA OR&AMi;A 57
deiidosi, nel muscolo abduttore del piccolo
dito. Articolo /.
Ramo
superficiale. Si porla sotto e lun-
go il margine esterno del piede, dove si divi- GANGLI DEL CAPO
eie in due rami secondari, l’uno de’ quali si
reca sul margine esterno del piccolo dito notomisti ne descrivono parecchi io
I :

dopo aver mandato un ramoscello al piccolo non offrirò qui la descrizione che dell’ottal-
flessore di codesto dito, suddividendosi assai raico, perocché il rigonfiamento che denomi-
durante un tragitto siffatto; l’altro si porta nasi sfeno-palatino non è dotato mai della tes-
tra il quarto e il quinto osso metatarsiani, situra de’gangli ; nè vi ha spesso, come ho det-
'manda un ramoscello all’ultimo lombricale, to, che una semplice divisione nel luogo dove si
comunica coll’ ultimo ramo della branca pre- suole indicarlo, e non un aumento nel volume
;
cedente, poscia si suddivide per l’interno lato che, se pur qualche volta ha luogo, vuole essere
del piccolo dito e per 1’ esterno del penulti- rassomigliato interamente a quelli che sì fre-
mo, somministrando, lungo le falangi, alcuni quenti si scorgono nel tragitto di ogni altro
ramoscelli superiori molto considerabili. nervo. Quanto al ganglio della gianduia ma-
Ramo profondo. —
Manda in prima, scellare, anche la struttura di esso è diver-
nel separarsi dal precedente, un ramoscello al sa da quella degli organici, quantunque abbia
piccolo flessore, poi si profonda tra l’obbliquo qualche volta sembianza grigiastra da altro :

abduttore del grosso dito e gl’ interossei, por- lato, le spessissime fiate, non esiste punto; e
tandosi obbbquamente all’ innanzi e al di den- allora esiste in luogo di questo un piccolo ples-
tro. Quasi niun ramoscello si disparte dalla so, ovvero alcuni rami senza niun intralciamen-
posterior parte di esso molti però se ne di-
: to. — Del rimanente, supponendo eziandio
partono dall’ anteriore, e si distribuiscono, in che 1’ uno o 1’ altro abbia la tessitura de’ gan-
principal modo, per codesti muscoli interossei gli organici, si accorderebbe questo benissimo
c pel trasversale delle dila, percorrendo un più colla distinzione delle due spezie dei nervi,
o men lungo tragitto innanzi di perdervisi. dappoiché i primi mostrano iii principal mo-
do, senza che sappiamo il come, spettare alla
NERVI DELLA VITA ORGANICA nutrizione della pituitaria, essendo gli olfat-
tori indubitatamente destinati, e in modo qua-
Ho
presentato Anatomia generale si esclusivo, ai senso dell’odorato, mentre i se-

tutti motivi che m’hanno indotto a separare


i condi concorrono alla secrezione mucosa. —
dai nervi cerebrali quelli che derivano dai Da altro lato, la mancanza di siffatti gangli, onde
gangli ; non ritornerò qui a codesto soggetto : potrebbe arguirsi che i nervi cerebrali servano
solo richiamerò alla memoria che, nello statui- ad alcune funzioni organiche, non è fenomeno
re la divisione tra’ nervi dell’ una e quelli del- particolare a tali parli conciossiachè s’è vero
;

l’altra vita, cosi in fisiologia come in anatomia, che le funzioni animali non sono mai gover-
non ho preteso di erigerla sulla positiva di- nate da nervi gangliari, non è meno vero che
versità di loro azione : perocché a noi non è molli nervi cerebrali si recano ad alcuni orga-
nota che quella dei primi, mentre le nozioni ni della vita interna, ove non ne conosciamo la
che possediamo intorno a quella dei secondi, influenza più che non conosciamo quella dei
sono negative. Il modo cora’ essi esercitano nervi gangliari che, allo stesso tempo, vi si tro-
la loro influenza noi lo ignoriamo del tutto ; vano. — I rami poi del ganglio ottalmico, che

ma perchè tale influenza non presenta veruna è costante, quantunque si portino a uno degli
an«'\logia a quella de’ nervi cerebrali, non po- organi de’ sensi, si distribuiscono (cosa degna
tremmo riunirgli ai medesimi in una medesi- da osservare) a una parte il cui movimento è in-
ma classe. Del rimanente, posto anche che ul- volontario. —Segue da ciò che la testa, in pro-
teriori esperienze giungessero ad istituire tra porzione del suo volume, presenta una quanti-
essi un’attinenza finora ignota in fisiologia, tà di nervi organici infinitamente minore che
sarebbe sempre bastevole, in anatomia, la di- quella delle altre parli del tronco perciò tut-
:

versità delle forme, perchè si dovesse conser- to è in essa dipendente dalla vita animale. Non
vare la descrizione così com’ io la presento. — vi hanno infatti movimenti involontari che
Dividerò i nervi gangliari in cinque articoli : nell’ occhio.
i.° quelli del capo 2 .® quelli del collo ; 3.°
;
Ganglio ottalmico. —
Codesto ganglio
del petto ;
del basso-ventre, e 5.*^ del ca- notabile perchè costante, occupa la parte po-
lino. Infatti ne sono provveduti esclusivamen- steriore dell’ orbita, e trovasi sul nervo ottico,
te il capo ed il tronco gli arti, siccome quelli
:
alla parte interna del medesimo, poco lungi
che spettano solò alla vita animale, non rice- dal luogo in cui penetra lo stesso nervo nella
vono che nervi cerebrali. mentovata cavità. Torna impossibile Io stabi-
lirne esattamente la forma, a fante varietà è
soggetta. Il suo colore, qualche volta rossastro,
Elicici. Med. T. II.
58 :Nt;KVI 1>HLLA VITA ORGANICA

è talvolta cosi bianco come quello dei nervi to, durante il quale manifestamente si appia-
cerebrali e il volume è pur variabile come nano comunicano talvolta quantunque di
:

la forma, di modo che ora difficilmente si di*


,

rado, mediante alcuni ramoscelli obbliqui.


,

scerne, ora, alle prime indagini, si presenta. Giunti al circolo ciliare si suddividono cia-
Corrisponde internamente al nervo ottico al scheduno in due ramoscelli di rado in tre,
quale va intimamente unito ; esteriormente, attraversano il corpo ciliare, e si portano al-
l’ iride, per la quale esclusivamente si distri-
al retto esterno dell’ occhio o piuttosto aU’iii-
tervallo che è tra codesto muscolo e il retto buiscono. Dessi appunto formano, in gran par-
superiore. Qui è coperto da molto adipe mol- te, quelle linee biancastre e radiate che si scor-

le e semi-fluido. Somministra due ordini di gono sopra tale membrana, massime dietro
rami, anteriori gli uni, posteriori gli altri. una lieve macerazione. Pochi organi dotati
i.o Rami posteriori. Se ne trovano di moto
involontario, presentano, nel loro tes-
costantemente due. L’uno superiore, sottile, suto, tanta copia di nervi in proporzione del
c lungo sei linee all’ incirca, si reca al nervo volume.
nasale col quale s’ anastomizza presso 1’ en-
trata dello stesso nell’ orbita talvolta, ma di
: Articolo IL
rado, codesto ramo è doppio. L’altro, molto
più corto e grosso , d’ ordinario appianato, GANGLI CERVICALI
nasce dalla parte inferiore del ganglio, e di-
scende perpendicolarmente per anastoraizzar- Veha d’ordinario tre uno superiore,
n’ :

si colla branca inferiore del nervo motore co- uno ed uno medio, che talvolta
inferiore
mune. Talvolta sono due rami distinti che manca. In certi individui si trovano , fra i
qui si dipartono dal ganglio più spesso an- :
gangli principali, alcuni piccoli rigonfiamenti
cora codesto ramo sembra continuarsi imme- ti’a le loro branche di comunicazione, indicanti

diatamente col nervo motore comune degli i luoghi ne’ quali si portano alcuni rami. Î —
occhi. nervi de’ gangli cervicali rimangono in parte
2 o Rami anteriori. — Sono questi i ci- nel collo, ove si diportano nel modo che di-
liari: il cui numero è alquanto considerabile, remo. Parecchi si gittano nel petto ove con-
indeterminato sempre.Formano, alla loro orì- corrono alla formazione di vari plessi.
gine, due fasci distinti, 1’ uno superiore, l’al- §. I. Ganglio cervicale superiore. —
jxo inferiore accompagnati da uno o due
: Codesto ganglio, notabile pel volume e per
ramoscelli derivanti immediatamente dal ra- la sostanza, occupa la parte laterale superiore
mo nasale , estranei al ganglio, offerenti as- ed esterna del collo, profondamente nascosto
solutamente la stessa distribuzione. I rami —
nell’ infossamento che trovasi sopra e dietro
ciliari superiori sono, in prima, tre, poi si r angolo dell’inferiore mascella. Situato sui
dividono in sei, che nascono talvolta tutti se- davanti del muscolo retto anteriore maggio-
paratamente dal ganglio. Sono questi imme- re del capo, e dietro l’arteria carotide in-
diatamente sovrapposti al nervo ottico, 1 —
terna, s’ accosta esteriormente al nervo vago
rami inferiori sono, fino dalla loro origine, ed all’ Ipoglosso , ai quali è congiunto.
sei : allontanati un poco dal nervo ottico, in- Ninna cosa di più variabile che 1’ estensione
torno al quale si rivolgono suddividendosi di codesto ganglio. Il quale ha sempre il suo
pure in maniera da formarne subito otto o principio a qualche distanza dal canale ca-
dieci. Quasi sempre uno di essi si distacca, rotico; ma ha il suo termine ora nella terza,
e va alla sclerotica sotto il muscolo retto e- ed ora nella quarta delle vertebre cervicali.
slerno. Sovente questo si anastoraizza con Sovente n’ è considerabile la grossezza altre ;

uno dei ciliari che somministra il nervo na- volte è invece strettissimo, nel qual caso n’ è
sale. — Tutti codesti rami sono diversi in un po’ maggiore la lunghezza. L’ho pur ve-
lunghezza, ma si accostano, nella cornane lo- duto prolungarsi fino alla sesta vertebra cer-
ro sottigliezza, ad altri nervi somministrati vicale, senza aver perduto gran fatto di sua
dai gangli, quantunque ne differiscano per primitiva grossezza. Il colore n’ è d’ ordina-
le rare loro mutue anastomosi. Non formano rio grigiastro la forma meno varia. Essendo
:

plessi, ma giungono, ciascheduno in partico- più grosso nel mezzo che non sia nella parte
lare alla sclerotica , traversandola obbliqua- superiore e nell’inferiore, fu paragonato da
mente, in maggiore o minore vicinanza del moltissimi anatomici, ad un fuso ; che, nei
nervo ottico, e intralciati dalle arterie ciliari. casi ordinari, è un’idea abbastanza esalta.
Pervenuti internamente nell’occhio, si recano La consistenza n’ è alquanto molle e poco
sull’ interna superficie della sclerotica, sotto resistente alla pressione, la struttura analoga
i piccoli solchi di codesta membrana, tra essa a quella degli altri gangli, I rami che
e la coroidea, e si rivolgono pure all’ innanzi somministra si distinguono in superiori, infe-
senza gitlare niun ramoscello, e quasi paral- riori, interni, esterni ed anteriori.
ielamenle per infiao all’iride, in tale tragit- 1,0 Rami Superiori. Se ne trovano
NERVI t)ELE .4 VitA ORCxÀNICA 59
iìostanlemente due alquanto voluminosi, ora «liscende perpendicolarmente fino inverso la
derivanti da un tronco comune, ora separa- quinta o sesta vertebra cervicale, ove finisce
mente dal ganglio. Fino dalla loro origine, nel ganglio cervicale medio. Allorquando que-
s’introducono insieme nel canal carotico, e st’ ultimo manchi, il ramo corre un tragitto

si separano, dentro questo, l’uno dall’altro maggiore d’assai, nè finisce che nel ganglio
comprendendo nel loro intervallo 1’ arteria inferiore.
carotide : varia per altro una disposizione

3.0 Rami esterni. — Sono in numero
siffatta. L’ uno dei due rami, percorso il di tre o di quattro, distinti perfettamente gli
canale carotico e giunto presso il superiore uni dagli altri , e separati mediante alcuni
orifizio di esso, si anastomizza col ramoscello piccoli intervalli più o meno larghi. Tutti si
carotico del' ramo pterigoideo , e poi va ad rivolgono trasversalmente al muscolo retto
anastomizzarsi col nervo motore esterno del- anteriore maggiore, intersecandone la dire-
r occhio, quantunque talvolta non vi si re- zione e finiscono anastomizzandosi colle
,

chi, dopo r indicata anastomosi che solo for- branche anteriori dei nervi cervicali. I
ma un angolo sopra 1’ arteria. due primi nascono costantemente dal ganglio
L’altro ramo accompagna costantemente stesso, e sono assai prossimi 1’ uno all’altro.
1’ arteria carolide fino addentro il seno ca- Indi a poco si suddividono ciascheduno in
,

vernoso, dove si anastomizza sempre col ner- due ramoscelli che si separano ad angolo
vo motofe esterno. Sovente si divide in due o acuto, e separatamente si anastomizzano col-
Ire filamenti, che abbracciano T arteria e van- r ansa nervosa formata dalle due primo paja
no poscia al motore esterno. Codesti ramo- cervicali. Brevissimo è il loro tragitto. —
11
scellisono attaccati immediatamente alla caro- terzo, molto più lungo , nasce ora dal gan-
tide; e alcune delle loro suddivisioni si riman- glio, ora dal ramo inferiore di esso, quando
gono attaccate ad essa distribuendosene perle abbia poca estensione il ganglio. Semplice a
sue tonache ; talora il loro volume uguaglia principio, si suddivide poi come i precedenti;
quello del ramo donde emanano sempre il ;
e i due ramoscelli che ne risultano, portan-
loro numero, il loro colore grigiastro e simili, dosi in direzioni diverse, si recano l’uno
li rendono molto discernibili dal nervo a cui superiormente ad anastomizzarsi col termine
si portano. —
Oltre i mentovati due rami, si dell’ ansa nervosa, 1’ altro all' ingiù a riunirsi
trovano parecchi ramoscelli tenuissimi , che colla branca inferiore del secondo paio cer-
tratta immediatamente la loro derivazione dal vicale. Il quarto ramo, allontanato dal

ganglio, si portano sulla carotide, e vi si di- precedente in modo che lascia un intervallo
stribuiscono formando un plesso manifestis- alquanto considerabile, deriva quasi sempre
simo che accompagna codesla arteria per tut- dal ramo
inferiore e non dal ganglio. Dopo
te le sue divisioni. un alquanto lungo tragitto gitta uno o molti
2 P Ramo inferiore. —
Non se ne trova piccoli ramoscelli i quali, rivolgendosi al di
d’ ordinario che uno la cui esistenza è co-
:
fuori sulla vertebrale colonna, vanno a per-
stante, nè mai osservasi, tra i due primi gan- dersi per i muscoli scaleni ; poi si suddivide
gli cervicali , quell’ interruzione che notasi in dne ramoscelli principali, de’ quali 1’ uno
qualche volta tra i seguenti. La grossezza di superiore, prolungasi tra i muscoli scaleno
esso è suscettibile di molte varietà ; ora in- e retto anteriore, e si anastomizza colla bran-
fatti si presenta codesto ramo sotto la forma ca inferiore del terzo paio cervicale, all’istan-
di un cordone nervoso analogo , per gros- te che esce dal foro d’ unione spettantegli,

sezza e solidità, ai nervi cerebrali, quantun- mentre l’inferiore, superficiale, va a riunirsi


que ne differisca sempre pel suo colore gri- alla stessa branca quando è uscita dallo spa-
giastro ora, e le più volte, presenta una tale
;
zio intermuscolare. —
Codesta disposizione
sottigliezza da rompersi agevolmente al mi- dei rami esterni, facile ad osservare in pa-
nimo sforzo. Cotali differenze ne portano di recchi individui , diversifica singolarmente
necessità alcune altre sul modo d’ origine. siccome fa tutto ciò che spetta al sistema
Quando il ramo è grossfo, non sembra essere nervoso de’ gangli. So vente, in luogo di quat-
che la continuazione del ganglio diminuito tro rami tra loro separati e distinti median-
progressivamente di volume. Quando è sottile, te intervalli di determinata larghezza, scor-

il ganglio finisce ad un tratto laddove prende gesi un solo fascio di ramoscelli partirsi ad
nascimento il ramo, nè sembra farsi insen- un tratto dal ganglio, e distribuirsi poi più
sibilmente continuo ad esso, come nell’ ad- o meno irregolarmente. Molti di essi, sottili e
dotto caso. —
Situato sui muscoli retto an- tenui, vanno all’ansa nervosa cervicale; mentre
uno solo voluminoso, in direzione trasversa,
teriore maggiore del capo e lungo del collo,
coperto dall’arteria carotide, dalla vena jugu- si reca, co’ due ramoscelli risultanti dalla pro-

ìare interna, dai nervi vago ed ipoglosso; pria biforcazione, ad anastomizzarsi in alto
congiunto a tutte le dette parli ,
mediante coll’estremità Inferiore dell’ansa nervosa, in
un lasso cellulare tessuto, il ramo inferiore basso col ramo inferiore del secondo paio.
6o NERVI DELLA VlfA ORGANICA

Oltre i delti rami, più o meno costanti quan- distribuzione loro, più importanti di tutti,
i

to a numero e a volume, si scorge nascere e i più moltiplicati, e olferenti i primi quegli


dal ramo inferiore del ganglio molli tenui intralciamenti continui, che sono propri del
ramoscelli di numero indeterminato che van- sistema nervoso gangliare, e difficilmente per-
no ad irregolarmente anastomizzarsi colle mettono che si possano accompagnare per in-
branche esterne cervicali fino alla parte me- fìno a grande disianza.
Si possono distinguere codesti rami in
dia del collo.
4.0 Rami interni. — Questi, ancor più tre ordini. — Gli uni, cortissimi, e più supe-
de* precedenti variabili nel numero, nell’ ori- riori di tutti, derivanti immediatamente dal
gine e nella distribuzione loro, si spargono ganglio, vanno ad anastomizzarsi col nervo
tutti sulla colonna vertebrale , e dopo aver facciale, col vago e coll’ ipoglosso. Tra questi,

gittato molti ramoscelli ai muscoli retto an- se ne trova d’ ordinario uno assai tenue, ma
teriore e al lungo del collo, fini-
maggiore lunghissimo, che si porta obbliquamente al-
scono, o alla faringe o alla laringe, ora se- l’ insù, e va a congiungersi col
nervo facciale
paratamente, ora in compagnia de’ nervi ce- immediatamenteal luogo oveil medesimo esce
rebrali, ai quali si riuniscono. Tutti sono sot- dal forame stilo-mastoideo. —
11 secondo or-
dine di rami comprende tutti quelli che vanno
tili, gracili, nè se ne scorge ninno presentare

quel volume onde sono caratterizzati parec- a formare i plessi carotidei. Si veggono deri-
chi degli esterni rami. Questa è la generale vare dal ganglio solamente in numero di due
idea che vuole formarsene, confermata per o di tre e tosto si portano verso il davanti.
:

tutto dall’ osservazione. —


Gli uni, di codesti Gli uni si gittano dietro l’arteria carotide pri-
rami, in piccolissimo numero, derivano im- mitiva, là dove questa forma la prima sua di-
mediatamente dal ganglio, i quali, fino dalla visione, discendono sul tronco principale, e lo
loro origine , seguono un tragitto assai ob- accompagnano fino alla sua origine dall’aorta
bliquo verso l’ ingiù. Altri, in maggior quan- o dalla sotto-claveare intrecciandosi qui all’in-
tità, provengono dal ramo inferiore che uni- finito. Gli altri circondano la carotide esterna
sce i due primi gangli: e tengono una dire- e si suddividono in altrettanti plessi quante
zione un po’ più orizzontale. Parecchi non sono le branche presentate da codesta arte-
sono che ramoscelli somministrati dal ramo ria .
Quindi
la labbiale, la linguale, l’occipi-

cardiaco superiore, e talora nascono da esso tale, faringea inferiore, la temporale ri-
la

quasi tutti. —
Sparsi a principio sulle parli cevono ciascheduna un' somigliante plesso
nervoso, che si distinguerà in altrettanti plessi
laterali anteriori della colonna vertebrale, si
distinguono subito codesti rami in due or- secondari quanti saranno i rami somministra-
dini, secondo gli organi a’ quali sono desti- ti dalla branca. Cotali plessi, formati non solo

nati. — Alcuni si recano alla parte posteriore dai rami anteriori del ganglio, ma eziandio
della faringe, e si perdono per le pareti mu- da quelli del glosso-faringeo, del facciale, del
scolari di codesta cavità anastomizzandosi nervo vago, che vanno ad immischiarsi con
coi ramoscelli del glosso-faringeo.
,

— Gli al- essi, più o meno agevolmente discoprono.


si

tri, massime gl’ inferiori, si volgono intorno Ora hanno un volume quasi uguale a quello
le pareti laterali della laringe; e dopo aver dei nervi cerebrali, ora, come le più volte in-
serpeggiato alcun tratto sulla gianduia tiroi- terviene, sono sì tenui che 1’ unico modo, sic-
dea e sui muscoli che la ricuoprono, si per- come il Bichat osserva, per rinvenirli, consi-
dono, o per codesti organi, o per la laringe sta nel raschiare lievemente ciaschedun’ arte-
medesima, nella quale penetrano per le di- ria con lo scalpello mentre si opera la disse-
verse aperture risultanti dall’ unione delle zione. Allora si scorge una rete nervosa ap-
diverse parti che la costituiscono. Uno plicata sulla tonaca esteriore nelle branche
tra questi ultimi, variabile al par degli altri principali, ma, per quanta cura si metta in
quanto alle origini, si mostra un poco più ciò, torna quasi impossibile il poter discerne-
costante quanto all’ esistenza e alla distribu- re fino a qual punto si estenda il plesso, e se
zione ; si porta sul davanti della gianduia ti- l’arteria ne siaaccompagnata fino agli ultimi
roidea , e discende obbliquamente fino allo suoi ramoscelli. Sovente, nel luogo in cui i
spazio crico-tiroideo. Qui si divide in mol- rami anteriori del secondo ordine si riunisco-
tissimi ramoscelli che si separano un poco no per primi plessi arteriosi, si
costituire i

gli uni dagli altri, e penetrano tosto, per lo trova un piccolo ganglio rossastro o bianca-
spazio di cui si parla, nella laringe. Molti — stro, dal quale, come da un comune centro,
dei rami di cui parlammo s’ anatomizzano in- si dipartono i rami destinati immediatamente
sieme innanzi la loro terminazione. Altri si alle arterie. —
Finalmente, il terzo ordine di
riuniscono, nel loro tragitto, con quelli della rami anteriori, distinti a principio gli uni da-
laringe. Tutti s’ intralciano, nella laringe, con gli altri, ma tosto riuniti, forma un solo nervo
quest’ uUimo e col ricorrente. denominato cardiaco superiore.^ unico d’or-
5.0 Rami anteriori.—^ono questi, per la dinario, talvolta doppio. Codesto nervo, no-
.

NERVI DELLA VITA ORGANICA 6t


tabilissirao per la sua lunghezza e per la di- Rami interni.
4
*^’
Passano sotto la——
stribuzione, verrà descritto insieme a quelli carotide, e vanno all' arteria tiroidea inferio-
che, derivanti più in basso, hanno la stessa ter- re formandone il plesso nervoso. Oltre a co-
minazione, e partengono al medesimo organo. desto plesso, che accompagna tutte le divi-*
§. II. Ganglio cervicale medio. Ue- — 5.
sioni d’ un’ arteria siffatta, si veggono molti,
sistenza e la disposizione di siffatto ganglio tra’ detti rami recarsi separatamente alla
non sono così costanti come quelle del prece- gianduia tiroidea. Molti si anastomizzano col
dente. Talora manca del tutto, ned è raro al- nervo ricorrente.
lora che si trovino due gangli cervicali in- ® Rami anteriori. — Sono questi i ra-
feriori. Altre volte, per lo contrario, è dop- mi cardiaci medii. Ora non se ne trova che
pio. Nè meno variabile è il volume di esso. uno solo, ora ne esistono due o tre, che subito
Talora manifestissimo, discopresi al primo ta- si congiungono in un tronco solo. Pili grossi

glio ; ma talvolta piccolissimo, somiglia piut- che i precedenti, penetrano tosto nel petto, e
tosto a un rigonfiamento leggero indicante vi sidiportano siccome in breve diremo.
un’ anastomosi nervosa, di quello che sia ad §. III. Ganglio cervicale inferiore. - —
un corpo particolare; e, in quest’ ultimo caso Costante è 1’ esistenza di questo che talora è ;

specialmente, F esistenza di esso può agevol-


.
doppio ; e altre volte si è continuo al medio.
mente essere rivocata in dubbio, se non ab-
biasi cura d’instituire un sollecito esame. — Assai variabile n’ è la grossezza la quale ora
non oltrepassa quella del medio, ora uguaglia
La forma del ganglio cervicale medio è assai quella del superiore. Allungato qualche volta
men costante ancora che quella del superio- e fusiforme, è le più volte irregolare per mo-
re. In generale è rotondato, lenticolare, non do che non si può assegnargli niuna determi-
mai allungato. Il colore è grigiastro, sicco- nata forma. Costante abbastanza n’ è la situa-
me in tutti gli altri. -La cosa eh’ è in es- zione perchè d’ordinario occupa l’interval-
:

so la meno è la situazione. Quasi


variabile, lo che circoscrive, al disopra, l’apofisi tra-
sempre, allorché esiste, lo si trova tra la quin- sversa della settima vertebra cervicale, e al
ta e la sesta delle vertebre cervicali, talvolta dissotto il collo della prima costa. Altre volfe

tra la sesta e la settima. Situato sopra il mu- sitrova sul margine concavo di codesta costa,
scolo lungo del collo, corrisponde, anterior- fra questa e il corpo della prima vertebra
mente, all’arteria carotide, alla vena j ligulare dorsale ; s’ estende d’ ordinario fino al primo
interna e al nervo vago. I rami sommini- spazio intercostale ; ma quando è più volu-
strati dal ganglio cervicale medio si distin- minoso finisce solamente sulla seconda costa,
guono in superiori, inferiori, esterni, interni continuandosi allora col primo ganglio tora-
ed anteriori. cico. Anteriormente è coperto dall’arteria ver-
3.
1 Ramo superiore. —
Questo già Io si tebrale. —
I rami che somministra il terzo
conosce. Ora unico, ora, sebbene di rado, ganglio cervicale si distinguono in superiori,
doppio, stabilisce una diretta comunicazione ed anteriori.
inferiori, interni, esterni
tra il ganglio medio ed il superiore. i.o Rami superiori. Sono alquanto
2 ° Rami inferiori. —- Sono in numero voluminosi. Alcuni abbracciano, come dicem-
indeterminato. D’ ordinario se ne contano mo, l’arteria sottoclaveare o
arteria aorta, e 1’

cinque o sei. Gli uni passano davanti l’arteria si recano ganglio cervicale medio.
al Oltre —
sottoclaveare, gli altri dietro a questa, di mo- questi ce n’ ha uno superiore molto conside-
do che formano, intorno a codesto vaso, una rabile, situato un poco piti all’ infuori, il qua-
spezie di ansa, e somministrano alcuni ramo- le,nascosto, com’ è, alla sua origine dall’ ar-
che a questo partengono. Tale
scelli ai plessi teria vertebrale, ascende sotto di questa, e
disposizione, che si presenta nel lato destro, penetra nel canale da essa percorso alla base
è uguale alla parte sinistra rispetto all’ arteria delle apofisi trasverse ;
lo si può senza dif-
aorta. Tali rami, ravvicinandosi poi gli uni ficoltà accompagnare fino alla terza o alla
agli altri, mettono fine immediatamente nel seconda vertebra cervicale. Oltre i ramoscelli
ganglio cervicale inferiore. Tutti sono sottili che manda all’ arteria vertebrale, costituenli
e gracili. Talvolta assolutamente mancano, e il plesso nervoso della medesima, si divide in

i due gangli inferiori si continuano, senza in- molti rametti che si rivolgono obbliquaraente
terruzione, r uno coll’ altro. in alto; gli uni al di dentro, gii altri al difuo-
° Rami esterni. —
Non se ne trova so- ri. I primi si disperdono pei muscoli inter-

vente che uno solo il quale cammina in di-


: trasversali, presso il corpo delle vertebre. Ï
rezione trasversale, attraversa la spessezza del secondi si anastomizzano con le paia cervicali
muscolo scaleno, e va ad anastomizzarsi col corrispondenti, nel punto in cui escono que-
sesto paio cervicale. 11 quarto e il quinto ne sti dal canal vertebrale. II nervo si consuma

ricevono talvolta due altri e, in quest’ultimo


;
in cosiffatte divisioni, nè può essere accompa-
caso, il ganglio superiore non ne somministra gnato verso la parte superiore della regione
ad essi ninno. cervicale.
Gâ ÎÎKRVI della vita organica
2p Rami inferiori. — Non
ne trovA se e nel loro tragitto, si congiungono, alla loro
fi’ ordinario che uno cortissimo e alquanto terminazione, in un solo plesso, dal quale si
sottile, il quale si porta al primo ganglio to- dipartono poi tutti i rami destinati immedia-
racico, e in esso termina. Allora che quest’ul- tamente all’ organo, tal che non si discerno-
timo ganglio è continuo al cervicale inferiore, no più, nei cuore, i nervi cardiaci destri, dai
il ramo, di cui parlammo, si porta al secondo nervi cardiaci sinistri. ——- Quindi ci corre ob-
toracico. bligo, per formare delle idee giuste: i.o di
3.° Rami esterni. Sono alquanto nume- esaminare 1’ origine e il corso de’nervi, di cui
rosi e tutti sottilissimi.Gli uni si recano im- si tratta, fino al punto nel quale si uniscono ;

mediatamente .sopra la sottoclaveare, e vi for- 2.0 di esattamente descrivere il plesso comu-


mano un plesso che 1’ accompagna per tutto ne eh’ è formato da essi, c il modo onde co-
quanto il tragitto di essa alla spalla ed al brac- desto plesso distribuisce i suoi rami al cuore
cio, seguendone tutte le divisioni. Altri, se- medesimo.
guendo la medesima direzione, vanno a dira- Origine e corso de"' nervi cardiaci. —
marsi sul muscolo scaleno, presso l’ inserzione La disposizione dei nervi cardiaci non è al-
inferiore di questo, nella cui sostanza si per- l’intutto uguale al lato destro e al lato sini-
dono. Finalmente se ne discernono tre o stro locchè ci sospigne a doverli separata-
:

quattro che vanno ad anastomizzarsi col se- mente considerare in queste due parti.
sto, col settimo e coll’ ottavo delle paja cervi- I. Nel lato destro, si trovano sempre tre
cali, o coi primo dorsale. Talvolta quello che nervi cardiaci, distinti in superiore, medio ed
va all’ottavo cervicale presenta un volume inferiore.
più notabile degli altri. Quando il ganglio I.® Il superiore., denominato dallo Scar-
cervicale inferiore è continuo e immedesimato pa nervo cardiaco superficiale., nasce con
al primo ganglio toracico, comunica, mediante cinque o sei filamenti dalla parte anteriore ed
un altro ramo col secondo paio dorsale. interna del ganglio cervicale superiore talo-
Rami interni. — Sono
pochi, sotti- ra riceve alcuna origine dal ramo inferiore
;

ìissimi, irregolarissimi nella loro disposizione. del detto ganglio. Codesti filamenti, allonta-
Î più vanno a perdersi nelle fibre del musco- nati e rivolti, più o meno obbliqua-
daprima
lo lungo del collo. Uno poi si anastomizza col mente, dentro e all’ ingiù, si riuniscono
al di
nervo ricorrente: altri si gittano dietro il pol- al fine in un solo tronco sottilissimo, che si
anone, e concorrono alla formazione dei plessi porta quasi perpendicolarmente fino alla parte
polmonari. inferiore del collo, dal lato della carotide pri-
5.^ Rami anteriori. Sono questi i mitiva, e situato alla parte esterna di quest’ar-
nervi cardiaci inferiori. Nascono essi, con pa- teria, e all’ interno del ramo onde i due primi
recchi distinti filamenti, i quali si riuniscono gangli cervicali comunicano tra loro.— Giunto
poi a formare ora uno solo, ora due o tre a livello del ganglio cervicale medio, il nervo
cordoni nervosi. Li descriveremo cogli altri cardiaco superiore somministra internamente
cardiaci. un ramo considerabile che passa dietro la caro-
Dei nervi cardiaci.— cuore non riceve i tide, e ascende sopra la tiroidea inferiore, per
principali suoi nervi che dal sistema dei gangli. concorrere alla formazione del plesso nervoso
Quelli che muovono dal tronco del nervo vago di quest’ arteria. Profondandosi sotto la caro-
e del ricorrente, che perciò si denominano car- tide, codesto ramo manda un ramoscello che
diaci., non
recano d’ ordinario immediata-
si discende tosto sul tronco arterioso, e subito
mente cuore, ma, dopo un tragitto più o
al qui si anastomizza con un ramoscello del ner-
meno lungo, si auastomizzano coi precedenti. vo v^ago. 11 nervo cardiaco si rivolge poi un
— Si distinguono d'ordinario tre nervi cardia- poco all’ infuori, passa dietro il cardiaco me-
ci somministrati dai tre gangli cervicali, e, al dio, incrocicchiandone la direzione, e si divi-
par di questi, denominati dalla posizione loro. de subito in parecchi rami, che s’ anastomiz-
Non è per altro siffatto numero costante che zano con quello che il nervo ricorrente man-
al lato destro, e non si trovano le più volte, al da al ganglio cervical medio. —
Dopo l’anzi-
lato sinistro, che due nervi cardiaci. Quan- — detta terminazione, eh’ è la più costante, sì
do anzi si abbia riguardo alla disposizione scorge quanto sia improprio il nome di car-
del grande plesso cardiaco, e alla maniera diaco assegnato al ramo ch’abbiamo descrit-
ond’è formato, non si riscontrerà da una ban- to nome che più gli si conviene in altri casi
:

da e dall’ altra che solo un nervo cardiaco ne’ quali, anziché terminare nel detto modo,
principale. Ciò sarà manifestamente dimostra- si porta sulla carotide primitiva e sulla cur-
to dai descrittivi ragguagli. Ne’ quali in- vatura dell’ aorta, per riunirsi al nervo car-
nanzi che io entri, osserverò, collo Scarpa, diaco medio. Allora gitta sovente, innanzi a
che i nervi cardiaci si diportano, rispetto al codesta riunione, un considerabile ramo, che
cuore, siccome i nervi splancnici, rispetto ai s’incurva incrocicchiando l’origine della caro-
visceri addominali. Separati sull’origine loro tide primitiva, e ascende sulla parte anteriore
ÎSEIWh della vita organica ('.3

flellafrachea per inüno alla gianduia tiroi- e dal nervo vago: e, passando sopra 1’ aorta,
dea, nella quale e con parecchi ramoscelli, si ne manda parecchi alla medesima.
perde. Nel suo tragitto pel collo, il nervo II. Nel lato sinistro, non si trovano d’or-

cardiaco superiore comunica d’ ordinario e- dinario che due nervi cardiaci, essendone uno
steriormente, mediante uno o due rami, col solo somministrato dai due ultimi gangli cer-
nervo vago internamente, ne somministra
: vicali. — cardiaco superiore o superficiale
Il

molti all’ esofago, ai muscoli che coprono la secondo lo Scarpa, nasce, siccome a destra,
trachea, e all’ ansa nervosa del nervo ipo- per mezzo di molti rami distinti, e offre la
glosso. medesima disposizione per la maggior parte
nervo cardiaco medio^ denomina-
2.0 II di suo tragitto. Discende tra la carotide c la
to dallo Scarpa gran nervo cardiaco^ o ner- sotto-claveare ; e, giunto al luogo ove colali
vo cardiaco profondo^ è dei tre il più volumi- due arterie sorgono dall’aorta, si divide in
noso. Nasce dalla parte anteriore ed interna moltissimi ramoscelli. Gli uni passano davanti
del ganglio cervicale medio, con cinque o sei r aorta, e s’ anasloraizzano coi rami del car-
filamenti riuniti subito in due o tre rami, che diaco inferiore, o coi ramoscelli cardiaci pro-
quasi di botto costituiscono un solo tronco. Ri- venienti dal nervo vago. Gii altri si portano
volto all’ihnanzi e all’ingiù, scorre prima dal dietro l’aorta, e si giltano nel plesso cardiaco
lato alla carotide primitiva, passa poi davanti comune. —
Doppia è l’origine del gran ner-
la sotto-claveare, incrociandone la direzione e vo cardiaco. La branca alquanto voluminosa
xicevendo talora, sopra codesta arteria, uno che in particolar modo lo costituisce, deriva
0 due ramoscelli dal nervo vago. Al di sotto precipuamente dal ganglio cervicale inferiore,
di questa, uno più considerabile ne riceve passa dietro la porzione trasversale della sot-
dal ricorrente, passa davanti il nervo cardia- lO'claveare, indi sì rivolge obbliquamente al-
co inferiore, e scorre poi d’accosto all’arteria r innanzi e all’ ingiù, seguendo la direzione
innominata, esteriormente alla quale è situato di siffatta arteria, al cui lato esterno discer-
Quindi si profonda fra curvatura del-
la nesi. Verso il luogo in cui la sotto-claveare dà
r aorta, alla quale mandaperecchi tenui ra- nascimento alla tiroidea inferiore, il gran ner-
moscelli, e la divisione de’bronchi e qui fi- vo cardiaco riceve moltissimi rami, i quali,
nisce nel plesso cardiaco, concorrendo in nati dal ganglio cervicale medio s’ intral-
particolar modo a formarlo. —
Oltre i rami ciano parecchie volte insieme avanti che si
,

già indicati, il nervo cardiaco medio ne rice- riuniscano nel tronco comune del quale for-
ve d’ordinario due alquanto grossi dal nervo mano r origine seconda. —
Pervenuto al dì
vago, presso il luogo in cui si divide l’arteria sotto della curvatura aortica, il gran nervo
innominata. Si manifesta codesto punto di cardiaco si porta dietro della medesima, e
anastomosi per una tumefazione alquanto a- qui si gitta, ora con un solo tronco, ora con
naloga a quella d’ un ganglio. —
Sovente il molle divisioni, nel gran plesso cardiaco, alla
nervo cardiaco, nel suo tragitto si suddivide cui formazione in ispezial modo concorre.
per qualche tratto, in due rami d’ineguale A questo luogo, riceve dal nervo vago, pa-
grossezza, che riunendosi poi di bel nuovo, ïecchi ramoscelli considerabili. —
Colali sono
circoscrivono tra toro uno di quegli spazi che l’origine e il corso de’ nervi cardiaci daU’un
gli antichi anatomici denominavano Isole. lato e dall’ altro. Scorgesi da ciò che il me-
3.° Il nervo cardiaco inferiore., deno- dio a destra, e P inferiore a sinistra, sono i
minato dallo Scarpa, pfcco/o nervo cardiaco., più rilevanti, quelli a’quali si spetta più giu-
nasce dal ganglio cervicale inferiore, con un stamente codesto nome, che portano attesa la
più o meno considerabile numero di filamenti costante loro terminazione nel cuore.
1 quali sono a principio allontanali
gli uni da- Flesso cardiaco e distribuzione de"' suoi
gli altri, e riuniti di poi in un più grosso ner- rami. — Il plesso cardiaco, centro comune
vo, formano, al luogo della origine loro, un al quale si riducono quei nervi che abbia-

I
plesso alquanto esteso. Discende codesto ner- mo descritti, occupa la parte posteriore del-
I vo perpendicolarmente dietro l’arteria sotto 1’ arco dell’ aorta poco dopo 1’ origine di
,

claveare, presso il nervo ricorrente. Scorre questa dal cuore. Corrisponde, posteriormen-
da poi lungo il Iato esterno dell’ arteria in- te, alla divisione dei due bronchi e al plesso

[ nominata,, si colloca tosto sopra di essa, e con- polmonare anteriore formato dal nervo vago.
tinua il proprio corso sulla parte anteriore Si estende dall’alto in basso, dal luogo in cui
I della curvatura dell’ aorta, divenendo sem- l’aorta dà nascimento all’innominata, fino
f
pre più superficiale. Finalmente si rivolge a alla divisione dell’ arteria polmonare in due
f
banda sinistra sopra questa e
l’aorta, e, tra tronchi principali. La forma n’ è irregolare.
E la polmonare, va a gittarsi nel plesso coro- L’ Haller, fermando la propria attenzione sui
I
Bario anteriore, del quale entreremo subito nervi che vengono da esso riuniti, gli assegnò
a favellare. In tale tragitto, il cordiaco infe- il nome di ^^/e.s'vo, che noi gli conserviamo;
I

'
riore riceve parecchi ramoscelli dal ricorrente mentre che il Wrisberg e Io Scarpa hanno
(.4 NERVI DELLA VITA ORGANICA.

stiiualo doverlo nominare ganglio cardiaco^ del cuore da sinistra a destra, e poi si disperde

slante il nervoso gonfiamento che vi si os- in tenui ramoscelli sulla faccia piana del mede-
serva. Ma d’ordinario V aspetto di esso non simo viscere. Un altro costeggia la base dell’ar-
è quello d’ un corpo particolare
frapposto a teria polmonare colla branca arteriosa corona-
due ordini di rami da’quali sembri indipen- ria corrispondente, e va, con essa, a spargersi
dente ma ha piuttosto la vista d’ un nervo
;
sul marginesinistro del cuore fino alla sua pun-
voluminoso risultante dall’unione di molti, e ta. Un terzo assai meno considerabile, si porta

che dà tosto l'origine a nuovi rami. Il ples- — perpendicolarmente sulla parte media della fac-
so cardiaco è dotato d’ una mollezza quasi cia piana del cuore insieme ai corti rami arte-

gelatinosa, diverso infinitamente in questo riosi che, in questo luogo, la coronaria distri-
dai nervi da’ quali dipende. Superiormen- — buisce. Moltiplici sono siffatti ramoscelli ner-
te riceve i nervi cardiaci
,
medio destro e vosi. Alcuni, in piccol numero, si staccano se-
cardiaco inferiore sinistro, i quali mediante paratamente dal loro plesso, e si perdono sulle
la loro unione, essenzialmente lo costitui- pareli del cuore, ne’ luoghi in cui non si di-
scono riceve molti rami dal cardiaco supe-
: stribuisce niun ramo arterioso. — I! secondo
riore sinistro e destro: e vanno
talora dal ordine di rami nasce dal plesso cardiaco, un
pure a congiungervisi alcuni ramoseelli delcar- poco più in basso del primo, fra l’aorta e il
<liaco inferiore destro. —
I rami somministrati tronco destro dell’ arteria polmonare. Alcuni
dal plesso cardiaco possono distinguersi in an- passano tosto dietro il tronco polmonare, ab-
teriori, posteriori ed inferiori. I rami an- — bracciandolo per recarsi alla superficie piana
teriori sono in piccolissimo numero, si por- del cuore, dove si gittano nel plesso coronario
tano sulla parte anteriore dell’aorta, e si di- posteriore che abbiamo descritto. Altri, non
stribuiscono per le pareti di questa. Alcuni vi meno grossi discendono sul davanti dello stes-
si prolungano al di sotto, e si gittano nel ples- so tronco polmonare, tra esso e l’aorta, e cosi
so coronario anteriore. —
I rami posteriori, arrivano alla superficie piana per terminarvi
più numerosi, sono sommamente corti. Tutti al par che li precedenti. —
Finalmente, gli
si gittano, subito dopo la loro origine, nel ultimi si cacciano obbliquamente fra l’ arteria
plesso polmonare anteriore formato dal nervo polmonare e l’aorta, circondano quest’ultima,
vago, —
I rami inferiori sono di tutti i più e vanno a spandersi alla parte anteriore della
considerabili, quanto a numero, e sì quan-
si base del cuore. Da questi viene formato il
to a volume sono quelli che propriamente
: plesso coronario anteriore^ che ha la .stessa
spettano al cuore e’ possono distinguersi in distribuzione che 1’ arteria dello stesso nome,
;

due ordito principali. 1 primi, che formano un — Tale plesso, accresciuto eziandio dal nervo
fascio considerabile, nascono dal plesso cardia- cardiaco inferiore sinistro spettantegli, come
co, a livello della divisione dell’ arteria pol- dicemmo, intieramente, si spande per tutta
monare, passano tosto tlietro il legamento ar- la faccia convessa del cuore e per la destra o-
terioso ch’essi abbracciano, e circondano d’alto recchietta. Molti poi de’ suoi rami si anasto-
in basso il tronco polmonare sinistro, sul qua- rnizzano, sul margine sinistro del cuore, con
le cominciano a slontanarsi gli uni dagli altri. quelli del plesso coronario posteriore. — Fa-
Molti accompagnano il tronco polmonare fino cile che ci ha un’ineguaglianza
è l’avvedersi
alla sua entrata nel polmone, e si distribuisco- notabile, in volume, fra li due plessi coronarii.
no alle pareti di quello, siccome alle vene pol- Il posteriore è il più considerabile, e concor-

monari sinistre, anastomizzandosi coi rami rono a dargli formazione i due terzi de’ rami i

corrispondenti del nervo vago. Gli altri ten- somministrati dal gran plesso cardiaco. Dun-
gono un’opposta direzione, e ritornano sopra que, siccome parecchi anatomici hanno da un
r arteria polmonare fino all’ origine della me- pezzo osservato, la maggior copia dei nervi
desima dal cuore. Ma più considerabili, che
i si trovano nella superficie piana del cuore. — I

formano sovente un tronco nervoso unico, Quantunque i nervi del cuore seguano sempre 1
incrocicchiano ohbliquamente d’alto in basso il corso delle arterie coronarie, riesce abbastan-

la direzione dell’ arteria polmonare sinistra, za agevole il potere discernerli, atteso il retto
e arrivano posteriormente alia base del cuore. andamento di quasi tutti i loro rami, mentre
Qui trovano l’arteria coronaria posteriore vi- i rami arteriosi corrispondenti sono sempre
cina alla propria origine, e da allora in poi la sommamente tortuosi, di modo che si trovano
loro distribuzione segue la disposizione di una intersecati soventi, ad angolo più o meno co-
arteria siffatta. Divisi in ramoscelli più o meno spicuo, dagli altri. —
1 nervi cardiaci s’ im- Il
tenui, intrecciati dintorno il vaso, costituisco- mergono, coi vasi coronari, nella sostanza del i:»
no il così detto plesso coronario posteriore cuore, e possono essere accompagnati per in--Éi
;
il quale divide subito in due o Ire plessi se-
si fino alla terza o alla quarta suddivisione dij|
condarli, che abbracciano le tre divisioni ar- codesti vasi dopo la quale si perdono di vi- jiv
:

teriose, nè più le abbandonano. Co.sì se ne scor- sta, anche nel cuore de’ più grandi animali.
ge uno che circonda oiizzontalraeule la base
NERVI DELLA VITA ORGANICA 65
forma precisa, tanto irregolare e codesta for-
.4}"tÌcoIo III.
ma. li loro volume è generalmente pochissimo
G-ANGH TORACICI. notabile ; di rado uguale a quello dei gangli ad-
dominali, non mai a quello dei cervicali. —
Preso a considerarlo nel petto, il sistema Ciascheduno di questi gangli somministra al-
nervoso de’ gangli offre un aspetto tutto di- cuni rami che si possono distinguere in supe-
verso da quello che presenta nel collo. Percioc- riori, inferiori, esterni ed interni.
ché nel collo, irregolare com’ è, formato da i.*^ Rami superiori e inferiori. Riu-
parti manifestamente distinte, spesso al tutto niamo insieme questi due ordini, dappoiché,
separate, nè comunicanti fra sè che mediante siccome comprendesi agevolmente, il ramo su-
alcuni rami più o meno tenui, variabili, non periore di un ganglio è di necessità l’ inferio-
che nel numero e nella lunghezza, nell’esi- re del ganglio precedente. —
Tutti sono degni
stenza, codesto sistema non poteva essere con- di osservazione pel loro volume, il quale tal-
sidei ato, con perfetta esattezza, nel suo tutto, volta uguaglia quasi quello de’medesirai gangli.
ma era d’uopo descriverne le varie parti, cia- Sempre ha un ramo unico che riunisce, per
ci
scheduna in particolare. E a parlar vero, qui due gangli recandosi dall’ uno ali’ai-
tal guisa,
ciascheduno de’gangli offeriva, all’occhio del- tro ciò che forma una notabile differenza dal-
:

r anatomico, un centro nervoso indipendente, la regione cervicale, dove sovente si scorgono

sul quale era quasi costretto di fermare la sua comunicare insieme due gangli mediante varii
prima attenzione per crearsi una giusta idea
de’ rami onde siffatto centro era 1’ origine, o
ramoscelli separati. —
Qualsiasi per altro il
volume di tali rami, d’ordinario si discernono
il punto di riunione che vogliam dire. Per — benissimo dai gangli da cui si partono d’altro ;

Jo contrario nel petto, massime dalia prima lato, la loro origine non nasce sempre allo stes-
costa fino all’undecima, il sistema nervoso dei so punto del ganglio. Ora infatti nascono più
gangli presenta veramente un tutto continua- da vicino al corpo della vertebra, ora alle coste,
to la cui disposizione non presenta che poche talché una linea perpendicolare che attraver-
varietà Anzi a prima giunta, Panatomico scor- sasse ad un tratto tutti i gangli toracici nei
ge qui più presto un nervo unico che una se- loro mezzo, non corrisponderebbe a tutti i ra-
rie di centri nervosi distinti, tanto sono piccoli mi de’qnali facciamo parola ma più di que-
: i

i gangli a petto de’ grossi rami mediante i sti si troverebbero a destra o a sinistra di sif-

quali comunicano. —
Così, mentre tutti gli fatta linea, —
Passano tutti codesti rami su!
autori nel descrivere il nervo grande simpa~ davanti delle arterie intercostali corrisponden-
tìco^ considerano culladiraeno i gangli cervi- ti intersecandone la direzione, e nel loro tra-

cali separatamente, e descrivono ognuno di gitto, eh’ è brevissimo, somministrano sovente


essi in particolare, parlano poi della porzione alcuni piccoli ramoscelli, che vanno a perdersi
toracica come di un nervo continuo, nè qui i o pei muscoli intercostali, o per la superficie
gangli sembrano loro che piccoli gonfiamenti delle coste.
situati di tratto in tratto sopra un tronco ner- 2 .° Rami esterni. Sono questi diversi in
voso unico. —-
Facile per altro è il convincer- numero, non trovandosene qualche volta che
si,chi attentamente esamini, ohe non dobbia- uno solo per ogni ganglio, e qualche altra
mo arrestarci a questa prima apparenza di cui tre*o quattro. Talora il ramo, semplice in
parliamo, e che i gangli toracici vogliono essere prima, si biforca di poi più o meno da vi-
considerati come i cervicali, dai quali non dif- cino alla propria origine. Quando non ce ne
feriscono che per una maggiore uniformità ha che uno, il volume di esso è alquanto
nel numero e nella distribuzione de’loro rami. considerabile ; se parecchi se ne trovino, av-
— Adunque seguitiamo qui lo stesso ordine viene sempre che uno prevalga quanto a gros-
descrittivo che nelle altre regioni, solo procac- sezza, essendo tenuissimi gli altri, Ten-—
ciando di comprendere sotto uno stesso punto gono sempre codesti rami una direzione ob-
di vista tutti i gangli toracici, affinchè si pos- hliqua in alto e ali’ infuori ; e ciascheduno
sano e.vitare le inutili ripetizioni. •— Si nove- di essi pervenuto che sia, dopo breve tra-
rano dodici gangli toracici, tutti situati sulla gitto, nello spazio inlercossale, si anastomizza
testa delle costecorrispondenti, e coperti im- colta branca anteriore dei nervi dorsale, nel
mediatRmente dalla pleura. Variabile è qualche punto in cui la medesima esce dal canale ver-
volta siffatto numero al pari che la posizione ;
tebrale. Se ci hanno molti rami per Io stesso
e spesso ultimo ganglio cervicale estendesi
1’ ganglio, ovvero se il ramo, semplice in pri-
per iutìno alla prima costa che tien luogo del ma, si è biforcato da poi, tutti i ramoscelli
primo toracico, che assolutamente manca. Se tosto si riuniscono e terminano nel medesi-
ne scorgono parecchi i quali anzi che occupa- mo punto di anastomosi. Alcuni però se ne
re il capo delle coste, occupano gli spazi in- rimangono separati, e vanno a perdersi pei
tercostali, che però addiviene assai raro.
il — muscoli intercostali.
Non si può assegnare ai gangli toracici niuna 3.® Rami interni. Sono moUiplici e la
Encicl, Med, T. II.
êô ÎÎERVI DELLA VITA ORGANICA

îoro iüsirlbuîzlone è, in generale, piuttosto ir- tutti quelliche abbiamo osservato fin qui.
regolare che no ; per altro si possono, da que- Gli anatomici non noverano d’ ordinario
sto lato, distinguere in due ordini. Gli uni, che un solo ganglio da ciascheduna banda, e
destinati pel basso-ventre, derivano dai gan- lo nominano semi-lunare'.) ma un’ attenta
gli toracici inferiori, e sono gli splancnici, la disamina ne fa ijiscoprire un numero assai
cui disposizione è costante. Gli altri nasco- maggiore. în vero, sollevando il fegato, si
no da tutti i gangli, e si spandono per le scorgono, sovra tutto nel lato destro, i rami
vicine parti, eziandio dentro la cavità del splancnici riuscire a moltissimi gangli distinti
petto. Sono quest’ ultimi, in generale, cor- gli uni dagli altri, più o meno voluminosi

tissimi e tenuissimi. S’intrecciano insieme quanto a forma irregolarissimi, variabilissimi


presso la loro erigine, e s’incamminano tosto quanto a numero. 1 quali gangli ora si riu-
sulla parte anteriore della vertebrale colonna, niscono insieme mediante una vera continuità
dove si perdono nel cellulare tessuto. —
Ma • alcune are-
di sostanza, e solo lasciano tra sè
tra codesti rami, è discernibile uno assai più ole di varia figura ; ora, anzi le più volte,
lungo degli altri, l’esistenza del quale, sic- sono separati, nè comunicano che medianlé
come la distribuzione, sembrano costanti. Na- molteplici rami sorgenti dalla loro circon-
sce dal decimo ganglio, a livello ma separa- ferenza. — Quanto venni dicendo è applica-
tamente dal nervo piccolo splancnico, si volge bile ugualmente alla parte sinistra sovente
:

obbliquamente all’ innanzi e all’ ingiù, e, do- però si presenta qui, a prima giunta, una di-
po un tragitto alquanto lungo, si porta sulla sposizione un poco diversa. Sollevando Io sto-
parte anteriore dell’aorta. Allora segue il maco, osservansi, piuttosto di frequente che
tragitto di codest’ arteria, alla quale appar- no, i rami splancnici aver la loro terminazio-
tiene, e somministra alle pareti della mede- ne dapprima in un solo ganglio considerabi-
sima molti rami che s’ anastomizzano con lissimo, veramente semilunare, o meglio in
quelli che giltano, nell’ opposto Iato, il ner- forma di mezza lana , colla convessità in
vo simile. Pervenuto a livello del tronco ce- basso e la concavità in alto. li quale ganglio
liaco, il ramo si gitta e si perde nel plesso sembra del tutto separato, nè scorgesi deri-
delio stesso nome, cb’è una divisione del ples- vare da esso che alcune tenui diramazioni, che
so solare. per quanto poco si accompagnino siffatte di-
Dei nervi splancnici. — Codesti nervi, ramazioni , si veggono metter capo prestissi-
dai quali sembrano trarre cominciamento tutti mo in altri gangli secondari che hanno la me-
quanti i plessi addominali, sono due, distinti desima disposizione di quelli del lato destro.
ìli grande eà in piccolo. Costante è l’esisten- Tale unione di rami e di gangli nervosi in-
za e la disposizione del primo ; il secondo crocicchiati inestricabilmente e insieme riu-
maggior varietà presenta nella sua origine e niti, forma, davanti la vertebrale colonna,
nel novero de’ suoi ramoscelli : non manca quella vasta rete che s’intitola il plesso so-
però mai totalmente. lare.^ ch’èia comune terminazione dei due

Nervo splancnico grande. — Nasce, per grandi nervi splancnici, e l’origine dipresso
mezzo di quattro o cinque rami distinti e che tutti i plessi intestinali. E appunto ven-
molto allontanati gli uni dagli altri , dalla ne da alcuni fisiologi avuto in conto d’ un
parte interna de’gangli toracici, dal sesto o secondo centro generale nervoso, al quale si
settimo fino al nono o decimo. I quali rami riportavano in parte le impressioni ricevute
si rivolgono molto obbliquamente all’ ingiù dal di fuori idea difficile a sostenere da che
;

e al di dentro, sulle parti laterali della co- alcune esatte esperienze hanno dimostrata la
lonna vertebrale, coperti immediatamente dal- abituale insensibilità del gangliare sistema.
la pleura, nè si riuniscono in un solo tronco —11 plesso solare corrisponde posterior-
che verso l’ undecima vertebra dorsale. Con- mente alla colonna vertebrale, all’aorta, al-
tinua codesto tronco il suo corso nella me- le appendici diaframmatiche anteriormen-
:

desima direzione obbliqua, fino alla parte po- te allo stomaco, in alto al fegato, al dia-
steriore delle appendici diaframmatiche, cac- framma, in basso al pancreas. Indarno si
ciandosi allora tra queste appendici e le corris- vorrebbe assegnare ad esso una forma o de-
pondenti vertebre, e penetra così neU’addome, scriverne separatamente i rami, che lutti si-
per una separazione particolare delle fibre del no dalla loro origine s’intrecciano, nè pre-
diaframma, e non mai per le grandi aperture sentano mai , ciascuno in particolare, una
che presenta il muscolo. — Nel pelletrare che regolare disposizione. Siamo costretti di con-
fa nell’addome, il grande splancnico si divide siderarli nella unione loro sotto li nome di
in parecchi rami alquanto grossi : i quali plessi secondari.) ponendo mente alle diffe-
leggermente divergenti fra sè, e profonda- renze le più manifeste che li distinguono gli
mente nascosti, d’un lato, dallo stomaco, e uni dagli altri. —
Il plesso solare distribui-
dall’altro, dal fegato, vanno a metter capo sce tutte le proprie ramificazioni all’ aorta,
in alcuni gangli assai maggiori in volume a talché sembra solo per questa esistere, e tutti
NERVI DELLA VITA ORGANICA 6'^

1 che ne derivano, seguono si esalla-


plessi, gastro-epiploica invia a codesto intestino. —
1. il corso e le branche della detta ar-
menle La porzione superiore del plesso epatico, mol-
teria, eh' è necessario il seguire questa, a chi to più considerabile , cresce ancora manife-
voglia crearsi un’ idea esatta di quelli. stamente in larghezza quando è pervenuta
® Plessi diaframmatici. Nasco- — alla cistifellea eh’ è avvolta del tutto dai ra-
mi intralciati di un plesso siffatto. Penetrano
no dalla parte superiore del solare e ac-
conapagnano le arterie diaframmatiche infe-
. cotali rami tra le membrane e vi si perdono
riori'. Sono formati da pochi rami, i quali a piccola distanza dal collo , senza prolun-
men di frequente s’ intralciano che negli altri garsi gran fatto sul corpo stesso della cisti-
plessi, e scorrono per lungo tratto daccoslo fellea circondano pure il condotto coledoco
:

alle arterie alle quali pertengono. Si trovano fino al duodeno, e seguono , nella sostanza
di rado interrotti da piccioli gangli. Parec- del fegato, i rami del condotto epatico, del-
chi poi si spargono sul diaframma e vi si per- r arteria dello stesso nome e della vena por-
dono alcuni, massime
;
a destra, si anasto- ta. Molli gangli piccolissimi
, e nella forma
mizzano nella spessezza di codesto muscolo irregolarissimi, interrompono tratto tratto i
coi nervi diaframmatici derivanti dalle bran- rami del plesso epatico.
che cervicali. Il plesso splenico è, fra tutti, il meno
2 *^ Plesso celiaco. —
Costituisce la più proporzionato alla grossezza dell’ arteria che
considerabile divisione del plesso solare, del accompagna: presso all’origine della quale
quale non òche Tinferiore prolungamento. 1 presenta due o tre gangli alquanto notabili
suoi rami, le mille volte intrecciati ed inter- situati immediatamente sopra di essa ; ma
secali da numerosi gangli, avvolgono l’arteria poscia non si trovano più che pochissimi ra-
celiaca e le sue tre precipue divisioni: e to- mi di rado anastomizzali tra loro, il cui tra-
sto dividesi anch’ esso secondo la divisione gitto non è quasi giammai interrotto da
di questa, in Ire plessi diversi, inegualissimi nuovi gangli. Serpeggiano codesti rami din-
nel volume. torno all’arteria spienica, allontanandosene
Il plesso coronario stomachico, il me- quando più e quando meno, e pervengono
no considerabile, abbraccia strettamente pres- finalmente nella scissura della milza, dove pe-
so r origine sua l’arteria dello stesso nome, netrano insieme alle branche arteriose. Al-
e presenta qui alcuni numerosi gangli che cuni discendono nel pancreas in compagnia
quasi del tutto la ricoprono. Là dove si delle arterie pancreatiche superiori : altri se-
rivolge la medesima per giungere alla piccola guono gastro-epiploica sinistra al margine
la
curvatura dello stomaco, i rami nervosi mol- convesso dello stomaco. Parecchi si perdono
tiplicano rendendosi i gangli più rari. Allor- nel grande omento,
ché l’arteria manda al fegato una branca, si 3.0Plesso mesenterico superiore Ai .

divide anche il plesso per accompagnarvela, di sopra del plesso celiaco , la rete nervosa
indi prolungasi sulla piccola curvatura, c la del solare si prolunga sull’ aorta addominale,
segue per infino al piloro. I rami di esso e incontra. subito 1’ arteria mesenterica supe-
diminuiscono successivamente nel numero riore. Qui costi luìsce un nuovo considerabi-
quanto più si va accostando alla detta estre- lissimo plesso al quale parecchi gangli som-
:

mità ; si spargono per le due superficie dello ministrano dei rami ad ingrossarlo. Limitalo
stomaco, e vi si riuniscono in più luoghi coi da prima alla sola arteria, discende codesto
rami del nervo vago. Finalmente i pochi ra- plesso con questa tra il pancreas e la por-
moscelli che presenta presso il piloro, vanno zione trasversale del duodeno, si caccia tra le
superiormente a congiungersi con quelli del due lamine del mesenterio, e tosto si spande
plesso epatico, e inferiormente concorrono a in moltissimi rami, i quali infinitamente in-
formare il piccolo plesso che accompagna l’ar- trecciali, abbracciano, mentre che seguono il
teria gastro-epiploica destra. corso dell’arteria, le glandule linfatiche, e si
Il plesso epatico, grossissimo all’origine spandono, in compagnia di questa, sopra tut-
sua, avvolge l’arteria epatica e la vena por- ta quanta la superficie del tenue intestino.
ta, e s’ incammina con queste all’ insù e a Anche ciascheduna delle due arlcrie, colica
destra fino alla scissura del fegato. Prima pe- media ed ileo-colica, ne riceve un plesso par-
rò che vi giunga, e al di sopra del piloro, ticolare, il quale ascende coi vasi nel meso-
si divide in due porzioni inegualissime. L’in- colon trasverso, e va a distribuirsi per la cor-
feriore costituisce il plesso dell’ arteria ga- rispondente porzione sì del colou, come del
slro-epiploica destra, discende con questa c cieco. Molti gangli, ma poco voluminosi, in-
arriva al margine convesso dello stomaco, terrompono i rami del plesso mesenterico su-
pel quale sparge le principali sue diramazio- periore, massime al margine concavo del te-
ni parecchie di queste entrano nel pancreas
:
nue intestino ; nel qual luogo sla applicato,
colle arterie pancreatiche trasversali; altre van- più immediatamente, all’arteria cui essenzial-
no al duodeno coi rami vascolari che Tarteria mente appartiene.
TJF.RVI della TITA ORGANICA
6S
4.0 Plesso mesenterico
inferiore. - Plesso renale. —
Questo, eh’ è dop-
come un pro- pio siccome l’ organo al quale spetta, nasce,
Può venire questo considerato quale snpe- dalla parte laterale dei plessi celiaco e me-
al
lun'^araento del precedente,
davant. de 1 aorta senterico superiori ; avendo cominciamento
riormente è continuo, sul
molu rami con due o tre gangli alquanto voluminosi
addominale. In tale spazio, riceve
addominali che situati sull’ arteria renale, là dove codest’ar-
separali derivanti dai gangli
del genera c siste- teria ha origine dall’aorta. Producono co-
formano la continuazione desti gangli molte tenui diramazioni, le quali
dal plesso
ma : e molti altri pur ne riceve ordinario si portano sopra P arteria pa-
renale. Giunto all’
origine dcIParteria mesen- d’

a principio stretta- rallele alla direzione di questa, senza punto


terica inferiore, la cinge
intrecciarsi tra sè
indi a poco, nel punto ni cui que-
ma disposizione notabile per
:

mente 5
la quale è questo plesso diverso essenzial-
st’ arteria si accosta allo stretto superiore del
plesso si divide abbastanza natural-
mente dagli altri. E solo dopo alcune divi-
catino, il
sioni arteriose, i rami nervosi manifestamente
mente due porzioni. L’ una interna, molto
in
s’intrecciano, ma non frequentemente. Così
considerabile, e formata da alcuni lami
di ra-
iliaca penetrano la sostanza propria del rene , se-
do intrecciati, discende insieme all’arteria
corrispondente, e somministra in parte i plessi
guendo nella loro distribuzione i rami del-
1’ arteria renale. Altri ramoscelli, che sorgo-
propri dell’iliaca esterna o crurale, e dell ipo-
gastrica. Ma parecchi di questi rami si allonta-
no dal medesimo plesso, vanno alle capsule
sopra-renali , e concorrono a formare quei
nano assolutamente dall’ arteria iliaca, si por-
piccoli plessi che accompagnano le arterie
tano, in direzione quasi retta, sulla parte an-
capsulari. Finalmente, sovra tutto dal plesso
teriore del sacro, e si perdono nei plesso ipo-
gastrico. — L’altra porzione costituisce essen- renale, ha origine un altro plesso, poco con-
siderabile, che dicesi lo spermatico. 11 quale
zialmente plesso mesenterico, continua ad
il

accompagnare 1’ arteria mesenterica inferiore formato coro’ è da poche diramazioni, discen-


tra le due lamine del meso-colon-iiiaco, e fi-
de accompagnando Parteria che porta lo stes-
due lamine del meso-retto. In que- so nome. In tale tragitto si osservano due
nisce tra le
altri gangli. Segue poi codesto plesso Par-
sto tragitto, il plesso circonda, mediante alcu-
teria pef’ infimo alla distribuzione di essa pel
ni rami continuamente intralciati, l’arteria
principale e appunto da codesta rete nervosa testicolo nell’ uomo, e per l’ovario nella don-
j

prolungata si dipartono, o i ramoscelli separali na quantunque, sottile estremamente com’è,


:

che vanno a perdersi nel meso-coloa,o i plessi non sia avvenuto, nè anche a Walter, di po-
particolari che accompagnano le branche ar- tere scoprirlo assai lunge dalla sua origine. —
teriose airS del colon. D’ infra i detti ples^, Tale è il plesso renale preso a considerare
vuole esserne distinto uno assai piu volumi- nella sua generale disposizione , e nella sua

noso degli altri, il quale accompagna l’ar- precipua origine. Ma non è formato sola-
teria colica sinistra, e va, da un lato, a span- mente dal plesso solare, siccome subito ve-
dersi sulla porzione lombare sinistra del co- dremo.
lon , dall’ altro ad anastomizzarsi col plesso Pìccolo nervo splancnico
Walter
Questo che
.

mesenterico superiore, seguendo esattamente, è pur detto dal il nervo splancnico
in ciò la distribuzione dell’ arteria. Siffatti accessorio., nasce un po’al di sotto del grande,
,

plessi s’inoltrano pochissimo sulle pareti del- d’ordinario mediante due gangli che proven-
r medesimo, e sembrano limitati a
intestino gono dal decimo e dalPuudecimo de’gangli to-
circondare i rami vascolari che vi penetrano. Codesii rami, rivolli obbliquamente al-
racici.
— Giunto nel raeso-retlo, il plesso mesente- Pingui e al di dentro, si profondano separa-
rico si espande assai, e si fa continuo al ples- mente dietro il diaframma, e si uniscono in
so ipogastrico concorrendo, in gran parte, a un solo tronco a livello della duodecima co-
formarlo , col riunirsi qui ai nervi sacri. I sta. quale tronco penetra subito nel basso
Il

rami di siffatto plesso vanno a spandersi per ventre, e si divìde d’ ordinario in due rami,
l’intestino retto, per la vescica, per le vesci- P uno de’ quali ascende, e si aiiastoraizza in-
chette seminali ; e nella donna, per la vagina nanzi la propria divisione col grande splan-
e per 1’ utero, seguendo in tutte codeste parti cnico ; P altro discende al di dentro e si gilta
il tragittodelle corrispondenti arterie. Di- nel plesso renale, solo alcuni ramoscelli som-
stribuiti per le altre divisioni dell’arteria ipo- ministrando al plesso solare. —
Si potrebbo-
gastrica, escono i detti rami con queste dal no pur chiamare piccoli splancnici due altri
catino, formando alle medesime alcuni plessi nervi piuttosto notabili che no, Puno de’quali
propri che le accompagnano alla parte poste- deriva, mediante alcuni rami, dall’ undecimo
riore della coscia. —
Pochi gangli si trovano e dal duodecimo de’ gangli toracici e P altro ;

per tutta 1’ estensione del plesso mesenterico dal ramo di comunicazione che congiunge
inferiore ; e quelli che si trovano sono sem- P ultimo ganglio toracico al primo addomi-
pre ravvicinati alla principale arteria. nale. Ambidue, attraversando il diaframma,
NERVI DELEÂ vita organica 69
penetrano nell’ addome , e s’ anastomizzauo più presto allungata che rotondala. Il loro
insieme per recarsi al plesso renale. Walter colore grigiastro come nei cervicali, forma
li denomina ner<^i renali posteriori. — ,

sovente un contrasto con quello de’ loro ra-


Cotali numerosi plessi hanno dal sistema dei mi, eh’ è più bianco. I quali rami si dividono,
gan^^li le viscere addominali. Sembra, a prima come altrove, in superiori, inferiori, esterni
giunta, che la sorgente comune di quelli sie- ed interni.
no i grandi splancnici, i quali, insieme uniti, IMarni superiori ed inferiori. - Si —
mostrano servire essenzialraenle, mediante le recano questi dall’ un ganglio all’ altro nè ;

loro diramazioni, a costituire il plesso solare. servono ad altro cfie a formare codesta comu-
Ma quando pongasi mente a questo, che al- nicazione la quale si prende sovente per con-
cuni gangli considerabilissimi e moltiplici e- tinuità. numero di questi rami è assai più
il

sistono sotto il diaframma, che da tali gangli variabile che non sia ne’ toracici spesso, anzi ;

si dipartono immediatamente tutti i nervi che uno solo, se ne trovano due o tre. Nè e-
del plesso solare, e che ninna proporzione ci ziandio mollo costante è la loro esistenza; non
.

ha tra il volume di siffatti gangli e i sottili essendo raro il trovare un ganglio separato
rami che ricevono dai nervi splancnici se a ,
interamente dall’ antecedente e solo comu- ,

tatto questo, io -diceva, si porrà mente, si nicante con quello che segue. Altre volte, due
l 2 rrà la riunione de’ gangli solari pel centro gangli vicino 1’ uno dell’ altro si riuniscono
vero donde si partono i nervi che si distri- subito per una continuità di sostanza ma :

buiscono alle viscere addominali , ned altro questo caso è meno frequente. Sempre co- —
sembreranno nervi splancnici , fuorché un
i desti rami sono estremamente sottili ciò che ;

rjezzo che mette in comunicazione codesti notabilmente li differenzia da’rami somiglian-


gangli eoi toracici. Si riferisce perfettamente ti dei gangli toracici. La loro lunghezza è va-

r esposta osservazione al modo ond’è mestieri riabile secondo lo spazio che separa i gangli
considerare l’ insieme del sistema nervoso or- tra loro, spazio eh’ è variabile esso stesso se-
ganico, nel quale i gangli sono sempre i soli condo il numero e la posizione de’ gangli. Ed
punti d’ origine, i nervi le sole produzioni è un po’ obbliqua d’ ordinario la loro dire-
che da questi emanano. zione, lo che dipende, e dalla curvatura della
colonna vertebrale, e dalla mutua correlazio-
Artìcolo ne de’ gangli, i quali di rado si trovano tutti
sopra la medesima linea.
DEI GANGLI ADDOMINALI 2 ° Rami —
Incerto n’ è il nu-
esterni.
mero. D’ordinario ciaschedun ganglio ne pro-
Questi gangli, che sono più numerosi dei duce due o tre, che ora hanno separata deri-
cervicali, e con maggior costanza distinti gli vazione, ora si trovano uniti alla loro origi-
uni dagli altri di quello che i toracici, forma- ne. Sono
3. alquanto voluminosi, più lunghi che
no la continuazione del sistema nervoso ge- nella regione toracica, attesa la più anteriore
nerale, e vennero descritti dagli autori come posizione de’ gangli sulla vertebrale colonna.
il denominavano il
seguito di quello eh- essi La loro direzione è superiormente obbliqua
nervo grande simpatico. L’ attento esame per i 'Superiori gangli, trasversale per i medii,
della disposizione loro dimostra siccome, nel e obbliqua in basso per gl’inferiori. Interse-
descrìverli, debba seguirsi T andamento che cano cotali rami, nel loro tragitto, la direzio-
abbiamo finora adottato, considerandoli come ne delle arterie lombari, passando sul davanti
altrettanti centri nervosi particolari dai quali delle medesime e si rivolgono, talora, intor-
;

si dipartono alcuni rami destinali a diverse no ad esse. Finalmente si profondano tra le


parli. —Occupano codesti gangli Io spazio inserzioni del muscolo quadrato dei lombi, e,

j
compreso tra la duodecima costa e 1’ unione a livello de’ fori di congiunzione,
anasto- si

dell’ ultima vertebra lombare col sacro : e so- mizzano con le anteriori branche de’ nervi
I

! no collocali sulle parti laterali e anteriori del lombari. —


Oltre a codesti rami, parecchi al-
corpo delle vertebre, più prossimi alla parte tri, assai più tenui, se ne trovano, che sorgo-

}
media di siffatto corpo che non sieno i gangli no quando dai gangli, ora dai rami superiori
toracici. D’ ordinarlo corrispondono alle me- e inferiori, talvolta in fine, da’ più voluminosi
desime ossa, talora alle fibro-cartilaginl che tra’rami esterni, e si portano sopra il muscolo
le riuniscono , secondo il numero de’ gangli, quadrato dei lombi, e penetrano nell’ interno
cb’ èmolto soggetto a variare. Talora infatti, di questo, ove si perdono.
se ne contano cinque, più sovente non se ne ° Rami
interni. —
- Sono moltiplici e

trovano che tre molto visibili e patenti. Il — sottilissimi, derivanti tanto dai gangli, che
volume de’ gangli addominali minore che ,
dai rami superiori ed inferiori. S’intrecciano,,
''
quello de’ cervicali, suole superare quello dei quasi dì subito, insieme d’ un modo irregola-
toracici. Talora si trovano più grossi dami rissimo, e s’ incamminano pure verso la parte
L lato che dall' altro. La forma n’ è irregolere, anteriore dell’aorta addominale, ove, in par-
NERVI DELLA VITA ORGANICA

te, costiliilscono ìlplesso. Sovente, in tale tra- regolarmente per fasci, e vanno ad anasto-
f.tllo, sono interrotti da piccoli .gangli secon- mizzarsi coi nervi sacri corrispondenti. Tal-
dari che si trovano pei diversi punti dell’ a- volta siffatti rami mancano, e il ganglio è al-
mastomosl. : Prolungati sopra V aorta, lora immediatamente contìnuo al nervo sacro,
concorrono codesti rami alla formazione del al quale è vicinissimo sempre. Molti rami
plesso mesenterico inferiore ; e sovente, uno esterni, più sottili degli altri, si spargono so-
di essi, separato dagli altri e più grosso, se- pra i muscoli piramidale ed elevatore delfano.
gue, senza anaslomizzàrsi, il tragitto dell’aor- 3.0 Rami interni. — Nascono in numero
ta, e va a perdersi nel medesimo plesso me- indeterminalo, e si portano, in direzione più
.senterico. 0 meno obbliqua, sulla parte media del sacro,
Articolo V. riunendosi a quelli del lato oppo.sto. Sovente,
nel loro tragitto, s’intrecciano insieme, e for-
DEI GANGLI SACRI mano una spezie di plesso.
4.0 Rami anteriori. Sono i più te-
Difficile a determinare è il numero di nni e i più numerosi, si portano sulle parti la-
cpiesli : ma
costante n’ è 1 esistenza. Se ne ’
disperdono to-
terali posteriori del retto, e si
trovano d’ ordinario Ire bene sviluppali ma ;
sto nel plesso ipogastrico. ——
1 rami inferio-

inoltrandosi via più verso l’ingiù, non si scor- ri del terzo ganglio sacro prendono una dire-

ge sovente, d’ambidue i lati, più che alcuni zione molto obbliqua al di dentro e all’ ingiù,
tenui ramoscelli che sembrano perdersi sulla avvicinandosi a quelli del lato opposto ed :

faccia anteriore del coccige. —


^Godesti gangli, ora finiscono ad un quarto ganglio presso il
situati sulla faccia anteriore del sacro, corri- quarto foro sacro ; ora, e più sovente, non e-
spondono ora all’ unione de’ differenti pezzi sistendo il quarto ganglio, continuano il loro
ond’ è composto quest’osso, ora, siccome le tragitto fino all’unione del sacro al coccige. Qui
più volte interviene, ai forami sacri anteriori, presentano talora un picciolo rigonfiamento
nel qual caso coprono gli ultimi nervi som- appena osservabile, del quale si è Creato un
ministrati dalla midolla. Anteriormente, cor- quinto ganglio, quantunque sia sì incostante
rispondono al peritoneo. La loro forma, abi- l’esistenza di esso, che nulla più. Indi a poco,
tualmente irregolare, è, piuttosto sovente che 1 rami formano, anastomizzandosi con quelli
no, ovale d’ alto in basso il colore è grigia-
: dell’opposta banda, un arco rovesciato la con-
stro, pochissimo notabile la consistenza. 1 ra- vessità del quale costituisce un piccolo fascio
mi che mandano si distinguono in superiori, di ramoscelli divergenti che si perdono perla
inferiori, esterni, interni ed anteriori. Qui fiiccia anteriore del coccige. —
Tale è la infe-
non terrò parola che dei tre primi gangli. riore terminazione del sistema nervoso orga-
Rami superiori e inferiori.
1.0 Sta- nico, quale le più esatte indagini hanno po-
biliscono questi, siccome fanno in tutte le al- tuto discoprirla. Spessissime volte non incon-
tre parti, alcune comunicazioni tra’ gangli trasi l’arco di che parlammo, ma i sottili ra-
donde partono. Il loro numero è più varia-
si moscelli del terzo ganglio sacro mostrano se-
bile che in ogni altra regione trovandosene ;
paratamente disperdersi sul sacro e il coccige,
sovente due o tre che vanno da un .ganglio senza avvicinarsi a quelli che gli corrispondo-
all’ altro. Anche quando ne esiste uno solo, la no al lato opposto, e senza che si possa giu-
piccolezza del medesimo fa
singolare contra- stamente statuire il sito in cui terminano.
sto col volume dei ganglio del quale per altro
conserva il colore. Si può notare sovente che CONSIDERAZIONI
tali rami derivano dai lati del ganglio, e non INTORNO IL SISTEMA NERVOSO DEI GANGLI
dalla sua parte superiore o inferiore, quantun-
que prendano poi, curvandosi un poco, la Tra i numerosi per cui diffeii-
caratteri
direzione verticale ch’essi tengono sempre nel scono notabilmente il sistema nervoso cere-
loro tragitto. —
La lunghezza di siffatti rami, brale e quello de’ gangli, caratteri che fnrono
commisurata d’ ordinario dallo spazio che osservati dal Bichat e per sì cospicuo modo
scevera tutti i forami sacri anteriori, diversi- sviluppati neWAnatomia generale., uno ce
ficasecondo il mutuo allontanamento, mag- n’ha che dobbiamo richiamar qui, come quello
giore o minore, de’gangU.— Avviene alquan- che in più speziai guisa si riferisce all’ anato-
to di sovente che non si trovi niun ramo so- mica disposizione ed è che i nervi de’gangli,
:

migliante tra il primo ganglio sacro e 1’ ulti- distribuendosi per tutto il sistema circolato-
mo addominale, e allora si osserva, per questo rio, sembrano per questo esistere, ed esclusi-
modo, un’interruzione manifesta fra il siste- vamente appartenergii. Infatti, non s’ introdu-
ma nervoso organico, laddove il sacro si con- cono negli organi che con le arterie, o meglio
giunge alla vertebrale colonna. solo per le arterie immediatamente si distri-
2.0 Rami esterni. — Sono questi nume- buiscono, e il tessuto degli organi non ne ri-
rosi e alquanto grossi ;
la loro origine si fa ir- jiCeve che alcuni pochi rami ed isolali ; mentre.
NËRVr BëLî.A Vîl'A ORGAA'ÎCA 7^

per lo contrario, i nervi cerebrali si allonla- condo ragione pensare che due sisleroi. riu-
il

nano sempre dai vasi sanguigini,tengono so- niti costantemente insieme, esistano l’iino per
vente una direzione affatto diversa, e, anche l’ altro, sieno necessari l’ uno all’ altro : onde
quando a questi si accostino, non si spargono se n’ è impossibile lo statuire il modo di loro
punto sopra le loro pareti. Codesta relazione vicendevole attinenza, ad altro non possiamo
costante fra il sistema nervoso de’ ffaneli e il attribuirlo che alla pochezza de’ nostri mezzi.
sistema vascolare osservasi pure sul cuore ; — Potremmo qui presentare, a mo’ di ricapi-
perocché, siccome vedemmo, i nervi cardiaci tolazione,l’ insieme de’ nervi che si distribui-

si trovano tutti all’ origine de’ tronchi arte- scono a ciaschetlun organo. Ma un lavoro dì
riosi, e sul tragitto delle arterie coronarie, nè questa fatta, che ci costringerebbe a dover
appartengono propriamente alle fibre musco- nominare molte parti per ancora non descrit-
lari onde è composto il cuore. Tale fatto te, sembraci offerire poca utilità. Prendendo
anatomico incontrastabile non può certamen- ad esaminare particolarmente ciaschedun or-
te guidarci ad istatuire quell’attinenza di fun- gano, saremmo condotti di necessità a indica-
zioni che esiste tra i due sistemi di che parlia- re lé principali sorgenti donde medesimo
il

mo, essendo che ignote ci sieno le positive riceve i suoi nervi, siccome quelle donde gli
proprietà de’nervi gangliari ; ma noi dobbia- derivano i vasi. Le cognizioni cbe si saranno
mo conchiuderne almeno che, intorno a que- allora acquistate, renderanno siffatti raggua-
sto argomento, rimane in fisiologia un vuoto gli più importanti d’assai che, al presente,
assai rilevante ed essenziale perocché è se-
:
non polrebbono esserlo.
I
ANATOMIA DESCRITTIVA
I

PARTE SECONDA
APPARECCHI DELLA VITA ORGANICA

CONSIDERAZIONI GENERALI INTORNO I CARATTERI DISTINTIVI


DI TALI APPARECCHI

Ì3ivi<liamo gli apparecchi di questa se- sono in una vera opposizione a quelli presen-
conda vita, come quei della prima, in cinque tatici dagli apparecchi della vita esteriore.
distinti ordini, secondo che servono alla di- /.° Carattere. La mancanza di si-
gestione, alla respirazione, alla circolazione, metria è il più considerabile degli attributi
agli assorbimenti e alle esalazioni, finalmente che presenti la vita organica all’ occhio del-
alle secrezioni. Tali funzioni sono distinte in r anatomico. Qui non esiste più la linea me-
fatto le une dalle altre, sì pel loro meccani- diana, nè più trovasi la divisione in due metà.
smo, e sì pei loro immediati scopi. Tutti però Ciaschedun organo si estende più o meno lon-
concorrono ad un fine comune, a quello del- tano da una regione ad un’ altra, ed occupa
la conservazione organica, e in pari modo ora tutta la larghezza della cavità che lo rin-
tutti i loro apparecchi si ravvicinano per al- chiude, ora non tiene, in codesta cavità, che
cuni caratteri generali di forma, di disposi- un piccolissimo posto, senza che niun organo
zione, e simili caratteri intorno ai quali im-
;
somigliante a questo si trovi nell’ opposto la-
porta il fermare un poco P attenzione innan- to. Le quali cose per altro vanno soggette
zi di entrare in descrittivi ragguagli. —
Si è a parecchie eccezioni e se non si videro mai
:

già notata la proporzione comparativa di co- gli apparecchi della vita organica .presentare
tali apparecchi con quelli della prima vita si: una simetria rigorosa, sovente se ne ritrova
è già veduto che questi ultimi soverchiano una incompiuta. Osservammo già siccome il
d’assai nel numero, e bastici l’osservare qui sistema nervoso dei gangli dividesi in due
la manifesta ragione di questa differenza. Gli metà, per la più parte di loro estensione, di-
apparecchi della vita esteriore sono in fatti stinte; e i polmoni, quantunque ineguali, i
quelli che concorrono essenzialmente a costi- reni, tuttoché esposti ad alcune poche varietà
tuire 1’ uomo, dappoiché sono i medesimi nella mutua loro posizione, ci presenteranno
senza meno sottoposti all’ intelligenza, e de- degli esempi d’ organi pari succettibili di vi-
stinati tanto ad eseguire i cenni di essa, che cendevolmente supplirsi. La mancanza di si-
a servirne all’espressiono. Quelli della vita in- metria considerata d’ un modo puramente
,

terna sono, al contrario, unicamente destinati anatomico, non potrebbe adunque stabilire
all’ organica conservazione, e preparando e essa sola una differenza decisa fra gli appa-
Issando le sostanze derivanti dal di fuori per recchi delle due vite. —
Un carattere più co-
servire alla respirazione, e rigettando al di stante e più positivo, è la mancanza d’ armo-
fuori le sostanze che, per qualche tempo, han- nia nei fenomeni della vita organica. Riunisco
no servito alla composizione degli organi. siffatto carattere al precedente, dapoichè il
j

^
Ora le azioni svariate all’infinito, delle quali Biella t ha per una conseguenza naturale di
lo
Î’ intelligenza è il principio, esigerebbono questo. Tuttavoìta è verissimo che gli organi
I

molti mezzi mentre che il processo riparato-


:
della vita organica stessa non sono sottoposti
I
ì re, meno complicato e più uniforme, ricerca alla legge dell’armonia, mentre che vi trovia-

j
de’ —
mezzi meno moltiplicati. Tra i caratteri mo in parte la simetria di struttura. Così, seb-
r anatomici degli apparecchi della seconda vita, bene due reni deggiano ugualmente separare
dobbiamo distinguerne quattro principali, che 1 orina, si scorge tuttodì che 1 energia sccre-
’ ’
>1

Encicl. Med. T. il. 10


APtAÜECCHl DELLA VITA ORGAISICA
94
loria deir uno prevale su quella dell’ altro, gestivo e respiratorio, stante le attinenze me-
senza che sia turbala la funzione, nè alcuna diate o immediate che conservano col cer-
essenziale alterazione risulti, da siffatta ine- vello, si allontanano un poco dagli altri appa-
guaglianza, all’economia. Una gianduia sali- recchi più immediatamente nutritivi, i quali
vaie può somministrare molto più fluido della non hanno più niuna somigliante attinenza ;

corrispondente, e la prima elaborazione degli o nei quali siffatta attinenza, se pur n’ esista
alimenti non esserne punto alterata, e via par- un qualche seniore, mostri non apportare ve-
lando. Adunque è uopo appigliarsi a un carat- runa conseguenza.
tere siffatto, generale a tutta organica,
la vita —
HIP Carattere. Sono evidentemente
piuttosto che all’ irregolarità nelle forme, che caratterizzati gli apparecchi della vita interna,

non è punto costante. ‘Osserviamo, del rima- dalla frequenza somma con cui avvengono le
nente, siccome la irregolarità delle forme abbia organiche malattie. Non insisterò molto sopra
attinenza in gran parte colla natura delle fun- 1’ adotto carattere, essendo già stato indicato

zioni, tutte successive, collegate, non atte a dal Bichat in proposito della vita animale.
separatamente esercitarsi siccome fanno quel- Certo è che non ci ha paragone da fare tra il
le della vita esterna. L’ azione dello stomaco numero delle malattie organiche del cervello
suppone quella dell’ esofago 1’ azione
;
del dei nervi e dei muscoli, e quelle del polmone,
duodeno, quella dello stomaco, e simili. Tutte del cuore, del fegato e simili. Le prime sono
si conseguitano, e avvengono le une appresso citate come
rari avvenimenti le seconde sono ;

le altre lo che richiede una continuazione, che non ci hanno forse due indivi-
abituali,
:

piuttosto che una regolarità, negli organi.



dui ne’ quali pure non se ne trovi alcuna. —
IIP Carattere. Gli apparecchi della SUpuò condursi anche più lurige affermando,
vita organica si sottraggono, in generale, al- senza tema d’ errare, che le malattie organi-
l’ influenza immediata del cervello, nè hanno che spettano sempre, almeno primitivamente,
prossime corrispondenze con questo. 1 nervi agli apparecchi della vita interna imperoc- :

ch’essi ricevono addivengono loro dai gangli ; ché : codesti apparecchi entrano, siccome
non possono quindi statuire niuna comunica- essenziali componenti, nella struttura di tutti
zione fra codesti apparecchi e 1’ organo cen- quanti gli organi, da qualunque vita dipenda-
trale delle esterne impressioni. Un carattere no così si trovano, nel cervello e nei musco-
:

anatomico di tal fatta è notabile, posciachè li, gli apparecchi circolatorio, assorbente, esa-

naturalmente si lega a quello che ci insegna lante, nutritivo; 2 .° le malattie denominale


la fisiologia intorno la differenza delle proprie- organiche derivano sempre da un’ alterazio-
tà che governano i fenomeni delle due vite. ne nelle funzioni della vita interna, allora e-
S’ingannerebbe per altro chi volesse, dall’e- ziandio che intervengono nel cervello, nei
sposto fatto, trarne delle troppo estese induzio- muscoli o negli organi dei sensi e le funzio- ;

ni ; e l’osservazione subito lo smentirebbe; pe- ni, alle quali servono siffatti organi, non sono
rocché lo stomaco riceve le ultime divisioni del in tal’caso alterate che per modo consecutivo;
nervo vago, mentre i nervi sacri sommini- osservazione che ne trarrebbe alle più sublimi
strano molti rami al retto ed alla vescica. Pa- considerazioni fisiologiche, se questo fosse il
rimenti le funzioni di tali organi derivano luogo da occuparcene.
dall’influenza cerebrale e in parte dalla vo- IV. ^ Carattere. Infine le differenze
lontà. Si deve anche osservare, com’ho detto riguardanti le età non sono del tutto uguali
in altr’ opera ( Della più naturale divisione negli apparecchi dell’ una e dell’ altra vita,
deifenomenifisiologici considerati nelV uo- fattone 1’ esame comparativo. Nel feto, si è —
mo^ I volume, in 8.vo ), che se lo stomaco è osservato che molti organi della vita esterna
sottoposto immediatamente all’ influenza ce- o non sono ancora sviluppati, o non lo sono
rebrale, ne viene che debba alla medesima, che imperfettamente ciò eh’ è notabile spe-
:
j

per modo mediato, essere sottoposto tutto zialme ute negli apparecchi della locomozio-
|

r apparecchio digestivo, poiché lo stomaco è ne. Così le ossa sono interamente o in par- '

il primo organo in siffatto apparecchio, nè te ancora cartilaginose, e la loro forma, la i

può aver luogo niun fenomeno digestivo, se loro direzione, le rendono inette di prestar-
j

sia stata impossibile la prima essenziale elabo- si alle diverse attitudini del corpo Così , .
j

razione degli alimenti. Il polmone riceve tra’ muscoli, alcuni non esistono punto e 1

parimenti alcuni nervi cerebrali; ma non i- ci ha in quella vece una sostanza mucosa
; j

iscorgesi che ne risulti alcuna relazione imme- altri gracili, poco resistenti, non possono ese- <

diata tra esso e il cervello quanto ai fenome- guire per ancora ì movimenti a’ quali van-
ni. E vero che l’apparecchio respiratorio com- no desiina li. ——— Per Io con Ira rio tra quelli
j

prende polmone, l’insie-


di necessità, olire il della vita interna, non
trova nel feto niun
si i

me de’ muscoli intercostali e il diaframma, organo che non sia perfetto. Tutti apparisco- j

del quale il celebro governa movimenti. i no abbastanza sviluppati ad eseguire oggimai, 1

Parimenti osserviamo che gli apparecchi di- con [terfei ta esattezza, alcune funzioni ; e se (

I
DELLA DIGESTIONE 75
alcuni, come quelli della digestione e della recchi fluidi, oltre quelli, che vengono loro
respirazione, non sono ancora entrati in eser- somministrali dai vicini organi secretori, flui-
cizio, tuttavolta addivenuti, quanto alla for- di tutti che sono destinali ad operare in diffe-
mazione loro, a tutta la possibile perfezione, renti guise, sopra gli alimenti. —
Seguitiamo
sembrano non altro attendere che il momento le mentovate cavità secondo la naturale loro
di operare. — Che apparecchi della vita
scagli disposizione e l’ordine delle loro funzioni, fa-
organica sono oggimai belli e compiuti nel cendo incominciamento dalla faringe, dap-
feto, la loro disposizione e le naturali attinen- poiché la bocca venne interamente descritta
ze de’ loro fenomeni non si ravvicinano poi all’ occasione dell’organo del gusto eh® in essa
tanto a quelli che sono propri dell’uomo a- è rinchiuso.
dulto. Quindi il cuore, eh’ è in piena attività,
Articolo L.
non offre nelle sue contrazioni, lo stesso or-
dine successivo, e il foro del Botallio aperto, DELLA FARINGE
il canale arterioso dilatato, arteria polmo-
1’

nare ristretta, statuiscono un modo di circo- §. /. Disposizione.


Organizzazione e-
lazione che dovrà mutare alla nascita. Così il sterna.— La faringe oecn^di la parte supe-
fegato, sviluppatissimo, sembra estraneo nel riore e profonda del collo. Situata sopra la
feto alla secrezione della bile, nè servire che linea mediana, perfettamente sirnetrica e re-
' alla preparazione del sangue, e via discorren- golare, s’accosta, per questo primo carattere,
do. Tali differenze sono essenziali e fondamen- maravigliosamente agli organi della vita ester-
tali; meritano un esame affatto particolare, nè na, alla quale peraltro è estranea e per la
possono essere ben comprese se non si presen- natura sua e perla sua destinazione. Se a tali
tino, tutte insieme, sotto un solo punto di vi- considerazioni si aggiunga che riceve alcuni
.sta. Perciò Bichat aveva fatto proponimen-
il nervi cerebrali, eh’ è sottoposta, in parte,
to di unirle al termine dell’ opera, sotto il ti- nel suo movimento, aU’impero della volontà,
tolo di Storia del Feto. Noi seguitiamo le converrà persuadersi che un solo carattere
intenzioni di lui, e tale articolo, che sarà trat- può servire a fermare con precisione i ter-
tato dal prof. Roux, rinchiuderà tutte quelle mini correlativi delle due vite, dico lo sco-
considerazioni che altramente si sarebbero po al quale tendono naturalmente gli orga-
dovute ritrovare disseminate nella descrizione ni coi loro fenomeni. La faringe è limitata
degli apparecchi digestivo, respiratorio, cir- in allo dall’ apofisi basilare dell’ occipitale,
colatorio e simili, in basso dall’esofago, anteriormente dalle ca-
vità nasali, bucale e laringea, posteriormente
APPARECCHIO DELLA DIGESTIONE corrisponde alla colonna vertebrale. La for-
CONSIDEAZIONI GENERALI
ma di essa, impossibile ad essere paragonala,
viene determinata dalle parti circostanti alle
Le sostanze destinate a riparare inostri quali è annessa. Allungata da alto in basso,
organi non ci vengono presentate in uno sta- presenta superiormente tutta la larghezza che
ta idoneo all’ immediata assimilazione. Sono risulta dalla separazione delle apofisi pteri-
grezze, grossolane , anche quando 1’ arte le goidee ; nel mezzo cresce siffatta larghezza
ha, con le maggiori sollecitudini preparate, per 1’ allontanamento anche maggiore delle
poiché non hanno ancora ninna prossima cor- corna dell’ osso joide e della cartilagine ti-
relazione colla nostra organizzazione : sono roidea ; in basso progressivamente restrin-
svariale, e la sostanza immediatamente nutri- gesi fino a livello della trachea, dove ha co-
tiva dev’ essere unica ; non sono tutte idonee rninciaraenlo l’esofago. —
Non si può ri-
a formare codesta sostanza unica, e una gran guardare la faringe come unacavità compiuta,
parte dev’essere rigettata, indi a poco essere perchè non ha parte anteriore propria la

:

stala introdotta. E necessario adunque posteriore è la sola che essenzialmente la co-


che tali sostanze, giudicate per mezzo dell’o- stituisca ; e quando si apra questa in dire-
dorato e del gusto, sieno ricevute in alcune zione di sua lunghezza, non si trovano ante-
interne cavità per esservi elaborate e separate riormente che le aperture posteriori delle fos-
in due parti, sicché venga formata a loro di- se nasali, della bocca, e della laringe. È dun-
spendio una sostanza nutritiva unica. Appun- que la faringe una vera mezza cavità comu-
to da codesto lavoro è costituita la Digestio- ne, per la più parte di sua estensione, al-
ne. Quindi tutto l’apparecchio digestivo con- 1’ aria ed agli alimenti, frapposta alle prime
siste in una continue le une
serie di cavità vie per le quali s’introducono le sostanze
alle altre, estesissime in lunghezza, suscetti- esteriori, e ai due apparecchi respiratorio e
bili di più o meno ampliarsi, e formate da digestivo, ove deggiono pervenire cotali so-
più ordini di membrane, delle quali alcune, stanze. — Per vedere esattamente la farin-
muscolari, comunicano ad esse varii movi- ge, è mestieri praticare, sul davanti del
menti 5 altre, mucose, separano o esalano pa- collo, un poco al di sotto della laringe, una
APPARECCHI DELLA VITA ORGANICA
7G
sezione trasversale che s’ estenda in
prò ton- minando più in basso, e perdesi poca dì-'
a
separai poi stanza dalla sua origine, confondendosi col-
dilà fino alla colonna vertebrale,
in alto, lut- la membrana mucosa, la sola cjie subito si tro-
colla dissezione diretta dibasso
vertebre cervicali; e, vi. In basso, la faringe si continua coll’eso-
te le parti tagliale dalle
applicare la sega fago a livello delle prime cartilagini della tra-
giunti alla base del cranio,
iiiastoidee, a fine (.li chea. 11 luogo di codesta continuità è segna-
tra le apofìsi stiloidee e
tagliare cranio verticalmente d ambidue
il
to esteriormente da un subito restringimen-
Il pezzo anatomico, die to, osservabile a prima giunta, il quale, an-
i lati ad un tempo.

otliensi con questo processo,


comprende la che senza la mutata direzione delle fibre mu-
scolari, permette di poter facilmente discernere
metà anteriore del cranio, tutta la faccia, la
che ne che un novello organo incomincia.— -I confini
laringe, e colle sue parti la faiinge
scorge allo scoperto la laterali della faringe non possono essere esat-
dipende, della quale si

posteriore parete. —
Segue da quanto abbia- tamente descritti fuori che in proposito della
mo detto testé, che la superficie esterna à^W-à porzione muscolosa della medesima.
faringe esiste solo posteriormente e sui lati. §. IL Organizzazione intima, —E com-
Appianata in alto, dove la faringe è ferma- posta la faringe da due tonache 1’ una é mu-
:

ta, d’ogni banda, da fermissime


legami, e scolare, e l'altra membranosa. — La tonaca
mollo ravvicinata alle vertebre, diviene un muscolare statuisce gli esterni confini della
faringe, ne forma, per quasi tutta l’estensione
poco più convessa all’ ingiù, ove sono più
di essa, la parte solida, e le fornisce la mobi-
rilassati i detti legami. Nel mezzo, corrispon-
de alla colonna vertebrale, al legamento ver- lità mediante
quale si raccorcia e si restrin-
la

tebrale comune anteriore ai muscoli retti


,
ge per favorire
il passaggio degli alimenti.

posteriori maggiori e minori del capo e ai E composta di tre porzioni distinte chiamate
lunghi del collo; ed è «eparata da tali par- i muscoli costrittori : intorno alla cui descri-
ti mediante un tessuto cellulare
assai lasso. zione non insisteremo, avendola esposta nella
Sui lati, corrisponde alle arterie carotidi pri- Miologia solo ci ristringeremo a richiamare
;

mitive e carotidi interne, alle vene iugu- brevemente i precipui loro legami e la loro
lari interne, ai nervi vaghi, e superiormen- generale disposizione; le sole considerazioni
te allatto ad una piccola porzione de’ mu- che qui ci rilevi di presentare. —
Siffatti tre

scoli pterì«goidei interni, La superficie muscoli larghi si coprono vicendevolmente di


interna ha un’ estensione un poco raag^iio- guisa che il solo inferiore apparisce, poste-
re, perocché non é sì esattamente limitata riormente, per tutta' la propria eslensione ,
dai fermi legami della faripge e dipende dalla e copre, in gran parte il medio, come il me-
membrana mucosa che «i prolunga, anterior- dio fa in gran parte del superiore. Ciasche-
mente, sul velo del palato, sui pilastri di que- duno ha la sua particolare forma, dipendente
sto e sulla parte posteriore della laringe. Due dalla direzione delle sue fibre, direzione che
cose si deggieno notare su tale superficie, i.o dipende essa stessa dal maggior o minor nu-
il colore é rossastro come quella di tutte le
: mero di punti donde si partono. Infatti vuole
membrane mucose ma codesto rossore, mi- essere considerata come generale norma di
;

nore che non sia sulla bocca, e più notabile disposizione, che debbono i tre muscoli e-
che nell’ esofago, segna esattamente i limiti stendersi molto in larghezza sulla firinge ,
della faringe senza bisogno, intorno a ciò, di poiché servono non solamente ai movimenti
niun’ altra considerazione; 2 .^ le protube- di essa, ma eziandio , colla presenza loro alla
ranze formate dalle glandule mucose ; molti- formazione delle sue pareli. Se dunque le
plicate in spezie nella parte superiore, la più
i loro fibre si partano a mo’ di fascio da po-
esposta abitualmente al contatto de’ corpi c- chi punti fissi, dovranno poi divergere molto
steriori ; il loro volume è aI(|uanto notabile, tra sé: se, al contrario derivino separata-
irregolarissima la disposizione. —
La faringe mente da punti fìssi numerosissimi, potranno
termina in alto^ mediante un fermo e solido camminare quasi parallele, posciaebé, fin dal-
legame, all’ apofisi basilare dell’ occipitale , l’origine loro, firmano un larghissimo musco-
là dove tale apofisi si rende continua al cor- lo. Così il costritfor supcriore é quadrilatero,
po dello sfenolde. Codesto legame si opera avendo per fissi legami il corpo dello sfennide,
da una piccola membrana fibrosa sottile, ma tutta la lunghezza dell’ apofisi pterigoiJea,
forte, più densa sulla linea mediana, che sui una parte della linea milo-ioidea , T apofisi
lati, conosciuta sotto il nome di aponeurosi bucinato-faringea e la base della lingua. 11
cefalo-faringea. La quale costituisce appun- coslrittor medio è triangolare, non avendo
to, a questo luogo, la parte solida della fa- per legami fissi principali che le grandi e
ringe, essendo rare epoche le fibre muscolari piccole corna dell’osso ioide, donde si parto-
che posteriormente la coprono. Ma tosto la no le fibre di esso in fascio ristretto per farsi
detta aponeurosi diminuisce in grossezza ed poi divergenti. Il costrittore inferiore pre-
in consistenza a misura che la si viene esa- stala un quadralo irregolare , non avendo
îitI,T,A DIGESTIONE
77
per fermi legami che la parte esterna della mente profondarsi nel canale respiratorio per
cartilagine cricoiJe e parte della tiroidea, lo l’apertura della glottide. Nel profondarsi, si
che gli dà un’ estensione poco notevole in rivolge anteriormente sulla faccia inferiore
proporzione del larghissimo spazio die deve dell’ epiglottide, indi sulla superiore, e .si fa
occupare sulla faringe. Codesti tre mu- continua, di bel nuovo, sulla base della lin-
scoli si riuniscono nel mezzo della faringe gua, colla membrana della bocca. Supe-
con quelli del lato opposto, formando una riormente la membrana faringea va a coprir
spezie di raffe che corrisponde alla linea me- la parte inferiore del corpo dello sfenoide, e
diana generale. —
Si scorge, dietro a quanto a farsi pure continua con quella porzione di
dicemmo, i.® che i limiti laterali della farin- pituitaria che riveste la parete superiore del!e
ge sono segnati essenzialmente dalle apofìsi fosse nasali. —
In basso, circolarmente pro-
pterigoidee dalle due estremità posteriori
,
lungasi nell’ esofago e si continua cosi per
osso ioide e dalle parti laterali delle car-
<!ell’ tutto il condotto alimentare. Tale è la gene-
tilagini tiroidea e elicoide; 2 .® che lo stra- rale disposizione della membrana mucosa
to muscolare della faringe risulta da fibre propria allà laringe solo, siccome compreu-
più o meno obblique, disposte in diverse di- desi, posteriormente, mentre che all’ innanzi,
rezioni. — Oltre carnose
tre strati di fibre in alto ed in basso, appartiene ad altre ca-
i

di che parlammo, formanti soli la parte co- V'ità. —


Dicemmo che tale membrana discer-
stituente principale della faringe, si trovano nesi per un rossore particolare , diverso da
ancora parecchie fibre sparse al di sotto dei quello delle cavità della bocca e dell’ esofa^
costrittori, che concorrono con queste, alla go. L’aspetto di essa è liscio, nè offre villo-
formazione della tonaca muscolare. Tali fibre sità, ma
solamente alcune ineguaglianze pro-
risultano dall’aliargamento dei muscoli stilo- dotte dalle protuberanze delle glandule mu-
faringei destinati a sollevare in totalità la fa- cose che si trovano tra essa e la membrana
ringe durante la deglutizione. Finalmente le muscolare. —
Quantunque la membrana mu-
parti laterali inferiori della farinae sono raf- cosa partecipi ai movimenti impressale dalle
forzate dall’ aggiunta di due strati carnosi fibre muscolari, non vi si rinvengono giam-
derivanti dai lati del velo palatino, e diretti mai le ripiegature che ci verranno osservate
quasi perpendicolarmente all’ ingiù sotto il nelle seguenti cavità. Lo che manifestamente
nome di muscoli palato- faringei. Facile dipende dal non essere mai la contrazione
è disceriiere porzione muscolare della fa-
la della faringe che istantanea, nè dopo il pas-
ringe da quella dell’esofago. Nel luogo in saggio degli alimenn, sussistere, fuori i casi
cui codesto canale ha il suo principio, le fi- di restringimento spasmodico.
Se si potesse
bre divengono tutte quante trasversali , e osservare la faringe all’ istante di sua contra-
sembrano assolutamente separate dalle fibre zione, non è dubbio che tali ripiegature pre-"
obblique spettanti al costrittore inferiore. Ri- senlerebbero in essa quell’ irregolare dispo-
torneremo alle fibre esofagee quando terremo sizione che offrono nella membrana mucosa
parola dell’organo dal quale dipendono.— La dello stomaco perocché le fibre rauscolai i
,

tonaca membranosa della faringe altro non della faringe, non altrimenti che quelle dello
è che la continuazione della membrana mu- stomaco, s’intersecano in tutte le direzioni.
cosa generale, partenente a tutte le vie della — La faringe riceve, da ambi lati, due prin-
i

respirazione e della digestione. Posterior- — cipali arterie, 1’ una delle quali le diviene
mente, copre siffatta membrana tutta la parte dalla mascellare esterna o labbiale, denomi-
propria della faringe ned è separala dalla
,
nata faringea inferiore, 1’ altra, dalla ma-
tonaca muscolare fuorché per un alquanto scellare interna, chiamata faringea supe-
lasso cellulare tessuto. —
Prolungata, d’ am- riore. Molli altri rami sono somministrati ad
bedue verso P innanzi, si rende con-
le parti, essa dalle palatine. Le spelta quasi intera-
tinua superiormente all’ orlo delle aperture mente nervo glosso-faringeo oltre i rami se-
il

nasali posteriori, sì colla pituitaria, e sì colla parati che tosto le manda il nervo vago pro-
membrana che tappezza la tromba d’ Eusta- priamente dello. Riceve pure parecchi nervi
chio. Più in basso, rivolgasi sui pilastri del dai due primi gangli cervicali, i cui ramoscelli
velo palatino, e si continua colla membrana intrecciati costituisconoil plesso faringeo.

bucale. Più in basso ancora, a livello della IH. Differenze della faringe secondo
§.

laringe, la sì scorge profondarsi da una parte r età. —


Tali differenze, pochissime, riguar-
nei due spazi laterali che separano la carli'a- dano semplicemente la forma generale della
gine tiroidea dalla cricoidea, dall’altra, tap- faringe : e dipendono dallo stalo in che al-
I
pezzare la parte posteriore di quest’ ultima, lora trovano gli organi vicini , dai quali
si

indi rivolgersi sull’orlo della laringe, co- necessariamente dipende la faringe, attaccan-
prire, in tale rivolgimento, le cartilagini ari- dosi ad essi, Nel feto, la faringe ha in
I
tenoidee, i muscoli aritenoidei e i crico-ari- proporzione minor lunghezza che non ne ab-
t tenoidei laterali e le corde vocali, e final- bia nell’ adulto, perocché le aperture nasali
,
58 APPARECCHI DRCLA VITA ORGANICA

j^osteriorisono assai meno alte, atteso il man- porzione della gianduia tiroidea, poscia in
Cdute sviluppo dei seni. 2.^^ La larghezza della parte dalla trachea, dai vasi tiroidei sinistri
faringe è, in proporzione, uguale nel sito in inferiori, e dal muscolo sterno-tiroideo dello
cui corrisponde alle cavità nasali e alla poste- stesso lato. Nel petto, ov’ è contenuto affatto
riore apertura della bocca, le quali presentano dalla posteriore separazione delle due pleure,
un’eguale larghezza correlativa secondo l’età; corrisponde in parte alla trachea, quindi in-
si restringe un po’ più a livello della laringe, teramente al bronco sinistro del quale inter-
meno sviluppala e meno estesa che nell’adul- seca la direzione, poscia alla parte posteriore
to. Tale differenza però riesce a poco ; per- del pericardio e alla base del cuore Poste- —
ciocché, siccome vedemmo, la cartilagine ti- riormente, l’esofago corrisponde da per tutto
roidea è eziandio più aperta all’ indietro, e alla colonna vertebrale ; e ricopre un poco il
solo codesta cartilagine statuisce qui la tra- muscolo lungo del collo dopo la sua prima
sversale estensione della faringe. Ninna deviazione Nel petto , incrocicchia la vena
.

sensibile differenza si offre nell’organizza- azigos là dove questa forma la sua curvatura,
zione intima della faringe del feto. Solo la e corrisponde in fine al canale toracico, nella
porzione muscolare è più pallida e un poco parte la più inferiore dell’arteria aorta. La- —
meno sviluppala, siccome i muscoli della vita teralmente, l’ esofago s’ accosta in alto alle
esterna, de’ cui caratteri quasi interamente vene jugulari e alle arterie carotidi e, dopo :

partecipa. — I movimenti delia faringe soiio il suo deviamento, corrisponde a destra alla
stati esaminati nella Miologia. trachea, a sinistra al nervo ricorrente e alla
carotide primitiva. Nel petto, si avvicina ai
Artìcolo TL polmoni e corrisponde poscia, a sinistra, al-
1’ arteria aorta, incrocicchiandola in basso nel

dell’ esofago passarle che fa sul davanti. La larghezza


dell’esofago è un poco maggiore all’ origine
§. I. Disposizione. Organizzazione e- che nella rimanente estensione di esso e cre- :

sterna. — L’ esofago, condotto muscolare e sce d’assai in quel punto dove si fa questo
membranoso cilindroide, statuisce una diretta condotto continuo coll’esofago. Del resto, os-
comunicazione fra le cavità, onde s’ introdu- servato questo mai sempre nello stato di va-
cono gli alimenti, e quelle ove si operano i cuità, è suscettibile d’ una massima dilatazio-
primi essenziali fenomeni della digestione. ne nel passaggio degli alimenti, e noi non pos-
Ila il suo principio nel collo, verso la quarta siamo determinare esattamente il calibro che
o quinta vertebra cervicale, e la sua termi- —
può acquistare. Considerato nella sua ester-
nazione all’ apertura diaframmatica per la na superficie.^ Vesoiiìgo ci presenta un’aspet-
quale iutroducesì nell’ addome. La dire- — ,

to levigato per quasi tutta


sua estensione
la ;

zione di esso, verticale quando la sì consi- c rossastro, coni’ è, vicino alla propria origi-
deri in totalità, è al sommo notabile per le ne, assume colore assai più bianco dappoi ;

differenze che presenta. Alla sua origine, e circostanza notabile, alla quale ritorneremo
immediatamente sotto la laringe, corrisponde parlando dell’ intima organizzazione del me-
perfettamente alla linea mediana, ed offre la desimo. Alcune strie longitudinali numero-
stessa siraetria dell’ organo al quale tiene die- se, parallele, indicano la disposizione delle
tro; ma, appena oltrepassata la parte infe- fibre muscolari eh’ entrano nella composizio-
riore della laringe, devia notabilmente a de- ne di esso. — La superficie interna., membra-
stra. La quale deviazione s’accresce tino alla nosa, offre una bianchezza che fa singolare
parte inferiore del collo, ove si può disco- contrasto col lieve rossore della faringe e il
prirlo con abbastanza f.icilllà da lato alla tra- rossore vivissimo dello stomaco prova mani- ;

chea, siccome adoperasi nell’ operazione del- festa che la membrana mucosa del condotto
r esofiigotomla. — Penetrando nel petto, l’e- alimentare, senza mutare la propria essenziale
sofago si avvicina un poco alla linea mediana, natura, assume alcuni caratteri variabili se-
rna rimane ancora devialo a sinistra fino al- condo gli organi ai quali successivamente
1’ origine de’ polmonari vasi e alla divisione spetta. Alcune longitudinali ripiegature si os-
de’ bronchi. Qui si riapplica sopra la linea servano costanti sopra questa stessa superfi-
mediana e vi rimane fino alla parte inferiore cie e cui presto vedremo da che procedano.
del petto, per allontanarsene di nuovo a si- —- L’ estremità superiore
;

dell’ esofago si fa
nistra mentre che esce da siffatta cavità. — continua colla faringe e ;
iin restringimento
Numerosissime, a petto dell’ estensione, sono alquanto notabile indica punto di siffatta
il

le correlazioni dell’ esofago e dobbiamo os- l'iunione. —


L’ inferiore., prima ristretta, poi

;

servarle tanto nel collo ebe nel petto. An- ad un tratto molto allargata a mo’ d’ imbuto,
teriormente, 1’ esofiigo corrisponde alla sua o-
rlgine, alla laringe che interamente ha ricopre.
Deviato a sinistra, viene ricoperto da una
continuasi coll’orifizio cardiaco dello stomaco.

sofago è
IL Organizzazione intima. L’e-
composto da due tonache, f una

DELLA niGESTÎOKE 79
esterna muscolare,
nosa.
l’ altra
La tonaca muscolare ne fornia la
interna menibia- sotto della faringe.
numerose
— Le
e ravvicinate per la
fibre longitudinali,
maggiore esten-
porzione solida, ha una grossezza considera- sione dell’ esofago, si espandono e divergono
bile, ed ancor più che nella faringe. Tale gros- notabilmente all’ inferiore estremità di que-
sezza statuisce una manifesta diversità tra le sto, aperta ed allargata. Si scorge assai facil-
due prime porzioni del tubo alimentare, e mente la disposizione loro distendendo, per
quella eh’ è contenuta sul basso ventre. Nello mezzo dell’ aria, ad un tempo lo stomaco e
stomaco e negli intestini, noi troveremo in r esofago. Divergenti in modo, che lascino tra
fatti sottilissima la porzione muscolosa, e de- sè parecchi spazi puramente membranosi, si
gna del nome assegnatole di membrana. Per prolungano sullo stomaco, del quale concor-
lo contrario non possiamo dire la membra- rono a farmare la tonaca muscolare, portan-
na muscolosa della faringe e delP esofa- dosi spezialmente verso la piccola curvatura,
go senza confondere tutte le idee ricevute come vedremo di nuovo nel seguente artico-
intorno la significazione della parola mem- lo. Le fibre trasversali cessano affatto a livello
brana.^ che non è esatto applicare ad alcune dello stomaco, nè punto si continuano sopra
parti dotate di una grossezza pervenuta a cer- di questo. La membrana mucosa dell’ e-
to segno. Codesta prima membrana è sofago, sottile e tenue, presenta, come dicem-
formata da due ordini une sone
di fibre ;
le mo, un aspetto biancastro, pel quale distin-
trasversali, le altre longitudinali. Le prime guesi sì dalla faringe, e sì dallo stomaco. Au-
sono manifestissime; ed esistono anzi sole al- mentasi questa bianchezza verso l’estremila
r origine dell’ esofago, immediatamente al inferiore dilatata, cioè presso il luogo dove
dissotto della faringe ma tostamente appa-
;
dee dileguarsi. —
Nella propria superficie in-
riscono le seconde, che sono poi le solo che si feriore presenta la membrana, quando è va-
palesino al di fuori del condotto per tutta la cuo il condotto, alcune pieghe longitudinali
rimanente estensione di questo. Rimovendole, più o meno moltiplicate. Le quali pieghe di-
si trova sotto alle medesime le fibre trasver- pendono dall’ineguale contrattilità delie due
sali,che sono poche. E tutto ciò dimostra che tonache costituenti l’esofago, essendo la mem-
le fibre longitudinali non hanno il loro co- branosa costretta dalla muscolare a dover se-
minciamento coll’esofago, e che quest’orga- guire tutti i movimenti che le comunica
no, suscettibile com’ è d’ogni parte di restin- Quindi la direzione di tali pieghe riesce ne-
gersi , non può raccorciarsi ugualmente in cessariamente perpendicolare a rjuella delle
tutti i suoi punti. — La disposizione e il colore fibre da cui derivano, che vale un dire che le
di tali fibre non sono per tutto uguali. Verso pieghe longitudinali sono prodotte dalla con-
1

origine, le fibre trasversali, le sole che esi- trazione delle fibre trasversali, e che le fibre
stano, sono disposte ancora in piccoli fasci longitudinali deggiono produrre delle pieghe
distinti, separati gli uni dagli altri mediante trasversali. Per qual ragione poi noii ci ven-
alcuni strati cellulosi sottili, alla guisa^ de’mu- gono mai trovate nel cadavere codeste pieghe
scoli della vita esterna, a’ quali pure somi- trasversali ? La ragione consiste in questo che
gliano nel colore rossissimo. Perlo contrario, l’esofago, fissalo superiormente dalla faringe,
in lutto il rimanente condotto, le fibre, così in basso dallo stomaco, non si contrae che i-
longitudinali come trasversali, sono strette le stanfaneamente secondo la propria lunghezza,
line contro le altre, senza manifesto tessuto e solo in quel mentre eh’ è attraversato dagli
cellulare intermedio, sì che mostrano forma- alimenti. In altro tempo, le fibre longitudina-
re un corpo continuo. Il loro rossore smi- le di esso, fissate alle loro due estremità, non
nuisce d’assai, sovente pure appariscono as- possono ubbidire a codesta contrattilità per
solutamente bianche Le quali due ultime
. mancanza d’estensione che osservasi, d’ altro
differenze sono degne di singolare osserva- lato, negli organi cavi. Per lo contrario, le
zione. Veggiamo qui in vero le fibre pre- fibre trasversali, distese solo durante il pas-
sentare dapprima i caratteri propri ai musco- saggio delle sostanze alimentari, sono, in ogni
li della vita esteriore, là dove P esofago è altra circostanza, prive di qualunque sorta di
sottoposto ancora almeno in parte alla vo- antagonismo ritornano adunque sopra sè
:

lontà, quindi i caratteri dei muscoli organi- stesse in modo


che T esofago è abitualmente
ci là dove la influenza della volontà è del tutto ristretto quando più non se ne esercitano le
cessata. —
- La distinzione che noi facciamo fu funzioni. Chi potesse, durante la deglutizione,
sentita o almeno scorta dagli antichi ; percioc- osservare l’esofago, troverebbe indubitata-
ché, quantunque avessero i medesimi ricono- mente nell’ medesimo le
interna superficie del
sciuto alcune fibre muscolari per tutta la e- pieghe trasversali di che abbiamo tenuta pa-
stensione dell’ esofago , hanno assegnalo la rola. La membrana mucosa corrisponde,
speziale denominazione di muscolo esofageo esteriormente, alla tonaca muscolare, dalla
a quell’ apparecchio di fibre trasversali che quale è separata mediante uno scarso tessuto
circonda il condotto immcdialameiile al di- celluloso. Parecchi anatomici hanno asserito
8o ÀVPARECCtìt della vita organica

'i^iver trovalo, la questo tessuto, alcuae glan- poco rileva che tale contrazione abbia il suo
dule mucose che deaomiaarouo esofagee: nè principio presso la faringe o presso lo stoma-
ai Bichat nè a me è mai incontrato di poter co, dappoiché operando ad un tempo tutte le

assicurarci della loro esistenza. » L esofago fibre ne risulterà sempre lo stesso effetto, cioè
riceve moltissimi vasi. Le arterie le derivano, il generale raccorciamento dell’ esofago. Per
in alto, principalmente dalle tiroidee inferio- lo contrario, è assai rilevante che le fibre tra-
ri nel petto glie ne somministra immediata-
:
sversali comincino a contrarsi in un punto
mente r aorta. In basso, alla sua imboccatura più presto che in altro, dipendendo dall’ordi-
collo stomaco, riceve numerosi rami dalle dia- ne progressivo del loro movimento il tragitto
frammatiche inferiori, e spezialmente dalla delle sostanze alimentari verso l’ insù o verso
coronaria stomatica. 1 nervi delb esofago » l’ ingiù. Se prima operino le fibre superiori,

derivano in parte del cervello, in parte dai gli alimenti saranno spinti verso lo stomaco ;
rami. Oltre i rami isolati che riceve, fìno.dal- e avverrà la deglutizione ; se la contrazione
la sua origine, dai nervi vaghi, parecchi pure incominci presso lo stomaco, -gli alimenti ri-
ne ha dai plessi polmonari formati, nel petto, saliranno verso la faringe, e avverrà il vomi-
da que’ medesimi nervi, che si rivolgono fì- to. Quindi non mai all’azione delle fibre lon-
nalmente ambedue intorno di esso per aver gitudinali vogliono attribuirsi ì fenomeni im-
termine nello stomaco. Da altro lato, alcuni mediati della deglutizione o del vomito ; ma
numerosi rami, forniti o dai gangli toracici sempre all’ azione delle fibre trasversali che
o dai nervi cardiaci, formano dattorno all’ e- favoriscono o questo, o quella, secondo 1’ or-
sofago un plesso considerabile che lo involge dine col quale fanno la loro contrazione.
e lo accompagna sino alla terminazione infe-
riore di esso. —
Non presenta T esofageo nin- Articolo III.
na dllferenza notabile secondo le età, trovan-
dosi, in proporzione, tanto sviluppato nel DELLO STOMACO
bambino che nell’ adulto lo che dipende :

dalla natura di quelle funzioni cui deve adem- Disposizione. Organizzazione e-


§. I.
piere. sterna. — Lo stomaco, cb’ è il primo e più
§. III. F'anziani delV
esofago. L’eso- — essenziale organo della digestione, occupa la
fago è destinato a trasmettere nello stomaco parte superiore del basso ventre, e si estende
quegli alimenti che ha ricevuto dalla laringe ; dall’ipocondrio sinistro, che quasi interamen-
al quale scopo sono appunto tutti diretti, nel- te riempie, fino all’epigastrio dove finisce.
lo stato naturale, suoi movimenti. Median-
i Limitalo in alto dal diaframma e dal fegato,
te la contrazione delle sue fibre longitudinali, in basso dal colon e dal meso-colon trasver-
si raccorcia e si ritira, per qualche guisa, so- so, corrisponde sul davanti alle false coste,
pra le sostaiiize, sicché ne giova la progressio- e spesso in parte alle pareti addominali. Non
ne e col movimento delle circolari sue fibre,
: si può, del rimanente, assegnargli de’ precisi

si rinserra, e impicolisce così il calibro della confini, tanto è suscettibile il volume di esso
sua cavità ciò che impedisce che possano gli
: di variare.Nascosto quasi del tutto nell’ipo-
alimenti rimanere un pezzo, nel suo interno, condrio, allorché non va disteso da alcuna
allo stesso posto. Il primo di questi movimen- sostanza alimentare, forma una protuberanza
ti è sempre generale, vale dire, tutte le fibre più o meno notabile, nel suo stato di ripie-
longitudinali devono contrarsi ad un tempo nezza, sotto le coste. Lo si è veduto, per ef-
per diminuire la lunghezza del condotto. Il fetto d’ una straordinaria distensione, pro-
secondo , al contrario è sempre progressi- , lungarsi assai da luiige nella cavità addomi-
vo che se le fibre trasversali si contraesse-
:
nale, per infiuo alla regione iliaca sinistra.
ro tutto ad un tratto, manifestamente im- — -
forma ricurva dello stomaco 1’ ha fat-
possibile ne riuscirebbe la deglutizione. Ma to paragonare con sufficiente esattezza ad u-
gli anelli, che costituiscono quest’ ultime fi- na cornamusa. 11 maff^iore diametro di esso
bre, deggiono successivamente rinserrarsi a è trasversale ;
il piccolo, ch’è diretto da alto
CIÒ che sostanze sieno costrette di passa-
le in basso, diminuisce progressivamente dal-
re, per tal modo, dall’ angusto luogo che oc- l’ ipocondrio, dove ha la sua maggiore esten-
cupano ad uno più largo che è al di là di epigastrio, ov’ è della massima
questo. —
Dall’ addotta differenza, nel mo-

sione, fimo
ristrettezza.
all’

Le due estremità, molto più an-


do onde si esercita il movimenro ilei due or- guste che il corpo, si dirigono in alto e al-
chni delle fibre esofagee, e negli effetti die l’ indietro. — La direzione dello stomaco è
ne risultano, possiamo derivare una conse- generalmente trasversa. Presenta per altro
guenza importante rispetto due fenomeni ai sempre una certa obbliquitàda alto in basso,
della deglutizione e del vomito. Nell’uno e da sinistra a destra e dall’ indietro all’innan-
nell’ altro, sempre uguale è il modo onde si zi. Così Pestremità destra è un poco più bas-
contraggono le fibre lougitudiuali, o almeno sa e più anteriore che la sinistra posto però :
DELLA BIBESilOHii 8t
che Io stomaco sia in uno sfato <li vacuità. pensamento è che lo .romaco, quando lo si
Perchè quando è pieno, obbliquità di cui
1’ gonfi d’ aria nel cadavere, tostamente
parlo aumenta considerabilmente, anzi lo sto- quell’ orizzontale posizione di «qì sJ parla.
maco sembra quasi perpendicolare in manie- Ma le pareti dell’ addome sono in tateaso a-
ra che l’estremità destra, la cui situazione è perte, nè presentano alcuna resistènza a\ vi-
invariabile, si trova molto incurvata in alto scere, lo che muta in gran parte il naturai
e costituisce un angolo assai acuto col corpo modo di ddatazione. In ogni caso, la faccia
dell’ organo. Della qual cosa facile è assicu- anteriore dello stomaco corrisponde, in parte
rarsi distendendo lo stomaco per mezzo del- al lobo sinistro del fegato, in parte al dia-
r aria spintavi per la via dell’ esofa go. 11 — framma e alle false coste. Nello sfato di ri-
volume dello stomaco è suscettibile, siccome pienezza corrisponde, oltre a ciò, la mede-
abbiamo già notato, di quasi infinite diver- sima, e per una più o meno considerabile
sità, procedenti sempre o dalla più o meno estensione, alle addominali pareti. Sempre la
distensione sostenuta da quest’ organo per direzione di essa è più o meno obbliqua al-
le sostanze alimentari introdottevisi, o dalia 1 innanzi e all’ ingiù. —
- La faccia posteriore,
più o meno considerabile contrattilità della più appianala e offerente la medesima ob-
muscolare tonaca del medesimo. La prima bliquilà, non mula mai le
sue immediate at-
delle quali cagioni ha sovra tutto influenza tinenze. Sempre è nascosa
del tutto nella po-
sulle diversità che si osservano negl’ indivi- steriore cavità degli omenti, e poggia sul-
dui così 1’ abitudine ad un’ astinenza severa
; la parte superiore del meso-coloii trasverso.
e quella ad abbondevoli pasti indurranno, Quando si dilati Io stomaco, codesta fàccia
r una il rinserramento, 1’ altra una conside- prolungasi un poco sulla porzione trasversale
rabile dilatazione. La seconda cagione poi del colon ; e, per quantunque mutazione pos-
particolarmente influisce sopra le variazioni sa sostenere, trascina inevitabilmente con sè
che derivano dall’età: così, ne’ bambini in il colon ed il meso-colon, ai quali sla attac-
cui più gagliarda è la contrattilità, lo stoma- cata mediante le ripiegature del peritoneo.
co presenta le più delle volte un volume pro- — Codeste due superficie dello stomaco sono
porzionale assai piccolo, mentre che , negli lìsciee levigale siccome tutta la parte inter-
adulti, il volume è d’ordinario assai maggio- na della cavila peritoneale alla quale corris-
re. Le dette due cagioni, invero, si trovano pondono. colore biancastro è di frequente
11

di frequente riunite; perocché la contrattili- interrotto dalle anastomosi numerose delle


tà è tanto minore quanto più spesso fu con- arterie gastriche che si ramificano sopra di
trastata dalla presenza delle sostanze che di- quelle. —
Si denominano margini o cur-
latano, e si può piuttosto ragionevolmente vature dello stomaco que’ luoghi ne’ quali
che no attribuire 1’ abituale restringimento si riuniscono le due facce. La grande cur-
dello stomaco ne bambini alle poche dilata- vatura convessa dà terminazione allo stoma-
zioni che questi hanno dovuto sostenere. Ma co inferiormente all’ innanzi , misura tutta
intorno a questo putito torneremo in parlan- quanta la lunghezza di codesto organo da u-
do dell’intima organizzazione. —
Si conside- no de’ suoi Orifizi per infino all’altro. Nello
rano nello stomaco due superficie, l’una ester- stato di vacuità non corrisponde che al me-
na, interna 1’ altra. —
La superficie ester- so-colon trasverso quello di ripienezza
;
in
na si può, data la forma ricurva e legger- s’inoltra più omeno sopra il colon medesimo.
mente appianata dello stomaco distinguere
,
Il peritoneo non è applicato immediatamente

in due facce, due margini o curvature, e due sopra di essa, a meno che lo stomaco non sia
estremità. — La faccia anteriore è la più con- fortemente disteso e le due lamine, che han-
;

"vessa e ne diversifica un poco la posizione, no coperto le fàcce anteriore e posteriore,


secondo gli stati in che si trova di pienezza lasciano tra sè e lo stomaco , per tutta la
o di vacuità, meno però che d’ordinario non lunghezza della maggior curvatura, uno spa-
credasi: perciocché lo stomaco, rattenuto sem- zio triangolare manifestissimo avanti che si
pre sul davanti dalle pareti addominali, è co- riuniscano per recarsi all’omento. Appun-
stretto, quando dilatasi, di prolungarsi al- to ad uno spazio siffatto corrispondono la
l’ ingiù in direzione del suo minore diametro, arterie gastro-epiploiche destra e sinistra, li
nè può quella direzione orizzontale assume- cui tronchi, che camminano secondo la lun-
re la quale, secondo i più anatomisti, rende ghezza della curvatura mandano alle due
,

Superiore la faccia ch’era prima anteriore. facce dello stomaco le numerose loro dira-
Lgli è naturale, infatti, che la dilatazione si mazioni. l’ali arterie sono circondate da al-
operi da quella banda ov’ è minore la resi- cune giandule linfàtiche più o méno nu-
stenza, nè si può ammettere che Io stomaco, merose. Ma all’ importantissima disposizione
anzi che estendersi nella cavità libera dell’ad- che presentano a questo luogo il peritoneo e i

dome, innalzi le pareti addominali che lo com- vasi, ritorneremo quando tratteremo dell’or-
primono. Ciò eh’ ha portalo gli autori a quel ganizzazione intima dello stomaco. A de-
Elìdei. Med. T, 11. 1 i
AftECCHl UliLLA VITA OR&ÂWlCA
Sa
tura sempîice-
finisce toneo, quelle fibre divergenti che dall’ esofa-
la maggior cur^^*;' -
sira.
11 ’ ’fi-rjo oilorico senza
ce
ofiferire niu- go vanno stomaco. Ed appunto intorno
allo
10 stesso cardia i due cordoni stomatici, ulti-
r
L
cl
eod^^to
par“Sola^ef tranne P
angolo
orifizio pilorico, che
forotato
chiamasi il me estremità dei nervi vaghi, si rivolgono per
quantunque non recarsi allo stomaco dove terminano, 11 cardia
„ir.olo fondo di sacco ,
particolare protuberanza, e corrisponde, anteriormente, ad una parte del
^^bbiaci qui niuna
si trovi precisamente
nella dire- lobo destro del fegato, posterior.mente, alla
tale angolo
sinistra invece la mag- parte laterale sinistra anteriore delia colonna
zione del piloro. Ma a
un’elevatezza con- vertebrale, a destra, al lobo dello Spigelio.
gior curvatura finisce con
siderabile che si denomina
d’ordinario Wgran 11 piloro dà, alla parie destra, terminazione

che non corri- allo stomaco, occupa 1’ epigastrio, e si trova


fondo di sacco: elevatezza,
sponde all’orifizio cardiaco, ned’ è posta nella un poco più in basso e più all’ innanzi del car-
direzione di questo, ma vi si trova al disotto
dia. Formalo dall’ insensibile diminuzione
e prolunga nell’ ipocondrio, empiendone
si
dello stomaco, e posto nella direzione di am-
una gran parte. Ed essa appunto fornisce, in bedue curvature, è più lungo che l’apertu-
le

gran parte, allo stomaco la naturale sua lun- ra cardiaca, ma meno esattamente circoscritto.
ghezza che oltrepassa d’ assai l’ intervallo tra D’ordinario si vuole che incominci là dove lo
i due orifizi. —
Il gran fondo di sacco cor- stomaco, ristrettissimo, costituisce ad un trat-
to sopra sè stesso un notabile angolo, massi-
risponde alla metà anteriore della faccia in-
terna della milza, alla quale si attacca median- me quand’ è ripieno. Indi il piloro ascende
teuna ripiegatura del peritoneo dove si tro- verso l’ indietro, e un poco a destra, fino al-
vano i vasi brevi dell’ arteria splenica. Code- 1’unione delle due scissure del fegato e a li-
sta ripiegatura peritoneale formata dalleè vello del collo della cistifellea. Qui ha la pro-
due lamine che hanno tappezzato le facce dello pria terminazione mediante uno stringimento
stomaco, e che lasciano tra sè, nel recarsi alla circolare assai notabile che corrisponde alla
milza, uno spazio triangolare somigliante a valvola del piloro, xippunlo in questo restrin-
quello del rimanente della gran curvatura. Co- gimento è il termine dello stomaco oltre a :

desto spazio, ove lo stomaco è privo del peri- questo ha principio il duodeno. Corrispon- —
toneo, riesce assai più vicino alla faccia poste- de il piloro, in alto e all’ innanzi, al fegato, in
riore che all’anteriore.-T/a piccola curvatura^ basso al paneras, a destra, alla vescichetta de!
conca va, limita lo stomaco in altoeall’indietro, fiele, all’ indietro, all’arteria gastro-epiploica
c corrisponde alla maggiore scissura del fega- destra. Sopra di esso, i rami dell’arteria pilori-
to, massime al lobo dello Spigelio. Si estende ca anastomizzano con quelli della coronaria
si
dall’orifizio pilorico al lato destro del cardia- stomatica. Sovente lo si trova nel cadavere
co, di maniera che gran fondo di sacco gli
il colorito dalla bile che trasudò altra^verso le
è assolutamente estraneo e non ne concorre pareli 'della vescichetta, il quale fenomeno,
punto alla formazione. È la detta curvatura, siccome è noto, non succede nello stato di
al pari che la grande, priva del peritoneo, la- vita. —
La superficie interna dello stomaco
sciando le due lamine eh’ hanno tappezzato lo appartiene alla membrana mucosa la forma ;

stomaco, tra sè, uno spazio triangolare, avan- di essa corrisponde a quella dell’ esterna ma ;
ti che si riuniscono per costituire 1’
omento i pochi oggetti che presenta ci astiene dal
gastro-epatico che va a terminare ai due mar- farne le medesime suddivisioni. colore è,
Il
gini della scissura del fegato. Appunto
in co- in generale, rossastro, ma in diversi punti va-
desto spazio si trova r arteria coronaria
sto- riabilissimo ;
e presenta più spesso un aspetto
machica, che tiene tutta la lunghezza
della pic- come marmoreo. Alcune numerose villosità
cola curvatura. —-Le due estremità dello sto- coprono codesta superficie, e le forniscono
maco si distinguono in sinistra e in destra
quel certochè di vellutato che trovasi in tut-
sotto il nome
di cardia e di piloro. 11 car- to il resto del condotto alimentare. Per tali
dia dà terminazione, nel sinistro
lato alla due caratteri, la membrana interna dello sto-
piccola curvatura, e si trova
alla destra del maco è assolutamente diversa da quella del-
gran fondo di sacco, talché corrisponde
al- l’ esolago, cb’ è biancastra e liscia perjnfino
Î incirca, all unione dei due terzi destri
del all’ orifìzio cardiaco, ove mutasi ad un tratto
lo sloraaco col tei-7.o sinistro.
Qui io stomaco continuandosi nello stomaco. Ecco quanto di
continuasi coll esofago, o piuttosto
riceve sif- notabile presenti un orifizio siffatto, che, d’al-
fatto condotto, che sembra
essergli estraneo tro lato, è costantemente libero e aperto, e
c apresj perpendicolarmente
nella cavità di sembra per tal guisa favorevolmente disposto
quello, immediatamente al di
sotto dell' arie- per lasciar libero agli alimenti tanto 1’ ascen-
na diaframmatica. Il cardia
è attorniato da
rami arteriosi
dere ohe il discendere. Non vuol dirsi lo
moUiplici che l’arteria
corona- stesso dell’ orifizio pilorico nel quale, allo
ria stomatica gl’ invia ,
presso la sua ovit^iue
e 51 scorgono sopra di esso,

stringimento che abbiamo osservato esterior-
attraverso mente, COI risponde internamente un orlo cir
DELLA DIGESTIONE
toliireappianalo, cui venne assegnato, quan- alle sue due membrane proprie, non s’attacea
tunque impropriamente, il nome di valvola. per nulla al peritoneo e non ne va che acci-
Codesl’orlo, situato perpendicolarmente sul- dentalmente ricoperto. Dilatandosi, lo stoma-
le pareli dell’ orifizio, corrisponde, con una co si prolunga in codesti spazi triangolari e
delle sue facce, alla cavità dello stomaco, col- si copre così d’ una porzione maggiore
del
!’altra a quella del duodeno. La maggiore peritoneo. Restringendosi, abbandona cotali
periferia del medesimo, grossa, è attaccala spazi e si spoglia d’una siffatta porzione peri-
alle pareti ;
la piccola più sottile d’ assai, toneale eccedente che aveva acquistato. Ap-
,

libera e ondeggiante nell’orifizio, lascia nel punto in tale stato di vacuila dello stomaco
suo mezzo un’apertura stretta per la quale può agevolmente venir misurata, per mezzo
deggiono gli alimenti uscire dallo stomaco. La della semplice ispezione, la estensione di co-
quale apertura rotondata, non e chiusa in desti spazi. Basti a ciò l’osservare siccome le ar-
niuna circostanza e, per qualunque verso le
;
terie coronaria stomatica e gastro-epiploicbe si
sostanze operino sopra la valvola, non posso- trovino allontanate dallo stomaco perocché :

no desse attraversarla giammai. Adunque non siffatti vascolari tronchi, che scorrono lungo le
è tacile scorgersi qual sia 1’ uso della valvola due curvature, corrispondono sempre al luo-
pilovica, dappoiché non s’oppone dessa per go in cui le due lamine peritoneali si riuni-
nulla alritorno degli alimenti contenuti en- scono dopo formato lo spazio triangolare di
tro il duodeno. Pare che, nel reslingere l’o- che parliamo. Lo stomaco adunque nel con-
rifizio, sia destinata a favorire la compiuta traisi e nelloabbandonare questo spazio, si al-
chiusura dello stomaco quando contraesi du- lontana di necessità dal tronco arterioso, che
rante la digestione. La valvola pilorica è sembra allora appartenere all’ omento dila- :

formata essenzialmente d’ una sostanza fibro- tandosi vi si accosta, e cotale tronco sembra
sa, solida, biancastra, aderente al denso tes- allora immediatamente applicato sulla curva-
suto frapposto alle membrane mucosa e mu- tura stomatica. Di tutte le quali cose è a-
scolare. Si scorge benissimo codesta sostanza gevole assicurarsi mediante la esperienza che
fib rosa nel sollevare la mucosa membrana che segue. Osservisi sopra un cadavere lo stoma-
sopra di essa rivolgasi , e che si considera co ristrettissimo sopra sé stesso, e ridotto al
<!’ ordinario come la sola che costituisce la minor possibile volume, e vedrassi le arterie
valvola. gastro-epiploicbe molto allontanate dalla gran-
§. IL Organizzazione
intima. Lo sto- — de curvatura. Distendasi progressivamente Io»
maco è formato essenzialmente da tre mem- stomaco per mezzo dell’aria, e vedrassi siffatto
brane o tonache: la prima sierosa, la seconda organo introdursi tra le due lamine dell’ o-
muscolare, la terza mucosa, hdiHonaca sie- raenfo, e avvicinarsi ai vasi che tostamente»
rosa., formata dal peritoneo, non ispelta pro- quando la distensione sarà spinta all’ ultima
priamente allo stomaco, tuttoché abbia una grado, si troveranno sovr’ esso applicati. Ma
parte essenziale nella struttura di esso. Pro- siccome la faccia anteriore dello stomaco
lungata, da tutte parti, sopra siffatto organo, sempre presta alla distensione assai
libera, si

può, in parecchi luoghi, istantaneamente ab- più che la posteriore, ritenuta sempre dalla
bandonarlo quando si contrae, ritornar sopra posteriore parte della cavità peritoneale, così
di esso allorché questo dilatasi, presentare, in ì vasi si ravvicineranno un poco più alla det-
una parola, rispetto ad esso una vera locomo- ta faccia posteriore, nè occuperanno il giusto
zione analoga a quella della pelle sugli este- mezzo della gran curvatura. —
La stessa con-
riori muscoli. Tale è la principale idea che siderazione dovrà essere fatta, nella stessa cir-
dobbiamo formarci di siffatta prima tonaca : costanza, per rispetto alla milza. Allontanata
e dimostrano
lo evidentemente le dissezioni dallo stomaco vuoto, si applicherà questa im-
e l’ispezione. —
Si veggono due lamine peri- mediatamente sul gran fondo di sacco che
toneali staccarsi dai margini della scissura forma quest’ organo, quand’ è dilatato, a di-
trasversale del fegato, riunirsi insieme per re- spendio della ripiegatura peritoneale eh’ esso
carsi alla picciola curvatura dello stomaco le invia. La stessa cosa avviene nella piccola
colla denominazione di omento gastro-epa- curvatura riguardo all’ omento gastro-epati-
tico., separarsi 1’ una dall’altra a livello della co. —Così lo stomaco è circondato, in tutto il
curvatura an zidetta per recarsi a coprire le suo margine, da uno spazio peritoneale libero
facce anteriore e posteriore dell’ organo, che circoscritto dai vasi, nel quale spazio e’ può
abbandonano, presso la maggior curvatura, prolungarsi quando aumenti in ampiezza, ab-
per riunirsi di bel nuovo, e formare ante- bandonandolo allora che, scemato in volume,
riormente e alla destra il grande omento, a si- ha come bisogno d’ una minor porzione di
nistra la ripiegatura splenica. Ad ogni curva- peritoneo che gli faccia involucro. Codesta —
tura, mssime alla grande, tali due lamine, se- disposizione è in relazione alla poca estendibi-
parate 1’ una dall’ altra, lasciano tra sé uno lità del tessuto sieroso a paragone della moltis-
spazio triangolare dove lo stomaco, ridotto sima che ne possedè i! tessuto muscolare, Qui
APPARKCCHI DELLA VITA ORGANICA
84
qi;iesti concorrono a formare ii
(lue tessuti te qui invece osserviamo tutti i sistemi com-
:

medesimo organo, il quale deve interamente ponenti r organo digestivo presentare una
dilatarsi* era uopo quindi die ciascliedun tes- quasi assoluta ineguaglianza nella grossezza,
suto concorresse, alla sua foggia, a siffatta dila- e solo differire tra sè per la struttura e per
tazione. Il muscolare n’ è T essenziale potenza le proprietà. —
Il colore della tonaca musco-

operatrice ÿ lo sieroso, meno estendibile, vi si lare è sempre biancastro, e non mai rosso

presta a cagione degli spazi vuoti che offre. come nei muscoli della vita esterna ; secon-
— Del resto è facile il persuadersi che il tes- do carattere che si rinviene per tutto quan-
suto sieroso non vada sì scarso estendibi- to 1’ intestinale condotto. Si può rammen-
lità propria come talvolta venne affermato ; tare qui che il color rosso , notabilissimo
perciocché, i.° il peritoneo cessa di essere nei muscoli della faringe , osservasi ancora
aderente allo stomaco solo dappresso alle due al principio dell’ esofago , e viene progres-

curvature: è unito intimamente al raeJesimo sivamente cessando nel resto del canale^ di
nelle sue due facce anteriore e posteriore, nè modo che i sistemi muscolari esterno ed in-
può venirne separato che per mezzo d’ una terno, sì diversi nelle loro proprietà, si le-
difficilissima dissezione. 2 .^ Gli spazi trian- gano vicendevolmente e succedono insensi-
golari peritoneali, che circondano lo stomaco, bilmente 1’ uno all’altro sull’ apparecchio di-
non si estendono che fino ai vasi. Quando gestivo. — Da due ordini di fibre è formata
adunque stomaco , dilatandosi, si ritrovi
lo la tonaca muscolare le une, longitudinali,
:

ad immediato contatto coi vasi, a nulla rie- seguono il maggior diametro dello stomaco ;
sce tutta la libertà che può derivargli dagli le altre, circolari,, occupano il piccolo. Le pri-
anzidetti spazi, alla dilatazione. Ora è certo me sono meno moltiplicale e meno uniforme-
che il grado di dilatazione, di che è suscet- mente sparse nè spettano propriamente allo
:

tibile lo stomaco, è infinito, e ne abbiamo la stomaco, ma all’esofago, dove traggono tutte


prova in que’ casi straordinari ne’ quali riem- la loro origine: e qui si discernono assai ma-
piva siffatto organo tutta quanta la cavità ad- nifeste allorché dopo aver disteso coll’ aria
dominale. Allora il peritoneo aveva sostenuta r esofago e lo stomaco insieme, si levi con
indubitatamente una vera distensione, nè può cautela la tonaca sierosa intorno 1' orifizio
dirsi che lo stomaco se ne fosse rivestito a cardiaco. Si veggono allora le fibre esofagee
dispendio delle altre viscere, perocché tulle divergere notabilmente fra sè sopra tale ori-
queste n’ erano ricoperte siccome nello stalo fizio , e dividersi in più fasci distinti. Dei
ordinario. —
Presenta il peritoneo sopra lo quali i più considerabili vanno alla piccola
stomaco que’ medesimi caratteri che in tulle curvatura prolungandosi fino al piloro. Altre
le altre parti dell’addome. Bianco e liscio, discendono sopra il gran fondo di sacco e
viene esteriormente irrorato dal fluido sie- seguono la maggior curvatura per tutta quan-
roso ch’esala. Eriunito alla tonaca muscolare ta 1’ estensione di essa. Finalmente alcune fi-
mediante un cellulare tessuto alquanto stipa- bre rare e disperse si portano sulle due facce
to e, come trasparente che è, concede che si
: esteriori, nè possono essere seguile ad una
possano discernere, attraverso di sè, le nume- gran distanza e queste intersecano più o
rose anastomosi dei vasi stomatici. 2 .° La — ;

meno obbliquaraente la direzione delle fibre


tonaca muscolare forma la porzione solida circolari. —
Tali sono le fibre circolari spet-
dello stomaco, e vuole essere in qualche guisa tanti propriamente allo stomaco. Poco nu-
considerata come la dominatrice delle altre, merose all’orifizio cardiaco, divengono ma-
spettando ad essa soltanto la contrattilità orga- nifestissime in ogni altra pai^’te dell’organo,
nica sensibile, eh’ è proprietà essenziale dello massime nella parte media e si veggono re- :

stomaco, e dovendo le tonache sierosa e mu- carsi in direzione parallela, dalla piccola alla
cosa prestarsi, ciascheduna alla sua foggia, ai grande curvatura, e continuarsi pure insieme
movimenti che questa eseguisce. La tonaca — • senza che si possa assegnar loro un punto
muscolare ha molta poca grossezza , e può determinato di origine. Un’ osservazione di-
aversi in conto di membrana ; carattere che licata sembra aver dimostrato che la mede-
è ugualmente applicabile a tutto il rimanente sima fibra non fa quasi mai il giro compiuto
intestinale con(Ì.otto, e che statuisce una de- dello stomaco, e che, dopo certo tragitto, si
cisa diversità fra gli orpni destinati a tra- perde nel sottoposto tessuto, succedendole,
smettere nell’ interno gli alimenti, e quei che nella medesima direzione, un’altra fibra.
sono destinati a contenerli per alcun tempo a Così si scorge che le fibre circolari esistono
fine di elaborarli. Abbiamo Veduto, infatti, sopra tutti i punti dello stomaco, meolre le
la faringe e l’ esofago presentare un grossis- fibre longitudinali non esistono principal-
simo apparecchio muscolare formante la prin- mente che sopra le due curvature ;
di ma-
cipal parte dell’uno e dell’ altro condotto, niera che ha un’evidente sproporzione tra
ci
mentre la membrana mucosa non pare ad il novero delle une e quello delle altre. —
altro destinata che a ricoprire internamen- 3.° La tonaca mucosa costituisce f interno
DKLLA DIGESTIONE 85
înlegumenlo dello stomaco. La quale differi- tonaca mucosa e la muscolare, che si trovano
sce, come abbiamo indicato, per molti carat- que’ pìccoli corpi glandulosi notati dal Brun-
teri da quella dell’ esofago, di cui è una vera ner , e riguardati come sorgente del fluido
continuazione. Rossastra per tutta la sua esten- mucoso interno. Si trovano questi quasi uni-
sione, e coperta da \illosilà tenuissime che camente nella lunghezza delle due curvature:
le danno una sembianza di lanuggine, è un altrove non sono osservabili. —
Tutti i vasi
po’ più grossa della membrana esofagea, liscia dello stomaco gli derivano da! tronco celiaco.
e priva di produzioni somiglianti : irrorala L’ arteria coronaria stomatica, e il ramo pi-
da un fluido mucoso abbondantissimo, forma lorico deir arteria epatica, si distribuiscono
questo sopra di essa un vero intonaco abituale. alla sua piccola curvatura. Le arterie gaslro-
— D’ordinario, allorché si apre lo stomaco, epiploicbe destra e sinistra occupano la mag-
si veggono sopra questa membrana molle ri- gior curvatura e il gran fondo di sacco. Tutte
piegature, irregolarmente disposte in tutte le si anastomizzano insieme sulle Iacee anteriore

possibili direzioni. Le quali ripiegature e posteriore dell’ organo. —


Lo stomaco rice-
sono semplicemente accidentali e dipendono, ve i suoi nervi dal cervello e dai gangli. E
come quelle che abbiamo notale nell’ esofa- appunto in esso hanno termine i nervi vaghi,
go, dalle contrazioni della membrana musco- suddividendosi infinitamente per la tonaca
lare che sola può scemare di volume nel suo muscolare. 11 plesso celiaco, divisione del ples-
movimento, mentre la mucosa, priva intera- so solare, gli somministra un gran numero di
mente qual è di contrattilità organica sensi- rami che accompagnano le arterie, e si perdo-
bile, viene tirata dalla precedente. Le ripie- no con queste Ira le tonache,. —
L’ età uoa
gature eh’ essa forma deggiono adunque es- influisce notabilmente sulla conformazione e
sere necessariamente perpendicolari alle fibre sulla struttura dello stomaco. Voluminoso, in
che le producono e se sono irregolari, Io si
;
proporzione, ugualmente tanto nel feto che
deve attribuire all’ essere cotali fibre dispc)ste nell’adulto, sembra che solo tenga nel primo
in tutte le possibili direzioni. Abbiamo vedu- una direzione un poco più obbliqua e quasi
to infatti che molte fibre si portano obliqua- perpendicolare :del rimanente non è questa
mente sopra le due facce esteriori dello sto- ^ì notabile come si ebbe in costume di dire.

maco, mentre la più parte segue la direzione §. III. Funzioni dello stomaco. Ap- —
longitudinale o circolare. Quanto dicem- punto nello stomaco si operano gli essenziali
mo qui, riguardo cagione delle ripiega-
alla lenomeni della digestione, perché appunto
ture della membrana mucosa, è dimostrato nell’ interno di questo le sostanze alimentari,
dalle es[)erienze le più positive. Se aprasi, in di qualunque natura sieno, vengono alterale,
un animale vivente, Io stomaco disteso dagli e ridotte a quello stalo d’omogeneiià eh’
alimenti, non vi si osserva niuna somigliante necessario acciò il chilo sia formato dipoi a
ripiegatura ; ma usciti che sieno gli alimen- dispendio di queste. Non entreremo qui in
ti, lo stomaco si contrae e le pieghe d’ ogni niuna particolarità rispetto a codesti feno-
banda appariscono analoghe nella disposi- meni, la cui disamina spelta ad un trattato di
zione loro alle circonvoluzioni cerebrali. So- Fisiologia; solo daremo un cenno circa i mo-
vente, ne’ cadaveri portati negli anfiteatri, vimenti che sono eseguiti dallo stomaco, e
non si trovano punto siffatte ripiegature, che dipendono immediatamente dalla strut-
perciocché la contrattilità organica sensibile tura anatomica di esso. Sotto a codesto punto
dello stomaco fu in gran parte distrutta dalle di vista, tutta la nostra attenzione dev’ essere
lunghe malattie che antecedettero la morte rivolta alla tonaca muscolare, la sola, come
degl’individui. — Non insisto di più sopra dicemmo , che eseguire possa alcuni sensibili
questo importante fenomeno, che venne già movimenti. Le altre tonache, solo fornite di
minutamente disaminato x\ç\V Anatomia ge- contrattilità insensibile, seguono, ciascuna alla
nerale. Solo mi stringerò ad osservare, che sua maniera, l’ injpiilso eh’ è loro impres-
lo stomaco non presenta nella sua membrana so da siffatta porzione essenziale alla forma-
mucosa quelle costanti ripiegature che dipen- zione dell’ organo. La sierosa abbandona in
dono dalla struttura organica, e si osservano parte lo stomaco contratto e si spiega so-
negl’intestini, ove portano il nome di valvole pra lo stomaco dilatalo ; mentre che la mu-
conniventi. — La tonaca mucosa è unita alla cosa, la iquale non si trova in relazione di
muscolare per mezzo d’un tessuto intermedia- larghezza che collo stomaco dilatato, è co-
rio denso, biancastro, de! quale gli anatomici quando lo stomaco è sce-
stretta di ripiegarsi
hanno fatto una quarta membrana, che si é mato in volume. La tonaca muscolare è su-
denominata nervosa., quantunque non abbiasi scettibile di movimenti per lutti versi e ini

niuna prova che le ^l convenga un tal nome. tutte le direzioni, attesa la disposizione delle
Poco si conosce la struttura di siffatto tessuto, iibie che la compongono. Ma la più parte
che, {> prima giunta, parrebbe doversi ascri- delle anzidette fibre è disposta secondo la
vere al sistema fibroso. —
Ed é pure, tra la direzione longitudinale e circolare, viene a
APPARECCHI DELLA VITA ORGANICA

dire del grande e del piccolo diametro del- stomaco nè le altre parti del condotto intesti-
movimenti dello sto- nale, lo che permette di più esattamente in-
i’ organo. I principali
maco si operano adunque per due versi sol- dicarne le vere attinenze. —
Superiormente,
tanto, cioè per quello deila lunghezza e per corrisponde il duodeno al fegato e ad una
quello delia larghezza. Ma ne risultano alcuni parte del collo della cistifellea ; inferiormente,
eifelti tutti diversi. Quando si contragga- è limitato dalla lamina inferiore del meso-co-
no le libre longitudinali, ci ha sempre movi- lon ;
anteriormente, corrisponde alla supe-
mento di tutto io stomaco le cui esf remità
;
rior lamina di questa stessa ripiegatura, e, me-
cardiaca e pilorica si avvicinano T una alTal- diatamente, alla faccia posteriore dello stoma-
tra ;
rimanendone perfettamente liberi gli co; posteriormente, alla parte anteriore e alla
orifizi. Da tale fenomeno adunque dipende destra laterale della vertebrale colonna, dond’è
inleramenle la progressione della sostanza separato dalia vena cava, dall’ aorta e dal de-
alimentare ohe n’ è giovala. 2 .° Non è lo stes- stro pilastro del diaframma. 11 duodeno,

so della contrazione delle fibre circolari, che meno volarainoso, com’ è, dello stomaco, lo è
può avvenire, ad un tratto, in tatto quanto assai più della lunga porzione intestinale che
l’organo, o successivamente nelle sue parti lo segue e può agevolmente acquistare una
;

diverse. Se avviene ad un tratto in tutto considerabile ampiezza, il che dipende dalla


r organo, dee risultarne di necessità perfetta mancanza, in esso, della tonaca sierosa, da-
la otturazione dei due orifizi di esso che sono poi che il peritoneo, come tosto vedremo, non
più stretti della porzione media, e particolar- lo ricopre che sul davanti. Appunto per que-
mente quella dell’orifizio pilorico, di cui la sto suo molto volume gli anatomici hannogli
valvola scema naturalmente la larghezza. Sono assegnalo il nome di secondo ventricolo o di
adunque le sostanze alimentari rinchiuse al- secondo stomaco. —Merita soprattutto di ve-
lora veracemente nello stomaco; e questo è nire considerata la direzione del duodeno.
in fatti primo fenomeno che succeda imme-
il La quale si cangia due volte in modo manife-

diatamente alla deglutizione. Quando, per lo stissimo e questo iie spinge a dover distingue-
contrario, ha luogo la contrazione delle fibre re nell’ intestino tre porzioni o curvature. La
circolari successivamente nei diversi punti prima incomincia al piloro, subito dopo lo
dello stomaco, gli alimenti allora sono obbli- stringimento formato dalla valvola; si rivolge
gati a mutar sede e portarsi nella direzione orizzontalmente all’ indietro e per poco a de-
che loro è impressa da una contrazione siffat- stra, e termina presso il collo della cistifellea,
ta. La qual contrazione, nello stato naturale, formando colla seconda porzione un ango-
succede all’ elaborazione delle sostanze, e in- lo alquanto considerabile. Continuo imme-
comincia verso r orifizio cardiaco e termina diatamente collo stomaco, partecipa questa
all’orifizio pilorico e da ciò dipende il mo-
: prima porzione alla mobilità del medesimo, e
vimento peristaltico, mediante il quale gli ali- sempre è la meno ferma d’infra le tre, percioc-
menti vengono spinti nel duodeno. In islalo ché il peritoneo, per quasi tutta 1’ estensione
di malattia, la contrazione si opera ad epoche di essa, la copre, e l’omento gastro-epatico le
indeterminate, ed ha principio al piloro, e fine si attacca in parte. Sovente, nel cadavere, la si

air orifizio cardiaco, da ciò deriva il movi- trova colorata a giallo dalla bile, al par che il
mento anti-pcristaltico; mediante il quale gli piloro, e per la stessa ragione. —
Incomincia
alimenti ritornano nell’esofago e sono riget- la seconda porzione presso il collo della cisti-
tati al di fuori. fellea, e finisce versola terza vertebra dei lom-
bi. E quasi perpendicolare, un poco obbliqua
per altro all’ ingiù e a sinistra. E ricoperta,
Articolo IV.
sul davanti, dalla lamina superiore del meso-
colon, che non le aderisce veramenie in modo
*
DEL DUODENO considerabile e soltanto le deve il suo rima-
:

nere costantemente fissa al suo posto. Poste-


riormente, corrisponde al lato destro del corpo
Disposizione. O rganizzazione este-
§./. delle vertebre e al rene destro, internamente
riore. —
Il duodeno, che trae d nome dall’ es- al pancreas. La terza porzione non forma
serne valutata d’ordinario la lunghezza a do- verna angolo colla seconda, ma si continua
dici dita trasverse, occupa la parte media pro- per modo insensibile colla medesima verso la
fonda dell’addome, dove si trova nascosto o terza vertebra lombare. Si rivolge trasversa-
dallo stomaco o dalla porzione trasversale mente a sinistra sul davanti della colonna ver-
del colon e dal meso-colon. Applicato sulla tebrale, eh’ essa abbraccia, e termina al dis-
colonna vertebrale, ritenuto sul davanti dal sopra de’ vasi mesenterici superiori, che la
peritoneo, che gli passa sopra senza formargli intersecano anteriormente , e la ritengono.
ninna ripiegatura posteriore, ha una posizio- Rinchiusa, com’è, nella separazione delle due
ne ferma e costante che non presentano nè lo lamine del meso-colon, corrisponde superior-
îîRLLA DIGKSTlOi^E

menle paneras.
al —
- Dielro gii esposti rag- non ricoprendolo il peritoneo, per cosi dire,
guagli si scorge i.® che il duodeno forma
: che accidentalmente, sicché può esserne solle-
una spezie di semicerchio colla convessità alla "Vato con tutta facilità. Quest’involucro peri-
destra, la concavità alla sinistra parte 2 ° che ;
toneale, che lo copre soltanto nella parte an-
le due porzioni inferiori del medesimo sono teriore, lo deve alle due lamine del meso-co-
lesole perfettamente immobili ; 3.° che tro- lon trasverso. La superiore delle quali passa
vasi, tra le curvature di esso, circoscritto il davanti la porzione perpendicolare, si inoltra
pancreas, e limitato in alto, in basso e a destra sopra la metà superiore della porzione tra-
dalle sue tre porzioni. Appunto nel luogo ove si sversale appoggiata in basso alla lamina infe-
unisce la seconda colla terza, trovasi, posterior- riore, e si riunisce, dopo aver abbandonato
mente,l’apertura per la quale i condotti coledo- F intestino, a quest’ ultima, di maniera che la
co epancreatico sboccano nel duodeno. — Sono detta porzione trasversale trovasi rinchiusa
questi li oggetti notabili che F esteriore
soli nella triangolare separazione posteriore del
disamina del duodeno presentaci. La superfì- rneso-colon. — La tonaca muscolare, formata
cie interna di quest’intestino, mucosa, pre- particolarmente di fibre circolari, ninna co-
senta, al pari che quella dello stomaco, un a- sa notabile offre, essendo il colore e la dispo-
spetto rossastro, e lanuginoso ma vi si scor- sizione di tali fibre uguali a quelle dello sto-

;

gono, oltre a ciò, molte ripiegature circolari maco. La tonaca mucosa presenta le nume-
assai ravvicinate le une alle altre, l’ormate rose valvole conniventi di che si è detto è ;

dalla sola, membrana interna, e dipendenti quindi è assai più larga della muscolare, ed e
rlalla primitiva organizzazione, sicché hanno codesta estensione in relazione diretta coll’as-
luogo ugualmente in tutte le condizioni del sorbimento del chilo, che ha principio in tale
duodeno, nè corrispondono punto ai movi- intesino, e vi è attivissimo. La grossezza di
menti della tonaca muscolare, nè si scancelle- siffatta tonaca mucosa è uguale a quella della
rebbero tranne che in una straordinaria ed ec- tonaca simile dello stomaco, della quale co-
cessiva dilatazione dell’ intestimo. Si denomi- stituisce la continuazione, partecipando a tut-
nano codeste ripiegature le valvole conniven- ti gli altri caratteri di essa. —
Tra la tonaca
ti. La loro larghezza non è che di tre in quat- mucosa e la muscolare, si trova, come nello
tro linee, e, quantunque se le abbia supposte stomaco, quel tessuto denso e solido che gli
circolari, viene a dire rivolte secondo la dire- antichi gratuitamente chiamavano la tonaca
zione del piccolo diametro dell’intestino, co- nervosa, L vi si trova pure una grande quan-
me sono, infatti, quasi tutte, non è raro che tità di glandole mucose appianate, i cui con-
se ne veggano alcune rivolgersi obbliqua men- dotti escretori attraversano la membrana, so-
te, e incrocicchiarsi colle vicine ripiegature. pra la cpialc internamente si aprono. 11 duo- —
— Scorgesi adunque che le valvole conniven- deno riceve le principali sue arterie della ga-
ti sono diverse assolutamente da quelle rughe stro-epiploica destra, branca dell’epatica ed ;

irregolari che si osservano nello stomaco, e anche la splenica gliene fornisce parecchie
solo istantaneamente si formano. Si attribui- presso F origine. I nervi gli derivano unica-
sce a siffatte valvole l’uso di ritardare il corso mente dal plesso solare nè si distribuisce, per
:

delle sostanze alimentari in modo che la bile le sue pareli, niuno de’ cerebrali nervi.
€ il succo pancreatico possano via meglio pe- §. III. Funzioni del duodeno. Ap-
netrarle, e ne sia giovalo l’assorbimento del punto nei duodeno avviene la seconda e più
chilo. —
Trovasi ancora, nell’interno del duo- essenziale parte della digestione; cioè la divi-
deno, all’unione della seconda colla terza cur- sione, mediante mescolanza della bile e del
la
vatura, 1’ orifìzio del condotto coledoco e del succo pancreatico, della massa alimentare in
pancreatico i quali talvolta vi
; sboccano con due porzioni, F una nutritiva, e F altra non
due aperture separale, ma assai vicine Luna nutritiva. E appunto nell’ interno di questo
dell’altra; qualche volta però congiunte in intestino incomincia e si eseguisce in parte
una sola. Sempre il luogo di loro imboccatu- F assorbimento chiloso. Intorno ai quali due
ra è segnato da un tubercolo protubérante, lenomeni, puramente fisiologici, non ci arre-
alla cima del quale si osserva un’apertura al- steremo solo porremo innanzi due osserva-
:

lungata. —
Superiormente, il duodeno termi- zioni anatomiche che sono dirittamente rela-
na alla valvola pilorica, comunicando libera- tive ai medesimi. —
La prima consiste in ciò,
mente, mediante 1’ apertura di questa, collo che F immobilità del duodeno sia una condi-
stomaco. Inferiormente, si continua col tenue zione necessaria all’esercizio delle funzioni di
mtestino, sotto i vasi mesenterici superiori, e esso. 11 duodeno, infatti, non somministra
nulla offre, nel suo interno, che indichi tra punto esso stesso, come lo stomaco, quei fluidi
esso c F anzidetto intestino esatti confini. che sono destinali ad operare quell’alterazio-
§. II. O rganizzazione interna. —11 duo- ne che vi si opera ned’ interno ma riceve i ;

deno differisce e dallo stomaco e dagli altri delti fluidi da due organi glandulari vicini : i

mteslini per la mancanza della tonaca sierosa; quali organi essendo fermi ed immobili, doveva
88 APPAP^ECCHÏ della VIÎA ORGANICA

visserlo aiich’esso. — La secondache le cur-


è, parte laterale del cieco. Circa alla disposizio-
vature del duodeno suppliscono disavvan-al ne del mesenterio, ne parleremo tra brevi
taggio che potrebbe risultare dalla immobili- istanti, —
Se nonché non vuoisi accordare
tà di esso, favorendo la dimora delle materie molta rilevanza alla indicata, direzione gene-
alimentari, cb’ è necessaria alla retta ed esatta rale, ma deve l’attenzione particolarmente

esecuzione de’ fenomeni digerenti. rivolgersi alle molte ripiegature particolari


che forma nel suo tragitto il tenue intestino,
Articolo V. che si denominano le circoìivoluzioni. Le
curvature pTÌucipali che questo descrive, pre-
dell’ intestino tende. sentano la concavità loro verso la colonna
vertebrale, e ver/SO le pareti dell’ addome la
§. /. Disposizione. Organizzazione e- convessità. Considerabile assai è la lunghezza
sterna. — L’ intestino tenue, ch’è Tessenziale tenue. Si è detto che pareggi
dell’ intestino

sede deir assorbimento, occupa la parte me- cinque osci volte l’ altezza del corpo del-
dia e inferiore del basso ventre Irregolar- . l’individuo; ma
dubito che questo calcolo
mente disposto, e ondeggiante liberamente in sia esatto e ben fondato. E invero, sappiamo

codesta cavità, forma, per mezzo de’ suoi giri non averci d’ordinario ninna proporzione
moltiplici, e ravvicinati gli uni agli altri, una tra il volume delle viscere gastriche e la sta-
massa considerabile, circoscritta, d’ ogni ban- tura consueta del corpo ; la quale dipende,
da, dai grossi intestini; ma tale circonscrizione pressoché unicamente, dalla lunghezza degli
non èda per tutto ugualmente esatta. Supe- arti inferiori e sappiamo che le cavità tora-
:

riormente, la porzione trasversale del colon, cici e addominale sono, pari degli organi
al

molto inoltrata e sostenuta all’ indietro da contenutivi, lauto considerabili all’ incirca
quella estesa ripiegatura orizzontale del peri- negl’ individui di piccola taglia che in quelli
toneo, che si denomina il meso-colon ira- di gi gautesca. Non ci hanno qui dunque
SK^erso., forma all’ intestino tenue un limite due termini di paragone proporzionali e re-
abbastanza esatto, e lo separa assolutamente lativi r uno all’ altro. — Quasi tutti gli a-
dallo stomaco, dal pancreas, dal fegato, dalla natomici distinguono due intestini tenui, col
milza, che sono situati nella regione superiore nome di jejuno o digiuno ed ileo; appoggian-
del basso ventre. Ma in basso, il cieco e la por- dosi su molti caratteri più o meno incerti. Il

zione iliaca sinistra del colon , semplicemente Winslow, recandosi a segnare alcuni limiti ar-
ravvicinati 1' uno all’ altra, permettono al te- tifiziali, ha chiamato jejuno i due quinti su-

nue intestino che possa agevolmente infossar- periori del canale ; ileo i tre quinti inferiori.
si nel catino, ove è in fatti profondato in gran Noi crediamo, colI’Haller, che una distinzione
parte. Finalmente, sui lati, le porzioni lom- siffritta riesca del tutto vana, e che delibasi
bari del colon , fissate profondamente nella tutta la porzione ondeggiante del tubo ali-
parte più allontanata dell’ addome, e prive mentare riguardarsi come un solo intestino.—
della peritoneale ripiegatura, permettono al L’intestino tenue presenta, quale è indicala dal
tenue intestino il recarsi sulla parte anterio- suo nome, una diversità manifestissima in vo-
re di esse, e corrispondere qui alle addomi- lume dagli altri organi digestivi; ma è suscet-
nali pareti. Tali pareti limitano e ritengo- tibile d’essere notabilmente ampliato, come ci
no, anteriormente, 1’ intestino tenue, che avviene di scorgere in mille circostanze. La —
II’ è separato soltanto da una grande ripiega- sua superficie esterna, liscia, levigala, bian-
tura del peritoneo lassa e ondeggiante, che castra, appartiensi alla membrana sierosa che
denominasi il grande omento. E’ parrebbe,— entra nell’ organizzazione di esso. Vi si scor-
a prima giunta, che non si potesse assegnare gono anastomosi alquanto numerose, formale
ninna direzione al tenue intestino, attesa l’e- dai vasi mesenterici. Talora, ma di rado, pre-
sterna lassezza de' suoi legami e lo stato di senta alcune appendici adipose irregolarmen-
confusione in cui si presentano le varie por- te disposte, appendici che ci avverrà pur di
zioni del medesimo che se, astrazion fatta
; osservare, in gran numero, nei grossi intesti-
da questa massa che ne costituisce la più ni. Libera coni’ è tale superficie per quasi
gran pàrte, si esamini il luogo del suo prin- tutta la propria estensione, si attacca poste-
cipio e quello del suo termine, e si abbia ri- riormente ad una ripiegatura del peritoneo
guardo alla direzione molto bene stabilita considerabile , che dicesi il mesenterio. E
della ripiegatura peritoneale che lo sostiene, questo tiene sospeso il tenue intestino e la-
sirileverà che preso a considerare nel suo in- sciandogli un’ estrema mobilità, ne determi-
sieme, si porta obbliquamente d’alto in basso na tuttavia in parte la direzione é la corris-
e da sinistra a destra. Infatti, la sua origine ha pondenza. Formato da due lamine, il mesen-
luogo sotto i vasi mesenterici superiori , al la- terio è continuo superiormente mediante la
to sinistro del meso-colon trasverso, e finisce prima al meso-colon traverso, mentre colla
nella regione iliaca destra, attaccandosi alla seconda, si attacca in basso alla colonna ver-
DELLA DIGS5TtONK 8q
iebrale, in una linea obbliqua d’ alto in basso slino tenue, estendesi sopra questo e l’invol-
e da sinistra a destra. Stretto per la maggior ge d’ allo in basso, per quasi tutta la circon-
parte di sua estensione, s’ allarga ad un tratto ferenza del medesimo, e ritornata di poi al
alla parte anteriore accostandosi aU’intestino luogo donde avea preso a ricoprirla, l’ ab-
a fin di prestarsi alla lunghezza di questo. bandona, si porta all’indietro e all’ insù, for-
Tale inuguaglianza nella larghezza del mesen- mando la seconda lamina del mesenterio, e
terio è manifestamente la precipua cagione si attacca alia parte anteriore della colonna

de’ raoltiplici giri che fa l’intestino tenue, vertebrale, sulla quale subito si rivolge al-
ritenuto d’altro canto, e fissato dalle pareti l’ ingiù per continuare il generale suo corso.

addominali. —
La superficie interna del te- Quindi il mesenterio risulta di due lamine
nue intestino presenta la stessa sembianza che peritoneali, o più presto di un’unica lamina
nel duodeno e yì si scorgono, manifestamen-
: rivolta sopra sé stessa, e contenente tutto
te, quelle molte viilosità, delle quali già si quanto l’ intestino al luogo della sua doppia-
tenne parola, che sembrano disposte a modo tura. Le due lamine membranose sono sepa-
di frange irregolari, più o meno prominenti rate l’ una dall’ altra da uno spazio triango-
e ondeggianti nella cavità intestinale. 11 loro lare là dove abbandonano l’intestino per ac-
abituale rossore è dovuto alle ultime ramifi- costarsi tra loro. In tale spazio adunque, l’in-
cazioni dei vasi sanguigni che vi si distri- testino non aderisce al peritoneo, e può la-
buiscono. —
Le valvole conniventi sono som- sciarne o ripigliarne una maggior porzione,
mamente sviluppate nel tenue intestino ; ed secondo che diminuisce o aumenta in volu-
hanno, in questo, la nTedesiraa forma, la me- me, disposizione che già fu osservata nello
desima disposizione che nel duodeno. Nella stomaco. Si misura molto agevolmente l’an*-
parte più prossima di quest’ultimo intestino piezza di uno spazio siffatto, notando la di-
si Irovaito in assai maggior numero ; poscia stanza, eh’ è tra l’intestino e gli ultimi ar-
vanno successivamente diminuendo , sicché chi formati da' rami dell’arteria mesenteri-
più non se ne osserva nella parte prossima ca superiore. I quali archi infatti, svaniscono
al cieco. Tutto questo è in una relazione ab- sempre là dove le due lamine lasciano dal-
bastanza diretta coll’uffizio che si attribuisce 1’ aderire fra sé ;oltre il quale termine, non
a codeste valvole, di favorire T assorbimen- si veggono che alcuni rami arteriosi isolati,
to. Ed invero, dall’ un Iato codesta funzione che, paralleli tra sé, si recano sulle parli su-
spelta principalmente al tenue intestino’; dal- periore ed inferiore del tubo intestinale. L’in-
r altro, r assorbimento, attivissimo nella me- testino si allontana tanto più da^qriesti archi
tà superiore di questo intestino, diminuisce quanto più si contrae e dilatandosi, s’ avvi-
:

a misura che si approssima al cieco ed al co- cina ai medesimi. Nel primo caso, i rami pa-
lon, ne’qnali ogni cosa è intesa all’ escrezio- ralelli sembrano partenere ,
in gran parte,
ne. —L'intestino tenue continuasi, superior- al mesenterio ;
si trovano tutti
nel secondo,
mente, col duodeno, al di sotto e al lato si- alianti
X
sull’ intestino. Contiene il mesenterio
nistro de’ vasi mesenterici superiori. Infe- tra le due lamine ond’ è costituito, moltissi-
riormente, finisce nel cieco, nel mezzo della me glandole linfatiche, più grosse nei feto
regione iliaca destra : e questa terminazione che nell' adulto, e sempre assai irregolarmen-
rassomiglia assai* quella dell’ esofago nello te disposte. Ma non si trovano che nel luogo

stomaco. Infatti l’intestino tenne s’indiriz- in cui le due lamine aderiscono tra .sé niuna :

za trasversalmente, mentre il cieco ed il co- simile glandola osservasi oltre gli ultimi ar-
lon tengono una direzione verticale. L’im- chi arteriosi e questo è pure un mezzo age-
;

boccatura deli’ uno nell’ altro è un po’ obbh- vole a distinguere, a prima giunta, l’estensio-
qua di basso in alto : internamente è notabi- ne di quello spazio triangolare del quale fac-
le per una valvola, della quale parleremo in ciamo presentemente parola. - - La tomuwt —
trattando de’ grossi intestini. muscolare, formata quasi unicamente da fibre
§. IL Organizzazione intima. E u- — circolari, presenta soltanto alcune fibre longi-
guale essenzialmente a quella dello stomaco, tudinali versola parte convessa dell’intestino,
Salvo alcune differenze, che indicheremo, nel- ed è separata dalla tonaca peritoneale rae lian-
la disposizione. —
Ad intendere siccome il te un tessuto cellulare assai lasso. La ’:anaca

peritoneo si diporti rispetto al tenue intesti- mucosa, notabile per le villosità delle, quali ab-
no, è mestieri prendere a considerare codesta biamo più volte tenuto parola, è un poco più
membrana al margine posteriore del meso- spessa che nello stomaco. Dalle valvole
colou trasverso, e accompagnarla per alcun conniventi poi, delle quali è dotata, ha un’am-
tratto nel suo tragitto. Mossa da questo luo- piezza naturale che soverchia d’ assai quella
go, si reca l’ anzidetta membrana all’ ingiù della tonaca muscolare, e che favorisce la
e all’ innanzi, nella cavità addominale, dove dilatazione generale dell’intestino. Del resto
è libera e forma la prima lamina del mesen- r organizzazione di codesta tonaca mucosa
terio. Giunta alla parte superiore dell’ inte- interwa è uguale a quella delle altre parli
Encicl. Med. 1’. li. I :ì
APPA&liCCHl della vita ORCÌASICxI

del tubo alimentare. Si è trovato gran co- Del cieco. —


cieco occupa la regione
li

pia di piccole glandole mucose riunite a iliaca destra, la riempie del tutto, nè si esten-
mo’ di grappoli e situate principalmente ver- de oltre il luogo dove riceve 1’ estremità in-
so il luogo che corrisponde al legame del feriore del tenue intestino. Nè si può segnare
mesenterio. Il Peyer, che le ha osservate, ha alcun altro limite esatto tra esso e il colon,
fatto acquistar loro il proprio nome: ma che lo sormonta. Considerabile sempre è il

è difficile il poterle scoprire. Un den- volume di questo intestino, e supera notabil-


so tessuto, chiamato impropriamente mem- mente quello del colon. Stante la disposizione
brana nervosa^ separa qui, al pari che nel del peritoneo, che è atta a fissarlo, riesce poco
duodeno, la tonaca mucosa della muscolare. suscettibile di mutar sede. Anteriormente ,


L’ arteria mesenterica superiore è la sor- corrisponde alle pareti addominali ; poste-
gente di tutti i vasi che si distribuiscono per riormente, ai muscoli psoas ed iliaco inter- ;

1’ intestino tenue; siccome il plesso solare è namente all’ intestino tenue. Non si può asse-
il solo centro donde riceve esso de’nervi. gnargli niuna direzione, particolare essendone
§. III. Funzione dell inte.s tino tenue . all’ incirca uguali tutti i diametri. lia su-
Tutto è qui disposto in modo favorevole al- perficie esterna de! cieco presenta molte pro-
r assorbimento. La mobilità dell’ intestino minenze ampissime, irregolari, formate a di-
tenue è in corrispondenza collo stato delle so- spendio di tutte le intestinali tonache, inter-
stanze alimentari al momento che ci arrivano. rotte in tre luoghi da alcuni infossamenti lon-
Le quali in vero hanno sostenute tutte quelle gitudinali alquanto profondi le quali promi-
:

alterazioni, alle quali debbono essere sottopo- nenze sono prodotte dalle tre liste rii fibre
ste: nè deve oggimai niun fluido estraneo alla muscolari longitudinali, <li coi torneremo a
cavità che le rinchiude venir loro sommini- far cenno in parlando dell’ intima organizza-
strato. La disposizione delle fibre muscolari zione dei due intestini. Si veggono pu-
permette all’ intestino di restringersi assai re, sopra codesta superficie, parecchie appen-
più che di raccorciarsi, a ciò che possa più dici, formale da alcune particolari ripiega-
direttamente operare sulla massa alimentare. ture del peritoneo, e piene di grasso, che
Finalmente la lunghezza considerabile, e le non offrono niuna costanza nè in numero
molle circonvoluzioni del tubo intestinale fan- nè in volume; e sono moltiplicate solo nel
no sì che le sostanze rimangano, per lunga colon. —
Finalmente la superficie esterna pre-
pezza, a contatto cogli orifizi! de’ vasi assor- senta, a sinistra, l’ inserzione del tenue inte-
benti aperti, per ogni dove, sulla membrana stino. Questo luogo è segnato da un lieve in-
mucosa. fossamento circolare, e da una spessezza un
po’ maggiore nelle pareti del cieco, dovuta
Articolo FI. alla valvola che corrisponde internamente a

DEGLI INTESTIM CIECO E COLON


codesta parte.— —
Superiormente il cieco, si
continua immediatamente col colon inferior-
|

;
j

mente forma un vero fondo di sacco roton- i

§. I. Disposizione. Organizzazione e- dato, sparso di protuberanza come la rima-


sterna. — Sotto il nome collettivo di grosso nenie superficie, dal quale sorge a destra e j
j

intestino coraprendesi d’ ordinario il retto posteriormente, un’ appendice considerabilis- j

colle mentovate due porzioni del tubo inte- siraa, che si denomina vermiforme o escale.
stinale; se non che il retto offre caratteri del — Tale appendice cilindrica offre la grossez-
tutto particolari, che ne obbligano a doverlo za d’ un mediocre cannello di penna da scri-
separatamente descrivere, chi vuole formai’- vere, e una variabil lunghezza, che non passa
sene un’ idea giusta. —Il cieco e il colon sono però mai i due pollici e mezzo, o i tre. Libe-
j

disposti di guisa che formano una spezie di ra in quasi tutta la propria circonferenza, è
j

circolo, il quale circoscrive i due terzi inferio- rivolta sopra sè stessa, e fissata a sinistra con-
ri della cavità addominale, e nel mezzo del tro cieco mediante una ripiegatura perito-
il

quale si trova collocato il tenue intestino. neale che le è propria. La superficie esteriore
Corrispondono essi, da ogni banda, alle pareti di essa e liscia, levigata, biancastra, dissemi-
addominali mediante una parte delia esterna nata da vasi sanguigni somministrati dall' ar-
loro superficie. Da ogni banda sono ancora superiormente, nel
teria ileo-colica, 'l'ermiua, i

più o meno fissati al luogo che occupano, si cieco, inferiormente in fondo di sacco roton-
che è raro il trovarli spostati, mentre le varie dato ; ed è cava per tutta la sua lunghezza ; '|

porzioni del tenue intestino lo sono sì di fre- ma questa sua cavità, che non ha più che due
quente. —— Il cieco ed il colon diferiscono linee di diametro, è sproporzionata alla gi’os-
poco l’uno dall’altro, fuorché nella lunghez- sez/.a delle pareti che la costituiscono, e che
za. Noi per altro, per semplificare lo studio, agguaglia quella degl’ intestini, ed aperta, su-
li separeremo l’uno dall'altro in questa pri- periormente nel cieco, è abitualmente riem-
ma parte della descrizione. piuta da un fluido mucoso, L’ appendice ce-f
DELLA DIGESTIONE
«ale presenta la stessa organizzazione intima larga ripiegatura semilunare, in direzione
che proveduta di tonaca sierosa
gl’ intestini: trasversale, corrispondente, colla faccia supe-
dal peritoneo, sotto di questa osservasi una riore ai colon, coU’inferiore al cieco, col mar-
tonaca muscolare grossissima, composta quasi gine convesso all’ imboccatura dell’ileo e alle
del lutto da fibre longitudinali. La membra- pareti del cieco ov’ è attaccata, libera e on-
na mucosa poi del cieco si prolunga nella ca- deggiante nel cieco col margine concavq, iì
Tilà e la tappezza compiutamente.- Segue da — quale é semplice nelle estremità, ma diviso
questo che l’appendice cecale può essere con- nel mezzo in due labbra da una fessura allun-
siderata come un piccolo intestino accessorio. gata che mette dirittamente nell’ileo. —» Co-
Ma quali ne sono poi gli usi? Lo si ignora e : desta prima ispezione, senza entrare in niun
questo solo è dimostralo dall’ ispezione, che altro ragguaglio, ne conduce agevolmente ad
versa abitualmente nel cieco gran copia di istituire I’ uffizio della valvola ileo-cecale,
fluido mucoso ma l’ estirpazione di essa, che
: imperocché: le materie sono spinte tra-
fu talora tentata negli animali, non parve che sversalmente dall’ ileo al cieco, e superano
apportasse una notabile alterazione nella se- per conseguenza, senza ostacolo, 1’ apertura
rie de’ fenomeni digestivi. — Degna, permei- della valvola che si trova nella medesima di-
ti di considerazione è l’ interna su-
rispetti, rezione ; 2 .° tanto se le materie passino dal
perficiedel cieco. Nella quale si scorgono, a cieco nel colon, secondo il loro naturai corso,
prima giunta, tre protuberanze longitudinali quanto se, fuori dell’ usalo, ritornino dal co-
.situate a uguale distanza le une dalle altre, e lon nel cieco, mutano sempre di luogo in di-
corrispondenti agli infossamenti che, esterior- rezione verticale, opposta a quella dell’a-
mente, separano le protuberanze, delle quali pertura della valvola. Perciò in questi due
abbiamo fatta menzione. Negl’intervalli tra ultimi casi, le materie spingeranno sempre
cosìfifatte elevatezze ci si presentano alcune davanti a sé l’uno o l’altro labbro dell’ aper-
semi-cellule alquanto profonde corrisponden- tura, r applicheranno contro l’opposto, e
ti a codeste protuberanze, e separate da alcu- chiuderanno, per tal modo, a sé stesse ogni
ne trasversali ripiegature, diverse affatto, nel via di ritornare nell’ ileo. La valvola ileo-
modo onde sono formate, dalle valvole conni- cecale è formata principalmente dalla mem-
venti, perocché, siccome vedremo, tutte vi brana mucosa de’ grossi intestini, ripiegata
concorrono le tonache dell’intestino, e nella sopra sé stessa, e continuata, per 1’ apertura
dilatazione di questo, anziché scancellarsi, del margine concavo, colla membrana muco-
necessariamente prendono auraen lo.— Verso sa del tenue intestino. Adunque codesta val-
il fondo di sacco inferiore del cieco trovasi vola é formata, nel suo mezzo, da quattro la-
r apertura dell’ appendice, sempre libera e mine mucose, due delle quali appartengono
aperta nell’ intestino, e poco più larga della agl’ intestinicieco e colon, e due ali’ ileo.
cavità di cui forma il termine. — Finalmen- Verso le sue estremità, per Io contrario, è co-
te il punto nel quale il cielo si fa continuo stituita da sole due lamine mucose, non con-
superiormente colon, e riceve, nella sua
al correndo punto l’ileo alla formazione di essa.
parte esteriore, il tenue intestino, è notabile —Codeste lamine mucose sono le sole parli of-
per una valvola importantissima, destinata ad ferteci dalla valvola nella sua metà superiore,
impedire il ritorno delle materie escremen- che corrisponde al colon ma, nella metà in-
;

tizie che r hanno superata una volta, e ad i- feriore corrispondente al cieco, eh’ è un poco
stabilireper tal modo un limite esatto fra la più larga, si trova tra le lamine membranose
porzione del tubo digestivo, in cui si opera uno strato densissimo di fibre muscolari bian-
l’assorbimento, e quello d’ onde incomincia castre, disposte nella stessa direzione che quel-
l’escrezione. Codesta valvola, descritta dal le dell’ ileo, con continuano. Così
le quali si
Bauino, é conosciuta sotto il nome d’ ileo- r ileo non concorre, superiormente, a costi-
cecale o ileo-colica^ dappoiché, essendo, da tuire la valvola che mediante il proluugamen-
una parte formata essenzialmente dal termi- to della mucosa sua tonaca, continuandosi la
ne dell’intestino tenue, chiamato ordinaria- muscolare a quella del colon, mentre che in-
mente 1’ comune, dall’ altra, al cieco
ileo^ è feriormente la valvola é formata da tutta la
ed al colon. A formarcene un’ esatta idea, grossezza deli’ ileo, le cui membrane musco-
conviene separare una porzione intestinale, lare e mucosa si prolungano insieme nella ca-
che comprende il cieco, il principio del colon, vità del cieco. Essendo 1’ organizzazione
e l’ileo, legare il colon, e distendere tutta intima del cieco uguale a quella del colon, la
questa parte per mezzo dell’ aria spinta per considereremo, ad un tratto, in ambidue co-
l’ileo, quindi far seccare l’intestino in mo- desti intestini.
do che conservi lo stato di distensione nel Del colon. — Il colon forma
parte più
la
quale si é posto. Si apre allora il cieco a de- considerabile de’ grossi intestini, e si estende
jStra, viene a dire, nel lato opposto a quello dalla regione lombare destra, fino alla regio-
.dell’ imboccatura dell’ Ìleo, e vi si scorge una ne iliaca sinistra cui riempie. Verticale a de-
APPAPiECCHI tiELI.A VÎTA ORf.AXlCA
92
stra, diviene orlzzontaie nei mezzo del suo sverso deve colon la mobilità, dì che è
li

prende novellamente a sinistra la di- suscettibile in questo luogo, la quale ne per-


tragitto,
rezione verticale, e si rivolge a mo di S là mette talvolta lo spostamento. ——
Il colon

dove finisce. Da ne derivo 1 uso dì di-


(juesfo lombare sinistro, profondamente nascosto nel-
viderlo in (juattro porzioni i. il colon lom-t la regione dello stesso nome, presenta gli

bare destro ; Q.P il colon trasverso ; ZP il co- stessi caratteri di volume, d’ immobilità, di

lon lombare sinistro 4'^ ^ ;


colon o co- attinenze, che il destro colon lombare in- ;

lon iliaco sinistro. Seguiremo in parte code- ternamente si attacca alla lamina superiore
sta divisione favorevole alla descrizione ana- del meso-colon iliaco, che viene a coprirlo
tomica, e resa necessaria da’vari caratteri che anteriormente. Finalmente la porzione
ci presenta esteriormente il colon nelle varie iliaca sinistra del colon, mediocremente vo-
sue parti. — il colon lombare destro ha il suo luminosa, è la più mobile di tutte e la più
principio nel cieco e il termine verso il mar- analoga, da questo lato, al tenue intestino; rav-
gine delle false coste; coperto anteriormente volta al par di questo, in quasi lutto il pro-
dal peritoneo, n’è sprovveduto posteriormen- prio contorno, dal peri toneo che le forma, in
te, dov’è a nudo contatto del rene. Tale dispo- alto e all’ indietro, una ripiegatura assai este-
‘sposizione della membrana sierosa gli som- sa e lassa ,
attaccata molto obbliquamente.
ministra un’ immobilità di’ è all’ incirca u- d’alto iu basso, e da sinistra a destra, alla co-
guale a quella del duodeno. Internamente, lonna vertebrale, e chiamato il meso-colon
s’attacca a quella porzione del peritoneo che iliaco ; par di questo rivolta in più cir-
e, al
forma la lamina superiore del mesenterio, e convoluzioni, che P hanno fatta paragonare
inferiore del meso-colon trasverso esterior- ; ad una S. Ha il suo principio al termine della
mente, corrisponde alle pareti addominali. II regione lombare e finisce allo stretto superio-
volume del colon lombare destro è d’ ordi- re del catino, verso l’ unione del sacro col-
nario mediocre, nè oltrepassa gran fatto quel- r ultima vertebra dei lombi ; anteriormente
lo del tenue intestino; nè si osserva la ri- corrisponde alle pareti addominali, posterior-
spettiva loro differenza se non già dilatan- mente ai muscoli iliaco e psoas. Tali sono i
do r uno e r altro per farne il paragone. — caratteri, pei quali si distinguono fra loro le
Ilcolon trasverso forma la più lunga e la più varie porzioni del colon le quali tutte però
;

voluminosa delle quattro porzioni ; ed oc- si rassomigliano per molti caratteri comuni

cupa tutta lunghezza del margine infe-


la nella loro esterna organizzazione. Da per tut-’
riore del petto. E la forma esteriore del to il colon presenta alcune protuberanze so-
medesimo permette che vi si possano, come miglianti a quelle del cieco e iu pari guisa in-
nello stomaco, considerare due facce e due terrotte da tre depressioni o solchi longitu-
curvature. La faccia superiore corrisponde dinali prodotti da alcune listerelle muscolari.
iu parte al fegato ,
e si trova in parte sul Tali protuberanze sono, in generale, un poco
davanti della maggior curvatura dello sto- meno sviluppate che al cieco divengono ap-
;

maco, che, siccome vedemmo poc’ anzi, sì pena visibili nel colon iliaco sinistro, e intera-
prolunga più o meno sopra di essa secondo mente dileguano là dove siffatta porzione si
eh’ è più o meno dilatato quest’ organo. La continua nel retto.-— Si veggono, per tutta
faccia inferiore corrisponde alla massa del l’estensione del colon, molte di quelle appen-
tenue intestino La curvatura convessa o
. dici adipose, di cui parlammo nel descrivere
anteriore dà inserzione al grande omento e il ohe sono altrettante particolari ripie-
cieco,
trovasi ad immediato contatto colle pareti gature formate dal peritoneo, nelle quali si
addominali perciò quelle ernie addominali
;
trova contenuto, in più o meno copia, un a-
che sono sovente attribuite allo stomaco, so- dipe giallastro e semi fluido. Varia poi il nu-
no quasi sempre formate a questo luogo dal mero e la disposizione di esse secondo le por-»
colon, colpa la separazione delle fibre apo- zioni che si tolgono ad esaminare. Sono in-
neurotiche La eprvatura posteriore o con-
, fatti sì abbondevoli nelle porzioni lombari,
cava dà inserzione in seguito ad una consi- che l’ intestino ne sembra interamente coper-
derabile ripiegatura del peritoneo chiamata to come da un fascio unico e continuo. Nel
dalla sua direzione, il meso-colon trasverso. colon trasverso, sono in minor numero, e si
La quale ripiegatura prolungata orizzontal- mostrano sovente separate le une dalle altre,
mente all’ indietro, costituisce, colla porzione a mo’di piccoli globetti appianati ; finalmente
intestinale che sostiene, una spezie di tra- sono rare e poco voluminose sul colon iliaco,
mezzo mobile che separa la cavità del basso- §. IL Organizzazione intima. —
Il pe-
ventre in due parti ineguali, la superiore del- ritoneo si diporta assai diversamente riguardo
le quali, stretta, riucbiuile Io stomaco, il fe- agli intestini cieco e colon e alle diverse por-
gato, la milza, il duodeno ed il pancreas, zioni di quest’ultimo. Ricopre in fatti la mag-
mentre che V inferiore, più larga, contiene il gior parte del cieco, e lo avvolge ancora to-
tenue inìesUno. Appunto al meso-colon tra- talmente nella sua parie inferiore ; ma dopo
DKLLA DÎGESTÎOÎÎE 9?*

averlo ricoperto sai davanti e sul lati, si ri- teriori e una posteriore 2 .^^ perchè sono me-
;

volge air infuori sulle addominali pareli sen- no lunghe dell’intestino preso a considerare
za formargli niuna manifesta ripiegatura po- in complesso. Da ciò risulta che ii cieco ed il
steriore. Quindi il cieco non può inleramente colon non hanno mai tutta la lunghezza che
spostarsi senza che divida il peritoneo, e la
si potrebbono avere, e che, ritenuti dalle lisle-
tonaca muscolare <li quello tocca a nudo, per relle, che sono in uno stato abituale di ten-
una estensione alquanto notabile, il muscolo sione, si ripiegano sopra sè stessi in maniera
iliaco. —Poco rassodate ancora sono le por- da presentare, nell’ esteriore superficie, le
zioni lombari, destra e sinistra del colon; non protuberanze, e internamente le semi-celìuìe
facendo altro il peritoneo <;he passare al di- e ripiegature trasversali, di cui abbiamo
le

sopra di esse, attaccandosi questo luogo, m parlato. Facile riesce qui il dimostrare la con-
ma, ad un tratto, esteriormente le abbandona nessione della cagione coll’ effetto imper-, :

per gettarsi di nuovo sopra i muscoli addo- ciocché, se leggermente s’incidano codeste
minali. Le quali però non avvengono con
esose tre listerelle muscolari, tosto sembra T in-
tutta costanza avendoci alcuni individui nei
: testino uscito da uno stato ordinario d’ ira-^
quali il peritoneo forma, a ciascuna delle ac- pedimento, e manifestamente allungarsi, e le
cennate due porzioni, una picciola ripiegatu- prominenze, e le rughe dileguarsi interamen-
ra posteriore che si è detta meso-colon lom- te dalle superfìcie di esso. Quanto più spro-
bare destro e sinistro lo si osserva in ispe- : porzionate lunghezza dell’ intestino so-
alla
zie ne’ bambini, i quali, da questo lato, di- no le listerelle , e più voluminose sono le
versificano piuttosto abitualmente dagli a- prominenze, e più il mentovato esperimento
dulti. Abbiamo detto siccome il perito- è decisivo : così l’ incisione delle anzidette li-

neo formi una considerabile ripiegatura pri- sterelle produce un allungamento assai più
ma che si porti sul colon trasverso. Ora ta- notabile nel cieco di quello che siasi nel co-
le ripiegatura, o meso-cuion, è composta da lon. —
Le fibre circolari sono disposte qui
due lamine. L’inferiore ilelle quali deriva dal come nelle altre parti del tubo intestinale,
mesenterio ;
superiore dalla parte psste-
la ned offrono alcuna singolarità. La tonaca
riore della cavità peritoneale dove ha co- mucosa offre delle villosità meno palesi che
perto anteriormente il duodeno. Riunite in- nel tenue intestino ; e molti ramoscelli mu-
sieme contengono queste, nello spazio eh’ è scolari intralciano sulla medesima. Dei re-
s’

Ira Luna e l’altra, non poche glandule lin- sto niun attributo da essa proprio la caratte-
fatiche, meno però che il mesenterio e con- : rizza; e tanto ess.a, quanto il denso tessuto che
tengono pure vasi colici, che sono branche
i la separa dalla tonaca muscolare, rassomiglia-
dell’ arteria mesenterica superiore. Arrivale no alle stesse parti considerate nel rinjanente
presso ii colon, siffatte due lamine si allonta- condotto digestivo.-L’ intestino cieco, e le due
nano una dall’altra, lasciano tra sè e l’ in-
1’ prime porzioni del colon, ricevono lutti i loro
testino un piccolo intervallo triangolare si- vasi dall’arteria mesenterica superiore, sotto il
mile a quelli che altrove abbiamo osservato, nome di arterie coliche. Si recano tali vasi
destinato agli stessi usi, facile ad essere misu- nella sostanza dei meso-colon, poi si divìdo-
rato con gli stessi metodi. Tali due lamine ri- no, e si auaslomizzano ad archi, nello acco-
coprono da poi le due facce del colon, vi si starsi all’intestino, al quale mandano le loro
attaccano, e vanno a formare al di là di que- ramificazioni le più sottili. L’ arteria mesen-
ste, il gran omento, la cui descrizione parlieue terica superiore sola somministra i vasi dei
a quella del peritoneo iii generale. --- Quanto colon colon lombare riceve i suoi
iliaco. 11

al colon iliaco, il peritoneo gli forma un me- dalla grande anastomosi che si osserva tra i
senterio proprio, che ha la stessa disposizione due tronchi mesenterici. I plessi mesenteri- —
che quello dell’ intestino tenue, e offre, in ci, distribuiti come le arterie, forniscono tutti

pari guisa, un piccolo spazio triangolare là i nervi degl’ intestini cieco e colon. Avendo
dove le due lamine si slontanano per recarvi- questi due inte.stiiii le loro funzioni comuni
si sopra. —
Merita soprattutto, negli intesti- col retto, ne parleremo soltanto dopo aver
ni cieco e colon, di fermar T attenzione no- descritto quest’ ultira o.
stra, la tonaca muscolare che qui , sicco- :

me altrove, dà regola e norma alla dispo- Articolo FIL


sizione delle altre, a questa sola dovendosi
attribuire la forma generale dell’organo — dell’ intestino retto
Kìsulta codesta tonaca da due ordini di fibre,
le une circolari longitudinali le altre. Ma Disposisione. Organizzazione ester-
§. 1.
V;
queste ultime differiscono, per due maniere, na .
— Il
retto., ultima porzione del condotto
dalle fibre longitudinali dell’ intestino tenue intestinale, occupa la parte posteriore del ca-
ij e dello stomaco r.® perchè sono riunite in
:
tino. Si estende dallo stretto superiore di
Ij t.r« hsterelle distinte, delle quali due sono an- questa cavità, ove corrisponde al lato iiiteruo
«•^1
APPABSiCCHI DEL LA VITA ORGANICA
P
del muscolo psoas sinistro, fino alla parle in- numerosissime, formate dalle arterie emor-
iëriore del coccige. Diretto, nella tua origi- roidarie. —
La superficie interna, mucosa, so-
ne, un po’ obbliqnamente da sinistra a de.stra, miglia assai a quella degli altri intestini e *,

trovasi quasi sempre collocato colla sua mela solo si distingue da essa per alcune ripiega-
inferiore, sulla linea mediana ; sovente ancora ture longitudinali formale dalla membrana
interamente corrisponde
vi primo carattere
:
interna, notabili specialmente nella parte in-
che lo avvicina agli organi delia vita esterna, feriore, e denominate d’ordinario le colonne
coi quali ha molte altre attinenze. La forma dei retto. Tali ripiegature risultano, non al-
di esso è cilindrica, più regolare che quella trimenti che nell’ esofago , dalla contrazione
del colon, e si lascia alquanto agevolmente di- delle fibre circolari. Si osservano pure tal-
videre, in direzione di sua lunghezza, in due volta alcune piccole ripiegature trasversali,
metà uguali. Meno voluminoso, d’ordinario, semiiunari, aderenti, col loro margine con-
del colon, è suscettibile di un’eccessiva dilata- vesso inferiore, all’ intestino , e offerenti su-
zione, a quel modo che osservasi in certe ac- periormente un margine concavo libero e
cumulamenti stercoracei. Sempre poi si allar- ondeggiante, donde risultano alcune piccole
ga un poco sopra la sua apertura inferiore. cavila o lamine mucose. Codeste ripiegature
— — Fisso, com’ è, ed immobile nel proprio non sono punto costanti nel numero: spesso
luogo, il retto ha delle attinenze costanti ed non se ne trova niuna. —
Il retto si rende

invariabili. Nel davanti, attinenze differi-


tali continuo, in alto, immediatamente col colon
scono secondo il sesso. Nell’ uomo corrispon- iliaco ;
in basso finisce nell’ ano , apertura
de alla vescica , e spezialmente al basso fon- allungata dall’ innanzi all’indietro, situata al-
do di questa. Separato com’ è, in alto, da P incirca un pollice davanti il sacro ed il coc-
quest’ organo , mediante la ripiegatura che cige. Tale apertura spetta al muscolo sfintere
tra essi forma il peritoneo, si corrisponde cutaneo che lo circonda ; ed è, nella sua mag-
poi immediatamente coll’ intervento d’ un giore dilatazione, un poco più stretta che la
lasso tessuto cellulare, nell’ intervallo tra le cavità del retto, atteso l’aumento in larghez-
due vescichette seminali, che ne Io separano za che tale cavità inferiormente presenta.
un poco più al di fuori in basso, è separato
; §. II, Organizzazione intima. —
Il ret-

dal collo della vescica per mezzo di tutta la to è sprovveduto, per tutta la sua estensione
grossezza della gianduia prostata. Nella di membrana sierosa. Il peritoneo, dopo aver
donna, il retto non ha niun’ attinenza colla coperto in parte la faccia posteriore della ve-
In alto , corrisponde alla matrice,
ve.scica. scica nell’ uomo, o interamente quella del-
dond’ è pur separato da una ripiegatura del l’utero nella donna, si rivolge in basso in
peritoneo fraposto, amo’ di fondo di sacco, alto verso il terzo inferiore del retto, sul
ira questidue organi. Più in basso, aderisce quale subito ascende abbracciandolo anterior-
alla parte posteriore della vagina, non già mente e sui N’ è dunque codesto inte-
lati.

per mezzo d’ un tessuto cellulare lasso, ma stino privo del tutto nella sua parte inferiore.
di m)a notabilissima reticella vascolare , ed Posteriormente, il peritoneo lo abbandona
eziandio di una spezie di continuità di so- di subito e le due lamine di esso s’ accostano
:

stanza che non permette il poter separarli senza riunirsi e costituiscono, coll’unione loro
P uno dall’ altra, — Posteriormente , il retto il meso-retto, ripiegatura lassa, che sostiene
corrisponde al sacro ed al coccige., dal quale il retto concedendogli alcune mobilità, e che

è separato mediante una ripiegatura perito- si continua superiormente col raeso - cnlon
neale larga in alto, stretta in basso, denomi- iliaco. Presso il sacro, le due lamine si allon-
nata il mesa- retto, e dai vasi e dai neivi tanano affatto, e si recano separatamente sulle
ipogastrici. — Sui lati, il retto non ha imme- parti laterali dell’ escavazione del catino che
diate corrispondenze che col tessuto cellulare esse tappezzano. Fra queste sì trova un al-
copioso e adiposo del catino. La supei'fi- — quanto notabile intervallo, il sacro ed il retto:
cie esterna del retto, liscia, levigata, bianca- empiuto quell’ intervallo da un lassissimo
stra, non presenta .sentore di quelle promi- cellulare tessuto, dai vasi emorroidali e da
nenze irregolari che si osservano sopra il co- una gran parte del plesso ipogastrico. Ci
,


lon. Ciò dipende dalla disposizione delle fibre hanno moltissime circostanze nelle quali il
longitudinali, nnifornaemente distribuite sul peritoneo abbandona in gran parte il retto,
contorno dell’intestino, e non riunite in for- 'l'ale è l’eccessiva dilatazione dell’ utero, o

ma di listerelle. Tali fibre, molto ravvicinate nello stalo naturale per la presenza del feto,
le une alle altre, appariscono al di fuori sotto o nelle malattie organiche numerose di che
i! sembiante di strie parallele e verticali, Io è suscettibile. Accresciutosi allora quel visce-
che offre al retto un’ apparenza alquanto a- re nel suo diametro, prolungato a dismisura
naloga a quella dell’ esofago riguardato al- nell'addome, trae a sè, affine di rinvolger-
P esterno. Si osservano, oltre a ciò, sopra co- sene, la porzione peritoneale .spettante a tutti
desta superficie , alcune anastomosi vascolari gli organi che lo circondano, massime quelh
ÎîLL 5>\ DÎGliSTlONE

tleî retto che immediatamente vi si accosta, un lasso tessuto cellulare, la tonaca muscola-
t ale è pure, neir uomo,
dilatazione delia la re si trova, inferiormente, immersa nell’ab-
vescica che, nelle ritenzioni d’ orina, acquista bondante copia di grasso che guarnisce, da
un’ampiezza doppia o tripla di quella che tutte bande, la parte inferiore del catino. -
d’ ordinario possiede^-e^-st^unte il medesimo La tonaca mucosa, analoga a quella di tutto il
meccanismo, ne dispoglia il reTto. Non corre condotto intestinale, solo presenta un poco di
però tra questi due casi, una notabile diffe- maggiore spessezza, un aspetto più rossastra
renza l’utero, ricoperto sul davanti e al-
: e più fungoso, un intonaco mucoso abituale
l’ indietro dal peritoneo, solleva e tira neces- piu abbondevole. Vi si scorgono le ruofbe lon-
sariamente con sè, nel dilatarsi che fa, la det- gitudinali, di cui abbiamo già fatta menzio-
ta membrana mentre che la vescica, applicata
: ne, producenti, nello stato di vacuità del-
immediatamente nella sua parte anteriore, l’intestino, la contrazione delle fibre circolari.
contro le pareti addominali , tende piutto- Nè vi si trovano rughe trasversali, perchè le
sto, quando ingrandisce, a introdursi tra co- fibre longitudinali, le sole che valgono a pro-
deste pareti ed il peritoneo che spinge al- durle, non si contraggono che all’ istante del-
r muscoli addominali si prestano
indietro. 1 r escrezione. Serpeggiata, cora’ è da mollissi-
anteriormente all’ aumento in volume del me- mi vasi, la membrana mucosa è soggetta a-
desimo, eia parte posteriore di esso è sempre gl’ ingorgamenti, alle emorragie, ai tumori
sopra, la quale debba estendersi il pe-
la sola, poliposi e sanguigni. E separala, come nelle
ritoneo; mentre che 1’ utero deve sempre, in altre partì tutte, dalla membrana muscolare
qualunque stato si trovi, essere interamente per mezzo di un denso tessuto e si osserva-
coperto da siffatta membrana. — Parimenti, no pure tra queste membrane alcune glando-
;

la dilatazione della matrice è una cagione più le mucose. —


Niun infestino riceve tanti vasi,
efficace dilocomozione per la membrana sie- in ragion del volume, quanti il retto e que- :

rosa, di quello che la vescica e si deve con- ; sti gli derivano da tre sorgenti. La prima
è
chiuderne che il retto è dispoglialo dal peri- 1’ arteria mesenterica inferiore , che finisce
toneo meno agevolmente sull’uomo che nella nell’intervallo tra le lamine del meso-retto,
donna tanto più che 1’ estremo sviluppo
; sotto il nome di emorroidale superiore. La
dell’ utero è fenomeno naturale e frequente, seconda è 1’ arteria emorroidale superiore ,
mentre il sommo
sviluppo della vescica è un propria del retto, derivante separatamente
accidente raro e morboso. La tonaca mu- — dal tronco ipogastrico. La terza è l’arteria
scolare forma la parte essenziale del retto. pudenda interna, la cui branca inferiore o pe-
Ha i più patenti caratteri di analogia con rineale somministra allo sfintere molti rami
quella dell’ esofago spessezza assai maggiore
; che si chiamano emorroidali inferiori. - I
che nelle altre intestina ; ma le longitudinali nervi dei retto gli derivano in parte dal siste-
prevalgono, in modo notabile, nei due terzi ma cerebrale, in parte da quello dei gangli e
superiori dell’organo, mentre le circolari si dislribuiscesi principalmente per esso il ples-
trovano quasi sole nel terzo inferiore, cioè so ipogastrico. Alcuni rami gli vanno da’ ner-
presso 1’ apertura comunicante col di fuori. vi sacri. I nervi pudendi si distribuiscono in
Siccome nell’esofago, le fibre longitudinali parte per i muscoli sfinteri. —
Dietro gli espo-
formano qui lo strato esteriore fino a tanto sti ragguagli,scorge che il retto partecipa ai
si

che esìstono, e solo allontanandole si scor- caratteri degli organi delle due vile, e sembra
gono le fibre circolari sottoposte ; siccome come situato al confine dell’ una e dell’altra,
nell’ esofago, le fibre longitudinali e circolari analogo, per questo rispetto, alla faringe, e
sono biancastre per la maggior parte del con- spezialmente all’esofago. Codesta rassomi-
dotto, mentre le fibre circolari inferiori van- glianza, tra gli organi della deglutizione e
no progressivamente acquistando il color ros- r organo principale dall’ escrezione, riesce
so eh’ è proprio degli esterni muscoli. Final- della maggior rilevanza nelle considerazioni
mente, a quel modo che l’esofago incomincia fisiologiche.
da uno strato di fibre soggette all’ influenza §. III. Funzioni de"' grossi intestini.^—
cerebrale, e formante, secondo gli antichi a- La struttura di tutti i detti organi indica,
natomici, il muscolo esofageo^ parimenti il da ogni parte, più o meno manifestamente,
retto termina nel muscolo sfintere cutaneo i che escrezione è la essenziale loro funzione.
1'

che perfettamente rassomiglia lutti quelli del- Fino dalla loro origine si veggono ricompa-
la vita esteriore, nella struttura, nelle proprie- rire le fibre longitudinali, che sono poco svi-
tà e nelle funzioni. Le fibre dello sfintei’e luppate, anzi quasi nulle nel tenue intestino,
cutaneo, in fatti, si fanno immediatamente eh’ è destinalo particolarmente all’ assorbi-
continue a quelle, nelle quali termina la to- mento. Tali fibre, moltiplicate e disposte a
naca muscolare del retto, costituenti lo sfin- mo’ di listerelle forti e dense, raccorciano,
tere interno degli antichi anatomici Uni- . — contraendosi, il tubo intestinale, e affrettano
t», superiormente, al peritoneo per mezzo di per tal modo la progressione delle materia
9» ArPABECCill DELLA VITA üRGAAiCA

contenutevi, in falli gli Inteslini cieco e coìou parte al dominio della volontà. Ma, oltre
sono destinati, quasi unicamente, all’escrezio- le forma
differenze nella organizzazio-
e nell’
ne. Le materie in loro trasmesse hanno già ne ,
r apparecchio respiratorio si distingue

somministrato ai vasi assorbenti quasi tuttala dal digerente i.° perchè composto da pochi
:

sostanza nutritiva che potevano somministra- organi 2 .*^ perchè si trova di necessità in
;

re; e se qualche assorbimento ancora si operi un’ azione continua; 3.° perchè si collega
nella continuazione del loro tragitto, come assai più da vicino all’ apparecchio circolato-
sembrano dimostrare alcuni fatti, è certaraen- rio. —
L’apparecchio della respirazione è co-
ie di poco rilievo. —
- Ma la struttura la più
favorevole all’ escrezione si rinviene, in par-
stituito da due organi simili, il cui volume
è considerabile, e complicatissima la struttu-
ticolar modo, nel retto qui sono molteplici
:
ra, stante che servono a comporli molti tessu-

e uniformemente sparse le fibre longitudina- ti diversi. I quali tessuti sono quasi tutti va-

li, e un abbondante fluido mucoso irrora la scolari, onde ne viene quello stato spugnoso ,
membrana interna ad accelerare il corso delle molle, poco resistente in cui tali organi si
materie, le quali, quando sieno accumulate, presentano. Infatti, nessuno di tali tessuti è
producono, con la loro presenza, un’irrita- provveduto di contrattilità organica sensibi-
zione, il cui più immediato efifetto è la succes-le, ma le loro proprietà si restringono alle sole

siva contrazione delle fibre circolari, che in- proprietà di tessuto, indipendenti dalla vita,
feriormente le spingono, mentre che le fibre e alla contrattilità organica insenybile o toni-
longitudinali, raccorciando d’ alto in basso cità in istato di vita, tranne forse alcune fibre
r intestino diminuiscono la lunghezza del
,
muscolari che si credette rinvenire sopra i
tragitto che deggiono quelle percorrere a fin condotti aerei come vedremo. Non ci ha dun-
di giungere all’apertura destinata a dar loro que niuii indizio che i polmoni possano muo-
l’uscita. La descrizione del peritoneo avrebbe versi manifestamente da per sè stessi perchè ;

luogo abbastanza naturale qui dopo quella il movimento generale d’ un organo non può

degli organi digestivi, ai quali sembra ap- risultare che dalla somma dei movimenti par-
partenersi codesta membrana ; ma siccome ticolari eseguiti dai vari tessuti che lo com-
dessa ricopre eziandio parecchi tra gli organi pongono, nè molti movimenti tonici esercitati
secretori e genitali, ci stimiamo in debito di tutti ad un tratto possono mai produrre un
non doverla descrivere se non quando cotali moviniento generale, apparente e manifesto.
organi saranno stati fatti conoscere. Quindi i polmoni sono immobili, quando
niuaa cagione ad essi estranea non gl’ induce
APPARECCHIO DELL4 RESPIll AZIONE al movimento ; e se si comprimano, ritornano
sempre lentamente al primitivo loro stato ,
COlSSiDEKAZIONI GENERALI
*

spesso anzi non vi ritornano che in parte. —


Le funzioni però de’ polmoni esigono che tali
La descrizione dell’ apparecchio respira- organi sieno agitati d’ un movimento conti-
torio trova il naturale suo luogo dietro quella nuo di dilatazione e di stringimento, acciò
dell’apparecchio digerente, stante i fonda- che possa l’ aria introdursi nel loro interno,
mentali caratteri che l’una all’altra avvicina- e, dopo avervi per qualche tempo fatta dimo-
no le due grandi funzioni da essi operate. ra, esserne espulsa se eodesto doppio movi-
:

Ambedue in fatti codeste funzioni suppongo- mento cessi un istante, il sàngue lascia di ve-
no l’introduzione di sostanze straniere all’e- nire elaborato dall’ aria, e subito si arresta la
conomia, la separazione di tali sostanze in due circolazione. Adunque i polmoni hanno uopo
porzioni, delie quali una sola è conservata, la di un mezzo ausiliario ad adempiere alle fun-
trasmissione nel sangue della porzione utile, zioni cui sono destinati e tale mezzo lo
:

1’ espulsione dell’ altra porzione addivenuta


troviamo nel considerabile apparecchio loco-
inutile e da ora in poi nocevoie. Ambedue motore, da cui tali organi sono circondati, il
hanno, per comun fine ed effetto, il rinnova- quale presenta loro, ad un tempo, una cavità
mento del pngue, e mettono capo nella cir- abbastanza solida a fine di proteggerli dalle
colazione. — Gli apparecchi organici di cole- più ordinarie esteriori lesioni. Le coste for-
ste due funzioni si avvicinano pure per alcuni mano, colla disposizione loro, la parte solida
caratteri manifesti e facili a percepire. Ci di questa cavità; i muscoli intercostali e il
presenta l’uno e l’altro delle cavità tappezza- diaframma ne formano la parte mobile e la ;

te da una membrana mucosa comune, nella cavità stessa risultante dal complesso di que-
quale* intervengono tutti quanti i fenomeni ste parti e di alcune altre si nomina il tora-
essenziali alla funzione. NeU’tino e nell’altro, ce; al quale soltanto vogliono essere attri-
veggiamo alcuni apparecchi locomotori con- buiti i fenomeni di dilatazione e di stringi-
correre a formare il generale apparecchio, e mento de' polmoni che, sempre passivi, se-
servire da mezzi necessari all’ esecuzione dei guono rigorosamente l’impulso che fu loro
fenomeni che sono per la! modo sottoposti in impresso. Il torace adunque forma la parte
DELLA RESPIRAZIONE 97
essenziüle dell’ apparecchio respiratorio, es- il diametro trasversale della cavità corrispon-
sendo che, senza sarebbe impossibile denle;dairaltra il fegato, sollevando il diafram-
di esso,
la respirazione. {
sviluppatoHo con mag- ma, sminuisce notabilmente il diametro verti-
gior estensione codesta attinenza fra i pol- cale della cavità destra. Il polmone sinistro a-
moni e il torace, nella seconda parte della mia dunque eetendesi più in lunghezza che in lar-
opera intorno la più naturale divisione dei ghezza men tre che il destro,più libero d’esten-
;

fenomeni fisiologici considerati nell’ uomo. ) dersiin larghezza, è necessariamente dotato di


ìYIa il torace rinchiude pure T organo cen*- un’assai minore lunghezza suppongo, in così :

frale della circolazione e i suoi primi vasi. A- esprimermi, che ciaschedun polmone si svi-
<lunque l’apparecchio circolatorio si trova luppi più o meno in questa o in quella dire-
ravvicinato e in qualche modo confuso, alla zione, secondo che la cavità, cui deve riem-
sua origine coll’ apparecchio respiratorio.
,
piere, presenti questa o quella forma. Tale
Sono però l’uno dall’altro distintissimi anche idea offertaci da quasi tutti gli anatomici, è
per la disposizione della cavità comune che li vantaggiosa allo studio, perchè si accorda ab-
contiene; perocché il cuore corrisponde a bastanza bene con tiitlociò che sappiamo cir-
quella regione del petto ch’è costituita, all’ in- ca la struttura spugnosa e poco resistente dei
dietro, dalla colonna vertebrale, all’ innanzi, polmoni, paragonata alla struttura molto più
dallo sterno, in basso, dal centro aponeuroti- solida degli organi che li circondano non si ;

co del diaframma ora di tutte


: queste parti, deve però accordarle troppa importanza, e
le une sono immobili, le altre sono dotate solo riguardarla come 1’ esatta espressione di
di un movimento oscurissimo e poco esteso. ciò eh’ esiste in natura. Infatti, tutti gli orga-
Per lo contrario, i polmoni occupano le più ni sono, primitivamente conformati gli uni
mobili regioni del petto, perchè, esteriormen- per gli altri, destinati a trovarsi in certe vi-
te, corrispondono alle coste e ai muscoli in- cendevoli corrispondenze; ed è contrario alle
tercostali, e, inferiormente, il diaframma pre- leggi dell’ organizzatone 1’ ammettere, come
senta loro, a sostegno, tutta la sua parte mu- cagione essenziale della forma d’ un organo,
scolare. —
Essendo stato descritto il petto co- l’impedimento che questo ha provato ad isvi-
gli altri apparecchi locomotori non terremo lupparsi in una direzione piuttosto che in
qui parola che dei polmoni. altra.
I. Volitme. Il volume dei polmoni,
DEI POLMONI nello stato naturale, corrisponde sempre esat-
tamente all’ estensione della cavità toracica.
§. I. Disposizione. Organizzazione e- Inetti a dilatarsi per sé medesimi, riguardano
steriore. polmoni occupano le regioni
I sempre codesti organi, colla loro esterna su-
laterali della cavità toracica, la maggior parte perficie, quell’ involucro osseo e muscolare
della quale essi riempiono. Separati 1’ uno del quale seguir deggiono i movimenti ; c
dall’ altro, posciachè le due pleure ravvicina- crescono in volume a misura che questo au-
te formano tra essi un tramezzo intermedia- menta in ampiezza, diminuiscono a misura
rio nel quale sono contenuti il cuore e i suoi che si restringe, talché non trovasi mai uno
vasi, si trovano per altro uniti cP un modo spazio vuoto tra questi e quello. Possiamo as-
essenziale, perciocché un condotto comune sicurarci agevolmente di questo fatto metten-
ed un’ arteria comune trasmettono loro l’aria do allo scoperto, in qualsiasi
punto, la super-
ed il sangue, che sono materiali necessari ai ficieesterna della pleura costale, o levando
loro fenomeni. Chi volesse risguardare alle con precauzione i muscoli intercostali, o sepa-
e.sposte considerazioni intorno ai polmoni, e rando, dopo avere aperto l’addome, le fibre
alla forma regolare della grande cavità che li del diaframma. Osservasi allora il colore del
contiene, crederebbe trovare in essi quella sim- polmone attraverso quella membrana diafana
metria esatta che caratterizza gli organi della che ne circoscrive la cavità, e si scorge eh’ è
vita esteriore, ma osservandoli attentamente, sempre applicato a questa immediatamente ia
si scorge che tale simmetria è incompiuta, e tutti i suoi punti. Tale esperimento, istituito

t hè i due polmoni, ineguali quanto ad esten- molte volte sopra il cadavere, ripetuto, quan-
sione, e quanto a forma un poco diversi, pre- tunque con maggiore difficoltà, negli animali
sentano in parte quell’ irregolarità eh’ è pro- viventi, ha dimostrato all’ Haller la fallacia
pria della vita organica, o piuttosto tengono dell’ opinione di alcuni fisiologi che stimava-

il mezzo, sì per la struttura e sì per le funzio- no essere il polmone da certa quantità d’aria,
ni, tra queste due grandi classi di organi. abitualmente separato dalla pleura. 7’ale
\hiolsi, del rimanente, notare che la mancan- corri,spondenza esatta, fra il volume del pol-
za di esatta simmetria nei polmoni dipende mone e la larghezza della cavità toracica, è di-
mollo dalla disposizione degli organi vicini. mostrata, in modo ancora più positivo, qualo-
Ìnfatti, d’ una parte il cuore, rivolto un poco i‘a,dopo avere immerso neU’acqua un cadavere,
a sinistra, diminuisce, colla propria presenza, si pratichi un’ apertura nel petto. Allora noti

Elicici. Med. 1'. 11. i3


apparecchi hella vita orüamca

sialza niuna bolia sulla superficie cleiracqua, renza tra la pleura^coslaJe e il polmone, taie
corne interverrebbe indubitatamente se ci a- esperimento non fallisce mai. Conviene, inol-
vesse, tra il polmone e il torace, uno spazio tre, eccettuare i casi ne’ quali il polmone sia

occupato da qualche fluido aeriforme tale e- : molto ingorgato di sangue, e quelli in cui la
sperimento è pure dell’ Haller, e 1’ hanno poi maggior parte della sostanza di esso disorga-
ripetuto parecchie volte altri fisiologi. nizzata presenti quello stato di solidità che
Si può adunque desumere in parte il volume si denomina carnificazione Simile allora .

dei polmoni dall’ estensione della cavità del agli altri, organi solidi, il polmone rimane

petto ma questa estimazione deve essere va-


:
nello stato medesimo, nè ubbidisce alla pres-
ghissima ; perchè: i.° il cuore, frapposto ai sione dell’ aria esteriore. Nei bambini, l’av-
due polmoni, ha un volume assai variabile e, ;
vizzimento de’ polmoni supposti sani è, in
secondo che lo ha maggiore o minore, lascia generale, meno considerabile che negl’ indivi-
uno spazio maggiore o minore a cotali due dui adulti e sovente codesti organi sono pure
;

organi. Parlo qui dello stato naturale, e non contigui immediatamente alia pleura costale,
punto de’ casi morbosi ne’ quali il cuore e sebbene il petto sia, da lungo pezzo, aperto
l’aorta, straordinariamente dilatati da un a- d’ogni banda. —
Da quello che abbiamo det-
neurisma, scemino, mediante compressione
la to risulta, non dipendere il volume de’ pol-
ch’ esercitano , il volume de’ due polmoni, ynoni dalla sostanza solida che li costituisce,
massime del sinistro ; 2 .*^ il fegato varia infi- ma semplicemente dai fluidi che li riempieno,
nitamente in grossezza, e può, coll’ eccessivo e particolarmente dall’ aria, che non lascia
suo aumento, sollevare per modo il diafram- mai di arrestarvisi dacché vi si è introdotta,
ma che rimanga pochissimo spazio al destro 1# prima volta, all’ istante della nascila. Più
polmone. ( —
Il sig. Fizeau ha osservato, nel
morta uno
dilatati qual sono codesti organi nell’ispira-
zione, vengono pure penetrati perfettamente
cadavere d’ unR fanciulla in stato
di straordinaria obesità, il fegato cresciuto in dall’aria nella più compiuta espirazione e se, ;

altezza a tale termine, che per poco toccava stante una compressione lungamente sostenu-
la prima costa nè oltrepassava il margine in-
: ta, o per 1’ azione di una pompa aspirante, si

feriore delle costeaddominali si può arguire : privino interamente di questo fluido, come,
da ciò come dovesse essere estremo lo stato le tante volte, ha tentato sugli animali viventi

dì restringimento in che trovavasi il destro il Bichat, si riducono a sì piccolo volume che


polmone.) Soventemente addiviene che non non empiono la quarta parte della cavità ad
trovisi, nel cadavere quest’ esatta corrispon- essi spettante; lo che si osserva, non pure nelle

denza tra il volume dei polmoni e l’ampiezza nostre esperienze, ma eziandio in tutti quei
della cavità toracica sovente eziandio il pet-
;
casi patologici ne’ quali un fluido qualunque
to aperto sembra, in gran parte, vuoto, es- sitrovi accumulato in gran copia nel tora-
sendo i polmoni quasi rilegati nella parte più ce. Non mai si è veduto un esempio più deci-
lontana del medesimo, sui lati della colonna so di quello, che si presentò un giorno al Bi-
vertebrale lo che unicamente dipende dal-
: chat nel cadavere d’ un fanciullo nell’ età di
l’ingresso dell’aria esterna nel petto all’ i- dieci a dodici anni era una parte del torace
:

stante in cui se ne opera l’apertura. Compili- riempiuta interamente da una raccolta puru-
so dal detto fluido, il polmone avvizzisce a lenta cagionata da una mala affezione alla
modo di vescica piena per metà di aria, che pleura nè, a prima giunta, si scopriva il poi
:

essendo dilatata nel vuoto della macchina mone, il quale, ridotto ad un volume a mal.i
pneumatica, racquista la propria flaccidità non pena visibile, relegato ai lati della colonna
appena si restituisce l’aria al recipiente. Nelle vertebrale, appianato sopra sè stesso, conser-
ordinarie dissezioni cadaveriche, non si osser- vava d’altronde la sua naturai forma, e pre-
va punto questo avvizzimento polmonare, che sentava la sua propria sostanza nella più per-
principia al momento che si è profondato lo fetta integrità. —
Il sangue, che abitualmente
scalpello, e finisce nel tempo che s’impiega a si trova in tanta copia ne’ polmoni, concorre

tagliare le cartilagini delle coste. Ma, come os- coll’ aria ad assegnare il termine al loro volu-
serva 1’ Haller, se dopo aver discoperta este- me, ma in modo secondario, e per qualche
riormente per certa estensione pleura, e la guisa accessorio. I polmoni, in vero, non po-
avere, attraverso la trasparenza della raedesi- trebbono, nello stato di vita, lasciar libero il
ma, ravvisato il polmone che le è contiguo, passaggio a quella massa enorme di sangue
si tagli cautamente questa membrana sì che che incessantemente li trasversa, se non fosse-
non avvenga di ledere insieme il polmone, si ro anticipatamente distesi
la cui dall’ aria,
scorgerà tale organo slontanarsi lentamente abituale dimora in siffatti organi è la condi
dalla pleura costale, massime nella parte an- zione indispensabile acciò che possano ope-
teriore, e scemar notabilmente in volume mo- rarvisi i fenomeni circolatori. La prova che
«trando avvicinarsi alla regione dorsale. Quali- l’ingresso dell’ aria preesiste qui all’ entrali
do, come osserva 1’ Haller, non ci abbia ade- del sangue, si ricava agevolmente dall’ osser-
BRLLA RESPIRAZIONE
azione di cjuaiito avviane all’ istante della na- polmone ridotto quasi alla metà del volura®
«cita, in cui inspirazione antecede sempre gli
l’ che prima aveva presentato. Osservo, del ri-
ultimi cangiamenti nel modo di circolazione. manente, che, per quanto si moltiplichino le
— (
Quelli che attendono al progredimento incisioni, non si perviene giammai a dar uscita
delle conoscenze fisiologiche non vorranno a tutta l’aria contenuta nei polmoni, nè ezian-
qui accusarmi d’incorrere nell’antico errore, dio quando non vi stagni, nello stesso tempo,
intorno la pretesa difficollà del passaggio del il sangue restandovene sempre una quantità
:

sangue nel polmone durante Tespirazione, la che basti a far sì che il polmone soverchi assai
quale difficoltà attribuivasi alle ripiegature quel volume che accrebbe della sola sua parte
che i vasi, come dicevasi, fanno in tal caso so- solida. Tagliati codesti organi in brani con-
pra sè stessi. In fatti, mi sono dato cura supe- tengono ancora, in ciaschedun brano separa-
riormente di notare che il polmone, nell’ e- to, quest’aria, nè l’abbandonano affatto fuor-
spirazione la più compiuta, era tuttavia pene- ché mediante una gagliarda compressione,
tralo dall’ aria, e differiva allora col fatto dal r ebollizione, la macerazione e altri mezzi che
polmone privo assolutamente d’ aria median- ne distruggono, ad un tempo, l’ intima tessi-
te la compressione o altri mezzi. Ora, è oggi- tura. Sembra che l'aria, fluido essenziale alle
dì dimostralo, siccome è noto, che la quantità funzioni del polmone, divenga, dacché lo ha
d’ aria contenuta dal polmone durante l’espi- penetrato la prima volta, una delle parti co-
razione, bastevole riesce ad impedire codeste stituenti 1’ organizzazione del medesimo, al
pretese ripiegature de’ vasi polmonari, e a pari che i tessuti vascolare, bronchiale, cellu-
permettere il libero passaggio del sangue.) lare e simili, ood’ è composta la sua propria
-—jNe’ cadaveri, che noi siamo usati osservare,
il sangue occupa, ne’polmoni, assai maggiore
spazio che non faccia durante la vita, e con-
sostanza.
Peso.
II, —
1 polmoni sono, in propor-
porzione, i più leggeri di tutti gli organi im- :

corre vieppiù a determinarne il volume at- mersi nell’ acqua, o interamente, p in porzio-
tuale. Egli è noto che, all’ istante della morte ni separate, sempre galeggiano. E manifesto
naturale, cotali organi s’ ingorgano sempre che tale leggerezza deriva dalla stessa cagione
più o meno di tale fluido, e l’esame anatomi- che il loro volume; perocché il polmone, privo
co ce ne fornirà tosto le prove più manifeste. affatto dell’aria e ridotto al suo tessuto pro-
Per questo motivo le lievi incisioni praticate prio, non galeggia più così. Osservasi questo
ue’ polmoni de’ cadaveri non producono, le quando l’uno dei due organi compresso ecces-
più volte, quell’avvizzimento sì notabile in sivamente e appianato dalla raccolta di gran
<'odesti organi che si reputerebbe a principio. copia di fluido versato nel torace, ha cessato,
Tali incisioni, infatti, non possono allora dare da lunga pezza, di servire ai fenomeni respi-
uscita che all’aria, e non al sangue, e l’aria ed ratori allora immergendolo nell’ acqua, va
:

il sangue sono allora all’ incirca nella raedesi- al fondo siccome quello del feto. Lo stesso av-
ìvia proporzione. In secondo luogo, acciò che viene in que’ casi ne’ quali il polmone, affat-
tali incisioni dieno uscita alla maggior parte to disorganizzato, abbia sì solido il tessuto
deir aria contenuta nel polmone, è mestieri che si avvicini alla struttura degli altri orga-
die sia libera la comunicazione delle cellule ni ; ma queste cose spettano unicamente al-
aeree tra loro ora, il sangue, che ristagna in
:

r anatomia patologica. — L’ immersione nel-
tutte le parti dell’ organo, impedisce questa l’acqua è dunque il mezzo ordinario onde co-
libera comunicazione, e imprigiona, a così noscere il peso assoluto del polmone e ogni ;

esprimermi, ne’ polmoni, le diverse parti del- qual volta conservi questo una certa quan-
r aria che vi dimorano, talché la parte incisa tità di aria, l’indicato esperimento produce
è quasi la sola donde possa sfuggire 1’ aria ; sempre i medesimi risultamenti—Ma i polmo-
così negli individui morti con emorragia, i ni, paragonati in parecchi individui, offrono un
cui polmoni privi quasi del tutto di sangue peso relativo variabilissimo, secondo la mag-
deggiono loro volume, le in-
alla sola aria il giore o minor copia di sangue che contengo-
cisioni superficiali, delle quali tengo parola, no, e donde furono ingorgati all’ istante della
hanno un successo mollo più notabile, e pro- morte. Non si può dunque dubitare che il pol-
ducono un subito avvizzimento analogo a mone d’ un asfitico non sia, per tale cagione,
([nello che risulta dall’apertura di molle pic- più pesante che quello d’ un uomo morto di
cole vescichette riunite che si fossero empiute emorragia; e che, dietro una malattia cronica
di aria. Ho istituito siffatta osservazione sui che ha dispossate le forze vitali, e scemata ec-
polmoni dei deliquenti messi a morte col sup- cessivamente l’ energia della circolazione, il
plizio della guillotina : in questi ogni taglio polmone non sia più leggero che dopo lo stroz-
praticato alla superficie, seguito era da una zamento, nel quale una massa considerabile
notabilissima diminuzione in volume di tutto di sangue affluì, fino all’ ultimo istante, in
(pianto r organo ; ed, eseguite tre o quattro quest’organo. Adunque potrebbe riuscire uu
Simili incisionij ho veduto dopo un istante il soggetto di curiose ricerche il valutare que-
ÎOO APPAUKCCKI DF.LLA VfTA ORGAR'ICA

sie differenze di peso relativo secondo le di- alla parti vicine. Adunque t polmoni non so-
verse maniere di morte ma un siffatto la-
;
no rotondali in tutto il loro contorno, e sì
voro spetterebbe piuttosto alf anatomia pa- può in essi distinguere, oltre la base e la som-
mità, due superfìcie, 1’ una esterna e l’altra
tologica- di cjuello che siasi alla descrittiva,
—, Qui troverebbono luogo abbastanza natu- interna. ——La superficie esterna, convessa’
rale alcune considerazioni importantissime per tutta estensione, corrisponde alle
la sua

circa la differenza dei polmoni nel feto e nei- pareti foracicbe, ond’è separala da quella por-
r adulto ma conciossiachè queste apparten- zione della pleura che tappezza le mentovate
;

gano a un ordine molto esteso di fatti che ri- pareti; è liscia e levigata, e umettata dal fluido
guardano il modo generale onde si esercitano sieroso di questa membrana. Si discerne co-
le funzioni della vita avanti la nascita, rimet- stantemente, sopra ciaschedun polmone, una
tiamo siffatti ragguagli alla storia dei feto considerabile scanalatura, che comincia all’ in-
trattata, al terminar del seguente volume, dal dietro un poco al disotto della sommità, e sì
sig. Roux nel far questo, operiamo secondo
:
prolunga molto obbliquaraente all’ innanzi e

r inteiiidimento del Bichat. all’ ingiù fino alla base tale scanalatura si e-
:

III. Forma e relazioni. La forma dei — stende a quasi tutta la sostanza del polmone,
polmoni è, generalmente, conoidea colia base dividendolo in due metà quasi uguali, che si
inferiore, e Tapice superiore. E cotesta forma cliiajnano i lobi. Il lobo superi >re, volumino-
piuttosto costante che no, perchè dipende in so in alto, diminuisce a grado a grado, e ter-
gran parte da quella del torace, che, nello mina quasi in punta mentre che l’ inferiore,
;

stato naturale, è suscettibile di poco variare, ristretto inailo, presenta in basso la sua mag-
stante la solidità della sua struttura. Ma i pol- giore larghezza. D’ ordinario, nel destro pol-
moni non corrispondono immediatamente alla mone, il lobo superiore si trova diviso in due
porzione solida del torace che nella parte e- porzioni da una scanalatura secondaria, che
sterna e superiore internamente sono vicini
: s’ indirizza obbliquamente d’alto in basso e

al cuore, inferiormente agli organi addomi- dal di dentro al di fuori in direzione oppo-
;

nali, da’ quali solo il diaframma li separa: posta alla grande onde si distinguono, in
,

così la loro forma, sempre uguale, all’ incirca, questo polmone, tre lobi, de’ quali il medio,
esteriormente ed alla loro sommità, varia d’al- triangolare, presenta 1’ apice al di fuori, la
tro canto secondo la disposizione degli organi base al di dentro. Del resto codesta scanala-
circostanti. cuore, sempre deviato a sini-
Il tura è assai più che la prima variabile, circa
stra, non permette al polmone di questo lato l’esistenza, la lunghezza e la profondità tal- :

lo estendersi, nella parte inferiore, tanto in volta non la si trova punto, ciò eh’ è per altro
larghezza, quanto il polmone destro e men- ;
alquanto raro più sovente è incompiuta ne
;

tre che questo si estende molto, in trasverso, si estende fino al margine esteriore dei pol-

presso la base, il sinistro, più ristretto nel mone finalmente, ora è tanto profonda quan-
;

luogo che occupa, sembra meno conoideo e to la grande, e divide veracemente il polmone
più uniformemente allungato; talvolta ancora, in tre lobi ugualmente manifesti ora, più ;

costretto di dover cedere ad una straordinaria superficiale, lascia le due parti del lobo supe-
dilatazione del cuore aneurisinatico, e del pe- riore in una quasi perfetta continuità. In al-
ricardio idropico, si restringe più verso la cuni individui trova pure, ma di rado, sul
si

base che l’apice, e forma un vero cono rove- polmone la scanalatura secondaria
sinistro,
sciato. Finalmente il torace medesimo è menzionata. La superficie interna, gene-
soggetto ad alcune varietà nella forma, natu- ralmente piana, è divisa in due porzioni ine-
rali, o spezialmente accidentali, e a queste si guali dall’inserzione de’ bronchi e di vasi pol-
riferiscono tutti i conformazione
vizi nella monari, che avviene sopra di essa verso la
delle coste, e quanto a direzione, e quanto a parte media del polmone preso a considerare
curvature; vizi che i polmoni fedelmente rap- nella direzione di sua lunghezza. La porzione
presentano, come costretti che sono sempre posteriore, stretta, corrisponde alle parti la-
di modellarsi sopra gli organi solidi che li terali della vertebrale colonna; l’anteriore, as-
circondano. —
Non pai lo qui de’casi ne’quali sai più larga, corrisponde al cuore e alla ri-,
un fluido accumulalo nella cavità della pleura piegatura anteriore della pleura. La prima è
comprime straordinariamente il polmone. E affatto piana ; la seconda, leggermente conca-
raro infatti che la forma di quest’ organo sia va, si acconcia pure alla forma del cuore. —
allora mutata, perciocché questo fluido lenta- Sopra e sotto l’ inserzione de’ vasi, le due por-
mente a?ccumulato lo comprime, ad un tratto, zioni della superficie interna del polmone non
in tutte le direzioni, e non fa che scemarne sono più separate 1’ una dall’ altra.
più o meno il volume. —
Il cono, rappresen- Tali superficie sono riuniteda due mar-
tato da ciaschedun polmone, è sempre irrego- gini: uno anteiiore, sottilissimo e quasi af-
1’

larissimo, perchè tali organi sono disposti ne- filato, massime nella parte inferiore, più o
cessariamente in maniera che si acconciano meno ineguale s’ indirizza obbliquamente
V
V

DELLA RESPIP. AZTO^^R

aìr higii'i e all’ nel polmone


iniian/i ;
solo , perficie de’ polmoni è libera, fuori la parte
‘ministro, si scorge margine nna pic-
in tale interna, media e posteriore, dove ricevono i
cola incavatura per ricevere la punta del vasi, tanto aerei che sanguigni, costituenti la
cuore, 11 margine posteriore, assai più gros- parte essenziale della loro intima organizza-
so, ottuso, poco deciso, in direzione verti- zione. D’ ogni altra banda la pleura copre il
cale, corrisponde a quell’ infossamento che polmone nel modo che ci faremo ad indicar
esteriormente è segnalo dall’ angolo delle co- tosto, e somministra il llnido sieroso destina-
ste. Nella parte superiore di questo secondo to a separarlo dalla cavità eh’ essa stessa gli
margine, si scorge il principio di quella gran- forma.
de scanalatura che divide il polmone in due Colore.—\ polmoni presentano d’or-
IP".
lobi.-La base del polmone, generalmente pia- dinario per sè medesimi indipendentemente
na, appoggiata sopra il diaframma, è accomo- dai fluidi che ricevono,un colore estremamente
data alla direzione che le presenta questo pallido, talora lievemente fulvo come quello
/grande tramezzo muscoloso quindi, d’ambi- ;
del ciìoio , qualche volta, anzi le più volte^
due i lati, è un poco obbliqua verso l’infuori e grigio e cinerizio, o eziandio perfettamente
Fingiù, per essere il diaframma inclinato verso bianco. Tutto cpianto il polmone offre un
queste parti. Nel polmone destro, codesta ba- siffatto colore, sì nella superficie, e sì rrelFin-
se suol presentare una lieve concavità corri- terno, quando affatto privo di sangue
sia ma ;

spondente a quell’ innalzamento maggiore o non lo presenta


che in parte cpiando sia oc-
minore, in forma di volta, cui il diatramma è cupato dal sangue stesso solo in alcune par-
portato dal fegato.— Nella base del polmone si ti, o non lo presenta più quando il sangue

scorge il termine di quella grande scanalatu- perfettamente lo ingorghi: sempre però que-
ra che separa i due IoIdì, anche qui, come nel- sto color pallido, inun polmon sano, indi-
1’ esterna superficie, divisi 1’ uno dall’ altro. ca nel luogo in cui si trova, la mancanza del
Ma la maggior parte della base è formata dal sangue. Da ciò si comprende il motivo che

lobo inferiore, essendo che il superiore non sì rado riesca 1’ osservarlo negli individui
concorre a dai’le formazione fuorché per una sottoposti .alle ordinarie nostre indagini, da-
picciolissima estensione, massime a destra. La poi che l’ingorgo dei polmoni prodotto dal
liase del polmone sinistro è infatti manco ine- sangue è uno de’ più costanti fenomeni del-
gualmente divisa ma ci ha sempre, tra que-
;
la morte naturale. 1 soli casi in cui si pos-
ste due parti, una sproporzione manifesta. Il sa aver qualche certezza di trovare pol-i

contorno della base del polmone presenta, moni uniformemente cospersi d’ un pallore
nell’uno e nell’altro, un margine sottilissi- siffatto, sono quelli delle morti per emorra-
tuo, lievemente dentato, quasi incassato fra le gia. Di tale tempera sono i due soli esempi
coste e il diaframma, presso il punto in cui il citatine dal IVlorgagui nell’ uno, .ci aveva la
:

mentovato muscolo prende le proprie inser- rottura esterna di un aneurisma deli’ aorta
zioni immobili. Questa specie d’ incassatura è addominale, che aveva messo a morte l’indi-
più sensibile a destra che alla sinistra, atteso viduo nelFaltro, la morte era stata prodotta
;

la protuberanza formata dalla superficie con- dall’ emorragia dell’ arteria crurale ferita di
vessa del fegato. Del resto, la disposizione di coltello. Nell’ una e nell’altra storia Fautore,
codesto margine, diversifica necessariamente attribuisce a codesto genere di morte lo stato
secondo i diversi stati del polmone : cjuello cui presentavano i polmoni. —
Note. Quod (

che abbiamo indicato non s’ avviene che al palmo nes albissimos haiid secus ac si aqua
suo d’ espirazione, il solo che ci venga osser- usqiie et usque injecta sanguis ex eorum
vato nel cadavere. Nell’ inspirazione.^ in cui il vasis fuisset elutus., conspiceremus., nem~
diaframma si abbassa e si appiana, il polmone, pe id deheri intelligehamiis sanguini qua
obbligato a seguirlo, e dilatato in tutti i suoi nulla resisXentia fuerat in ruptum aneu-
punti, cangia necessariamente un poco la sua rysma vitae ex.tremo tempore confluenti
forma alla base. La quale tanto più piana ad- Lpìst. XL, 26. (juod sic concidis-
diviene, e tanto maggior grossezza e volume sent pulmones et colore tamen essenf., si
ne acquista il margine, e tanto meno incassata posteriorem faciem., ut par est^ excipias^
si trova tra il diaframma e le coste, quanto ex cinereo albicante , causa erat exigua
più questo è abbassato verso l’addome. omnino copia sanguinis quam in vasis qui-
L’ apice del polmone, stretto ed ottuso, cor- dem majoribus tum ventris., lum etiam tho-
risponde alla parte inferiore della prima co- racis superfuisse animadvertimus Ep. LIT,
sta, ove si trova collocato in quella spezie di 46.) Cotale stato medesimo di scolora-
fondo di sacco che forma qui la pleura nel mento osservasi pure nei polmoni dei giustir
rivolgersi che fa anteriormente. Ë codesto ziati per mezzo della guillotina. In tutti gli
apice eziandio separalo del tutto dalla parte altri casi è rado che tali organi presenlario,
inferiore del collo; e presenta vari bernocoli per la maggior parte di loro estensione, d
irregolari più o meno notabili. d’utta la su- — pallore di cui parliamo. Sovente si trova solq
102 APPARECCHI OIHXA VITA ORGANìCA

ju alcuni punii separati ;


e facile riesce il po- rassomiglianza, nel colore e nella ccnsistenza,
ter conoscere ia questi luoghi, mediante una alle glandole bronchiali delle quali si farà
incisione, la mancanza del sangue ; ma tutte menzione più in basso. Parmi adunque certo
le altre parti delpolmone presentano quella che le macchie nere sieno prodotte da alcune
varietà nel colore che tosto verremo indi- piccole glandole bronchiali protuberanli alla
cando. Ho trovato per altro una volta bian- superficie del polmone, e apparenti attraver-
chi affatto e privi di sangue i polmoni nel ca- so la pleura, alla quale più o meno intima-
davere d’ una giovane venula a morte nel- mente si attaccano. —
Ho detto che, d’ ordi-
r ultimo grado del marasmo, dopo lunghis- nario, i polmoni si presentano in sembianza
simi e ci udelissimi patimenti prodotti da un differentissima da quella di cui dicemmo. Pe-
cancro del retto tutto il sistema venoso con-
; netrati , nella più parte, degl’individui, ai-
teneva pochissimo sangue. Qui pure abba- fi istante della morte, dal sangue, non pre-
stanza agevole riesce il comprendere la corri- sentano quasi mai quel pallore che abbiamo
spondenza tra Teffetto e la cagione. In quelle detto spettare al loro tessuto proprio. Le
malattie croniche, in cui le forze vitali si più volte si trovano lividi, hrunaslri o vio-
vennero a grado a grado struggendo,^ e e- 1’ letti, o rossastri, e codesti vari colori insieme

iiergia della circolazione è, per conseguente, commisti danno alla loro superficie quell’ a-
a dismisura scemala, il momento in cui s’ e- spetto come marmoreo che, negli anfiteatri,
slingue la vita è il termine d’ una morte in- si suol riguardare per lo naturale slato dei

cominciata da un pezzo e i fenomeni di que-


: polmoni, quantunque non sia quasi giammai
st’ultima vogliono essere più presto attribuiti che un fenomeiiQ cadaverico. —
Nota. ( Ci
alla spontanea cessazione de’ moti del cuore ha de’ casi in cui i polmoni presentano un
che air ingorgamento dei polmoni. Il co- — colore quasi azzurro o di lavagna, che sem-
ior fulvo o grigiastro dei polmoni è inter- bra proprio della loro sostanza. Colale era lo
rotto da alcune piccole macchie nere o brune, stalo loro in un uomo morto, alla Carità,
sparse irregolarmente per la superficie di essi, per la rottura dell’aorta discendente aneuri-
assai variabili quanto a numero e quanto a smatica nè potevasi qui sospettar punto l’in-
:

forma. Sovente il polmone n’ è tutto quan- gorgo sanguigno del polmone, essentlo l’in-
to intarsiato; altre volte non ne presenta dividuo morto raanifestameute d’ emorra-
che alcune sparse qui e qua a grandi di- gia.) — Diversificano
tali colori infinitamente
stanze : altre ancora, ma rare, non ne pre- secondo infermità ch’hanno messo a morte
le
senta di sorte. Tali macchie non dipendono l’individuo. Spetta all’ anatomia patologica
punto dal sangue bastando la semplice ispe-
;
il far menzione di tutti cotesti particolari
zione a dimostrare che provengono da una di- fatti noi dobbiamo ristringerci qui a parlare
:

sposizione organica.— Si veggono, infatti, ma- de’ colori che abitualmente si sogliono osser-
nifestissime sui polmoni i più pallidi e si di- vare sopra de’ polmoni d’ altro canto sani,
scernono perfettamente di mezzo al .color li- ed i quali dipendono meno dalla malattia che
vido de’ più ingorgati polmoni da per tutto ;
dall’ istante della morte. —
11 color bruno, az-

la stessa intensità nel colore da per tutto ; zurastro o violetto, è quello che più di fre-
sono circoscritte esattamente, mentre le mac- quente si ritrova ne’polmoni, ed occupa qua-
chie sanguigne, sempre più o meno oscure, si tutta la loro estensione dipende dal san-
:

sono pur sempre vagamente prolungale e ,


gue nero che è stagnante in codesti organi
finiscono perdendo a grado a grado il loro dacché la respirazione ha cessato di colorare
colore. —
Codeste macchie nere sono roton- quello che il ventricolo destro del cuore con-
diate, ovali, allungate, quando isolate, e quan- tinua ad ispingervi. Accumulato questo san-
do riunite Se si fen<la il polmone nel
tra sè. gue nel sistema capillare, e sparso forse nel
luogo da esse occupato, alcune ne sembrano tessuto cellulare che unisce tutte le parti pro-
limitate alla superificie altre se ne profon-
;
prie del polmone, dà all’organo alcune tinte
dano più o meno nella sostanza tutte oltre- ;
variale secondo che si trova accumulato, in
passano, almeno d’ alcune linee, la fuperficie più o men quantità, nello stesso punto. Il
aderente della pleura, alla quale sembrano sommo di siffatto accumulamento o di que-
appartenere in parte, perocché sollevando co- sto ingorgo produce quel nero profondo
lale membrana d’ in sul polmone si levano che caratterizza i polmoni degli asfilici il :

pur molte di codeste macchie. Ma ciò che bruno e il violetto risulta da un minor gra-
dimostra che spettano sempre, ed unicamen- do d’ingorgamento. Sempre il colore addi-
te, al tessuto polmonare, è i.® che mai non viene più atro in quella parte del polmone
si trovano sulla pleura costale ; 2 .“ che si tro- che è, di presente, la più declive, non ubbe-
vano alcune macchie affatto somigliante nel dendo più il sangue, dopo la morte, che al
tessuto polmonare, lunge dall* esteriore su- peso naturale a tutti i fluidi. Così, da lunga
perficie ; 3-° che i piccoli corpi, da’ quali sif- epoca, fu conosciuto dagli anatomici {i>edi più
6'atle macchie derivano, hanno la più perfetta innanzi il secondo dei citati passi del Mor-
ntî.r.A RESPIRAZIONE 1 o3
) che la parle posleriore ilei polmoni ragione ci porta ad ammettere che il sangue
si presenta di un colore più oscuro colpa la rosso debba stagnare nell’organo respirato-
posizione propria in cui si trovano quasi lutti rio ; nè punto avviene in quesla maniera che
i cadaveri: di modo che si può produrre, a possiamo dar ragione del colore vermìglio
proprio talento questa tinta nerastra in una che presenta quest’organo. Non lo si aUri-
altra parte del polmone, situando, per qual- buirà, senza dubbio, al sangue stagnante nella
che tempo, il cadavere in una posizione di- arterie bronchiali, troppo poche essendo co-
versa ; quindi la si avrà all’ innanzi se si co- deste arterie perchè possano fornire a tutto
richi l’individuo sul petto se lo si corichi 1 organo polmonare quel rossore
; uniforme che
sopra un fianco, la si osserverà nella parte la- ci presenta. -- Finalmente, non si dirà
che
terale del polmone corrispondente lo che, : tale rossore risulti da uno stato infiamma-
del resto, è so^^etlo ad alcune eccezioni tan- torio de polmoni, perocché Io si osserva so-
to frequenti, eh’ è mestieri il farne qui alcun pra individui, i quali non hanno presentato,
cenno. Talora non trovasi che solo un pol- durante la vita, ni un sintomo di siffatta ma-
mone ingorgato posteriormente, sebbene l’in- lattia ; lo
osserva nei polmoni di quasi
si

dividuo sia stato adagiato in una compiuta tutti i bambini,


di qualunque malattia sieno
supinazione, e 1’ altro polmone sembri conte- morti. D
altro cauto, l’effetto ordinario del—
nere all’ incirca la stessa quantità relativa di 1 infiammazione e quello di produrre, nel-
sangue. Talora la parte anteriore è manifesta- la parte ove pon sede, un più considerabile
mente ingorgata nella medesima circostanza, aflusso di sangue già rosso, ma non per que-
non essendolo punto la posteriore, e simili. sto di mutare dessa in rosso il sangue ancor
Ciò dipende, indubitatamente, dalla perdita nero. Adunque m’asterrò qui da ogni
più o meno assoluta <ìi contrattilità organica spiegazione non avendo al presente niun dato
insensibile nelle diverse parli organo
dell’ bastevole a ritrovare la vera. Quello eh’
polmonare, donde risulta una più o meno cerio si è, che quando si tagli il polmone
evidente permeabilità cadaverica, I co- nel luogo di queste macchie rosse, si trova un
lori oscuri non sono isoli che, possano de- sangue vermiglio nel tessuto dell’ organo, e
rivare al polmone dallo stagnarvi del san- che. levato questo sangue,
macchia rossa la
gue. Diversi punti di cotesti organi presen- dilegua. Ad assicurarci di questo, è
uopo sce-
tano, le spessissime fiale, un rossore vivo e gliere un polmone che contenga poco sangue,
vermiglio e le spessissime ancora tale tinta
; e ne! quale si possa paragonare il color pro-
rossa osservasi sopra d’ una gran parte o ,
prio dell’ organo coll’ accidentale colore for-
eziandio sopra una metà del polmone, pre- nitogli, in alcuni luoghi, dal sangue. Osservo
sentando 1’ altra rì;elà il bruno o il violetto ancora che uopo è discernere con accura-
ordinario. Infine quasi sempre il color rosso tezza il colore del polmone da quello che
è il solo che trovisi ne’ polmoni dei bambi- spelta alcuna volta alla sola pleura, allora che
ni. (Parlo qui soltanto di quelli che hanno codesta membrana abbia perduto, per malat-
per qualche tratto respirato, e non parlo del tia, la naturale sua lucentezza.
feto che presenta altre considerazioni a farsi V
Densità. Ira tutti gli organi formati
.

estranee al mio attuale proposi to.)-Da che cosa da tessuti solidi, i polmoni sono meno den-* i

dipende questo color rosso ? Forse dal san- si e i menoCompressi col dito,
resistenti.
gue elaboratosi dalla respirazione, e arrestato agevolmente cedono, conservano un pezzo
in quella porzione del sistema capillare del l’ impressione, nè tornano poi che
incompiu-
polmone, onde ha principio il grande sistema tamente al primitivo loro stato. F qui sup-
vascolare a sangue rosso ? Tale supposizione pongo i polmoni nello stato loro il più natu-
non parmi ammissibile; perocché i.° il san- rale, cioè senza ingorgamento sanguigno, q
gue arriva nero, per l’arteria polmonare, al solo riempiuti di quella porzione di aria, che
polmone, e percorre, senza che muti natura, non gli abbandona giammai, dacché furom»
una parte de’ rami capillari 2 .° dal momen-
: la prima volta distesi da un fluido siffatto.
to ch’ha sostenuta P influenza del contatto Quando gli riempie il sangue e gl’ ingorga,
dell’aria, trova un’ uscita libera pei rami allora acquistano una consistenza estranea aï
delle vene polmonari successivamente accre- loro tessuto proprio, resistendo assai più all?»
sciuti nel diametro ; 3.° dal momento che pressione, e più prontamente ritornando al
la respirazione cessa, non può formarsi più primo stato dopo che hanno ceduto. Pari-
sangue rosso. Non ci ha, all’ istante della mor- menti osserva, d’ordinario, che la mollezza
si

ie, ostacolo mai al ritorno del sangue rosso e la flaccidità, ond’ è caratterizzato general-
i
di già avvenuto nelle cavità sinistre del cuo- mente r organo polmonare, sono più manife-
re, che liberamente si scaricano nell’ aorta, ste negl’ individui morti d’emorragia che ne-
j

mentre che 1’ impulsione del destro ventri- gli altri.-—


Q
iiesta mollezza, questa flaccidità,
colo tende ancora a introdurre del nuovo menonotabile senza dubbio nello stato di vita
«angue nero nei polmoni. Adunque ninna che dopo la morte , ma sempre essenziale
APPARECCHI DELLA VITA ORGAMCA
air organo poìinonaie., dipenJono evideale- lamembrana propria dall’ altro gli presenta
;

mente dal non essere il medesimo che un vero ripiegandosi sulle parti vicine, una cavità di-
complesso di parecchi sistemi vascolari, come stinta, che solo ad esso appartiene, la cui fi-
ben presto più minutamente dimostreremo ; gura e 1’ estensione sono esattamente commi-
e si trovano sempre in relazione colla maniera surate alla figura e al volume, che aver deve
onde si eseguisce la respirazione, da poi che i il polmone. — Le due pleure si diportano
polmoni non deggioiio muoversi mai da per alla stessa guisa ciascheduna dalla sua banda :
sè, ma dilatati o ristretti sempre passivamen- quindi sarà bastevole il descriverne una sola
te, seguono rigorosamente i movimenti del- lino al punto in cui si avvicinano 1’ una al-
T' app.irecchio locomotore toracico, eh’ è un l’altra per formare una ripiegatura comune
necessario mezzo per 1’ esercizio dei loro fe- Rappresentando ciascheduna pleura, alla guisa
nomeni. di tutte le membrane sierose un sacco sen-
,

§. II. Organizzazione intima de"' pol- z’ apertura, è indispensabile, a ben compren-


moni, — -r Conviene distinguere, nell’ orgauiz- derne la disposizione, dipartirsi da un punto
zkzioiie intim<i del polmone, la membrana che qualunque di sua estensione, seguirla nel suo
lo cuopre dalle parti che servono inessenzial tragitto sulle parti che ricuopre, e ricondurla
ìnodo a costituirlo. —
Giaschedun polmone al punto donde la si è supposta partirsi. Pren-
è rivestito da una membrana sierosa partico- diamola sulle parti laterali dello sterno.
lare, denominata la pleura., la quale ne forma, Presa la propria derivazione da questo punto,
per così dire, l’ integumento proprio, e si si porta al biifuori sulle pareti pettorali che
estende ugualmente sulle pareti del petto. — essa tappezza per tutta la loro estensione, ap-
,

l'polmoni sono essenzialmente formati, i.®da plicala immediatamente sulle coste, separata
un condotto cartilaginoso e membranoso de- dai muscoli intercostali solo per mezzo dei
.stinato a trasmettervi l’aria; 2 .^ dai due siste- vasi e dei nervi dello stesso nome, e d’ un
mi vascolari, l’ uno de’ quali spettante all’ ar- tessuto cellulare poco adiposo e così arriva, *,

teria polmonare, costituisce termine del si- il in direzione trasversale, fino alla vertebrale
stema generale a sangue nero; l’altro appar- colonna, e, nel tempo stesso, si rivolge in basso
tenente alle vene polmonare, dà comincla- sopra il diaframma del quale ricuopre la faccia
mento al sistema generale a sangue rosso 3.° ; superiore, e In alto sotto la prima costa ove for-
da un tessuto proprio in cui si riuniscono i ma un fondo di sacco destinato a ricevere la
tre ordini di vasi di che bo parlato, e che sommità del polmone quindi, tanto in alto
:

viene penetrato, d’ ogni banda, dal cellulare che in basso, si fa continua alla ripiegatura
tcssu lo. anteriore della quale ci rechiamo tosto a fa-
Delle due pleure. Colloco qui la de-
I. vellare. Verso i capi delle coste la pleura cuo-
scrizione delle due pleure, sebbene si costumi pre i gangli toracici e loro rami, da poi
i

in anatomia considerarle separatauiente, come si porla sui lati del corpo delle vertebre dor-
organi particolari. C a confermare tal uso, e sali dal quale è separata mediante un tessuto
a dargli maggior rilevanza sembra tendessero cellulare molto abbondante di adipe. — Giun-
le belle considerazioni del Bichat intorno le ta sul davanti vertebrale colonna , la
della
membrane sierose dalle quali ci sono mo-
; pleura sì trova ravvicinata a quella del lato
strate tali membrane in generale, e particolar- opposto, e lo stretto spazio che rimane fra
mente le pleure, distinte dagli organi che ri- esse è riempiuto dall’ aorta discendente, dal-
coprono, e per la natura loro e per la pro- r esofago, dal canale toracico, e circondato da
prietà per le malattie, e via discorrendo.
e un lasso tessuto cellulare. 11 quale spazio, co-
Ma, codesto modo tistraltivo di prenderle nosciuto sotto il nome di mediastino poste-
j'n considerazione, necessario in un trattato di riore., non è, come comunementesuppone, si
anatomia generale, ove si tratta di conoscere triangolare, perchè le pleure dinanzi ad esso
ìa natura dei tessuti, non può convenirsi nelr non si toccano punto, ma si portano separa-
r anatomia descrittiva ove si tratta solo di tamente sui lati del pericardio Parrebbe .

.osservare la disposizione degli organi formali piuttosto quadrilatero ma, a meglio espri-
;

da parecchi tessuti riuniti; 2 .° ci è pur forza, merci, non presenta altro che quella forma
in quest’ ultimo studio il considerare
,
in, che gli deriva dall’ aorta e dall’ esofago onde
iuodu astratto, mia membrana sierosa che è riempiuto affatto. La direzione n’ è vertica-
apparlieiisi, ad un tempo, a parecchi organi le, perfettamente parallela a quella della ver-
diversi per natura e per funzioni come il , tebrale colonna. —
Alla parte anteriore di
peritoneo ma non è lo stesso quando una
; questo spazio ciascheduna pleura si porta sulla
membrana tale non esiste che per un organo parte laterale corrispondente del pericardi»,
particolare ; 3.^ egli è evidente che la pleura, del quale non copre a principio che una pio-
da qualunque lato la si riguardi, non esiste che ciolissima parte, quindi si rivolge di subito
pel solo polmone perciocché, dall’ un canto,
; sulla parte posteriore de’ vasi polmonari, e si
ìmuiediatamenle lo avvolge e ne costituisce porla al polmone} tappezza la faccia convessa,
DELLA RESPIRAZIONE lOD
ì' apice base di quest’ organo, cacciandosi
e la ca, ha di necessità la conformazione medesi-
profondamente tra’ suoi lobi e coprendo in ma che il polmone, del quale costituisce la
partico'are ciascheduno di essi ovunque sono cavità propria, dovendolo sempre esattamen-
distinti, ritorna poi sulla faccia piana di esso, te abbracciare. Ora, i polmoni sono allonta-
fino tanto che arriva alla parte anteriore dei nati r uno dall’altro all’ apice, e si accostano
vasi polmonari, sopra i quali novellamente nella loro parte media, ove d’ una parte, ,

rivolgesi, per continuare proprio tragitto


il crescono in volume, dalfaltra non sono sepa-
sui lati del pericardio, che ricuopre fino alla rati dal cuore che mediante i grossi vasi, e si
sua faccia anteriore. Qui si trova un’altra allontanano assai, malgrado il loro aumento
volta ravvicinata alla pleura opposta ; e am- in volume, nella parte inferiore, perchè tutto
bedue si rivolgono tosto per recarsi insieme quanto il cuore è tra loro le pleure adunque
:

ìdla parte posteriore dello sterno, formando seguir deggiouo la medesima disposizione, e
così quel tramezzo che dicesi il mediastino si trovano quindi allontanate in alto, ravvici-
anteriore^ o semplicemente W mediastino^ nate e contigue verso il mezzo, molto allon-
termine che noi conserviamo per servire tanate all’ ingiù e questo è quanto comune-
;

meglio alla descrizione, osservando che non mente si osserva. Verso la parte superiore del
esprime un organo particolare come altra vol- torace, le due lamine del mediastino lasciano
ta si supponeva.— Pervenute alla parte poste- tra sè uno spazio triangolare, la cui base è in
riore dello sterno, le due pleure vi si attaca- allo, l’apice in basso, spazio, eh’ è occupato in
no, rivolgendosi tostamente all’ infuori cia- basso dal timo nel bambino, ed empiuto in
scheduna dal lato suo, e si ritrovano al punto ogni età dal tessuto cellulare. Un po’ più in
donde le abbiamo cominciate a considerare. basso, e sul davanti de’ grossi vasi, le pleure
Adunque come si scorge, la pleura forma esat- si accostano sono contigue e separate <la un
;

tamente il sacco senz’ apertura, che abbiamo tessuto cellulare poco copioso, che loro con-
accennato, di modo che ricoprendo, median- cede il poter agevolmente scorrere 1’ una
te la sua esterna superficie, e il polmone e gii sull’altra ma subito dopo si allontanano di
;

organi vicini, non corrisponde, in tutti i nuovo nella parte inferiore, e lasciano tra sè
punti dell’interna superficie sua, che a sè me- un nuovo spazio triangolare la di cui base
desima inoltre è facile scorgere, che essendo
: è in basso e corrisponde al diaframma, men-
estesa esteriormente sulle pareti toraciche, tre che 1’ apice al di sopra si perde nei
, ,

forma solo al di dentro la cavità propria del punto che le due membrane si fanno conti-
polmone, dalla quale dipende. Ritorniamo un gue. Quest’ultimo spazio, assai più largo del
istante a codesta porzione interna delle due superiore, è occupalo da un abbondante cel-
pieure o mediastino , afine di esaminarne , lulare tessuto riempiuto le spesse fiale da
con maggior diligenza, la disposizione. i.“ Il molto grasso giallastro. Così il media-
mediastino non tiene una direzione perpen- stino, o la riunione anteriore delle due pleure,
dicolare e diritta, sì che si trovi parallelo allo rappresenta una vera specie di X, le branche
sterno come si potrebbe dapprima essere
,
inferiori del quale sarebbero più allontanate
condotto a credere. Pvivolto un po’ obblìqua- che le superiori Si scorge benissimo code-
.

mente da destra a
d’ alto in basso e sinistra, sta disposizione quando, levato lo sterno, si
corrisponde, superiormente, al luogo in cui le osservino davanti il pericardio i lembi delle
destre cartilagini costali si uniscono allo ster- due pleure tagliate in direzione della loro
no ; verso la sua sommità, al solo sterno, lunghezza. Quando si sollevi lo sterno ,

inferiormente, ad una parte^ delle cartilagi- in alto od in basso, lo spazio che separa le due
ni costali del Iato sinistro. È codesta obbli- pleure accresce , perchè ambedue queste
s’

quità il necessario effetto dell’ ineguaglianza membrane si staccano in parte dallo sterno e

nel volume dei due polmoni, ineguaglianza dalle cartilagini costali alle quali si attaccano;
che, siccome abbiamo notato di sopra, è pro- e si produce pure uno spazio artifiziale nell
dotta dall’inclinazione del cuore a sinistra. luogo in cui le due pleure erano naturalmente
In fatti, essendo il sinistro polmone meno contigue, e il tessuto cellulare poco abbon-
sviluppato, nella parte anteriore, che il destro, dante che le riuniva sembra stirato e diste-
,

e mestieri che le pleure, sempre accomodate so in più versi. Se si rimette allora lo sterno
rigorosamente alla forma dei polmoni, formi- alla sua naturale posizione, si vede Io spazio
no una cavità più larga a destra, meno a si- scemare, e le due pleure ravvicinarsi siccome
nistra. 2 Le due pleure, avvicinandosi per
.'^ prima. —In alcuni individui, si videro le due
dar formazione al mediastino, non possono pleure recarsi ciascheduna separatamente allo
addossarsi V una all’ altra, e trovarsi contigue sterno, ed atteecarvisi senza essersi trovate
che per una piccolissima estensione, la quale contigue in niiin punto, di modo che uno spa-
corrisponde sempre al luogo donde i grossi zio consi<lerabile se[)arava, per tutta la loro
vasi sorgono dal cuore. Infatti, ciaschedun.'i lunghezza, le lamine del mediastino. 11 tes- —
pleura, considerata nella sua porzione loraci- suto cellulare, che riunisce (jui le due pleure,
Encicl, Med. f. 11.
lófS APPAKfiCCHi DELLA VITA OfeGASlCA

comunica liberamente in alto con quello del scoli intercostali, e può, come osserva
Saba* il

collo, in basso con quello del basso-ventre. Nei tier, essere evacuato mediante l’operazione
due spazi triangolari soprammentovati, con- dell’ empiema» Si capisce anche siccome, in

tiene d’ ordinario più o meno adipe sembra ;


alcuni casi de’ quali ha fatto parola lo stesso
assolutamente privo di questo fluido nel luo- autore, il pus ha traversato i muscoli interco-
go che le due pleure sono contigue, e offre stali, ed è pervenuto a formare esteriormen-

un aspetto filamentoso, quantunque sia sem- te sotto la pelle un vero ascesso per congestio-

pre assai lasso.- Codesto cellulare tessuto ne. — Finalmente si comprende che l’effetto
è suscettibile d’ infiammazione come quello naturale degli ascessi del mediastino dev’ es-
delle altre parti, sebbene meno frequente e ;
sere, nel primo periodo, quello d’ impedire i
tale infiammazione quando fu esaminata,
,
movimenti del cuore, poscia che il pus com-
parve presentasse gli stessi caratteri che quel- prima il pericardio eh’ è meno res-istente del-
la del tessuto cellulare sottocutaneo nel flem- lo sterno; e nel secondo d’ impedire i movi-
mone: la suppurazione n’ è 1’ esito ordinario, menti de’ polmoni, col restringere ambedue
e ne risultano delle deposizioni più o meno le cavita toraciche, ampliando, a dispendio
considerabili, che ora si diffondono alle pareti delle pleure , quello spazio che deve occu-
addominali attraverso lo spazio triangolare pare. Il mediastino adempie, rispetto
ai
anteriore del centro diaframmatico, ora, anzi polmoni, ad un uffizio molto analogo a quello
le più volte, s’accrescono nel mediastino stes- cui la falce adempie rispetto ai cerebrali emi-
so, e manifestano alcuni sintomi de’ quali sa- sferi separa tali due organi, e impedisce
:

rebbe fuori del proposito nostro l’offrire qui nel decuDito laterale che 1’ uno non graviti
il ragguaglio. Solo farò un’ osservazione sopra 1 altro, Io che tanto più agevole riusci-
circa i cangiamenti anatomici prodotti neces- rebbe, che niun legame naturale ritiene il
sariamente da tali deposizioni. —
A ben com- polmone al posto suo, tranne i vasi che a esso
prendere siffatti cangiamenti, è mestieri i.^ si recano verso il mezzo dell’interna
:
sua fac-
rammentare che le membrane sierose sono, cia, e che non ne impedirebbono punto il la-
in generale, poco estendibili, e si prestano piut- terale movimento. Ma ( e questo merita
tosto sviluppandosi che distendendosi ; 2 .® os- specialmente di essere notato) per l’ anzi-
serverò che le pleure si attaccano molto più detta esterna disposizione delle due pleure, le
ai lati del pericardio che allo sterno ed alle parti essenzialmente mobìli del torace, che
coste, donde si staccano sempre con molta rinchiudono i polmoni, si trovano distinti
facilità. Ciò statuito, comprendesi agevol- dalla porzione più ferma che rinchiude i pri-
mente siccome i depositi di cui si tratta si svi- mi organi circolatori. Osservisi, in vero, sic-
luppino prima dall’ innanzi all’ indietro, che come la regione del torace, circoscritta dal
vuol dire che il pus si accumula da quella mediastino, sia precisamente costituita all’ in-
parte in cui trova la minor resistenza e que- ; dietro dalla colonna vertebrale, all’ innanzi
sto fa che s’aumentano le naturali separazio- dallo sterno, in basso dal centro frenico, par-
ni delle due pleure, e produce uno straordi- ti poco mobili, che esercitano la meno
attiva
nario allargamento nel punto in cui le due influenza ne’ fenomeni meccanici della respi-
membrane erano contigue. Ma quando il razione. Ritorno alle pleure. La superficie
pus continua a raccogliersi, siccome non può esterna di tali membrane, aspra, ineguale, cor-
distendere le pleure oltre un certo termine, è risponde a molte parti diverse e loro più o
mestieri che le distacchi ne’ luoghi prossimi a meno aderisce. Facile cora’ è ad essere stacca-
quelli in cui sono aderenti e questi luoghi
: ta dallo sterno, dalle coste e dai loro inter-
sono il pericardio all’ indietro, le pareti tora- valli muscolari, siccome dai Iati della verte-
ciche all’ innanzi. Ora le pleure sono aderen- brale colonna, s’ unisce assai intimamente alla
ti assai più al pericardio che alle pareti tora- sostanza propria de’ polmoni, co’quali sembra
ciche: dunque verranno staccate, per un’esten- formare un solo corpo, all’ incirca come sem-
sione maggiore o minore, sul davanti e non bra fare il peritoneo con molti de’ visceri ad-
all’ indietro e il deposito s’ aumenterà oggi-
; dominali. Si giunge per alto, mediante la sem-
mai in direzione trasversale, denudando pri- plice dissezione, ad istaccarla per un’estensio-
ma i lati dello sterno, poi le cartilagini costa- ne alquanto notabile dal polmone ; e anche
li, indi le coste, se potesse supporsi che la ma- allora si trova, tra essa e la sostanza propria,
lattia durasse ancora abbastanza senza che~ una spezie membrana secondaria piuttosto
di
producesse i mortali fenomeni. Si compren- — densa che no. La quale membrana secondari.i
de da ciò siccome la trapanazione dello ster- però non sembra altra cosa che il tessuto cel-
no, mezzo eh’ è indicato a fine di aprire l’ li- lulare che mutò forma e acquistò più consi-
scila al pus negli ascessi del mediastino, non stenza e lo dimostra ciò che avviene quando
:

sia assolutamente necessaria che per poco i si esponga all’ ebollizione una parte dell’ or-
notabili ascessi, e divenga inutile più (ardi, gano polmonare la pleura allora diviene as-
:

essendo che il pus corrisponde allora ai mu- sai discernibile sopra di esso, cresce in densità,
DELLA RESPIRAZIONE
sileva con incredibile agevolezza, nè osser- nat. gener.)- le porzioni costale e polmo-
vasi allora, tra questa e la sostanza propria, nare sembrano quasi immedesimate; ora sem-
che un tessuto cellulare, sommamente lasso e brano unite assai lassamente; altre volle si
poco abbondevole. 1 diversi gradi di ade- estendono dall’ una all’ altra alcuni prolunga-
renza della superficie esteriore della pleura menti membranosi, a rao’ di briglie, e sem-
non si osservano in ninna parte così bene co- brano alcune naturali ripiegature della pleura
me nel pericardio. Prendasi una delle pleure medesima finalmente, altre volte ancora, tale
:

nel luogo in cui si rivolge per dar formazione continuità è formata da alcuni prolungamenti
al mediastino, la si sollevi dal di dentro al di fioccosi somiglianti ad alcune lamine di cellu-
fuori, e la si troverà prima unita assai lassa- lare tessuto. Aggiungansi i casi sì numerosi nei
mente al pericardio verso la punta di que- quali false membrane, sviluppate sull’interna
sto )•! volgimento, più fissa a misura che ci ac- superficie dalla pleura^ producono certe ade-
costiamo al polmone, e finalmente impossi- renze veramente morbose. Ora, ne’ più degli
bile o molto difficile a distaccarsi da quella addotti esempi, gl’ individui non avevano ces-
porzione del pericardio che si prolunga este- sato di respirare colla maggior libertà. Dun-
riormente sui vasi polmonari. —
La superficie que è evidente che la continuità di superficie,
interna del pleura, d’ogni parte, come dicem- tra’ polmoni e il torace, non fa ostacolo alla
mo, a sè stessa contigua, presenta un aspetto libertà de’ fenomeni respiratori. — Quindi è
liscio e pallido prodotto dal liquido sieroso che vantaggio del fluido sieroso della pleu-
il

del quale è sorgente. Codesto fluido, del con- ra non può essere da noi sì chiaramente co-
tinuo esalato ed assorbito, favorisce indubita- nosciuto come quello del fluido sieroso delle
tamente r azione degli organi respiratori, se- altre somiglianti cavità e osserviamo in fatti
;

parando il polmone dalle pareti toraciche che che, in ogni altra parte, a valutare quest’ uti-
lo circondano. Ma l'esistenza di esso è poi ne- lità, abbiamo alcuni dati che qui assolutamen-

cessaria ai fenomeni della respirazione? co- te ne mancano. L’apparecchio respiratorio è il


desta funzione è poi in manifesta guisa impe- solo a presentarci le pareti d’una cavità che ha
dita quando il fluido sieroso non sia più se- una rigorosa e necessaria corrispondenza di
parato, o quando ci abbia continuità fra le movimenti cogli organi rinchiusivi. Il cervello
porzioni costale e polmonare della pleura? Si è tende a muoversi in una scatola ossea immo-
per qualche tempo sostenuta T affermativa, bile ;
le viscere gastriche possono mutare re-
anzi se n’ è altre volte in medicina creato un lazione e disposizione senza che ne partecipi-
principio, e il costume di attribuire l’abituale no in niun modo le pareli addominali ; nelle
difficoltà del respiro alV aderenza de'' polmo- cavità sinoviali, troviamo sempre due super-
ni alla pleura non è ancora in lutto abolito, ficie che si muovono in direzione opposta l’u-
'futtavolta le seguenti considerazioni, fatte da na dall’altra e via discorrendo. Da per tutto
lungo tempo dall’ Haller, e poi ripetute da al- veggiamo diverse parti di una superficie
le
tri fisiologi, non permettono più che si am- sierosa, scorrere le une sopra le altre in mo-
metta siffatta idea: le esperienze le più po- do più o meno manifesto, e possiamo com-
hanno mostrato che, nello stato sano, ci
sitive prendere senza fatica che era qui indispensa-
aveva sempre perfetta contiguità fra i polmo- bile la presenza di un fluido. Solo il torace
ni e le pareti toraciche, sì nell’ inspirazione ne offre due porzioni sierose sempre allo
come nell’ espirazione il solo ragionamento stesso modo contigue, sempre in vicendevole
:

lo avrebbe provato. Quale, infatti, sarebbe il corrispondenza sopra gli stessi punti. — La —
motivo de’ movimenti del petto, se i polmoni pleura è dotata della trasparenza comune a
fossero dotati di un movimento proprio e in- tutte le membrane della medesima classe alla
dependente ? Ma poiché i polmoni ed il petto cjuale Traendo, di per sè
spetta essa stessa.
si muovono sempre, e necessariamente, d’ ac- stessa, albianco, permette quasi da per tutto
cordo, come potrebbe averci tra loro uno spa- il discernere esattamente il colore proprio alle

zio vuoto ? e se non può averci tra loro uno parti sottoposte. Ciò è manifesto sopra il dia-
.spazio vuoto, come potrebbe mai l’acciden- framma del quale si scorgono, a traverso la
tale loro continuità impedire gran fatto i loro pleura, tutte le fibre ; ma ancor più nel pol-
movimenti? le dissezioni de’ cadaveri dimo- mone, del quale la pleura ci lascia agevolmen-
strano che i casi d’ aderenza tra le porzioni te riconoscere tutte le gradazioni, non tanto
costale e polmonare della pleura sono estre- perchè sia qui più sottile quanto perchè vi
mamente moltiplicati, che tali aderenze s’ in- è più aderente. If ebollizione fa perdere asso-
contrano ne’ più individui, e si frequente in lutamente codesta trasparenza alla pleura, fa-
quelli (he, di mezzo alla più fiorente sanità, cendole acquistare un color bianco opaco ab-
furono colti da un’ istantanea morte, come in bastanza manifesto. —
Tutto che spetta, d’al-
quelli i cui giorni furono tratti a termine da tro canto, all’intima organizzazione della pleu-
una lunga malattia. Tali aderenze sono di ra , è applicabile al tessuto sieroso general-
quattro spezie, come ha notato il Bicliat ( A- mente considerato. Il lettore troverà, nella
io8 APPARECCÎIÏ DELLA TItA ORGANICA

Anatomìa generale^ queVagguagli che è inu- tare, da questo lato, agli organi eslerrii, e
tile riesce ripetere qui. È notabile che la solo le divisioni di esse perdono questo carat-
pleura non presenta, come le altre membrane tere. Riguardata nella parte anteriore, sem-

sierose, quelle ripiegature lasse e ondeggianti bra cilindrica ;


ma dalla posteriore, la si tro-
il cui scopo è quello di prestarsi airaccidenta-
va appianata ;
lo che dipende, come dimo-
le dilatazione degli organi perocché
;
il media- streremo presto, dalla sua organizzazione. — lì

stino non può aversi come destinato a somi- diametro della trachea corrisponde, in gene-
gliante uso, attesa l’ immobilità e F abituale rale, all’ età dell’ individuo e al volume natu-

tensione del medesimo, e spezialmente Fuso rale de’ polmoni :


è perfettamente simile a
essenziale che gli abbiamo riconosciuto di com- quello della laringe misurata, siccome convie-
piere, internamente, le cavità contenenti il pol- ne, sulla cartilagine cricoide, fatta astrazione
mone. Facile a comprendere, da ciò ch’abbia rn dalla tiroidea. È tale diametro sempre uguale
detto, è il motivo di tale eccezione il torace: per tutta la lunghezza della trachea ;
nè lo si
e i polmoni si muovono sempre d’ accordo ;
vede scemare nella parte inferiore, poiché lo
la dilatazione de’ polmoni, per quanto consi- si trova presso i bronchi uguale n quello ch’era

derabile essere mai possa, si trova sempre ri- a livello della laringe. Anteriormente, la
partita su tutti i punti con perfetta uniformi- trachea è abbracciata^ nella sua parte superio-
tà, ciò che la rende poco estesa sopra ciasche- re, dalla gianduia tiroidea, le due porzioni
dun punto in particolare d’ altro lato, code- della quale si riuniscono sul davanti. Più in
;

sta dilatazione non soverchia giammai gran basso, e più superficialmente, è coperta dai
fatto il consueto volume degli organi ad ogni ;
muscoli sterno-ioidei e sterno-tiroidei, dond’è
ordinaria inspirazione introducesi una picco- separata da un lasso tessuto : nel petto, tro-
lissima copia di aria, e alla più gagliarda in- vasi rinchiusa nella posteriore separazione
spirazione non se n’ introduce mai tanta che delle due pleure, e corrisponde alle vene sot-
basti a far sì che i polmoni abbiano uopo di to-claveari, all’arteria innominata, alla cur-
sì fatte riscosse apparecchiate in questi a pre- vatura dell’aorta. Posteriormente, copre
ferenza d' altri organi suscettibili d’ acquista- F esofago, e in parte, al lato destro, i corpi
re un volume doppio o triplo del loro. delle vertebre, trovandosi l’esofago un poco
IIP De' condotti aerei. I condotti deviato a sinistra, come dicemmo descriven-
aerei costituiscono la parte essenziale dei pol- do F apparecchio digestivo. Sui lati, s’ avvici-
moni riguardati nelle loro funzioni. Per quel- na alle vene iugulari, alle arterie carotidi, ai
li s’ introduce il fluido destinato ad elaborare nervi vaghi, ai rami inferiori dei due gangli
il sangue : nell’ interno di quelli, e dalle loro cervicali superiori un lasso e copioso tessuto
:

pareti si opera l’elaborazione da essi, la por-


: cellulare la separa da tutte queste parli.
zione d’aria eh’ è divenuta inutile, è gittata 2 .*^ I bronchi nascono dalla trachea verso la
al di fuori. 11 loro complesso costituisce la ca- seconda o la terza delle vertebre dorsali. Da
vità interna dell’apparecchio respiratorio, ca- questo tronco comune si allontanano forman-
vità eh’ è analoga, nell’organizzazione, a quel- do tra sè un angolo quasi retto, e si portano
le dell’apparecchio digestivo, perchè rivestita obbliquamente in basso e al di fuori, ciasche-
d’ una membrana mucosa, sebbene ne diversi- duno verso il corrispondente polmone. Qui
fichi quanto a disposizione, essendo suddivisa si comincia a rinvenire le tracce di quell’ irre-
in molti e quasi infiniti canali che a mo’ delle golarità nelle forme che caratterizza gli or-
arterie diminuiscono in volume; cotale ordine gani della vita interna in fatti, il bronco si-
;

di condotti ha il suo cominciamento da un solo nistro è un po’ meno ampio del destro, e cor-
tronco che riunisce, l’uno all’altro, i due pol- re un tragitto maggiore innanzi che arrivi al
moni, e forma veracemente di essi un orbano polmone: lo che dipende dalla deviazione del
solo, rendendone i fenomeni di necessità si- cuore verso la sinistra banda, deviazione dal-
multanei. Sono questi, di tutti condotti del- la quale risulta che i grossi tronchi vascolari,
i

l’economia, soli che rimangano sempre aper-


i sorgendo dal cuore, si trovino quasi intera-
ti, dovendo Faria ad ogni istante introdur- mente applicati sul bronco sinistro. - 1 bron- —
visi senza niun ostacolo. chi penetrano dalla parte media, e dalla fac-
Si è assegnato al loro troiico comune il cia interna dei polmoni, nella sostanza di co-
nome di trachea., e alle loro divisioni quello desti organi e vi si dividono tostamente in
;

«li bronchi: —
i.” la trachea, situata sul da- rami successivamente minori che si diportano
vanti della colonna vertebrale, si estende dal- siccome quelli delle arterie, e prendono tutte
la parte media e superiore del collo alla supe- le direzioni. Alcuni si recano obbliquamente
riore e profonda del petto. Incomincia sotto all’ insù nel lobo superiore, altri orizzontal-
la laringe, finisce a livello della seconda o mente nel mezzo dell’organo: altri infine se-
della terza vertebra dorsale. Situata sulla li- guono la direzione primitiva dal bronco me-
nea mediana, simmetrica, per tutta la sua e- desimo, portandosi obbliquamente in basso
slensione, e regolare, sembra eziandio spet- verso la base dei polmoni, e via discorrendo.
Lir.L r,A F. KS?TÏ{ AZIONE ìog
Tali su<1d visioni
i sono cosi numerose come in qualche circostanza, condotti non si ab- 1

([uelle dell’arteria polmouaie, ed è impos- bassino sopra sè stessi, e s’ ohhlilerino. Cia-


sibile a coompagnai'li fino airnltiina loro ler- scheduna di tali cartilagini rappresenta, al-
minazione non ci ha parie del polmone che
: ]’ incirca, i due terzi di un anello
incurvale :

non ne riceva ma non si possédé ninna


; sopra sè stesse, appianate secondo la loro
precisa idea intorno al modo come finiscono. grossezza, hanno ima lunghezza uniforme,
Hanno preteso il Malpigli! ed altri che ter- ed una larghezza inegualissima. Tutte corri-
minassero in alcune piccole vescichette sul- spondono alla parte esteriore del condotto
le quali si recassero ad anastomizzarsi ra- colla loro faccia convessa^ sulla quale
si pro-
i

moscelli capillari dei due sistemi sanguigni : lungano parecchie fibre della membrana e :

Keil anzi ha preteso di noverare codeste colla faccia concava corrispondono alla
mem-
vescichette. Oggidì si dubita di loro esisten- brana mucosa, dalla cjuale sono separate me-
za, quantunque, nel linguaggio anatomi- diante un sottile strato cellulare. I loro mar-
co sia ordinario costume il supporle
,
I — gini superiori e inferiori, rotondati,
continui
condotti aerei i quali, considerati riguardo al di fuori col tessuto fibroso, sono
un poco
organo polmonare, non formano che uno
all’ più protuberanli nell’ interno del condotto,
de’ suoi tessuti, o una delle sue parti costi- e si sviluppano a traverso la membrana
mu-
tuenti, considerati in sè stessi formano vera- cosa. pm o meno promi-
Le loro estremila,
cemente nel loro complesso un organo par- nenti indietro nel tessuto fibroso, sono
all’
ticolare composto da tessuti distintissimi. I tutte poste nello stesso livello rotondate
le
quali tessuti si possono ridurre a Ire 1’ uno : più volte un poco incurvate superiormente
esterno, in parte fibroso, e per quanto sem- secondo larghezza della cartilagine. II nu-
la
bra, in parte muscolare; l’altro cartilaginoso mero di siffatte cartilagini
e, per diverse ca-
congiunto al precedente il terzo inferno, ;
gioni, assai vario. i.^Sono quando più e
quan-
mucoso. Conviene aggiungervi vasi arteriosi i do meno larghe ma poiché la lunghezza della
:

e venosi propri de’ bronchi, i nervi che vi si trachea dev’essere sempre all’ incirca uguale,
distribuiscono, finalmente quei corpi di par- ne diviene che debba tanto maggiore essere il
ticolar natura ohe si conoscono col nome di loro numero quanto più sono ristrette. Dicesi
piandole bronchiali. che, in generale, la loro maggior larghezza
ha membrana esterna dei condotti e anteiiore, e che cjuesia diminuisce a
gra-
aerei nasce superiormente, dnlla circonferen- do a grado verso l’ indietro niente è meno ;

za della cartilagine cricoidea, e occupa tutta costante di questo dapoichè, le spessissime


:

r estensione, sì della trachea come dei bron- volte, sono strette all’ innanzi, e si allargano
chi, le cui pareti essenzialmente forma. Densa sui lati, talché india si può determinare in-
abbastanza per la maggiore sua estensione, torno a questo proposito. Talvolta due 2 .^
si va assottigliando nelle ultime divisioni c.ytiìagini si congiungono coi loro margini
bronchiali fintanto che non è più visibile. E
,
rispettivi, e si confondono, e da ciò ne deriva
formata da alcune fibre longitudinali paral- una diminuzione al loro numero,. In ^e-
lele le une alle altre, alquanto serrate. Le uerale , codeste cartiliigmi hanno direzione
quali fibre rossastre alla superfìcie del con- orizzontale rispetto all’asse del condotto cui
dotti, ne paiono biancastre, come le altre parti spettano ma, intorno a ciò, ci hanno mol-
del sistema fibroso, quando più profondamen- tissime vaiieta. Se ne trovano molte più ò
te ci facciamo ad esaminarle. Costituisce — meno obhlique, sicché inegualissimi ne rie-
tale membrane posteriormente, la por-
sola, scono di necessità gl’
inlervMli che le sepa-
zione solida della tiachea, dal che deriva la rano. —
colore di siffatte cartilagini è al-
11

forma appianala che tale condotto presenta quanto somigliante a quello delie cartilagini
in questo luogo. Si osserva giustamente tale delie altre cavità presentando esse una bian-
:

struttura molle della trachea all’iudietro cor- chezza meno considerabile che quelle delle ar-
rispondere ai liberi movimenti dell’esofago ticolari superficie. Mollo elastiche,
qual sono,
che r è sottoposto ma a torto se ne argui-
;
riescono suscettibili di ripiegarsi ad un grado
rebbe che quella esiste per cjuesti, perocché piuttosto notevole, senza che si romp;^no. —
osservasi la medesima strultui a anche nella Ecco, a quali considerazioni generali ci trag-
parte posteriore dei bronchi, quando questi ga 1 esame delle parli più solide dei condotti
non hanno niun’ attinenza fuorché colla so- aerei. Ci rimane che presentiamo alcuni rag-
stanza propria de’ polmoni. Non è lo stes- — guagli intorno a due tra le cartilagini della
so nella parte anteriore, o meglio là dove i trachea e intorno a quelle delle diramazioni
condotti aerei hanno la loro maggiore esten- bronchiali. —
La cartilagine, onde ha prin-
sione trasversale. Qui 1’ esterna membrana è cipio superiormente la trachea si discerne ,

interrotta continuamente da alcune porzioni quasi sempre dalle altre per un’assai maggio-
cartilaginose sviluppate nel tessuto di essa e re larghezza. La si trova, alquanto di spesso,
destinale a mantenerla sempre tesa, affincbè. continua superiormente colla cricoidc, e in-
1 I U APPARECCHI DELLA VITA ORGANICA
feriormente con quella che le snccede. Quelle glandola negli intervalli tra le cartilagini. —
che seguono vanno di bollo scemando in La superficie interna della stessa membrana
larghezza senza niuna discernibile gradazio- considerala in questi stessi intervalli delle
ne. —
La cartilagine colla quale ha fermine cartilagini
, corrisponde alla mucosa , dalla
inferiormente la trachea si fa discernere sem- quale è separala per mezzo di molte piccole
pre per la sua forma comodata alla disposi- granulazioni di color variabile, molto ravvi-
zione de’ bronchi. La parte media di questa cinate ed irregolarissime. Sembra che anche
si prolunga inferiormente ad angolo acuto, queste sieno glandole mucose. Ma, posterior-
incurvandosi un cotai poco verso l’ indietro ; mente, si trova sotto la membrana fibrosa
laonde rappresenta codesta cartilagine un uno strato di fibre trasversali molto vicine
triangolo incurvalo sopra il suo piano in due le une alle altre, densissime, estese tra le due
versi ad un tratto medesimo, avendo la base estremità ondeggianti delle cartilagini alle
in alto, r apice in basso, e due margini con- quali si attaccano. Non somigliano tali fibre
cavi che ricevono il principio de’ bronchi. per nulla alle fibre longitudinali che costi-
Alquanto di frequente si fa immediatamente tuiscono la membrana esteriore ; perciocché
continua con uno de’ suoi margini, o anche sono disposte in piccoli fasci, mentre le lon-
con ambidue, nelle prime cartilagini bron- gitudinali sono disposte a mo’ di membrana.
chiali. —
INe’ rami dei bronchi, le cartilagini Non hanno il color bianco aponeurotico di
«divengono a poco a poco più irregolari nella queste, e sembrano assolutamente analoghe,
forma, e in proporzione meno estese ; e per- nella loro sembianza, alle fibre muscolari degli
ciò non presentano più sì esattamente, come intestini. Finalmente formano uno strato di
facevano prima, quella disposizione anellare fibre affatto distinte, e dalle fibre longitudi-
che abbiamo veduta e si riducono tosto ad
;
nali dellamembrana esteriore, perchè si può
alcuni piccoli grani di forma variabile, ora introdurre agevolmente uno scalpello tra le
separali, ed ora riuniti. A misura che molli- une e le altre ; e dalla membrana mucosa alla
jdicano le suddivisioni vascolari, vanno an- quale non si attaccano che per mezzo di un
ch’ essi perdendo la loro solidità e resisten- tessuto cellulare estremamente lasso. La mi-
za , e alla perfine dileguano interamente gliore maniera da porre in mostra codeste
talché, quando si è giunti all’ultimo termine fibre trasversali, è quella di togliere la raera-
nel quale può 1’ occbio seguire i ramoscelli brana mucosa che internamente le ricopre.
aerei, più non si trovano fuor le membrane. — Qual è la natura di codeste fibre trasver-

La ripeto non si deggiono codeste carti-
: sali posteriori ? L’ apparente loro analogia
lagini, qual siasi il loro numero, tenere che colle fibre intestinali ne indurrebbe forte-
per dipendenze, o, a meglio esprimermi, per mente a crederle muscolari. L’ Haller, senza
corpi accessori necessari alla membrana este- esitare, leriguarda per tali ma le confonde
:

riore, che sola esiste da per tutto qual base colle longitudinali,che costituiscono la mem-
de’ condotti di cui favelliamo, e presenta da brana esterna, sebbene però queste differiscano
per lutto alcune fibre longitudinali disposte assolutamente dalle prime, e sembrino, come
alla stessa guisa, con questa sola differenza dicemmo, appartenere al sistema fibroso. —
per altro, che posteriormente sono codeste Ponendo vera tale opinione circa la natura
fibre contenute in tutto il sistema delle vie delle fibre trasversali è mestieri accordare
,

aeree, mentre che, anteriormente, sono con- alla trachea la facoltà in certe circostanze di
tinuamente interrotte da alcune parti solide restringersi e di dilatarsi. Molti anatomici,
sviluppatesi in mezzo ad esse. Ho adunque in vero, glie l’accordano: ma non si trova
descritto le cartilagini, siccome concorrenti che niuno abbia cercalo di statuire esafla-
all’organizzazione della membrana esteriore; raenle i casi in cui vengono operati siffatti
ed ora ritorno a quella. La superficie e- movimenti, nè di con esperimenti
assicurarsi,
slerna di tale membrana è sparsa, posterior- positivi , se questi veramente succedessero.
mente, di piccoli corpi rossastri, di forma Nola ( vedi a questo proposito l’ opera di
svariatissima, ora rotondali, ora ovali, e via Reisseissen de Fahrica pulrnonum e il capi-
discorrendo. Sono questi alcune glandole rau- tolo Coup d' oeil sur la structure du pou-
« ose i cui canali escretori traversano tutta la mon del brattalo intorno l’ascoltazione me-
grossezza del condotto ad aprirsi nella su- diala del Laennec, 3 .a ediz., per Mèriadec
perficie interna di esso ed è agevole lo assi-
; Laennec, i.® volume, p. 266.)
curarsene levando, con cautela, queste glan- La membrana mucosa^ terza delle la
dole, senza toccare il tessuto fibroso. Scor- parti spettanti ai condotti aerei, è la seconda
gesi allora, nel luogo ove corrispondeva cia- divisione di quella grande membrana che dal
scheduna glandola , un piccolo forame col Bichal venne indicala col nome di gastro-
margini rotondati donde penetrava il con- polmonare. Nata dalla faringe, si profonda
dotto escrelorio. Anteriormente, la membra- nell’ organo vocale, e continua il suo tragitto
na esteriore non presenta «P ordinario niuna nella trachea e nei bronchi fino alle ultime
DELLA HESrniAZIONS I Î Ï

ïoro diramazioni. Esiste essa sola in codesle lontanate più o meno le une dalle altre. Si
viltime estremità? Non possiamo assicurarce- può credere che il Willis abbia fatte le me-
ne, ma quasi ne trarrebbe a reputarlo la ne- desime osservazioni, avendo egli attribuito
cessitàche ci ha del più prossimo possibile le ripiegature della membrana mucosa pol-

contatto tra i vasi aerei e i sanguigni acciò monare ad alcune fibre muscolari esistenti
che si operino i fenomeni chimici della re- nel tessuto di questa. Ecco quanto mi venne
spirazione , almeno conforme all’ ordinaria esattamente palesato dall’ autopsia cadave-
nostra maniera di concepirli . —
La super- per altro la natura muscolare delle
rica, fuori
fìcie esterna di essa corrisponde, posterior- sopramraentovale fibre, intorno alla quale
mente allo strato delle fibre trasversali, dalle non istimo poter proferire sicura sentenza.
di
quali è separata, come abbiamo osservato, per Un fluido mucoso inumidisce continua-
mezzo d’ un tessuto cellulare piuttosto lasso niente la superficie interna di che parliamo.
che no. Nella rimanente sua estensione, è co- Poco abbondante nello stato il più naturale,
desta superficie applicata in parte alle carti- è disciolto dall'aria e rigettato così al di
lagini, la cui forma si delinea a traverso di fuori neirespirazione. Accumulandosi in mag-
essa, stante il protuberare che fanno al di den- gior quantità, mediante alcune accidentali cir-
tro, e in parte sulla membrana fibrosa ne- costanze, viene naturalmente espulso dai su-
gl' intervalli tra codesti corpi solidi. Median- bitanei sforzi espiratori che costituiscono la.
te la dissezione, la si separa agevolmente da tosse.— Oltre il mentovato fluido, parecchi ne
tutte queste parti. La superficie interna ammettono anche qui un altro somministrato
di tale membrana corrisponde all’ interno dei dall’ esalazione. L’HalIer non combatte code-
condotti ed in essa si aprono, sovente in mo- sta opinione, ma nè men la sostiene, nè punto
;

do abbastanza manifesto, i condotti escretori procaccia di dimostrarla. Nota. { Non si Iro-


delle glandolo mucose. Nè presenta, ordina- «vano in Haller, a questo proposito, che tali
riamente, il rossore che osservasi in quella parole: Sed ncque exhalationem vasculosam
della faringe. Osservandola posteriormente, exclusero. Elem. fisiol. t. 3 p. i 5 o). Sem-
,

nello spazio eh’ è privo di cartilagini, vi si bra infatti quest’ opinione poco suscettibile
scorgono molte ripiegature longitudinali al di essere confermata da fatti abbastanza con-
sommo protubérant! e abbastanza regolari, cludenti. -- L’ organizzazione della membrana
’l'ali ripiegature sono tanto apparenti ne’bron- mucosa delle vie aeree è quella medesima del
chi che nella trachea, e corrispondono sempre sistema mucoso preso a considerare nel suo
a quella parte in cui il condotto aereo e sem- complesso. Adunque, circa a questo argomen-
plicemente membranoso. Altrove non se ne to, rimetto il lettore 'àW' Anatomia generale.
trovano. Richiamandoci alla memoria che Io E qui contentiamoci di venire indicando le
strato delle fibre trasversali esiste solamente particolari modificazioni di tale organizzazio-
in tale porzione membranosa, e che questo ne nella membrana di cui trattiamo. Non
si trova immediatamente sottoposto all’ in- ci ha parìe di essa, nella quale non sia impos-
terna membrana, saremmo tratti a conside- sibile il dimostrare compiutamente l’esisteuzii
rare le ripiegature, di che parliamo, come dell’epidermide. Infatti, è questa membrana,
si considerano quelle dell’esofago, e attri- in ogni suo tratto, lontana dalle aperture e-
huirle semplicemente alla contrazione delle steriori, i soli luoghi dove siasi potuto rinve-
fibre trasversali, la cui natura muscolare sem- nire manifestamente questa epidermide. L' u-
brerà viappiù dimostrata dall’ esposto feno- nica dimostrazione che si potrebbe acquistar
meno. Se non che, per quanto si distenda in qui, la si ricava da que’ casi patologici nei
larghezza la porzione membranosa della tra- quali furono resi, coll’ espettorazione, alcuni
1 chea, non svaniscono le ripiegature, e nè an- frammenti membranosi. L’ Haller ne cita pa^
ì che diminuiscono in modo manifesto. Se si recchi, e solo da questi è indotto a dover am-
t stacchi accuratamente, mediante la dissezio- mettere un’ epidermide mucosa polmonare .

I ne, la membrana mucosa da tutta questa par- Ma, siccome giudiziosamente osserva il Bi-
ì te, sussistono ancora le ripiegature sul lembo chat, questa dimostrazione non è sufficiente,

f separato, e vi si osservano similmente protu- potendo siffatti lembi essere analoghi alle
I beranti. E, mediante la stessa preparazione, escare pili o meno profonde prodotte sulla
si scorge che sono prodotte da alcune liste- pelle dalle abbruciature, e via discorrendo. --
relie o colonne fibrose attaccate si intima- II corion, che costituisce la principal parte
t mente alla superficie esterna
della mucosa da della membrana mucosa polmonare, non pre-
6 formare un solo corpo con essa. Non si può senta niuna particolare considerazione, eccetto
5, levare, infatti, tale membrana, senza levare che la progressiva diminuzione nella grossez-
fi insieme anche queste. Più manifesta ancora za del medesimo a misura che più tenui di-
; è l’analogia di sì fatte listerelle , che delle vengono le bronchiali ramificazioni. Il poco
fibre trasversali col fascio muscolare degli rossore che presenta ordinariarneule codesta
ni intestini: se non che sono esse isolale e al- membrana, è indizio che poco ci è svilup-

I
î î 1 APPARECCHI DELLA VITA ORGAKICA

palo il sistema c;)pill;ne sanguigno proprio spirabile è il fluido connaturale alla membra-
air organizzazione della medesima il quale
: na mucosa del polmone. Con questa sola s’ac-
diviene poi più palese in molte circostanze, corda la particolar guisa della sua sensibilità ;
massime nelle malattie catarrali, cui, più che ogni altro fluido è respinto da essa quindi :

tutte le altre, va soggetta la mucosa polmo- dal momento che sostiene un’ iufluenza stra-
nare. Allora il sangue che si accumula in niera, incapace essendo di liberarsi da per sè
questo capillare sistema, fornisce alla mem- stessa, chiama a mediante una co-
soccorso,
brana quel color rosso che non le era punto stante simpatia, l’azione de’ muscoli esteriori,
connaturale. La membrana mucosa, ri- r uso de’ quali consiste nei giovare la funzio-
guardata dal lato delle sue funzioni, ci pre- ne che quella esercita. —
I vasi ed i nervi, che
senta a fare le più importanti considerazioni. entrano nell’organizzazione intima de’ pol-
L’anatomico non iscorge, in essa, altra cosa moni, si distribuiscono principalmente per gli
che r interno involucro dell’ organo polmo- aerei condotti; seguono esattamente, colle
nare, siccome vede, nella pleura, l’esterno in- loro branche, il tragitto di codesti condotti,
tegumento di questo. Meno estesa, a prima e i loro più sottili rami solamente se ne allon-
giunta, della pleura, lo diviene, fuor d’ ogni tanano per gittarsi vagamente nella sostanza
dubbio, assai più, quando si consideri la cosa propria de’ polmoni. E anche probabile che
nella sua realtà, stante le quasi infinite rarni- gli ultimi seguano pure le ramifìcazioai bron-
ticazioni de’ condotti aerei che vengono tap- chiali ; dapoichè , siccome dicemmo, tali ra-
pezzati da essa fino alla loro ultima termina- mificazioni sono quasi infinite, nè ci ha parte
zione. Ma il fisiologo scorge, in questa alcuna de’ polmoni che di esse manchi.
membrana mucosa, il teatro del più grande 1 condotti aerei ricevono le loro arterie
tra’ fenomeni della respirazione, di quello per da parecchie fonti quelle della trachea le de-
:

cagione del quale si operano tutti gii altri:- rivano dalle tiroidee, e spezialmente dalle ti-
dico la mutazione dello stato del sangue per roidee inferiori le più prossime ad essa. 1 bron-
mezzo dell’ aria. Il sangue, in vero, non può chi poi hanno delle arterie proprie che sorgono
ricevere l’ iufluenza dell’ aria che a traverso immediatamente dall’aorta, e si denominano,
le pareti di codesta membrana , dapoichè , per questa cagione, arterie bronchiali. Se ne
secondo la più comune sentenza, 1’ aria intro-
trovano costantemente due, 1’ una destra e
dotta nel polmone non esce punto dalle bron- r altra sinistra : la destra ordinariamente na-
chiali ramificazioni per portarsi ad un con- sce, mediante un tronco comune, colla prima
tatto immediato col sangue a fine di colorar- delle intercostali aortiche ; la sinistra nasce
lo. D’ altro lato, posto anche che 1’ aria sia
ora separatamente, ora, per mezzo di un co-
portata al sangue perla via <lell’ assorbimen- mune tronco, insieme alla destra, lo che è
to, come pretendono alcuni tisiologi, rimane soggetto a molte altre variazioni. Si veggo-
sempre vero che tale assorbimento si operi no talvolta codeste arterie spiccarsi o dalla
aiecessariamenle nella membrana mucosa, la solto-claveare, o dall’ intercostale superiore,
quale, per conseguente, riesce 1’ essenziale or- 0 dalla toracica interna, e simili. Sovente si
gano della colorazione del sangue. —
Si può trovano due arterie bronchiali da ciascun
far qui un confronto importante tra la mem- Iato. —
In ogni caso, codesti vasi, divisi subi-
brana, che tappezza nel suo interno 1’ organo to in parecchie branche tortuose, si recano
polmonare, e T apparecchio locomotore, che alla superficie esterna de’ condotti aerei, e gli
lo circonda al difuori, formato dal complesso accompagnano suddividendosi siccome questi.
de’muscoli intercostali e del diaframma. Que- 1 loro rami vanno prendendo una direzione
sta è il teatro de’ fenomeni chimici, questo la più retta, a misura che si rendono più piccoli
potenza operante i fenomeni meccanici della e più numerosi. Gii aitimi ramoscelli forma-
respirazione. Dall’ apparecchio locomotore no una rete tra la membrana fibrosa e la mu-
viene il polmone dilatato affine di ricevere cosa, nella quale principalmente hanno ter-
r aria nella membrana mucosa è poi 1’ aria minazione ; molli si perdono per le glandolo
:
|

ricevuta, elaborata, messa ad opera quindi bronchiali e sulle pareti delle branche del-
: |

ci ha un’esatta corrispondenza tra’ fenomeni l’arteria e delle vene polmonari. Stante la |

«li queste due parti dell’ apparecchio respira- tenuità loro, riesce malagevole il seguirle fino i

torio. Quando l’aria contenuta nelle vie aeree a certa distanza. Si anastomizzano coi ramo- i

Ila perduto, dopo avervi fatta certa dimora, la scelli dell’ arteria polmonare ? Non possiamo
proprietà di colorire il sangue, i uioviraeuli persuadercelo perchè questi due ordini di
,
i

del torace necessari ad espellerla, e a ricever- vasi non fanno circolare un sangue della
ne della nuova, sono prodotti in modo quasi stessa qualità, nè esistono nel polmone per lo
del lutto involontario, c ogni irritazione por- stesso fine. 1 primi recano al polmone un
tala nell’interno dei bronchi cagiona di botto sangue solo preparato per la nutrizione di
nel torace que’ vivi e subitanei movimenti esso, mentre i secondi vi recano un sangue che a

che coaljluiscono la tosse.— Adunque l’aria re- dev’ essere preparalo dall’ influenza dell’aria. I
della respibazîone 1 ì 3
Ha come rispontìei’e aÌT Ilaller che asserisce considerabili circondano tali condotti alla loro
aver veciuto sififiitta anastomosi in modo sicu- origine, e si rinvengono successivamente più
ro ed evidente Cominus et certo ? ( Elem.
: misura che più profondamente sì e-
piccoli a
physìol.^ toro, 3, pag. i55. ) samina P organo polmonare. La loro forma
Le vene èrorrcA/a/j si diportano all'' in- non ha niuna costanza rotondate, ovali, lo-
:

circa come le arterie. Nate dal sistema capll- bulose, sono irregolari per modo che non si
I lare, dove hanno terminazione queste ultime, saprebbe a cosa paragonarle 11 colore par.

seguono i vasi aerei rmiiendosi successiva- sempre nero nell’adulto, sebbene non sia
: mente in rami più grossi fino a tanto che ; d’ ordinario che di un azzurro oscurissimo o
I
finalmente, ridotti a due principali tronchi, tli un bruno profondo, somigliante a quello
sboccano, a destra, nella vena azigos, a sini- della coroide. Apjpunto a sitfàtto colore vo-
stra, nella vena intercostale superiore. Talora gliono attribuirsi le macchie nerastre che .sì
si trovano due vene bronchiali destre, T una osservano snU’esìerna superfìcie dei polmoni:
delle quali apresi nella vena cava superiore. e dipende quel color stesso dal fluido conte-
Del resto la loro terminazione presenta molte nuto in quelle glandole, quantunque non sem-
varietà che è vano il venir qui noverando bri assolutamente essenziale al loro tessuto ;

perchè, trattando delP apparecchio circolato- infatti non lo si trova nelle glandole bron-
rio dobbiamo muovere ancora discorsi in-
,
chiali del bambino, le quali, rossastre o bian-
torno tutti questi vasi. castre qual sono, rassomigliano perfettamen-
/ nervi seguono una ilislribuzione ana- te alle altre glandole linfatiche. Quindi, nel
loga a quella delle arterie, il nervo vago ne bambino, i polmoni non presentano giammai
somministra la maggior parte, derivando da al di fuori le macchie delle quali abbiamo fa-
questo solo rami principali che si recano alla
i vellalo prova evidente che tali macchie solo
:

trachea quelli de’ bronchi nascono dai due dipendono dalle glandole bronchiali super-
— Le glandole bronchiali hanno,
:

.
plessi polmonari composti in parte dal nervo ficiali. in ore-
vago, jn parte dai rami de’ gangli cervicali nerale, pochissima consistenza si schiacciano
;

inferiori e Non
ritornerò alla loro
toracici. alla minima pressione, e tingono fortemente
descrizione, che è stala esposta dal Bichat me- del loro colore luogo eh*’ allora occupano,
il

desimo, e che si troverà nel volume preceden- ’lale mollezza si accorda con quanto si è detto
te Nota. G. Bell ha dimostrato dipoi che i
(
circa il loro tessuto che si tiene per puramen-
nervi pneurao-gastrico, glosso faringeo e spi- te cellulare: il quale tessuto, per quanto pare,
nale avevano molta influenza sulla respira- è ingorgato e carico di quel fluido bruiiastro
zione.) Solo rammenterò qui che codesti rami, o azzurrastro che da esse è contenuto, ed è la
dopo avere accompagnato per alcun tratto i sola cagione di loro poca resistenza, perchè
I
bronchi per la loro superficie esterna, terral- nel bambino, in cui le dette glandole non
1 nano tutti coll’ attraversare la membrana fi- contengono di siffatto fluido , sono assai più
j
brosa per recarsi alla mucosa. Quasi niuno di compatte e sode. Non è raro però il trovar
essi poi si gitia nella sostanza medesima del nell’ adulto molte glandole bronchiali assai
i

j
polmone. Adunque deggiono essere riguar- consistenti, quantunque ugualmente colorate:
dati come spettanti ai condotti aerei, e sotto e si sono anche vedute talora ripiene di pic-
a questo rispetto s’ avviene loro meglio il coli concrezioni calcolose, ossiformi, cartilagi-
nome di nervi bronchiali^ che quello di ner- nose e via discorrendo. —
Non è pur dubbio
vi polmonari. —
Osserviamo ancora che il oggidì che le glandole bronchiali non ispetti-
polmone riceve i suoi nervi dai due sistemi no al sistema assorbente. L’ Haller le ha ve-
nervosi generali riuniti, e si trova, dietro a dute manifestamente continuarsi con alcuni
questa, siccome a parecchie altreconsiderazio- vasi linfatici che riuscivano nel canal toracico
ni, situato ai confini due vite, talché
delle comune. Molti però hanno voluto collocarle
appartenendo semplicemente alla seconda fra gli organi secretori, e le hanno riguardate
quanto allo scopo de’ suoi fenomeni, sembra, per le sorgenti di quel fluido nerastro che si
per riguardo alla propria disposizione anato- trova talvolta immischialo a strisce nei fluidi
mica, spettare in parte alla prima. Per dar — respinti fuori, la mattina, coll’ espettorazione.
fine a tutto ciò che concerne condotti aerei, i Tale sentenza non è appoggiata ad alcuna
ne rimane parlate delie glandole bronchiali. prova positiva, essendo che niuno abbia po-
Le glandole bronchiali non si trovano tuto mai discoprirne de’ condotti escretori
!j
punto sulla trachea ma le prime s’incontra-
;
che dalle glandole bronchiali si recassero alle
I
no dopo la divisione dei bronchi. Disseminate vie respiratorie. Quindi non si hanno altre
qual sono irregolarmente per tali condotti, si ragioni ohe quelle fondate, sull’analogia
f

;
trovano in più o men numero, secondo gl’in- apparente de’ fluidi 2 .^ sulla costante prossi-
;

5 dividui, nell’ interno dei polmoni. Il loro vo- mità di tali glandole ai bronchi; 3.® e sul non
I lume è assai vario, e sembra proporzionato al conoscersi alcun’ altra sorgente dalla quale si
[ Tolume dei bronchi .stessi perocché i più;
pos.sa presumere che scatiirìsca il fltiuio
Enctcl. Mf>d. i‘. il. là
Î ì4 APPARECCHI HE LEA VITA ORGANICA

ïpeltoralo. Tali sono senxa dubbio


ragioni in due che penetrino ne’ pol-
Ironclii avanti
iiisutfìcienti, quantunque paressero abbastan- moni il luogo, in cui succede questa divisio-
;

za forti aH’Haller da fargli ammettere, contro ne, è uguale per P mio e per i’ aitio, di modo
a ciò che dimostra T ispezione anatomica, al- che i bronchi in alto, e in basso i due tronchi
cune vie di comunicazione tra le piandole e i dell’ arteria polmonare, ravvicinati e prossi-

bronchi. — La nuova dottrina chimica ha dato mi, circoscrivono tra sè uno spazio, che pre-‘
1’ uso senterebbe una romboide vera, se i’ angolo
origine ad un’ altra opinione intorno
delle glandole bronchiali. È noto siccome il della divisione della polmonare arteria fosse
Fourcroy le riguardi come serbatoi del carbo- uguale quello dei bronchi. Ma le due divi-
a

nio onde si scarica il sangue nella respirazio- sioni polmonari si slonlanano in guisa l’ una
ne ; rna tale spiegazione non è giovata da dall’altra nel punto in cui nascono dal tron-
niun latto anatomico, ed è tanto meu certa co comune, che non formano un manifesto
quanto die la chimica dottrina della respira- angolo; ma piuttosto la loro riunione al detto
zione è aneli’ essa un argomento dì contro- tronco rappresenta una specie di I'. Tale —
versia. D’altro lato qui si suppone ciò che divisione si opera al Iato sinistro dell’aorta Il .

dovrebbesi dimostrare, perchè si è costretti ad tronco polmonare destro si profonda tosto


ammettere, come gli antichi, alcune vie di- dietro l’aorta e la vena cava superiore, e s’in-
relledi comunicazione tra le glandole bron- dirizza trasversalmente verso il destro pol-
chiali e condotti aerei, acciò che possa eva-
i mone, al quale arriva dopo un cammino più
cuarsi il carbonio accumulato. Finalmente il lungo che quello del tronco polmonare sini-
carbonio, che sempre si aumenta, dovrebbe, stro, il quale tiene, dalla sua banda, la mede-
ad epoche determinate e periodiche esse- , sima direzione. Ciò che vi ha d’eccedente
re abitualmente spinto al di fuori median- nella lunghezza del destro sopra il sinistro, è
te T espettoiazione eppure le strisce nera-
;
misurato esattamente dal volume dell’ aorta,
stic che appariscono negli sputi, non co- che ricuopre immediatamente il primo. Aio-
sliluiscono per l'ermo un fenomeno ordinario bidue, situati sul davanti dei bronchi, inter-
e costante. (Vedi Laennec, opera e capitolo secano a principio alcun poco di basso in alto
citato). — E mestieri dunque
accordarci in
Io la direzione di questi ma tosto si suddivido-
;

questo, che ignoriamo assolutamente e la na- no come i bronchi medesimi, e li seguono nel
lui'a e la sorgente, e il modo di produzione loro tragitto, essendo 1’ arteria collocata quasi
e gli usi del fluido dal quale dipende il colore sempre al di sopra del bronco, e suddividen-
delle glandole bronchiali. dosi esatlameule ne’ medesimi luoghi che
§. 111. Del sistema vascolare dei pol~ questa. Ci ha dunque in prima tre suddivi-
moni. — Il sistema vascolare dei polmoni si sioni pel tronco polmonare destro, due sole
divide in tre parti distinte e per la natura loro, pel sinistro, secondo il numero diverso dei
e per le loro proprietà, e per lo scopo cui mi- lobi. 1 rami e i ramoscelli dell’arteria polmo-
rano loro fenomeni. La prima è il sistema del-
i nare si moltiplicano poi siccome quelli dei
l'arteria polmonare, o il termine del sistema condotti aerei; nè ci ha lobulo del polmone
generale a sangue nero; la seconda, quello delle che non ne riceva, ned è possibile accompa-
vene polmonari, o il principio del sistema ge- gnarli tiuo alla loro ultima terminazione .

nerale ,a sangue rosso ; la terza è il sistema Riuniti ai rami bronchiali per mezzo del tes-
capillare intermedio ai due precedenti. Nel suto cellulare generale dell’ organo, possono
primo, il sangue è spinto ai polmoni perchè essere separati agevolmente da questi ovunque
sia in essi soltopposto all’ influenza dell'aria ; sieno discernibili; onde si vede sempre il san-
nel secondo ritorna al cuore dopo essere stato gue separalo affatto dall’aria, uè possono gii
assoggettato a codesta influenza; neirultirno si occhi nostri scoprire il modo onde il primo
opera il cangiamento del sangue. Nell’ arteria de’ mentovati fluidi riceve l’influenza dell’al-
polmonare, il sangue è spinto immedialamen- tro. E’serabra indubitabile che questo impor-
ie dal cuore; nel sistema capillare, non ubbi- tante fenomeno non si operi punto ne’vasi
disce che alla contrattilità organica insensibile discernibili all’ occhio, ma solo nel ca pili are
de’vasi, siccome pure nelle vene polmonari.
fa sistema : ma sopra questo punto ritorneremo
I P Per mezzo dell’ arteria polmonare al più presto Ora abbandoniamo, per un
.

ricevono i polmoni il sangue cui deggiono istante, i dell’ arteria polmonare nel
rami
rinnovare, siccome per mezzo della trachea luogo in divenuti capillari, s’involano
cui,
l'icevono l’aria dalla quale è prodotto il rin- a* nostri sguardi, e arrestiamoci sull’intima
novamento del sangue. Il primo de’ mento- organizzazione di questo primo ordine di
vati canali, nato dal cuore, porta ai mede-
si vasi sanguigni. —
È evidente che 1’ arteria
simi di basso in alto ; il secondo, aperto e co- polmonare, badando alle più essenziali rasso-
municante col di fuori nella superiore sua miglianze, spelta al sistema venoso, o meglio,
parte, vi si porla d’alto in basso. L’uno e secondo la più generale e meno equivoca e-
r altro, semplice all’ origine loro, si dividono spressione usala dal Bichat, al sistcìua vasco-'
DEI.LA RESPiRÂZÎONS ìiS
lare a sangue nero ; e che ci ha continuila e 2.° Le vene polmonari., nate dal sistema
somiglianza fra la membrana interna di que- capillare di tali organi, seguono una direzione
sT arteria e la membrana interna delle vene. analoga a quella delle divisioni arteriose. Pros-
Tale rassomiglianza è dimostrata dai fatti più sime, fino dalla loro origine, ai ramoscelli
positivi, e spezialmente dalla mancanza costan- aerei, non abbandonano mai, nel loro tragit-
te di accidentali ossificazioni nell’arteria pol- to, siffatti condotti si vanno poi successiva-
:

monare ( ved. Anatomia generale)^ siccome mente riunendo in rami più grossi che si
nelle vene di tutti gli organi. Indnrno si op- trovano applicati sempre sopra rami bron-
porrebbe che la membrana interna delTarteria chiali di un’ ampiezza proporzionata. D’ or-
polmonare ha maggior grossezza che quella dinario la vena è inferiore al bronco, mentre
delle vene; perchè una differenza di grossezza gli è superiore 1’ arteria questo almeno ci si
:

non è diversità di natura. -Ma, siccome osserva manifesta fintantoché l’occhio può seguire
lo stesso Bichat, tale analogia d’organizzazione codesti vasi. Finalmente le dette vene si ridu-
non è applicabile ai tessuti sovrapposti esterior- cono a quattro considerabili tronchi, due per
mente alla membrana interna dei vasi: potendo ciaschedun polmone. E in tale stato appunto
questi diversificare, secondo la più o meno va- lasciano siffatti organi per penetrare nel peri-
lida resistenza che deggiono opporre queste o cardio, e aprirsi nella sinistra orecchietta.
«juelle parti di un medesimo vascolare siste- Avviene peraltro alcuna volta che si veggano
ma. Ora, l’arteria polmonare che sorge im- due branche uscire separatamente dal polmo-
mediatamente dal cuore, e riceve il gagliardo ne a costituire una sola vena ma subito dopo ;

I
impulso impressoi da quest’ organo al san- si riuniscono. La vena polmonare destra
gue, deve essere più resistente che le altre superiore esce dal polmone al disotto del
parli del sistema venoso le quali non ricevono bronco, e si rivolge un poco obbliquamente
jnmto un impulso siffatto. Quindi 1’ arteria all’ ingiù ad aprirsi nella parte superiore de-

polmonare si ritrova organizzata esteriormen- stra dell’ orecchietta La vena destra infe-
.

'
le siccome 1’ aorta, e provveduta di una so- riore appartiene spezialmente al lobo inferio-
[ migliante fibrosa membrana, solo assai meno re del polmone ascende molto obbliquamen-
:

densa. Appunto a questa poca densità e’ vuole te verso r orecchietta, e si apre nella parte
»

s attribuiïsi la poca consistenza dell’ arteria destra inferiore di questa. Lo stesso avvie-—
polmonare, sempre abbassata, quando è vuo- ne all’ incirca delle vene polmonari sinistre.
ta, sopra sè stessa, mentre l’aorta rimane an- La superiore discende verso 1’ orecchietta ;
; cora aperta e dilatata nella medesima circo- r inferiore ascetide per aprirvisi. Sono queste
I stanza. Osservisi, del rimanente, siccome co- per altro d’ordinario un poco più prossime
1
desta differenza nella densità delle due arte- 1’ una all’ altra che non sieno le destre. —

1 rie, delle quali facciamo parola, s’accordi e- L’ organizzazione delle vene polmonari ci
1 sattamente con una simile differenza ne’ ven- presenta alcune considerazioni analoghe a
tricoli da’ quali e l’ima e l’altra deriva, e quelle che abbiamo istittiito riguardo alle ar-
quindi colla diversa forza nell’ impulso che terie. Le quali vene spettano essenzialmente
I

r una e l’ altra dee sostenere; perchè il ven- al sistema vascolare a sangue rosso, del quale

I Incoio polmonare ha pareti assai più sottili formano il cominciamento. La loro membra-
! dell’aortico, e gode un movimento tantome- na interna è continua e somigliante a quella
no gagliardo quanto più breve è la di.stanza che riveste le cavità sinistre del cuore, e l’ in-
I alla quale dee spingere il sangue. Quindi terno delle arterie sorgenti dell’aorta. Ma,
r arteria polmonare tiene il mezzo, e quanto nel loro esteriore tessuto, le vene polmonari
a organizzazione e quanto a funzioni, d’ infra somigliano perfettamente alle vene generali,
f

il sistema arterioso ed il venoso: ciò che ave- la cui funzione è quella di riportare il sangue
;i

vano espresso gli antichi nominandola la ce- nero alle cavità destre del cuore. Hanno la
f

i na arteriosa. Al primo degli anzidetti due stessa sottigliezza, la stessa mollezza, la me-
li sistemi appartiene pel modo onde riceve il desima flacciditù; in una parola, si acquisterà
|,
sangue, e per la natura e la densità del suo un’idea esattissima di tale organizzazione riu-
H esteriore tessuto secondo appartiene per
;
al nendo tutto che 1’ anatomia generale ci in-
r interna sua membrana e per la qualità del segna, riguardo alla membrana comune del
sangue che vi passa. -— Torna dunque inutile sistema a sangue rosso, a quello che imparia-
! lo estendersi maggiormente circa
1' intima mo dall’opera stessa intorno la e.sterna strut-
ii organizzazione dell’ arteria polmonare. Po- tura dei vasi del sistema a sangue rosso. Solo
i: tremo formarcene un’ idea gitiStissima riu- osserveremo qui, tra l’ organizzazione e i fe-
I nendo nozioni offerteci dal Bichat in-
le belle nomeni una corrispondenza somigliante a
,

I
torno il sistema arterioso e il venoso, e mo- quella che abbiamo osservato in parlando del-
dificandole, nel modo eh’ egli ha fatto, rispet- 1’ arteria polmonare. In questa era necessaria
lli

;( lo al sistema vascolare dei polmoni. ( Vedi la solidità per cagione dell’ impulso che rice-

Anatomia generale. )
ve dal cuore ; era inutile nelle rene polmonari,
î ÎÔ ÂPPARlîCC^HI KELRA VîTA ORGANîcA

nelle quali il tragitto del sangue rosso non sentate, si troveranno sviluppale nel modo il

è cagionato punto da un simile impulso si : più importante ed il più curioso, tanto nel-
troverà poi la stessa solidità nelle arterie aor- V Anatomia generale^ che nella seconda par-
tiche, nelle quali si manifeslerà di bel nuovo te delle Ricerche fisiologiche intorno alla

fanzìdetta impulsione. Olla ed alla morte.


3.® i capillari del polmone formano mi IV. Tessuto proprio dei polmoni. —
sistema particolare Irapposto alle rairulicazio'’ II polmone, a prima giunta, ci presenta una

ni arteriose ed alle venose, nel quale hanno sostanza molle, spugnosa, poco resistente alla
terminazione le prime, origine le seconde. pressione, poco suscettibile di ritornare di
Matiifesta codesto sistema un carattere assai poi al primitivo suo stalo. Presa a considerare
notabile, ed è che là dove ha il suo principio, con maggiore attenzione, ci sembra tale so-
ivi l’ impulso del cuore,
ha cessato e solo il stanza divisa in vari lobuli distinti anche al
movimento tonico de’ vasi stessi vi fa correre di fuori, e separali gli uni dagli altri median-
il sangue. Sparsi, qual sono, in numero infi- te certe piccole scanalature biancastre, che

nito per tutte le parti dell’ organo polmona- vennero da alcuni confusi coi vasi linfatici di-
re, codesti vasi costituiscono nel loro com- stribuiti realmente pel polmone, siccome ve-
plesso una porzione notabile del tessuto pro- dremo trattando dell’apparecchio assorbente.
prio di esso, nè danno passaggio che al san- Codesti lobuli si rendono più manifesti quan-
gue : differenza considerabile dal sistema ca- do si laceri il polmone; massime dopo averlo
pillare generale che aminelle tanti fluidi di- sottoposto all' ebollizione. Sono dessi varia-
versi. Appunto i capillari del polmone sì bili quantoa volume e spezialmente quanto
trovano nella più immediata corrispondenza alia forma, intorno alla quale nulla di certo
cogli aerei condotti ed essi soltanto possono
; si può statuire. Solo si scorge che presentano

liberamente ramificarsi per le pareli di tali molte faccette separale da alcuni angoli pro-
condotti, divenuti allora solo interamente tuberanti, che si separano con facilità, e che
membranosi e privi di cartilagini. Nel sistema sono riuniti da un tessuto cellulare lasso, fi-
capillare adunque d sangue si trova nella lamentoso, molto estendibile, non mai adipo-
maggior vicinanza all’ aria e ne riceve per ; so. Godesti lobuli si separano in lobuli anche
tal modo r infl uetiza che lo converte di neró più piccoli, massime quando siensi distesi per
in rosso. Nè pare che il coloramento incomin- mezzo dell’aria spiata ne’ bronchi e non si
;

ci più presto, almeno per quanto si può giu- scorge nè il termine della loro divisione, nè
dicarne dall’essere le arterie e le vene polmo- la natura intima delle parli che li costituisco-

nari, fino al punto che P occhio può scerner- no. Dopo il -flalpighi, gli autori si sono abba-
le, separate dai rami bronchiali. Un’ altra — bastanza universalmente accordati nel ri-
prova ili favore della prossima attinenza, che guardare codesti ultimi lobuli, quali vescico-
lega sistema capillare ai condotti aerei, la
il lari e formati dall’estremità de’ bronchi. Ü
si ricava <lal!a facilità onde si fanno passare in Willis ha fatto incidere, nelle sue tavole ana-
questi ultimi alcuni fluidi iniettati per la pol- tomiche, la disposizione di tali vescichette, e
monare arteria. Haller cita molli somiglianti le suppose disposte a ino’ di grappoli de’qua-

esperimeuli, de’qiiali parecclii a lui stesso ap- lii rami bronchiali fossero i comuni pedun-
partengono. 'l’ale fatto merita non poca con- coli. Keil ha preteso di noverare tali vesci-
siderazione, quantunque non debba couchiu- chette e Haies e Lieberkimu di statuire con
;

dersene una libera comuuicazione, anche nel- precisione 1’ estensione della loro superficie,
lo stato naturale, tra’ due ordini di vasi di e via discorrendo. Questi lavori sono piutto-
cui si tratta. E noto in fatti con che facilità sto, come osserva 1’ Haller, il prodotto del-
penetrino le iniezioni ne’ condotti nei quali, r imaginazione, che di un’osservazione sicura
durante la vita, non penetrava
sangue, e che il ed esatta, la quale, per quanto sembra, è im-
non divengono permeabili se non già per la possibile qui ( Ved. il Laennec ). —Che se ci
perdita della proprietà loro vitali. Tutto attenghiamo a quanto dimostraci l’anatomia,
adunque ci tragga a dover riguardare il siste- saremmo abbastanza naturalmente recati a
ma capdlare dei polmoni siccome il luogo ove dover lobetti considerare siccome risultanti
i

esclusivamente si opera questo grande feno- dalla riunione delle estremità bronchiali del si-
meno del coloramento del sangue, fenomeno, stema capillare polmonare, del sistema capii-
pel quale si opera la respirazione, della quale iore de’ vasi bronchiali, de’ ramoscelli nervo-
costituisce lo scopo e P unico fine. Mi ar- si, ravvicinali ed agglomerati dal tessuto cel-

resto a questa conchìusioiie, nè entro qui m lulare comune che tiene un posto considera-
nessun’ altra considerazione intorno ai capil- bile nella struttura de’ polmoni. Adunque co-
lari del polmone. Il loro esame anatomico, desti organi sono quasi del lutto vascolari: lo
colpa l’eslrema loro teauilà, non pofcr. bine che si accorda benissimo a quanto sappiamo
essere portata più oltre, e le belle vedute fi- circa la loro organizzazione c loro fenomeni.
i

eiologiche che dii medesimi ci veng ma pre-


della cieco LAZIO ne n7
organo solo, non hanno per altro alcuna co-
ÂPP1RECCHIO DELLA CIRCOLAZIONE municazione, e sono perfettamente distinte :

tal che, siccome osserva il Bichat, polrebbo-


CONSIDERAZIONI GENERALL no trovarsi affatto separate senza che ne ri-
sultasse niun turbamento alla circolazione. —
L’apparecchio circolatorio ê oomposto Si è pure obbligali, in fisiologia, di considerare
da due parli tra cui ci ha un’essenziale distin- sempre separatamente movimenti di queste
i

zione 1’ una destinala


; a portare il sangue due metà per dar ragione dell’ordine successivo
preparalo dalla respirazione, da un centro de’ fenomeni circolatori; e di dover ammet-
comune agli organi: l’altra destinala a ri- 1<^re veracemente due cuori là «love l’anato-
portare da tutti gli organi ad un centro co- nfia sembra dimostrarne uno solo. Sepa-
mune il sangue che la respirazione dee pre- due porzioni del cuore, e consi-
raivdó così le
parare. A questa differenza appunto nella derando, nella loro unione, le due grandi me-
natura del sangue si arresta in principal mo- tà dell’apparecchio circolatorio, si scorge il
do il fisiologo e la esprime assegnando al-
;
sistema a sangue nero trarre 1’ origine sua,
le due parti dell’apparecchio, del quale io per mezzo di moltissimi capillari, da tutti gli
tengo parola, i nomi distintivi di sistema organi, continuarsi nelle vene scemale a gra-
vascolare a sangue rosso e di sistema va- do a grado in numero e cresciute in volume,
scolare a sangue nero. Codesti due si- finire nel polmone mediante le ramificazioni
stemi presentano, nella loro organizzazione, capillari dell’ arteria polmonare. La porzione
alcune differenze ugualmente manifeste ed : destra del cuore, frapposta alle vene e a que-
appunto a queste differenze volge i’ anato- st’arteria, non sembra allora che un’ ausiliaria
mico la sua principale attenzione e la e- ; cagione d’impulso destinata a favorire il corso
sprime chiamando arterioso il sistema a san- del sangue per infino ai polmoni. In pari guisa,
gue rosso, venoso il sistema a sangue nero. si scorge sistema a sangue rosso aver prin-
il

Si compone ciaschedun sistema da una cipio, mediante alcuni rami capillari, nel pol-
serie di vasi sparsi universalmente per l’e- mone, e continuare, mediante le vene polmo-
conomia, successivamente ramificati in cia- nari, 1’ aorta e le divisioni di questa, fino ai
schedun organo, e crescenti sempre in nume- capillari di tutti gli organi quinfli la parta
;

ro a misura che scemano in volume. Questa sinistra del cuore puòrappresentata


essere
è la grande e 1’ essenziale differenza per la siccome un organo muscoloso frapposto alle
quale si discerne, a piima giunta, l’apparec- vene polmonari e l’aorta, a fine di accelerare il
chio circolatorio dagli apparecchi organici che corso del sangue in codesta serie di vasi con-
abbiamo esaminalo fin qui. 11 digestivo e il tinui. Ma queste ultime considerazioni»
l’espiratorio sono rinchiusi in alcune cavita utili nell’ anatomia generale, che riguarda gii
proprie nè si estendono più in là quello del-
:
organi solo d’ un modo astratto, non potreb-
la circolazione non ha altri limiti che quello be riuscire di base ad una descrizione in cui
del corpo stesso; e ricevono egualmente le nu- trattasi solamente di formarsi un’esatta idea
merose espansioni di esso gli organi delle due degli oggetti tale quale si presentalo essi alia
vile, perchè niuno di questo può esercitare nostra vista. ISè certamente potremmo aspet-
le proprie funzioni senza i’ influenza imme- tarci un siffatto scopo, quando ci rèstringessi-
diata del sangue. —
Ma questo fluido, elabo- nio a descrivere le cavità sinistre al principio
ralo dalla respirazione, riceve l’ impulso pri- del sistema arterioso, per rimettere al termine
miero, che deve portarlo a tutti gli organi, del sistema venoso 1’ esame delle cavità de-
nell’interno della cavità del petto e qui ap-
; stre. —
- Per la stessa ragione, non si può se-
punto, ritornalo che sia da tali organi, riceve guir sempre qui l’ ordine della circolazione.
l’impulso che deve recarlo ai polmoni per Lo si può ben fare agevolmente quando si
sostenervi una novella elaborazione. 11 cuore, tratti del cuore e del sistema arterioso ; ma,
eh’ è la necessaria potenza operante questi per conformarvisi rispetto al .sistema venoso,
due impulsi, si trova qui al centro dei due e’ converrebbe far comincia mento da’ rami
sistemi, o piuttosto al termine del venoso e al capillari, e terminare alle vene cave, lo che
principio dell’arterioso. Le cavità destre di es- metterebbe un’estrema confusione ne’descrit-
so ricevono il sangue che gii riportano le ven- ìivi ragguagli. ——
Descri vereiuo adunque in
ne cave, e lo trasmettono, per mezzo dell’ ar- prima tutto intero il cuore, considerandolo»
teria polmonare, agli organi respiratori ; le siccome 1’ organo centrale dei due sistemi
sue cavità sinistre poi ricevono il sangue così circolatori ; ma dopo averne esaminata la
apparecchiato e riportato alle medesime dalle forma, la situazione, P esterna disposizione,
I
vene polmonari, e lo trasmettono per mezzo enlrereino a considerarne separatamente le
dell’aorta e delle sue divisioni a tutti gli or- due metà che questo è il solo mezzo onde
—-Codeste due
:

gani. metà del cuore, quan- formarsene un’ esatta idea, per ciò che ne ri-
tunque riunite di modo che coslituijiGQUo un sguarda le fuuîioüi. - D,-po il cuore, descri-
ì i?5 APPARECCHI DELLA YITA ORGANICA
veremo il sistema arterioso, indi il sistema
Venoso, che considereremo alla stessa loggia Articolo /.
deir arterioso, incominciando dai tronchi e
terminando coi rami. DEL PERICARDIO
11 raggnaglio delle generalità spettanti a
codesti due generi di vasi, quale è contenuto 11 parte media
pericardio, situato alla
ntW Anatomia generale^ crediamo inutile il del torace,occupa quasi l’altezza di
tutta
ripeterlo qui, L’ allievo non cerca di verifica- questa cavità, e concorre a dividerla in due
re, sì fatti ragguagli sopra il cadavere; nè porzioni ineguali. Collocalo tra le due pleu-
può comprenderli se non quando ha ben im- re, che ne sono separate l’una dall’altra, e lo
parata la particolare descriiione dei vasi. Ciò coprono lateralmente, corrisponde, all’ in-
eh’ è essenziale si è il fermarne 1’ attenzione nanzi e all’ indietro, a quei luoghi iie’quali si
sopra il complesso del vascolare sistema di accostano tra sè codeste membrane per dar
chiascheduna regione a misura che s’ innol- formazione ai mediastini. Quindi all’ indie-
tra, ad agevolargli l’ idea che deve formarsi tro, corrisponde immediatamente alla colon-
da poi del sistema vascolare considerato nella na vertebrale, all’ esofago, all’ aorta ; sui lati,
sua interezza. — Questi brevi sunti che tratto ai polmoni, che si prolungano più o meno sul-
tratto presenteremo hanno d’ altro lato il
,
la sua parte anteriore; sul davanti, allo sterno
vantaggio di mettere ne’ descrittivi ragguagli e alle coste sinistre in basso poggia, senza
;

una varietà atta a far che meglio si soffra niun intermezzo, sul centro aponeurotico del
quanto hanno naturalmente di arido e di diaframma. —Levando lo sterno colle carti-
stucchevole. lagini delle coste, e osservando il pericardio
tale quale presentasi, apparisce piramidale»
DEL PERICARDIO E DEL CUORE colla base all’ ingiù, 1’ apice in alto. Anche la
forma di esso pare simmetrica, eccetto che in
Ho già osservato, in trattando dell’ ap- basso ove prolungasi un poco più verso il si-
parecchio respiratorio, che, stante l’anteriore nistro che il destro lato. Ma questa forma ap-
«lisposizione delle due pleure, la cavità tora- parente solo è da attribuirsi alla disposizione
cica si trovava divisa in tre regioni, una me- che hanno le pleure riguardo al pericardio.
dia e due laterali. Nelle ultime, che sono de- Se si levino esattamente colla dissezione (che
stinate a contenere i polmoni, ogni cosa è è sempre facile ), da esso, codeste due mem-
conformata per la mobilità nella media, in-
;
brane, si scorge che il grasso accumulato tra
vece, per la solidità in fatti è la medesima
: le separazioni loro, massimo tra la pleura de-
costituita, all’ indietro, dalla parte men mo- stra e la parte inferiore corrispondente del
bile della colonna vertebrale, all’ innanzi dal- pericardio, era la sola cagione di siffatta spe-
lo sterno, che solo è suscettibile d’ un poco zie d’illusione. Spogliato che sia e lasciato a
movimento di totalità; in basso, il dia-
esteso sè slesso, il pericardio non ha forma regolare
framma non presenta a questo luogo che una e paragonabile ed è in ogni sua parte esat-
:

porzione lendinosa, inetta a muoversi di per tamente modellato sul cuore e sui grossi va-
sè stessa, e sempre, d’altro lato, tesa gagliar- si dei quali costituisce la cavità propria solo :

«lamente framezzo alle vertebre ed allo ster- inferiormente sembra allontanarsi dal cuore
no. —
Appunto in questa regione media tro- per farsi continuo, col suo orlo, al centro dia-
vasi il cuore co’ principali vasi che se ne di- frammatico. Il pericardio è composto da

partono, e con quelli che in esso mettono ca- due membrane le quali, sebbene si trovino
;

po. Scorgesi quindi come tale organo sottrag- in gran parte riunite ed immedesimate, pure
gasi in gran parte ai generali movimenti del hanno la generale disposizione, la natura, le
petto, nè possa sostenerne l’influenza che d’uii proprietà sì diverse, e sì palesemente i’ una
ìaodo mediato ed indiretto. —
La disposizio- dell’altra discernibili, che torna assolutamen-
ne per altro delle due pleure non sarebbe te impossibile il poter descriverle insieme, e,
sufficiente a mantener fisso il cuore nella pro- quando si entri ne’ ragguagli anatomici, con-
pria sede, ed impedirne gli spostamenti ma ;
siderare il pericardio come un solo organo.
lioviamo sempre, in mezzo a questo, una ca- Di tali membrane, 1’ una, esterna, è fibrosa ;

vità membranosa più solida, continua in bas- l’altra, interna, è sierosa.


so al diaframma e prolungata in alto sui
, §. 1. Membrana fibrosa. — Nasce que-
vasi ad una piuttosto grande distanza. Code- sta in basso, circolarmente dalla parte media
sta cavità è partenente al cuore, viene quindi del centro aponeurotico del diaframma, col
delta da ciò il pericardio : del quale ci fare- quale è perfettamente imraeilesimala, ascen-
mo in primo luogo a parlare. «le all’intorno del cuore, abbracciandolo fino

alla base, si prolunga, per alcun tratto, sul-


I’ origine de’ grossi vasi, nascondendoli, ma
poi si divide in parecchie guaine saparate, 'olle
DELLA C1ÏICOLAZIO.\B î ig

quali accompagna, fino a certa lontananza, e <lensità variano assai. Tali fasci sono dispo-
rodesti vasi. Si prolungano le mentovate guai- sti con alquanta irregolarità; spesso s’in-
ne più o meno secondo che più o meno lungo trecciano in varie direzioni, e s’ interrom-
è il tragitto corso dai vasi innanzi che arrivi- pono per più o men lungo tragitto tutta- :

no agli organi quali spettano, o escano


ai volta si trovano generalmente verticali e pa-
dal torace. Quindi la guaina fibrosa dell’aorta ralleli sul corpo del pericardio. Inferiormente,
si prolunga infinitamente sopra cotest’arteria, si fanno continue alle fibre aponeurotiche del

quella del (ronco polmonare sinistro è, come diaframma, dalle quali sembrano essere pro-
quelle della vena cava superiore, meno este- dotte ; superiormente, si allontanano le une
sa; più corte ancora sono le guaine delle vene dalla altre dappresso ai vasi, sui quali si veg-
polmonari e finalmente la vena cava inferio-
;
gono manifestamente prolungarsi. Si posso-
re non ha guaina fibrosa propria, dappoiché no accompagnare a fortissima distanza sopra
s’introduce nel pericardio al momento stesso 1’ anche sulle prime divisioni di que-
aorta, e
eh’ esce dal diaframma, e corrisponde al luo- sta ;
seguono più manifestamente ancora
si

go in cui la membrana fibrosa si rende tutta sui vasi polmonari fino all’ entrala immediata
quanta continua al centro aponeurotico del di questi ne’iipolmoni, sicché le pleure, ovun-
detto muscolo. —
Tale è appunto la termina- que abbandonano i loro organi, incontrane»
zione della membrana fibrosa mediante alcu- la membrana fibrosa, nè corrispondono, iti
ne distinte porzioni sui vasi. Adunque le ter- alcun punto, immediatamente alla tonaca e-
minazioni di codesta membrana sono tanto sterna de’ vasi polmonari Nola. Il Lancisi
(

svariate quanto uniforme era il punto d’ori- sembra essere stato il primo a incontrare al-
gine. Non si può nè anche discernere il pun- cune fibre ben manifeste ed intralciate su!
to preciso in cui, sopra ciaschedun vaso in pericardio. Ma egli le giudicò falsamente mu-
particolare, ha il proprio fine confusa più o, scolari, e ne formò una particolare tonaca
men lontano coll’ esterna tonaca vascolare, frapposta a due altre eh’ ei già ammetteva
sembra formare con questa tonaca un corpo sotto questo circolo membranoso. Altri au-
solo, ed entrare nell’intima organizzazione tori eziandio scrissero intorno ad esso, e pre^
di essa, senza che sì possa mai per intero stac- tesero dimostrare cinque tonache nel peri-
camela. —
-La membrana fibrosa, colla più cardio, appoggiandosi unicamente alla mag-
parte dell’esteriore sua superficie, corrispon- giore o minore facitità con cui riescono a
de cdle pleure alle quali aderisce più o meno dividere collo scalpello , codesta membrana
:

per mezzo di un tessuto cellulare, ora som- in più lamine. ) - Da —quanto si è esposi r»
mamente adiposo, ora privo assolutamente di risalta evidente, che inesattamente
esprimo si

[i grasso. In generale non si trova questo gras- chi dice il pericardio presentare parecchie
|;
so accumulalo sopra di essa, fuorché ne’ luo- aperture per lo passaggio de’ vasi che deri-
.
ghi in cui le pleure si rivolgono per formare vano dal cuore, o che al cuore si recano. La
il mediastino anteriore presso i polmoni, è
;
quale rappresentazione se è falsa riguard<»
sempre più intima l’aderenza, e meno copio- alla membrana sierosa, come venne da lunga
1 so tessuto cellulare intermediario.
il Le epoca osservato dal Bichat, del che noi pure
1 mediate correlazioni della membrana fibrosa in breve potremo convincerci, non lo è me-
, coi vicini organi vennero indicate nella gene- no rispetto alla fibrosa, la quale prolungala
I raie descrizione nel pericanlio. Colla sua all’ infinito sui vasi, in forma di guaine, per-

i, interna superficie, la membrana fibrosa cor- mettici in questi luoghi il poterla mirare e
risponde, quasi d’ogni banda, alla sierosa, ed discernere.
4 è a questa intimamente unita solo se ne se- : §. 11. Membrana sierosa. — La mem-
para ne’ luoghi in cui si prolunga sui vasi, ri- brana sierosa appartiene al cuore d’ un modo
volgendosi, al contrario, la sierosa, per ritor- assai più immediato che la fibrosa. Continua
nare sul cuore nel modo che tosto indichere- com’ è a questa, forma a quello un partico-
Ì
mo. Qui appunto, in questa situazione, si può lare involucro, destinato piuttosto a compier-
facilmente scorgere la distinzione dell’ una e ne r organizzazione, che a favorire i movi-
dell’altra, trovandosi tra loro un manifesto menti, Per descriverla mestieri è tener
spazio triangolare più in là, la fibrosa cor-
;
quell’ordine stesso che abbiamo adottalo per
risponde alla tonaca esterna dei vasi, dalla le pleure, formando essa, al pari che queste

quale è separata a principio mediante il cellu- membrane, un sacco senz’ apertura la cui
lare tessuto, ma poi non tarda ad iramedesi- cavità corrisponde a sé stessa in tutti i suoi
raarvisi. —Considerata nell’intima sua orga- punti , e che non trovasi alle parti vicine
nizzazione, la membrana fibrosa presenta la applicato eccetto che per 1’ esterna sua su-

I più perfetta analogia colla dura-madre, sai- perficie. —


Adunque tolgo a considerare co-
rt vo l’ essere meno densa. La si vede formata desta membrana in un punto quanlunque dì
il) da fibre biancastre, talvolta separate, più .spes- sua estensione, scegliendolo alla parte ante-
Jì so raccolte in fasci distinti, la cui larghezza riore interna della fibrosa. —
- Mossa da que-
T 2-0 APPARriCCni PELPA YÎTA OROAKÎCA

$lo punto, la sierosa ascende tappezzando la altre prove dimostranti l’esistenza deila sie-
fibrosa per inbno ai luogo in cui le guaine rosa in modo incontrastabile. La superfi-
da esse formate s’attaccano ai vasi. Qui si cie interna di questa membrana sicorrispon-
rivolge, nel mezzo, sull’ aorta, un poco so- de, d’ ogni parte a sè stessa, e presenta 1’ a-
pra la prima curvatura questa; a sinistradi spetto liscio e levigato che le viene sommini-
sull’ arteria polmonare, innanzi la sua divi- strato dal fluido che se ne esala. E codesto
sione a destra sulla vena cava superiore,
,
fluido ugualmente esalalo e dalla porzione
;

circa un pollice sopra l’entrata di questa libera del pericardio, e da quella che copre
nell’orecchietta, e sulle vene polmonari destre il cuore. E assorbito, com’ è di continuo, noti

subito dopo la loro uscita da! polmone. Di- si accumula giammai nello stato di vita e di
scende sulla parte anteriore di tulli questi vasi, salute. Dopo la morte se ne trova sempre
profondandosi ne’ loro intervalli, e coprendo una certa quantità che sembra rossastra, ma
i-zianJio l’aorta e l'arteria polmonare in tutta sì la quantità come il rossore di esso sono

la loro circonferenza, tranne il punto in cui effetto unicamente d’ un c:.daverico trasuda-


si si attaccano insieme, abbraccian-
toccano e mento. Durante la vita, talvolta si accumula
«rlopure la vena cava superiore e le vene in molta copia per uno stalo di malattia; lo
polmonari destre , ma non nella loro parte che costituisce /’ idropericardìo. Ed è noto
posteriore. Pervenuta alla base del cuore, si che la distensione di questo sacco membra-
porla dirittamente dall’ arteria polmonare sul noso può divenire allora considerabile, ope-
ventricolo e dalla vena cava sull’ oreccbielta; randosi principalmente dalla parte del dia-
ma, nel lasciare l’aorta, si prolunga in quel- framma, sia per la declività, o per la resi-
r infossamento che si ritrova tra quest’ arle- stenza minore che trova in questo luogo
ìia e r orecchietta destra, tappezza codesto che in altri. L’ anatomia patologica ne
infossamento, e ritorna sulla parte anteriore fornisce molte prove della disposizione della
del cuore ; e questa pure tappezza, poi si ri- membrana sierosa del pericardio. Così veg-
volge sui margini e nell’ apice per recarsi alla giamo noi alcuni trasudamenti albuminosi
superficie posteriore, cui pure tappezza ; e, ricoprirne tutta la interna superfìcie, massi-
ritornala alla base dell’ organo posteriormen- me la porzione che tappezza il cuore così :

te, abbraccia a destra e in basso la vena cava le infiammazioni, che alfliggono tale mem-
siileriore, a sinistra ed in alto le vene pol- brana, producono alcuni trasudamenti puru-
monari sinistre nel mezzo, tappezza tutta la
: lenti, dai quali tutto sembra coperto il cuore
parte posteriore dell’ orecchietta sinistra. Ri- e il pericardio riempiuto , sebbene il cuore
volta da tutte le mentovate parti sulla mem- medesimo non presenti niun’ alterazione or-
brana fibrosa ne tappezza tutta la porzione ganica corrispondente, e via discorrendo. —
posteriore, indi quella porzione che attaccasi Non si scorge, sulla membrana sierosa del pe-
«il diaframma: ascende da poi sulla porzione ricardio alcuna di quelle ripiegature ondeg-
anteriore libera medesima fino al punto
«Iella gianti che possono favorire la .sua dilatazione,
donde l’abbiamo supposta partire.-— Così, quando si supponga accresciuto il volume del
la membrana sierosa del pericardio forma cuore. Per altro il cuore ad ogni istante si
d’ attorno il cuore una cavità, nella quale il dihata tale dilatazione però non somiglia a
;

cuore non è rinchiuso disposizione comune ; quella cui soggiacciono le intestina ; ma è po-
a tutte le «altre membrane della stessa classe. co notabile, ned è necessario per essa di uno
La superficie esterna di questa membrana spazio molto esteso. E continua e coordinata
corrisponde a parli assai differenti, e aderisce benissimo coll’ organizzazione , essendo ne-
alle medesime con più o meno Con-
intimità. cessaria per la funzione; onde la membrana
giunta alla fibrosa, forma con questa un solo sierosa si trova in una primitiva corrispon-
corpo ,
nè può venirne staccata fuor che in denza con questa mutazione di stato inces-
silcuni piccolissimi spazi corrispondenti ai santemente innovalo. E attiva, nè oltrepassa
punti in cui si rivolge: e qui appunto riesce certi confini, come le dilatazioni passive e ir-
agevole il dimostrare alla vista la distinzio- regolari che si osservano altrove. —Ne’ casi
uft delle due lamine del pericardio. S’attacca morbosi poi, in cui il pericardio è disteso da
tale membrana pochissimo ai vasi, sì che la un fluido, o il cuore eccessivamente dilatato
dissezione, senza ninna difficoltà, ne la di- da un aneurisma, è uopo ammettere allora
stacca. Sul cuore poi, ne diviene assai più una vera e reale distensione tanto della sie-
notabile aderenza ed insieme assai mag-
; rosa che della fibrosa membrana, perchè di-
giore la tenuità sembra anzi, a giudicar-
: svelataci dall’ispezione.
ne dalla prominenza che formano i fasci adi- HI. Osservazioni intorno V organiz-
posi accumulati su quest’organo, massime zazione del pericardio. —Da quanto siamo
verso le scanalature che formano la distinzio- venuti spoueudo risulta che il pericardio è

ne <le’ ventricoli, sembra, diceva, che non vi una membrana composta, da ascriversi al no-
eiìsta ninna membrana ma abbiamo molte : vero di quelle che vennero dal Bichal chia-
delì. A. CIRCOI .VilOA’B 12 r

mnfe Jìbro-sierose. I.e <lue inetubrane sem- perchè non si debba percepirla a prima giun-
plici, on'l’ è costiiiiito, sono precisamente ri- ta. Tutti oggimai sanno come la carditide de-
gviardo cuore «juello
a! die sono la dura-ma- gli antichi, altro non sia che l’ infiammazione
dre e r aracnoidea riunite rispetto al cervello. della membrana sierosa del pericardio, e come
Non diversa dalla dura-madre, la porzione fi- la membrana fibrosa non sia allora attaccata
brosa del pericardio costituisce la parte più siccome non lo èia sostanza propria del cuore;
esterna deirinvolucru proprio dell’organo ; e, verità dimostrata dall’ispezione anatomica,
dopo copertolo totalmente, si divide in parec- che sola basterebbe a far sentire 1’ utilità som-
chie separate guaine colle quali si prolunga sui ma che deriva dallo studiare, in astratto, i tes-
vasi, siccome la dura madre si divide in molti suti organici nel semplice loro stato. —
Così
particolari condotti a fine di accompagnare il cervello ed il cuore hanno degli involucri
separatamente ciaschedun nervo al suo uscire somiglianti, e si muovono entro cavila della
dal cranio. L' una e 1’ altra membrana è for- stessa natura. Il pericardio riceve moltissimi
mata da fibre biancastre’ più o meno irrego- rami arteriosi, che in esso derivano o imme-
larmente intralciate :e finiscono ambedue per- diatamente dall’ aorta, o dalle toraciche inter-
dendosi insensibilmente sulle vicine parti ; ne, dalle diaframmatiche superiori e simili. Si
aderendo ambedue ìntimamente, coll’interna spargono queste nel suo tessuto fibroso, nel
loro superficie, ad un tessuto sieroso. Se — quale si ramificano senza pervenire fino al
non che la fibrosa membrana del pericardio tessuto sieroso non sembra recarvisi niun
:

rlivei’sifica dalla dura-madre per vari attri- nervo.


buii inerenti alla disposizione, all’organiz- Uso del pericardio. Colla sua por-
zazione o alle funzioni. E innanzi tutto non zione fibrosa il pericardio costituisce solidi i

è applicata, esteriormente, sopra parti ossee : confini di quella cavità nella quale il cuore
ma solo la circondano alcuni organi molli e deve eontrarsi, e impedisce a tale organo di
poco resistenti, di modo che forma essa sola portarsi vagante per le diverse parli del tora-
la porzione solida di quella cavità ov’ è con- ce. Colla sua parte sierosa, costituisce l’invo-
tenuto immediatamente il cuore. Nulladime- lucro immediato del cuore, versandovi intor-
no è meno densa che la dura-madre, e, in no un fluido eh’ è destinato a giovarne mo- i

molti luoghi, è sì tenue che a rnala pena la vimenti.


si può discernere. Del rimanente osservo che

se codesta disposizione della membrana fibro- Articolo II.


sa potesse offerire qualche svantaggio, quella
delle pleure vi supplisce perfetlameute. E in DEL CUORE
vero tali membrane, rivolle sui lati del peri-
cardio e prolungate sul .davanti, si trovano, Abbiamo, parlando del pericardio, indi-
in più luoghi, disgiunte, per mezzo di ab- cata la generale posizione del cuore eh’ è sem-
bondante pinguedine, dall’ involucro del cuo- pre strettamente abbracciato da quello e nul- ;

re, talché separano le cavità destinate ai pol- la replicheremo intorno a ciò. Il cuore ha

moni da quelle destinate al cuore, e impedi- forma quasi piramidale, irregolarissima. Anzi
scono che questo sostenga, in modo notabile, d’ ordinarlo non si presenta al pensiero ninna
V influenza de’ movimenti eseguiti dalle parti cosa alla quale paragonarla ma per lo con-
;

laterali del petto per larespirazione. La — trario, serve esso di tipo onde trovare la ras-
membrana fibrosa del pericardio differisce e- somiglianza di parecchi altri corpi. Tale è per
ziandio per questo dalla dura-madre che non altro questa forrna che permette di potervi
SI fa continua ad organi fibrosi, fuorché nella discernere due superficie , T una anteriore e
sua parte inferiore. In ogni altra parte si con- 1’ altra posteriore due margini, l’uno destro,
;

fonde coll’esterno tessuto delle arterie e delle e l’ altro sinistro una base e nna sommità o
vene terminandovi; e questa è una manifesta apice. — ;

La direzione di un siffatto organo è


eccezione all’ osservazione del Bichat intorno un poco obbliqua all’ innanzi, in basso, e al
la continuità di quasi tutto il sistema fibroso. di fuori, si che la fiiccia anteriore ne riesce
Finalmente lo sviluppo di codesta membrana insieme un po’ superiore. Questa è convessa,
è molto più tardivo che quello della dura- e presenta, nel suo bel mezzo, una scanala-
madre anzi/ nel bambino, non apparisce per tura che la traversa obbliquamente d’alto in
;

lungo spazio di tempo ; dal che ileriva, sicco- basso e da sinistra a destra. Tale scanalatura
me è noto, la mancante aderenza che osser- è occupata dall’ arteria cardiaca anteriore e
vasi in quest’ età fra il pericardio ed il centro dalle vene corrispondenti, che vi si trovano
frenico. — Non mi fermerò circa il paragone d’ ordinario circondate da un’ abbondante
da istituirsi fra la membrana sierosa del pe- copia dì adipe — La faccia posteriore e infe-
ricardio e 1’ aracnoidea : essendo troppo evi- riore del cuore è piana, e poggia sul centro
dente l’ itlentità della loro disposizione, sem- diaframmatico, dal quale non è separata che
bianza , organizzuzione , funzioni malattie, mediante la membrana serosa del peticai-
,

Encicl. Mv.'L i’. il. ib


APPÀRTiCCni 'DELI. VITA OllfrASî€A

sto punto, la sierosa ascende tappezzando la altre prove dimostranti l’esistenza della sie-
fibrosa per infino ai luogo in cui le
guaine rosa in modo incontrastabile. ——
La superfi-
cie interna di questa membrana si corrispon-
da esse formate s'attaccano ai vasi. Qui si
rivolge, nel mezzo, sull’ aorta, un poco so- de, d’ ogni parte a sè stessa, e presenta 1’ a-

pra la prima curvatura di questa; a sinistra spetto liscio e levigato che le viene sommini-
sua divi- strato dal fluido che se ne esala. E codesta
sull’ arteria polmonare, innanzi la
sulla vena cava superiore, fluido ugualmente esalato e dalla porzione
sione; a destra,
libera del pericardio, e da quella che copre
circa un pollice sopra l’entrata di questa
neirorecchietta, e sulle vene polmonari destre il cuore. E assorbito, coni’ è di continuo, non
subito dopo la loro uscita da! polmone. Di- si accumula giammai nello stato di vita e di
scende sulla parte anteriore di tutti questi vasi, salute. Dopo la morte se ne trova sempre
profondandosi ne’ loro intervalli, e coprendo una certa quantità che sembra rossastra, ma
eziandio l’aorta e l'arteria polmonare in tutta sì la quantità come il rossore di esso sono

ìa loro circonferenza, tranne il punto in cui effetto unicamente d’ un c:idaverico trasuda-

si toccano e si attaccano insieme, abbraccian- mento. Durante la vita, talvolta si accumula


do pure la vena cava superiore e le vene in molta copia per uno stato di malattia; lo
polmonari destre , ma non nella loro parte che costituisce V idropericardio. Ed è noto
posteriore. Pervenuta alla base del cuore, si che la distensione di questo sacco membra-
porta dirittamente dall’ arteria polmonare sul noso può divenire allora considerabile, ope-
ventricolo e dalla vena cava sull’orecchietta; randosi principalmente dalla parte del dia-
rna, nel lasciare l’aorta, si prolunga in quel- framma, sia per la declività, o per la resi-
liinfossamento che si ritrova tra quest’ arte- stenza minore che trova in questo luogo
ìia e r orecchietta destra, tappezza codesto che in altri. L’ anatomia patologica ne
infossamento, e ritorna sulla parte anteriore fornisce molte prove della disposizione della
del cuore e questa pure tappezza, poi si ri-
;
membrana sierosa del pericardio. Così veg-
volge sui margini e nell’ apice per recarsi alla giamo noi alcuni trasudamenti albuminosi
superficie posteriore, cui pure tappezza ; e, ricoprirne tutta la interna superfìcie, massi-
lilornata alla base dell’ organo posteriormen- me la porzione che tappezza il cuore: così
te, abbraccia a destra e in basso la vena cava le infiammazioni, che alfliggono tale mem-
iaieriore, a sinistra ed in alto le vene pol- brana, producono alcuni trasudamenti puru-
monari sinistre nel mezzo, tappezza tutta la
; lenti, dai quali tutto sembra coperto il cuore
parte posteriore dell’ orecchietta sinistra. Ri- e il pericardio riempiuto , sebbene il cuore
volta da tutte le mentovate parti sulla mem- medesimo non presenti niun’ alterazione or-
brana fibrosa ne taf)pezza tutta la porzione ganica corrispondente, e via discorrendo.
posteriore, indi quella porzione che attaccasi Non si scorge, sulla membrana sierosa del pe-
al diaframma ascende da poi sulla porzione
: ricardio alcuna di quelle ripiegature ondeg-
anteriore libera della medesima fino al punto gianti che possono favorire la sua dilatazione,
donde l’abbiamo supposta partire.-— Così, quando si supponga accresciuto il volume del
la membrana sierosa del pericardio forma cuore. Per altro il cuore ad ogni istante sì
d’ attorno il cuore una cavità, nella quale il dilata tale dilatazione però non somiglia a
;

cuore non è rinchiuso ; disposizione comune quella cui soggiacciono le intestina ; ma è po-
a tutte le altremembrane della stessa c'asse. co notabile, ned è necessario per essa di uno
La superficie esterna di questa membrana spazio molto esteso, E continua e coordinata
corrisponde a parli assai differenti, e aderisce benissimo coll’organizzazione, essendo ne-
alle medesime con più o meno intimità. Con- cessaria per la funzione; onde la membrana
giunta forma con questa un solo
alla fibrosa,
sierosa si trova in una primitiva corrispon-
corpo ,
nè può venirne staccata fuor che in denza con questa mutazione di stalo inces-
alcuni piccolissimi spazi corrispondenti ai santemente innovalo. E attiva, nè oltrepassa
punii in cui si rivolge: e qui appunto
riesce certi confini, come
dilatazioni passive e ir-
le
agevole d dimostrare alla vista la distiuzio-
we delle due lamine del pericardio. S’attacca
regolari che si osservano altrove. —
Ne’ casi
morbosi poi, in cui il pericardio è disteso da
tale membrana pochissimo ai vasi,
sì che la un fluido, o il cuore eccessivamente dilatato
dissezione, senza ninna difficoltà, ne
la di- da un aneurisma, è uopo ammettere allora
siacea. Sul cuore poi, ne diviene
assai nifi una vera e reale distensione tanto della sie-
notabile F aderenza ed insieme assai ma<^-
;
rosa che della fibrosa membrana, perchè di-
«iore la tenuità sembra anzi, a giudicar-
:
svelataci dall’ispezione.
ne dalla pvorniuenza che formano i fasci adi-
Osservazioni intorno V organiz-
§. III.
posi accumulali su quest’organo,
verso le scanalature che formano la
massime zazione del pericardio. —
Da quanto siamo
distinzio- venuti sponeudo risulta che il pericardio è
ne de’ ventricoli, sembra, diceva, che
non vi una membrana composta, da ascriversi al no-
esista ninna membrana ma abbiamo molte ;
vero di quelle che vennero dal Bichat chia-
DEM. A CIRCO
Êïijtîe Jlb rosi erose. I.e duesem-
iriemlji'ane perchè non si debba percepirla a prima giun-
plici, oii'i’ è cosîifuito, sono precisamente ri- ta. Tutti oggirnai sanno come la carditide de-
guardo a! cuore ipiello elle sono la dura-rna- gli antichi, altro non sia che l’ infiammazione
dre e T aracnoidea riunite rispetto al cervello. della membrana sierosa del pericardio, e come
Non diversa dalla ilura-madre, la porzione fi- la membrana fibrosa non sia allora attaccata
brosa del pericai'dio costituisce la parte più siccome non Io èia sostanza propria del cuore;
esterna deirinvolucro proprio dell’organo ; e, verità dimostrata dall’ispezione anatomica,
dopo copertolo totalmente, si divide in parec- che sola basterebbe a far sentire 1’ utilità som-
chie separate guaine colle quali si prolunga sui ma che deriva dallo studiare, in astratto, i tes-
vasi, siccome la dura madre si divide in molli suti organici nel semplice loro stato. Così —
particolari condotti a line di accompagnale il cervello ed il cuore hanno degli involucri
separa ìamen te eiaschedun nervo al suo uscire somiglianti, e si muovono entro cavila della
dal cranio. L' una e i’ altra membrana è for- stessa natura. Il pericardio riceve moltissimi
mata da fibre biancastre’ più o meno irrego- rami arteriosi, che in esso derivano o imme-
larmenle intralciate ;e finiscono ambedue per- diatamente dall’ aorta, o dalle toraciche inter-
dendosi insensibilmente sulle vicine parti ; ne, dalle diaframmatiche superiori e simili. Si
aderendo ambedue intimamente, coll’ interna spargono queste nel suo tessuto fibroso, nel
loro superficie, ad un tessuto sieroso. Se — quale si ramificano senza pervenire fino al
non che la fibrosa membrana del pericardio tessuto sieroso :non sembra recarvisi niun
diversifica dalla dura-madre per vari attri- nervo.
buti inerenti alla disposizione, all’organiz- Uso del pericardio. Colla sua por-
zazione o alle funzioni. E innanzi tutto non zione fibrosa il pericardio costituisce solidi i

è applicata, esteriormente, sopra parli ossee : confini di quella cavità nella quale il cuore
ma solo la circondano alcuni organi molli e deve eontrarsi, e impedisce a tale organo di
poco resistenti, di modo ohe forma essa sola portarsi vagante per le diverse parli del tora-
la porzione solida di quella cavità ov’ è con- ce. Colla sua parte sierosa, costituisce l’invo-
tenuto immediatamente il cuore. Nulladime- lucro immediato del cuore, versandovi intor-
no è meno densa che la dura-madre, e, in no un fluido eh’ è destinalo a giovarne i mo-
molti luoghi, è sì tenue che a mala pena la vimenti.
si può discernere. Del rimanente osservo che

se codesta disposizione della membrana fibro- Artìcolo II.


sa potesse offerire qualche svantaggio, quella
delle pleure vi supplisce perfettamente. E in DEL CUORE
vero tali membrane, rivolle sui lati del peri-
cardio e prolungate sul .davanti, si trovano, Abbiamo, parlando del pericardio, indi-
in più luoghi, disgiunte, per mezzo di ab- cata la generale posizione del cuore eh’ è sem-
bondante pinguedine, dall’ involucro del cuo- pre strettamente abbracciato da quello e nul- :

re, talché separano le cavità destinate ai pol- la replicheremo intorno a ciò. Il cuore ha

moni da quelle destinate al cuore, e impedi- forma quasi piramidale, irregolarissima. Anzi
scono che questo sostenga, in modo notabile, d’ ordinario non si presenta al pensiero ninna
r influenza de’ movimenti eseguiti dalle parti cosa alla quale paragonarla ma per lo con-
:

laterali del petto per la respirazione. La — trario, serve esso di tipo onde trovare la ras-
membrana fibrosa del pericardio differisce e- somiglianza di parecchi altri corpi. Tale è per
ziandio per questo dalla dura-madre che non altro questa forma che permette di potervi
SI la continua ad organi fibrosi, fuorché nella discernere due superficie , V una anteriore e
sua parte inferiore, la ogni altra parte si con- 1’ altra posteriore due margini, l’uno destra,
;

fonde coll’esterno tessuto delle arterie e delle e l’ altro sinistro una base e una sommità o
vene terminandovi; e questa è una manifesta apice. — ;

La direzione di un siffatto organo è


eccezione all’ osservazione del Biehat intorno un poco obbliqua all’ innanzi, in basso, e al
la continuità di quasi tutto il sistema fibroso. di fuori, si che la faccia anteriore ne riesce
Finalmente lo sviluppo di codesta membrana insieme un po’ superiore. Questa è convessa,
è molto più tardivo che quello della dura- e presenta, nel suo bel mezzo, una scanala-
madre anzi, nel bambino, non apparisce per
;
tura che la traversa obbliquamente d’alto in
lungo spazio di tempo ; dai che deriva, sicco- basso e da sinistra a destra. Tale scanalatura
me è noto, la mancante aderenza che osser- è occupata dall’ arteria cardiaca anteriore e
vasi in quest’ età fra il pericardio ed il centro dalle vene corrispondenti, che vi si trovano
frenico. — Non mi fermerò circa il paragone d’ ordinario circondate da un’ abbondante
da istituirsi fra la membrana sierosa del pe- copia di adipe — La faccia posteriore e infe-
ricardio e r aracnoidea essendo troppo evi-
: riore del cuore è piana, e poggia sul centro
dente l’ identità della loro disposizione, sem- diaframmatico, dal quale non è separata cho
bianza , organizzuzione , funzioni , malattie, mediante la membrana serosa del pevicar-
Encicl. Me i. r. il.
1 fi
îa4 Af? ARECCH i Dia.l A TCiA OROA'^îCl

di tali fasci è singolarmente variabile in : r arteria, presentano superiormente un mar-


generale si osservano mollo più tenui verso gine libero, orizzontale e diritto, nel mezzo
l’apice, più grossi andando verso la base. Gli del quale si scorge un piccolo tubercolo pro-
uni, piantati nelle pareti del ventricolo, lo minente chiamato il lobulo delP Aranzio.
traversano in varie direzioni, e sono, in que- Separate perfettamente, come sono, le une
sto tragitto, isolati da tutte bande; mentre dalle altre, pure si toccano colle estremità dei
gli

altri formano corpo, per tutta la loro esten-


loro margini aderenti sono lasse, e facili a
;

sione, colle pareti del ventricolo, e sembrano separare, nella loro parte media, dali’arleria ;
prominenti soltanto alla superficie di questo. e la loro sottigliezza le rende trasparenti, seb-
Di mezzo a codesti fasci, se ne deggiono bene composte da doppia lamina membrano-
discernere tre o quattro grossissimi, rotonda- sa. —
Le valvole sigmoidee, insieme unite, rap-

ti, che nascono o dall’apice del ventricolo, o presentano abbastanza bene Timmagine d’una
d’ altro qualsiasi punto delle sue pareli. Si- drapperia sollevala e sostenuta, da distanza in
tuali, qual sono, a distanze più o meno notabili distanza, per mezzo di alcuni legami che la
gli uni dagli altri, ascendono verticalmente, ritengono, e ondeggiante negli intervalli tra
fino a certa distanza, dalla base del ventrico- —
questi legami. -L’arteria polmonare che sor-
lo. Qui ad un tratto dileguaiisi presentando ge, a questo luogo, dall’ apertura dei ventri-
un' estremità rotondata dalla quale si dipar- coli, s’ incammina obbliquamente verso
l’insù
tono alcuni piccoli cordoni fibrosi, i quali si e a sinistra circondando origine <leir aorta,
1’

recano divergenti per infino margine delie


al alla quale è connessa per mezzo di un tessuto
valvole tricuspidali, delle quali ci faremo to- cellulare adiposo abbastanza copioso. Giunta
sto a favellare, piantandovisi e terminandovisi. alla parte sinistra di quest’ arteria, si divide
3.*^ U apertura superiore destra è la in due tronchi, uno per ciascliedun polmone.
più notabile, e occupa, esteriormente, tutta T quali tronchi si allontanano notabilmente

la base del ventricolo internamente ha il suo


;
r uno portano quasi trasversal-
dall’ altro, si

termine da vicino all’ aorta ; e per essa è a- mente fino ai loro organi, siccome dicemmo
perta una libera comunicazione tra T orec- descrivendo 1’ apparecchio respiratorio. Nel-
chietta e il ventricolo. Vi si osservano parec- l’ intervallo tra quelli si vede sorgere dalle pa-^

chie ripiegature membranose, continue supe- reti dell’ arteria polmonare una spezie di lega-
riormente alla membrana che tappezza 1’ o- mento rotondato, alquanto grosso, disposto
recchietta, attaccate in basso, co’ loro margi- nella direzione dell’ arteria stessa, che va a
ni, alle corde lendinose che ad esse mandano metter capo nella parte concava della grande
i fasci carnosi del cuore. Tali ripiegature ven- curvatura aortica, facendosi concava alle pareli
nero chiamate le valsole tricuspidali o tri- del medesimo vaso. E il legamento arterioso
giochine^ perchè se ne noverano tre, di for- avanzo del canale arterioso^ il quale, nel fe-
ma triangolare, che terminano in punta nella to, costituisce la continuazione dell’ arteria
loro parte inferiore. Raro è per altro che se polmonare, come si dirà altrove. Essendo
ne trovino tre separate l’una dall' altra quasi ;
stata la distribuzione dell’ arteria polmonare
sempre una sola valvola occupa, a destra, la esaminata coll’occasione che si è descritta il
maggior larghezza dell’ apertura, e solo ap- polmone, non ci ritorneremo sopra a questo
parisce come smezzata d’ un modo irregola- luogo.
rissimo, verso il suo margine libero. .Una se- 4-° Organizzazione della parte destra
conda valvola più larga, ma meno lunga, ve- del cuore. Prendendo a considerare una
racemente triangolare, occupa la sinistra par- siffatta organizzazione dal di fuori al di den-
te della stessa apertura, e trovasi applicata, tro, si trova in questa parte destra una mem-
quando si abbassi, sull’ apertura dell’ arteria brana sierosa, un tessuto muscolare, una mem-
polmonare, che n’ è perfettamente chiusa. Sot- brana interna di natura particolare. La
tilie trasparenti nel maggior spazio di loro membrana sierosa^ onci’ è costituita la por-
larghezza, diventano codeste valvole un poco zione interna del pericardio, copre tultaquau-
più grosse al loro margine libero, là dove ri- ta Testerna superficie del cuore e quindi non
;

cevono r inserzione dei cordoni fibrosi. appartiene più alla parte destra che alla sini-
U apertura superiore sinistra^ che ha stra. La si trova un poco più densa sull’ orec-
obbliqua direzione, mena all’ arteria polmo- chietta, più sottile, ma non meno reale, nel ven-
nare. A misura che ci accostiamo a questo va- tricolo da per tutto poi è la grassezza della
:

so, si scorgono i fasci carnosi divenire più lar- medesima .sproporzionata in maniera da quel-
ghi, più grossi e men numerosi. 1/ entrata— la del muscolare tessuto, che uou si può pren-
nell’ arteria è osservabile per tre valvole de- derla in considerazione se non come mem-
nominale sigmoidee o semilunari ; dalla brana che serve d’ involucro alle pareli delle
quale denominazione è rappresentata benissi- cavità, e non concorre per nulla a sommini-
mo la loro forma. Aderenti quali sono, in tut- strare maggior sodezza alle medesime diife- :

to il loro margine convesso, alle pareti del- rema notabile dalla membrana sierosa delìd
CîHCOLAZîn^R î 2:"»

inteslina, che può essere paragonata, quanto a riormente, uno strato uniforme ma a misura :

grossezza, alla muscolare, sebbene non la egua- che s’ accosta alla cavità, si riduce ad alcuni
^

gli. —
La membrana sierosa si unisce al tessuto fasci disposti alla guisa di quelli dell’ orec-
muscolare mediante un tessuto cellulare, ora chietta, solo più moltiplicati, e più conside-
denso e serrato, ora lasso e carico di molto rabili; molti di essi si staccano dalle pareti e
grasso, che non osservasi punto nella porzio- costituiscono le colonne destinate a fermare
ììè che costituisce propriamente F orecchiet- le va Ivole. 11 tessuto muscolare lo si vede

ta sebbene in certa quantità se ne trovi nella


; di botto cessare all’ apertura superiore sini-
porzione comune alle due vene cave, tra la stra del ventricolo, eh’ è il termine delle ca-
membrana sierosa e il tessuto muscolare. E vità destre. K’ comincia il tessuto proprio deì-
;
appunto da esso dipende quel colore bianca- F arteria polmonare rendendosi quello conti*
stro che discernesi, esteriormente, in questa lino, quantunque ne differisca evidentemente
parte. Nel ventricolo, il tessuto cellulare sotto- per natura. La membrana interna delle
sieroso contiene pure, in certi luoghi, una so- cavità destre costituisce il termine della mem-
!
stanza adiposa irregolarmente distribuita, ma brana comune del sistema venoso e s’ inìro- :

accumulata in più copia verso la base del cuo- duce, per mezzo delle vene cave, nell’ orec-
re e verso le scanalature che separano i ven- chietta, tappezzandola tutta per quanto è este-
;
ticoli. In cjuesto grasso si trovano immerse le sa, e sovrapposta ora al tessuto muscolare,
principali branche, e le prime diramazioni ora, negl’ intervalli de’ fasci, alla membrana
;
rie’ vasi cardiaci, massime nella parte anterio- sierosa, unita all’una ed all’altra mediante un
re. La parte solida, ed essenziale, delle cavila tessuto cellulare densissimo e poco abbondan-
destre, è formata dal tessuto muscolare^ dal te. Rivolta sopra sè stessa a livello della vena
quale pure hanno la facoltà di poter muover- cava inferiore, costituisce la valvola dell’Eusta-
si di per sè stesse. In generale questo tes- chio, sotto la quale forma, mediante un’altra
suto presenta un colore rossastro, molto me- ripiegatura più piccola e perpendicolare, la
no brillante, e più oscuro che quello de’ mu- valvola delle vene cardiache. Verso l’orlo
I
scoli della vita esterna. Le fibre di esso, rav- dell’ apertura, per mezzo della quale F orec-
vicinate le une alle altre, sono molto irrego- chietta comunica col ventricolo, si trova la
larmente intralciate di modo che. per quanti membrana interna disgiunta dal tessuto mu-
'
sforzi si usino, è impossibile il potervi discer- scolare mediante uno strato adiposo poco den-
I nere alcuna determinata direzione. (Si consul- so, semi-fluido, al quale soltanto vuole essere
ti la memoria del Gerdy intorno la struttxira attribuito quel color bianco eh’ è proprio del-
I

del cuore. ) —
La grossezza e la disposizione
> la così detta impropriamente zona tendina-
del tessuto muscolare presentano molte varie- sa. Subito dopo la membrana abbandona le
tà. In generale, è assai raen grosso e meno pareti del cuore, e forma sopra di sè stessa, per
abbondante nella destra di quello che alla si- tutto F orlo dell’ apertura, quelle ripiegature
nistra parte del cuore ; differenza che risulta che si denominano le valvole tricuspidali.
massime quando si paragonino i ventricoli. Si possono quelle agevolmente separare Fu-
Nell’ orecchietta il tessuto muscolare
destra, na dall’altra colla dissezione delle due lamine
forma uno alquanto grosso al luogo
strato membranose di codeste valvole. Dopo averle
della riunione delle due vene cave dove sem- formate, la membrana si trova sull’ orlo del-
bra formato da fibre longitudinali. Nelle altre F apertura, e si rivolge per tappezzare tutto
parti dell’ orecchietta, per lo contrario, di- quanto è estesoventricolo. Allora la traspa-
il

viene raro, nè presenta altro fuorché alcuni renza di esso diviene cotale, che saremmo, a*
j
fasci intralciati a rao’ di rete, protuberanti al prima giunta, indotti a negarne l’esistenza, e a
di dentro, tra’quali ci ha alcuni intervalli do- credere che il tessuto muscolare fosse a contatto
ve la membrana sierosa tocca immediatamen- immediato col sangue. Ma qualunque parte si
te F interna membrana, lo che somministra, tolga ad e.sarninare dell’ interna superficie del
in questi luoghi, all’orecchietta una notabilis- ventricolo, agevole riesce il levare da essai fasci
sima trasparenza Codesti fasci sono grossi, muscolari di quelle porzioni di membrane,
ma rari nel corpo dell’ orecchietta, più pic- sotto le quali le fibre carnose appariscono su-
cioli e in maggior numero nell’ ^pendice di bito a nudo. Anzi, le spesse fiate, facendosi ad
questa. Tra’ quali uno, che soverchia gli altri osservare le colonne carnose libere nella ca-
in volume, ed ha circolare direzione, occupa vità, si scorge sopra i margini loro la mem-
il margine dell’apertura della vena cava su- l>rana formare alcune ripiegature trasparenti
periore. Il tessuto muscolare forma uno assai mariteste. Adunque non si può aver dub-
strato più denso e più uniforme nella par- bio della conti/iuazione, nel ventricolo, delFin-
te interna dell’ orecchietta, ove appartiene, lerna membrana. Cacciatasi negl’ interv;dii
nel tempo stesso, alla destra ed alla sinistra tra i fasci , costituisce alcuni prohingaraenti
formando loro tramezzo comune.
il Nel particolari a ciaschedan fascio, e a tutti som-
ventricolo, il tessuto muscolare forma, este- ministra F aspetto liscio e levigato che vi si
Î 26 APPARECCHI DELLA VITA ORGANICA

oota. — Pervenuta apertura dell’ arteria


all’ introducesi il dito nella destra orecchietta,
polmonare, la membrana interna racquista la affine di poterconoscere i confini di questa
primitiva sua densità, forma, ripiegandosi so- al luogo che l’altra incomincia. Per ben —
pra sè stessa, le tre valvole sigmoidee , e si conoscere la cavità dell’ orecchietta sinistra,
prolunga poi nelle ultime divisioni dell arte- e formarsene una giusta idea della disposizio-
ria fino al sistema capillare. Le considera- ;— ne, è mestieri aprirla senza tagliare le vene
zioni circa Porganizzazione deirinterna mem- polmonari. Lo che si ottiene mediante due
brana vennero esposte nell’ Anatomia ge- processi. L’ uno de’ quali consiste nel solleva-
nerale. re il cuore nel modo che abbiamo indicalo,
§- li. Parte sinistra del cuore. — Co- fendere trasversalmente P orecchietta nella
stituisce questa principio del sistema arte-
il posteriore sua parte, e poi introdurvi il dito
rioso , siccome la parte destra costituisce il nell’interno a fin di conoscerne l’ampiezza,
termine del venoso. Non si può, per vero dire, e valutare la distanza delle aperture veno.se.
chiamarla sinistra fuor che in opposizione L’ altro proce.sso si pone ad esecuzione ta-
all’altra, e non riguardando alla relazione di gliando l’aorta al di sopra della sua curvatu-
essa coll’intero corpo : essendo in gran parte ra, e le due divisioni dell’arteria polmonare
situata nel mezzo del petto, e solo l’apice presso la loro entrata ne’ polmoni. Si abbas-
del ventricolo formando protuberanza nella sano questi due vasi sulla parte anteriore del
cavità sinistra del torace. Presa a conside- — cuore, si separano, mediante la dissezione,
rare poi riguardo all’altra metà del cuore, è dall’ orecchietta, ed apresi questa superior-
ancora più posteriore d’ assai che sinistra. mente, per tutta la sua lunghezza, mediante
Infatti il cuore, siccome dicemmo, è diviso un’ incisione trasversale eseguita nel luogo in
obbliquamente piuttosto secondo la propria cui si riuniscono le sue due pareli. Tale —
larghezza di quello che secondo la grossezza, cavità vuole essere considerala posteriormen-
per modo che le cavità destre prolungale ver- te, anteriormente, a destra e a sinistra. Po- —
so r innanzi nascondono, in gran parte, le si- steriormente., non presenta che una superfi-
nistre, le quali sono più elevate e quasi ver- cie liscia nella quale nulla ci ha di osservabile.
ticali, mentre le prime, assai obblique, costi- Tale porzione posteriore è sua propria della
tuiscono la più bassa delle regioni del cuore. sinistra orecchietta. — Anteriormente., e un
—La parte sinistra è composta, al par che poco a destra, vi si trova un’altra superficie,
la destra, di un’orecchietta e d’un ventricolo. ugualmente liscia sulla quale osservasi una
,

2 .® Orecchietta sinistra. È situata specie di valvola semi-lunare, il cui margine


questa sopra la colonna vertebrale, alla quale convesso, eh’ è posteriore, è continuo all’ o-
corrisponde colla posteriore sua parte, men- reochietla, e il concavo è anteriore e sinistro.
tre coll’ anteriore corrisponde o all’ orec- E posta questa ad una somigliante valvola,
chietta destra, alla quale si fa continua, o al- che venne da noi già notata nella destra o-
l’aorta e air arteria polmonare, siccome alla recchietta ;
ma si trova assai più dalla parte
destra divisione di essa ed è separata, me-
;
sinistra; talché supponendo queste due val-
diante un lasso tessuto cellulare, da questi vole allontanate 1’ una dall’ altra in modo, che
due vasi. Ritenuta al suo posto, d’ ogni parie lascino tra le due orecchiette una libera co-
dalle vene polmonari che in essa mettono municazione, il tragitto ne riuscirebbe estre-
capo, non presenta la mobilità della destra mamente obbliquo. Adunque lo spazio che
orecchietta. La forma n’ è parimente irre- circoscrive il margine concavo di questa val-
golare, nè può offrirsi della medesima una vola, forma veracemente una spezie di fossa
es-atta idea, quando si cerchi di paragonarla. ovale corrispondente a quella del lato de-
Continua, da ciaschedun lato, alle vene pol- stro, ma meno depressa perchè la valvol.a
,

monari, anteriormente e a destra all’ oppo- medesima è assai meno densa. Codesta parete
sta orecchietta, in basso al sinistro venlw'ico- anteriore destra della sinistra orecchietta 1’ ha
lo, fin isce a sinistra, e un po’ sul davanti, in comune orecchietta destra, e forma il
coll’
un’appendice ondeggiante e libera. La quale tramezzo che le separa 1’ una dall’ altra. A —
appendice costituisce quanto si può vedere destra., 1’ orecchietta riceve le due vene pol-
della sinistra orecchietta senza spostare il cuo- monari di questo lato. L’ una delle quali le
re, e la si trova immediatamente sul margi- deriva d’ alto in basso, e si apre nella poste-
ne sinistro di quest’ organo, da lato al primi- riore sua parte. L' altra in assai obbliqua di-
tivo tronco dell’arteria polmonare. Per ve- rezione di basso in alto viene ad aprirsi nella
dere al di fuori il resto dell’ orecchietta, è sua parie inferiore. —
A sinistra., trovasi pa-
uopo di .sollevare il cuore, e rivolgerlo in alto rimente le aperture delle due vene del vicino
e a destra. Si discuopre allora la superficie polmone; molto ravvicinate 1’ una all’ altra,

posteriore dell’ orecchietta coperta dalla talvolta pure confusa in una sola. Queste
membrana sierosa del pericardio ;
ma non è quattro aperture sono del lutto libere nè vi ;

possibile il misurarne l’ estensione, se non si osserva alcuna valvola. --- Jn pari modo ai
BÜÎ.t.A CIRCor. AZIONE

lato sinistro, sul davanti delle aperture veno- circa tanto numerosi verso la base che verso
se, sitrova la cavità dell’ appendice, che pre- fapice e d’un volume presso che uguale, tran-
senta alcune protuberanze formate da alcuni ne, come diremo, in vicinanza all’apertura aor-
fasci carnosi, in minor numero per altro che tica. —
Tra questi fasci, vuole discernersene due
nell’ appendice della destra orecchietta, principali voluminosissimi che nascono l’uno
Superiormente^ l’ oreccliielta nuli’ altro pre- all’ innanzi, l’altro all’ indietro, dalla parte
senta, eccetto che il punto di riunione delle media delle pareti del ventricolo, assai lunge
pareti anteriore e posteriore, senza alcun al- dall’apice, e si portano un poco obbliquamenle
tro considerabile oggetto. — - Inferiormente^ di basso in alto nella cavità, avvicinandosi
1’ orecchietta finisce con una larga apertu- alla base. La loro origine avviene sovente per
ra , mediante la. quale ha comunicazione col mezzo di vari fasci più piccoli, che tosto si
sinistro ventricolo. congiungono in uno solo e finiscono di subi-
2 .° Ventricolo sinistro. —
Occupa que- to con un’ estremità rotondata, ora semplice,
;

sto ancor meno la parte sinistra che la parte ora doppia, alla distanza di un pollice circa
posteriore del cuore n’ è piramidale la for-
: dalla base del ventricolo. Nascono da questi
ma, ma la grossezza delle sue pareti è siffatta moltissime cordicelle fibrose che s’ allontana-
che impedisce a questo il presentare, osser- no , e si portano
assai divergenti fino alle
vandolo eziandio sul cadavere, quell’ appiana- valvole mitrali delle quali recheremoci tosto»
mento che, molto considerabile essendo nel a favellare. Questi tendini s’intrecciano so-
ventricolo destro, permette che lo si possa vente insieme nel loro tragitto in modo che
dividere in due distinte pareti. Questo invece formano alcune p ccole reti. Il ventricolo —
sembra rotondato secondo la propria lar- sinistro finisce, nella parte superiore, con due
ghezza, ed offre i diametri trasversali all’ in- aperture, 1’ una auricolare e l’altra aortica,
circa uguali in qualunque punto di sua esten- V apertura auricolare più poste- .è la
sione. In lunghezza soverchia il ventricolo riore e più considerabile ; e l’ ampiezza
la

destro ; perchè da un lato, i’ apice di esso ol- della medesima è determinata dalla grandezza
trepassa manifestamente quello dell’ ultimo ; dell’ orecchietta colla quale comunica. É li-
dall’altro, l’orecchietta sinistra, che ugua- mitala la detta apertura da una ripiegatura
glia nell’ampiezza la destra, trovasi più ele- membranosa, continua in tutto quanto il suo
vata di questa. —
I;a larghezza poi sembra orlo, libera colle sue «lue superficie nell’ una
) uguale ne’ due ventricoli. Quasi tutti gli ana- e neir altra cavità, ritenuta in basso dalle cor-
Î tornici hanno osservato che questa sia mino- de fibrose delle quali si tenne parola poco
r re nel sinistro ventricolo ma il Sabatier, e
: anzi. Codesta ripiegatura che in più luoghi
1 tulli quelli che hanno scritto dopo di lui, è ristrettissima, s’ molto in due siti
allarga :

attribuiscono sì fatta ineguaglianza unicamen- 1’ uno de’ quali corrisponde al margine ottuso
I
> te all’ accumularsi che fa il sangue, negli ulti- del cuore. 1’ altro all’ apertura aortica. Sono
t mi momenti della vita, entro le destre cavità, queste due porzioni larghe, triangolari, si-
1 c non potendo allora penetrar più ne'polmoni tuate 1’ una di rincontro all’altra, coslituenli
1 che già ne sono ingorgati ; mentre invece le le valvole mitrali., 1’ una delle quali essendo

i sinistre cavita mandano ancora liberamente abbassata chiude necessariamente 1’ apertura


nell’ sangue che ricevono dalle vene
aorta il aortica. Formate da una doppia lamina mem-
polmonari. Del rimanente, codesta diversità branosa, e in generale più dense delle tri-
I
nell’ ampiezza non ra’ è panila giammai ab- cuspidali, le valvole mitrali crescono ancora
ì bastanza manifesta ne’ juolti cuori eh’ ebbi un poco in densità al loro margine ondeg-
occasione d’ esaminare facemlo alcune parti- giante laddove ricevono l’inserzione delle
colari dimostrazioni nell’ antiteatro del Bi- corde fibrose. Rivolgeremo a queste di nuovo
chat. —
Esteriormente, il ventricolo sinistro il discorso parlando dell’ organizzazione delle

non presenta ninna cosa che sia degna d’es- cavità sinistre.
sere notala, se non fosse che in generale il Uapertura aortica., un poco più ante-
1
grasso vi si accumula assai meno che non fac- riore dell’ anzidef ta, è pure meno considera-

jj
eia nel destro. Internamente presentano ,
bile di essa. A misura che vi si avviciniamo,
i le pareti «li esso molti fasci carnosi manifesti ; i carnosi del ventricolo si osservano a
fasci

per altro in minor numero, e meno irrego- grado a grado scemare e svanire subito in-
1 larraente disposti che nel ventricolo destro. teramente di maniera che, in tutta la parte
;

I Pochi se ne scorgono che traversano, in varie coperta dalla valvola mitrale, la parete del
li direzioni, la cavità; quasi tulli sono, per tutta ventricolo sembra continua e liscia final- :

'I r estensione loro sovrapposti alle pareti, e mente l’aorta sorge ad un tratto dal tessuto
,

il si estendono longitudinalmente dalla base al- muscolare. La circonferenza di tale apertura


'I l’apice. Sovente, in tale tragitto, s’intralciano presenta tre valvole somiglianti, nella forma
i| mediante alcuni piccoli fasci secondari che vi- e nella disposizione, a quelle dell’arteria pol-
M cendevolmcnte s’inviano; e si trovano all’ in-

monare, e nominate in pari guisa senn-lu-
I
ìi:8 APPARÉCCHI DELLA VITA ORGANICA

nari o sigmoidee. Quella parte dell’ aorta, colo destro. Questa medesima irregolarità os-

alla quale corrispondono mediante


l’esterna servasi nella sostanza delle colonne carnose,
loro superficie, presenta tre infossamenti che alle cjuali sono attaccate le valvole mitrali. —
si denominano i piccoli seni delV
aorta, i litessuto muscolare, che nell’apertura auri-
due seni anteriori presentano nel loro fondo, colare è continuo a quello dell’ orecchietta,
un poco al di sopra del margine libero delle cessa d’un tratto nell’apertura aortica. Si veg-
valvole, le aperture separate delie due arte- gono le fibre piantarsi sul tessuto proprio del-
rie cardiache. r aorta ,
all’ incirca come i muscoli larghi
3 ° Organizzazione della -parte sini- della vita esteriore sipiantano nelle ossa.
stra del cuore. —
Essendo quest’ organizza- I>a membrana interna delle cavità si-
zione infine la stessa che quella della parte nistre è prolungamento di quella eh’ ebbe
il

destra, ci ristringeremo a indicare le differen- incominciamento nelle vene polmonari, e con-


ze che qui si presentano nella disposizione tinua poi per tutto quanto il sistema arte-
delle parli. rioso. Introdottasi per le vene polmonari, nel-
La membrana sierosa non cuopre o- 1’ r orecchietta, la tappezza tutta quanta sen-
recchielta eccettochè nella parte posteriore e za formare ninna ripiegatura, e s’introduce
nell’appendice di che n’ è inv<>lta e
essa : dirittamente nel ventricoioi A questo luogo
solo esiste nella parte posteriore e sinistra del cresce un poco in densità, si rivolge sopra
ventricolo. In ogni altro punto è sovrapposta sè stessa a formare le valvole mitrali, e si
al muscolare tessuto, dal quale solo in alcuna trova all’orlo dell’ apertura. Qui scema di
parte la separano i vasi cardiaci e talora certa mollo in densità , e acquista anzi tale una
quantità di grasso. In ninna parte si trova a sottigliezza che sembra, a prima giunta, quasi
contatto coll’interna membrana. Grossa sul- del tutto svanire. Non ci ha peraltro niua
r orecchietta, diviene assai più sottile sopra punto del ventricolo nel quale non trovisi u-
ilventricolo. na pellicola membranosa applicata sulle fibre
11 tessuto muscolare è molto più denso carnose, e attaccata intimamente a queste e :

ed uniformemente distribuito nelle sinistre la si trova e sopra i fasci stessi, e sulla por-
ohe nelle destre cavità. Qui lo si trova sopra zione continua delle pareti fino all’apertu-
le vene polmonari nel punto ch’escono dal ra dell’aorta; non si trova tra questa mem-
polmone : e vi sembra disposto a fibre pa- brana e quella, assai manifesta, che tappezza
ralelle nella direzione della lunghezza del r interno della mentovata arteria, niun’ in-
vaso. Facile riesce il poter discernere il luo- terruzione. Adunque trova in questo fatto un
go ove tali fibre incominciano, seguendo un appoggio chi ammette la continuazione di
poco ciascheduna vena entro l’ organo polmo- questa stessa membrana nel ventricolo. Pas-
nare, nel quale la si trova sempre ridotta sando, da una siffiitta cavità nell’ aorta, di-
alle sue due membrane proprie. Seguono tali viene essa patentissima e facile a separare negli
fibre la loro primitiva direzione recandosi spazi triangolari che separano le origine ro-
sull’orecchietta, nella quale sono trasverse tondate, e tagliate a mo’di festone, di questo
alla superficie, irregolarmente intralciate
e vaso. Introdotta nell’ aorta racquista la pri-
nella parte più profonda ; e formano una to- mitiva sua densità, e forma le tre valvole
naca grossa uniforme, dove non sembrano per semilunari, quindi si prolunga nel vaso e in
nulla disposte in fasci separati, siccome inter- tutte le sue divisioni. —
Si troveranno nel-
viene nella destra orecchietta. La sola ap- V Anatomia generale alcuni ragguagli, tan-
pendice presenta, nel suo interno, alcune to rilevanti ch’estesi, intorno P organizza-
colonne carnose; ma gl’ intervalli tra queste zione della membrana interna del sistema ar-
coìoime son® empiute da un tessuto musco- terioso. Qui intanto non farò che ricordare
lare meno denso ; nè l’appendice presenta un fatto che ha speziale relazione colla strut-
aiinimamenle nelle sue pareti quella traspa- tura anatomica del cuore ; ed è la frequen-
renza che venne da noi già notata in alcuni za delle ossificazioni parziali, più o meno
punti della destra orecchietta. estese in questa membrana ; le quali si os-
Nel ventricolo, il tessuto muscolare ha servano spezialmente nelle valvole mitrali e
una grossezza considerabile, quasi doppia di nelle valvole sigmoidee dell’aorta. Spessis-
quella che presentanole pareti del destro ven- simo trovano queste ultime ossificate del
si
iricoló. Go^isiderate alla superficie le fibre tutto o cartilaginose, e allora si trovano sem-
sembrano disposte loagitudiiialmente dalia pre distese e allontanate dalle pareti aorti-
base all' apice. Ma non si può dire lo ste.sso che. Le mitrali poi d’ ordinai io presentano
dell’interna superficie, chi riguardi almeno alcuni punti ossei separati, e conservano nella
alla direzione già indicata della maggior par- raaffsiofe lofo estensione, la strattura mem-
CO
te de' fasci ma, nella sostanza stessa delle
; branosa. —
La frequenza di così falla ossi-
pareli, le fibre divengono tanto irregolari ficazione è colale, che si può francamente as-
e coiifu.sainente intralciate quanto nel ventri- serire, che in un dato numero d’ individui ,
SÎSXJiMA ARTERIOiO Î 37
ï;oîfÎea.L’ esterna appartiene quasi del tut- mente codesta membrana, s’ anasloraizzano
to alla faccia e alla parte esteriore del cra- con quelli dell’opposto laringeo, e si distribui-
nio; r interna al cervello ed all’ occhio col- ; scono ai muscoli inseriti nell’osso ioide; quin-
r ampiezza delle quali parti si accorda or- di traversa la membrana
reca alla larin-
e si

dinariamente la loro ampiezza. Nell’ infan- ge, discende nello spazio, che separa la carti-
zia, in cui il cranio è più sviluppato del- lagine tiroidea dalla laringe propriamente det-
la faccia, la carotide interna è la più con- ta, e si divide in due rami secondari. L’ uno
siderabile. Nell’ adulto, in cui il cranio c la perpendicolarmente nel muscolo crico-
si gitta
facoia hanno un’ estensione in proporzione aritenoideo laterale, al quale pure si distri-
uguale, le due carotidi hanno pure all’ incir- buisce come al crico-tiroideo; l’altro circonda
ca lo stesso calibro. Ravvicinate alla loro la base della cartilagine aritenoidea e si reca al
origine, ascendono parallele 1’ una all’altra muscolo crico-aritenoideo posteriore nel qua-
fin sotto il muscolo digastrico, coperte, in le si perde. Arabidue si riuniscono a quelli
questo breve tragitto, dallo sterno-mastoi- del laringeo opposto. ramoscelli che sommi-
I

deo, o dalla parte inferiore della glandola pa- nistrano spargono in tutte le direzioni per
si

rotide e da molte glandolo linfatiche. La ca- la membrana mucosa, seguendola^tanlo sulla


rotide interna è qui più sporgente e più su- laringe, quanto sull’epiglottide.
perficiale dell’ esterna. Sotto il digastrico 11 ramo crico-tiroideo, meno grosso che

codeste due arterie mutano direzione. L’ in- il precedente, deriva ora dalla tiroidea, ora da

terna si profonda un poco all’ indietro e al di una delle divisioni di questa discende ohbli- :

dentro e si diporta poi, come diremo, più in- quamente dentro, sulla cartilagine tiroi-
al di
nanzi. L’ esterna, s’ incurva sotto il diga- dea, gitlando alcuni ramoscelli al muscolo ti-
strico, avvicinandosi all’ angolo della mascel- ro-ioideo ; e, come sia pervenuto sulla mem-
la e divenendo più superficiale ; poscia ver- brana crico-liroidea, si anastomizza trasver-
ticalmente ascende, tra la branca della ma- salmente col ramo somigliante del Iato oppo-
scella e il padiglione dell’orecchio, nascosta sto. — Arrivata all’apice della glandola, l’ar-
affatto dalla glandola parotide. Giunta presso teria si divide d’ ordinario in tre branche
il collo del condilo, si divide in due arterie principali. La prima penetra fra la glandola
nominale la temporale e la mascellare in- e le pareli della laringe, discende serpeggian-
ter ria. te, e finisce con molti rami sparsi per la so-

§. /. Arteria carotide esterna. Tale stanza glandolosa. La seconda, più grossa, co-
arteria, eh’ è disposta nella maniera da noi steggia il margine esterno della glandola fino
già espressa, somministra moltissime bran- alla parte inferiore di essa :e tali due ultime
che. Le più piccole delle quali, il cui nume- branche in ispezie si anastomizzano colla ti-
ro è indeterminato, si spargono per tutte le roidea inferiore gittata dal'a sotto-claveare.
parli vicine, massime pei muscoli sterno-ma- La terza segue il margine interno della glan-

stoideo, digastrico, pelliciaio, per la glandola dola, e, giunta sul davanti della cartilagine
parotide e per la cute. Le principali, e in- cricoide, si anastomizza ad arco rovescio col-
sieme le sole eh’ abbiano costante la generale la somigliante branca della tiroidea superiore
loro disposizione, possono distinguersi in an- opposta. —
I ra)ni delle indicate tre branche si
teriori, posteriori ed interne. -— Le anteriori prolungano nella sostanza glandolosa vi si ,

sono le arterie tiroidea superiore., facciale e suddividono e vi si perdono riunendosi a


linguale. — Le posteriori sono le arterie oc- quelli delle tiroidee inferiori somministrate
cipitale e auricolare ; l’interna è Idi farin- dalla sotlo-claveare.
gea inferiore. Arteria facciale.
2 .° Colloco, con-
A. Branche anteriori. i.° Arteria tro 1’ordinario costume, la descrizione di
tiroidea superiore —
Deriva questa dall’ e-
. siffatt’ arteria innanzi quella della linguale,
slerna carotide un poco al di sopra, talora atteso che è più superficiale e sempre la si
anzi a livello della origine medesima ; si por- studia la prima, stante il bisogno di dover
ta al di dentro e all’ innanzi a! lato della la- segare la mascella inferiore per osservare esat-
ringe, e si curva quasi di subito per rivol- tamente la linguale. —
L’ arteria facciale na-
gersi perpendicolarmente in basso verso l’a- sce dalla carotide esterna sotto il muscolo di-
pice della porzione laterale della glandola ti- gastrico, separata d’ordinario, talora riunita,
roidea. Coperta, in tale tragitto, dai muscoli alla sua origine, colla linguale. Rivolta
pellicciaio, omoplata-ioideo e sterno-tiroideo quasi trasversalmente all’ innanzi e al di luc-
gitla dalla propria convessità un ramo larin- ri, giunge alla base della mascella presso l’an-
geo e un ramo crico-tiroideo. golo della medesima, coperta in tale tragitto
Il ramo laringeo nasce a livello dello dal nervo ipoglosso, dai muscoli digastrico e
spazio io-tiroideo, e si porta sulla membrana stilo-ioideo, e dalla glandola sotto-mascellare.
ch’empie uno spazio siffatlo. Somministra al- Si curva poi sul margine dell’ osso mascella-
cuni ramoscelli i quali seguono trasversal- re, tra’ muscoli massetere e triangolare, mula
Encicl. Med. 1’. )I,
t38 AÏ'PAKECÜHf DELLA VITA ORGAîSÏCA

glandola sotto-mascellare. Tutti sono piccoli


direzione, ascende molto obbliquamente
verso la commessura delle labbra,
formando e irregolarissimi nella loro distribuzione.

moltissime tortuosità, e dopo essersi più o B. Branchedella porzione facciale . —


Si distinguono queste naturalmente in ester-
meno accostata (cacciandosi sotto la riunione
de’ muscoli canino e triangolare, e
talora pas- ne ed interne.
sando sopra di questi) al margine libero del Le esterne sono numerosissime, ma pic-
ciolissime e costantissime. Le une nascono a
labbro superiore, continua ad ascendere fino
livello dell’ osso mascellare, e si gittano nel
ai lati del naso, dove finisce aiiastomizzando-
si col ramo nasale dell’ arteria
oftalmica, o muscolo massetere, o ascendono lungo il
riunendosi più profondamente coll’ infra-or- margine anteriore di questo, e vanno ad im-
bitale, o spandendo le proprie diramazioni mergersi nel buccinatore. Le altre, nate ver-
sul naso. In questa seconda parte del suo tra- so la parte media della guancia, s’ immer-
gitto, l’arteria facciale, quasi d’ogni parte sot- gono immediata mente nel buccinatore, dove
tocutanea, ma allontanata dalla pelle da più si anastomizzano
colla branca facciale frasver-

o men copia di adipe, corrisponde dapprima sa temporale, diramandosi pel


dell’ arteria

all’ osso mascellare inferiore, sul quale può


grande e piccolo zigomatici. Le più di tali
agevolmente essere sentita ©compressa dal di- branche sono destinate alla pelle, per la qua-
to, poi al mascolo buccinatore, dal quale
1’ al- le vanno a perdersi.
lontana un ammasso considerabile di adipe, Le branche interne^ più grosse e più co-
quindi al labbiale, e finalmente ai due eleva- stanti, sono le due labbiali e le dorsali dei
tori dal labbro superiore. —
Le branche del- naso.
l’arleria facciale possono distinguersi in quel- La labbiale inferiore nasce dalla facciale
le che nascono dalla porzione mascellare di ad una distanza ablDastanza considerabile dal-
questa, « in quelle che provengono dalla sua lacommessura, passa sotto il muscolo trian-
porzione facciale propriamente detta. golare, e s’ inoltra serpeggiante verso il mar-
A. Branche della porzione sotto-ma- gine libero del labbro inferiore, sul quale si
scellare. Sono la palatina inferiore e la anastomizza tosto coll’opposta labbiale. 1 nu-
sotto-mentale. merosi suoi rami si spargono,
uni per la
gli
La palatina injeriore è la più piccola. membrana della bocca, gli altri pei musco-
Nata dalla facciale, poco dopo la sua origine, li triangolari, quadralo ed elevatore del men-

talora dalla carotide stessa, ascende poscia di to, formando una rete che riceve i rami ana-
subito fra lo stilo-faringeo e lo stilo glosso, stomotici delle sotto-mentali e dentali infe-
sulla parte laterale della faringe corrisponden- riori.
te all’ intervallo eh’ è in mezzo alle colonne La labbiale superiore nasce al di sopra
del velo palatino : e tosto divìdesi in molti della commessura, a livello del margine libe-
rami, i più de’ quali si distribuiscono alla fa- ro, del labbro superiore. Su questo margine
ringe, e in ispezialifà alla glandola amigdala. libero e fino alla metà di esso, si porta in di-
Gli altri ascendono nella sostanza del velo rezione trasversale. Qui comunica, mediante
palatino, si spandono pei muscoli e per la un ramo, colla labbiale opposta, e tosto si
membrana di questo, anastomizzandosi con curva per ascendere verticalmente verso il
quelli della palatina superiore, cb’ è sommi- tramezzo del naso, sul quale finisce.— -I rami
nistrata dall’interna mascellare. delle due labbiali superiori formano una rete
sotto -mentale nasce dalla facciale complicatissima distribuita pei muscoli lab-
presso il margine mascellare ed è varia in
; biale e abbassatore del naso, siccome per la
ampiezza. Scorre d accanto l’osso mascellare membrana interna della bocca. Parecchi se ne
a livello dell inserzione del milo-ioideo, co- veggono ascendere sotto a questa membrana
perta in basso dal pelliciaio e dalla porzione é recarsi alle gingive, sulle quali si anasto-
anteriore del digastrico e distribuisce mizzano coi rami della branca alveolare som-
:
le nu-
merose sue diramazioni per questi muscoli, e ministrata dalla mascellare interna, - - Le dor-
m ispeziepel milo-ioideo, attraversandoli
per sali del naso diversificano assai nel numero e
recarsi ad anastomizzarsi con quelli
dellasot- nella disposizione. Allorquando il tronco stes-
to-linguale, la quale non è talora che
una di- so dell’ arteria facciale s’ anastoraizzi colla
visione della sotto-mentale. Finalmente
si di- branca nasale deli’ oftalmica, le dorsali nasco-
vide questa in due rami, 1’ uno de’
quali pas- no con abbastanza uniformità, per tutta la
sasopra r anteriore inserzione del
digastrico lunghezza di codesta riunione vascolare, e si
e unisce alla sottomentale opposta,
si
^raeiitre recano trasversalmente sulla pinna del naso
che r altro ascende sul mento da
lato allo per riunirsi a quella dell’opposto lato. Quan-
stessomuscolo,© si anaslomizza con alcuni ra- do, per io contrario, la facciale comunica, so-
mi della branca dentale inferiore ascila
dal lamente per mezzo d’un ramo, con l’ottalmica
foro mentouiero.--- Oltre ai detti
due rami, e finisce nelle dorsali, queste sono assembrate
fa labbiale ne fornisce un
gran numero alla e agglomerate sopra la fibro-carlilagiuc delie
SISTEMA ARt’ERI0SO j 3^
aperture nasali, alle quali mandano molti ra- glosso e il margine posteriore libero del mi*
mi, mentre il resto del naso ne riceve assai lo-ioideo e si diporta poi nel modo testé
,

meno. In ogni caso, codeste branche si ricordalo. Sovente, in quest’ ultimo caso, dessa
distribuiscono non pure pei muscoli propri è che prima di profondarsi così, sommini-
del naso, per le sue cartilagini e per gl’inte- stra la sotto-mentale.
gumenti^jdi esso, ma eziandio per Tinterna sua Sotto la lingua T arteria, divenuta ra-
rntembrana, alla quale si recano, traversando nina., somministra lateralmente per tutta la
ie parti esserne, o ripiegandosi sul margine sua estensione molti grossi rami, alcuni dei
dell’ apertura. quali si perdono esteriormente sul muscolo
Z o Arteria
linguale.— Nasce questa dal- linguale; gli altri s’ immergono internamen-
la carotide in mezzo
alle due precedenti e un te nei genio-glossi, e s’ anastomizzano co’so-
poco più profondamente, nascosta, al luogo di niiglianti dell’opposta ranina. —
L’anasto-
tale origine, dal digastrico. Rivolta quasi oriz- mosi delle due rauine corrisponde alla ripie-
zontalmente all’innanzi e dentro, si caccia
al di gatura formata dalla membrana mucosa del-
tosto d’ infra l’ io-glosso presso l’ inserzione la bocca, conosciuta sotto il nome di fre-
di questo nelF osso ioideo, e il cos-triltor me- nello della lingua o filetto. Quindi potreb-
dio della faringe. Presso il margine anterio- be restare offesa nella incisione di codesta
re deir io-glosso si curva verso l’insLi, e a- ripiegatura che talora si pratica ne’bambini
scende tra il genio-glosso e la glandola sotto- appena nati. Dal che ne risulterebbe un’e-
liiìgnale fino alla parte inferiore della glan- morragia poco rilevante per sè medesima,
dola presso la sua base. Qui muta direzione, quando si riguardi al diametro de’ vasi, ma
diviene orizzontale, assume il nome di rani~ pericolosissima, colpa i movimenti di succhia-
na.^ e s’ inoltra fra il genio-glosso e il linguale mento, prodotti allora dalla presenza del
lino all’ apice della lingua, dove finisce ana- sangue, dal quale ne sarebbe reso perpetuo
stomizzandosi ad arco, sul margine dei genio- lo sgorgameli lo. Ma , poiché tale arco arte-
glossi, con r opposta ranina. In questa prima rioso è molto prossimo ai muscoli, se ne e-
parte del suo tragitto è accompagnata dal vita facilmente la lesione allontanando un
nervo linguale. — Così l’arteria linguale pre- po’ lo stromento dalla superficie inferiore del-
senta tre direzioni diverse: orizzontale al di la lingua, siccome ci viene raccomandato og-
dentro sotto 1’ io-glosso, verticale sopra il gidì da tulli quanti gli autori.
genio-glosso, orizzontale all’ innanzi sotto la B. Branche posteriori. —
i.^ Arteria
lingua. Appunto in queste tre porzioni è me- occipitale. — Nasce questa dalla carotide e-
stieri considerarla, chi voglia formarsi un’ e- sterna a livello e al lato opposto della lin-
satta idea delle branche da essa sommini- guale, e subito ascende obbliquamente ver-
strate. so r indietro costeggiando il digastrico, sot-
Sotto r io-glosso la linguale manda pa- to lo sterno-mastoideo , quindi passa tras-
recchie diramazioni, sì a questo muscolo e si versalmente d’ infra 1’ apofisi trasversale del-

al mediocostrittore della faringe. Alcune tra- l’atlante e r apofisi masloidea, e si reca nel-
versano l’io-glosso e vanno a spargersi pel di- la medesima direzione sopra l’ occipitale
gastrico, pel tiroideo e simili. Ma le principali coperta esteriormente dal muscolo spleni o.
branche sono le dorsali della lingua. Delle Uscita dal dissolto di codesto muscolo, si
quali, sebbene quasi sempre se ne trovi pa- rende sotto-cutanea per tutto il suo rima-
recchie, non se ne conta che una e queste a- : nente tragitto sull’occipitale, e fino alla pro-
.scendono sul genio-glosso, giungono alla base pria terminazione. —
Codesta arteria pareggia
della lingua, vi penetrano e vi si distribuisco- quasi, in volume, la linguale: spesso però lo ha
no spandendo le loro ramificazioni per lo alquanto inferiore a questa. —
Considerata
slilo-glosso e fino per 1’ epiglottide. dalla sua origine fino all’ uscita dal di sotto
Sul genio-glosso., la linguale, oltre i nu- dello splenio, occipitale gitla alcune bran-
1’

merosi rami che somministra al detto muscolo, che superiori ed inferiori. —


Le superiori si
somministra una considerabile branca nomi- distribuiscono pel muscolo digastrico e per
nala sotto-linguale. Rivolta orizzontalmen- lo sterno-mastoideo presso l’inserzione di esso
te all’ innanzi, sopra il milo-ioideo e la glan- all’ apofisi ; e talora si trova fra queste bran-

tlola sotto-linguale, codest’ arteria sommini- che 1’ arteria auricolare posteriore che, d’or-
stra molti rami a tali parti, e alla membra- dinario, è diramazione della carotide stessa.
na interna della bocca comunica colla sot-
;
Ma la più considerabile e la più costante è
to-mentale mediante alcuni rami che traver- la masloidea posteriore derivante dall’occi-
sano il railo-ioideo, e finisce aiiastomizzan- pitale sotto lo splenio. La quale ascende tor-
dosi sul davanti dei due genio-glossi colla tuosa sopra l’occipitale, s’introduce nel cra-
.sotto-linguale opposta. — Talora la sotto lin- nio pel foro mastoideo posteriore, e va a di-
guale deriva dalla porzione sotto-mascellare stribuirsi per la dura-madre. Le branche
dell’ arteria fiicciule. Allora pas.sa tra l’ io- inferiori discendono sopra i muscoli sterno-
apparecchio della vita organica
140
mastoideo e spìenio, si distribuiscono e per- interna carotide, anteriormente, corrisponde
dono per questi siccome per gl’inter-trasver- prima al muscolo stilo-faringeo, poi al co-
sali ninno però di essi è degno di partico- strittor superiore. Fino alla sua origine la fa-
:

lare descrizione. Fattasi sotto-cutanea^ la ringea somministra alcuni rami interni che
occipitale gitla parecchie branche inferiori, discendono obbliquamente sulla parte poste-
che discendono per la sostanza de muscoli riore della faringe, e si distribuiscono pei
posteriori del còllo e vi si perdono. Talora dopo un breve tragitto, si
costrittori, e, di-
se ne osserva una grossa che discende nella vide in due branche quasi uguali, l’.iina fa-

sostanza de’ muscoli del dorso fino alla parte ringea, l’altra meningea.
inferiore della spina. Indi l’occipitale si cur- Branca faringea. Si reca traversalraente

va, ascende sull’osso seguendo quasi la dire- sul costrittore superiore, e tosto dividesi in
zione della sutura lambdoidea , e si divide due o tre brdnche secondarie, Luna delle qua-
in molte branche e ràmi i quali ,
sparsi tra li ascende per la sostanza del muscolo, al qua-
la pelle e l’aponeurosi, vanno ad anastomiz- le invia rami in tutte le direzioni; le altre
zarsi sì coir occipitale opposta, e sì col ra- si portano obbliquamente all’ ingiù, e si di-
mi posteriori della temporale. Tutti finisco- stribuiscono spezialmente pei costrittori me-
no disperdendosi per la cute e pel muscolo dio e inferiore. I rami di queste si ana-
occipitale. stomizzano, entro i detti muscoli, coi rami
2.® Arteria auricolare. —
E la più pic- faringei della tiroidea superiore e della lin-
cola delle branche somministrate dall’ester- guale.
na carotide. Dalla quale nasce nella sostan- Branca-meningea. E un poco più gros-
za della glandola parotide sopra il muscolo sa ; ascende in direzione della arteria, fra la
digastrico, e tosto ascende, coperta dalla me- carotide interna, la vena jugulare e il nervo
desima glandola, fino alla parte inferiore del vago, s’introduce nei cranio pel foro lacero
padiglione dell’orecchio, e qui si divide in posteriore e si distribuisce a quella porzione
due branche, 1 una delle quali ascende fra
’ della dura-madre che tappezza le fosse oc-
la pelle e la cartilagine per distribuirsi a tut- cipitali inferiori. —- In tale tragitto, avanti

ta la superficie convessa della conca, mentre che penetri nel cranio, codesta branca gitta
che l’altra si reca al di sopra dell’ apofisi de’ rami alquanto numerosi nervo vago,
al

mastoidea, alle parti laterali del capo e si ,


al ganglio cervicale superiore, al condotto di
distribuisce ai muscoli auricolare posteriore Eustachio, e posteriormente ai muscoli retti
e oc/cipitale, ed alla pelle. —
Nel suo tragit- grande e piccolo della testa e al lungo del
to, 1 arteria auricolare manda parecchi rami
’ collo. Oltre a ciò somministra alcuni rami
alla glandola parotide, allo stilo-ioideo e al superiori penetranti separatamente nel cra-
digastrico. —Ma la più notabile tra le bran- nio per recarsi alla dura-madre. Uno tra que-
che da essa gittate, è lo stilo-mastoidea. La sti, più notabile, s’introduce traversando
il

quale, poco dopo la sua origine , manda al la sostanza cartilaginosa del foro lacero an-
condotto uditorio alcuni rami, l’uno de’quali teriore. Qualche volta il foro condiloideo an-
penetra fino alla membrana del tìmpano a teriore dell’occipitale ne trasmette un secondo. 1

cui si distribuisce, quindi penetra pel forame D. Branche., mediante le quali finisce

\

di cui porta il nome, nell’acquidotlo del Fal- la carotide esterna., i.® Arteria tempo-
loppio, lo percorre e manda alcuni rami che rale. Incomincia questa presso il collo i

penetrano nella cassa del timpano per distri- del condilo, eh’ è il luogo dove si opera la 1

buirsi alle diverse parti di questa. Finalmente divisione della carotide. Meno ampia come j

codesta branca si anastoraizza con un ramo è dell’interna mascellare, ascende quasi ver- !

della meningea, introdottosi nello stesso a- ticalmente fra la branca della mascella, il con-
cquedottoper un’apertura ch’è nella faccia su- dotto uditorio e la glandola parotide che e-
periore della rocca. steriormente la ricopre fino all’arco zigo-
— Arteria farin-
t

C. Branca interna malico , continua lo stesso tragitto sopra il



I

gea inferiore. Quest’arteria, la più pie detto arco sopra la temporale aponeurosi, e, 1

cola di tutte quelle che si dipartono dalla giunta verso il mezzo della regione tempo- |

carotide esterna, è pure la più profonda, nè raie, sì divide in due branche, 1 ’ una ante- j

si può discoprirla che operando il taglio che riore l’altra posteriore. Dall’arco fino alla f
si costuma a fine diprendere in disamina la sua terminazione è sotto-cutanea. —
Le bran- •

faringe. {/^. sopra dove si parla della faringe.) che somrainisjtrate dalla temporale sono an-
— Deriva questapropria origine tra quella
la tenori, posteriori ed interne. — Fra le an- f

delle arterie facciale e linguale, ascende per- teriori che vanno tutte al massetere ed al- j-

pendicolarmente sopra la parte laterale della l’ articolazione della mascella, vuole exSsere js

faringe, e si trova nella direzione primitiva distinta \a facciale tra SK^ersa. La quale ^or-
della carotide esterna che la produce. Este- ta dallo stesso punto d’origine che la tem- li

riormente e posteriormente , si accosta alla porale, passa sul collo del condilo, indi sul ii
SISTEMA ARTERIOSO 1 4
I

massetere, del quale interseca la direzione, linua ad ascendere accost.mdosi a poco a po-
presso l’inserzione superiore di esso accom- co al fondo posteriore della fossa zigomatica.
pagnando il condotto parotideo, e termina, Presso P inferiore parete dell’orbita si curva,
finalmente, verso il margine anteriore del litorna trasversale, si caccia diieltaraenle nel-
muscolo mediante parecchi rami che si ana- 1’ anzidetto fondo posteriore, dove attorniala

stomizzano o colf arteria facciale o colla da una abbondevole copia di grasso, termina
branca infra-orbitale. Innanzi che pervenga dividendosi. — Così la mascellare interna, o-
sul massetere, la facciale trasversa manda un rizzontale dalla sua origine fino alla tubero-
ramo considerabile che si caccia nella so- sità mascellare, e incurvata in tale tragitto
stanza di codesto muscolo, vi sì distribuisce due volte, diventa poi, per qualche tratto,
e comunica in esso colla branca masseterica verticale, e racquista fìnalmeule, nel luogo in
della mascellare interna. Nulla poi che sia cui termina la propria direzione orizzontale.
costante offrono gli altri suoi rami ^he si Le branche della mascellare interna pos-
spargono per la regione temporale, pel mas- sono distinguersi in quattro classi. La prima
setere e per la pelle. —
Le branche poste- formata da quelle che somministra presso la
riori, in numero indeterminato, si portano sua origine avanti che si profondi fra i ple-
sul condotto uditorio e sul padiglione delle rigoidei. La 2 a da quelle che ne derivano
.

orecchie, per le quali si distribuiscono sotto menlre che attraversa codesti due muscoli. I^a
il nome di auricolari anteriori. Final-— 3. a da quelle che ne derivano da che è uscita
mente la sola branca interna considerabile è dallo esterno pterigoideo fino alla entrata di
quella che si denomina temporale media. La essa nel fondo posteriore zigomatico. La [\.a

quale sorta ora al disotto, ora com’ è le più da quelle in cui ha la propria terminazio-
volte, al di sopra dell’ arco zigomatico, tra- ne pervenuta che sia in questo fondo poste-
versa quasi di subito l’aponeurosi temporale riore.
€ s’ immerge nel muscolo dello stesso nome, A. Branche somministrate dalla ma-
nel quale si ramifica comunicando colle tem- scellare interna dietro il collo del condilo.
porali profonde della mascellare interna. — — Ve n’ha due, la meningea e la dentale
Delle due principali divisioni, onde finisce la inferiore.
temporale, 1' anteriore si rivolge obbliqua- Branca meningea. È la prima tra le due,
mente fino in vicinanza alla regione frontale, e la più grossa di tulle. Nascosta dal muscolo
e qui si suddivide in molli rami, alcuni dei pterigoideo esterno, e circondata da due di-
quali, continuando lo stesso corso, vanno ad ramazioni nervose del mascellare inferiore,
anastomizzarsi coi rami della frontale e della che vanno a comunicare col nervo facciale, a-
sopracciliare derivante dalfottalmica le al- ;
scende quasi verticalmente sino al foro sfeno-
tre si curvano per recarsi alla sommità del ca- spinoso, pel quale s’introduce nel cranio. In
po e riunirsi a quelli della temporale opposta. questo piccolo tragitto, manda parecchi ra-
Tutti si distribuiscono per i muscoli frontale, mi, de’ quali alcuni si recano ai pterigoidei
sopracciliare, palpebrale e alla pelle. La — e al costrittore superiore della faringe, gli
branca posteriore, che obbliquamente cam- altri spargono pel temporale e per lo .glenoi-
si

mina sul parietale e sull’ occipitale, suddivi- de. Quest’ultimi somministrano sovente molti
desi in molli rami sparsi uniformemente in ramoscelli, che traversano io sfeuoide per al-
tutte le direzioni, ed anaslomizzati colla tem- cuni forami particolari, e si portano alla du-
porale opposta e coll’ occipitale, ra-madre. Uu altro ramo, più considerabile,
3.° Arterie^ mascellare (nterna. È — ascende all’ innanzi e al di dentro soito la su-
questa più ampiù che la precedente, corre un periore parete della fossa zigomatica, tra que-
tragitto più complicato, e manda molle bran- sta e i nervi temporali profondi, s’incurva
che rilevanti. —
Nata dalla carotide a livello tosto verso l’ ingiù, discende perpendicolar-
del collo del condilo, sì profonda trasversal- mente fra il peristafiiiiio esterno ed il pieri-
mente dietro il mentovato colio, situata nel- goideo interno, e si disperde con mollissime
r intervallo adiposo che separa i muscoli pte- diramazioni per questi due muscoli. Talora
rigoidei, e diretta .verso il davanti. Al di là r anzidetto ramo nasce mascellare in-
dalla
del collo, si curva per recarsi dirittamente al terna medesima. In alcuni in(livi<lni non si è
di dentro e si caccia fra due pterigoidei pas- veduto la meningea mandar niun ramo avan-

i

sando tra il nervo dentale inferiore ed il lin- ti che penetri dentro il cranio. Pervenu-
guale.Mentre è rinserrala fra i pterigoidei, ta nel cranio, e postasi sotto la dura-madre,
muta un poco direzione, si porla obbliqua- la meningea gilta alcuni rami a quella por-
mente all’ innanzi e al di dentro, e si accosta zione del fin dica la membrana, che tappezza la
di tal guisa, alla tuberosità mascellare. Pres- fossa temporale interna, e ai nervi Irigemelli.
so la fissa
inserzione dei due muscoli, s’incur- Se n'è veduto uno o due por tarsi airiunanzi ,

va, diventa verticale, e traversa la sostanza fino in vicinanza alla piccola ala dello sfenoi-
del pierigoideo esterno, sopra il quale coii- de, traversare per mezzo di uno o due con-
1^2 APt’ARKCCUI DELLA VITA ORGANICA

(lotti, l’osso inalare, lasciando a questo al- nell'interna cavità di ciascheduno del denti
«.aiii ramoscelli, e pillarsi nella glandola la- pel forame della radice e sotto il primo pic-
:

crimale. Posteriormente, ne somministra due colo molare, si divide in due branche inegua-
più costanti, l’uno de’ quali, superiore, pene- li. L’ una, piccolissima, esce dai foro mento-
tra pel foro delia taccia superiore della rocca, niero, e si distribuisce per li muscoli triango-
nell’ acquedotto del Falloppio, e s’anastoraiz- lare e quadrato, anastomizzandosi coll’arte-
za colla stilo-mastoideo ; altra, inferiore,
1’ ria facciale. L’ altra, più grossa, continua il
s’introduce nel condotto del muscolo inter- proprio tragitto nell’ osso mascellare fino alla
no del martello e si distribuisce per questo siutisi, sotto i denti canini ed incisivi, ai qua-

Alcuni altri s’introducono nel tim-


iììuscolo. li, siccome al tessuto spugnoso delle ossa,
pano mediante alcune piccole aperture parti- manda alcuni ramoscelli.— -Oltre le due men-
colari e si distribuiscono in esso per la mem- tovate prime branche, la mascellare interna
brana mucosa. --- Poscia la meningea si di- somministra sovente, nel medesimo luogo :
vide in due branche ineguali. L’anteriore del- 1.0 un’auricolare profonda, che ascende sul-
le quali, più grossa, si rivolge obbliquaraente r osso temporale dietro il condotto uditorio,
54ir innanzi e all’ in su, perviene all’angolo distribuendosi per le due membrane di que-
inferiore del parietale, e si colloca nel solco sto condotto, e per le glandolo ceruminose ;
o nel canale che qui si osserva. Alcuni rami 2.0 una timpanica che si porta verso la fessura
derivanti dalla medesima si recano all’ or- glenoidea, e si distribuisce sul muscolo ante-
bita per la fessura sfenoidale e si anastomiz- riore del martello, introducendosi con questo
'/ano branca lagrimale dell’ ottalmico.
colla fino nel timpano,
Ma tosto suddividesi in molte più o meno B. Branche somministrate dalla ma^
grosse diramazioni le quali si distribuisco- scellare interna quando si è cacciata in
no, da tutte parti, per la dura-madre, nella mezzo ai pterigoidei. Queste branche ——
parte anteriore del cranio, fino al seno lon- sono : la temporale profonda posteriore, la
gitudinale superiore. La branca posteriore masseterica e le plerigoidee.
più piccola ascende sulla parte sqiiammosa Branca temporale profonda posterio-
del temporale e sul parietale, e si suddivide re. — Nasce questa poco dopo la dentale : an-
in rami che in pari modo si spargono per la zi, le spesse fiate, derivano ambedue da un
parte media e posteriore del cranio. Tutti — tronco comune. Nascosta, alla sua origine dal
questi rami, prominenti alla parte esterna del- pterigoideo esterno., ascende tosto fra que-
ia dura-madre, sono collocati in que’ solchi sto e quella porzione del massetere che copre
che si osservano nelle ossa, di modo che la so- r incavatura sigmoidea della mascella, per-
la ispezione di siffatti solchi indica esattamen- viene obbliquamente alla superficie interna
te la liistribuizione dell’arteria. del muscolo temporale, e, divenuta verticale,
Branca dentale
inferiore. Nasce que- — ascende tra la fossa temporale ed il muscolo,
sta in basso dalla mascellare interna, ora di pel quale, si distribuisce, con numerose dira-
rincontro alla meningea, ora fra i pterigoi- mazioni anastomizzate, anteriormente, o con
dei e di ricontro alla temporale profonda po- quelli della temporale profonda anteriore, o
steriore poscia discende obbliquamente sul-
:
tra le fibre muscolari, colla temporale super-
r interna superficie della branca mascellare, ficiale.
ricoperta al di dentro dal pterigoideo inter- Branca masseterica. — Spessissimo na-
no, posteriormente dal legamento laterale in- sce dalla precedente, e sempre le è minore in
terno deli’ articolazione, anteriormente dal volume. Ki volta al di fuori, traversa l’ incava-
nervo dentale inferiore, che Io accompagna tura sigmoidea mandando parecchi rami alla
fino all’ apertura del condotto dentale, ove porzione superiore del massetere; quindi di-
penetra insieme con esso, ma talvolta per una scende obbliquamente all’ innanzi tra la bran-
particolare apertura. In questo tragitto, la ca mascellare ed il muscolo, nel quale final-
(dentale somministra de’ numerosi ramoscelli mente prolungasi, e si perde interamente con
al pterigoideo interno , ai nervi dentale e molli rami anastoraizzati a quelli della bran-
linguale. Immediatamente innanzi che pene- ca facciale trasversa.
tri nel condotto, manda un ramo più grosso, Branche —
Sono incostan-
pterigoidee.
che discende in un piccolo solco dell’osso ti nelnumero quanto a grossezza, minu-
: e,
ìnascellare, luogo l’ inserzione del milo-joi- tissime, Quasi tutte nascono dalla mascellare
deo, fra codesto muscolo e la membrana della stessa, ma alcune vengono somministrate dal-
bocca, distribuendosi all’uno ed all’altro. le branche maningea e temporale profonda
Pervenuta nel condotto dentale, la branca lo posteriore : si distribuiscono principalmente
percorre lutto quanto è esteso, formando pa- per l’esterno pterigoideo, pel quale in modo
recchie tortuosità. Trasversale, com’ è, in tale assai irregolare si perdono. Se ne veggono al-
tragitto, manda superiormente ale.uui rami, cune ascendere tra la parete superiore della
che penetrano negli alveoli, e s’ introducono fossa zigomatica, e somministrare alcuni
^ISflOîA ARTHRÎOSO ùP
îlui vAini che accompagnano i nervi leinporali riore., il quale, introdottosi nel canale parti-
pro tondi. colare dell’osso, si distribuisce ai denti mola-
C. Branche che la mascellare inter- ri ed incisivi. Gli altri rami si distribui-
na somministra dalla sua uscita fuor dei scono alle gingive, al periostio, al tessuto cel-
pterigoidei fino alla sua entrata nel fon- lulare adiposo delle guance e al muscolo bne-
do posteriore della fossa zigomatica. cinatore. —
Talvolta l’alveolare, anzi che fi-
d’ali branche sono la buccale, la temporale
: nire nella fossa canina, ascende sotto P emi-
profonda anteriore, l’alveolare e l’infra-or- nenza raalare, e va anastomizzarsi coll’ in-
bilale. fraorbitale mentre esce dal suo canale.
Branca buccale. Nasce cj[uesta tal- Branca infraorbitale. Nasce dalla
volta dalla mascellare medesima, cpiando è mascellare a livello dell’ inferior parete del-
ancor situala in mezzo ai pterigoidei ma ,
r orbita, subito innanzi che 1’ arteria si getti
più sovente dalla temporale anteriore, dail’al- nel fondo posteriore zigomatico. La grossez-
veolare o dalla sotto-orbitale. Poco notabile za di questa branca pareggia quella delia tem-
n’ è la grossezza. Diretta obbliquamente in porale anteriore: e dessa, fino dalla sua origi-
basso e all’ innanzi, e accompagnata dal ner- ne, gitta alcuni rami al periostio e al grasso
vo buccale, giunge alla parte esterna del tuc- orbitale, poi si introduce nel solco-infraorbi-
cinatore, diviene trasversale e segue il musco- lale, equindi nel canale intero, percorrendo-
lo fino dappresso alla commessura, distri- lo,senza formare niuna manifesta tortuosità,
buendosi tanto per esso, mem-
quanto per la sottoposta al nervo dello stesso suo nome. Nel
brana interna della bocca, e per le glandolo suo tragilto,manda a principio alcuni rami che
mucose. Talora manca assolutamente codesta penetrano nell’ orbila, e vanno ai muscoli ab-
branca, e ne tengono le veci molti rami del- bassatoci, piccolo riiotafore, palpebrale, e al
r alveolare. sacco lagrimale. Più all’ innanzi, manda alcu-
Branca temporale profonda anterio- ni rami i quali, mediante alcuni piccoli con-
re. Nasce questa dalla mascellare appena dotti particolari spettanti all’ osso mascellare,
che è sorta dalla pterigoidea esterna. La gros- vanno a distribuirsi per la parte superiore
sezza n’ è alquanto considerabile. Rivolta per- della membrana dei seni, formandovi una re-
pendicolarmente all’ insù, sopra la parte in- te più o meno palese alla fine esce dal cana-
:

terna ed anteriore del muscolo temporale, le pel foro orbitale inferiore, nascosta dal mu-
ascende tra questo e la riunione delle ossa scolo elevatore proprio del labbro. Qui si di-
malare e sfenoide, distribuendosi alle fibre vide in molti rami, de’ quali alcuni vanno ai
muscolari. Uno de’ suoi rami si anastomizza muscoli labbiali, e gli altri comunicano colla
con quello eh’ è fornito dalla lagrimale a tra- branca nasale dell’ ottalmica, colla facciale e
verso dell’osso malare nella fossa temporale. coll’ alveolare.
Quasi sempre codesta temporale somministra D, Branche somministrate dalla ma-
parecchi altri rami che trasversano l’osso ma- scellare interna nel fondo posteriore della
lare e vanno a distribuirsi al tessuto cellulare fossa zigomatica. d'ali branche sono la
deir orbila, al periostio, sovente ancora alla pterigoidea, la pterigo-palatina e la palatina
glandola lagrimale. —
l’alora una terza tem- superiore.
porale profonda nasce tra le due precedenti Branca pterigoidea. È
piccolissima,
mentre che la mascellare interna attraversa i talora prodotta dalla palatina superiore. Cac-
muscoli pterigoidei. ciatasi, subitodopo la propria origine, nel
Branca alveolare. —
Nasce questa dalla condotto pterigoideo col ramo nervoso dello
mascellare interna verso il mezzo del suo tra- stesso nome, lo percorre tutto quanto, git-
gitto verticale sopra la tuberosità mascellare: tando alcuni rami al tessuto spugnoso dello
talora ha origine dalla temporale anteriore o sfenoide, e n’esce posteriormente per distri-
dall’ infraorbitale. E più grossa della prece- buirsi alla membrana mucosa della faringe e
dente; è indirizzata orizzontalmente all’ in- del condotto eustachiano.
nanzi, circonda 1’ osso mascellare formando Branca pterigo-palatina. La si de-
parecchie tortuosità, e giunge pure fino alla nomina pure faringea superiore. È ancor
fossa canina , dove si dispe^e pel muscoli più piccola della precedente, sotto la quale
labbiali. Presso la sua origine, gilta una trae la propria derivazione. Rivolta un poco
gran copia di rami estremamente sottili, i obbliquamente all’ insù e all’ indietro, attra-
quali, mediante alcuni piccoli condotti parti- versai! condotto pferigo-palatino, gitlando al-
colari dell’osso mascellare, vanno a distribuir- cuni ramoscelli all’ osso sfenoide, esce poste-
si, gli ai denti incisivi, gli altri alla mem-
uni riormente, e finisce, come la pterigoidea, nel-
brana del seno mascellare. Giunta alla li- la faringe.
nea ottusa e concava, che scevera la fossa zi- Branca palatina superiore.—ÌL grossissi-
gomatica dalla canina, l’alveolare gitta un ra- ma. Nata dalla mascellare interna, discende ver-
mo più considerabile detto il dentale supe- ticalmente fra l’osso mascellare e l’apofisi pte^-
APPARECCHI DELLA VITA ORGANICA
ì44
ri;;oi(lea, e caccia nel condotto palatino po-
sì ---Una seconda classe di branche spetta essen-
steiiore. Innanzi che Io penetri, soraininistra zialmente ai primi organi della digestione, e
che tali branche sono proporzionate, sì nel nu-
Ire o fjLiatlro rami, piuttosto considerabili
no, 1 cjuali SI uitroducono nei condotti accès- mero come nell’ ampiezza, al numero e alla
scrii, gliattraversano e n’escono inferiormen- grossezza de’ mentovati organi. Anteriormen-
te 1’ arteria linguale somministra alcuni con-
te per distribuirsi al velo palatino. La
branca
stessa, percorso il condotto palatino, n esce
siderabili rami alla lingua e a tutti suoi mu- i

scoli, mentre all’ indietro la faringea e la pa-


alla parte posteriore ed esterna del velo pala-
tino, profondamente nascosta da un tessuto latina inferiore spargono alcuni piccoli rami

denso che trovasi tra l’osso e la membrana sul sottile strato muscolare della faringe.
mucosa. Qui si curva e si porta orizzontal- La terza classe di branche è assai più estesa e
mente all’ innanzi nel solco presentato dal- più numerosa essa spetta alla faccia, e di-
;

l’osso. In tale tragitto è molto tortuosa, gitta videsi, abbastanza naturalmente, in due or-
molti rami alla membrana, al tessuto che a dini, l’ uno de’ quali comprende le branche
questa aderisce e alle glande le mucose. Ed distribuite alle parti esterne della faccia e mo-
appunto con siffatti rami ha la sua termina- venti ili ispezie dall’arteria facciale; l’altro
zione e talora uno tra questi caccia nel con-
s'i comprende branche sparse profondamente
le

dotto palatino anteriore, che la trasmette nel- per le cavità inferiori della faccia e somini-
le fosse nasali. —
Dopo sommistrate le men- strate dalla mascellare interna. L’ arteria
tovate ultime branche, la mascellare interna facciale, eh’ è laprecipua fonte delle branche
risale un poco nel fondo posteriore, si curva superticiali, corre un tragitto obbliquo dal-
sopra sè stessa, assume il nome di sfeno-pala- l’intervallo tra’ muscoli massetere e triango-
tina^ e penetra trasversalmente, pel forame lare, dove si rivolge sopra la mascella, fino ai
sfeno-palatino, nella parte posteriore, supe- lati del naso, dove finisce. I più considerabili

riore ed esterna delle fosse nasali. Situata al- tra’ suoi rami si rivolgono al di dentro e si

lora a livello del cornetto etmoidale e coperta distribuiscono, con una spezie di profusione,
dalla membrana mucosa, si divide in due o pei muscoli delle labbra e del naso. E sembra
tre principali branche. L’ una delle quali si eziandio che abbiaci qui una decisa spropor-
reca sul tramezzo e vi sì ramifica 1’ altra o
: zione fra la tenuità dei muscoli e la grossezza
le altre si suddividono intorno il cornetto et- dei vasi sanguigni arteriosi. Ma allorché si pensi
moidale, pel quale in ispezie si distribuisco- che codesti muscoli sono destinati spezial-
no, siccome fanno per li meati superiore e mente per servire all’ espressione della faccia,
medio, per le cellule etmoidali posteriori e e che, per adempiere ad uno scopo siffatto,
per lo seno mascellare. Le ramificazioni som- deggiono essere suscettibili d’ un movimento
mamente moltiplicate e tenui di tutte siffatte prontissimo e assai svarialo ;
allorché si co-
branche forniscono alla membrana pituitaria nosca come il movimento degli organi sia,

quel rossore manifestissimo, che in essa appa- d’ ordinario, in ragione diretta dal grado dì
lesasi, massime in siffatta regione. —Sovente incitamento loro comunicato dall’ impulso
la sfeno-palalina, innanzi che penetri pel fo- sanguigno, e che tale impulso è tanto più for-
rame che le è proprio, si divide in due o tre te quanto più numerosi e considerabili sono
branche, quali penetrano unite nelle fosse
le i vasi, cesserà ogni maraviglia per siffatta ap-

nasali, e si distribuiscono poi nel modo che parente disproporzione, e allora invece si tro-
abbiamo indicato. verà qui, come in ogni altra parte, una mira-
Osservazioni intorno la distribuzione bile attinenza fra l’organizzazione e la fun-
della carotide esterna. Tra le due divi-
sioni dell’ arteria carotide primitiva, la caro-
zione.
faccia
— Quanto alle branche profonde della
somministrate dall’arteria mascellare
tide esterna è quella che somministra le più interna, si scorge che queste si distribuiscono

branche e a più organi diversi si distribui- in ispezie i.o all’apparecchio della mastica-
:

sce. Uno sguardo generale che gettisi sulla di- zione: quindi dalla mascellare interna si osser-
sposizione delle branche permette che si pos- vano costantemente nascere le temporali pro-
sano dividere in quattro classi, secondo le re- fonde, le pterigoidee e la masseterica, le qua-
gioni alle quali sono destinate. Le prime li si distribuiscono per le potenze muscolari

parlengono agli organi respiratori e vocali, e destinate ai grandi movimenti della mascella
sono prodotte da un solo tronco cioè dalla
;
inferiore: da essa provenire l’alveolare, l’ in-
tiroidea superiore. Le più grosse si spargono fra-orbitale, la dentale inferiore, la palatina
per la glandola tiroidea e per gli esteriori superiore, che sono le sorgenti costanti dei
muscoli che muove o 1’ osso-joide, o la larin- vasi che vanno ai denti, alle gìngive e alle os-
ge .in totalità. Le più piccole, introdotte nel- sa mascellari stesse; 2.0 all’ organo dell’odo-
la laringe medesima, si distribuiscono princi- rato la sfeno-palatina, eh’ è terminazione
:

palmente pei muscoli della glolide e termi- della mascellare interna, è la sorgente delle
Eiaiio alla membrana mucosa delle vie aeree. branche le più numerose che si portano a eia-
SISTEMA AKTERlüSO

gcfeeduna foss'a nasale. Osservo per altro che dentro, sulla faccia anteriore della colonna
questi ultimi vasi, i quali si distribuiscono in vertebrale, fino all’ orifizio inferiore del ca-
ispezie nel mezzo dell’esterna parete delle na- nal carotico, pel quale introducesi nel cranio.
rici, non occupano la parte più importante Accompagnata, nella sua parte esterna, dalla
dell’ organo dell’ odorato, eh’ è, siccome è vena jugulare interna, e internamente costeg-
nolo, costituita dalla parete superiore. Co- — giata dal nervo vago, dal ganglio cervicale su-
desti vasi arteriosi somministrati dall’esterna periore e dal ramo inferiore di questo, si uni-
carotide, così alle parti esteriori come alle sce a tutte le mentovate parti per mezzo di
interne della faccia, finiscono al di sotto del- un tessuto cellulare lasso e filamentoso. ìlare
r orbita, e per l’ interno di questa cavità non volte n’ è retta la direzione ma incurvata
:

ne derivano che alcuni rami anastoraolici. dapprima all’ indietro tal che presenti la pro-
Cosi l’ infra-orbitale, 1’ alveolare e la facciale pria convessità alla colonna vertebrale, e la
I
si riuniscono sotto l’apertura orbitale ante- concavità all’incavatura parotidea, costituisce
i
riore. Un tronco arterioso somministra i vasi presso il cranio una seconda curvatura, la
I
principali dell’ occhio e della fronte, Fi- convessità della quale è all' ingiù, la concavi-
I
nalniente la quarta classe delle branche della tà in alto, e così si avvicina al canale, dentro
carotide esterna, spetta alle pareti del cranio il quale deve penetrare. Siffatte tortuosità,
I

e all’ organo dell’ udito e sorgenti di esse so-


: talora alquanto leggere, sono altre volte sì
no tre vasi considerabili. Due
spargono alle
si manifeste che 1’ arteria diviene due volte tra-
;
esterne parti del cranio, e sono le arterie tem- sversale innanzi che racquisli la primitiva sua
porale superficiale e I’ occipitale. 11 terzo oc- direzione. Del rimanente, non ci ha forse due
cupa le interne parli della mentovata cavità individui ne’ quali le dette curvature presen-
ed è la meningea. La temporale distribuisce i tino esattamente la medesima disposizione.
suoi più grossi rami alla parte anteriore e su- — Penetrala quindi nel condotto carotico,
periore del cranio ; i rami dell’ occipitale ne l’arteria lo corre interamente accomodando-
occupano la parte posteriore ed inferiore. si alle varie direzioni da questo presentale.

Questa inoltre somministra alcuni vasi, al- Quindi, verticale a principio, poscia un poco
quanto numerosi, ai muscoli posteriori del obbliqua all’ innanzi e aH’insn, ritorna all’ in-
collo. —
La meningea non nasce immediata- circa verticale nell’atto ch'esce dal condotto,
mente dalla carotide, ma è la più grossa di dentro il quale, 1’ arteria carotide non ha cor-
tutte le branche somministrate dall’interna rispondenza fuorché con la porzione della du-
mascellare, e può essere paragonata sì quan- ra-madre che lo tappezza, e co’due rami supe-
to a volume, e sì quanto al modo di sua di- riori del primo ganglio cervicale. — Uscita dal
!
stribuzione, alla temporale superficiale. I ra- canale carotico, P arteria carotide interna si

mi di essaterminano nella dura-madre come caccia tostamente in quella separazione della


Î

Î
quelli della temporale finiscono alla pelle. — dura-madre che comprende seno caverno-
il

Pochissimi poi e minutissimi sono i vasi spet- so, e segue codesto seno orizzontalmente al-
tanti ali’ organo dell’udito; ed uno solo di P innanzi -sopra il solco dell’osso sfenoide per
essi deriva irame liatamente dalla carotide iufino al dissolto dell’ apofisi clinoidea ante-
esterna ;
cioè 1’ arteria auricolare posteriore, riore. In tale tragitto, è separata dal sangue
che si distribuisce in ispezie al padiglione e al del seno per mezzo della membrana venosa,
condotto uditorio. Gli altri sono forniti o dal- nè punto si bagna, come suole dirsi, nel san-
ia temporale, come i rami auricolari anterio- gue di siffatto seno. Il nervo motore esterno
ri, o dalla meningea, come la branca timpani- le corre dal lato e le sta immediatamente ap-
ca penetrante per la fessura glenoidea, e la plicato sulla parte esteriore, Giunta sotto
j)iccola branca che, nell’ interno del cranio, P apofisi clinoidea anteriore, l’arteria si cur-
muove dalla stessa meningea per recarsi al va gagliardamente all’ insù, risale vertical-
muscolo interno del martello e simili.— Tale mente, o piuttosto formando sopra sè stessa
è (a generale disposizione delle branche della una linea curva colla convessità anteriore, iti
carotide esterna, che sovente comunicano un piccolo canale membranoso particolare
colla carotide interna unendosi ai rami deì- formatole dalla dura-madre al di dentro del-
l’oltalmica. Ma può osservarsi che queste so- 1’apofisi, esce finalmente da questo canale, e
no del tutto separate dalle arterie sommini- penetra nel cranio situala al di fuori ed un po-
strate al cervello dalla carotide interna, es- co al di dentro del nervo ottico.— Nell’entrare
sendo che dura madre formi tra le une e le
la che fa nel cranio, si avvolge in una guaina
altre una barriera che non è mai sormontala. presentatale dall’ arnacnoida rivolta dintorno
§. II. Arteria carotide interna. Al- ad essa sopra la dura-madre, ascende poi un
lontanasi questa, a livello del muscolo diga- poco obbliquamente al di dietro e al di fuori,
strico, dall’ esterna, si profonda nello spazio fino a livello della protuberanza posteriore
che separa la branca dell’osso mascellare dal- del lobo cerebrale anteriore nel principio
la faringe, si rivolge all’ insù e un poco al di .della scissura del Silvio ;
dove finisce di videa-
Encici, Med. T. IL 19
k46 APPARECCHI DELLA TITA ORGAMCA

fiosi. — Da ciò
^
scorge che V arteria carotide
si deir occhio; poi, addivenuta interna e un
non giunge al cranio che dopo un lungo e poco superiore al nervo, riprende una dire-
complicato corso, e dopo aver sovente muta- zione orizzontale fino all’ angolo interno del-
la direzione. Le dette curvature sì moltipli-
l’orbita, dove finisce dividendosi in due bran-

cale hanno dato luogo ad alcune asserzioni che. In quest’ ultima parte del suo tragitto,
fisiologiche, delle quali terremo parola gittan- l’ottalmica corrisponde, in allo e al di den-
do uno sguardo generale sopra le arterie del tro, al muscolo gran molatore dell’occhio, al
celebro,— — Ad esaminare ordinatamente le di fuori, e in basso al nervo ottico, in basso
branche somministrate dalla Carotide interna, al muscolo adduttore. Così quest’ arteria
è uopo considerare codesta arteria nelle diffe- costeggia in prima esteriormente il nervo ot-
renti parti del suo tragitto. tico, ascende poi sopra di questo per costeg-

I. ° Dalla sua origine fino alla sua entrata giarlo ili fine al di dentro nel luogo in cui
nel condotto delia rocca, la carotide non som- dessa termina. Ripeto, così brevemente que-
ministra assolutamente ninna branca. In alcu- sta essenziale attinenza, perchè è la sola che
ni rari casi ha fornito la faringea inferiore od possa riuscirci d’ aiuto a descrivere, con qual-
occipitale : P Haller cita due esempi di simil che ordine, le numerose branche dell’ollal-
fatta. mica immersa da per tutto nel mezzo delle
Rinchiusa nel condotto carotico, la
II. '^ parti molli. Si può in fatti comprendere
carotide manda sovente una picciola branca tutte le noverate branche in tre classi ; cioè
che penetra, per una particolare apertura, 1.0 quelle somministrate dall’ oltalmica quan-
nella cassa del timpano, si distribuisce nella do è situata esteriormente al nervo ottico
;

membrana del timpano, o al promontorio, 2.0 quelle che manda al di sopra del nomina-
nel quale si anastomizza con un ramo della to nervo ; 3.o quelle che gitta al di dentro del-
meningea media. Talora ne somministra un lo stesso nervo. Tale classificazione, dei rima-
altro che, introdottosi nel condotto pterigoi- nente, non ha altro scopo fuor quello di gio-
deo dair orifizio posteriore di questo, va a vare lo studio: quindi non dobbiamo stare
riunirsi alla branca pterigoidea della mascella- ad essa rigorosamente attaccati, perchè la si
re interna. potrebbe trovare sovente in difetto, stante le
III. ^ Nella separazione membranosa del molle varietà che le branche presentano nella
seno cavernoso, la carotide manda alcune pic- loro origine.
cole branche o piuttosto rami sottilissimi alla i.^ Branche somministrate dalV oftal-
dura madre, e alla glandola pituitaria. Alcu- mica Jlntanto che è situata al di fuori del
ne se ne dipartono che accompagnano, nel nervo ottico.
lagrimale e
— Se ne trovano sempre due :

loro tragitto, i nervi motore esterno, motore la la centrale della retina.


comune, trigeraello. Branca lagrhnale. È una delle più
IV. ° Ascendendo internamente all’apo- considerabili. Nasce dall’ oltalmica poco dopo
fisi clinoidea anteriore, la carotide .sommini- l’entrata di questa nell’orbita, e segue la pare-
stra dalia propria convessità una branca mol- te esterna di questa cavità fino alla glandola
to più considerabile è /’ arteria ottalmica^
: lagrimale nella quale si immerge. In questo
che merita una particolare descrizione. tragitto trovasi collocata sopra il muscolo ab-
V. ° Nel cranio, la carotide somministra duttore dell’occhio, al quale, fino della sua
due branche posteriori nominate comuni- origine, manda parecchi rami che lo penetra-
cante e coroidea: e finisce poi con le arterie no dalla parte corrispondente al nervo otti-
cerebrali anteriore e media : descriveremo co. De’ quali rami alcuni, rivolti in basso,
codeste arterie dopo rottalmica, vanno al muscolo abbassatore nel quale si a-
A. Arteria ottalmica.-—^ questa mei'io nastomizzano branca muscolare infe-
colla
considerabile per la grossezza che per le mol- riore. rami ascendono al di den-
Altri sottili
te branche che somministra, all’ occhio, e agli tro e si giltano nei due elevatori. Qui talvol-
organi accessori della visione cui quasi to- ta la lagrimale somministra l’etmoidale po-
talmente appartiene. — ;

Nata sul davanti dalla steriore ;


e prima di giungere alla glando-
curvatura formata dalla carotide dietro l’apo- la, manda eziandio alcuni rami ohe discendo-
fisiclinoidea anteriore, 1’ oltalmica si intro- no perpendicolarmente nel muscolo addutto-
duce di subito ili un piccolo canale membra- re. Un altro ramo più considerabile si porta
noso particolare presentatole dalla dura-ma- retrogrado all’ ingiù e al di fuori sulla parete
dre, si colloca al di fuori e un poco al di sotto orbitale, e si divide in due rami secondari.
del nervo ottico, passa in compagnia di que- 1’ uno de’ quali si perde nel periostio, 1’
altro
sto pel forame ottico, e s’introduce nell’ or- attraversando Tosso malare, va nella fos.sa
bita fra il detto nervo e il muscolo abduttore. temporale, ad anastomizzarsi con un ramo
Quasi tosto ascende sul nervo ottico, lo inter- della temporale profonda anteriore. Pervenu-
seca obbliquamente all’ innanzi e al di den- ta alla glandola, la branca lagrimale ora la co-
tro, situata fra questo e il muscolo elevatore steggia superiormente, ora ne abbraccia, con
SISTEMA arterioso

moUi rami, tnUa la circonferenza ; e manda il poter riconoscere verità delle indicale
la

a questa glandola parecchie diramazioni


che asserzioni, attesa l’ eccessiva sottigliezza di
perdono. Nel tempo stesso gitta due ra- codesti vasi, che esigerebbe injezioni dilica-
y\ si
mi palpebrali esterni distinti in inferiore e su- tissime ed una descrizione assai laboriosa. —
periore. L’inferiore passa sotto la glandola, Si trovano talvolta oltre la branca centrale
e si gitta nel muscolo palpebrale, dove si ana- descritta, parecchi rami penetranti ugualmen-

stornizza coi rami della temporale superficia- te il nervo, e sparsi per la guaina iieurilema-

e colla branca palpebrale inferiore deU’ot- tica di esso. *


le,
talmica, insieme alla quale forma un arco sul 2 ” Branche somministrate dalP ottal-
margine inferiore della corrispondente carli- mica nel suo passaggio sul nervo ottico. —
la°'ine tarso. Un ramo superioie,
co- meno Tali branche sono : la sopra-orbitale, le ci-

stante, passa sopra la glandola e discende ob-


liari e le due muscolari superiore ed inferiore.
bliqnaraente nel muscolo palpebrale, ove for- Branca sopra - orbitale. Mediocre n’ è

ma sulla cartilagine tarso superiore, presso il la grossezza, talvolta più notabile al luogo
margine libero di essa, un arco insieme alla dov’esce dall’orbita che non sia all’origine.
palpebrale superiore dell’ otlalraica.
- Al di Nata dall’ oltalraica, dirado dalla lagrimale,
là della glandola, i rami della
lagrimale di- ascende alla parte interna dei due elevatori,
vengono più tortuosi, si dividono e si pei do- si colloca fra quello della palpebra e il perio-

no, nella sostanza delle palpebre, in molti ra- stio dell’ orbita, al lato interno della branca

moscelli più o meno tenui. Qualche volta frontale del nervo ottalmico, e si reca paral-
la lagrimale nasce dalla branca
meningea; e lelamente a siffatta branca fino all’apertura
allora manda un ramo alquanto considerabile orbitale anteriore. I tenui rami cbe sommini-
alla dura-madre, e poscia penetra nell’
orbita stra in tale tragitto si distribuiscono al pe-

per la fessura sfenoidale, e si diporta quindi riostio e agli elevatori. Presso l’apertura or-

nel modo cbe dicemmo. Del resto, codesta bitale dividesi questa branca in due rami ine-
branca ha presentate parecchie altre varietà guali. De’ quali il più notabile ora esce pel
il cui ragguaglio sarebbe
t.anto lungo quanto foro orbitale superiore, ora si rivolge sopra
inutile. un altro punto dell’arco ; e somministra al-
.

. Br'anca centrale della retina. Que- cuni ramoscelli che s’ immergono, traversan-
sta, eh’ è una delle più piccole, nasce dall’òt- do alcuni piccoli fori nella sostanza diploiea
,

talmica poco dopo 1’ entrata di essa nell or- del coronale, ascende poi sulla fronte e tosto
bita talora è prodotta da una delle ciliari o dividesi in un numero indeterminato di rama
;

delle muscolari. Penetra il nervo ottico, e, alquanto considerabili che si spargono di-
situata nella parte centrale di questo, lo ac- vergenti pei muscoli palpebrale, frontale e
compagna fino nell’ occhio, nel quale pene- sopracciliare, anastomizzandosi coi rami della
tra, quando semplice e quando divisa in due branca frontale e dell’arteria temporale su-
o tre rami. Com’ è pervenuta alla retina, si perficiale. L’altro ramo esce dall’ orbila mi
divide in molti rami che si spargono, in tutte po’ più air esterno, e ascende sotto i muscoli
le direzioni, per questa membrana, forman- palpebrale e sopracciliare ne’ quali si pèrde,

dovi una rete, della quale il Ruischio aveva anastomizzandosi o colla temporale, o coi
composta una membrana particolare. Occu- fami ne’ quali termina la lagrimale.
pano codesti rami la superficie interna della Branche ciliari. —
Varia il numero di
retina che li separa dalla coroidea, mentie queste dalle due alle sei e quasi tutte deri-
:

sono ad immediato contatto col corpo vitreo. vano dall’ ottalmica. Alcune però derivano
Ed è facile il seguirli fino al corpo ciliare ; dalla branca muscolare inferiore, dalla sopra-
ma è difficile il potere .assicurarsi se si pro- orbitale, dall’ etmoidale posteriore, dalla la-
lunghino fino a quella porzione della retina grimale. Avvicinate al nervo ottico, le une lo
che, rivolta dietro i processi ciliari, va a cuo- circondano immediatamente, le altre ne so-
prire la superficie anteriore del cristallino. no allontanate da alcune linee. Tutte poi so-
Eustachio, Zina, Hebenstreit pretendono di no sommamente tortuose e per conseguente ,

avergli seguitati fin qui l’ Haller non ha pu-


: soverchiano d’assai in lunebezza il nervo ot-
tuto pervenirvi. —
L’Albino, per quanto si tico. Giunte alla sclerotica, alcune tra le
dice, ha mostrato un ramo che, mosso dalla ciliari somministrano dei rami i quali, ana-

centrale, traversava il corpo vitreo nel suo stomizzali fra sè, formano d’intorno il nervo
centro , somministrava de’ ramoscelli alla al luogo di sua inserzione, un piccolo cer-
^
membrana jaloidea, e veniva a terminare nel- chio arterioso accresciuto qualche volta dai
I
la parte posteriore della capsula del cristalli- ramoscelli che le altre branche dell’ ottalmica
j,
no. Altri autori , in ispezie il Ruischio, dico- inviano al medesimo nervo. Poscia cia-
no aver veduto alcuni ramoscelli arteriosi scheduna ciliare si divìde in parecchie bran-
distribuiti sul cristallino ,
ma diversamente che secondarie, in modo cbe il numero totale
I
'
disposti. Se non che difficile al sommo riesce dcHe anzidette divisioni è da quindici a venti
APPARECCHI DELLA TITA ORGANICA
145
o trenta. Tali branche penetrano separata- gran cerchio arterioso quasi tutte
dell’ iride ;

poi pervengono ai processi ciliari, e vi si di-


mente la sclerotica, e appunto in questo luo-
stribuiscono in sì gran numero che, secondo
go si distìnguono in ciliari posteriori e
ciliari

lunghe. Sovente pero le ciliari


lunghe sono lo Zinn, ciascheduna delle ripiegature riceve
fino trenta ramoscelli arteriosi. Tali ramoscelli si
branche primitive, distinte dalle altre
dalla loro origine, sì pel loro
poco no labile vo- riuniscono progressivamente in rami più gros-
ner- si, i quali, verso l’estremità de’processi ciliari,
lume, e sì per V allontanamento loro del
vo ottico al quale corrono da lato. Le ci- — si curvano ad un tratto e s’ anastomizzano
Hcltì lunghe^ in numero
ordinariamente di insieme. Agl’ indicati due ordini vuoisi
due, un po’ più grosse delle altre,
attraversa- aggiungere i rami ciliari anteriori^ de’ quali
no la sclerotica alla distanza di più che una pongo qui la descrizione affine di riunire sot-
linea dal nervo ottico, lasciando alla mento- to uno stesso punto di vista tutto il sistema
vata alcuni ramoscelli. Poscia si
membrana arterioso delle parti interne dell’ occhio. Na-
portano orizzontalmente all’ innanzi*, tra la scono questi dalle branche muscolari soraini-
sclerotica e la coroidea ,
alla quale non man- nistrate dall’ ottalmica, e dalle principali di-
dano che piccolissime diramazioni. Pervenute visioni della medesima, quali sono la sopra-
al corpo ciliare, si dividono ciascheduna in orbitale, la lagriraale e via discorrendo. Cia-

due rami che si allontanano ad angolo molto scheduna poi di codeste branche muscolari,
ottuso, si riuniscono ad alcuni tra rami delle come è pervenuta presso la sclerotica, manda
ciliari anteriori ; e concorrono insieme di tre o quattro sottili rami che traversano co-
questi a formare al di la dei corpo odiare, so- desta membrana ad una linea circa dall’unio-
pra la maggiore circonferenza dell’ iride, un ne di essa alla cornea. Il loro numero totale,
considerabile cerchio arterioso. Dal quala cer- incerto, è parato variare d’ ordinario dai
chio derivano alcuni rami più piccoli, i quali, sei ai dodici. I quali attraversano il corpo

intralciati e riuniti, formano, un poco più al ciliare, e i più si gittano nel maggior circolo

di dentro, un secondo cerchio arterioso, dalla arterioso dell’iride. Altri si allontanano lie-
concavità del quale nascono alcuni ramoscelli vemente tra sè, e si anastomizzano coi rami
sottilissimi recantisi, in forma di raggi, seb- delle branche lunghe altri finalmente
ciliari ;

bene lievemente tortuosi, sulla parte anterio- attraversano i due grandi circoli arteriosi e
re deir iride, e convergono verso la pupilla. vanno dirittamente all’ iride.
Qui, d’ordinario, si anastomizzaiio fra sè, e Branca muscolare superiore. Que- —•

formano così un ultimo cerchio il cui dia- sta non sempre esiste. Sorta dall’ ottalmica,
metro è rappresentato dall’apertura pupilla- al di sopra del nervo ottico, si porta subito

re. Nel feto si sono visti alcuni di codesti ra- alla parte inferiore dell’ elevatore dell’occhio,

moscelM recarsi fino sulla membrana che si divide in molti rami che penetrano il detto

chiude, in esso, la pupilla. — Ci ha dunque muscolo e l’ elevatore della palpebra, e si e-


tre circoli arteriosi formati dalle ciliari lun- steiidono fino al gran rotatorc dell’ occhio. —
ghe. Due, ravvicinati l’uno all’altro, occu- Quando non esìste siffatta branca, come assai
pano la maggiore circonferenza dell’ iride sovente addiviene, tengono il luogo di essa
presso corpo ciliare ; P ultimo , assai più
il alcuni rami della lagrimale, delia sopra-or-
piccolo, occupa la piccola circonferenza, e co- bitale e delle ciliari.
munica coi precedenti mediante alcuni ra- Branca muscolare inferiore. — È la
moscelli radiati posti davanti l’ iride. Questo più costante e la più grossa. Nata dall’ oltal-
ultimo cerchio fu reputato da alcuni anato- mica, ora presso l’entrata di questa nell’ or-
mici un muscolo orbicolare destinato alla bita, ora tra le ciliari, si diporta poi in diffe-
chiusura della pupilla. Le ciliari poste- renti maniere. In alcuni giunge al muscolo
j

riori^ più numerose traversano la sclerotica adduttore, accumpagnandolo fino all’apertura j

nella massima vicinanza all’entrata del nervo orbitale anteriore, e finisce anastomizzandosi |

ottico ,
lasciano alla detta membrana alcuni ad arco colia branca infra-orbilale della inter-
ramoscelli, e si portano Ira questa e la co- na mascellare allora manda numerose dira-
:

roidea, dividendosi in molti rami che si al- mazioni abbassatore, e talvolta un consi-
all’
lontanano ad angoli acutissimi e si recano po- derabile ramo all’ abduttore. Altre volte ac-
scia, quasi parallelamente, ali’ innanzi. Posti compagna il muscolo abbassatore , e finisce
dapprima sulla faccia convessa della coroi- con due o tre rami, 1’ uno de’ quali si distri- |

dea, s’accostano a poco a poco alla faccia buisce al piccolo colatore, l’altro al sacco la- j

concava di essa a misura che s’ inoltrano, e grimale, e 1’ ultimo si unisce all’ infra-orbita- |

vi formano una rete finissima composta di le. Altre volle ancora dividesi, fino dalla sua 1

areole quadrangolari , densa all’ indietro, di- orij^ine, in due rami, l’uno, de’ quali si gitta
radata all’ innanzi. Alcuni di questi rami si nel muscolo abduttore, l’altro segue l’addiilto-
anastomizzano colle ciliari aiileriori, altri at- re gittando alcuni ramoscelli all’ abbassatore,
traversano il corpo ciliare e si gittano nel e finisce nel sacco lacrimale seguendolo per
SISTEMA ARTERIOSO J
4^
infino entro Ìe fosse nasali. Sempre manda al- e a codesta fibro-cartiìagine, e alle fibre me-
cuni rami alP abbassatole, al piccolo rotatole, die del muscolo palpebrale.
al sacco lagrimale, e comunica coll’ infra-or- Branca palpebrale superiore. —
Nasce
bitale talora produce una ciliare.
;
questa dall’ ottalmica, da lato e un po’ al-
3.® Branche somministrate dalV ottal- 1’ innanzi della precedente, a livello del ten-
mica dov'‘ è posta internamente al aereo dine diretto del palpebrale somministra pri-
:

ottico. —
Sono le due etmoidali e le due pal- ma un ramo a quella porzione di codesto mu-
pebrali. scolo die cuopre 1’ arco orbitale, e un altro
Branca etmoidale posteriore. E la alla caruncola lagrimale, poi si profonda oriz-
meno considerabile e la meno costante, non zontalmente tra le fibre del palpebrale, e to-
esìstendo sempre nè anche lo stesso forame sto si divide in due rami: rimo de’ quali
orbitale interno posteriore. Quasi per tutto costeggia anteriormente la fibro-cartilagine
deriva dall’ ottalmica o presso le ciliari, o in tarso superiore presso il margine libero di
vicinanza all’etmoidale anteriore. Rivolta ver- questa, immediatamente sopra le ciglia ; l’al-
so la parete interna dell’orbita, fra il gran vo- tro, più tenue, circonda il margine aderente
tatore e l’adduttore dell’occhio, penetra tosta- e convesso della slessa fibro-cartilagine. Ara-
mente pel forame orbitale interno posterio- bidue si distribuiscono pel muscolo per la
,

re, in un piccolo condotto osseo dell’ etmoide fibro-cartilagine e per la pelle, —


— Le due
che la trasmette nel cranio. 11 quale condotto palpebrali si anaslomizzano verso la commes-
percorrendo somministra alle cellule etmoi- sura esterna delle palpebre coi rami palpe-
dali posteriori alcuni rami nunierosi e tenui brali somministrati dalla lagrimale.
distribuiti per la membrana mucosa che le ri- 4 .° Branca di terminaz,ione delV ottal-
veste. Com’ è poi giunta nel cranio, 1’ etmoi- mica. -— Giunta all’ angolo interno dell’or-
dale posteriore si distribuisce con molte di- bita, l’arteria ottalmica, dopo gittate le pai-
ramazioni alla dura-madre che tappezza la pebi divide in branche nasale e frontale.
ali, si

fossa media anteriore della base del cranio, Branca nasale. E d’ ordinario la
anastomizzandosi con alcuni rami dell’ etmoi- più grossa. Uscita dall’ orbila sopra il tendine
dale anteriore
,
introduce
co’ quali nel- s’ diretto del palpebrale manda al sacco lagri-
le fosse nasali pei forami della lamina cri- raale alcuni rami che si uniscono a quelli dei-
brosa. 1’ infra-orbitale, ne somminisira poi un altro
Branca etmoidale anteriore. — Nasce — che discende sopra 1* elevatore comune della
questa costantemente ottalmica
dall’ dirimpet- pinna del naso e del labbro per anastomiz-
to al foro orbitale interno anteriore, nel qua- zarsi colia facciale. Quindi porta obbliqua-
si

le s’introduce col ramoscello etmoidale della mente sul lato del naso, e si divide in molti
branca nasale del nervo ottalmico percorre : rami distribuiti pei muscoli di codesta regio-
il condotto osseo cui dà principio il forame ne, per la pelle e via discorrendo, e ana.slo-
anzidetto, somministrando alcuni rami alle mizzati coi rami dorsali dell' avieria facciale,
cellule etmoidali anteriori ed al seno frontale, a cui la nasale sovente si unisce essa stessa
e arriva alla perfine nel cranio, ove si tro- tutta intera.
va sopra i solchi etmoidali. Qui si divide in Branca frontale. — Si allontana un po-
molli rami, alcuni de’ quali si spargono per co al di fuori, si rivolge sull’ arco orbitale, e
la dura-madre massime per la falce; ma più i ascende sulla fronte tra 1’ osso e il muscolo
rientrano nelle fosse nasali pei forami della palpebrale. E subito dopo dividasi in molti
lamina cribrosa, e si distribuiscono alla mem- rami che penetrano il muscolo frontale, di-
brana pituitaria. vengono sottocutanei, si spargono perla fron-
Branca palpebrale inferiore. Nasce — te in tutte le possibili direzioni, distribuen-
dall’ ottalmica al disotto, o anche al di là del- dosi al palpebrale, al frontale, al sopracciliare,
ì’ anello cartilagineo del gran rotatore dei- e, anastomizzandosi colla frontale opposta, e
occhio talora deriva dalla branca nasale. Ri-
: colla temporale superficiale.
volta perpendicolarmente all’ ingiù, dietro il B. Branche somministrate dalla caro-
tendine diretto del palpebrale, scorre da lato tide interna nel cranio innanzi che termi-
al sacco lagrimale, mandando tanto a questo ni. — Branca comunicante. IS'ata dalia caro-
che alla caruncola alcuni rami. Sotto il tendi- tide si rivolge obbliquamenleindietro e
all’
ne si divide in due rami :
1’ uno, discendente un poco al di dentro sopra l’ aracnoidea,
nella porzione del muscolo palpebrale che tra la prominenza interna del lobo cerebrale
copre la base orbitale ,
segue esteriormente medio e il gambo pituilaiào, e si gilta final-
fa direzione delle fibre di cpieslo, nelle quali mente presso le eminenze mammillari nell’ar-
si perde anastomizzandosi con alcuni rami teria cerebrale posteriore derivante dal tronco
della branca infra-orbitale 1’ altro segue o-: basillare. — Generalmente la grossezza di co-
rizzontalmente il margine aderente della fi- desta branca è mediocre. E suscettibile per
faro-cartilagine tarso inferiore, distribuendosi altro di variare, ned è raro il trovarla, in uno
Î 5o APPARECCHI DELLA VITA ORGANICA

medesimo individuo, più grossa da una parte loso rappresenta esattamente la torma. —
che dall’ altra. — Nel suo tragitto manda pa- Dalla sua origine fino alla prima curvatura,
recchi rami piccolissimi, che si distribuiscono la cerebrale anteriore non manda che alcune
ai talami ottici e al nervo dello stesso nome, piccole diramazioni che si spargono poste-
alle eminenze mammillari e a quella porzione riormente pei nervi ottici, anteriormente pel
di sostanza cinerea nel quale mette capo su- lobo anteriore del cervello, e in ispezie pei
periormente il gambo pituitario, e che an- nervo olfattorio. — Ma dalla sua prima cur-
teriormente chiude il terzo ventricolo. Spesso vatura fino al suo termine , che vale dire
un più considerabile ramo, gittato dalla stessa per tutta 1’ estensione dell’ arco di cui par-
branca, profonda verticalmente nel talamo
si lammo, la cerebrale gitta molle branche de-
ottico, e vi si divide in tenui ramoscelli che rivanti tanto dalla sua concavità quanto dalla
si perdono nella sostanza midollare. convessità. —
Piccolissime sono le branche
Branca coroidea. Nasce al di sopra— nascenti dalla concavità, e penetrano in tutte
della precedente, alla quale è sempre assai le direzioni il corpo calloso e vi si distribui-

minore in volume. Rivolta obbliquamente al- scono. — Quelle della convessità sono molto
r indietro e al di fuori, passa al lato ester- più numerose e più grosse, l'utte si portano
no del prolungamento anteriore della pro- sulla fàccia piana dell’ emisfero cerebrale, col-
tuberanza cerebrale, penetra nel ventricolo la- locate nelle anfrattuosità, dove si ramificano
terale per la fessura che gli dà termine in per ripiegarsi poi, o in alto o in basso, so-
basso e s’incontra subito nella ripiegatura pra 1’ esterna superficie dello stesso emisfero,
della tela coroidea nella quale si perde sud- e anastomizzarsi colle branche delle arterie
dividendosi. —
Nel suo tragitto, manda molti cerebrali media e posteriore. Tali branche
sottili rami che tutti penetrano nel talamo nascono in maggior copia alia parte superio-
ottico, e vi si distribuiscono. re del corpo calloso.
C. Branche di terminazione della ca- Arteria cerebrale media. È più grossa
rotide interna. Somministrate le bran- che la precedente, e mostra abbastanza na-
che comunicante e coroidea, la carotide in- turalmente costituire la continuazione della
terna finisce colle arterie cerebrali anteriore carotide lievememente inclinata al di fuori.
e media. Nata al principio della scissura del Silvio, vi
Arteria cerebrale anteriore. — Nata penetra tosto, gittanùo molte piccole bran-
dalla carotide, obbliquamente al di
si rivolge che, che si spargono per la parte inferiore
dentro e alP innanzi tra il nervo ottico e la dei lobi anteriore e medio. Le spesse fiate
protuberanza posteriore del lobo cerebrale manda una seconda coroidea che ha la me-
anteriore ,
che separa code-
lino alia scisnira desima distribuzione di quella che abbiamo
sto lobo dal suo compagno. Ravvicinata in
, descritto. Indi a poco dividesi in due grosse
questo luogo all’ arteria cerebrale opposta, branche spettanti l’ una al lobo anteriore,
comunica con questa mediante una branca r altra al medio. Ambedue si curvano all’ in-
trasversale sommamente corta, d’ordinario dietro seguendo profondamente la scissura
alquanto grossa, chiamata comunicante an- dentro la quale si trovano, e finiscono verso
teriore., della quale tengono le veci alcuna la parte posteriore del cervello, suddividen-
volta, sebbene assai di rado, molte branche dosi in molte branche secondarie. Le quali
separale. T^a nominata branca suole sommi- branche si ramificano formando molte tor-
nistrare uno o più rami che ascendono ver- tuosità sui lobi corrispondenti ;
e giungono
ticalmente per distribuirsi alla volta a tre pi- infine alla superfìcie convessa dell’ organo,
lastri, alla commessura anteriore e al tramez- dove anastomizzano colle cerebrali ante-
si
zo dei ventricoli talvolta siffatti rami deri-
: riore e posteriore. Sebbene le indicate
vano medesime. Quin-
dalle cerebrali anteriori branche sembrino profondamente nascoste
di la cerebrale muta direzione, si curva al- nel cervello, è facile poter conoscere che
l’ innanzi, e si profonda in direzione parallela non sono profondate nella sostanza di questo,
alla sua compagna, tra i due lobi anteriori, e che , situate sempre alla superficie del me-
sovrapposta immediatamente alla superfìcie desimo, solo occupano le anfrattuosità più o
inferiore del corpo calloso. Curvatasi di bel meno profonde, l loro rami più sottili, sud-
nuovo sul margine anteriore del detto corpo, divisi nella pia-madre, mandano finalmente
ne segue orizzontalmente la faccia superiore alcuni ramoscelli capillari alla sostanza pro-
fino al margine posteriore presso il quale pria del cervello e sono quasi per tutto i

:
,

finisce con molte suddivisioni. Così la ce- soliricevuti dalla detta sostanza. Ci hanno
rebrale segue dapprima una direzione oriz- però alcune eccezioni al detto principio che
zontale obbliqua in una piccola parte del venne un po’ troppo generalizzato : così si
suo tragitto, forma da poi un grande arco trovano proprio dentro i talami ottici, nel
intorno il corpo calloso che essa abbraccia mezzo della sostanza midollare, alcuni rami
del tutto, arco del quale codesto corpo cal- piuttosto grossi somministrati dalla branca co-
SISTEMA z» IV j. j:. n u ju
i

• «.> t

municanfe posteriore, o dalla coroidea e via ma in tale


tragitto manda molte
discorrendo. e diverse
brandie. La necessità di
dover studiare par-
Osservazioni intorno la distribuzione tico armente tutte
queste branche ci ha co.
della carotide interna. —
La carotide in- stretto a dividere il
tronco stesso in varie
terna spetta essenzialmente, i,° all’ organo porzioni e il timore di
versare in tali rag-
cerebrale, 2 .° agli organi della visione e alla guagli della confusnene
ne ha spinto a con-
regione frontale della faccia, 3.® all’ organo siderare tali porzioni
per altrettante arterie
dell’odorato. Il calibro di essa è in diretta sepaiale, e nascenti le
une dalle altre. Così
correlazione col volume del cerebro^ pel quale la stessa arteria ha
successivamente ricevuto,
serba le principali sue branche. Fuori del
^
cranio non ne manda veruno, tranne alcuni
ti-ovasi, i nomi di
sottojclaveare di ascellare
e di brachiale.
casi rarissimi in cui la si è veduta dar na-
per le medesime ca-
scimento alla faringea, e altre volte all’ oc- doni dr^^'
gioni che ce 1 hanno Etto
adottare, e consi-
Traversando la base del cranio, la-
cipitale.
""
ìe tre porzioni
scia sfuggire da sè alcuni rami ma tutti e-
;
cX'Ìà'arteria unica.
di codesta
ui
stremamente sottili e 1’ arteria ottalmica
stessa è al sommo
,

sproporzionata in calibro arterie solto-claveari


§. J. Arterie sotto-claveari.
due — Le
dal vaso considerabile da cui deriva. Non — presentano tra sè aba
^^'^^renze necessarie a
parleremo delle branche di terminazione del- notare. d’ f
La destra
im^^larrTa" nasce dall’ arteria innomì.
la carotide interna, e in generale del sistema nata pervenuta da lato
alla trachea- la
arterioso cerebrale , che dopo aver studiato sinistra

le vertebrali; solo ci restringeremo a fare un “nvelTil “rti-


cenno della distribuzione dell’arteria ottal- cano, d’ allora diyersifi-
“ *
mica. Osservando nel loro complesso i lulghe^^a, a direzfonr
rami di tale arteria, si scorge che i più con- OuLto M no f corrispondenze. i.<^ •
T •

siderabili e più numerosi spettano agli organi semnl ce com r"'- ‘'““'a.
che, dal-
accessori alla visione. Gli uni vanno ai mu- i’aoHl hT,g,a corso un certo
I aoiia, ha
-

trafitto è la
scoli moventi all’occhio, gli altri ai mobili
velami che anteriormente lo coprono, altri '“‘c la PO -
Il Jette,
all’ apparecchio lagrimale. Le branche ciliari
e la centrale della retina solamente spettano
tronco
t deàva 7
co deuya, la pm an teriore.
clareare snnstra, tronco
La sotto- —
printUivo sortoli
al globo stesso dell’ occhio. Le prime i aoitd,
, nu- e profondamente
nascosto, e tanto
merosissime, si distribuiscono quasi tutte per
Pcc^lone della curvatura
la coroidea, per 1’ iride e pei processi ci- Tori’ di"
aor icd, da cui deriva,
è quella che sta niù
liari ; mentre che la seconda, tenue al som- al d, d.clro a.c
Quanto aìunghezzl a si
mo, siperde tutta nei nervo ottico e nella
retina. Non può assicurarsi che si sparga- lu hezza dell arteria
no vasi arteriosi pel corpo vitreo e pel cri- innominata, più
coita della simslra.
3.» Quanto a direzioL
stallino. E dall’ ottalmica nascono pure La destra s, porta obbliquamenle
le etrnoidee destinate alh organo dell’odora- al di fuori
Ì"7“ * ‘''l«'vallo
Ira’ muscoli sca-
to. Le ambedue spettano a codest’ or-
quali ku
leni. La sinistra ascende verticalmente
gano, sì per li rami che presso la loro ori- sino
gine mandano alle cellule dell’ etmoide, e sì Latto II di “J
l« ad
per la loro terminazione nella superiore pa- esf 7.’° Guaiti'
rete delle fosse nasali ove si trovano ravvi-
cinate ai nervi olfattori, —
Finalmente pur daEscó ,f
%e™enle dalia clavicola,

dall’ ottalmica derivano i rami numerosi che


’ ' 1“°““ ‘iella sua
coprono la fronte , e portano a’ muscoli di dirlitonela
codesta regione quel vivo eccitamento, di Po^'^ioe-tente è se-
mrlta nac I "f'’’”
che abbisognano pei rapidi e moltiplici loro
movimenti che servono alla generale espres-
‘^‘^^risponde j'I.Tteram'ente
sione della faccio. fsepard
spazio triangolare,
a
caiotide primitiva,
esteriormente si ac-
Articolo IL costa ali apice del
polmone.
Aeare sinistra e coperta
La — solto-eia-
anteriormente, nella
ARTERIE DEGLI ARTI SUPERIORI. sua ongme, dal polmone,
poi dalla vena sot-
I claveare sinistra, indi
dal nervo-vago, che
Ln solo tronco arterioso spetta alla par- 51 trova nella stessa
direzione della medesima
te. inferiore del collo e a tutto quanto l’arto anziché intersecarla.
Corrisponde , sebbene
superiore. Nato dall’aorta, si prolunga senza alquanto lontana da queste
parti, alla pri-
dividersi fino alla parte inferiore del braccioj ma costa, alla clavicola, e fi md meri te al mu-
i5'® ivPPAÏlFXCMT DELLA T!TA OE&ANICA

scolo slei'no-tiroilìeo, da cui è separala uie- mento occipi to-atlantoideo posteriore. Finab
diaiite un intervallo alquanto considerabile ; mente si profonda sotto i muscoli retti, tra-
posteriormente è immediatamente sovrapposta versa la dura-madre da lato al tubercolo
alla colonna vertebrale e al muscolo lungo dell’atlante, e s’introduce nel cranio pel fo-
del collo ; internamente scorre parallelamen- ro occipitale. Situata allora sulla parte late-
te dal lato alla carotide primitiva esterior- ;
rale della midolla, s’accosta sempre ascen-
mente corrisponde immediatamente, e in gran dendo, alla parte anteriore di questa e la oc-
parte, al polmone sinistro, — Giuntepresso gli cupa a livello delle eminenze piramidali e o-
scaleni, sotto-claveari presentano
le assolu- livari. Verso la scanalatura, che separa la mi-

tamente disposizione: e prendono am-


la stessa dolla dalla protuberanza cerebrale, finisce fi-
bedue ad un tratto una direzione trasversale nalmente r arteria vertebrale riunendosi alla
per cacciarsi tra’ questi muscoli, ove cangiano vertebrale opposta ; e da questa anastomosi,
il loro nome in quello di ascellari. > Subito — unica nell’economia fra due tronchi arteriosi,
innanzi che impegni così, la soUo-claveare
s’ risulta r arteria basilare. — Così 1’ arteria
manda molte branche che si distinguono in vertebrale coperta, nella maggior parte del
superiori, inferiori ed esterne. suo tragitto, dal canale osseo dov’è contenuta
A. Branche superiori. —
Sono le arte- e accomodata superiormente, stante le sue
rie vertebrali e la tirodea inferiore. \P Ar- due grandi ripiegature, alla disposizione del-
teria vertebrale. —
È la più grossa di tutte; le due prime vertebre tra loro, riesce alla

anzi la si può, in qualche guisa, paragonare, perfine nel cranio e finisce nel cervello, al
nella sua origine, coll’asccllure, e avere co- quale spezialmente era destinata. — Nel pic-
desti due tronchi per le divisioni presso che colo spazio che 1’ arteria vertebrale percorre
uguali della sotlo-claveare. Nasce profonda- dalla sua origine fino alla sua introduzione nei
mente nel luogo ove la solto-claveare muta canale delleapolìsi trasverse, non somministra
direzione, e forma con essa un aìigolo assai per solito ninna branca. Ad esaminare poi ordi-
ottuso al lato destro, mentre che al sinistro natamente quelle che poscia se ne dipartono,
tiene la direzione medesima, e mostra con- conviene considerare 1’ arteria, nel canale
tinuarla in alto. Situata sulla colonna verte- delle vertebre, 2 .° nelle due curvature che
brale, e più immediatamente sopra il musco- essa forma avanti che penetri nel cranio, 3.*^
lo lungo del collo, da lato allo scaleno an- finalmente nel cranio, i.o Nel canale delle
teriore, ascende, d’ amhidue i lati, perpendi- vertebre , 1’ arteria somministra, per tutti i
colarmente, nascosta sul davanti dalla tiroidea versi, molte piccole branche. Le esterne an-
inferiore; e dopo un tragitto brevissimo, pe- teriori e posteriori, si recano ai muscoli in-
netra nel foro che osservasi alla base delTapotisi ter-traversali, ed eziandio gli attraversano per
trasversa della sesta vertebra cervicale, e talora, recarsi anteriormente agli scaleni e al retto
sebbene di rado, nel foro simile della settima. anteriore maggiore, posteriormente, al picco-
Jn certi individui, la si vede correre iiu tra- lo complesso e allo splenio. Le interne pene-
gitto assai più lungo sul davanti della colon- trano nel canale vertebrale pei fori di con-
na vertebrale, nè penetrare entro il suo pro- giunzione, e si spargono per la midolla e per
prio canale che a livello della terza o quarta hi dura madre anastomizzandosi con quelle

vertebra. Da allora in poi segue, mantenen- dell’opposto Iato. Niuna di esse è degna di par-
dosi sempre nella medesima direzione, il ca- ticolare menzione. 2 .°Nclla ma curvatura ver-
nale che risulta da tutti i fori delle apofisi, ticale, l’arteria vertebrale manda una picco-
trasverse cervicali e che si trova compiuto la branca che si rivolge al di dentro sotto il
da’ muscoli inter-trasversali fino alla secon- muscolo grande obbliquo del c^po, e si divide
da vertebra. Qui esce per lo forame di que- in due rami l’ uno de’ quali discende all’ in-
sta vertebra, si porta all’ indietro profonda- dietro e si perde ne’ fasci del trasversale spi-
mente nascosta sotto il muscolo piccolo com- noso, mentre che l’altro ascende sotto l’arco
plesso, e forma, tra la seconda e la prima ver- posteriore dell’ atlante e recasi alla dura-ma-
tebra, una cnrva verticale colla convessità al- dre. Molte altre piccole branche sorte al me-
r indietro, la concavità all’ innanzi. Quindi desimo luogo si perdono ne’ muscoli grande
penetra, sotto il muscolo obbliquo maggiore obbliquo e piccolo complesso. —La curva-
del capo, nel foro dell’ apofisi trasversa del- tura trasversi della vertebrale gilta alquante
r atlante, e, attraversatolo, si volge al di den- piccole branche ai muscoli costituenti, eolia
tro formando, tra l’aliante e 1’ occipitale nel- disposizione loro, quello spazio triangolare
lo spazio triangolare dei muscoli retti ed ob- nel quale dessa si trova. E vuole notarsene
bliqui, una curvatura trasversa la convessità una più considerabile delle altre, che volgesi
della quale, eh’ è posteriore , viene coperta trasversalmente verso il di dentro e si divide
dal grande complesso e un poco dal retto tosto in due rami. L’ uno si porta nella dire-
maggiore ; mentre la concavità, eh’ è ante- zione della branca fra il muscolo grande com-
riore, abbracciala porzione laterale del lega- plesso e il retto posteriore maggiore, nel quale
DELLA CIRCOLAZIONE
<^u:ilunque sìa itala la cagione della morie» manifesti eziandio alla superfìcie interna dei
ne presentano alifieno i tre qua rii. Dunque ventricoli dove i fasci sono proluberanli, di-
sono tali casi tanto frequenli, quanto quelli viene manifestissimo, per mezzo della disse-
delle aderenze polmonari. Non si ha forse zione, nella sostanza delle pareti, sì dei due
alcun fondamento per arguirne alcune con- ventricoli, e si della sini.stra orecchietta. Lo
seguenze analoghe ? Sarebbe egli mai per- che palesemente dà a divedere siccome le
messo di riguardare siccome principale ma- cavità si contraggono, ad un tempo, in tutte
lattia o nemmeno siccome stato essenzialmente le direzioni, c diminuiscono pare d’ estensio-
morboso, una disposizione organica che si le- ne in tutte le direzioni. — Se non che un
ghi a tulli gli stati del cuore, e si trovi tante tramezzo comune separa le orecchiette, e un
volte nell' individuo il più sano quanto nel tramezzo comune separa eziandio i ventri-
più infermo ? — Tali ossificazioni, che non coli. I quali due tramezzi muscolari si cor-
si osservano mai ne’ luoghi corrispondenti rispondono l’ uno all’altro, si continuano in-
alle cavità destre, o nelle vene, e che si tro- sieme, e formano, ad un tempo, il limite del-
vano in tutte le parti del sistema arterioso,
l’ una e dell’altra metà del cuore. — Da altro
dimostrano chiaramente una differenza tra lato, egli è certo che il sangue delle ven®
la natura della membrana spettante al sangue cave penetra nell’orecchietta destra, e il san-
nero e quella spettante al rosso e dimostra- gue delle vene polmonari nell’ orecchietta si-
:

no ancora r identità di natura tra la porzio- nistra, ad un istante medesimo quindi veg-:

ne membranosa che costituisce le valvole mi- giamo nel medesimo istante , riempiersi i
trali, e quella che costituisce le valvole sigmo- ventricoli. Adunque le orecchiette si contrag-
dee dell’aorta. IVIa perchè queste non si tro- gono necessariamente insieme ,
siccome ne-
vano nell’ interno del sinistro ventricolo, si cessariamente si contraggono insieme, dopo
potrebbe conchiuderne che, se la stessa mem- le orecchiette, i due ventricoli.
muta
— Quindi,
brana si prolunga in tale cavità, vi e- nelle cavità d’ ambedue le bande, il sangue
stremamente natura al pari che densità. è spinto da tutte parti, e con ugual forza,
§. III. Movimenti del cuore. — Venne contro il comune tramezzo. Adunque non
a giusta ragione, definito il cuore per un mu- può codesto tramezzo recarsi nè da una par-
scolo cavo: e basta questa espressione a farci te nè <lall’ altra ; ma resta immobile, nè al-
accorti che lutti i suoi movimenti tendono tro effètto deriva dalla contrazione di esso,
ad ingrandirne o a restringerne le cavità, l’a- che una diminuzione in sua lunghezza. Eccoli
ìe ristringimento, nel quale le cavità quasi del primo fatto considerabile che i movimenti
tutto si abbassano, è necessario all’espulsio- del cuore, considerati in complesso, ci pre-
ne del sangue. Ad esso deve succedere la di- sentano vergendosi le parti proprie della ca-
:

latazione, affinchè sia ricevuto un nuovo san- vità avvicinarsi alla loro parte comune, che
gue. La quale dilalazloue è attiva al pari che è veramente il punto centrale e fisso delle
la contrazione, nè dipende punto dall’ urto contrazioni, 2 .‘^Se le cavità contraendosi non
del sangue, quantunque s’accordi sempre con fanno che accostarsi al loro comune tramez-
questo, essendo che la si vegga esercitarsi an- zo; se codesto tramezza, contraendosi, non
cora per qualche tempo liopo la morte nel si reca nè da una parte nè dall’altra, ma so-

cuore vuoto, ed eziandio separato dal petto. lo diminuisce nell’estensione, ne diviene di


— Il cuore si dilata per ricevere il sangue al necessità che il cuore debba, nelle sue con-
quale dev’essere comunicato un nuovo movi- trazioni, raccorciarsi per modo che l’apics
mento poi si contrae appunto per comuni- si avvicini alla base verità manifesta, con-
; :

care codesto movimento al sangue eh’ ha ri- trastata altre volte, universalmente ricono-
^'evuto. Adunque la contrazione è la parte sciuta per vera oggidì. — Per altro, solo, nel
più attiva de’ l’enomeni del cuore, e la dila- mentre che succede li contrazione dei ven-
tazione non ha altro scopo fuor quello di pro- tricoli, il cuore fa sentire le sue pulsazioni fra
durre delle nuove contrazioni. — Quindi dob- la sesta e la settima costa, da poi che tali pul-
biamo occuparci in principal modo, delle sazioni sono isocrone a quelle che, nelle ar-
.

contrazioni del cuore, e tali contrazioni stu- terie, derivano dalia loro dilatazione prodot-
diarle piuttosto per dar conto de’ mutamenti ta dal sangue affluente. Si risponde agevol-

che nascono allora nelle cavità, di quello che mente a questo osservando ohe proprio al-
sia per entrare in ragguagli fisiologici rispet- l’ istante della contrazione dei ventricoli si
to alla circolazione. — i In qualunque par- dilatano eziandio le orecchiette, le quali es-
te ci facciamo a considerare le tìbre muscolari sendo vicine posteriormen te alla colonna ver-
del cuore, le veggiarno irregolarmente intral- tebrale, non possono dilatarsi che sul davan-
ciate in tutte le possibili direzioni. Questo in- ti, e respingono così contro le coste i ven-

tralciamento, manifesto a prima giunta nel- tricoli, il movimento atrteriore de’quali è allo-
la destra orecchietta in cui li fasci carnosi ra semplicemente passivo. — 3.'^ La coatrazio-
sono in gran ptric separali .fdi uni dagli altri, iie^delle orecchiette e quella dei venti leoli,
£nucl. Med. 1 li. 17
1 Ao APPARECCHI DELLA VITA ORGANICA

SI osservano in direzioni opposte T una dal- riempie, si disìeude,-ed offie allora un colo-
r altra; perchè le orecchiette si contraggono re violetto cagionato dalla sottigliezza tras-
da alto in basso ad ispingere il sangue nei parente in molli punti delle pareli di essa;
ventricoli, e i ventricoli si contraggono di bas- e tosto si contrae avvicinandosi o al tramez-
so in allo ad ispingere il sangue o nell’ ar- zo mediano, o all’apertura del ventricolo,
teria polmonare, o nell’ aorta. (\P La gros- diuto rno al quale ne sono attaccate le fibre.
sezza del tessuto muscolare delle cavità del — La valvola dell’ Eustachio non esercila ,
cuore è sempre in esatta e rigorosa corri- in tale circostanza, niun
perchè que-
uffizio ;

spondenza collo spazio che il sangue deve sto, essendo affatto relativo alla condizione

percorrere in forza dell’ impulso eh’ ha ri- del feto, esige maggior larghezza che non
cevuto. —
Infatti si scorge subito che le o- abbia nell’adulto, nel quale vuole essere con-
recchiette, destinate solo a spingere il sangue siderata soltanto siccome l’avaozo di una par-
ne’ ventricoli, hanno pareti sottilissime, poco te organica stata una volta essenziale. II san-
resistenti, inette a sostenersi di' per sè stesse, gue è dunque spinto da tutte le bande, nel-
per modo che, nello stato loro di vacuità, r orecchietta, e tende ad isfuggirsene per
sono sempre flosce ed avvizzite. In parecchi l’apertura la meno resistente. Ma esso stesso
punti, l’orecchietta destra è ridotta alle sue poi spinge la valvola cardiaca contro la pic-
due membrane, tra le quali alcuni fasci mu- ciola apertura venosa, che ne viene chiusa
scolari s’intralciano a foggia di rete. L’orec- esattamente. Il forame del Bolallio non è a-
chietta sinistra presenta poi una grossezza perto, e quando il fosse, la somma obbliqui-
più uniforme, ma la differenza non è assai tà di esso lo renderebbe inutile, perchè il san-

grande. —
Per lo contrario, i ventricoli, de- gue spinge allora T una contro 1’ altra le due
valvole, dal cui intervallo viene costituito co-
stinati qual sono ad ispingere il sangue in
alcuni vasi ramificati, a grandissime distanze desto foro. Non rimane dunque libero che
1’ ingresso delle due vene cave
sono provveduti di un tessuto muscolare ab- e quello del
bondevole, denso e solido. —
Paragonando ventricolo. Abbiamo veduto siccome codeste
l’uno all’altro i due ventricoli, la correla- imboccature venose non siano fornite di niu-
zione di che trattiamo, sembrerà ancora più iia valvola alta ad impedire il reflusso del

decisa. ventricolo destro, solo destinalo ad


Il sangue. Parimente venne osservato tale re-
ispingere il sangue nel polmone, è meno mu- flusso, nè si può dubitarne. Ma il sangue,
scoloso, e meno grosso, e presenta pure, quan- eh’ empie costantemente il sistema venoso e
do è vuoto, in parte la flaccidità delle orec- che, in quell’istante, eseguisce uno sforzo af-
chiette. il ventricolo sinistro, invece, che fine di poter entrare nell’ orecchietta, impe-
spinge il sangue a lutto il sistema arterioso disce che tale reflusso non sia piuttosto no-
ha pareti muscolari dotate di somma gagliar- tabile. Per io contrario, l’indicato istante è
dia e grossezza. —
deve notare che il
Si quello nel quale il ventrìcolo si dilata ; la
tramezzo dei ventricoli presenta pure una sua aperiuia è perfettamente libera e le val-
considerabile grossezza, e sembra sotto que- vole che la circondano, abbassate qual sono
sto rispetto, appartenere più al ventricolo si- vieppiù stante questa medesima dilatazione,
nistro di quello che al destro, tutto che sia non presentano niun ostacolo all’ ingresso del
comune all’ uno e all’ altro. —
Questo ne sangue, che tende ad abbassarle ancora più
muove a prendere in più minuto esame i penetrando nella cavità. La più larga di co-
movimenti di ciascheduna cavità in partico- deste valvole si trova allora applicala contro
lare e que’cangiamenti nella disposizione che l’ apertura deli’ arteria polmonare, nella qua-

ne derivano. le il sangue non deve ancora penetrare. Il —


i.^ Movimenti delle cavità destre. — sangue adunque empie il ventricolo che tosto
Perviene il sangue, mediante le due vene si contrae sovr’ esso. Urlato da tutte ban-
cave all’orecchietta, senza che niuu movi- de, codesto fluido solleva le valvole tricu-
mento di manifesta contrazione acceleri il spidali con tanta maggiore facilità quanto che
corso di quello fino all’ imboccatura imme- i fasci muscolari, ai quali sono attaccate, si
diata delle due vene. In questo luogo, ara- trovano, stante l’accorciamento del cuore,
bidue i detti vasi sembrano forniti di fibre ravvicinate all’apertura. S’applicano adun-
muscolari, tanto nel loro orlo, che nella par- que le valvole contro a quest’ apertura au-
te comune ad ambidue. Tali fibre sono con- ricolare la chiudono poi esattamente ? Os-
:

tinue a quelle dell’orecchietta, che viene, servando il cadavere, saremmo indotti a ne-
dalie due vene riunite, resa compiuta nella garlo,‘’perchè la loro ampiezza sembra spro-
parte esterna c nella posteriore. Qui a- — porzionata a quella dell’apertura ; ma se ri-
dunque ci ha vera contrazione delle vene, chiamiamo alla mente che la contrazione del
c questa contrazione favorisce l’ ingresso dei ventricolo si opera, ad un medesimo tratto,
sangue uèll’orecchietta, che riceve ad un tempo in tulle le direzioni, e che, per conseguenza,
il sangue dalle vene cardiache. Tale cavitasi tale cavità diminuisce così in larghezza co-
DELLA CIRCOLAZIONE ! 3

me in lunnliezza, verrà a rornprendere sic-


si guigna al momento che l’arteria torna sopra
come r apertura sia allora ristrettissima, e si sè stessa, sonò per altro inette precisamente
trovi in esatta corrispondenza colla larghezza all’uso che suolsi ad esse attribuire, uè pos-
delle valvole. —
Le valvole sarebhono indarno sono, da questo Iato, essere esattamente para-
sollevate contro l’apertura auricolare se, in gonate alle valvole tricuspidali. Osservia- —
tale momento, fossero ahhandonate a sè me- mo, da altro lato, che questa perfetta chiusura
desime ;
perchè il sangue
spingerebbe nel-
le dell’ arteria diviene inutile quando sia dimo-
le orecchiette e si aprirerebbe un passaggio strato, come non si può dubitarne, che 1’ ar-
libero per ritornarsene in questa cavità, haa teria punto non si contrae. Il sangue, che af-
quindi necessario che fissate, per qualche fog- fluisce continuamente nel ventricolo, oppone
gia, nella loro parte inferiore, non potessero una sufficiente resistenza a quello che ten-
venir sollevale che fino ad un certo termine : derebbe a ricadere, semplicemente pel suo
e questo è 1’ effetto che risulta dalla loro in- proprio peso, dall’ arteria in questa cavità.
serzione ad alcuni fasci muscolari per mezzo Per lo contrario l’ orecchietta e il v-entricolo
delle cordicelle fibrose. 11 Bichat ha negala a sono ambedue contrattili; ricevendo 1’ una il
codeste cordicelle la natura lendinosa, ma non sangue d’ alto in basso, mentre che l’altro
ha spiegate le ragioni sulle quali appoggiava- spinge quello che contiene di basso in allo :

si. Rispettando tale opinione, che poco rileva era dunque necessario che un ostacolo invin-
air attuale proposito nostro, mi contenterò cibile impedisse il mutuo urtarsi di codeste
d’ osservare che codesti tenui filamenti sono due opposte correnti.
dotati di una forza di resistenza eccessiva for- 2 .° Movimenti delle cavità sinistre, —
se superiore a quella de’ tendini d’ uguale Somigliano queste per modo a quelli delle
grossezza. ( T^ed. 1’ opera citata di Gerdy. ^ cavità destre, che non dovremmo quasi far
Innalzandosi per chiudere l’ apertura auri- che ripetere quanto dicemmo, salvo alcune
colare , le valvole tricuspidali lasciano libe- lievi differenze. L’ orecchietta riceve il san-
ra r apertura dell’ arteria polmonare, nella gue da quattro sorgenti diverse, dalle vene
quale penetra il sangue affine di percorrerne polmonari, divenute muscolose e contrattili
poi le diramazioni. Tale arteria, nella sua presso la loro imboccatura. Contraendosi so-
imboccatura, è fornita delle tre valvole si- pra questo sangue, lo spinge da ogni par-
gmoidee, alle quali si attribuisce comunemente te, o contro l’interna parete, dove non pre-
1’ uffizio di chiudere, colf abbassarsi, ogni via senta veruna uscita attesa la disposizione
,

al ritorno del sangue nel ventricolo durante delle valvole spettanti al forame del Bo-
la contrazione delV arteria. —
Ma in primo tallio, o contro 1’ apertura del ventricolo al-
luogo il Bichat ha già dimostrato evidente- lora libera e dilatata. Penetrandovi il san-
mente che le arterie vanno provvedute affatto gue non può passare nell’ aorta, che viene
di contrattilità organica sensibile, e che non chiusa, in tale momento, da una delle valvo-
fanno che tornare sopra sè stesse, per virtù le mitrali. Siccome tosto il ventricolo ha
della contrattilità del loro tessuto, dopo la ricevuto il sangue, contraesi in tutte
dire- le
lieve dilatazione eh’ hanno sostenuto stante zioni ;
valvole mitrali innalzate chiudono
le
l’ impulso del sangue verità incontrastabile
: l’apertura auricolare, e lasciano libera quella
che il semplice paragone del tessuto arterioso dell’aorta, nella quale è spinto il sangue. —
col muscolare avrebbe dovuta fare, da lunga A questo punto venne ammessa una contra-
pezza, antivedere agli anatomici. Seconda- — zione consecutiva dell’ aorta, a quel modo
riamente, le valvole sigmoidee attaccate, per eh’ era stata ammessa quella dell’ arteria pol-
tutta l’estensione de’ loro margini convessi, alle monare, e si è supposto parimenti che le val-
pareti dell’ arteria, non possono in niun caso vole semilunari chiudessero assolutamente
abbassarsi, quanto è necessario, affine di po- ogni via al ritorno del sangue nel ventricolo.
ter chiudere interamente T apertura del ven- —Non ripeterò le ragioni vittoriose colle quali
tricolo, massime quando
supponga l’arteria
si il Bichat dimostra la mancanza di offui con-
riempiuta del sangue, com’ è all’ istante al trazione nell’ aorta conviene osservarle tali
:

quale si riferisce la sua contrazione. — In terzo quali vennero esposte da lui medesimo ch’io :

luogo, quando si osservi la vicendevole cor- non saprei cercare di persuader mai abbastan-
relazione tra queste valvole e la direzione dei za il l,eggitore a voler ben meditare questo
loro margini liberi, si vedrà che supponen- bel tratto àeW Anatomia generale., il quale e
dole anche abbassate fino alia posizione oriz- per la forza invincibile del ragionamento, per
zontale, rimarrebbe di necessità, tra questi la chiarezza che vi risplende, per le grandi
margini liberi, uno spazio triangolare abba- conseguenze che ne discendono, basterebbe
stanza largo da permettere il parziale ritor- solo a renderne immortale l’autore. ( Malgra-
no del sangue. Stimo adunque che se le val- do tutte queste forti ragioni, tale opinione non
vole sigmoidee giovano la circolazione pol- è ammessa generalmente dagli anatomici. ) —
monare col sostenere in parte la colonna san- Quanto venni dicendo intorno la disposizione
î32 AlPPARKCCei BELLA TITA OWGAPTÏCA

delle valvole sigmoidee dell’arteria polmona- organo, nel quale tntle le parti sono ordina!®-
re e le conseguenze che ne derivano, è appli- con tanta esattezza per certi fini di cui è faci-
cabile esattamente alle valvole semilunari del- le poter dar conto nel quale si è , con
;

ì’aorta, che hanno la medesima disposizione. opportunissimi ingegni, provveduto che rile-
ìiC quali non possono ne abbassarsi
fino a di- vantissimi e complicatissimi fenomeni si eser-
yenire orizzontali, ne quand anche vogliamo citassero, in uno spazio di tempo assai breve,

supporre tale grado di abbassamento, chiu- senza turbamento e senza confusione. Quando
dere affatto l’apertura dell’aorta. Qui sup- si scorge una sì bella coordinazione, ogni idea

pongo in esse uno stato perfettamente sano : di azzardo, di causa cieca, di molecole casual-

ma è d’aggiungere che le valvole aortiche, mente incontratesi, e simili, fugge da uno spi-
le spessissime volte ossificate per tutta la loro sito giusto e sincero, è mestieri sollevarsi spon-

estensione, come di sopra ho notato, si tro- taneamente a idee più grandi, più conformi
vano allora in quel maggior grado di disten- a ragione ; e, nella disposizione de’ inezzi, si
sione di cui sono suscettibili, e allontanate, riconosce 1’ opera d’ un’ intelligenza sovrana
quanto possono il più, dalle pareti dell’aor- che ha voluto lo scopo.
ta ; rimanendo per altro tra esse ancora uno
spazio considerabile e una libera comunica- SISTEMI ARTERIOSO
zione dall’ aorta al ventricolo. Ora non pos-
sono questi casi venir considerati siccome CONSIDERAZIONI GENERALI
cagioni necessarie di turbamento alla circo-

lazione , poiché l’ossificazione bielle valvole L’ aorta, tronco vascolare considerabile,


aortiche si trova in tutti gl’individui, qua- costituisce la comune origine di tattoquanto
lunque sia stata la cagione, o lenta o su- il sistema arterioso. Nata dal cuore, si incur-

bitanea , della loro morte. —Parimenti va quasi di subito sopra sé stessa, e si porta
le valvole semilunari non interrompono la perpendicolarmente sul corpo delle vertebre,
comunicazione dell’ aorta col ventricolo, e occupandolo dalla parte superiore del torace
solo hanno P uso assai evidente di sostenere fino all’ inferiore del basso-ventre. Dalla cur-
in parte la colonna sanguigna nell’ alto che vatura di essa si spiccano quattro considera-
r aorta distesa leggermente dall’ impulso del bili tronchi, destinati al capo e agli arti supe-

sangue, ritorna sopra se stessa per virtù della riori. Inferiormente, l’aorta finisce tutta quan-
contrattilità del tessuto di essa. — Si doman- ta in due tronchi destinati al bacino e agli

da se le valvole semilunari chiudano le aper- arti inferiori. Nel suo tragitto poi sommini-
ture delle arterie cardiache nel momento che stra alcune branche meno voluminose desti-
il sangue penetra nell’aorta. La sola ispezione nate agli organi delle cavità da essa occupate,
è bastevole a dimostrare che no. In fatti, que- e alle pareti di queste medesime cavità. Ar- —
ste aperture sono poste al di sopra delle val- restandoci a questo prospetto generale e su-
vole, che non potrebbero estendersi fino ad perficiale, non iscoi’geremo, in tutto il siste-
esse, fuorché per mezzo d’ un’ eccessiva di- ma arterioso, che un complesso di vasi suc-
stensione impossibile a potere supporla. Da al- cessivamente desorescenti , la cui ampiezza,
tro lato potrò richiamare qui il caso di ossifi- che in via progressiva va diminuendo, è sem-
cazione, nel quale è molto evidente che le val- pre, e sotto tutti gli aspetti, minore nelle bran-
vole non pervengono fino alle aperture car- che che non sia nei tronchi, nei rami che non
diache, e sono incapaci assolutamente di po- sia nelle branche e slmili. — Ma se ci facciamo
tersi allungare. Sarebbero allora dunque mu- ad esaminare particolarmente la disposizione
tate le leggi della circolazione, supposizione dei vasi arteriosi, gli imi rispetto agli altri,
affatto gratuita, ovvero sarebbe turbato V or- troveremo che questa progressiva diminuzio-
dine della circolazione nelle arterie cardia- ne non è da tenersi per una legge costante e
che, perché queste riceverebbero il sangue più sicura perché talora due o tre branche nate
:

presto che non dovrebbero, dal che ne dive- da uno stesso tronco sono, ciascheduna per
rebbero di necessità i più tristi effetti. Ora, sé, uguali al tronco medesimo : altre volte al-
siccome le valvole semi-lunari si trovano os- cuni rami di piccolissimo volume nascono
sificate inmoltissimi individui, ne’ quali fe-l immediatamente da un considerabile tronco :

nomeni circolatori
s’ eseguiscono senza ninna in ogni parte poi dalla somma dei rami risai- j

apparente turbazione, così siamo tratti a con- ta un calibro superiore a quello del tronco
chiuderne che il passaggio immediate del san- che gli ha somministrati la quale verità è si
:

gue dal ventricolo alle arterie cardiache, é universalmente conosciuta eh’ é divenuta un
conforme all’ordine naturale. — Tali conside- assioma anatomico. — - Così 1’ arteria epatica, ;

razioni intorno il meccanismo de’ movimenti e la splenica, sono d’ ordinario, ciascheduna !

del cuore, stettero sempre a cuore vivamente in p,articolare, uguali all’ arteria celiaca, loro |

agli anatomici. Né si può intraprendere, sen- tronco comune così vi ha enorme dispropor-
; i

za maraviglia, lo studio di questo magnifico zione ira il diametro delle arterie intercostali |
STVrF.JîA ARTRHîOSfî t3^
e quello ilell’ aorta, da cui derivano. — Un al- primitivi danno i rami
alla sola vita esteriore
tro fatto, dimostrato ugualmente dali’ ispezio- che le sono necessari. Dall’ esposto para-
ne, si aggiunge al precedente, e può esserne gone fra il sistema arterioso e il nervoso, svi-
considerata la conseguenza ed è che il cali-
;
luppato dal Bichat ne’ suoi corsi di anatomia,
bro di un’arteria non scema in ragione del si comprende impossibilità di tenere, nella
l’

numero e della grossezza delle branche dalla descrizione delle arterie, 1’ ordine metodico
medesima somministrate. Più di sovente P ar- seguito da esso descrivendo nervi nell’ ope-
i

teria, è, nel luogo dove finisce dividendosi, ra della quale componiamo conlimiazione.
la
tanto grossa quanto all’ origine sua. L’ aorta l.e denominazioni di nervo^ tronco^ branca^
ce ne presenta 1’ esempio il più vivo e il più rarno^ ramoscello^ fletto, filamento gli ba-
manifesto eguale in grossezza nelle sue por-
: stavano e si applicavano agevolmente ad uri
zioni addominale e toracica, diversifica poco, solo nervo, non essendo giammai troppo mol-
verso le iliache, da quello eh’ era al sito di sua tiplicate le divisioni e offerendo, all’ incirca,
curvatura, quantunque avesse qui sommini- le stesse sembianze. Per lo contrario le parole
strati quattro tronchi, la cui grossezza som- arteria^ tronco^ branca, ramo, ramoscello
maria soverchia molto la sua. Sovente ancora e simili, non ci basterebbero, e desterebbero
un’ arteria sembra aver acquistato, presso la sovente delie false idee quando ci facessimo
sua divisione, nn diametro superiore a quello ad applicarle con ordine rigoroso. Così essen-
che possedeva innanzi sua origine : tale è la
la do usata per Faorla la parola arteria, e quel-
carotide primitiva che, presso la laringe, è di la di tronco per la carotide primitiva sareb-
ordinario un poco più grossa che non sia nel be uopo chiamar branche le carotidi interna
luogo ove sorge dall’ aorta. Se F ampiezza ed esterna, nè rimarrebbe più che quella di
delle arterie non diminuisce in via progressi- rami ramoscelli per i vasi considerabili
e di
va, se non ci ha esatta attinenza tra la dimi- che distribuiscono, o alla faccia, o al cer-
si

nuzione in grossezza di un’ arteria e il nume- vello lo che formerebbe un vero contra
:

ro delle branche derivanti dalla medesima, ne senso coll’ispezione anatomica, nè ci lasce-


conducono tali due fatti a dover conchiudere rebbe alcun’ espres.sione per indicare i vasi
che le diverse parli del sistema arterioso vo- tenui che s’ introducono immediatamente ne-
gliono essere in qualche modo, considerate gli organi. —
Quindi abbiamo tenuto un altro
come indipendenti le une dalle altre che due ;
cammino, rinunziando al divisamenlo di os-
e
branche nascenti da un tronco comune non servare qui un ordine preciso di nomencla-
sono precisamente il tronco dioiso, ma due tura, ci siamo accostati all’ uso ordinario as-
vasi che succedono a un vaso più o meno segnando indifferentemente il nome d’ arte-
considerabile al quale si fanno continui; in ria a tutti quei vasi i quali, derivati dall’aor-
una parola, che il complesso delle arterie ci ta o dalle principali sue divisioni, non si di-
presenta, non de’vasi conoidei che successiva- stribuiscono immediatamente per gli organi.
mente diminuiscono nelle loro suddivisioni, La parola branca ci ha servito ad indicare le
ma, come si è espresso 1’ Haller, una spezie di principali divisioni di un’ arteria ; la parola
1 cilindri continui, successivamente più picco- ramo le divisioni d’una branca, esimili. Così
i li.— Riguardato da questo lato, il sistema arte- abbiamo detto arteria innominata, arteria
rioso diversifica assolutamente dal sistema ner- carotide primitiva, arteria carotide esterna,
1

voso cerebrale, perciocché nervi principali arteria temporale, branca facciale trasversa,
sono composti di parecchi filamenti riuniti, i
i

ramo di questa branca, e simili. Quasi ——


quali, quando si ramifica il nervo, non fanno sempre abbiamo denominate le arterie iïa

che slontanarsi, di modo che il numero dei particolare secondo antiche denominazioni,
le
rami distribuiti per un organo si trovava tutto che furono consacrate dall’uso alle quali sia-:

quanto nel tronco nervoso, dal quale siffatto mo assuefatti di modo, che non possono que-
organo gli ha ricevuti. Nel sistema nervoso ste produrre niun equivoco, eziandio quan-
cerebrale, osserva costante un progressivo
si do la naturale significazione non fos-
loro
decrescimento, una graduata diminuzione in se d’ accordo
culi’ applicazione che se n’ è
volume dai tronchi per infine ai rami. Due fatta, dalvolla peraltro ci siamo fatti lecito
j

j
branche considerata ciascheduna in particohi- di cangiare certe parole, e fu quando la chia-
'
re, non sono mai uguali al tronco donde si rezza della de.scrizinne n’ è parulo richiederlo.
;
partono sempre il tronco è tanto men gros-
: Quindi abbiamo detto arteria gastrica su-
;

! so quanto più branche, rami e ramoscelli ha periore, anzi che coronaria stomachica, ar-
j somministrati. Parimenti il numero delle sud- teria scapolare posteriore invece che cervi-
1 divisioni d’ un nervo è assai minore di quello cale trasversa superficiale, e via discorren-
r delle suddivisioni di un’arteria; e mentre do. — Abbiamo considerala ciaschedun’ arte-
I che da un solo tronco, l’ aorta, sono forniti ria, dalla sua origine fino alla sua terminazio-
t tutti i vasi arteriosi che si distribuiscono agli ne, nel suo volume, nella sua direzione, nel!»
j

*i organi delle due vite, più di ottanta nervi sue attinenze, per ritornare [»oi aile bianck#
i34 APPABECCin DELLA VITA ORGANICA

soinministrate da essa, 'l’ale metodo, ch'era media della co-^


collocata l’aorta sulla parte
quello del Bichat, ci parve il più favorevole lonna vertebrale, e sovrapposta immediata-
allo studio, perchè ferma dapprima l’attenzione mente alla trachea un poco al di sopra dei
tutta quanta sul principale vaso, innanzi ri- bronchi e continua ad incurvarsi rivolgen-
;

volgerla sui vasi secondari che se ne dipar- dosi a sinistra fino al di sopra del tronco si-
tono. nistro della polmonare arteria. Questa secon-
da curvatura, nella quale l’aorta sembra tra-
bell' aorta sversale, fu denominata arco delV aorta e :

questa sola verrà da noi, per innanzi, indicata


L' aorta non è una produzione e un pro- col nome di curvatura aortica^ non presen-
lungamento della sostanza pm^jria del ven- tando già la prima niuna particolare considera-
ticolo sinistro ; ciò che, a prima giunta, ne zione. —
Pervenuta al di sopra del sinistro tron-
viene indicato abbastanza, dalla diversità fra co dell’arteria polmonare, si profonda l’aorta
il tessuto di quella, e il tessuto muscolare del Ira la pleura e la parte laterale della colonna
mentovato ventricolo. Facendoci ad esamina- vertebrale, muta affatto direzione e diventa
re,più da vicino, coll’aiuto della dissezione, il verticale. E in tale direzione appunto percor-
luogo nel quale si riuniscono tali due organi, re d’alto in basso tutta la lunghezza del pet-
eia ilisposizione dell’aorta propria origi-
alla to, rinchiusa nella posteriore separazione del-
ne, si scorge che la membrana interna del le due pleure fino al diaframma. Situata sul
ventricolo è la sola parte comune ad ambe- corpo delle vertebre, non occupa per altro la
due ;
essa sola si prolunga immediatamente, e linea mediana, e si trova deviato manifesta-
senza interruzione, dal ventricolo nell’ aorta, mente a sinistra, trovandosi 1’ esofago, che le
formando nell’entrata di questa le tre ripie- corre dal lato, un poco deviata a destra, di
gature che si denominano valsole semìAuna- modo che la linea mediana corrisponde alla
Ma il tessuto proprio dell’aorta inco- scanalatura che separa questi due condotti. •—
mincia, di tratto, a livello dell’ apertura del L'aorta posta all’ indietro sulla colonna verte-
.

ventricolo e del sito in cui mancano le fibre brale, è costeggiata a destra dall’esofago, dal
carnose. F qui 1’ orlo dell’ aorta presenta tre canale toracico e dalla vena azigo, corrispon-
parti rotondate riunite insieme ad angolo de anteriormente prima alla divisione de’bron-
acuto, offerenti abbastanza esattamente l’ i- chi, poi alla riunione posteriore delle pleure
magine di un margine delle quali
festone. Il e mediatamente parte posteriore del pe-
alla
porzioni corrisponde internamente alle val- ricardio ; a sinistra è involta, immediatamen-
vole semi-lunari; esteriormente poi si pianta- te, dalla pleura di questo lato. Pervenuta
no sopra di esso le fibre carnose del ventri- al diaframma, l’aorta, separata dall’esofago
cvdo. L’ intervallo angoloso, che separa due di che 1’ abbandona per passarle poscia davanti
queste porzioni, è occupato dalla sola mem- per l’apertura che le è propria, sì profonda,
brana interna sovrapposta alle fibre carnose 3.
col canale toracico, tra le due appendici dia-
del cuore, e facile ad istaccarsene.— Nata nel- frammatiche che la coprono per alcun tratto,
r addotta maniera, l’ aorta si stacca dal ven- e s’ introduce nel basso -ventre attraverso
tricolo. Nascosta, com’è, presso l’origine sua quella separazione che lasciano poscia tra sè.
dall’ arteria polmonare che le sta davanti, si In questo piccolo tragitto, l’aorta s’accosta
rivolge di subito obbliquamente a destra e, uu poco alla linea mediana, senza però acco-
;

dopo un tragitto d’ alcune linee, si isola al modarvisi afìfàlto. Profondatasi nel basso ven-
disotto di tale arteria. Ascende poi sul da- tre, discende verticalmente sul corpo della
vanti, della colonna vertebrale formando una vertebre lombari fino alla quarta o alla quin-
curvatura alquanto manifesta, la convessità ta, dove termina dividendosi. In quesl’ultima
della quale è a destra e sul davanti, la con- parte del suo tragitto, è sovrapposta poste-
cavità a sinistra eall’ indietro. Questa cur- riormente alle vertebre, e corrisponde a de-
vatura estende
si fino a livello della terza o stra alla vena cava inferiore ;
a sinistra, e sul
quarta vertebra dorsale. In questo pri- davanti, è coperta dal peritoneo ; e vi pog-
mo tragitto , aorta è racchiusa , in gran
1’
giano sopra lo stomaco ed il tenue intestino.
parte, nel pericardio, nè
mostra distaccar- — Affine di esaminare ordinatamente le molte
sene inteiMmente fuorché nel luogo dove fi- arterie somministrate dall’ orla, conviene di-
nisce la curvatura Abbracciata immediata-
. stinguerle in cinque classi e sono i.^’ quelle :

mente, a sinistra e all’ indietro, dall’arteria che 1’ aorta manda non appena ebbe origine ;
polmonare, e dalla divisione destra di questa, 2 ® quelle che sorgono dalla curvatura di essa;
corrisponde a destra alla vena cava superiore, ° quelle che ne derivano dalla porzione to-
e più mediatamente al polmone destro; ante- racica 4-^ quelle che dall’ addominale
;
5.^ ;

riormente è separata dallo sterno per quanto quelle, finalmente, in cui ha terminazione la
porta la larghezza «lei mediastino. Al ter- sua parte inferiore.
minare della sua prima curvatura, si trova
SiStfcMA AîlTKRH>t.a i35

e anastomizza, presso il margine ottuso e


si

ÎP DELLE ARTERIE CHE aiANÜA l’aorTA r apice del cuore, con una branca considera-
ALLA SUA ORIGINE bile della cardiaca posteriore. — Le posterio-
ri, il cui numero è incerto e poca 1’ ampiezza,
Queste arterie, poco consuleiabili, desti- penetrano orizzontalmente all’ indietro, il tra-
)Mle semplicemente al cuore, e nominale, per mezzo de’ ventricoli, pel quale si ramificano
taie cagione, cardiache, sono due si può di- : e vi perdono.
si

stinguerle in anteriore ed in posteriore, non 2 .® Arteria cardiaca posteriore.


tanto giusta i punti di loro origine, quanto Questa, che è molto più considerabile deH’au-
dietro loro distribuzione. Ambedue nasco-
la tidetta, nasce dall’aorta, immediatamente do-
no dair aorta immedlaìauìcnte al di sopra del po uscita dal cuore, al lato destro dell’ arteria
margine libero delle valvole semi-lunari, e la polmonare e a livello della base del destro
loro apertura, siccome vedemmo, corrispon- ventricolo. Nascosa, all’origine sua, in qiiel-
t!e al tondo di due tra code-
i piccioli seni di l’ infossamento adiposo , che trovasi fra il

sT arteria. Ditferiscouo esse d’ assai in vo- ventricolo, 1’ orecchietta destra, 1’ aorta e l’ ar-
lume e in lunghezza e T anteriore è la più
;
teria polmonare, si porta di subito trasver-
piccola. salmente a destra formando parecchie tor-
1 .® Ar Laria cardìaca anteriore. — Na- tuosità, e si volge d’intorno la base del de-
sce questa dall’ aorta al lato sinistro dell arte- stro ventricolo, posta fra questo e l’orec-
ria polmonare, un mezzo pollice all’ incirca al chietta. Pervenuta sopra il margine sottile
di sopra del sinistro ventricolo, e si rivolge del cuore, s’ incurva per recarsi alla parte po-
di subito obbliquamente verso l’ ingiù for- steriore tenendone la medesima di-
di esso
mando una lieve curvatura tino al principiare zione e le correlazioni medesime per infino al
del solco eh’ è nella faccia convessa del cuore. solco verticale della faccia piana. Qui si divi-
In questo piccolo tragitto è coperta e nasco- de in due branche considerabilissime, la più
sta affatto dall’appendice dell’ orecchietta si- grossa delle quali discende per questo solco
nistra ;
da poi essa si caccia nel solco mento- fino alla punta del cuore, dove finisce ; men-
vato, lo percorre tutto quanto è esteso suddi- tre che r altra continua a camminare trasver-
videndosi, e finisce verso l’apice del cuore, salmente, tra r orecchietta e il ventricolo si-
anastomizzandosi colla cardiaca posteriore. nistro fino dappresso al margine ottuso del
Presso l’origine sua, la cardiaca anteriore non cuore, pel quale discende finalmente per ter-
gitta niuna branca giunta a livello della base
:
minare presso l’apice, accostandosi alla faccia
del ventricolo, ne somministra due, una de- convessa. L’una e l’altra, al proprio termine,
stra e l’altra sinistra la destra, piuttosto pic-
: s’ anastomizza colla cardiaca anteriore. La —
cola, ascende aorta e sulla polmonare,
sull’ cardiaca, dalla sua origine fino al solco poste-
per le quali si distribuisce presso la loro ori- riore del cuore, somministra branche supe-
gine. La sinistra, eh’ è più considerabile, si riori e inferiori. Le prime, piccolissime, a-
porta fra 1’ orecchietta sinistra e la base del scendono all’ aorta ed all’ orecchietta destra,
corrispondente ventricolo, intorno la quale si e vi si distribuiscono. Le inferiori, più volu-
aggira per ispargersi finalmente, con parec- minose, discendono ramificano sulla par-
e si

chi rami, pel margine verticale ed ottuso del te anteriore del ventricolo destro. La più con-
cuore, e anastomizzarsi con una delle branche siderabile di queste si trova presso il margine
della cardiaca posteriore. 1 rami di questa sottile del cuore, e si divide in due rami che
branca si distribuiscono superiormente per si estendono quasi fino all’ apice di tale orga-

r orecchietta, inferiormente pel sinistro ven- no. —La branca poi, che sta collocala nel sol-
tricolo. Sovente poi la cardiaca somministra co posteriore, manda alcuni rami laterali e
una terza branca, che si immerge, in direzio- anteriori. 1 laterali di numero incerto, si span-
ne verticale, nel tramezzo dei ventricoli, ed dono su tutta la faccia piana, e si estendono
interamente vi si distribuisce. - Dacché l’an- — per infino ai due margini. Gli anteriori, in
teriore cardiaca è pervenuta nel solco ante- numero di due o tre alquanto grossi, s’ im-
riore dei ventricoli, somministra molte bran- mergono orizzontalmente nel tramezzo dei
che le quali possono essere distinte in laterali ventricoli, dovesi riuniscono a quelli della car-

ed in posteriori. —-Le
laterali gittano più o si diaca anteriore. —
La branca trasversale della
meno obbliquamente sull’ esterna superfìcie cardiaca posteriore gitta alcuni piccoli rami
dell’uno e dell’ altro ventricolo, suddividen- superiori, che si spandono per rorccchicita
dosi, e si caccia poi tra le fibre muscolari coi sinistra, alcuni rami inferiori, molto più
e
suoi moUiplici rami: dei quali i più grossi grossi che discendono, più o meno obbliqua-
sono quelli che vanno al sinistro ventricolo. mente, sulla faccia posteriore del ventricolo
Sovente, fra questi, se ne trova uno il quale sinistro, e non tardano ad immergersi sulla
pareggia quasi in grossezza e in lunghezza sostanza delle sue pareti. Finalmente, di-
r.arteria medesima, si ramifica sul ventricolo, scendendo lungo il margine ottuso del cuore,
ï3G Al’PARECCflI DELLA VITA ORGANICA

îa stessa branc-a fornisce aìcuni rami laterali, è suscettibile di poche variazioni. Talvolta si

che sigittano sulle due superticie del cuore, e è veduta la vertebrale sinistra nascere imme-
si riuniscono sì a quelli delia cardiaca anterio- diatamente dall’aorta e formare un quarto
re, c sì a quelli che derivano dalla branca di- tronco primitivo. Più sovente si trova una
scendente dalla cardiaca posteriore. piccola arteria derivante dall’aorta, fra l’ in-
Disposizione generale delle arterie
3.° nominata e la carotide sinistra, la qnale ascen-
cardiache. Si scorge dalle cose dette : de verticalmente sulla trachea, e si reca alla
iP che i vasi arteriosi i più grossi e i più glandola tiroidea. Finalmente, in alcuni rari
moltiplicati appartengono alla superficie pia- casi, si è veduta la sotto-claveare destra nasce-

na del cuore, e particolarmente al ventricolo re separatamente dall’ aorta verso il termine


sinistro ;
tronchi arteriosi principali
2 .® che i di sua curvatura, recarsi trasversalmente fra
corrispondono, e al tramezzo comune dei ven- l’esofago e la colonna vertebrale, e giungere
tricoli e alla base del cuore, e che le branche alla prima costa.
o i rami secondari soli si spargono immedia-
tamente sulla parete propria di ciascheduna Articolo I.

cavità; 3.“ che le branche più grosse vanno


al ventricolo, mentre le orecctiiette non rice- ARTERIE CAROTIDI PRIMITIVE
vono che alcune branche piccolissime e alcuni
tenui rami; 4-° finalmente che il cuore, av- Abbiamo già indicato le loro differenze
volto com'' è esteriormente dalle più manife- nell’origine e nella lunghezza, le sole che sie-
ste arteriose divisioni, non riceve per tutto, no degne d’ essere considerate. La loro am-
nella grossezza delle sue pareti, che alcune piezza è assolutamente ugnale. Ambedue,
sottilissime ramificazioni. dopo P origine loro, ascendono un poco ob-
» bliquamente al di fuori sulle parti laterali del
ÎÏ. D«LLE ARTERIE CHE DERIVANO collo, costeggiando la trachea e sempre più
D V L L AR C O D L L A O R T A

li

slontanandosi 1’ una dall’ altra, e finiscono a
livello della parte superiore della laringe di-
Dalla convessità della curvatura dell’aor- videndosi in carotide esterna ed interna.
li prendono nascimento tre considerabili ar- A
nteriormente, la carotide sinistra, più
terie. L’ima destra, è T innominata, che tosto lunga che la destra, è coperta alla sua origine
dividesi in carotide e sottoclaveare destra ; le dalla vena solto-claveare sinistra, dal timo e
altre due sono le carotidi e le sottoclaveari dalla clavicola, Ambedue corrispondono
sinistre. Ij’ innominata c la più anteriore, poi, per tutta la loro estensione, all’ interval-
e si presenta la prima. Nata dalPaorta, sul da- lo tra muscoli sterno-mastoideo, sterno joi-
i

vanti della trachea, si rivolge obbliqu;imente deo e tiro-joìdeo, e all’omoplata-ioideo che le


all’ insù e a destra, ascende per alcun tratto, separa dal pelliciaio, al quale sono quasi im-
dacanto alla trachea, e si divide dopo un tra- mediatamente sottoposti nella parte superiore.
gitto di circa un pollice. Coperta dalla vena Posteriormente ciascheiluua carotide
sotto-claveare sinistra, dallo sterno e dai mu- corrisponde alla colonna vertebrale dalla ,

scoli sterno-joidei, corrisponde posteriormen- quale è separata mediante i muscoli retto


te alla trachea, e al muscolo lungo del collo, maggiore anteriore del capo e lungo del col-
che la separa dalla colonna vertebrale. La — lo e inferiormente per mezzo dell’arteria ti-
;

carotide sinistra si trova quasi allo stesso li- roidea inferiore.


vello che f innominata, quantunque un poco le carotidi corrispondono
Internamente,
più posteriore. Nata ad angolo retto dall’aor- alla trachea, alla laringe e alla glandola tiroi-
ta, si trova fino dalla sua origine, da lato alla dea la qnale sovente, massime nella donna, si
trachea, lungo la quale ascende verticalmen- prolunga un poco sul davanti di essa. La ca-
te. Infine la sotto-claveare sinistra è delle rotide sinistra inoltre corrisponde in parte
tre la più posteriore, e nasce immediatamen- all’ esofago eh’ è leggermente deviato da que- i

te dall’ aorta avanti che questa si cacci tra le stabanda.


due pleure. —
Così i.® 1’ origine di codeste
: Esteriormente, scorre da costo a ciasche- |

tre arterie si opera sopra un piano poco ob- duna delle carotidi la vena iugulare interna, j

bliquo dall’ avanti all’ indietro e da destra a che sovente la copre quasi del tutto, al ner- !

sinistra; l’ 2 .° innominata e
la carotide sini- Am vago, ed al ramo inferiore del ganglio cer-
stra più anteriori, e comprendono tra
sono le vicale superiore situato dietro codesta vena, i

sè la trachea, sopra la quale poggia in parte Molte glatidole linfatiche sparse lungo il corso i

r innominata; 3.^ la carotide e la sotto-cla- dello sterno-mastoideo, della vena iugulare e i

veare destre sono più corte della carotide e dei nervi, circondano eziandio quest’ arteria, i

della sotto-claveale sinistre, la quale dilTeren- Le


carotidi esterna ed interna, divlàoni t

zà è misurata dalla lunghezza dell’innominata. della primitiva, nascono d alle medesimw près- I

— - La disposizione delle mentovate tre arterie so il margine superiore della cartilagine li- ;
SISTEMA ARTERlUSO ' i53
le forma una specie di arco anasloraizzandosi sima alla quale succedono i rami capillari pe-
con quello della vertebrale opposta. L’ altro netranti nella sostanza propria del cervelletto.
più grosso, discende obbliquamente sul mu- Arteria basilare., riunione delle due
scolo retto maggiore e si distribuisce così a vertebrali .
questa principio all’ indietro
questa come al retto minore e vi si perde. verso la scanalatura che scevera la midolla
3.0 Ma le branche più notabili, e più rilevanti dalla protuberanza cerebrale, e finisce ante-
sono quelle somministrale dalla vertebrale riormente nell’intervallo che separa i prolun-
dalla sua entrata nel cranio fino alla sua ter- gamenti anteriori della mentovata protube-
minazione. l’ali branche sono la spinale po- ranza. Quindi corrisponde superiormente, per
steriore, la spinale anteriore e la cerebrale tutta la sua estensione, alia protuberanza che
inferiore. le presenta un solco manifestissimo ; mentre
a. Branca spinale posteriore. Nasce que- che in basso poggia sopra il solco basilare,
sta dalla vertebrale, mentre che è situata sul dal quale soltanto è separata per mezzo del-
iato della midolla e talora dalla cerebellare in- r aracnoidea. La grossezza di essa, tutto-
feriore discende un poco obbliquamente al
;
ché notabile, è palesemente inferiore a quella
di dentro, e si colloca alla parte posteriore del- delle due vertebrali unite e questo è un e-
;

la midolla sulla quale discende, parallela alla sempio manifesto che conferma 1’ asserzione
spinale posteriore opposta, fino alla seconda notissima circa la correlazione de’ rami coi
vertebra dei lombi, dove termina la midolla. tronchi. —-La basilare somministra, nel suo
La sottigliezza di essa corrisponde alla lun- breve tragitto, moltissimi rami laterali molto
ghezza. Nel suo tragitto manda alcuni rami sproporzionati alla medesima quanto a gros-
trasversali, alcuni de’quali, interni, si anasto- sezza e questi si spargono più o meno lon-
;

mizzano colla spinale opposta; gli altri, ester- tano sopra la protuberanza formando) alcune
ni, sì distribuiscono pel neurilema della mi- tortuosità, e quindi penetrando la sostanza del
dolla mandando i loro ramoscelli capillari alla detto corpo. Alcuni sì estendono per infino al
sostanza midollare medesima. cervelletto. Le sole grosse branche da essa
b. Branca spinale anteriore. Nasce in- somministrate sono le cerebellari superiori.
ternamente dalla vertebrale un poco innanzi Branca cerebellare superiore Nasce
la sua terminazione talora
;
dalla cerebellare questa dalla basilare un poco innanzi la ter-
inferiore o anche dall’ arteria basilare. Ana- minazione di essa, si volge trasversalmente al
loga alla precedente, tutto che un poco più di fuori sulla protuberanza e sopra l’anteriore
grossa, discende tortuosa sulla parte anteriore suo prolungamento, eh’ essa circonda all’ in-
della midolla, alla quale fornisce parecchi ra- dietro penetrando sotto la tenda del cervel-
mi. Verso il foro occipitale si riunisce a quel- letto, sino a livello de’ tubercoli quadrige-
la del Iato opposto e la branca unica che ne roelli. Qui dividesi in molti rami più o me-

risulta, continua il medesimo corso fino alla no considerabili, de’ quali alcuni ascendono
parte inferiore della midolla, gittando a que- formando parecchie tortuosità sul lobo po-
sta i suoi rami al pari che la spinale poste- steriore del cervelietto e si anastornizzano
riore. quelli dell’ arteria cerebrale posteriore; men-
c. Branca cerebellareinferiore. Nasce tre gli altri discendono seguendo parecchie
questa esteriormente dalla vertebrale, nel direzioni sulla faccia superiore del cervel-
luogo in cui quest’arteria si approssima al- letto, e vi si ramificano e distribuiscono nel
la parte anteriore della midolla quindi tra;
modo ordinario. Appunto codesta bran-
le orìgini delle due spinali. Talvolta deri- ca somministra , in principal modo , alcuni
va dalla bas,ilare ; la grossezza della medesi- rami che costituiscono 1’ acquedotto del Sil-
ma considerabile è alquanto soggetta a va- vio e il quarto ventricolo. L’ arteria ba-
riare. Uivolta trasversalmente al di fuori so- silare finisce mediante due branche che sono
pra 1’ eminenza piramidale eh’ essa interse- le arterie cerebrali posteriori.
ca , giunge all’ infossamento che scevera la Arterie cerebrali posteriori. — Ciasche-
midolla dal lobo del cervelletto, s’ incurva duna di queste, nata al di sotto della branca
gagliardamente iu basso , discende circon- cerebellare superiore, la quale soverchia d’as-
dando la midolla all’ indietro e pervenuta
,
sai in grossezza, si rivolge parallelamente a

presso il luogo sul quale i due lobi si avvici- siffatta branca intorno al prolungamento an-
nano, dividesi in tre o quattro rami che si teriore della protuberanza, ma se ne separa
spargono sopra la superficie inferiore del lo- indietro dove rimane sulla tenda del cer-
all’

bo corrispondente fino alla circonferenza del velletto, esì porta alla parte inferiore del lo-

medesimo, dove si anastornizzano con quelli bo cerebrale posteriore.— —


Lo stretto inter-
della cerebellare superiore. Alcuni poi di essi vallo che separa codest’ arteria, nella prima
si profondano nelle anfrattuosita; e le più si porzione del suo tragitto, dalla branca cere-
dividono alla superficie. 1 loro ramoscelli co- bellare, contiene l’origine del nervo motore
stituiscono sulla pia-madre una rete sotlilis- comune, eh’ è situato perciò fra due tronchi
Encicl. Med. T. II. 20
r54 APPARECCHI DELLA VITA ORGANICA

arteriosi alquanto grossi. Nella propria cou- punti, non può mai diminuirne i diametri o
vessilà l’arteria cerebrale riceve, al medesimo stringe^Ìie il calibro ; 2.® fintali to che i tron-
sito, la branca comunicante posteriore som- chi cerebrali non sieno pervenuti entro la ca-
ministrata dalla carotide. Dalla concavità poi vità del cranio, non somministrano che pic-
gitta de’rami alquanto numerosi alla protu- colissimi rami, o almeno che branche, molto
beranza, a’ suoi prolungamenti, ai tubercoli sproporzionate loro proprio volume. Tale
al
mammillari, e simili. Uno tra questi penetra osservazione, già da me stata fatta di sopra in
il terzo ventricolo, e si distribuisce principal- proposito delle arterie carotidi interne, l’ap-
mente pel talamo ottico e per la volta a tre plico qui alle vertebrali. Rinchiuse nei con-
pilastri. —
Giunta sul lobo posteriore, l’arte- dotti delle apofisi, non somministrano esse che
ria cerebrale ne segue il margine inferiore ed ramoscelli di poco conto, ancorché numero-
interno distribuendone lateralmente, alla fac- si, alla midolla e ai muscoli vertebrali. Giunte

cia inferiore e all’interna, de’ rami numerosi sotto i muscoli complessi somministrano al-
co’ quali termina. Tali rami si suddividono cune branche un poco più notabili, ma sem-
nella pia -madre diportandosi siccome quelli pre sproporzionate assai ai tronchi medesimi.
che vennero da noi esaminati fin qui e si ;
Entrando nel cranio, o subito innanzi
anastomizzano, in moltissimi luoghi, colle ce- entrarvi, i tronehi cerebrali formano sopra
rebrali anteriore e media. sé medesimi alcune curvature più ,0 meno
Osservazioni intorno la disposizione numerose, più o meno considerabili mol- ;

delle arterie cerebrali. Quattro troiichi te però delle quali sono costanti. I^a caroti-
somministrano all’ organo cerebrale lutti i de interna, oltre le tortuosità che
presen-
vasi che gli spettano. Due gli derivano dalle ta quasi sempre parte superiore del
nella
carotidi primitive, e due dalle sottoclaveari. collo , cangia necessariamente , a più ripre-
1 primi sono grossi e corti, i secondi, un po- se, direzione, traversando il canale caroti-
co meno considerabili, corrono un piìi lungo co e il seno cavernoso. La vertebrale presen-
tragitto. Del rimanente gli uni e gli altri pre- ta fra la seconda e la prima vertebra, poi tra
sentano dei caratteri comuni al sommo nota- la prima e 1 occipitale, due curvature che

bili, onde si approssimano, sì nel loro t ragitto esistono sempre perchè sono in necessaria at-
fuori del cranio, e sì nel modo come si dipor- tinenza colla disposizione delle parti ossee. —
tano entrando nel cranio, e nella loro distri- Questo carattere notalo, fino da lungo tem-
buzione per la massa encefalica. po, dagli anatomici, diede luogo, coni’ è noto,
JSel loro tragitto fuori del cranio : ad un’ asserzione fisiologica quasi unanima-
i.o i tronchi cerebrali sono tutti situati pro- mente adottata intorno la circolazione del
fondamente, allontanati dalle parti esterne, sangue nel cervello. Si è detto che tali curva-
coperti o da organi densi, o da un canale os- ture arteriose offrivano il vantaggio di dimi-
seo che li rinchiude. Le carotidi interne, su- nuire la gagliardia dell’ impulso comunica-
bito dopo la loro origine, si profondano fra to a! sangue : il quale impulso non potrebbe
la colonna vertebrale e la faringe. E
subito i essere sostenuto dalla molle e delicata sostan-
canali carotidei, i solchi dello sfenoide resi za deir organo cerebrale se tale organo lo ri-
perfetti e mutati in canali dalle dense lamine cevesse in linea diritta. —
Ma, come osserva il
della dura-madre, presentano a codeste due Bichat, ad ammettere che le tortuosità vasco- i

arterie un solido sentiero per mezzo del qua- larivalgano a tardare per tal modo il corso

:

le attraversano la base del cranio. Le ver- del sangue, converrebbe supporre vuote le 1

tebrali, il cui tragitto è più lungo, sono pure arterie al momento che il cuore si contrae. 1

protette d’ un modo anCor più sicuro. Pene- Cornprenderebbesi allora siccome 1 onda del ’
|

trate, fino dalla loro origine, ne’ forami della sangue spinta da siffatta contrazione e ten- i

apolisi trasverse cervicali, stanno rinchiuse nel dente ad isfuggire sempre in linea retta, sa- \

canale che risulta da tali fori riuniti fino alla rebbe tanto più ritardata quante più fossero \

parte superiore del collo, ned escono poi da lecurvature incontro alla quale urtasse. Se, 1

siffatto sentiero coperto che per trovarsi di- per lo contrario, codesta supposizione non è
fesi dai densi strati de’ muscoli complesso, ammissibile se, come non si può aver dub-
; I

splenio e trapezio. 11 qual canale dell’ arteria bio, il sistema arterioso è sempre pieno in
|
vertebrale, tuttoché formato da molte porzio- tutte le sue parti, il movimento comunicato a
ni ossee separate, presenta la stessa solidità questa massa sanguigna continua a ciascuna i;

del condotto carotico, stante le molte artico- contrazione del cuore non potrà essere affie- !

lazioni che qui assicurano le ossa, mentre che volito da somiglianti tortuosità, e sarà tanto a
j muscoli inter-trasversali ne empiono tutti forte alle estremità dei vasi, quanto alla loro
gli spazi. Se questo canale è leggermente fles- origine, quale che sia la forma loro. Adunque
j

sibile sopra sé stesso, come richiedevano i mo- il grado d’impulso che la circolazione impri- ii

vimenti della regione cui spetta, siffatta fles- me ad un organo è unicamente in ragione la
sione, egualmente distribuita per iiifli i suoi della quantità del sangue recatavi, nulla in ra- 1
SISTEMA ARTERIOSO

gìone della direzione de”* vasi che gliela tra- nate dalla parte interna discendono sopra il
smettono. Parimenti ignoro la corrisponden- muscolo lungo del collo, al quale sì distribui-
za che possa esistere fra le curvature costanti scono, o vanno all’esofago ed alla trachea,
delle arterie cerebrali e la circolazione del eh’ esse accompagnano nel petto per anasto-
sangue nel cervello ; ed lo osservo qui la di- mizzarsì colle bronchiali. Altre nascono dalla
sposizione anatomica senza derivarne ninna parte esterna. Sovente poi essa manda la sca-
conseguenza. polare posteriore e la scapolare superiore. Ma
PerK^enuti al cervello^ i tronchi arterio- tra quelle che costantemente spettano alla ti-
si finalmente si dividono, e può notarsi fra roidea, che voglia essere distinta è la
la sola
essi una manifesta analogia nella disposizione cervicale ascendente. Ascende questa sopra
anteriore e posteriore. Le carotidi, poco dopo lo scaleno anteriore e fino sopra il retto mag-
la loro divisione , comunicano insieme per giore anteriore è somministra ai detti mu-
mezzo di una branca corta e grossa situata fra scolinon chetai lungo del collo callo splenio,
le cerebrali anteriori. Le vertebrali comuni- moltiplici rami mediante i quali si consuma,
cano anche più intimamente riunendosi in un rami che anastomizzano con quelli della
si
solo tronco che non tarda esso stesso a divi- vertebrale, o anche dell’occipitale. Le al-
dersi. A tali anastomosi individuali è mestieri tre branche esterne della tiroidea inferiore
aggiungere V anastomosi comune de’ tronchi sono più o men tenui. Tutte ascendono nella
anteriori coi posteriori mediante le branche spessezza dello scaleno anteriore e del lungo
comunicanti posteriori. L’ effetto di siffatte del collo, pe’ quali interamente sì distribui-
riunioni vascolari non è quello, come si è pen- scono. Giunta in vicinanza alla glandola
sato, di rallentare corso del sangue, ma
il tiroidea, 1’ arteria, si divide in due grosse
quello di rendere più uniforme e più vivo branche le quali, allontanandosi Luna dall’al-
rimpulso del sangue sopra il cervello.— La più tra penetrano la glandola per vari punti della
notabile tra queste anastomosi, è, fuor d’ogni posteriore sua parte, e vi si suddividono ana-
questione, quella delle carotidi colle vertebra- stomizzandosi, colla tiroidea inferiore oppo-
li. Per la quale le due parti del sistema arte- sta, e colle due tiroidee superiori. Alcune del-
rioso cerebrale formano una sola cosa, e pos-* le noverate branche, cioè le più tenui, pene-
sono eziandio in certi casi sopperirsi Luna al-» trano la trachea e vanno a spandersi sulla
V altra. Così, nelle esperienze sopra gli ani- membrana mucosa delle vie aeree.
mali viventi, si è talora veduto mantenersi la B. Branche inferiori. — Sono queste le
vita malgrado legatura delle carotidi, ve-
la arterie toracica interna e intercostale supe-
nendo allora somministrato il sangue al cer- riore.
vello dalle sole vertebrali. E vuole osser- i.° Arteria toracica interna. — Code-
varsi qui col Bichat che tutte le precipue di- sta arteria, piìi lunga ancora che non sia gros-
visioni vascolari occupano la base dell’organo sa, nasce dalla sotto-claveaj’e di contro alla
cerebrale, e si trovano situate fra questo e al- tiroidea La si suole denominare
inferiore.
cune superficie ossee, di maniera che il movi- mammaria interna. Rivolta obbliquaraente
mento circolatorio, ripercosso per tutto da all’ ingiù e al di dentro, si profonda nel petto

siffatte superficie, si esercita tutto contro la e va a collocarsi sopra 1’ anteriore parete del-
massa encefalica, e vi produce un eccitamen- r indicala cavità. Discende sopra i muscoli in-
to tanto più vivo; eccitamento eh’ è necessario tercostali e sopra le cartilagini delle c|uali in-
acciò che possa 'tale organo adempiere alle terseca la direzione, prossima alla parte late-
proprie funzioni, e per conseguente, acciò che rale dello sterno, al quale a poco a poco sì
si mantenga la vita esteriore. Quelli ohe tro- accosta a misura che inoltrasi. Finalmente,
vassero necessario profondarsi d’ avvantaggio verso r appendice sternale, sì divide in due
in codeste belle considerazioni, le troveranno branche le quali separatamente si portano
mirabilmente sviluppate nella seconda parte sulle pareti dell’addomine. —
li nervo diafram-

delle Ricerche fisiologiche intorno lavila matico interseca obbliquamente, alla sua ori-
e la morte. gine, 1’ arteria toracica interna, si colloca in-
2 .° Arteria tiroidea inferiore. più —E ,

ternamente a questa per introdursi nel petto


superficiale e assai meno grossa della vertebra- e poscia allontanarsene affatto. Entrando
le. Nata dalla sotto-claveare, ascende vertical- nel petto, la toracica interna manda molte
mente sopra il muscolo scaleno anteriore fino branche al timo, ai muscoli sterno-joideo e
in vicinanza alla quinta vertebra cervicale: qui sterno - tiroideo, e alle glandole linfatiche.
sicurva, ad un tratto, verso il di dentro, passa Tra le quali branche, ce n’ha una estesissima
trasversalmente d’ infra l’arteria carotide pri- che può denominarsi mediastinica anterio-
mitiva e la colonna vertebrale, e ascende poi re. D’ ordinario deriva essa dalla toracica in-
tortuosa fino alla glandola tiroidea. In tale — terna ma qualche volta nasce o dalla curva-
:

tragitto, la tiroidea manda un numero alquanto tura aortica stessa o dall’ innominata. Discen-
considerabile di branche. Tra le quali alcune de codesta branca nell’ allargamento che pre-
i56 apparecchi PRLtA VITA ORGANICA

senta superiormente il rici®<iwstino anteriore ; per recarsi alla parìe esterna del petto, ove

e fino dalla sua origine manda alcuni rami a sidistribuiscono pei muscoli pettorali e pel
cjuella porzione del pericardio che circonda grande obbliquo. —
Sovente ci hanno due so-
r aorta all’ uscita di questa dal cuore ; dopo il miglianti branche per ciascheduno spazio in-
tragitto d’ alcune linee, si divide in due bran- tercostale una delle quali segue il margine
;

che secondarie L’ una ascende subito alla


.
inferiore di una cartilagine, 1’ altra, il margi-
parte inferiore del collo coperta dagli sterno- ne superiore della cartilagine sottopposta. Am-
tiroidei, e si porta alla parte inferiore della bedue finiscono poscia allo stesso modo.
glandola tiroidea, nella quale si suddivide e Branche interne. Sono un poco più
perde anastomizzandosi colle tiroidee infe- grosse, e d’ ordinario in numero uguale agli
riori. L’altra branca, più considerabile, con- intercostali spazi. Subito dopo
loro origine la
tinua a discendere nel mediastino, e si divide mandano alcuni rami trasversali alla parte
quasi subito in due rami che si allontanano ad posteriore dello sterno, quindi traversano i
angolo acuto e vanno all’ una ed all’ altra muscoli intercostali interni sui lati dello stes-
pietica. Ciacheduna di esse discende sopra que- so osso per recarsi alla parte esterna del pet-
sta porzione membranosa, e vi si perde som- to. Incurvate allora lievemente sopra sè stesse,
ministrando numerosi ramoscelli al timo, alle seguono, per alcun tratto gli spazi in che si
glandole linfatiche, e al tessuto cellulare adi- trovano, tra i muscoli gran pettorale, o gran-
poso che contiene il mediastino. Un poco de obbliquo, o retto addominale, e gl’inter-
più in basso la toracica interna somministra costali esterni. Finalmente si distribuiscono
una branca più considerabile denominala dia- per codesti
tutti muscoli anastomizzandosi
frammatica superiore. colie branche toraciche esterne somministrate
Branca diaframmatica superiore. dall’ ascellare. —
Le branche interne superio-
Questa è costante ma d’ordinario poco volumi- ri sono d’ ordinario più grosse che le inferio-
nosa sebbene una volta l’abbia io riscontra-
: ri ; al contrario delle branche esterne. L’ul- —
ta tanto grossa quanto la toracica stessa. Nata tima delle interne branche, nata a livello del-
da siffatta arteria a livello dello sterno, si reca 1’ appendice sternale, si reca trasversalmente

ed in basso, seguen-
al di dentro, all’ indietro sulla parte posteriore di quest’ appendice, vi
do esattamente il tragitto del nervo diafram- si ramifica formando parecchie tortuosità, e

matico, e formando parecchie tortuosità e si- : vi anastomizza con una sìmile branca della
si

tuata, coni’ è, tra il polmone ed il pericardio, toracica interna opposta. Sovente poi discen-
gitta alla membrana fibrosa di quest’ ultimo de, fra la linea bianca e il peritoneo, fino in
parecchi rami. Uno di questi, nato, presso la vicinanza dell’ ombelico, si caccia tra le due
sua origine dalla diaframmatica, discende sul- lamine membranose che costituiscono il lega-
la parte laterale del pericardio fino in vici- mento sospensorio fegato, e s’unisce ai
del
nanza al diaframma, mandando numerosi ra- rami Delle due bran-
dell’ arteria epatica.
moscelli al pericardio stesso e alla superficie che, onde ha il suo termine l’arteria toracica
interna del polmone. Circonda poscia il peri- interna sotto l’appendice sternale, l’una, e-
cardio posteriormente e va a gittarsi sopra sterna, si reca obbliquaraente al di fuori e al-
r esofago, pel quale si distribuisce. Finalmen- l’ ingiù, dietro le ultime cartilagini delle co-
te la diaframmatica superiore, giunta alla par- ste, trasversa le inserzioni del diaframma, alle i

te media anteriore del diaframma si divide in quali manda parecchi rami, e si porta ai mu-
parecchie branche penetranti l’ anzidetto mu- scoli trasversali e obbliqui del basso-ventre, i

scolo, le quali si anastoraizzano colle diafram- ove si perde con moltissimi rami anastomiz-

.

matiche inferiori derivanti dall’ aorta. Nel zati con quelli delle intercostali inferiori, del- :

suo tragitto dietro le cartilagini costali la to- le lombari e dell’arteria circonflessa iliaca- i,

racica manda lateralmente alcune branche di- Appunto a questa branca 1’ Haller ha posto il
^
i!

stinte in esterne ed interne. nome dì muscolo-frenico. Vd branca,



i

Branche esterne. 11 loro numero pa- anteriore, segue la direzione primitiva della Ìe

reggia d’ordinario quello degli spazi inter- toracica, e discende fra il muscolo retto addo- 1-

costali ai quali corrisponde la toracica. Le pri- minale e le cartilagini costali, poi tra questo i.i

me sono assai sottili e brevi; le ultime cresco- peritoneo accostandosi all’ombelico, ver-
*e il i-

no in grossezza e in lunghezza, d’ut te nasco- so quale finisce anastomizzandosi coll’ arte-


il

no margine inferiore delle carti-


a livello del ria epigastrica. I numerosi suoi rami si span- h
lagini corrispondenti, seguono alcun tratto dono, da tutte le bande, pei muscoli retti ed jtl

siffattomargine, e discendono poscia sul mu- obbliqui, ai quali si distribuiscono.


scolo intercostale interno, nel quale i più si 2 .*^ Arteria intercostale superiore. • — i
perdono affatto, mentre massime gl’in-
altri, Presenta queste delle singolari varietà in gros- i >

feriori, corrono un più lungo tragitto, vanno sezza ed in lunghezza ; perchè talora non u~ j j

ad anastomizzarsi colle vicine intercostali aor- guaglia in grossezza una delle intercostali aor- )
j

tiche, e traversano pure i muscoli intercostali tiche, nè si estende oltre alla prima costa. Na- j
t
JISTE';>îA AP.TERîOSO

sce dalla parle inferiore e posteriore della polare posteriore manda parecchie brancha
sottO'claveare, quasi allo stesso luogo della superiori che ascendono perpendicolarmente
cervicale profonda, discende sul davanti del sulmuscolo scaleno e vi si perdono. Sovente
collo della prima costa, ora diritta, ora una o una tra queste, più grossa e più superficiale,
due volle tortuosa, e prossima al ganglio cer- ascende obbliquamente all’ indietro e va a
vicale inferiore. Giunta al primo spazio inter- distribuirsi pei muscoli splenio e trapezio.
costale, si curva al di fuori, e segue, per alcun Inferiormente, non ne manda niuno impor-
tratto, il margine superiore
della seconda co- tante, tranne il caso in cni 1’ arteria .scapo-
sta, quale tosto discende per termi-
davanti il lare derivi da essa, anzi che derivare inime-
nare con due o tre branche. In tale tragitto rliafamente dalla sotto-claveare, come soven-
r arteria intercostale è coperta anteriormente te interviene. — Giunta sotto l’angolare, la
dalla pleura. Davanti la prima costa, 1’ ar- scapolare posteriore invia d’ordinario all’in-
teria intercostale gitta sovente un ramo al- su una branca alquanto grossa che ascende, e
quanto grosso che cammina trasversalmente si perde per angolare e per lo trapezio. In-
1’

sopra quest’ osso, e si distribuisce pel musco- feriormente, altri ne manda più o meno con-
lo scaleno anteriore presso 1’ inserzione di siderabili che discendono, verso le esteriori
questo. —
Nel primo spazio intercostale, l’ar- parti, sotto il trapezio fino al sopra-spinoso,
teria manda due branche, 1’ una posteriore, e si distribuiscono all’ uno e all’ altro anaslo-
esterna l’ altro. La prima, piccolissima , man- raizzandosi con varie branche della scapolare
da alcuni ramoscelli alla midolla pel foro di superiore. —
Finalmente, sotto il muscolo
congiunzione corrispondente, passa poi tra le romboideo, la scapolare posteriore si divide in
apofisi Irasverse, e va a giltarsi ne’muscoli del due branche uguali, Fona delle quali segue,
dorso, dove si perde. La seconda segue il mar- lungo il margine dell’ omoplata, il tragitto
gine inferiore della prima costa e si distribui- verticale da noi mentovato testé, e finisce
sce ai due muscoli intercostali. Nel secondo — presso l’angolo inferiore dell’osso mandando
spazio intercostale, l’arteria finisce mandando 1 suoi rami al romboideo e al gran dorsale,
parimenti due branche, l’una posteriore, e- mentre che F altra, rivolta obbliquamente al-
sterna 1’ altra, che hanno la medesima distri- l’ in fu ori verso F omoplata, va a distribuirsi
buzione delle precedenti, l alora arteria si 1’ pei muscoli gran-dentato e sotto-scapolare.
prolunga fino al terzo spazio, il quale pure La branca verticale è costante e dà termina-
provvede, allo stesso modo, di arterie. Altre zione all’arteria ; la branca obbliqua è sop-
volle però manda a siflfatto spazio soltanto un perita talvolta da molte branche trasversali.
ramo che vi si suddivide. D’ ordinario l’arte- — Non è molto raro il vedere la scapolare
ria intercostale superiore finisce nei detti rami. posteriore derivare dall’ ascellare in questo
:

Altre volte si anastomizza alla prima interco- caso passa la medesima tra’ nervi brachiali,
stale aortica ; e ho veduto, in un caso, codesta circonda gli scaleni nella loro inserzione in-
arteria curvarsi, ad un tratto, nel secondo spa- feriore, e pervenuta alla parte posteriore, si
zio, e portarsi trasversalmente al di dentro fino diporta come dicemmo.
sul lato corrispondente della colonna verte- 2..^ Arteria scapolare superiore. — Me-
brale, nella quale discendeva poi obbliqua- no grossa della precedente deriva sovente da
mente, e si perdeva. essa la propria origine: altre volte nasce dalla
C. Branche esterne. —
Sono queste le tiroidea inferiore, di rado dalla toracica in-
arterie scapolare posteriore, scapolare supe- terna. Nei più individui non nasce immedia-
riore e cervicale profonda. tamente dalla sotto-claveare. In tutti i casi, di-
I.® Arteria scapolare posteriore. — scende obbliquamente al di fuori nello spazio
un po’ minore in grossezza alla toracica in- triangolare tra’ muscoli sterno-mastoideo e
terna. Spesso nasce per un tronco comune trapezio, si caccia sotto a quest’ ultimo mu-
colla tiroi<lea inferiore. Rivolta trasversal- scolo seguendo esattamente il tragitto del ner-
mente al di fuori, circonda i muscoli scaleni vo sopra-scapolare, e si avvicina al muscolo
e i nervi del plesso brachiale, situata com’è sopra-spinato , al quale manda una branca su-
immediatamente sopra di questi, nel grande perficiale alquanto considerabile, parecchi ra-
Spazio triangolare formato dallo sterno-ma- mi della quale si anastomizzano all’ indietro,
stoideo, dal trapezio e dalla clavicola. Quin- colla scapolare posteriore, altri si portano al-
di si curva tosto per recarsi obbliquaraente F innanzi e si spandono pel sotto-claveare. —
«11’indietro e all’ ingiù, si caccia sotto il tra- Quindi la scapolare posteriore si profonda
pezio e sotto 1’ angolare, muta ancor qui di- nella fossa sopra-spinosa fra il margine supe-
rezione e discende perpendicolarmente sot- riore dell’ omoplata e il muscolo sopra-spino-
to il Toraboideo costeggiando il margine so, d’ordinario al di sopra, talora al disotto
posteriore dell’omoplata, e finisce con molti del legamento che chiude la piccola incavatura
rami presso angolo di questo.
1"*
Dalla sua — coracoidea ; segue essa esteriormente la fossa
origine fino alla prima sua curvatura, la sca- mandando al muscolo molte branche, quindi
1,58 APPAnrccin nr.Lr.A vita organica

si caccia soilo la voila formata dalla clavicola to la direzione, e dal muscolo sollo-claveare.
e dairacrornio riuniti, si rivolge intorno il Più in basso corrisponde al gran pettorale ,
margine esterno dell’omoplaia, e si profonda più in basso ancora ai dulì pettorali riuniti, e
nella fossa infra-spinosa tra Tosso e il musco- nella parte la più inferiore al tendine del
lo infra-spinoso. Qui si anastoniizza colla gran pettorale, poscia al coraco-brachiale e
branca trasversale della scapolare inferiore alla corta porzione del bicipite. Dalla clavico-
derivante dall’ ascellare, e si divide poi in due la fino alla parte inferiore delia cavità ascel-
principali branche. L’ una discende lungo lare, l’ arteria è coperta immediatamente dal-
il margine anteriore dell’ omoplata e distri- la vena. — Posteriormente., l’ascellare cor-
buisce i suoi rami ai muscoli piccolo rotondo risponde <la prima in parte al plesso-brac-
e gran-dorsale. L’altra si porta ti^asversal- chiale, indi all’ intervallo celluloso tra’ mu-
mente all’ indietro sotto la spina dell’omopla- scoli gran-dentato ed infra-scapolare, inter-
ta, e finisce con molti rami sparsi pel mu- vallo che costituisce in gran parte la cavità
scolo infra-spinoso. deir ascella, finalmente ai muscoli gran-dor-
Arteria cervicale profonda.
3.0 sale. e gran-rotondo. Internamente., l’a-
Nasce molto profondamente dalla sotto-cla- scellare appoggiasi in prima immediatamen-
veare, dietro lo scaleno anteriore, e imme- te e peruno spazio alquanto notevole, sulla
diatamente anteriore parte delle apofisi
sull’ primacosta che le presenta un solco più o
trasversali. Sovente deriva da un tronco che meno profondo. Più in basso si appoggia
ha comune coll’ intercostale superiore ; altre eziandio sul primo spazio intercostale, so-
volte dalla liroiilea inferiore o dalla verte- pra la seconda costa e sopra una parte del
brale. Rivolta obbliquamente all’ infuori si muscolo gran-dentato. Quindi I’ allontanano
caccia, poco dopo la sua orìgine, tra le apo- da questo muscolo il plesso bracchiale, il tessu-
fisi trasverse delle due ultime vertebre cer- to cellulare abbondante e le glandole linfatiche
vicali o dell’ ultima cervicale e della prima ch’empiono la cavità delTascella. — Esterior-
dorsale, si porta all’ indietro e all’ insù, e si mente., coperta fino al di sotto della clavicola
introduce fra il grande complesso e il tras- dal plesso brachiale, 1’ ascellare è sovrapposta
versale spinoso. Qui diviene verticale, ascen- immediatamente alla capsula articolare dell’o-
de tra questi due muscoli fino da presso alla mero. --Così il plesso brachiale occupa in prima

inserzione superiore del primo, e finisce ana- la parte posteriore ed esterna deU’ascellare la
stomizzandosi, per mezzo di varie divisioni, quale, al di sotto della clavicola, passa tra i
coll’ arteria vertebrale e coi rami dell’ occipi- nervi di codesto plesso, e se ne trova quindi
tale. Innanzi di cacciarsi tra le apofisi tra- avvolta da tutte le parti, fuorché esteriormen-
sverse, la cervicale profonda manda parecchie te. — Da codeste attinenze essenziali a cono-
branche ascendenti che si perdono per lo sca- scersi risulta i.*^ che, dagli scaleni fino al di
;

leno anteriore e pel lungo del collo, riunen- sotto della clavicola, 1’ arteria ascellare poggia
dosi alla branca cervicale superficiale della ti- immediatamente sopra un’ ossea superficie al-
roidea inferiore. —
Giunta tra’muscoli gran- cpianto larga e quasi immobile formata dalla
de complesso e trasversale spinoso, sommini- prima costa ;
che sotto la clavicola s’ ap-
stra a questi molti rami de’ quali niuno me- poggia sopra la seconda costa, meno larga, un
rita d’ essere descritto. Talora manca affatto poco più mobile, ma ferma abbastanza che
la cervicale profonda, e si trova in quella vece possa sostenere, senza infossarsi gran fatto,
una branca la quale, nata superiormente da una compressione alquanto robusta 3.° che
;

una delle curvature della vertebrale, discende nella rimanente sua estensione non ha niun
tra i muscoli grande complesso e trasversale fermo appoggio osseo, perche non corrispon-
spinoso. de che ad un’ articolazione. —
Perciò l’arte-
§. II. Arteria ascellare. L’ascella- ria ascellare può essere compressa contro la
re ha il suo principio nell’intervallo degli sca- prima costa da una potenza che operi d’alto
leni, dal quale subito esce per rivolgersi ob- in basso sotto la clavicola nell’ intervallo tra i
bliquamente in basso e al di fuori fino alla muscoli scaleni ; e può esserlo sopra la secon-
parte inferiore della cavità ascellare, dove da costa da una potenza che opera orizzon-
muta il suo nome in quello di brachiale; si- talmente sotto la media parte della clavicola
tuata fra il petto e l’arto superiore, poggia attraverso i due muscoli pettorali. La prima
sul primo degli scaleni fino oltre alla clavico- maniera di compressione, favorita dall’ abbas-
la, e si accosta all’altro nella parte inferiore. samento della clavicola, sarà sempre malage-
Anteriormente l’ascellare corrisponde vole ad esercitarsi ed in ispezie a sostenersi,
da prima al pelliciaio e alla pelle in un pic- stante la protuberanza e la mobilità dì que-
ciolissimo spazio triangolare circoscritto dal- st’osso. liaseconda, più facile a sostenere, non
lo scaleno anteriore, dai nervi del plesso bra- ha altro svantaggio che la mediocre spessezza
chiale e dalla clavicola ;
indi è coperta dalla delle parli attraverso le quali si esercita. Si —
clavicola, della quale interseca, ad angolo acu- comprende così per qual modo l’abbassamento
SISTEMA Aai'ERfUSO 1 Sq

forzalo della clavicola possa interroiiipeie, e mammaria esterna. Nasce questa dall’ a-
almeno in gran parte, il corso del sangue nel- scellare un poco al di fuori dalla precedente,
r arteria ascellare compressa allora contro la talora da un tronco che ha comune con essa
prima costa. —
Le branche somministrate dal- e coll’acromio. Rivolta dapprima perpendico-
1’ ascellare possono distinguersi in quelle che larmente in basso sulla parte laterale del pet-
essa manda passando sul petto, quella che de- to, fra il gran dentato sul quale s’ appoggia,

riva da essa nella cavità dell’ ascella, quelle c> il gran pettorale che la ricopre, si curva su-

che si dipartono da essa alla parte superiore bito al di dentro, segue il margine inferiore
del braccio. di quest’ultimo muscolo accostandosi alla pel-
A. Branche somministrate dalV ascel- le, poi si divide in parecchie branche le quali

lare nel passare che fa sopra il torace. abbracciano la mammella, e si distribuiscono


Ce n’ ha tre costanti : l’acromiale, e le due to- tanto a questa glandola che alla pelle. Nel
suo tragitto, la toracica inferiore somministra

raciche esterne.
Arteria acromiale. —
Nasce dell’ ascel- rami numerosi alle glandolo ascellari, e ai mu-
lare sotto la parte media della clavicola ; ed è scoli gran dentato, gran pettorale ed interco-
piuttosto grossa che no. Nascosta, nella sua stali. Gli ultimi si prolungano più o meno al-

origine, dal muscolo gran pettorale, sommi- l’ innanzi negli spazi intercostali, traversano i

nistra alcuni rami al sotto-claveare, al gran jìiuscoli e comunicano colla toracica interna.
dentato e al primo intercostale. si ri- Quindi --Sovente si^trovano due toraciche inferiori.
volge obbliquamente all’ innanzi e al di fuori, La più piccola, nata profondamente dall’ a-
fino allo stretto e adiposo intervallo che code- scellare^ discende sul muscolo gran-dentato, al
sto muscolo scevera dal deltoide e qui si di- ; quale, siccome agl’intercostali, si distribuisce
vide in due branche, l’ una superiore e l’altra quasi esclusivamente. L’altra, molto più con-
inferiore. siderabile, nasce più esteriormente sulla parte
Branca superiore.- Ascende questa anteriore della cavità ascellare, discende sotto
tortuosa fra il pettorale e il deltoide finì) alla ilgran pettorale sul quale poggia, e giunta al
clavicola qui gitta un ramo alquanto gros-
:
margine inferiore di questo muscolo, forma
so, che si .
porta più o meno da lunge, tra la in basso e all’ innanzi una gran curva per ter-
pelle e1. la parte superiore del deltoide distri- minar poi alla mammella. Nell’ ultima parte
buendosi a questo ed a quella. Si profonda del suo tragitto, essa aderisce al tessuto cellu-
poi sotto il deltoide, e tosto dividesi in due laro adiposo della mammella stessa ; di modo
branche secondarie. L’una segue il margine che, nella dissezione, si leva via colla pelle, ri-
anteriore dell’ estremità della clavicola fino manendo 1’ altra attaccata al torace.
all’articolazione di questa coll’ acromio. L’al- B. Branca somministrata dalP ascel-
tra, più grossa, si sparge, con molti rami, so- —
lare nella fossa delV ascella. Questa bran-
pra la capsula articolare dell’ omero. Ambe- i'/d unica, la più grossa tra quelle che derivano

due si distribuiscono al deltoide, e al sopra- dall’ ascellare, è 1’ arteria scapolare inferiore,


spinato, anastomizzandosi colla scapolare su- indicata da altri anatomici col nome di sca-
periore. polare comune.

Branca inferiore. Discende fra il gran Arteria scapolare inferiore. Nasce
pettorale e il deltoide seguendo la vena cefa- (jucsta dalla parte inferiore dell’ascellare pres-
lica, e tosto si divide in molti rami che si na- so luogo in cui questo tronco muta nome,
il

scondono ne’ due muscoli e vi si perdono in- verso il margine inferiore del tendine del mu-

teramente, anastomizzati da una parte colle scolo infra-scapolare, coperta anteriormente,


toraciche, dall’ altra colle circonflesse. nella sua origine, dal plesso brachiale. Rivol-
^ Arteria toracica esterna superio- ta obbliquamente in basso, lungo il margine
re. Le più volte nasce da un tronco co- deir infra-scapolare, somministra quasi subito
mune coll’ \ acromiale talora deriva invece
: tre o quattro branche piuttosto voluminose
da questa. E varia in grossezza. Rivolta ob- che si recano trasversalmente alle glandolo
bliquamente all’ ingiù e all’ innanzi tra il pic- ascellari, e all’ infra-scapolare. La più grossa
ciolo pettorale ed il grande, si distribuisce, tra questa si profonda nella spessezza di code-
con molli rami, per questi due muscoli c al- : stomuscolo, vi si ramifica e vi si distribuisce
cuni di quelli traversano il gran pettorale c interamente.— Mentre che gitta codeste bran-
vanno alla mammella. —
E cosa molto comu- che, o subito dopo somministratele, la scapo-
ne a trovare parecchie altre toraciche supe- lare si divide in due branche considerabili,
riori derivare separatamente dall’ ascellare, l’una discendente o anteriore, 1’ altra trasver-
spargersi ai muscoli pettorali e agl’ interco- sale o posteriore.
stali ch’esse attraversano per anastomizzarsi Branca discendente. — Segue questa il

colle intercostali. margine anteriore dell’ omoplata fino al terzo


2 ^ Arteria toracica esterna inferiore inferiore di questa, situata sopra l’ infra-sca-
- “ La si è pure denominala toracica lunga polarc, tra il gran dorsale e il gran dentato,
iGo APÉ-AÌlECCBì DELLA VÌTÀ ÜE&AN1CA
circondata da mollò tessuto cellulare lasso. mero seguendo sempre prima sua direzione.
la

Si divide poscia in molti rami grossissimi ; In tale tragitto, somministra alcuni rami su-
alcuni de’ quali si portano al gran dentalo periori che ascendono, gli uni sul capo del-
si suddividono e si distribuiscono a
questo 1’omero per distribuirsi alla capsula e ai mu-
muscolo per tutta la porzione media e infe- scoli piccolo rotondo ed infra-spinato, gli al-

riore del medesimo. Gli altri si spandono su tri per la sostanza del deltoide dove si anasto-
tutta la faccia interna del gran dorsale, del mizzano coll’ acromiale. Altri rami men nu-
quale parecchi traversano le fibre per gittarsi merosi discendono sopra il deltoide fino ai
negl’ integumenti del dorso. Altri finalmente suo tendine. Finalmente la stessa arteria fini-
seguono il margine deiromoplata, si rivolgo- sce nascondendosi in questo muscolo, e vi si

no sull’ansolo inferiore di questo e ascendo- perde.


no verso l’ indietro per riunirsi a due rami Arteria circonflessa anteriore.—^
2.®
della branca trasversa. Codesta branca si riu- Nasce medesimo della precedente, dal-
al sito

nisce allarteria scapolare posteriore per mez- la quale spesso deriva. Sempre è ad essa mol-
zo di numerose anastomosi. to inferiore quanto a grossezza. Rivolta oriz-
Branca trasversale.— dalla sua ori- zontalmente all’ innanzi e al di fuori, scorre

gine, somministra questa al gran dorsale, pres- dal lato al superior margine del tendine dei
sa il suo tendine, un ramo considerabile; altri muscoli gran dorsale e gran rotondo, passa
ne somministra all’ infia-scapolare. Quindi si sotto il coraco-bracchiale e sotto la porzione
curva sul margine anteriore deU’omoplata, pas- breve del bicipite, e circondando Fornero, si
sa di mezzo ai muscoli gran dorsale e gran ro- caccia tra quest’osso e il muscolo deltoide
tondo, infra-scapolare e porzione lunga dçl bra- fino al solco bicipitale. In tale tragitto, rima-
chiale posteriore, per recarsi alla fossa infra- ne applicata sull’ omero dilferenza notabile
:

spinata. Prima di giungervi,manda, sul mar- dalla posteriore che si leva via sempre insie-
gine stesso dell’ omoplata, un ramo alquanto me al deltoide allorché si rovesci. I suoi ra-
notabile che si porta Ira la pelle e 1’ aponeu- mi, quasi tutti superiori, vanno a spargersi
rosi dell’ infra-spinato, e si divide in due ra- principalmente sulla capsula e sopra l’ infra-
mi secondari, l’uno de’ quali discende lungo scapolare presso la sua inserzione. 11 deltoide
il margine dell’ omoplata ; l’altro si ramifica non ne riceve che pochissimi. - Giunta al——
sull’aponeurosi e si perde, siccome il primo, solco bicipitale, l’arteria manda alcuni ramo-
per questa e per la pelle. •

La branca si cac- scelli discendenti alla parte inferiore di que-
cia poi sotto i muscoli piccolo rotondo ed in- sto solco distribueiitisi per la guaina fibrosa
fra-spinato, nella fossa dello stesso nome, ed che la riveste e vi si attacca. Quindi la circon-
ascende obbliquamente all’ insù e all’ indie- flessa passa sotto il tendine della lunga por-
tro, mandando tre o quattro grossi rami che zione del bioipite, si curva poi, e ascende dal
discendono nell’ infra-spinato e si suddivido- lato di questa lungo il solco, sempre situata
no. Finalmente passa sotto 1’ acromio, tra- esteriormente alla guaina fibrosa, e finalmen-
versa trasversalmente la fossa sopra-spinosa, te si perde in tale guaina, o nella capsula arti-
situata tra quest’ osso e il muscolo, e si ana- colare. Paragonando disposizione delle due
la
gtornizza colla branca profonda dell’ arteria circonflesse scorge, che la posteriore spetta
si

scapolare superiore. principalmente al deltoide, e 1’ anteriore al- |

C. Branche somministrate dalV ascel- P articolazione scapolo-omerale.


lare alla parte superiore del braccio. —
Ta- §. Ibi. Arteria brachiale. Sì esleii- ;

li branche, in numero di due, sono le ultime de questa dalla parte inferiore della fossa a- |

tra quelle somministrate dall’ascellare, che as- scellare, fino all’ articolazione del braccio col- j

sume, subito al di sotto di esse, il nome di 1’ antibraccio. Situata per la maggior par- ;

bracchiale. Si denominano circonflesse., e si te del suo tragitto, nella parte interna del j

distinguono in posteriore ed in anteriore. braccio, diviene p ù superficiale e più ante- i

i.^ Arteria circonflessa posteriore. — riore quanto più s’ inoltra verso T ingiù, fin- |

Nasce questa dalla parte posteriore dell’ ascel- che giunge alla parte media dell’articolazione
lare sotto il capo dell’ omero. La sua grossez- —
sopra la quale finisce. Anteriormente.,X‘'àX-
j

za, minore che quella della scapolare inferio- teria brachiale è coperta prima dal musco-
|

re, è superior a quella di tutte le precedenti lo coraco - brachiale da cui viene separata j

branche. Rivolta orizzontalmente all’ indie- mediante un celluloso intervallo piuttosto |

tro, circonda l’ omero passando fra l’ infra- largo. Più in basso , corrispoude per tutta
j

scapolare e il gran rotondo, poi sul davanti l’estensione del braccio al margine interno
della lunga porzione del brachiale posterio- del bicipite, al quale è immediatamente sot-
re, mandando a codesto muscolo parecchie di- toposta ; alla ripiegatura del cubito non è f
ramazioni. Quindi si caccia sotto il deltoide coperta che dall’ aponeurosi brachiale, dalla j

verso la parte media di sua lunghezza, e per- vena mediana basilica e dagl’ integumenti |i

viene così alla parte anteriore esterna dell’o- dond’ è separata da un tessuto cellulare adì- i-
SISTEMA ARTERIOSO i6i
poso. — Posteriormente^ è libera nella parte D. Branche interne —
Sono queste le
superiore, e mediante molto grasso, allonta- più moltiplicate e le più considerabili, e si
nata dal brachiale posteriore. Più in basso distinguono in superiori ed inferiori.
è sovrapposta interamente al brachiale ante- \P Branche interne superiori. So- —
riore. •

Internamente^ 1’ arteria brachiale no queste superficiali o profonde. Le su- —
è costeggiata dalla vena brachiale e dal ner- perficiali sono alquanto numerose, ma co-
vo mediano, che le seno contigue immediata- desto numero non è determinato. Alcu- —
mente : ed è separata dagl' integumenti me- ne di esse ascendono, appena nate, verso il
diante un tessuto cellulare più o meno adipo- margine anteriore della fossa ascellare, e si
poso. —Esteriormente ^ applicata presso portano anteriormente sopra il muscolo gran
l’ascella sull’ omero dond’è allontanata sol- pettorale od esteriormente sopra il deltoide i
tanto dal tendine del coraco-brachiale cor- e qui, dopo un tragitto più o meno lungo, si
risponde più inferiormente ai muscoli bi- perdono, anastomizzandosi colle toraciche e
cipite e brachiale anteriori riuniti, e del tut- colle circonflesse. — Le altre si portano tra-
to in bas^o al tendine del bicipite. — Adun- sversalmente al di dentro e all’ indietro, cir-
que solo presso l’ascella, sopra il brachia- condano la lunga porzione del brachiale po-
le anteriore, l’arteria brachiale si trova vi- steriore, nella quale si profondano a poca di-
cina ad una superlicie ossea ; considerazio- stanza dalla superiore sua inserzione, e si di-
ne importante nella pratica chirurgica per vidono in rami che si spargono pel muscolo,
l’applicazione de’ mezzi compressori atti ad seguendo, in aito e in basso, la direzione del-
arrestare e ad impedire 1’ emorragia. — Le le sue fibre. Le ultime nascono più in
branche somministrate dall’arteria brachiale basso, e si rivolgono all’ ingiù, le une poste-
possono distinguersi in anteriori, posteriori, riormente distribuendosi nella lunga porzio-
esterne ed interne. ne dei brachiale posteriore, le altre all’ in-
A. Branche anteriori. — Appartengo- nanzi per gittarsi nella porzione interna di
no tutte al muscolo bicipite e agl’ integu- esso. Tra queste se ne discerne ordinariamen-
menti. Queste ultime sonò piccolissime e in te una che accompagna il nervo cubitale sino

numero indeterminato; quelle del bicipite, allaparte inferiore dei braccio; qui essa si ana-
più grosse, variano anch’ esse in numero. Di stomizza, presso la tuberosità interna deli’ o-
ordinario se ne troiano costanti una o due mero, coi rami della branca interna inferiore.
verso il terzo superiore del braccio. Rivolte D’ ordinario non ci ha che una sola branca
un po’ obbliquamente all’ innanzi e all’ingiù, profonda^ sempre grossissima. Talora deriva
si dividono tosto in più rami che penetrano questa dalla circonflessa posteriore o anche
Ja spessezza del muscolo seguendo la loro pri- dalla scapolare inferiore ma le più volte la si
;

mitiva direzione, situati a principio tra’ più vede nascere dall’ arteria brachiale sopra la
considerabili fasci, poi suddivisi in sottili ra- inlerna porzione del brachiale posteriore, a
moscelli che si perdono tra le fibre partico- livello del sito in cui il nervo radiale circon-
lari. Si possono seguire benissimo i primi ra- da 1’ omero per recarsi all’ indietro. Codesta
mi fino al terzo inferiore del muscolo. branca segue i! tragitto del nervo radiale, si-
B. Branche posteriori. — Sono estre- tuata al di sopra di questo, e si caccia tra la
mamente corte e incerte di numero. Nate dal- lunga porzione del brachiale posteriore, e
la brachiale si cacciano subito nel muscolo r omero circondandolo all’ indietro e all’ in-
brachiale anteriore, e vi si suddividono in ra- giù. Giunta alla metà della parte posteriore
mi che tengono varie direzioni. Gli uni si reca- del braccio, passa tra 1’ omero e l’aponeurosi
no in basso, eseguono il muscolo fino al suo che riunisce la porzione esterna del brachia-
tendine; tra questi se ne scorgono alcuni uscen- le posteriore al brachiale anteriore, esce e-
ti dal brachiale poco dopo entrativi, i quali, steriorraente fra mezzo a questi due muscoli,
mutando direzione, vanno al muscolo bici- e diviene superficiale. Allora si rivolge, per
pite dove finiscono. Altri rami s’ incurKano al- alcun tratto, perpendicolarmente in basso, e
l’innanzi, e seguono il muscolo brachiale ante- si divide poi, a<l una distanza maggiore o mi-

riore, fino alla sua origine. Tra questi ne ho nore dall’ articolazione del cubito, in due ra-
veduto uno, molto considerabile, ascendere mi, I’ uno de’ quali segue la direzione della
obbliquamente al di fuori d’ infra il brachia- branca per andare a perdersi nel brachiale
le e 1’ omero, e gittarsi nel muscolo deltoide posteriore un poco sopra l’ inserzione di esso
e in esso finire. nell’ olecrano ,
mentre che i’ altro si rivolge
C. Branche esterne. — Sono queste ra- all’ infuori fra brachiale anteriore e gl’in-
il

mi piuttosto piccoli, poco numerosi e poco tegumenti e finisce con molte suddivisioni o
moltiplicati, alcuni de’ quali si gitlano nel per questi, o al muscolo grande supinatore
muscolo coraco-brachiale, altri passano tra presso la sua origine. Altre volte la branca
il bicipite e il brachiale anteriore, 6 vaiono profonda continua 1' obbliquo suo corso tra
a perdersi per gl’ integumenti. 1’ omero e le tre porzioni del bra^ehiale
Encicì. Med. T. IL 21
163 APPAHECICHI DELLA TITA ORGANICA

sleriore, fino a poca distanza sopra della


al di anteriore dell’ antibraccio, 1’ arteria brachia-
tuberosità esterna dell’ osso, e qui si anasto- le si divide in due arterie secondarie deno-

mizza con un’ altra branca somministrata in minate radiale e cubitale. Ma innanzi a que-
basso dalla brachiale, sicché forma un arco sta divisione, manda alcuni piccoli rami inter-

trasverso che abbraccia esteriormente l’ome- ni, che vanno al fascio muscolare inserito nel-
ro. 1 rami derivanti da quest’arco si portano l’ interna tuberosità, e vi si distribuiscono. —
in basso all’articolazione omero-cubitale, non Non è perfettamente costante il punto ove na-
che air inserzione dei muscoli estensori della sce la divisione dell’ arteria brachiale. Tal-
jnano. — Parimenti la branca profonda at- volta questa ha luogo sopra la piegatura del
tornia esattamente 1’ omero, e si trova inter- -Cubito, o anche verso la parte superiore del
na nella sua origine, posteriore nel suo tragit- braccio, somministrando allora la cubitale
to, esterna nella sua terminazione. —
E som- r interna branca che partiene, altronde, alla
ministra, per tntta la sua estensione, molti brachiale.
rami, de’ quali i più nascono presso l’origine I. Arteria radiale. —E la più superfi-
di essa. Di tali rami, gli uni sono poste- ciale, e si trova nella stessa direzione della
riori, esterni gli altri. I rami posteriori di- brachiale che la produce. Discende un po’ ob-
scendono, più o meno obbliqui, nella spessez- bliquamente verso la parte anteriore esterna
za del brachiale posteriore, e dopo certo tra- dell’ antibraccio fino all’ articolazione carpo-
gitto vi si suddividono: uno tra essi discernesi radiale ; qui si volge al di fuori, passa obbli-
per la lunghezza e per la costante esistenza. quamente sotto i tendini estensori del pollice,
Nato dalla profonda poco dopo la sua origine e giunge nell’ intervallo tra le due prime ossa
e talora eziandio separatamente dalla bra- del metacarpo. Si caccia fra il secondo degli
chiale, discende prima per la porzione inter- anzidelti ossi e il primo muscolo interosseo
na del bracchiale posteriore, continua il suo dorsale, e si porta nelle profonde parti della
corso per la massa comune di questo musco- palma della mano, ove finisce formando 1’ ar-
lo, dove finalmente si perde presso l’olecrano. co palmare profondo. — Si deve adunque con-
-— I rami esterni si portano tra 1’ omero e siderare l’arteria radiale in tre luoghi : uel-
l’antibraccio, dov’è quasi verticale; alla giun-
la porzione esterna del brachiale posteriore,
e finiscono al periostio e al brachiale anterio- tura carpo-radiale, ov’ è molto obbliqua al di
re'presso l’origine difesso. —E parimenti dalla fuori e all’ ingiù ; nella mano ove diviene tra-
branca profonda, verso parte media del suo
la sversale al di dentro.
tragitto, nasce il ramo nutritivo dell’osso. A. Porzione anti-bracliiale. Poste-
Branca interna inferiore. Na- riormente., questa porzione corrisponde, per
sce questa dalla brachiale, quasi un pollice tutta la sua estensione, al radio
;
ma n’ è se-
sopra la tuberosità interna dell’omero, si in- parata superiormente da molto adipe e dal
volge trasversalmente al di dentro, davanti muscolo piccolo supinatóre più in basso, dal
;

del brachiale anteriore, e aitraversa, secondo maggior flessore del pollice e finalmente dal
;

la sua larghezza, 1’ aponeurosi intermusco- piccolo pronatore. Sotto a questo muscolo


lare. Nell’ attraversarla, muta direzione, e si poggia essa immediatamente suH’osso.—
divide in due rami.' ——
L’ uno segue il mar- riormente., la radiale, coperta dalla sua vena
gine omerale fino alla tuberosità interna, so- satellite, corrisponde d’ogni parte all’aponeu-
pra la quale, suddividendosi, si anastornizza rosi e alla pelle, ma n’ è allontanala al di so-
colla ricorrente cubitale anteriore. Uno tra pra da molto grasso, più in basso dall’ eleva-
questi rami secondari si gitta fra la tuberosità tezza che formano ai lati di essa i muscoli
ei’olecrano, e accompagna il nervo cubitale grande palmare e grande supinatore ; e solo
nell’ antibraccio fino a certa distanza. —
L’al- nel terzo inferiore dell’ antibraccio codesti
tro ramo si porta all’ indietro, si profonda muscoli essendosi mutati in tendini, l’ arteria
nella cavità olecranica, nella quale si suddivi- si trova sottoposta immediatamente agl’invo-
de , e poi si perde nel brachiale anteriore lucri aponeurotico e cutaneo, attraverso i qua-
presso l’inserzione di questo, Gli altri ra- li se ne possono sentire le pulsazioni. In-
ini somministrali da codesta branca nel suo ternamente., la radiale corrisponde al gran
breve tragitto non meritano considerazione, pronatore, al grande palmare e al flessore su-
stante la poca loro grossezza e questi si per-
; perficiale delle dita. —
Esteriormente., cor-
dono nel brachiale anteriore e nel brachia- risponde al supinatore grande. —
Le branche
le posteriore. — Sovente si trova una seconda somministrate dalla radiale all' antibraccio
branca interna inferiore che nasce più in bas- possono distinguersi in anteriori, posteriori,
so dell’ anlidetta, prende una direzione tra- esterne ed interne.
sversale, quindi incurva sul brachiale an-
s’ Branche anteriori.— piccolissime,
teriore pel quale si perde. —
Giunta un poco assai moltiplicate, di numero incerto, 'Lutte at-
al di solfo della piegatura del cubito, laddove traversano r aponeurosi, e vanno a distri-
il lendine del bicipite si caccia tra’ muscoli buirsi per gl’ integumenti.
SISTEMA AP. l’KftlOSO

Branche posteriori. —
Piccolissime an- muscoli del pollice, all’ aponeui'osi e agl’in-
cììe queste, si recano al flessor maggiore del tegumenti della palma della mano.
pollice e al piccolo pronatore : molte si reca- B. Porzione carpica. Si estende que- —
no obhliquamente, per qualche tratto, alP in- sta dalla parte inferiore del radio fino al pri-
giù sopra questi muscoli innanzi che vi pene- mo spazio interosseo il luogo in cui ha co-
:


trino. minciamento, è segnato dai tendini riuniti dei
Branche esterne. —
Se ne tro\^a costan- muscoli grande abduttore e piccolo estensore
temente una alquanto voluminosa, che nasce del pollice, e quello in cui a un dipresso ha il
dalla radiale, fino dalla sua origine, e si deno- suo termine dal tendine dell’ estensor grande
mina la ricorrente radiale anteriore. Rivol- del pollice. Coperta, nella sua parte esterna,
ta trasversalmente verso il grande supinatore, da questi, la radiale corrisponde internamen-
ascende poi tra questo e il brachiale anterio- te ai legamenti immediati del carpo e all' e-
re fino in vicinanza alPolecrano. Molti rami stremità superiore del primo osso metacar-
derivanti dalla sua convessità si gittano nei piano. —
Le branche da essa somministrate si
muscoli supinatori grande e piccolo, e vanno distinguono in esterne ed interne.
ancora fino ai radiali. Quelli con cui termina Branche esterne. Tutte spettano al
si perdono nella brachiale anteriore e nella pollice e se noverano d’ ordinario tre.
; La —
posteriore, anastomizzandosi coi rami della prima nasce dalla radiale nel punto in cui
branca profonda, somministrata superiormen- s’ infossa al di sotto de’ tendini dell’abduttore

te dair arteria brachiale. Talvolta la ri- maggiore e del piccolo estensore ; discende
corrente radiatesi immerge tutta quanta nel costeggiando sifflitti tendini fino all’inserzio-
grande supinatore, e ascende tra le sue fibre, ne superiore del muscolo piccolo abduttore
anziché ascendere tra esso e il brachiale an- del pollice, nel quale poi si distribuisce. La —
teriore. Del resto la distribuzione è la stessa. seconda nasce al di là degli stessi tendini ; e
Le altre branche esterne son numerose, la si denomina branca dorsale del pollice ^
ma niuna è costante discendono obbliqua-
: delle tre la più costante. Discende sopra la
mente, e si gittano o nel grande supinatore e faccia convessa del primo osso metacarpiano
ne’ radiali, ovvero inferiormente sui musco- e sulla prima falange del pollice, accostandosi
li grande abduttore e piccolo estensore del sempre al loro margine radiale, dove finisce
pollice, rivolgendosi intorno al radio. anastomizzandosi coll’esterna collaterale della
'

B ranche interne. Ancora più nuraero- stesso dito.1 suoi ra-mi, piccolissimi com’essa

se d’assai, discendono obbliquamente in dire- è, perdono


si al periostio, agl’integumenti
I

zioni un poco diverse, e vanno a distribuirsi e nel muscolo piccolo abduttore. La terza —
per tuttimuscoli costituenti
i il primo strato nasce al di là del tendine del grande estenso-
anteriore dell’ anti-braccio. — Due di codeste re. Discende, costeggiandolo, lungo il margi-
branche sono costanti ; e sono gittate dalla ne cubitale del primo osso metacarpiano, ai
radiale subito innanzi che abbandoni 1’ anti- quale forma una piccola collaterale. I tenui
braccio. Delle quali, una piccolissima e pro- suoi rami si spargono esteriormente per la
fondissima, s’ incammina trasversalmente se- faccia dorsale dell’osso ; internamente si per-
guendo il margine inferiore del piccolo pro- dono nel primo muscolo interosseo dorsale.
natore, e subito si auastomizza con una somi- Branche Appartengono al car-
gliante branca
derivante, allo stesso luogo, po ed metacarpo, e se ne noverano d’ or-
al

Da questa spezie di arco sor-


dalla cubitale. dinario due. — —
La prima, costante, è cono-
i»'

gono alcuni rami superiori pel piccolo prona- sciuta sotto la denominazione di branca dor-
tore, alcuni inferiori pei legamenti del carpo.
; sale del carpo. Nata dalla radiale, in mezza
f L’ altra branca è superficiale e si rivolge ai tendini del pollice, si rivolge trasversalmen-
ii molto obbliquamente davanti il legamento te sulla faccia dorsale del carpo, coperta po-
'
anellare del carpo donde perviene alla palma
i
steriormente dai tendini de’ radiali e dell’ e-
della mano. Varia n’ è assai la grossezza, an-
ì stensore digitale, e sovrapposta anteriormente
che sopra i due arti dello stesso individuo. ai legamenti che uniscono al metacarpo il car-
Ora in fatti piccolissima si perde, con alcu-
;
po. Giunta al margine cubitale del carpo, si
ì; ni ramoscelli, pei muscoli del pollice e per anastomizza con una simile branca della cu-
I
gl’integumenti; ora, grossissima, attraversa bitale ; altre volte finisce suddividendosi in
(
in parte la grossezza di codesti muscoli, e va tenui rami. In tale tragitto, manda alcuni ra-
I ad anastomizzarsi coll’estremità dell’arco pal- mi superiori ed inferiori, l primi, la maggior
“ mare superficiale formato dalla cubitale. Ho parte cortissimi, si ne’ numerosi le-
perdono
I veduto codesta branca comunicare soltanto gamenti «,die uniscono le ossa del carpo tra lo-
] per mezzo d’ un ramo con siffatto arco, poi ro, e all’antibraccio ; alcuni, più lun-
. discendere sopra
muscoli del pollice, e divi-
i vanno^- a perdersi fino nella sostanza dei
ghì,^^

[ dersi nelle due collaterali per questo dito. In muscoli posteriori dell’ antibraccio, e si ana-
b ogni caso^ codesti rami spettano al fascio dei stomizzano'coliB branca interossea anterlofi®.
APPAEECCHI DEL f-A VITA OIìGANICA

1 rami inferiori, più lunghi, sono di numero piccolissime. Nate dalLarco si gitfano nei mu-
indeterminato ^ discendono in mezzo alle ossa scoli Jornbricoidi pe’ quali si perdono.

del metacarpo, comunicano, mediante alcuni Branche posteriori. Se ne noverano


ramoscelli, co’ rami perforanti dell’ arco pal- d’ ordinario tre conosciute sotto il nome di
mare profondo, indi continuando il loro tra- perforanti., perchè subito dopo la loro origi-
gitto sopra muscoli interossei dorsali, si di- ne attraversano i muscoli interossei corrispon-
stribuiscono per questi muscoli e per gl’ inte- denti per anastomizzarsi, sul dorso della ma-
gumenti.. —
La seconda branca interna, deno- no, co’ rami della branca dorsale del carpo —
minata da alcuni la dorsale del metacarpo^ Dopo aver somministrate codeste branche,
nasce dalla radiale subito innanzi che questa porzione palmare della radiale finisce anasto-
s’immerga nella spessezza del primo interos- mizzandosi con una branca profonda della
seo dorsale, poi si rivolge obbliquamente so- cubitale, sotto i muscoli piccolo flessore e op-
pra la faccia dorsale del secondo osso meta- ponente del piccolo dito.
carpiano ; e qui, tenendo qualche volta la me- 2 .® Arteria cubitale. Nata al luogo
desima direzione, percorre parimente la me- stesso della radiale, è più grossa che questa ;

tà del dorso della mano e alcun’ altra, anzi


;
e, dopo la sua origine, discende obbliquamen-

le più volte, discende sopra il secondo osso e te al di dentro, si profonda fra lo strato mu-
sulla posterior parte dell’ indice, dove si per- scolare profondo dell’ antibraccio e io strato
de. I ramoscelli di essa distribuiscono inter-
si muscolare superficiale, del quale interseca la
namente al primo interosseo dorsale, esterior- direzione; e giunta versb il termine del terzo
mente si perdono sul dorso della mano ana- superiore dell’antibraccio, esce dalla parte in-
storaizzandosi co’ rami inferiori della dorsale feriore degli anteriori muscoli nel luogo in
del carpu. cui il flessore digitale superficiale si allontana
C. Porzione palmare. Entrando nella— dal cubitale anteriore, e diviene verticale fino
mano pel primo spazio interosseo, la radiale in vicinanza all’ osso pisiforme, dov’ è quasi
sidivide in due grosse branche. L’ una di- — tanto superficiale chela radiale. Rivolta allora
scende tra’muscoìi piccolo flessore del pollice obbliquamente al di fuori, passa sul legamen-
e primo interosseo dorsale fino alla prima fa- to anellare anteriore del carpo, e perviene
lange del pollice, e qui si divide in due rami, alla palma della mano, dove finisce formando
r uno de’ quali segue il margine cubitale del r arco palmare superficiale. — Così, mutando
pollice, 1’ altro il margine radiale dell’ indice, due volte direzione, l’arteria cubitale forma
anastomizzandosi, all’eslremità di queste dila, due curvature, l’una superiore sotto i musco-
co’ rami collaterali opposti. —
L’ altra branca li, l’altra inferiore presso la mano, e si trova

si porta trasversalmente fino in vicinanza del al suo termine in linea retta colla sua origine.
dito anellare, formando una lieve curvatura '-^Anteriormente., la cubitale, coperta in al-
colla convessità in basso, la concavità in alto : to dalla riunione de’ muscoli pronatore mag-
e questa è 1’ arco palmare profondo. Coper- giore, grande e piccolo palmare, flessore su-
ta anteriormente dal muscolo abduttore del perficiale delle dita e cubitale anteriore, cor-
pollice, mediante tendini dei due flessori di-
i rispondente in basso all’ aponeurosi ed alla
gitali, e dai lonibricoidi, corrisponde poste- pelle, dalla quale non è slontanata che me-
riormente all’ estremità superiore delle ossa diante alcune elevatezze laterali del flessore
del metacarpo e ai muscoli interossei. Le superficiale e del cubitale, è nascosta intera-
branche somministrate da essa possono distin- mente nellamano, dal muscolo palmare cuta-
guersi in superiori, inferiori, anteriori e po- neo e dall’aponeurosi palmare. —
Posterior-
steriori. mente., la cubitale corrisponde prima al bra-
Branche superiori. —
Sono poco nume- chiale anteriore, poscia, per tutto antibrac-
1’ -

rose. Nate dalla concavità dell’arco, ascendo- ciò, al flessoì’e profondo delle dita, quindi, i

no sul carpo e vi si perdono ramificandosi. nella mano al legamento anellare e ai tendini



ì

Branche inferiori. Sono le più grosse riuniti de’ due flessori. Internamente, è
e le più lunghe ; e se ne noverano d’ ordina- costeggiata dal nervo cubitale e dal muscolo
rio cinque.— Le quattro prime seguono gli spa- cubitale Anteriore, e corrisponde finalmente
zi interossei dal secondo fino all’ultimo. Giun- all’ osso pisiforme innanzi che si rechi alla
te ai capi delle ossa metaoarpiane si dividono mano. Èsteriormente., non ha considerabili
in parecchi rami discendenti sui lati di cia- attinenze che nella sua porzione antibrachia-
scun dito, e si anastomizzano coi rami colla- le superficiale, ove le scorre da Iato il musco-
terali somministrati dall’ arco palmare super- lo flessore superficiale delle dita. Subito- '

ficiale. —
La quinta discende un po’ obbliqua- dopo la sua origine, la cubitale manda inter-
mente tra’ muscoli piccolo flessore ed oppo- namente una piccola branca che ascende, fra J

nente del piccolo dito, ne’ quali si ramifica e ilbrachiïile] anteriore e l’ inserzione comune
si perde. de’ muscoli superficiali dell’ antibraccio, fino j

Branche anteriori. ‘“Sono cortissime e alla tuberosità interna dell’ omero, dove si f
SÌSTS-IìlfA ABTF.KTOSO

anaslomìzza colla branca interna inferiore medesima.


dalla cubitale —
La branca inter-
somministrata dalla brachiale. La si denomi- ossea anteriore discende verticalmente sul
na ricorrente cubitale anteriore. "Per pre- — legamento iuterosseo, situata tra’muscoli fles-
sentare un’ ordinata descrizione delle altre sore profondo delle dita e flessor maggiore
branche notabili somministrate dalla cubitale, del pollice, i quali, riunendosi, la ricoprono..
conviene considerare codest’ arteria nella sua La sua grossezza dirainusce a misura che s i-
porzione antibrachiale profonda, nell’ anti- noltra. Finalmente si caccia sotto il piccolo
brachiale superficiale, nella palmare. pronatore, conservando la stessa direzione ; e
A. Porzione antibracchiale profonda. giunta verso la vicendevole giuntura delle
-— Si estende obbliquamente in basso e al di ossa ulna e radio, attraversa il legamento,
dentro dall’ origine della cubitale fino al ter- continua lo stesso corso all’ indietro verso il
mine del terzo superiore dell’ antibraccio. carpo, dove si riunisce, ora tuttaquanta, ora
Le branche somministrate qui dalla cubitale per mezzo di due rami, colla branca dorsale
sono esterne, anteriori e posteriori. del carpo somministrata dalla radiale.
Branche esterne. La più grossa e la Nel suo tragitto, l’ interossea anteriore manda
più costante nasce a livello della inserzione in- dei rami laterali, anteriori e posteriori. Nu-
feriore del brachiale anteriore. La si doman- merosi sono i rami laterali. Rivolti trasversal-
da rifforrente cubitale posteriore. Rivolta — mente o obbliquamente in basso, sì distribui-
trasversalmente sul davanti del flessore pro- scono, esteriormente, al grande flessore del
fondo delle dita, ascende subito, tra il musco- pollice, internamente al flessore profondo del-
lo cubitale anteriore e 1’ articolazione omero- le dita. I rami anteriori nascono specialmente
cubitale, contigua al nervo cubitale; e giunta nel luogo in cui l’interossea è coperta dal pic-
fra l’ olecrano, si ana-
interna tuberosità e 1’ colo pronatore, e si distribuiscono a questo
storaizza con un ramo considerabile della muscolo. I rami posteriori, moltiplici, e picco-
branca interna inferiore gittata dalla bra- lissimi i più, traversano il legamento, e vanno
chiale. Dalla convessità di essa parecchi rami a diramarsi pel muscoli profondi della par-
sorgono che discendono nella sostanza del te posteriore dell’ antibraccio anastoraizzan-
muscolo flessore profondo delle dita e del cu- dosi con quelli dell’ interossea posteriore. —
bitale anteriore pe’ quali si distribuiseono. Al- La branca interossea posteriore traversa il
cuni attraversano il cubitale e la sua aponeu- legamento seguendo la direzione primitiva
rosi e recano alla pelle.
si —
Le altre branche dell’arteria, e si trova alla parte posteriore
esterne sono poco notevoli, e si gittano nel deir antibraccio, sotto il muscolo anconeo.
flessore superficiale e nel cubitale anteriore. Qui si divide in due secondarie branche quasi
Branche anteriori. —
Sono numerosis- ugnali in grossezza. —
L’una assume il nome
sime, e vanno tutte a spargersi pei muscoli à\ ricorrente radiale posteriore: e questa
dello strato superficiale, dove si perdono. — ascende tra 1’ anconeo e il muscolo cubitale
Una sola è notabile quanto a grossezza e lun- posteriore fino alla tuberosità esterna dell’o-
ghezza, derivante spesso dall’ arteria interos- mero, dove sì anastomizza con alcuni rami
sea. Rivolta obbliquamente all’ innanzi e al- della branca profonda, della brachiale. Altre
1’ ingiù,costeggia posteriormente il nervo volte ascende verticalmente tra le due ossa,
mediano e lo accompagna sino alla parte in- coperta all’ indietro dal muscolo anconeo, va
feriore dell’ antibraccio, dove finisce. 1 rami ad anastomizzarsi, presso la tuberosità ome-
laterali, che somministra in tale tragitto, ab- rale interna, colle ricorrenti cubitali. 1 rami
bracciano il nervo mediano e si profondano che manda nel suo tragitto vanno aU’anconeo,
nel muscolo flessore superficiale, tanto più al cubitale posteriore e al brachiale poste-
grossi e lunghi quanto più in alto si esaminino. riore. —
L’altra conserva il nome d’ interos-
Branche posteriori. -- —
Tra queste la sea posteriore., la quale discende perpendi-
sola arteria interassea merita una descri- colarmente tra i due
muscolari poste-
strati
zione particolare. Nasce questa un poco riori dell’ antibraccio. Scemata in grossezza
al di sotto della tuberosità bicipitale del ra- nella sua parte inferiore, si porta sidla faccia
dio e la sua grossezza è sovente quasi uguale dorsale del carpo, ove si anastomizza coll’ in-
;

a quella della cubitale. Rivolta orizzontalmen- terossea anteriore. —


In tale tragitto, manda
te all’ indietro verso il legamento iuterosseo, alcuni rami anteriori che vanno a spandersi
sLdivide, dopo il corso di poche linee, in due pei muscoli grande abduttore, piccolo e gran-
branche considerabili denominate, com’ essa, de estensore del pollice, ed estensore dell’ in-
interassee., e distinte in anteriore ed in po- dice e alcuni rami posteriori che vanno ai

t
steriore. f —
Nel breve spazio che occupa l’ar-
teria interossea gitta alcune piccole branche
;

muscoli cubitale posteriore ed estensore delle


dita. Fra questi se ne ti’ova, assai volte, uno
ai muscoli profondi, e talvolta quella ond’ è hingbissimo che discende, costeggiando i mu-
accompagnato il nervo mediano, quantunque scoli grande abduttore e piccolo estensore
sovente, come dicemmo, quest’ ultima derivi del pollice e va a perdersi separatamente
,
ii>G APPARECCHI DELLA VITA ORGANICA
per la superficie dorsale del carpo presso Osseroazioni intorno la disposizione
il

radio. generale del sistema arterioso negli arti


B. Porzione antibrachiale superficia- superiori. —
Abbiamo osservato che un solo
le. — Si estende verticalmente dal luogo che tronco vascolare somministra a ciaschedun ar-
i muscoli cubitale anteriore e flessore superfi-* to superiore tutte le arterie che ad esso spet-
ciale delle dita si allontanano runo dall’altro, tano. Codesto tronco, nato dall’aorta all’ u-
fino alla parte esterna dell’ osso pisiforme. — scire di essa dal petto,forma subito, volgen-
Alquanto numerose sono le branche eh’ essa dosi esteriormente, una gran curvatura che
manda, anteriormente alla pelle e lateral- ,
abbraccia la prima costa, indi allontanasi suc-
mente ai muscoli che la circondano, ma nella cessivamente dal petto, e discende verticale
loro disposizione incostanti eccetto che verso lungo il braccio fino alla parte, inferiore di
il carpo. Qui si trova una piccola branca e- questo. Qui si divide in due grosse branche
sterna, che si porta trasversalmente sotto il che seguono 1’ antibraccio per tutta 1’ esten-
margine inferiore del piccolo pronatore, e si sione di esso, e si curvano alla perfine, in di-
riunisce ad una simile branca della radiale. rezione opposta l’ una all’ altra, nella spes-
Un’altra branca, un po’ più considerabile, sezza della mano, e finiscono anastomizzando-
nata internamente dalla cubitale, passa sot- si insieme o tra sè, o mediante i loro precipui
to il muscolo cubitale anteriore, e ora discen- rami. Gittiamo uno sguardo rapido sul
<le verticalmente sul bordo radiale della ma- complesso de’ vasi somministrato da codesto
no, sopra cui si perde, ed ora va ad incontra- unico tronco nelle sue tre parti, e sopra le due
re la branca dorsale del carpo, colla quale si branche onde ha il suo termine, i.® Le bran-
riunisce che derivanti dalla sotto-claveare possono ri-
C. Porzione palmare. —
Quando la cu- dursi a tre ordini. Alcune spettano al collo :

bitale ha oltrepassato l’osso pisiforme, di- e di queste le più considerabili sono la tiroi-
scende prima verticalmente sul davanti del dea inferiore e la cervicale profonda. La pri-
legamento anellare, indi si curva esteriormen- ma si perde quasi tutta nella glandola tiroi-
te sulla palma della mano, formando 1’ arco dea, somministrando solo molti rami ai mu-
palmare superficiale., la cui convessità guar- scoli anteriori del collo. La seconda spetta in
da concavità corrisponde al carpo.
le dita, la ispezialità ai muscoli posteriori del collo, e
— La concavità manda alcuni piccolissimi ra- solo alcuni rami fornisce agli scaleni. 11 se- —
mi ai muscoli lombricoidi ed al legamento condo ordine di branche è destinato alla spal-
anellare. Ma la convessità manda ordina- la ;
da due tronchi principali; cioè le
e deriva
riamente cinque branche notevoli delle quali scapolari posteriore e superiore, che hanno,
novero dal di dentro al di fuori.
si fa il La — sovente aneli’ esse, comune 1’ origine. Ambe-
prima discende obbliquamente al di dentro due spettano principalmente alle fosse sopra-
sui muscoli del dito auricolare, del quale per- spinosa ed infra-spinosa dell’ omoplata, e ai
viene al margine radiale per formarne il ramo muscoli che muovono posteriormente que-
collaterale interno. Nel suo tragitto, manda st’ osso. —
Finalmente il terzo ordine, forma-
molti ramoscelli ai muscoli del piccolo dito. to dalle arterie intercostale superiore e dalla
— — Le altre quattro branche discendono ne- toracica interna, partiene alla cavità del tora-
gli spazi interossei, epervengono così fino ai ce. L’ intercostale^si distribuisce alla parte su-
capi delle ossa del metacarpo. Qui ciaschedu- periore di questo. La toracica interna, distri-
na si divide in due rami che seguono i mar- buita per la sua parte anteriore, finisce con
gini corrispondenti delle dita auricolare, me- numerosi rami sparsi al diaframma,
e alla pa-
dio e indice, e il margine cubitale del pollice.
Tali rami collaterali si anastomizzano insieme
rete anteriore dell’ addoraine. Quest’ ultima—
arteria è indubitatamente la più notabile tra
ad arco all’ estremità di codeste dita, sulle quelle derivanti dalla sotto-claveare essendo ;

quali spandono alcuni tenui ramoscelli ante- quella che percorre il più lungo tragitto, e
riormente e posteriormente. I due archi statuisce finalmente, mediante la sua grande
palmari presentano numerose diversità nella anastomosi coll’epigastrica, la più diretta co-
mutua loro disposizione. D’ ordinario il mag- municazione tra il sistema arterioso degli arti
gior numero delle branche è fornito dalla su- superiori e quello degl’inferiori. Del resto tale
perficiale. Ma altre volte finisce alla
metà del- comunicazione vuole essere riguardata sem-
la manosolo somministrando due branche in- plicemente dal lato anatomico, essendo io lon-
terossee, 1’ una ai muscoli del dito auricolare tanissimo dall’ ammettere, siccome dimostra-
e al margine cubitale di esso, l’altra al quar- te, le conseguenze fisiologiche che altre volte
to spazio interosseo, divisa in due collaterali se ne sono dedotte. (Nota. Si sa come i fisio-
pel margine radiale dell' auricolare, e pel cu- loghi abbiano lunga pezza, considerata 1’ a-
bitale del medio. Tutte le altre branche digi- nastomosi della toracica interna coll’ epiga-
tali derivano allora dall’ arco palmare pro- strica quale naturai mezzo delle simpatiche
fondo. relazioni che legano tra sè, nella donna, gli

I
SISTEMA ARTERIOSO U>7

organi genllairai mamaiaiii spiegazione per


: grosse e ravvicinale. E’ sembra eziandio che
certo ingegnosa e, a prima giunta, speziosa, abbiaci qui una sproporzione trai vaste gli or-
ma non legata abbastanza rigorosamente ai gani, essendo la mano più provveduta ancora
fatti, e non applicabile a molti di essi. ) 2.° Le di tendine che non sia di muscoli, e le più
branche somministrate dall’ascellare possono, considerabili tra le branche essendo le colla-
in pari modo, essere distinte in tre ordini. Le terali situate sopra le dita, ove non esiste
une partengono al petto ed alla mammella: Jiiun muscolo. Non si può certo pensare che
sono le toraciche. Le altre spettano alla spalla: questi ultimi vasi sieno destinati semplicemen-
sono prodotte da un solo tronco, e si distri- te alla nutrizione delle parti per le quali si
buiscono principalmente alle fosse infra sca- spargono. Le mutue loro anastamosi ad arco,
polare e infra-spinosa. Le ultime, destinate il poco numero de’ rami che somministrano,
alla parte superiore del braccio, sono le cir- tutto concorre a distornarci da tale pensamen-
conflesse e la maggior parte deli’ acromiale, e to. Adunque è mestieri ricorrere qui aU’altro
si distribuiscono interamente all’ articola- importante scopo della circolazione generale,
zione e al muscolo deltoide, la essenziale po- riconosciuto e dimostrato dal Bichat, cioè
tenza che opera i grandi movimenti dell’ o- P eccitamento degli organi destinati ad ope-
mero ; 3 .° si deve notare che la brachiale rare grandi o importanti funzioni. E allora
fornisce, in poco numero, le branche. Quasi si osserverà come la mano sia il principale

tutte nascono dalla parte superiore di essa. Le organo della locomozione, massime di quella
une, poco moltiplicate, si profondono tosto locomozione destinata al tatto la quale, per-
nei muscoli bicipite e brachiale anteriore chè possa utilmente esercitarsi, deve essere
seguendo codesti muscoli perfino in vicinanza tanto sicura e precisa che rapida e svariata ;
alla loro inserzione inferiore. Un’altra, molto nè ci meraviglieremo se necessario riesce, in
1
più considerabile e rilevante, circonda l’ome- sififatto organo, un considerabile movimento

!
ro nella parte interna e postei'iore per distri- arterioso. Tale importante corrispondenza si
buirsi al brachiale posteriore, e finisce, me- potrebbe agevolmente ridurre alla massima
diante numerose anastomosi colla radiale e evidenza mediante alcuni ragguagli fisiologi-
I colla cubitale, ai dintorni dell’ articolazione ci più diffusi, se questo fosse il luogo di ar-

1 del cubito. Siffatta disposizione vascolare, es- restarvisi.


j senziale a conoscersi nella pratica chirurgia,
j dà ragione del come la circolazione può raan- III. DELLE ARTERIE SOMMINISTRATE DALl’aoRTA
j tenersi nell’ antibraccio malgrado la legatura NELLA SUA PARTE TORACICA.
f dell’arleria brachiale, e addita , quale altezza

[j
può venir praticata tale legatura ;
conside- L’aorta, dal luogo in cui si caccia tra lei
1 rando però la disposizione delle branche per due pleure, all’ indietro, fino a quello in cui
n mezzo delle quali la brachiale finisce, ci avve- passa tra le appendici diaframmatiche, sommi-
f]
dremo; i.^ che ambedue occupano la parte an- nistra molte branche che possono distinguersi
1'.
teriore dell’antibraccio, cioè quel luogo nel in anteriori e laterali.

I
«jualesi trovano addossati! più muscoli, men- A. Branche anteriori. —
Sono le bron-
! tre una sola branca fornita da una di esse va a chiali, le esofagee, le mediastiniche posteriori.
1 distribuirsi alla parte posteriore ch’è fornita di i.° Arterie bronchiali. —Non se ne
t meno muscoli; 2.^’ che tali due branche si recano noverano ordinariamente che due, una da cia-
;
poscia ugualmente alla palma della mano, do- scun lato. \i arteria bronchiale destra deri-
f ve la radiale profondasi molto, mentre la cu- va dall’aorta, ora sola, ora, come le più volle
i bitale ne occupa la superficiale parte. 11 dorso addiviene, da un ramo comune colla prima in-
della mano non riceve, per lo contrario, che tercostale aortica, che le è un poco inferiore
I

piccolissimi rami. Ci ha dunque, nell’ an- in grossezza. Fino della sua origine, sommi-
tibraccio e nella mano, un’evidente corrispon- nistra essa alctini ramoscelli aH’esofago, e si
! denza fra la disposizione de’vasi arteriosi e la rivolge all’ innanzi per recarsi, formando al-
I
direzione nella quale deggiono operarsi i più cune tortuosità , sulla parte posteriore del
;i estesi movimenti, perocché le principali arterie tronco. In tale tragitto, somministra alcuni
sono situate dalla parte de’ muscoli flessori, ramoscelli alla pleura, alla parte posteriore
;i

e la flessione prevale sempre suU’estensione, del pericardio , alle glandolo bronchiali, —


I che altro non è, per così dire, die il mezzo Talvolta si trova una seconda bronchiale de-
:
preparatorio. — Parimenti osserveremo che, stra, che nasce dall’aorta sotto la precedente
;> nell’ antibraccio, le arterie radiale e cubitale erivolgesi tosto sul tronco, ove si diporta
somministrano sempre alcuni rami piuttosto come la prima. L’ arteria bronchiale si-
i piccoli, sebbene moltiplicati. Per lo contrarlo nistra^ quando derivi separatamente dall’aor-
‘.I
nella palma della mano, tali due vasi, incur- ta, deriva da lato e a livello della destra, for-
1; vati ad .u'co, ed aiiastomlzzali fra loro, dau- nisce alcuni rami alle stesse parti, e si porta
c no origine a molte branche infinitamente sulla parte posteriore del tronco sinistro, o-
ïGS aiparecchi della vita organica

ve si senza presentare ninna singola-


divi le go. In questo piccolo tragitto, mandano nu-
rilà. —
Ella è assai comune cosa il ritrovare merosi ramoscelli alle pleure, alle pareti del-

una seconda bronchiale sinistra inferiore alla 1’aorta e al canale toracico. Poi si rartaificano
precedente , derivante dall’ aorta ora per per le parti esterne dell’ esofago, si nascon-
mezzo di un tronco ad essa comune, ora se- dono tosto nella grossezza delle pareti di que-
paratamente e molto più in basso, a livello sto, e si distribuiscono alla porzione musco-

della terza o quarta intercostale aortica. Que- losa e alla membrana mucosa. La più inferio-
sta accompagna la vena polmonare superiore re dell’ esofagee anastomizza coi rami eso-
si

sinistra, manda alcuni rami all’ esofago , e fagei ascendenti somministrati dalla branca
quindi alle glandole bronchiali, ec., e si divi- gastrica superiore dell’ arteria celiaca.
de sopra il bronco siccome le altre. Le 3.^ Arterie mediastiniche posteriori.

spesse volle le due arterie bronchiali ordina- — Si comprendono sotto questo nome molti
rie nascono con un tronco comune allora ;
rami tenuissimi che nascono anteriormente
quasi sempre codesto tronco nasce dall’aorta da tutta la porzione toracica dell’aorta. Sem-
colla prima intercostale aortica destra, e le pre incerto e variabile è il numero di code-
è superiore iu grossezza. Si porta fra il tron- sti rami. De’quali alcuni sembra che si per-

co destro e il tronco corrispondente dell’ar- dano pel tessuto cellulare del mediastino
teria polmonare, poi si divide in due bran- posteriore, gli altri sì spargono sopra le pleu-
che, la più piccola delle quali va al polmone re e suH’esol'ago; ma i più spettano alle pareti
sinistro, la più grossa al destro. Questa poi dell’arteria aortamedesima. Si veggono tali
manda allora alcuni ramoscelli all’ esofago. rami curvarsi subito dopo la loro origine, e
Ambedue dividono in più rami innanzi di recarsi trasversalmente ovvero obbliquamen-
spargersi
si

immediatamente sui bronchi. — te sull' aorta formando molte tortuosità, e


Molle altre varietà secondo gli
si osservano suddividendosi per modo che formino colle
individui, e quanto al numero, e quanto al loro vicendevoli anastomosi parecchie reti
modo per cui traggono la propria origine più o meno complicate. Di tali rami alcuni
ìe arterie bronchiali. Sarebbe non meno vano vanno ad unirsi alle intercostali aortiche, gli
che nojoso lo arrestarsi di più sopra di que- altri ascendono fino alla curvatura dell’aorta
ste. In tutti ciaschedun’ arteria, come
i casi, e vi si perdono. Ho veduto alcuni di questi
è arrivata sul bronco si divide subito per ultimi anaslomizzarsi ad archi con alcimi ra-
accompagnare, con due o tre rami tortuosi, mi limici prodotti dalla toracica interna.
ciascheduna delle divisioni di codesto con- B. Branche laterali. —
Arterie interco-
dotto. 1 loro ramoscelli si distribuiscono spe- stali inferiori od aortiche.
dinario, da ciascuna banda,
— Ci
d’or-hanno
zialmente al bronco j molti però si gittano nove intercostali 1

nella sostanza propria del polmone , e sulle aortiche, essendo i due primi spazi provve-
pareli delle vene polmonari. E certo che le duti d’ arteria dall’intercostale superiore. Al-
arterie bronchiali spettano al sistema arterio- lorché questa si estenda più lunge, meno nu- :

so generale, e che portano nel sistema pol- merose sono le aortiche. Talora finalmente, i

rn Oliare un sangue già preparalo dalla respi- ma più di rado, l’aorta stessa fornisce la pri-
razione, e destinato alla nutrizione dell’ or- ma intercostale. —
Considerate d’ ambidue
j

gano, e che per lo contrario 1’ arteria polmo- ilali, codeste arterie si rassomigliano quasi i

nare spetta al sistema venoso generale, e re- del tutto, e solo diversificano nell’estensione, ;

ca ai polmoni un sangue nero destinato a ve- perchè le destre sono più lunghe delle sini-
nire elaborato dall’ aria. l'ultavolta gli ana- stre quanto porla tutta la lunghezza dell’eso-
tomisti più celebrali, come Ruischìo, Cow- fago, sotto il quale passano. —
Tutte le iu-
per, Bidloo e, finalmente 1’ Haller, assicura- tercostali derivano dalla parte laterale e po-
no di aver veduto alcune grandi e manifeste steriore dell’aorta,al luogo in cui questa si f

anastaraosi tra le arterie bronchiali e i rami appoggia su! corpo delle vertebre, e tosto si ï

deU’arteria polmonare (Nota Cu/n arteria rivolgono più o meno obbliquamenle in alto
pulmonari evidentissi/nis et magnis ana- colonna vertebrale ; in ino-
e al di fuori sulla t

sto/nosibus bronchiales comunicante Haller, do che formano coll’aorta un angolo rientran- (

Fase. anat. tav. arteria bronchiale) Questo — te acutissimo in alto. Tali angoli sono ma-
fatto merita di fermare 1’ attenzione dei fi- nifestissimi origine delle prime interco-
all’
siologhì.
O stali, sono più aperti, retti
e iul'eriormente

ij
^

2 .^ Arterie esofagee, E variabile non mai. Risulta da una disposizione siffatta lì

il loro numero, trovandosene ora due, ora che ciaschedun’ intercostale nasce più in basso ( j

cinque o La loro grossezza è quasi u-


sei. dello spazio al quale deve appartenere, e che ^ fa

guale a quella delle bronchiali. Nate dalla per recarsi a tale spazio sia costretta di a-
parte anteriore dell’aorta, s’incurvano qua- scendere più o meno sopra le vertebre. -

si subito a destra e all’ ingiù per recarsi alla Le intercostali destre circondano in gran par- ri
parie anteriore o laterale sinistra dell’esofa- te il corpo delle vertebre, situale nel solco a
SISTEMA ARTERIOSO ififì

che ciaschedun corpo presenta fino all’arti- coste si ramificano pei muscoli addominali
colazione del capo delle coste. L’ esofago c congiungendosi ai rami della toracica inter-
la vena azigo le coprono e le intersecano na, dell’epigastrica e della circonflessa iliaca.
in codesto piccolo tragitto Le intercostali
. — Tale disposizione è comune a tutte le in-
sinistre giungono, dopo un assai breve tra- tercostali. L’ ultima però presenta alcune dif-
gitto, a questa stessa articolazione delle co- ferenze, essendo 1’ origine di essa nascosta
ste, e non occupano che per piccolissima esten- dall’ appendice diaframmatica alla quale invia
sione il corpo delle vertebre. Sono coperte alcuni rami. Dopo aver somministrato la sua
solo dalla pleura e dai gangli toracici. Da — branca dorsale, segue essa il margine inferiore
canto all’ articolazione delle coste col corpo dell’ultima costa, e verso la metà della lun-
delle vertebre, le intercostali, situate negl’in- ghezza di quest’ osso si divide in due o tre
tervalli che loro spettano, si dividono cia- branche. Una segue a recarsi all’ infuori e sì
scheduna in due branche, 1’ una dorsale e perde ne’ larghi muscoli del basso-ventre. Le
1’ altra toracica. altre discendono perpendicolarmente tra i
dorsali. •—
Branche —
Ciascheduna di muscoli obbliqui addominali, e si portano fino
queste si reca all’ indietro tra le apofisi tra- verso la cresta iliaca dividendosi in parecchi
sverse corrispondenti, situate alla parte inter- rami, che si distribuiscono per questi musco-
na del legamento costo-trasversale, e sommi- li, e si anastomìzzano colle lombari o colla
^

nistra parecchi rami, alcuni de’ quali si spar- circonflessa iliaca. —


Talvolta manca del tutto
gono sul periostio delle vertebre, altri vanno, la, ultima intercostale, e, in vece di questa, si

tanto in alto che in basso, a formare alcuni trovano alcuni rami della penultima o della
archi anastomotici coi rami delle vicine dor- prima lombare.
sali. Un altro ramo s’introduce pel foro di
congiunzione corrispondente nel canal verte- IV. DELLE ARTERIE DERIVANTI DALLA
brale, e si distribuisce al neurilema della mi- PORZIONE ADDOMINALE DELl’aORTA
dolla. Poscia la branca dorsale traversa oriz-
zontalmente i lasci del trasversale spinoso, Mandando le ultime intercostali, T aorta
discende tra questo e il lungo dorsale, e si sicaccia tra le appendici diaframmatiche, pe-
perde finalmente per questi muscoli e pel sa- netra nel basso-ventre e discende sul corpo
cro-lombare. Alcuni di tali rami traversano il delle vertebre fino all’ ultima lombare. In
gran dorsale o il trapezio e vanno alla pelle. tale tragitto somministra alquan-
delle arterie
Branche toraciche. —^ono queste le più to considerabili e rilevanti, si possonoche
di-
grosse e possono ancor riguardarsi siccome
;
stinguere in anteriori, laterali, superiori ed
la continuazione delle arterie. Segue ciasche- inferiori.
duna di esse lo spazio intercostale corrispon- Arterie somministrate anterior-
§. I.
dente, situata in prima tra la pleura e il mu- mente dalV aorta addominale. — Gotali ar-
scolo intercostale esterno, e circondata da terie sono la celiaca, la mesenterica superio-
:

molto adipe. Quindi si divide in due branche re e la mesenterica inferiore.


j

secondarie, che si cacciano tosto ambedue tra A. Arteria celiaca. —


E la più breve dì
i due muscoli intercostali esterno ed interno. tutte quelle che derivano dall’aorta addomi-
— La branca inferiore, d’ordinario piuttosto
^
nale. Nasce da questo tronco vascolare innan-
piccola, segue, per qualche tratto, il margine zi che esca dall’ intervallo tra le appendici
superiore della costa che le sta al di sotto, poi diaframmatiche, e forma con esso, al luogo di
si rivolge obbliquamente sulla faccia interna tale orìgine un angolo retto. Rivolta orizzon-
di questa medesima costa, e si perde sul pe- talmente all’ innanzi e un poco a destra, si
,
riostio con molti sottili rami. —
La branca su- divide, dopo uii al più di mezzo
tragitto
periore, molto più grossa, segue il margine pollice, in tre branche
ineguale grossezza,
d’
inferiore dalla costa che sta al di sopra, si- che sono le arterie gastrica superiore, epatica

tuata nel solco che osservasi in codesto mar- c splenica L’arteria celiaca è rinchiusa nel-
gine. Verso il terzo anteriore della costa, ab- la separazione posteriore delle due lamine

liandona codesto margine e occupa all’ incir- dell’omento gastro-epatico. Corrisponde, su-
ca la metà dello spazio inlerosseo. Qui manda periormente, alla parte sinistra del lobulo del
parecchi rami, alcuni de’ quali traversano il fegato, inferiormente al margine superiore
muscolo intercostale esterno e si gittano nei del pancreas, sul quale poggia, a sinistra al-
muscoli esteriori del petto, altri si distribui- 1’ orifìzio cardiaco
dello stomaco ; a destra, è
ti scono ai muscoli intercostali e si anastomiz- separata dall’ orifizio pilorico mediante uno
^ zano coi rami della branca inferiore. Ginn- — spazio alquanto considerabile occupato da!
le allaparte anteriore del petto, branche le piccolo omento.- —
La celiaca, nel suo breve
'
toraciche corrispondenti alle vere coste si a- tragitto, ora non somministra niuiia branca,
nastoraizzano colle branche esterne della to- ora, oom’è sovente, somministra alcuni rami
'
j
racica interna ; e le corrispondenli alle false pancreatici, nonché le ailerie diaframma tiche
EnclchMed.T.W. 2 2
î 70 APi’ABECCHÎ DELLA TITA ORGANICA

snferiori e le capsulari, che verranno da noi veVso il solco trasversale del fegato, vi si pro-
descritte più tardi. fonda, e si suddivide per quest’organo ana-
Arteria gastrica superiore.
I.® La si — storaizzandosi coi rami dell’arteria epatica.
denomina ordinariamente coronaria stoma- La seconda branca perviene allo stomaco e vi
si distribuisce nel modo che abbiamo indicato
tica, ed è, fra le tre, la più grossa. Nata dalla
celiaca, si rivolge all’ insù, curvasi quasi tosto testé.

a sinistra, epervenuta al lato destro dell’ ori- Arteria epatica.


2 .® E questa gros-
fìzio cardiaco, continua ad incurvarsi all’ in- sissima a paragone della precedente Nata .

giù per recarsi sul margine concavo dello sto- dalla celiaca, si volge trasversalmente a destra
maco, seguendolo fino al piloro, ove si ana- per infino dappresso e un poco al di sopra del
slomizza col ramo pilorico somministrato dal- piloro.Qui muta direzione, e ascende obbli-
r arteria epatica. Talvolta non corre che la quamente a destra avvicinandosi alla cistifel-
metà dell’ indicato tragitto, inoltrandosi il ra- lea e al solco trasversale del fegato. — In tale
mo pilorico più da lunge che fare non soglia tragitto arteria epatica somministra due
1’

e venendo a incontrarla nel mezzo del mar- branche molto ineguali in volume la pilorica :

gine concavo. Vuole notarsi che 1’ arteria e la gastrica destra inferiore.


gastrica-snperiore, situata tra le due lamine A. Branca pilorica. —
Nasce dalla parte
deir epiploon gastro-epatico, corrisponde al anteriore dell’ epatica innanzi che questa ab-
luogo in cui le due lamine aderiscono insie- bia mutato direzione, si porta in direzione re-
me, dopo aver formato, colla loro separazio- trograda a quest’ arteria e giunge alia piccola
ne, quello spazio triangolare del quale abbia- curvatura dello stomaco presso il piloro. Pro-
mo tenuto parola descrivendo lo stomaco. lungata più o meno sopra tale curvatura, fi^
Nel suo tragitto codest’ arteria sororaini- nisce anaslomizzandosi coll’ arteria gastrica
$tra alquante branche le quali possono distin- superiore. In tale tragitto, manda da ciascun
guersi in esofagee ed in stomatiche. lato alcuni rami che si spandono per le due
Branche esojagee. Alcune di queste superficie dello stomaco, e si anastoraizzano
sono verticali, altre trasverse. Le verticali con quelli della gastrica destra inferiore, d'alo-
variano in numero : sovente non ce n’ ha che ra codesla branca nasce più lunge dall’arteria
una sola. Nate dalla convessità della curvatu- epatica, nel luogo pi cui si divide per pene-
ra che forma l’arteria gastrica dal lato all’eso- trare nella sostanza del fegato.
fago, ascendono sopra tale condotto seguen- B Branca gastrica inferiore destra.—
dolo perfino nel petto. I loro rami, più o men Nasce dalla parte inferiore dell’epatica, nel-
numerosi, serpeggiano per qualche tratto sul- r atto che tale arteria muta direzione, al lato
r esterna superficie dell’esofago, e penetra- destro dell’ estremità pilorica dello stomaco.
no nel tessuto muscolare di questo, al quale, La grossezza di essa, alquanto notabile, ha
non che alla tonaca mucosa, si distribuiscono, indotto gli anatomici a considerarla per la se-
anaslomizzandosi colle arterie esofagee aorti- conda divisione dell’ epatica biforcata Ma .

che. - —
Le branche trasverse, nate allo stesso l’epatica, esaminata nel rimanente suo corso,
luogo delle precedenti, si recano, nella dire- la soverchia sempre in grossezza. —
Tale bran-
zione che il loro stesso nome indica, sulle ca discende verticalmente dietro Io stomaco
parti anteriore e posteriore dell’ orifizio car- fino allamaggiore curvatura di quest’organo.
diaco dello stomaco, e lo abbracciano suddi- In questo tragitto, corrisponde posteriormen-
videndosi per penetrare finalmente nelle to- te alla porzione verticale del duodeno, a sini-
nache, e distribuirvisi anaslomizzandosi coi stra al princreas. Pervenuta alla maggior cur- 1

rami gastrici dell’arteria splenica conosciuti vatura dello stomaco, la segue per tutta la I

sotto il nome di vasi brevi. sua estensione, e termina anaslomizzandosi i

Branche stomatiche. Nascono dalle colla gastrica inferiore sinistra. Colla sua
parti laterali della gastrica, durante il tragit- porzione verticale, la gastrica inferiore destra :

to di essa sai margine concavo delio stomaco, manda alcuni rami duodenali e un ramo pan- j

e si recano sopra le due superficie di tale or- creatico.


gano. Incerto è il loro numero ; assai varia- I rami duodenali nascono a destra e to-
bile la loro grossezza. Suddividendosi sopra sto si giltaiio sul duodeno pel (piale, anasto-
io stomaco, si imastomizzano coi rami forniti mizzandosi, si distribuiscono. Il loro numero
dalle branche gastriche inferiori. — Le spesse è incerto, poco notabile la loro grossezza,
1

fiate l’arteria superiore appartiene


gastrica II ramo pancreatico nasce a sinistra e
tanto al fegato quanto allo stomaco e da si rivolge trasversalmente dietro pancreas il
;

questo taluni la denominarono gastro-epati- del quale segue la lunghezza. Finisce ana-
ca. In questo caso è grossa all’ incirca quanto .storaizzandosi con rjuelli che derivano dal-
l’epatica. Poco dopo la sua origine, si divide l’arteria splenica. Costante n’ è 1’ esisten-
in due branche ineguali, la più grossa delle za ; quantunque sovente si diparte dalla me- ìi
^

quaji, rivolta un poco all’ indietro, ascende senterica superiore. Io l’ho veduto separata-
j
SiSTHSîA AF..T£ai030

mente nascere dall’epatica, nello stesso luogo e si profondono tosto perpeudicolarraents


che la gastrica inferiore destra, ed ha sempre nella sostanza del pancreas, parallele le ime
poca grossezza. —
Dalla sua parte orizzontale, alle altre. Suddivisi in tenui ramoscelli, si
la branca gastrica, situala sopra la maggior anastomizzano col ramo pancreatico trasver-
curvatura dello stomaco, manda alcuni rami so derivante delia branca gastrica inferiore
superiori ed inferiori. destra.
l rami superiori sono di numero inde- Branca gastrica
inferiore sinistra. —
terminato. Ascendono sopra le sue superficie Nasce d’ ordinario dallo stesso tronco dell’ar-
dello stomaco, e vi si distribuiscono unendosi teria splenica, talvolta però da una delle di-
a quelli della gastrica snperiore e alle divisio- visioni in cui questa finisce. La grossezza n’è
ni della branca pilorica. alquanto spessa, un poco minore a quella
I rami inferiori sono meno numerosi. della gastrica inferiore destra ; altre volte è
Discendono tra le lamine del grande omento cotale che codesta branca sembra essere la
e giungono alla maggior curvatura del colon arteria splenica stessa continuata e mutata di
trasverso dove si anastoraizzano coi rami
,
direzione. Quando una branca siffatta nasce
delle arterie coliche. L’ arteria epatica perve- dal tronco della splenica, ascende un poco
nuta presso il solco trasversale del fegato, al a sinistra per giungere alla grossa estremità
lato destro del lobulo dello Spigelio, si divide dello stomaco, sotto la quale era in prima na-
in due branche considerabili, l’ una destra e scosta, e recarsi alla maggior sua curvatura.
ì' altra sinistra. Allorché viene da una delle divisioni della
La branca destra si caccia sotto il con- splenica, discende tosto verso questa mede-
dotto epatico, del quale interseca la direzione sima curvatura alla quale è più prossima.
,

portandosi obbliquamente in alto e al di fuo- In ogni caso, circonda di subito lo stomaco


ri. Al di là di siffatto condotto manda un gros- nella parte inferiore al par che la gastrica de-
so ramo che chiamasi ;
questo giunge stra, colla quale si anastomizza. Poco dopo—
al collo della cistifellea, gitla un ramoscello co- la propria origine, la branca gastrica sinistra

stante che si porta alla parte inferiore di invia alcuni rami pancreatici di poco rile-
questo ricettacolo membranoso e serpeggia vante volume, poco costante nel numero.
per alcun tratto fra la membrana sierosa e la Giunta alla maggior curvatura, somministra,
mucosa, alla quale si distribuisce. 11 ramo siccome la gastrica destra alcuni rami supe-
j stesso penetra superiorrnente tra la vescicbel- riori che vanno allo stomaco, e alcuni rami
i, ta e la sostanza del fegato, distribuendosi al- inferiori che vanno al colon trasverso dopo
l’ima e all’ altra, --- Dopo somministratoli un certo tragitto tra le lamine del grande o-
^

ramo cistico, la branca destra si profonda nel- mento, — Adunque alle due branche gastri-
la parte destra del solco trasversale, penetra che inferiori riunite è dovuto quel grand’ar-
il lobo destro del fegato, e vi si perde. co arterioso che circonda lo stomaco inferior-
La branca sinistra , rivolta obbliqua- mente, notabile per la grossezza per la posi-
\
mente all’ insù e al didentro, si profonda zione e pel modo ond’ è formato. Infatti, la
i
nel solco trasversale fra il lobulo dello Spige- branca di che si tratta, si avvicina molto alle
lio e il lobo sinistro, penetra nella sostanza pareti addominali , massime quando lo sto-
j
j

di questo e si ramifica pe,r ambidue. So- — maco è disteso, È collocata tra le lamine dell’o-
ij vente l’arteria epatica si divide in tre bran- mento, nel luogo in cui siffatte lamine si riti»
ij che, di modo che è mestieri distinguerne una niscono dopo avere formato, sulla grande cur-
i; intermedia alle precedenti, meno sgrossa, che vatura, mediante la separazione loro, quelle»
penetra il solco trasversale là dove si riuni- spazio triangolare del quale abbiamo altre

I
sce all’ orizzontale, e si profonda poi nella volte formato parola. —
Giunta a qualche
sostanza del fegato ove diportasi come le distanza dalla scissura della milza, 1’ arteria
altre. splenica si divide in parecchie branche per
3.® Arteria splenica. — È, nell’adulto, penetrarvi. La sua divisione primitiva poi
|( grossa più che 1’ epatica, meno nel bambino. suole operarsi in due o Ire branche che to-
i[ Nata dalla celiaca, incurvasi tosto a sinistra sto suddividono esse stesse in un più o me-
SI

f e segue trasversalmente codesta direzione fi- no grande numero di rami, le più volte in sei
no alla scissura della milza. Nel suo tragitto od otto. Tali rami vanno divergendo fra sè
si trova coperta dalla porzione sinistra dello secondo la lunghezza della milza, e innanzi
Il
stomaco, appoggiata sulla parte superiore del che vi penetrino corrono un più o men lun-
f pancreas e collocata in un lieve solco offer- go tragitto tra le due lamine peritoneali che
i:;

f togli da tale organo. Manda essa alcuni rami dallo stomaco si recano al detto organo. In
(
pancreatici e una branca gastrica inferiore tale tragitto, che può valutarsi di due pollici
ii sinistra. o due pollici e mezzo, le branche spleniche
Rami pancreatici. Il loro numero è iu- somministrano de’ rami alquanto grossi, ma
i? certo, Nascono inferiormente dalla splenica, brevissimi che vanno tosto alla grossa estse-
APPARECCHI DELLA VITA ORGANICA
1^2
juità dello sloraaco presso l’orifizio
cardiaco, nario tre chiamate coliche destre., distìnte in
e spandono per le due superficie di tale or-
si
superiore, media e inferiore. Assai sovente
gano, aiiastomizzandosi coi rami esofagei tra- non ve n’ha che due, corrispondendo una
sversali derivanti daH’arteria gastrica superio- sola branca alla superiore e alla media F in- :

re. Si conoscono sotto il nome di vasi sempre


brevi : feriore è separala.
e questi conmiono a quel cerchio
sinistra a. Branca colica destra superiore. —
arterioso onde lo stomaco e circondato da E la prima che derivi dalla mesenterica, nel
tutte parti. Derivano codesti vasi, alquanto passare che fa al sinistro lato del meso-colon
spesso, dal tronco della splenica, un poco in- trasverso. Penetra poi quella di subito tra le
nanzi la sua divisione. —
Profondatisi nella due lamine del meso-colon, e si porta oriz-
scissura della milza, le branche spleniche pe- zontalmente all’innanzi fino in vicinanza alla
netrano in quest’ organo per tutta l’esten- parte media del colon. Ma innanzi giungervi,
sione di esso, seguendo la primitiva loro di- si divide in due rami considerabili, che si al-

rezione e tosto si suddividono e formano,


:
lontanano 1’ uno dall’ altro formando un an-
anastomizzandosi insieme alcuni archi ed al- golo più o meno
acuto. 1/ uno di essi curvasi
cune areole moltiplicate, gli ultimi rami del- trasversalmente a sinistra seguendo il colon,
le quali si perdono nel tessuto intimo del- e giunto verso la regione lombare si anasto-
1’ organo. mizz« col ramo ascendente della colica sini-
Arteria mesenterica superiore. — Que- stra derivante dalia mesenterica inferiore. —
st’ arteria pareggia almeno la celiaca quanto L’ altro ramo s’incurva trasversalmente a de-
a grossezza, ma|la supera notabilmente in lun- stra, e si anastomizza tostamente con un so-
ghezza. Nasce dall’ aorta un poco sotto la ce- migliante ramo della colica destra media.
liaca, confusa, talvolta nella sua origine con b. Branca colica destra media. Na- —
questa, che trovasi allora nascosta dal pan- sce questa dalla mesenterica un poco sotto la
creas. Subito dopo discende perpendicolar- precedente, si rivolge obbliquamente a destra
mente dietro a questa glandola, e oltrepassa- e all’innanzi nel meso-colon, e si divide tosto
tala, trova sul davanti della porzione tra-
si come la precedente, in due rami, 1’ uno dei
sversa del duodeno, sul quale poggia, e del quali, curvandosi a sinistra, va ad anastomiz-
quale segue la terminazione. Continuando a zarsi col ramo destro della colica superiore,
recarsi aU’innanzi e in basso, passa al lato si- mentre che 1’ altro si curva a destra e all’ in-

nistro del raeso-colon trasverso, sul luogo in giù per unirsi al ramo ascendente della bran-
cui si riunisce al mesenterio. Fin qui era sta- ca colica destra inferiore. Allorquando la —
ta coperta dal pancreas, e dalla lamina supe- mesenterica non manda che sola una branca
riore del meso-colon; ma, da che ha oltrepas- colica, anzi che le due eh’ abbbiamo descritto,
sala l’origine di codesta ripiegatura, si caccia codesta branca si divide tosto iii due grossi
tra le due lamine peritoneali che costituisco- rami, che si diportano poi come le due bran-
no il mesenterio, al quale partiene in tutto il che quando sono separate.
resto del suo tragitto. Segue la direzione di c. Branca colica destra inferiore o ileo-

quest’ ultima ripiegatura, e forma, nel mez- colica. —


E, nella sua origine, molto ravvici-
zo di sua larghezza, una gran curva rivolta nata alla media poco notabile n’ è la gros-
:

a destra e all’ ingiù per modo che la conves- sezza. Rivolta trasversalmente a destra nella
sità riguarda in basso a sinistra e all’innanzi, parte corrispondente del meso-colon, pervie-
la concavità a destra, in allo e all’ indietro. ne fino presso il cieco senza dividersi. Qui si
Codesta curva, molto allontanata prima dal divide in Ire rami 1’ uno ascende nel meso-
:

tenue intestino, gli si avvicina successiva- colon curvandosi un poco, e si anastomizza


mente prolungandosi in basso. Scemata in tosto col ramo destro della colica media;
grossezza a misura che avanza, l’ arteria fi- mesenterio e si anastomiz-
l’altro discende nel
nalmente ha terminazione verso la regione za col tronco della mesenterica ; il terzo, na-
lombare sinistra, anastomizzandosi con una to nell’angolo formato dalle due precedenti,
delle branche somministrate da essa medesima. segue la direzione della branca colica stessa,
— Presso la sua origine, la mesenterica non si nasconde un paco nel grosso del meso-co-
manda che alcuni rami poco costanti e poco lon, e si reca alla parte posteriore del colon
notabili che si distribuiscono tanto al pan- nel luo 20 in cui nasce il cieco. Qui manda un
creas, quanto al duodeno. —
Ma quando è ramoscello, che si porta nella ripiegatura pe-
pervenuta nel mesenterio, somministra mol- ritoneale dell’ appendice ciccale, occupa tutta
le branche, che possono distinguersi in quel- la lunghezza di siffatta ripiegatura, e vi forma
le che nascono dalla concavità di essa e in un piccolo arco, dalla convessità del quale si
quelle che dalla convessità, dipartono alcuni piccoli ramoscelli paralleli :

I. Branche derivanti dalla concavità che si portano all’ appendice, e terminano in


della mesenterica. —
Tutte appartengono questa soddividendosi. Poscia si divide in due
al cieco ed al colon, Se ne trovano d’ordi- rami secondari che si portano uno all’ insù
';!Sie:vIA arteri')>:o lyO
sopra il colon, 1’ altro in basso sul cieco, e vi d’ altrirami secondari che si diportano nello
si suddividono in molti ramoscelli distribuiti stesso modo, e formano, mediante le vicende-
per quest’ intestini. —
Scorgasi , dall’esposta voli loro anastomosi, molle areole di varia fi-
descrizione, che i rami delle branche coliche gura, sempre irregolarissime quanto a gran
formano, mediante le mutue loro anastomosi dezza ed a forma. Dall’ orlo esterno di siffatte
alcuni notabili archi, riuniti ad angolo acuto areole nascono alcuni ramoscelli, si anastomiz-
là dove finiscono le branche, offerenti la loro zano, che formano alcune nuove areole più
convessità dalla parte dell’intestino, e la con- piccole, e così via via fino al luogo in cui le due
cavità verso la parte del mesO-colon. Cotali lamine del peritoneo lasciano di essere insie-
archi non somministrano, dalla loro concavità, me aderenti e formano , presso l’ intestino,
iiiun ramo, ma la loro convessità ne manda quello spazio triangolare che è destinato a.
parecchi, massime itegli angoli rientranti on- giovare la dilatazione accidentale di siffatto
de sono separati. Molli di sifilàtti rami cam- tubo membranoso. Qui cessa la rete arteriosa,
minano in direzione ohbliqua, s’incontrano e le ultime areole che la costituiscono, danno
e si anastomizzano in guisa da formare alcune origine ad alcuni rami paralleli, che separa-
areole di varia forma, dalle quali nascono al- tamente si recano al di sotto dell’ una e del-
tri rami secondari che si portano direttamen- r altra lamina peritoneale, per giungere alla
te all’ intestino. Ma quasi tutti, movendo da- superficie esterna deli’ intestino quale ,
alla
gli archi, s’incamminano paralleli gli uni agli sono perpendicolari. Si prolungano più o me-
altri fino al portano così sopra le
colon, e si no sopra di questa, fra la tonaca sierosa e la
sue due su[<èerficie. Qui soltanto si suddivido- muscolare, poi si suddividono in ramoscelli
no in ramoscelli tenui che penetrano sotto la tenui.ssimi sparsi all’infinito, e formano una
membrana sierosa, e si ramificano senza fine nuova rete sottilissima ,
tanto più serrala
nelle tonache muscolare e mucosa, dove fìni- quanto più c’inoltriamo. profondano ezian-
Si
1 scono. —
Tali rami sono allontanati gli uni dio nella tonaca muscolare e giungono alla
,

dagli altri, mediante alcuni alquanto larghi mucosa nella quale finiscono divenendo ca-
intervalli per tutta 1’ estensione del colon tra* pillari. —Quindi, gittando un solo sguardo
sverso. Quelli che vanno al cieco sono molto sulla distribuzione arteriosa dalla convessità
più numerosi e più ravvicinati. dell’arteria mesenterica fino sull’ intestino,
2 .° Branche che la mesenterica som- veggiamo prima alcune grosse branche sepa-
ministra dalla propria convessità. È rate, quindi una rete vascolare formata dai
[ mollo v'ariabile il novero di queste sebbene : rami di codeste branche, la qual rete è tanto
I d’ ordinario se ne coutino venti, La loro gros- più complicata quanto più ci avviciniamo ai-
sezza e la loro lunghezza si corrispondono l’ intestino, indi alcuni rami separati e paral-

con abbastanza esattezza. Le più alte, che so- leli derivanti da codesta rete e rivolti imme-

[ no di necessità le più lunghe perchè 1’ arteria diatamente sopra l’intestino medesimo, po-
si trova allora molto slontanala dall’ intesti- scia una nuova rete molto più sottile, sorgente
[ no, sono ancora le più grosse. Le seguenti dagli stessi rami, e terminata dal sistema ca-
j diventano sempre più corte e più sottili, e fi- pillare. Può adunque che le branche del-
dirsi
I nalmente quelle , che si dipartono dall’arco la mesenterica sono, alla rete vascolare che
I formato dall’ unione della mesenterica colla loro succede, quello che i rami derivanti da
( branca colica destra inferiore non meritano ,
tale rete alla distribuzione immediata del si-
i’J altro che il nome di rami, e, dopo un tra- stema arterioso per l’intestino tenue.
gltto brevissimo, si recano parallelamente sul- C. Arteria mesenterica inferiore. -
ili

i l’ intestino. —
Codeste branche rivolgono .si Pareggia quasi in grossezza la precedente, e
i tutte, più o meno ohblique, all’ ingiù e a si- nasce molto più in basso che questa dalla
li nistra, tra le due lamine del mesenterio, ac- parte anteriore dell’aorta, un pollice o un
!t costandosi all’ intestino. Dopo un
certo tra- pollice e mezzo all’ incirca sopra la divisione
ji gitto, la cui lunghezza varia in ciascheduno, della stessa in iliache. Si rivolge poi subito un
ü si dividono in branche secondarie che si al- poco obbliquamente a sinistra, situata al di
I lontanano ad angolo acutissimo, si indirizzano sotto del peritoneo, quindi si caccia tra le due
I alcune in allo, le altre in basso, e si approssi- lamine del meso-colon ilìaco, nel quale forma
mano alle branche secondarie vicine colle quali una curva assai meno estesa di quella della
ìj talvolta, quantunque di rado, si anastomizza- mesenterica superiore, essendo sempre collo-
li no. Cotali secondarie branche si suddividono, cata presso il margine aderente della medesi-
II subito dopo, in rami più o meno numerosi, ma ripiegatura. Giunta allo stretto superiore
1: che si slontanano nella medesima foggia, in- del bacino, si nasconde nella separazione po-
y. contrano poi i rami vicini ugualmente suddi- steriore del meso-ielto , nella quale si divide
i) visi, e anastomizzano con questi da tutte
si in due branche per distribuirsi al retto coi
d bande. Gli angoli protuberanli che risultano nome di emoroidali superiori, Io tale
!i da siffatte anastomosi sono i punti d’ origine tragitto, la mesenterica inferiore manda este-
At’PAHECOH I DELLA VITA ORGANICA
ìiormeate, dalla propria convessità , molte grossezza, prende una direzione perpendico-
branche; ninna derivandone dalla concavità. discende nella cavità del bacino, so-
— Fra tali branche, tutte spellanti al co-
lon, se ne osservano tre principali denominate
lare, e
vrapposta alla faccia posteriore del retto, e
collochila nella separazione delle due lamine
coliche sinistre^ e distinte in superiore , me- del mesoretto. Tosto si divide in due bran-
dia e inferiore. che, le quali si allontanano e giungono alle
, a. Branca colica sinistra superiore. — parti laterali del retto (emorroidali superiori.)
ÎÊ la più grossa e la sola che sempre si trova. Sovente una di sì latte branche ne sommini-
Nata dalla mesenterica , un poco dopo 1’ ori- stra, indi a poco, un’ altra secondaria che di-
gine di essa, si rivolge trasversalmente a sini- scende sul mezzo dello stesso intestino. Tali
stra dietro il peritoneo, e perviene così fino branche discendono perdicolarmente, staper-
a qualche distanza dalla porzione lombare si- ficlali in prima, e subito do^o cacciate tra le
nistra del colon. Qui si divide in due rami libre muscolari longitudinali, ove stanno qua-
considerabili, 1’ uno ascendente, V altro di- si del tutto nascoste. Diminuiscono successiva-

scendente. —
Il ramo ascendente segue il mente in volume, e finiscono mediante alcuni
margine concavo del colon lombare fino al rami la cui sottigliezza è estrema. In tale
colon trasverso, curvandosi in modo da for- tragitto, mandano molti rami che nascono
mare un arco, la convessità del quale corri- quasi lutti ad angolo retto e si portano tra-
sponde all’ intestino. E tosto si anastomizza sversalmente sul contorno del retto, eh’ essi
col ramo sinistro della colica destra superiore abbracciano
1. suddividendosi tra le tonache di
derivante dalla mesenterica superiore. Il ra- questo, ove si perdono, riuniti e confusi con
.

mo discendente si porta all’ ingiù in una so- quelli delle branche emorroidali media e in-
migliante direzione fino al meso-colon iliaco, feriore. Di tali rami alcuni, anzi che portarsi
ove si anastomizza col ramo ascendente della sul retto, seguono all’ indietro la lamina pe-
colica sinistra mediana. ritoneale corrispondente, e vanno sui lati del
b. Branche coliche sinistre media e in- sacro ad anastomizzarsi colle arterie sacre la-
feriore. —
Unisco sì fatte branche in una me- terali,branche dell’ ipogastrica.
desima descrizione, perocché molto vario è il §. II. Arterie somministrate lateral-
loro numero, e d’ altra parte hanno tutte una mente dall' aorta addominale. —— — Queste-
disposizione analoga. —
Spesso, anzi che due, arterie sono le capsulari, le renali, le sperma-
se ne trovano tre o quattro separate del tutto tiche e le lombari.
alla loro origine. Altre volle si veggono de- ° Arterie capsulari. Si chiamano
rivare dalla mesenterica mediante due origini (l’ordinario capsulari medie per distinguer-
sole, ma dividersi tosto in un indeterminato le branche somministrate alle capsule
dalle
numero. Tutte si portano obbliquameute in superiormente dalle diaframmatiche, inferior-
basso, tra le due lamine del raeso-colon iliaco, mente dalle renali. —
Ci ha una capsulare per
€ innanzi pervenire all’intestino, si dividono ciaschedun lato. Sono tenuissime e nate, d’or-
ciascheduna in due rami, 1’ uno ascendente, dinario, dall’aorta, talvolta dalla celiaca, cam-
ì’ altro discendente. Tali rami si anaslomiz- minano trasversalmente sui lati della colonna
zano tra loro, e formano così alcuni archi vertebrale fino al margine anteriore delle
più o raeu numerosi, i quali dalla loro con- capsule. Qui
dividono in molte branche che
si

vessità, mandano molti rami secondari. Si si profondano in tali organi e vi si distribui-

portano questi a principio, parallelamente scono. Prima di giungervi, danno molti rami
verso l’intestino, quindi si suddividono pri- al tessuto cellulare che li circonda, ed ezian-
ma di giungervi, e formano golle loro anasto- dio alle appendici diaframmatiche.
mosi, alcune areole dalle quali si dipartono 2 ^ Arterie renali. —
Sono le più gros-
finalmente degli altri ramoscelli paralleli, che se e insieme le più corte fra quelle che si di-
si portano immediatamente alle due superfì- partono dall’aorta addominale. Le più delle
cie del colon iliaco. Poco numerose sono ge- volte non ve n’ ha che una da ciaschedun la-
neralmente codeste areole sovente non n’ e-
;
to sebbene non sia raro il trovarne due u an-
;

sistoalcuna, e i rami derivanti dagli archi che tre. Ponghiamo il primo caso. Nascono le
vanno dirittamente all’ intestino. Pervenuti arterie renali al di sotto delle arterie capsula-
sopra organo, vi si diportano come quelli
tale ri, e ciascheduna forma ordinariamente col-
della mesenterica superiore. 11 ramo di- 1’aorta un angolo retto, o mollo accostantesi
scendente, somministralo dall’ inferiore tra le al retto. Nascono quasi di rincontro P una
branche coliche sinistre, si porta sulla faccia dell’altra; sovente peraltro la renale sinistra
posteriore del retto, per la quale si suddivide, nasce un poco più in allo che la destra. Cam-
e si anastomizza cogli altri rami che la me- minando trasversalmente sui lati del corpo
senterica somministra verso la sua termina- delle vertebre, sul davanti d’ un abbondevole
zione. —
Non appena la mesenterica inferiore tessuto adiposo, dietro la vena renale e il pe-
ha somrninistrale le branche coliche, scema in ritoneo, arriva ciascheduna di esse, dopo un
SISTEMA APvi'EÊlOSO

^raglilo brevissimo, al suo rene. La destra pe- fiomraamente tortuose, Gittano dei piccolissi-*
rò è alcun poco più lunga della sinistra, per- mi rami che si perdono nelle parti adipose vi-
chè l’aorta non si trova precisamente sulla cine, nelle glandole linfatiche, nelle pareti de-
linea mediana. Codesta destra renale è situata gli ureteri. Talvolta pervenuta verso Io stret-
ora davanti, ora dietro la vena cava inferiore. to superiore del bacino, la spermatica si di-
Mei loro tragitto, le renali gittauo delle bran- vide in due branche d’eguale grossezza, Piina
che, di numero indeterminato, tutte piccolis- delle quali ascende obbliquamente all’ infuori
sime. une, superiori, vanno alle capsule, e
Le per disperdersi nelle parti adipose esterne del
vi si perdono anastoraizzandosi colle arterie rene, mentre che l’altra segue il cammino or-
capsulari aortiche. Le altre, inferiori, si per- dinario deli’ arteria. Verso le metà, o verso la
dono nel tessuto adiposo esteriore al rene si : parte inferiore del margine prominente dello
sono denominate qualche volta branche adi- psoas, 1’ arteria spermatica incrocicchia co-
pose. Spessissimo le arterie spermatiche na- desto margine rivolgendosi verso il dentro.
scono inferiormente dalle renali. Giunta a Nell’ uomo si pone da lato al condotto defe-
qualche distanza dalla scissura del rene, la rente, esce con questo dall’anello inguinale
renale si divide in due, tre o quattro bran- e va al testicolo; e, in tale tragitto, manda al-
che considerabili, le quali, allontanate le cuni piccoli rami al condotto deferente e al
une dalle altre, s’introducono nel rene so- cremastere. Finalmente dividesi in molti ra-
pra l’origine dell’uretere, e si dividono in mi de’quali alcuni s’introducono nell’ epidi-
un? variabile numero di branche secondarie dimo pel suo tubercolo rotondato, gli altri,
recantesi tra le pareti della pelvi renale e la attraversando la tonaca albuginea, s’immer-
sostanza del rene, e seguono i calici fino al gono nella sostanza propria del testicolo. Gli
punto che questi abbracciano i tubercoli ma- uni e gli altri si perdono di poi in siffatti cor-
juellonati. Qui, ciascheduna branca siìdivi- pi, nè presentano ninna cosa notabile nella
de che circondano la porzione
in più rami, loro distribuzione. Nella donna, l’arteria sper-
corrispondente della sostanza tubulosa, e for- matica, incrocicchiato il margine dello psoas,
mano d’ attorno a questa, col loro vicendevo- si profonda nella cavità del bacino, e si porta

le anastomizzarsì, un arco notabile, la conves- air ovario. De’ suoi rami alcuni traversano la
sità del quale corrisponde alla corticale so- membrana fibrosa di codesto corpo, nel quale
stanza. 1 ramoscelli numerosissimi gittati, in si perdono, gli altri vanno a spargersi alla trom-

tutte le direzioni, dagli anzidetti archi, si spar- ba, allegamento rotondo e alle parti laterali
gono per la sostanza tubolosa, e per la corti- dell’ utero, anastomizzandosi coll’ uterina.
cale; sene sono anche visti alcuni attraversare 4
.*^
Arterie lombari. Si potrebbono
interamente quest’ ultima, e gittarsi nel tes- queste, riguardando alla loro origine, deno-
suto adiposo ond’ è circondato il rene. Siffat- minare branche posteriori, perocché nascono
ta distribuzione arteriosa dentro il rene, non piuttosto dalla parte posteriore che dalla la-
si opera sempre con tanta regolarità. Sovente terale dell’ aorta ; ma siccome si dirigono
non si sono veduti tali archi circoscrivere le queste primitivamente quasi tutte all’ infuori,
porzioni della sostanza tubolosa ma i rami
;
e si distribuiscono in ispezle ai muscoli late-
pareano spargersi, senza manifesto ordine,nel- rali dellavertebrale colonna, così non credia-
1’una sostanza e nell’ altra insieme. Quando mo doverne formar qui una classe separata.
ciha due o tre arterie renali da ciascheduna Le arterie lombari sono, piuttosto comune-
parte, talora nascono queste a poca distanza mente, in numero di cinque, siccome le ver-
le une dalle altre, c vanno parallele tutte in- tebre della stessa regione. Sovente però non
sieme a penetrare la scissura del rene; e qual- se ne trovano che quattro; talora non ve n’ha
;
che volta una di esse nasce più in basso, a- che tre ; due casi si suddividono esse
e in tali
i
scende obbliquamenle, ed entra nel rene dal- per modo che sono presso i fori di congiun-
l’ inferiore sua estremità. zione, nel numero ordinario di cinque. La
3.° Arterie spermatiche. —
Se ne trova loro grossezza soverchia sempre quella delle
una da ciascheduna parte,di rado due. Piccolo intercostali e sempre s’ incamminano, più o
;

è»il loro volume, ma altrettanto considerabile meno trasversalmente, daU’aorta fino in vici-
la loro lunghezza. Nascono dall’aorta, ora al- nanza alle apofisi trasverse; e in questo tragitto
V innanzi, ora sui lati sovente derivano dalle
: corrispondono ciascheduna al solco che il cor-
renali. In ogni caso, si portano sui lati della co- po d’ognana tra le vertebre presenta nella sua
i
lonna vertebrale, discendono quasi vertical- parte media. Sempre, alla base delle apofisi
I
mente sui muscoli psoas, de’quali intrecciano trasverse, ciaschedun’ arteria si divide in due
1 la direzione, per diportarsi poi diversamente branche 1’ una posteriore o dorsale, che si
:

I nell’ uomo e nella donna. Ambedue, in que- profonda ne’ muscoli del dorso, gettando, pel
! sto primo tragitto, sono situate dietro il peri- foro di congiunzione un ramo alla midolla e ;

I toneo, e destra ora è posta


la all’ innanzi, ora l’altro anteriore o lombare propriamente det-
i »I di dietro della vena cava. Ambedue sono to, che sparge'si pei muscoli de’ lombi « del
APPARECCIU IJELLA VIXA ORGANICA

catino. Tali sono i caratteri comuni a tutte le sirami che, ravvicinati l’uno all’altro, tra-
arterie lombari. Ma siccome, oltre a ciò, pre- versano i muscoli addominali presso la loro
senta ognuna di esse una disposizione parti- inserzione, e discendono posteriormente nei
colare, e delle attinenze diverse, avviene che muscoli glutei, dove si perdono anastomiz-
non sipossa conoscerle con esattezza quando zandosi colle divisioni della glutea, branca
si continui a descriverle complessivamente, ed dell’ ipogastrico.

è al sommo necessario il venire alla descri- Quarta arteria lombare. — - Nasce a li-

zione particolare, ma compendiata di ciasche- vello della quarta vertebra, e subito dopo se-
duna. Solo osservo che branche posteriori,
le gue trasversalmente il solco, nascosta quasi al
perdendosi tutte nella massa comune e confu- tutto dallo psoas, e più profondamente da una
sa del muscolo sacro-spinale, non meritano delle branche del plesso lombare. Quindi si
d’ essere comprese in siffatti individuali rag- divide in branca dorsale e in branca lombare.
guagli basta venirle indicando a misura che
: Quest’ ultima , considerabilissima, si dirige
sipresentano. trasversalmente tra lo psoas e l’inserzione in-
Prima arteria lombare. — Presenta feriore del quadrato, e somministra molli
questa qualche analogia colle intercostali. Na- grossi rami che si spargono esteriormente sul
scosta affatto, alla sua origine, dall’ appendice muscolo iliaco; poi attraversa l’inserzione
diaframmatica, segue il solco della prima ver- del quadrato e dei muscoli addominali alla
tebra lombare fino alla base dell’apofisi tra- cresta iliaca, discende nei muscoli glutei, e
sversa : ivi si divide in due branche 1’ una,
;
vi si disperde come la precedente. —
Quando
dorsale, discende un poco, si caccia tra le due manchi, siccome sovente addiviene, la quinta
apofisi trasverse corrispondenti, manda, pel arteria lombare, ne tiene luogo la quarta. Al-
foro di congiunzione, un ramo alla midolla, lora si divide questa, verso la metà del suo
e gittasi poi ne’ muscoli del dorso ; l’altra, tragitto sul corpo della vertebra, in due gros-
lombare, si porta all’ infuori, sotto il margine se branche. L’ una forma la continuazione
inferiore dell’ ultima costa falsa, seguendo e- della quarta arteria, e si diporta nel modo
sattameute l’inserzione del diaframma. Quin- che dicemmo. L’altra discende lateralmente
di si curva in basso, e discende alfine, quasi al corpo delle vertebre, coperta dal plesso
perpendicolarmente, fra il peritoneo e il mu- lombare fino a livello dell’ultimo foro di con-
scolo trasverso addominale, nel quale si per- giunzione, qui manda una branca dorsale
de. Talora questa prima lombare manca siccome quella che somministra altre volte la
del tutto. Altre volte lo stesso individuo la quinta lombare, poi si rivolge obbliquaraente
presenta da una banda, mentre che manca all’ infuori e si ramifica pel muscolo iliaco

dall’ altra. aiiastomizzandosi coll’ ileo-lombare, branca


Seconda arteria lombare. — — Nasce a dell’ipogastrica. Altre volte codesta seconda
livello della fibro-cartilagine che congiunge branca penetra tutta intera nel foro di con-
la seconda e la terza delle vertebre lombari, giunzione, formando essa stessa la quinta dor-
ascende un poco, diviene trasversale, e segue sale, senza mandare esternamente niun ramo.
il solco della seconda vertebra, passando sotto Quinta arteria lombare. Questa le
il tendine dell’appendice diaframmatica, poi spesse volte manca; e quando esiste nasce ora
sotto la superiore inserzione dello psoas. La dall’ aorta mediante un tronco comune colla
divisione di essa avviene più o meno lungi sacrale media o colla quinta lombare opposta,
dall’ apofisi trasversa. La branca dorsale si di- ora dall’iliaca primitiva, liceo quanto presen-
porta secondo che suole. La lombare, piutto- ti essa di notabile, rassomigliando altre volte

sto piccola, si profonda, curvandosi inferior- la distribuzione di essa interamente a quella


mente, nella sostanza del quadrato lombare della branca che la quarta lombare sommini-
e vi si perde. stra per farne le veci allora che manchi.
Terza arteria lombare. Nasce a li- Nel loro tragitto sul corpo delle vertebre, le
vello della fibro-cartilagine che unisce la ter- lombari mandano molti piccoli rami superio-
za alla quarta vertebra, ascende e segue tra- ri e inferiori al periostio e nelle porzioni mu-
sversalmente il solco della terza, ove tosto è scolari che le ricoprono. Ne gittano di più
coperta esteriormente dallo psoas. Innanzi di- considerabili ancora allo psoas e al quadrato
vidersi, manda a codesto muscolo parecchi dei lombi, nel passare che fanno fram, mezzo
rami, i’ uno de’ quali, grosso, discende assai di essi.
da lunge tra le sue fibre, poi si divide. Niuna §.///. Arterie somministrate superior-
.singolarità offre la branca dorsale. La lomba- mente dall' aorta addominale. Arterie
re, grossissima, si profonda fra il quadrato diaframmatiche inferiori, —Le diaframma-
de’ lombi e il trasverso addominale, e si por- tiche inferiori nascono ora separatamente, ora
ta, curvandosi, fino alla cresta iliaca, verso con un comune tronco. Derivano le più volte
r unione del terzo posteriore di questa a’suoi dalla, celiaca che dall’aorta medesima; e si
due terzi anteriori. Qui si divide in due gros- sono vedute talora nascere delle renali. Am-
SISTKDHÂ ARTERiosO
.

bedue assomigliano assai nella loro distri-


5Ì i malica destra, mentre che altri si perdono
buzione al diaframma differiscono per altro
; nella porzione muscolosa anteriore del dia-
abbastanza perchè si deggiano descrivere cia- framma unendosi a quelli della toracica in-
scheduna in particolare. terna. Vari ramoscelli traversano il muscolo
1 ® Arteria diaframmatica destra. — e si distribuiscono alla porzione inferiore del
Ascende questa verticalmente sulla destra ap- pericardio.
pendice del diaframma presso il margine libe- Branca sinistra.— E più considerabi-
la
ro di esso, mandando parecchi rami a codesta le ; si reca trasversalmente all’infuori, e si di-
appendice e alla caps ula sopra-renale. Gitta stribuisce alla porzione muscolare sinistra me-
eziandio alcuni rami epatici, che si immer- diante molli rami che si anastomizzano col-
gono posteriormente nel fegato seguendo la 1’ultima intercostale e colla prima lombare.
vena cava ; poi si divide in due branche, l’u- Alcuni ramoscelli derivanti da essa vanno a
na anteriore e l’altra destra. distribuirsi all’ala sinistra del fegato; altri si
Branca anteriore. Segue superiormen- portano milza, contenuti nella ripiega-
alla
te e air innanzi il tragitto primitivo dell’ar- tura peritoneale di quest’organo.
teria e dà un ramo trasversale che si anasto- §. Arterie somministrate inferior-
raizza, davanti l’ apertura esofagea, con un mente dair aorta addominale. Arteria —
somigliante ramo della diaframmatica sinistra;
.
sacra media. —
La sacra media nasce dal-
poi si avvicina ali’ apertura della vena cava e la parte posteriore dell’ aorta, un poco sopra
i
manda parecchi rami che attraversano il dia- la divisione di questa in iliache, a livello del-
framma e vanno a diramarsi per la parte in- P ultima vertebra lombare. Uguaglia quasi
feriore del pericardio, anastomizzandosi col- in grossezza le arterie lombari talvolta è a
:

la diaframmatica superiore. Altri rami van- queste minore. Discende tosto sulla parte
no ad immergersi nel fegato, nella parte la media e anteriore del sacro, corrispondendo
più lontana della faccia convessa di esso. Fi- d’ordinario esattamente alla linea mediana,
nalmente la branca, continuando a portarsi talora deviata ohbliquamenle da un lato e
I
all’ innanzi, si caccia tra le fibre muscolari, ravvicinata ad una delle sacre laterali. Giun-
'

circonda la porzione media del centro apo- ta al coccige, e molto scemata in grossezza,
neurotico e si anastomizza ad arco, con la segue parimente la parte media di cpiest’osso
branca anteriore della diaframmatica sinistra. fino al suo apice, ove finisce in varie guise,
Branca destra. —
S’ indirizza questa secondo gl’individui. —
la tale tragitto, la
trasversalmente sulla destra porzione del dia- sacra media, sempre sovrapposta immedia-
framma, e finisce nelle inserzioni di codesto tamente al sacro, è separata, nella parte an-
muscolo alle coste. Passando sul margine con- teriore, dal retto per mezzo del lasso cellu-
vesso della capsula soprarrenale, manda a loso tessuto ch’empie l’intervallo Ira le lami-
questa due o tre rami. In tutto il rimanente ne del meso-retto, de’vasi emorroidali, e dei
suo corso somministra, all’ innanzi e all’ in- nervi del plesso ipogastrico. —
Le branche
dietro, molli rami che si perdono pel dia- derivanti da essa sono tutte laterali. Le prime
c frani ma. nascono a livello dell' ultima vertebra, e van-
2 ^ Arteria diaframmatica sinistra. no ad anastomizzarsi, sopra dì questa, coll’ i-


Si porta verso l’appendice sinistra, sopra leo-lombarì sono le più picciole eie più ir-
:

la (juale ascende, niaudandole parecchi rami, regolari. — Le altre derivano dall’arteria du-
tra cui uno so ne osserva che giunge alla par- rante il suo tragitto sul sacro e sono le più
:

I
te laterale sinistra dell’ esofago, ascende sopra grosse. D'ordinario, ue nasce una da ciascun
i
il condotto quasi fino al torace, e si unisce lato, nella parte mezza di ciascheduna fal-
\
alle esofagee aortiche. Quindi la diaframma- sa vertebra del sacro. Trasversalmente ri-
j
lica manda tre o quattro rami capsulari. volte al di fuori, ora diritte, ora tortuose,
V Giunta sul centro aponeurotico, ne gitta alcu- codeste branche vanno a riunirsi, presso i fo-
i ni altri che vanno a spargersi per la porzione ri sacri anteriori, con alcuni rami delle sa-
muscolare del diaframma piantala nel mezzo cre laterali; altre volte penetrano esse stes-
dell’ iuferior margine delle false coste. Fi- se pei forami sacri e vanno a distribuirsi ai
aaliuente, al di là dell’apertura esofagea, l’ar- nervi co’ quali finisce la midolla. Nel lo-
I
teria si divide come la precedente in due bran- ro tragitto, mandano numerosi ramoscelli, in
j che r una anteriore 1’ altra sinistra. alto ed iti basso al periostio del sacro. Que-
Branca anteriore. —“ Riceve in prima il ste ultime branche per altro non sono costan-
i i’dDj« trasversale anastomolico che le manda, ti nè quanto a volume, nè quanto a nume-

corne dicemmo, la diaframma lica destà'a; quln- ro, uè quanto a disposizione. Talora massi-
b di si reca aU’innanzi e si divide in più rami, me quando la sacra media è deviata da un
li alcuni de’quali girano intorno la porzione mc-ì- lato, si scorge una branca piuttosto grossa,
13 dia dei centro aponeurotico e si uniscono alla derivante superiormente da essa nell’ opposto
branca anteriore di questa medesima dialrani- lato, tlisoeudero obbliquamenle sino alla p>arle
EneicL Med. 1' II.
AttfARKCLHl DKLL. . VITA oaUANÌGA

inferiore del sacro, gittate, in tale cammi- sotto il nome


toracica interna ; 1’ altra,
di
no, tutti i rami laterali che altre volte gilta nominata epigastrica nasce nell’iliaca ester-
r arteria medesima, e anastomizzarsi, presso na, e si porta di basso in alto. L’ombelico
l'ultimo foro sacro, colla sacra laterale.
— è il punto della mutua loro unione ; e appun-
Finalmente sopra il coccige , 1’ arteria sa- to in questa grande anastomosi mettono ca-
cra media manda parecchie branche laterali, po, come a loro comune centro, quasi tutte
che tutte si portano obbliquamente in bas- le branche anteriori, sì delle intercostali e si

so o al di fuori, per gittarsi nel tessuto adi- della lombari. — Non


parlo qui dell’arteria
poso del retto e nei muscoli ischio-coccigei. sacra media, somministrala in basso dall’aor-
— Altre volte, V arteria si divide sopra il ta, ma destinata interamente al bacino, e poco
notabile per la sua distribuzione , perchè i
coccige in due branche uguali, che s'incur-
vano al di fuori e all’ insù per formare due rami somministrati qui alla parte inferiore
archi anastoraotici colle sacre laterali. Tale della midolla e ai muscoli del dorso derivano
disposizione, alquanto ordinaria, non è però quasi sempre internamente dalle sacre laterali
costante, a tante varietà sono soggette le sa- II. Le arterie destinate agli organi delle

cre laterali in lunghezza e nel modo di ter- due cavità non presentano nè quell’uguaglian-
minazione. za in grossezza, nè quell’uniformità nella di-
Osservazioni riguardanti la disposi- stribuzione che presentano le arterie delle pa-
zione generale delle arterie gittate dalP aor- reti. Commisurate come sono ai diversi orga-
ta nel petto e nel basso-ventre. Queste ni, differiscono necessariamente tra sè nò ,

arterie possono distinguersi in due classi. Al- possono essere riunite, che d’ un modo assai
cune vanno alle pareti del tronco, altre si vago, sotto un punto generale di veduta. —
portano agli organi contenuti nelle cavità Nel petto codeste arterie sono pochissimo nu-
toracica e addominale. merose e piccolissime le une, sparse per 1’ e-
:

I. Le prime nascono dalle parti laterali sofago e per la parte posteriore del pericar-
fi posteriori dell’aorta, per tutta 1’ estensio- dio, meritano più presto il nome di rami che
sìe di questa, dal luogo ove si caccia tra le quello di arterie; le altre^ più considerabili,
due pleure, fino a quello in cui si divide in si distribuiscono ai polmoni sotto il nome di

iliache. Nel petto acquistano il nome di in- bronchiali, l’ultavolta la sottigliezza di que-
tercostali., nell’addomine di lombari. Per tut- ste ultime è tale che sembrano, a principio,
to dispiegano caratteri d’ analogia i più ma- manifestamente sproporzionate ai grossissimi
nifesti. La loro grossezza è quasi uguale. Tut- organi che le ricevono. Ma può notarsi; i."
te formano coll’ aorta un angolo più o meno che, quale altrove dicemmo, 1’ ampiezza dei
acuto in alto alla loro origine, e si curvano polmoni è dovuta in gran parte all’aria che
tosto per recarsi trasversalmente sul corpo li riempie, continuamente piuttosto che alla

delle vertebre corrispondenti fino alle apofisi loro sostanza solida eh’ è pochissima ; 2 .° chò
trasverse. Tutte si dividono poi in due bran- le arterie bronchiali appartengono spezial-
che, delle quali una, posteriore, spetta alla mente ai condotti dai quali derivano il nome,
midolla e ai muscoli del dorso ; l’altra, an- e si trovano con questi in un’ abbastanza e-
teriore, alle pareti del petto e dell’ addomine. satta corrispondenza quanto a grossezzza. —
Le branche posteriori si diportano da per lut- Non deggio omettere qui uu fenomeno ana-
to ugualmente. Mandando ciascheduna alcu- tomico molto singolare osservalo da poco tem-
ni rami alla midolla e ai corpo delle vertebre, po. Nel corpo d’ un fanciullo dell’ età di sette
per gittarsi da poi ne’ muscoli delle grondaie anni, si trovò un’arteria grossissima la quale,
vertebrali. Solo le branche anteriori diversi- nata dall’aorta addominale a livello della celia-
ficano tra loro nella disposizione, e questa ca, si ciu*ìtava superiormente, penetrava nel
differenza unicamente dipende dalla confor- petto per l’apertura esofagea del diaframma, e
mazione delle pareti dell’ una e deH’altra ca- si divideva tosto dietro l’esofago in due grosse
vità. Nel petto, sono più regolari e corrono branche, le quali s’immergevano nei polmoni,
un tragitto più esteso, la cui direzione è se- per la parte inferiore e posteriore della loro
gnata esattamente da quella delle coste. Nel- interna faccia, per distribuirsi, d’ ambi due i
i’ addomine, si dividono più presto e si rami- lati, a tutto quanto il lobo inferiore. Cotali
ficano più vagamente per gli strati muscola- branche si anastomizzavano manifestamente,
ri ondeggianti, che incontrano al di fuori. — mediante molti rami, coli’ arteria polmonare
Codeste arterie aortiche si distribuiscono spe- superiore, siccome potemmo assicurarcene in-
zialmente alle pg.rti laterali delle pareti tora- iettando questa. Le vene polmonari erano dis-
ciche e addominali, mentre le ramificazioni poste secondo l’usato modo, e si distribuiva-
arteriose,! che si distribuiseòno alla parte an- no nella stessa guisa per tutta 1’ estensione
teriore di queste stesse pareti, derivano da dei polmoni, quantunque i lobi inferiori non
due grosse branche, 1’ una delle quali, nata ricevessero vasi arteriosi che dalia polmonare
dalla solto-ckveare, fi porta da alto in basso addominale, e l’ arteria polmonare #uperior«
SISTEMA AÏITEÎVI050 *79
diramasse che pe’ lobi superiori. Tale
ïfîon si naii, e agli organi genitali, non presentano,
curiosissima osservazione, della quale niun nella loro generale disposizione, niuna cosa s^
anatomista aveva citati esempi, è dovuta al notabile, perchè stimiamo opportuno il richia-
sig. Maugars d’Angers. Nota. ( Ved. il Gior- marla qui.
nale di Medicina dei sigg. Corvisart, Leroux
e Boyer, piovoso anno X. L’autore aggiunse V. DELLE ARTEBIE OND’ HA TERMINAZIOÎÏE
alla propria osservazione il disegno di co- l’ aorta
dest’arteria straordinaria. ) Numerose arte-
rie distribuiscono ai grossi e moltiplici or-
si Arterie iliache primitive. —
Giunta sul
gani contenuti nel basso-ventre. I quali orga- corpo della quarta vertebra, o sopra la fibro-
ni Sono o parenchimatosi o membranosi. Nei cartilagine che riunisce la quarta alla quinta,
primi si vede, quasi per tutto, un’arteria gros- l’aorta finisce dando nascimento a due grossi
sissima recarsi perpendicolarmente all’ orga- tronchi vascolari denominati arterie iliache
gano. e penetrarne il tessuto con molte bran- primitive. Queste arterie, uguali in gros-
che allargate, che tosto si suddividono. Que- sezza e in lunghezza, si allontanano, ad ango-
sto si osserva nel fegato, nella milza, ne’reni, lo acuto, 1’ una dall’ altra, e si rivolgono ob-
I quali ultimi organi in ispezie sono conside- bllquamente al di fuori, in basso e un poco
rabili per la grossezza delle arterie che ricevo- all’ innanzi, allontanandosi progressivamente

no, a paragone del loro volume, e per la brevità dalla quinta vertebra, sulla quale a principio
di queste arterie medesime penetranti, il tes- poggiano. Passano davanti le parli laterali
suto dall’ organo quasi subito dopo la loro della base del sacro, e si dividono ciasche-
origine dall’aorta. Non può negarsi da ciò ri- duna, presso le sinfisi sacro- iliache, in due
sultare un più vivo impulso circolatorio onde arterie considerabili denominate ipogastri-
i reni sono, per necessaria conseguenza, ecci- ca e iliaca-esterna^ o arteria dell’ arto in-
tati più energicamente che molti altri organi. feriore. - In questo breve tragitto, le due
Quindi, con abbastanza fondamento, furono iliache primitive, costeggiate esteriormente
tratti alcuni autori a ritrovare una manifesta dallo psoas, corrispondono internamente ad
correlazione fra la disposizione arteriosa e la un intervallo celluloso che le separa 1’ una
prontezza della secrezione orinaria. Le ar- — Anteriormente, la destra è coperta
dall’ altra.
terie che si distribuiscono agli organi mem- in gran parte, dalla vena cava inferiore ; es-
i
branosi, viene a dire a quelli che costituisco- sendo la sinistra coperta dal solo peritoneo.
no la maggior parte del canale digestivo, si Nè 1’ una nè 1’ altra manda niuna branca.
diportano d’ un modo molto diverso. Tutte
formano, o di per sè stesse, o colle precipue
loro divisioni, degli archi vascolari lungo gli Articolo 1.

organi cui spettano e questi archi appunto


;

mandano dalla loro convessità i rami sparsi ARTERIA IPOGASTRICA O PELVICA


immediatamente agli organi stessi. Rinchiusi
tra le ripiegature peritoneali, che sostengono Si rivolge questa un poco obbliquamen-
. le diverse porzioni del tubo digestivo, e at- te all’ innanzi, in basso
e al di dentro, e to-
Î
f laccati a queste medesime ripiegature, tali sto profondasi nella cavità del bacino, pren-
s »
archi arteriosi non aderiscono all’intestino dendo una direzione quasi verticale : poi si
medesimo, che trovasi più o meno ravvicina- divide in molte branche che possono distin-
li to o slontanalo da essi, secondo i vari gradi guersi, a vantaggio della descrizione, in po-
di sua dilatazione o di sua contrazione. Lo — steriori, anteriori, interne ed inferiori.

[]|

8 stomaco, fra tutte le parti del canale digesti- §. I. Branche posteriori. Sono queste
7 vo, è quello che riceve il maggior numero di le arterie ileo-lombare, sacra laterale e glutea.
9 vasi. Due archi arteriosi abbracciano le sue I.® Arteria ileo-lombare. — Nasce que-
ti due curvature, e i rami da queste sommini- sta ora dalla smessa ipogastrica, a livello della
lij strati vengono, in due opposte direzioni, a base del sacro; ora un poco più in basso, dal-
Il incrocicchiarsi e anastomizzarsi insieme traie la glutea. Variabile n’ è la grossezza. Indiriz-

)1 tonache muscolare e mucosa di un organo zata orizzontalmente ali’ indietro e al di fuo-


U siffatto. Per lo contrario, l’intestino tenue ri, si porta verso la linea ottusa che limita an-
)i5 non riceve vasi che d’ una sola parte, siccome teriormente la base del sacro, coperta, in que-
d fanno i grossi intestini. Ci ha dunque un mo- sto breve tragitto, dallo psoas, passando sopra
it vimento circolano assai più energico nello ilnervo otturatorio se derivi dall’ ipogastri-
stomaco che negli intestini, considerazione ri- ca, e sotto di questo se dalla glutea ; quindi si
'ì»( levante che non deve essere negletta dal fisio- divide in due principali branche.— — L’Anna
ol logo nello studio de‘ fenomeni digestivi —Le ascende perpendicolarmente sotto lo psoas,
ï( arterie pure somministrate dall’aorta addo- tra r osso ileo e l’ ultima vertebra de’ lombi,
mi minale, al diaframma, alle capsule soprarre- e. si anastomizza tnstamenle con una branca
î8a APPARP.CCITt ÜELtA VÏTA ORGANICA

della quinta o della quarta arterialombare : l’altra discende verso il secondo. La sacra in-
dà essa numerose diramazioni al muscolo feriore, nata dalla glutea, cammina ancb’essa
- trasversalmente, comunica, medianfe un ra-
psoas, ed esteriormente al muscolo ilìaco.
L’ altra branca, diretta trasversalmente fra lo mo, colla sacra media, s’introduce essa slessa
psoas e r iliaco, si suddivide tosto in due or- nel terzo foro sacro mandando una branca
dini di rami. Gli uni, superficiali, si spargono che continua a discendere sul davanti del sacro
sul muscolo iliaco, coperti dal peritoneo , fino al coccige, e che fornisce i rami del quar-
mandano molli ramoscelli a quel muscolo, to e del quinto forame. Tutti questi rami, in-
e al tessuto adiposo che io ricopre, e van- trodottisi nel canale sacro, si diportano poi

no ad anastoraizzarsi verso la cresta iliaca, nel modo ch’abbiamo esposto di sopra.— Del
colle lombari, e colla circonflessa iliaca. So- rimanente niente è più variabile che la dispo-
vente codesti rami superficiali derivano dal- sizione delle arterie sacre laterali. Ho indica-
la quarta lombare. I rami profondi s’ immer- to, tra siffatte varietà, quelle che vennero ad
gono sostanza del muscolo iliaco, pel
nella me stesso osservate : molte altre se ne trove-
quale si distribuiscono in tutte le direzioni. ranno indubitatamente facendosi ad os'servare
Molti passano tra il muscolo e T ®sso, e si ra- di per sè.
mificano sul periostio della fossa iliaca : e da B.° Arteria glutea La grossezza dì
essi appunto deriva il ramo nutritivo dell’ os- questa è considerabile. Nasce dall’ ipogastrica,
so, i! qude, per un condotto particolare, se un poco al di sotto delle precedenti che spes-
ne introduce nel tessuto spugnoso. Spesso co- so da questa derivano ; altre volte si diparte
desto ramo, alquanto grosso, nasce primitiva- da un tronco che ha comune coll’ ischiatica.
mente dall’arteria stessa. Rivolta di subito in basso, al di fuori e al-
2 .® Arteria sacra laterale. — Ora non r indietro, passa, dopo il tragitto d’ un mez-
ce n’ ha che una ; talvolta, anzi, sovente, ce zo pollice, sopra e dietro il muscolo pirami-
n’ hanno due. Nascono queste, le più volle, dale, esce dalla grande incavatura ischiatica,
dall’ ileo lombare o dalla glutea, che non fac- e giunge alla parte posteriore del bacino, do-
ciano dall’ ipogastrica stessa. —
Quando non ve, coperta dal maggior gluteo e situala su!
ve n’ ha che una, discende questa un poco ob- margine posteriore del piccolo, dividesi in
bliquamente sulla parte laterale e anteriore due branche. E accompagnata esattamente dai
del sacro, sul davanti de’ forami sacrali, avvi- nervo gluteo. Nel bacino la glutea manda
cinandosi progressivamente alla sacra media, alcuni piccoli] rami, incerti di numero, che
con la quale si auastomizza alla perfine sopra vanno al retto. Molto sovente somministra,
il coccige. Sovente non si prolunga tanto in oltre le sacre laterali, 1’ otturatoria, l’ ischia-
basso, ma penetra nel terzo o nel quarto fo- tica opudenda
la —interna. Delle due grosse
rame sacro per distribuirsi alla midolla e ai branche con che finisce la glutea esterior-
muscoli posteriori della spina, e solo dà un mente al bacino, 1’ una ascende e si posa, un
ramo che segue a portarsi all’ingiù sul da- poco al di fuori fra il gluteo maggiore e il
vanti del sacro, nel quale si perde. —
Nel suo medio, manda in tale tragitto molti conside-
tragitto, la sacra laterale manda alcuni rami rabili rami che si spargono,uni sull’an-
gli
tiiterni e alcuni posteriori. I primi si portano teriore superficie del maggior gluteo, gli altri
trasversalmente sul sacro, e si uniscono a sulla posteriore del medio. Tali due ordini di
quelli della sacra media. Variabile è il loro rami sono separati da un denso strato adipo-
numero. — I rami posteriori s’ introducono, so, e, quando si separino i due glutei, riman-
pei forami sacri anteriori, nel canale del sacro; gono aderenti all’ uno e all’altro de’ mento-
e ciacbeduno si divide tostamente in due rami vati muscoli.— - L’ altra branca, pili profonda,
secondari, l’uno de’ quali si reca sulla faccia manda prima un ramo nutritivo posteriore
posteriore del corpo delle false vertebre, l’al- all’ osso degl’ ilei, si porta quindi trasversal-
tvo esce dal foro sacro del posteriore e si per- mente al di fuori tra il medio e il piccolo glu-
de nei muscoli delia spina. Ambedue, alla loro teo, e si divide tosto in tre branche seconda-

origine, somministrano alcuni ramoscelli ai rie, l’una delle quali è superiore, l’altra media
nervi della midolla. — - Codesti rami posterio- e la terza inferiore. La superiore ascende ob-
ri sono in numero di cinque, tutti gittati dal- bliquaraente all’ intuori, si accosta alla cresta
la sacra laterale quando occupi tuttaquaiita iliaca, e forma, curvandosi, un grande arco
r altezza del sacro. Allorché tale arteria nasce che corrisponde all’ inserzione superiore se-
al disotto del primo foro sacro, l’ ileo lomba- micircolare del piccolo gluteo. Tale arco, ohe
re somministra il primo degl’ indicali rami. fìiiisce presso la spina anteriore dell’osso de-
Quando vi hanno due sacre laterali dalla gl’ilei, manda, dalla propria convessità, alcu-
stessa banda, la superiore nasce dall’ ipoga- ni rami numerosi al medio gluteo che lo co-
strica, cammina in direzione trasversale sui pre ; altri ne manda, dalla propria concavità,
sacro, e divide tosto in due branche, V una
si al piccolo gluteo sul quale si appoggia. lav
delle quali ascende verso il primo foro sacro, branca media, molto più grossa, si rivolge
SÎSTTlMA arterioso ì8ì

IrasTersalmente al di fuori sul piccolo gluteo, finisce all’ombelico nella cicatrice dell’anello.
dal quale è separalo raediante una gran quan- - — Si comprende dietro a ciò che tali due
tità di grasso, manda in tale tragitto molli ra- stali dell’ ombelicale mutano afiàtlo l’aspet-
mi che ascendono nel medio gluteo e m'ì si to generale dell' ipogastrica. Nel feto que -

perdono ; poscia curvasi all’ingiù, e va a git- sto tronco arterioso forma lateralmente al-
tarsi tutta intera, con molte divisioni, in que- la cavità del bacino una gran curvatura per
sto medesimo gluteo presso P inserzione sua ascendere di poi sulle pareti addominali. Da
ai gran trocantere. La branca inferiore, simi- convessità di siffatta curvatura dà nascimen-
le in grossezza alla superiore, manda prima to alle branche addominali allora sottili, che
alcuni rami al muscolo piramidale e alla parte si profondano nel bacino. Dopo la nascila
posteriore del piccolo gluteo quindi si porla
;
per lo contrario, 1’ ipogastrica sembra termi-
trasversalmente sopra quest’ultimo muscolo nare Ugualmente con tutte le branche pelvi-
rivolgendosi un poco in basso. E tosto attra- che dilatate, e 1’ ombelicale non può più es-
versa la spessezza delle fibre del piccolo glu- serne riguardata per la continuazione.
teo, pone tra questo e l’osso degl’ilei, con-
si Aggiungiamo a ciò che, nel feto, 1’ arteria
tinua a camminare trasversalmente verso le ipogastrica denominala in esso tutta quanta
esterne parti fino al di sotto del muscolo ten- ombelicale,, forma la principale divisione del-
sore dell’ aponeurosi femorale, e finisce di r iliaca primitiva, e supera d’ assai, nell’ am-
perdersi nel medio e nel piccolo gluteo. Tal- piezza, l’ iliaca esterna, ancora poco dilatata
volta però continua il suo tragitto, si rivolge Si tornerà, con maggiori ragguagli, a questo
sopra l’ inserzione superiore del retto ante- articolo nella storia del feto.
riore della coscia, e va ad anastomizzarsi con I.® Arterie vescicali, —
Le vescicali, in
una grossa branca esterna superficiale deri- numero variabilissimo, hanno differenti ori-
vante dall’ arteria femorale. gini. L’ arteria ombelicale ne manda sempre
§. //. Branche anteriori. Sono due o che discendono da lato alla vescica,
tre
ìe arterie ombelicale, le vescicali, e l’ottu- e si ramificano tra le tonache di questa. Al-
ratoria. . tre nascono dall’emorroidale media, dalla pu-
Arteria omée//caZe. — Quest’ arte- denda interna, dall’otturatoria, e simili. D’or-
ria, nata anteriormente dall’ipogastrica, pre- dinario l’ipogastrica ne invia una che nasce, o
senta dalle grandi diversità, secondo la si os- presso 1’ ombelicale o da un tronco comune
serva prima o dopo la nascita. Sempre si vol- con questa. Perviene siffatt’ arteria alla ve-
ge un poco obbliquamente all’ innanzi e al scica presso il basso-fondo di questa, e manda
dì dentro fino sopra la parte laterale superio- numerosi rami sì a questa come al principio
re della vescica, si attacca a tale organo per dell’uretra, e nell’ uomo, alla prostata, alle
mezzo di un cellulare tessuto, e s’ incurva di vescichette seminali, al condotto deferente.
poi per ascendere dietro la parte anteriore 3.*^ Arteria otturatoria. Alquante
delle pareti addominali, rinchiusa in una par- volte deriva dall’ epigastrica, e in tale caso
ticolare ripiegatura del peritoneo, e posta da discende verticalmente dietro il pube fino al
lato all’ uraco, al quale si va a grado a grado foro ovale. —
Quando derivi dall’ipogastri-
accostando fino all’ ombelico. Quest’ arteria ca, ora nasce dall’ipogastrica stessa, or.a,
non è dilatata e permeabile per tutta la sua anzi le più volte, da una delle sue bran-
estensione, al sangue, altro che nel feto, in cui che, verbi grazia l’ischiatica, la pudenda in-
ha grossezza notabilissima, tale da formare es- terna o anche la glutea. Rivolta all’ innanzi
senzialraente la continuazione dell’ipogastri- e al di fuori; si rivolge essa orizzontalmen-
ca, della quale tutte le altre branche sono, al te, nella cavità del bacino, sopra il mu-
contrarlo, estremamente sottili. Giunta al- scolo otturatorio interno fino all’ arco apo-
l’ombelico, l’ arteria ombelicale esce dall’a- neurotico di questo, dal qual esce in compa-
nello e va alla placenta. ——
Dopo 1’ origine, gnia del nervo otturatorio per giungere alla
1’ arteria ombelicale, considerabilmente ri- parte superiore o interna della coscia. —
stretta fino dall’ origine, è ancora permeabile Presso la sua origine, l’otturatrice manda li-
al sangue fino alla vescica, alla quale manda na branca alquanto considerabile che si por-
sempre due o tre branche. Ma il lume inter- ta trasversalmente al di fuori, passa sotto il
no di essa va sminuendo successivamente ; e nervo otturatorio, ascende un poco e si cac-
già, nella vescica, le sue pareti, cresciute in cia tra la fossa iliaca e il muscolo dello stes-
grossezza, non lasciano più discernére dal di so nome, al cyuale si distribuisce. L’ ottura-
fuori il colore del sangue nè de’ liquidi in- trice manda poi moltissimi piccoli rami ai
iettati .contenuti dal vaso, sicché le branche muscolo otturatore interno, nel passare che
vescicali, intieramente riempiute, sembrano fa al di sopra di esso. Avanti che si profondi
nascere da un legamento. Al di là della vesci- nell’arco aponenrotico, gitta una branca no-
ca, 1’ arteria ombelicale non riceve yfiù san- tabile che si porla dietro il pube ascenden-
gue, e ridotta che sia allo stalo legamenloso, do un poco, sparge alcuni rami al periostio
Aî’PABKCCÎtî ÌÌELT.A VÎTA ORGA:^r(;A

P anRgîomizza con üna branca dell’ ottu-


si na, si reca tostamente sulla parie laterale e su-
ratrice opposta — Passando per l’arco aponeu- periore della vagina, tra questa e la vescica,
rotico l’ otturatrice si divide in due branche. somministrando all’ una e all’ altra parecchi
— L’ una esterna, discende costeggiando la rami alquanto notevoli. Quindi ascende sulla
parte esterna del foro ovale, situata frara- parte laterale della matrice, chiusa nella ri-
luezTO ai due muscoli otturatori. E questa piegatura peritoneale che costituisce il lega-
ora si distribuisce internamente all’uno e mento largo, e in molti luoghi tortuosa. In
all’altro, e finisce presso la tuberosità deì- tale tragitto, manda molti grossi rami che si
r pervenuta alla mentovata tu-
ischio, ora, portano trasversalmente sulle superficie an-
berosità, curva al di fuori, e nascosta dal
si teriore e posteriore dell’ utero, penetrano, da
muscolo quadrato , si reca trasversalmente diversi punti, il tessuto di siffàtt’ organo, e
alla parte posteriore della coscia, ove man- vi si distribuiscono anastoraizzandosi coll’op-
da parecchi rami alla capsula articolare, e fi- posta uterina. Giunta a livello della tromba,
nisce anastomizzandosi colla branca discen- si divìde in più branche alcune delle quali
,

dente dell’ ischiatica. Nel suo tragitto code- vanno anteriormente legamento rotondo,
al
sta branca esterna manda d’ordinario un ra- le altre alla tromba,
più grosse all’ ovaja,
le
mo che penetra nella cavità cotiloidea per sulla quale si anastomizzaiio manifestamente
r incavatura inferiore d’ essa e si distribui- colle spermatiche.
sce al corpo celluloso rossastro occupante la 3.° Arteria vaginale. —
Questa le spesse
parte posteriore di questa cavità. Tale ramo volte manca, e la vagina allora non riceve che
dietro la conosciuta disposizione della mem- rami numerosi, dall’ uterina, dalle vescicali,
brana sinoviale, non si trova, come d’ordi- dall’ emorroidale media. Quando esiste, deri-
nario supponesi, rinchiuso entro l’ articola- va dalla pudenda, dalla emorroidale, dall’om-
zione. L’ altra branca , interna , si porta belicale, talora dall’ otturatrice. Rivolta ob-
orizzontalmente all’ innanzi e al di dentro al hliquamente in basso e all’ innanzi , manda
di là dell’ otturatore esterno, dà rami a que- prima un ramo alquanto considerabile alla
sto muscolo e agli adduttori, poscia talora si parte laterale inferiore della vescica quindi ;

anastomizza con un ramo della circonflessa si porta lateralmente alla vagina accostando-
interna, ma qualche volta attraversa i muscoli sene alla parte inferiore, e vi si prolunga al-
e va a perdersi, nell’ uomo, per Io scroto, l’ innanzi fino all’ orifizio di siffatto condotto,
nella donna per le grandi labbra. Traversan- al quale, in questo tragitto, manda considera-
do i! foro ovale gitta d’ ordinario un ramo,
, bili rami,
che discende lungo la parte interna di que- §. IT^. Branche inferiori. —Sono que-
sto foro, e si anastomizza colla branca esterna .ste le due arterie ischiatica e pudenda interna.
di modo che forma, sulla circonferenza del La loro grossezza e la loro direzione le hanno
foro ovale, un circolo arterioso perfetto. fatto reputare d’ ordinario per le principali
§. III. Branche interne. Queste bran- — terminazioni dell’ ipogastrica.
che, delle quali nell’ uomo solo una se ne I.” Arteria ischiatica. questa— Nasce
trova, sono l’ emorroidale media, l’ uterina e dall’ipogastrica, ora separatamente, ora per
la vaginale. mezzo d’ un tronco comune alla glutea o alla
.^Arteria emorroidale media.
I Que- — pudenda. La grossezza di tale arteria, infe-
sta non ècostante; e la si trova più spesso nella riore a quella della glutea, supera quasi sem-
donna che nell’uomo. Ne diversificano per pre quella della pudemla che, le spesse fiate,
molto la grossezza e 1’ origine. Nata ora dal- ne deriva. Rivolta quasi verticalmente in bas-
l’ipogastrica, ora daU’ischiatica, o dalla puden- so, fra il retto e le pareti del bacino, esce da
da interna, porta obbliquamente, d’ alto in
si
questa cavità per la parte inferiore della gran-
basso, sulla parte anteriore del retto, fra que- de incavatura ischiatica, fra il muscolo pira-
sto e il basso fondo della vescica nell’ uomo miflale e il piccolo legamento sacro-ischiatico,
;
e tra il medesimo intestino e la vagina nella quindi si divide in più branche. Nel baci- —
donna. Divisa tosto in molli rami, si distri- no, l’ischiatica manda sovente la pudenda,
^buisce principalmente al retto anastornizzan- r otturatrice e l’emorroidale media, e manda,
dosi, in alto, colla mesenterica inferiore, in rami poco rilevanti al ret-
in pari guisa, altri
basso coi rami emorroidali della pudenda in-
terna. Manda quest’ arteria molti rami, nel-
to e alla vescica e via discorrendo. Uscita —
dal bacino, l’ischiatica invia tosto una bran-
r uomo, alla vescica, alle vescichette sperma- ca grossissima che si porta obbliquamente al
tiche, alla prostata, nella donna alla vagina.
di dentro c in basso seguendo l’ inserzione
2.® Arteria uterina. più o meno —E del maggior gluteo, che la ricopre, giunge alla
grossa secondo i diversi stati della matrice. parte laterale del sacro e si perde per i mu-
Nata dall’ ipogastrica , ora separatamente, e scoli posteriori della .spina; quindi l’arteria
ora con un tronco comune ad essa e all’ om- si reca obbliquamente in basso e al di fuori,
belicale, talora prodotta dalla pudenda inter- e si divide tosto in tre o quattro branche. Le
•ISTfcJVIA ARTERiOSO 185
«ne si spandono pel maggior gluteo nella sua pelle. Quelli che vanno allo sfintere e alla por-
metà inferiore, e vi si distribuiscono intera- zione inferiore del retto, si denominano rami
mente. L’ ultima discende, col nervo ischiati- emorroidali inferiori. Finalmente si caccia,
co, fino alla metà della parte posteriore della ora con uno, ora con più rami, nel tramezzo
coscia, mandando rami ai gemelli , alP ottu- del darlo, al quale si distribuisce, siccome alla
ratore interno, quadrato,
al poscia ai flessori pelle dello scroto e della verga.
della gamba, e finisce anastomizzandosi colle b. Branca peniana. È —
considerata,
muscolari perforanti e colle circonflesse. stante la grossezza sua , come la continua-
Arteria pudenda f/iierwa. E questa — zione principale della pudenda. Attraversa
un po’ anteriore nella sua origine all’ ischiati- questa la grossezza del muscolo trasverso, e
ca che sovente la somministra, o nasce da un ascende poi al di sopra di esso lungo la bran-
tronco comune ad essa. La sua grossezza ora ca ascendente dell’ ischio, nascosta dal mu-
è uguale, sovente inferiore, talora superiore scolo ischio - cavernoso , fino all’ intervallo
a quella dell’ ischiatica. Rivolta perpendico- celluloso triangolare che separa i due corpi
larmente in basso, quando retta e quando leg- cavernosi alla loro inserzione nel pube. Presso
germente tortuosa, esce dal bacino per l’ iii- la sua origine, manda una branca
secondaria
ferior parte della grande incavatura ischiati- più o meno grossa, conosciuta d’ordinario
ca, tra il muscolo piramidale e il margine po- col nome
d’arteria trasversa del perinèo^ la
steriore del muscolo elevatore dell’ano riu- quale ascende, sopra e lungo il muscolo ’da
nito al piccolo legamento sacro-ischiatico. In cui prende il nome, bulbo dell’ uretra,
fino al
tale passaggio, la pudenda, prossima all’ i- si profonda nella parte spugnosa di questo ca-
schiatica, non è separata dalla medesima che nale, e vi si suddivide in molli rami. Ho veduto
mediante uno strato adiposo alquanto denso ; siffatta branca uguagliare in grossezza labran-
subito per altro si reca in basso e al di den- ca penica o peniana medesima. —
Tale branca
tro, e rientra nel bacino, tra i due legamenti penica, nel rimanente suo tragitto, manda nu-
sacro-ischiatico , curvandosi sul piccolo che merosi rami al muscolo otturatore interno,
esteriormente abbraccia. Situata di poi sulla agli ischio-cavernosi e trasverso, non che alle
faccia interna dell’ ischio, fra 1’ otturatore in- glandolo del Cowper. Pervenuta nelPinter-
terno, sul quale appoggia, e 1’ aponeurosi che vallo tra’ due corpi cavernosi, la branca peni-
separa codesto muscolo dall’ elevatore del- ca si divide in due rami, P uno cavernoso, a
r ano ,
s’ incararaiua quasi orizzontalmente 1’ altro dorsale.
all’ innanzi e al di dentro fino dappresso l’in- Il ramo cavernoso^ si caccia nel corpo
serzione comune a’ muscoli ischio-cavernoso cavernoso corrispondente, traversandone la
e trasverso del perineo Qui si divide in membrana fibrosa, e si divide tosto in più ra-
due branche. — Nel bacino,
.

la pudenda in- mi secondari che seguono la lunghezza di uu


terna somministra soventemente alcune tra le corpo siffatto, mandando in tutte le direzioni,
altre precipue branche dell’ ipogastrica, ciò al tessuto spugnoso che lo riempie, vari ra-
sono 1’ emorroidale media, i’ otturatrice e via moscelli, de’quali alcuni attraversano la mem-
discorrendo. Del resto, non manda che rami brana e penetrano nella porzione spugnosa dei-
poco notevoli alla vescica, alle vescichette se- r uretra.
minali, alla prostata, al retto. —
Dal suo pas- Il ramo
dorsale^ traversa il legamento
saggio tra’ legamenti fino alla sua divisione, sospensorio del pene, e si colloca sulla super-
la pudenda manda molte branche, tutte di ficie dorsale di questo, e lo segue parallela-^

mediocre grossezza. Di queste alcune discen- mente al ramo dorsale del lato opposto, for-
dono sopra la tuberosità dell’ ischio, e si per- mando alcune tortuosità e mandando ramo-
dono nell’ inserzione comune de’muscoli fles- scelli molteplici, alla membrana fibrosa e alla
sori della gamba ; altre più considerabili, si pelle. Giunto presso il ramo dorsa-
glande, il

portano trasversalmente al di dentro, di mez- le suddivide e si profonda nel tessuto di


si

zo all’adipe copioso che circonda il retto, e tale corpo, dove finisce. —


Talora la branca
vanno a distribuirsi , si allo sfintere cutaneo, trasversa del perinèo nasce dalla pudenda stes-
come più profondamente all’ elevatore del- sa nel punto stesso che la branca perineale.
i
1’ ano. — Delle due branche, con cui finisce Allora aitraversa la spessezza del muscolo tra>-
i nell’ uomo la pudenda, 1’ una può essere de- sverso presso l’ inserzione fissa del medesimo,
( nominata peritoneale, 1’ altra peniaiia. e si diporta poi come dicemmo. • Abbiamo —
a. Branca perineale. Èpiù piccola.
la considerata la pudenda interna nell’uomo*,
Si caccia sotto il muscolo trasverso. Ira esso e perchè in questo la distribuzione di essa è
la pelle, reca all’ innanzi in mezzo al tessu-
si più estesa, e le attinenze più necessarie ad e-

i

i to adiposo eh’ empie lo spazio triangolare dei sattamente conoscersi. Nella donna si di-
1 muscoli del perineo, accostandosi sempre al vide pure, presso il muscolo trasverso, in bran-
i rafe, e mandando numerosi rami allo sfintere, ca perineale e clitoridiana. La prima dà
. trasverso, agli ischio e hulbc-ca vernosie alla rami allo sfintere e al costrittore deiia va gir. a
ÀÏ>rAB.ECCîî! della VITA ORGANICA
ì8/t

e va a vraeltev line nei gran labbro ; 1 altra zione dell’ernia inguinale. Giunta sul mu-
ascende lungo rischio fino all’ intervallo Ira i scolo retto, r
epigastrica conliuua ad ascen-
corpi cavernosi della clitoride e vi si divide ,
dere perpendicolarmente tra questo e il peri-
in due rami, V uno de’ quali penetra il corpo toneo fino all’ombelico, dove si anastomìzza,
cavernoso, l’altro si porta sulla faccia dorsa- per mezzo di molti rami, colla toracica inter-
le^ della clitoride eterniina all’estremità di na e coir epigastrica opposta. *— Presso i’ ori-
questa. gine sua, l’epigastrica manda alquanto spesso,
come dicemmo, l’arteria otturatoria che,
Articolo IL d’ordinario, deriva dall’ ipogastrica. In que-
sto caso, 1’ origine dell’otturatrice corrispon-
arteria dell’arto inferiore de al livello dell’ arco crurale ho veduto pu-
:

re codest’arteria formare, nell’arco, una cur-


Un solo tronco arterioso, derivante dal- vatura considerabile, innanzi discendere die-
V iliaca primitiva allo stesso punto che l’ ipo- tro il pube. Quando P otturatrice nasce dal-
gastrica, va a fornire tutto l’ arto inferiore r ipogastrica, l’epigastrica le manda ordina-
de’ vasi che appartengono. Contenuto dap-
gli riamente un ramo anastomotico che discen-
prima nel bacino, esce da questo sotto 1’ arco *^e dietro il pube. —
L’epigastrica manda pu-
crurale, discende lungo la parte interna della ri?, in questo luogo, molti rami al peritoneo

coscia, e rivolgendosi sempre, trovasi alla per- e al cordone spermatico. Uno tra questi pene-
fin in mezzo allo spazio popliteo, giunge alla tra nell’ anello inguinale insieme al cordone,
gamba e vi si divide. Le rilevanti correlazio- e lo accompagna, più o meno lunge, distri-
ni elle presenta, e i numerosi rami che manda buendosi al cremastere e al condotto deferen-
sulle diverse parti del suo tragitto, costringo- te, e si anastomìzza colla spermatica. Nella

no a considerarlo come formato di molte por- donna, segue il legamento rotondo, pel quale
zioni distinte e continue, indicate coi nomi si distribuisce. —
Nel rimanente suo tragitto,
d’arteria iliaca esterna^ femorale e poplitea. P epigastrica manda lateralmente delle nume-
§. /. Arteria iliaca esterna. Nata rose branche al muscolo retto, sopra il quale
dall’ iliaca primitiva, discende obbliquamente si trova, e spezialmente, al di fuori, agli altri

all’ infuori scorrendo da lato allo psoas, sul muscoli addominali. Queste ultime branche
quale è sovrapposta immediatamente, fino al- comunicano colle lombari e colle intercostali
r arco crurale, donde esce con quello dal ba- inferiori.
cino. Esteriormente corrisponde allo psoas, 2 .° Arteria circonflessa iliaca. *È
internamente c un poco all’ indietro, alla quella che comunemente denominasi iliaca
vena iliaca esterna ; nella rimanente sua cir- anteriore o addominale. Nasce dalla parte
conferenza è coperta dal peritoneo. D’ ordi- esterna dell’iliaca, ora al di sotto, ora a livel-
nario è retta ma talvolta forma una o parec-
;
lo dell’ epigastrica, alla quale è pari in gros-
diie curvature quando più e quando meno sezza. Nascosta dal peritoneo e da molto gras-
estese, — Nel suo tragitto, l’iliaca esterna non so, porta obbliquamente all’ insù e al di
si

manda che alcuni poco notevoli rami allo fuori curvandosi un poco, collocata sul mu-
psoas e alle glandole linfaliche vicine ; ma, scolo iliaco presso il margine esterno di esso
innanzi il suo passaggio per l’ arco, gitta due fino al disopra della spina anleriore-superiore
arterie piuttosto considerabili, 1’ epigastrica e dell’osso degl’ilei. Qui continua a curvarsi
|

la circonflessa iliaca. all’indietro, e tosto dividesi in due principali


Arteria epigastrica
parie interna dell’iliaca,
. —
Nasce dalla
un poco prima che
branche. In tale tragitto, la circonflessa
iliaca manda molti rami esterni ed interni.
j

questa si accosti all’ arco crurale, si rivolge Gli esterni ascendono tutti obbliquamente, j,

subito al di dentro e un poco all’ innanzi for- e vanno a immergersi, perdendovisi^ nel rau- f
mando alcune tortuosità, si caccia sotto il cor- scolo trasverso. Gli interni si portano per di f- j.

done spermatico, incrociandone la direzione, ferenti direzioni, sul muscolo iliaco, vi si per- f
e ascende verticalmente alla parte interna di
questo, dietro la parte superiore esterna del-
dono anastomizzandosi coll’ ileo lombare.
Delle due branche, con cui finisce la circon-
— j-

r anello inguinale, sovrapposta immediata- llessa iliaca, P ima è esterna, interna l’altra.
mente all’ aponeurosi addominale, lungo il La branca esterna aitraversa quasi di |i

margine esterno del muscolo retto, sul quale subito l’ inserzione delmuscolo trasverso nel- '

si colloca di poi. Cosi il cordone spermatico la cresta iliaca, si porla fra questo muscolo e il jij

si trova cinto, nell’interno suolato dall’ arte- piccolo obbliquo, formando parecchie tortuo-
ria incurvata d’intorno ad esso; e quando sità, e si perde nell’ uno e nell’ altro de’men -
venga spinto il cordone alla parte interna del- tovati due muscoli, e nel grande obbliquo.
1’ anello, trae questo necessariamente con sè La branca interna segue, per qualche
l’arteria nella medesima direzione osserva- : tratto, la cresta iliaca, ascende poscia alcun i

zione importarne, cora’ è nolo, per l’opera- poco e traversa l’ inserzione aponeurotica dei ; :
SIS r KM A ARTKRIOSO i85

trsiversoper terminare, con molti rami, in morale, contigua in alto a molti muscoli, av-
questo muscolo e nel piccolo obbliquo. volta in basso d’ ogni intorno da muscoli
II. Arteria femorale. —
L’ arteria fe- densi e forti, si trova, nella metà del suo cor-
morale incomincia al di sotto del legamento so, allontanata,mediante un abbondevole adi-
del Falloppio, aU’incirca nella metà dello spa- pe, da ogni organo solido. Le due prime
zio che separa la spina anteriore superiore considerazioni sono essenziali a notare, per-
deir osso degl’ ilei dalla spina del pube. Ri- chè riescono di base alla pratica chirurgica
volta un poco obbliquamente alla parte ante- quanto alla scelta del luogo in cui applicare la
riore ed interna della coscia, penetra, verso il compressione per impadronirsi del sangue
terzo inferiore di quest’ arto, in un arco apo- nelle varie operazioni. Le branche gittate
iieurotico del muscolo adduttore grande, e vi dalla femorale possono distinguersi in inter-
acquista in nome di arteria poplitea.— Adun- ne, esterne, anteriori e posteriori.
que l’estensione dell’arteria femorale è limitata, Branche interne. —
Le più notabili so-
superiormente, dall’arco crurale, inferiormen- no le pudende superficiali, in numero di due,
te, dal termine del grande adduttore. Impor- distinte in sotto-cutanea e sotto-aponeuroti-
tanti e a riconoscere agevoli sono le correla- ca. — La sotto-cutanea nasce dalla femorale,
zioni di essa. — Anteriormente., l’arteria fe- un poco sotto arco crurale. Rivolta trasver-
1’

morale corrisponde prima all’ aponeurosi e salmente al di dentro, fra la pelle e l’aponeu-
agl’ integumenti, nel grande spazio triango- rosi, si divide, innanzi giungere alle parti ge-
nitali, in due rami 1’ uno
lare circoscritto superiormente dall’ arco cru- : ascende verso il
rale, esteriormente dal sartorio, internamente pube, e si perde nella pelle della parte infe-
dai muscoli adduttore medio e gracile inter- riore del basso-ventre unendosi ai rami del-
no, IVla n’ è allontanala da una gran copia di l’epigastrica e della sotto-cutanea addominale.
grasso e dalle glandolo inguinali profonde. L’altra si porta alla pelle delio scroto e della
Più in basso, la copre il sartorio intersecando- verga, e vi si distribuisce con molti ramoscel-
ne obbliquamente direzione fino al luogo
la li che si estendono fino al prepuzio, e si a-
in cui perde il suo nome. —
Posteriormente., nastomizzano con quelli delle branche dorsali
la femorale, appoggiata nel suo passaggio per della verga forniti dalla pudenda interna.
Parco crurale sopra il pube, dal quale è sepa- Nella donna, quest’ ultimo ramo si distribui-
rata per mezzo del muscolo pettineo, corri- sce per la sostanza del grande labbro.
sponde, in tutta la rimanente sua estensione La sotto- aponeurotica nasce un poco
al pettineo, alpiccolo e medio adduttori, dai più basso, ora dall’ arteria femorale, ora dal-
quali la separa una più o meno copia di adi- r arteria muscolare profonda. Rivolta dappri-
pe. —
Esteriormente., contigua da principio ma un poco obbliquamente all’ ingiù, tra 1’ a-
al nervo crurale e sovrapposta ai muscoli ilia- poneurosi e i muscoli, si dirige trasversal-
co e psoas, corrispondente di poi, a certa di- mente, traversa le aponeurosi, e va a distri-
stanza, muscolo sartorio, è infine applicata
al buirsi nell’ uomo allo scroto, nella donna al
in basso immediatamente sulla parte interna gran labbro, anastomizzandosi col ramo infe-
del crurale, che la separa dal femore. In- riore della precedente. Nel suo tragitto, passa
ternamente., contigua alla vena crurale, cor- talora dietro la vena safena interna. Le altre
risponde prima però, in qualche lontananza, branche interne, più grosse delle precedenti,
al margine interno del medio adduttore sul sono variabili quanto a numero, grossezza e
quale è applicata in basso. Da’quali ragguagli, disposizione. Vanno ai muscoli retto interno
apparisce: i.° che 1’ arteria femorale non è al medio adduttore, e agl’ integumenti, distri-
appoggiala sopra porzioni ossee che in due buendosi per queste parti senza presentare
luoghi, all’arco crurale, dove corrisponde po- niuna cosa particolare.
steriormente al pube, e alla parte inferiore 2 .^ Branche esterne.— ne trova una
della coscia, dove corrisponde esternamente grossissima che può chiamarsi muscolare e-
al femore 2 .° che 1’ appoggio osseo superio-
;
sterna superficiale. Nata dalla femorale, al-
re, è, d’ una parte, il più immediato, essendo r incirca nel luogo stesso dell’ arteria musco-
il solo muscolo pettineo, mediocremente gros- lare profonda, e sovente da questa, si porta
so, frapposto all' arteria e all’osso ;
dall’altra, trasversalmente al di fuori fra il sartorio e il
i ilpiù vicino agl’ integumenti, attesa la protu- retto anteriore, e si divide tosto in rami ascen-
! beranza anteriore dei pube, e la mancanza as- denti e discendenti. I primi si rivolgono

solata de’ muscoli davanti l’arteria; mentre obbliquamente all’insO e al di fuori, si cac-
che in basso questa stessa arteria, separata dal ciano tra il muscolo iliaco, il sartorio e il ten-
f femore dalla notevole grossezza della porzio- sore aponeurotico riuniti, distribuendosi tan-
I
ne interna del crurale, si trova d’ altro canto to a questi, che al medio gluteo, ne’ quali ter-
! allontana ta dagl’ integumenti o dal sartorio, minano. Le seconde, più considerabili, si
!) o dalla protuberanza dei inuscoli medio ad- volgono obbliquamente in basso, e finiscono
1
dottore e gracile interno; 3.° che l’arteria fe- nel sartorio o nel retto anteriore. Ce n' ita
Encicl Med. I II.
i86 APlARKCCHt DELLA VITA ORGANICA

uno che può essere accompagnato fino alla una biforcazione, llivolta un poco obbliqua-
parte inferiore di quest’ ultimo muscolo. mente al di fuori e all’ ingiù, dietro ilmusco-
Le altre branche esteriori sono in piccolo nu- lo retto anteriore, si divide tosto in due bran-
mero, nè ve n’ ha alcuna costante. Alcune di che secondarie, l’una trasversale e l’altra di-
queste nascono immediatamente sotto 1’ arco scendente. — La branca trasversale continua
crurale, e gittano trasversalmente ne’ mu-
si il suo tragitto sotto il retto anteriore, e si di-

scoli psoas ed iliaco. Le altre nate da tutta la vide in più rami, de’ quali alcuni ascendono
lunghezza dell’arteria femorale, si portano sul obbliquamente sopra il collo del femore pres-
muscolo crurale e vi si perdono. so la unione sua co! gran trocantere e si per-
3.° Branche
anteriori. Se n'e trova dono per la capsula gli altri si cacciano sotto
;

costantemente una notabile tanto per la sotti- la porzione esterna del crurale, al eguale si di-
gliezza quanto per la lunghezza la si deno-
: stribuiscono circondando posteriormente il
mina sotto-cutanea addominale. Nasce im- femore gli ultimi, più grossi, si portano di-
;

mediatamente sotto 1’ arco crurale e ascende rittamente al di fuori, e si perdono, si nel


tosto un poco obbliquamente al di fuori, tra retto anteriore, e sì nel tensore aponeurotico.
l’aponeurosi addominale e la pelle, fino a bre- — La branca discendente, molto grossa, spet-
ve distanza dall’anello ombelicale. I suoi rami ta tutta quanta al crurale. 1 suoi rami, gros-
moltiplici e tenui si gittano in prima nelle sissimi, discendono alcuni perpendicolarmen-
glandole inguinali superficiali, poi si spargono te nella porzione media di siffatto muscolo,
sotto la pelle dell’ addomine, dove si anaslo- gli altri obbliquamente al di fuori, nella por-

mizzano internamente colla sotto-cutanea op- zione esterna di esso, si accompagnano fino
posta, esteriormente coll’epigastrica. Le alla parte inferiore della coscia.
branche anteriori gittate dalla femorale nello B. Branca circonflessa interna. Na- —
spazio triangolare anteriore della coscia sono sce dalla profonda nel luogo stesso in cui que-
tutte piccolissime e cutanee. Più in basso ne sta ha origine dalla femorale. Considerabile
somministra di più grosse al muscolo sartorio n’ è la grossezza. Quindi si caccia tosto fra il
che la ricopre. peltineo e il tendine de’ muscoli psoas ed ilia-
Branche posteriori. —Arteria musco- co, gira intorno il femore alla base del suo
lare profonda. —
La femorale, dalla sua parte collo, costeggiando 1’ otturatore esterno, co-
posteriore, manda, per tutta l’estensione sua, perta da’ muscoli piccolo e grande adduttori,
massime inferiormente, un numero alquanto a’ quali muscoli tutti manda parecchi rami.
notabile di branche muscolari che vanno git- Giunta alla parte posteriore dell’ osso, si di-
tarsi nel crurale, e sugli adduttori. Ninna però vide in due rami, 1’ uno ascendente, 1’ altro
di queste può mettersi al paragone àciy arte- trasversale. Il primo ascende obbliquamente
ria muscolare profonda., che sembra, ehi ne sul collo del femore, dinanzi al quadrato
consideri la grossezza, una suddivisione pri- crurale, e va a profondarsi nella cavità digi-
mitiva della femorale stessa, quantunque le tale del gran trocantere, dove finisce. I suoi
sia sempre minore. Nasce siffatta arteria dalla ramoscelli partengono principalmente al qua-
femorale, un pollice e mezzo all’ incirca o due drato, ai gemelli e all’interno otturatore.
sotto l’arco crurale. Discende obbliquamente 11 ramo trasversale, più grosso , si rivolge
indietro fino all’inserzione superiore delia
all’ per alcun tratto al di fuori,' tra il muscolo
parte media del muscolo crurale qui si rivol-;
quadrato ed il femore e tosto si divide in
;

ge al di dentro, e discende sopra i muscoli due rami secondari, che attraversano il qua-
medio e piccolo adduttori presso la loro in- drato allontanandosi 1’ uno dall’altro, L’ uno
serzione, costeggiando il femore fino alla me- di essi giunge alla comune inserzione dei
tà della lunghezza della coscia. Diminuita in muscoli semi-tendinoso, semi-aponeurolico e
volume, attraversa allora 1’ apo'ueurosi d’ in- bicipite, e discende sulla parte anteriore di
serzione del medio adduttore giunge alla
,
quest’ultimo muscolo, al quale si distribuisce;
parte posteriore della coscia, e finisce con due l’altro si porta verso l’inserzione superiore
grosse branche, da una parte nella porzione del grande adduttore, al quale si distribuisce
breve del bicipite, dall’altra nel semi-aponeu- interamente anastoraizzandosi colte branche
rotico. Le branche somministrate, nel suo perforanti.
tragitto, dallaprofonda muscolare sono este- : G. Branche perforanti o muscolari po-
riormente la circonflessa esterna, internamen- steriori. —
Se ne noverano d’ ordinario tre ;
te la circonflessa interna, posteriormente le sovente non ve n’ha che due. Nate dalla pro-
perforanti o muscolari posteriori. fonda, attraversano tutte subitamente i mu-
A. Branca circonflessa Nasce scoli adduttori presso la loro inserzione al fe-
dalla profonda nel luogo in cui questa muta more, e si portano alla parte posteriore della
direzione per divenij'e interna. La grossezza coscia perdendosi ne’ grossi muscoli di tale re-
n’ è ora mediocre, ora uguale a quella della gione. — La prima è la più considerabile. Na-
profonda, della quale sembra in tal caso essere sce sotto il piccolo Irocaulcre, verso la fine
SISTEMA AKI KRIOSO 1B7

del terzo superiore della coscia, e allraversa al tibiale gracile ed al Intérim-


solco. —
le aponeurosi d’inserzione de’rauscoli piccolo
inerite^ si accosta a principio al semi-aponen-

e grande adduttori. Giunta alla parte poste- rotico dal quale è poi separala mediante uno
riore della coscia, manda prima alcuni rami spazio adiposo meno largo che cpiello ond’è
al muscolo gluteo maggiore presso l’ inferiore
separata dal bicipite ;
più in basso, corri-

inserzione di questo, poi si rivolge obbliqua- sponde tronco nervoso tibiale e al gemello
al

rnenle in basso e al di fuori sino all’ interval- interno. —


Dalle quali attinenze si scorge,
lo tra i muscoli flessori della gamba. Qui, som- I.® che la poplitea circondata in alto alquanto

ministra alcuni rami ascendenti che si git- lassamente da’muscoli, in basso attorniata im-r
tano in questi muscoli, e vanno ad anasto- mediatamente da muscoli robusti e grossi, è
mizzarsi superiormente coll’ interna circon- immersa da tutte bande, per la maggior parte
rami suoi principali, accompa- del suo tragitto, in molto grasso; 2 .*^ che in tut-
flessa. Ma i
to lo spazio popliteo poggia sul femore senz’al-
gnano, in basso, questi medesimi muscoli, nei
tra parte intermediaria, eccetto che il grasso,
quali, siccome nel grande adduttore e nella
porzione esterna del crurale, mettono fine.

3 ®che per altro malagevole ne riesce la com-

La seconda perforante nasce assai più in bas- pressione in questo luogo, stante la protube-
so della precedente, alla quale è minore in vo- ranza laterale de’ muscoli semi-aponenrotico
lume. Attraversa gli adduttori grande e me- e bicipite, che molto la slontanano dall’apo-
neurosi e dalla pelle. D’altro lato codesta com-
dio, si divide poscia in rami ascendenti cne
prima, o in pressione necessariamente comprende coU’ar-
si anastomizzano con que’ della
teria nervo ischiatico, e esercita sempre
rami discendenti che si riuniscono alla terza, il si

distribuiscono agli stessi rnuscoli. K prima sopra di questo, avanti ohe su quella.
d ulti si

appunto da questa nasce d’ ordinario il ramo


— A fine di descrivere più ordinatamente le
nutritivo del femore. —
La terza perforante, branche della poplitea, è uopo considerare
quest’arteria nello spazio popliteo, e nella
più piccola ancora che la seconda, nasce a poca
parte superiore della gamba.
distanza del luogo in cui la profonda stessa si
porta all’ indietro, e traversa, quasi allo stesso
Branche somministrate dalV arteria
A.
punto, il grande adduttore. Eguale è pure la
poplitea nella caAlà del garretto. Non —
distribuzione di essa, che non offre ninna par-
manda che tre branche notabili conosciute col
dette branche, la pro-
Oltre le
no;ne articolari superiori^ distinte in in-
di
ticolarità.
terne, esterne e medie.
fonda manda pure nel suo tragitto molti rami
interni, più o meno grossi, che si portano ai
Branche articolari superiori. in

muscoli adduttori eretto interno, ne quali si Branca articolare superiore interna. E


considerabile e variabile assai quanto al punti»
a
perdono.
§. IH. Arteria poplitea. —
Questo è il di sua origine. —
Spesso nasce dalla poplitea
meutr’ è rinchiusa ancora nel grande addut-
I

nome che la femorale acquista traversando il

tore, ovvero dalla femorale al di sopra di que-


i

j muscolo grande adduttore per recarsi alla


I

'
parte posteriore della coscia. — Discende que- sto muscolo. Discende poi costeggiando il
tendine, e si divide tosto in due branche se-
I

st’ arteria un po’ obbllquaraente dal di den-


tro al di fuori nella cavità del garretto, e si
condarie, l’una trasversa, discendente l’ altra,
i

estende cosi dal principio del terzo inferiore


— La prima si profonda nella porzione in-
della coscia fino al termine del quarto supe-
terna del muscolo crurale, e vi prende tosto
riore della gamba, ove termina dividendosi.
una direzione obbliqua in basso e al di fuori,
fino al luogo in cui tale porzione si riunisce al
La grossezza di essa eguaglia quella che ave-
va quand’ era femorale.

fosteriormente^ tendine del retto anteriore. I suoi rami, spar.si
in tutte le direzioni per questo vasto muscolo,
la poplitea, coperta, per la maggiore
sua e-
vi sì anastomizzano con quelli della circonflessa
sfensione, dal nervo ischiatico e dalla vena-
poplitea, corrisponde in prima al muscolo se-
esterna. —
La seconda branca costeggia il
mi-aponeurotico, più in basso al copioso adi- tendine del grande adduttore fino all’inser-
zione di questo -nel condilo interno del fe-
pe che, nello spazio popliteo, la separa dal-
r aponeurosi e dalla pelle, più in basso anco- more, dove finisce. 1 suoi rami, sparsi tra-
ra ai muscoli gemelli, al tibiale gracile e al sversalmente al di dentro sul femore,si distri-
soleo. — Anteriormente^ corrisponde, per buiscono al muscolo crurale e al periostio
ultimi penetrano nell’ artico-
tutto lo spazio popliteo, al femore dal quale dell’ osso. Gli

separala alc{uanta copia di adipe ; più in bas- lazione del ginocchio e si anastomizzano con
t
e:

so, all’ articolazione del ginocchio, a


livello quelli dell’articolare superiore esterna.
’ *
1

muscolo po- Altre volte, l’articolare superiore interna na-


[

de’ legamenti crociali, quindi al


sce immediatamente a livello del condilo cor-
111;

avvicina dap-
I

fe'i-
pliteo. Esteriormente^ si

prima quindi n’ è fortemente al-


al bicipite, rispondente, sì porta trasversalmente sopra
!L:! lontanata nell’ adipe ; più in basso, corri- di esso, e passa sotto il tendine del grande

sponde immediatamente al gemello esterno, adduttore per giungere alla parte anteriore
188 Aï’PAR'ECcai nr.LrA tita okgakìcà

femore. Presso il tendine somministra un


ilei laterale della pnpütca, sono divise, nella loro
ramo ascendente, che si porta obbliquamente origine, tra loro dai nervo ischiatico. L’ester-
tra femore e il muscolo crurale, e si distri-
il na ha sovente la propria origine un poco più
buisce per questo muscolo e al periostio. Poi in basso che la interna, e portandosi obbliqua-
si divide in più rami divergenti che abbrac- mente all’ indietro , giunge alla metà della
ciano il condilo, e si spargono intorno la faccia anteriore del gemello corrispondente.
rotola anastomizzandosi dietro il tendine del L’interna, un poco più innalzata nella sua
crurale coi rami dell’ articolare esterna. origine, porta sul margine esterno del ge-
si

Finalmente non è raro trovare due arti- mello dalla sua banda. Ambedue discendono
colari superiori interne , distribuite 1’ una sopra questi muscoli conservando co’ medesi-
nella prima e l’altra nella seconda delle in- mi le stesse generali corrispondenze, ma pro-
dicale maniere, eccettuate alcune varietà che fondandosi sempre più nella loro spessezza ;

sarebbe impossibile di minutamente speci- e si accompagnano facilmente fino al luogo in


ficare. cui tali muscoli si riuniscono, mediante un' a-
Branca articolare superiore esterna.-^ poneurosi comune, al soleo. —
Presso la loro
Nasce al di sopra del condilo interno, al quale origine, codeste branche mandano alcuni ra-
è più o meno vicina. Rivolta trasversalmente mi al tibial gracile e al popliteo. Del resto si
all’ infuori passa sotto il muscolo bicipite ,
perdono affatto nei gemelli anastomizzandosi
girando intorno il femore. E tosto dividesi in tra loro.
due grossirami. L’ uno superiore, segue la 2 .® Branche articolari inferiori. — A.
direzione della branca, e si caccia tra il fe- Branca articolare inferiore interna. Nasce
more e il muscolo crurale, a cui totalmente alquanto in alto dall’ arteria, sopra il muscolo
si distribuisce. —L’ altro discende obbliqua- popliteo, discende obbliquamente al di den-
mente all’ innanzi sopra il condilo del femo- tro, sotto la tuberosità interna della tìbia, in-
re, sotto l’aponeurosi, fino alla circonferen- torno la quale si volge, nascosta prima dal
za della rotola e finisce sopra quest’osso
: nervo ischiatico, deviato dalla sua banda, e dal
anastomizzandosi coll’articolare superiore in- gemello interno, quindi cacciata tra il lega-
terna. 1 suoi ramoscelli si spargono si ante- mento laterale interno dell’ articolazione e la
teriorraente sopra il muscolo crurale, che po- tibia. Quindi si rende subito trasversale, passa
steriormente sopra il condilo e sopra l’ in- sotto i tendini del sartorio, retto interno e
serzione inferiore del bicipite, al quale la semi-tendinoso, e ascende lungo il legamento
branca stessa, avanti che si divida, manda al- della rotula fino dappresso a quest’ osso, ove
cuni rami. si riunisce con un ramo dell’ articolare infe-
C, Branca articolare superiore media. riore esterna. Alcuni di tali rami vanno al
— Nasce anteriormente dalla popli tea, ora al muscolo popliteo e al gemello interno. Gli al-
di sopra, ora a livello delfarticolazione. Quan- tri si perdono nel periostio della tibia.
do nasce al di sopra, discende perpendicolar- B. Branca articolare inferiore ester-
mente, e in ogni caso attraversa di subito oriz- na. Nasce più in basso che la precedente, e si
zontalmente, dall’ indietro all’ innanzi, P apo- trova nascosta, alla sua origine, dal muscolo
neurosi onde quest’articolazione è coperta. tibiale gracile. Rivolta obbliquamente all’ insù
Allora si divide in due rami, uno de^ quali di- e al di fuori, scorre dal lato al soleo presso la
scende dietro i legamenti crociati, e si perde sua origine^ situata tra il popbte e il gemello
nel tessuto cellulare che li separa dall’ apo- esternoy quindi si caccia sotto il tendine del
neurosi l’altra segue la direzione orizzonta-
; bicipite e il legamento laterale esterno del-
le della branca, e si profonda nello spazio che 1’ articolazione. Allora divenuta trasversale,
separa i due condili- del femore, perdendosi costeggia il margine convesso della libro-car-
nel tessuto cellulare rossastro onde codesto tilagine semi-lunare, e si porta quindi alla
spazio è occupato. Riesce agevole a vedere che parte posteriore del legamento delia rotula.
niuno di questi rami attraversa la membrana Qui si divide in due rami, 1’ uno de’ quali si
sinoviale, nè penetra l’ articolazione propria- perde nel tessuto cellulare adiposo frapposto
mente detta. a codesto legamento e alla tibia l’altro ascen-
;

Branca somministrata dalV arteria


B. de lungo il legamento per anastoraizzarsi, so-
poplitea nella parte superiore della gamba. pra la rotula, coH’articolare inferiore interna.
Si estende questa dalla parte superiore dei — Nella prima parte del suo tragitto, codesta
muscoli gemelli fino a livello dell’apertura branca invia alcuni rami al tibial gracile, al
'

superiore del legamento interosseo.— Le bran- popliteo ed al soleo. Nella seconda, ne manda !

che derivanti da questa sono posteriormen-


: superiormente al condilo esterno del femore,
te, le due gemelle, lateralmente, le articolari inferiormente alla parte superiore esterna del- ^

inferiori distinte in interna ed esterna. la tibia.


i,° Branche ^eweZ/e. —Queste sono co- Branche con cui fmsce V arteria po-
stanti. Nate dalla parte posteriore e un poco plitea, Dopo somministrate le articolari
SISTEMA AHTEÏIIOSO 189
inferiori, la poplitea discende perpendicolar- maleolo esterno, e si divide in rami più o me-
mente dietro il muscolo popliteo, situata pres- no tenui, che si perdono suirarticolazione de!
so il capo della fibula, mandando esterior- piede e sul tarso, comunicando colla peronea
mente alcuni rami piuttosto grossi al muscolo e colla plantare esterna.
solco presso Tinserzione sua. Giunta al di sot- Arteria pedidia. Tale arteria, eh’ è
to del margine inferiore del poplite, si divide la continuazione delia tibiale anteriore, inco-
in arteria tibiale anteriore e tronco tibiale po- mincia a livello dell’ articolazione del piede,
steriore, si porta orizzontalmente all’ innanzi sulla par-

i.° Arteria tibiale anteriore. — Prende te superiore e interna del tarso, coperta prima
una direzione orizzontale, manda alcuni rami dall’estensore del grosso dito, situata dipoi
al tibiale posteriore e al flessor maggiore del- alla parte esterna del tendine di questo, e al-
le dila, e attraversa di subitolegamento in- il l’ interna del piccolo muscolo estensore co-
terosseo. Situala, da questo punto, alla parte mune o pedidio fino all’intervallo tra le due
anteriore della gamba, si curva in basso, di- prime ossa del metatarso. Qui si caccia sot-
scende obbliquamente tra’ muscoli di codesta to il primo tendine del muscolo pedidio, po-
regione avvicinandosi progressivamente alla scia attraversa verticalmente il muscolo inter-
tibia, sulla quale si trova finalmente situata osseo corrispondente, e giunge alla pianta
nella parte inferiore, quindi passa sotto il le- del piede, nella quale si divide in due bran-
gamento anellare superiore del tarso, fra il che. —Nel suo tragitto, la pe (lidia manda al-
grande estensore delle dita e 1’ estensore del cune branche interne ed esterne. Le inter- —
grosso dito, e assume qui il nome di pedi- ne, alquanto numerose, ma poco notabili, si
dia. —
Posteriormente, la tibiale corrisponde .spargono sul margine interno del piede e vi
al legamento interosseo ne’ suoi due terzi su- si ramificano anastomizzandosi colla plantare

periori, e nel terzo inferiore alla tibia. Ante- interna. Le più moltiplicate, si
esterne,
riormente, corrisponde alla riunione de' mu- spargono superiore del piede, e si
sulla faccia
scoli anteriori dellagamba e del tutto in bas-
;
distribuiscono priucipalmente al muscolo pe-
so solo a’ due eslensori. Internamente, appli- didio. Due nominate tarsiana e me-
di esse,
cata dapprima contro il tibiale anteriore, cor- tatarsiana^ meritano una particolare descri-
risponde inferiormente alla tibia. Esterior- zione.
mente, corrisponde, nella sua parte superiore, a. Branca tarsiana. —
Nasce dalla pe-
al peroneo maggiore ed al grande estensore didia, presso la sua origine, a livello del capo
delle dita; e dal mezzo della gamba fino all’in- dello scafoide, volgesi obbliquamente all’ in-
giu, al solo estensore del grosso dito. 11 nervo nanzi e al di fuori, e si caccia tosto sotto il

tibiale anteriore copre anteriormente l’arteria muscolo pedidio, dal quale coperta, si curva
per quasi tutta l’estensione di essa. -Non appena sul tarso per recarsi dirittamente verso il mar-
la tibiale anteriore ha attraversato il legamento gine esteriore del piede, ove passa sotto il
interosseo, manda una branca alquanto grossa, tendine del gran peronèo, e finisce con alcuni
che ascende obbliquamente verso il di dentro rami anastomizzati ajla plantare esterna. Man-
fra la tibia el’ inserzione del tibiale anterio- da essa in tale tragitto molti rami al pedidio
re, mandaa codesto muscolo molti rami, quin- che la ricopre, e ai legamenti del tarso. Tra i
di attraversa l’ aponeurosi tibiale, e va alla quali uno, più grosso, si profonda nello spa-
parte inferiore del ginocchio per terminare zio che separa le ossa scafoide e calcagno, e si
alla pelle anastomizzandosi colle articolari in- distribuisce alle porzioni legamentose eh’ em-
feriori. Per tutto il rimanente suo corso, piono questo spazio medesimo.
la tibiale manda lateralmente molti rami ai b. Branca metatarsiana. — Nasce dalla
muscoli perone!, tibiale anteriore ed est ensori : pedidia, presso il luogo in cui tale arteria si
e gitta, in pari modo, alcuni rami posteriori profonda nello spazio interosseo. Inferiore,
che attraversano il legamento interosseo, e quanto a grossezza, alla tarsiana, manda alcuni
vanno ai muscoli prosteriori profondi della più considerabili rami. Rivolta obbliquamen-
gamba. Ninno di tali rami merita una partico- te all’ innanzi e all’ infuori, si caccia, ad un
lare descrizione. Verso la parte inferiore della tratto, sotto il primo tendine del muscolo pe-
gamba, la tibiale manda
ordinario due ra-
d’ didio, del quale interseca la direzione, quindi
mi più costanti nella loro disposizione. L’uno, s’ incurva e segue trasversalmente
al di fuori,
interno, passa trasversalmente dietro il tendi- l’articolazione del metatarso col tarso fino a!
ne del tibiale anteriore, giunge al maleolo in- margine interno del piede. In tale tragitto,
terno, e discende sulla parte vicina del tarso manda alcuni rami posteriori e anteriori. —
e dell’ articolazione del piede, dove si divide I rami posteriori., poco rilevanti e di nùmero

in sottili ramoscelli comunicanti con quelli incerto, si spargono sul tarso e vi si perdono
della tibiale posteriore. L’altro, esterno, passa distribuendosi principalmente al muscolo pe-
dietro il tendine comune all’ estensore delle didio. — I rami anteriori., in numero di tre,
dita, e al piccolo peroneo, discende lungo il si portano nel secondo, terJjo e quarto spazio
Tqo APPAÎIÉCCIÎI DKLLA VîTA ORGANICA
înterosseo, comunicano con alcuni rami per- ronea manda molti rami ,
e.sterni, posteriori
H'oranti dell’ arco plantare, quindi seguono an- ed interni. - —
Gli esterni e posteriori sono i

teriormente spazi interossei, dove si tro-


gli più grossi. Rivolti obbliquamente in basso, si
vano applicati sui muscoli interossei dorsali, gittano tutti nel solco e nel gemello, alcuni
fino alle articolazioni delle dita. Qui, comu- anzi escono al di fuori, tra questi muscoli e la
nicano coi rami perforanti anteriori dell’arco fibula per disperdersi agl’integumenti.
, I —
plantare, e dividono poi ciascheduno in due
si rami interni, più pìccoli, si spargono ne’ mu-
rami che seguono i margini corrispondenti
,
scoli tibiale posteriore, flessor maggiore delle
delle dila dal margine esterno del secondo dita, e flessor maggiore dei grosso dito. Uno
fino al margine interno dell’ ultimo, e si per- tra questi, nato affatto in basso dalla pero-
dono finalmente nella pelle. Subito avanti — nea, porta trasversalmente sul davanti dei
si

che si profondi nel primo spazio interosseo, muscoli flessori e va ad anastcmizzarsi colla
la pedidia manda una branca alquanto grossa tibiale posteriore. Giunta al terzo infe-
che scorre esterno Iato del primo osso me-
all’ riore della gamba, la peronea si divide in due
ta tarsiano fino all’ articolazione di questo col branche, l’una posteriore, l’altra anteriore.
grosso dito. Qui si divide in due rami ; l’uno Branca posteriore. —
Segue questa il
dei quali segue il margine esterno del primo primitivo tragitto dell’arteria, recandosi sulla
dito, l’altro il margine interno del secondo. faccia posteriore della fibula, quindi sopra
Ambi due finiscono negl’ integumenti. Per- — 1’ articolazione del piede fino al lato esterno
venuta alla pianta del piede, la pedidia' si ri- del calcagno, e dislribueiido numerosi rami
volge all’ infuori, si caccia tra 1’ accessorio del ai muscoli tibiale posteriore e flessore, a’ pe-

grande flessore e gl’ interossei plantari, e si di- rone! grande e medio , e all’ articolazione.
vide tosto in due branche di uguale grossezza. Giunta da lato al calcagno, si divide in parec-
— L’una segue anteriormente l’ intervallo tra chi rami, che si spargono nel tessuto cellulare
adiposo abbondante di questa parte, e agl’in-
le due prime ossa del metatarso, situata fra i
muscoli adduttore obbliquo e flessor breve del tegumenti prolungandosi più o meno sul
,

grosso dito, ai quali manda alcuni rami, 1’ uno margine esterno del piede. Uno di essi si pro-
dei quali, più grosso, gira intorno il grosso di- fonda trasversalmente sotto l’esterno m-flleo-
to, e giunge al margine interno di esso, seguen- lo, e va anteriormente ad anastomizzarsi col

dolo perfino all’ estremità di siffatto dito; ramo esterno inferiore della tibiale anteriore.
quindi attraversa il piccolo flessore e si divide Branca anteriore. —
Attraversa il le-
in due rami, P uno de’ quali segue il margine gamento interosseo, manda subito alcuni ra-
esterno del grosso dito, l’altro l’interno del mi al muscolo piccolo peroneo, sotto il quale
secondo. —
La seconda branca continua a re- si trova, discende poscia sul davanti del lega-
carsi al di fuori, seguendo il tragitto primitivo mento quindi sull’ articolazione peroneo-ti-
della pedidia, e anastomizzandosi tosto colla biale; qui s’incurva all’innanzi e al di dentro,
plantare esterna, concorrendo di questa guisa e va ad anastomizzarsi
coll’ arteria tibiale an-
a formare l’arco plantare. Ho veduto la — teriore. piccolo arco eh’ essa forma manda
11

prima di tali due branche diportarsi in modo alcuni più o men numerosi rami, che discen-
diverso, e giungere all’intervallo del terzo e dono sull’articolazione del piede e sulla re-
quarto osso del metatarso, per distribuirsi gione dorsale di essa, vi si ramificano e si
con due rami, al lato esterno del terzo dito e perdono nel muscolo pedidio. Codesta bran- —
all’interno del quarto. In quest’ individuo, le ca anteriore talvolta manca ; altre volte è
due prime dita e il margine interno del terzo grossissima. Ho veduto, in un individuo, la
non ricevevano ohe i rami collaterali gittati, peronea stessa attraversare il legamento in-
sul dorso del piede, dalla pedidia. terosseo andando a formare arteria pedi- 1’

2 .® Tronco tibiale posteriore. — Di- dia, mentre 1’ arteria tibiale anteriore aveva
scende questo dietro il legamento interosseo, fine tra’muscoli anteriori della gamba: que-
davanti il nervo tibiale posteriore, e dopo un sto caso è piuttosto raro che no.
tragitto di alcune linee, si divide in due ar- b. Arteria tibiale posteriore. — E, tra
terie denominate peronea e tibiale posteriore. le due, più grossa e la meno profonda.
la

a. Arteria peronea. —
E la meno grossa. Naia dal tronco libiate posteriore, si rivolge
Nata dal tronco tibiale, si volge un po’ obbli- un po’ obbliquamente al di dentro, si colloca
quamente al di fuori, si colloca sul margine al lato interno del nervo tibiale posteriore, e

interno della fibula, seguendola verticalmente si curva lievemente sopra se stessa per di-
sino al terzo inferiore della gamba, situata scendere poi verticalmente tra i due strati mu-
dapprima sul muscolo tibiale posteriore, indi scolari posteriori della gamba fino al di sotto
racchiusa tra le sue fibre, e coperta in parte <le!Ia volta del calcagno, ove si divide in due

posteriormente dal flessore del grosso dito, e branche. Nella parte anteriore corri-sponde,
per tutta la estensione sua, dai muscoli solco superiormente, all’intervallo tra le due ossa
€ gemelli. —
In tutto questo tragitto, la pe- della gamba, e al tibiale posteriore, più in
SISTEMA AUTERIOSO 191
basso, al flessor grande della tibia, e alla ti- riore del tarso e a livello dell’origine del bre-
bia soltanto. Posteriormente, ricoperta corn’è ve flessore del piccolo dito. Qui si curva as-
a ne’suoi due terzi superiori, dai muscoli ge- sai più al di dentro ed in alto profondandosi
melli e solco, scorre, nel suo terzo inferiore, tra il grande flessore comune e gl’ interossei,
lun^o il margine interno del tendine di A- siavvicina all’ estremità posteriore del primo
chille, e, affatto in basso, non è più coperta osso metatarsiano, e forma così, anastomiz-
che dalP aponeurosi tibiale e dalla pelle. — zandosi colla pedidia, 1’ arco plantare, eh’ è
Nel suo tragitto, la tibiale posteriore som- rivolto obbliquamente in alto, e all’ innanzi, e
ministra alcuni rami poco numerosi e poco corrisponde colla sua convessità al metatarso,
notabili, e i muscoli solco e gemello ne ri- —
e al tarso colla concavità. Così l’arteria plan-
cevono il minor numero, anzi non ne rice- tare esterna, rivolta a principio obbliquamen-
vono le spesse volte ninno. Quasi tutti si di- te all infuori ed in basso, poi orizzontalmen-
stribuiscono lateralmente ai muscoli tibial po- te all innanzi, quindi assai obbliquamente al
steriore e flessori, al periostio della tibia e di dentro, all’ innanzi ed in alto, presenta, nel
alla pelle. E da essa appunto deriva alla tibia suo complesso, una grande curvatura, la con-
il suo ramo nutritivo, uno de’ più grossi tra vessità della quale corrisponde alla parte ester-
quelli di tale spazio quantunque deriva so-
;
na della pianta del piede, la concavità alla
vente dalla poplitea o dal tronco tibiale pò- parte media interna di esso, talché i punti
!

steriore. — Giunta
sotto la volta del calca- d’ origine e di terminazione di codesto vaso
gno, la tibiale posteriore manda alcuni rami si trovano quasi sopra la medesima linea.-—

ai muscoli adduttore del grosso dito, piccolo Poco dopo l’origine sua, la plantare esterna
flessore delle dila e alla pelle quindi si di-
:
gitta una branca alquanto grossa che discende
vide in due branche voluminose, che sono le verticalmente sulla parte interna del calcagno
arterie plantari interna ed esterna. fino alla parte inferiore di tale osso, distri-

Arteria plantare interna. -E la meno buendosi alle inserzioni de’muscoli addutlore
grossa. Nascosta, sua origine, dal lega-
alla del grosso dito e piccolo flessore comune delle
mento anellare interna, si porta questa oriz- dita.— Da questo punto, fino a quello in cui la
zontalmente air innanzi sotto il muscolo ad- plantare esterna si profonda sotto gl’ interos-
duttore del grosso dito, contro il quale è im- sei a costituire l’arco plantare, codest’ arteria
mediatamente applicata, si rivolge quindi un manda molti rami de’quali alcuni si spargono
j
poco al di dentro, continua a portarsi all’ in- ne’ muscoli flessori, comuni, accessorio, ad-
nanzi sotto il piccolo flessore dello stesso di- duttore del piccolo dito ; gli altri traversano
to, e finisce anastomizzandosi mediante pa- l’aponeurosi plantare, e vanno a perdersi pe-
recchie divisioni coi primi rami collaterali. gl’ integumenti. —
L’ arco plantare sommini-
Fino dalla sua origine , la plantare interna stra molte branche che si possono distinguere
manda immensi rami airarticolazione dei pie- in superiori, inferiori, posteriori ed anteriori.
de colla gamba, e muscoli superficiali della
ai — Le superiori, in numero di Ire, attraversa-
pianta del piede. Alcuni tra questi rami, più no perpendicolarmente gli spazi interossei,
I
considerabili degli altri, si cacciano al tli sopra mandando alcuni rami
ai muscoli che gli riem-

j
de’ muscoli profondi, e vanno a spargersi sui piono e vanno
dorso del piede ad aiiasto-
sul
1 numerosi legamenti che uniscono, tra sè, le mizzarsi coi rami della branca melatarsiana
ossa del tarso. Nel rimanente suo tragitto, gittata dalla pedidia. Si denominano d’ ordi-
la plantare interna distribuisce in ispezie i nario perforanti posteriori. Le inferiori e le
suoi rami al muscolo adduttore del grosso di- posteriori, poco notabili, si spandono tanto ai
to. Multi di questi, per altro, si recano al di muscoli superficiali della pianta del piede,
fuori, danno rami piccolo flessore comune,
al quanto al muscolo accessorio ed ai legamenti
e traversano Taponeurosi plantare per disper- inferiori del tarso. --Le anteriori, grossissime,
dersi nel tessuto adiposo abbondevole e ne- sono d’ ordinario in numero di quallro. La
gl’ integumenti della pianta dei piede. prima, rivolta obbliquamente all’ in ìlio ri, si
Arteria plantare esterna. La sua porta sotto il breve flessore del piccolo dito,
grossezza e 1’ estensione sua la fanno tenere gli manda numerosi rami, e finisce sul
dei
per la precipua continuazione della tibiale po- margine esterno di questo stesso dito, del qua-
steriore. Nata allo stesso luogo che la prece- le costituisce il ramo collaterale esterno, l tre
dente, si porta obbliquamente in basso e al di altri seguono orizzontalmente innanzi i ;dl’
I fuori, seguendo la faccia interna concava del tre ultimi spazi interossei,alcuni mandando
! calcagno, e passa tra il piccolo flessore comu- rami sì ai muscoli che li riempiono, e sì ai
I ne e V accessorio al grande flessore. Giunta lombricoidi. Giunti verso 1’ estremità ante-
i alla pianta del piede, s’ incurva leggermente riore del metaiarso, codeste brandie si caccia-
) sopra sè stessa per recarsi orizzontalmente al- no sopra il muscolo adduttore trasverso del
r innanzi, situala sempre Ira’ muscoli piccolo grosso dito, c mandano per ciascheduna due
I

,
ì iicssore c accessorio fino all’estremità aute- piccoli rami, che si donuininarono perforane
Î92 AÏ'PARECCHl DELLA VitA oRGA^JCA

iianteriori^ perciò che attraversano perpen- branche, tre sono considerabilissime. Due, de-
dicolarmente gli spazi interossei per anasto- nominate circonjlesse^ abbracciano il femore,
mizzarsi coi rami interossei della branca me-? come le circonflesse brachiali 1’ omero . La
tatarsiana. Finalmente le tre branche, dopo terza, nominata arteria profonda., discende
aver oltrepassato il muscolo adduttore tra- lungo adduttori, e appartiene tutta quan-
gli

sverso, si dividono ciascheduna in due rami ta, co’ rami suoi,


ai muscoli posteriori del-
che seguono i margini corrispondenti delle l’arto a quel modo che la branca interna pro-
dita, dal margine interno del piccolo fino al fonda della brachiale spetta tiiltaquanta al
margine esterno del secondo. Codesti rami si brachiale posteriore. —
Tale disposizione ana-
anastomizzano insieme ad archi nelle estremità loga delle arterie brachiale e femorale fa che
delle dita, mandando alcuni ramoscelli, più o si possano applicare ad una le stesse pratiche

men numerosi, alle guaine tendinose ed alla considerazioni che si sono fatte per l’ altra.
pelle. Così la conoscenza del punto d’ origine della
Osservazioni intorno la disposizione profonda e delle circonflesse, dimostra la pos-
generale delle arterie del bacino e degli ar- sibilità dilegare 1’ arteria femorale nella mag-
ti inferiori. L’ iliaca primitiva, sommini- gior parte del suo tragitto, senza che ne ven-
strata dall’ aorta, si divide quasi subito in due ga interrotta, nell’arto inferiore, la circola-
tronchi secondari, molto ineguali in grossez- zione. Così si potrebbe paragonare, quan-
za ed ancor più in lunghezza. Uno di codesti tunque con meno esattezza, la disposizione
tronchi si profonda sul bacino e si divide to- delle branche articolari della poplitea con-
sto in molte branche che si allontanano per quella delle ricorrenti somministrate all’ arti-
dififerenti direzioni. Le quali branche possono colazione del cubito dalla arteria radiale c cu-
essere riferite a due classi. Le prime spettano bitale. —
Tre principali arterie costituiscono
spezialmente agli organi contenuti nel bacino, l’inferiore terminazione del tronco femorale
come r emorroidale, le vescicali, la pudenda, divenuto popliteo, e si portano alla gamba.
e, nelle donne, 1’ uterina e la vaginale. Le al- Una occupa la parte anteriore della gam-
sola
tre spettano alle pareti medesime del bacino ba, perchè provveduta da meno muscoli, le
e ai muscoli che lo ricoprono sì internamente altre due occupano la parte posteriore, dove
e sì esternamente e sono le ileo-lombari, le
: si trovano riuniti i più forti muscoli. Queste

sacre laterali, la glutea, l’ ischiatica, 1’ ottura- tre arterie non somigliano punto quanto al
trice. Le sacre laterali somministrano oltre a modo della loro distribuzione. La tibiale an-
ciò de’ rami alla parte inferiore della midolla, teriore spande molti suoi rami ai muscoli nel
e continuano così il sistema arterioso spinale cui intervallo discende, siccome la peronea li
formato più in alto dalle vertebrali, dalle in- distribuisce ai muscoli posteriori e profondi
tercostali e dalle lombari. —
Di tutte le dette ch’essa attraversa ma la tibiale posteriore dà
;

branche, la sola sopra la quale deggio fermar pochissime branche a due strati muscolari in
qui l’attenzione, è Tischiatica. Prolungata alla mezzo quali è posta. Destinata quasi esclu-
a’

parte posteriore della coscia, seguendo il tra- sivamente al piede, vi si porta dirittamente,
gitto del nervo ischiatico, statuisce questa, e non comincia a’ dividersi che quando vi è
mediante le sue anastomosi colle circonflesse, giunta. I muscoli gemelli e soleo ricevono le
la più diretta comunicazione fra il tronco ipo- principali branche arteriose, che loro spetta-
gastrico e femorale, e può concorrere a man-
il no, immediatamente dalla poplitea. Nel pie- —
tenere la circolazione nell’ arto inferiore de, al par che nella mano, i rami arteriosi,
quando l’arteria femorale sia stata legata ver- poco grossi e poco moltiplicati sulla regione
so la metà del suo tragitto. —
L’ altro tronco dorsale, si riuniscono quasi tutti dalla parte
somministrato dall’iliaca primitiva è molto dei muscoli flessori. Un solo arco arterioso
più considerabile. Segue lo psoas, esce dal ca- occupa la pianta del piede ; mentre che la ma-
tino, e continua senza dividersi fino alla parte no ne presenta due, quantunque il piede pre-
superiore e posteriore della gamba ; dinanzi senti qui Io stesso proporzionale numero di
che abbandoni il comunica
calino, diritta- muscoli che alla mano. Ci ha dunque, nel pie-
mente colla aotto-claveare per mezzo dell’ar- de, u n’ impulsione circolatoria meno conside-
teria epigastrica, che somministra, ad un tem- rabile e meno
energica, e difficile riesce che
po, ai muscoli addominali gran parte delle non iscorgasi qui una manifesta relazione fra
loro branche arteriose, ad una colla circon- il numero dei vasi e la quantità dei muscolari

flessa iliaca che nasce all’ incirca nello stesso movimenti. Il piede, infatti, non è suscettibile
luogo. — Lo stesso tronco arterioso, nella sua che di movimenti limitatissimi: mentre quelli
porzione femorale, presentaci alcuni tratti di della mano sono numerosissimi, estesissimi e
somiglianza manifestissima coll’ arteria bra- svaiialissimi.
chiale fje principali branche di esso denvano
dalla superiore sua parte, poche somministran-
done nel rimanente suo corso. Fra queste
Sli'VEM.V VEJiOSO 19^
r arto superiore, le vene cefalica, basilica, cu-
vene
SISTEMA VENOSO bitale superficiale ;
neU’arto inferiore,
safene. Ci hanno adunque molte più vene che
le

arterie.- 2 .^ Quanto a disposizione. In generale,


CONSIDERAZIONI GENERAL?
le vene che accompagnano le arterie sono im-
niedialamcnte contigue alle medesime, si di-
Le vene, condotti naturali del sangue, vidono nei medesimi luoghi, si distribuiscono
formano nell’ economia due sistemi affatto alla stessa foggia, qualsiasi il numero dei loro
distinti. L’ uno, generale, incomincia in tutti rami. Le quali vene si tralascia di descrivere,
gli organi mediante ramoscelli tenuissimi, e essendo il loro corso indicalo abbastanza da
termina al cuore con due grossi tronchi. L’al- quello delle arterie già descritte. Ma i.® soven-
tro, limitato al basso-ventre, nasce dallo stes- te le arterie sono assai tortuose, mentre che
so con infiniti rami sugli organi digestivi e le vene sono quasi sempre diritte. La vena si
nella milza. Tali rami, che successivamente allontana allora, irf più luoghi, dall’ arteria, e
diminuiscono in numero e crescono in gros- questo slontanamento è talora notabile. Se ne
sezza, riescono alla perfine in un solo tronco trova un esempio manifesto nella vena faccia-
che va al fegato, e vi termina dividendovisi le, paragonala all’arteria dello stesso nome. In
di bel nuovo. —
11 sistema venoso generale, de- tali casi, le divisioni venose più moltiplicate,
stinato a riportare da tutti gli organi al cuo^ le loro anastomosi più frequenti, sopperisco-
re il sangue che il cuore ha trasmesso a tutti no alla detta mancanza di tortuosità. 2 .° Al-
gli organi mediante T arterioso sistema, vuole cune volle i tronchi venosi differiscono asso-

essere considerato come la seconda parte del lutamente, quanto a disposizione, dagli arte-
grande apparecchio circolatorio. 11 sistema ve- riosi, tutto che le branche da essi gittati cor-
noso addominale, per lo contrario, destinato rispondano esattamente a quelle gittate dai
a portare al fegato il sangue degli organi di- tronchi arteriosi. Cosi, nel petto, all’ origine
gestivi e della milza, vuole essere tenuto co- stessa del sistema venoso, la disposizione del-
me un apparecchio circolatorio particolare, e le vene cave non ha veruna relazione con quel-
come il cuore è T organo centrale e il termi- la dell’ aorta, e le vene destinale ad accom[>a-
ne del sistema venoso generale, così il fegato gnare immediatamente le arterie intercostali
è r organo centrale e il termine del sistema aortiche derivano dall’ intercostale superiore
venoso addominale. —
Dietro siffatta conside- sinistra, dall’azigo e dalla semi-azigo. 3.^ Talo-
razione puramente anatomica, e astrazione ra, in un medesimo organo, le vene principali
fatta da qualunque opinione fisiologica intor- si trovano dalla parte opposta alle arterie, seb-

no 1’ uso ancor dubbio del sangue della cena- bene corrispondano immediatamente alle me-
porta^ abbiamo fatta deliberazione di rimet- desime nelle funzioni. Per questo, nel cervello, i
tere la descrizione del sistema venoso addo- tronchi arteriosi occupano la base dell’organo,
minale all’ articolo del fegato. Non si tratta- e più considerabili e grossi tronchi venosi iie
i

va dunque, al presente, che del sistema veno- occupano la superficie convessa per questo, :

so generale. —
Ho detto che le vene formava- nel fegato, 1’ arteria epatica penetra in basso,
no, eoi loro complesso come per le loro fun- le vene epatiche escono al di dietro. 4 ° Final-
zioni, la seconda parte del grande apparecchio mente, le vene superficiali, per esempio, la ve-
circolatorio. Da questo lato, si possono pareg- na cefalica, le vene safene, che non corrispon-
giare alle arterie, che formano la prima parte dono a uiun’arteria, hanno patentemente una
dello stesso apparecchio. Ma le vene differi- disposizione a loro propria, talché non possia-
scono dalle arterie sotto tre rispetti essenziali ; mo dispensarci dal descriverle in particolare.
cioè rispetto al numero ; rispetto alla
2..^ — 3.^^ Quanto ad organizzazione. Le vene so-

disposizione ; 3.*^ rispetto alla loro organizza- no formale esteriormente da un tessuto pro-
zione. — i.^ Quanto al numero. Ciascheduna prio, lasso, estendibile, formalo da fibre lon-
arteria è accompagnata almeno da una vena gitudinali più o meno palesi, più o meno pros-
che si divide coni’ essa, e fornisce una quan- sime. Appunto dalia poca consistenza di tale tes-
tità di rami uguali. Ci ha dunque tante vene suto dipende la flacidità oidinaria delle vene
quante arterie. Ma, i.® spesso un’arteria è ac- quando cessi di riempierle il sangue : e dalla
compagnata, o nel suo tronco o nelle sue di- estendibililà di esso procede l’enorme ampiez-
visioni, da due vene uguali in grossezza così : za che vene acquistano per mezzo delle in-
le
trovausi due vene brachiali» due radiali, due un mezzo mollo infedele, e do-
iezioni, eh’ è
cubitali 2 .^ quasi sempre le vene presentano
;
vrebbe per questa sola ragione essere abban-
un numero di divisioni molto superiori a quel- donato nello studio del sistema venoso, men-
lo delle divisioni arteriose le vene spermati-
: tre è iu quello dell’ arterioso. Come,
sì utile
che, le vescicali ce ne offrono esempi manife- infatti, riconoscere le relazioni delle vene co-
stissimi ; ci hanno molti ordini di vene non gli organi che le circondano, quando, distese
corrispondenti a niun’ arteria : tali sono, nel- tre volte oltre il ìorouaUirale calibro, occupano
EncicL. Med. T. il.
Î94 AVPAKKCCHI DELLA VITA ORGANICA

assai più spazio, non facciano nello stato


clie metodo inverso rende estremamente agevo-
di vita? Aggiungiamo che le injezioni riesco- le.Noi dunque ci conformeremo alP uso ge-
no qui quasi sempre inutili : il sangue che neralmente adottato, presupponendo che i
stagna dopo la morte nelle vene, apparendo- tronchi venosi muovano dal cuore per divi-
ne il colore attraverso le pareti di queste, per- dersi, avanzando verso gli organi. Basta la più
mette agevolmente di discernerle, anche nel- piccola riflessione ad impedire che questa sup-
le loro divisioni più tenui. Quando una vena posizione non dia origine a false idee fisiolo-
è vuota, possiamo agevolmente assicurarci di giche. Tutto il sistema venoso generale è
sua esistenza, e del suo corso facendovi pas- compreso sotto le divisioni seguenti le :

sare, colle dita, il sangue delle vene più pros- vene cardiache 2 ° la vena cava superiore
; ;

sime ; e quest’iniezione naturale è il miglior 3.° la vena cava inferiore 4*° vene iliache
;

mezzo che possa usarsi, a meno che non si vo- primitive, continuazione della vena cava in-
gliano seguire le vene per infino nel tessuto feriore. Non comprendiamo in questa de-
'delle ossa.— Internamente, le vene sono for- scrizione, le vene polmonari, essendo che que-
'mate da una membrana sottile, estendibile, ste spettano
sistema a sangue rosso, e van-
al

non mai ossificata. La quale membrana non no minutamente considerate nel trattare del
ispetta soltanto alle vene propriamente dette; polmone. E non vi comprenderemo nè anche
ma tappezza la cavità destra del cuore e P ar- la vena ombilicale, che spetta del tutto alla
teria polmonare e, prolungata ne’ seni cere-
;
storia del feto.
brali si trova frapposta al sangue e alla dura-
madre. Quindi essa sola prolungasi a tutte le Î, DELLE VENE CARDIACHE
parti del sistema a sangue nero ; e secondo i
diversi tessuti che le sono dal di fuori aggiun- Si distinguono in posteriori ed anteriori.
ti, risulta da siffatta unione un organo musco- Le prime, ordinariamente due, sono le più
loso, un’ arteria, una vena o un seno. Ecco notabili e le più rilevanti. Tutte nascono dal-
r idea che dobbiamo formarci di codesta P orecchietta destra.
membrana. Considerata nelle vene, forma in iP Vene cardiache posteriori. —Nasco-
esse, tratto tratto, alcune ripiegature semilu- no insieme dalla parte posteriore ed inferiore
tiari sopra sè stessa che si conoscono sotto il dell’ orecchietta destra, sotto P imboccatura
nome di vahole. Queste valvole, talvolta iso- della vena cava inferiore e il tramezzo comu-
late, spesso disposte a due a due, di rado a tre ne delle orecchiette. Si possono distinguere
a tre abbondano spezialmente nelle divisio- tali vene in grande e piccola.
ni della vena cava inferiore, un poco meno a. La vena cardiaca grande posteriore
nella superiore; e mancano affatto ne’ seni si volge tosto obbliquamente a sinistra e in
cerebrali e in alcune particolari vene. Impe- basso, tra le pareti delle orecchiette e la mem-
discono queste al sangue il tornare indietro brana sierosa del pericardio, e dopo il tragit-
durante il suo corso verso il cuore, e giovano to di quasi un pollice, giunge alla base del
per tal modo la circolazione. Ma, per l’ istessa ventricolo aortico. Qui muta direzione, divie-
cagione, impediscono ai fluidi injettati nelle ne orizzontale, penetra nel solco che separa le
vene il portarsi liberamente dai tronchi verso orecchiette dai ventricoli, segue codesto solco
i rami ; lo che aumenta le difficoltà e gP in- a sinistra fino al margine ottuso del cuore,
convenienti di questa maniera di anatomiche immersa in molta copia di grasso, e spande
preparazioni. — Non mi fermerò di più sulla sulla superficie piana del cuore, alcuni rami
disposizione e sulla organizzazione delle vene; più o meli numerosi. Circonda poscia il mar-
che tutto ciò verrà più minutamente trattato gine ottuso del cuore dirigendosi obbliqua-
nell’anatomia generale^ e il lettore mi sa- raente in basso, e discende nel solco adiposo
prà certo buon grado di avervelo rimandato. che trovasi presso a tale margine, sulla faccia
— Per conformarsi, nella descrizione, all’ or- convessa accompagnando la branca corrispon-
dine circolatorio, il solo naturale, converreb- dente dell’ arteria cardiaca superiore, dalla
be prendere le vene alle loro origini molti- quale è separata per mezzo d’ un poco di adi-
plicate e tenui sul sistema capillare, seguirne pe. Punisce verso P apice del cuore, anaslo-
i rami a misura che si riuniscono in branche mizzandosi, mediante molti rami, colla secon-
più grosse, e terminare nelle vene cave e car- da cardiaca posteriore e colle cardiache ante-
diache. Questo metodo non è impossibile a riori.
poter seguitarlo ma agevole riesce il com-
; b. La
piccola vena cardiaca posterio-
prendere siccome volgendo P attenzione a re nata allo stesso punto che la piccedente,
molti oggetti ad un tempo per condurla poi discende perpendicolare sulla parete dell’o-
dal più composto al più semplice, sarebbe uno recchietta fino alla base dei ventricoli, man-
spargere molta confusione nello spirito di dando molti rami all’orecchietta c al destro
quelli che s’ iniziano nella scienza, e rende- ventricolo. Penetra poi nel solco che, sidia
rebbe noioso ai medesimi uno studio che il superficie piana del cuore , corrisponde al
SISTEMA VENOSO MP
i
tramezzo comune dei ventricoli, percorre per col margine superiore libero e concavo. Ri-
tutta la sua estensione siffatto solco dando volto perpendicolarmente all’ ingiù , questo
I

molti rami e ai due ventricoli e al loro tra- piccolo tronco venoso oltrepassa il solco che
mezzo, e sull’apice del cuore si anastomizza, scevera le orecchiette dai ventricoli, passan-
per mezzo di molte branche, colla vena pre- do davanti 1 ’ arteria cardiaca posteriore occu-
cedente e colle cardiache anteriori. —
Ri- pante codesto solco ; e pervenuto sul ventri-
torno un istante alla disposizione delle vene colo destro, si divide in due o tre branche, le
cardiache posteriori là dove si aprono nella quali discendono ramificandosi sulla faccia
destra orecchietta, e considero codesti vasi, convessa del cuore, ed ha termine presso l’a-
non più dal tronco ai rami, come esigeva la pice di tale organo, anastomizzandosi colle
descrizione, ma dai rami al tronco, come ri- vene cardiache posteriori. —
Alcune vene più
chiede l’ordine delia circolazione. —
Ho detto piccole ancora, spettanti sì alle orecchiette, e
che queste due vene nascono, o più presto sì alle pareti delle arterie aorta e polmonare,

mettono capo allo stesso luogo. Per altro, d’or- vanno ad aprirsi separatamente nei vari punti
dinario, hanno esse un’ imboccatura ognuna della destra orecchietta.
distinta e separata. La piccola ascende ver-
ticalmente dalla superficie piana del cuore fi- IL DELLA VENA CAVA SUPERIORE
no all’orecchietta, dove si apre nella stessa
direzione. La grande si reca obbliquamente La vena cava superiore nasce dall’ orec-
da sinistra a destra^ dalla sua distribuzione chietta destra in allo e ali’ infuori, nascosta in
pe’ ventricoli fino all’orecchietta, dove si apre parte sui davanti dall’ appendice ondeggiante
nella stessa direzione obbliqua ai di sopra di questa cavità. È
continua da tutte parti,
della precedente. —Ma, nell’ orecchietta, una colle pareti dell’orecchietta, e principalmente
valvola comune formata da una ripiegatura a destra colla vena cava inferiore, I’ origine
della membrana interna, copre codeste due della quale nasce allo stesso luogo. Rinchiusa
aperture. La quale valvola, verticale secondo nel pericardio, dalla cui membrana siero*^sa è
la sua lunghezza, rivolta obbliquamente da avvolta, ascende perpendicolarmente, situata
destra a giusta la sua larghezza, alla parte destra dell’ aorta, dalla quale è se-
,

riguarda, col suo margine libero concavo, il parata per mezzo d’un piccolo spazio e do- ;

tramezzo delle orecchiette, si perde esterior- po un tragitto di due pollici all’ incirca, esce
mente sulle pareti dell’ orecchietta destra, da questa cavità, la cui porzione fibrosa l’av-
col suo margine aderente. Uno stiletto in- volge e accompagna per qualche trailo, for-
trodotto sotto questa valvola si rivolge da mandole una spezie di guaina più o meno
sinistra a destra, ma non penetra in ninna prolungata e immedesimata colle sue pareti.
(Ielle due vene, e si trova subito arrestato. Continua a portarsi in alto, leggermente incli-
Per introdurlo nella grossa vena cardiaca, nata a destra e all’ indietro, fino a livello della
conviene portarlo, quanto è più possibile in cartilagine della prima costa, un poco sopra la
alto, sotto la valvola, e rovesciarlo poi da de- grande curvatura aortica ; e qui si divide in
stra a sinistraripiegando fortemente, sopra due grossi tronchi denominati vene sotto-cla-
sè stessa, la valvola allora penetra agevol-
: veari, —Dalla sua uscita del pericardio fino
mente. Per introdurlo nella piccola vena car- alla sua divisione, la vena cava superiore cor-

diaca, è mestieri portarlo nella parte inferiore risponde, anieriormente, al timo e al tessuto
della valvola, e rivolgerlo poi verticalmente cellulare eh’ empie la separazione superiore
da alto in basso. Si scorge adunque : che del mediastino; posteriormente, alla vena pol-
la valvola delle vene cardiache non si trova monare destra superiore e in parte all’ aorta;;
nella direzione nè deU’una, nè dell’altra aper- a destra, al polmone da cui non è separala

tura venosa 2.'’ e che anzi ha una direzione


;
che dalla porzione mediastina della pleura ; a
affatto opposta a quella della gran vena car- sinistra a quella porzione del pericardio che
diaca. Tale disposizione, evidentissima quan- prolungasi sopra l’ aorta. Scorgesi adunque
do la valvola delle vene cardiache è ben svi- che la vena cava superiore si trova del lutto
luppata, lo è molto meno quando codesta val- a destra, nè corrisponde affa Ilo alla linea me-
' Vola abbia meno larghezza, come avviene as- diana. —Fino a tanto che la vena cava supe-
sai di frequente. riore sta rinchiusa nel pericardio, non som-
— Sono
!

2.° Vene cardiache anteriori, ministra niuna branca ; ma, dalla sua uscita
I molto più piccole e variabili in numero ; so- dal pericardio fino alla sua terminazione,
' vente però addivengono da un solo tronco, che manda, anteriormente ,
la vena toracica infe-
1 nasce dalla parte anteriore e inferiore dell’ o- riore destra, la tiroidea inferiore destra, e
( recchielta destra. L* apertura di esso, in tale parecchie vene più piccole denominate tùnica,,
I
cavità, è coperta in parte da una specie di inediastinica,, pericardica,, diajranima tic a
valvola densa, o piuttosto da un piccolo fascio superiore destra; e posteriormente una ven^i
' eariìQso analogOj quanto a forma, alle valvole, molto più considerata detta azigo-
t(]6 APPAPlRCCHT della TîTA OEGAfflCA
Vena toracica inferiore destra. — divisioni nel polmone l’alora nasce dalia vena
jNasce anleriormenle dalla vena cava, un poco cava superiore. Altre piccole vene, nate
innanzi la sua divisione, e talvolta a livello allo stesso azigo , vanno distri-
luogo dell’

di questa divisione medesima, ora separata- buirsi alla trachea, alle glandolo bronchiali e
niente, ed ora mediante un tronco comune ad
.
al pericardio. —
L’ azigo, da quando è giun-
essa e alla tiroidea inferiore. Rivolta obbli- ta sul corpo delle vertebre fino al suo uscire
quamenle innanzi, al di fuori e in basso,
all’ dal petto, manda anteriormente alcuni rami
si reca alla parte posteriore delle cartilagini air aorta e all’esofago. Alcune di queste vene
costali presso lo sterno, sovrapposto immedia- esofagee sono alquanto grosse, massime al-
tamente all’ arteria del suo medesimo nome, r ingiù. A destra P azigo gitta alcune ,

tanto col tronco, che co’ rami che sono nello branche molto più considerabili sono le vene :

itesso numero ed hanno la stessa disposizione intercostali inferiori destre La prima deri-
degli arteriosi, e finisce presso 1’ ombelico a- va eziandio dalla curvatura dell’ azigo presso
naslomizzandosi cplla vena epigastrica. il termine di questa. Ascende obbliquamente
2 ® Vena tiroidea inferiore destra. all’indietro fino al terzo spazio intercostale,
Nasce ora dalla vena cava, a livello della sua al quale spetta, diportandovisi corne i seguen-

divisione, ora dal principio della vena sotto- ti. Quando la vena intercostale superiore de-

clavicolare destra. Rivolta obbliquamente in stra, <r ordinario derivante dalla sotto clavea-
alto e al di dentro , dietro i muscoli tiroidei re, non esiste, quella di che parliamo ne tiene
e sterno-ioidei, davanti 1’ arteria innominata e le veci mandando una branca più o raen grossa
il nervo
3. vago, proviene dalla parte inferiore che ascende sopra il secondo e primo spa-
il

della glandola tiroidea, e curvandosi a sini- zio, € distribuisce a questi i suoi rami. Le
stra, si anastomizza ad archi con la vena ti- altre intercostali seguono esattamente il tra-
roidea inferiore sinistra. In tale tragitto, man- gitto e la distribuzione delle arterie, ugua-
ila molti rami al limo, al mediastino, e ai gliandole in numero. Le loro branche poste-
muscoli che la ricojjrono. Ritorneremo al mo- riori, introdotte nel canal vertebrale per i
do di sua terminazione descrivendo la tiroi- forami di congiunzione, vanno a gittarsi nei
dea inferiore sinistra, —
Non parlo delle ve- seni vertebrali. A
sinistra., 1’ azigo man-
ne limica , mediastinica , diaframmatica supe- da, quasi verso il mezzo del suo tragitto, vie-
riore destra, somministrale dalla vena cava : ne a dire verso la sesta o settima costa, ima
la loro distribuzione assolutamente simile a considerabile vena denominata semi - azigo.
quella delle arterie ch’esse seguono, è abba- Codesta vena passa dietro l’esofago e P aorta
stanza indicata dal loro nome. si curva in basso, e discende poscia parallela-
® Vena azigo. —
Nasce questa dalla mente all’ azigo, sulla parte laterale sinistra
vena cava, subito al di sopra del tronco de- del corpo delle vertebre. Esce da! torace, o
stro, si porta all’ indietro e a destra, tra l’eso- coll’aorta o da un’ apertura particolare, e fi-
fago, del quale incrocicchia la direzione, e la nisce anastomizzandosi quando colla prima
lamina corrispondente del mediastino poste- vena lombare, ora colla renale, talvolta colla
riore. In tale tragitto si curva inferiormente, vena cava inferiore e altre volte coir azigo
,

e giunta alla parte laterale anteriore della co- stessa. — — La semi-azigo somministra tutte
lonna vertebrale prende una direzione per-
,
le vene intercostali inferiori sinistre degli
^
• • • •

pendicolare. Parallela allora all’ aorta e all’ e- spazi ai quali corrisponde. E manda pure al-
sofago, situala un poco al di fuori di questo, cuni rami all’ esofago, all’ aorta, al diaframma.
e sottoposta sempre alla pleura destra, di- — Questa è la più usata distribuzione del-
scende sulla colonna vertebrale fino alla parte l’ azigo. Questa gran vena poi offre molle
inferiore del petto, esce fuori da questa cavi- varietà secondo gl’ individui. Talora sommi-
tà, ora per 1’ apertura aortica del diaframma, nistra essa stessa una parte delle vene inter-
ora esteriormente a codesta apertura attra- costali sinistre; altre volte manda due semi-
versando le inserzioni del diaframma alla pri- azigo prolungandosi allora l’ intercostale sti-
,

ma vertebra lombare. Pervenuta nel basso- periore sinistra molto meno che d’ordinario
^nlre , finisce ora anastomizzandosi tutta non faccia.
quanta colla vena cava inferiore, ora dividen- §. Delle vene sotto-claveari.
1. Co- —
dosi in due branche che si separano ad angolo deste due vene, nate insieme dalla vena cava
acuto, si portano sui Iati della colonna verte- superiore , si volgono obbliquamente in al-
brale portandosi un poco iu alto e si anasto- to, e al di fuori, escono dal torace, e giunte
mizzano colle prime vene lombari. —Presso sulla prima costa e sulla clavicola, a livello
la sua origine, 1’ azigo manda dalla conves- deirinserzione dello scaleno anteriore, curva-
sità della sua curvatura la vena bronchiale si ciascheduna al di fuori per recarsi trasver-

destra., sempre poco voluminosa. Codesta ve- salmente dinanzi a codesto muscolo. Al di là
na manda alcuni ramoscèlli all’ esofago, e di questo prendono il nome d’ ascellari.
quindi si reca, sul bronco, del quale segue le — (Via la vena cava
,

superiore trovandosi <%


SISTEMA VENOSO !()7

destra, e somministrando essa stessa parec- trachea, dalla quale molta quantità di gras.so
chie vene alla parte destra del petto e del la separa. Pervenuta alla parte inferiore della

collo, ne viene che le due sotto-clavicolari glandola, tiroidea, Curva al didentro, divie-
si

differiscano necessariamente, tra sè, in lun- ne trasversale, e si anastomizza colla tiroidea


ghezza , in direzione, in corrispondenze e inferiore destra. —
Tale anastomosi delle due
in ampiezza, In lunghezza e in dire- vene tiroidee inferiori forma, davanti la tra-
zione. La sotto-claveare destra cortissima si chea, un arco dal quale partono superior-
avvicina vieppiù alla direzione verticale mente de’ numerosi rami. 1 più considerabili
mentre che la sinistra, molto più lunga, e de’ quali sembrano spettare alla tiroidea si-
insieme più obbliqua , si avvicina di più nistra. l utti ascendono, quasi verticalmen-
alla posizione orizzontale. La loro direzio- te davanti la glandola tiroidea, formando,

ne diviene pur la medesima allorquando si tra sè alcune anastomosi più o meno frequen-
incurvano per passare sul davanti degli sca- ti e vanno a spargersi o in questa glando-
leni. 2 .° In corrispondenze. La sotto-claveare la o ne’rauscoli che la ricoprono e sui lati

destra corrisponde, anteriormente, a una pic- della trachea comunicando colle tiroidee su-
cola porzione dello sterno, alla cartilagine periori somministrate dalla jugulare interna.
della prima costa, all’ articolazione sterno- Il complesso de' suoi rami è da alcuni ana-

clavicolare e inserzione inferiore dello


all’ tomici, denominato /iVo/Jeo. Le vene
;
sterno-mastoideo; posteriormente e al di fuo- timica , mediastinica, diaframmatica superio-
ri, alla porzione mediaslinica della pleura de- ri sinistre non offrono ninna particolarità a
stra, al nervo vago, all’ arteria sotto-claveare preferenza delle destre.
destra e allo scaleno anteriore internamente
: Vene somministrate dalle due sotfo-
'
all’aorta.lia sotto-claveare sinistra corrispoii- claveari, —i.^Vene intercostali supe-
ì

I de anteriormente a qn.'isi tutta la larghezza riori. —La destra piuttosto di frequente,


dello sterno e ai muscoli che vi si piantano, manca, ed è sempre poco grossa e poco este-
quindi del pari che la destra, alla prima co- sa. Nata posteriormente e in basso dalla sot-
sta, articolazione sierno-clavicolare e al-
all’ to claveare, nello stesso punto che la verte-'
r inserzione dello sterno-mastoideo. Poste- braie, si nasconde nel petto e si porta sopra i
riormente, ricopre P arteria innominata, la due primi spazi intercostali; di rado perviene
curvatura aortica, il nervo vago, quindi la fino al terzo. Le sue branche, distribuite a
porzione mediastinica della pleura sinistra, questi due spazi, vi si diportano come le in-
P .arteria sotto-claveare sinistra e lo scaleno- tercostali inferiori, branche dell’azigo. La —
anteriore. 3.° In grossezza. 11 calibro della sinistra, costante, è sempre considerabile, anzi
sottb-claveare sinistra soverchia quasi sempre d’ ordinario quasi uguale in grossezza alla
{

K quello della destra. —


Le sotto-clavicolari vena azigo. Nata, come la destra, dalla sotto-
danno nascimento, ciascheduna dal lato suo, claveare, a livello della vertebrale e spesso
inferiormente all’ intercostale superiore, su- con un tronco comune a questa, si nasconde
periormente alla vertebrale calle vene iugu- nel petto dietro il polmone, dietro ed este-
i lari esterna ed interna. La sinistra sommitii- riormertte all’ aorta, e prendendo 1o.staraente
I stra pure le vene toracica interna e la tiroi- lina direzione verticale, discende, sottopposta
dea inferiore sinistra e manda pure le vene
: alla pleura, sul lato del corpo delle vertebre
Umica, mediastinica e diaframmatica superio- fino al sesto o settimo spazio intercostale tal-
re che al lato destro, flerivano dalla vena cava. ora fino all’ ottavo. Qui finisce gittando la
T'écrie somministrate dalla sola sotto- ultima delle branche intercostali e alcuni ra-
claveare sinistra. i.*^ Fena toracica mi anastomizzati colPazigo o colla semi-azi-
interna sinistra. —
Nasce sul davanti e un go. — Dalla sua origine fino verso la terza
poco in basso, dalla sotto-claveare, ora sepa- vertebra dorsale, l’intercostale superiore sini-
ratamente, spesso al luogo medesimo che la stra manda la vena bronchiale sinistra., che
vena intercostale superiore. Rivolta ohbliqua- si distribuisce corne la destra. Manda pure al-
mente all’innanzi, basso e al di dentro,
in cuni rami all’esofago, all’ aorta, alle glando-
giunge alla parte posteriore delle cartilagini lo bronchiali, al pericardio e qualche volta al
I costali presso lo sterno, e discende poi imme- timo. — Verso la terza dorsale l’intercosta-
l «liatamenfe contigua all’ arteria, le cui divi- le superiore sinistra manda dalla convessit.à
i sioni tutte accompagna. della sua piccola corvatura, tre o quattro
2.° Vena tiroidea inferiore sinistra. branche piuttosto grosse che ascendono, quasi

— Nasce dalla parte posteriore e inferiore del- perpendicolarmente, al secondo e primo spa-
f la sotto-claveare, confusa, alla sua origine, zio intercostale, e vi si distribuiscono. Nel —
s coll’intercostale superiore, ascende obblnpja- rimanente suo traerilto, manda tutte le vene
i mente al di dentro, coperta dal tronco stesso intercostali pegli spazi a cui corrisponde. Le
I della sotto-claveare, soprapposla alla carotide quali vene non altramente che quelle del la-
primitiva, al nervo vago, e finalmente alla to destro, seguono esattamente il corso delle
]
1^8 APPARECCHI DEI, LA VJTA ORGANICA
arterie. Si scorge da ciò che il lato destro ficiale, continua ad ascendere sotto il pellicia-''
delle pareti del petto riceve tutte le sue vene accostandosi sempre più al margine ester-
io,
daU’intercostale superiore e dalla semi-azigo. no dello sterno mastoideo, sul quale si trova
Quanto più la prima si prolunga in basso, e. alfine situata intersecandolo obbliquamente
più inferiore ne riesce T origino della secon- verso la sua terza parte superiore, stante la
da. Ambedue riunite tengono le veci esatta- verticale direzione eh’ essa conserva, mentre
mente della azigo. die il muscolo è obbliquo, all’ indietro e al-
2.0 Vena vertebrale. — Nasce questa po- l’ insù. Pervenuta al di sopra e al di dentro
steriormente dalla .sotto claveare, un poco sot- del muscolo steruo-mastoideo, si profonda
to r origine della J ligulare interna, e tosto si sotto la glandola parotide, e finisce nel modo

volge un pò" obbliquamente all’ indietro e in che tosto esporremo. Cosi la j ugulare ester-
alto. La grossezza n’è alquanto considerabile. na , alquanto profondamente nascosta nella
La destra passa dietro l’arteria sotto-claveare metà inferiore del suo tragitto, diviene molto
destra e il nervo ricorrente, la sinistra davan- più superficiale nella metà superiore, dove sì
ti r arteria sotto-claveare sinistra ciaschedu- trova tra il muscolo sterno-mastoideo e il pel-
;

na poi ascende tra lo scaleno e il retto ante- liciaio, il solo che la separi dagl’ iutegumenti.
riore maggiore, contigua all’arteria vertebra- La sua direzione, opposta a quella del primo
le, e pervenuta a livello della settima vertebra tra’ nominati muscoli, corrisponde abbastan-
cervicale si divide in due branche l’ una ester- za esattamente a quella delle fibre del secon-
na, interna l’ altra. do. E tali ragguagli sono utili a conoscere,
La branca esterna., ascende davanti, del- nella pratica chirurgica, a fine di poter deter-
ie apolìsi trasverse cervicali fino all’ occipite. minare e il luogo nel quale torna più agevole
De’ suoi rami, alcuni si distribuiscono ai mu- lo aprire la vena j ugulare, e la direzione più
scoli e agl’ integumenti vicini, altri comuni- conveniente in cui dev’ essere fatta codesta
cano colla branca interna negl’intervalli tra incisione. Nota. ( Molti pratici raccomandano
le apofisi trasverse. E questa appunto comu- d’ aprire la vena jugulare nella direzione del-
nica col seno laterale mediante un ramo che le fibre dello sterno-mastoideo, a fine di ta-
entra nel cranio per lo forame mastoideo po- gliare trasversalmente quelle del pellicciajo, il
steriore. Talvolta codesta branca esteriore cui ritiraraento lascia più libera 1’ apertura, e
manca del tutto. favorisce 1’ uscita del sangue. ) Presso la pro-
La branca interna., molto più grossa, pria origine, la vena jugulare esterna manda,
manda un ramo che accompagna posterior- esteriormente , parecchie branche piuttosto
iuente 1’ arteria cervicale profonda, del quale grosse, che si profondano nel grande spazio
ramo l’origine è talvolta dalla sotto-clavico- triangolare adiposo limitato dallo sterno-nia-
lare o dall’ascellare ì penetra poscia coll’arle- stoideo, dal trapezio e dalla clavicola. Code-
lia vertebrale, nel canale delle apofisi Ira- sire branche seguono le divisioni delle arterie
sverse e lo percorre per latta la sua estensio- scapolari posteriore e superiore, si spargono
ne. A livello di ciaschediin intervallo delle per conseguenza ai muscoli della spalla, nè
vertebre, manda esteriormente un ramo che offrono alcuna particolarità; sovente una fra
va a perdersi ne’ muscoli del collo ; interna- tali branche si porta in direzione retrograda
mente ne manda un altro che comunica coi al di fuori e in basso, passa sotto la clavicola
seni vertebrali. — Presso il grande forame e va ad anastomizzarsi colla vena cefalica. —
occipitale, esce codesta branca all’ indietro, Allo stesso luogo, la jugulare esterna manda
dai suo canale, al di sopra dell’ atlante, si git- sovente, al di dentro, parecchie vene, più o
ta ne’ muscoli vicini, e in questi finisce. Uno meno considerabili, che si portano trasver- i

de’suoi rami entra nel cranio pel foro condi- salmente sotto la pelle, seguendo la clavicola i

loideo posteriore e si gitta nel seno laterale. fino all’ incavatura superiore dello sterno .

Questo ramo non è costante. Qui si anastomlzzano insieme mediante pa- i

3.° Vena] ugulare esterna.'—^àsce d’or- vecchi rami irregolarmente disposti, e forma- i

dinario, con un solo tronco, talvolta con due no di tal guisa, sul davanti de’ muscoli sterno- *

branche, le quali tosto si riuniscono, dalla parte joidei, un considerabile plesso. Dal quale ples- i

superiore della sotto-claveare, più al di fuori so sorgono quattro o cinque vene alquanto i

che la iugulare interna, alla quale è per volu- grosse, che ascendono perpendicolarmente alla i

me mollo inferiore. Alla sua origine si trova parte inedia anteriore del collo, sui muscoli i

esteriormente allo sterno - mastoideo presso sterno-joidei, comunicando più o meno di 1

r esterno margine di questo muscolo. Diretta frequente tra loro, e spandendo esteriormen- i

perpendicolarmente, ascende sotto il muscolo le, sopra la regione superficiale del collo, pa- r
pelliciaio, dal quale in prima la separa molta vecchi rami gittantisi nel tronco stesso del- ^

copia di grasso, poi si profonda sotto 1’ oino- 1’ esterna jugulare


;
sopra 1’ osso joide, cotali Ij

plata-joideo, del quale interseca la direzione; vene si ramificano e finiscono distribuendosi il

e dopo averlo oltrepassato, diviene più super- ai muscoli di questa parte, e anastomizzandosi
SISTEJIA VENOSO
colle vene facciali. — *— Nel l'iiiianente suo parte superiore della laringe, manda, a questo
tragitto tino alla glandola parotide, la jugu- luogo, parecchie branche rilevanti, e si dipor-
lare esterna manda poche branche. Le quali ta quindi come diremo dappoi. In tale
giungono quasi tutte alla parte posteriore del tragitto, la jugulare interna, coperta anterior-
collo e si perdono ai muscoli di tale regione. mente ed esteriormente dello sterno-raastoi-
Avanti che si profondi sotto la glandola pa- deo e dall’ oraoplata-joideo e più immediata-
rotide , somministra esteriormente la vena mente da un copioso tessuto cellulare, da al-
auricolare posteriore^ che si porta dietro il cune glandole linfatiche e dall’ ansa del ner-
padiglione dell’ orecchio, e vi si divide in più vo ipoglosso, corrisponde, posteriormente, iti
rami che si distribuiscono come quelli del- prima allo scaleno anteriore e all’origine del-
r arteria dello stesso nome. —
Finalmente, la l’arteria sotto-claveare, più in alto al muscolo
jugulare esterna si profonda sotto la glandola retto maggiore anteriore del capo e alla co-
parotide, e quasi tosto manda una branca lonna vertebrale. Internamente cammina da
grossa e corta, che si porta profondamente al costa all’arteria carotide primitiva, coprendo-
tli dentro, sopra il muscolo digastrico, e va ad la in parte, siccome fa del nervo vago. A tali
anastomizzarsi colla vena jugulare interna. La parti, e ancora alla pelle manda de’ piccoli ra-
jugulare esterna continua quindi il suo tra- mi più o meno numerosi e alcune branche
:

gitto verticale accompagnando 1’ arteria caro- manda pure alla gianduia tiroidea, che si de-
tide esterna e manda numerosi rami alla glan- nominano vene tiroidee medie — —
Le vene
dola parotide, nel mezzo della quale si trova. che la jugulare interna somministra, a livello
J’resso il collo del condilo si divide in vena della laringe, sono la tiroidea superiore, la
mascellare interna e temporale. Spessissi- facciale, la linguale, la faringea e T occipitale.
mo, la vena jugulare esterna sembra finire A. Vena tiroidea supcriore. Nasce
nella grossa branca anastomolica che manda dalla jugulare interna, a livello del margine
air interna. In questo caso dalla metà di sif- superiore della laringe, ora separatamente, .e
fatta branca orizzontale sorge un tronco ve- qualche volta, in tale caso, con due branche
noso novello, destinato ad accompagnare l’ar- separate che si riuniscono poi, ora mediante
ieria carotide, e a somministrare, alla propria un tronco comune alla linguale e alla facciale.
divisione, le vene mascellare interna eia tem- Rivolta obbliquamente in basso, al di dentro
ì
porale. e all’ innanzi, manda quasi tosto una branca
ena mascellare interna. Nata dal laringea che si profonda nella laringe seguen-
I tronco venoso, che segue l’arteria carotide do il ramo arterioso dello stesso nome. Passa
i esterna, si caccia sotto il collo del condilo, e quindi ora dietro Io sterno tiroideo, ora tra
segue esattamente, colle sue divisioni, quelle questo e lo sterno-joideo, segue il margine
! deir arteria, salvo la meningea, eh’ è sprovve- superiore della glandola tiroidea, e si curva
>1 duta di vena satellite. E manda pure molte per anastomizzarsi ad arco colf analoga vena
i
piccole branche le quali, riunite a quelle delle dell’opposto lato. 1 loro ; ami comuni si per-
r vene facciali e della faringea, formano, verso dono nella glandola e comunicano colle tiroi-
4

1 i lati della faringe, un plesso venoso più o dee inferiori. Molti poi si spandono pei vicini
[! meno considerabile, nel quale mettono capo muscoli e per la parte corrispondente della la-
]
parecchi rami anastomolici , eh’ escono dal ringe e della trachea. —
Alquante volte la ra-
5 cranio pei forami della sua base, e sono cono- destinata alla lingua, deriva dalla vena
sciuti sotto il nome di vene emissarie. tiroidea inferiore.
?

s
Vena temporale. Ascende davanti V ena facciale. — — Nasce un poco al di
r orecchietta insieme all’arteria, della quale sopra della precedente, si rivolge obbliqua-
segue esattamente la disposizione Quindi .
raente in alto, all’ innanzi e al di dentro fra ;

somministra anch’ essa, anteriormente, una il pellicciaio e la glandola sotto-mascellare,


branca facciale trasversa, posteriormente le fino al margine inferiore della mascella, in-
articolari anteriori, più in alto la temporale torno la quale si rivolge fra
massetere e il
il

media finalmente, nel cranio, si divide in


;
triangolare. Contigua a questo luogo, colFar-
branca anteriore e branca posteriore, anasto- teria facciale, ascende aneli’ essa obbiiqua-
mizzate colle branche somiglianti dal lato op- mente sopra la faccia, ma senza formare quel-
l'K posto, e colle vene frontali ed occipitali. le considerabili tortuosità che forma 1’ arteria,
llJ
,
l\.^ Della vena jugulare interna, Co- dalla quale anzi allontanasi per la maggior
jlh
li
desta vena, dalla quale procedono quasi tutte parte di suo tragitto. Passa sotto il grande zi-
di quelle del cranio e della faccia, è d’ un’ ara- gomatico, alquanto slontanata dalla conirnes-
j

iJ*' ì
piezza molto considerabile. Nasce dalla sotto- sura, giunge da lato alla radice del naso, ove
clavicolare, nell’ allo che questa si curva u- acquista il nome •X' angolare., e trovasi ora
f I

1(1'
j
scendo del petto per divenire trasversale. Quin- sottocutanea, ora coperta dai muscoli eleva-
é I di ascende quasi verticalmente alla parte an- tore comune e palpebrale; finalmente ascen-
» jj
teriore e laterale del collo tino a livello della <le, in direzione più o mcn verticale, tra il
300 APPARECCHI OELLA VITA ORGANICA

muscolo irontale e la pelle, prendendo il no- verticalmente sul genio-glosso e si perdono


me di çena Jrotitalc . — Dalla sua origine fino nel tessuto proprio della lingua .Parecchi
al suo rivolgunenlo intorno il margine ma- vanno alla base di quest’ organo a formare,
scellare, la vena lacciaie somministra la vena colle loro frequenti anastomosi, una rete den-

palatina inferiore, sotlomentale, ranma. Co- sissima, che si presenta sotto la membrana
deste branche non differiscono quasi niente mucosa, e sì prolunga fino sopra l’epiglottide.
dalle branche arteriose, delle quali portano il D. V
ena faringea ,-. — Nasce dalla jugu-
nome, e alle quali corrispondono. La palati- lare interna al luogo stesso della linguale tal- ;

na inferiore ascende verticalmente sui lati volta è prodotta dalla tiroidea. La grossezza
della faringe, e si distribuisce in ispezie alle n’ è alquanto considerabile. Ascende vertical-
amigdale e al velo palatino. La sotto-mentale^ mente sulla parte laterale della faringe man-
prodotta sovente dalla tiroidea superiore o dando a questa numerosi rami, de’quali alcuni
dalla linguale, costeggia orizzontalmente al- trasversi, e altri obbliqui all’ ingiù, si spandono
r innanzi il margine mascellare, situata fra il sulla parete posteriore di questa, e forma un

milo-joideo, il digastrico e la glandola sotto- plesso pili o meno composto, anastomizzan-


mascellare, e sparsa a tutte queste parti coi dosi con quelli dell' opposta faringea. —Tal-
numerosi suoi rami, P uno de’ quali accompa- ora ci hanno due faringee dallo stesso lato :
gna il condotto escretore della glandola e va 1’ una deriva dalla jugulare interna, l’altra

a perdersi nella lingua. La ranina, prodotta dalla tiroidea superiore. Si diportano queste
sovente dalla tiroidea superiore, derivante quasi allo stesso modo, e si anastomizzano di
qualche volta separatamente dalla jugulare frequente insieme in guisa che formano un
interna, ascende tra il milo-joideo e l’ipo- plesso sui lati della faringe, nel davanti della
glosso seguendo il nervo ipoglosso e va a spar- vertebrale colonna.
gersi alla parte inferiore della lingua sino al- E. V
ena occipitale.— di questa, ora

r apice di questa talvolta si anastomizza tut-


: dalla jugulare interna, ora dall’ esterna, tal-
laquanta, sotto il milo-joideo, colla vena lin- volta dalla vertebrale. 11 tragitto di essa è as-
guale. —
Nel suo tragitto per la faccia, la vena solutamente simile a quello dell’arteria ch’es-
facciale manda, da tutte le bande, massime sa accompagna fino al di sotto dello splenio,
della parte interna, numerosi rami che corri- divenendo con essa sotto-cutanea nella parte
spondono a quelli dell’ arteria, ma sono d’or- posteriore, per ispaiidersi, con molli rami,
dinario più piccoli, più moltiplicati e più ir- alla parte posteriore del cranio anastomizzan-
regolarmente disposti. —
Divenuta angolare^ dosi coli’ opposta occipitale, colle temporali,
la stessa vena comunica colla vena ottalmica ed eziandio colle frontali, —
Quando la vena
per mezzo d’ una grossa branca, e talora di jugulare interna ha somministrate le branche,
molte altre più piccole, al [di sopra del tendi- delle quali parlammo, si rivolge un poco al-
ne diretto dal palpebrale poscia, addivenuta;
l’indietro, ascende coll’ arteria carotide inter-
frontale^ ascende sopra la fronte, d’ordinario na dietro l’ apofisi stiloidea e i suoi muscoli i

sotto-cutanea, e si porta fino alla sommità fino al fo rame lacero posteriore, attraverso il
della testa anastomizza ndosi colla frontale op- quale penetra nel cranio. — Sovente la jugu-

,i

posta e colle temporali. Talora la vena an- lare interna, giunta al livello della laringe, si
j

golare, anziché portarsi essa stessa sopra la divide, come r arteria carotide primitiva, in
fronte, vi manda solo due o tre branche, quin- due grosse branche. L’ una esterna, è il tron- i;

di si curva al di fuori, si profonda tra 1’ arco co comune donde si portano tutte quelle che <

orbitale e il muscolo sopracciliare, e traversa abbiamo descritte. L’ altra, interna, ascende !

lo strato fibroso della palpebra per anasto- e si porta nel cranio. — Entrando nel cranio,
mizzarsi essa stessa colle divisioni dell’ ottal- pel foro lacero posteriore, la vena jugulare
rnica. interna si dilata da ogni parte, e questa por-
——
i

G. Vena linguale. La grossezza di zione dilatata corrisponde ad una cavità inca-


questa è variabile. Nata dalla jugulare inter- vata, a questo luogo, nelle ossa temporale ed II

na, ora separatamente, ora per mezzo d’ un occipitale riunite. Tale rigonfiamento appun- ii

tronco che ha comune colla faringea, si porta to, d’ordinario più considerabile a destra che \

orizzontalmente lungo il margine superiore a sinistra, sì deaomìmi golfo della vena


dell’ osso joide, davanti il muscolo io-glosso, g alar e.
ascende poscia tra questo e il milo-joideo, IH. Del sistema venoso cerebrale.^
§. 1

quindi tra il genio-glosso e la glandola sotto- continuazione della vena jugulare interna. >

— La vena jugulare interna


i

linguale. Qui
anastomizza colla ranina e
si si spoglia del pro--i>
continua a portarsi all’ innanzi fino all’ apice prio tessuto, a livello del foro lacero, ai mar- i J

della lingua. Somministra questa vari rami gini del quale codesto tessuto aderisce, e sola i c

assai moltiplicati, alcuni de’ quali si distribui- l’interna membrana penetra nel cranio per o-

scono alla glandola sotto-linguale, altri coper- tale apertura, di modo che, nella fossa deno- i

ti da’ rumi del nervo ipoglosso, ascendono minata golfo della jugulare, la membrana <i.
SISTEMA "VENOSO 201
vcna?« è “ià applicata immefìialaraente sopra loro disposizione, e speelalmente 11 modo on-
la dura-madre. Codesto modo ordinario di de si aprono nei seni, massime nel longitudi-
rtsprimersi, che fu da noi stessi adottato, la nale, eh’ è quello che ne riceve di più. Nella —
iugulare entra nel cranio^ non deve pren- descrizione del seni, seguiremo ancora 1’ or-
dersi quindi nel senso rigoroso solo è esatto : dine usato, supponendo che codesti canali si
se si prenda in considerazione la membrana diportano dal golfo della iugulare ad ispar-
comune del sistema a sangue nero; ma sareb- gersi dentro il cranio. Nella descrizione delle
be falso se si intendesse lo stesso del tessuto vene cerebrali, per lo contrario, seguiremo
esteriore che costituisce le vene propriamente r ordine naturale della circolazione. Tale dif
dette. —
Adunque al golfo della vena j ligulare ferenza nel metodo è fondata i.^ sul vantae--
:

incomincia un nuovo sistema a sangue nero, gio d’indicare, per servire all’uniformità
vera continuazione di quello che sta fuori del dell’andamento descrittivo, la continuità dei
cranio, ma diverso dal medesimo per vari ri- seni colla vena jugulare interna; 2 .° sopra ciò
spetti. Sempre lo costituisce immediatamente che le vene cerebrali, poco considerabili in
la membrana interna delle vene non trovan- ;
generale nelle particolari loro distribuzioni,
do visi più la membrana esterna, della quale se si eccettuino le vene de’ ventricoli, sono,
tengono le lamine della dura-madre,
veci le per lo contrario molto importanti a considera-
separale tra sè in modo da formare alcuni ca- re quanto al modo come si aprono nei seni lo ;

'

nali di varia configurazione secondo la dispo- che non potrebbe comodamente operarsi ove
sizione delle ossa alle quali si attaccano co- si facesse incorainciamento dai
tronchi per
deste lamine. Tali condotti, chiama li senì^ terminare coi rami. Del rimanente, supponen-
sono disposti in modo simmetrico e regolare, do che possa da questa differenza nel metodo
perchè dipendono necessariamente dalla di- risultare una qualche confusione, verrà que-
sposizione simmetrica del cranio, della dura- sta dileguala dal recapitolare che faremo da
'
madre e del cervello. I più larghi occupano poi brevemente lutto il sistema venoso cere-
cranio
le fosse occipitali e la volta del i più ;
brale secondo l’ ordine circolatorio. Ci
stretti occupano i margini delia rocca e la par- hanno, nel cranio, quattro grandi seni dei
te media dello sfenoide. —
Le lamine fibrose quali gli altrinon mostrano essere che dipen-
dense costituenti le pareti dei seni, essendo denze: si possono almeno considerare ad age-
attaccale da tutte le parti, più o meno imme- volare la descrizione nel modo seguente: pri-
diatamente, a parti ossee, e trovandosi in uno mo e secondo. I due seni laterali, che hanno
stalo continuo e necessario di tensione in tut- principio nel golfo della jugulare e terminano
ti i loro punti, comprendesi siccome i seni sopra la protuberanza occipitale interna, in
deggiano essere inetti, e di mutar sito, e di una cavità della dura-madre alla quale darò
restringersi sopra sè stessi in modo che dimi- il nome di conjluente dei seni, B.° Il seno—
nuiscano di calibro. Basta dunque l’ispezione longitudinale, che nasce dai confluente dei
'
anatomica a dimostrare l’ impossibilità della seni e occupa tutta la lunghezza del margine
contrazione dei seni, che fu ammessa da alcu- convesso della falce. — 4-° D seno destro, che
ni autori antichi; e, senza proferire un giu ti- principia nel confluente dei seni, ed è situato
zio assoluto intorno l’inerzia di tali condotti, tra la base della falce e la tenda del cervellet-
è forza convenire in questo che per lo me- to. 1 seni laterali danno origine, anterior-
i
no non possono eseguire niun manifesto mo- mente, ai seni petrosi, che finiscono essi me-

i
vimento. Quasi tutti i seni, esaminali in- desimi nel seno trasverso, e nei due seni ca-
ternamente, oifrono alcune briglie irregoiar- vernosi, dai quali dipende il seno coronario,
I

j
mente disposte e tese in più direzioni da una — Posteriormente, i seni laterali producono
parete all’ altra. Codeste briglie sono formate i seni occipitali, che ascen<iono per la falce
d’ordinario da alcuni fasci fibrosi della dura- del cervelletto e mettono capo nel confluente
madre. Ma la cavità offre nulla meno, in tutta dei seni. Nel loro tragitto, i seni laterali rice-
j

i
lasua estensione, un’apparenza liscia e levigata, vono le vene laterali e inferiori del cervello, e

eh’ è dovuta alla membrana venosa ; e siffat- le vene inferiori del cervelletto.— Il .seno destro
ta liscia apparenza osservasi ancora sopra le riceve la vena inferiore <lella falce, che denomi-
briglie di che parliamo, perchè la membrana nasi comunemente il seno longitudinale infe-
venosa si ripiega sopra di esse per avvolgerle riore : e riceve pure le vene delle cavità cere-
ciascheduna in particolare. Del resto, tuttoché brali o vene di Galeno^ e le vene superiori del
interne sieno comunissime, non
tali brijïlie cervelletto. —
Il seno lougitmlinale riceve le
sono però costanti molti seni in fatti non ne
:
vene superiori del cervello. — Cotale e la dispo-
presentano ninna, come veiiremo ne’ più par- sizione generale del sistema venoso cerebrale,
ticolari ragguagli. —
Appunto ai seni riescono e tale è l’ordine che seguiremo in descriver-
tutte levene della dura-madre e tutte quelle lo. Vi aggiungeremo i seni verteJ)rali che
del cervello ; e queste ultime sono le più con- scorrono lungo il canale della .spina, e preseli*
siderabili. Lsamincremo, con accuratezza, la tallo molli caratteri analoghi ai seni del era-
EncicL MeJ. 1’. II. 26
2 02 Ari'AREGCHÎ DELLA 'VITA ORGAN'iCÂ

îiioj quantunque ne digeriscano sotto molti gulare. Ascendono obbliquamente, alPinnan-


essenziali riguardi, nè tengano con essi niuna zi e al di dentro, lungo il margine inferiore
comunicazione. della rocca, tra questo margine e quello del-
1.0 e 2.0 — Seni Comincia
laterali. 1’ occipitale. Verso la sommità della rocca
ciascheduno di essi nel golfo della vena iugu- comunicano, internamente, tra sè mediante
lare, e si volge poscia obbliquamente in allo il seno trasverso, esteriormente e superior-
e al di fuori lungo la base della rocca, sopra mente, coi seni petrosi superiore e cavernoso.
la regione raastoidea del temporale. livello A Larghi alquanto alla loro origine, ristretti al-
del margine superiore della rocca s’incurva, la metà del loro tragitto, sì allargano in con-

si faorizzontale, e si porta all’indietro e a! di siderabile modo alla loro terminazione ante-


dentro sulla parte media dell’ occipitale, per riore, dove sembrano, non già dividersi, ma
terminare a livello della protuberanza interna formare una cavità comune col seno che ab-
di quest’ osso con un’ apertura dilatatissima, biamo ora descritto. — Il solco che presenta-
di rincontro al seno laterale opposto, nel con- no i margini riuniti della rocca e dell’occi-
fluente dei seni. - —
Tale tragitto e tale dire-
- pitale solo produce la larghezza dei seni pe-
zione dei seni laterali sono abbastanza segna- trosi inferiori. La dura-madre passa sopra
ti, com’ è noto, sopra una testa secca, dai sol- codesto solco e lo muta in canale, ma non
co al quale corrispondono. Collo stesso mez- sembra tappezzarlo immediatamente: almeno,
zo, si discerne pure la differenza che passa, quando si apra il seno, e si esatuini con ac-
alquanto comunemente, trai due seni rispetto curatezza il fondo del solco, non vi si trova
alla larghezza essendo che il destro superi
: che la membrana venosa, applicata, per quan-
sempre, circa a questa, il sinistro. Dal golfo — to pare, immediatamente Tale mem-
sull’osso.
della iugulare fino al margine superiore della brana è rafforzata essa da una lamina menin-
rocca, il seno laterale non è format»^ che da gea ? Saremmo quasi portati a crederlo ma ;

due lamine della dura-madre, l’una delie quali per lo meno è forza lo ammettere che code-
tappezza il cranio, e per conseguente il solco; sta lamina sia estremamente sottile.
i’ailra passa davanti a questo solco medesimo, I seni petrosi superiori.^ meno larghi,
nascondendolo affatto. Risulta da ciò che, in ma più lunghi degl’inferiori, nascono dai
tutta questa parte, la larghezza e la forma del seni laterali laddove questi si curvano per
solco laterale determinano la larghezza e la recarsi orizzonlalraènte alPindietro. Occupa-
forma del seno. Perlo contrario, dal margine no, obbliquamente all’innanzi e al di dentro
superiore della rocca fino alla protuberanza tutta la lunghezza del margine superiore del-
occipitale interna, il seno, corrispondendo al- ia rocca, e, giunti all’apice di codesta emi-
la circonferenza esterna della tenda del cer- nenza, si uniscono, allargandosi, ai seni ca-
velletto, è formato da Ire lamine membranose vernosi e petrosi inferiori. Un solco molto
delle quali una tappezza il cranio, e le altre superficiale impresso nell’ osso indica il loro
due, allontanate, spettano alla tenda. Qui la tragitto, ma non ne determina nè la larghez-
larghezza del seno è meno dipendente da quel- za nè forma. Godesti seni, infatti, corris-
la
la del proprio solco è necessariamente trian-
: pondono alla inserzione della tenda del cer-
golare nella sua forma, ma le lamine, orid’ è velletto, e risultano dalla separazione delle
formato, divengono densissime presso la sua due lamine di questa tenda, attaccate ai mar-
imboccatura la forma n’ è cangiata a questo
; gini del solco, ch’esse tempo stesso tap-
nel
luogo, e si apre nel confluente con un orifi- pezzano in guisa notabilissima. Sono adun-
zio larghissimo e trasversalmente ovale. que triangolari, e sembrano, riguardando al-
Considerato internamente, il seno laterale of- la disposizione loro, continuare anteriormen-
fre una sembianza liscia e levigata proceden- te la porzione orizzontale dei seni laterali.
te dalla membrana venosa che
lo riveste, con- — I petrosi superiori e inferiori pre-
seni
tinuazione di quella della jugulare. D’ ordi- sentano, nella loro cavità, quella medesima
nario non vi si trova niuna di quelle briglie, levigatezza eh’ è propria della membrana ve-
delle quali abbiamo fatto ragionamento. nosa che fi Sono attraversati, in va-
riveste.
Nella prima parte dei suo tragitto, il seno la- rie direzioni, da alcune briglie fibrose, ma
teraleproduce anteriormente due seni, molto poco moltiplicate. —
Non sembra che siffatti
più piccoli, dai quali derivano tutti quelli seni ricevano alcuna vena considerabile dal-
della parte anteriore del cranio. Sono questi r organo cerebrale, ma, come destinali, in
i da ciascheduna parte,
seni petrosi, distinti, ìspezie, ad istabilire una libera comunicazio-
in inferiore e superiore. Posteriormente, pro- ne tra i seni cavernosi e i laterali, ricevono
duce i seni occipitali. nel loro tragitto soltanto le vicine vene me-
a. Seni petrosi derivanti anteriormen- ningee.
te dal seno laterale. —
1 seni petrosi in- Seno trasverso., riunione de'' seni petro-
feriori derivano dai seni laterali, presso Po- si. —Occupa questo la parte superiore dell’a-
figiiie di questi, e a livello del golfo della iu- pofisi basilare deU’ocGipifale. e si estende da Ila
i;r<;TP.M4 VENOSO
riunione dei seni petrosi e cavernosi d’ una abbiamo già detto in prima. — Addivenuta
banda, fino alla riunione degli stessi seni del- più densa superiormente,la lamina esterna si
r opposta. La sua larghezza, sempre consi- confonde co’ due prolungamenti della tenda
derabile, è soggetta a variare e risulta da
;
del cervelletto attaccali alle apofisi clinoidee
una depressione, più o meno profonda, del- anteriore e posteriore, prolungamenti che
r apofisi basilare, la quale depressione copre soli costituiscono la parete superiore del seno.
la dura-madre allontanata, in questo luogo, Finalmente, la lamina esterna si continua so-
dall’ apofisi alla quale si attacca più in basso. pra la fossa pituitaria colla lamina profonda, e
Quando si apre codesto seno, secondo la sua presenta, a questo luogo, internamente all’a-
lunghezza fendendo trasversalmente la dura- pofisi cliuoidea anteriore, un’ apertura per la
madre, non si scorge che tale membrana si qualel’arleria carotide interna esce dal seno per
divida notabilmente in due lamine per tappez- recarsi nel cranio.-- Cotale è l’organizzazione
zare immediatamente il fondo del seno, men- esteriore del seno cavernoso. La cavila di esso
tre lo chiude al di fuori. È per altro proba- presenta d’ordinario alcune fibre rossastre,
bile che una lamina meningea sottilissima co- poco resistenli, intralciate in più direzioni, da
pra la parte ossea di questa cavitcà, e rafforzi una parete all altra, a foggia di rete. Si
sono
I
la membrana venosa immedesimandovisi. — paragonate al tessuto spugnoso eh’ empie i
I
Risulta da ciò che il seno trasverso altro non corpi cavernosi della verga :e da questo e-
,
è che la riunione de’ seni petrosi e cavernosi, ziandio ne venne il nome che si è assegnato al
e, al pari di questi ultimi, offre al di dentro seno. Tali fiìaraenli sono dessi tenui fibre del-
uu tessuto filamentoso, reticolare, rossastro, la dura-madre ? O piuttosto hanno natura
sul quale ben presto ritorneremo. propria ed indipendente ? O sono formale
Seni cavernosi nati da ciaschedun la- dalla membrana venosa, siccome ne pareva al
to dalla riunione dei seni pietroso e tras- Bichat? Questo mi sembra piuttosto malage-
verso. —
Codesti seni, i più complicati, quan- vole a decidere. —
Si trovano sulle pareti dei
to a organizzazione, fra tutti quelli del cranio, seno, e spezialmente sopra 1’ esterna, molli fa-
hanno loro principio in quello spazio che
il sci realmente fibrosi, prominenti irregolar-
,

separa 1’ apice dcfia rocca dalla lamina qua- mente disposti, analoghi a quelli che si scorgo-
drata dello sfenoide, si portano orizzontal- no negli altri seni, e spezialmente nel longitu-
mente all’innanzi sui lati della fossa pituitaria, dinale. —Ma gli oggetti più considerabili, Ira
e finiscono sotto le apofisi clinoidee anteriori, quelli che il seno cavernoso presenta, sonol’ar-
estendendosi obbliquaraente all’ infuori, die- teria carotide interna, e il nervo motore ester-
tro il terzo interno della fessura sfenoidale. no, che l’attraversano. L’arteria vi si introduce
Considerabile è la loro larghezza la figura
; di basso in alto; uscendo dal canale della roc-
loro irregolare non permette niun paragone. ca, il nervo vi entra per un piccolo canale par-
Formati in basso, per quasi tutta la loro lun- ticolare della dura-madre, da lato e un poco
ghezza, dai solchi laterali del corpo dello sfe- al di fuori del seno pietroso inferiore, un poco
noide che li limita internamente, derivano es- al di sotto del seno trasverso. Ambedue situati
senzialmente ciascheduno dalla dura-madre, la contro la parete interna del seno, si portano
quale, dopo aver tappezzata la fossa temporale quindi all’ innanzi, formando l’arteria parec-
interna, si divide in due lamine, ravvicinando- chie tortuosità, e il nervo seguendo un cor.sc>
si al corpo dello sfenoide. — Di queste due orizzontale al di sotto e al di fuori dell’ ar-
lamine, 1’ una interna, tappezza immediata- teria alla quale è contiguo. Finalmente l’ar-
mente il solco sfenoidale, poscia, al di dentro teria esce dall’apertura superiore, della quale
si continua nella fossa pituitaria anterior-
;
abbiamo fatto parola testé, e
si porla nel cra-

mente si rivolge di basso in alto dietro la nio il nervo attraversa la parete anteriore
;

fessura sfenoidale, e costituisce la parete an- del seno per entrare nell’ orbila, —
Dunque
teriore del seno ;
posteriormente si prolunga nel loro corso, l’arteria ed il nervo si bagnano
nel seno petroso e trasverso ove diventa estre- dessi nel sangue del seno, siccome hanno i-
mamente sottile, e finalmente nel canale ca- maginato gli anatomici ? A prima giunta ,
rotico, ove si rende continua al periostio e- parrebbe che sì, presentando il seno una sola
steriore. —
L’ altra lamina, esterna, mollo unica cavità, nella quale T arteria ed il nervo
più densa, ascende verticalmente sul lato del non sembrano separali dal sangue mediante
I
t seno, del quale costituisce l’esteriore parete alcun tramezzo. —
Ma, i.” può egli credersi
i continuandosi anteriormente colla porzione che il sangue venoso, che in ogni altra parie
1 della dura-madre che chiude due terzi ester-
i non è a contatto che con una sola spezie di
1 ni della fessura sfenoidale, posteriormente col- membrana destinata esclusivamente a conte-
( la tenda del cervelletto; il che la pone in uno nerlo, sia qui, per un’ eccezione unica, a con-
!’ stato di tensione abituale. 1 ale parete con-
- tatto immediato colla dura-madre ? 2 .® La
I tiene nella propria spessezza nervi motore
i membrana venosa, che molto evidentemente
i. aomune. patetico e otlalmico, disposti come tappezza gli altri seni, e in ispezie i petrosi a
204 APPABECCH! DELLA VITA ORGARÏCA
il sEnibra punto interrotta al-
IiMsverso^ n( îi occupa una proluberauza os.?ea spellante allo
r entrata del cavernoso, e si trova al di là di sfenoide situala dietro il solco comune dei
«piesto seno, nella vena ollalmica e nel seno nervi ottici. Cotale porzione mette capo col-
coronario. Se si esaininino rainutameni® le sue estremità in due altre situate sui lati

le pareli del seno cavernoso, si trova in tutte della glandola pituitaria e rivolli posterior-
le loro parli quella levigatezza che, nelle altre mente, dove finiscono nella quarta disposta
parti, deriva senza dubbio dalla membrana trasversalmente come la prima, ora dinanzi
venosa. 4-° Se la membrana venosa esiste nel la lamina quadrata dello sfenoide , ora sul

seno cavernoso, come dimostrano le allegate margine protubérante di codesta lamina. Que-
ragioni, torna impossibile che Tarteriaedil st’ ultima porzione s’apre, colle sue estremila,

nervo sieno contenuti nella cavità di questa ne' due seni cavernosi. —
Il seno coronario,

membrana, perocché le aperture che trasmet- strettissimo in tutte le sue parti, è formato
tono nel seno 1’ arteria e il nervo, sono affat- ila ogni banda da due lamine separate della

to diverse da quelle onde vi s’ introduce la dura-madre ; e riceve oltre le vicine vene


.

membrana venosa. 5.^' Finalmente un’ ispe- meningee, quelle che si distribuiscono alla
zione esatta appalesa compiutamente che l’ar- gianduia pituitaria, Si scorge da quanto ,

teria e il nervo sono affatto separati da! san- dicemmo, che i seni coronari, cavernoso e
gue. In fatti, esaminando l’arteria, nell’alto trasverso, occupanti la parta anteriore e me-
che passa dal canale c.arotico nel seno, si scor- dia della base del cranio riescono tutti nella
,

ge nell’ orlo dell’ apertura della rocca una prima porzione dei seni laterali per mezzo
sottile membrana ripiegarsi dall’interno del dei seni pietrosi superiori e inferiori, che non
seno sopra l’arfeiia, e intercettare ogni comu- deggiono essere tenuti che per condotti di co-
nicazione fra il seno e il canale carotico, l’ale municazione. Ci torneremo sopra gittando
membrana, delicatissima, applicala poscia im- uno sguardo sul complesso del sistema veno-
mediatamente al vaso ed al nervo ,
sembra so cerebrale.
confusa colle pareli dell’uno e col neurile- Seni occipitali.^ nati posteriormente
b.
ma dell’altro, tanto più che d’ ordinario si da ciaschedun seno laterale. --Lz loro origi-
profonda ne’ loro intervalli, e si ripiega le ne corrisponde al golfo della jugulare. Si rivol-
molte fiate per rivestirli. Ma talora, massime gono essi obbliquamenle al di dentro e all’in-
quando l’arteria è assai tortuosa, la membra- dietro, sui lati del gran foro occipitale, ascen-
na, anzi che ripiegarsi come dicemmo, pa,ssa dono poi nella spessezza della falce cerebellosa
dirittamente da una curvatura all’altra, e si avvicinandosi 1’ uno all’ altro, e divenuti infi-
mostra allora tesa e trasparente nell’ interval- ne paralelli, s’ aprono, ciascheduno di per sé,
lo e tutto questo mi venne osservalo paten- nella parte inferiore del confluente dei seni.

:

temente. La membrana venosa copre adun- — formati per tutta la loro


I seni occipitali,

.
que l’arteria carotide e il nervo motore e- estensione da due lamine separate della dura-
slerno, tanto nel passare che fa sopra di que- madre, sono d’ordinario strettissimi sui lati
sti, quanto formando loro una spezie di guaina del foro occipitale, e s’ allargano successiva-
fino a tanto eh’ escano dal seno. Qui si rivolge mente accostandosi alle loro imboccature. Ri-
da tutte parti nell’interno del seno ove è cevono dessi le vene meningee della falce ce-
sola a contatto immediato col sangue. 01-
,

— rebellare e delle fosse occipitali inferiori.


tre a molte vene meningee, il seno cavernoso c. Vene che
seno laterale riceve nel-
il
riceve anteriormente la vena ottalmica; infe- la seconda parte del suo tragitto. Il seno —
riormente e superiormente, comunica col se- laterale, nella seconda parte del suo tragitto,
no coronario. cioè dal margine superiore della rocca fino alla
La vena oftalmica^ cui rami , distri-
i protuberanza occipitale interna, riceve supe-
buiti nell’ interno dell’ orbila e dell* occhio, riormente le vene laterali e inferiori del cer-
assolutamente come quelli dell’ arteria, non vello inferiormen le le vene cerebellari in-
,

meritano particolare descrizione, esce poste- feriori.


riormente orbila per la parte interna al-
dall’ Vene laterali e injeriori del cervello.
largata della fessura sfenoidale , traversa la — Alcune vene numerose nascono, con ra-
parete anteriore del seno cavernoso, e si pre- moscelli tenui, dalla parte laterale di ciasche-
senta nel suo interno. diin emisfero cerebrale. Le loro origini corri-
Seno coronario situato tra"' cavernosi. spondono quasi a livello della linea semi-cir-
— - Se ne discernono, d’ ordinario, due, l’uno colare temporale del cranio, e sono distinte
anteriore, l’altro posteriore; e si potrebbe affatto da quelle delle vene superiori che de-
aggiungerne due laterali ma non ve n’ ha : rivano quasi dallo stesso luogo. Discendono
realmente che uno, formalo da quattro por- all’ indietro e ai di fuori sull’ emisfero, for-
zioni riunite fra sé ad angoli più o meno ma- mando successivamente alcuni tronchi più
nifesti, il quale circonda da tutti i lati la fossa grossi che tosto si riducono a due o tre. A
pituitaria. La porzione anteriore, trasversale, questi se nc aggiunge un altre il quale, risai-
SISTEaiA TENOSO 2oS
tando dalle vene naie alla superficie inferiore destro. Finalmente due inferiori, più o meno
del lobo posteriore, occupa, per qualche trat- larghe, corrispondono ai seni occipitali. Si —
to, il marcine esterno di codesto lobo, e lo scorge che Funico luogo ove il confluente dei,
abbandona di poi per recarsi al di fuori. seninon presenti ninna apertura, è la posterio-
Questi tre o quattro tronchi venosi ravvicinati re sua parte. Qui corrisponde all’ occipitale
abbandonano poi insieme il cervello, e, cir- e si trova formato dalla lamina meningea e
condati ciascheduno da una guaina aracnoi- che tappezza immediatamente tale osso. Que-
dea, si rivolgono un po’ obbliquamente alFin- sto è pure il luogo solo in cui si possa aprire
nanzi, e giungono alla parte superiore del se- la cavità, di cni parlo, a poter formarsene una
no laterale verso il principio della porzione giusta idea. Quando la si apra neH'interno del
orizzontale di esso, dietro la base della rocca. craniola distrugge in parie, perchè, in tal ca-
si

Penetrano separatamente in questo seno, at- so, è uopo necessariamente fendere o il seno
traversando ciascheduno la lamina superiore longitudinale, o il destro, o uno dei laterali. Per
della tenda del cervelletto, nel luogo in cui lo contrario, aprendo posteriormente la lami-

questa si rivolge all’ insù per continuare a na meningea che cnopre l’occipitale, si lascia-
tappezzare il cranio. Si veggono i fasci fibrosi no intatti tutti gli orifìzi dei delti seni, e si ri-
della dura madre allontanarsi manifestamente trova senza fatica, siccome ho dello, che la ca-
r uno dall’ altro nel luogo in cui ciascheduna vita membranosa comune, nella quale fini-
vena gli attraversa. scono, è affatto distinta dagli uni e dagli al-
feerie cerebellari inferiori. Sparse tri. l’ale preparazione anatomica riesce som-

sulla faccia inferiore convessa dei due lobi del mamente facile, dacché venne adottato ne-
riuniscono da ciascheduna par-
cervelletto, si gli anfiteatri 1’ eccellente metodo di usare,
te, in due i quali s’incurvano
o tre tronchi, a4 aprire il cranio, il martello, piuttosto che
sulla maggiore circonferenza di tale organo, la sega. Basta rompere, nella sua parte po-

e ascendono verticalmente per penetrare nel steriore, e per certa estensione, 1’ occipitale
seno laterale corrispondente, a distanze piut- tal che se ne comprenda la p*roluberanza e, :

tosto notabili le une dalle altre, attraversando levando i pezzi ossei, si scopre la lamina
la lamina inferiore della tenda del cervelletto. cranica della dura-madre, che sliicide verti-
Confluente dei seni. Nel luogo— calmente irei luogo in cui riuniscono la
! in cui le lamine della falce cerebrale, alloala- falce cerebrale e la tenda del cervelletto.
t nate le une dalle altre, vanno da una parte a 3 .® Seno lon^itudinale.—lncommCvA que-
: tappezzare la superficie del cranio, dall’ altra sto alla parte superiore del coulluente dei se-
1 a farsi continue alla lamina inferiore della ni, immediatamente sopra della tenda
al di
tenda del cervelletto, che dà essa stessa, in bas-
i del cervelletto, ascende prima quasi vertical-
! so, nascimento alla falce cerebellosa, limane mente sull’occipitale, e occupa quindi tutta
il fra queste porzioni membranose uno spazio la lunghezza del margine convesso della fal-

« alquanto largo corrispondente alla prolube- ce, fino air apofrsi cresta di gallo, ove ter-
^ ranza interna dell’ occipitale, d'ale spazio, di mina con un fondo di sacco :
per tal modo
i forma irregolare , non appartiene propria- corrisponde esattamente tanto alla linea me-
3 mente a nino seno, e ciascheduna delle larai- diana che alla falce stessa. Larghissimo all’in-
ne, ond’è formato, s' addensa in modo che
( dietro, diviene successivamente più ristretto
ne risulta una cavità nella quale vanno a met-
t prolungandosi anteriormente. La direzione''
tere capo i seni, senza che tale cavità sia la
i
e il tragitto di esso, sono segnali, in una le-
continuazione più di uno che dell’ altro di
S sta secca, dal solco al quale dà i! suo nome;
essi. La denomino confluente dei seni., piut-
I
ma la profondità di tale solco non determina
tosto per assegnarle un nome qualunque di
i
punto la larghezza del seno. In vero, risulta
quello che sia per esprimere un’idea fisiolo- esso da tre lamine meningee, l’una delle quali
I
gica esatta
;
perocché, dietro 1’ ordine naturale
;
tappezza il solco, mentre che le altre due si al-
della circolazione venosa cerebrale, le colonne
I lontanano dalla prima per lecarsi obbliqu.a-
sanguigne del seno longitudinale e del seno
Î
meute nell’interno del cranio, avvicinandosi
destro vengono sole ad incontrarsi in tale ca-
I
r una all’altra, per formare poi, colla mutua
vità. E noto come gli antichilo chiamassero il
'
loro riunione, la falce. 11 seno longitudinale è
torchio d'' Erofilo. -— L’anzidetta cavità, liscia
s adunque triangolare per modo che la base del
e levigata, tappezzata dalla membrana venosa triangolo corrisponde al cranio, l’apice alla
comune, presenta sei aperture. Due laterali,
3 falce si scorge benissimo codesta forma a-
;

larghissime, trasversalmente ovali, presentano,


1 prendo il seno, seconda la sua lunghezza.
ciascheduna nel proprio orlo, un rialzamento
I
Quelle granulazioni biancastre, che si deno-
piuttosto denso, che corrisponde ai seni late-
i minano comunemente del .Pacc/uo-
rali. Una superiore, quasi triangolare, mette
(
/2/,trovansi specialmente sottole pareti di que-
nnel seno longitudinale. Una quarta, anteriore, sto seno, ed attorno delle imboccature, veno-
d’ordinario rotondata, corrisponde al seno
'

se (/^. il tom. I, pag. 372). L’ interno


SîoG APPARECCBI DELLA VITA ORGANÎCA
ciel seno, d’ ogni parte liscio e levigato, tap- raen lungo tratto, parete membranosa, e la
la

pezzato dalla membrana venosa, presenta li- loro imboccatura nel seno s'accosta più al-
na quantità piuttosto notabile, di briglie le l’angolo retto, che peraltro non ue viene
quali si estendono da una parete all’ altra in formato giammai. —Quasi lutte le vene si
differente direzi®ne. Di tali briglie, alcune so- aprono obbliquaraente dall’ indietro all’ in-
no dovute, come tosto diremo, alle ripiegatu- nanzi, eh’ è la direzione opposta al corso del
re formate dalla membrana di ciascheduna sangue. Alcune però, presentando la medesi-
vena alla sua imboccatura le altre sono evi-
;
ma obbliquità, si aprono dall’innanzi all’ in-
dentemente alcuni fasci fibrosi della liura- dietro. Esaminando nel seno stesso la dispo-
madre tesi tra le pareti. Ma l’aspetto levigalo sizione delle aperture venose, facile è I’ av-
ch’offre ciascheduno di tali fasci indica abba- vedersi che la membrana delle vene si pro-i
stanza che la membrana comune del seno ri- lunga senza inlerrompimento nella cavità
volgesi sopra di essi e in modo particolare li del seno per tapezzarlo, e che per cousegnen-
riveste. — seno longitudinale riceve, dalla
Il te il sangue non è per nulla a contatto colla
parte del cranio, molle vene, alcune delle quali, dura madre , come sembrano d’ ordinario
branche delle vene frontali, derivano dall’ e- -supporre gli anatomici, —
Si osserva pure
slerno, e vi penetrano per molliplici forel- che, quasi da per tutto, le imboccature ve-
lini che si osservano nella sutura sagittale ; nose sembrano coperte, in gran parte, da al-
gli altri derivano dal tessuto diploico delle cune ripiegature membranose in forma di
ossa medesime. A tali vene e’ vuoisi appunto valvole, continue posteriormente colle pare-
attribuire in parte 1’ aderenza, sempre nota- li del seno, e offerenti all’ innanzi un margi-

bilissima, della dura-madre al cranio lungo il ne libero concavo. Uno stilletlo, introdotto
seno longitudinale, e le piccole gocce sangui- molto obbliquamente dall’innanzi’all’indietio
gne che si rimangono, nello stesso luogo, so- sotto siffatto margine libero, penetra agevol-
pra tale membrana, allorquando si è levata, mente per infino nelle vene, e permette di
con isforzo, la Alcune
volta del cranio. — poter esattamente scnoprire 1 estensione del
delle vene dura-madre vanno
della pure a tragitto che ciascheduna, nella parete del se-
metter capo nel seno medesimo. Ma le vene no, percorre avanti che vi si apra. Si vede
più notabili, e più grosse, tale condotto lo allora che la ripiegatura valvulare sembra u-
hanno dal cervello. nicamente prodotta dalla membrana interna
V
ene cerebrali superiori. Tali vene, del tronco venoso, liberamente prolungata,
sparse irregolarmente sulla superficie d’ara- da una parte, nell’ interno del seno, e ripie-
bedue gli emisferi, sembrano nascere dalla gata da poi all’ indietro sopra sè stessa. Si po-
sostanza cerebrale con molte ramificazioni trà avere una giusta idea del detto modo, on-
più o meno sottili, verso i confini delle re- de le vene s’introducono nel seno longitudi-
gioni temporali. Tortuose nel loro tragitto, nale, e delle ripiegature valvolari di che par-
e situate principalmente entro le anfrattuosi- liamo, rappresentandosi il tragitto obbliquo
ta, accostano alla linea mediana unendosi
si percorso d^gli ureteri tra le membrane della
in tronchi successivamente più grossi e meno vescica, e quella spezie di valvola che cuopre
moltiplicati. Siffatti tronchi non occupano le la loro imboccatura in quest’organo. Del —
sole anfrattuosita, ma parecchi passano so- rimanente, osservo, che quando le vene
pra le circonvoluzioni. I più grossi e i più cerebrali superiori hanno una considerabile
numerosi, sono riuniti alla parte posteriore e grossezza, sovente le ripiegature valvolari so-
media del cervello anteriormente non se ne
: no meno discernibili o meno estese ;
2 .^ che
trova che piccolo numero. Verso il margine la larghezza di siffatte ripiegature essendo
interno dell’ emisfero, ricevono le vene della sempre in ragione diretta dell’obbliquità del-
superficie piana, che vanno a riunirsi ad essi le aperture venose, si rendono generalmente
più o meno perpendicolarmente quindi ab- ;
meno palesi a misura che si avvicinano alla
bandonano il cervello, e avvolti ciascuno da regione frontale, o, come dicemmo, tali a-
una particolare guaina deU’aracuoidea, giun- perture venose sono più prossime all’angolo
gono, curvandosi ali’innaiizi, alle parti late- retto,
rali e inferiori del seno. Si veggono cacciar- i.*^ Seno retto. — Incomincia alla parte
si tra le fibre membranose, e seguire, per anteriore del confluente dei seni, occupa tut-
pjù o meno lungo tratto, dall’ indietro al- ta la lunghezza della base della falce, sopra la
r innanzi la parete del seno avanti che si
, tenda del cervelletto, e finisce nel mezzo della
aprano in questo. Sovente tale tragitto è di circonferenz interna di questa. La sua dire-
I

un mezzo pollice, massime nella parte poste- zione, determinata da quella della tenda del
riore, dimaniera che le imboccature venose cervelletto, è un poco obbliqua in alto e al-
sono estremamente obblique. A misura che si l’ionanzi. Formato in bassodalla lamina in-
avvicinano alla regione frontale, i tronchi ve- feriore della tenda, all’ insù dalla separazione
nosi diventano meno obbliqui, seguouo, per delle due lamine della falce, è triangolare per
SISTEMA VENOSO 20 j
tutta la sua estensione, sebbene la sua posteiio- ventricoli laterali, ove formano sopra le ori-
re apertura sia d’ ordinario rotondata. Larga gini dei nervi ottici, sui corni di Aminone, e
air indietro si restringe molto all’ innanzi.— spezialmente nelle ripiegature coroidee, alcu-
Considerato nel suo interno, il seno destro ne reti alquanto fitte alle quali vanno a sboc-
presenta la stessa sembianza che il seno lon- care numerose venuzze derivanti, da tutte la
gitudinale. Alcuni fasci fibrosi moltiplicati lo parti, dalla sostanza cerebrale. Tali reti si ri-
attraversano in tutte direzioni, e fanno
le ducono tosto, in ciascheduno vent)-icolo, a due
protuberanza sulle pareti di esso, lasciando vene principali. —
L’una, che chiamerò vena
per altro il mezzo di sua cavità perfettamente del corpo striato., si rivolge obbliquamente
libero. Cotali fasci, molto ravvicinati all’ in- al didentro e all’ innanzi nella scanalatura che
nanzi, sì fanno meno numerosi e meno mani- separa il talamo ottico dal corpo striato, se-
festi all’ indietro. Del resto, tutta la cavità guendo esattamente il corso della listerella
presenta, anche al di fuori de’ fasci, la sem- semi-circolare che la ricopre ; e così arriva
bianza liscia e levigata derivante dalla mem- fino in vicinanza alla colonna anteriore della
brana venosa che la riveste. Alcune vene, volta. Ad essa mettono capo i rami venosi del
notabilissime, riescono al seno destro. Dalla corpo striato. —
L’ altra vena, posteriore alla
sua estremità anteriore, questo riceve, supe- prima e molto più ampia, spetta, in tutta la
riormente, la vena inferiore della falce, ante- sua estensione, alla tela coroidea dalla quale
riormente, e, in una direzione orizzontale, le la denominerò. Situata nella ripiegatura este-
vene delle cavità cerebrali denominate comu- riore di codesta porzione membranosa, e co-
nemente vene di Galeno. Dall’inferiore sua steggiando esattamente, in corapaguia di essa,
parte, e verso la metà di sua lunghezza, rice- il margine della volta a tre colonne, si rivol-
ve le vene cerebellari superiori. ge obbliquamente all’ innanzi e al di dentro
Vena
inferiore della falce. La si sopra il talamo ottico. Tortuosa in tale tra-
suole denominare seno longitudinale infe- gitto, riceve molti ramoscelli, de’ quali alcuni
riore ; sebbene non sia veramente che una derivano dalla tela coroidea e dalla volta ;
vena di mediocre ampiezza, collocata in un altri, nati .in gran numero dalla sostanza mi-?

canale particolare, che ci presenta la falce lun- dollaro, traversano perpendicolarmente di


go il suo margine concavo. Codesta vena non basso in alto il talamo ottico. Giunta a qual-
esiste all’ estremità anteriore della falce ma ;
che distanza dalla colonna anteriore della vol-
incomincia presso il terzo medio di questo ta, la vena coroidea riunisce a quella del
si

'
tramezzo, e risulta dalla riunione di parecchie corpo striato. 11 tronco venoso unico, che ri-
venuzze della falce stessa. Strettissima in que- sulta dalle due, continua a portarsi all’ innan-

sto luogo, diviene a mano a mano più grossa zi, s’incurva poscia orizzontalmente al di den-
; all’indietro, dove si divide alla perfine in due tro, sotto la volta, dietro la colonna anteriore
branche. L’ una continua a seguire il margi- di questa, e mutando
tutto direzione, si
al

: ne concavo della falce, e si gitta perpendico- reca posteriormente mezzo della tela co-
sul
L larraenle nel seno destro, alla sua estremità roidea e della volta, parallelo alla vena com-
i anteriore, sovra l’apertura delle vene di Ga- pagna opposta. A tale curvatnra si porta un
I leno. L’ altra si porta, per alcun tratto, all’iu- ramo più o meno grosso, nato dalla parte
> dietro nel mezzo della larghezza della falce, anteriore e interiore del corpo calloso, e ri-
: si curva finalmente all’ ingiù, e va a metter volto orizzontalmente all’indietro passando a!
» capo, più o meno obbliquamente, nel medesi- lato esterno della colonna anteriore. Colali —
i rao seno destro verso il mezzo di sua lunghez- sono quei due tronchi unici, ognuno dei quali
za. L’ imboccatura della prima branca, ope- risultano dalla vena coroidea e da quella del
randosi ad angolo retto, non presenta niuna corpo striato riurnte, e si denominano vene
'
valvolare ripiegatura. Quella della seconda, di Galeno, l’engono queste la parte media

[
per lo contrario, ne suol presentare una mani- della tela coroidea, situate nel canale formato
festissima, il cui margine libero si trova al- dalla pia-madre nel penetrare ne’ ventricoli,
i r innanzi e air ingiù. — Coflesta vena riceve e fuori di quello formato dall’ aracuoidea nel
r tutte quelle che si distribuiscono alla falce ;
primo per andare a tappezzare le medesime
I non mandandole il cervello che piccolissimi cavità. Giunte al margine posteriore delia
! rami, d'alora per altro si trovano due vene al- volta e del corpo calloso, escono dal cervello,
«juanto considerabili della superficie interna e incontrano subito 1’ estremità anteriore del
degli emisferi, che vanno gittarsi, d’ambidue seno destro, nel quale s’introducono. Lnlraii-
1 lati, che descriviamo.
in quella clovi, s’inlersecano obbliquamente Ira sè, da
Vene delle cavità cerebrali. Codeste — modo la vena destra giunge alla parete
che
vene, poco moltiplicate se si {»aragouino alle sinistra del seno, c viceversa per la vena sini-
numerose e considerabili vene occupanti la stra, Ambedue corrono per alcun tratto nellai
superficie esteriore del cervello , hanno le spessezza di tali pareti, e finalmente si aprono
principali origini loro nelle metà inferiore dei nella cavita del seno, presentando ciascheduna
208 ArPARECClîl nF.LÎ.A VITA ORGA.'^ICA

loro inibocGalaia inia


ïslia ipnigatura valvo-
i so la base della rocca, le vene laterali del cer-
lare somigliante a quella della quale si è te- vello. Tutto questo sangue giunge finalmente
nuto parola superiormente. ai golfi dalle vene jngulari, immischiandosi a
cerebellari superiori.
Pene —
Codeste quello, che fu portato dai seni anteriori della
vene, sparse sopra tutta la superfìcie superio- base del cranio, e discende nelle vene Iugula-
re dei due lobi del cervelletto, e nate dalla ri per recarsi alla vena cava ed al cuore.
sostanza di questo, si riuniscono in due o tre §. IV^. Dei seni
vertebrali. Due gran-—
tronchi principali, che si rivolgono un poco di seni occupano canale della
il spina per tut-
obbliquamenle in alto e all’ insù, seguendo la ta la sua lunghezza, e si continuano, senza in-
protuberanza longitudinale che presenta il terruzione, dal gran forame occipitale fino al-
1’ estremità inferiore del sacro. Situali dietro
cervelletto sulla linea mediana. Tosto si cur-
vano sopra sè stesse lasciano il cervelletto, e i corpi delle vertebre, sui lati del legamento
;

penetrano perpendicolarmente nella parte in- vertebrale posteriore, corrispondono, all’ in-
feriore del seno retto, verso la metà di sua dietro, alla dura-madre, dalla quale sono af-
lunghezza, attraverso di un allargamento ro- fatto iudipendenli, quale stanno uniti
e alla
tondato delle fibre* della dura-madre. Alcune mediante un lasso cellulare tessuto. In pari
vene separate, prolungandosi vieppiù all’ in- modo si trovano perfettamente intatti quan-
nanzi ed in alto, vanno a gittarsi nelle vene do, dopo avere aperto all’ indietro il canale
dì Galeno, presso la loro terminazione nel delle vertebre, si levi, tutto- ad un tratto o
medesimo seno. successivamente, e la midolla e la guaina
Tragitto del sangue nel sistema reno- membranosa chela dura-madre fornisce a tale
so cerebrale.— Dividiamo qui i seni in quelli organo. —
Gi ha dunque molta differenza tra
che occupano la parte anteriore e inferiore i seni vertebrali e i seni del cranio, i quali
del cranio, ed in quelli che ne occupano la sono essenzialmente formati, siccome vedem-
parte superiore o posteriore.— Fra i primi, i mo, da alcune lamine separate della dura-ma-
seni cavernosi sono i più anteriori e i più con- dre, e la membrana venosa prolungata in tali
siderabili.Anteriormente, ricevono il sangue separazioni, e aderente strettamente alle la-
dalle vene ottalmiche ; interuamente, quello mine, non può credersi costituire la solida
del seno coronario. Questo sangue che, poste- parete dei mentovati condotti sanguigni, l
riormente, manda l’un seno cavernoso all’altro seni vertebrali, per Io contrario, sono forma-
mediante il trasverso, è trasmesso al fine, dai ti essenzialmente a quel modo medesimo che

seni petrosi superiori ed inferiori, nei laterali le altre parti del sistema venoso generale ; e,

e nel golfo della jugulare. I seni superiore chi vuol formarsene una giusta idea, è d’uopo
€ posteriore sono molto più estesi e larghi. Il rappresentarsi due grandi vene più o meno
longitudinale ha il suo principio verso l’ apo- larghe nei vari punti della loro estensione,
fìsi cresta di gallo, si porta all’ indietro se- correnti, d’alto in basso, il canal vertebrale.
guendo la falce, e riceve, nel suo tragitto, il Ma codesti seni non si diportano, d’ un modo
sangue da tutte le vene cerebrali superiori; e affatto ugnale, nel canal vertebrale propria-
questo sangue trasmette nel confluente dei mente detto e nel canal sacro: quindi è uopo
seni, .al quale perpendicolarmente riesce. —
Il Considerarli separatamente in questi due con-
seno destro ha iucorainciaraeuto alla metà dotti.
della circonferenza interna della tenda del i.o Disposizione dei seni vertebrali nel
cervelletto. Qui riceve le vene delle cavità canal vertebrale propriamente detto.
cerebrali e la vena inferiore della falce. Ri- Tali seni incominciano sulle parti laterali del
volto all’ indietro, riceve eziandio in basso, gran forame occipitale, a livello dei fori con-
verso la metà del suo tragitto, le vene cere- diloidei anteriori, de’ quali ciascheduno tra-
bellari superiori, e trasmette tutto il sangue, smette loro una vena, branca della jugulare
che ricevette da codesti vasi, nel confluente interna. Il tessuto, che forma le loro pareti,
dei seni, alla parte anteriore del quale va ad aderisce all’ orlo di tale forame condlloideo,
aprirsi. —Le due colonne sanguigne dei seni
• mentre la loro interna membrana si continua
ioiigitudinale e destro s’ incontrano nel con- con quella della vena. Quindi non hanno essi
fluente, e n’escono subito per quattro aper- ninna spezie di comunicazione col sistema ve-
ture. In basso, i due seni occipitali ricevono noso cerebrale. Discendono i medesimi acco-
una parte di questo sangue, e lo trasmettono, standosi un poco l’uno all’altro, e continuan-
da ciascheduna parte, nel golfo della jugulare dosi nel canale della spina situati, da questo
;

per la più corta via. Via la maggior parte di punto, nell’ infossamento, che risulta dall’u-
tale fluido fugge, attraverso più larghi ori-
i nione de’ corpi delle vertebre culle apoftsi 1

fìzi de’ seni laterali, percorre dall’ indietro al- trasverse ed articoftri, occnpuio, dietro cor- i

1’, innanzi codesti condotti, i quali, nel loro pi delle vertebre, tutto quello spizio che la-
tragitto, ricevono in basvo. presso il conflaen- scia, da ciascheduna parte, il legamento ver-
te, le vene cerebellari inferiori, in alto, e pres- tebrale posteriore col quale la loro membrana i
SISl'IìMA VENOSO 209
sembra rontinuirsi. Adunque T ampiezza di spaccato trasversalmente il legamento verte-
essi è sempre in ragione inversa della lar- brale, si scorge che ricevono alcune vene mol-
ghezza di legamento. Nella regione
sifïàtto to considerabili dal tessuto spugnoso delle
eervlcale, ov’ è largo, i seni sono più stretti :
vertebre e qui è una delle principali sorgen-
:

crescono in ampiezza nella dorsale e nella ti del sangue dei seni. Esteriormente, i
lombare, ove il legamento si restringe. In ge- seni vertebrali comunicano colle branche po-
nerale, sono più aperti sul corpo delle verte- steriori delle vene vertebrali, intercostali e
bre, più stretti sulle fibro-cartilagini che riu- lombari. Delle quali vene tutte si scorgono
niscono tale corpo e questo si manifesta, in
: palesemente gli orifizii, aprendo i seni secon-
ìspezie, nella regione lombare dove ciasche- do la loro lunghezza. Ciascheduna vena mette
dun seno, alternativamente ristretto ed ec- capo nel seno nell’intervallo tra le due apo-
cessivamente dilatato sembra presentare a fisi trasverse sovente ancora vi hanno due
,

principio, non un condotto continuo, ma una


;

vene per ciasebedun intervallo. —


Posterior-
serie di seni separati, semi-circolari, situati mente, i seni vertebrali non ricevono che al-
sul corpo delle vertebre, interrotti sopra le cune vene meningee spettanti alla porzione
fibro-cartilagini, coi margini loro convessi ri- della dura-madre che avvolge le midolla. Co-
volti al di dentro e incassati nei margini con- deste vene sono moltfplicate assai, ma som-
cavi che presentano, a questi luoghi medesi- mamente tenui, nè possiamo assicurarci della
mi, il legamento vertebrale ristretto. Ma è loro esistenza che nell’ atto stesso della disse-
agevole qui il riconoscere la continuità del zione allora, staccando dolcemente la dura-
:

seno aprendolo in una delle sue porzioni di- madre, si scorgono mollissimi ramoscelli di-
latala, e introducendovi uno stiletto che s’in- partirsi dalla membrana, traversare il lasso
dirizza perpendicolarmente in allo e in bas- cellulare tessuto che la congiunge al seno, e
so si penetra con questo agevolmente nelle
: aver termine in tali condotti. Nell’ alto che si
porzioni dilatate vicine, e, spaccando poscia il troncano ramoscelli per continuare la
siffatti
seno lungo lo stiletto, si scorge che tale seno dissezione, si espande una* piccola quantità di
non esiste meno sopra le fibro-cartilagini che sangue nell’ indicato cellulare tessuto, che gli
sulle porzioni ossee. — Dalla loro origine fino fornisce un colore rossastro che prima non
ai canale sacro, i seni vertebrali, modellati possedeva.
esattamente alle porzioni ossee alle quali cor- 2.0 Disposizione dei seni vertebrali nel
rispondono, non hanno altra forma fuor quel- canale sacro. —
Penetrando nel canal sacro,
la che loro imprimono siffatte ossee porzio- i seni vertebrali scemano molto in volume, e

ni. Considerati poi nel loro interno, presen- cangiano sembianza. Non sono veracemente
tano la stessa sembianza che i seni del cra- più seni ; ma sono due semplici vene cilindri-
nio; e, al par che questi, sembrano attraversa- che, di mediocre ampiezza, le quali, situate
ti, in varie direzioni, da briglie membranose lateralmente alle false vertebre del sacro, e
irregolarmente disposte, solo molto più tenue immerse in una quantità di grasso copiosissi-
e meno resistenti. Chi consideri la trasparen- ma, si trovano del tutto separate dalle parli
za di siffatte briglie, sarebbe tratto a riguar- ossee, nè aderiscono a queste per nulla. Di-
darle come prolungamenti della membrana scendono esse secondo la direzione del canale,
venosa e riuscirebbe anzi impossibile il sup-
;
e, per conseguente, si avvicinano un poco tra

porre nei medesimi un’ alti’a origine, peroc- sè fino alla parte inferiore dell’ osso, e finisco-
ché tale membrana venosa, sottile e dilicata, no ciascheduna con un tenue ramo che sem-
non aderisce per nulla alla dura-madre e, , bra perdersi nel grasso. Nel loro tragitto
questa essendo interamente levala, il seno ri- comunicano, esteriormente, in modo poten-
mane ancora nella più perfetta integrità. tissimo, e a livello de’ fori sacri anteriori,
Internamente, i seni vertebrali comunicano colle vene sacre laterali, branche dell’ ipoga-
tra sè mediante alcuni numerosi prolunga- strica. Internamente, comunicano tra sè me-
menti che formano de’ veri seni trasversi. I diante alcune trasversali branche. L’ultima
quali condotti anastomotici occupano costan- delle quali è più grossa delle due altre; ari/.i
temente la parte media del corpo di ciasche- uguaglia ciascheduna delle vene che unisce e :

duna vertebra; e l’attraversano, da un seno al- questa spezie di arco anaslomotico sembra la
r altro, passando sotto il legamento vertebra- principale terminazione d’ambedne -I seni ver-
leposteriore. È collocato ognuno di essi in tebrali ricevono internamente il sangue della
un solco incavato nella sostanza della verte- dura-madre e del tessuto spugnoso delle ver-
bra corrispondente ; il loro calibro poi è più tebre ; io trasmettono al di fuori nelle vene
o meno notabile, secondo che il mentovato vertebrali, intercostali, lombari e sacre che
solco è più o meno profondo; la quale pro- 10 portano quindi nei tronchi cui spettano.
fondità è qualche volta maravigliosa, massime §. V. Della vena ascellare. Colale è
nella regione lombare. Esaminando siffatti 11 nome, che la sotto-claveare acquista davan-

condotti nel loro interno tragitto, dopo aver ti lo scaleno anteriore, dopo aver soramini-
Encicl. Med. T. II. 27
210 APPAKliCCiii OliLLA VITA ORGANICA
strato la iugulare esterna. — Codesta vena si frire la descritta
distribuzione , finisce quasi
porla obbliquameiile all’ infuori e all’ ingiù al interamente alla piegatura del cubito colla
<lisotto della clavicola, discende poscia nella mediana cefalica, e solo spande, alla parte e-
fossa ascellare, situata sempre, davanti all’ ar- sterna dell’ antibraccio, alcuni rami frequen-
teria e giunta verso il tendine del gran pet-
;
temente anastomizzati : e allora la mediana
torale, si divide in due vene brachiali. Nel comune va a formare in basso la cefalica del
suo tragitto, l’ascellare somministra le vene pollice.
toraciche esterne, ì’ acromiale e lascapolare Vena basilica. —Ê più grossa che
inferiore, eh’ hanno la distribuzione medesi- la cefalica. Nata dall’ ascellare a livello della
ma che le arterie portanti lo stesso nome. Ma divisione di questa in brachiale, e profonda-
oltre a ciò somministra due considerabili ve- mente nascosta , in questo luogo, nella fossa
ne non corrispondenti a niun tronco arterioso, ascellare, discende lungo la parte interna del
dalle quali dipende tutto il sistema venoso su- braccio, sottoposta all’ aponeuro.si e scorren-
j)erficiale dell’antibraccio e della mano : e so- do da lato al nervo cubitale che n’ è coperto.
no vene cefalica e basilica.
le In tale tragitto, non manda che alcuni rami
i.o Vena cefalica. Nasce questa dal- anastomolici alle vene brachiali; un poco so-
r ascellare, subito dopo il suo passaggio sotto pra la tuberosità omerale interna, diviene sot-
la clavicola, ora con solo tronco, ora con mol- tocutanea, e si divide in tre branche denomi-
te branche tosto riunite- Spesso , a questo nate mediana basilica, cubitale anteriore e
luogo, comunica, mediante un ramo, colla cubitale posteriore. Sovente la cubitale ante-
iugulare esterna. Rivolta obbliquamente al- riore è somministrata, un po’ più in basso,
l’ infuori, si porta nell’ intervallo adiposo che dalla mediana basilica, dividendosi allora il
scevera il gran pettorale dal deltoide, e so- tronco venoso in due branche soltanto.
prapposta a quest’ ultimo muscolo discende, a. La mediana basilica, discende ob-
con esso, fino al suo tendine. Qui diviene sot- bliquainente al di fuori costeggiando il tendi-
tocutanea, e discende perpendicolarmente per ne del bicipite, e si riunisce ora ad angolo
la parte esterna e anteriore del braccio fino alla acuto, ora mediante un ramo trasversale, alla
f)icgatura del cubito. In questo tragitto,manda mediana cefalica. Dalla loro anastomosi na-
pochissimi rami, dei quali alcuni si spargono scono due branche. L’ una si profonda molto
sui muscoli del braccio, altri sono cutanei. — sotto il muscolo gran pronatore, e va ad unir-

't alora la cefalica non nasce immediatamente si alle vene radiale e cubitale. L’altra, sotto-
dall’ascellare, ma dalle sue branche. Allora si cutanea, acquista il nome di mediana comu-
scorgono molti rami venosi uscire dal gran ne. Discende questa sulla superficie anteriore
pettorale e dal deltoide, riunirsi per anastomosi deir antibraccio, mandandovi, da tutte parti,
verso il tendine di quest’ ultimo muscolo, a e spezialmente al di fuori, numerosi rami che
dar nascimento alla cefalica, che principia so- si anastoraizzano colle vene cefalica e radiale
lamente a questo luogo. —
Giunta alla piega- superficiale. Sovente, come dicemmo, codesta
tura del cubito, la cefalica manda due branche, mediana comune, rivolta essa stessa al di fuo-
fi’ una denominata mediana cefalica., d’ or- ri, va inferiormente a far le veci della cefalicai
dinario grossa , discende obbliquamente al di b. Z-a cubitale anteriore ^\\\ o meno
,
dentro, e va verso l’ apice di quello spazio ampia, discende davanti la tuberosità omerale,
triangolare eh’ è formato in questo luogo dai e ora continua a recarsi lungo la parte ante-
lasci muscolari dell’antibraccio, a riunirsi alla riore interna dcU’antibraccio suddividendosi
;
mediana basilica, dellaquale parleremo più ora s’incurva subito all’ indietro, sotto la tu-
fardi. L’ altra, denominata radiale superfi- berosità, per anastomizzarsi colla cubitale po-
ciale., meno grossa, discende lungo la parte steriore. Nell’ultimo caso l’arco che forma
esterna anteriore dell’ antibraccio fino presso manda, propria convessità, molti rami
dalla
r articolaziotie delia mano con questo, span- che discendono per l’antibraccio anasfomiz-
dendo, da tutte parti, numerosi rami i quali zandosi insieme. Codesti rami, per qualsiasi
srestendono fino alla parte posteriore del- modo prodotti, arrivano finalmente nella pal-
ì’anti-braccio. —
Quindi la cefalica continua ma della mano, dove diventano interamente
il suo tragitto per la parte esterna dell’ anti- cutanei.
braccio fino alla mano. Qui si rivol«^e all’ in- c. La
cubitale posteriore, sempre più
fuori , si porta sui muscoli del primo spazio grossa dell’anteriore, si porta dietro o sopra
interosseo, dove acquista il nome di cefalica la tuberosità omerale, e discende nella parte
del pollice, e si divide in molti rami, de’quali interna dell’antibraccio, accostandosi a poco
alcuni si spandono sui muscoli del pollice, gli a poco alla superficie posteriore di questo, ove
.dtri vanno sul dorso della mano per concor- alla fine si trova interamente presso ì’articola-
rere alla formazione d’ una rete venosa, alla zione della mano. Qui si anastomizza, median-
quale [u’csto rivolgeremo le nostre considera- te numerosi rami, colla cefàlica e colla radiale
zioni. —
Spessissimo la cefalica, anziché of- superficiale. Finalmente discende sul dorso
SISTEMA VENOSO 21 T

lidia raano, presso l’interno margine di que- lobulo dello Spigelio al di


al di fuori, e del
sta, e finisce suddividendosi. In quest’ ultima dentro. Posteriormente, corrisponde alla par-
parte del suo tragitto, era altre volte deno- te media inferiore del diaframma. Talora è
minata vena Salvatella. —
I rami riuniti del- circondata, da tutte bande, dal fegato e quasi
le cefaliche, radiale superficiale e cubitalepo- immersa nella sostanza di esso. Ma, d’ ogni
steriore, formano, tanto sull’ articolazione che parte, riesce agevole il separarla da siffatto
sul dorso della mano, una rete alquanto com- organo, al quale non si attacca che per mezzo
plicata, massime verso l’ estremità inferiore di un lasso
tessuto cellulare, tranne i luoghi
del metacarpo.. Codesta rete dà nascimento ne’ quali invia ad esso alcune branche. Du-
ad alcuni rami secondari che discendono sulla rante il suo tragitto dietro il fegato, forma
superficie posteriore delle dita, e si perdono una leggera curvatura colla convessità a de-
per gl’integumenti. —
Tale è la disposizione stra, la concavità a sinistra ; e il suo calibro,
del sistema venoso superficiale dell’antibrac- spesso un po’ minore che nella rimanente sua
cio e della mano che però è sottoposta a va-
: estensione, è pure assai più considerabile in
riazioni infinite, a segno tale eh’ è quasi im- qualche caso , massime a livello della vesci-
possibile trovarla perfettamente simile in due chetta biliare. - —
Giunta al di sopra del fe-
individui, e anche ne’ due arti dello stesso in- gato, la vena cava discende perpendicolar-
dividuo. mente sulla parte laterale destra del corpo
3,° Vene brachiaìi. —
Nascono code- delle -vertebre lombari fino alla fibro-cartila-
ste due vene dall’ ascellare luogo
allo stesso gine che riunisce la quarta alla quinta. In
della basilica. Talvolta non se ne trova che quest’ ultima parte del suo tragitto, è situata
una, la quale però non tarda molto a divider- a destra dell’ aorta, e coperta prima dal duo-

si. Ambedue discendono costeggiando l’arte- deno, più in basso dal peritoneo , affatto in
ria, e abbracciandola di spazio in ispazio, per basso daH’arteria iliaca primitiva destra, sotto
mezzo dei rami anastomotici che vicendevol- la quale termina mandando le vene iliache

mente s’ inviano. Verso la piegatura del cubi- primitive. Le branche derivanti dalla vena
to , ciascheduna si divide in due branche, le cava inferiore durante il suo corso nel basso-
quali accompagnano l’arteria radiale o cubi- ventre sono le vene diaframmatiche inferiori,
:

tale per tutte le sue distribuzioni, di maniera le epatiche, le capsulari, le renali, ie sperma-
che ciascheduna delle divisioni arteriose è tiche e le lombari.
accompagnata da due divisioni venose. Del Vene diaframmatiche inferiori. — Se
resto codesto sistema venoso profondo non ne contano d’ ordinario due principali. Le
presenta ni una particolarità. quali nascono ora dalla vena cava a livello
della superficie convessa del fegato, ora dalle
III. DELLA VENA CAVA INFERIORE vene epatiche, e spezialmente dalla superiore.
La loro distribuzione al diaframma è intera-
Questa vena, molto più considerabile del- mente analoga a quella delle arterie diafram-
la superiore, nasce inferiormente ed esterior- matiche inferiori alle quali sono compagne.
mente dell’ orecchietta destra, e si trova, in Parecchi rami rientrano nel torace, tra le fi-
questo luogo continua sì colle pareti dell’ o- bre del diaframma, o per 1’ apertura che dà
re<*chietta propriamente detta, e sì con quelle passaggio alla vena cava, e vanno a distribuir-
della vena cava superiore. La disposizione si all’ esofago, al pericardio e via discorrendo.
della sua apertura e la grande v^alvola che vi — La vena cava somministra, oltre a ciò, vari
si osserva, vennero esaminate in parlando del rami separati che si portano trasversalmente
cuore e nulla ripeteremo qui intorno adesse. alle appendici diaframmatiche, e vi si distri-

:

Dipartitasi da questo luogo, e avvolta este- huiseono.


riormente dalla membrana sierosa del peri-
cardio, la vena cava inferiore si rivolge oh-
2.0 Vene
numero, inegualissima
epatiche. —
Variabile è il loro
loro ampiezza. Sem-
la

bliquamenle al di fuori e all’ ingiù, e subito pre molte di esse sono grossissime e le prin- :

attraversa, ad un tempo, la membrana fibrosa cipali si possono distinguere in quelle che


del pericardio e il diaframma per una parti- spettano al lobo sinistro, ed in quelle che
colare apertura presentatale da codesto mu- partengono al destro. —
Le prime nascono
scolo. Codesto passaggio interviene nel punto anteriormente dalla vena cava , immediata-
stesso che la vena diviene discernibile dell’ore- mente dopo l’entrata di essa nell’ addomine, e
chielta nè può dirsi che la vena percorra, entro a livello della superficie convessa del fegato.
il pericardio certo tragitto innanzi uscire o da Se ne trovano due o tre. La più considerabile
tale sacco membranoso o dal petto.— Introdot- tra queste, si profonda nel mezzo di codesto
tasi nel basso-ventre, la vena cava inferiore è lobo, scorre per alcun tratto, nella sostanza
strettamente avvolta , all’ innanzi e sui lati, di esso, conservando la propria grossezza, e
dal fegato che le presenta un’incavatura par- distribuendo da tutte bande, numerosi rami :

ticolare formata a dispendio del lobo destro finalmente si suddivide. De altre penetrano
212 APPARECCHI DEELA VITA ORGANICI

nello slesso lobo, presso margine libero eli


il rispondente, in un solco offertogli da siffatta

esso e della ripiegatura peritoneale che si è capsula, alla quale, e al tessuto cellulare copioso
denominata legamento laterale sinistro del e adiposo che circonda il rene, sì distribuisce.
fegato : e si prolungano pure, per alcun trat- 4-° Vene renali. — Sono grossissime, ç
to, nella sostanza del lobo, e al fine vi si sud- nascono dalla vena cava, quasi ad angolo ret-
dividono. —Allungo stesso, in cui le vene to. La destra, un poco meno grossa che la si-

del sinistro lobo derivano l’origine loro, si nistra, si rivolge un poco obbliquamente in
vede nascere dalla vena cava, una spezie di le- basso e al di fuori,
davanti 1’ arteria renale.
gamento che si continua^nella parte posteriore La sinistra, più grossa, è eziandio più lunga
del solco longitudinale. E quanto il rimasuglio di quanto porta la larghezza dell’ aorta, da-
del canale venoso il quale nel feto, dà termi- vanti la quale passa per recarsi poi anterior-
nazione alla vena ombelicale. —
Le vene del mente all’arteria renale, tenendo una direzio-
lobo destro derivano, molto più in basso che ne trasversale. Ciascheduna, giunta alla scis-
le precedenti, un poco al di sopra del lobulo sura del rene, si divide in parecchie branche
dello Spigelio. Nascono queste dalla convessità divergenti, che penetrano 1’ organo per tutta
della curvatura che forma, a questo luogo, la la sua estensione, situate sempre davanti le
vena cava : una poi supera molto in grossezza branche arteriose delle quali seguono la di-
le altre, e quelle del sinistro lobo. Rivolta tra- stribuzione. —
Nel suo tragitto, la renale de-
sversalmente a destra , penetra il lobo mag- stra non manda comunemente che alcuni ra-
giore del fegato verso la parte media dell’ in- mi capsulari e adiposi. La sinistra sommini-
feriore sua superficie, prolunga, alquanto
si stra, inoltre, superiormente, la vena capsula-
da lunge, dentro di essa, e alla perfine si sud- re sinistra, inferiormente la vena spermatica.
divide per distribuirvisi affatto. —
D' infra 5.° Vene spermatiche. Sono queste
ootali due ordini di vene, si travano d’ ordi- un poco più grosse che le arterie dello stesso
nario una o due vene più piccole, che si po- nome. La destra nasce, ordinariamente, dalla
trebbono denominare epatiche medie. Pe- parte anteriore della vena cava, sotto la re-
netrano queste nel lobo dello Spigelio, al de- nale. La sinistra nasce dalla parte inferiore
stro suo lato, e vi si distribuiscono. —
Final- del renale, sulle parti laterali del corpo delle
mente alcuni rami separati, incerti nel nume- vertebre. La loro origine interviene ora con
ro, partono in diversi punti dalla vena cava, un solo tronco, ora mediante due branche le
« vanno a perdersi nel fegato, senza presen- quali subito si riuniscono. Ciascheduna si
tare ninna disposizione regolare e costante. rivolge di subito un poco obbliquamente ai-
— Ciascuna delle vene epatiche, entrando nel fi infuori fra il peritoneo e lo psoas, quindi
fegato, s’avvolge d’ una particolare guaina, lievemente incurva, e si porta, in direzione
s’

che le deriva dalla membrana propria deiror- perpendicolare, all’ ingiù, situala sempre so-
gano, eh’ è una membrana densa e solida di- pra di questo muscolo. Verso la metà del suo
stinta affatto dal peritoneo, al quale è sotto- tragitto, e sotto il rene, la vana manda mol-
posta, e dal quale è separata da un lasso tes- tissimi rami che si portano trasversalmente al
suto cellulare. —Nota. (Codesta membrana di fuori, davanti al copioso adipe del rene, e
verrà più minutamente esaminata nell’ arti- si anastomizzano di frequente insieme per
colo che riguarda il fegato. Andiamo debitori modo che formano un plesso venoso denomi-
della scoperta, e della prima descrizione esat- nato il corpo pampiniforme. Sovente il tron-
ta della medesima al Laennec, i cui lavori in co delia vena finisce in questo plesso, che si
fatto di anatomia patologica, e il felice trovato prolunga poscia all’ ingiù. Altre volte la vena,
A
AeW scoltazione médiat a, hanno sì potente- tlopo averlo formato, riiùane intera. Dei rami
mente esercitata l’influenza sugli avanzamenti che manda esteriormente, nelle regioni lom-
dell’arte del sanare.) Cotale guaina accompa- bare ed iliaca, parecchi ascendono sul peri-
gna vena per tutte le sue distribuzioni e ne
la toneo, e vanno ad anastomizzarsi, sì nel meso-
rinforza le pareti; ed è manifesta spezialmente colon e sì nel mesenterio, colle vene mesente-
nelle vene del lobo sinistro, le più prossime riche, branche della vena porta lo che sta-
:

alla faccia convessa, nella quale la membrana, tuisce una comunicazione fra il sistema veno-
di che trattiamo, è più forte e più addensata so generale e il venoso addominale. —
La ve-
che non sia in ogni altra parte. na spermatica, giunta in vicinanza alio stret-
3,*^ Vene capsulari. —
Se ne trova una to superiore del bacino, si diporta, nel ma-
per ciaschedun lato. La destra nasce, alquan- schio, in modo disforme dalla femmina.
to comunemente, dalla vena cava talvolta
;
Nel maschio, continua a portarsi al di fuori,
per altro dalla renale. La sinistra deriva, qua- costeggiando lo psoas, e si unisce tosto al con-
si costantemente, dalla renale verso la metà dotto difeveute per uscire, con esso, dall’anel-
di sua lunghezza. Ambedue, piuttosto grosse, lo inguinale. In questo luogo, è dessa già di-
si volgono trasversalmente al di fuori, e cia- visa in parecchi* branche ravvicinate e ana-
echeduna si reca sul davanti della capsula cor- stomizzate, più o meno di frequente, insieme.
SISTEMA VENOSO 2 1 3

Codeste branche, situale fuori della tonaca va- posteriore, introdotta nel canale della spina
ginale al pari del condotto deferente involto pel forame di congiunazione, va ad anasto-
da esse, discendono fino al testicolo, mandan- mizzarsi col seno vertebrale della sua banda.
do, sì al condotto deferente, e sì alla parte e- L’ anteriore si porta al di fuori nei muscoli
steriore della tonaca vaginale, numerosi rami. deir addomine o del bacino, e vi si perde u-
Questi ultimi poi si anastomizzano coi rami nendosi alle vene intercostali, epigastrica, cir-
assai più moltiplicali, che la stessa tonaca va- conflessa, iliaca.Spesso, nel loro tragitto, le
ginale riceve dai plessi vescicalì, dalle vene lombari comunicano fra loro, con molti rami,
dorsali della verga e simili. —
Presso il testi- sul davanti dalla vertebrale colonna.
colo, le branche della vena spermatica, molto Vena sacra media. Nasce talora.
più suddivise, più anaslomizzate, più grosse, dalla parte posteriore della vena cava innanzi
formano un considerabile plesso dal quale: la sua biforcazione ; sovente dalla vena iliaca
muovono parecchie branche grossissime, che primitiva sinistra. Discende nel bacino, si col-
traversano la tonaca albuginea davanti il capo loca in mezzo al sacro, e si diporta quindi co-
dell’ epididimo, penetrano così nel testicolo me l’ arteria dello stesso nome. Poco notabile
dalla parte superiore e posteriore di esso, e n’ è la grossezza e, più sovente, le sue bran-
:

scorrono, per lungo tratto, fra la membra- che laterali non s’introducono nel canale sa-
na e la sostanza propria, nella quale final- cro, ma non fanno che anastomizzarsi colle
mente s’immergono distribuendovisi ’con ra- sacre laterali.
mi infiniti. 11 plesso medesimo giunge al-
l’epididimo, e si prolunga per tutta la lun- IV. DELLE VENE ILIACHE PRIMITIVE
ghezza della parte superiore di questo cor-
po, somministrandogli numerosissime bran- Nascono queste due grosse vene dalla ve-
che , delle quali niuna passa comunemen- na cava inferiore a livello della fìbro-cartila-
te dall’ epididimo al testicolo, siccome tor- gine che unisce quarta alla quinta verte-
la
na agevole assicurarsene separando Y epidi- si allontanano T una dall’ altra,
bra, e subito
dimo, il quale non si attacca al testicolo che formando un angolo quasi retto, e si rivolgo-
per un tessuto cellulare alquanto lasso. Ma no poi obbliquamente all’ infuori. La sinistra
verso 1’ estremità sottile dell’ epididimo, il passa al di sotto dell’ arteria iliaca primitiva
lesso venoso spermatico manda una grossa destra, poi davanti la quinta vertebra lomba-
ranca, la quale traversa la tonaca albuginea re, e quindi si trova subito al di dentro e un
del testicolo, e si perde quasi tutta nella spes- poco aldi sotto dell’arteria iliaca primitiva
sezza di tale membrana, solo somministrando sinistra. Giunte ambedue verso la sinfisi sa-
alcuni rami alla sostanza stessa dell’ organo. cro-iliaca, si dividono ciascheduna in vena
— Nella donna pervenuta la vena spermatica ipogastrica ed in vena iliaca esterna.
presso lo stretto superiore, si rivolge al di i.o Vena ipogastrica. —
Discende que-
dentro, si profonda nel bacino, passando so- sta quasi perpendicolarmente nel bacino, die-
pra r arteria iliaca esterna, della quale inter- tro 1’ arteria che essa accompagna. Le sue
seca obbliquamente la direzione, si caccia tra branche, tutte voluminose, corrispondono e-
le due lamine del legamento largo a livel- sattamente, tanto rispetto al numero che alle
lo della loro raddoppiatura, e si porta così denominazioni, a quelle della mentovata arte-
I
fino all’ ovaia. Innanzi che vi giunga, manda ria. Le sole che presentino differenze notevo-
una o più branche grosse, che vanno alla li, e meritino d’ essere in particolare foggia
tromba e al legamento rotondo, e li seguono esaminate, sono sacre laterali e le vescicali.
le
distribuendovisi. Giunta all’ ovaia, la vena si Vene sacre —
Sono queste, le
laterali.
divide in rami infiniti che formano alla parte spesse volte, in numero uguale a quello dei
inferiore di tale corpo, penetrandolo, un ples- fori saeri anteriori. Allora nascono tutte par-
so ristrettissimo, che si prolunga fino ai lati ticolarmente dall’ipogastrica, si volgono tra-
dell’ ut^ro, dove le spermatiche si anastoraiz- sversalmente alla parte anteriore del sacro, co-
zano manifestamente colle vene uterine. municano colla vena sacra media, e s’introdu-
G.° Vene lombari. — Ce n’ ha d’ordina- cono nel canal sacro, ove si anastomizzano
rio quattro da ciaschedun lato. Le quali na- colle vene nelle quali terminano i seni verte-
scono ora separatamente, ora mediante alcuni brali. La loro grossezza, alquanto considera-
'
comuni tronchi dalle parti laterali e dalla po- bile, sembra maggiore nelle inferiori che non
steriore della vena cava :talvolta ne manda- sia nelle superiori.
no una o due le iliache primitive. Le sini- Vene
vescicali. —
Sono numerosissime e
stre, che passano sotto 1’ aorta, sono più lun- grossissime. Nate dall’ipogastrica, quasi allo
ghe che le destre. Tutte dirette trasversal- stesso punto che l’otturatrice, offrono una di-
mente sopra i corpi delle vertebre sotto lo stribuzione un poco diversa secondo il sesso.
psoas, vanno, come le arterie, a dividersi o- Nell’uomo, le vene vescicali, fino dalla loro ori-
gnuna in branche posteriore e anteriore. La gine, somministrano molli rami quali, portau- i
21 4 APPAKECcni DELLA VI'L'A ORGANICA
«losifra il rello eia vescica, si distribuiscono, in flessa iliaca, che sono slmili in guisa alle arte-

principal raodo, aile vescichette seminali, sul- rie dello stesso nome, eh’ è vano il descriverle.
le quali formano una rete più o meno densa. 3.0 Vena femorale. La vena iliaca
Si rivolgono poi sulle parti laterali e inferiori acquista codesto nome nell’ attraversare che
della vescica, dove formano, mediante la loro fa 1’ arco crurale. A questo luogo, manda pa-

unione e le loro anastomosi, un plesso estesis- recchi rami alle glandole inguinali ed al gras-
simo le cui grosse branche si spandono per so. Nell’ uomo nel medesimo luogo al-
gitta,
tutte quante le direzioni, tanto sulla vescica le parti genitali, una grossa branca che si po-
che sulla prostata. Parecchie vescicali conti- trebbe denominare vena della tonaca vagi-
nuano il loro tragitto orizzontale sui lati della nale. La quale, nata sotto 1’ arco crurale, co-
vescica fino alP arco del pube, escono da cjue- steggia, nella parte interna, il legamento del
st’ arco confondendosi colle branche della ve- Falloppio sul quale ascende un poco per u-
na pudenda interna, e ascendono sulle parti scire dall’ anello inguinale unendosi al cor-
laterali del dartos, tra questo e lo scroto, fino done spermatico. Discende poi sopra la tona-
alla radice del corpo cavernoso corrisponden- ca vaginale fino in vicinanza al testicolo, e
te. Qui si dividono in due ordini di branche. si distribuisce interamente a questa tonaca

— Le une si portano al di fuori nella spessezza anastomizzandosi coi rami della vena sper-
del dartos e dello scroto, ne’ quali soraraini- matica e delle vene vescicali. Sempre con-
ictrano infiniti rami, e vanno a distribuirsi fi- tigua all’arteria, la vena femorale somministra
nalmente alla parte esteriore della tonaca va- alcune branche profonde la descrizione delle
ginale del cordone spermatico e del testicolo, quali riuscirebbe vana. Ma, inoltre, sommi-
anastomizzandosi colla vena spermatica o con nistra una gran vena superficiale occupante la
altra vena somministrata comunemente dalla coscia e la gamba, e non corrispondente ad
femorale. Le altre branche sono le vene alcun’ arteria è la safena interna.
:

dorsali della verga. Situate in prima al di fuo- Vena safena interna. Nasce questa
ri del corpo cavernoso, lo circondano di bas- dalla femorale, un poco sotto il legamento del
so in alto, giungono alla parte superiore di Falloppio, traversa tosto all’ innanzi il grasso
tjuesto, e si riducono d’ ordinario in uno o e 1’ aponeurosi femorale per divenire superfi-
due tronchi che seguono il dorso della verga ciale. In questo luogo, manda alle parti geni-
fino al glande distribuendosi come fanno le tali alcune vene che si denominano pudende
arterie dorsali da esse accompagnate. Nella — esterne. Manda inoltre superiormente parec-
donna, si dipartono da codeste vene, fino dal- chie vene sotto-cutanee addominali che a-
r origine loro, parecchi rami che si portano scendono tra la pelle e i muscoli del basso ven-
fra il retto e la vagina, nella loro parte infe- tre. Una, tra questa, segue, piuttosto costante-
riore, e si distribuiscono ad ambedue queste mente al di fuori il legamento del Falloppio e
parti. Alcuni rami, più numerosi ancora, si la cresta iliaca fino a certa distanza. Som-
portano tra la vagina il basso fondo della ve- ministrando le quali vene, la safena stessa si

scica, e si spargono sopra tali due organi ana- divide in due branche d’ uguale ampiezza. —
stomizzandosi frequentemente tra sè e con La prima, immediatamente sottocutanea, che
quelli dell’ opposto lato. —
Ma le vene vesci- vale un dire situata fra la pelle e il tessuto a-
cali medesime si volgono sui lati della vescica diposo che le è sottoposto, discende obbliqua-
e della vagina, dove formano un plesso molto mente lungo la parte interna della coscia span-
considerabile dal quale si dipartono molti ra- dendo alcuni rami numerosi ed irregolari alla
mi che avvolgono la vescica nella superiore parte anteriore di questa. Giunta all’ inter-
sua parte, malgrado le numerose loro anasto- no condilo del ginocchio, si anastomizza, me-
mosi continuano le più a recarsi orizzontal- diante un solo tronco, o parecchi rami grossi,
mente all’ innanzi fino alle grandi labbra. colla seconda branca. Talora non si reca più
Qui si spargono nel tessuto cellulare copio- in là ; altre volte discende alla parte interna
so di questa parte, nella pelle, nel muscolo ed anteriore della gamba, ove si perde rami-
costrittore, e formano, in tutto 1’ orlo della ficandosi, situatasempre tra la pelle e il gras-
vulva, de’ plessi numerosi ne’ quali vanno a so. La seconda branca., che costituisce la
perdersi le vene pudende interne ed esterne. continuazione principale della vena safena, si
J'arecchi rami, derivanti da tali plessi, ascen- trova un poco al di dentro della precedente,
dono davanti la sinfisi, e producono le vene dalla quale è separata mediante lo strato adi-
dorsali della clitoride, che seguono la parte poso sottocutaneo. Sovrapposta immediata-
superiore di tale corpo fino alla sua estremità. mente, per tutto il suo corso, all’ aponeurosi,
2.0 Vena iliaca esterna. Situata al che sola la separa dai muscoli, discende code-
di sotto e dentro dell’arteria,
un poco al di sta branca quasi perpendicolarmente alla par-
ne segue esattamente il corso per uscire insie- te interna della coscia, davanti i muscoli ad-
me a questa, dall’ arco crurale. Innanzi tale duttori e retto interno ; e manda, in tale tra-
passaggio, manda le vene epigastrica e circon- gitto, alcuni rami che si rivolgono sul fascio
S15TK.il A VT A' OSO 2 T b

formato da muscoli riuniti, e vanno a di-


tali

slriljLiirsi parte posteriore della coscia.


alla
APPAlllMiCHlO DLLL’ASSOKBlMLN'rO
Tassa codesta vena dietro il condilo interno
del femore, e prende una direzione obbliqua,
CORSIUKRAZIONI GKNEIlALI
airinnanzi e airingiù, onde giungere alla parte
anleiiore e interna della gamba, sopra la qua-
le discende poi verticalmente fino a qualche L’apparecchio assorbente è composto di
«listanza dal malleolo interno. Qui ritorna ob- molti vasi tenui i quali nati dalle supi^rfìcie
bliqua, passa davanti codesto malleolo sovra membranose e dal tessuto interno de<^li or^^^a-
r articolazione del piede, e segue la parte in- ni servono a trasmettere, nel sistema a sangue
terna superiore del metatarso, fino alle di- nero, i fluidi esalati e le molecole eh’ hanno
ta, spandendo sul dorso del piede alcuni ra- servito per qualche tempo alla nutrizione. A,
mi irregolarmente disposti. Presso le dita, cosi fatto appax'ccchio spettano eziandio i vasi
manda un ramo che segue a portarsi, nella lattei o cìiilìferi,^ destinati a portare nel tor-
stessa direzione, lungo il grosso dito, al quale rente circolatorio il prodotto del processo di-
si distribuisce. S’ incurva poi al di fuori, e gestivo : questi ultimi differiscono assoluta-
forma, anastomizzandosi coll’ esterna safena, mente dagli altri sotto riguardi fisiologici,
un arco dalla convessità anteriore del quale ma si confondono coi medesimi quanto a di-
sorgono alcuni rami, più o meno numerosi, i sposizione anatomica e ad organizzazione. —
quali si distribuiscono agl’ integumenti delle 11 complesso dell’ apparecchio assorbente
e i
dita. caratteri comuni ai vasi che lo compongono,
Della vena poplìtea. La vena femo- vennero esaminati, con tanta precisione quan-
rale acquista tale nome, al par che 1’ arteria, ta sollecitudine, weWAnatomia generale. So-
nell’ attraversare che fa il grande adduttore. lo richiamiamoci qui alcune tra le considera-
Situata in prima dietro l’arteria poplitea, quin- zione che hanno una più diretta correlazione
di alla parte esteriore di essa, la segue esatta- coi ragguagli descrittivi. iP Jn qualunque —
mente, e somministra alle parti profonde lo parte si tolga ad esaminare gli assorbenti, si
stessonumero di branche. Come i’ arteria, si scorge che formano due strati distinti, 1’ uno
divide nella gamba in vena tibiale anteriore, superficiale, altro profondo. Quindi tutta
1’

tibiale posteriore e peronea. Ma la descrizione quanta la parte esteriore del corpo è coperta
vene sarebbe vana, f-a poplitea som-
di siffatte da una rete di assorbenti situati nel tessuto
ministra, oltre a ciò, una vena superficiale per cellulare sottocutaneo, mentre
assorbenti altri
la gamba : vale a dire la safena esterna. occupano gli spazi degli organi.
Cotale di-
Vena safena esterna, Nasce questa sposizione è più agevole ad osservare negli
dalla poplitea innanzi che esca dalla cavità del arti. La si riscontra poi eziandio sopra cia-
poplite, e discende perpendicolarmente da schedun particolare organo il fegato, la mil- ;

lato il tronco nervoso tibiale cui tosto abban- za, il polmone, circondati qual sono, nella loro
dona, per continuare a discendere nella me- parte esteriore, da molti assorbenti, ne con-
desima direzione, fra gl’ integumenti e la riu- tengono pure di numerosissimi internamen-
iiione de’ muscoli gemelli, fino dappresso al te. In ogni parte, gli assorbenti superficiali
terzo interiore della gamba. Qui si rivolge un sono sparsi quasi per modo uniforme, e si di-
poco al di fuori, discende obbliquamente dal portano d’ una guisa affatto loro propria gli :

lato al tendine di Achille, dal quale slontana- assorbenti profondi, al contrario, si riuni-
si sempre più, passa finalmenteal di dietro e scono in fasci d’ intojaio i vasi sanguigni,
al di sotto del malleolo esterno, c si divide in de’ quali seguono esattamente la direzione ed
più rami alcuni de’ quali abbracciano codesto i rami. Da ciò si comprende che i raggua-
malleolo, gli altri si spargono sul dorso del gli descrittivi deggiono, in principal modo
piede e sulla sua parte esterna anastomizzan- rivolgersi agli assorbenti superficiali. — l'a-
dosi colla interna safena. —
Poco dopo la sua li due comunicano continuamente in-
strati
origine, la safena esterna manda soventemente sieme mediante un gran numero di rami a-
una o più branche ricorrenti, che ascendono nastomotici. Sovente questi si riuniscono af-
allaparte posteriore della coscia, e vi si per- fatto formando alcuni plessi comuni per divi-
dono. Nel rimanente suo tragitto, manda dei dersi novellamente poco tempo dopo: questo
rami in numero variabile, che si spandono costantemente si osserva all’ estremità supe-
sulla parte posteriore della gamba e si esten- riore di ciaschedun arto. Finalmente, si con-
dono fino alia parte anteriore di questa. fondono sempre nelle loro ultime ItTminazio-
ni, così nell’ addomine come nel petto. 2 — .*"’

In generale, gli assorbenti sono poco tortuo-


si nel loro corso
;
ma estremamente Juollipli-
cale sono le loro suddivisioni c le loro ana-
stomosi : sovente ancora I’ intralciarsi che
216 APPARECCHI DEI. LA VITA ORGANICA

fanno è sì continuo, eh’ è impossibile il de- duce ad alcuni assorbenti che finiscono in
scriverli sott’ altro nome che quello di Ples^ una glandola e ad altri assorbenti che sorgo-
si. Tali comunicazioni sono in minor nu- no d’ altra parte della glandola stessa ma ;

mero, e gli assorbenti più lungamente con- quello ohe avviene nel mezzo dell’ organo
servano loro parallelismo negli arti, e so-
il
stesso, è ignoto ancora. E’ sembra, dietro le

prattutto negl’ inferiori ; sarebbe per altro dilicate iujezioni del Mascagni, che il tessuto
malagevole cosa il seguire un assorbente fino della glandola altra cosa non sia, eccetto che
a certa distanza senza trovarlo suddiviso. Ma l’unione di moltissimi assorbenti ripiegali,
vuole notarsi qui, siccome uno de’più distin- le infinite volle, sopra sè sitessi
;
ma suppo-
tivi caratteri degli assorbenti, la frequenza nendo anche ciò dimostrato, le nostre cogni-
delle loro riunioni e delle alternative loro di- zioni non sono punto avanzale. — Gli as-
visioni. Nel sistema venoso generale, quando sorbenti finiscono tutti, per mezzo di molli
due rami riuniti hanno formato un tronco u- tronchi, nelle vene sotto-claveari e jugulari
nico, tale tronco, d’ ordinario, non si separa interne. Di questi tronchi il più considerabile
più in nuovi rami, e conserva la propria è quello che si denominai! condotto toracico.
grossezza, infino a tanto che si congiunga ad Questo solo riceve il maggior numero degli
altro ramo uguale ad esso, per dar nascimen- assorbenti dell’addomine, degli arti inferiori,
to ad una vena più grossa d’ arabidue. Nel- e una gran parte di quelli del petto: e sbocca,
r apparecchio assorbente, per lo contrario, con una sola ovvero con più imboccature,
si scorge sempre un gran numero di rami ri- nella vena sotto-claveare sinistra. — Altri
dotti ad un solo tronco, il quale si suddivide tronchi, molto più corti e meno costanti, cia-
indi a poco, in rami tanto numerosi quanto scheduno in particolare, ricevono gli assor-
i primi. La diminuizione de’ rami, e il loro benti del capo, del collo, degli arti superiori,
ridursi a certo numero di tronchi, non av- e una parte di quelli degli organi del petto.
vengono dunque in modo progressivo e re- Quasi sempre se ne trova uno a destra, che
golare, nell’ apparecchio assorbente come nel riunisce gli assorbenti ascellari, e si apre nel-
sistema venoso. Così si osserva che la quanti- la vena sotto-claveare destra. Questo appunto
tà degli assorbenti è all’incirca uguale da tut- venne denominato grande vena linfatica de-
te parti ; o non si trovano meno moltiplicati, stra^ tronco degli assorbenti del lato de-
al braccio o alla coscia, che all’ antibraccio o stro, e via discorrendo, statuendosi una spe-
alla gamba ; i tronchi poi, onde tutto l’ appa- cie di paragone tra esso e il condotto toraci-
recchio assorbente deve metter capo nelle vene co. Per altro non può veracemente avercene
non sono compiuti, nè hanno ricevati tatti alcuno, da poicliè il tronco ordinariamente
i rami, cui deggiono rappresentare che a pic- non possédé che alcune linee di lunghezza
cola distanza dalla loro imboccatura. — 3.° spessissimo se ne trova uno somigliante per
:

E legge costante che tutti gli assorbenti deg- gli assorbenti ascellari sinistri, e quasi sem-
giano, durante il loro tragitto, attraversare un pre i più degli assorbenti del capo e del
certo numero di piccoli organi che sono pro- collo finiscono con alcuni tronchi separa-
pri ai medesimi, e si denominano impropria-
,

ti aperti immediatamente nelle vene. — 5.®


mente glandole., perchè non hanno ninna so- Considerati nella loro intima organizzazio-
miglianza d’ organizzazione nè di fenomeni ne, per quanto è possibile il conoscerla, gli
coll’ apparecchio delle secrezioni. Godeste assorbenti offrono due membrane, 1’ una e-
glandole, variabili in grossezza ed in forma, sterna cellulosa, interna P altra e continua
si trovano sparsi, in più o meno copia, nelle alla membrana comune delle vene. Tale mem-
diverse parli ; poco moltiplicati negli arti, brana interna forma sopra sè stessa di tratto
più numerose nel petto, accumulate, in una in tratto, alcune ripiegature semilunari o val-
quantità mirabile, intorno le viscere addomi- vole, disposte in modo che impediscono ai
nali, presso alcune origini immediate del con- fluidi il retrocedere dai tronchi verso i rami.
dotto toracico, sono specialmente ravvicinate Sono codeste valvole comunemente disposte
ai vasi sanguigni, e ricevono gli assorbenti su- a due a due. In alcune parti, come nel fegato,
perficiali e profondi che si riuniscono ne’me- sono poco moltiplicate, talché ne risultano
desimi luoghi. Sovente parecchie glandule so- minori difficoltà alle injezioni, le quali, gene-
no ordinate, le une dietro le altre, nel corso di ralmente, non possono essere istitnite che dai
un assorbente che sembra successivamente at- tronchi ai rami. Quando s’iniettino gli assor-
traversarle. Dissi, cìie sembra attraversarle benti si dilatano questi assai più negli interval-
essendo inesatto il dire che gli assorbenti at- li tra le valvole di quello che nel luogo in cui
traversano le glandule : la quale locuzione, tali valvola esistono; ne risultano quindi quel-
che ho sovente adottata, non deve essere tol- lenodosità che formano il carattere, onde
ta che come una formola descrittiva utile ad gliassorbenti si dislinguono dagli altri vasi
evitare le prolissità. Tutto che può scorger- parimenti sottili. —Mi rimane di dare un
si, infatti, intorno a questo proposito, si ri- cenno intorno all’ordine descrittivo da me
SlSTtMA ASSORBÌ. NTfi 217
prescelto. Ho stimato di mettere 1’ esposizio- sola epoca nella quale le glandolo tutte sie-
ne delle piandole innanzi a quella de’ vasi, 110 bene svilupjaate. Nell’adulto, scemano in
sebbene non fosse questa l’ intenzione del Bi- numero; non
e nel vecchio
ne trovano altrese
chat mentre che disegnava Tordine di que- fuor quelle che occupano le estremità degli
sto l'rallato. Possono infatti le glandolo ve- arti tutte le altre dileguarono o almeno so-
;

nire considerate per le terminazioni imme- no a mala pena visibili. Del resto, la loro di-
diate delle diverse parti dell’ apparecchio as- sposizione è uguale in tutte le età, solo va-
sorbente. Collocate di spazio in ispazio, in- riandone, in alcuni luoghi il colore, siccome
dicano, mediante la loro posizione, il tragitto verremo indicando a misura che ce ne offri-
de’ vasi; quando tale posizione è segnata ci rà r occasione.
siamo oggimai formata un’idea abbastanza Delle glandole degli arti inferio-
I.
esalta di tutto l’apparecchio vascolare. Non ri. —
Non si trova d’ordinario niuna glan-
si possono da altro lato, descrivere i vasi sen- dola per tutta l’estensione della gamba. Qual-
za parlare delle glaudole e senza supporle
;
che volta per altro se ne osserva una alla
continue, potendosi descrivere le glandole in- parte anteriore e superiore di questo mem-
dipendentemente dai vasi. —
Non parlo qui bro. Situala tra la tibia e la fìbula ,
corri-
delle generalità riguardanti le glandole, le sponde postetTormenìe al luogo in cui finisce
quali furono esposte con tutti i necessari rag- il legamento interosseo. La si denomina glan-
guagli, nell’ generale, la preci- dola tibiale anteriore.
sione de’ quali ragguagli non permetterebbe Glandole poplitee. —
Variano in nume-
che difficilmente lo analizzarle. Nello stu- — ro ; ma le più voile non se ne trovano che tre
dio degli assorbenti, ho seguilo P ordine na- o quattro. Poco notabile u’ è la grossezza. Na-
turale e ho cominciato dai rami per termina- scoste profondamente sotto 1’ apoueuro,si fe-
re ne’ tronchi. Qui infatti non era, a quanto morale, circondano l’arteria poplitea. La re-
sembra, ninna ragione sufficiente per deviare lativa loro posizione non offre niuna costanza.
da tale ordine. Infatti niun assorbente meri- Glandole inguinali. Si distinguono—
ta d’ essere particolarmente descritto con una in superficiali e profonde. Le superficiali, si-
scrupolosa esattezza; anzi tornerebbe impos- tuate tra la pelle e P aponeurosi femorale, cir-
sibile il farlo. Ma sempre si deggiono consi- condano la vena safena interna presso la sua
derare d’ un modo più o meno collettivo, in origine. 11 loro numero varia dalle sette alle

ciascheduna pai fe e riesce allora ugualmen-


;
dodici o alle tredici; la loro grossezza è tanto
te facile il prenderli tanto in una che in al- più consideralaile quanto sono men numerose,
tra direzione. Come da altro Iato, potrebbesi il gruppo che formano si prolunga talvolta
qui procedere dai tronchi ai rami , dove è fino alla parte media della coscia, divenendo
sempre incerto il numero dei tronchi? Il con- le glandole seuipre più rare, e più allontanate
dotto toracico, e il tronco assorbente del lato le une dalle altre, a misura che s’allontanano
destro, non sono nè sempre e nè anche co- dall’ arco crurale. Il colore di codeste glan-
munemente le sole terminazioni dell’ appa- dole, rossastro nella prima infanzia, bianca-
recchio vascolare. Mi è parato più semplice stro nella gioventù, e nell’età adulta, diviene
il comprendere, come il Mascagni, tutti i vasi spesso leggermente bruno nel vecchio,
sotto le tre seguenti categorie. i.° Degli — Le glandole inguinali profonde, situate sotto
assorbenti che finiscono nel condotto tora- P aponeurosi femorale che le separa dalle pre-
cico, 2 .® del condotto toracico. 3.° degli as- cedenti, sono in numero di due, tre o quat-
sorbenti che finiscono in parte nel condotto tro, talora, quantunque rare volte, di sette.
toracico, in parte nelle vene sinistre o de- Circondano queste P arteria femorale alla qua-
stre mediante alcuni particolari tronchi. — le sono più o meno prossime. Si trovano, —
<.'onsidereremo le glandole collo stesso ordi- in tutte le età, le glandole inguinali superfi-
ììe degli assorbenti, e faremo cominciamen- ciali solo n’ è diversa la grossezza. Le pro-
;

to da quelle degli arti inferiori per terini- fonde, per lo contrario mancano soventemen-
iiare con quelle del capo e del collo. te nel vecchio.
§. il. Delle glandole del bacino. Si —
Capitolo I. distribuiscono in iliache esterne, ipogastriche
e sacre.
DELLE GLANDOLE DEGLI ASSORBENTI Glandole iliache esterne. —U loro nu-
mero diversifica dalle sei alle dieci e più.
Per veder bene le glandole assorbenti, Circondano esse i vasi iliaci esterni, tormandn
conviene necessariamente scegliere un indi- intorno a questi una fila che dall’ arco crura-
viduo giovane. Non ci hanno iufalli orga- le, ove ha principio, si estende ali’ insù fino
ni di niuna sorte, la cui grossezza e lo svi- alla parte inferiore dei lombi, dove queste
luppo vadano tanto soggetti a variare, cùii- glandole si fanno conlinne alle lombari, 'l'ie
fornie l’età, siccome questi. L’ Iiilaiìzia è la di (jucslc, più coslaati delle altre, situate sollu
Elìde. Med. '1'. II. 2b
stS APPAftECOHI della VITA OR&AN’JCA

il legamento del Falloppio, anieriormenle e ne trovano parecchie si ravvicinale che paio-


lateralmente ai vasi iliaci sembrano per tali
,
no confuse insieme e questo fu cagione del-
:

posizioni, stare in mezzo alle glandolo ingui- r errore dell’ Aselio , il quale le ha prese in
naliprofonde , e alle glandolo iliache esterne questo luogo, per un secondo pancreas.
propriamente dette. Le glandole mesenteriche ricevono immedia-
Glandole ipogastriche. — Occupano le tamente gli assorbenti chiliferi. Quindi, senza
parli laterali della cavità del bacino e si dubbio, la facilità con cui s’ingorgano in mol-
trovano disseminate intorno ai vasi sangui- te malattie eh’ esercitano principalmente la
gni ipogastrici. Incerto è il loro numero. Il loro influenza sopra le funzioni digestive.
gruppo che formano, si prolunga più o meno Glandole meso-coliche. 11 numero
sul tragitto di ciascbedun vaso in particolare ; dì queste è inferiore d’ assai a quello delie
e si possono collocare tra esse le piccole glan- mesenteriche. Situate tra le lamine del meso-
dole che si trovano qualche volta, nella spes- colon, sono più moltiplicate nella porzione
sezza dei muscoli posteriori del bacino, sopra trasversa che nelle porzioni lombari destra e
le arterie glutee e ischiatiche, sulla vescica o sinistra e crescono un poco nella porzione
;

sugli organi genitali interni. iliaca. In generale, sono molto prossime al



Glandole sacre. - Situate davanti il marsine concavo dell’ intestino. Alcune anzi
sacro, occupano l’ intervallo tra le lamine del ne sono sparse sulla superficie. —
Assai di so-
nieso-retto. Il gruppo che rappresentano, si vente codeste glandole non partecipano, per
continua in alto colle glandole raeso-eoliche, veruna guisa, all’ ingorgamento sì frequente
lateralmente colle ipogastriche. delle glandole mesenteriche ; e torna agevole
Delle glandofe addominali.
§. III. Si — il comprenderne la ragione, atteso che gl’ in-

possono dividerle in lombari, mesenteriche, testini crassi sono affatto estranei all’assorbi-
meso-coliche, stomachiche e celiache. mento del chilo,
Glandole lombari. —
Queste sono nu- Glandole stomatiche. —
Occupano que-
merose e le più alquanto grosse. Alcune oc- ste ledue curvature dello stomaco, e sono di-
cupano i lati de’ corpi delle vertebre e si tro- ;
sposte lungo gli archi formati dalle arterie
vano tra le apofisi trasverse, o sul tragitto dei gastriche. Piccolissimo è il loro numero, non
vasi sanguigni. Le altre, più considerabili, cir- mai superiore alle cinque o alle sei sopra cia-
condano l’aorta e la vena cava. Tutte formano, scheduna curvatura.
mediante la loro riunione, una serie che si Glandole celiache, —
Comprendo .sotto
estende, di basso in alto, dall’ origine dei vasi questo nome quelle che, d’ ordinario, si de-
iliaci primitivi fino alle appendici diaframma- nominano epatiche pancreatiche spleniche.,
tiche. Si possono noverare tra queste glan- perchè i vasi provenienti dall’ arteria celia-
dole, quelle che circondano le arterie renali ca, possono essere reputati per lo centro co-
nel loro tragitto dall’ aorta ai reni. Appun- — mune a tutte codeste glandole. Le une cir-
to dalle glandole lombari nascono in gran condano il tronco della vena porta mentre
parte gli assorbenti, che formano le prime o- che s’introduce nel fegato le altre sono or-
;

rigini immediate del condotto toracico. dinate lungo 1’ arteria splenica ; altre, final-
Glandole mesenteriche. Sono queste — mente, situate d’intorno 1' arteria celiaca, e
estremamente moltiplicate, e, d’ ordinario all’origine della mesenterica, formano un
grossissime. Si è procacciato sovente di nove- gruppo comune colle prime lombari. ]N'ume~
rarle ; ma il loro numero è sì variabile, che rose sono codeste glandole , e possono essere, |

tale novero non può presentare niun interes- considerate siccome i principali punti d’ ori- i

se, siccome non offre sì veramente nino’ uti- gine del condotto toracico. ^

lità. Situate tra le due lamine del mesente- §. IV. Delle glandole toraciche. Sp et- —
rio, occupano codeste glandole tutta quanto è tano queste al mediastino, alle pareti del pelt(*
estesa siffatta ripiegatura fino ad un pollice ed ai polmoni.
lontano dal margine concavo dell’intestino. Glandola mediastiniche. — Alcune, in
Qui mancano, d’ ordinario, interamente, sic- numero o quattro, poco volinninose, si
di tre
ché non se ne trova più in questa porzione trovano immediatamente sopra il diaframma:
delle lamine peritoneali che, siccome dicemmo altre, in una quasi ugual quanti tà, occupano
al suo tempo, può alternativamente estendersi la separazione inferiore del mediastino, e sono ;?

sull’intestino o abbandonarlo. In generale, sparse sul pericardio o immerse nel cellulare st!

codeste glandole più piccole presso il tubo tessuto; le più numerose, separate nella dis-
intestinale, crescono in volume a misura che giunzione superiore del media.sti no, circonda- I

si avvicinano al margine aderente del mesen- no il timo c j


grossi vasi, e si confondono colle h
terio. Sono esse più grosse e più mimerose, glanilole inferiori del collo.
nella parte che corrisponde al digiuno, anzi Glandole delle pareti toraciche. — AI- (

che in quella che corrisponde all’ ileo, l'alvol- cune piccole glandole sono .sparse qua e la I

ta, verso il margine fisso del n)esealei io, se per tutta r estensione di siffatte pareli, tra i ,
SISTEMA ASSORBENTfi 219
muscoli intercostali esterni e gl’ interni. Le queste, quasi tutte l’ incavatura parolidea, e
più costanti si trovano a livello de’ capi delle sono sparse sulla parotide fino all’angolo della
coste, sui lati dei corpi delle vertebre. Altre mascella. Alcune più profonde, sono situale
circondano 1’ esofago e 1’ aorta nella separa- sotto l’arco zigomatico o dietro la parotide.
zione posteriore delle due pleure. Altre final- Altre sono sparse sull’esterna superfìcie dei
mente, in numero di sei o dieci, sono vaga- buccinatoli ; ma queste soventemente man-
mente disseminate sul tragitto delle arterie cano. Le più costanti sono quelle che sono si-
toraciche interne. tuate lungo la base della mascella inferiore, e
Glandole polmonari o bronchiali. — circondano i muscoli digastrici nella loro por-
Abbiamo fatto parola di tali glandole nel zione anteriore.
trattare de’ polmoni (
Vedi anche Laennec, Glandole del collo. —
Alcune glandole
opera citata ) , e Bichat ha presentato egli superficiali, vagamente disseminate, si trovano
stesso molti ragguagli intorno ad esse nel- tra il pellicciaio e i muscoli più profondi, sul
1’ Anatomia generale Situate particolar- tragitto della vena jugulare esterna e de’ suoi
mente dattorno ai trovano ezian-
bronchi, si rami. —Ma i più notabili sono quelli che
dio più o meno copiosamente sparse per tutta circondano la vena jugulare e T arteria caro-
quanta la sostanza del polmone. 11 loro colore tide primitiva, sotto lo sterno-mastoideo. So-
nerastro fa che si distinguano da tutte quelle no queste estremamente numerose, massime
delle altre parti ; ma questo colore, la cui ca- nell’ infanzia ciascheduna ha poca grossezza,
:

gione è ignota, non è che accidentale, quan- le superiori sono situate aldi sotto e aldi
tunque ugualmente manifesti in tutta la
si dietro dell’apofisi mastoidea ; le altre forma-
sostanza della glandola. Infatti, nel bambino, no una serie considera Inle che si estende, lun-
le glandole bronchiali non sono nerastre, e go i vasi, fino all’apertura superiore del petto.
rassomigliano quasi nel colore, a tutte le al- Codeste glandole si denominano d’ordinario
tre. 11 volume delle glandole bronchiali è, jugulari., e si prolungano, posteriormente tra
in singoiar modo, variabile. La più grossa e la la colonna vertebrale e la faringe, sulla quale
più costante occupa e riempie 1’ angolo rien- se ne trovano alcune. —
Altre glandole pari-
trante formato dai brachi nel riunirsi alla menti numerose ed alquanto grosse, occupano
trachea. lo spazio triangolare formato dai trapezio,
§. V. Delle glandole degli arti superio- dallo sterno-mastoideo e dalla clavicola sono :

ri. Si distinguono in brochiali ed in a- immersi in un copioso tessuto cellulare adi-


scellari. poso, e si continuano fino al di sotto dell’ascel-
Glandole brachiali. Rara cosa è il la alcuni seguono il tragitto de’ vasi sangui-
;

trovar glandole nell’antibraccio talvolta però : gni che si distribuiscono per la spalla.
se ne trovano alcune piccole sul tragitto dei Sprovveduta, quasi del tutto, di glandole è
vasi radiali e cubitali. Quasi sempre se ne la parìe anteriore e media del collo; e una o
trova almeno una alla piegatura del cubilo, due se ne trovano, alquanto di spesso, da cia-

1

presso la tuberosità omerale interna. Lun- schedtin lato ,


sulle parti laterali della la-
go il braccio, sono più frequenti sparse sul- : ringe.
r arteria brachiale, formano una serie più o
meno continua per infino all’ascella. Capitolo lì.
Glandole ascellari. —
Sono queste più
voluminose, ed esistono in tutte le età, al pari DEI VASI ASSOfiBENTI
che le inguinali. Variabilissimo è il loro nu-
mero. Immerse nel tessuto cellulare abbon- Abbiamo detto che tutti gli assorbenti
dante della fossa ascellare, sono collocate, al- possono dividersi in quelli che finiscono ne!
cune sopra il muscolo gran dentalo, altre condotto toracico, ed in quelli che finiscono
dattorno i vasi sanguigni, e specialmente so- in parte in tale condotto, e in parte immedia-
pra la vena ascellare. Aderiscono talora al- tamente nelle vene.
quanto intimamente alle pareti di questi vasi,
siccome ai nervi del plesso brachiale; e il Articolo /.
gruppo che formano si continua fino al di
sotto del gran pettorale, e sotto la clavicola. DEGLI ASSORBENTI CHE FINISCONO NEL
§. VI. Delle glandole del capo e del coL- CONDOTTO TORACICO
j
lo. — L’ interno del cranio ve-non racchiude
runa glandola nè più ne presenta parte Degli assorbenti degli arti infe-

Î orecchio, e verso la
:

esterna di siffatta cavità se non che dietro


:
la
riori.
due

§. I.
Si distinguono, siccome le vene, iii
nuca, se ne trovano al- ordini. Alcuni sono superficiali, gli altri
cune che pur sovente mancano del tutto. Le profondi : tutti riescono alle glandolo ingui
principali appartengono alla faccia. nali.
Glandole della faccia, —— Occupano i.^ Assorbenti superficiali , — Occupano
2a0 APPARKCCIÎI PPM. A VITA ORGANICA

questi il tessuto cellulare sotto-cutaneo , vi na, gli altri alla parte interna della coscia, o
si trovano immersi in un adipe più o meno si riuniscono agli assorbenti di questo arto, o

copioso, e vi formano parecchie reti sovrap- a quelli del perineo. Alcuni ascendono verso
poste le une alle altre. Di tali assorbenti, al- la cresta iliaca ana stomi Zzandosi cogli assor-

cuni spettano alla gamba, gli altri alla coscia. benti superficiali lombari. Ninna cosa a
Quelli della gamba si distinguono in ante- considerare presentano quelli del perineo :
riori ed in posteriori. Gli anteriori nascono ma si confondono tosto cogli assorbenti in-
dalle parti superiore, laterali e inferiore di terni della coscia. Quelli dei lombi, nati
ciaschedun dito con molti ramoscelli frequen- presso la colonna vertebrale, e comunicanti
temente anastomizzati. Si portano sul dorso tra sè da una parte all’ altra, si rivolgono al
d-el piede, che coprono affatto, riunendosi in di fuori e all’ingifi sopra la cresta iliaca, ri-
rami un poco più grossi, ai quali riescono, in- volgendosi all’ innanzi , e terminando alle
ternamente ed esternamente, parecchi ramo- glandole inguinali. Comunicano sovente, nel
scelli anastomotici degli assorbenti superficia- loro tragitto, in alto coi dorsali superficiali
li della pianta del piede. Ascendono questi da inferiori, in basso cogli assorbenti delle nati-
poi sulle parti anteriore e laterali della gam- che e delia coscia. —
Quelli della metà sotto-
ba, che abbracciano, formando, colle nume- ombelicale delle addominali pareti si uniscono
rose loro anastomosi, alcune areole di varia spesso, nelle loro origini, a livello dell’ ombe-
configurazione. 1 più di essi si riuniscono alla lico, cogli assorbenti che si dipartono dallo
parte interna, seguendo in alto il tragitto del- stesso luogo per recarsi, superiormente, alle
la grande vena safena. Presso il ginocchio, se glandole ascellari. Anastomizzati tra loro sul
ne scorgono parecchi, situati alla parte ester- davanti della linea bianca, riempiono, con
na della gamba, rivolgersi all’ indietro e giun- un’ampia rete, lutta la larghezza deli’ addo-
gere trasversalmente alla parte interna altri ;
mine e discendono, riducendosi a un piccolo
finalmente situati in pari modo nella parte e- numero di tronchi più grossi, fino alle glan-
sterna, prolungarsi fino al di sopra del ginoc- dole inguinali dove finiscono.
;

- Vanno e-
chio, e portarsi trasversalmente sopra la ro- ziandio a metter capo nelle glandole inguina-
teila alla parte interna della coscia dove tut- ;
li gli assorbenti superficiali delle parti geni-
ti gli assorbenti anteriori della gamba vengo- tali esterne. Noi gli riuniamo a quelli degli
no finalmente a riunirsi. —
Gli assorbenti po- arti inferiori a fine di non moltiplicare di so-
steriori della gamba;,^ nati da tutta quanta la verchio le suddivisioni.— Di codesti assorbenti
pianta del piede, si portano all’ indietro, e alcuni derivano <lallo scroto, gli altri dalla
formano, colle loro anastomosi, alcuni rami verga. Quelli dello scroto, numerosissimi e
più grossi intorno il tendine di Achille. Co- anastomizzati insieme a livello del tramezzo
desti rami ascendono avvilupando la parte po- del darlos, ascendono, da ciascun lato, alla
steriore della gamlìa, e comunicano, da cia- parte interna della coscia, comunicando e con-
scnn lato, colle anteriori. Presso il ginocchio, fondendosi, alla loro terminazione, con quelli
alcuni vanno ad unirsi cogli anteriori esterni della verga e del perineo Gli assorbenti
della gamba ;
gli altri, in molto maggior nu- superficiali della verga formano, d’ ordinario,
mero, passano sopra il popllte, e si rivolgono due fasci distinti sulle parti laterali di tale or-
verso laparte interna della coscia. Appunto gano, tutto che irregolarissime sieno le imme-
lungo codesta parte interna anteriore della diate loro origini. Ciaschedun fascio, rivolto
coscia tutti gli assorbenti superficiali della all’indietro, si espande assai mediante le di-
gamba, ravvicinati e continuamente anasto- visioni de’ ramoscelli, ond'è composto, che si
mizzati, ascendono fino alle glandole ingui- confondono finalmente con quelli della coscia
nali superficiali, dove hanno terminazioue. per recarsi glandnle. Si vede, d’ ordina-
alle
1 più degli assorbenti della coscia occupano la rio, un solo tronco seguire, per qualche trat-
parte anteriore di questo arto. Quelli che na- to, la parte media della faccia dorsale della
scono dalla parte posteriore di esso si rivol- verga, e tosto dividersi in due rami i quali,
gono tostamente, al di dentro e al di fuori, suddivisi tra sè, si uniscono agli altri, ed han-
per riunirsi ai primi. Tutti finalmente si ana- no la stessa termiifazione che questi. Lo stes-
stomizzano cogli assorbenti superficiali della so avviene, nella donna, rispetto agli assor-
gamba vanno a terminare nelle medesime
e benti superficiali che nascono, o dalla clitori-
glandole. —
Le glandole inguinali costituisco- de, o dalle grandi labbra. Gli assorbenti
no parimenti il punto centrale di riunione de- superficiali degli arti interiori e degli organi
gli assorbenti superficiali delle natiche, del genitali, comunicano continuamente, nel loro
perineo, dei lombi è della metà sotto-ombeli- tragitto, coi protondi per mezzo di moltissimi
cale delle pareli dell’addomine. —
Quelli delle rami.
natiche, immersi in un copioso adi^je, comu- 2 .® Assorbenti profondi. Seguono
nicano di frequente insieme da una parte al- lutti il corso de’ vasi sanguigni, e formano
l’altra. Si rivolgono, alcuni alla parte ester- quattro divisioni distinte che accompagnano
S!S ASSOnBK.'f'PK 32 ï

la Tenu safena esterna, P arteria tibiale ante- mezzo di assorbenti più o meno numerosi,
riore, la tibiale posteriore e la peronea. Due — formano un vero plesso popliteo, partono s»i-
tronchi assorbenti, d’ ordinario, seguono la periormente due, tre o quattro tronchi che a-
safena esterna. Risultano questi da nioltiplici scendono lungo i vasi poplitei, passano per l’a-
rami che nascono dalla parte esterna del pie- pertura del grande adduttore, e continuano a
de, alla regione dorsale ed alla plantare. Co- recarsi all’ insù seguendo gli stessi vasi addi-
perti, in tutto il loro tragitto, flalP aponeuro- venuti femorali. Suddivisi più o meno nel lo-
si deir arto interiore, si rivolgono alP insù ro tragitto, ricevono tutti i rami profondi del-
lunso marcine esteriore Jel tendine d’A-
il la coscia, e terminano, alla perfine, nelle glan-
chille, poscia al di dietro e nel mezzo Ue mu- dole inguinali profonde o superficiali; alcnnì
scoli gemelli, recevendo da tali parti alcuni eziandio si estendono fino alle prime glandole
rami moltiplicati, giungono allo spazio popli- iliache situate sotto l’arco crurale. Fra gli —
teo, e traversano una delle glandolo che que- assorbenti profondi degli arti inferiori, voglio-
sto presenta. Si portano poscia alle glandole no collocarsi ancor quelli, che seguono il corso
più profonde dello stesso luogo, e si uniscono de’ vasi otturatori ischiatici e glutei, quantun®'
agli altri assorbenti profondi. Talora uno dei que tali assorbenti non si rechino punto alle
due, uscendo da codesta glandola, ascende glandole inguinali.-—! primi spettano speziai-
lungo i vasi femorali fino inverso la metà del- inente ai muscoli adduttori. Ascendono coi ra-
la coscia qui trasversa 1’ aponeurosi, e si mi dell’ arteria otturatrice, passano pel forame
;

unisce ai superficiali. Due — tronchi seguono ovale, e vanno a mettere capo in alcune delle
parijnente r arteria tibiale anteriore. Uno di glandole ipogastriche.™ Gli assorbenti ischia-
questi nasce profondamente, alla pianta del tici nascono dai muscoli quadralo, gemello,

piede, con molti rami che circondano Parco piramidale, ed in parte dal grande gltiteo, se-
plantare; esce sul dorso del piede, in compa- guono i rami dell’arteria ischiatica, rientrano
gnia deir arteria pedidia, fra il primo e il se- nel bacino, e finiscono alle glandole inferiori
condo dito, ove riceve parecchi rami, ascende di questa cavità. Sovente, nel loro tragitto,
tra muscoli anteriori della gamba, e talvolta
i attraversano parecchie altre glandole situate
incontra, verso P estremità superiore della ti- i —
lungo Vasi sanguigni.' Gli assorbenti glutei
bia, una glandola nella quale si nasconde. Da nascono da tutta la grossezza de’muscoli dello
questa glandola si dipartono poi uno o più stesso nomeseguono i rami dell’arteria glu-
;

vasi, che traversano lo spazio interosseo sopra tea, entrano nel bacino per la grande incava-
il legamento, e si uniscono agli assorbenti ti- tala ischiatica, e finiscono, gli uni dirittamen-
biali posteriori e peronei. Sovente codesta te alle glandole inferiori del bacino, gli altri
glandola manca, ma il tronco segue sempre lo ad alcune glandole sitnate intorno i vasi san-
stesso tragitto. —
L’ altro tronco deriva dalla guigni presso la grande incavatura. Altri as-
parte esterna del dorso del piede, ascende, e, sorbenti nascono pure dai muscoli del perineo,
verso il terzo medio della gamba, traversa il dall’ adipe che circonda il retto e simili c a- ;

legamento interosseo per unirsi agli assorben- scendono nel bacino, lungo i vasi pudendi in-
ti peronei. Qualche volta il secondo tronco terni, per confondersi, colle precedenti, in
manca, e allora i rami, donde altre volte de- una medesima terminazione, lutti gli assor-
riva, si uniscono al primo tronco. Gli as- benti profondi si trovano sulle parti laterali
sorbenti tibiali posteriori nascono da tutte le da’ vasi sanguigni, abbracciandoli frequente-
parti muscolari, tendinose e legamentose, che mente mediante rami anastoraolici, c forman-
occupano profondamente la pianta del piede. do intorno di essi, alcuni plessi più o meno
Parecchi tronchi, risultanti da queste nume- moltiplicati.
rose origini, ascendono coll’arteria tibiale po- §. IL Dei plessi assorbenti inguinale^
steriore, sovente abbracciandola coi rami ana- iliaco esterno ed ipogastrico. -- Le glan- —
stomotici che vicendevolmente s’inviano. Più dole i nguinali sono, come vedemmo prima,
o tneno suddivisi, comunicano cogli assor- distinte in superficiali e in profonde, secondo
benti peronei, e finiscono nelle glandole po- la loro relazione coll’ aponeurosi femorale,

plitee profonde. —
Gli assorbenti peronei, nati l'ra queste vogliono collocarsi tre glandole
dalla stessa pianta del piede e dalla parte e- collocate sotto 1’ arco crurale, occupanti, una
slerna di questa, ascendono lungo l’arteria la parte anteriore, le altre i lati de’ vasi femo-
peronea, abbracciandola con molti rami, si rali. —A tali glandole riescono quasi tutti gli
suddividono e si profondano nelle glandole assorbenti degli arti inferiori. Ciascheduna di
poplitee, dove finiscono. —
Adunque alle glan- esse dà nascimento a nuovi assorbenti che
dole poplitee si riducono tutti gli assorbenti vanno alle glandole vicine, di maniera che
profondi della gamba siccome ad esse riesco-
;
tutte comunicano insieme, e formano così,
no tutti quelli che spettano così allo spazio mediante la riunione loro cogli assorbenti che
popliteo, come aU’arlicolazione del ginocchio. ricevono o mandano, un plesso denominato
—— Da tali glandole, cha riunite fra loro per inguinale linfatico. Codesto plesso che, come
222 .
APPARECCHI DELLA VITA ORGANICA

scoigesi ,
Ingressa del bacino, ò
ilnlsc» all’’ ti aponeurosi comune de* muscoli ad-
e dall’
la sorgente di un altro ordine di assorbenti dominali, traversano, dal di fuori al di den-
nuraerosissirai i quali, intralciati insieme con- tro, tale aponeurosi, e si profondano nei mu-
tinuamente, formano un nuovo plesso de- scoli retti, da’ quali ricevono rami, siccome
nominato ilìaco esterno. Abbraccia questo tanno da quelli della parte anteriore dei mu-
i vasi iliaci, e si trova principalmente tra que- scoli ohbliqui e trasversi. Da tutti codesti
sti vasi e il muscolo psoas ; e ascende pure rami riuniti riescono parecchi tronchi che ab-
fino sui lati dell’ ultima vertebra lombare, so- bracciano i vasi sanguigni epigastrici, discen-
lente interrotto, in tale tragitto, da molte dono con questi, suddividendosi, e attraver-
glandole. —
Presso P ultima vertebra lomba-

sando molte piccole glandole, fino in vicinan-
re, il plesso iliaco esterno si riunisce al -ples- za all’ arco crurale. Qui, terminano alle tre
so assorbente ipogastrico. 11 quale, situato glandole che circondano l’arteria iliaca ester-
sui lati della cavità del bacino risulta in na, e che, siccome abbiamo esposto, parten-
parte dagli assorbenti otturatori, ischiatici,
,

gono al plesso inguinale. — Gli epigastrici


glutei e via discorrendo, dei quali tenemmo ricevono nel loro tragitto, parecchi assorben-
già discorso, in parte dagli assorbenti uterini, ti, dalla parte anteriore del peritoneo, che co-

vescicali, sacri, e simili, che non abbiamo an- municano superiormente coi toracici esterni,
cora descritto. Codesti vasi intralciali sono esteriormente coi lati lombari.
interrotti, a quando a quando, da molte glan- circonjlessi z7/aczTiascono, in parte, da-
I
dolo irregolarmente disseminate, ma d’ ordi- gl’ integumenti che coprono i lati addominali.
nario vicine ai vasi sanguigni che sono coper- Attraversano questi successivamente la gros-
ti e abbracciati dal plesso. Davanti il sacro, il sezza de’muscoll obbliqui e trasversi, donde
plesso ipogastrico comunica e si confonde con partono rami assai più moltiplicati
altri
<[uello delP opposto lato. Dopo aver rice- 'lutti si volgono obbliquamente in basso e
vuto il plesso ipogastrico, il plesso iliaco ester- all’ innanzi verso la cresta iliaca, circondano
no ascende sui lati della colonna vertebrale, tale cresta seguendo il tragitto dell’arteria dal-
davanti la quale comunica, per mezzo di mol- la quale derivano il nome, e rivolgendosi al
tissimi rami che cingono P aorta e la vena ca- di dentro, vanno finalmente a metter capo
va, col plesso iliaco esterno opposto. I vasi ad una delle glandole dell’ arco crurale. Nel
dell’uno e dell’ altro plesso finiscono, ad un loro tragitto ricevono essi parecchi rami pro-
tempo, nelle glandolo lombari, donde si di- venienti dal muscolo iliaco e dal peritoneo.
partono, siccome più tardi dimostreremo, le 1 lombari derivano, in grandissimo nu-
prime radici immediate del condotto toracico. mero, dal muscolo quadrato, dalla parte po-
§. III. Degli assorbenti delle pareti del steriore dei muscoli obhliquo e trasverso, fi-
bacino e delPaddomine. Seguono tutti, con — nalmente ancor dal di dentro del canal verte-
più o meno esattezza, il corso de’ vasi sangui- brale. Ridotti a certo numero di tronchi, se-
gni, e possono avere la stessa denominazione guono il tragitto delle arterie lombari, pas-
di questi. l'ra quelli delle pareti del baci- sano i più fra lo psoas e il quadrato, attra-
no, non osserveremo chegli ileo-lombari ed i versando parecchie glandole situate tra le a-
sacri. Quelli delle pareti addominali sono gli pofisi trasverse , e giungono finalmente sui
epigastrici, i circonflessi iliaci ed i lombari. lati del corpo delle vertebre. Qui, suddivisi
Gli ileo-lombari nascono da tutta quan- e intralciati, terminano profondandosi nelle
ta P estensione del muscolo iliaco e del sotto- glandole lombari , od anastoraizzandosi col
posto osso. Ridotti a due tronchi, passano tra- plesso iliaco esterno. Le loro vicendevoli ana-
sversalmente sotto lo psoas, che loro sommi- stomosi costituiscono il plesso lombare, che
nistra di nuovi rami, poi si suddividono, e comunica, davanti la vertebrale colonna, me-
terminano, o ad alcune glandolo linfatiche si- diante moltissimi rami, con quello dell’oppo-
tuate presso la sinfisi sacro-iliaca, o nei plessi sto lato.
iliacoesterno ed ipogastrico. §.Degli assorbenti degli organi
IF'.
I sacri nascono dal tessuto adiposo che genitali ed orinari. —- Assorbenti de-
circonda il retto, dai nervi sacri, dai muscoli gli organi genitali. —
Abbiamo già veduto
piramidali e dall’ osso sacro medesimo. Pa- che gli assorbenti superficiali degli organi
recchi si dipartono dalla parte interna del ca- genitali esterni, nell’ uomo e nella donna,
mde sacro, ed escono pei forami anteriori. si recano al plesso inguinale, e si confondo-
Tutti finiscono, nel plesso ipogastrico, e su- no con quelli degli arti inferiori. — Gli as-
periormente, nei plessi lombari. Gli altri as- sorbenti profondi della verga seguono il cor-
sorbenti delle pareti del bacino, si riuniscono so dei vasi sanguigni, rientrano nel bacino
agl’ ischiatici, glutei, ed altri, che furono de- lungo le branciie dell’arteria pudenda inter-
.scritti trattando degli assorbenti degli arti in- na, e si gittano nel plesso ipogastrico. Lo
leriori. stesso avviene, nella donna, rispetto agli as-
Gli epigastrici nascono dagl’integumen- sorbenti profondi della clitoride. Alcuni
SISTEMA ASSORBENTE 2 23

quelli dello scroto, si confondono cogli assor- gallo nel tessuto del rene, e comunicano in
benti del testicolo e ne seguono la disposizio- pari modo, coi profondi.
ne. Parimenti nella donna, parecchi assor- Gli assorbenti profondi nascono, da o-
benti, nati dall’ orlo dell’ apertura della va- gni banda, dalle sostanze corticale e luhnlosa,
gina, ascendono lungo il legamento rotondo dai calici, dalle pelvi renali. Ridotti a un nu-
e pet>etrando per P anello inguinale, vanno mero di tronchi variabile che seguono, d’or-
a riunirsi agli assorbenti dell’ utero. dinario, i vasi sanguigni, escono dal rene per
Gli assorbenti del testicolo sono estre- la scissura di questo, riunendosi agli assor-
mamente numerosi. Alcuni nascono dalla to- benti superficiali, e vanno sui lati dell’ aorta,
naca vaginale e dall’ albuginea, che intera- a giilarsi sul plesso lombare, confondemiosi
mente ricoprono, ascendono verso il cordo- con quelli dagli organi genitali, e via discor-
nespermatico, e si riuniscono ai seguenti. Gli rendo. Talora si scorgono due o tre di siffatti
altri, distinti dai primi , nascono dalla so- tronchi ascendere verso il diaframma, e aprir-
stanza propria del testicolo e dell’epididimo. si immediatamente nel condotto toracico. —
Riuniti tutti, nella parte superiore dell’organo, Si trovano parimente degli assorbenti sopra
e ridotti a tronchi, il cui numero varia da sei tutto il corso degli urelerj e questi abbrac-;

a dodici, ascendono essi lungo il cordone for- ciano i condotti, e comunicano in basso con
mando, tra sè, poche anastomosi, passano per quelli della vescica, in alto con quelli dei
1’ anello inguinale, e dopo aver formate pa- reni.
recchie curvature, seguono i più il corso del- Gli assorbenti delle capsule soprarre-^
1’ arteria spermatica, per metter capo nelle nali nascono dalla superfìcie e dal tessuto in=
glandola lombari, confondendosi cogli assor- timo di tale organo anastomizzandosi di fre-
benti dei reni e comunicando con quelli del- (juenti fra loro. Parecchi si uniscono agli as-
l’ opposto lato. Gli assorbenti del testicolo sorbenti renali. Quelli della capsula destra
hanno talora una grossezza considerabile. vanno metter capo ad alcune glandole si-
a
Gli assorbenti della prostata e delle tuate intorno la vena cava al di sopra del fe-
vescichette seminali non presentano niuna gato, dove si confondono cogli assorbenti di
cosa particolare. Si confondono, in gran par- questo, per gii tarsi al par di essi nel condot-
te, cogli assorbenti vescicali, e si gittano nel to toracico. Quelli della capsula sinistra poi
plesso ipogastrico. si recano ad alcune glandole situate suU’ap-

Gli assorbenti delV utero^ sono estre- pendice diatramraalica corrispondente, e qui
mamente numerosi, e tale organo n’ è coper- SI confondono con parecchi assorbenti del fe-

to in guisa,massime durante la gravidanza, gato, della milza e degl’ intestini.


che sembrava esserne interamente formato. §• V . Degli assorbenti delle viscere ad^-
Nascono questi tanto dalla superficie, che dal- dominali. — Comprendiamo sotto questa de-
1’intima tessitura di esso. Gli appartenenti nominazione gli assorbenti degl’ intestini
,

utero si riuniscono a quelli che


al collo dell’ del pancreas, della milza e del fegato.
derivano, in grandissimo numero, dalle parti i.° Assorbenti degli intestini. Que- —
laterali della vagina, e si gittauo nel plesso i- sti, eh’ erano conosciuti più anticamente che
pogastrico. Quelli che derivano dal corpo, si le altre parti, sono denominali comunemente
prolungano sul legamento largo, si uniscono vasi lattei o chiliferi, perchè l’uffizio di
agli assorbenti moltiplicati che circondano molli di essi è quello di trasmettere nei con-
l’ovaja a modo di plesso, ascendono con que- dotto toracico, il chilo, prodotto dalla liige-
sti lungo Î vasi spermatici, e finiscono nel ples- stione. Cotale specie di assorbimento diversi-
so lombare anastomizzandosi cogli assorbenti fica affatto da quella che si opera nelfintimo
renali. Parecchi tuttavia si perdono nel ples- tessuto degli organi, lo .scopo della quale è il
so iliaco esterno. Iinnovamento di tale tessuto. Questo e quel-
2 .® Assorbenti degli organi orinari. lo non si operano alla medesima epoca, o al-
— Gli assorbenti della vescica., nati da tutta meno non sono legali allo stesso ordine dì fe-
l’estensione di siffatto organo, seguono in ge- nomeni ,
perocché 1’ assorbimento del chilo
nerale i vasi sanguigni : attraversano parec- tiene dietro al processo digestivo, e 1’ assor-
chie piccole glandole situate nel tragitto del- bimento organico forma parte della nutrizio-
le arterie ombelicali e tutti rionalmente si
: ne immediata. Ma, negl’intestini, avviene
gittano nel plesso ipogastrico. l’ assorbimento organico siccome 1’ assorbi-
t;

Gli assorbenti dei reni si distinguono in mento chiloso, perchè gfinteslini sono sogget-
!'.
superficiali e profondi. Tra i superficiali,! più ti alle leggi della nutrizione immediata al pa
I: ravvicinati alla scissura del rene, si anasto- che tutti gli altri organi. —
Ad inique la fisiolo-
I: mizzano tosto, in questo luogo, coi profondi; gia scorge negl’in testini due ordini di assorben-
I da tutta la superfìcie dell’organo
gli altri, sorti ti uni derivano dalla sii-
al tutto distinti. Gli
i SI riducono tostamente a certo numero di perlicie interna di organi per .mezzo d’al-
tali

I
tronchi più o meno grossi, quali si prolun-i cune imboccature aperte destinate a ricevere i!
22l\ Ât’r VRECCtîI BERLA VITA ORGANICA
fluido digestivo sono gli assorbenti chili-
: e si trovano dinnanzi la colonna vertebrale e
feri. Gli altri nascono nel tessuto slesso
delle all’aorta, siccome a quelle che occupano l’in-
'intestinali pareli, e si diportano come quelli tervallo Ira ledue lamine del meso- retto. Sì
che abbiamo infino ad ora esaminali sono : perdono poi ne’ plessi lombare ed epigastrico.
gli assorbenti organici. Riuscirebbe malage- 2 .° Assorbenti dello stomaco. Oc-
vole r iniettare gli assorbenti chiliferi con cupano li più di questi gl’intervalli delle to-
processi che l’arte ci insegna: a fin di discer- nache peritoneale e la muscolare. Si distin-
nerli, il miglior mezzo è quello di scegliere, guono in tre ordini sopra ambedue le facce
in un vivente animale, l’epoca della digestio- dello stomaco. Gli uni spettano alla grossa e-
ne, durante la quale sono codesti vasi in a- stremità di quest’ organo, si rivolgono a sini-
zione. Riempiuti allora, come sono dal chilo, stra, e vanno seguendo i vasi brevi, a riunirsi
divengono apparentissimi.— Ma, prescinden- agli assorbenti della milza. Gli altri si porta-
do dalle considerazioni fisiologiche, l’anato- no verso piccola curvatura e mettono capo
la

mia non trova, tra due ordini d’assorbenti


i nelle glandole che presenta codesta curvatura.
de’ quali si tratta, niuna essenziale diversità. Quasi tutti questi, anche i più prossimi nella
Confusi infatti, arabidue, e commisti insieme origine loro, al piloro, si rivolgono obbliqua-
oltre le origini loro, si diportano alla stessa mente a sinistra, e si riuniscono in gran nu-
maniera, seguono lo stesso tragitto, riescono mero presso il lato destro del cardia. Dopo
alla medesima terminazione. Non deesi adun- aver traversate le glandole di questa parte, si
que distinguerli ne’ ragguagli semplicemente curvano sopra sè stessi, e si recano a destra
descrittivi intorno ai quali ci occupiamo. — lungo la curvatura o il piccolo epiploon tra- ;

Si scorge parimente che il nome di lattei o versano ancora successivamente parecchie


di chiliferi non s’ avviene a tutti gli assor- gl. indole, e pervenuti al lobulo dello Spigelio,

benti intestinali che deggiono essere qui com- si riuniscono agli assorbenti epatici inferiori ;

presi tutti in una generale denominazione. uniti ai quali discendono dietro al pancreas,
« ^"ali assorbenti , in qualunque parte si e si confondono infine del tutto cogli assor-
esaminino del canale intestinale, possono di- benti splenici ed intestinali in un plesso co-
vidersi in superficiali e in profondi. 1 super- mune, che concorre a formare le origini del
ficiali, situali tra le membrane e in ispezie condotto toracico. —
Il terzo ordine degli as-

sotto la peritoneale, corrono un tragitto piut- sorbenti dello stomaco comprende quelli i
tosto lungo secondo la lunghezza del tubo in- quali, in direzione opposla ai precedenti, si
testinale, incrocicchiandosi gli uni con gli al- recano alle glandole situate lungo la grande
tri, eanaslomizzandosi tra sè, e coi profondi. curvatura, intorno i vasi gastrici inferiori.
Quanto più s’incurvano essi verso il mesenterio Quasi tutti si rivolgono, più o meno obbli-
o i meso-colon, e più si cacciano tra le lamine quamenfe, a destra; e tutti attraversate mol-
di siffatte ripiegature, e si suddividono corau- le glandule, si riuniscono A^erso il piloro for-
nicando colle profonde quindi traversano le mando diversi plessi. Ridotti a tronchi più
;

glandole, e si portano al condotto toracico. — grossi, si profondano Ira il piloro e il pan-

} profondi
nati dalle boccucce aperte nella ca- creas, si curvano e si portano a sinistra se-
vità intestinale, o da ramoscelli nella spessezza guendo per alcun tratto, Ja parte anteriore
delle membrane, circondano l’ intestino nella di quest’ ultimo organo. Presso il lobulo dello
sua larghezza tenendo parecchie direzioni, e Spigelio, ascendono sul pancreas, lo circonda-
accompagnando d’ ordinario i vasi sanguigni, no ,
discendono dietro questo, e vanno ad
poscia pervengono al mesenterio, nel quale attraversare le glandole situate intorno le ar-
si diportano come i precedenti. - Cotale èia — terie celiaca e mesenterica superiore, e a con-
generale disposizione degli assorbenti delle fondersi cogli assorbenti intestinali. Si
intestina. Più copiosi nell’intestino tenue che deggiono tra gli assorbenti dello stomaco,
in ogni altra parte, formano colle loro suddi- comprendere quelli che appartengono agli
visioni, nel mesenterio, molti plessi, attra- epiploon, d’alti, infatti si riuniscono e si con-
versano suceessivamenle le glandole molteplici fondono, presso le curvature, con quelli di
di questa parte, e si riducono, presso il pan- cui abbiamo parlato, e finiscono per ugual
creas, ad un certo numero di bronchi i quali modo.
si confondono cogli assorbenti dello stomaco, 2.® Assorbenti della milza e del pan-
della milza e del fegato. —
Gli assorbenti del creas. Si distinguono gli assoid>enti del-
cieco, del colon lombare destro e del colon la milza in superficiali e profondi, l primi
trasverso, si diportano allo stesso modo tra le occupano spezialmente la faccia convessa di
lamine del ineso-colon, e si confondono, nella tale organo. Rivolli intorno le due superfi-
loro terminazione, con quelli dell’ inlestiiio cie piane si riuniscono nella scissura , ai
tenue. — Gli assorbenti del colon lombare
,

profondi. Parecchi di essi penetrano nella


,

sinistro e gl’ siccome quelli del retto,


iliaci, sostanza dell’ organo poco dopo la loro ori-
vanno a mettere capo così alle glandole che gine par confondersi in pari guisa , coi
,
SlSTIiMA VJìNOSO '225

profondi. Questi ultimi, nati da tutte parli, particolari delle sue fibre, e ritornali cosìnel-
del tessuto della milza, accompagnano ì vasi 1’ addomine, vanno a
terminare nelle glandolò
sanguigni, escono in compagnia di questi dalla situale fra 1’ aorta e la vena cava , confon-
scissura, attraversano parecchie glandolo si- dendosi cogli assorbenti stomatici , renali e
tuate sopra questi vasi, e formano parecchi simili. Gl’inferiori attraversano pure, i più
plessi per riunirsi alfine dietro il pancreas, il diaframma presso sua inserzione nelle
la
cogli assorbenti stomatici, intestinali, epatici ultime coste, camminano lungo siffatte coste
e via discorrendo. — Gii assorbenti del pan- fino ai loro capi, e qui attraversano alcune
creas non offrono cosa che degna sia di ni una glandole, e, confondendosi cogli assorbenti
attenzione. Nati nella sostanza deli’ organo, intercostali, finiscono nel condotto toracico.
seguono i vasi sanguigni di questo, e fiaisco- Alcuni non traversano punto il diaframma,
iio quasi tosto ne’ plessi stornatici e splenici. ma si rivolgono a sinistra e ali’ ingiù, e fi-
4.° Assorbenti del fegato. —Non evvi niscono, presso la vena cava, nei plessi comuni
organo che ne contenga in più copia del fegato. de’ quali abbiamo più volte tenuto
parola.
Si preparano con abbastanza facilità, perocché Gli asisorbenti che formano il terzo
fascio
una moderata pressione fa passare il mercurio nascono nel mezzo del lobo destro e perven-
dai tronchi ai rami; di modo che sovente ba- gono alla parte posteriore del fegato. Ridotti
sta iniettare un solo tronco a fine d’empie- a certo numero di tronchi, alcuni si unisco-
re tutto il sistema assorbente dell’ organo, no agli assorbenti epatici sopraddescritti
nel-
purché non se ne rompa ninno, siccome co- l’atto ohe questi rientrano neH’addoraine
per
munemente interviene. Questo dimostra che 1 apertura aortica ; gli altri attraversano il
o non esistono valvole negli assorbenti del diaframma, ascendono fra J’ aorta e 1’ esofago,
fegato , o almeno che sono poche. Quando e riuniti agli assorbenti di queste parti,
han-
ÌGnjezione è riuscita perfettamente, il fegato, no terminazione nel condotto toracico.
osservato in qualche distanza, sembra coperto Gli assorbenti del quarto fascio nascono
dalla
d’ una lamina argentea continua. —
Si di- parte anteriore del lobo, presso il margine
stinguono gli assorbenti del fegato in super- sottile e la scissura per
la quale introducesi
ficiali ed in profondi. I superficiali apparten- la vena ombelicale. Gli uni ascendono nel le-
gono o alla faccia diaframmatica o alla faccia gamento sospetìsorio e si uniscono al primo
intestinale. fascio. Gli altri discendono nella scissura
del
Gli assorbenti superficiali della faccia fegato, comunicano
cogli assorbenti profondi
diaframmatica del fegato., sidividono in di quest’organo, e vanno a metter 'capo iu
quelli del lobo destro e in quelli del lobo si- alcune glandole vicine al piloro confonden-
nistro. i.° Quelli del lobo destro formano dosi colle stomatiche. Alcuni costeggiano il
quattro fasci diversi. — Î1 primo fascio è com- sottile margine del fegato, e vanno a destra
posto dagli assorbenti che nascono nell’ inter- a riunirsi cogli assorbenti inferiori del se-
vallo tra le lamine del legamento sospensorio. condo fascio. 2N Gli assorbenti della fac-
Si quò dunque riguardarli come spettanti in cia superiore del lobo sinistro formano tre
parte al lobo sinistro. Ascendono essi nella serie. La prima comprende quelli i quali, rav-
spessezza del legamento, e riescono ad uno o a vicinati al legamento sospensorio, s’introdu-
due tronchi, eh’ entrano nel petto per lo spa- cono tra le sue due lamine e si uniscono al
zio triangolare che lascia il diaframma dietro primo fascio degli assorbenti del lobo destro.
1’ appendice sternale attraversano una o due
;
Gli assorbenti delia seconda serie nascono
delle glandola raediastiniche, n’ escono sud- da tutta la superficie del lobo, si portano tra
dividendosi, e si riuniscono a molti degli as- le bniiiae del legamento laterale sinistro, e
sorbenti toracici, cardiaci, pericardiaci; quindi si dividono in superiori ed inferiori. 1 supe-
ascendono, in compagnia di questi, attraver- riori si rivolgono a destra e vanno diedro lo
sando parecchie glandole, fino dajapresso alla stomaco, presso la piccola curvatura di esso,
vena jugularc interna sinistra, e terminano al disotto del lobulo dello Spigelio
; attra-
finalmente nel condotto toracico presso Rim- versano alcune glandole, e si confondono co-
h
y boccatura di esso. — il secondo fascio risulla gli stomatici e cogli altri epalii;». Gl’ inferiori
I'
dagli assorbenti che nascono sulla parte de- seguono a sinistra la faccia concava del dia-
1 stra del medesimo lobo presso della sua cir- framma, si suddividono, e, verso la grossa
I
conferenza ; si portano fra le lamine del le- estremità dello stomaco, si uniscono ad alcuni
gamento laterale destro del fegato , e là si degli assorbenti splenici, per metter fine, come
dividono in due ordini. Gli uni, superiori, questi, nei plessi che circondano l’ aorta e la
attraversano il diaframma, si collocano tra vena cava. — Gli assorbenti della terza serie
questo muscolo e la pleura, si rivolgono a si- nascono dalla parte più riposta del lobo, tra
nistra suddividendosi e riunendosi poi, quin- il legamento sospensorio e il legamento late-
di si curvano in basso, passano per 1’ apertura rale sinistro. Ridotti a un piccolo ninnerò di
aortica del diaframma o per gli allargamenti tronchi, discendono sui lato destro dell’ oso-'
Encicì. Med. 'i'. IL 29
®26 Ari'ARi'.CC.Rl IH.KLA Vi'i A ORGaMCA
fago, e si perdoiìo nelle glandole della piccola che parecchi vanno a meller tapo in tale va-
curvatura dello stomaco. so, mentre che attraversa il torace, ed al-

Gli assorbenti superficiali della faccia cuni presso la sua imboccatura nella sotto-
intestinale del fegato^ si dividono pure in claveare. d’atlavolfa, siccome i più degli as-
quelli del lobo destro e in quelli del lobo sini- sorbenti epatici si congiungono ar plessi in-
stro. Quelli del lobo destro formano tre se- abbiamo cre-
testinali, stomatici, esimili, così

rie. La prima compi’en<le assorbenti


tutti gli duto che loro descrizione, dovesse andare
la

che nascono a destra tra la circonferenza del congiunta a quella degli altri assorbenti addo-
fegato eia vescichetta biliare, hiunili ad alcuni minali.
di quelli della faccia convessa, e ad alcuni pro-
fondi uscenti dal legato colla vena porla, si Articolo II.
rivolgono all’ ingiù e a sinistra per termina-
re alle glandole che circondano la vena cava DEL CONDOTTO TORACICO
e r aorta. —
La seconda serie contiene quelli
che nascono dalla cistifellea, e nello spazio che Si possono considerare quasi tutti gli
è Ira il suo fondo e il margine sottile del fe- assorbenti, che abbiamo descritto fin qui, sic-
gato. Ricevono questi parecchi rami anasto- come le lontane origini del condotto toraci-
mofiei dalla faccia convessa; riuniti coi tron- co. Le sue origini immediate si compiono con
chi più grossi, abbracciano la vescichetta vi- cinque o sei tronchi più o meno grossi, che
cendevolmente intersecandosi, giungono al sono formati dalla riunione dei plessi assor-
collo di codesto serbatoio membranoso, e rie- benti dell’ addomine. Il numero, la grossezza
scono a due o tre tronchi che terminano in e r estensione di sifiàtti tronchi sono mira-
alcune glandole situato sopra l’intestino duo- bilmente vari. Quasi tutti si dipartono dai
deno. —
La terza serie è formata dagli assor- plessi lombari, ne’ quali mettono capo i più
benti che nascono tra la cistifellea e il solco degli assorbenti spettanti all’ addomine, al ba-
longitudinale. Riescono questi ad un tronco, cino cagli arti 'inferiori. —
D’ordinario, il
che si porta sopra la cistifellea, si unisce agli più considerabile di tali tronchi incomincia
assorbenti di questa parte e Unisce siccome verso la quarta o la terza vertebra lombare,
questi. —
2 .® Gli assorbenti inferiori del lo- e risulta da molli rami sorgenti dalle glan-
bo sinistro non presentano ninna singolarità, dole vicine questo ascende sulla parte ante-
:

Nati da tutto quanto 1’ anzidetto lobo e da riore del corpo di tali vertebre fino in vici-
quello dello Spigelio, si confondono tosto coi nanza all apertura aortica del diaframma. Gli
recedenti e coi profondi. —
Oltre gli assor- altri tronchi, usciti un poco più in alto del

enti sopra mentovati, ce n’ ha parecchi al- primo, vanno ad unirsi a questo a livello del-
tri i quali sorti dalla superficie del fegato, si le vertebre seconda e prima lombari o dell’ul-
profondano tosto nella sostanza di tale orga-^ oppure nell’apertura aortica stes-
tìraa dorsale,
no e si uniscono ai profondi. Sono questi nu- sa. Sovente un altro considerabile tronco, ri-

merosissimi, massime nella faccia intestinale. sultante da parecchi assorbenti intercostali,


Tutti gli assorbenti superficiali comunicano discende nel torace al sinistro lato del con-
pure, per mezzo di vari ramoscelli, coi pro- dotto toracico, passa per l’apei lura diafram-
fondi. matica, e si curva verso la seconda vertebra
Gli assorbenti profondi nascono per dorsale per riunirsi agli altri tronchi de’quali
tutta 1’ estensione del tessuto del fegato. Il abbiamo parlato. —
Così si compone il con-
loro numero è per ciò assai più considerabile dotto toracico il quale, a parere d’ alcuni, ha
che quello degli assorbenti superficiali. Ac- corainciaraenlo verso la terza lombare, e, a
compagnano essi i vasi sanguigni, e i condot- sentenza degli altri, solo a qualche distanza
ti bihari, formando molti plessi, e uscendo, dall’ apertura aortica del diaframma. Questa
con questi vasi, dal fegato. Riuniti in gran ultima opinione, ha maggiori appoggi, peroc-
copia dinVorno il lobulo dello Spigelio, si cac- ché soltanto nella parte superiore dell’addomi-
ciano tra le lamine del piccolo omento , e iie, tutti principali tronchi assorbenti si tro-
i

giungono, qua^ii lutti, alle


glandole occupanti vano riuniti in uno solo, —
Situato, nella sua
la piccola curvatura dello stomaco, confon- origine, dietro l’ aorta alla parte anteriore e
dendosi cogli assorbenti stomatici. Altri di- un poco laterale sinistra del corpo della duo-
scendono dietro lo stomaco, davanti il pan- decima vertebra dorsale, o della prima lom-
creas e il duodeno, e si perdono ne’ plessi bare, il condotto toracico ascende e traversa
assorbenti di tali parli. Altri tìnaiioente se- r apertura aortica, a fin di penetrare nel pet-
guono corso della vena porla, e vanno a
il to. Allora si trova esso tra l’aorta, che qui si
riunirsi cogli assorbenti intestinali e spleiiici, volge tosto un poco a sinistra, e la vena azi-
— Si scorge, dietro gli esposti ragguagli che go, continua i 1 suo cammino, in tale posi-
tolti gii assorbenti del fegato non concorrono zione, fino alla sesia, quinta o (;uarta verte-
a dar nascimento al condotto toracico, ma bra dorsale. Qui prende una ùj lezione oh-
sts Ti-M ASSUr.ÈI.NtË 227
bliqua a sinislra, passa sotlola curvaliira (lel~ lenti intercostali. Le loro orìgini avvengono
i’aorla, e ascende lino al di sotto dell’arteria non pure ne muscoli intercostali, ma eziandio
sotto-claveare sinistra Situato poi al lato de- in quelli che coprono la superficie eslern.ii
stro di tale arteria, sopra il muscolo lungo del petto. Percorrendo gli spazi intercostali,
del colio, si reca fino alla settima o sesta ver- attraversano parecchie glandole sparse sui mu-
tebra cervicale : qui s’incurva sopra sè stesso scoli esterni ed interni ch’empiono codesti
sìcaccia dietro la vena j ligulare interna, e si spazi. Giunti sui lati della colonna vertebrale,
rivolge in basso, per andare ad aprirsi final- si riuniscono agli assorbenti derivanti si dal
mente nella parie posteriore della vena sollo- canale della spina, come dai muscoli del dor-’
claveare sinistra, là dove ques>a dà nascimen- so, e traversano con questi le glandole situate
to alla jugulare interna. INoi supponiamo qui dintorno i capi delle coste. Usciti da codeste
che il condotto toracico finisca con un solo glandole, si portano ne’ solchi delle vertebre,
tronco. L’imboccatura di esso presenta due formando parecchi plessi che si riducono fi-
valvole semi-lunari opposta l’una all’allra, l’u- nalmente ad un numero di tronchi variabili.
so delle quali è quello d’impedire che il san- 1 quali tronchi si volgono obbliquaraeute in
gue della vena non 11 con-
passi nel condotto. basso, e vanno a metter capo nel condotio to-
rlotlo toracico, non punti di sua
ha, in tutti i racico, molto inferiormente alla vertebra so-
estensione, un’ ampiezza uguale. Alla sua ori- pra la quale erano situati. Quelli del lato de-
gine, e presso il suo passaggio pel diaframma, stro passano davanti o dietro la vena azigo,
sembra talvolta molto dilatato, e appunto co- e corrono un tragitto un poco più lungo che
«lesta dilatazione si è denominata il ricettacolo i sinistri, stante la posizione del condotto to-

del Pecquet, il ricettacolo del chilo^ la cister- racico. Parecchi assorbenti degli spazi in-
na del chilo. Non è per altro costante; so- tercostali superiori si riuniscono agli assor-
vente ancora siffatta porzione dilatala altra benti polmonari ed hanno la stessa termina-
cosa non è tranne la riunione di
parecdii zione che questi. —
Conviene aggiungere agli
tronchi assorbenti ancor separali, ma circon- assorbenti intercostali molti rami, che si riu-
dati da un involucro celiuloso comune, e fa- niscono a questi, e derivano o dalla superficie
cile ad essere separato mediante la dissezione. esterna della pleura, o dalla grossezza de! dia-
Subito dopo la sua entrata nel petto, il con- framma.
dotto si restringe alcun poco fino alla sesta
vertebra dorsale ove si dilata di nuovo nel
: Articolo III.
portarsi dietro l’aorta. Finalmente cresce
mollo in ampiezza prima che sbocchi nella DEGLI ASSORBENTI CHE FINISCONO IN PARTE
vena sotto-claveare. —
Retto d’ ordinario, NEL CONDOTTO TORACICO, IN PARTE NELLE VENE
nella maggior parte del suo corso, il condot- SINISTRE O DESTRE, PER MEZZO DI PARTICOLARI
to toracico forma però sempre alcune lievi TRONCHI
'tortuosità, le quali sono falora patentissime.
«— E cosa a vedere frequentissima il condotto Sonoquesti gli assorbenti dei polmoni e
toracico dividersi, in una parte del suo tra- degli altri organi contenuti nel petto, quelli
gitto, in varie branche, le quali sì eongiun- degli arti superiori, della testa e del collo.
gono poi di nuovo in un solo tronco : il che §. I. Degli assorbenti dei polmoni. —
quasi sempre, si osserva Ira la quarta e la Si distinguono in superficiali e profondi.
quinta delle vertebre dorsali. Lo spazio che I superficiali., situali sotto la pleura pol-
rimane, fra tali branche allontanale, venne in- monare, nascono o dalla pleura stessa per mez-
dicato dall’Haller col nome di isola [insula). zo di molti orifizii aperti nella cavità di que-
Sovente ancora, alia sua terminazione, il con- sta membrana, o sul tessuto del polmone con
dotto toracico si divide in due o tre tronchi. molti ramoscelli. I primi, destinati a ripren-
Allora uno solo di questi tronchi si apre nel- dere il fluido sieroso esalato nella pleura, si
1’angolo di riunione delle vene sotto-claveare trovano sovente injettati, mediante la sola in-
e jugulare interna, le altre nascono nella ju- troduzione di un fluido colorato nel petto ; i
gulare interna, l’ imboccatura di ciascheduno secondi s’injettano nel modo usato, 'lutti
e fornita di una valvola. poi si diportano nella stessa foggia. Ricopro-
Degli assorbenti che riceve il condotto no quasi, per tutta l’estensione loro, i polmo-
toracico durante il suo tragitto nel petto. ni mediante molli rami intralciati, e formano

— Parecchi assorbenti, derivanti dai plessi ad- alcune areole di varia forma che sono empiu-
dominali, s’introducono nel petto coll’aorta, ti da rami più pìccoli. Î tronchi che risultano
e vanno a metter capo nel condotto toracico, finalmente dalla riunione di codeste reti va-
a più o meno distanza da esse. Vi hanno pure, scolari seguono diverse direzioni. Gli uni si
come vedemmo, parecchi assorbenti epatici. profondano tra le scissure dei lobi, e si reca-
Ma vasi più notabili, che riceva
i nel suo no alle glandole occupanti il fondo di tali

tragitto il condotto toracico, sono gli assor- scissure gli altri, rivolgendosi, all’ innanzi e
;
228 ArPARECCHl DELLA ViTA ORGANICA

air indietro, sui margini di ciaschedun pol- sorbenti ricevono, attraverso i muscoli inter-
mone, scorrono interna di que-
sopra la faccia costali, una gran parte di quelli che spettano
sto, c mettono capo alle glandole che circon- tanto ai muscoli, cjiianto agl’ integumenti an-
dano la branca a livello della sua entrata ncl- teriori del petto.
1’ org^ano. I profondi nascono da tutte le Gli assorbenti del diaframma si con-
parti ch’entrano nella composizione del pol- fondono in parte cogl’ intercostali, in parte
mone. I loro tronchi seguono i vasi sanguigni cogli epatici e cogli altri assorbenti addomi-
e i bronchi, cui circondano, comunicando, nali. Ma i loro principali tronchi occupano la
per mezzo dimoiti rami, coi superficiali. Usciti faccia convessa del muscolo, e si trovano tra
dal polmone, si riuniscono interamente ai su- questo e la pleura. Parecchi nascono da code-
perficiali nelle glandole bronchiali, donde esco- sta membrana riempiono dei fluidi colo-
e si

no poi insieme per ascendere lungo i bron- rati che s’ introducono nel petto. Si rivolgono
chi fino alla trachea. Quiintroducono nel-
s’ poi tali tronchi all’innanzi, formando, median-
le altre glandole, e spezialmente in quella che te la loro anastomosi, diverse areole ascen- :

occupa 1’ angolo rientrante formato dalla riu- dono nella parte inferiore del mediastino, tra-
nione de’ bronchi e della trachea. —
Da code- versano parecchie glandole che qui si trova-
.sta grossa glandola^ si dipartono superiormente no, e si riuniscono agli assorbenti toracici in-
molti assorbenti. Alcuni de’ quali ascendono terni d’ ambichie i lati, per avere la stessa ter-
sulla trachea, traversano alcune glandole si- minazione di essi.
tuate sulla parte destra di tale condotto, e poi Gli assorbenti del pericardio e del ti-
si curvano a destra riunendosi in un solo tron- mo, poco considerabili, corrono, di basso in
co il quale si porta dietro la vena jugulare in- alto, il mediastino, traversano molte glandole
terna, perviene ad alcune delle glandole del situate sopra la vena cava superiore e sopra
collo, e si confonde cogli assorbenti di que- 1’ aorta, e si confondono poi co^li assorbenti
sta parte per terminare, com’essi, nelle vene toracici inteimi, o coi polmonai*!.
del lato destro. Altri, in gran copia, vanno ad Gli assorbenti del cuore seguono, in
attraversare alcune glandole situate sul davan- generale, il tragitto de’ vasi sanguigni. Spes-
ti della trachea, sotto la tiroidea, si ri<lucono so si perviene ad injettarli, massime negl’ in-
poi d’ordinario a due tronchi i quali s’ incur- dividui magri, spingendo un fluido colora-
vano, e si portano obbliquamente a sinistra to nelle arterie cardiache ;
dalle quali il flui-
dietro la jugulare interna, attraversano anco- do passa negli assorbenti privo di colore. Co-
ra alcune glandole, e finalmente si aprono ora sì si riesce ad injettare, col mercurio, parec-
nel condotto toracico, ora immediatamente chi di questi prendendogli presso 1’ apice del
nelle vene. —
Molti degli assorbenti polmonari cuore, ma non si possono accompagnare,
si riuniscono anche nel petto agli assorbenti che molto a fatica, fino alla loro terminazio-
intercostali ed esofagei, de’ canali seguono la ne, avvenendone quan-
facilissima la rotPjra
disposizione. do sono giunti sopra 1’ aorta. I principa-
§. Degli assorbenti toracici interni.,
II. li tronchi di tali assorbenti occupano i mar-

diaframmatici, pericardiaci., timici e car- gini del cuore e ricevono, in questo luogo, i
diaci, Gli assorbenti toracici interni rami sparsi sulle superficie anteriore e poste-
derivano il loro nome dai vasi che gli accom- riore. I tronchi situati sul margine ottuso,
pagnano, Nati dalla parte superiore de’ mu- giunti alla base del cuore, si profondano nel-
scoli addominali e anastomizzati, a questo luo- l’ intervallo adiposo che scevera 1’ orecchietta
go, cogli assorbenti epigastrici, s’ introducono dal ventricolo sinistro qui si dividono d’or-
;

nel petto per la stretta apertura che trovasi fra dinario in più rami, che ascendono sull’arte-
il diaframma e l’ appendice sternale. Ascen- ria polmonare e sull’aorta, riunendosi a quel-
dono poi dietro lo sterno e sopra i suoi la- li che corrono lungo il sottile margine. Da
li, seguendo 1’ arteria toracica interna,
e tra- tale riunione risulta un tronco più grosso,
versano parecchie glandole tra le quali for- che si porta davanti 1’ aorta, esce dal pericar-
mano diversi plessi. Riuniti successivamen- dio, e si divide in molti rami, che traversano
te in branche più grosse, si riducono final- alcune glandole situate sopra la curvatura aor-
mente, nel lato destro, ad un solo tronco tica, e formano tra sè molti plessi. In tali
che passa obbliquamente sul davanti della ve- glandole, gli assorbenti cardiaci si riuniscono
na sotto-claveare, ascenfle un poco, e si gitia a parecchi timici, pericardiaci, toracici inter-
nelle glandole inferiori del collo, e si confon- ni sinistri, vanno ad attraversare con rpiesli
de poi, mediante molti rami, cogli assorbenti alcune piandole del colio, a finalmente termi-
di questa parte, per terminare, siccome fanno nano per mezzo di molti tronchi, o nel coti-
essi nel condotto toracico. Al lato destro, gli dotto toracico, o iramediafamenlc nelle vene
assorbenti toracici interni vanno ad aprirsi sotto-claveare e jugulare interna sinistre.
separatamente nelle vene solto-clavearo e iu- Alcuni degli assorbenti cardiaci seguono le ib-
gulare interna. —
Nel loro tragitto codesti as- visioni dell’ arteria polmonare, traversano le
SISTEMA ASSORIÎENTE 22q
glandole broncliiali vicine e si confondono e finiscono nelleglandolo inferiori laterali del
cogli assorbenti del polmone. collo confondendosi cogli assorbenti di questa
§. II. Degli assorbenti superficiali dei parte.
membri superiori, e della parte esterna del 2 .*^ Assorbenti superficiali del petto, e
tronco, che terminano sulle glandolo ascel- della metà sopra - ombelicale delle pareti
lari . —I.® Assorbenti superficiali de'' mem- dell addo niine.-- khhìarao veduto siccome pa-
bri inferiori. — Incominciano questi sopra le recchi di codesti assorbenti andassero ad unir-
dita, dove sì trovano numerosissimi, massime si agli assorbenti lombari, epigastrici, toraci-

alla regione dorsale. Sparsi, come sono, sopra ci interni e simili ; ma i più tra essi si porta-
tutta questa regione, si riuniscono principal- no alle glandolo ascellari, di questi appunto
mente sui lati di ciascun dito e giungono al al presente ci proponiamo di parlare. Quelli —
metacarpo, dove, ora si anastomizzano in mo- della parte anteriore dell’ addomine nascono
do che formano tronchi più grossi, ora conti- sul]davanti della linea bianca e presso l’ombe-
nuano semplicemente il loro corso intreccian- lico ; e comunicano, in molti luoghi, cogli as-
dosi senza comunicare insieme. Il dorso della sorbenti sotto-ombelicali che vanno alle glan-
mano è coperto da siffatti assorbenti, che dole inguinali. Rivolti obbliquamente al dì
giungono di poi alla parte posteriore delP an- fuori e all’ insù ; passano sull’ aponeurosi ad-
tibraccio, ove sembrano molto più numerose, dominale, sopra il muscolo grande obbliquo,
o perchè si suddividono, o perchè si uniscono sopra una parte del muscolo gran pettorale,
a quelli che derivano da codesta parte mede- progressivamente avvicinandosi alla fossa a-
simi» E, ascendendo poi dietro 1’ antibraccio, scellare. Ridotti finalmente a certo numero di
si rivolgono un poco obbliquamente al di tronchi , s’ immergono nel tessuto cellulare
dentro, e si rivolgono successivamente intor- abbondante di questa parte, e finiscono alle
no il margine cubitale del membro, per giun- glandole. —
Gli assorbenti superficiali del pet-
gere alla regione anteriore di esso, nella qua- to nascono nella parte anteriore media di sif-
le tutti arrivano fino dappresso il cubito. fatta cavità, per tutta quanta l’estensione di
Gli assorbenti anteriori delle dita sono un po- essa :alcuni anche hanno le prime loro radi-
co meno copiosi. Riuniti principalmente, an- chelte davanti la parte inferiore del colla.
che essi, sui lati dì ciaschèdun dito, comuni- Dirette più o meno obbliquamente , alcuni
cano di frequente cogli assorbenti posteriori, d’ alto in basso, altri di basso in alto, ed altri
giungono quindi alla palma della mano, dove trasversalmente fra il gran pettorale e gl’ in-
sovente quelli delle dita indice, medio e anel- tegumenti, si portano tutti al di fuori, rivol-
lare si riducono ad un solo tronco disposto ad gendosi intorno l’inferior margine del gran
arco all’ incirca come i vasi sanguigni della pettorale, e giungono alla fossa ascellare, nella
stessa parte. Le due estremità di questo tronco quale finiscono come i preceilenti.
I
si continuano allora davanti il legamento a- Assorbenti superficiali del dorso — .

nellare, e giungono all’ antibraccio, cogli as- Conviene comprendere, fra questi, quelli della
sorbenti del pollice e del piccolo dito, che vi parte posteriore del collo. 1 quali, situati fra
si recano dirittamente. Giunti alla parte ante- la pelle ed il trapezio, incominciano con al-
riore dell’ antibraccio, gli assorbenti crescono cuni sottili rami verso le apofisi spinose cer-
in numero perchè si uniscono e a quelli che vicali e verso 1’ occipite. Di
discendono qui,
derivano da questa parte, e agli assorbenti al di fuori,seguendo la direzione obbliqua
posteriori, che vanno successivamente ad unir- delle fibre del trapezio, e riunendosi successi-
visi.Rivolti quasi perpendicolarmente all’ in- vamente in tronchi più grossi, passano sulla
sù, giungono alla piegatura del cubito, dove spina dell’ oraoplata, e discendono sulla parte
incontrano qualche volta una o due glandolo posteriore del deltoide accostandosi al musco-
eh’ essi attraversano ;
fjuindi continuano ad lo brachiale posteriore. Qui, riuniti a molli
ascendere sul davanti del braccio, avvicinan- assorbenti superficiali del deltoide, si curva-
dosi alla parte interna di esso, e riunendosi a no trasversalmente al di dentro, e vanno alle
tutti gli assorbenti superficiali di questo mem- glandole ascellari, l utti gli assorbenti super-
bro. Finalmente ridotti a piccolo numero di ficiali del dorso hanno, per comune termina-
tronchi, più o meno grossi, si profondano zione, le stesse glandole ascellari, e vi si re-
nella fossa dell’ascella, lungo i vasi sanguigni, cano per differenti direzioni, secondo il pun-
e finiscono nelle glandolo ascellari. —
Alcuni to dal cjuale si dipartono. I superiori, nati dal
assorbenti superficiali si diportano in modo trapezio e dalla pelle che li ricoprono, di-
un poco diverso: seguono questi la vena cefa- scendono obbliquamente al di fuori, passano
lica per tutta la sua estensione, passano, con sul muscolo infra-spinoso, e v’ incontrano al-
1
questa, fra il deltoide e il gran pettorale, at- cune glandole che attraversano, quindi si cac-
traversano alcune piccole glandolo situate sot- ciano tra il gran dorsale e il gran rotondo per
I
to la clavicola, ascendono sopra quest’ osso, recarsi alle glandole ascellari, tanto separata-
II lormando ora un plesso, ora un solo tronco, mente , che confondendosi cogli assorhenli
APl'.irii r( HI DKI.r.A VltA organica

Gii assorbenli laediaiii del dorso na-


cfex’Ÿicall. ministra loro dei nuovi, e vanno alle glan-
scono dalla pelle, dall’ estremità del trapezio dole ascellari.
e dalla parte superiore del gran dorsale ; se- §. F'. Degli assorbenti che si dipartono

guono la direzione trasversale delle fibre su- dalle glandole ascellari., e del modo che ter-
periori di quest’ ultimo muscolo, e vanno a minano nelle vene. —
Gli assorbenti, ch’en-
riunirsi ai precedenti traversando aneli’ essi trano nelle prime glandole ascellari, passano
alcune delle glandole situate sopra l’infra- poi successivamente dall’ una all’altra, e ser-
spinoso. Gli assorbenti inferiori, nati da tutta vono a riunirle formando tra esse, o dei plessi
r estensione del gran dorsale, ascendono se- o dei tronchi più o meno grossi. Lasciando le
guendo siffatto muscolo, e vanno, presso l’in- più superiori glandole, si trovano ridotti a
serzione di esso, a congiungersi agli assorben- tre, quattro o cinque tronchi, che accompa-

ti medii. Parecchi poi, massime gl’inferiori, gnano la vena solloclaveare fino all’entrata
vanno alla superficie ascellare del gran den- di essa nel petto. Quivi gli assorbenli del lato
tato, e si riuniscono agli assorbenti profondi sinistro si riducono ad uno solo o due tron-
delle pareti del petto. chi i quali si cacciano dietro il muscolo sotto-
§. Degli assorbenti profondi dei eia veare e la prima costa, e intersecano supe-
membri superiori^ che finiscono alle glan- riormente la vena sctto-claveare, nella quale
dole ascellari. —
Questi seguono tutti il tra- si aprono all’ indietro, quando separatamente

gitto de’ vasi sanguigni, e possono essere in- e quando insieme al condotto toracico. Gli —
dicati cogli stessi nomi. Nati da tutto il con- assorbenli ascellari del lato destro si diporta-
torno delle dita, dal dorso e dalla palma della no alla stessa guisa ma quando sono perve-
;

mano, si dividono in due fasci che accompa- nuti nel petto, finiscono d’ordinario con un
gnano le arterie radiale e cubitale, e si trova- solo tronco, che si apre nell’angolo di riunio-
no più o meno profondi, secondo che più o ne delle vene sotto-claveare e jugulare inter-
meno infossate sono le mentovate arterie.-— na. Questo tronco varia alcun poco in lun-
Non ci arresteremo gran fatto sulla particola- ghezza sovente presenta una lunghezza di
;

re descrizione di tali vasi, la disposizione dei poche linee, non mai oltrepassa il mezzo pol-
quali, da quanto dicemmo, si può abbastanza lice. La grossezza di esso uguaglia all’ incirca

arguire. 11 fascio radiale incomincia da due quella del condotto toracico ; e appartiene non
divisioni, 1’ una delle quali occupa la parte e- solamente agli assorbenti ascellari, e perciò a
sterna posteriore della mano, 1’ altra involge quelli de’ membri superiori del dorso e della
l’arco palmare profondo sul davanti degl’in- superficie del petto, ma eziandio a una parte
terossei palmari quindi ascende sull’ anti-
;
degli assorbenti epatici, polmonari, cardiaci,
braccio abbracciando 1’ arteria radiale, tra- toracici interni, e a quelli della testa e del col-
versa qualche volta una glandola situata verso lo, rimangono ancora a descrivere. Ap-
che ci

la metà del membro, e giunge alla ripiegatu- punto codesto tronco fu denominalo gran
ra del cubito. Il fascio cubitale incomincia, vaso linfatico destro costuma riguar-
; e si

nella mano, sotto 1’ aponeurosi palmare, col- darlo come tenente dalla sua banda,
le veci,
l’arco palmare superficiale, segue l’arteria cu- del condotto toracico. Codesta idea non è per-
bitale, comunicando incessantemente, pei ra- fettamente esatta imperocché
; si può no-:

mi suoi, col fascio radiale. Verso la piegatura tare, dietro le già esposte descrizioni, che le
del cubito, i due fasci si riuniscono, e tra sè, spessissime fiate gli assorbenti ascellari sini-
e con un terzo che accompagnò per tutto il stri s' aprono pure nelle vene per mezzodì
suo tragitto l’arteria interossea. Ivi gli assor- un tronco particolare simile a quello del Iato
benti profondi si riducono a certo numero di destro ; 2 .*^ che il tronco assorbente destro è,
tronchi i quali, ora attraversano una o due spessissimo, supplito da molti vasi separati
glandole situate alla ripiegatura del cubito, che s’ aprono tutti separatamente nelle vene ;
ora, se manchino codeste glandole, si portano 3.° finalmente si comprenderà tosto che una
dirittamente al braccio, Seguono essi l’arteria parte degli assorbenti del capo e del collo fi-
brachiale, ricevono, nel loro tragitto, tutti niscono anch’essi, nelle vene jugulare e sotto-
gli assorbenli profondi de’ muscoli che cir- claveare, per mezzo di alcuni particolari tron-
condano 1’ omero, e si riuniscono finalmente, chi che non hanno ninna relazione col tronco
nelle glandole ascellari, a tutti quelli de’quali assorbente dalla parte destra. Non si può a-
abbiamo antecedentemente tenuta parola. dnnque ridurre tutto T apparecchio assor-
Si possono, fra gli assorbenti profondi del bente a due soli tronchi principali, e ciò ap-
membro superiore, collocar quelli che deriva- punto varrà a rendere inesatta sempre e con-
no dalla spessezza de’ muscoli che coprono fusa qualunque descrizione di codesti vasi,
nelle sue parti laterali, il torace. Tali assor- istituita a guisa di quella delle arterie, dai
benti, nati dal grande e dal piccolo pettorali, tronchi ai rami.
si rivolgono più o meno obbliquamente sul- §. FI. Degli assorbenti superficiali del
l’esterna superficie, del gran denlato, che som- capo € del collo. — Quelli del capo appai-
SISTEMA ASSOBBENTE 23 Î

partengorio alia superficie esterna del cranio, stoideo e sulla vena jugulare interna, e si con-
o alla faccia. fondono in gran parte cogli assorbenti super-
Gli assorbenti superficiali del cranio^ ficiali del cranio che finiscono allo stesso luo-

sparsi d' ogni banda sotto la pelle, riescono a go. Altri discendono quasi perpendicolarmen-
un numero variabile di tronchi,
quali di- i anteriore del collo, attraversano
te sulla parte
scendono sui lati del capo e sull’ occipite sud- alcune glandole situate sui Iati della laringe,
dividendosi e anastomizzandosi in modo che passano sopra la glandola tiroidea, dalla quale
formino parecchie areole. Ravvicinati e riu- licevono i rami assorbenti, e vanno alle glan-

niti dietro padiglione dell’orecchio, e pres-


il dole inferiori del collo a riunirsi cogli altri
so la nuca, attraversano parecchie glandola assorbenti superficiali.
sparse sopra i muscoli sterno-mastoideo, tra- §. Degli assorbenti profondi della,
VII.
pezio, splenio ed occipitale. Codeste glandole, testa e del collo. —
Si discernono poco gli
variabili in numero, mancano talvolta quasi assorbenti della dura-madre e del cervello.
continuano dirit-
tutte, e allora gli assorbenti Quelli che si sono potuti scorgere sopra la
tamente il loro tragitto in basso. Alcuni si dura-madre sembrano seguire il tragitto dei
portano all’ indietro sul trapezio, e si confon- vasi arteriosi e riunirsi principalmente din-
,

dono colcervicali superficiali, de’quali abbia- torno 1’ arteria raaningea


per uscire con que-
mo altre volte tenuta parola. Gli altri vanno sta dal cranio, attraverso il forame sfeno-spi-
alle parti laterali e inferiori del collo, e si re- noso, e confondersi cogli assorbenti profondi
cano, cosi alle glandole occupanti lo spazio delia faccia. —
- Parecchie sottili injezionì
triangolare formato dai muscoli trapezio e hanno reso visibili, sul cervello, alcuni vasi ì
sterno-mastoideo, come a quelle che, un poco quali, chi riguardi alla disposizione loro, alla
più all’ innanzi, circondano la vena jugulare loro forma e alle loro nodosità, sembrano es-
interna. sere vasi assorbenti. Tuttavolta non hannosi
Gli assorbenti superficiali della faccia j)rove positive circa la loro natura. Si crede
hanno per immediata terminazione le
tutti, che seguano le arterie carotidi e vertebrali j
glandole che si trovano davanti il padiglione e che escano, in compagnia di queste dal cra-
dell’orecchio, e che occupano l’incavatura pa- nio. Alcune piccole glandole assorbenti, rin-
rotidea, o le glandole sparse lungo la base della venute nel canale carotico, sembrano confer-
mascella inferiore e sul tragitto de’ vasi fac- mare sentenza. Parimenti non si puù
siffatta
ciali. Alcuni derivano dalla fronte e dalla aver dubbio sull’ esistenza degli assorbenti
jnelà esterna delle palpebre ; e questi riuniti cerebrali; ma oscurissima è tuttavia la loro
a molti degli assorbenti del cranio, discendo- storia anatomica. —
Gli assorbenti profondi
no seguendo i vasi temporali, si dividono, tra- della faccianascono dalla sostanza de’ muscoli
versano alcune glandole situate al di sotto e temporale e massetere, dai pterigoidei, dalla
al di fuori della parotide, e continuano in parte interna dell’ orbita, dalla fossa zigoma-
basso il loro tragitto fino alle glandole che, tica. Seguono questi il tragitto de’ vasi san-
superiormente ed esteriormente, coprono lo guigni, escono dalle stesse aperture, e vanno
sterno-mastoideo. Alcuni si profondano die- dietro la parotide a metter capo nelle glan-
tro la parotide, e vanno ad anastoraizzarsi co- dole situale sì nel fondo dell’ incavatura pa-
gli assorbenti profondi. —
Gii altri assorbenti rotidea, e sì nella parte superiore della vena
facciali superficiali nascono dalla metà della iugulare interna. -—Altri numerosi assor-
fronte, dalla superficie esterna del naso e, dal- benti derivano dalle cavità nasali, dal palato
la metà interna delle palpebre. Comunicano e dalla parte superiore della faringe accom- ;

con quelli delle parti contenute nell’orbita, pagnano , in pari modo


i vasi sanguigni, e
quindi si riducono d’ ordinario a due princi- tiescono con questi alla parte superiore e la-
pali tronchi che seguono in basso la vena fac- terale del collo, nelle glandole jugufcri. Vuol
ciale, e vanno, suddividendosi di bel nuovo, dirsi Io stesso degli assorbenti della lingua e
a metter capo in alcune piccole glandole si- de muscoli suoi. — Gli assorbenti profondi
tuate sotto la base della mascella intorno i della laringe, della parte inferiore della farin-
muscoli digastrici. Nel loro tragitto ricevono ge, e della soslanza della glandola tiroidea, si
i rami assorbenti del massetere, dei muscoli riuniscono, nelle glandole inferiori del collo,
labbiali, degl’integumenti e del tessuto adi- colle superficiali.
Alcuni di quelli, che spet-
poso delle guance. —
Tali glandole assorbenti tano alla tiroidea, discendono dirittamente
sotto-mascellari ricevono eziandio mollissimi sul davanti della trachea, esi confondono co-
rami spettanti ai muscoli della parte superio- gli assorbenti polmonari. —
T utti gli assor-
re e anteriore del collo, ed eziandio ai musco- benti superficiali e profondi della testa e de!
li della lin gua danno nascimento a nuovi as-
: collo, mettono capo nelle glandole numero-
sorbenti che discendono obbliquaraente al di sissime eh’ empiono lo spazio triangolare for-
fuori sulla parte laterale del collo, traversano mato dai muscoli trapezio e sterno-raastoi-
parecchie glandole situate sotto lo sterno-ma- deo, o in quelle che circondano la vena jugu-'
AriMUECCill D!,t.r,E SECREZIONI

lare interna; passano successivamente da una fluidi separali dagli organi glandolosi sono
glandola all’ altra, e formano, tra loro diversi semplicemente escrementizi: giacché s’incorre-
plessi. riuniscono, d’ ambidue
Finalmente si rebbe su tale proposito, in un gran errore.
i lati in un solo
tronco. Il tronco sinistro, ora Osservasi, in fatti, siccome le lagrime inumi-
inette fine nel condotto toracico presso la sua discano il globo dell’ occhio, e facciano le veci
terminazione, ora si apre immediatamente della secrezione mucosa la quale non operasi

nella vena sotto-claveare o nella jugulare in- per tutta quanta la congiuntiva. E la saliva
terna. Lo stesso deve dirsi del tronco destro, non penetra forse gli alimenti durante la ma-
il quale ora si riunisce
al tronco assorbente sticazione, e non serve ad un tempo, a far
ascellare, ora mette capo separatamente nelle loro sostenere un primo grado di animalizza-
vene destre. zione ? Appunto per tale cagione, avviene che
ciaschedun apparecchio glandoloso è posto in
vicinanza agii organi, de’ quali favorisce le
APPARECCHI DELLE SECREZIONI funzioni e questo dà, in qualche foggia, ra-
:

gione della diversità nella natura e nella com-


(
Come abbiamo annunzialo in addietro posizione dei fluidi separati. Rispettiva-
T.pag. 354 ) P ultima parte dell’ Anato-
1, mente alla fisiologia, l’apparecchio delle se-
(

mia descrittiva che si passa a leggere è opera crezioni può riguardarsi per uno dei più in-
d’ uno dei nostri collaboratori, il sig. Malie, dispensabili all’esercizio e all’ integrità delle
professore aggregato medicina
alla facoltà di funzioni dell’ animai economia nè punto ras-;

di Strasburgo il quale, siccome abbiamo pro-


:
somiglia agli altri tessuti, perchè le differen-
ti parti, da cui è composto, non offrono
messo nella prefazione, ha compilato, seguen- lo
do il Meckel, il quinto volume deW Anato- stesso carattere. A tutto rigore, infatti, come
mia descrittiva. Ci lusinghiamo all’ idea che dice il Bichat {Anatomie générale., t. IV,
i nostri lettori non troveranno indegno que- pag. 872 ), le fibre d’ un muscolo della vita
sto libro di tener luogo del volume del sig. animale potrebbono servire ugualmente alla
Roux, col quale ha compimento V Anatomia struttura di qualunque altro muscolo spet-
del Bichat. tante allo stesso sistema, mentre che invece,
)

il tessuto del fegato non potrebbe servire alla

CONSIDERAZIONI GENERALI composizione dei rene, siccome, alla sua volta


quest’ultimo sarebbe inetto a formare le sa-
Se negli ultimi gradi della scala animale, livari. —
Gli antichi non troppo istruiti nel-
la vita si mantiene celiasi esclusivamente per 1 uso delle diverse parti del corpo, èompren-
P assorbimento e per V esalazione.^ non può devano, sotto il nome di glandolo, quegli or-
essere la stessa cosa nell’ uomo P organizza- gani, ne’ quali trovavano una sembianza di-
zione più complicata del quale richiede mol- versa da quella di tutti gli altri, e le cui fun-
teplici funzioni a fine d’ appropriarsi de^nm- zioni loro sembrassero problematiche. Deno-
teriali nutritivi infinitamente più variati, e minano, grecamente, una glandola acZen, pa-
d"* espellere delle perdite organiche, anche rola derivante da a privativo, e da denos.,
queste, per conseguente più svariate. Appun- consiglio, disegno, perchè riguardavano tali
to, in questa non interrotta successione di parti siccome inutili, e come gli erauntori e
composizione e di decomposizione, consiste gli scolato] delle altre. Sant., dice Galeno, ùn-
in tutta quanta la serie degli esseri organiz- hecilliores corporis partes., ad quas valen-
zali, il grande atto della nutrizione. Le se- tiores supervacua sibi tuin (fiiaiititate tuta
crezioni adunque esercitano un’influenza no- qualitate et praesertim ad eas quae ra-
tabile sull’ economia, e, da questo iato, il loro riores natura sunt., transmittunt, quippe va-
studio è degno di fermare P attenzione degli lentius est arteriarum., venarum^ nervorum^
anatomici. I più degli apparecchi che a queste rnusculorum robur., imbecillus autem., aut
spettano, non separano che fluidi escrementi- prorsus nuiliun corporumque glandularuni
zi! perocché tralasciamo a bella posta di tener
:
sant natura. Appunto a si falla eronea idea,
qui parola dei testicoli e delle mammelle, che, circa la natura delle glandole conviene attri-
sebbene da aversi per vere glandole, non sa- buire codeste viziate denominazioni consa-
ranno tultavolta descritte che quando ci oc- crate dall’ uso glandola pineale., pituitaria.,
:

cuperemo nello studio degli apparecchi gene- del Pacchioni. —


Andiamo debitori al Chaus-
ratori, ai quali sono uniti sì intimamente : sier delle più preeise idee che ci siamo for-
alcuni, infatti, separano un fluido indispensa- mali di siffatte glandole il quale ha consa-
:

bile alla riproduzione ;


gli altri, al contrario, crato il primo tale espressione ad indicare al- \

separano un fluido, nel quale sono contenuti Clini organi flosci, granosi, lobulosi, composti ;

tutti i principii necessari alla nutrizione del di vasi, di nervi un particolare tessuto.
e d’
bambino che nasce. Non vuoisi per altro ge- Sono destinale queste, come dicemmo, alla
neralizzare di soverchio codesta idea, che i secrezione de’ fluidi particolari che esercitano |
DELLE VIE LAGIUMALI
una pià o meno rilevante influenza nell’eco- so gli altri, dal di fuorial di dentro, sulla
Xìomia, —
Ignorasi fin qui come le arterie faccia interna della palpebra superiore pres-
rccantesi a tali organi si diportino nell’ intime so l’angolo esterno dell’occhio. La glan- —
parti dei tessuti glandolosi, e come dleno ori- dola lagrimale riceve le sue arterie dalla
gine a’ differenti vasi. Solo il Prochasha ha branca lagrimale dell’ ottalmica i suoi nervi ;

mostralo che il modo, onde i vasi sanguigni dalla branca lagrimale del nervo dello stesso
arteriosi si distribuiscono a tali organi, va- nome.
riano secondo che si esaminino particolar- §. II. Dei punti condotti lagri-
e dei
mente in ciascheduno di questi lo che del : inali. — Nella palpebra superiore e nell’ in-
resto non ispiega l’intima organizzazione della feriore, presso il luogo ove incomincia l’an-
glandola. —
Gli apparecchi della screzione golo interno, e cessano i meiboniani orifizii,
non essendo collegati fra sè che per analogia esiste un’apertura rivolta un poco più all’in-
di funzioni, importa assai poco il suo corain- dietro, e facile a discernersi da quelle delle
ciamento dall' uno pinttoslo che dall’ altro glandole palpebrali e delle ciglia, stante la
ordine quindi seguiremo, nella descrizione,
:
grandezza del suo diametro, e per la conica
quello della loro situazione, d’ralteremo suc- protuberanza ov’ è contenuta. Tale apertura
cessivamente delle vie lagriraalL e salivari si- si denomina punto lagrimale n’ esiste una:

tuate nel capo, quindi delle vie biliari, pan- per ciascheduna palpebra e quindi il nome
:

creatiche e orinarie situate nell’ addoraiiie. di punti lagrimali il superiore de’ quali si
:

rivolge all’ ingiù e l’inferiore all’ insù. Altro


DELLE VIE LACRIMALI carattere proprio a quest’ ultimo è quello di
essere manifestamente più ampio che l’altro.
Le vie lagrimali costituiscono un parti- —- Cotali punii costituiscono gli orifizii dei
oilare apparecchio il cpiale è destinato a sepa- condotti lagrimali, che si estendono fino al
rare e a trasmettere al di fuori un liquido sacco lagriraale, e corrono immedia taraen le
trasparente che ha ricevuto il nome di lagri- sui margini delle palpebre, rivestiti all’indie^-
me. Tale apparecchio è composto della glan- tro dalla lamina cutanea interna di siffatti
dola lagrimale.^ dei condotti escretori di que- mobili velami, e coperti anteriormente dal
sta, dei punti condotti lagrimali, del
e dei muscolo orbicolare, al quale si attaccano per
sacco lagriraale e del canal nasale. Il Meckel modo sì intimo, che sommamente malagevo-
' pensa che debba aggiungersi la congiuntiva, le riesce il sue fibre.
distaccarli dalle - Il —
L quale si continua, die’ egli, senza interru- condotto lagriraale superiore ascende in pri-
zione, coi condotti escretori, colla glandola e ma quasi perpendicolarmente, per l’estensio-
coi punti lagrimali ; e da altra parte non è alla ne d’ una linea all’ incirca, poi si curva ad
perfine che una dilatazione considerabile del- angolo quasi retto e discende obbliquamen-
la porzione escretoria organo lagriraale.
dell’ te dal di fuori al di dentro. —
Il condotto

§. Della glandola lagrimale. Non — lagrimale inferiore si porta in prima d’ alto


ammettono generalmente gli autori che una in basso, poi cammina quasi orizzontalmente
sola glandola lagrimale crede però il Meckel ; dal di fuori al di dentro. Per altro a ragione
che oe n’abbia veramente due disposte in ma- si (lice, che, esaminando con molta attenzione
niera che l’una sia sovrapposta alT altra. Del la direzione, che prende tale condotto, si scor-
resto spettano le medesime alla classe delle ge che va un poco ascendendo. —
Giunti oltre
glandolo conglobale, e sono situate dietro la r angolo interno delle palpebre, i condotti
palpebra superiore, e immediatamente sotto lagrimali si uniscono ad angolo acuto per for-
la volta orbitale. —
fa glandola lagrimale su- mare un canal comune, eh’ è lungo quasi li-
periore [gianduia lacrymalìs superior seit na linea, corre dalle esterne alle interne partì,
innominata Galeni) ha grossezza più conside- dietro il tendine del muscolo orbicolare del-
i
rahile che l’ inferiore, è situata nella fossetta le palpebre, e va ad aprirsi, come dlcciumo,
'
deir osso frontale ch’è destinata a contenerla, nella parte esterna del sacco lagrimale un
> ed ha forma triangolare appianata d’ alto in poco sopra la metà di sua altezza. Qualche
basso. — L’inferiore [glandulae conjugatae., volta questi condotti camminano 1’ uno ac-
Monroi) tocca, colla posteriore sua eslremilà canto dell’ altro, e in tal caso, essendo se-
! la parte anteriore della precedente, e si e- parati da un sottile tramezzo, si aprono se-
1 stende fino alla parte esterna del margine su- paratamente nel sacco lagriraale. Tale dispo-
t periore della cartilagine della palpebra supe- sizioite, che non era sfuggita a Boyer, non è

^
riore. I suoi lobelti sono più piccoli e più descritta da Meckel, sebbene a parer dell’an-
separali che quelli della superiore. Dalle due tico chirurgo in capo della Carità, sia tanto
glatiflole nascono sei o sette canali estrenia- frequente quanto quella , nella quale i due
jnenle dilicati, i tpiali s’indirizzano dalfin- condotti hanno un orifizio comune. Del ri-
,
dietro all’ innanzi, dal di fuori al di dentro manente, sono essi formali d’una sottile mem-
ije d’alto in basso, e si aprono gli uni n[)pres- brana biancastra e porosa, che d’ una parte
! Elicici. Med. d’. IL 3o
APPAK.ECCHÎ Belle slcke/jonî
234
congiuntiva , dall altra alla congiuntura per modo da statuire una lin^.
è contìnua alla
membrana che tappezza il sacco lagrimale. di separazione tra 1’ occhio e il naso. 11 —
§. III. Sacco
lagrimale. —Il sacco lagri- sacco lagrimale riceve alcuni vasi derivanti
dalle arterie palpebrali e dai nervi che gli so-
male diversifica molto dai condotti dello stesso
nome, e tjuanto a larghezza e cjuanto a strut- no forniti dal ramo nasale dell’ ottalmico.
tura, e quanto a direzione. — Molto più largo, IV. Della caruncola lagrimale.
§. 1 —
com’è di questi, va restringendosi un poco d’al- più degli anatomici descrivono questo corpo
parlando delle vie lagrimali. 11 Meckei, inve-
to in basso, e rappresentc per questo modo una
piccola borsa membranosa, situata nel mag-
ce, ne riferisce la «lescrizione a auedla delia
gior angolo dell’ occhio, e collocata in un sol- palpebre, e la considera come una terza pal-
co formato dall’osso unguis e dall’ apofisi a- pebra, ch’egli ammette nell’ uomo nello stato
scendente dell’ osso mascellare : è coperto, di rudimento, ed è sviluppatissima negli uc-

anteriormente, dalla pelle e dalla parte inter- celli, in cui può cuoprire tutta la superficie

na del muscolo orbicolare delle palpebre, e anteriore dell’ occhio. Secondo l’anatomico
nella parte posteriore della caruncola lagri- d’ oltre-Reno. codesto terzo velo mobile è si-

male e dalla congiuntiva. Esaminato nella tuato al margine esterno della caruncola la-
parte interna, il sacco lagrimale presenta u- grimale, tra le commessure palpebrali. La
na specie d’intestino cieco, superiormente forma del quale è d’ un triangolo coll’ apice
rotondalo e chiuso, mentre che inferiormen- rivolto all’ innanzi e il margine libero se-
te si apre nel canal nasale : il quale si e- mi-circolare, al di fuori, il quale ha la for-
stende dalla parte inferiore del sacco lagrima- ma semi-circolare. È costituita questa pal-
le fino al disotto del turbinato inferiore, con- pebra da una raddoppiatura della congiunti-
tenuto in un condotto osseo formato dalla va, da lina piccola cartilagine palpebrale, si-

riunione dell’ apofisi ascendente dell’ osso tuata presso il suo- margine libero, e final-
mascellare, del becco in cui termina, sulla mente da molte glandolo sebacee riunite in
parte inferiore , il solco dell’ osso unguis e una massa rotondala, tra le quali si trovano
della piccola lamina incurvata, che si leva dai alcuni piccioli peli diritti, delicatissimi, e ana-
margine inferiore del turbinalo inferiore dei loghi alle ciglie. Sono queste le glandole si-
naso. La lunghezza dei canal nasale corri- tuate affatto al di dentro, che fanno protube-
sponde a quattro linee all’ incirca. Quanto al ranza nella parte anteriore, e portano, il no-
diametro, eh’ è cjuasi d’ una linea, diversifica me di caruncola lagrimale ( caruncula la-
secondo gl’ individui : tuttavolta è sempre cryrnalis ) Alla parte
esterna e libera poi
meno largo alla parte media che alle estremi- della terza palpebra, cioè a quella che oltre-
tà; un poco obbliquo d'alto in basso e dal passa d’assai, verso l’ innanzi, la caruncola,
di dentro al di fuori, poi descrive una lieve si dà il nome di ripiegatura semi-lunare (pli-

curvatura, la convessità della quale è rivolta ca semi-lunaris). Venne descritto nel


all’ innanzi e la concavità all’ indietro. Colla London Medicai Repository, voi. XVIII, p.
superiore sua estremità, corrisponde al sacco 32, un nuovo muscolo, del quale ponghiamo
lagrimale mediante una circolare apertura, qui la descrizione perchè è situato fra il mar-
nella quale non osservasi ninna valvola. La gine posteriore dell’osso unguis ei punti
estremità inferiore poi si apre nei meato in- lagrimali, uè venne descritto punto fra’ mu-
feriore, sotto la parie media anteriore del tur- scoli dell’ occhio ne’ fascicoli antecedenti. Se
binalo, con un’ apertura tagliata obbliqtia- dobbiamo creder aH’Horner, che lo ha scorto
menle d’ alto in basso e dal di dentro al di il primo, codesto muscolo nasce da una linea

fuori. Si osserva, al Iato interno di codesta aponeurolica che si attacca in direzione,

apertura, una ripiegatura semi-lunare che ha verticale, all’ osso unguis, incomincia all’ an-
qualche somiglianza con una valvola. — - Le golo superiore di quest’osso, e- finisce inle-
pareli dei sacco lagrimale e dei canal nasale, riormeute a circa quattro linee di distanza ;

sono formale da tre membrane sovrapposte. da questo luogo le fibre di esso si rivolgono
— L’ una è esterna , biancastra, manifesta- all’ innanzi, seguendo una linea pariillela, e
mente fibrosa, e giova di periostio alle os- passando, nel loro tragitto, sulla parte corri-
sa che ricevono il sacco lagrimale, scorgen- spondente del sacco lagrimale. Al luogo, in
dolasi pure, alla regione anteriore della supe- cui si riuniscono i condotti lagrimali, sono
rior parte del sacco.— La media è sottile e nascosti medesimi da codesto muscolo, die
i

cellulare, e corrisponde alla tonaca cellulare si divide allora in due parti uguali per modo
delle membrane mucose. — La terza, è den- che presenta, a così esprimermi, un cor po e
sa, piena di asprezze, jnoile, polposa, e co- due eslrcmilà. Il corpo si reca dall’ indietre»
perta di muco, come la membrana pituita- all’ innanzi seguendo una direzione retta;
ria, della quale non è manlfeslamenle che un le estremità, per io contrario, sono disposte
prolungamento. — Non è lo stesso di quella in guisa da modellarsi alla forma de’ condotti
dei condotti lagrimali che si continua alla lagrimali, e presentano, per questo, una lieve
PKTJJi T!E LAGRlMALf 235
curvalurn. Sono îe fibre fii codesto muscolo scolo orbicolare mira a indirizzare le lagri-
involle da un tessuto cellulare delicatissimo, me appunto per questo verso, si comprende
che le mantiene congiunte fra loro e vi si : come i punti lagrimali debbano impossessar-
possono discernere due facce, l’una delle quali sene per mezzo di un assorbimento analogo
attaccasi all’osso unguis, a una parte del sac- a quello che si opera in molti altri condotlh
co lagrimale e ai condotti lagrimali, 1 altra è ’
e come le lagrime, spinte allora continuamen-
coperta dalla congiuntiva e dal grasso. Ap- te nei condotti lagrimali, arrivino poi nel
punto in quest’angolo, formato dalla divisio- sacco lagrimale, e cadano finalmente nel ca-
ne delle due estremità, si trovano e il rudi- nal nasale, dove sono spinte ulteriormente al
mento della terza palpebra, della quale ab- di fuori nell’atto di soffiarsi il naso ò di sputa-
biamo fatto parola, e la caruncola lagrimale. re. k parere del Magendie 1 ’ esposta spiega-
Codesto muscolo riceve due nervi derivanti zione è al tutto inesatta, nè punto esiste il ca-
dal ramo nasale esterno dell’ ottalmico del nale triangolare che dicesi formato dalla riu-
Willis ed è, per quanto stima 1 Horner, de-
;

nione delle palpebre. D’ altro lato, quand’an-
stinato ad operare sui punti lagrimali, e a che '
esistesse, non
potrebbe comprendere
si

trarli al di dentro al tempo stesso che man- come operasse durante la veglia ( Elementi
tiene i margini palpebrali nella situazione che di Fisiologia., l'om. I, pag. 54, 1825 ). Ma
^leggiono conservare rispetto al globo del- ne sia lecito il rispondere all’ illustre au-
l’occhio. Secondo il Trasraondi, che riconob- tore del T rattato elementare di Fisiologia, che
be l’ esistenza de’ due nervi de’ quali parlam- 1’ esistenza de! detto canale triangolare non
mo, opererebbe codesto muscolo, nel tempo sembraci dover essere posto in dubbio ;
che
stesso, sul sacco e sui condotti lagrimali , e fu delineato dal Soemraeriug mira-sulle sue
sulla caruncola lagrimale, eh’ esso comprime bili dipinture dell’ occhio, e che si può scuo-
per modo da favorire l’ uscita dell’ umore prirlo scolando prima un poco di cera, o qua-
fornito dalle cripte che la compongono { No- lunque altro corpo atto a produrre l’aggluti-
tizia intorno la discoperta di due nervi del- namento delle [)aìpebre, ed esaminando, do-
V occhio umano. —
Miscellanee di chirur- po l’ indicata operazione, queste ultime dalla
gia straniera. Ginevra, 1824, P- 4 ^^ )• loro pai'te posteriore. Quanto alla difficoltà di
tigiano deli’ opinione dell’ Horner è il Gery spiegare il meccanismo, durante la veglia, del-
(
loc. citât.., pag. 454 concittadino del Tra- lo scolo delle lagrime, ci sembra questa giù
sraondi, contro il quale egli avvisa, che il sciolta ammettendo l’esistenza di codesto ca-
muscolo lagrimale., quale egli Io chiamò, altro nale, il quale, tanto in un caso che nell’ altro,
uso non abbia fuor quello di adattare le pal- serve a condurle verso di punti lagrimali. —
pebre al globo dell’ occhio, e servire per tal La sec rezione delle lagrime diversifica non
modo a favorire 1 entrata delie lagrime nel

solamente nelle diverse epoche della vita, ma
sacco lagrimale. eziandio durante ciascheduno dei periodi di
§. V. Osservazioni fisiologiche intor- questa. E noto come sieno assai più copiose,
no la sorgente e il corso delle lagrime. - nell’ infanzia e nella vecchiaia, che nell’ età
Separate, per opera della glandola lagrimale, adulta ; mollo più nelle donne che negli no-
dal sangue, le lagrime sono versate sul globo mini, negl'individui i temperamento sangui-
dell’occhio, ove si trovano confuse colla sie- gno che in quelli di temperamento bilioso,
rosità che sgorga dai margini della congiun- più nei freddi di quello che sia ne’caldi paesi.
tiva : sono destinate le medesime a rendere È noto finalmente che la separazione delle la-
meno aspri gli sfregamenti, e ad impedire il grime è accresciuta da varie cagioni tìsiche e
diseccamento di quella parte dell’ organo morali. Le persone dotate di squisita sensibi-
della visione che si trova a contatto dell’aria. lità, quelle che sentono gagliardamente, pian-
Non s’ accordano i fisiologi quanto al mecca- gono colla massima facilità, e tale disposi-
nismo pel quale codesto liquido perviene dal- zione di rado si accorda ad una malvagia in-
l’ organo secretorio all’angolo maggiore del- dole. —
Il pianto è nn effetto sì costante del-

l’occhio. Alcuni, e sono i più, avvisano che le emozioni dell’ animo, da poter essere ri-
a misura che viene separato il fluido, e spar- guardato per un mezzo, del cjuale natura
so sul globo dell’ occhio, una parte ne venga donò l’uomo e gli animali affinchè potessero
disciolta, e l’altra, per lo contrario, sia indi- manifestare al di fuori 1 profondi senlimenti
rizzata verso i punti lagrimali, mentre le due che li toccano. Che cosa più naturale che il pian-
palpebre incontrano. Tale è in fatti, dicono
s’ gere un amico che si amava ? Achille, Ales-
i difenditori di questa sentenza, la disposi- sandro, conobbero la voluttà delle lagrime:
zione anatomica di codesti mobili velamenti Sunt lacrymae rerum. 11 cervo, ridotto agli
che, quando si tocchino, formano un canale estremi, versa lagrime, e il cane che ha per-
triangolare, tanto più largo quanto più si av- duto il suo signore inonda di pianto la sua
vicina all’angolo interno dell’organo della tomba. Può essere forse vero il detto, che le
visione; ora, siccome la contrazione del mu- lagrime si osservano più di frequente «lietro
235 APPARECCHI DEM.E SECREZIONI

j senlimentl piacevoli. Raro è, infatti, che le manente sua estensione, al margine posteriore
pene profonde si disfoghino in copiose lagri- della branca di quest’osso, e a quello del mu-
me quello, eh’ è divorato dalla tristezza, of-
:
scolo pterigoideo interno ; finalmente, la ter-
fre sovente l’aspetto della calma e della tran- za faccia è interna e posteriore ; unita, per
quillità, ned è parodosso codesto che le la- mezzo d’ un
tessuto cellulare stipalo al con-
grime apportano sollievo. dotto uditorio esterno, all’ apofisi^ mastoidea,
al margine anteriore del muscolo sterno-clei-
DELLE VIE SALIVARI do-mastoideo, ventre posteriore del diga-
al
strico, all’ apofìsi sliloidea e ai muscoli che in
CONSIDERAZIONI GENERALI questa si attaccano. 11 margine anteriore
poggia sul muscolo massetere, e il margine
Intorno la cavità della bocca, ma special- posteriore, concavo, è sovrapposto alla parte
mente intorno la mascella inferiore, si trova- inferiore del contorno della parte cartilagi-,
no, da ciaschedun lato, ire glandole spettanti nosa del condotto uditorio. —
11 margine in-

alla classe delle conglomerate., che portano terno si caccia molto profondamente fra lo
il nome di glandole salivari, e sono la paro- pterigoideo interno, il ventre posteriore dei
tide, la sotto-mascellare e la sotto-linguale: muscolo digastrico, e i muscoli che si attac-
ognuna di queste separa un fluido particola- cano all’ apofisi stoliloidea; è costeggiato dal-
re, la saliva liquido acquoso, che serve al-
: r arteria carotide esterna. — L’ estremità su-
r atto àeW insalivazione. —
Oltre i caratteri periore della parotide corrisponde alla base
generali della classe cui spettano, presentano dell’ apofisi zigomatica del temporale tra il
pure siffatte glandole molte singolarità a loro condotto uditorio esterno e l’articolazione del-
proprie. Quindi, a cagion d’ esempio, hanno la mascella inferiore l’estremità inferiore, più
:

forma rotondata, colore grigiastro sono pri- : sottile, è situata dietro l’angolo della mascella,
ve di capsula membranosa speziale. Sono — ed è unita, per mezzo di tessuto cellulare, alla
circondate d’ un tessuto cellulare addensato, glandola mascellare e ad alcune glandole linfa-
e, in generale, si attaccano lassamente alle tiche vicine. La glandola parotide ha una
parti vicine. La loro situazione poi è tale, che consistenza molto compatta; bianco rossastro
i muscoli, ed anche la mascella inferiore, il composta d’un numero alquan-
colore; ed è
quando sono in movimento, operano meccani- to considerabile di granulazioni distinte le une
camente sopra di esse. —
Dopo questo rapido dalle altre. Quasi verso la superiore estremi-
esame de’ caratteri comuni alle indicate glan- tà del terzo medio dell’ anteriore suo mar-
dole, passiamo alla particolare descrizione di gine, esce un condotto chiamato canale dello
ciascheduna. Stenone, che serve di canale escretorio alla
§. 1. Della parotide. — Tra tutte le glan- glandola. —
Non è certo che il scopritore sia
dole salivari,
la parotide è la più voluminosa, stato lo Stenone. Credono in fatti alcuni ana-
dovendosi infatti, neiradulto, valutarne il pe- tomisti che fosse Needhara, altri Blaes. Le pa-
so a cinque dramme.— E collocata immediata- reti di tale condotto hanno una considerabile
mente sotto la pelle, davanti la metà inferio- grossezza, avuto riguardo all’ ampiezza ed ;

re dell’ orecchio esterno, nell’ intervallo che esso cammina dall’ indietro all’ innanzi e dal
esiste fra la branca ascendente dell’ osso ma- di fuori al di dentro, immediatamente sotto la
scellare inferiore,!! condotto uditorio el’apod- pelle e copre il muscolo massetere. Separato,
si raastoidea del temporale all’indietroda figura le più volte, per un intervallo di tre in cin-
n’è per qualche modo, prismatico e triangola- que linee, dal margine inferiore dell’ apofìsi
re ed ha, pari essendo d’ altro canto tutte le
; zigomatica , accompagnato dall’ arteria tra-
circostanze, alquanta maggiore altezza che lar- sversale della faccia, e da alcune branche del
ghezza è un poco più abbassata dal di den-
; nervo facciale, passa sul margìue anteriore
tro al di fuori che non sia in ogni altra dire- del muscolo massetere, penetra tra le fibre
zione, ed ha nulla meno maggiore altezza e del buccina tore, e si apre nella parete la-
larghezza che grossezza la sua metà inferiore terale della bocca, di rincontro al primo den-
;

però è più grossa e larga che la superiore. — te molare posteriore della mascella superio-
Vi si possono distinguere tre facce e t^'e mar- re. Tale condotto, siccome fece notare il pro-
gini l’ una
: di quelle, esterna, leggermente fessor Boyer, non passa obbliquamente tra
convessa, è coperta dalla pelle, da alcune fibre le filare del muscolo buccinatore; ma vi pe-
del pelliciaio, e da una membrana cellulo-apo- netra dirittamente ripiegandosi, al di den-
neurotica ; 1’ altra, interna ed anteriore, pog- tro, quindi fa un piccolo cammino obbliquo
gia anteriormente sul muscolo massetere, al all’innanzi nella spessezza della membrana
quale s’ unisce mediante un cellulare tessuto interna della bocca, talché tirando tale con-
alquanto stipato posteriormente presenta un
;
dotto nella direzione che tiene tra le fibre del
infossamento che corrisponde, in alto, all’ ar- buccinatore, il suo orifizio trovasi anterior-
ticolazione della mascella inferiore, e nella ri- mente, da lato a quell’ infossamento che si
DELLE VIE salivari

produce, mediante stiramento, neir in-


sì fatto
Sembra compo-
— Più internamente, la sostanza della glan-
terna membrana della bocca. dola suole produrre un prolungamento della
sto tale condotto d’ un tessuto cellulare stipa- spessezza d’ alcune linee, la cui direzione è
tissimo, sparso di molti Tasi, e una membrana uguale a quella del canale del Warton, seb-
mucosa, somigliante a quella delia bocca, sem- bene non si estenda cotanto all’ insù, e che
bra tappezzarlo nella parte inferiore. -
una glandola
In- — aitraversa la parte interna dell’ estremità po-
contrasi qualche volta accesso- steriore della glandola sotto-linguale per a-
ria { gianduia partis accessoria ) , situata prirsi di poi lateralmente al canale di War-
ad una maggiore o minore distanza dalla ton, e talvolta per mezzo d’un foro comune
parotide normale, sull’ osso della guancia e ad un piccolo condotto escretorio uscito da
sull’ arco zigomatico nè mai esiste comu-
: codesta glandola stessa; tale condotto comune
nicazione tra questa glandola e la parotide si chiama canale del Bartolino., dal nome

propriamente detta. D’altro canto si divide dell’ anato 0\' “O che 1’ ha discoperto il primo
essa talvolta in due apre, per mezzo
lobi, e si nel leone. ductu salitali hac tenus non
di un piccolo condotto, nel canale dello S te- descript>:ii‘obseroaÉÌo.^ Leyda iG84^. -— Le
none. 11 Meckel la paragona alla glandola or- arterie della glandola sotto-mascellare deri-
bitale di parecchi mammiferi. Kiceve la pa-— vano dalla linguale e dalla mascellare interna;
rotide la sua arteria della carotide esterna, le radichette venose si portano alle vene cor-
dalla temporale e dalla trasversale ; le sue ve- rispondenti ; i nervi derivano dal linguale e
ne sboccano neU’esterna jugulare : i suoi imr- dal ramo railo-joideo del dentale inferiore.
vi sono somministrati dal facciale e da un ra- §. III. Della glandola sotto-linguale.
mo ascendente del plesso cervicale. ^
E situala questa glandola nella spessezza della
§. II. Glandola sotto-mascellare. E parete inferiore della bocca, sotto la parte an-
codesta glandola più piccola, almeno una mela, teriore della lingua, dietro la metà del corpo
che la precedente la sua figura è quella d’ini
;
della mascella inferiore è allungata dall’ in-
;

triangolo rotondato è situata alla parte in-


: dietro all’ innanzi, appianata trasversalmente,
terna dell’ angolo e della branca del mascella- e alquanto somigliante ad una mandorla pri-
re inferiore. I<e sue attinenze sono, este- va della sua corteccia legnosa. Colla sua faccia
riormente, colla parte inferiore della faccia esterna corrisponde ad un infossamento che
interna del muscolo pterigoideo interno ; an- si osserva sulla faccia interna del corpo della

teriormente manda un piccolo prolungamen- mascella inferiore; F interna sua faccia poi si
to sopra il margine posteriore e la parte po- appoggia sul muscolo genio-glosso la mem- ;

steriore della faccia inferiore del muscolo mi- brana interna della bocca ne copre il margine
ìo-glosso ;
internamente si appoggia sull’ e- superior l’estremità anteriore è collocala fra
;

stremità posteriore del ventre anteriore dei il corpo della mascella e il muscolo genio-joi-

muscolo digastrico ; posteriormente sopra lo deo ;


e F estremità posteriore è congiuuta
stilo-glosso. La glandola sotto-mascellare ha, d’ ordinario al prolungamento glandoloso che
come la parotide un colore bianco rossastro ; circonda il condotto della glandola mascella-^
e presenta minor consistenza di quest’ ultima, re. — E dessa composta di lobuli il cui volu-
ma ha i suoi lobi molto più grossi talora è : me è minore di quelli della sotto-mascellare ;

saparata da un solco, in due parti, 1’ una an- ed è pure più bianca e più dura di questa : un
teriore e 1’ altra posteriore del resto i lobi
: altro carattere atto a farla discernere, e dalla
che la compongono sono al pari chehiella pa- parotide e della sotto-mascellare, consiste in
rotide, formati da molti grani glandolosi uni- ciò che non finisce, come queste ultime, con
ti da tessuto cellulare e dai vasi che passano un orifizio unico, ma con molti se ne nove-
:

dall’ uno all’ altro. Dalla sua estremità rano, in fatti, da sette in otto, facile a scor-
anteriore nasce quel condotto escrelorio che gere nella faccia inferiore della cavità della
si denomina canale di Wharton ( ductus bocca, sotto la lingua, e in molta vicinanza
Whartonianus ) . Le pareti di questo ca- a questa. Si veggono talora alciini de’ con-
nale sono pure sottilissimi a pai’agone del dotti escretori della parte anteriore di siffat-
diametro; tuttavolta, riguardando al volu- ta glandola
( ductus Rioiniani ) ,
riunir.si a
me della glandola , è molto maggiore che quello della glandola mascellare ;
e talvol-
quello dello Stenone. La direzione n’ è obbli- ta anche uno di essi si anastomizza con un
qua dal di fuori al di dentro, dall’ indietro condotto derivante dalla divisione del cana-
all’ innanzi, passa al di sopra del muscolo mi- le di Warton, e dà origine per tal modo al
lo-glosso, al di sotto e al di dentro dalla glan- canale del Bartolino, del quale ho già parla-
dola sotto-linguale, al di fuori del margine to. Invano, che che ne dicano parecchi
superiore del muscolo io-glosso, e finisce con anatomici, si cercherebbero .altre glandole .sa-
una piccola protuberanza a modo di bitorzo- livari, o altri condotti che conducano al dì
lo, lateralmente al frenello della lingua e per fuori la saliva. È noto, infatti, da lunga pez-
conseguenza dietro la serie dei denti inferiori. za, che le parti state considerate per tali,
siS ^PPARi-COHi UÜLÎ.E SiiCRE/lO.NI

îioii erano che gîaudoîe niunicipare della base vità. È


destinata .a immischiarsi agli alimenti
della lingua, o della circonferenza della larin- durante 1 ’ atto della masticazione, e serve a
ge, o anche, secondo G. I. Trew, delle arterie inzuppargli, penetrarli, disporli alla chimifi-
del dorso della lingua. Le arterie della cazione; se dobbiamo credere ad alcuni fisio-
glandola sotto-linguale derivano dalla labbia- loghi, (Giornale ebdomodario di medicina.,
le e dalta sotto-linguale, i nervi della branca 1834 ) saliva non serve niente a quest’ ulti-
linguale del mascellare inferiore. Quanto ma funzione ;
ma noi non adottiamo tale
allo sviluppo delle glandole salivari, si può sentenza, che ne sembra contraddetta dai fatti
dire, d’ un modo generale, che non differisce più costanti e generalmente ammessi. Chi
,

punto dallo sviluppo generale di tutte le glau- è mai così poco assuefatto ad osservare, che
dole- non ricordi siccome un alimento non imbe-
§. //G Osservazioni fisiologiche intor- vuto nella saliva riesca più grave., come dice

no le glandole salivari. L’ uso delle glan- il volgo, allo stomaco., di un altro che sia
dole della bocca è molto manifestamente la se- stato ben saturato; per così esprimerci di que-
crezione della saliva. Innanzi la discoperta di sto liquido ? Quale di noi, finalmente, ignora
qnelie, si stimava che codi.'sto fluido fosse se- die quelli i quali si sono avvezzati ad isputare
parato dal cervello e dai nervi, ovvero che de- ad ogni istante, hanno le spesse volte uno sto-
rivasse dai vasi linfatici. Oggiilì, non è più maco debole? Ippocrate stimava che gli spu-
dubbio intorno la sorgente di questo liquido: tatori per assuefazione non tardassero a di-
solo ignorasi, se sia deposto dalle arterie nel- venire melanconici. Senza farci mallevadori
la cavità che lo riceve, ovvero se i vasi non di tale opinione, persistiamo nel pensare che
facciano che portarvi i materiali della secre- la saliva serva, al quanto da vicino, alla di-
zione. Tuttavolta quest’ ultima opinione è la gestione siccome assicurano gli esempi d’ in-
;

più verosimile. Diverse cagioni sono at- dividui i quali, dopo essere addivenuti ad uno
te ad accelerare o allentare la secrezione di stato di sommo dimagrimento in conseguenza
questo fluido. Le quali cagion operano quan- d’ un abbondevole scolo di saliva, hanno ra-
do raaccanicamente, come le pressioni itera- cquistata la salate subito che la chirurgia ha
te esercitate sopra le glandole nell’ atto del- posto rimedio a sì grave infermità. —
Termi-
la masticazione, nella tosse, nel riso, nel pian- neremo ricordando siccome la saliva siasi cre-
to, negli sbadigli, nel favellare, massime quan- duta, in tutte le età, dotata di proprietà de-
do è acelerata la pronnnziazione ora ecci- ; tersive e risolventi. La si è adoperata altre
tando la sensibilità e l’ azione degli orga- volte contro certe spezie d’ impetigeni, e al-
ni salivari, come quando s’introducano nel- cuni medici 1

hanno raccomandata contro la
la bocca delle sostanze irritanti : ora final- resipola pustolosa, contro l’ albugine e an- :

mente producendo degli effetti simpatici, sic- che de’ nostri dì la si adopera in alcuni paesi,
come la vista o l’odore d’ una grata vivan- tra gli altri in Ispagna, per la gujjrigione di
da in chi è molestato dalla fame. A.nche alcune ulcere antiche, o anche per quella di
la vista d’ oggetti spiacevoli è sufficiente ad ferite recenti.
accrescere secrezione della saliva ; e lo
la ^

stesso vuol dirsi di alcune malattie; come DELLE VIE BILI/VRI e FÂNCREATIGHE
ì’augina, il vainolo confluente, la lussazione
della mascella inferiore l’ accresce
: però in O DEGLI ORGANI GLANDULOSI
ispezie 1 ’ uso o 1 ’ abuso del mercurio, preso DELLA PORZIONE ADDOMINALE DELL’APPARECCHIO
internamente o in unzione è poi vero che al-
: DIGESTIA^O
lora la natura della secrezione è mutata.
Di rado la secrezione della saliva si trova di- CONSIDERAZIONI GENERALI
minuita, e in ispezie affitto sospesa il quale :

fenomeno osservasi semplicemente nelle in- Gli organi glandulosi della porzione ad-
fiammazioni delle vie digestive. Del rimanen- dominale dell’ apparecchio digestivo, chiama-
te secondo che la secrezione di questo liquido ti,insieme allo stomaco visceri chilopo] etici.,
è accresciuta o allentata, più o meno alterate ( viscera chylopoietica ) ,
sono il fegato, il
ne sono le qualità, e la saliva ne riesce allora pancreas e la milza. Questi tre organi sono
olpiù fluida o più viscosa. —
Nello stato natu- situati parte superiore dell’ addomine,
nella
rale, è inodora, d’ un color bianco misto d’az- e legati fra sè per intime connessioni. Nume-
zurro, meno limpida che 1 acqua, e compo- ’
rosissime ancora sono le loro relazioni collo
sta, in gran parte, di questo liquido, d’ una stomaco e col duodeno, non solo per rispet-
materia animale particolare, di muco, di pa- to alla situazione, ma ancora ai nervi e ai vasi
recchi sali, e via discorrendo. E separata con- che ricevono: infatti, uno stesso tronco, l’ar-
tinuamente , nè tralascia di sgorgare nella teria celiaca, somministra alle medesime le
bocca; e talvolta codesto scolo è sì rapido eh’ arterie nutrienti : e i^loro nervi si dipartono
slanciata a molta distanza fuori di questa ca- dalla stessa sorgente, cioè dal plesso .solare;
DELLE V-ÎE BILIARI E PAMCREA TlCIlg' 209
filialnienle canali escretori del fegato e del
i po’ meno superiore ; cd è pure
estesa che la

pancreas che si aprono nel duodeno, sembra- lievemente ed inegualmente concava. Vi si tro-
no prolungamenti della membrana interna di vano alcune eminenze ed infossature, le quali
questo intestino. però non sembrano derivate che dalle corri-
spondenze di quest’organo colle parti ond’
Articolo I. attorniato, e dalle scissure profonde destinate
al passaggio de’ vasi del fegato. Dei due—
DEL FEGATO margini, che si notano nel fegato, uno è an-
teriore o inferiore, e l’altro posteriore o su-
11 fegato è la più grossa di tutte le glan- periore: ambidue sono convessi, ma il primo
dole del corpo. Occupa quasi tutto P ipocon- più che il secondo, ed in pari tempo più sot-
drio destro, dal quale si estende, in direzione tile e tagliente, mentre che il posteriore è

. obbliqua, alla parte interna dell’ ipocondrio grosso ed ottuso per modo che la superficie
sinistro, in modo che la destra sua^ estremità superiore e inferiore si riuniscono a grado
ne riesce più bassa che la sinistra. E colloca- a grado, sebbene siavi tra quelle una linea di

to sotto il diaframma, sopra lo stomaco, l’ar- separazione manifestissima. La porzione


co del colon, il duodeno, il piccolo omento, sinistra della superficie inferiore del lobo de-
la -vescichetta del fiele e il rene destro; da- stro, che è la più piccola e occupa la parte
Tanli la colonna vertebrale, i pilastri del dia- media della superficie inferiore del fegato con-
framma, l’esofago, l’aorta e la vena cava infe- sideralo nel suo complesso, ha la forma dÌ
riore ;
dietro il margine cartilaginoso che co- un’H collocata dall’innanzi all indietro, la cui
stituisce il confine del petto, fra la milza e le asta trasversale e le due gambe sono formale
coste spurie destre. 11 diametro tras'^’ersale dai solchi [salcio i, FoK>eae ), convergenti al-
di quest’ organo è di tutti il più grande’, r indietro, della faccia inferiore del fegato,
essendo comunemente di dieci in dodici tra’ quali si trovano alcune elevatezze
(
lobu-
pollici nell’ adulto, mentre che l’ antero-po- li). — 11
solco mediano o trase'ersale {sulcus
i
sleriore è di sei in sette pollici, L’altezza del intermedins.^sulciis transeersus)., è situato in
fegato corrisponde a due pollici nel lato destro, maggior vicinanza al margine posteriore che
sito in cui quest’ organo è dotato dalla mag- all’anteriore; rivolto da destra a sinistra secon-
giore grossezza. 11 peso torna, come termine do il maggior diametro
della faccia inferiore,
medio, a quattro libbre nell’ adulto donde : de! quale occupa all’incirca il terzo medio, ta-
ne segue che sta a quello di tutto il corpo co- glia, ad angolo retto, il solco orizzontale. Pre-

me, r a 36. —
La figura del fegato è irre- senta una profondità alquanto notabile, massi-
golarissima si può dire per altro che si ac-
: me nella parte mediana, nè vi si scorgono giam-
costi a quella d’ un lungo quadrilatero. La mai quella specie di ponti diesi trovano sovent
grossezza n’è molto più considerabile dall’ un einente al di sotto del solco longitudinale. Con-
lato all’ altro, che dall’ innanzi all’ indietro, e tiene codesto solco la vena porla,! principali
spezialmente che dalle parti superiori alle in- rami dell’arteria epatica, e i condotti biliari, i
i

feriori. —
Si divide in due lobi, il lobo de- quali uscendo dal fegato, si riuniscono per for-
stro e il lobo sinistro^ i quali sono separati mare il canale epatico. Vi si osservano pure ì
l’uno dall’altro, nella faccia superiore, da un vasi linfatici e i nervi del fegato. —
Il canale

legamento che porta il nome di legamento epatico è situato nteramente all’ innanzi e la ;

\
sospensorio: nel margine anteriore, questi vena porla si trova una serie anteriore e
I
lobi sono pure divisi, ma da un’ incavatura una serie posteriore delle ramificazioni deì-
1’ arteria epatica.
profonda : finalmente, sulla faccia inferiore Questi Ire vasi si dividono
sono divisi dal solco longitudinale sinistro, ciascheduno in ramo destro ed in ramo sini-
che corre tutta la larghezza della glandola. stro. I due rami dell’arteria epatica sono, le
— Il lobo destro { lobus hepatis dexter^ 5 jùù volle affatto distinti e separali l’uno dal-
major) è più grosso all’incirca quattro volte l’altro. ll^solco longitudinale sinistro
I che il sinistro lobus hepatis sinister, 5 mi- {fossa longitudinalis sinistra) ehe. separa
i nor),e lo soverchia d’assai in tutte le sue il lobo destro dal sinistro, e dae dal margine

i dimensioni, ma in ispezie in quella della gros- anteriore si estende al posteriore, è diviso in


t sezza. {ja faccia superiore è convessa e due metà dall’ estremità sinistra della A^ena
1 tocca, in suoi punti, la volta del dia-
lutti i porta che vi si apre. Una di queste, cioè 1’ an-
j framma, al quale è contigua, tranne ali’ in- teriore, è più profonda e più lunga dell’altra
: dietro , al luogo del legamento coronario , eh’ è posteriore più piccola e più superficia-
t «love si attacca intimamente a codesto rnu- le, La metà anteriore {fovea prò vena
f scolo. La convessità di questa faccia è umhelicali.^ i, ligamento ),
contiene la
I juolto più patente all’ indietro e a destra che vena ombelicale o il legamento rotondo del
Î a sinistra e sul davanti. —
La faccia infe- fegato, il Meckel pensa con Gunz, e con molti
t f iore è un poco inclinala all’ indietro, c un anatomici de’ nostri tempi, che questa metà
240 Al’rARECCm DELLE SECREZlOPil

anteriore mutata sovente in un vero cana-


sia insieme. — L’ eminenza-porta separa in due
Ìe, siccome negli animali, da una o più liste- metà, r una anteriore e 1’ altra posteriore ,
relie della sostanza queste liste-
del fegato :
quella porzione della faccia inferiore del fega-
ielle si estendono comunemente, a foggia di to che trovasi posta tra’ due solchi longitudi-
ponte, dalla faccia inferiore della grande ala nali. — La metà anteriore è la più profonda ;
a quella della piccola, e talvolta tiene luogo situata tra gl’ infossamenti della vescichetta
di esse un semplice prolungamento della ca- biliare e della vena ombelicale, da una par-
j>sula peritoneale dell’ organo epatico. La — te , P eminenza-porta e il margine anterio-
metà posteriore del solco longitudinale sini- re dall’ altra, e ha ricevuto, dalla configura-
stro è, come dicemmo, più superficiale che zione, il nome di lobo quadrato (lohus qua-
r anteriore questa specialmente è più mani-
:
dratus). —
La metà posteriore, più piccola,
festa verso il lobo sinistro; del resto, contie- più allungata, più stretta, ma eziandio più
ne il canale venoso (fossa ducta venoso^) che prominente, perchè si trova sopra una base
si rivolge dall’ inuanzi all’ indietro di basso in men larga, è situata fra la vena-porta e il sol-
alto, e, verso la sua terminazione, un poco da co della vena cava inferiore, quello del cana-
sinistra a destra ; e posteriormente, si fa con- le venoso e il margine posteriore; la si chia-
tinua al solco della vena cava inferiore. Di ma lobo dello Spigelio (lahulus Spigeìii, s.
rado è unita, intimamente al canale venoso caudatus). —
La porzione destra della fac-
mediante uno strato della sostanza del fegato, cia inferiore del maggior lobo, eh’ è la più
il quale strato, quando tale fenomeno avven- grossa, presenta una convessità o una conca-
ga, è sempre sottilissimo. —
\\ solco longìtu^ vità uniforme. —- li lobo sinistro, più picco-
dinaie destro {fossa longìtudinalis dextra), lo e più sottile che il destro, siccome dicem-
ha molto meno profondità ; la sua parte ante- mo, finisce a poco
poco con un’estremità
a
riore, separata dalla posteriore per mezzo del- ottusa. Le sue superiore ed inferiore,
facce
ia vena porta, differisce molto dall’ ullirna, e sono ambedue lisce ed unite. —
Esistono, ta-
quanto a forma, e quanto al grado di rilevan- lora, anzi s’ incontrano con certa frequenza,
za che s’accorda a ciascheduna di esse. alcune incavature, oltre le descritte, che si
L’anteriore, infatti, più piana, nè tapezzata dal osservano particolarmente nel lobo destro ,
peritoneo, riceve la vescichetta àeìjiele (fos- talora anche in altri punti del visceri: e que-
sa prò vesciculafollea ). L’ infossamento che ste ci rammentano quello che avviene ne’ma-
ia riceve è quasi sempre segnato, all’ innanzi, miferi, il cui fegato suole essere diviso in pa-
da un’ incavatura più o meno profonda, e tal- recchi lobi.
ora comunica, verso ranteri|pre sua estremità, §. I. Legamenti delfegato. —
toneo avvolge in tutte le sue parti, il fegato,
II peri-
colla faccia superiore del fegato per mezzo di
una vera apertura. —
- La posteriore, allo in- tranne la parte destra del margine posteriore
vece, si rivolge di basso in alto e si continua di questo, e la porzione della fijccia inferiore
col margine posteriore: si chiama fossa che copre la vescichetta biliare. —
Il fegato

della vena cava (fossa venae cavae)^ perchè è mantenuto al suo posto da molti legamentì
riceve la parte superiore della vena cava infe- che si attaccano tutti al diaframma, parecchi
riore. Posteriormente, si confonde, nel mar- de’ quali sono dotati d’ un certo grado d’ ela-
gine ottuso dei fegato, col solco del canale ve- sticità fenomeno d’aversi in considerazione
:

noso. La si trova anche sebbene di rado mu- perchè vale a dar ragione degli spostamenti
tata interamente, o in parte, in un canale me- di questo viscere. Tali legamenti sono i.^ :

diante una listerelia della sostanza del fegato. la gran falce del peritoneo, o legamento so-
'
— Da questa fossa si dipartono, dal basso in spensorio 2.0 i legamenti laterali o trian-
;

alto, molte piccole vene epatiche, in nume- golari; 3.° finalmente il legamento coronario.
ro di venti all’ incirca, le quali camminano La gran falce del peritoneo, o, come la
in varie coppie, le une accanto le altre, e chiamano pure alcuni anatomici', la falce del-
shoccano nella vena cava inferiore. Altri due la vena ombelicale, è conosciuta più general-
grossi tronchi venosi nascono dalle parte su- mente col nome di legamento sospensorio
periore, r una a destra e 1’ altra a sinistra ; e del fegato. Estendesi questo legamento dal-
si diportano, del rimanente, nella stessa gui- r ombelico al fegato e al diaframma, ascen-
sa. —
Risulta dall’ indicata disposizione che la dendo obbliquaraente da sinistra a destra ;
vena cava, quanto alla disposizione delle sue giunto al margine anteriore del fegato, si di-
branche, segue la stessa norma
degli altri vasi vide in due parti, l’una delle quali si profon-
del fegato e che, sebbene tale organo sia sem- da nel solco orizzontale, in compagnia della
plice, sembra composto nulla di meno da due vena ombelicale che n’ è inviluppata, l’altra
metà, l’ una sinistra e 1’ altra destra. — Nella si contìnua sulla superficie superiore del fega-

il lobo medio
faccia inferiore, posteriore se- to, fino al diaframma: tale ripiegatura, stret-
para perfettamente i solchi vascolari, ma po- ta ia basso e all’ innanzi, si allarga ascenden-
steriormente, questi si confondono proprio do verso il diaframma, e si stringe di nuovo
DELLE VIE CILLUU E PANCREATICIÌE 241
atT;ìlto air iiitUetro cil donde segue
in alto ; tro si attaccano a ciascheduna estremità del
ohe rappresene, con molta esattezza, una fal- fegato, un poco all’ indietro, massime nel la-
ce, massimamente nella sua parte inferiore. — to destro. 11 terzo è aderente al diaframma.
Gli anatomici vi distinguono ordinariamente Del resto sono questi legamenti, non altri-
due superficie, due margini, un apice ed u- menti che il sospensorio, costituiti dalla mem-
iia base. Delle due superficie, l’una è rivolta brana sierosa peritoneale, e presentano nella
all’ innanzi, e corrisponde in basso alla par- loro struttura due lamine distinte, tra le quali
te anteriore dell’addomine, in alto alla faccia si trova un poco di tessuto cellulare e dei
inferiore del diaframma ; 1’ altra, rivolta al- vasi sanguigni e linfatici. 11 loro uso è quello
1’ indietro, è soprapposta in basso ai visceri di mantenere fermo il fegato nella naturale sua
addominali, e superiormente alla faccia con- posizione, e ritenerne le estremità allorquan-
vessa del fegato. Il margine anteriore è con- do ci corichiamo sull’uno o sull’altro fianco.
vesso e si attacca alla guaina del muscolo de- Il legamento coronario occupa la parte

stro e al diaframma, poi si fa continuo al posteriore del fegato che viene da esso attac-
peritoneo che cuopre codeste parti. Il margi- cata alla faccia inferiore del diaframma. È
ne posteriore è concavo, ed ha pure maggio- formato da due lamine del peritoneo, man-
re grossezza ; è libero in basso, mentre che tenute separate 1’ una dall’altra mediante
in alto si profonda nel solco orizzontale del un tessuto cellulare assai stipato, che serve
fegato. Nel feto, contiene la vena ombelicale ancora ad unire il margine posteriore del
e nell’adulto quella specie di legamento che fegato ai diaframma. Di queste due lamine,
risulta dalla chiusura di c[uesta vena ; è at- la superiore limita posteriormente la faccia
taccato, coll’ apice , all’ ombelico la base,: convessa del fegato; ed è manifestissima a si-
per lo contrario, si attacca alla superficie su- nistra, specialmente quando si abbassi un
periore del fegato, dividendola, dall’ innanzi poco il viscere. L’inferiore limila pure, un
all’indietro, in due parti ineguali, la sinistra poco all’ indietro, la faccia inferiore dell’or-
delle quali è meno estesa della destra. E for- gano epatico e sono ambedue uti prolunga-
;

mato codesto legamento da due lamine del mento del peritoneo, che dal diaframma si ri-
peritoneo soprapposte l’ una all’altra, e unite volge sulla faccia superiore del fegato , poi
!
fra loro da un sottilissimo strato di cellulare dalla faccia inferiore di tale organo, sulla pa-
tessuto. La vena ombelicale che n’è involta, le rete posteriore dell’addomine. Alcuni anato-
separa lungo il margine posteriore e sì vèg- : mici non assegnano il nome di legamento
gono siffatte lamine allontanarsi pure per coronario che al denso cellulare tessuto oc-
tutta r estensione del margine aderente e del- cupante lo spazio compreso tra le due lamine
\
la base ; e farsi poi continue al peritoneo, membranose da noi descritte di sopra. Ma noi
che copre le parti circostanti. Avviene ap- crediamo che, è così, il nome di
se la cosa
punto per tale disposizione anatomica, che la legamento del tutto sconvenevole ad in-
sia
I
'
vena ombellicale venga trasmessa al fegato , dicare codesto modo di unione. L’ uso del
^
senza attraversare la membrana sierosa, e non legamento coronario è quello di concorrere
1 lasciando mai d’ essere a contatto coll’esterna potentemente a ritenere il fegato nella sua
i superficie di questa. —
Quanto all’uso di tal posizione naturale, e impedire così che si
1 legamento, è probabile che dalla natura fosse muova or di qua or di là per la cavità addo-
(i destinato a proteggere la vena ombelicale tra- minale, quantunque codest’ organo sia soste-
j smettendola al fegato. Si comprende infatti, nuto in principal modo dal rene destro, dal-
che .se questa vena fosse stata priva della sua lo stomaco e dagl’ intestini su’ quali poggia.
]

guaina, divenuta libera e ondeggiante nella


j
— Innanzi che si facciamo a parlare dell’or-
cavità addominale, situata com’ è in mezzo a
3
ganizzazione del fegato, ne par rilevante il
parti mobilissime, sarebbe stata esposta a ve- descrivere uno degli elementi di questo vi-
]

nire strozzata sovente dagl’ intestini, ohe si


I scere cioè il sistema della vena porta, del
;

sarebbero attortigliati intorno di essa. Del


! quale i più degli anatomici espongono la di-
1 resto riesce malagevole a comprendere il per- stribuzione, trattando dell’angiologia. II biebat
che gli anatomici gli abbiano assegnato il no-
; per altro, ad e.sempio dell’Haller, si era pro-
me di legamento sospensorio, perocché non
li posto descriverlo traliaiido deiriulima nulura
concorre che doholmenle a mantenere il le- doli’ organo epatico.
gaio nel suo silo.
i —
I legamenti laterali o
triangolari sono due; l’uno a destra e ì’allro
.( Articolo IL
a sinistra; talvolta si trovano doppi. In altre
! ciiooslanze, per lo contrario, sono sì piccoli DELLA VENA PORTA
che si discernono a mala pena. - — Il sinistro
'i

è, le più volle, un po’più lungo che il destro ;


. Si dà li vena porta ad una gidti"
nome di
ma la lorma d’ ambidiie è triangolare sono
i : de vena, le cui branche corrispondono d’ mn
Li essi liberi con uno dei margini, con un al- parte, al fegato, c dall’ altra alh» stomaco; agli
Med. T. 11. 3
2,'|3
APPARECCHi DELLE 6ECKEZlÜNi

kl testini € aile altre vìscere che servono alla medesime, siccome le arterie dello stesso no-
digestione. Quella parte della vena porta che me che accompagnano, per le tonache della
si distribuisce nell’ organo epatico
ha ricevuto vescichetta biliare. —
La vena pilorica nasce
il nome di vena porla epatica, e
quella che si un poco più innanzi che la precedente, e dalla
spande sui visceri digestivi l’allro di vena parte superiore dello stesso tronco ; si rivol-
porta ventrale. ge, siccome indica lo stesso suo nome, verso
Della vena porta epatica.
§, I.
Que- — il piloro, e cammina da destra a sinistra lungo

sto tronco porta anche il nome di seno della la piccola curvatura dello stomaco per ana-

vena porta. Lo si trova collocalo orizzontal- stomizzarsi coll’ estremità della vena corona-
ria stomachica. I rami somministrati da
mente nel solco trasversale del fegato, ove si
conlinua colla vena porta addominale di cui essa si portano al piloro, alle due superficie

sembra essere la continuazione. Del resto, tali dello stomaco, alla parte superiore del duo-
due tronchi venosi non sono perpendicolari deno, e si anastoraizzano colla vena di que-
r uno all’altro ma formano, per lo contra- st’ ultimo intestino e colla gastro - epiploica

rio, un angolo
;

il quale risulta ottuso nel


,
destra. — Al lato sinistro del tronco della ve-
lato destro, e nel lato sinistro è acuto. La na porta addominale, e presso il pancreas,

parte del seno della vena porta epatica, che nasce la coronaria stomachica. L’ ho veduta
«i trova al lato destro della vena porta ven- derivare piuttosto di sovente dal tronco della
trale, è notabile per la sua grossezza e per splenica. Comunque si è, cammina codesta
la poca lunghezza. Al contrario quella che vena da destra a sinistra, nel margine supe-
si trova al lato opposto dello stesso tronco, riore del pancreas, e si prolunga fino all’ ori-
10 è per la lunghezza. Occupa la medesi- fizio cardiaco, nel quale dividesi in due grossi

ma la maggior parte del solco trasversale in rami, ì quali, correndo l’uno all’innanzi e
cui giace coperta dall’ arteria epatica e dai r altro all’ indietro, circondano siflfatt’ orifizio
condotti biliari ; e va restringendosi a misura e si spargono quindi per la parte inferiore del
che si allontana dalla sua origine, e si avvici- condotto esofageo, siccome fanno sopra le
na all’estremità sinistra del solco trasversale, due superficie del ventricolo, ed anche sulla
là dove branca destra della vena ombelicale
la grossa estremità di tale organo, ove si anasto-
veniva altre volte a metter fine. ^ Le bran- — mizzano coi vasi brevi. Tale vena di poi si va
che somministrate dalla parte destra del seno rivolgendo da sinistra a destra, e corre, sicco-
sono d’ ordinario tre un’ anteriore, una po-
: me la precedente, lungo la piccola curvatura
steriore e una destra, lì numero di quelle che dello stomaco, fino alla vicinanza perfetta del
nascono dalla parte sinistra, è indeterminato e piloro, ove si anastomizza con quella che re-
varia secondo gl’ individui. —
Un carattere casi a questo luogo. 1 rami poi da essa som-
particolare alla vena porta epatica, è il distri- ministrati si spargono per le due superficie
buirsi che fa la medesima nel fegato alla ma- del ventricolo, e si anastomizzano qui colle
niera delle arterie. Quindi le grosse branche vene gastro-epiploiche destra e sinistra. — La
danno successivamente origine a molti altri duodenale nasce affatto vicina alla precedente,
che si dividono poi in rami, e alla perline in e passa dietro il canale coledoco, al quale
ramificazioni che vanno sempre diminuendo. manda alcuni piccoli rami, poi si divide in pa-
§. IL Della vena porta addominale. — recchi altri più considerabili, che si recano
11 tronco di siffatta vena si estende dal seno alla parte superiore del duodeno e alla destra
della vena porta epatica fino al di dietro del del pancreas. —Com’ è pervenuto una volta
pancreas. Rinchiuso nel fascio dei vasi spet- dietro il pancreas, il tronco della vena porta
tanti al fegato, è situato nella parte posteriore ventrale si divide in due branche delle quali
di tale fascio, e tiene una direzione obbliqua passiamo ora ad occuparci e sono 1’ una la
;

d’alto in basso, dal di dietro all’innanzi, e da mesenterica superiore, l’altra la splenica.


destra a sinistra. E d’ una considerabile gros- i.° Della mesenterica superiore. —
sezza ; minore per altro che quella della vena sta vena conosciuta eziandio col nome di
cava inferiore. —
Manda ordinariamente, nel
,

grande vena mesenterica, ha un volume al-


suo tragitto, le vene cistiche, la pilorica, la quanto superiore a quello della splenica, e
coronaria stomatica, la duodenale e la piccola sembra non essere altra cosa che la continua-
vena epatica che si porta nel lobo dello Spi- zione del tronco stesso della vena porta ven-
gelio. —
Ci hanno due vene cistiche le quali trale. Si rivolge questa dietro il pancreas, da-
prendono nascimento ambedue dalla parte de- vanti la porzione trasversale del duodeno, .i:

stra del tronco della vena porla addominale, quindi discende nel mesenterio, sovrapposta
non lunge dall’ unione di questo tronco con all’ arteria mesenterica della quale segue esat- li
quello della vena porta epatica. Di rado si tamente la distribuzione. Dal lato destro della
veggono nascere separate quasi sempre han-
: vena mesenterica superiore nascono quattro,
mo un piccolo tronco comune che quasi di grosse branche, e sono la gaslro-epiploica de-
{.ubito si divìde. Quindi si distribuiscono le stra e le tre coliche dello stesso nume, distinte.'
Ï>ELLE VIE BIEfAHf E PANCREATICHE

siccome quelle fieli' arteria , in mesenteri- dal lato sinistro della vena raeseraica, vanno
che superiore, media ed inferiore. —
Dal lato tutte ai tenui intestini ; n’ è considerabile il
sinistro poi sorgono delle branche piuttosto numero ; sono separate da un grande inter-
e
numerose che si portano tutte agl’ intestini vallo. Del resto si suddividono esse in parec-
tenui. Descriviamo ciascheduno di codesti vasi chie altre branche recantesi spezialmente al
in particolare. La gastro-epiploica destra duodeno e al principio dell’ ileo. Le quattro o
nasce immediatamente sotto il pancreas, tal- cinque seguenti hanno una grossezza minore,
volta separatamente, ma più spesso da un e sono più ravvicinate. 11 numero delle altre
tronco che ha in comune colla vena colica de- è indeterminato ; e seguono, d’altronde, nella
stra superiore. Somministra essa, a principio, loro distribuzione, la direzione stessa delle
alcuni rami al pancreas e al duodeno, poi si arterie che accompagnano.
rivolge verso il piloro, si caccia tra le due la- 2 .° Della vena splenica. —
Meno grossa
mine della parte anteriore del grande omeuto, che la mesenterica superiore , si dirige tra-
corre lungo la grande curvatura dello stoma- sversalmente da destra a sinistra lun^o la fac-
co fino quasi a livello della parte media di eia posteriore del pancreas. Collocata in un
quest’ organo, nel quale si anastomizza colla solco che osservasi sopra questa faccia che
gastro-epiploica sinistra. I rami che ne sor- riceve ancora l’ arteria dello stesso nome, tie-
gono si spargono per le due superficie del ne una direzione un poco tortuosa. Tra le
ventricolo, o si ramificano pel grande omento. branche poi, alle quali dà nascimento, con-
— La colica destra deriva 1’ origine suo pres- viene distinguere prima la vena mesenterica
so il punto d’origine della mesenterica supe- inferiore, detta altrimenti la piccola vena me-
riore per cacciarsi subito dopo nella spessez- seraica^ ovvero ancora, come la chiamano
da del colon e dividersi in due branche, 1’ una alcuni anatomici, la vena emorroidale inter-
delle quali si porta a destra, e l’altra a sini- na, Dopo avere somministrala la mesenterica
stra. La prima si reca verso 1’ estremità destra inferiore, la splenica manda quasi sempre una.
della porzione trasversale del colon, e si ana- piccola branca che si può denominare vena
storaizza colla branca ascendente della colica coronaria stomatica sinistra, perchè si rivol-
destra media la seconda si curva da destra a
;
ge verso r orifizio cardiaco dello stomaco ,
sinistra e cammina lungo il margine posterio- dove si divide in due rami, uno de’ quali si
re della porzione trasversale del colon fino porta all’estremità inferiore dell’esofago, ©
alla sinistra sua estremità, ove si anastomizza l’altro cammina lungo la piccola
curvatura e
colla branca ascendente della colica sinistra si apre nella vena coronaria destra. —
Seguo-
superiore. — Dal lato destro della gran vena no poi, in numero alquanto considerabile, al-
raeseraica , ora separatamente, ora, per lo cune piccole branche le quali sì recano al pan-
contrario, insieme alla colica destra superiore, creas, quindi arrivata una volta all’ estremità
nasce la colica media che si porta verso il lato sinistra di questo corpo glanduloso, la spleni-
destro dell’ intestino colon, e si divide, dopo ca manda la gastro-epiploica sinistra, la quale
1’ estensione di quasi due pollici, in due bran- caccia tra Je due la-
è piuttosto grossa, e si
che ; 1’ una di queste discende e si anastomiz- mine dell’omento gastro-colico per giungere
za colla branca ascendente della colica destra alla grande curvatura dello stomaco, percor-
inferiore, 1’ altra per lo contrario ascende per rerla da sinistra a destra fino alla media sua
unirsi alla branca destra della colica destra parte, ove si unisce alle gastro-epiploica de-
superiore. — La colica destra inferiore è più stra. Le branche derivanti da essa, durante
grossa e nasce pure un poco più in basso. Di- il cammino ebe percorre, possono essere di-

i scende la medesima obbliquamente dal di stinte in gastriche ed in epiploiche. Le prime


I
dentro al di fuori, e si porta verso 1’ unione sono le più grosse e le più numerose, si spar-
' del cieco col colon. Solo, prima di giungervi, gono sulle due superficie del ventricolo, e si
i si divide in due principali branche, 1’ una delle uniscono alla coronaria : le seconde vanno a
» quali, superiore, ascende lungo la porzione ramificarsi per 1’ epiploon gastro-colico e si
II
destra del colon e si anastomizza colla branca anastomizzano colle altre vene di codesta ri-
ii inferiore della colica destra media, e l’altra piegatura membranosa. Dopo aver dato ori-
« discende verso la terminazione dell’ ileo, e va gine a tutte le branche noverale, la splenica
li ad aprirsi nell’estremità del tronco della gran- ne somministra pure alcune piccole che sotto
ii de meseraica. Gli archi a’ quali dà nasci- il nome di vasi brevi, vanno alla grossa e-
li mento la mesenterica superiore si dividono, stremità dello stomaco, quindi si porta alla
i al par di quelli che derivano dall’ arteria dello scissura della milza , e si divide finalmente
a stesso nome, in moltissimi rami, che si recano in molti rami i quali, colle branche dell’ar-
i»! alla porzione trasversale del colon, alla por- teria splenica, penetrano la sostanza del vi-
zione destra di questo stesso intestino, al cie- scere.
— La
li

li co, all’appendice ciccale, ed ancora alla ter- ZP Della mesenterica inferiore.


f) minazione dell’ ileo. — Le branche, sorgenti piccola vena meseraica prende, siccome dicem-
244 ArrAREGcni delle secrezioni

mo, oascimento principiare della splenica.


ai §. 1. 11 suo parenchima non
è omogeneo,
Talvolta però deriva dall’angolo della bifor- e se le due sostanze, ond’ c composto, non so-
cazione della vena porta addominale. Nata a no, come nell’encefalo, separate l’ima dall’al-
questo luogo, discende poi tra la porzione sini- tra, non è meno vero che, quando si tagli ta-
stra del colon, dietro la porzione del peritoneo le organo in un punto qualunque, facile rie-
che va a formare la lamina sinistra del mesente- sca il discerneile l’una dall’ altra. Stando pa-
rio, poscia tra le due lamine del meso-co- ghi ad un esame superficiale, si potrebbe cre-
lon-iliaco, e finalmente dietro il retto inte- dere che formassero le medesime alcune liste-
vStino fino all’ ano. —
Quasi subito dopo l’ori- relle ondulate di circa una mezza linea, ma ri-
gine sua, la mesenterica inferiore somministra guardandole con maggiore attenzione, si com-
alcuni rami al pancreas e alla porzione tra- prende che la sostanza gialla forma una massa
sversale del duodeno. Dal Iato sinistro di essa unita in tutte le parli dell’organo, la quale vi
poi nascono tre branche, cioè le coliche sini- forma molli inrialzamenti ed infossamenti fre-
stre, le quali possono parimenti distinguersi quentemente interrotti ; e perciò vi rappre-
in superiore, media e inferiore. — La prima senta une rete complicatissima. Gl’ intervalli,
va ali’ arco del colon e si divide in due bran- che tale sostanza lascia tra quelli, sono stella-
che, 1’ una delle quali ascende per anastomiz- ti, hanno il diametro d’ una linea, e sono ri-
zarsi colla branca sinistra della colica destra pieni d’tina sostanza bruna la quale non for-
superiore e della mesenterica superiore, e l’al- ma, come la precedente, un lutto continuo,
tra si porta, quasi orizzontalmente, alla parte E questa è anche più floscia e meno traspa-
sinistra del colon per unirsi alla parte ascen- rente. Codesta distinzione era già stata isti-
dente della colica media. —
La colica sinistra tuita dal Ferreiu, ned era punto sfuggita ad
media nasce talvolta anch’ essa dallo stesso Haller e a Gunz. Ne hanno ancora fatta men-
tronco della precedente si rivolge verso il
: zione* Au lenrielh, Roux, Cloquet e Mappes :

colon discendente, ma, innanzi giungervi, si quindi Meckel tiene come erronea l’ opinione
divide in due branche, 1’ una delle quali, a- di quelli che avvisano che sia stala la medesi-
scendente, si anastomizza colla colica supe- ma affatto gralnitarnenle adottata. Si posso-
riore, r altra, discendente, colla colica infe- no in fatti discernere benissimo tali due so-
riore. —
Questa poi si rivolge, come l’ arte- stanze. — I fisiologi non si accordano quanto
ria dello stesso nome, verso l’ S del colon per al loro uso. 11 Ferrein indica la sostanza oscu-
dividervisi in pari modo in due branche delle : ra col nome di midolla, e la chiara con quel-
quali l’ una ascende e si anastomizza colla lo di corteccia. Aulenrielh e Mappes ammet-
colica media ; 1’ altra discende e s’ unisce a tono una denominazione del tutto .contraria,
una delle branche gittate, dalla mesenterica e noi pensiamo con Meckel che la denomina-
inferiore, un poco più in basso, e destinate zione di questi due ultimi scrittori sia la più
alla S del colon e alla parte superiore del retto. giusta. Gomiuique sia, se si esamini con accu-
Ce n’ ha pure alcune che accompagnano tale ratezza la sostanza gialla, sembra formata di
intestino fino all’inferiore sua estremità. piccoli grani. — Si dà il nome di lobetti ai pic-
Gli archi formati dalle coliche sinistre danno coliammassi di sostanza midollare e corticale
origine a molti rami che vanno dall’ estremità quantunque codesti lobetti si confon-
riuniti,
sinistra della porzione trasversale del colon, dano insieme più che non faccia ogni altra i

alla parte sinistra dello stesso intestino, sic- glandola, e non sieno uni dagli
separati, gli i

come al cominciamenlo della porzione iliaca. altri, per mezzo del


tessuto cellulare. Alla 1

Un carattere particolare a tutte le vene consistenza e alla durezza del fegato è d’ uopo |

spellanti al sistema della vena porta, è quello attribuire ciò che avviene allorquando si di- 1

di non presentare valvole internamente, al vida quest’ organo, cioè 1’ apertura degli ori- |

contrario del sistema venoso generale. fizi de’ vasi che sono uniti intimamente alla i

sua sostanza. Dobbiamo parlare de’ vasi i

Articolo III. eh’ entrano nella composizione del fegato, là i

in vero tale organo formalo dagli orifizi dei


ORGANIZZAZIONE DEL FEGATO condotti biliari, dalla vena porta, dall’ arteri.i
epatica, dalle vene dello stesso nomo, dai vasi
Il fegato ha nn colore rosso bruno negli linfatici e dai nervi. Queste parti sono tutte 1

individui giovani, ma iliviene più oscuro e unite fra loro da tessuto cellulare, ma una
nerastro crescendo l’età. È compatto, fragile, delle j>iù essenziali è, indiibitataiticnle, quella |j

siccome possiamo convincerci procurando di dei vasi biliari c il tessuto mucoso rive li veste ji

lacerarlo, o meglio ancora siccome dimostra- 1 vasi che si recano al fegato non si di-
no le lacerazioni o le lesioni che intervengono slrihiiiscuno tutti in tale organo nella me-
nell’ organo, nelle cadale, o quando le pare- desima foggia : ma le loro all.iueuzc e le loro
li addominali sieiio il centro d’ una violenza coimessioisi non sono punto eguali. Quindi la
esteriore. vena epatica, la vena porta e i condotti biliari i:
DELLIi VIE BILIARI F. PANCREATICHR 2/iri

TOiio involti, per tutto il loro tragitto attra- perfìeie del fegato, nè meno quando sono su-
verso la sostanza epatica, <la una guaina cel- perficiali. Allora, in fatti, s’immergono sem-
lulare comune, eh’ è un prolungamento «Iella pre nell’ intimo delle glandole. Le vene
rapsula del Glisson, Quindi non sono ad im- cpaliche entrano ugualmente, qnantnmpie per
mediato contatto colla glandola siccome av- una parte minore, nella composizione <lcl fe-
viene rispetto alle ramificazioni dell’arteria gato mcn numerose sono le loro ramificazio-
;

epatica, intorno le cjuali non ci ha capsula. ni, meno ohe quelle della vena pf)rta
dilicate
Qtiesl’ullimo vaso, del quale non presentiamo c della vena epatica. Quando si spinga l’ inie-
qui la descrizione, essendo già stata esposta zione per questi vasi non penetra che nella
nell’ arteriologia, quest’ ultimo vaso, diceva, vena porta hanno esse un direzione trasver-
:

si sparge sopra gli altri formando una rete sale, e differiscono, per tale rispetto, dagli al-
complicatissima. Quindi Glisson, Bianchi, tri vasi del fegato, i quali ne tengono un’ oh-
Walter e Mappes credono che serva principal- hliqua di basso in alto, e quasi perpendicola-
mente alla nutrizione della glandola sempre : re. Le loro ramificazioni si perdono per la
le più sottili sue ramificazioni vanno ad a- sostanza midollare, ned è facile l’accompa-
prirsi generalmente nella vena porta, e le sue gnarvelì. Esiste una comunicazione dirella
branche, raen numerose di quelle dell’ulti- tra’ vasi linfatici del fegato e condotti bilia-
i

ma, tengono anche una direzione più retta ; ri, o, se non esiste, è uopo tenere che la so-

e, se vispinga un’iniezione, le più volte


si stanza, che si trova in essi, si possa distrug-
questa non esce, o se esce, non penetra che gere colla massima facilità. —
Un’altra osser-
nella vena porta. —
Questa seconda forma la vazione rilevante è questa, che i vasi linfatici
più parte della sostanza del fegato ed essa si : delle varie regioni del fegato non sembrano
ramifica, le moltissime volte e d’ un modo anastomizzarsi fra loro : almeno l’iniezione di
uniforme, quantunque le due branche abbia- una branca non riempie che quella parte del-
no differente l’ampiezza. La terminazione poi 1’ organo per la quale questa branca stessa si

della medesima dentro l’organo si opera in distribuisce. Enervi del fegato derivano dal
due maniere ora parecchie branche, la cui
: plesso solare, e alcuni dall’ottavo paio o pneu-
ampiezza è alquanto considerabile e il dia- mo gastrico, l'engono la medesima direzio-
metro corrispondente di quasi una linea, si ne dell’arteria epatica, e appunto all’ inlree-
anastomizzano colle diramazioni delle vene ciamento che formano intorno siffatta arte-
epatiche ed a questo vuole attribuirsi la fa-
: ria, avanti che penetrino nel fegato, si dà il
cilità, onde penetrano nell’ uno e
le iniezioni nome di plesso epatico, il quale non puro
nell’ altro di questi vasi : ora, per lo contra- manda do’ filetti al fegato, ma eziandio alla
rio, le ramificazioni che sono in maggior cor- vena porta, alla vescichetta del fiele, al prin-
rispondenza coi canali biliari, nascono d’altre cipio del duodeno, e alla grande curvatura
branche. Lgli è vero però che le comunica- dello stomaco. Del resto, che che ne sia di sif-
zioni della vena porta e ì canali biliari sono fatta distribuzione è degno d’ osservazione
manco numerosi di quelle eh’ esistono tra le che fegato, a paragon del volume, riceve
il

ramificazioni della stessa vena e le vene epa- pochissimi nervi. —


Innanzi passare all’ espo-
tiche e la prova consiste in ciò che mai, per
: sizione anatomica della porzione cscretoria
mezzo delle iniezioni, non si perviene ad em- dell’ apparecchio biliare, n’ è uopo dire alcu-
piere eselusivarnenle i canali biliari solo nel- : ne poche cose delle membrane che inviluppa-
la corticale sostanza dell’organo mettono ca- no il fegato, c che differiscono, 1’ una dall’ al-
po le più dilicate ramificazioni della vena por- tra, per la loro disposizione. — La membrana
la. Si distinguono i condotti biliari dagli più esterna è costituita dal peritoneo, che si
altri vasi del fegato perciò che meno dilicate rivolge dalle parti vicine per avvolgere il fe-
sono le loro ramificazioni. Le grosse branche gato in modo che il margine posteriore di es-
solo si separano in guisa simmetrica : hanno so, siccome ilsolco che riceve la vena cava
le pareti più solide che quelle delle vene; e inferiore, la fossa partenente alla vescichetta
quegl’ infossariienli mucipari che presenta la del fiele c le due scissure della faccia inferio-
loro superficie interna fuori del fegato non re, ne sieno pure rivestite, l'ale raemlirana è,
esistono che nelle più grosse diramazioni. del rimanente, simile in tutto a quella del pe-
L’ iniezione spinta in essi non suole penetra- ritoneo, levigata nella superficie esterna, e
re in alcun ordine di vasi, o, se pure avvenga strettamente congiunta, coll’interna, alla mem-
il contrario, si riempiono, più d’ordinario, lirana propria del fegato che lì si trova al di
ì poi, ma di rado, le branche della
linfatici, sotto di essa, tranne per altro i luoghi che ah-
vena porta. —
Si veggono tali condotti pren- hiaino indicati, dove manifestissimainenle sene
dere nascimento nel limite che separa le due allontana.— La seconda membrana è, come ab-
sosUanze del fegato, qiiantunipie non si scor- biamo già detto, collocala sotto la precedente,
gano attraversare manifestamente la prima ; ma non si stringe solo a coprire 1’ esterna sn-
iiè mai si videro avere terminazione alla su- pcrlìcie del fegato, ma si addentra [jiiìc nel-
a4(; APPARKCCHI DEI.TJ-: SRCURZlnNl

F orbano, e vî si rivolge sui vasi, ai quali il quale oltrepassa d’ ordinario un poco il


manda una guaina che gli accompagna in tul- margine anteriore del fegato. La faccia
le le loro divisioni. Quindi avviene che tale esterna corrisponde colla sua parte superiore
membrana con una delie sue superficie corri- all’ infossamento incavato sotto il lobo destro

sponda immediatamente al tessuto del fegato, del fegato. A questo luogo, non è coperta dal
al quale forte aderisce, e colF altra sia stretta- peritoneo, ma si attacca, per mezzo d’ un tes-
mente unita alla prima ; poi nella parte più suto cellulare alquanto copioso sparso di mol-
intima del fegato, nella quale penetra coi va- ti-vasi sanguigni, alla membrana propria
si, corrisponda a questi ultimi e loro giovi del fegato. La sua parte inferiore è liscia, co-
di guaina. Una, comune ad un tratto alla vena perta dal peritoneo, contigua al colon e alla
porta, ai condotti biliari e simili, forma la così prima porzione del duodeno. La faccia in-—
detta capsula del Glisson. N’esiste poi un’altra terna presenta un colore giallo o verdastro,
spettante aile vene epatiche, alle quali è con- secondo il colore della bile è sommamente ;

giunta si strettamente come al tessuto del fe- rugosa, e presenta, per tutta la sua estensione,
gato, e per questa ragione i loro orifizi ri- alcune maglie separate le une dalle altre per
mangono aperti e senza raggrinzarsi quan- mezzo di alcune rughe superficiali. Ne esisto-
do si taglino trasversalmente. La membra- — no pure di somiglianti, ma più elevate, verso
na propria del fegato è sottile e diafana per- il collo della vescichetta e per tutta la lun-

fettamente uniforme n’ è la spessezza per


: ghezza del condotto cistico le quali tutte co-
:

tutta la sua estensione, il colore leggermente stituiscono internamente una spezie di scala
giallastro la consistenza maggiore che quella
;
spirale, la quale, in alcuni individui, s’impri-
del peritoneo :
poca l’estendibililà. Non è pos- me anche esteiiormente, come ha fatto notare
sibile scoprirvi indizio di fibre, talché sembra, il professor Boyer, spezialmente quando la

quanto a struttura, doversi collocare la me- vescichetta e il condotto cistico sono pieni di
desima tra le membrane sierose e fibrose. bile o di aria. — Le pareti della vescichetta so-
Laennec la descrisse il primo. ( Giornale dì no composte da parecchie membrane, indipen-
medicina^ mese di Marzo e di Aprile^ dentemente dalle arterie, dalle vene e dai vasi
anno li. ) linfiitici e dai nervi che vi si spargono. Alcuni
anatomici han ammesse quattro tonache col-
Articolo IF. locate nell’ ordine stesso che quelle dello sto-
maco. Sembra però che la più attenta ispezio-
PORZIONE ESCRETORIA DELL’ APPARECCHIO ne non possa farne discernere che due delle :

BILIARE quali 1 una è esterna e formata dal peritoneo,


non esistente che nella faccia inferiore e nel
La porzione escretoria dell’ apparecchio fondo della vescichetta si fa continua questa
:

biliare, cioè la porzione eh’ è destinata a tra- al peritoneo, che tappezza la faccia inferiore
smettere alle intestina il liquido separato dal del fegato e presso il collo colla lamina supe-
fegato, è composta d’ un condotto escretorio riore dell’omento gastro-epatico. E dessa uni-
propriamente detto, e d’ un rigonfiamento a ta all’ interna per mezzo di un tessuto cellu-
modo di fondo di sacco di codesto canale, che lare addensato, al quale fu assegnato da alcu-
si chiama vescichetta del fiele. ni il nome di tonaca nervosa. — La tonaca
§. /. Della vescichetta del fiele. Si interna o villosa è unita, colla sua faccia ester-
dà questo nome ad una borsa membranosa na, inferiormente alla membrana precedente,
nella quale dimora una parte della bile prima superiormente alla membrana propria del fe-
che sia trasmessa al duodeno. Sembra costan- gato internamente presenta le maglie e la
:

te 1’ esistenza di questa nell’ uomo, che che rugosità di che abbiamo parlato. Durante la
ne dicessero alcuni anatomici. Una mancanza (
vita è biancastra, ma, dopo la morte, il tra-
totale per altro di vescichetta biliare fu con- sudamento della bile la rende gialla o verde.
fermala testé in Baviera. Accademia delle — Le arterie nascono dall’epatica con un solo
scienze bavaresi., ì 834 ). È situata questa tronco che si divide tosto in due branche,
obbliquaraente sotto la parte anteriore del 1’ una per la parte superiore e l’altra per l’in-

maggior lato del fegato in un infossamento feriore. —


Le vene vanno a metter capo nella
destinato al medesimo nella parte destra
, vena porta, e i nervi derivano dal plesso epa-
della scissura orizzontale e dell’eminenza por- tico. I vasi linfatici si portano a quelli della
ta anteriore sul davanti, la destra estremità faccia inferiore del fegato. — Gli antichi
della sciscura trasversale. La figura n’ è peri- avevano ammesso alcuni vasi epato-cistici
forme, ovale o cilindrica; e considerano
vi si recanlisi dal fegato alla parte superiore della
una superficie esterna, un’ interna e due estre- vescichetta ; ma a torto, perchè tali vasi non
mità. L’ estremità vicina al suo orifìzio, cbia- esistono mai nell’ uomo. L’ uso della
la collo, è la parte più stretta ; 1’ altra, che fi- vescichetta è quello di servire di serbato]»
nisce in un fondo di sacco, chiamasi il fondo, alla bile. Infatti codesto fluido vi si accumula
DELLB VIE BILIARI E PANCREANTICHB 247
durante Io stato di vacuità dello stomaco ; vi castre e longitudinali la cui natura non è ben
acquista delle qualità più attive e ne esce, du- conosciuta ;
seconda è sottilissima, villosa ,
la

rante la digestione, per immischiarsi agli ali- colorala dalla bile e formata d’ un tessuto so-
menti. migliante a quello della vescichetta delle qua-
Dei canali epatici^ cìstici e coledoci. le sembra la continuazione.
— Il canale che serve all’esecrezione della bile
trae T origine sua nelP intimo parenchima Articolo V.
Mei fegato, e prolungasi fino al duodeno vi :

si distinguono tre porzioni: il canale epatico., DIFFERENZE CHE DIFENDONO DALLO SVILUPPO.
il canale cistico e il canale coledoco. 11 —
primo nasce d’ ordinario con due branche Queste differenze riguardano il volume
nel solco della vena porta di queste due bran- del fegato, la situazione di esso, la figura c

:

che, r una è a destra, più piccola, e nasce l’orditura. Nella prima settimana della vita
dalla parte anteriore del maggior lobo 1’ al-
;
entro-uterina, il fegato ha oggimai una gros-
tra è a sinistra, molto più considerabile, e de- sezza considerabile. 11 suo peso, in un em-
riva l’origine sua dalla parte posteriore di brione di tre settimane, uguaglia la metà di
questo lobo medesimo, non meno che dal lo- quello di tutto il corpo. Nel feto a termine sta
bo sinistro. Tali due branche si anastomiz- a quest’ ultimo nella proporzione di 1, 18 a
zano tra loro sotto un angolo acuto avanti 20 nell’ adulto, per lo contrario, è di 7, 35
;

che abbandonino il solco della vena porla, li a 36 , donde ne segue che il fegato è tanto
canale che ne risulta è lungo un pollice e mez’ più voluminoso quanto più prossimo alla sua
zo o due, largo quasi due linee nello stato origine è l’epoca in cui lo si esamini. Adunque
normale : rivolgesi il medesimo d’alto in bas- tale organo occupa uno spazio tanto più este-
so e da destra a sinistra, poscia si divide per so quanto più giovane è il feto. A principio
dar nascimento al canale cistico e al canale riempie quasi tutta la cavità del basso ventre,
coledoco, che formano con esso un solo tutto, e trovasi ancora nel medesimo stato al terzo
senza la più piccola interruzione tra 1’ uno e ed al quarto mese infatti, allora discende fino
:

r altro. — 11 secondo, o canale cistico, lungo alla cresta dell’ileo ecuopre anteriormente le
air incirca un pollice e mezzo, è meno gròs- altre viscere. Questa differenza per altro, a
so del precedente, dal quale separato è per paìlar vero, dipende dalla situazione di esso
mezzo della branca destra deli’ arteria epa- che, a tale epoca, è più perpendicolare, sicché
tica e si estende fino alla vescichetta ; inter- la faccia, che più tardi sarà situata nella parte
namente presenta quelle rughe che abbiamo superiore, è rivolta allora all’innanzi, e quel-
descritte. —
11 canale coledoco non è che la la che dee diventare inferiore, all’ indietro.

continuazione dei condotti epatico e cistico : In origine presenta pure quest’ organo una
e, soverchiando in larghezza questi due con- maggior simmetria nelle varie sue parti ci :

dotti ,
rassomiglia di più, rispetto alla strut- hanno assai meno ineguaglianze tra’ due lobi:
tura, all’ epatico la sua lunghezza è d’ ordi-
: e questa quando si manifesti più tardi lo fa ,

nario di quattro pollici e l’estremità inferiore sempre a dispendio del lobo sinistro, il quale
di esso giunge alla parete posteriore del duo- differisce in ciò dal lobo dello Spigelio che
deno aprendosi nella porzione media di que- prende un poco di maggiore sviluppo di
sto; il suo diametro rimane, all’incirca, ugua- questo. La forma del fegato poi è, a tale epo-
le insino a tanto che penetra nell’ intestino, ca, più rotondata, più curva la inferiore sua

ma si restringe d’ assai mentre che scorre tra faccia, minore la sua consistenza e più oraoge-
le tonache muscolare e cellulare di quest’ul- no il tessuto, sebbene, nel feto a termine, s’ in-
timo, e termina alfine con un orifizio più ri- comincia già a discernere le due sostanze. Un
stretto della sua rimanente estensione. Quan- altro carattere, spettante al fegato degrindivi-
do si spacchi il duodeno, scorgesi sulla pare- dui giovani, è la gran copia di sangue che Io
te posteriore di esso rimboccatura del canale penetra. Il suo colore, nella prima metà della

coledoco sotto la forma di un tubercolo della gestazione, è di un grigio bruno chiaro, e di-
lunghezza di circa quattro linee, e fornito nel- viene poscia d’un rosso oscuro, quindi, dopo
l’inferiore sua estremità di un’ajiertura tagliala la nascita, si rischiara di nuovo. —
La vesci-
obbliquaraente d’ alto in basso. Tale apertura chetta del fiele è, in proporzione, lunghissima
si trova collocata alla distanza di tre pollici e fililorme ; nascosta, da prima, interamente
sotto il principio dell’ intestino. La parte infe- nella sostanza del fegato, e un poco rigonfia
riore non ispetla solo al canale coledoco^ ma è nell’ inferiore sua estremità. A
fine di poterne
comune sì a questo come al canale pancreatico. discernere la cavità, è mestieri ricorrere al mi-
— Questi canali hanno tutti la struttura me- croscopio ; e solo nel sesto mese si sviluppano
desima, essendo formati da due membrane , nella sua interna membrana le irregolari ele-
r una esterna e 1 altra interna. La prima è
’ vatezze, mentre fino a tale epoca quest’ultima
densa, forte e grossa, composta di fibre bian- era stala liscia.— Del rimanente la vescichetta.
2/1 APPAHIiCCIll DELLE SECREZIONI
alriietìoper sentenza del Meckei, non manca così detta azione slupefacienle del sangue ve-
in niun’epoca. Non varia neppure la sua situa- noso nell’asfissia. Ora ue si conceda il riportare
zione, e quindi è poco ragionevole la suppo- di nuovo le parole dell’ autore dell’Anatomia
sizione che derivi da una specie di protu- generale per rigettare un errore generalmen-
beranza che si sviluppi all’ estremità del con- te adottato. u Queste dilfèren li considerazlo-

dotto biliare: tutto invece ne porterebbe ad ni dimostrano, per quanto io credo, che non
’>•>

istimare che si operi lo sviluppo di essa nel- u abbiamo prove abbastanza dirette da poter
la fossa medesima in che è riposta- ’s decidere a quale, del sangue nero'o del san-

» gue rosso, spetti la secrezione della bile. Io


Articolo VI. » non P attribuisco più all’ uno che all’ altro ;
« ma dico che le cose vogliono es.sere sotlop-
osservazioni fisiologiche intorno w poste ad un nuovo esame. (Anatomia ge-
LA SECREZIONE BILIOSA u aerale., con note e addizioni del Beclard,
« t. 2, edizione del 1821, p. 262. ) Così la
•>’>
.

Non è del proposito nostro il descrivere discorre il Bichat, e noi oggidì esprimiamo il
cpii tutto che spetta al meccanismo della se- contrario, o almeno affermiamo quanto que-
crezione biliosa tutti que’ ragguagli che ri-
: sto grande scrittore poneva in dubbio. In —
chiede l’esame di questa importante funzio- fatti, senza richiamare qui tutte le ragioni re-

no è uopo cercarli nelle opere fisiologiche. cate in campo dal Bichat a sostegno de’ suoi
Fedeli però al metodo segnato dall’ illustre pensamenti, perchè mai, scorgendosi la se-
autore deU’Analomia generale, gitteremo un crezione biliosa durare negli animali inferiori
rapido sguardo alla fonte di codesto fluido e ai vertebrati, malgrado la scomparsa del si-
agli usi di esso. —
Di tutti gli organi secreto- stema venoso addominale, perchè, dico, non
si, solo il fegato riceve sangue arterioso e ammettere che la bile sia particolarmente

sangue venoso. Questa singolarità, veramente somministrala dal sangue dell’arteria epatica?
unica nell’ economia animale, doveva eccita- Si converrà dir forse che, negli esseri delle in-
le la sagacia de’ fisiologhi : e in fatti non i- feriori classi, sieno gli organi modificati per
sfuggì a ninno di questi. Non dirò che i più, modo che non si possa ragionevolmente nulla
ponendo la mente alla distribuzione, in que- conchiuderne? Che importa se il fegato, anzi
st’ organo, del sistema della vena porta, si so- che essere un organo parenchimatoso, sia qui
no fermali neU’ idea che questo vaso prese- rappresentato solo da alcuni canali ripiegali
•lesse alla secrezione della bile, essendo 1' ar- sopra sè stessi, quando è uguale il fluido se-
teria ej'Kitica solo destinata alla nutrizione del- parato, e come supporre, quindi, che natura
r organo. Ninno ignora siccome Haller, e i sempre sì semplice nelle sue operazioni, siasi
più di (|uelli che scrissero dopo lui, fossero di in tale circostanza allontanata dalle consuete
questa sentenza. Pochissimi infatti hanno pro- norme ? Si citano, è vero, contro a questa sen-
fessalo una dottrina contraria in capo dei
; tenza, alcune esperienze dirette tentate a prin-
quali è mestieri collocare il Bichat, non già cipio dal Malpighi, e ripetute a (fuesti ultimi
perchè questo fisiologo abbia sciolta defini- tempi, dal sig. Simon da Metz ( Annali delle
tivamente la questione ;
infatti non afferma scienze naturali., toni. //. , 1829 ); nelle
egli che l’ arteria epatica preseda alla secre- quali esperienze la secrezione della bile ha
zione della bile ; solo egli sembra disposto a continuato dopo la legatura dell’ arteria epa-
crederlo; e questa è pure la nostra opinione. tica. Ma chi non comprende le insuperabili
(
Non potremmo a tale proposito, far notare difficoltàche deve incontrare lo sperimentato-
abbastanza la ficilità con la quale si attribui- re nel voler involgere con un laccio codesto
scono agli autoridelle opinioni al tutto diver- vaso, e come, dopo aver prodotto un tanto di-
se da quelle eh’ hanno veramente professato. sordine, sperare che l’individuo si trovi posto
In generale, da questo lato, si sbandisce ogni nelle condizioni favorevoli allo sperimento?
scrupolo. Abbiamo avuta già occasione di far D’altro lato i difenditori dell’opposta senten-
rilevare, in altra opera, 1’ errore nel quale in- za recano in campo alcuni fatti di anatomia
corsero i fisiologhi circa la pretesa influenza patologica che sembrano concluudeuti, ed e-
che fu dal Reissessen accordata, durante l’in- rano passali, per lunga pezza, inosservati. Ad-
spirazione, alle fibre muscolari dei bronchi, ) ducono esempi d’individui ne’ quali si è tro-
( Del meccanisììio t/e’ mo^inienti della re- vata la vena porta aprirsi dirittamente nella
spirazioìic iudependentemeìite dalle muta- vena cava inferiore, sussistendo, malgrado a
zioni che Paria ed il sangue sostengono nel ({ueslo, la secrezione biliosa. Come mai in sif-

siolo'^ia^

polmone. ( Concorso per la cattedra di fi-
in agosto 833 F Abbiamo di-
i
fatti casi, veramente insoliti, spiegare
mazione della bile, dappoiché il sangue che
la for-

mostrato ( Dissertazione intorno le presiede alla secrezione di questo liquido non


'generalità della fisiologia quanto inesatta- si recava all’organo secretorio? c dire che

mente i fisiologhi allribuiscaiio al Bichat la quest’ ultimo sceglie ssc allora, nel sangue ar-
DELLE VIE BILIARI E PANCREATICHE 249

. terioso, i raaleriali die la vena porta ci aveva spensabile alla chilificazione a convincersene,
:

versato, è tutte le idee ricevute.


un rovesciare sarebbe bastato il por mente alle alterazioni
Quindi, a parer nostro, basta un caso di simil che sitrovano talvolta nell’ organo epatico,
latto autenticamente riconosciuto per far in- ma spezialmente nelle vie escretorie d’ un sif-
clinare la bilancia a prò dell’ arteria epatica. fatto apparecchio, negli individui in cui, d’al-
— Altra questione non meno importante, ri- tro canto, sia manifesto il ben essere genera-
sguardante anche questa gli usi del fegato,^ e le, ed eziandio il vigore delle funzioni digesti-

di sapere se tale organo non adempia,


q'iiella ve. S’ egli é vero che la bile sia una condizio-
neir economia, ad altro ufficio che quello di ne sine qua non di tutto il processo digesti-
presiedere alla secrezione della bile. Senza di- vo, donde avviene che la digestione continui
re delle funzioni che gli attribuirono , col ad operarsi anche quando alcuni materiali osta-
Broussais, parecchi altri, che lo tennero sicco- coli s’ oppongano all’ entrata di questo fluido

me atto a servire di serbatoio al sangue nel nel duodeno ? Osservisi, d’ altro canto, che
tempo in cui non si eseguisce la digestione r opinione, per la quale si considera la bile
stomacale, e per conseguente siccome^ un vero come un dissolvente digestivo, è manifesta-
dì^^erticuluin^ non dobbiamo dimenticare che mente in opposizione colla gran legge fisiolo-
fu anche reputato siccome un organo d ema- gica per la quale tutti gli organi concorrenti
tosi. —
Cotale è a questo proposito la nostra ad una stessa funzione, hanno tra loro una
grande analogia nell’ organizzazione. Ed é sì
sentenza. Infatti, come mai concepire che il fe-
gato, il quale riceve la maggior parte dei san- costante siffatta legge, che si trova la delta
gue del feto, non faccia sostenere^ a questo analogia tra le membrane sierose e le sino-
lìuido =»lcune mutazioni riguardanti la natura viali, dalle quali si adempiono, nell’ econo-

di esso ? come non ammettere che la cosa sia mia, analoghe funzioni ; la si trova fra il tes-
tale riguardando specialmente all’ enorme suto muscolare della vita animale e quello del-
volume dell’ organo epatico nei primi tempi la vita organica ; e finalmente esiste, ad un

della vita entro-uterina ? Certo è che, dopo più considerabile grado, fra il tessuto mucoso
r espulsione del giovane essere, il fegato cessa e il cutaneo : organi tutti che sono destinali
di adempiere a una tale lunzione sopra il san- quasi allo stesso uso, quantunque diversi ri-
gue del nuovo-nato perocché questi non lo
;
guardo allo scopo. Qual differenza, ai contra-
I
non è rio, non esiste, rispetto alla struttura, tra il
1
riceve più dirittamente dalla madre :

per altro men certo che anche allora diviene fegato e le glandolo salivari, compreso il pan-
I

i esso 1’ ausiliario del polmone, e fa nascere nel creas? Queste ultime, concorrendo tutte allo
sangue che lo aitraversa, un principio d’ e- stesso scopo non hanno forse un’ organizza-
i

raatosi. Il nostro convincimento, a questo zione simile, separando perciò un fluido ana-
proposito, deriva dall’ analogia eh’ esiste Ira logo ? Ma quale correlazione esiste mai tra la
F organo polmonare epatico. Imperocché
e l’
bile e i fluidi salivare e pancratico ? Niuna ;

! soli questi due visceri ricevono del sangue ve- differendo tanto i due prodotti fra loro quan-
i lìoso. Il primo, siccome quello che non ha ve- to gli organi che li forniscono. Non sarà dun-

3 runa azione avanti la nascita, è a mala pena que erroneo il credere che servano ambedue
j sviluppato il secondo, per
;
pre- lo contrario, all’ adempimento dello stesso fenomeno mas-
i senta un considerabile volume, e, nei climi ar- sime quando niuna prova dirittamente il di-
i denti, ne’ quali il polmone riceve meno ossi-
mostri? Osservo in fatti che niuna delle espe-
geno, maravigliosa n’ è l' attività. D’altro can- rienze intraprese intorno la digestione, vale a
1

to non osservasi, all’ epoca della nascita, una risolvere agli cechi nostri siffuta questione :
oltre a ciò, alcuni fatti, fondati sull’ esperien-
inversa correlazione tra lo sviluppo di cotesti
za, si prestano a sostegno dell’ opinione no-
due organi ? nei tisici il fegato non cresce for-
se in volume ? Finalmente quasi che, in tale stra, sapendosi come alcuni fisiologhi abbia-
(

i circostanza dovesse 1’ anatomia comparati- no trovato del chilo nello stomaco, cioè pri-
,

va mettere il suggello al convincimento, 1 a- ma che il chimo sia stato a contatto colla bile;
I

I natomia comparativa, dico, appalesa costan- prima, per conseguenza, che abbia potuto co-
temente un’ inversa correlazione tra il volu- desto liquido operare come agente precipuo
1 me del fegato e quello del polmone. della chilificazione. -Adunque, infino a tanto che
. Tralasciamo, a bella posta, di parlare delle non ci sia dimostrato il contrario, persistiamo

I
proprietà chimiche e fìsiche della bile per- ;
nel credere che la bile non possegga proprietà
l ché tali ragguagli ci porterebbero fuor dei digestive manifeste, e appoggiamo questa opi-
i limili che ci siamo proposti. Non faremo lo nione, in primo luogo, sui fatti patologici ino--
; stesso riguardo a ciò che partiene agli usi d un stranti che la digestione ha continuato ad o[)e-
> liquido siffatto, dappoiché il nostro parere, a rarsi in alcuni individui affetti da calcoli bi-

questo proposito, differisce dall’ opinione ge- liari, 0 da altre malattie opponenlisi allo scolo
j
ncralmente adottala : infatti, la bile non ne di tale fluido nelle vie digestive, c sui casi
I

iisembra come fu detto, essere, un fluido indi- d’ itterizia senza alterazione nelle funzioni di-

Eticic. Mal. T. 11.


32
aSo APPAHKCCHl DliM E SECUEZlONt

gesûve, in secondo luogo sull’ esistenza della


bile nel feto. Qual relazione infatti può averci DFL PANCKFAS
mai, a quest’ epoca, fra la secrezione della bi-
le e r atto digestivo, il quale, secondo
ogni E il pancreas un organo gianduloso con-
apparenza, non esiste allora, a meno che non tenuto neiraddomine e situato nella parte in-
si adottino le idee del signor Geoffroy
Saint- feriore e profonda della regione epigastrica,
llilaire o di Boerhaave, riguardanti
1’ assorbi- appoggiato trasversalmente sulla parte ante-
mento deir umore della vescichetta ombelica- riore della colonna vertebrale, a livello della
le, deir acqua dell’ amnios o della materia
vi- duodecima vertebra dorsale, o della prima
scosa che trovasi copiosamente separata nello lombare ; stomaco e il fegato,
situato sotto lo
stomaco e nell’ intestino, che se tali ipotesi sopra la trasversale porzione del duodeno, da-
fossero ancora generalmente adottate, non vanti le colonne del diaframma, 1’ aorta e la
varrebbero a infievolire punto la nostra sen- vena cava inferiore, dietro il meso-colon tra-
tenza per lo contrario la rafforzerebbero. In-
:
sverso e 1’ arco trasversale del colon, al lato
fatti, a nostro parere, la bile non giova nel- sinistro della seconda porzione dell’ intesti-

r economia che quale stimolo atto a invi- no duodeno, al lato destro della milza e del
gorire i movimenti peristaltici degl’ intestini, rene sinistro , nella separazione posteriore
e a favorire il corso delle materie alimentari. delle due lamine del meso-colon trasverso.
Ora si comprende che, eziandio nell’ ultimo — - 11 suo volume e il suo peso avanzano tre

caso di cui parliamo, la bile opererebbe qui o quattro volte quello della parotide colla
come un eccitante sopra il meconio. —
Final- quale, del resto, presenta la massima analo-
mente se, com’ è generale opinione, la bile gia quanto a struttura e a funzione.
sua figura è quella d’ un martello, essendo
La —
serve immediatamente alla digestione, questo
fluido dovrebbe esistere in tutta la serie ani- rigonfiato nella destra sua estremità , dalla
male. Ora è noto siccome alcuni animali ne quale parte un prolungamento inferiore, che
sieno privi. Inoltre ce n’ ha di quelli ne’ quali abbraccia all’ indietro a sinistra, e un poco
il canale coledoco, innanzi cacciarsi nello sto- all’ innanzi, il duodeno. 11 prolungamento
maco, dà origine ad un altro canale che fini- inferiore chiamasi testa^ la porzione trasver-
sce esteriormente presso l’ano. Tutto adun- sa, molto più estesa, porta al contrario il no-
que si unisce a rendere verisimiie 1’ opinione me di coda. La faccia superiore, rivolta
che abbiamo espressa. Abbiamo eziandio la- al davanti, è largamente convessa, coperta
sciato, a bella posta, di addurre alcuni fatti dalla lamina superiore del meso-colon tra-
valevoli a rafforzarla : cioè la stitichezza che sverso, corrispondente alla faccia inferiore
quasi sempre scema la secrezione della bi- dello stomaco. — La
faccia inferiore è un poco
le, il fatto addotto dal Lieutaud di una man- concava, inclinata all’ indietro, e corrispon-
canza compiuta del fegato, e simili, non aven- dente alla porzione trasversale del duodeno I

rlo potuto, in un lavoro di simil fatta, citare alla quale è congiunta mediante un poco di
che i punti principali. —
Che se alcuno ci op- tessuto cellulare. — —
li margine posteriore è

ponesse comporsi il chilo nel duodeno, e nella più grosso che 1’ anteriore, rivolto all’ insù e
parte superiore de’ tenui intestini, anzi che immerso nel tessuto cellulare del peritoneo,
arguirne un’ immediata correlazione tra la che 1’ unisce all’ aorta, alla vena cava, ai vasi
formazione di quest’ ultimo fluido e la bile, mesenterici superiori, alla capsula soprarena-
diremmo non essere punto da maravigliare le e al rene sinistro oltre a ciò questo mar-
:
1

che la cosa sia tale, perchè i vasi chiliferi, cioè gine presenta un solco che riceve l’ arteria
quelli che sono destinati ad assorbire questi splenica. — Il margine anteriore è sottile, ri-
I

f
liquidi, sono sparsi copiosamente in questo volto all’ ingiù e situato tra la lamina supe- f
luogo. —
Quanto all’ uso da noi attribuito alla riore del meso-colon trasverso e il duodeno.
I*

vena porta, crediamo che serva potentemente -—-La struttura del pancreas ha la maggiore
a quell’ azione depurativa che siamo inchine- analogia con quella delle glandolo salivari il ; i

voli d’ attribuire al fegato : e tale nostra sen- suo colore è bianco grigiastro che volge al l

tenza fondiamo sulla differenza eh’ esiste tra rosso, la consistenza compatta. E formato di I
i

le risultanze ottenute, mediante le iniezioni lobi, composti questi medesimi di lobetti ri-
«Ielle sostanze irritanti nella vena cava infe- sultanti dal complesso di alcuni grani glandu-
riore o sulla vena porta : infatti, nel primo ca- losi manifestissimi, riuniti da un cellulare tes-
so, gli accidenti sono prontamente mortali, suto alquanto denso. A ciascheduno di code-
nel secondo, per lo contrario, le risultanze sti grani riesce una ramo arterioso, un ramo à
sono assai meno gravi, e talvolta non n’ è con- venoso, un nervoso e una ra diche tla o
filetto 'vi

seguenza immediata la morte. canale escretorio. Percorre questo il pancreas l'il

per tutta la sua estensione, e si presenta sotto '.ai

l’aspetto di un condotto bianco, alquanto so- '0

lido, dello canale del Wirsungio. E quasi sciu- rii


DEL PANCREAS 25 r
pre unico, talora doppio o triplo. —
Avendo deri come destinato, in guisa mediata, all’atto
esso la dimensione d’ una penna da scrivere della digestione. A noi pare che serva a que
alla sua imboccatura diminuisce a misura che sto in modo piuttosto prossimo, al quale pro-
si allontana da questo punto, ricevendo d’ al- posito ci proponghiamo intraprendere una
tro canto, nel suo tragitto, molti rami, nascen- serie d’ esperienze del resto, comunque siasi
:

ti essi medesimi dalla riunione delle radichel- la cosa, il fluido pancreatico ha la maggiore
le somministrale dai grani glandulosi talora : rassomiglianza colla saliva , ed ha formato
si sono vedute una o due branche del pan- oggetto de’ lavori di parecchi scrittori, di

1

creas andare ad aprirsi separatamente nel duo- Graaf, Florent, Schuyl, Wepfer, Drelincourt,
deno. —
II canale pancreatico non è visibile Brunner, J. Born, Fred, Hoffmann, Boerha-
in niun punto di sua estensione, ma per mez- ave, Viridet {De prima coctione., pag. 2661),
zo della dissezione, agevole torna lo scoprir- Heuernamm (Fisiologia. B. 3 - 5 - 5 o 8 ) , i^nr- .

lo : rimboccatura di esso nel duodeno


os- si dyce ( A. tractise on thè., digestion affood.
.serva, d’ordinario, tre pollici all’ incirca sotto 1791, p. 37 ) , e più di recente i signori Ma-
il piloro. Tale inserzione però suole presenta- gendie ( opera citata, t. 2, p. 867, i 833 )
re alcune diversità che non sono sfuggite alle Mayer de Berne (
Giornale complementario,
esatte indagini del Brunner, del Brechtfeld, t.3 , p. 283 ) , Leuret e Lassaigne (Ricerche
<lell’ Haller, del Ruischio e di Tiedemann : e fisiologiche e chimiche sulla digestione, p.
94 ),
a noipure ne vennero trovate parecchie ;
Gmelin e Tiedemann (
Esperienze intorno la
sopra 48 pancreas, in 24 avevaci un canale digestione, tradotto dal Jourdan, 1.
1, p. 24).
(

unico in 117, il canale coledoco e il pancrea-


;
— più infatti de’ mentovati esperimentatori
1
tico possedevano ciascheduno un’apertura di- sono giunti a poter dimostrare esistere la più
stinta in 6, esistevano due canali dei quali
;
grande analogia fra il succo pancreatico e l’u-
uno si congiungeva al coledoco presso un :
more salivare. I fisiologhi di Herdelberg soli
ultimo poi, si trovavano tre canali, due dei sostengono una dottrina contraria, e credono
quali s’ univano al coledoco, un altro al duo- che il primo de’ detti fluidi differisca essen-
deno ), Quando il canale pancreatico tiene un zialmente dal secondo. Non essendoci ancor
corso separato dal coledaco, apresi, le più dati a ripetere le esperienze intraprese sulla
delle volte, nell’ intestino, sotto di questo. Al- composizione dì tali due prodotti, nou po-
cuni autori hanno fatta menzione di una val- tremmo, senza essere accagionati di leggerez-
vola che guarnisce, a loro sentenza, l’orifizio za, pronunziare, in mezzo^alle discrepanze, un
interno di siffatto condotto è un errore, del
:
giudizio. Solo faremo osservare che i signo-
quale è agevole il persuadersi, che fu distrut- ri Gmelin e Tiedemann si sono, con compia-

to da Meckel esponendo nel modo il più pre- cimento, arrestati sui caratteri per cui distin-
ciso la disposizione e il collocamento di tali gues! la saliva dal liquido pancreatico, mentre
parti. —
Le arterie del pancreas derivano dalla non fecero che rapidamente scorrere sopra di
epatica, dalla splenica e dalla mesenterica su- quelli che loro sono comuni, di modochè, ri-
periore. Le vene si riducono alla gastro-epi- petendole, scorgesi che la più parte degli ele-
ploica destra, alla mesenterica superiore e alla menti, eh’ entrano nella composizione di tali
splenica, le quali poi tutte sboccano nella vena due umori, sono in fondo più
gli stessi, e solo
porta. I vasi linfatici nascono da tutti i punti o meno diversificano. La secrezione del succo
dell’organo, e formano un tronco comune con pancreatico si opera d’ un modo continuo, nè
quelli della milza, quindi si recano nelle glan- ci ha cagione di pensare che aumenti in atti-
dola lombari superiori ( Vedi la bell’opera vità all’ istante che la pasta chimosa penetra
del Bock, tavola XV). I nervi, poco conside- nel duodeno. Il signor Magendie ( opera ci-
rabili, spettano al sistema gangliare, e deri- tata, pag. 81, ) sostiene una sentenza del tutto
'
vano dai plessi epatico, splenico e mesenterico opposta, a favore della quale adduce alcune
superiore. Siccome tutte le glandole sali- esperienze istituite sopra gli animali viventi ;
vari, il pancreas, e tutti gli organi glandulari, ma è possibile mai lo ammettere con questo
'
è più sviluppato nei primi tempi della vita autore, che un animale, a cui si è praticata
» che più tardi. Pensa il Meckel che il condotto una considerabile ferita nel basso-ventre, e
>1
escretorio presenti pure una differenza nota- spaccato l’intestino duodeno, continui a dige-
1 bile durante il corso del suo sviluppo la qua- : rire, dopo che si sono levate accuratamente le
le difife renza consiste, al parer suo, nella mol- materie che conteneva, e, per conseguente,
li
f tiplicità dei canali escretori, che la sua membrana mucosa ha cessato d’ es-
jfc
Ossery^azioni intorno la secrezione del sere a contatto col chilo? —
La secrezione del
^

fluido pancreatico. —
11 pancreas separa un fluido pancreatico è favorita da alcune cause:
t fluido eh’ è versato nel duodeno e cola, in tali sono le pulsazioni arteriose che scuotono
I questo intestino, insieme alla bile. Non s’ac- ed irritano continuamente i nervi di codesta
I cordano punto i fisiologhi circa gli usi di tale glandola, l’ incitamento impresso nella muco-
I lif^uido, quantunque in generale lo si consi- sa duodenale, per 1 entrata del chimo in tale

252 APPARECCHI HEEEE SECREZIONI

inlestino, o per quella <ii qualunque altra so- delle quali una corrispondeva alla convessità,

stanza. I signori fieuret e Lassaigne (opera del rene e 1’ altra a quella del colon. 11 mar-
"citala) hanno confermato che le materie le gine anteriore ed il posteriore sono liberi, ma
il primo è rivolto all’ insù, il secondo in basso
quali, introdotte nella bocca, eccitano le glan-
dole salivari, operano alla slessa foggia quan- più o meno rotondati e interrotti in diversi
do sono applicate all’ orifizio del condotto luoghi, mediante alcune incavature il nume-
escretorio del pancreas : tali sono il tabacco, ro e la profondità delle quali non offrono
la ratania, la radice di piretro, l’ alcool, gli veruna costanza. Accade talora che tali inca-
acidi indeboliti, e simili. vature sieno sì profonde che sembrino divi-
dere la milza in parecchi lobi. L’estremità
DELLA MILZA superiore è un poco più grossa dell’ inferio-
re, rivolta all’ indietro e riguardante il dia-
La milza è situata profondamente nel- framma. —
L’ estremità inferiore è inclinata
r ipocondrio sinistro, tra le false coste e lo all’ innanzi, e corrisponde all’ estremità sini-

stomaco, sotto il il colon e


diaframma, sopra stra della porzione trasversale del colon, e
il rene sinistro attaccata d’ordinario alquan-
: al pancreas. —
11 volume della milza varia non

to lassamente al tramezzo muscolare che se- solo secondo gl’ individui, ma eziandio se-
para la cavità del petto da quella dei basso- condo le diverse epoche nelle quali si esami-

ventre, per mezzo di alcune ripiegature del na. Dopo Lieutaud si è generalmente adot-
peritoneo e di molti vasi. La milza suole tato che suo volume cresca nello stato di
il

essere unica. Si sono però trovati alcuni indi- vacuità dello stomaco, ma ninna cosa è men
vidui che ne avevano di parecchie, ma in tali provata che questa: si può dire, d’ un mo-
casi ce n’ ha sempre una più grossa. Alcuni do generalissimo, che nell’ adulto ha la lun-
autori ne rinvennero perfino cinque. La figura ghezza di quattro pollici, tre di larghezza,
di un organo siffatto è piuttosto malagevole e un poco meno di grossezza. Il suo colo- —
ad esattamente esprimere. Si può dire per al- re è di un ro.sso più o meno oscuro, debo-
tro che rassomigli, abbastanza bene, ad un le la consistenza; il tessuto di essa si rom-
segmento, in qualche foggia triangolare, di pe, con estrema agevolezza, tra le dita. A
un corpo elipsoide, tagliato in modo che la prima giunta, sembra formala interamente
sezione sia pari alla lunghezza dell’ asse. Vi di vasi sanguigni arteriosi e venosi, viene
si discerne una faccia esterna, un’ interna, un adire dall’arteria splenica e dalla vena dello
margine anteriore, un posteriore, e due estre- stesso nome : la sostanza dell’organo poi è
mità. —
La faccia esterna è convessa più estesa inviluppata da una molto solida membrana
che l’ interna, corrispondente alle quattro ul- siero-fibrosa. La lamina
che è situata
sierosa,
time coste: aderisce spessissimo al diaframma, al di fuori, deriva dal peritoneo al quale si
ma non voglionsi confondere queste aderen- continua mediante i due prolungamenti indi-
ze, derivanti da una condizione veramente cati. La prima delle quali due lamine, viene
j

infiammatoria del peritoneo, con una ripie- a dire quella di natura fibrosa, spelta alla j

gatura membranosa che talora vi si trova, e milza. Ma siccome è unita strettamente alla |

che, da questo muscolo o anche dall’ estremi- seconda, così non la si può staccare da que- )

tà sinistra del fegato, si porta all’ estremità sta, fuorché nel solco, e fino ad una piccola

(

superiore della milza e si prolunga più o me- distanza lungo siffatta incavatura. Dall’in- fi

no sulla faccia convessa di questo viscere. terna superficie di siffatta lamina fibrosa si
La faccia interna è inegualmente concava di- : dipartono, in numero considerabile , alcune fj

visa, da una spezie di solco, denominato scis- laminette e fibre dilicatissime, solide, e in-
sura della milza^ in due parti nella direzio- tralciate per molti modi diversi. Le quali la- -

ne del suo maggiore diametro. Tale solco non minette e fibre penetrano nello spazio cir- i-

occupa tutta la lunghezza dell’organo, e con- coscritlo dalla capsula, e lasciano, tra sé, al- i»

tiene quasi sempre una certa quantità di gras- culli irregolari intervalli ne’quali si spargono jia

so l’epiploon gastro-colico tiene in questo le


: i vasi splenici. Da tali diverse parti è per [li

proprie inserzioni vi si osservano poi cin-


: così dire costituita la milza o almeno la ba-
:
K
que o sei tori pei quali s’ introducono i vasi se di siffatto organo è costituita dalle medesi- j-i

ed i nervi splenici. Delle due parti che si tro- me. —


Oltre i delti prolungamenti fibrosi, |,i

vano nella faccia interna della milza, 1’ una è si portano eziandio^ dalla membrana interna f;i

anteriore e superiore, più larga dell’ altra della milza alla scissura, tali canali cavi, in- lo
eh’ è posteriore ed inferiore. Del rimanente, viluppano, d’ altro lato, strettamente i vasi e [li

ambedue sono lisce , leggermente concave. siriuniscono ai medesimi. I primi filamenti .sì h
La prima è contigua alla grossa estremità del- attaccano alla esterna loro superficie a quello >
j

lo stomaco, la seconda poggia posteriormente stesso modo che alla faccia interna della capsula i
ff
sul rene sinistro, anteriormente sul colon la : fibrosa. L’arteria splenica è la comune sorgente jld

si è pur veduta colle due cavità superficiali delle aclciie della milza nasce dal tronco
: hf
DI'. I, LA milza 2.Ò3

celiano, ad angolo acutissimo, poi cammina mano un plesso portante Io stesso nome.
lungo il margine posteriore del pancreas, for- Oltre le noverale parli le quali, secondo molti
mando alcuni giri e alcune tortuosità con- anatomici, sono le sole costituenti la milza,
siderabili. Pervenuta al fine alla estremità ce n’ ha alcune altre ammesse dal Malpighi,
sinistra dell’ indicata glandola, la si scor- dall’ dal Dupuyti’cn, dall’ Home ,
Herwson,
ge dividersi in cinque o sei grosse bran- Heusinger e da Meckel dico alcuni cor-
dall’ :

che, le quali s’ introducono separatamente picciuoli rotondali, biancastri, molto verisi-


per la scissura , dentro la glandola e cia- : milmente cavi o almeno mollissimi, i quali,
scheduna , entrandovi, riceve una guaina, per sentenzadegli osservatori che li descrissero,
somministratale, siccome abbiamo detto, dal- differiscono mollo gli uni dagli altri riguar-
la membrana propria. Si suddividono poi le do al volume e alla vicendevole loro posizione.
medesime in molte ramificazioni, formanti La loro grossezza, infatti, dicono i nominati
tra sè numerose anastomosi le ultime estre-
: scrittori, varia da un sesto di linea a cinque li-
mità poi di quelle sono si sottili che sfuggo- nee e mezza ed anche più; e sono ora vicinissi-
no alle più minute indagini e sì innume- : mi gli uni agli al tri, ora, per lo contrario, sepa-
rabile è la quantità loro che, quando sono rati da intervalli piuttosto notevoli; tengono poi
state bene injettale, il tessuto della milza sem- delle strettissime connessioni col tessuto della
bra unicamente formato da esse. Tultavolta milza e si ricevono molti vasi sanguigni. Per
è| degno di essere notato che, quando si sentenza dell’ Home e dell’ Heusinger, si gon-
spinge dell’ aria in una delle divisioni delle fiano molto negli animali, dappoiché questi
arteria splenica, la si scorge sperdersi soltan- hanno bevuto. Non s’accordano gli autori circa
to in una parte dell’organo sostituendo al-
: la natura di cosiffatti corpi. II Malpighi gli ha
l’aria l’acqua, quasi sempre interviene che per glandolo, ma questo è dubbio, essendo
codesto fluido ritorni per la vena corrispon- che la milza sia priva de’ condotti escretori.
dente. Lo stesso fenomeno poi è prodotto da Comunque sia del resto riguardo i’ intima
altro lato, dall’injezione di sostanze solide ;
natura di tali corpi, la cui esistenza è negata
mentre che, dividendo in un animale una da molti anatomici, certo é che ogni qual vol-
parte delle arterie della milza, la porzione per tasi divide una milza sana, se ne scorge il tes-
la quale andavano a distribuirsi siffatte arte- suto presentare una sembianza spugnosa:’e vi
rie, cade sola in cancrena, restando le altre si trovano, massime nei bambini, alcune spezie

parti del viscere in islato naturale dal che : di granulazioni grigiastri, trasparenti, il cui
vuole arguirsi che ciascheduna delle branche volume è notabilmente variabile: quindi, senza
arteriose non sembri somministrare del san- niuna difficoltà, ammettiamo la loro esistenza.
gue che alla parte alla quale si reca; malgra- Per ben discernerli, è bene esporre una lami-
do le numerose anastomosi che si osservano na sottilissima di cellulare tessuto tra l’occhio
fra codeste branche. —
La vena principale ed una luce vivissima allora la trasparenza
:

della milza chiamasi la vena splenica, la qua- di cui sono dolati farà credere, a prima giun-
le sembra nascere dalle estremità capillari ta, che la detta lamina sia dotata di molti fori.
delle arterie, e riunirsi da poi per dare ori- — Le celiale, in altri tempi, ammesse nella
gine a cinque o sei branche, le quali escono milza altro non sono veramente che l’effètto
dalla scissura e mettono capo alla perfine in della distruzione d’ una parte dei vasi e del
un tronco comune, che accompagna l’arteria tessuto fibroso interno, operata da injezioni
lungo il pancreas, e va ad aprirsi nella vena spinte con soverchia forza ; ciò che produce
porta ventrale. Le divisioni della vena sple- dei vuoti che si distendono poi soffiandovi
nica seguono, per lutto, quelle dell’ arteria, aria. — La milza in origine non esiste : solo
e sono, al pari che queste, contenute nelle nel corso del secondo mese di gestazione si
guaine fibrose, e vanno sprovvedute di val- comincia a discernerla palesemente, ed allora
vole, non altramente che tutte le vene spet- è più piccola in proporzione a quanto sarà di
tanti al sistema venoso addominale. Le loro poi, sebbene sia vero che si corruga e si renda
pareli hanno poca densità, talché si rompo- atrofica nel vecchio. I corpicciuoli biancastri
poQo agevolmente nelle injezioni. Nel nume- sono spezialmente più visibili, negli ultimi
ro poi non sembrano soverchiare le arterie, tempi della vita entro-uterina e nell’infanzia,
ma sono bensì più grosse di quasi due terzi, che in ogni altra epoca.
e si attaccano fortemente alle guaine fibrose, Osservazioni fisiologiche intorno le
diverse in ciò dalle arterie che mediante un funzioni della milza. —
Pochi organi hanno
tessuto cellulare alquanto lasso, sono attac- più che la milza esercitata l’ immaginazione
cate alle pareti di tali guaine e al Iato corris- de’ fisiologhi : ned è possibile frenare la ma-
spondente delle vene. I vasi linfatici mettono raviglia in leggere le opinioni espresse,
futili
fine nel ricettacolo del chilo o nel canale to- intorno le funzioni di quest’ organo, da per-
racico. I nervi derivano dal plesso solare, e sonaggi ragguardevoli nella medica scienza.
accompagnano l’arleria, intorno la quale for- Come si può credere infatti che serva tale or-
254 APPARECCHI DELLE SECREZIONI

gano a contiabilanciare peso del fegato, e


il lant^ indagini intorno la milza, anno X, 1802,
ad islabilire Tequilibrio fra queste due parti? p. io 5 ), hanno estirpata la milza ad alcuni
Come supporre che serva ad alleniiare il san- cani, e che questi animali hanno continuato a
gue, o, per lo contrario , a riscaldare questo vivere in uno stalo di salute apparente, sic-
liquido ? Se non fa al proposito nostro il rife- come avanti dell’operazione? Chi non sa fi-
rire qui tutte le ipotesi espresse intorno le nalmente che, dietro le ferite ricevute nel-
funzioni di codesto viscere, possiamo tacere che l’ipocondrio sinistro, la milza è stala levata
successivamente, separare T atra-
gli si è fatto, o intera o in parte senza che ne derivassero
bile, o un umore destinato a nutrire i nervi, o gravi accidenti, siccome ce ne assicurano le
eziandio un fluido atto a temperare la natura osservazioni riportate da Planque (Biblioteca
alcalina del chilo o della bile? Veramente og- di medicina di Planque , tom. IX, in
4
-^

gidì si potrebbe attenersi all’ una o all’altra p. 702-703) dal Fioravanti, e quella che si tro-
delle tre opinioni seguenti : o si considera la va in un Giornale della Bretagna, per 1’ an-
milza come un ganglio vascolare, ovvero le no 1806 ( Medicai repnsitory^ 1806, p. 70 ) ?
si attribuisce 1’ uffizio d’ un ganglio linfatico
o sanguigno. Per tal modo- a cagion d’ esem- DELLE VIE ORINARI E
pio, i signori, Gmelin e Tiedemann, pongono
la milza nel novero de’ gangli linfatici, e sti- CONSIDERAZIONI GENERALI
mano che prepari un succo destinato ad ani-
malizzare il chilo, mentre il Chaussier la ha ‘
Le vie orinarie sono composte dai reni,
per un ganglio glandiforme^ cioè della natu- organi che separano l’orina ; dagli ureteri, che
ra di quelli che egli crede destinati ad esalare, conducono questo fluido alla vescica ; dalla
nel loro interno, un umore sieroso o sangui- vescica stessa, ricettacolo nel quale si racco-
gno il quale, ripreso poi mediante P assorbi- glie P orina fermandovisi per qualche tempo,
mento, concorre alla linfa tizzazione. Della ve- finalmente dal canale dell’ uretra, da cui P o-
rità però di siffatta opinione ci manca qualsia- rina viene trasmessa al di fuori. Entriamo a
si argomento. Quella poi dei fisiologhi d’Hei- descrivere particolarmente ciascheduno dei
delberg non è abbastanza rigettata dai pochi mentovati organi.
vasi linfatici che si trovano nella milza, oltre
alla mancanza di un canale escretorio ? Ri- Articolo I.

mane adunque in vigore la teorica di quelli


che fanno della milza un dwerticulurn del san- DEI RENI
gue, o solamente per lo stomaco, nell’ inter-
vallo tra le digestioni, o per tutto quanto il §. I. Disposizione generale. I reni
sistema circolatorio, nelle tardanze che av- sono organi glandolosi destinati alla separa-
vengono ai movimenti circolatori. Tale opi- zione deir orina ; sono due, ma talvolta non
nione però sebbene generalmente adottata, ce n’ ha che uno in tale caso grossissimo, e
non poggia che sopra dati inesatti. Non è di- collocato trasversalmente davanti la colonna
mostrato in fatti che, passato il tempo della vertebrale, o anche nel bacino lo che è assai ;

digestione, la milza sia più ingorgata di san- raro. Se ne sono talvolta rinvenuti tre, e al-
gue di quello che sia durante il processo della lora uno di questi è situato sopra la colonna
chimificazione. Il Bichat l’ha solennemente vertebrale, oppure, ciò che risulta più raro,
negata, appoggiando il proprio. giudizio so- ve ne ha due da un solo lato ; in tutti questi
pra alcune esperienze dirette. 11 sig. Magendie casi, tre ureteri si riuniscono per formarne
(opera citata, t. II, p. 85 ) medesimo ha asserito due soli. Comunque siasi la cosa, tali organi
di non aver mai veduto niente di simile. Non sono collocati profondamente nella regione
ignoriamo che in addietro, il reflusso del san- lombare, sulle parti laterali della colonna ver-
gue dello stomaco nella milza era spiegato tebrale, davanti le due ultime coste, il dia-
mec^eanicamente, mentre oggidì lo si attribui- framma, il muscolo quadrato dei lombi ed il
sce alla vitalità dell’ organo. Ma che monta la trasverso ; all’ esterno Iato del muscolo psoas
spiegazione, se il fenomeno non è costante, e, e della colonna vertebrale. Sono collocati fyori
eh’ è più, viene contrastato ? Confessiamo a- del peritoneo, in mezzo ad un tessuto cellula-
dunque che le funzioni della milza sono ignote re copiosissimo, sovente molto abbondante di
e probabilmente lo saranno ancora per lunga grasso. rene destro è collocato sotto il fe-
Il

pezza. Come infatti determinare le funzioni gato, sopra il cieco, dietro il duodeno, la por-
di un organo che può essere estirpato negli zione lombare destra del colon, la testa del
animali viventi senza che ne segna notabile al- pancreas e alcune porzioni dell’ ileo. II rene
terazione nella loro economia ? Chi non sa che sinistro è sitnato sotto la milza e la capsula
il Malpighi (discorso anatomico intorno la sopra-renale dello stesso lato , sopra P iliaca
struttura delle viscere traduzione francese,
, porzione del colon, dietro la porzione lomba-
ìn-12, p. 23 (ì), e dopo lui il Dupuytrcn {^sso~ re sinistra dello stesso intestino e la massa
DELLE TIE ORINARIE 255
fle'tenui intestini. 11 rene destro è le più volle lulare adiposa. La spessezza della quale so-
situalo un poco più in basso del rene sinistro. stanza è di circa due o tre linee. Questa se-
§.11. Conformazione. — La figura dei para le orine , e sembra in principal guisa
reni può essere paragonata a quella di un fa- composta da vasi sanguigni. Alcuni anatomici
gtuolo, nel quale si distinguono due superfi- vi hanno ammesse certe glandole piccolis-
cie, due margini e due estremità. La su- — sime della grossezza dei grani dell’ uva che
perficie anteriore è leggermente convessa. Nel essi dicono attaccate ai vasi. L’ ispezione per
rene destro, corrisponde essa al duodeno, al altro, almeno per quanto ne parve, non le di-
pancreas e alla porzione ascendente del colon. mostra solo quando si laceri la sostanza cor-
:

Nel rene sinistro corrisponde alla porzione ticale, si scorgono alcune piccolissime gra-
discendente dello stesso intestino. La superfi- nulazioni che potrebbono essere soltanto, co-
cie posteriore è quasi piana, un poco più lar- me è qui detto, le estremità
s’ dei vasi rotti
ga dell’ anzidetta, riguardante lo strato di tes- che sì ritirano sopra sè stesse. D’ altra parte,
suto adiposo del quale abbiamo tenuto paro- se pur lice il dirlo, le injezioni non passereb-
la. Il margine esterno, grosso, convesso e li- bero si agevolmente dalle arterie ai condotti
bero, corrisponde alle pareti addominali. L’in- esecretorj, quando esistessero alcune glandole
terno è leggermente inclinato verso il davanti, intermediarie. La sostanza tubulosa^
e presenta alla metà di sua lunghezza una scis- chiamata pure radiata., è meno rossa, ma più
sura per la quale penetrano vasi ed i nervi.
i compatta della corticale e sembra compostai
:

Le due estremità sono rotondate. La supe- da un ammasso di corpi rotondali, conici o


riore poi di queste è più grossa, più corta e piramidali la cui base è rivolta all’ infuori, e
un poco più inclinata al di dentro, e abbrac- r apice guarda internamente. Tali fasci sono
ciata dalla capsula sopra-renale come da una circondati d’ ogni intorno dalla sostanza cor-
spezie di celata. L’ inferiore è più sottile, più ticale, eccetto che all’apice dove sono abbrac-
allungata e più esterna che 1’ anzidetta. 11 — ciali dai calici. 1 ulti poi questi apici finisco-
volume dei reni non è sempre uguale ; ma in no in una spezie di papilla, alla quale vanno a
generale è tanto pùù considerabile quanto più metter capo convergendo tutti i piccoli tubi
s’ accostano siffatti organi al momento di loro ond’ è composto ciaschedun fascio. 11 numero
formazione d’ ordinario hanno quattro pol-
: di queste papille che, siccome scorgesi, non
lici di lunghezza sopra due di larghezza ; nel- sono che gli apici dei coni che presenta la
la loro parte interna hanno la grossezza di sostanza tubulosa, tale numero, dico, varia
un pollice ma esteriormente sono un poco dai cinque ai diciotto. In certe circostanze,
più sottili.
;

— Compattissima è la loro consi- ciaschedun cono ha la sua papilla. In altre,


stenza, il colore rosso volgente al bruno. Per invece, ce n’ ha due per un cono solo. La lo-
ben discernere il tessuto che gli avvolge, è me- ro forma non è sempre eguale, e lo stesso
stieri dividerli longitudinalmente pel margi- vuole dirsi della lunghezza sono essi infatti
:

ne loro convesso. Sono circondali da un tes- quando corti e rotondati, talora allungati e
suto cellulare pieno di grasso, denominalo terminati in punta il colore è rosso alquanto
:

capsula adiposa del rene inoltre è il rene


: vivo, ma qualche volta un poco pallido. La
lutto quanto avvolto d’ una membrana bian- superfìcie di codeste papille è liscia e levigata
castra, le due superficie della quale sono ru- al tatto,e pare eziandio rivestila d’ una mem-
gose. Tale membrana si accosta alle membra- brana sottilissima. In questi si discernono gli
ne fibrose, e solo presenta un’ apertura corri- orifizj dei condotti oriniferi, ma men nume-
spondente alla scissura per lo passaggio dei rosi che i filamenti della sostanza tubulosa.
vasi sanguigni e del canale escretorio. Sembrano disposti, in qualche foggia, come i
§. 111. Organizzazione —
La sostanza filamenti di un innaffiatoio, ed e facile, compri-
del rene è composta da due sostanze : 1’ una mendo le due sostanze, il farne sgorgare 1’ o-
di queste porta il nome di sostanza corticale rine. Che se si taglino le papille perpendico-
o glandoìosa^ P altra quello di sostanza mi- larmente alla lunghezza dei piccoli tubi, che
dollare o tubulosa . Ambedue differiscono in esse riescono, le superficie della sezione
sommamente 1’ una La prima
dall’ altra. appariscono porose, e presentano 1’ aspetto di
circonda la sostanza midollare per la sua mag- un giunco taglialo traversalmente. Si vede ,
giore estensione e per ogni verso, quindi si comprimendo al dissopra di esse, scolare ugual-
continua colla sostanza tubulosa e forma al- mente l’orina da molli piccoli orifici compressi
cuni prolungamenti che si cacciano tra i fa- gli uni contro gli al tri.Un piccolo imbuto mem-
sci di quest’ultima. Sono essi alcune spezie di branoso chiamato calice abbraccia ciaschedu-
tramezzi da certi autori denominali, inoppor- na papilla fino alla base. 11 numero di tali im-
tunamente, le colonne carnose del rene. Van- buti è minore che quello delle papille: infatti le
no (jucste assottigliandosi a misura che si spesse volte due o tre di questi ultimi sono
avvicinano al bacinetto, intorno al quale si ricevuti nel medesimo calice, (iodesli calici si
trova sempre alquanta copia di tessuto cel- raccolgono in tre tronchi; l’uno parte dalla
35 Ü APPARECCHI DELLE SECREMOSI

superiore dell’ organo, l’altro dalla sua


j),u’le direzione ad operarsi alquanto in alto, e a
parte media, il terzo per ultimo dalla parte qualche distanza dalla superficie del rene, tal-
inferiore. Finalmente questi tre ultimi, alla ché i prolungamenti cilindrici della sostanza
loro volta, riuniscono al di fuori del rene,
si midollare, e della sostanza corticale, si pene-
e nella scissura, per produrre il bacinetto. trano vicendevolmente in molti punti. —
Non è raro per altro il ritrovare un maggio- Giaschedun de’ reni adunque si trova com-
re o minor numero di branche, le quali van- posto, per tal modo, da vari ammassi di ca-
no ad aprirsi immediatamente in questa spe- nali, prima tortuosi, poi diritti, strettissimi
zie di sacco membranoso. 11 bacinetto è gli uni contro gli altri, i quali, avendo la base
una borsa membranosa ,
situata secondo la rivolta all’ insù e 1’ apice in basso, rappresen-

lunghezza del rene, dietro ed in mezzo le di- tano la forma del tutto, solo che sono più al-
visioni dell’arteria e della vena renale. Tale lungati. Berengario da Carpi aveva giù fatta
borsa è larga nel mezzo, stretta alle estremità, menzione della destra parte di siffatti canali,
continua in basso coll’ uretere nell’ interno: ma per vero dire, andiamo debitori al Bellini
di questa si scorge l’ imboccatura dei tronchi della descrizione più esatta che ne venne isti-
risultante dalla riunione dei calici, e alla par- tuita di poi. —
Innanzi al Ferrein repulavansi
te inferiore si trova 1’ infondibulo^ ovvero semplici, ma le indagini di questo anatomista
l’orifizio apertissimo dell’uretra che non pre- e le osservazioni dei Sehumlansky hanno di-
senta mai valvola. Il bacinetto ed i calici so- mostrato, che ciascheduno di essi rappresenta
no composti da tre strali membranosi, eh’ un fascio composto da più centinaia di con-
quasi impossibile il separare il più esterno è
: dotti, ai quali si è dato il nome di piramide
liscio, bianco ed unito alquanto lassamente al del Ferrein.
tessuto cellulare adiposo che lo circonda ; e J^asi c neroi. —
Le arterie che si por-
sembra essere di natura cellulosa. Lo strato tano ai reni, derivano dall’ aorta con due gros-
medio è più grosso, e s’ accosta di più al fi- si tronchi sono questi le arterie renali, una
:

broso, si distacca colla massima difficoltà dal per ciaschedun lato si portano queste dal di
:

precedente, al quale aderisce in modo si inti- dentro al di fuori, coperte dalle vene dello
mo, che è forza il doverli considerare come stesso nome, poi si dividono, presso il rene,
uno solo e medesimo strato. II terzo strato in parecchie branche, le quali s’introducono
tappezza non solo tutto l’ interne parete del nella fessura e penetrano nell’ organo accom-
bacinetto, ma si prolunga pure nei calici. pagnate dalle vene, dai nervi e dai vasi lin-
Liunto base delle papille, rivolgesi mani-
alla làtici. Un tessuto cellulare alquanto lasso, con-

festamente sopra di esse, poscia abbandona la tinuo a quello che trovasi nella scissura, cir-
membrana media ; ma l estrema sua sotti- conda tutte le dette parti le loro branche de-
;

gliezza non ne concede il poterlo seguire so- scrivono alcuni archi, rivolti 1’ uno verso del-
pra la superficie di tali papille. — Abbiamo r altro, che circondano spezialmente le basi
detto che le due sostanze del rene sono lisce delle piramidi del Ferrein, o diversi segmenti
alla loro superficie ; tale opinione per altro della sostanza interna. Non esiste fra tali ar-
non è adottata da tutti gli anatomici pa- : chi niun’ anastomosi, e, quantunque seguano
recchi pensano che, mediante la macerazio- essi le divisioni della sostanza midollare, non
ne, r iniezione e l’aiuto di un microscopio si spargono tuttavia per l’interna di questa,
vi si riconoscano molti piccoli spazi irrego- ma distribuiscono quasi del tutto nella so-
si

larmente rotondati, quadriangolari, penta- stanza corticale. Molte piccole branche dispo-
goni o esagoni, serrati gli uni contro gli al- ste a raggi derivano dalla convessità delle
tri, il cui diametro non arriva alla mezza li- maggiori branche, circondano la base di cia-
nea. Secondo questi anatomici, codesti piccoli schedun lobulo, poi si ramificano sempre più,
spazi sarebbero limitali da alcuni piccoli vasi e vanno a formare i corpicciuoli glandolifor-
da’ quali vanno alcune piccole diramazioni rai di alcuni autori. — Le vene seguono esat-
nell’interno di essi. Oltre a siffatti spazi, e i tamente disposizione delle arterie, ed esco-
la
corpuscoli de’ quali si tenne parola, la sostan- no dall’ organo renale con molte branche, le
za corticale contiene eziandio una gran quan- quali si riuniscono in uno o più tronchi, il cui
tità di piccoli canali bianchi e assai tortuosi numero non è giammai superiore ai tre, e fi-
che si chiamano condotti del Ferrein; questi nalmente si aprono, sotto il nome di vene
ultimi si anastomizzano frequentemente insie- eniulgenti^ nella vena cava interiore. I
me e vanno, d’ ordinario, separati, si riuni- vasi linfatici vanno a metter capo nelle glaii-
scono talora a due a due, e circoscrivono dei dole lombari. — I nervi che qui sono picco-
piccoli spazi la cui forma è variabile all’ infi- lissimi, derivano dal plesso renale del grande
nito. Tortuosi nella sostanza corticale, diven- simpatico ; si attaccano alla superficie delle
gono retti nella sostanza midollare, e, quando arterie, nè penetrano a molta profondità nel-
siriguardino assai da vicino, si scuopre che, 1’ organo. —
1 reni sono torniti d’ una mem-

tratto trailo, comincia il cangiamenlo nella brana propria disposta, all’iiicirca, nello stesso
DELLE VIE ORINARIE 25y
imoiìo che quelli omle sono avvolti la mil- tuato nella parte anteriore e media della ca-
3.a ed il fegato. Tale membrana copre tutta vità della pelvi, dietro la sinfisi del pube,
la superticie dell’ organo , al quale aderisce fuori del peritoneo, davanti il retto nell’ uo-
mediante un tenuissimo cellulare tessuto; pe- mo, e la vagina nella donna. —
La vescica,
netra nel fondo della scissura, ed esaminan- nell’adulto, ha la forma all’ incirca ovale, ap-
dola attentamente, la si scorge nascondersi coi pianata dall’ innanzi all’ indietro, colla grossa
calici e coi vasi penetranti il rene, e soramini- estremità rivolta in basso e un poco all’ in-
!
strare ai medesimi alcune guaine simili a quel- dietro. L’ estensione trasversale di quest’ or-
le formale dalla membrana propria del fegato. gano è spezialmente, in proporzione ali’ altez-
Tale membrana è compattissima, semi-traspa- za, sviluppatissima nelle donne, che hanno

j
rente, più addensata che quella del peritoneo, sostenute molte gravidanze, ed è, per lo con-
iiè si può giungere a separarla in due lamine. trario, molto allungata nel feto , anzi quasi
cilindrica. In tale epoca, la sommità di essa,
Artìcolo II. formata dall’ uraco, si approssima all’ ombe-
1
lico, e la sua lunghezza supera tre volte la
i

DEGLI URETERI larghezza il suo diametro trasversale è quasi


:

uguale al diametro anlero-posteriore, ma, a


Si dà questo nome ai condotti escretori misura che il bambino si sviluppa, la figura
dei reni , i quali si estendono dalla parte in- di quest’organo prova alcune mutazioni che
feriore dei bacinetti al basso fondo della ve- r avvicinano sempre più a quella di un ovale.
scica. La loro grossezza uguaglia quella d’una §. 11. Conformazione. — Si distingue,
penna da scrivere. Usciti una volta dai baci- nella vescica, una parte superiore che si dice
netti, del resto si continuano, di-
coi quali fondo., una media, più larga, chiamata corpo.,
! scendono gli ureteri sul muscolo psoas, dietro e una inferiore, che presenta ancora maggior
la posteriore parete del peritoneo, incrocic- larghezza, conosciuta sotto il nome di basso-
chiano i vasi spermatici che sono posti da- fondo e di collo.
vanti di essi, sopra 1’ arteria iliaca primitiva, Superficie esterna. —
I più degli anato-
e si nascondono poi nel bacino qui si con-
;
mici dividono la superficie esterna della vesci-
vergono T uno verso l’altro, e giungono alla ca in sei regioni; una anteriore., limitata in al-
j

I
parte inferiore e posteriore della vescica ; in to dall’uraeo e terminata in basso dal collo del-
questo luogo sono separati ancora l’uno dal- la vescica ;
nella parte inferiore si osservano
[

! i’ altro da un intervallo d’ un pollice e mezzo due piccoli fasci fibrosi chiamati legamenti
all’ incirca. Entrando nella vescica, se.rpeggia- anteriori della vescica. Tale superficie cor-
Î 10 obbliquamente nella spessezza delle pareli risponde al pube 1’ altra è posteriore, lie-
:

di quest’ organo, fra la tonaca carnosa e la vemente inclinata in alto, convessa, liscia,
mucosa, quindi, dopo il tragitto di circa un coperta tutta quanta dal peritoneo, e contigua
' pollice, in direzione obbliqua dal di fuori al al retto o all’ utero secondo i sessi. La re- —
di dentro, e dal di dietro all’ innanzi, s’ apro- gione superiore, o sommità della vescica, cor-
no nell’ interno di questo sacco mediante un risponde agl’ intestini tenui. Vi si attacca il le-
orifìzio strettissimo, che si scorge negli angoli gamento superiore della vescica ehe compren-
posteriori del trigono vescicale. de 1’ uraco, le arterie ombelicali, e vi si attac-
Organizzazione. —
Le pareli di tali con- cano le ripiegature del peritoneo. —
lAuraco,
dotti sono composte da due membrane so- occupante il mezzo del mentovato legamento,
prapposte r una esterna, sottile, trasparente,
;
è un cordone molto allungato , sottilissimo,
;
di natura cellulosa, la quale sebbene offre una avvolto interamente dal peritoneo, che si as-
sembianza fibrosa non è fornita però interna- sottiglia a poco a poco di basso in alto, si at-
j

[
mente di fibre, 1’ altra, interna, mucosa, con- tacca immediatamente alla parete anteriore
i

tinna a quella della vescica. Quest’ ultima suo- della cavità addominale, e si porta al fondo
le essere inumidita da un umore atto a pro- della vescica verso l’ ombelico, fino all’altez-
i
leggerla dall’ acredine dell’ orina. Gli ureteri za del quale non si estende costantemente. Le
ricevono i loro vasi dalle arterie spermatiche, sue fibre si continuano, più o meno palese-
renali, dall’aorta, dalla vena cava inferiore, e mente, con quelle della membrana mucosa
talora dalle iliache. della vescica. —
Gli autori discordano circa
la natura di siffatto legamento alcuni ani-
:

Articolo III. mettono una cavità ; gli altri, per Io contra-


rio, sostengono che non esista. Quindi le dif-
DELLA VESCICA ferenze che si osservano nella descrizione del-
r uraco. Così il Walter lo dice cavo ; Norien,
§. 1. Disposizione generale. — La vesci- Senac e Portai asseriscono eh’ è solido. Chi
ca è un serbatoio muscolo - membranoso, al- volesse [ireslar fede a questi ultimi, sarebbe
lungato, più lungo ohe largo e profondo, si- composto d.i quattro tonache, oltre le guaina
Encicl. àed. T, IL\
258 AfPARliCCHI DELLE SKLREÂIOKI

somministratagli dal peritoneo; e queste to- sua estensione, eccettuale le protuberanze in-
nache, molto intimamente unite fra loro nella costanti che sono prodotte, di frequente, dal-
parte supcriore , si allontanerebbero le une lo interno. Si può ugual-
strato muscolare
dalle altre verso la sommitc'i della vescica, e si mente dividerla in sei regioni, che non of-
porterebbero, passando sotto la membrana frono ninna particolarità, tranne l’inferiore,
muscolare del ricettacolo delle orine, le due la quale, considerata dall’innanzi all’indietro,

prime nelle parti laterali della vescica ; e le presenta il collo della vescica., il trigono ve-
altre due alle superficie anteriore e posteriore scicale, l’ inserzione degli ureteri, e il basso-
del medesimo organo fino al suo collo. Se- — fondo. Il collo della vescica, o 1’ orifizio
condo il Walter, invece, 1’ uraco è formato, rappresenta, come già dicemmo,
dell’ uretra,

esteriormente, da alcune fibre longitudinali, un imbuto abbastanza largo coll’orlo grosso,


poscia da alcune circolari, quindi dalle mem- e rotondato ; che poi si risli’inge per dare ori-
brane vascolare e muscolosa della vescica. Vi si gine all’ uretra. La forma circolare di tale ori-
introduce, con abbastanza facilità, una sonda fizio è interrotta d’ordinario da un tubercolo

e del mercurio fino alla distanza di alcuni pol- carnoso che s’innalza dalla parte inferiore
lici, ma finisce in un fondo di sacco verso di esso, al quale Lieutaud il primo assegnò il

r ombelico , e contiene sovente un liquore nome di ugola vescicale: è formalo dalla


rossastro. Asserisce Boyer di avere dissecato, tonaca interna della vescica, nè altro sembra
l’anno 1787, un uomo nell’ età di anni 36, che l’ angolo anteriore del trigono vescicale:
l’uraco del quale aveva la lunghezza di un pol- cioè di quello spazio triangolare circoscritto
lice e mezzo, e conteneva 12 pietre della gros- da tre aperture che ne segnano gli angoli. Tali
sezza dei grani di miglio uno poi tra questi
: aperture, separate da un intervallo d’un pol-
rassomigliava a un piccolo grano di orzo. lice e mezzo aH’incirca, sono : anteriormente,
Boyer si è assicurato che tale condotto non r orifìzio dell’ uretra o il collo della vescica,
era formato da una borsa vescicale, o da un quindi, posteriormente e sui lati, gli orifizi
prolungamento della tonaca interna della ve- degli ureteri. La superficie che ad esso corri-
scica attraverso le altre tonache. —^ La regio- sponde presenta meno rughe che il rimanen-
ne inferiore^ denominata anche base della ve- te dell’ interna faccia, dalia quale pur si di-
scica, è più estesa trasversalmente che dall’in- scerne per un colore particolare, che diversi-
nanzi all’indietro.Gli anatomici la suddividono fica secondo gl’ individui. L’ angolo anteriore
m due parti, un’anteriore e l’altra posterio- di questo trigono, confuso coll’ ugola vesci-
re la prima è un poco più elevata che la se-
:
cale, ha la grossezza di tre o quattro linee
conda, è stretta ed ha la forma di un bucciuo- all’ incirca
;
quindi il trigono stesso va assot-
lo strettissimo è il collo della vescica. Que-
:
tigliandosi fino alla base, le due estremità del-
sta parte è abbracciata dalla base della pro- la quale finiscono agli orifizi degli ureteri, i

.stata, e corrisponde alla parte posteriore ed quali occupano, come abbiamo detto, i due
ìuferiore della sinfisi del pube. La seconda angoli posteriori, e sono stretti, allungali, di-
parte, o la parte posteriore, ha ricevuto il retti obbliquamente all’innanzi e al di dentro
nome di basso-fondo ; ed è ampia e allargala, — Per agevolare l’ intendimento dell’opera-
limitata posteriormente dal peritoneo, median- zione del taglio retto-vescicale stato propo-
te quella spezie di fondo di sacco eh’ esso sto, a questi ultimi tempi, dal sig. Sanson
,

forma ri volgendosi dalla faccia posteriore del- trarremo da questo abile scrittore in parte
la vescica alla parte anteriore del retto. Nel- la descrizione delle correlazioni anatomiche
l’ uomo, il basso-fondo della vescica poggia di tale regione. 11 basso fondo della vescica si
sopra le vescichette seminali e i canali defe- estende indietro all’innanzi, dalla lami-
dall’
renti, poscia sull’intervallo triangolare che na retto-vescicale del peritoneo fino all’origi-
le vescichette seminali lasciano tra sè: poggia ne deli’ uretra, e si continua, sui lati, colie
immediatamente sul retto e si attacca, del ri-
;
regioni laterali dell’ organo, senza niuna li-
manente, a questi intestini mediante un cellu- nea di separazione ben manifesta. Tale basso-
lare tessuto, lasso, abbondevole, adiposo, per- fondo, misuralo per tutti i versi da alcune
corso da molti vasi, specialmente venosi. Mella dimensioni quasi uguali, è unito, per mezzo
donna il basso-fondo della vescica corrisponde di solide aderenze, agli ureteri, ai condotti
alla parte anteriore della vagina. In ambidue deferenti, alle vescichette seminali che lo per-
i sessi muscoli elevatori dell’ ano abbrac-
i corrono obbliquamente dall’ indietro all’ in-
ciano laterali di questo basso-fondo.
le parti nanzi e dal di fuori al di dentro, c lo divido-
Le regioni laterali della vescica^ propria- no così in tre superficie, due laterali, con-
mente dette, sono più larghe in basso che in vesse, più larghe all’ innanzi che all’ indietro,
allo, c coperte solamente nella posteriore loro situale alla parte esterna delle vescichette, c
jtarle, dal ])critoneo, e cosleggialc dalle arte- corrisponcleuli ad un tessuto cellulare abbon-
rie ombelicali e dai canali dcfcreuli. devole c adiposo che le separa dagli elcvalots
Superficie interna. — • La superficie in- dell’ ano ;
mentre chela terza, mediana, si-
ieriia della vescica è liscia per quasi tutta la tuala tra i due serbatoi dello sperma, Iriango
Î>I!T.LK TU': OElNÂRiK

lave, colla base rivolta aU’indietro corrispon- quello dell’ opposta [Saiison^ de’mezzi onde,
dente al peritoneo, e T apice rivolto all’ in- pervenire alla vescica dalla parte del ret-
nanzi corrispondente alla prostata, è imine- to. Parigi, 1817, p. i 5 )
dialaniente applicata sulla parte media del §. in. Organizzazione.
.

La vescica è —
retto, del quale segue esattamente la curva- composta di tre membrane sovrapposte nella
tura lino alla glandola. Giunta a questo luo- maggior parte di sua estensione se ne osser- :

go, se ne separa per rivolgersi obbliquamente va poi una quarta nella parte superiore della
dall’ indietro all’ innanzi, ed un poco di basso faccia superiore.
in alto, fino al collo della vescica, dove si con-
fonde col principio dell’ uretra, che può, in
Tonaca sierosa. —
Questa, che è la
più esterna , e riveste V organo soltanto nel
qualche guisa, tenersi per la continuazione di luogo testé indicalo, è formata dalla parte
questa. L’origine dell’uretra è abbracciata anteriore dell’ inferiore parete del peritoneo :
dalla prostata, confusa al collo della vescica, tale membrana, che aderisce soltanto alla sot-
ma non è così vicina alla sinfisi dei pube come toposta tonaca muscolare, mediante un tessu-
si è mostrato di credere fino a questo punto. to cellulare lassissimo, si rivolge dalla vescica
Infatti, situata sopra una linea, che si esten- sulla parte superiore della faccia anteriore
derebbe dalla parte inferiore di questa sinfisi dell’utero il rimanente della vescica, cioè la
;

fino all’ apice del coccige, ne riesce distante maggior parte di questa, non è coperta che
quasi due pollici. L’uretra aitraversa, a prin- danno strato di tessuto cellulare poco stipato,
cipio, la prostata, accostandosi un poco al ret- che r unisce alle parli vicine.
to poi divenuta libera, si porta direttamen-
;
Tonaca muscolare. La tonaca mu-
te verso lradice della verga, cacciandosi sot-
i scolare ha una tessitura molto composta è :

to 1’ arco del pube, dal quale rimane allonta- possibile tuttavia il ridurla, almeno general-
nala per lo spazio di circa quindici linee al : mente, a due strati i quali, sebbene sovrap-
tempo stesso si allontana dall’ intestino col posti, pure a quando a quando intralciano
quale forma un angolo aperto verso il peri" tra loro. — Lo strato esterno, il
s’

più forte e
neo. La pelle di questa regione e il prolunga- il più denso, è composto di fibre longitudinali
mento dello sfintere in basso, 1’ uretra all’ in- che, dall’ estremità delle superficie inferiore
nanzi e l’ ultima porzione del retto fornita e posteriore della vescica, verso il basso-fondo
di questo stesso sfintere all’indietro, formano dell’ organo , ascendono per intrecciarsi in
i tre lati di uno spazio triangolare, pieno di parte le une colle altre, e in parte rivolgersi
tessuto cellulare adiposo, la cui base corri- dal di dentro al di fuori. —
Le fibre esterne
sponde al rafe, e all’ apice del quale si tro- posteriori si rivolgono d’ alto in basso, alcune
va la prostata. Che se , dipartendosi dalla linee sotto 1’ uretra, si portano di questo luo-
cavità del retto, si esaminino, nell’ordine go all’ innanzi e all’ insù, poi si continuano,
che si presentano, le parti situate sul davan- dal di fuori al di dentro, collo strato longitu-
ti dell’intestino, si trova, partendo dal dinale anteriore. Le superficie laterali sono in
mezzo e procedendo obbliquamente dall’ in- gran parte prive di fibre longitudinali. Lo —
dietro all’ innanzi e di basso in alto, la parete strato interno è composto quasi del tutto di
anteriore di quella porzione, uno strato più fibre obblique che camminano in direzione
o meno grosso di tessuto cellulare lasso e va- opposta le une dalle altre di modo che s’in-
scolare, la parete inferiore della vescica e la ca- crocicchiano e s’intralciano di frequente in-
vità di quest’organo ; 2° partendo dalla cur- sieme. Le inferiori sono affatto trasversali e
vatura che forma l’intestino sotto la detta re- più serrate le une contro le altre, formando
gione per rivolgersi verso 1’ ano, e tenendo quello che alcuni anatomici hanno chiamato
una direzione prossima all’ orizzontale, si lo sfintere della vescica. Le
sono mollo altre
trova la parete anteriore del retto, uno stra- meno ravvicinate, in modo che
rappresenta-
to di tessuto cellulare sottile e stipato, la pro- no una rete, attraverso le cui maglie si sco-
stata attraversata da quella parte dell’uretra prono le membrane interne quando si trovi
nella quale osservasi la cresta uretrale, e gli distesa la vescica. —
Sotto di questo secondo
orifizi dei canali ejaculatori ; 3 .° finalmente, strato, si trovano in parecchi punti, ma spe-
prendendo le mosse dalla parte più inferiore zialmente in basso, alcune fibre muscolari più
dell’ intestino, e seçruendo una linea orizzon- sottili che ricevono nella direzione di sua
tale dall’ indietro all’ innanzi, la parete ante- lunghezza, e costituenti a questo luogo un
riore del retto, unita allo sfintere, lo spazio terzo strato.
triangolare, del quale si è tenuto parola, e, Tonaca vascolare e mucosa. — Alla to-
affatto air innanzi, il bulbo dell’uretra e la naca vascolare succedono la membrana va-
parte posteriore del muscolo bulbo-caver- scolare, eh’ è sottilissima, e la membrana mu-
noso pertanto se si segua tale direzione, si
; cosa :quest’ ultima, in apparenza, è liscia, o
ha la certezza di non aprire niun vaso, tran- almeno non è fornita che di sottilissin>e villo-
ne le anastomosi capillari destinate a far co- sità. D’ordinario, nella posteriore sua faccia,
municare il sistema vascolare di una parte con non si scorgono gl,indole mucipare, ,salyo il
260 APPARTîCCHî DErLE SECREZîONI

«olio della vescica per altro codeste glandole


:
visione. Malgrado eio, usando un po’ di pre-
si rendono più apparenti, quando,
dietro uno cauzione, è possibile, ancor neH’adulto, giun-
stato patologico, hanno acquistato maggior gere a separarli rompendo il tessuto cellulare
volume. che gli unisce. La sostanza tubolosa è in pro-
Vasi e nervi. — Le arterie della vescica porzione più copiosa che non sia nell’ adulto,
derivano dall’ ombelicale, dall’ emorroidale e torna mollo più agevole, a quest’epoca,
inedia, dalla pudenda interna, dall’ischiatica, il separare le une dalle altre le piramidi del

dall’ otturatrice, dall’ ipogastrica e dall’ epi- Ferrein. Quanto agli ureteri., hanno pur que-
gastrica, che mandano alcuni rami alla parte sti in proporzione maggiore larghezza. La ve-

superiore di quest’ organo nella donna è : scica, colpa la ristrettezza del bacino, non
uopo aggiungervi alcuni rami derivanti dalla si trova più contenuta nella cavità pelvica, ma

spermatica. Tutti questi vasi hanno, tra se, è situata molto più in alto, in guisa che l’ure-
frequenti anastomosi, e formano, nello strato tra ne acquista assai più lunghezza ed è an- ;

celluloso che copre la tonaca carnosa, un’ele- che molto più piccola. La forma n’ è assai più
fante rete, eh’ è pure manifestissima nella to- allungata la quale circostanza, giunta a quel-
:

naca nervosa e nel tessuto cellulare che uni- la della sua piccolezza, fa che apparisca a pri-

sce questa tonaca alla muscolare. Le vene se- ma giunta sotto la form.a di un filamento che
guono le divisioni delle arterie, e vanno a altro non sembra tranne una lieve dilatazione
metter capo, da ciascun lato, nell’ ipogastrica dell’ uraco. Questo poi, come è agevole il
e nell’ otturatrice loro ramificazioni poi si
: le comprenderlo, è tanto più sviluppato quanto
osservano principalmente sulle parti laterali più giovane è T individuo, di modo che dile-
e inferiori dell’ organo, ove costituiscono, con guasi interamente coll’ andar dell’ ^ à. Abbia-
altre vene spettanti al retto, un plesso consi- mo già detto che, circa la sua struttura, non
derabile. Da tutti i punti della superficie in- siaccordano gli autori s' accordano però ge-
;

terna e delle pareti della vescica, nascono i neralmente nell’ ammettere che sia general-
vasi linfatici, i quali, in generale, accompagna- mente cavo. Spesso ancora si conserva tale ca-
no i vasi sanguigni, e si gittano , dopo avere rattere nel feto a termine, e si trova quel cor-
attraversate varie piccole glanrlole situate sul done comunicare tuttavia colla vescica. A giu-
tragitto delie arterie ombelicali, nel plesso dicarne dall’analogia, e da alcune osservazioni
ipogastrico. I nervi derivano dalle paja sacrali raccolte sull’ uomo, saremmo tratti a pensare
e dal grande simpatico. De’ quali nervi i pri- che 1’ uraco percorra primitivamente tutta la
mi sembra che presiedano all’irritabilità di lunghezza del cordone ombelicale, e che si
quest’organo, i secondi alla sua sensibilità. dilati fra gl’ involucri del feto per dar nasci-
Quindi certe lesioni della midolla spinale sono mento ad una vescichetta chiamala allantoide.
accompagnate ora dalla perdita della sensibi- Del resto, è uopo confessare, che ci hanno an-
lità, ora da que[la delia contrattilità. cora molte incertezze su questo proposito nel
tempo stesso che alcuni moderni persistono,
Articolo IV. certamente a torto, nel credere che l’ uraco
sia pieno e solido.
SVILUPPO DELLE VIE ORINARIE
Articolo V,
L’ apparecchio orinario, ben lontano dal-
1’ sempre uguale, va soggetto ad assai
essere OSSERVAZIONI FISIOLOGICHE INTORNO I PRIN-
mutazioni nel corso della vita e le differenze ;
CIPALI FENOMENI DELLA SECREZIONE
che prova si riferiscono alla sua conformazio- dell’ ORINA
ne, alla sua tessitura, al suo volume propor-
zionale ed alla sua situazione. Per ciò che — Troppo siamo lontani dal tempo in cui
spetta, a cagione d’ esempio, ai ren/, si può si pensava che reni non
i fossero gli organi
asserire generalmente che tali organi sono separatori dell’ orina ; e se noi ci facciamo a
in proporzione tanto più voluminosi, quan- ricordare che 1’ Haller ha consacralo molte
to meno avanzato in età è i! feto. E sono pagine alla dimostrazione d’ una tal sorte di
eziandio più allungati ; il bacinetto è più verità, è per dimostrare per quanto tempo la
prossimo in modo che
alla faccia anteriore, fisiologia siasi rimasta nell’ infanzia. Oggidì
meno sviluppata, ne riesce la scissura renale. ninno mette più in dubbio che 1’ orina non
La loro superficie non è punto liscia ; an- sia separata dal rene ; ma
parecchi fisiologhi
zi, in tale sono essi composti da molti
età, domandano ancora organi sieno i
se questi
lobi. 11 numero parimente di essi è tanto più soli incaricati alla separazione dell’ orina, e
considerabile quanto più vicino è il feto al- se non esistano canali destinali a condurre le
l’epoca della sua formazione, e sono pure di- bevande direttamente dallo stomaco alla ve-
visi gli uni dagl’ altri, all’istante del parlo ;
scica. —- Quest’ idea,che fu suggerita dalla
ma poi si uniscono più intimamente, e alla rapidità onde, in alcune circostanze, liquidi i

line dileguasi interamente ogni seniore di di- sono spinti fuori dalla vescica, viene laftorzata
Dl-:rjLE VTE ORINARIE 2()I

dai i'atll stati osservali dal Chirac ( il quale contenere, e che, secondo ogni apparenza, sia,
pretende dP a^er veduta la vescica riempier^ oltre a ciò, la detta secrezione destinata a ri-
si d’’ orina dopo la legatura degli ureteri^ prendere, al tempo stesso, gli avanzi della nu-
e racconta pure che^ dopo la legatura delle trizione. Quanto al meccanismo onde si ese-
arterie renali^ ha veduto suscitarsi de'' vo- guiscono mentovate due operazioni,
le la pri-
miti orinosi) e dalle esperienze del DarAvin e ma sembra consistere in una semplice scelta,
del Brandt (
Darwin e Brandt hanno con- e la seconda è, se non ignorala affatto, almeno
fermata, nelV orina, la presenza V uno del poco conosciuta. .Solo questo è noto che, ne)
nitrato, V altro del prussiato di potassa che sangue degl’ individui cui venne estirpalo l’u-
erano stati, preventivamente, introdotti nel- tero, 1’ urea, uno de’ principii costituenti 1’ o-
lo stomaco, ma non hanno potuto scoprir- rina, al quale deve siffatto fluido le caratteri-
ne sentore nel sangue), non potrebbe oggi- stiche sue proprietà, il suo colore, il suo odore

mai essere adottata, perchè abbattuta dalle e suo particolare sapore, predomina. Si sa
il

esperienze di Gmelin e di Tiedemann, i quali che questa spezie di estratto animale sembra
avendo diligentemente esaminato il tessuto cel- preesistere all’ azione de’ reni, i quali non ne
lulare dell’addomine di alcuni aniruali ai quali sarebbero, per così dire, che i colato) infatti, :

avevano fatto inghiottire alcuni liquidi co- i signori Prévost e Dumas (Annali delle scien-

lorati o odorosi, non ne hanno veduto giam- ze naturali, 1827), e più recentemente il
mai il tessuto partecipare alle proprietà di sig. Mayer di Berlino (PJvista medica, 1829),
codeste sostanze ; e da quelle del Fodera che, hanno mostrato che, dopo l’ estirpazione di
più felice di Brandt e di Darwin, ha ritrovato questi due organi, l’ urea soprabbonda nel
nel sangue di un animale dell’ idrocianaio sangue in tanta maggior quantità, quanto più
ferrurato di potassa stato da lui prima in- lungamente 1 animale è sopravvivulo. Che se,

trodotto nello stomaco e del quale i mezzi ad esempio del dottor Segalas, s’ injelti nelle
reattivi indicavano la presenza dell’ orina. — vene (Rivista medica) una soluzione acquosa
Adunque le bevande non pervengono al rene di urea, vede tosto crescere la secrezione
si

per vie clandestine, ma per quelle dell’ assor- dell’ orina, essendo si urgente P eliminazione
bimento e della circolazione circa poi alla
: di questa sostanza, che questa diventa allora
rapidità colla quale giungono a quest’ ultimo un polente diuretico. Finalmente, il dotlor
organo, bastaci ricordare che, nello spazio Bright ha v^eduto un giovane individuo, le
di un’ora, il tessuto renale è attraversato da orine del quale erano divenute albuminose e
mille once di sangue per comprendere il co- contenevano poca urea, morire d’idropisia.
me questo fluido, supposto che contenga so- Air autopsia, i reni erano mutati in una so-
lamente una decima parte de’ materiali atti stanza dura, giallastra, senza vasi apparenti,
a somministrare 1’ orina , possa nulladiraeno e impermeabili all’ injezione donde conse- ;

produrre una secrezione cosi copiosa ed atti- gue che la malattia, alterando la struttura di
va, Che se vorremo parlare dei vasi chilo- queste glandole, aveva prodotto gli stessi fe-
poichici del sig. Lippi ( Lippi ha pjabhli- nomeni che derivano dalla loro esportazione.
cato, V anno iSaS, un lavoro nel quale am- 11 Bostoc, d’ altro canto, si è assiemato che,
mette non solo che tutti i vasi linfatici in tutti i questa spezie, lo siero del
fatti di
e chiliferi comunichino colle vene, non sangue contiene gran copia di urea, e siccome
mediante vasi capillari, ma per mezzo dei tale principio non si trova giammai nel san-
vasi visibili ad occhio nudo, ma pretende gue degli animali ne’ quali la secrezione del-
eziandio che a livello della seconda e terza orina si operi liberamente, ne diviene, che
tra le vertebre lombari, i vasi linfatici si nello stato ordinario, gli avanzi degli organi
dividano in due ordini, alcuni de"' quali a- non si trovano sotto la forma di urea e quin- ;

scendenti vanno al canale toracico, gli al- di è probabile che , malgrado le esperienze
tri discendenti vanno ad aprirsi nelle vene tendenti a mostrare la loro inutilità, l’ urea
renali e nella pelvi renale) diremo che della si formi nei reni. —
Comunque siasi, 1’ urina
loro esistenza non possediamo niuna prova, e separata dalla sostanza corticale cola, nei tubi
che sono universalmente rifiutali. — A diffe- formati dalla sostanza tubolosa, penetra poscia
renza delle altre secrezioni, 1’ orina non serve nei calici, traversa la pelvi e arriva finalmente,
a nulla nell’economia, e deve essere perfetta- stante i movimenti di tonicità dell’ uretere,
mente espulsa; ma se si consideri che il sangue, fino alla vescica, favorita d’ altro lato nel suo
jnalgrado l’introduzione continua di sostanze tragitto dal suo proprio peso e dalla coulra-
estranee mediante la digestione e 1’ assorbi- zioue delle parli vicine. — Giunta alla vescica
mento, contiene sempre, all’ incirca, gli stessi vi si accumula, senza che giammai, stante la

elementi, sarà mestieri il reputare, riguar- disposizione anatomica degli ureteri, s’op-
dando all’ abbondante copia della secrezione ponga all’arrivo del liquido che la distende ;
orinosa, e alle sue numerose varietà, che que- rimane poscia in questa cavità, per più o mcn
sta sia destinata a separare dal mentovato li- lungo tempo, secondo che più o meno slimo-
quido tutti i materiali eterogenei che potesse lanli ne sono le proprietà, e soprallullo se-
2-62 APPABECCHI EET.LK SECREZIONI

coadu lo sialo di salale in cui si trova. L’aLi- Gorvisart. Ma un altro più curioso fatto si
tUdine, r elà, il sesso, esercitano pure un’ in- trova riportato nello stesso volume { Dizio-
fluenza manifeslissiraa sulla frequenza o sulla nario delle scienze mediciie, tom. 4^, p. 43 1).
rarezza deli’ escrezione, la quale pure, come Trattasi di una donna, nell’età di cinquanta
agevole è a comprendere, deriva dalla mag- anni all’ incirca, che fu colla d’ una compiuta
giore o minore energia della secrezione. Del soppressione delle orine e delle materie feca-
rimanente, operasi questa istantaneamente, e li nè valsero a sanarla i catartici presi per
:

di un modo continuo, siccome ne fanno fede le bocca e per la via de’ clisteri infatti, da co- :

jfìstole o le estro-versioni della vescica. — tali medicamenti non ne diveiMie che un’ ab-

Quanto al fenomeno dell’ esecrezione consi- bondante diaferèsi. Venne allora la malattia
derato in sè medesimo, la vescica, quando il abbandonata alla natura, e questa donna se ne
Ijisogiio si è fatto sentire, e fu percepito dal- stette, per sette altri anni, senza febbre, senza
r encefalo, si contrae in virtù dei nervi che dolore, e quasi senza molestie, non emetten-
riceve, e delie fibre muscolari ond’è composta, do ninna materia nè dall’ano nè dalle vie
aiutata pure, in tale movimento di espulsione, orinarie. Ci avevano bensì de’copiosi sudori, e
dai muscoli addominali, che si contraggono, e insieme un fetore insopportabile , ma non
dal rilassamento delle fibre dell’elevatore del- erano continui, e tornavano ora ad ogni due
r ano ( comprendiamo qui^ neW eleçalore giorni, ora ad ogni tre e stillavano da tutte ;

tlelVano^ il fascio muscolare che abbraccia le parti era buono,


del corpo. L’ appetito
dirittamente V uretra^ e fu nominato a , sicché la donna mangiava ogni spezie d’ali-
questi ultimi tempii muscolo di TVilson). mento il viso era vermiglio, notabile la nu-
:

Superata che sia una volta la resistenza op- trizione : pure era sì debole che non poteva
posta dal canale, basta la contrazione della abbandonare il letto. Quando era vicino il

vescica per 1’ espulsione compiuta delle orine momento dei sudori, si gittava sopra la paglia
che contiene: bensì il getto può essere nota- preparala espressamente a quest’uopo, la qua-
bilmente accresciuto dalla contrazione dei mu- le prontamente marciva finalmente questa :

scoli addominali, siccome può essere improv- donna si credeva condannata per sempre a
visamente arrestato da quella degli elevatori questo stato, quando un giorno le si aprì
dell’ano. —
Chi volesse prestar fede ad alcu- spontaneamente il ventre, e cominciò a cola-

ni fisiologhi, la contrazione della vescica sa- re orina.


1’ Allora si videro cessare i sudori, e

rebbe un fenomeno semplicemente volonta- l’ inferma ricuperare perfettissima la salute;

rio; ma questi scrittori hanno confusa indu- visse di poi ancora sei o sette anni, quindi
bitatamente 1’ azione dei muscoli addominali, morì per una malattia estranea all’antica indi-
che operano potentemente ne’ fenomeni del- sposizione. Finalmente, oltre un altro fatto di
l’espulsione, con quello che'propriamente ap- questa tempera inserito nello stesso volume
partiens! all’ organo stesso. Non facciamo — ( è
quello d'una giovanotta isterica nelVetà
parola, a bella posta, intorno alle proprietà di anni dieciotto^ la quale sostenne, per
chimiche e fisiche dell’orina, e ponghiamo ter- mesi, una compiuta soppressione d'' orina^
mine queste considerazioni coll’ osservare
a e sudava aneli' essa assaissimo ), riferiremo
che la secrezione dell’orina è una di quelle che ciLii eziandio quello che venne narrato neU’ac-

sembrano più importanti e più immediata- cademia reale di medicina ( seduta del 2 G
mente necessarie all’ esercizio regolare delle febbraio i833 ), Gazzetta medica di Parigi
funzioni ed alla conservazione della vita. Si è (
Tom. pag.
I, n.*^ i833 ).
2 ;/, 2 marzo,
pure creduto, per lunga pezza, che non po- L’ individuo, che n’ è oggetto, è uomo os- 1’

tesse venire sospesa per alcun spazio di tem- servato dal doit. Montesauto a Milano, il qua-
po, senza che ne derivasse la morte: tale sen- le , dopo aver perduto molto, sangue dalla
tenza, confermata d’altro lato dalle esperien- bocca, dal naso e dalle orecchie, dietro una
ze intraprese sopra gli animali, e da molte caduta, cadde in uno stato di torpore e di ab-
osservazioni patologiche, è generalmente pro- battimento che non gl’ impedì di lasciarsi an-
fessata anche oggidì. INientediraeno, la scienza dare a tutti gli eccessi che pouuo iraagiuarsi.
possiede alcuni fatti mostranti quanto questa La soppressione totale dell’ orina e delle ma-
jjroposizione, presa in un senso assoluto, sia terie fecali in tale individuo, persiste da quat-
inesatta infatti leggesi
: nel quarantesimo
; jordici anni, e tuttavolta quest’ uomo gode
settimo tomo del Dizionario delle scienze una vivacità di spirito maravigliosa; solo ri-
ìnediche^c\^e, sopraggiunse quasi d’improvviso getta, due dopo il pasto, e quasi nello sta-
una soppressione compiuta d’ orina ad una to in cui le ha prese, le sostanze di cui fece
lànciulla nell’età di undici anni: tale sop- uso la nutrizione c ottima. Sarebbe curioso
:

pressione durò dieciolto mesi ; si manife- che si potesse, per mezzo dell’ autopsia, sta-
starono a principio i sintomi di un’idropisia tuire la cagione d’ uno stalo così singolare.
ascile quindi la piccola inferma venne a gua-
:
(
Nota. Questo fatto è tutta invenzione di un
rigione. Questo fallo, partenente al Viensens, ribaldo che mincliionava il prolcssore pado-
venne inserito nel Giornale di Medicina del no, non milanese ).
I

P J RT E TERZA

ArPA II ECCHI DELLA GEN E RAZIONE

CONSIDERAZIONI GENERALI

JLì uomo non è destinato solamente a suole manifestarsi nell’ età di quindici anni,
nuliisi ed a statuire delle correlazioni col di ma varia stante parecchie circostanze. Si può
fuori essere intelligente e morale, se coltiva
: dire generalmente, che incominci alla sesta
con amore le possenti facoltà delle quali è parte della vita di ciascheduna spezie. ( Tale
dotato, concorre eziandio, come individuo, proposizione però non è vera che per la pri-
alla propagazione della propria spezie, e con- ma classe dei vertebrali conviene eccettuar-
:

tribuisce, di questa guisa, all’adempimento ne gli uccelli e le altre classi di animali. Si


della legge la più generale dell’animalità. Si- pretende generalmente che i rettili e la mag-
tuato com’ è al sommo della scala degli esse- gior parte dei pesci crescano per tutta quan-
ri, la generazione in lui non potrebbe pre- ta la loro vita, e tuttavia si dirà che ingene-
sentare quel carattere di semplicità, cli’è l’at- rano giovani lo che dipende dall’ acquistare
;

tributo delle ultime classi, ed esige, per lo che fanno questi animali prontamente un’ or-
suo esercizio, organi moltiplici e sessi sepa- ganizzazione abbastanza perfetta. Del rima-
rati. Appunto all’esposizione dello stato nente, affrettiamoci a confessarlo, noi appar-
anatomico di questi diversi organi è rivolta teniamo a quelli che negano tali individui cre-
siffatta terza classe, dalla quale saremo tratti scere indefenitivaraente perocché finalmente
:

naturalmente a dover parlare del prodotto del quale sarebbe il termine della loro gravidan-
concepimento, e tessere la storia anatomica za? D’altro lato, s’ è vero che la morte natu-
del novello essere.— Sarebbe forse conveniente rale deriva dalla diminuzione e dall’ affievo-
il far precedere ciascheduna di siffatte descri- limento delle forze riparatrici, i pesci e i ret-
zioni da considerazioni generali rivolte a rin- tili non morrebbono dunque giammai ?) Os-
tracciare i grandi caratteri, per cui distin- servisi di poi siccome questa funzione gene-
guesi la generazione da tutte le altre funzio- ratrice,che scuote sì profondamente 1’ orga-
ni ma 1’ operare cosi non sarebbe un sover-
;
nismo, eserciti ad un tempo la propria in-
chio allontanarsi troppo direttamente dal di- fluenza sopra varii fenomeni, e come quelli
segno che fu delineato dal Bichat, e ripro- che le sono propri! partecipino, ad un tratto,
durre, con tratti pallidi e scolora li, ciò che que- de’ caratteri delle due vite. Quindi lutto ciò
sto brillante scrittore ha dipinto con tratti sì chi spetta vicendevoli impressioni, alle
alle
seducenti ? In opere d’ altra indole è conve- simpatie che legano i sessi di un vicendevole
nevole lo studiare cangiamenti che soprarri-
i amore, e li rendono alti ad esporsi a mille mor-
vano, nell’ uno e nell’ altro sesso, all’ epoca ti per piacere all’ oggetto amato, è dipenden-

della pubertà, a questa etade felice nella qua- te dal dominio delle sensazioni mentre la ;

le l’uomo s’impossessa della dignità di sua separazione del liquor seminale, onde si com-
esistenza, e s’innalza al di sopra dell’anima- pie l’opera misteriosa della generazione, e lo
lità mediante E eccellenza dell’intelletto suo, sviluppo del prodotto delia concezione, sono
nell’ allo stesso che le si avvicina per mezzo da ascriversi ai fenomeni della vita organica.
dello sviluppo di quegli organi che sono atti Ma anche qui, come altrove, i fenomeni del-
a [)erpetuare la sua spezie. Quest’epoca, più 1’ una e dell’altra vita si confondono e si cou-
larda nell’uomo a paragone delle diverse clas- giungono.
.si di animali, quest’ epoca, nò climi nostri, §. I. Dr lferenz,a citi sessi, — E’ uomo e
si)/} APPARKCCHl DELLA GENERAZIONE
la donna non differiscono solamente, fra sè, tutto privo di peli nel petto : nè ha, quasi
riguardo agli organi sessuali tutte le parti ;
giammai, la barba, eh’ è un attributo caratte-
del corpo di tali due esseri, quelle eziandio ristico dell’ uomo. Solo dopo la cessazione dei
cite sembrano le più estranee al sesso, diver- mestrui crescono in più o men quantità i peli
sificano tra sè, e soggiacciono, per cosi dire, nella faccia muliebre, e i fatti che mostrano il
alla sua influenza, —
Quindi la donna ha, in contrario, non che indebolire la regola gene-
generale, meno elevata la statura, più svelta rale, anzi la rafforzano, mostrando solo che
la taglia, e più spiccata : i suoi capelli sono questa non è universale. — Sarà egli mestieri
lunghi, sottili e flessibili al pari che le sue fi- aggiungere che il volto dell’uomo è sempre più
Ine ; bianca la pelle, molle la carne e pene- espressivo, e il colore della sua pelle sempre
trata da copioso tessuto cellulare adiposo: le più oscuro ? Finalmente anche la voce pre-
sue forme sono rotondate, il contorno delle senta qualche differenza nei due sessi chi non
:

sue membra grazioso ; larghe le anche, gros- sa che T uno ha forte ed alta la parola ; 1’ al-

se le cosce e piccole le estremità. Nell’ uomo, tra invece dolce e tenera la voce ? Chi ignora
per lo contrario, le estremità superiori, il pet- che, tra gli uccelli, solo i maschi cantano, non
to, le spalle e la testa sono sviluppatissimi ; la esprimendo le femmine le loro affezioni che
testa specialmente ha un volume maggiore, le per mezzo di deboli grida ?
anche ed il bacino sono, per vero dire, man-
co estesi, ma la base di sostegno non è meno DEGLI ORGANI DELLA GENERAZIONE
solida che nella femmina stante la minor e-
stensione che ha il piede di questa. Adunque Gli organi genitali propriamente detti
r uomo, nella sua taglia, presenta una confor- sono collocati alla parte inferiore del tronco,
mazione al tutto diversa dalla donna. In fatti, internamente ed esteriormente al bacino. —
nel primo, la statura è più larga in alto che Nell’ uomo stanno più all’ infuori e sono di-
in basso ; nella seconda, per lo contrario, va sposti vieppiù nella direzione della lunghezza.
allargandosi dalla parte opposta, e il corpo, — Diverso è il modo con cui gli autori sta-
come si è detto, ascende in punta disposizio- : tuiscono le loro divisioni. Meckel, dalle fun-
ne mirabile ed analoga alle rispettive funzioni zioni delle diverse parti da cui sono costituiti,
de’ due sessi ; essendo stato 1’ uomo destinato, li distingue in ambedue i sessi, in organi ge^

da natura, al lavoro, all’ uso delle forze fisi- nitali propriamente detti o formatori^ e in
che e delle facoltà dell’ intelletto ; e la donna, organi della copulazione. Nell’ uomo gli or-
in quella vece, a ricevere il frutto della con- gani formatori sono i testicoli coi loro con-
cezione, e nutrirlo nel proprio seno :
quindi dotti escretori, la prostata e le glandole del
osservisi, come ampio il bacino della me-
sia Cowper, e nella donna, le ovaje coi loro con-
desima il suo tronco è anche più lungo, e dotti escretori, le trombe del Falloppio e la

:

non separa ,
come nell’ uomo ,
la metà del matrice. Gli organi della copulazione., nel-
corpo da questo deriva quella taglia sì agile
:
r uomo, sono rappresentali dalla verga, e nel-
che osservasi particolarmente nelle giovani la donna dalla vulva e dalla vagina. Tale di-

negre, e quell’ eleganza di membra che, in- visione adotteremo appunto nell’ esposizione
sieme alla grazia e alla leggerezza dei movi- delle parti genitali, facendo corainciamento
menti, costituisce uno degli attributi della da quelle della donna ; sebbene non ammet-
donna, e derivano dalla pieghevolezza dell’or- tiamo 1’ opinione del Meckel, secondo il quale
ganizzazione di essa .... Le di lei ossa sono gli organi genitali di quest’ ultima rivestono
più piccole e più sottili ; più spugnoso, e più in origine la forma delle parti sessuali dei
umido il tessuto cellulare, meno sviluppato il due sessi.
tessuto muscolare, più piccolo e più rapido il
polso a tali caratteri che, in ogni epoca, spet-
: DEGLI ORGANI GENITALI DELLA
tano alla donna, conviene aggiungere quelli DONNA
che si osservano durante quel periodo della
vita eh’ è destinato alla riproduzione. Tale Articolo I.
e, per esempio, la prevalenza del tessuto adi-
poso che nasconde allora in qualche foggia DELLE OVAJE
le protuberanze muscolari, sollevando mol-
lemente la pelle, e formando a certe parti Le ovaje., chiamate dagli antichi i testi-
del corpo que’ contorni leggiadri e quel- coli della donna , sono due corpi allungali
le forme rotondate che sono 1’ attributo del appianati, di color biancastro, situati nel-
bel sesso allora anche le guance e le lab-
: la spessezza delle alette posteriori dei lega-
bra derivano dal sistema capillare un colorito menti larghi. Dirette trasversalmente, e ap-
aggradevole, che risalta ancor pii'i per la bian- [ùanate dall’ innanzi all’ indietro , presenta-
chezza e la sottigliezza della pelle. 11 corpo —
no due superficie, due margini e due estre-
della femmina è liscio, o almeno quasi del mità. Le superficie e il margine superiore
DEGLI ORGANI GENITALI DELLA DONNA 265
Svino liberì, uè presentano che lievi protuis gianli nel bacino ; situate sul davanti e al di
Lerauze mentre che le donne sono ancora sotto delle ovaje, portano dal di fuori al di
si

ieconde 11 margine inleiiore si attacca all’alet- dentro, verso il margine superiore della ma-
ìa posteriore dei legamenti larghi. L’ estre- trice, attraversando la parte superiore del
mità esterna si attacca alla più lunga delle legamento largo, alia quale si attaccano. La
fimbrie del padiglione della tromba ; T estre- loro lunghezza è di quattro in cinque pollici,
mità interna dà inserzione al legamento del- direzione incertissima. Si può dire per al-
la
r ovaja, piccolo cordone legamentoso, lungo generalmente che s’ incamminano tra-
tro
un pollice e mezzo all’ incirca,che si attacca sversalmente al di fuori, e si movono poi al-
all’ utero dietro la tromba, riguardato dagli la loro estremità sì che scambievolmente si
antichi come uu canale destinato a trasmettere riguardino, come si esprime il professore
ali’ utero il seme che dicevasi separato dalle Boyer, T ale è la loro angustia nella parte cor-
ovaje, le quali, malgrado l’esistenza de! men- rispondente alla matrice, che 1’ orifizio loro
tovato legamento, non godono minore mobi- non può ammettere che una setola più o me-
lità, perchè sono, siccome è noto, ondeggianti no lunga ma il detto orifizio da questo pun-
:

nel basso-ventre. —
Nelle giovani vergini, la to va allargandosi fino, all’ incirca, verso il
organi suole essere liscia
superfìcie di tali al : mezzo, ove si restringe un poco per dilatarsi
contrario è sempre ineguale e lacerata nelle di nuovo e aver termine fiualraeute nella ca-
donne che si sono date ai piaceri venerei. La vità del basso - ventre. L’orifizio, da questa
loro lunghezza, nello stato di sviluppo perfet- banda, è circondato da un orlo frastagliato o
to, è di un pollice e mezzo all’iucirca : l’altezza radialo ; ciò che gli ha acquistato il nome di
di quattro linee, la spessezza un poco mino- frammento frangiato o di padiglione della
re ; il peso di di circa sei gramme. — Sono tromba. Tale apertura oltrepassa d’assai al di
coperte esteriormente dal peritoneo, sotto il fuori r estremità esteriore dell’ ovaja. -—Il
quale si trova una membrana fibrosa, bianca, peritoneo copre esteriormente le trombe e
molto solida e resistente, unita alla prima sì giova di membrana esterna a codesti organi ;
ìntimamente da non polernela separare. Nel i quali, oltre a ciò, sono composti d’una mem
margine inferiore dell’ organo, quest’ ultima braua interna, molle, polposa, la cui superficie
è perforata dai vasi che 1’ attraversano per di- presenta alcune linee longitudinali più o meno
stribuirvisi internamente. L’ ovaja è for- prominenti, tenuti da alcuni anatomici per
mata d’ una sostanza piuttosto densa al di fuo- fibre muscolari ; poi da un tessuto spugnoso,
ri, e invece molle, grigiastra e cellulosa o spu- somigliante a quello dell’ uretra e del corpo
gnosa al di dentro appunto nella spessezza
: cavernoso ma di natura affatto ignota.
, 1 —
di tale sostanza sono contenute alcune piccole vasi sìanguigni giungenti alle trombe derivano
vescichette, quasi rotonde, ma riuuite, la più dalle spermatiche, i nervi dai plessi renali.
parte del tempo, in grappoli; il numero del-
le quali monta d’ordinario alle quindici o Articolo III.
venti tali vescichette portano il nome di uo-
:

va del Gruaf, quantunque sieno state cono- dell’ utero


sciute dal Vessalio e dal Fallo ppio. Sono, a
così esprimerci, incastonate nella sostanza spu- La matrice o luterò è un muscolo cavo,
gnosa dell’ ovaja sebbene sia pur vero che
:
destinato a contenere il prodotto della conce-
formano una piccola protuberanza sotto la zione per tutto il tempo del suo sviluppo. È
1’ organo essenziale
membrana di quest’ organo. Sono composte della gestazione, e non
<i’ una membrana semplice, sottilissima, liscia della generazione , siccome dicono di buon
internamente, ripiene di un umor chiaro, tal- grado, ma impropriamente, i fisiologhi. So-
volta di color rosso o giallo, e che si coagula stiene il medesimo, durante la gravidanza, al-
mediante il fuoco e l’alcool. Varia singolar- cuni cangiamenti rilevanti che verranno de-
mente il loro volume ; le più grosse avendo scritti altrove è più sviluppato nelle donne,
:

quasi tre linee di diametro. I vasi che vanno che hanno partorito «le’ figli, di quello che
air ovaja derivano dalle spermatiche; i nervi nelle altre ; poiché, sebbene dopo il parlo ri-
dal plesso renale. torni sopra sè stesso, non racquista giammai
compiutamente le primiere dimensioni. È —
Artìcolo IL situalo l’utero nella cavità pelvica, tra la
vescica e il retto, sotto le intestina si con- :

DELLE TRoaiBE DEL FALLOPPIO tinua in basso colla vagina, e, nello stato di
vacuità, è situato generalmente nell’ asse de!
Si denominano eziandio trombe uterine: superiore distretto. Due alquanto estese ri-
e sono due condotti conici, tortuosi e vermi- [)iegature del peritoneo lo attaccano alle pa-
formi, che si riguardano come i canali escre- reli laterali del calino, abbastanza lassamente
tori delle ovaie. Sono codesto trombe oudeg- per altro, si che possa godere d’ una certa
Encicl, Med. 11.
266 APPAUECCJÜÎ bliLI.A GENÉRAZlONî:

jnobililà, e possa, quando n’ è sollecitalo, mu- doni Superiori; l’inferiore è il più rilevante
tar posizione. Talvolta lo si trova inclinato a e scorgesi nella parte superiore della vagina.
sinistra o a destra lo che può dispendere
: Esige questo una descrizione particolare, co-
dalla minore lunghezza di una delle ripiega- stituito essendo da esso il collo della matrice.

ture laterali del peritoneo, ovvero da qualche — Vi si osserva un orifizio in forma di fen-
>

non naturale adesione. ditura trasversale, che lo divide in due lab-


§. I. Conformazione. — La
forma del- bra ; e gli ha fatto acquistare il nome di mu-
r utero rassomiglia quella di una pera o di so di tinca. Delle due labbra che formano ta-
una piccola zucca appianata, ovvero a quella le orifizio, l’anteriore è sempre più grosso e

di un triangolo rovesciato, la cui sommità al- un poco più lungo che il posteriore, che che
lungata e troncata sarebbe abbracciala dalla ne abbiano detto parecchi ostetricanti, i quali
vagina, nella parte superiore della quale fa si sono lasciati imporre da quanto percepiva-

tjna maggiore o minore protuberanza. no col tatto, ascendendo la vagina più lunge
Quanto alle dimensioni deil’utero, quest’or- all’indietro di quello che aU’innanzi. (Velpeau,
gano, misurato dalla parte più prominente opera citala p. 71), Ambedue sono lisce, e mol-
del suo fondo fino alla sommità del labbro to ravvicinate nelle vergini, tal che è diffìcile
anteriore del suo collo, presenta, come ter- il poter sentire la fenditura lineare che le se-

mine medio nelle femmine che ancora non so- para. Dopo il parto, codesta fenditura si allar-
no madri, la lunghezza di sedici in venlotto ga e diviene più ineguale; le sue labbra sono
linee ;
da una tromba all’ altra, di dieci set- più allontanate col loro margine libero, e l’an-
te in venti linee dall’ innanzi all’ indietro,
;
teriore spezialmente, che si è allungato, finisce
nella sua maggiore spessezza, di nove in un- sovente in punta, e presenta alcune protube-
dici linee ; nel collo di dieci in dodici lì- ranze, che si sentono pure nel labbro supe-
nee per traverso; da cinque in sei linee dai- riore, e che sono separale da alcune scanala-
r innanzi all’ indietro di otto in dieci linee
;
ture più o meno profonde e numerose, mas-
nel luogo del suo stringimento , in direzio- simamente a sinistra.
ne trasversale ; e quattro linee di spessezza Cavità deir utero. Si divide questa
in questo luogo medesimo. Ciascheduna del- cavità non altrimente che
il corpo medesimo;

le pareti ha la spessezza di quattro linee ed è piccolissima a paragone del volume del-


nel corpo, di due a tre linee nel collo. Le r organo. La parte corrispondente al corpo
labbra formano, nella vagina, una protu- chiamasi cavità del corpo, per distinguerla
beranza di due o tre linee, e la fessura che da un’altra, che è un prolungamento della
le separa presenta all’ incirca, la medesima e- prirna, e chiamasi cavità del collo. —
La ca-
stensione ( Velpeau, Trattatto di Tocologia, vità del corpo è ristrettissima a segno che
t. Ï, p.
1^5 ).

A meglio comprendere le di- può contenere appena una fava di palude: fi-
sposizioni anatomiche dell’ utero, lo dividere- nisce, superiormente, con due orifizii piccolis-
mo infondo., in corpo ed in collo. La prima — simi, che sono le aperture delle trombe del
parte comprende tutto ciò, che si trova sopra Falloppio, e iiìferiormente con un altro più
una linea che passasse orizzontalmente da una largo, conosciuto sotto il nome di orifizio in-
I romba all’ altra. 11 corpo si estende da que- terno della matrice. La cavità del collo è una
sta medesima linea fino a quello stringimento spezie di canale, appianato dall’innanzi all’in-
che segna l’ origine del collo, e cjuest’ ultimo, dietro, e un poco più largo nel mezzo che ai-
più o meno gonfio, costituisce la parte infe- le sue due estremità. Le sue pareti si toccami,
riore deir organo. Il corpo è ovale col e presentano alcune considerabili ripiegature,
suo maggior diametro trasverso. Vi si osser- massime alla parete posteriore, che sono stale
vano due superficie 1’ una delle quali è e-
: descritte benissimo, a questi ultimi tempi
sìerna, e presenta una regione anteriore, me- dalla Signora Boivin. Sono queste alcune in-
diocreraente convessa, e una posteriore che crespature, che, per quanto pare, sono la con-
lo è un poco più. Ambedue «lerivano dal tinuazione di una disposizione analoga den-
peritoneo un aspetto levigalo e sono conti- tro la matrice medesima ma qui assai più.
,

gue, la prima alla vescica, la seconda al retto, sviluppata. Si scorge pure, nell’ interna su-
dal quale è separata per mezzo di una fosset- perficie dell’utero, una linea protubérante
ta nella quale gl’intestini possono strangolarsi. che ne divide la lunghezza in due partì ugua-
Dei tre margini, che presenta la superficie di li appunto a questa linea mediana, eh’ è più
:

cui trattiamo, uno, superiore, convesso e li- manifesta nella faccia posteriore, mettono
scio, corrisponde al fondo della matrice gii capo varie ramificazioni ohblique chele dan-
;
altri due, convessi nella loro metà
laterali, no una forma palmata. Si osservano pure, nei-
superiore, concavi in basso sono perduti nei r estensione del collo dell’utero, e spezial-
legamenti. I suoi margini sono riuniti da tre mente nel suo orifizio vaginale, alcuni folli-
angoli, dei cpiali due superiori danno origino coli che somministrano un rauco più o meno
alle trombe, ai legamenti dell’ovaia e ai cor- abbondevole, il quale talora rimane nella loro
DKCtLI organi genitali della donna ad 7
CaTÌtà, e vi assume, addensandosi, una forma Legamenti posteriori. —
Ce n’ ha pari-
globosa. A tali concrezioni vescicolari, a que- menti uno da ciaschedun lato, conosciuto sot-
sta spezie d’ idatide si è assegnato il nome di to il nome di ripiegatura semi-lunare del.
uova del Naboth ( De sterilitale mulierum. Douglas. Per peritoneo si rivol-
costituirlo, il

Lipsia, 170'^). Più profondamente, cioè sotto ge dalla faccia posteriore della matrice sul ret-
quella rete, che costituisce il così detto albe- to. Del rimanente, sono cpicsti in tutto simili
ro della vita^ n’ esiste un altra disposta un agli ultimi, nè meritano, siccome questi, in
poco diversamente, delia quale faremo altro- niun modo il nome di legamenti. Alcuni ana-
ve discorso, tomici dicono avervi discoperte certe fibre
§, IL Dei legamenti larghi e rotondi muscolari.
della matrice. —
La matrice, siccome abbia- Legamenti rotondi.— 'ÿx presenziano que-
mo detto, è mantenuta nella sua naturale po- stisotto la forma di cordoni biancastri, estesi
sizione, da dae ripiegature del peritoneo, che dagli angoli superiori della matrice, sul da-
la fermano due
del bacino, e si chia-
ai lati vanti e un poco al di sotto delle trombe del
mano i legamenti larghi ma concorrono a ; Falloppio, fino alle anguinaglia. Ambidue que-
questo anche degli altri ; e sono i legamenti sti legamenti si incamminano prima al di fuo-
rotondi, i legamenti anteriori e i legamenti ri e un poco in allo, nella spessezza dei lega-

j
posteriori. I primi sono estesi dai margini menti larghi, sulla faccia anteriore de’ quali
laterali della matrice ai lati della cavità del- formano una protuberanza piuttosto notabile;
la piccola pelvi, e formano, colla matrice, poi si veggono ripiegarsi all’ insù o in basso,
un tramezzo trasversale che la divide in due secondo la posizione in cui si trova la matri-
cavità, una delle quali anteriore, è piccola,
1’ ce, quindi passare sopra i vasi iliaci, e rivol-
e contiene la vescica, e l’altra posteriore, più gersi orizzontalmente all’ innanzi e al di den-
grande, contiene il retto. I legamenti larghi tro, fino all’anello inguinale cui attraversano.
sono, oltre a ciò, quadrilateri e appianati dal- Pervenuti che sieno una volta al di là di que-
r avanti all’ indietro; delle due superficie che st’ apertura, codesti legamenti si dividono in

vi si osservano, 1’ una corrisponde alla vesci- parecchie branche, le quali si separano e si


ca, 1’ altra al retto e sono ambedue libere e
: perdono nel tessuto cellulare del monte di
lisce. Il margine superiore è diviso in due la- Venere e delle grandi labbra. Del rimanente
mine l’anteriore, più largo e più elevato,
: codesti legamenti sono un poco appianali per
contiene k
tromba, e il posteriore, più stret- tutta la loro estensione; e sono anche più lar-
to, ovaia e il suo legamento. Gli altri tre mar- ghi alle loro estremità che alla parte media :
gini, osservano, sono tutti aderenti ;
che vi si sono pure piegati in arco, e descrivono, ri-
l’ parte inferiore della piccola
inferiore alla guardati nella loro totalità un semi-cerchio.
pelvi, Pesterno, ai lati di questa cavità e l’ in- § IH. Organizzazione.

Pochi organi
terno, ai margini laterali della matrice. Ap- hanno dato motivo a tante discussioni , circa
punto fra le due lamine del peritoneo costituen- la loro tessitura, quanto la matrice. Le que-
ti questi legamenti, si trovano i vasi e i nervi stioni fra gli autori versarono particolarmente
!
delia matrice, le ovaie e i loro legamenti, e le intorno che fu detto esistere in siffat-
le fibre
trombe del Falloppio. Hanno creduto alcuni ti organi. Alcuni seguendo il Vesalio, hanno

anatomici che vi esistessero alcune fibre mu- considerato l’utero siccome un muscolo; altri,
scolari trasverse più o meno manifeste, le qua- tra’ quali vuoisi noverare un Walter, l’hanno
li, derivanti dal margine laterale della matrice, avuto per un tessuto di natura fibrosa. Alla
si perdessero a poco a poco nella piegatura di prima opinione si aggiunsero quelle del Pic-
quelli (J. G. Schuter, De fabrica et morbis eolomini, del Malpighi, del Morgagni, del
ligarnentum uteri. Ilarderwyck, 1729. A. — Diemerbroeck, del V^erheyen, del Vieussens,
Petit, Descrizione anatomica di due lega- del Ruischio, del Water, del Sanlorini, del
menti deir utero novellamente osservati.^ Buchwald, del Weltbrecht, del Monro, dei
'

Mem. —
A. Portai, Ovverea-
di Parigi 1760. jNoartv\'yk, dell’ ìleislero, dell’Haller, del Sue,
zioni sulla struttura delle parti della gene- dell’ Astruc, del Levret, del Uoederer, del
razione della donna. Mem. di Parigi, 1770, Meckel, dell’ limiter, del Wrisberg, del Lo-
der, del Mayer, del Sirason, del Calza, del
i

I
P- ).

Legamenti anteriori.
per ciaschedun
— N’ esiste uno Lobstein e di Bell. Alla, seconda sono da ascri-
versi quelle del Boehmer, del Blumenbach,
il lato, che si estende dall’indie-
I Irò innanzi, dalla parte posteriore della
all’ d’ Azzoguidi e di Ribke. Oggidì sono gene-
II vescica, ove si rivolge il peritoneo, fino alla ralmente gli anatomici inclinali a pensare
1 ! faccia anteriore della matrice. Per ben discer- che la matrice non acquisti veracemente il ca-
i:| nerli, conviene allontanare uno dall’altro i rattere muscolare che nello stato di gravi-
) due visceri, e trovasi allora che hanno la for- danza, e quando si esalti la plastica sua atti-
i ma d’ una luna crescente il cui margine con- vità, per Io sviluppo di un tumore nella cavi-
} cavo è rivolto all’ insù. tà di esso o per qualunque altra cagione. In
268 APPARECCHI PECCA GENER AZIO i^E

tulli i casi, ìelibre che vi si trovano differi- — Fiualmenle, signor Velpeau ha istituito
il

scono roanifestamenle dalle fibre muscolari aneli’ egli alcune indagini intorno la struttura
della vita animale : sono esse meno rosse, e della matrice, ed è inclinato a pensare (Trat-
sopratlulto pin appianale e fortemente intral— tato di Tocologia,, t. i, /?. 83 } che ciascuno
ciate le une colle altre : caratteri che
mollo degli anatomici, dei cjuali abbiamo fatto pa-
le avvicinano alle fibre dei muscoli dalla vita rola, abbia descritto esattamente ciò che ha
organica, coi (juali hanno, per altri rispetti veduto, ma fermato in una particolare
siasi

tanta analogia. Il Ruischio non aveva ammes- idea. Quindi l’intralciamento, notato dal Mal-

so che solo un muscolo nella matrice, il quale pighi, è così incontrastabile come il muscolo
muscolo, secondo mentovato abile anatomi-
il di cui parla il Ruischio. Lo stesso vuol dirsi
co, era situato nel fondo di tale organo. Quan- dei due strati ammessi dal Rosenberger (De
tunque partecipassero di poi alla mentovata vìrihus partum efficientihus generatim et
opinione parecchi autori cornmendevoli, non de utero speciatim,, ratione suhstantiae mu-
è per questo la medesima manco inesatta e ;
scolosae et vasorurn arteriosorum, Halle,
basta ad averne il convincimento uh esame un 1791 ) e da Mechel, e di quelli veduti da
poco attento. certo che gli a-
Del resto è Baudelocque e da’ suoi concittadini. Del re- —
nalomici hanno dato, a questa proposizio- sto, comunque
siasi dell’ esattezza di queste

ne, ciasclteduno una particolare descrizione. differenti opinioni, sempre avviene che la
Quindi, dopo il Vesalio e il Malpighi, che matrice contenga, durante la gravidanza, nella
erano stati paghi all’ asserire essere le fibre sua organizzazione alcune fibre : lo che sem-
deir utero sì intralciate, che impossibile tor- brava, del resto, risultare dalle funzioni di
nava discernerne la direzione, apparve il
il quest’ organo e dall’ analogia eh’ esiste tra
Ruischio. A quest’ultimo è succeduto l’HalIer, esso e l’utero degli altri mammiferi, di natura
il Sue e via discorrendo, per sentenza dei qua- manifestamente muscolare in tutte le epoche
li le fibre formavano un certo numero di della vita Tutte queste fibre hanno per base
strali intrecciati; Leroy, che ammetteva due iltessuto fibroso giallo, sopraccarico di fibri-
strati l’uno interno e l’allro esterno ; Mechel na, nel mezzo del quale si sviluppano. - La —
che ha adottalo in parte un’ opinione siffit- matrice non è solamente costituita dal suo
la. Finalmente il Baudelocque e i più degli tessuto proprio ma è ricoperta esteriormen-
;

ostetrici francesi, i quali pure perduta avendo te da un’ esterna membrana, che le deriva
ogni speranza di pervenire a qualche risul- dal peritoneo. Non s’ accordano gli osserva-
tanza vantaggiosa, si sono limitali a ricono- tori intorno la densità della medesima, lo
scere siccome sieno le medesime disposte in che, dice il signor Velpeau,
(
opera citala
anse parallele all’asse deli’ utero, o in cerchi toni. I. pag. 76 ) dipende, fuor di ogni dub-
situati orizzontalmente, i primi coslituenli bio, dall’essere, stata essa confusa collo stra-
in ispezie il corpo e il fondo della matrice, i to che le si trova immediatamente al di sot-
secondi, per lo contrario, discoprendosi pili to, e che deve realmente esserne distinto. Tale 1

spezialmente nel collo. Era a questo termine strato che può denominarsi, dalla posizione, |

la scienza, quando ultimamente la Sig. Boi- lamina, sotto-peritoneale,^ copre 1’ utero in. I

vin {Mémorial de V art, des accouche mens; ogni parte, e si prolunga nei legamenti lar-
Paris, 1824, p. 62 e 90, tavol. XI, fig, I e ghi è elastico, stipatissimo, e può, a parere
: 1

ÎT, lavol. XII), aggiungendo i propri Rila- della signora Boivin, mutarsi in un vero tes- l

vori degli antecessori suoi, ha mosiralo esi- suto muscolare. Descrivendo la superficie i

stereun maggior numero di strati carnosi interna dell’utero abbiamo tralasciato, a bella 1

che non fossero stati ammessi infino ad posta, di parlare della membrana interna che 1

ora. In fatti la signora Boivin ammette : lo riveste per tutta la sua estensione, e dicesi I

i.^ un fascio longitudinale che occupa, al- essere di natura mucosa non è per altro am-
: 1

l’innanzi e all’ indietro, la linea mediana, e si messa da tutti gli scrittori avendone, in fat-
: t

estende dal fondo perfino al collo ; 2,° sopra no negata T esistenza, il Gordon, il Chaussier !

ciascheduna faccia dell’ organo, e da ciasche- e il Ribes, a’ quali le più diligenti dissezioni i

dun lato di questa verticale colonna, tre stra- non 1 hanno potuta manifestare. La signora

1

ti di fibre trasversali che vanno a perdersi, Boivin partecipa a tale opinione ( opera cit.
esteriormente, nelle trombe, nei legamenti p .66 ) , e il Biclard medesimo professava che L
dell’ovaia, nel legamento rotondo e nei lega- tale membrana non partecipasse dei caratteri |i

menti posteriori 3 /^ agli angoli superiori


;
generali delle membrane mucose, e sembrasse L
dell’utero, e profondamente, uno strato cir- priva di epitelio. Noi per altro, contro l’ av- >•

colare il cui centro corrisponde all’ origine viso di questi grandi maestri, pensiamo che ||:

delle trombe, e che si confonde e s’interseca, tale membrana esista, e che 1’ aderenza del 1,1

superiormente, con quella dell’opposto lato; tessuto della medesima colla matrice sia delle |[

4.^ molto dappresso alla superficie mucosa, più intime. Il suo colore ora è biancastro, 1

un ultimo strato piii sottile di tutti gli altri. ora vermiglio, evi si scorgono de’ follicoli If
DEGLI ORGANI GENITALI DELLA DONNA
mucosi, ed anche, diceil si^noi’ Roux (Ana- della posteriore, e che le sue due cslremiLì,
tomia descrittila del Bichas^ t. V, p. 285^ inclinate anteriormente Runa verso l’altra,
un numero straordinario di pori che sono, rappresentano con abbastanza esattezza, i due
senza dubbio, gli orifizii de’ vasi destinali a piani dei due stretti del bacino. La vagina
separare il muco che lubrica la mucosa, e è formata di due strali l’uno esterno, sottile,
:

ad aprire il passaggio al sangue mestruo. , solido, bianco rossastro, contiene, a volerne


f^asi e nervi. Le arterie, che vanno alla almeno giudicare dall’ispezione, molti vasi
matrice, derivano dall’ipogastrica e dalla sper- ed eziandio alcune fibre muscolari. Del resto
matica ; e formano, rispetto alla piccolezza questo strato si appoggia, posteriormente, coi
dell’utero, un complesso alquanto conside- tre quinti mediani di sua estensione, sul da-
rabile. Pervenute che sono una volta nella so- vanti del retto, e concorre a formare la tra-
stanza propria dell’organo, divengono molto mezza retto-vaginale; il suo quinto inferiore
tortuose, certamente a fine che possano pre- si allontana dall’ intestino per quanto portala

starsi alla distensione che 1’ utero sostiene spessezza del perineo il suo quinto superio-
;

nella gravidanza. Le vene accompagnano le re,! libero nel bacino, è tappezzato dal perito-
arterie, e hanno una disposizione analoga ; neo. Un tessuto cellulare, denso e stipato,
'
tranne l’essere più tortuose. Numerosissimi unisce codesto strato, prima al basso-fondo
\
sono i vasi linfatici che acquistano, nella gra- della vescica, per dar nascimento al tra-
vidanza, un considerabile sviluppo. Si divi- mezzo vescico-vaginale.) e poscia all’ uretra,
I

:
dono essi in tre strati uno di questi segue il
;
donde risulta il tramezzo uretro-vaginale. 11
legamento rotondo, e mette capo nelle glan- secondo strato è interno, e presenta molte ri-
dolo inguinali; l’altro si unisce a linfatici piegature, che gli danno un aspetto rugoso,
della vagina, e va a terminare nelle glandole simile a quello che presenta l’ interna super-
situate nel calino; il terzo finalmente si con- ficie della vescica o dello stomaco fortemente
giunge ovaia e della
ai linfatici dell’ tromba contratti : dette ripiegature e meno
sono le
del Falloppio, e finisce nelle glandole situale moltiplicate e meno protuberanti in vicinan-
davanti 1’ aorta e la vena cava, presso i reni. za al collo dell’ utero : e vi assumono tutte le
I nervi derivano dal gran simpatico e dalle possibili direzioni. Tra le c[uali rughe se ne
paia sacrali. distinguono, principalmente, sopra ciaschedu-
na delle superficie anteriore e posteriore, una
ORGANI DELLA COPULA serie di trasversali e di obblique, situate le
une sopra le altre, formanti la continuazione
Risultano questi, come dicemmo, nella di quelle che esistono nel collo dell’ utero,
donna, dalla vagina, dalla clitoride,'dalle gran- ove furono indicate col nome di albero della
di e dalle piccole labbra. Entriamo ora a de- vita. — Esistono alquante glandole mucipare
scrivere ciascheduno di questi organi,ai qua- alla superficie interna della vagina, assai pros-
I

'

assegna di buon grado il nome di parti


li si sime all’ orifizio vaginale. La membrana in-
genitali esterne; essendo quello di parti ge- terna partecipa ai caratteri delle lamine mu-
nitali interne., riserbato agli altri, de’ quali cose le più perfette ; e vi si nota un epitelio,
j
abbiamo già presentata la descrizione. alcuni follicoli, e alcune villosità ; ma, secon-
do il signor L’Helut, ( Tesi di Parigi., 1827 U
Articolo I. non si può, presso il collo, staccare sifTatta
membrana dai tessuti che la circondano, nè
DELLA VAGINA si ha alcuna prova dell’ esistenza dei follicoli
e delle villosità. Dalla parte della vulva, il tes-
La vagina è un condotto cilindrico, con- suto sembra trasformarsi in un tessuto spu-
tenuto entro il piccolo bacino e situato fra la gnoso, le cui cellule si empiono e si vuotano
vescica ed il retto, lungo da quattro in cinque del sangue, come fanno i tessuti dei corpi ca-
pollici, sopra un pollice di larghezza all’ in- vernosi, delle clitoride e della verga. Tale tes-
circa, esteso, dalla vulva, ove si continua, tra suto fu denominato, da alcuni anatomici
le grandi labbra e l’imene, fino al collo del- plesso restiforme. Altri dicono avervi ri-
l’utero, del quale abbraccia la circonferenza. scontrato certe fasce muscolari, destinate a
La sua direzione è quasi parallela a quella del- coprire questo plesso e a far l’ uffizio di sfin-
I la cavità pelvica che vuol dir ch’è un po’ con- tere. Tali fascie non si manifestano bene che
i cava dalla parte della vescica, convessa dalla nelle femmine adulte, e sono quelle descritte
1
parte opposta, eh' è in relazione coll’asse dcl- dall’Albino ( Hist. muscul., p. 284 ) sotto il
! lo stretto perineale, e forma, col gran diame- nome di constrictor canni , da inslow W
1 tro della matrice, un angolo di settanta cin- ( Trattato del basso-ventre., p. 65 ^ sotto
1 que gradi all’ incirca. Risulta da codesta di- quello di cintura muscolare^ e dal Chaussier
J sposizione, dice il signor Velpeau (oper. cit.., sotto quello di muscolo perineo-clitoridiano
I
pag. che la parete anteriore è meno lunga Sembra in fatti discendere il medesimo, d’ara-
AÎTARECCni DELLA GENERAZIONE

J. li dalla parte inferiore della clito-


(ine i lati, i rimasugli dell’ imene. Di tal maniera, le
ride, per recarsi sulle parti laterali dell’ ori- prime esisterehbono ancora nelle veigini,
fizio della vagina, e terminare alla parte me- mentre le altre non si rinverrebbono mai che
dia del muscolo trasverso del perineo, e al- dopo il coito. Lo stesso numero di queste ul-
r anteriore dello sfintere dell’ ano. La va- time può accrescersi e differire tra loro ri-
gina riceve le sue arterie dall’ ipogastrica. Le spetto alla grandezza e alla posizione, secondo
sue vene si riducono ad un plesso collocato ohe r imene si sarà rotto in due, tre o quat-
sopra le parti laterali della medesima, nel tro lembi, d’ un modo uguale e regolare. Si
quale plesso si gittano ugualmente le vene veggono talora svanire dopo il parto, lo che
della clitoride. 1 suoi vasi linfatici sono po- non avviene delle caruncole medie, che più
co noti. I suoi nervi derivano dalle ultime tosto ingrossano che assottigliarsi CQll’andare
paia sacrali. deli’ età.
Deiritìiene. — Tale ripiegatura^ e non
membrana^ come impropriamente la intitola- ,
Articolo li.
no ancora molti ostelricanfi o anatomici, am-
messa da alcuni e rigettata da altri nel XVll e DELLA CLITORIDE
nel XVIll secolo, esiste costantemente, se non
è stata distrutta o dai primi godimenti o da dà questo nome ad un piccolo tuber-
SI
altre cagioni estranee alla copulazione. Som- colo stato da alcuni anatomici paragonato
mamente variabile n’è la forma ; ora semilu- all’ ugola, quantunque rappresenti in piccolo
iiare, ora parabolica, ora finalmente circola- il pene dell’ nomo è nascosto d’ ordinario
:

re. Del resto, l’imene, non chiude ordinaria- dalle grandi labbra, e occupa la parte supe-
mente vagina, almeno in una maniera e-
la riore e media della vulva. In alcune donne
satta. N’ è variabile tanto la densità quanto acquista una considerabile ampiezza, e influi-
la lunghezza. In generale è più denso all’epo- sce molto manifestamente organizzazio- sull’
ca della nascita che in ogni altra epoca della ne e sulle inclinazioni di queste. Vi si distin-
vita e presenta le spesse volte, nelle bambine guono un’ estremità libera, rotondata in for-
appena nate, la forma, il colore e la mollezza ma di glande, e un corpo denominato caver-
delle piccole labbra. E formalo da una ripie- noso. che si attacca per mezzo di due radici,
gatura della membrana mucosa nell’atto che alle branche ischio-pubiche, ma che non è
penetra nella vagina; e il sig. Velpeau dice a- incavato d’ un canale, come la verga dell’uo-
vervi trovato alcune fibre muscolari intral- ìTìo. Le serve di prepuzio una ripiegatura del-
ciale come nella matrice. —
Fu tale ripie- la mucosa, la quale ripiegatura è chiusa in
gatura avuta, per lunga pezza, come la prova alto, aperta o fessa in basso , molle e umi-
della virginità, e da questo derivarono molli da nelle sue due superfìcie, ma spezialmente
empi giudizii. Oggidì non è chi non istirai, nell’ interna. Vi si osservano molte glandolo
a giusta ragione, che possa essere distrutta sebacee, massime dove il prepuzio si conti-
da molte altre cagioni diverse dalla introdu- tinua colla pelle che circonda il glande della
zione del membro virile nelle parti genitali clitoride. —
Esaminando con acuratezza le
della donna. parti si riconosce che il glande non è una
Delle caruncole mirtijor mi o vaginali. continuazione della sostanza della parte po-
— Non si accordano punto i fisiologhi riguar- steriore della clitoride, ma che solamente si
do all’ esistenza di queste. Alcuni le consi- attacca a quest’ ultima per mezzo del tessuto
«lerano siccome organi speziali e indipenden- cellulare de’ vasi e de’ nervi, e che la parte
ti dall’ imene, appoggiano sull’ osserva-
e si posteriore della clitoride finisce con una su-
zioni, che talvolta esistono anche essendo in- perficie concava destinata soltanto a conte-
tatto l’imene, e sull’ impossibilità che altri- nerla. La clitoride è composta di una
menti ne verrebbe, ad ispiegare la loro situa- guaina fibrosa esteriore, sotto la quale si tro-
zione e il loro numero altri sostengono o-
;
va un tessuto spugnoso formalo da larghi
stinatamente che sono ì rimasugli dell’f/72 e/2 e. tronchi venosi che sono riuniti da frequenti
Il sig. Velpeau (Opera citata, toni, i, pag 65^ anastomosi dopo la riunione delle due bran-
;

credette poter accordare codeste due opi- che, per mezzo delle quali nasce, si osserva,
nioni facendo osservare, che delle quattro tra le sue due metà laterali, un tramezzo fi-
caruncole mirtiformi , che si osservano co- broso perpendicolare che le separa i’ una
,

rannemente all’ entrata del canale vulvo-ute- dall’ altra, un modo incompinto, e si
ma d’
rino, corrispondente alle quattro estremità continua immediatamente coll’ involucro e-
dei diametri verticale e trasverso di tale aper- sterno. Nel glande non ci ha sentore di tra-
tura, due, 1’ una prossima al meato orinario mezzo ed è composto di un somigliante tes-

:

e l’altra posta davanti la forchetta, spettano suto, ma più fino. I vasi ed i nervi corro-
alle colonne mediane della vagina, mentre le no sopra la l'accia dorsale gli ultimi poi so- :

altre due sole deggiono essere reputale come no numero-sissimi, e penetrano nel glande.
DEGLI ORGANI GENITALI DELLA DONNA ali
risponde alla parte più elevala dell’ arco del
Articolo III. pube. Celso e il sig. Lisfranc consigliano di
penetrare, per questo intervallo, nella vesci-
DELLE PICCOLE LABBRA ca a fin di eseguire 1’ estrazione della pietra
nella donna. Del resto non adempie il me-
(Le grandi lahbra saranno descritte desimo a niun uso rispetto alla generazione.
€olla vulva.)
Articolo IV.
Questi organi, che furono dal Riolano
paragonali ad una cresta di gallo, sono cono- dell’ uretra.
sciuti eziandio sotto il nome di ninfe. Sono *
due ripiegature membranose, situate sui lati L uretra., nella donna, è situata sotto
deir orifizio della vagina, allungate dalPin- il vestibolo, dietro la clitoride e sopra la stes-
iianzi air indietro, e più larghe nella parte sa linea. Si chiama il meato orinario ; e non
media che nelP estremità nascono superior-
: è separata dalla vagina che mediante una spe-
mente mediante due branche, che sì conti- cie di tubercolo, più o meno protubérante,
nuano al prepuzio della clitoride, quindi di- che costituisce all’ indietro la terminazione
scendono divergenti sulla faccia interna delle della colonna mediana anteriore. Appunto
grandi labbra, e finiscono a poco a poco ver- dalla esistenza di tale tubercolo deriva la fa-
so la metà dèlia lunghezza di queste, di rin- cilità colla quale si può sciringare la don-
contro all’ apertura della vagina il loro co- : na senza scoprirla basta a tal uopo un po-
:

lore è ros^stro, la consistenza compatta e : co d’ abitudine e di destrezza. L’ ure-


sono costituite da una ripiegatura triangolare tra della donna, ha una conformazione diver-
di natura mucosa, sottilissima e manifestissi- sa da quella dell’ uomo. E larga, conica, lun-
ma, un tessuto erettile o spugnoso somi-
e da ga da dodici in quindici linee, appena incur-
gliante, con abbastanza esattezza a quello , vata, senza bulbo nè prostata. Molto allargata
del corpo cavernoso. 11 loro volume è varia- alla sua origine, discende obbliqiiamente all’in-
bilissimo. Talora sono appena visibili in al- : nanzi, e finisce alla parte inferiore dei vesti-
cune donne, 1’ una delle piccole labbra è più buio, aldi sopra dell’orifizio della vagina.
grossa dell’ altra, o manca interamente ; e il In tale tragitto descrive una curva leggeris-
Morgagni non ha trovato sentore del piccolo sima, colla concavità rivolta all’ insù. Poste-
labbro sinistro nel cadavere di una donna riormente corrisponde alla parete anteriore
che veniva anatomizzando. Tali organi si av- della vagina, alla quale è alquanto intima-
vizziscono nella vecchiaia: al contrario sono mente unita: in alto corrisponde al legamen-
rossi e protuberauti nelle giovinette il lo- : to anteriore della vescica, alla sinfisi del pu-
ro margine superiore si attacca in gran parte be e al corpo cavernoso. La membrana mu-
all’orifizio delia vagina, l’inferiore è libero cosa, che la tappezza , è rossastra, e forma
e semicircolare, le loro estremità posteriori varie ripiegature longitudinali molto protu-
si allontanano molto l’ una dall’altra, men- beranti. Presenta poi, massime in basso, mol-
tre le anteriori sono ravvicinati. Gli usi — te lacune mucose; ed è avvolta, oltre a ciò,
delie piccole lahbra sono poco noti. Si è cre- da uno strato sottile di tessuto spugnoso. L’o-
duto che valessero a dirigere il corso delle rifizio esteriore del canale è circondato da una
orine, ma le donne orinano colle cosce allar- specie di cerchietto, formato dalla membrana
gale, e la direzione del getto è determinato, mucosa, sempre più prominente in basso che
assolutamente da quella della uretra. Smelile in alto.
e tutti quelli che hanno scritto dopo di lui,
hanno preteso che queste dispieghino du-
si Articolo V.
rante il parto in guisa da favorire la dilata-
zione della vulva: tale è pure 1’ opinione e- della vulva, del monte di venere,
spressa dal sig. Roux (opera citata, tom. I, DELLE GRANDI LABBRA
pag. 2 G 0 ). Sembra però questa del tutto iu-
i. esalta (Velpeau, opera citata, toni. L pag. Della vulva. Questa parola è stata, per
Finalmente pensano alcuni fisiologhi che l’u- lunga pezza, usata ad indicare quella fessura,
. so delle piccole labbra sia quello di accresce- o apertura longitudinale, che sì trova tra le
! re i piaceri venerei. Facile è il comprendere parti protuberauti dell’ apparecchio esterna
!
quanto una siffatta diversità di opinioni prc- della generazione nella donna. Gli anatomici
senta d’ ipotetico. moderni hanno allribuilo a questa parolarm
f;

I
Idei vestibolo. —Si dà questo nome ad senso meno comprendendo, con tale
limitalo,
L uno spazio circoscritto dalla clitoride, dalla espressione, tutte le parti generali esterne. Con-
faccia interna delle ninfe e dal meato oriua- siderate adunque sodo quest’ultimo riguar-
||rio. l alc spazio è triangolare, depresso, e cor- do, le parti che deggiouo essere attribuite alia
APPARECCHI DELLA GENERAZIONE
Venere; 2 ° che si attaccano alle parti
vulva, saranno : il monte di fibrosi, biancastri,
le grandi labbra ;
3° la fenditura che le se- vicine dentro di essi sono situate alcune fi-
:

para .® la clitoride ; 5 ° le piccole labbra bre muscolari, e vi formano due fasci sottilis-
; 4
o ninfe 6.® il vestibule ;
']P il meato ori- simi che nascono presso il pube mediante
;

nario o r orifizio deir uretra ; 8.® T imene ; corte fibre aponeurotiche, piantate nella mem-
le caruncole mirtiformi ; io.® la fossa na- brana del corpo cavernoso della clitoride
vicolare, e ii.° la forchetta. Le più delle men- quindi discendono tostamente da ciaschedun
tovate parti vennero già descritte : delle altre lato, circondando F orifizio della vagina, e
passiamo ad occuparci immediatamente. andando a riuscire ai muscoli ischio-perinea-
Monte di Venere. Così si denomina una le., e coccigio-anale. — Uno strato di tessuto
spezie di rialzo formato dalie parti molli, che cellulare alquanto sottile unisce codeste fibre
coprono la parte anteriore del pube. E com- alla membrana mucosa, che ineomincia al di
posto dhina massa adiposa, di filamenti fibro- sotto del margine libero
delle grandi labbra,
si, e di tessuto cellulare. La pelle che la rico- e che, movendo da
questo punto, va a tap-
pre è assai densa, e poco estensibile. 11 monte pezzare tutto F apparecchio genitale ed ori-
di Venere, alPepoca delta pubertà, si adombra noso il suo colore, nelle giovanette e in quel-
:

di peli, i quali sono sempre più corti di quelli le che vissero nel celibato, è roseo, ma impal-
che si riscontrano sulla parte corrispondente lidisce molto nella vecchiaia. Oltre le glan- —
dell’ uomo. Di rado si piantono fino all’ om- dole sebacee, delle quali parlammo, le parti
belico. 11 loro colore è variabile. Finalmente genitali esterne sono fornite di molte cripte
il monte di Venere contiene gran quantità di mucose, che abbondano spezialmente nella
follicoli sebacei, e rappresenta una specie di circonferenza dell’ orifizio uretrale e vagina-
cuscinetto le cui funzioni, se dobbiamo cre- le ed appunto a quelle cripte, che occupano
;

dere ad alcuni scrittori, sono relative all’atto F orifizio dell’ uretra, si era assegnato il nome
della copula. di prostata del Bartolino ( Bartolino.^ De O-
Grandi labbra. Sono due, e dalla loro variis, p. 2.1 ).

lunghezza dipende quella della vulva sono :

due spezie di ripiegature, che sembrano ri- Articolo VI,


sultare dalla biforcazione inferiore del monte
di Venere, e sì allontanano l’uno dall’altro SVILUPPO DEGLI ORGANI GENITALI
fino alla metà della loro lunghezza, per avvi- DELLA DONNA
cinarsi da poi, e riunirsi ad un pollice davan-
ti l’ano. Presentano due commessure, Luna Avanti la sesta settimana, non esiste sen-
superiore, 1’ altra inferiore o perineale. Delle tore alcuno degli organi genita ti, e all’ istante
due superficie, che vi si scorgono, 1’ una è e- della loro apparizione, tali organi sembrano,
sterna, formata dalla pelle delle cosce, e si co- in ambedue i sessi costrutti sul medesimo
pre di peli, come il monte di Venere F altra tipo. E
noto in fatti siccome, solo ad una cer-
è interna, liscia, e di color roseo. — ;

Il margi- ta epoca, incomincino i sessi a delincarsi del :

ne libero, che riunisce queste due superficie, rimanente quest’ idea, che gli organi genitali
è sempre convesso, sottile o rotondato, secon- sieno primitivamente uguali in tutti gl’indi-
do la maggiore o minore grossezza delle gran- vidui, essendo già stata indicata da Home j

di labbra. La pelle, dei peli, delle glandolo se- ( Philos, trans.., 1790 ) Autenrieth (In- ]

bacee, del tessuto cellulare, molti vasi capil- J'antis androgyni his torio., léna., i8o5, p. j

lari sanguigni e linfatici, alcuni filamenti ner- 53.7 Ackerman (ueber die Verschieden heit i

vosi, finalmente una membrana mucosa ; ecco heider geschlechter ; Reil, archìo far die |

le parti eh’ entrano nella composizione delle physiologie, t. /?. 88 7 Ma, per vero dire, . I

grandi labbra. La pelle vi è sottilissima, dili- non si era giammai diffusa sì generalmente, l

catissima, attraversala da alcuni peli pivi o men come in questi ultimi tempi. Tutta voi ta, se ji

numerosi, e perforata dagli orifizii di molte i fisiologhi si accordano piuttosto generai- )


cripte mucose. E soda e resistente nelle giova- mente intorno a questo punto, cioè che gli |i

netle, nelle donne che osservano una conti- organi sessuali abbiano, al primo loro appari- 1-

nenza rigorosa e che sono molto pingue, ma ve, una forma comune, non si accordano però b
appassisce nella vecchiaia. Sotto la pelle delle da quest’ altro lato che gli uni pretendono j::

grandi labbra si trovano disseminate molte che queste parti sieno costrutte secondo il li

gdandole sebacee, eh’ esalano un fluido dotato tipo del sesso femminino, mentre gli altri in-
in certe donne, di un odore particolare e as- vece pretendono che prevalga, a principio, il ji
sai penetrante. La spessezza delle grandi lab- tipo maschile. Siccome a sciogliere la questio-
j
i

bra è formato di un tessuto cellulare molto ne, non possediamo alcun fatto novello, amia- j j

spugnoso, ripieno di vasi sanguigni e linfatici, mo meglio attendere, ilal tempo e dalF espe- j
:

e di ramificazioni nervose: tale tessuto è d’al- rienza, la conferma dell’ una e dell’ altra di j
i

tro cauto raflbrzuto da alcuni prolungamenti &ilfdlte teoriche che proferire un giudizio l i
,
DEGLI OEGANl GENITALI DELLA DONNA 275
intorno ad esse. Da altVo lato, comunque siasi stano per tal modo un lembo tagliente. Nulla-
ìa cosa, le parti genitali interne sono compo- dimeno, durante i primi periodi dell’ esisten-
ste a principio di due parti molto allun-
: za, non sì veggono mai coprire intieramente
gate, strette, obbì'ique dal di fu(>ri al di den- le ninfe e Id clitoride, perciocché, dall’ uno
tro, e da alto in basso, situate molto in alto, de’lati, queste parti offrono sempre un consi-
fuor del bacino, che più tardi divengono o i derabile volarne, e dall’altro, le grandi labbra
testicoli, o le ovaie; 2.*^ di due condotti che stesse non si sviluppano che lenlissimaraente.
non sono molto più stretti, ma che hanno —
La clitoride.- Quest’organo, una volta
maggior lunghezza e grossezza, le oltrepas- che abbiano preso ad isvilupparsi le parti ge-
sano superiormente e discendono sopra l’e- nitali, è in proporzione assai considerabile, e
sterno loro lato quCsti condotti danno ori-
:
tanto più, quanto più tenero è l’embrione;
gine o alle trombe o agli epididimi o agli or- quindi allorché questo ha acquistato due pol-
gani edattori,ipoi si riuniscono, tuori del ba- lici al più di lunghezza (al cominciare del

cino, in un condotto comune, mediano, che terzo mese) la clitoride ha, per lo meno,
diviene o utero e vagina, o glandola prostata, una ed una mezza linea di
linea di lunghezza,
vescichetta seminale, e parte posteriore del- grossezza; e, quantunque non tardi a perdere
l’uretra ;
considerabile, trian-
3.° di un corpo queste grandi proporzioni, tutta volta, fin-
golare, un poco rigonfio nella sua estremità tantoché duri la vita entro-uterina, conserva
anteriore attaccato dapprima alia parteinferio- sempre un considerabile volume, a tal termi-
re della parete anteriore del basso ventre, e piti ne che stando contenti ad un superficiale
,

tardi pendente liberamente all’innauzi. E que- esame del sesso dell’infante, si può agevol-
sto corpo formato da due metà separate 1’ una mente prendere abbaglio, essendo allora pic-
dall’altra mediante un solco che segue la lun- colissimo lo scroto, e i testicoli contenuti an-
ghezza della sua inferiore superficie, e pro- cora nel basso-ventre ad evitare un errore
;

duce, coir andar del tempo, o la verga o la siffatto basta chiamarsi alla memoria che la
poi ad isviluppar-
clitoride 4 Non tardano clitoride è sempre rivolta all’ innanzi, ed in
-*^
;

si, in ambedue i lati del detto corpo, una ri- basso, e che mai non la si trova diretta verso
piegatura della pelle diretta dall’ innanzi al- 1’ombelico ( Walter, Fisiologia, t. II, p. 828 ).
1’indietro. Tali due ripiegature, che non — Per tutta la langbezza della faccia inferiore
sono riunite tra loro nella parte posteriore, si della clitoride osservasi una fessura profonda,
convertono o nello scroto 0 nelle grandi lab- e ai tre mesi diseernesi benissimo un’eminen-
bra.— Cotale è la descrizione che il Meckel za longitudinale occupante la parte media di
ci offre delie parti genitali all’ istante della questa faccia inferiore. 11 glande è affatto allo
loro formazione : egii è noto siccome questo scoperto fino al quarto mese, costilnisce una
sapiente anatomica partenga a quelli, secon- p)-ominenza rotondata e separata palesemente
do i quali gli organi genitali sono costrutti dalle altre parti della clitoride ; ma, passata
secondo il tipo femminile ( abhandlungen aus quest’ epoca, cresce il prepuzio rapidamente
der meuchlichen und vergleichendem anato- e 1 avvolge compiutamente. Tale prepuzio

mie^ 1806, t.ll. Bertrage zar vergleichenden forma, colle piccole labbra, la parte poste-
anatomie i8o8, 1 fase. n.^ ) Bertrage .
riore della clitoride queste ultime sono svi-
:

zur vergleichenden anatomie., t. II., fase. ìf luppa lissirae ne’ primi periodi, e torna diffì-
pag. 170. Leipsiek, 1812T e come sta dello cilissimo, e sovente impossìbile, distinguerle
stesso avviso il suo concittadino Tiedemann dal prepuzio col quale si continuano iinine-
Anatomie der Kopjloser mise geburten., iliatamente : la linea di separazione non si
{

i 8 i 3, /?. 80). Frattanto abbandoniamo tale forma che quando il prepuzio siasi esteso so-
sublime questione di fisiologia anatomica per pra il glande: allora si osservano le piccole
occuparci delle mutazioni, che sostengono in labbra dividersi patentemente, verso la loro
particolare gli organi genitali della donna ; e parte anteriore, in due branche di tali due
:

cominciano dalle parti le più esterne. branche, i’ una piccola e interna, arriva al
Le grandi labbra. Nell’ epoca di tre glande, 1’ altra, esterna, si reca al prepuzio.
mesi, tali organi sono rappresentati da alcune Z/’ imene. Non si discerne niun sen-
piccole elevatezze rotondate, poco protube- tore di codesta ripiegatura innanzi la metà
ranti, semicircolari, convesse al di fuori, e della gravidanza a tale epoca solamente si
:

molto più grosse all’ innanzi che all’ indietro : comincia ad iscorgerla sotto forma di una
le loro estremità posteriori sono molto più protuberanza sottile e stretta, che si porta
ravvicinate 1
’ altra delle anteriori. La
una all’ dall’ indietro all’ innanzi, per modo che ri-
clitoride li separa anteriormente, e le oltre- mane nel mezzo una fessura longitudinale
passa d’ assai. Quindi a poco a poco aggran- diretta dapprima in basso e d’ un’ eguale al-
discono, e si avvicinano, perchè la clitoride tezza per tutto. La detta protuberanza acqui-
non cresce più nella medesima proporzione. sta a poco a poco maggior larghezza all’ in-
Allora s’ innalzano, si assottigliano, e acqui- dietro, e finalmeule si cangia In una ripiega-
Eiicicl. Med. T. li. 35
274 APPARECCHI DELLA GENERÂZtONE

Jura circolare, o in mi tramezzo rotondato separi dalla vagina. Verso il termine del quar-
ed allungato, che presenta, nella sua estremi- to mese incomincia ad acquistare una mag-
tà anteriore, un’ apertura, e che possédé al- giore larghezza nella parte superiore, lo che
lora i caratteri che deve conservare fino al dipende dallo scomparire che fanno le corna
momento della sua distruzione. le quali,essendo sviluppate a principio, si

La spagina. Jjdi vagina, la matrice e le scancellano allora, e sono rimpiazzate da una
trombe, non formano in origine che un solo cavità unica. Dall’ essere questa parte supe-
canale, fesso nella superiore sua parte, la cui riore tanto meno sviluppata quanto più gio-
larghezza è da per tutto uguale, ed estendenlesi vane è 1’ embrione, ne conseguita, necessaria-
senza interruzione, dall’estremità addominale mente, che il collo dell’ utero superi, nella
delle trombe fino all’ esterno orifizio della stessa proporzione, il corpo ; ma a poco a po-
vagina. Questa, dapprima, non è più svilup- co il corpo medesimo aumenta, e nell’ epoca
pata che la matrice, e, siccome si osserva an- della pubertà, la matrice diventa periforrai e
che in questa, non presenta, nell’interna su- lascia d’ essere cilindrica. Dopo cpiest’ epoca
perficie, veruna inegueglianza. Solo verso il avviene cheil corpo dell’ utero formi la metà

quinto mese vedesi comparire una lieve pro- organo intero, perocché, nel tredicesimo
dell’
ìiiinenza longitudinale in ciascheduna delle anno, non ne costituiva ancora che la terza
sue facce anteriore e posteriore, prominenza parte, e la quarta in un feto a termine. Nella
che non tarda ad empiersi di grosse ripiega- fiicciaanteriore e posteriore di quest’ organo
ture trasversali, serrate le une contro le al- si sviluppano alcune ripiegature, le quali han-

tre, e riunite insieme da altre ripiegature oh" no una direzione trasversale e un poco obbli-
blique. Tali ripiegature sono sparse per tuttala qua, e convergono superiormente verso gli
circonferenza della vagina, rendendone tanto orifizii delle trombe : incominciano esse ad
ÌJieguale e reticolata la superficie, quanto che apparire nella parte inferiore, nella quale
più sono esse stesse fornite d’incavature e di particolarmente sono serrate le une contro
frange numerose: tale è in fatti la sembianza le altre, quindi si estendono poco a poco a
che, nel settimo e nell’ottavo mese, suol pre- tutta 1’ altezza della matrice. Si forma po-
sentare la vagina. Ma a poco a poco si veggo- scia sulle due superficie dell’ organo un’ e-
no le ripiegature impiccolirsi, e scancellarsi minenza allungata, che ne percorre tutta la
sempre più, divenire pivi unite, e finalmente lunghezza e verso di questa appunto con-
:

allontanarsi le une dalle altre per guisa che, vengono, d’ alto in basso, le ripiegature del-
giunta l’epoca della pubertà, la vagina è mol- le quali si tenne parola. Queste ultime cresco-
to più liscia, e non presenta delle rughe, che no allora notabilmente in volume e ren- ,

nella sua estremità inferiore e nelle sue su- dono inegualissima tutta interna superfi-
1'

perficie anteriore e posteriore L’ angustia


. cie dell’ utero non solo
,
nel bambino na-
della vagina è, in proporzione, maggiore scente, mi eziandio durante i primi anni del-
nei primi tempi della vita ; ma poi va cre- la vita Nulladimeno è certo , che esse si
.

scendo, e verso il settimo o F ottavo mese scancellano assai presto, e che nell’età di cin-
presenta la pivi considerabile proporzionale que anni, non se ne trova più sentore alcuno
larghezza. La lunghezza è sempre maggio- nella faccia interna del corpo che, a quest’e-
re nel feto, di quello che sia nelle epoche se- poca, è affatto liscio. Una protuberanza appe-
guenti ;costantemente di due pollici nel
è na sensibile indica a principio l’origine ester-
mesi e nel feto a termine,
feto dell’età di otto na dell’utero. Tale protuberanza, che si scor-
mentre che nella femmina adulta, non oltre- ge nella vagina, va poi crescendo, e per tal
passa t|uasi mai i quattro pollici: tale diversità modo che, negli ultimi tempi della vita entro-
vuole in gran parte attribuirsi all’ innalzamen- uterina, quella porzione dell’ utero che cor-
to della matrice nel feto ma questa ragione
; risponde alla vagina, è in proporzione più
non è bastevole ad isplegare la smisurata lun- considerabile che non sarà per essere nelle
ghezza della vagina, che in fatto è allora più seguenti epoche oltre a questo
: la faccia ,
i

lunga che non sia nell’ adulto. esteriore di tale regione è fornita, e innanzi e 1

La matrice. L’ utero fino al terzo durante i primi mesi dopo la nascita, di rughe i

mese, e anche fino al principiare del quarto, longitudinali, e limitata da margini taglienti, i

presenta maggior larghezza che nelle epoche ineguaff, profondamente incavati, le cui in- i

successive. Le corna sono tanto più lunghe, e cavature occupano soventemente tutta 1’ al- |

presentano tanto più acuti gli angoli, quanto tezza della porzione vaginale. Più tardi, que- j

più giovane è il feto solo quando tali angoli


:
sìa prominenza si accorcia, diviene liscia ai t

sono scancellati, avviene che codest’ organo di fuori, assume la forma di un cercine, e j
apparisce veracemente bicorno. Presenta da allora r orifizio uterino si presenta in seni- I

per lutto la stessa larghezza, da per lutto la hianza di una fessura trasversa, semplice e h

levigatezza medesima, e non offre eslerifu- liscia. La matrice ha tanto più sottili le sue h

mcnte cd internamente niun’ eminenza che lo })arcli, quanto più giovane è 1’ embrione la : i
DEGL! OAGaM GKNITAIJ GEIJ.À DONiVA 250
ìoro grossezza è, a principio, ugnale da per (
Osiander àiss. de fluxu menstriio atque
;

lutto, e, solo al quinto mese, diviene più uteri prolapso. Goellingue, 1808, cap. Ili ).
considerabile nel collo ; poi, verso Tela dei Tale opinione sembra rafforzala dalle chimi-
cinque o sei anni , la grossezza diviene uni- che analisi del Lavagna (^Brugnatelli, Gior-
iorme per tutta l’estensione fino alla pubertà, nale dijisican pag. 397-416). Ma, mal-
nella quale il corpo è, alla sua volta, più gros- grado le esperienze di Saissys e di Mayer,
so del collo. Segue adunque, dall’ esame {Deutsches arcli. fiir die PÌiysiologien l. Ili,
dei cangiamenti diversi, a’ quali è sottoposto p. 534), la chimica animale è ancora troppo
ì’utero nel suo sviluppo, che quest’organo non poco avanzata da poterne dedurre conseguen-
acquista la sua forma perfetta e la sua naturale ze cotanto azzardevoli pare più certo che la
:

grossezza che ad un epoca avanzata : quanto matrice, durante il periodo della mestruazio-
alla lunghezza sua propria ci arriva, come ve- ne, si gonfii un poco, e che i suoi vasi, come
demmo. più presto, ed è ancor vero forse che da si esprime Osiander op. citât, cap. III ), si
(

principio sia questa un po’ maggiore che nel- dilatino e divengano protuberauli in modo
le ulteriori epoche. — Nelle donne avanzate che sembrino villosità.
in età , Putero diviene irregolarmente roton- Le trombe. Sono queste sviluppale
dato, mentre impiccolisce, massime in quelle per lenipo, ed in proporzione molto più gros-
che vissero nel celibato. Il suo colore e la se e più lunghe che nelle seguenti epoche:

sua consistenza, acquistano pure, nella vec- discendono prima molto obbliquamenle da!
chiaia, i caratteri dell’ infanzia vale dire che
: di fuori a! di dentro, esteriormente alle ovaie,
l’organo, sì in questa come in quella, è duro e alle quali sono iraraediatamenle attaccate, e
bianco, mentre che è rosso e molle nell’ adul- delle quali soverchiano d’ assai la superiore
to.— La matrice, nella prima metà della gra- estremità. Fino al terzo mese, si riuniscom»
vidanza, è situata quasi del tutto fuori del ad angolo acuto colle loro estremità inferiore
piccolo bacino. Nel feto a termine, oltrepas- ed interne, in una piccola massa mediana, che
sa eziandio d’ assai la mentovala cavità, nella non ha dapprima, ninna larghezza, ma ne
quale del rimanente non è collocata affatto assume una poca da poi, e che rappresenta la
che nell’età di quindici anni nel feto, è qua-
; matrice nè cominciano esse ad essere tor-
:

si perpendicolare, ma la direzione di tale or- tuose che verso la fine del quarto mese si :

gano cangia di poi a poco a poco, e allora il che a torto si è preteso il contrario. Le tor-
suo maggiore diametro si rivolge, quasi 'di- tuosità vi sono dapprima poco manifeste ,
rettamente , dall’ innanzi all’ indietro. poscia crescono sempre più, a seguo tale che,
Ma non è bastevole lo aver minutamente all’ottavo mese della gravidanza, sono più
descritto ciascheduna delle mutazioni che av- tortuose che iieH’ adulo, perchè in fatti con-
vengono, nella matrice, duranto il corso del servano tale carattere ne’ primi anni che se-
suo sviluppo rileva eziandio il venir notan-
: guono espulsiona del feto. Sembrano, a
l’

do che le funzioni, adempiute da tale organo principio, terminare in un fondo di sacco, e


nell’ economia, sono soggette aneli’ esse ad per mezzo di un rigonfiamento : al quart(*
« alcune periodiche differenze chi non sa in-
; mese poi apresi la loro estremità addomi-
fatti, siccome 1 ’ utero, alPepoca della pubertà, nali ; ma le frangie vi appariscono molto più
divenga la sede di un’ escrezione sanguigna, tardi. La loro cavità, che che ne abbiano
alla quale si è dato il nome di mestrui {men- detto Hirschel e Roesslein, è, in proporzione
struation seu menses)n ^ chi ignora che que- tanfo maggiore, quanto più giovane è il feto.
sto scolo, il quale non ispetla esclusivamente Fra le trombe poi e 1 ’ ovaia, nella ripiegatura
alla donna ( Cuvier, Annali del Museo, voi. del peritoneo, si trovano, non pure nel feto,
IX, p. ii 8 -i 3 o; Kahleis, Osservazioni in- ma eziandio ne’ primi anni della vita, alcuni
torno la mestruazione^ Giornale coraple- vasi sommamente notevoli ( Roseumullèr, De
mentario delle scienze mediche, t. XVIIJ, p. ovariis emhryonum et j'etuuni ; Leipsick ,
252), svanisce ad una coli’ altitu'l ine alla fe- 1802 J. Tali vasi, cui T injezione non può pe-
condazione ? l’ale evacuazione diesi valuta netrare, somigliano per modo ai condotti de-
generalmente alle sei o alle otto once, nasce lerenli dell’ uomo, che si può discernere in
,
dalla superfìcie interna della matrice, ed è essi una tendenza alla formazione di tali con-
preceduta da un movimento flussionario pros- <lotti e dell’epididimo. Tuttavolta, riguar-
I
infiammatorio, siccome è di-
sirao allo stato dando alla forma chi presenta in origine 1’ e-
mostrato dall’irritazione che la precede, dal- slremità addominale della tromba , si può
i
la propensione più forte ali’ allo venereo e congel turare che 1’ ufficio di siffatti canali sia
(
dalla maggiore attitudine alla fecondazione, quello di farla comunicare primitivamente
j
Quanta alla natura del fluido esalato, lo si è coir ovaia la quale co raunicazione si scan-
:

tenuto, per lunga pezza, arterioso, ma essen- cellerebbe di poi air epoca in cui si apre 1’ e-
j

h doue oscurissimo il colore, alcuni fisiologhi addominale della tromba,


slreraità e per con-
I
pensano che potesse essere di natura venosa seguenza si forma una nuova via.

1
APPARECCHI DRELA GE^EHA/J0\E

Le — 11 volume
organidi questi convenevole ad un allievo il quale non poten-
tì siccome Ài volume delle trombe, superiore a do più trarre la propria sostanza dalle parti
quello che sarà per essere nell’avvenire. For- interne della madre, nè prendersela di per
mano da sè sole, per qualche tempo, la mag- sè stesso dal di fuori, era naturalmente por-
gior parte degli organi genitali ma, quando ;
tato verso di essa posizione ammirabile, la
:

i sessi sono sviluppati, riescono le ovaie ma- quale, mantenendo il bambino sotto gli oc-
iiifestamenlp più piccole de’ testicoli. Nel ter- chi e tra le braccia di sua madre, statuisce
zo mese della gravidanza, massime nella metà tra loro, un ricambio scambievole di tene-
di questa, se il feto ha la lunghezza di due rezza soavissima, di solleci ludini, d’innocenti
pollici, lalunghezza loro è d’ una linea e un blandizie, che mette 1’ uno in grado di me-
quarto all’ incirca, l’ altezza di una mezza li- glio esprimere i propri bisogni, l’altra di go-
nea, la grossezza d’ un terzo di linea, il peso, dere de’suoi stessi sacrifizi, contemplandone
al momento della nascita, di cinque in sei continuamente l’oggetto. L’uomo, in genera-
grani. Si trovano, a molta distanza, sopra il le, mette il massimo pregio nella conformazio-
bacino, ove sono collocale quasi orizzontal- ne del petto, e la vista di tali organi quando
mente il perchè le loro estremila superiori
: offra la bianchezza e la delicatezza bramala,
non innalzano tanto quanto
s’ testicoli. Le i diviene al cuor suo la sorgente de’ piu vivi
loro estremità interne stanno sì ravvicina- piaceri. —
Le mammelle sono due, silualealla
te 1’ una all’ altra, che non si trovano a que- parte anteriore del petto il loro volume è
;

st’ epoca, separate che dal solo retto. La loro piccolissimo nell’ uomo, ed ancora nelle fan-
forma è allungata e prismatica, e solo nella ciulle ;
ma epoca della pubertà si elevano
all’

pubertà divengono rotondale la loro capsu- : diventano sferiche, e acquistano finaìmeu-


la poi , all’ epoca della nascila, e anche dopo ie una sodezza ed una consistenza che svani-
pa recchi anni, è sottilissima. loro Lo stesso sce di poi per mille cagioni. —
La pelle, che
tessuto, ne’sei primi mesi che seguono il parto, le copre è molle al tatto, e bianca, fuori
,

non presenta ninn sentore delle vescichette del 1’ apice dell’ emisfero, ove si osserva uii’areola

Graaf. Tali organi diventano poi molto déiisi, circolare, rossa nelle fanciulle, oscura nelle
e alla perfine, quando la donna ha percorsa donne , sulla quale si scorgono alcuni picco-
mezza la sua carriera, si atrofizzano. La loro li tubercoli simili a verrucclie accumulate
superficie sembra allora più o meno ineguale, disordinatamente, e senza determinato nume-
poiché le depressioni, che in essa esistono, ro. Godesti tubercoli sono perforati alla pun-
mutarono in considerabili infossamenti del : ta, e pieni di grani sebacei, che separano li-
resto, tale effetto vuole essere in principale na specie di cera, atta a difendere 1’ areola
modo attribuito alla scomparsa del paren- nell’atto dell’allattamento. Dalla parie me-
chima. Le vescichette stesse diminuiscono, si dia di codesl’ areola s’innalza un’eminenza
scancella la loro cavità, ed esse mutausi in chiamata il capezzolo è cjnesto una specie
:

corpi giallastri, sovente fibro - cartilaginosi di papilla di color bruno o rosso, secondo i
ed anche ossei : talvolta anche le ovaje si a- differenti individui ha cilindrica la forma,
;

trofizzano in modo che svaniscono affatto, ed ed è coperto da una pelle tenuissima, ma


è impossibile lo scoprirne niun sentore. screpolala. Poco protubérante, nello stato di
quiete, questa papilla si allunga, e indurisce,
DELLE MAMMELLE quand’ è irritata, a segno che sembra entrare i

in erezione. Cosa degna di osservazione è che


Le mammelle possono essere considerate il sistema capillare, distribuito per la raamel-

siccome organi accessori all’ apparecchio ge- la, è come quello della faccia, suscettibile di
nitale ,
i quali, sì nell’ uomo e sì in tutti gli sentire Tinfluenza delle passioni sembra che:

animali, stabiliscono tra la madre e il bam- il pudore, la cui espressione è tutta diver-
bino, per cagione delle loro funzioni, un’at- sa dei desiderii, provochi un’ afflusso di san- j

tinenza, la cui durata comprende il periodo glie alle guance ed alle mammelle, e proda- i

primo della vita estra-uterina. ca quell’ amabile rossore, che aggiunge bel-
§. Conformazione generale.
/. La — lezza alle grazie dell’ innocenza. La base — j

maggiorparle degli animali hanno le mammel- delle mammelle non è circolare, ma piuttosto
^
le situate sul ventre ; nella donna, per lo con- elittica, e si prolunga specialmente all’ insù
|

trario, sono situate sul petto, e questa dispo- e al di fuori dove si estende talora fino alla j

sizione fornisce una prova novella che aU’uo- regione ascellare: ma è più rotondala in basso |i

mo è naturale la stazione bipede, e che questa e indietro. Si estende dalla terza alla sei-
all’ ;

non è, siccome hanno preteso alcuni filosofi, lima costa, e copre la maggior porzione del
l’effetto dell’ abitudine o dell’ educazione. muscolo pettorale maggiore. È cosa alquanto t

La posizione esteriore e protubérante delle ordinaria a vedere la porzione più esterna i

mammelle nel bel sesso era, dice Taulore del dell’ inferiore suo margine coprire parimenti |t

sistema fisico e morale della donila^ la più una porzione del gran dentato. Il margine ji
DJJ.LT. >1 A ai ai E LL E
277
tielle la medesima gros-
mamelle non presenta trasparente, mollo analoga alle membrane
sezza per tutta la sua estensione. Quindi, a mucose. -

Tali condotti, almeno per la mag-
cagione cFesempio, offre sovente alcune ine- gior parie del loro tragitto, non sono visibili
guaglianze nelle donne , che hanno parec- al di fuori. Solo ad una profondità abbastan-
chie volte ‘allattalo, perchè allora la glan- za notevole, e nella sostanza medesima della
dola s’ è irregolarmente ingrossata alTester- glandola, si trovano i principali tronchi, for-
no. — La circonferenza delle mammelle non mali dalla successiva riunione delie branche e
è liscia per tutta la sua estensione, ma pre- vanno scemando in calibro, e
dei rami, che
senta, d’ ogni parte, alcuni prolungamenti a- non comunicano tra sè mediante delle bran-
naloghi, nella forma, nella grandezza e nella che anastoraoliche. Solo Huck {^Adenografia
direzione diversi, che ne rendono la superfi- curiosa^ Leyda, 1691 p. i6, fig 2) e Verheyeii
,

cie ineguale e lasciano tra sè alcuni infossa- [Anat. Corp. hiun. 1 1 tav. 18, fig. hanno

.
,

menti più o meno considerabili. La parte descritto ed anche delineato alcune branche a-
inferiore ed interna delle mammelle ha mol- nastomotiche considerabili situate nell’areola;
ta maggior grossezza che la superiore ed e- ma vuole notarsi che fino al presente que-
sterna. sti scrittori sono i soli, e che ninno, dopo
Il Organizzazione delle mammelle.
§. essi, ha potuto scoprirli. Ci ha di più; i’injezio-
— L’organizzazione delle mammelle non è u- ne spinta in un condotto gallatoforo zìon ri-
guale ne’differenti punti della loro estensione; fluisce generalmente mai in un altro. Alcuni
egli è certo per altro che la maggior parte osservatori avevano anche preteso che i con-
dell’ organo è composta di piccoli grani ros- dotti lattiferi fossero guernili di valvole ;
rna
sastri, patentissimi nelle femmine allattanti. questo è un errore, siccome possiamo persua-
Questi piccoli grani sembrano formati da al- dercene pure injellando del mercurio in uu
cune piccole vescichette obbliqne, perforate condotto gallatoforo infatti scorgesi allora
;

e disposte a raggi, unite fra sè per mezzo di il metallo rigurgitare da un altro, ma sempre

tessuto cellulare e di vasi. Mancano essi nel in guisa da mostrare che la comunicazione
luogo occupato daH’areola, ove non trovasi avviene tra le più tenui ramificazioni dei con-
che una sostanza fibrosa, che per mezzo della dotti. Si perviene ad una risultanza analoga
macerazione si riduce ad un fascio di canali incettando i diversi condotti per mezzo di so-
riuniti da un tessuto mucoso. Questi canali stanze diversamente colorale. Del rimanente,
sono le estremità dei co/2 Gallatofori ^ il loro numero è variabile nelle due mammelle

che prendono da essi 1' origine, e che, dop » dello stesso individuo, secondo che lo si esa-
essersi riuniti, e aver acquistata certa ampiez- mini nel tempo della gravidanza, o fuori di
za, vanno a mettere capo, per mezzo di alcu- questo. Se dobbiamo credere agli antichi a-
ne dilatazioni a forma conica, nel centro del- na tornici il loro numero non superava giam-
la mammella: allora sono i medesimi situali mai quello di scio di sette Haller, Walter,

;

dietro 1’ areola. Niuna glandola conglome- Covolo e la maggior parte degli anatomici
rata in tutta l’ economia, presenta sì ampi de’ nostri giorni, ne ammettono^ un numero
condotti escretori la loro ampiezza uecessa-
; assai maggiore, e generalmente che ve n'ab-
sariamente varia ma in generale i tronchi, bia da quindici in venti. E raro che superi-
;


i

1
che succedono alle branche d’ origine e alle no li ventiquattro. Oltre detti orifizi! di
i

branche di anastomosi sono notabili per la questi grossi condotti all’ apice de’ capezzoli,
grossezza loro, accade che le dilata-
l'alvolta si trovano , nell’ areola , degli altri orifizi!.
zioni abbiano due o tre linee di larghezza ; Occupano questi in generale le estremità dei
rna le medesime sono sempre corte, serrate tubercoli sparsi irregolarmente, che talora si
ie une contro le altre presso l’interna loro e- riuniscono due o tre in uno solo, 'l'ali tu-
slremità, e al contrario, un poco slontanate bercoli vennero considerati da alcuni anato-
presso Testerna. La prima termina di repente mici siccome glaiidole sebacee. Alcuni scrit-
in un canale, il quale giunge per linea retta fin tori per altro, in capo de’quali vogliono essere
alla sommità del capezzolo, percorrendo il mez- posti il Morgagni e il Bidloo, ne hanno veduto
zo di sua lunghezza. Questo canale si restringe trapelare ed anche scolare un liquore limpido
a poco a finalmente si apre alla super-
poco ,e non solamente in alcune donne allattanti, ma
ficie del capezzolo mediante un piccolissimo eziandio in alcuni uomini. Codesto liquido,
orifizio. Del rimanente ,
tutti questi canali a parere di tali osservatori, variava in natura
sono, come già dicemmo, intimamente uniti ed in quantità, secondo il tempo che era cor-
per mezzo dei cellniare tessuto, e non ne e- so dopo il pasto o dopo l’allattaraen lo. Quindi
,sce che solo uno da ciascheduna dilatazione se dall’ ultimo pasto, o dopo che il bambino
— 11 condotto galattofero tutto intero, viene aveva succhiato, erano trascorse varie ore, co-
\ dire la massa che risulta dalla porzione af- desto liquido sgorgava abbondevole. Nel caso
terente della dilatazione e del canale edutlo- contrario non osser\avasi che un leggero tra-
re, è formalo da una membrana molle, sottile, pelamento. —
Esiste, fra questi tubercoli e
2^8 APPARECCHI DFT. r.A GENERAZIONE
ìe sebacee
glaiKÌole un’ altissima tìifferen-
,
comincia ad iscorgere le mammelle fino dai
7/d. Queste ultime si trovano in gran nii- secondo mese della gravidanza. A quest’ epo-
ìnero, come abbiamo detto , sull’ areola, e ca, il cappezzolo rassomiglia alquanto ad una
sul capezzolo, nè s’ inalzano giammai sopra eminenza poco visibile, è vero, ma che per
la superficie, il contrario si osserva nei tu- altro sarebbe fornito di una larga apertura.
tubercoli, ne’ quali si trovano, d’ altro lato, In generale, e questa è cosa degna di osserva-
ano o più condotti escretori piccolissimi, che zione, le mammelle contengono, negli ultimi
mettono in alcune piccole glandolo, la cui na- mesi della gravidanza, e anche nel feto a ter-
tura è assolutamente uguale a quella di cui mine, un liquore lattiginoso, del quale talvol-
parlammo ; solo la loro grossezza è molto ta è molto considerabile la quantità. Dalla
meno considerabile . Sono collocate imme- nascita fino alla pubertà, rimangono esse in,

diatamente sotto della pelle, e unite fra sè uno per qualche modo stazionario, nè
stato
e col corpo della glandola, per mezzo di un presentano allora, nei due sessi, ninna diffe-
sottile cellulare tessuto di rado si aprono
;
renza che degna sia di considerazione : ma
in quella parte degl’ integumenti che copre all’ apparire de’ mestrui, acquistano un volu-

immediatamente la circonferenza dell’ arso- me più o meno considerabile. Nella vecchiaia,


la. Ve n’ha comunemente da cinque in die- o piuttosto dopo la cessazione del flusso me-
ci. — Segue dalla detta disposizione che co- struo , si veggono in generale atTOfìzzarsi,
deste piccole glandolo, e i tubercoli nei qua- massime se la donna abbia allattati parecchi
li riescono i loro condotti escretori sono ,
bambini, e se fu prolungato 1’ allattamento.
composti, per riguardo alla glandola mamma- Le glandole mammarie si atrofizzano pure
ria, assolutamente come le glandole salivari, sotto l’ influenza delle croniche malattie ma ;

per rispetto alla parotide e alla sotto-mascel- allora la pelle che le ricopre non ha perduta
lare. Cotale almeno è l’opinione del Meckel, la sua bianchezza. Nelle malattie acute, per lo
opinione che siamo inchinevoli ad ammette- contrario, la glandola propriamente detta non
re. La glandola mammaria si trova collo» isminuisce solo è dileguato 1’ adipe nel mez-
:

cata in mezzo ad un tessuto adiposo più o zo del quale era posta. Quindi, per restituire
meno abbondevole; e rileva il notare che tale alle mammelle la primiera bellezza, non è me-
adipe non presenta qui uno strato continuo, stieri che alcuni mesi di perfetta sanità.
ma al contrario penetra negl’ infossamenti che
al)biamo descritti, e penetra ancora profon- DEGLI ORGANI GENITALI DELL’UOMO,
damente nella sostanza dell’ organo. Ed è pur OD ORGANI FORMATORI.
bene d’ osservare che la base ne va sprovve-
duta. L’ Haller ( Elément, phys., t. VII, p. 8 ^ Traorgani genitali dell’ uomo, i te-
gli
è di contraria sentenza; ma Covolo ( demam- sticoli tengono indubitatamente il primo po-
mis in Santorini tahul. septemd. , pag. 92, sto :
quindi faremo cominciamento da essi
i io
) non ne ha trovato giammai e lo stesso ;
nello studio anatomico di tali parti.
vuol dirsi del maggior numero degli anato-
mici che scrissero dopo E Haller parimenti, :
Articolo I.
non se ne trova nel capezzolo o dietro l’areo-
ìa. Ma il tessuto adiposo che la contiene, si DEI TESTICOLI E DEI LORO INVOLUCRI
caccia ugualmente negl’intervalli che queste
diverse glandole lasciano tra sè solo sulla : sono collocati fuori del basso
1 testicoli
superficie dell’ organo lo si scorge condensar- ventre, in una specie di sacco diviso in due
si in una guaina particolare, quasi analoga a metà da un tramezzo interno, il quale si chia-
quelle che avvolgono i muscoli. I vasi delle — ma borse Sono due e ciascheduno è so-
.

mammelle derivano loro dalle arterie toraci- speso da un fascio vascolare conosciuto col
che esterne. I nervi dal terzo e dal quarto nome di cordone spermatico. La cavità che li
cervicale, e dai cinque a sei dorsali superiori. contiene è formata da parecchi strati mem-
Sono piccolissimi, e vanno a distribuirsi per branosi, che si domandano le tonache e sono ;

la cute: ma è malagevole il seguirli nelle mam- lo scroto., il dartos., la tonaca eritroide., la


melle medesime, malgrado la molta sensibi- tonaca cremasterica., la tonaca vaginale., e
lità di cui sono dotate codeste parti. Il Rui- la tonaca fibrosa., o albuginea. —
Appunto a
schio (Thesaurus anat. t. XVIII,
p. 78^ tale sovrapposizione di strati diversi, gli ana-
asserisce di aver vedute le papille nervose, tomici hanno dato il nome di borse. Sono
che rendono il latto, nel capezzolo, sì squisito queste fisse superiormente al catino, libere in
e sì delicato. Del rimanente si possono discer- ogni altra direzione. Sono contigue, sulle par-
nere benissimo nella balena. —
I vasi linfatici ti laterali, alla parte interna e superiore delle
sono numerosissimi ; e si recano ai gangli del- cosce, e davanti la verga, ma posteriormente,
r ascella. sono separate dall’ ano per mezzo di un in-
§. in. Sviluppo delle mammelle. Sì tervallo di due o tre dita trasverse al quale si

f
DEI TESTICOLI E DEI LORO INVOLUCRI 279
è assegnalo il nome di perineo. Sono lasse ed melloso (Morgagni, tomo iV, an. Ij;(Turaati;
allungate negli uomini deboli e nei vecchi, liicerche anatomiche intorno alle tonache
siccome lo sono in quelli individui che hanno dei testicoli; Venezia, 1790, p. 142; lloux,
ajipena esercitato Tatto del colto, e in quelli opera citata.^ p. 172, 173 ), e quella di liste-
che si trovano sotto l’azione d’ una cagione relle fibrose, delle quali avevano già fatta
debilitante qualunque; per lo contrarlo, sono menzione gli antichi. Le quali listerelle deri-
contratte nelle persone sottoposte all’ impres- vano, in forma di fasci dalla parte superio-
sione del freddo, del timore o del dolore, ov- re ed esterna dell’anello sollo-pubico, e sono
vero eziandio durante l’erezione e il coito. destinale a circondare il cordone testicolare.
Le più volte il lato destro è più elevato che il In alcune circostanze, può tale fettuccia es-
sinistro ; e tale disposizione generalmente si sere presa per una lamina del sacco erniario,
accorda colla posizione più elevata del testi- essendo situala sulla parte esterna e anteriore
colo, ned è sfuggita punto ai dipintori e delle ernie inguinali. (Marjolin, Propos, sur
agli scultori. difer entes points de medecine et de chi-
§. I. Deir inç’olucro cutaneo dei testi- rurgie., an. Vili, voi. XXXI, p. i 3
coli o scroto. — —
.
)

Si chiama così un prolunga- §. HI. Tonaca eritroide. Seiubra co-


mento della pelle alla parte interna delle co- desta tonaca esclusivamente formata dall’ e-
scie, del perineo e della verga, notabile pel spansione del muscolo cremastere, il quale
suo bruno colore e costanlemcute più oscuro le spesse fiate poco apparente, si fa di poi
che quello del corpo. Lo scroto forma, come in gran parte continuo colle fibre del mu-
già dicemmo, la membrana più esterna del scolo piccolo obbliquo dell’ addome. Esami-
testicolo, e discende dalla regione inguinale, nando accuratamente il modo come si dipor-
per disperdesi tra le radici della verga e del tano le fibre di cotesto muscolo, sottile e gra-
perinèo è solcalo da numerose rughe, mas-
: cile, siamo tratti a credere che riceva alcune
sime quando le borse sono contratte sopra sè delle fibre dal muscolo trasverso. Del ri-
stesse; esistono alla superficie di esso alcuni manente, s’ inserisce esso in parte nella faccia
pochi peli, e un poco manco lunghi che quel- interna del legamento del Falloppio, pressa
li del monte di Venere. Vi sono questi pian- T anello inguinale , e alla vicina regione del
tati obbliquamente, e sollevano, in, manifesto pube quindi, dopo aver derivata T origine
;

modo lo scroto ; una linea protubérante, ru- loro da questi punti diversi, si scorgono i fa-
gosa, chiamata rajfe., lo divide in due metà, sci, ond’è composto, raccogliersi verso l’anei-
laterali, estende dall’ estremità anteriore
e si lo, e formare una piccola massa al lato ester-
dell’ ano alla radice della verga. Del rima- no della guaina del cordone, e alla loro uscita
^

1
nenie, la struttura dello scroto è uguale a dall’anello separarsi ed espandersi nello scro-
quella della pelle ; solo la tenuità del suo co- to le sue fibre descrivono alcuni archi la con-
:

ll rion è siffatta, che si discernono, atlraverso di vessitàde’ quali è rivolta in basso, e s’allon-
1 esso, i vasi sanguigni ond’’ è sparsa la tonaca tanano tanto più le une dalle altre, quanto più
sottoposta. discendono. — E circondato da un prolunga-
§ II. Dei dartos. Sono questi due mento della guaina cellulosa, che circonda il
•j membrane di natura cellulo-filamenlosa, per- muscolo obbliquo esterno del basso ventre ;
3 corse da moltissimi vasi d’ogni maniera. Il e le sue fibre, quantunque staccate le une
tessuto da cui sono composti, è di colore dalle sono per altro unite dal tessuta
altre,
rossastro, interamente privo di adipe con : cellulare, il quale confondesi colla guaina cel-
I
uno de’ loro margini, s’inseriscono alle bran- lulosa nella parte inferiore, ove rivestono essi
! che del pube e «lelT ischio ; quindi si portano soli il testicolo, e sotto del quale si uniscono
! da tai luoghi alT innanzi verso il raffe, s’av- alla tonaca vaginale comune, per dare origine
vicinano Tonoformano di tal
all’altro, e ad un tubo corto, ma solido. Serve codesta
modo un tramezzo, che separa i due testicoli,
j

muscolo ad innalzare il testicolo ed è mollo ;

e fu, da alcuni anatomici, denominalo il me- sviluppalo negli animali.


diastino dello scroto : poscia si estendono §. IV. Della tonaca vaginale comune.
fìno alla parte inferiore dell’ uretra, ove l’al- — Quando mediante la dissezione si è leva-
tro loro margine si porla ad attaccarli, l’ali ta la tonaca eritroide, trovasi immediatamen-

I membrane aderiscono, colla loro superficie te sotto questa, una tonaca che sembra di na-

i esterna, allo scroto al quale stanno iutima- tura mucosa, e si chiama la tonaca vaginale
I
mente unite verso ruffe. L’ interna corri-
il comune del testicolo e del cordone sper~
sponde ai cremastere, alla tonaca fibrosa, e natico. Sembra questa derivare dal tessuto

'

1 i in certi punti le si attacca. Secondo Gunz, mucoso, che circonda il peritoneo, e rivestire
'
1 Duverney, Winslovv e parecchi altri analomi- compiutamente il testicolo e il cordone. In-
Î
t ci, il dartos sarebbe composto di fibre mii- jcllandovi dell’ aria per la sua inferiore estre-
1
scolari ;
ma l’esame anatomico non ha dimo- mità, si può far penetrare questo fluido, {)er
i
strato in esso che 1 ’ esistenza del tessutola- l’anello umuinale, fino nello strato celluloso.
I

I
280 APPABECCin DELLA GENERAZIONE

nella faccia anleriore e posteriore del perito- nulladinieno, intervenire che alcuni individui
neo, ed anche tra le lamine del mesenterio. abbiuno un solo testicolo, ma allora proba-
— Alcuni prolungamenti, destinati a unire bilmente il glande è più voluminoso. Se vo-
insieme i vasi del cordone spermatico e il ca- gliamo credere ad alcuni autori, gli esempi
nale deferente, derivano dall’ esterna circon- dell’esistenza dei tre testicoli non sarebbero
ferenza di tale tonaca, sotto la quale ricercasi rari: secondo altri, per lo contrario, i fatti di
invano la tonaca vaginale propria del cordo- simil genere, dai vari autori che li hanno ci-
ne spermatico, che il Neubaaner { de tunìcis tati, sono imaginati tutti, e deggiono essere

vaginalibus testis et funicidi spermatici attribuiti ad un’osservazione inesatta. Senza


dissertation Giessen, 1767 ), aveva descritto, voler giustificare il Fernelio, che dice aver
asserendo che n’era distinta la cavità da quel- trovato una famiglia individui maschi
i cui
la. tonaca vaginale
Nella parte superiore, la presentavano tutti l’anzidetta
disposizione, e
non potrebb’ essere considerata come un ci- il Bartoliuo e il Graaf e via discorrendo, che
lindro sieroso particolare, indipendente e ne riferiscono pure alcuni esempi, diremo che,
chiuso, perocché, levato che sia il creraastere generalmente, non comprendiamo il perchè,
che la copre, lascia tosto di firsi penetrare nell’atto che si ammette poterei reni offe-
dall’aria che si procaccia introdurvi; donde rire codesta particolarità, perchè, diceva, non
segue che sia permesso, al più, d’ ammettere potrebbero presentarla giammai i testicoli ?
una lamina esteriore somigliante alla lamina li- — Tutti fanno qual volume^ nella pubertà,
bera delle membrane sierose, e una lamina ri- presenti il testicolo, quasi uguale cioè a quello
piegata, che circondi e riunisca i vasi del cor- di un uovo da piccione. Ninno oggimai ignora
done spermatico. Allora, come è facile a com- che quello del Iato destro suole essere un po-
prendere, si dovrà assegnare alla prima di sif- co più grosso, e che è eziandio più elevato.
fatte lamine il nome di tonaca comune del cor- Forse che a siffatta disposizione vuoisi attri-
done^ e alla seconda quello di tonaca pro- buire la maggiore frequenza del varicocele
pria. Comunque siasi tale tonaca inferior-
,
nel lato sinistro si comprende, infatti, che Io
:

mente e sì da lunge come riveste la vaginale, innalzamento minore del testicolo sinistro
è manifestamente fibrosa e attaccata molto deve essere cagione d’una maggior lunghez-
intimamente da una parte alla tonaca sierosa, za nelle vene spermatiche, il cui sangue è al-
dall’ altra alle tonache chela ricoprono este- lora per più lungo tempo, esposto all’ in-
riormente.
,

flueiiza del peso. — hdi forma dei testicoli è


Della tonaca vaginale propria dei te- allungata, rotondata, e quasi ovale ; e questi
sticoli. - —E questa tonaca sottile, traspa- tengono comunicazione, per mezzo del cor-
rente, e somigliante alle membrane sierose. done spermatico, del quale faremo parola più
Sta unita alla precedente, ma se ne separa in tardi, con quelle parti dell’apparecchio geni-
base del cordone per ricoprirla , e prolun- tale che sono situate dentro il catino.
garsi poi sul testicolo e sull’ epididimo, cuo- Della tonaca albiiginea. La sostanza —
prendolo quasi del tutto, in modo però che del testicolo è involta tutta quanta da una
tali organi non sieno contenuti nella cavità membrana fibrosa, cioè dalla tonaca albiigi-
da essa formata. Donde segue che tale tonaca nea. membrana densa e fibrosa, nella spessez-
si diporti, riguardo al testicolo eall’epididimo, za delia quale serpeggiano le principali bran-
come fa la lamina interna del pericardio per che dell’arteria spermatica: e dessa circonda
rispetto al cuore, o come fa la pleura relativa- iiiterarneiite il testicolo. È tale membrana com-
mente al cordone; tale tonaca d’allora forma [ìosta didue lamine, siccome ha dimostrato
dunque un piccolo sacco senz’ apertura, si- Cooper observations on thè
iL^’nissimo Ast. (

tuato fra il testicolo, che è all’ indietro, eia structure and thè diseases., aj thè testis ;

lamina esterna della tonaca vaginale; inter- Londra, i83o, in 4'° con tavole colorite e li- 1

namente, è questo sacco continuamente irro- tografiche )


una delle quali è esterna e
;
1

, |

ralo d’ una sierosità che lo bagna, e gli impe- jiresenta i caratteri da noi stati assegnati alla |

disce il contrarre aderenze col testicolo. Que- tonaca albuginea, ciò l’essere densa e filiro- ^

sta spezie d’idropisia, che si chiama idrocelcn sa ; r altra è sottilissima, e riceve, quasi escili- 4

formasi nella cavità di questa. sivamenle, vasi che si recano all’organo. Si


i |

§ VI. Del può anche, da questo lato, paragonarla alla


testicolo o del cordone sper- |

matico. I testicoli sono contenuti nello pia-madre^ considerando, invece, la prima ì


scroto, e destinati alla separazione dello sper- siccome analoga alla dura-madre. E tuttavia i

ma. Sono situati sotto la regione pubica, nel- l'ilevaute cosa il far osservare che l’analogia f

la parte interna e superiore delle cosce. Il lo- risguardava semplicemente i respettivi usi di j

ro numero poco varia, osservandosene quasi cotali membrane; perciocché, sotto il riguar-
j

costantemente due talora non ne ho veduto


: do anatomico, ne differiscono in questo, che
che uno, ma egli è probabile che, in tale caso, la pia-madre, nel cervello, è perfettamente
[

il secondo fosse nascosto nel basso-ventre. Può seperala dal periostio cranico, nieulre la meni- ||
ÎJHÎ TESTICOLI E DEI LORO INVOLUCRI 281
Lraiia interna lìeìla tonaca albuginea è ade- per dar collocazione ai vasi spettanti alla rete
rentissima alla dura-madre del testicolo. Non del testicolo e appunto da tale disposizione
:

si perviene infatti a separarle una dall’ altra è originato il cercine o la prominenza di cui
: eccetto die per me'4 zo di una dissezione som- si tratta. La lunghezza di questa è varia, secon-

I
mamente difificile ;
$alvo però il testicolo del do i diversi individui, dalle sei alle undici linee
; cavallo, (
Il testicolo di quest’ animale offre (Lauth, oper. citât.); il suo colore è biancastro,
una singolare disposizione, non presentando aderente, da una parte, all’albuginea che lo co-
in esso 1’ organo eli cui si tratta, che nei due stituisce, e prominente, dall’altra, nella sostan-
terzi del suo volpnie all’ incirca, i caratteri za del testicolo. E più elevata nell’ estremità
anatomici per cui distiuguesi il testicolo da interna di quello che nell’ opposta, dove la
tutte le altre glandole ). —
La membrana in- sua altezza va insensibilmente scemando. Ver-
terna è, come dicemmo, applicata alla sostan- so il mezzo di sua lunghezza è di ducili quat-
za propria del testicolo, nell’iuterno del qua- tro linee ; la grossezza poi è maggiore verso
le manda parecchi prolungamenti foliforrai o l’albuginea e verso il margine libero del cer-
appianati, che tutti rivolgonsi verso il poste- cine, sicché sembra come strangolato verso il
riore suo margine : tali prolungamenti for- mezzo di sua lunghezza. —
A ben iscorgere il
mano alcune spezie di tramezzi, che separano corpo dell’lgraoro, che fu considerato a torto
i lobi e i lobetli ond’ è composto i! testicolo ; da alcuni anatomici per un canale al quale riu-
e si estendono dalla superficie interna dell’al- scivano i vasi seminiferi, non essendo altro che
buginea al margine superiore dell’ organo un cercine o protuberanza, attraverso la quale
dove sembrano terminare convergendo; un penetrano quelli della rete del testicolo, divi-
attento esame dà a divedere che tali tramez- so il margine inferiore del testicolo con un ta-
zi, i luogo della loro origine,
cui caratteri al glio che separi l’organo in due metà l’ima an-
si avvicinano a quelli della tonaca albuginea, teriore e l’altra posteriore, è uopo compiere la
31 assottigliano a misura che se ne slonlanano, separazione lacerando la sostanza seminifera si
e degenerano alla perfine in un tessuto cellu- no al margine superiore del testicolo. Com-
lare estremamente dilicato, lo che non avvie- piuta la quale operazione, è mestieri praticare
ne costantemente al margine superiore del un altro taglio, che divida tutto quanto l’or-
testicolo. Il sig. Lauth, mio collega alla facol- gano per mezzo di una sezione verticale ese-
j
tà, in una memoria che conseguì una meda- guita nella direzione anteriore, e tosto si
glia neW Accademia delle scienze^ e fu inse- scoprirà il corpo d’ Igmoro sul profilo del
serila negli annali della società di Storia na- taglio. Si scorge allorache presenta una tessi-
turale di Strasburgo ( tom. i, secondo libro, tura spugnosa, essendo stati ì vasi divisi
p. IO, con tavole, in 4 **^ i833 ) ha dimostra- per traverso. Codesto mezzo, indicato nell’o-
to contro il parere del sig. Ast. Cooper, tale pera del sig. Lauth, ci riuscì sempre a bene.

L

essere la disposizione de’ mentovati tramezzi Astley Cooper ha assegnato a questo cor-
rispetto ai lobetli, che non ne esiste nè anche po il nome di mediastino del testicolo ; ma
uno compiutamente separato dagli altri, mr che chi non s’ accorge siccome codesta denomina-
comunicano tutti fra loro, o con la loro estre- zione non torni di niun vantaggio, e quindi
mità sferica, o con quelle che mette capo alla sia meglio 1’ attenersi all’ antica ? Del resto ,
rete testis. Il sig. Roux, molto tempo prima andiamo debitori all’ anatomico inglese dello

del sig. Laulli, aveva notato ( o/?er. citât., avere indicato che la rete occupa la parte in-

j88) questa particolarità. Infatti questo illustre feriore del corpo d’igmoro, mentre che i vasi
chirurgo si equ’irae così: et La sostanza del sanguigni o linfatici vi si trovano situati al di
s? testicolo si trova pure divisa in certo nu- sopra. Tal osservazione venne pure istituita
mero di parli le quali, del rimanente, co- dal sig. Lauth, nel suo bel lavoro intorno il
inimicano tutte, poiché questi piccoli tra' testicolo umano.
mezzi, da per tutto incompiuti, non sono,
•)5 Della sostanza propria del testicolo.
« in alcuni punti, che briglie filamentose — Il parenchima del testicolo è mollissimo,
Comunque siasi il sig. Lauth adotta questa d’ un colore più o meno
giallo-grigiastro
ultima opinione, per ciò che pensa ugualmen- temperato lo che
di rosso
;
dipende dalla più
te che i! tessuto cellulare componente siffatti o meno copia di sangue ond’è penetrato. Pre-
tramezzi non assuma, almeno patentemente, senta quest’ultimo carattere spezialmente ne-
r aspetto membranoso, massime quando Io si gl’individui giovani e robusti che muojono di
esamini lungi dalla tonaca albuginea e dal morte violenta e d’ affezione acuta. Interna-
corpo dell’ igmoro. mente, la glandola è divisa, come abbiamo già
Del corpo delV Igmoro. Consiste
questo in una spezie di elevatezza formata
— detto, in un gran numero di lobi: suddivisi in
molti lobetli dalla lamina interna della tonaca
dalla tonaca albuginea presso il margine su- albuginea. —
II testicolo, è composto parti-

periore del testicolo. Infatti, in questo luogo, colarmente di filamenti al sommo tenui e
le fibre della mentovata tonaca si separano assai tortuosi situali gli uni accanto gli altri,

Encicl. Med. T. II. 36


aB2 APPARKCCHT «ELLA GENERAZIONE

intrecciati ^ ripiegali in tulle le direzioni, e ilnostro parere sull’ impossibilità di far giun-
lassamente congiunti fra sè di modo che sem- gere della materia da injezione, nei condotti
brano dipartirsi da tutti i punti della più su- seminiferi, per la via dell’ arteria spermatica,
perficial parte del testicolo, e recarsi poscia, senza cagionare uno spandimento , e sulla
in forma di raggi, all’ estremità interna e ad sproporzione eh’ esiste fra le arterie e i vasi
una parte del margine superiore del testicolo, seminiferi, essendo i primi indubitatamente
propriamente nel luogo occupato dalla rete più piccoli, I condotti seminiferi nascono essi,
del testicolo. Segue da questo che tali vasi come pretendono alcuni autori, mediante li-
presentano, nel loro complesso, un cono colla bere estremità? Questa è cosa assai poco pro-
base corrispondente alla superficie dell’ orga- babile, e sembra più presto un’ eccezione che
noj e l’apice al superiore suo margine Tale un fatto normale. Se, come venne praticato
figura risulta in fatti dalla particolare dispo- dal sig. Lauth, si pongano tali organi sotto
sizione di ciaschedun condotto, che tante me- r acqua, e si usino strumenti dilicati, si per-
no ripiegature sostiene, quanto più accostisi viene a convineersi che tali vasi formino, tra
alla propria terminazione, che vale un dire loro una vasta rete di comunicazione che per-
alla rete del testicolo. —1 filamenti da’ quali mette allo sperma il reearsi in diversi condot-
è costituito il testicolo possono essere consi- ti, secondo la resistenza che prova nel suo

derati come veri vasi, in cui si possono far pe- progredire. Tale disposizione anatomica ci
netrare le iniezioni mercuriali. llMonrof^Z>/.y^. sembra, d’ altro canto, rafforzata da questa
inaug. de testibus et de semine in variis grande legge fisiologica, secondo la quale si
animalibus Edimb. i ;
le figure presso opera un lavoro di alta importanza là dove
Smellie, Thesaurus medicus voi. II, p.Bi^), esiste una vasta rete vascolare. Del resto, che
prevalse in questa parte, agli altri, e il sig. che ne sia, sempre lo sperma contenuto nei
Lauth arricchì le collezioni della nostra facol- condotti seminiferi dev’essere in essi agitato,
tà con alcuni pezzi, circa a tale argomento, e sostenere, un’ elaborazione, dietro la quale
veramente maravigliosi. Tali vasi sogliono es- è diretto verso la rete del testicolo., ove più
sere riempiuti d’ un liquido bianco sporco , rare divengono le comunicazioni. 1 vasi
giallastro , eh’ è Io sperma separato nel loro seminiferi sostengono, siccome già dicemmo,
interno. Si chiamano i vasi seminiferi. La parecchie ripiegature, ma il numero di queste
loro grossezza non è uguale ne’ vari indivi- diminuisce a misura che si avvicinano alla
dui ; anzi talvolta diversifica pure da un te- rete del testicolo., e finalmente pervenute che
sticolo all’altroabbastanza generalmente pe-
: sieno ad una o due linee lontano dal corpo,
rò ci ha un’ uguaglianza perfetta nel volume cessano interamente. Allora si scorgono riu-
dei condotti di ciascheduna glandola. Il loro nirsi in un certo numero di canali retti, du-
calibro è tanto più grosso quanto più volumi- ctuli recti., e gittarvisi descrivendo un angolo
noso è il testicolo stesso e venne valutato
: della stessa natura. Indeterminato è il nume-
dal Monro (opera citata) ad una decima par- ro di tali condotti. L’ Haller ( de vasis semi-
te di pollice ma il sig. Lauth è pervenuto ad
: nalUnis observationes., Gottinga,
lina risultanza un poco diversa. Secondo T a- ammetteva venti Monro pretende che ce ne
;

natoraico di Strasburgo, il calibro medio


di avessero un cento cinquanta ; il signor Lauth
codesti vasi, quando non sono injettatì, ascen- ne ha veduto riuscirne alla rete senza essersi
de a 1/ 85 al contrario, quando sono empiuti
: prima riuniti ad altri. Il loro calibro avanza
dalla materia dell’ injezione, sarebbe da valu- quello dei condotti seminiferi, e, nelle prepa-
tarsi i/i 47 Considerabile è il loro numero.
* razioni injettate, corrisponde a 1/120. Del re-
Alcuni anatomici novelli poco pratici senza sto, si rompono essi con somma facili là, come
dubbio della lettura dell’opera del Monro, gli venne notato quale andiamo
dall’ Haller, al
lianno fatto dire che ce ne avessero, in un te- debitori della prima buona descrizione che ne
.sticolo, sessanta due mille e cinquecento. 11
sig. Lauth pensa che il termine medio sia di
ottocento e quaranta. Anche la loro lunghezza
sia stata fatta.
Della rete del testicolo, —
Al margine
libero del corpo dell’ Igmoro, che risulta da
è smisurata e suscettibile di variare. Si può un rigonfiamento della tonaca albuginea, si
dire per altro che le più volte equivale a mille trovarete del testicolo. Siccome ne indica
la
settecento e cinquanta piedi, donde risulta che il nome, rappresenta questa un complesso di

in ogni condotto, equivalga, come a termine vasi disposti a modo di plessi, e aderenti al-
medio, a venticinque pollici all’incirca, -- Una 1’ organo separatore dello sperma e appunto :

questione importante a risolversi è (jucsta ;


al medesimo mettono capo condotti semini-
i

come si diportino codesti vasi nel parenchi- feri. E composto di sette in tredici vasi { Lauth,
ma, e se sia vero, quale generalmente si cre- oper. citât, pag. 33 ), il cui diametro, sopra
ile, che formino essi la continuazione dei l’ar- i pezzi iniettati, varia da i/ 5 o fino a 1/108 di

teria spermatica. Quanto a noi non jaolremmo pollice. Si trovano soventemente, nei loro
adottare quest’ ultima opinione, e fondiamo Iragillo, alcune dilatazioni il cui diàmetro
DEI TESTICOLI E DEI LORO INVOLUCRI 283
guiiige per infine a 1/2 linea. La direzione di trovano sempre in corrispondenza diretta col
codesli vasi, sebbene generalmente retta, pre- volume e col peso del testicolo stesso. Secondo
senta niente<Jimcno,a chi bene esamini, alcune Ast. Cooper, i diversi lobi dell’ epididimo so-
ondulazioni, per le quali sembrano, per così no mantenuti nella loro situazione, da alcuni
dire, interrotti. Comunicano poi lutti fra lo- legamenti fibrosi da lui stati fatti debneare
ro, come è agcvol poter dimostrare per mezzo nella sua dotta memoria. 11 signor Laulh,
<lelle iniezioni. Se prestiamo fede al Prochaska ( oper. citât, p. 22 ), senza negare che il tes-
( Ahliandlungen diìs Josephiniscìien aca- suto cellulare, che unisce fra loro i diversi
demi zu JFien^ 1. 1, p. 198 1787 ;
la diffi- lobi, abbia talvolta un aspetto fibroso, crede
coltà che si prova ad injeltare i vasi semini- tuttavolta che le fibre da esso presentate, non
teli, procederebbe dalle valvole esistenti nel differiscano punto da quelle che si ritrova-
<‘ammino dei canali della rete; ma Pispezione no nel tessuto cellulare generale, e che quindi
anatomica nulla offre di somigliante, e le di- sia poco esatto lo assegnare ad essi il nome di
latazioni che il Prochaska dice avere le più legamenti. —
La testa dell’ epididimo riceve
volte riscontrato injettando i condotti del te- i vasi derivanti dalla rete del testicolo. Sono
sticolo, non ne sembrano esistere che assai di questi i vasi efferenti propriamente detti, che

rado, e ci paiono derivare dal penetrare che fa sirivolgono nel capo dell’ organo. Tali vasi,
in tali vasi il mercurio donde segue che del
;
quasi retti nella loro origine, non tardano a
])ari agevole sia P attribuire la gran frequen- manifestare parecchie ripiegature, il cui nu-
za di rotture, e la facilità con cui inter-
tali mero aumenta a misura che si allontanano dal
vengono, alP estrema sottigliezza di codesti testicolo dimaniera che, grazie a siffatta di-
vasi, piuttosto che alf abbassamento delle sposizione, ciaschedun condotto rappresenta
valvole, la cui esistenza non è dimostrata. un cono più o meno allungato il cui apice
Quanto alP uffizio della rete del testicolo^ corrisponde alla rete, e la base al capo del-
questo corpo, composto di vasi il cui diame- 1 epididimo. Alcuni però di essi sembrano

tro è, in proporzione de’ condotti seminiferi, piuttosto fusiforme. Variabile è la lunghezza


alquanto considerabile, questo corpo, dico, della porzione rettilinea di siffatti condotti :
sembra destinato a servire di primo ricetta- sempre però minore in quelli che corrispon-
colo allo sperma, e favorirne per tal modo, il dono all’estremità interna dell’epididimo. La
mescolamento. Del resto, è dessa in comuni- maniera colla quale il capo dell’ epididimo si
cazione, mediante la sua estremità superiore congiunge al testicolo, apporla eziandio alcu-
o interna, coi vasi efferenti. ne modificazioni nella disposizione che assu-
Deir epididimo.— corpo forma il mono siffàtti condotti quindi allorché tali
:

principio delle vie escretorie della semenza, e due parti si trovano separate da una ripiega-
siestende dall’estremità interna dei testicolo, tura della sierosa, i vasi efferenti hanno mag-
I sopra il margine superiore di questo, fino al- giore lunghezza, e i coni vascolari, anziché
P estremità interna dell’ organo stesso al ,
offerirsi in sembianza di un cono serrato e

(
quale più o meno immediatamente si attacca, resistente, formano alcune ripiegature alquan-
' secondo che la ripiegatura della tonaca vagi- to disgiunte le une dalle altre, onde lasciano
; naie, che le avvicina, è raccorciata o allungata scorgere il canale dell’ epididimo per tutta
'
essa stessa. L’ epididimo ha la figura vermi- quanta la sua lunghezza. Pensava il Bichab
; colare, allungata, ed è situato lungo d margi- che i coni da essi formati si dovessero attri-
ne superiore dell’ organo che separa lo sper- buire dilatamento progressivo dei canali
al
1 ma. E' incurvato secondo la sua lunghezza, e deferenti, ma questo è un errore, perocché
leggermente appianato dalla propria couves- molto manifestamente codesti coni si devono
i sità alla concavità. Vi si, distingue un’estremità alle sempre crescenti ripiegature di tali con-
superiore o interna eh’ è gonfia, e presenta, le dotti. Quanto al loro diametro, i vasi defe-
I spesse volte, alcune idatidi pendenti da sottili renti iniettati hanno ampiezza di i/55 a
l’

j
peduncoli e questa si chiama testa o gran
; 1/80, ma il loro calibro scema poco a poco al
testa dell’ epididimo, in opposizione all’in- grado che i coni, nel momento in cui s’ inse-
feriore che chiamasi coda, alla quale segue il riscono nell’ epididimo non presentano più
condotto deferente., senza però ninna mani- altro che il diametro di j/io8 od 17180 di
festa separazione. Nientedimeno si suole ri- pollice, donde segue che il calibro medio di
guardare, come spettante a quest’ ultimo, la tali condotti sia di 1764 o di 1756 pei co-
(
tì parte dei canale che, sebbene attorciglialo, ni. 11 loro numero diversifica dai nove fino
Il ma un poco ingrossato nel calibro, si rivolge di il trenta , ma d’ ordinario se ne riscontra-
k basso in alto, mentre che 1’ epididimo tiene no da dodici in quattordici La loro lun- .

il un' opposta direzione. Si chiama corpo del- ghezza è di sette pollici e quattro linee al-
! r epididimo la parte compresa fra la testa e l’ incirca
; la
loro inserzione si compie separa-
1 la coda di tale organo, il cui volume e il peso tamente nel canale dell’epididimo, e a distan-
l diversificano secondo i diversi individui, ma si ze variabili, il cui termine medio pei altro è
284 APPARECCHI DKELA GENER A7ÏONF
<ìi ciica tre pollici. — Trovasi l’epididimo in- esistessero, ci sembra dubbio che sieno desti-
cavalo (P im canale che era già slato antive- nate a quell’ uffizio che loro assegna il Mon-
dulo (lair Halier, e che si ripiega regolarmen- ro : perchè se così fosse non terrebbero forse
te sopra sè stesso per mezzo di quattro serie cotali valvole un’opposta direzione? — Quan-^
di piegamenli. Questo canale è unico, ed esi- to alla natura dell’ appendice siamo inchine-
ste per tutta la lunghezza del capo dell’ epidi- voli a riguardarla come una glandola mucosa
dimo talvolta è più largo nella parte che cor-
: di particolar forma, e non come un vaso lin-
risponde alla testa, di quello che verso la me- fatico. Del resto, che che sia, la libera sua e-
tà del corpo. La sua lunghezza poi si può va- stremità è un poco dilatata, rotondata e chiu-
lutare, come termine medio, di diecinove pie- sa. Adunque dai ragguagli diversi in che
di, quattro pollici ed otto linee. Quella della siamo entrati, consegue, rispetto all’ organiz-
porzione attorcigliata dal canale deferente zazione del testicolo e specialmente alla lun-
corrisponde a sei pollici circa. —
Ci ha un al- ghezza dei diversi condotti di siffatto organo,
tro corpo che venne descritto, ora col nome che il fluido separato da esso deggia percor-
di vasculam aherrans Haller, op. citât ) ^ rere, come termine medio, poco più di venti
ora considerato come un vaso linfatico ^Mon- due piedi a fin di pervenire al condotto de-
ro, op. citât. ) , indi posta in dubbio da molti ferente. Comprendesi da altro canto che tale
autori, e dimenticato dai più, ed è F appen- tragitto sarà tanto più lungo, secondo che lo
dice dell’ epididimo al quale Ast. Cooper sperma deriverà da un vaso seminifero che
(oper. citât.) ha dato il nome di condotto de- s’ apra all’ estremità interna o esterna della

ferente cieco, e noi più voiontieri lo chiame- rete, e secondo che si caccerà in uno de’ vasi
remo, col signor Lauth, V appendice delV epi- efferenti inferiori o superiori.
didimo. La esistenza di questa non è co- §. /^//. Del cordone spermatico e del
stante da ciò le discordanti opinioni degli
; condotto deferente. Lo sperma, dopo es-
anatomici circa la natura e F origine di que- sere stato separato dal testicolo, e aver attra-
sto corpo. Secondo F Haller , codesto vaso versato il canale dell’ epididimo, penetra nel
esiste sempre; se dobbiamo invece credere al condotto deferente, il quale, situato coni’ è
Monro, questi non F ha ritrovato che quattro dietro F epididimo, si porta obbliquamente
volte sopra sedici. Noi siamo inclinati a pen- all’innanzi e all’ insù formando con quest’ ul-
sare, coi signori Ast, Cooper e Lauth, che lo si timo un angolo acuto. Tale condotto descri-
trovi più di frequente. In alcune circostanze, ve poi varie tortuosità, e finisce, dopo un
per vero dire rarissime, n’ esistono parecchie certo tragitto, congiungendosi ai vasi concor-
nello stesso individuo. I sigg. Ast. Cooper e
(
renti alla formazione del cordone spermati-
Lauth posseggono alcuni testicoli ne’quali esi- co. E cpiesto composto dell’ arteria e della
stono due ed anche tre appendici ). La si trova vena dello stesso nome, di alcuni all ri vasi
d’ordinario nell’angolo che forma, addossan- sanguigni poco considerabili e irregolari, di
dosi fra l’epididimo ed il condotto deferente. e finalmente
vasi linfatici, di filetti nervosi, i

Ha F aspetto di un corpo sottile e allungato, del canale retto, del quale abbiamo fatto pa-
di colore giallastro la sua lunghezza varia da
;
rola. E involto da parecchi strati membra-
cinque in trentacinque linee, sebbene il cana- nosi, e racchiude, nell’intervallo tra le sue
le, ond’ è composto, sia molto più lungo, parti, molta copia di tessuto cellulare molto
stante le numerose circonvoluzioni che forma lasso, che non comunica punto con quello eh è
a somiglianza della rete del testicolo e dei sottoposto allo scroto, al quale però è somi-
condotti seminiferi : alla sua inserzione nel- gliante.essendo, com’esso, quasi sempre privo
F epididimo, il canale., che presenta l’appen- di grasso. Ne differisce però per la sua attitudi-
dice, è quasi sempre più sottile di quello che ne molto minore all’ infiltrazione: quindi /loa 1

sia nella sua rimanente estensione ma d’ or-


;
è che assai di rado la sede di quelle collezioni 1

dinario è assai più piccolo del canale dell’e- acquose alle quali i patologhi hanno dato il
pididimo stesso ;e il suo calibro cresce a nome di tumore saccata o d’' idrocele del
grado a grado nell’ estremità opposta per al- cordone. Codesta malattia contro la quale 1

largarsi, e acquistar poi un diametro estrema- F arte usa all’ incirca gli stessi mezzi che pei* i

mente piccolo. Il Mc^nro pensava eh’ esistes- le idropisie della tonaca vaginale, presenta in j

sero alcune valvole dentro F appendice, e ne generale maggiore gravezza, o almeno mag- j

poneva le sede, non nei dintorni dell’ epidi- giori accidenti dietro le operazioni che per ì

dimo, ma nella continuazione del tragitto essa necessitano, di quello che non sembi iuo j

eh’ esso percorre da questo fu tratto a do-


: credere gli autori che ne hanno trattato fino- 1

verlo considerare per un vaso assorbente de- ra. Noi non conosciamo in fatti che il signor i

stinato a impossessarsi dello sperma, che non Begin, F uno de’ chirurghi più ragguardevoli ji

deve uscire per escrezione. Ninna prova ab- dell’ età nostra, il quale abbia chiamala Fai- -jl

bastanza evidente dimostraci F esislenza di tenzione degli osservatori intorno a questo i

codeste valvole, ma se le medesime in fatto punto di pratica chirurgia ( Clin, chirurgo i


DEI TESTICOLI E IIKI LORO INVOLUCRI 28.5

àeìr ospedale d‘‘ istruzione di Strasburgo. do vari individui, Io che dipende general-
i

Conferenza del giorno t 3 giugno i 834 . ) mente dalla più o meno (piautità di grasso
Oltre il cellulare tessuto, che unisce tra loro che contenuto, ovvero anche dalla dila-
vi è
le varie parti del cordone , ci ha uu’ altra tazione o dal restringimento delle vene ch’en-
guaina che lo inviluppa, nè altro sembra che trano nella sua composizione. Ambedue s’ in-
la terminazione della membrana comune e nalzano dal margine superiore del testicolo,
fibrosa che abbiamo descritto parlando delle poi ascendono quasi verticalmente, e ricevono
tonache del testicolo. Il sig. Roux T ha para- presso il pube, le numerose vene dello scro-
gonata ( oper. cit.^ p. 194 ) alla lamina fibrosa to, allora ciascheduno di essi continua il suo
del pericardio con questa differenza però che, corso allontanandosi da quello dell’ opposto
nella membrana involvente il cuore, allor- lato, e giunge tosto all’anello inguinale nel
quando la lamina sierosa 1’ ha abbandonata, c[ua]e penetra obbliquamente, e oltre il quale

I
la si scorge tostamente continuarsi colle pa- tutte siffatte parti si separano il cremastere
:

i reti de’ vasi eh’ escono dal cuore, o giungono e la guaina membranosa si arrestano, e i vasi
a tale organo, mentre che la membrana co- sanguigni e linfatici, si collocano sul davanti
stituente la guaina del cordone testicolare, si dello psoas per diportarsi d’ altro lato, come
prolunga molto sopra la sierosa: oltre a ciò abbiamo indicato nella loro descrizione par-
ne differisce, perchè non ha un’ immediata ticolare. —
II tragitto tenuto dal canale defe-

correlazione coi vasi del cordone, e perchè si rente è quindi il solo che debba ora fermare
perde insensibilmente per lo tessuto cellulare la nostra attenzione.
vicino. E costume di alcuni autori il descri- Condotte, deferente. —
Questo condot-
vere il muscolo cremastere trattando del cor- to è di colore biancastro, e di tessitura com-
done spermatico. Siccome già da noi si è te- patta, si estende dalla coda dell’ epididimo al
nuta parola di codesto muscolo, così non dob- canale dell’uretra. Nasce dalla parte posterio-
biamo tornar qui a farne menzione. L’ ar- re e inferiore dell’epididimo, ascende lungo
teria spermatica poi nasce, siccome è noto, la superiore sua faccia e il suo margine inter-
dirittamente dall’aorta molti scrittori pensa-
: no, nè lo lascia che presso T anteriore sua e-
no che le sue ultime ramificazioni si facciano stremità o il suo capo, per recarsi di basso
continue ai vasi seminiferi, ma le injezioni in alto, dietro il cordone de’ vasi spermatici
sembrano smentire codesta opinione è raro, : fino al di là dell’ anello inguinale. Superai.
in fatti, che queste ultime penetrino perfino una volta codest’ apertura, il condotto defe-
nei condotti dello sperma quando avviene il :
rente abbandona il cordone, e, dopo aver for-
contrario, dipende verosimilmente dall’essersi mato una curvatura sotto il pube, il muscolo
prodotta una lacerazione in una delle piccole psoas e i vasi iliaci, si profonda nel bacino e
arterie che serpeggiano per le pareti di uno discende obbliquamente dal di fuori al di
fra codesti canali, e ha favorito così la pene- dentro, lungo la faccia posteriore della vesci-
trazione della materia per l’ injezione, nel- ca, dinanzi il retto intestino, nel mezzo de!
I
1’ interno di essi. Le vene seguono esatta- tessuto cellulare che 1’ unisce, da una parie,
I mente distribuzione delle arterie ; i vasi
la alla vescica, e dall’altra al peritoneo, che co-
1 linfatici vi esistono in alquanta copia, come pre cotale organo. In tale tragitto il canah^
j
possiamo convincerci introducendo, ne’ vasi deferente interseca l’arteria ombelicale, die-
1 linfatici della tonaca albuginea, un tubo. Sono tro la quale passa ; ed interseca pure l’estre-
essi situati alla superficie deirorgano e forma- mità dell’ uretra passando tra questa e la ve-
no varj plessi voluminosissimi . Tuttavolta scica. Com’ è giunto alla parte posteriore e
;
non giunge ad injettare che una piccola
si inferiore di quest’ullirao organo, il canale de-
;
diramazione la quale quasi di subito si vuo- ferente forma un orlo, che lo porta all’in-
'
ta, stante le comunicazioni esistenti fra i lin- nanzi e al di dentro, e lo avvicina al suo com-
'

fatici superficiali, ed i profondi. I nervi loro pagno finalmente divenuti quasi paralleli e
:

sono tanto sottili che ignorasi se si prolunghi- aderenti 1’ uno all’ altro, cpiesli due camdi
no perfino entro la sostanza del testicolo. Solo si portano orizzontalmente all’ innanzi, fra le

I questo è noto che vi sono disposti per modo vescichette seminali, fino alla» prostata, dove
1 che il fascio del trisplancnico rimane applicato si riuniscono coH’estreraità anteriore di que-

! sull’ arteria spermatica, il genito-crurale si ste medesime vescichette. Appunto da siffilta


1 trova all’ indietro, e l’ ileo-scrotale cammina riunione risultano i due conilotti ejaculatori,
tra le fibre delmuscolo cremastere (Velpeau, che traversano la prostata dall’innanzi aU’m-
Anatomie chirurgicale.^ t. II p. 243 .
— dietro, e vanno ad aprirsi nell’uretra sul lati
Tali sono le diverse parti, ond’ è composto il
)

del oerum montanum. —


11 canal delèren-
cordone, la cui lunghezza non è uguale d’am- te sottilissimo com’ è presso la sua origine
bedue le parti, perocché, siccome abbiamo già e per tutta la lunghezza del cordone sperma-
i
detto, il testicolo destro suole essere più ele- tico, cresce un poco in volume,* traversando
vaio : la sua grossezza medesima varia secon- l’anello inguinale, e mantiensi allo .stesso
28G APPAaECGHI DELLA GENERAZIONE

grado fino al di dietro della vescica. Acquista, da parecchie cellette separale da alcuni tra-
per lo contrario, una grossezza quasi doppia mezzi membranosi ma : istituenda un più
,

ileicostci^eiare che la le vescichette seminali, intento esame, si scopre un canale tortuoso


e rappreseala allora un condotto appianalo e o una specie di cieco intestino, nel quale van-
leifsermente tortuoso. Quanto alle sue dimen- no a metter capo parecchie appendici. Il nu-
sioni, niun condotto, nell’economia, ha si mero di queste ultime diversifica dalle dieci al-
piccola la cavità. E questa quasi capillare dal- sono di variabile grossezza, e forma-
le sedici,
r epididimo lino al basso ventre, ma il suo no alcuni orli o circonvoluzioni, che danno
diametro s’ accresce manifestamente nella alle vescichette quell’apparenza bernoceokita
parte che corrisponde alle vescichette. Le sue di cui abbiamo fatto menzione. Un tessuto cel-
pareti sono più grosse e più sode che quelle lulare, alquanto denso unisce, tra sè, codeste
tlegli altri condotti escretori, e sembrano for- varie circonvoluzioni. Si può, per mezzo di
male di due tonache 1 una interna, mucosa,

una dissezione dilicata, o meglio ancora, della
sottilissima, difficilmente scorgesi stante la macerazione, giungere facilmente a distrug-
piccolezza della cavità ch’essa tappezza l’altra
;
gerlo, e poiché allora riesce agevole lo svi-
esterna, compatissima, per così dire cartila- luppare le vescichette, si riconosce che sono,
ginosa, costituente quasi sola tutta la grossez- almeno cinque o sei volte, più lunghe che per
za delle pareli del canale. — 1 vasi che vi si lo innanzi. Internamente ad esse ritrovasi una
recano, derivano da tutte le parti alle quali, più o meno quantità di liquor seminale gialla-
nel suo tragitto, si accosta. Non si conosco- stro. Il loro collo mutasi in un condotto, di
no punto almeno infino ad ora, nervi che una grossezza presso che uguale a quella del
si portino nelle medesime. canal deferente, col quale congiungesi ad an-
§. Vili. Delle vescichette seminali. —
golo acutissimo. Tale condotto non ha che,
Si clnamano così due piccole borse membra- una o due linee di lunghezza. Nel luogo
nose destinate a servire di ricettacolo alla se- della loro unione esiste una specie di val-
menza (Haller, observ. de vasis seminalihus vola in tutto simile a quella che trova-
Gottinga, 1745). Son situate le medesime si in tutti i vasi comunicanti fra loro, che
obbliquamente fra il retto e la vescica, die- vale un dire, che somiglia ad una specie di
tro la prostata davanti l’ inserzione degli u- sperone. Dalla riunione di codesti due con-
reteri, e all’ esterno lato dei canali deferenti, dotti risulta il condotto eiaculatore. Del ri-
e si presentano informa di piccoli corpi bian- manente, grande analogia esiste fra la riunio-
castri ,
allungali, bernoccoluti, leggermente uione di siffatti due condotti, e quella dei
appianati d’alto in basso. Poco notabile è la condotti epatico e cistico. Osservisi, in effet-
loro larghezza , massime quando la si con- to, che se la bile ascende dal primo di siffatti
tronti alla lunghezza. Inlàlli, hanno da quat- condotti ai secondo, lo sperma, alla sua volta,
tro in cinque pollici di estensione per que- rifluisce dal canale deferente nella vescichetta
st’ ultimo verso, mentre nel primo ne hanno seminale, per mezzo del piccolo canale ch’ab-
a mala pena due o tre. Gli anatomici vi biamo descritto. Ma ci ha anche di più: in-
hanno indicato una fiiccia superiore, un’ in- fatti spingendo dolcemente della cera o del
teriore, un margine interno, un margine e- mercurio pel canale deferente, si veggono sif-
sterno, un’ estremità posteriore ed un’estre- fatte sostanze refluire nella vescichetta semi-
mità anteriore. La faccia superiore è unita nale, mentre che non ha luogo punto il feno-
al basso-fondo della vescica per mezzo di un meno contrario, ove siasi introdotta dappri-
tessuto cellulare alquanto lasso ,
mentre la ma r injezione nella vescichetta. La cagione
iacciainferiore congiungesi al retto. Il margine di tale fenomeno dipenderebbe forse da ciò
interno è allontanato posteriormente da quel- che ilcondotto ejaculatorio compresso dalla
lo del lato opposto, e gli si avvicina anlerior- prostata, per la quale passa, e aprendosi nell’u-
menie in modo da esserne separato soltanto retra mediante un orifizio strettissimo, facesse
per i canali deferenti. Niuna particolarità de- provare allo sperma una maggiore difficoltà a
gna di menzione presenta il margine esterno. seguire questa strada che a rifluire nella vesci-
La estremità posteriore, rivolta al di fuori e chetta seminale? —Il condotto ejaculatorio
un poco all’ insù, è larga e rotondata, e pre- poi, del quale abbiamo superiormente parlato,
senta, oltre a questo, alcune gobbe mani- è della lunghezza di circa un pollice ; ha co-
ieslissime. La si conosce col nome fondo nica la forma, ed è meno grosso che i due con-
delle vescichette seminali. L’ estremità ante- dotti, ai quali succede, presi insieme ; del resto
riore, per lo contrario , nominala collo, è diminuisce a misura che s’ avvanza, e pressa
allungala, stretta, e finisce con un condotto la sua terminazione, il diametro di esso è og-
Itrevissimo che si congìunge, ad angolo acuto gi mai minore che quello di uno fra codesti due
col canale deferente. —Internamente le ve- canali. Nou comunica esso con quello del lato
scicbelle seminali presentano una cavità tor- opposto, ma gli è soltanto addossato, quindi
tuosa che, a prima giunta, sembra formala si porta obbliquamente airinnanzi, al di dea-
DEI TESTICOM E DEI CORO INVOLUCRI 28 y
Irò e un poco in basso, al disotto dell’ uretra, poneurosi relto-vesclcale, tal che si può esplo-
attraverso il tessuto della prostata, quindi si rarla introducendo il dito neH’eslreraità infe-
curva all’ infuori e perfora la parte inferiore riore di «jueslo intestino. 1 suoi lati sono ro-
deir uretra, nella quale si apre mediante un tondati, e corrispondono al muscolo elevato-
orifizio allungato, strettissimo, senza valvola, re dell’ano sua base abbraccia il collo del-
: la
che si scuopre lateralmente all’estremità an- forma intorno a questa una pro-
la vescica, e
teriore di una ruga prominente, che porta il minenza alquanto notabile, massime lateral-
nome di veruni montaninn, — L’ Haller {op. mente, Il suo apice finisce assottigliandosi
citât. ), dice, aver riscontrato alcuni casi nei sulla porzione membranosa dell’uretra. K
quali il condotto delle vescichette non esiste- attraversata longitudinalmente da un canale,
va punto, e i canali deferenti si aprivano im- più ampio nel mezzo che nelle estremità, e
mediatamente in queste piccole borse mem- più vicino alla faccia superiore deila prosta-
branose. 11 condotto ejaculatorio nasceva al- ta di quello che all’inferiore. Costituisce que-
lora dal collo di queste ultime. — La loro strut- sto il principio del canale dell’uretra. La sua
tura è analoga a quella dei canali deferenti si
: parte inferiore è attraversata dai condotti
trova infatti, esteriormente, una membrana eiaculatori, e sono ambedue nicchiate in un ca-
alquanto densa, biancastra, alla quale alcuni nal conico il cui apice è rivolto all’ innanzi, —
autori hanno accordato una natura muscola- La prostata è di un color bianco grigiastro; e
re non è dubbio, infatti, che tali condotti
: ilensissimo e compatissimo n’ è il tessuto. Da
vadano provveduti di certo grado di contrat- questo lato niuno parenchima glandolare pu<>
tilità per la quale il fluido seminale viene de- essergli paragonato, siccome dall’altro del sui»
posto neir uretra avanti che sia spinto al di- colore che ricorda quello di alcuni tumori
j

!
fuori per Tazipni dei bulbo-cavernosi e degli scirrosi.Molti piccoli follicoli pieni di un li-
I
elevatori dell’ ano. Osservisi, in fatti, che la quore viscoso, filamentoso e biancastro si ri-
contrazione di questi ultimi, passato il tem- scontrano nel suo interno, dai quali derivano
po dell’orgasmo venereo, non è mai seguita alcuni condotti esecretori che si radunano in
«lall’evacuazione del seme. Sotto a questa mem- numero di dieci in quindici, e vanno ad aprir-
brana ne esiste un’ altra sottile, poco con- sinell’ uretra , sui lati e alla superficie stessa
sistente, di natura mucosa, ^vera continuazione del veruni niontanuni. —
Il fluid o contenuto

«Iella mucosa ’eH’ uretra. È questa presso che in tali condotti par destinato a bagnare una
bianca, leggermente mucosa, quasi come quella parte del canale percorso dalla prostata, ed è
I

t
che tappezza l’interno della vescichetta del probabile che somministrato in gran copia
sia
fiele. Tale membrana separa essa abitualmente nell’ atto della copula. Se dobbiamo credere
I un fluido che ne veste la superficie? Questo ad alcuni scrittori, l’usci la di esso negli eunu-
ji
è probabile, ma è dubbio quanto ammise lo chi ; è accompagnata da un gagliardo pia-
? Swaraerdam con parecchi autori, cioè che sora- cere. Del rimanente è facile il farlo trapelare
1 ministri un liquore il quale s’ imm escili allo dagli orifizi che la contengono comprimen-
sperma e gli infonda alcune particolari qualità. do, colle dita, la prostata.
Î

I
— Le vescichette seminali ricevono alcuni
vasi sanguigni di quelli che vanno alla vesci- ORGANI DELLA COPULA
) ca e al retto. 1 loro nervi sono si piccoli che
i sfuggono allo scalpello dell’ anatomico. Articolo I.
i Della prostata. La prostata è un
corpo alquanto grosso formato dall’unione di DELLA VERGA
follicoli mucosi , che, neU’uomo circonda im-
perfettamente il collo deU’uretra. La sua for- Conformazione. La verga è uii
ma è quella di una castagna lievemente ap- corpo allungato, di forma quasi cilindrica, de-
pianata di alto in basso, incavata superfìcial- stinato a deporre nelle parti genitali della
j

I
mente alla base, ch’è rivolta all’indietro. L’as- donna, il fluido fecondante che venne separa-
i se della medesima è quasi orizzontale, sebbe- to dai testicoli, E situala anteriormente e af-

; bene un poco obbliquo all’ innanzi e all’ in- fatto al di fuori del bacino, sotto la sinfisi pu -

I
giù ed è un po’ men grossa all’ innanzi, che
;
bica e tra le cosce. Ne
diversificano la lar-
I all’ indietro e sui lati. La sua faccia superiore ghezza e la grossezza secondo gl’ individui, o
! è coperta unicamente da alcune fibre longitu- secondo le varie situazioni in cui si trovano ;
I dinali ristrettissime e robustissime, che sem- tali sono ; 1’ esposizione al freddo, o la pre-

I
t brano continuazione dello strato muscola-
la senza di un oggetto voluttuoso. Da qm^slo lato
'
re della vescica, siccome torna agevole il per- esistono molte gradazioni, in ciascheduna del-

j
suadersi notomizzando accul a lamente questo
li
le quali può trovarsi successivamente la verga

j
'
or gano, e staccandolo dall’ indietro all’innan- in uno stato di estrema flaccidità o di notabile
5zi. fj’ interiore corrisponde al retto, al «piale turgenza. Nell’erczione, si allunga emula di-
Ï 5Ì unisce mediante un cellulare tessuto, e l’a- rezione per guisa che diviene, stante il gon-
288 APPARECCHI DELLA GENERAZIONE

fiamenlo (lelFaretra, quasi triangolare nel suo clascedun lato presenta una piccola depres-
contorno, e prova una lieve curvatura acco- sione, che riceve 1’ estremità anteriore del
modata a quella che osservasi nella vagina.— corpo cavernoso, a cui aderisce mediante un
Gli anatomici vi distinguono: xxndi faccia tessuto cellulare strettissimo, siccome agevole
superiore, detta volgarmente il dorso della è il convincersene esaminando, in ima verga
verga, inclinata all’ innanzi. Questa faccia pre- anatomizzata, codeste diverse parti. Nella par-
senta, nel suo mezzo, la vena dorsale della te posteriore della corona dei glande esistono
verga, qualche volta doppia o tripla, che se- due o tre file di piccoli tubercoii biancastri.
gue la medesima direzione dell’ arteria ;
L’ Haller e il Morgagni gli hanno tenuti per
una faccia inferiore, che è inclinata all’ in- glandole, altri al contrario pensarono che fos-
dietro, e riguarda la parte anteriore dello sero soltanto papille nervose. Sempre tanto
scroto. La parte media di questa faccia pre- più numerose sono, quanto più si esaminino
senta un’eminenza longitudinale formala dal- lunge dal frenello. 11 sig. Boyer dice averle
l’uretra, sulla quale esiste un raffe continuo a vedute in modo sviluppate, che si avrebbe
quello dello scroto. Ai due lati di tale emi- potuto confonderle con alcuni porri sifilitici
nenza, si scorgono due solchi superficiali ri- nascenti, se la simmetrica loro disposizione
sultanti dall’addossamento dell’uretra ai corpi non si fosse opposta a codesto errore.
cavernosi 3.® Due lati, che sono rotondati
; §. II. Del prepuzio. —
11 prepuzio, vera

ambidue, e non presentano ninna cosa nota- ripiegatura della pelle che copre il glande, si
bile ; un’estremità posteriore chiamata ra- fa continuo posteriormente all’ involucro cu-
dice, e divisa in tre porzioni, cioè 1’ uretra e taneo della verga. La sua lunghezza non è
i due corpi cavernosi ; 5.° un’ estremità an- uguale in tutti gl’ individui. Quindi, a cagioii
teriore cui presenta il glande eprepuzio.
il d’esempio, in alcuni, s’ inoltra assai oltre il
§. 1. Il glande. —
11 glande soruionta e glande, ed in questo caso angustissima ne è
oltrepassa 1' estremità anteriore dei corpo ca- r apertura. La sua faccia interna è levigatissi-
vernoso e della verga, della quale contribui- ma al tatto è quindi applicata al glande me-
;

sce ad aumentare la lunghezza. Ha la forma diante un prolungamento di forma triango-


di un cono leggermente appianato dall’ innan- lare che si chiama il frenello, o filetto, il
zi all’ indietro, la cui base è tagliata molto quale è continuo, d’ una parte, alla mem-
obbliquamente. Presenta il medesimo, da per brana interna del prepuzio, e si attacca dal-
tutto, una superficie liscia, sulla quale la lente l’altra, sul piccolo solco longitudinale che ab-
fa però discoprire un gran numero di papille biamo detto esistere alla parte inferiore del
allungate, rivolta dalla base verso 1’ apice, e glande. Da altra parte finisce con un piccola
più visibili nella prima direzione. A ben di- linea protubérante che prolungasi fino all’ a-
scernerle, è necessario Io immergere prima il pertura dell’ uretra. E disposto in guisa che 1

glande nell’ acqua bollente, e allora si scorge serve a limitare la retrotrazione posteriore del I

in esse alcun’ analogia con quelle della lin- prepuzio, sebbene permetta che si possa rico- 1

gua. All’apice si trova 1’ apertura del canale prire agevolmente il glande. Quando è trop- |]

dell’ uretra, che apparisce in fondo di una po breve, ovvero anche quando piantasi trop- j

piccola fessura verticale, coi margini un poco po da vicino all’ orifizio dell’ uretra, si oppo-
rotondati, e di un color rosso vermiglio, li Ile, fino a certo termine, all’ alto onde il pre- 1

frenello è situato al di sotto di tale apertura, puzio è tratto all’ indietro : allora impedisce (

fja base poi del glande è tagliata obbliqua- r erezione, e quindi la funzione della genera- i

mente a spese della parte inferiore, sì eh’ zinne riesce più o meno dolorosa. Esterior- j

cortissimo in basso, mentre che in alto è più mente, la base del prepuzio continua alla
si fa l
avanzato sul corpo cavernoso che è nascosto pelle; ma inleraameute, si attacca dintorno I
da una spezie di cercine denominato la co- la base del glande, dietro la quale si rivolge 1
rona del glande. Questo cercine è protu- ta[)pezzando il fondo del solco che abbiamo 1

bérante esteriormente alia verga e solleva descritto. Il prepuzio è formato da due


gl'integumenti e limita all’ innanzi una spe-
; membrane separate da imo strato di tessuto
cie di fondo di sacco formato dalla ripiegatu- cellulare 1’ una di queste anteriore, cutanea,
:

ra della membrana interna del prepuzio so- si fa continua agl’ integumenti della verga, e
pra il glande. E la corona interrotta, nella solo è un poco più sottile che questi; 1’ altra
sua parte inferiore, da un piccolo solco, este- interna, contigua al glande, è più fina e sot- j

so fino all’ uretra, nel quale si attacca quella lile che la prima. II tessuto intermediario poi, I

ripiegatura dell’ interna membrana del pre- è simile tessuto cellulare delle borse, cioè
al o
puzio che forma il frenello in alcuni indivi-
: dispostissimo all’ infiltrazione. Ed è pure in-
dui codesto solco è sì poco manifesto, che finitamente lasso, a tal seguo che, nell’ abhas- J
quest’ ultima non sembra quasi interrotta. In- samento del prejaiizio, le due membrane si
|

feriormente labase del glande si fa continua staccano 1’ una dall’altra. Essendosi compilila- i-;

all’uretra; al contrario superiormente, e da mente discoperto il glande, torna agevole lo


ORGANI GENITALI DELl’ UOMO 280
avvedersi clic il cerchio, ond’ è segnata la loro Quindi portano 1’ una incontro dell’altra,
si

nnione, non trovasi ira mediatamente dietro e si riuniscono davanti la sinfisi, dove sono
ìa corona, ma solo a qualche distanza. Quindi, circondati, per tutta la loro circonferenza, da
siccome la membrana mucosa si trova allora un involucro comune. Quantunque, al di fuo-
interamente applicata sul corpo cavernoso, ri, sembrino semplici, sono tuttavolla divise
forma, nei casi in cui al fimosi succeda un in due metà, 1’ una delle quali è situata a de-
parafimosi, un cercine più o meno prominen- stra, e l’altra a sinistra, mediante un tramez-
te, tra r apertura la cui strettezza produce lo zo perpendicolare occupante quasi tutta la
strozzamento, e la corona del glande. loro lunghezza; ed è un prolungamento della
Organizzazione.
§. 111. Nella compo- — membrana fibrosa esterna. Per ben osservare
sizione della verga entrano parecchie parti, e questo tramezzo, conviene spaccare, da cia-
sono, in prima, la pelle, il tessuto cellulare scheduna parte, il corpo cavernoso, e levare
sotto-cutaneo, il legamento sospensorio, il cor- tutta quanta la sostanza spugnosa che vi è con-
po cavernoso,
2. fi uretra, alcuni muscoli, alcu- tenuta. Si scorge allora essere tale tramezzo
ne vene, alcuni vasi linfatici e nervi. formato di fibre molto allungate, compresse
La pelle è continua, d’ una parte, a da destra a sinistra, estendenlesi a tutta l’altez-
quella dello scroto e del pube, e dall’ altra a za del corpo cavernoso, le quali fibre, dall’in-
quella del prepuzio. E sottile, e contiene, dietro ove formano un tramezzo quasi com-
massime nella parte inferiore, gran numero piuto, vanno assottigliandosi e diminuendo in
di glandolo sebacee. E meno bianca della pel- numero fino aH’innanzi, di guisa che lasciano
le delle altre parli del corpo, e presenta alcu- da per tutto, alcunivuoti più o meno
fra sè,
ni peli coir estremità che volge all’ innanzi. considerabili. Dentro codesti vuoti si trova la
3. ° 11 tessuto cellulare vi è lasso, quan- sostanza spugnosa de’corpi cavernosi, che so-
do lo esamini immediatamente sotto la pel-
si gliono riguardarsi come un complesso di cel-
le, ma diviene piìi denso, a misura che si av- lule differenti dai vasi, sebbene non sieno al-
vicina al corpo cavernoso, assumendovi pure, tro che vene dilatate. Quindi i corpi spugnosi
lino a cerio termine, la sembianza cavernosa, altro non sono, fuor che una rete complica-
fi continuo, dalia parte delia radice della ver- tissima di arterie e di vene. Ecco del resto
ga, al legamento sospensorio e in basso, al tutto ciò che era stato già detto dal Vesalio.dal
tramezzo delle borse. Non
trova giammaivi si Malpighi e dall’ Hunier intorno il membro
gl', o, tranne però dappresso il pettignone. virile in generale, e fn poi dimostrato nella
Eu riguardato a principio, dal Ruischio e verga dei grossi animali da Duvernoy, Cuvier,
dair//a//er, per una particolare membrana Tiedemann; e in quella dell’ uomo da Ribes-
ma da poi questi sapienti anatomici si sono
;

— Per tal modo adunque, la separazione che


ravveduti del proprio errore. accade ,
tra’ due corpi cavernosi , nella loro
^ Il legamento sospensorio, si riscon- estremità posteriore, svanisce a poco a poco
tra alla radice della verga, la quale unisce alla del tutto verso il davanti. Egli è vero però
sinfisi pubica. Kappresenta un fascio cellulo- che s’allontanano di più l’uno daU’altro nella
so denso, fibroso, e trasversalmente' appiana- loro estremità anteriore, perocché la parte
to in sembianze di fitta membrana. Ha la for- esterio*» e della loro circonferenza è molto più
ma di un triangolo, la cui base, rivolta all’in- lunga dell’interna e questo è cagion, ad un
:

nanzi, corrisponde alla pelle. 11 margine su- tempo, che le loro superficie anteriori, avvol-
jieriore si attacca alla parte anteriore della sin- te dalla tonaca esteriore, si riuniscano dal di
fisi, mentre che l’inferiore si pianta nel solco, fuori al di dentro, sotto un angolo rientrante.
che risulta dall’addossamento delle due por- 5.® Dell uretra. —
Considerata nella

zioni del corpo cavernoso, e si continua, in lémraina, 1’ uretra spetta esclusivamente alle
parte, col tessuto cellulare sottocutaneo. Del vie orinarie; nell’uomo, al contrario, con-
resto, come ha notato 1’ Haller, la forma e corre eziandio all’atto della generazione, tras-
r estensione del legamento dipendono molto mettendo al di fuori il fluiilo seminale. La
dalla trazione, non che dal modo onde lo scal- sua lunghezza., secondo Whateley e Ducamp,
pello opera sopra di esso. non avanza giammai nove pollici; ma due
4-0 I corpi cavernosi della verga forma- volte noi l’abbiamo trovata estendersi fino
no, maggior porzione del membro
essi soli, la ad undici pollici il quale fatto venne con-
;

virile; in fattine costituiscono la parte supe- fermato pure dai Signori Telpeau e Lisfranc.
riore, e le parli laterali. Hanno più larghezza Del resto che che ne sia, i’ uretra, stante le
che altezza, e sono manifestamente coperti di sue funzioni e le sue malattie è, fuor d’ ogni
un involucro fibroso le fibre tengono una di-
: dubbio, uno de’più rilevanti organi tra quel-
rezione longitudinale, e sono intralciale le une li che servono alla copula.
colle altre. Nascono le medesime, da ciascua Disposizione. —
Estesa dal collo della
lato, con una branca lunga circa nn pollice, vescica fino estremità della verga, dove si
all’

derivante dalla branca ascendente dall’ ischio . Uova l’estcruo suo orifizio, 1’ uretra presenta,
Elide. Mcd. T. II. 37

/
&90 A.l>l’AhECOHt DEI, LA G K N i'R A D >>'

tiella (iircziuiie tii sua .


[»ai*e«v « Porzione prostatica. K pi»st,ì tra la
cliie ourvalure siate rjescrilîe da J.L. Petit. vescica e la porzione membranosa, rivolta ob-
QiiesP illustre chirurgo, infatti, dimostrò che bliquamente all’ ingiù e lunga
all’ innanzi. È
nello sialo di prolasso del pene, Puretra pre- quindici linee all’ incirca, e rappresenta un
senta una doppia curvatura manifestissima: cono la cui base corrisponde alla vescica, l’a-
runa concava in allo, si trova sotto la sinfisi pice alla regione membranosa. Secondo il sig.

del pube l’altra, concava in basso, esiste sul


;
Amussat, non è, come fu detto, avvolta d’ogni
davanti di codest’ articolazione. Tutta volta, intorno dalla prostata; quest’nllirna, d'altro
non può negarsi che l’illustre membro del- canto, chi badasse al mentovato chirurgo, non
PAccademia reale di chirurgia non abbia esa- sarebbe perforata dall’uretra, ma invece la ri-
gerala codesPidea.Basta.a convincersene, rian- ceverebbe in una spezie di canale Baudens, (

dare alla memoria la costruzione della sua scì- Memorie di medicina militare, tomo XIV, pag.
ringa in S, quindi esaminare attentamente le 227, 1828) ; di modo che la prostata circon-
parti, ovvero osservare quanto interviene nel- derebbe tutta la circonferenza del canale ,
P operazione dal cateterismo. Da altro lato è eccetto il suo quarto superiore, coperto alio-
noto oggidì, che, tirando a sè la verga, e in- la semplicemente da fibre carnose longil\uli-
nalzandola sopra Paddomine, in una direzione nali, robustissime, stipatissime, che sembrano,
che sembra continuare anteriormente quella siccome notammo parecchie volte, continuar-
delle branche ischio-pubiche, si perviene a to- si muscolare della vescica. Senza
collo strato
gliere P ultima curvatura: dal che si conchiu- negare interamente la proposizione espressa
se che il canale delV uretra era affatto di- dal sig. Amussat , ci crediamo autorizzali,
ritto lo che non è esatto, perchè corre mol-
;
dalle nostre particolari dissezioni , a dover
ta differenza dalla possibilità di giungere alla pensare che tale disposizione sia solamente in
vescica mediante delle sciringhe rette (
c[uan- via di eccezione. De! resto, che che ne sia, ta-
do siasi il pene convenevolmente stirato al- le porzione è unita intimamente all’ intestino

r innanzi ), dalP essere veramente retta la di- retto, e aU'aponeurosi retto vescicale per ,

rezione del canale dell’ uretra. Quest’ ultima mezzo d’ un tessuto cellulare che ninna cosa
discoperta, del rimanente, era già stata anti- presenta degna di particolar menzione.
veduta dal Lieutaud, nella sua Medicina pra- 2.*^ Porzione membranosa. Questa ha

tica. Il Sig. de Montaigu Paveva solennemen- la lunghezza di un pollice e mezzo nella par-
te espressa nella sua Tesi. P anno 1810 ; e fi- te superiore; ed è situata sotto l’arco del pu-
nalmente Gruithuisen aveva scritto, nel 18 13, be, separata da esso per mezzo di uno spazio,
nella Gazzetta di Saltzburg, che era pene- di circa sei linee, compiuto da tessuto cellu-
trato nella vescica orinaria per mezzo di sci- lare, e da! piccolo fascii) carnoso che porta il
ringbe rette. Quindi sorsero Panno 1818, i nome di muscolo del JVilson Description {

Signori Amussat ( Archivi generali di Medi- of two muscles surrounding thè inernhra-
na, gennaio, aprile, 1824 ), Leroy d’Eliolle nous part of thè urethra, Med. chir. trans.
( Esposizione dei diversi processi per gnaiire London, voi. J, p. iy 5 ), il quale, dalla parte
la pietra senza far ricorso al taglio, 1825 ), e posteriore della sinfisi viene a collocarsi sul-
Ci viale, i quali rivocai'ono in onore codesti l’nretra, davanti la prostata. In questo spa-
fatti già dimenticati, ed hanno poi trattato co- zio, si trovano pure le vene dorsali della ver-
desto argomento sì maestrevolmente, che ne ga e le arterie corrispondenti, che le spesse
vennero essi in estimazione come gl’ inven-
tori. — L’ uretra liceve, nel suo tragitto i
fiate sono riunite, e non formano più che una
soia branca dorsale. Nella parte inferiore, la
condotti eiaculatori e que’ della prostata , porzione membranosa pare più corta ; per-
quelli delle glandole del Cowper è un gran ciocché la punta della prostata e il bulbo sem-
numero di follicoli mucosi. Leggermente ob- brano recarsi avanti di essi, in modo che la-
bliqna alP innanzi e all’ ingiù dietro il pube, scia tra sè una spezie d’incavatura, per la qua-
attraversa quindi la prostata poscia, addi-
: le è importante il penetrare quando si prati-
venuta libera,
caccia sotto la sinfisi del pu-
si chi la cislotomia sotto-pubica. Sulla linea me-
be passando sopra P estremità inferiore di diana, codesta porzione membranosa è unita
quest’ ultima, e termina alla perfine con una al retto per mezzo di un cellulare tessuto
apertura allungata dall’alto in basso. 1 denso in basso e all’ indietro : inoltre appog-
più anatomici hanno diviso il canale escreto- giasi la medesima sopra le vescichette semi-
rio dello sperma e delPorina in tre porzioni, nali,ed è attaccata alle medesime mediante
secojido le differenze che presenta quanto a una lamina a poneiirotica. L’ uretra in questa
struttura, nei diversi punti di sua estensione. parte della sua estensione, è ristretta, e piu
A queste tre porzioni, il sig. Amussat ne ag- sortili ne sono le pareti.
giunse una quarta, c\i\ diede il nome di bul- Porzione bulbosa. Tale porzione è
bosa. Le altre tre ricevettero il nome di por- notabile specialmente per questo che il tessu-
zione prostatica., membranosa e spugnosa. to, ond’ è caratterizzala, si prolunga all’ in-
ORGANI GENITALI DELL ATOMO 291
<rìi(’li*o soUo il canale, in forma una gon-
<li esterno. Appunto verso 1’ origine della parte
iìezza piriforme, chiamata il bulbo delV ur e- spugnosa dell’ uretra il canale attraversa lo
tra. Il quale, del resto non è separato dalla strato aponeurotico denominato il legamento
pelle che per mezzo dei muscoli bulbo-caver- perineale., stato descritto benissimo dal Cow-
nosi e di un tessuto cellulare adiposo poco per, e indicato, da alcuni analoioici, col nome
abbondante: quindi, nelle persone magre, fascia mediana del perinèo. A nostri dì,
nix

torna agevole a riconoscerlo esieriormente. molli chirurghi accordano una grande in-
E separato, per un piccolo spazio, dall’ano; fluenza a siffatto legamento, pretendendo che
dal che ne viene la difficoltà che non si offen- operi sull’ uretra a modo di briglia ma que- :

da questo corpo nell’ operazione del taglio sto è un errore, del cjuale facile è avvedersi
sotto-pubico. L’ uretra scorre sulla faccia su- introducendo, nel canale, alcune sciringhe. Os-
periore del rigonfiamento dei bulbo, presen- servasi, in fatti, che, praticando il catelerisrao,
tando una curvatura che forma la continua- avviene tosto di accorgersi che questo lega-
zione di quella della porzione membranosa, mento eserciti poca influenza sul progredire
ed è tanto più notabile quanto più in basso deir istriimento entro il canale, e che il vero
discende la sinfisi. Tale curvatura diminuisce ostacolo da temere si trova veracemente nei
ogni qualvolta si sciringhi l’ infermo in piedi, bulbo. La porzione spugnosa è ricevuta supe-
o seduto sul margine del letto, facendogli in- riormente, in una curvatura triangolare ro-
chinare il corpo all’ innanzi, o tirando la ver- tondata, che risulta dall’ addossarsi che fanno
ga. Posteriormente, il bulbo è gonfiato e rin- i corpi cavernosi, i quali, separati a principio

forzato tanto dal muscolo bulbo-cavernoso, nell’ embrione, si sono riuniti di poi e con-
quanto da una membrana fibrosa che forma- fusi inun solo organo e vi è attaccata per
;

gli posteriormente una ripiegatura notabilis- mezzo di un tessuto cellulare molto stipato, e
sima. Anteriormente, diviene più sottile e per mezzo di piccoli vasi sanguigni, che per-
roen resistente, in modo che, neìì’ operazione mettono alle fine injezioni il passaggio dalLu-
del cateterismo, lo stromento abbassala pare- retra nei corpi cavernosi, e viceversa. È co-
te inferiore dell uretra, e v’ incava un solco perta in basso dalla pelle e dallo strato cellu-
sempre più profondo ,
ed è d’ improvviso loso sotto-cutaneo, posteriormente, dai mu-
arrestato posteriormente, dalla ripiegatura
,
scoli cavernosi. Presa a considerare, nel
trasversale che abbiamo ora indicata, contro suo interno, l’uretra non presenta, in ogni
la quale facilmente si appoggia la sua estremi- punto, la stessa larghezza. Infatti è alquanto
tà. Ad
evitare tale ostacolo, è utile allora dis- dilatata alla sua origine, poi si restringe di
impeguare la seiriuga , quindi applicarne il subito, e si dilata quindi di bel nuovo nel cen-
becco contro parete superiore dell’ uretra.
la tro della prostata. La porzione membranosa,
Operando di questa guisa, siccome non esiste che segue, è molto più stretta che non tutto il
mai niun ostacolo alla parte superiore dell’u- rimanente canale ma, a livello del bulbo, il
;

retra, si perviene fino alla sinfisi intorno la ;


diametro cresce in ampiezza; e tal si conserva
quale si gira finché si penetri nel ricettacolo fino alla base del glande, di modo che tutta la
delle orine. porzione spugnosa ne riesce esattamente ci-
4° Porzione spugnosa. E dilficile il se- lindrica. Dietro il glande, e in prima che s’a-
perare tale porzione dall’anzidetla imperoc- : pra al di fuori, T uretra sostiene una notabile
ché non esiste ninna ben manifesta separazio- dilatazione, che porta il nome àifossa navica^
ne tra loro noi la faremo incominciare là
: lare', il suo orifizio poi è alquanto angusto. —
dove 1’ uretra è tutta circondala dal tessuto Si osservano, nell’interno dell’uretra, due linee
spugnoso che manca nella parete superiore mediane biancastre, sempre più evidenti nel-
della porzione bulbosa. La porzione spugnosa la loro parte media, che nelle estremità. Una
costituisce la più gran parte del canale. Este- di queste occupa la parete superiore, e l’altra
riormente, diminuisce a poco a poco fino al- la parete inferiore. Quest’ ultima mette capo

l’estremità anteriore dei corpi cavernosi do- ,


all’ indietro, in una protuberanza allungala,

ve si gonfia e svanisce per dar formazione al della lunghezza di un pollice all’ incirca, ro-
glande. Del resto il tessuto spugnoso è tanto tondata e continua all’ indietro coll' ugola
più fitto quanto più lo si esamini presso il bui- uretrale. Codesta protuberanza, costituita del-
bo. E avvolto da due membrane fibrose l’una, : la mucosa, chiamasi il veruni rnontanum., e

interna, pochissimo sviluppata, è a contatto conliene, nella parte sua più riposta , unn.
della membrana mucosa : l’altra esterna, assai vasta lacuna :la delta protuberanza si assot-
più compatta, la separa dalle parti vicine dal : tiglia air innanzi, e poscia termina in punta.
che ne segue che quando il tessuto erettile si Sulla superficie, e sulle parti più pros.sime,
gonfia nell’ erezione, si sviluppi il medesimo esistono parecchie aperture ; due delle quali,
assai più facilmente verso l’ interno del cana- costantemente situate sui lati dell’anteriore
le, del quale restringe il calibro, che dalia sua estremità, costituiscono le imboccature
parte della periferia, o dello strato fibroso obblique e appena visibili, dei condotti
appaiìecchi della generazione
292
dilatori nuiiiero indeterminato,
le altre, in formare, conia propria espansione, il glande %
;

si unisce ai corpi cavernosi per mezzo di mol-


sono gli orifizii dei canali escretori della pro-
stata , e tinalmeiite, più sul davanti quelli del- lissimi vasi sanguigni che questo gli fornisce ,

le glandolo del Cowper. l utti i delti


oritì- e per mezzo della fibrosa sua membrana.
zii vanno sprovveduti di valvole talora il j
Le cellule di siflàtto tessuto sono alquanto
solo apice della cresta è ritirato sopra sè ampie nel glande, piccolissime invece nella ri-
stesso in modo
che rieopre, con una spe- manente estensione del tessuto. —
Le osserva-
zie di prepuzio, i condotti eiaculatori. zioni microscopiche hanno tratto alcuni anato-
A ditferenza degli altri condotti che abbia- mici a pensare che tale tessuto racchiudesse al-
mo descritti , Turetra non ha, come abbia- cuni fasci di hhre muscolari longitudinali, cor-
mo potuto convincerci, la stessa struttura in tissime, intralciate, congiunte insieme nella t

tutte le sue parti tultavolta è al vero con-


; loro origine, e nelle estremità loro. Comun-
sentaneo il dire, che è tutta rivestita inter- que siasi di questo, lo strato del tessuto spu-
namente da una membrana mucosa. La quale gnoso dell’ uretra presenta sempre maggiore
membrana è addoppiata, nelle due prime por- spessezza nella parte superiore della verga di
zioni da una membrana cellulosa, e nell’ulti- quello che nell’ inferiore, maggiore spezial-
ma dami tessuto molle e spugnoso. D’altro mente verso 1 ’ esterno orifizio del canale che
canto codesta mucosa membrana si continua in qualunque altro luogo. —
Le arterie della
j!

colla mucosa del ricettacolo delle orine, e col- verga derivano principalmente dalla pudenda 1

la membrana interna dei condotti ejaculatori interna, sotto i nomi di dorsali e di caver- i

e proslatici ; ed è poco aderente alle sottopo- nosi. Ne addivengono pure alcune dall’arte- i

ste parti, sì che agevolmente la ne si stacchi, ria del perinèo, dall’emorroidale media a dal-
tranne però verso il glande e la prostata. Il la femorale. —
Le vene principali sono la i

suo colore diversifica secondo diversi punti i dorsale e le cavernose, le quali passano sotto 1

in cui la si esamini: quindi è d’ un color rosso la sinfisi del pube, e vanno ad aprirsi in uii li

vivo all’orifizio esterno deU’uretra e nella fossa plesso molto considerabile, che abbraccia la |;

naviculare: in qualunque altra parte, essa inve- prostata e il collo della vescica, ed è formalo 1

ce, è pallidissima, della quale cosa non possiamo dalle vene ipogastriche, e d’ alcune branche 1

che dopo avere spremuto il sangue,


assicurai'ci della mesenterica inferiore. Oltre a codeste 1

oad’è turgido il tessuto spuguof o, deiruretro vene, la verga ne ha di cutanee provenienti :

e d’onde la membrana deriva una tinta livida dal prepuzio, die vanno a metter capo nella
nellamaggior parte della sua estensione. — safeiia e nella crurale. I vasi linfatici della
1

La memi»rana mucosa dell’ uretra è ripiegata verga distinguono in superficiali e profon-


si

sopra sè stessa direzione di sua lunghezza


in di. 1 primi derivano dal prepuzio e dagl’ in-
e tornila d’ infiniti piccoli lori che costitui- tegumenti e si portano alle glandole ingui-
; i

scono gli orifizii de’ condotti obbliqui posti nali superficiali. 1 secondi nascono dall’uretra 1

nella spessezza della medesima, e chiamati e dai corpi cavernosi, penetrano nel bacino ac- i

seni del Morgagni^ quale ne dobbiamo non


al compagnando le branche dell’ arteria puden- i

già la discoperta, ma la prima descrizione e- da interna, e vanno a gitlarsi nel plesso ipo-
salta. l’ali seni sono essi incaricati di trasmet- gastrico. —
I nervi derivano principalmente
|'

tere un muco separalo dai follicoli? Gene- dal secondo, dai terzo e dal quarto paio dei
ralmente lo si crede ma l’ ispezione anato-
;
nervi sacri.
mica tende a dover farli riguardare piutto- Delle glandole del Cowper. 01 - !

sto siccome vere lacune. Non si scorge infatti tre i testicoli e la prostata, che abbiamo già i

che vadano a por capo nelle cripte glandolo- descritti, si trovano eziandio frequentemente, I

se ;
non si trovano punto per tutta l’esten- quantunque non sia coslaule la loro esisten-
sione dell’ uretra, e solo si comincia adiscor- za, due o tre piccole glandole giallastre, al- i

gerle a livello del bidho ; quindi vanno mol- luugate, rotomlate, dure c formate da parec- !

tiplicandosi perfino AVà fossa na\>icolare ; il chi lobi avvolti essi medesimi da una guaina I

che rende codesta parte più idonea a diventa- aponeurotics molto addensata. La loro gros-
'

re la sede della blenorragia. ’l’ra le parti, sezza agguaglia quella di un grosso pisello, e ,

eh’ entrano nella composizione dell’uretra, sono situate immediatamente sotto la parie Ij

trovasi un tessuto spugnoso molto analogo a superiore e un po’ all’ innanzi della prostata.
quello dei corpi cavernosi. Tale tessuto cir- I loro condotti, della lunghezza d’ un pollice
conda i quarti anteriori della lunghezza
Ire e mezzo all’ incirca, si rivolgono, all’ innanzi, j

dell’ uretra
;
e forma da prima quel gonfia- nel bulbo dell’uretra, e si aprono, di basso in j

mento che abbiamo chiamalo il hulbo\ poi alto, mediante alcuni orifizii manifesti, nelle j

scemando in grossezza, forma fino al glande parli laterali di codesto canale. Le due laterali !

uno uniforme quindi si assottiglia su-


strato : posteriori portano il nome di glandole del j

bito, considerabdmeiile, sotto la fossa uavi- Cowper (Qlandularuni guarunidam nuper j

colare e si riunisce in alto e all’ indietro per delectari^m descript l'jod). I


ORGANI GI,N11ALI DIìLl’ UOMO
L’ anteriore, impari, è più piccola, e meno Neil’ epoca di quattro mesi, i testicoli hanno
costante delle altre due, ed ha ricevuto il uu- a mala pena la lunghezza di due linee e mez-
me di prostata anteriore. zo, ela grossezza tutto al più di una linea ;
sono un poco più in basso, separali dai
situati
Articolo IL reni per un intervallo almeno di quattro linee.
11 canale deferente si ripiega un poco di bas-

SVILUPPO DEGLI ORGANI GENITALI DELl’ UOMO so in alto, alla sua uscita dall’ estremità in-
feriore deU’epididimo, in modo che, innanzi di
Gli organi genitali deli’ uomo, quantun- discendere nel bacino, descrive un semicirco-
que non entrino in azione che nell’ epoca lo. L’ epididimo è sviluppatissimo, il guher-

della pubertà, si sviluppano tuttavia per tem- naculum è anch’ esso mollo più voluminoso,
po sebbene non abbiano allora la
nel ieto, e e s’innalza della regione dell’anello inguina-
prevalenza che hanno molti altri , molto co- le, senza però che il peritoneo sia, in rjuesto

spicuo è tuttavolta il loro volume proporzio- luogo, pertbrato di un’apertura; perocché


nale : dopo la nascita rimangono inoperosi fi- si rivolge il medesimo sopra sé stesso di bas-

no cui la natura rende


all’ istante in uo- 1’ so in alto, e involge una massa mucosa dalla
mo atto alla fecondazione: allora escono di quale il guhernaculum., deriva la propria for-
quello stato d’infanzia, nei quale erano rima- ma rotondala, e la grossezza. Nel quinto —
sti correndo i primi dodici o quindici anni mese, lunghezza dei testicoli pareggia ciuci-
la

I
della vita. —
Ci occuperemo a questo proposito la del mese precedente la loro spessezza è
;

I
solamente del testicolo e del cordone sperma- cresciuta solamente di una mezza linea, ciò
tico, essendo le sole, tra le varie parti costi- che arreca ai medesimi una forma più roton-
tuenti sistema genitale dell’ uomo, nelle
il dala si sono essi poco abbassali, e sono se-
:

quali ci presenti il feto alcune essenziali diffe- parati ancora dalla parete inferiore del peri-
renze. —
Infatti, perfino dappresso il termi- toneo per un intervallo maggiore di una li-
ne della gravidanza, i testicoli si rimangono nea; il gubernaculum è triangolare, e ascen-
neU’addomine, ove sono primitivamente svi-
si de obbliquamente dal di dentro aldi fuori;
luppati, e dove crescono. Verso la metà del il suo apice, molto più sottile che l’anello in-

terzo mese della vita entro-uterina, toccano guinale, si rivolge all’ ingiù. Nato un poco
ancora, col loro apice la parte inferiore dei più al di sotto che quest’ ultimo, alla parte
reni allora la loro situazione è obbliqua, dal
: superiore dello scroto, mediante alcune fibre
di fuori al di dentro e d’alto in basso ; e so- separate, attraversa l’ anello, riceve tosto al-

I
no situati nello spazio compreso tra i reni e cune fibre dai muscoli obbliquo interno e tra-
la vescica, e quindi sopra tutta la faccia inter- addome, dietro i quali passa, di
versale deli’
na delle ossa iliache : la loro forma è roton- qui ascende sul muscolo iliaco, e s’ innalza,
data e allungala ; sono concavi all’ indietro, in linea retta, fino all’estremità inferiore del-
convessi all’ innanzi , e poggiano sopra una r epididimo. Nella, sua parte inferiore , tra
larga ripiegatura del peritoneo la quale dopo l’anello inguinale e il punto ov’ è possibile il
si porla sulla su- discetnerlo nella cavità addominale, si scopre
i aver tappezzato repidermide,
perfide concava dell’ organo, c somiglia mol-
j
sul davanti del medesimo, un prolungamento
to all’omento. 1 testicoli vi aderiscono sì de-
I
del peritoneo che finisce a mo’ di fondo di
Jiolmente che ogni lieve sforzo è bastevole ad sacco nell’ anello, e discende pure obhliqua-
ispingerli si esteriormente, e si internamente: mente dal di fuori al di dentro, l/oritizio su-
1’ epididimo discende allato il testicolo dal periore di tale prolungamento è mollo più
! davanti indietro, e dal di dentro al di
all’ largo che f inferiore e clic il gubernaculum
'j fuori, e non s’innalza piò che questo: colla che lo traversa E ripieno il mentovalo pro-
;

j
sua inferiore estremità poi si fa continuo al lungamento di una massa molle e gelatinosa,
canale deferente, il quale si reca di subito nel senza cavità nel suo interno ; l’epididimo poi
i

piccolo bacino, dietro il peritoneo. Nel sito è tortuoso nella sua parte inferiore, e il canale
dove si opera codesta unione, poggia 1’ intera deferente un poco alla sua origine. Al sesto —
massa sopra un cordone breve, rotondato, de- mese, i testicoli non hanno per ancora mutato
licalissimo, che si scorge uscire da un infos- luogo la loro lunghezza è di f[ualtro linee,
;

samento della parte inferiore del peritoneo , la loro grossezza di una linea e mezzo ; ciò
situato quasi nel mezzo ilell’ arco, ed ugual- che 11 rende, in proporzione, più allungati e
mente rivestilo dalla membrana peritoneale. quasi retti. L’epididimo s’innalza un poco
Tale cordone e eh’ è assai più solide del testi- al di sopra della loro superticie, e descrive,
colo e dell’epididimo, fu chiamato dalfllun- non altrimenti che il canal deterente, alcune
ter il gubernaciilum testis si attacca que- : tortuosità più manifeste che prima non fo.s-

sto al peritoneo meno lassamente che non fac- sero. 11 guberuacolo e il pi olungamento del
cia il testicolo, perocché, nel punto che gli peritoneo, non hanno sostenuto ninna mu-
corrisponde, la ripiegatura è più corta. — tazione solo avviene, che il primo sia per-
:
394 APPARECCHI LIE Li, A GENERAZIONE
rneabile al!’ aria nella stia metà inferiore; e che chiusura avvenga dapprima ai dintor-
la
talora eziandio, tagliautlolo per traverso, vi si ni dell’anello inguinale. Quella porzione su-
riscontra nell’ interno ima cavità. — Che se periore del canale, eh’ è compresa fra codesto
imper tanto ci arrestiamo un istante a consi- anello e la parte media dell’ arco crurale, ri-
derare complesso de’ ragguagli ne’ quali
il mane aperta per qualche tempo quamlo però :

siamo entrati, ne arguiremo esistere, duran- lo sviluppo sia regolare, l’otturazione nasce du-
te i primi sei mesi della vita entro-uterina, rante i primi tre mesi della vita estra-uterina,
un prolungamento del peritoneo che forma finché non è più indicata se non da un lie ve in-
nn canale, tei ininalo a mo’ di fondo di sacco fossamento, non esistente sempre. Non si chiu-
discendente, all’ incirca , dalla parte media de però solamente la porzione superiore an- ;

dell’ aponeurosi del muscolo obbliquo ester- che la porzione media si scancella alla sua volta
no, d’ infra questo e il margine inferiore dei fino all’ altezza dell’ estremità superiore del
due altri larghi muscoli del basso-ventre, die- testicolo, e le più volte sì perfettamente che,
tro cui scorre un altro prolungamento, quasi nella maggior parte dei casi, non si può osser-
sempre solido, formato da tessuto cellulare, varne più piccolo sentore, che che ne di-
il

al quale si aggiungono alcune fibre carnose cessero, a tale proposito, lo Scarpa e il de


uscenti dai due muscoli larghi interni del bas- Brugnone. 'l'ali mutazioni nella posizione

so ventre. Comunque sia, il testicolo è pur del testicolo non intervengono nè d’un modo
libero nella cavità peritoneale, e poggia sul- uniforme, nè alla stessa epoca : talvolta avvie-
r estremità superiore del gubernacolo. ne, che l’uno di questi sia disceso nello scro-
Pervenuto che sia il feto all’ età di sette mesi to, mentre che 1’ altro è ritenuto ancora nei
il testicolo è sovrapposto quasi sempre all’e- basso- venire parimenti non si accordano gli
:

stremità superiore del canale, talvolta è pu- anatomici riguardo all’ epoca in cui si opera
re penetralo oggimai dentro di esso, senza tale discesa. —
Se possiamo credere all’ Hun-
che lo avanzi minimamente, e solo con una ter e al Camper, hanno essi ritrovato codesti
piccolissima porzione della superiore sua e^ organi, nel maggior numero de’ nuovi-nati,
stremità. Le più delle volte. Io si trova collo- dentro le borse da ciò arguirono che vi per-
:

cato dietro il margine inferiore del muscolo vengono nell’ ottavo o nel nono mese. Secon-
obbliquo esterno dell’ addoraine. II prolunga- do r Haller egli è rara cosa che si trovino
mento del [leritoueo estendesi, a quest’epoca, nello scroto al momento della nascita. — Lungi
in basso, perfino molto al di sopra dell’ anello dall’ opporci alle contraddizioni di questi ri-
inguinale, e sembra composto di due lamine ; spettabili personaggi, anzi le accettiamo, pro-
r una delle quali, interna, più sottile, si conti- cacciando di offerirne la spiegazione. Non po-
nua co! peritoneo l’ altra esterna, di natura
;
trebbe essere, infatti, che il clima esercitasse
cellulosa, continua colla guaina obbliqua del
si un’influenza notabilissima sopra questo feno-
muscolo obbliquo, nella quale .si spargono meno ? In tale caso a tale influenza, mollo più
alcune fibre carnose derivanti dagli obbliqui che agli esercizi ginnastici, dovrebbesi attri-
interno e trasverso. —
L’estremità inferiore buire le molte ernie che si osservano nella
dell’ epididimo, e il principio del canale de- Svizzera. Ne’ paesi nostri, i bambini nascono
ferente, rendono complu ta la parte inferiore sempre coi testicoli nello scroto ;
dicesi che,
del peritoneo. Sono appoggiati ambedue so- presso gli ungheresi, tali organi non superino
pra un piccolo ammasso di cellulare tessuto, l’anello che ad un’epoca vicina a quella della
che s’innalza dalla base del prolungamento pubertà. Del resto è mestier confessare che in
peritoneale, e stanno uniti ai mededmo, po- tutto ciò non osservasi ninna costanza; peroc-
steriormente, mediante una ripiegatura che ché il Wrisberg asserì di averli trovali fuori
si distacca dalla parete posteriore questo
di dell’addomine in due feti a mezzo termine; e,
stesso prolungamento. — All’ottavo mese suo- ciò eh’ è più, trovò già obbliterato il canale
le il testicolo stesso attraversare generalmente di comunicazione. Il sig. Roux gli lia osser-
almeno l’ anello hìguinale, e invece verso il vati impegnati arnbidue nell’ anello in un
terminare del nono, perviene al fondo del- feto dell’età di quattro mesi all’ incirca.
lo scroto. Il prolungamento peritoneale si Possono eziandio presentarsi delie altre ano-
trova allora molto allungato, aperto per tut- malie. Si sono vedute codeste glandole arre-
ta la sua estensione, eccetto che all’estre- starsi nell’ anello, o anche nella cavità addo-
mità inferiore, la quale finisce a mo’ di fondo minale. In altri casi è rimasto in questa uno
di sacco, menlre che la superiore comunica solo del due. Comunque siasi furono espresse
colla cavità del peritoneo. Tale comunicazio- diverse opinioni ad ispiegare la discesa del
ne continua per uno spazio di tempo variabi- testicolo. L’ Haller credeva che fosse uopo at-
le, il quale però, quando sia regolare Io svilup- tribuirlo alla compressione che i movimenti
po, non oltrepassa un piccolo numero di set- respiratori esercitano sopra le viscere del
timane a poco a poco il canale di unione re-
: basso-ventre. Poti la spiegava peso della
t|al

stringesi nella media sua parte, in modo però glandola; Tumiati ,


coll’aftlusso considerabile
ORGANI GENITALI DELL’ DOMO
dei sangue ne’’ vasi Vicq-d’Aiir e Brugnone
;
nome di tonaca vaginale. —
Quanto alle ernie
r aUribuivaiio alla contrazione e al rovescia- così dette congenite, chirurghi s’erano, per
i

mento del gubernaoolo. —


Di tali spiegazioni, tempo, avvedati che, in alcune circostanze, le
le tre prime non sono ammissibili. Quanto ernie osservate sui bambini della medesima
all’ ultima egli è probabile che la contrazione età presentavano gravi differenze tra sè. In
‘Tubernacolo induca il testicolo ad iscorre-
del r? alcuni, infatti, la porzione spostata dell’ inte-
re fino all’anello inguinale; ma par cosa certa stino era a contatto col testicolo ;
in altri, per
che non concorra, per ninna guisa, all’anda- 10 contrario, una borsa formala dal
esisteva
mento di esso nella ulterior via che percorre peritoneo, addossata al cordone spermatico e
lungo lo scroto, e che piuttosto di favorire il alla tonaca vaginale del testicolo. Neli’igno-
suo movimento per quest’ ultimo verso, sia ranza in cui si trovavano gli antecessori nostri
atta a ritenerlo ed a sollevarlo. llMeckelperò riguardo ai fenomeni, che sopraggiungono
fa osservare non potersi ogni intluenza negargli all’istante della discesa dei testicoli, credevano
sullo sposlamenlo dell’organo, perchè si scor- che la prima disposizione dovesse attribuirsi
gono !e fibre muscolari del gubernacolo pre- ad una rottura casualmente avvenuta nelle
sentare considerabile uno sviluppo negli ani- due cavità membranose contigue, che avesse
mali, i cui testicoli sono atti ad eseguire mo- perciò lasciato libero il passaggio, alle parti
vimenti che li facciano, tratto tratto, rientra- spostate del sacco erniario nella borsa ov’ è
re nell’ addomine, od uscire. Noi peraltro du- contenuto il testicolo. A’ nostri tempi, non
riamo opinione che tale mezzo sia sem-
nell’ potrebbero correre di somiglianti errori ma, ;

plicemente accessorio, che non sia propriamen- a propriamente parlare, così fatte ernie sono
te il medesimo altro che una circostanza fa- rarissime. Infatti non si conoscono che po-
vorevole, e che finalmente la cagione vera chissimi esempi di fanciulli usciti al mondo
della discesa del testicolo ci sia ancora ignota. affetti ernia co’ caratteri di quella della
di
Tuttavolta si costuma di dire che, la superfi- quale abbiamo parlato. 11 feto, nel ventre ma-
cie interna dell’ anello (
quando il testicolo è terno, non è sottoposto a ninna di quelle ca-
ancora neiraddomine), essendo tappezzata dal gioni, che sono atte a produrre lo spostamen-
peritoneo, lassamente unito alla detta apertu- to degli organi addominali, e quando non si
I

ra e alle parti vicine, è invece molto più ade- ammetta una non naturale adesione tra essi e
rente al gubernacolo che lo attraversa, e al 11 testicolo, non si scorge quale ragione potes-

testicolo, se avvenga che il gubernacolo ac- se dargli nascimento che se, dopo la discesa
:

corcisi, tirerà in basso l’organo ond’ è sepa- del testicolo, sopraggiungesse un’ernia, al-
to lo sperma, e lo avvicinerà all’ anello, men- lora converrà attribuirla o ad uno sforzo qua-
tre la porzione vicina del peritoneo, vi s’im- lunque dell’ individuo , e alla facilità colla
pegnerà, e si lascerà trascinare da esso, ade- quale le viscere del basso-ventre possono pe-
rente, come è, al legamento, formando allora netrare in un’ apertura eh’ è loro presentata,
un piccolo fondo di sacco che comunicherà e che è più o meno larga secondo che ha so-
coll’addomlne. Che se il gubernacoln. continui stenuto, o no, un principio di chiudiraento :
ad iscemare in lunghezza, il testicolo ceden- che se l’uno dei testicoli, o ambidue sono pure
do sempre alla trazione esercitata in esso da contenuti nell’ addomine, e non discendono
siffatto legamento, vi s’ impegna con quel- nelle borse che ad un’età più inoltrata allora, ;

1’ estremità, che nell’ adulto è posteriore, all’ istante della loro uscita, potrebbono in-

quindi supera la delta apertura, e giunge allo tervenire una o anche due ernie. ——
Queste
scroto preceduto dal fondo di sacco, del malattie, quando sono congenite, richiedono,
quale al presente facciamo parola il quale ;
come coinprendesi, pronti soccorsi : infatti se
s’ ingrandisce in ragione della via percorsa non ne operi prontamente la riduzione, si sta-
dal testicolo. bilisce nn contatto immediato tra le parti
Dal resto cotale è il modo onde si sta- spostate, e testicolo può nuocere ulterior-
il

tuisce una libera comunicazione tra la cavità mente riduzione, siccome abbiamo avuto
alla

lì addominale e il fondo di sacco esistente nel occasione di osservare in un militare che ha


ji mezzo dello scroto e tale è il modo onde si
;
sostenuto 1’ operazione, l’anno 1829, nell’ o-
può dar ragione delle ernie congenite impe- ; spitale militare di Strasbourg. Quest’indivi-
I

rocchè, se mentre esiste una libera comunica- duo portava, fino dall’ infanzia, un tumore
J zione tra l’addominee la tonaca vaginale, pe- alla destra inguinaglia che discendeva perfino
|i uelri nn’ ansa d’ intestino in tale apertura, si nello scroto dello stesso lato. Entrato al ser-
il troverà subito la medesima, senza essere stata vigio uulgrado a codesta infermità, ch’erg
I
preceduta da un sacco erniario, a contatto col stata certamente da lui nascosta ad un chirur-
i testicolo la quale cosa non interviene quando
;
go poco attento, venne preso d’ un tratto ai
sia accaduta la chiusura deirapertura, dappoi- sintomi dell’ernia strangolata, l'rasportato dì
I
5 i
che il canale sieroso delio scroto trasl'ormossi subito all’ ospitale, fu assoggettato invano a
jj
già in un sacco separalo, che fu descritto col que’ mezzi che sono atti a procurare la ridu-
ûijG IPPARKCCHI DELLA GENEKAZ’OKE

zio ne : tulio riuscì invano; siccliè dovelle


si re. — La verga, per cagione
allungamen- dell
ricorrere all’ operazione. Non appena fu posto to del prepuzio, termina in punta e questo :

allo scoperto il sacco erniario, si conobbe che può coprirla in modo che ne sia rendala im-
l’inteslino era aderente alla tonaca del testi- possibile 1’ escrezione deir orina : lo che co-
colo. Si cercò, per mezzo delle dita, distrug- stituisce il fimosi congenito . — frenello è
Il

gere aderenze, ma queste erano troppo in-


le strettissimo, e si estende, d’ ordinario, sino
time da cedere ad un mezzo siffatto: allora, all’orifizio dell’uretra; quindi i dolori su-
essendo stato tolto lo strozzamento, furono le scitati dalle prime erezioni e dai primi accop-
parti lasciate al di fuori la natura operò essa
;
piamenti, dolori che sono talvolta sì vivi, per
stessa la separazione, e ogni cosa tornò alfor- r ostacolo recato ai movimenti dal prepuzio,
dine primiero, sicché T infermo uscì perfetta- che è mestieri ricorrere alla sezione di quella
mente sanato. —
All’ epoca della nascita, i te- ripiegatura della mucosa, ond’ è costituito il
sticoli sono ancora vicissitni all’ anello, che frenello. — • Durante i primi, anni della vita,
hanno appena superato, e, siccome durante non interviene alcuna mutazione abbastanza
gli ultimi mesi delia vita entro-uterina il loro considerabile negli organi genitali ; i quali
volume è poco aumentato, le
s’ borse sono sono allora, come dicemmo, in istato di ripo-
allora poco protubérant!, e direi quasi rin- so perfetto, nè partecipano che debolmente
serrate Si cercherebbero invano le rughe
. dell’accrescimento generale. Sembra che la
end’ è idteriormente solcato lo scroto. Il pene natura, occupata dallo sviluppo di quegli or-
è [uccolo, e il glande coperto esattamente dal gani che sono atti a mettere 1’ uomo in rela-
prepuzio. Un altro carattere proprio delle zione col mondo fenomenico, ponga, per qual-
parti genitali a questa età, e il colore della che modo, in obblio, gli organi della riprodu-
pelle che le ricopre, non diverso allora da zione. Adunque codesti organi si svilup-
quello delle altre parti del corpo, e non offe- pano lentamente; ma, all’epoca della puber-
rente quella gradazione particolare che gli tà, addivengono d’improvviso la sede di un
abbiamo assegnato. A ta'e epoca, s’ inco- subito accrescimento. Tra i cangiamenti, che
mincia di già a discernere alcuni di quei tratti sopraggiungano allora, ne avvengono di quel-
che il glande dovrà, nell’ avvenire presentare. li che tutti conoscono, e che vano sareblje
Se la sostanza interna è sempre molle e rossa- r indicare . Contentiamoci entrare in quei
stra, l’albuginea è piò densa. Il condotto ragguagli che sono in speziai modo inerenti
deferente è meno tortuoso, i leslieoli si sono ai caratteri anatomici. —
Nei due o tre penul-
allontanali dalle vescichette seminali, la cui timi anni, che precedono la pubertà, il pube
direzione, stante i! poco sviluppo del basso- s’ adombra d’ ordinario, di peli. Infatti la la-

fondo della vescica, è quasi verticale i loro ; nuggine, onde si copre la regione del pube,
liernocoli non sono apparenti, e tale è la antecede l’apparire della barba: il suo svilup-
loro piccolezza che sembrano sepolti nel tes- po, pari essendo tutte le altre circostanze è
suto cellulare vicino internamente poi con-
: anche più rapido. E in vero, chi non sa avere
tengono un fluido mucoso. Lo scroto rin- — da lunga pezza, il sistema peloso delle parti
eliiude poco grasso cercherebbesi invano
;
genitali acquistata la lunghezza e la grossezza
r involucro comune al testicolo e al cordone; di eh’ è suscettibile, mentre la barba è tutta-
non trovaiidolosi ancora per essere il testicolo via rara e corta ? — La
pelle della verga, sic-
troppo ravvicinato all’anello inguinale. '.La — come quella dello scroto, s’ oscurano le bor- ;

prostata ha un’ ampiezza maggiore delle ve- se, infino a quel tempo piccolissime, ingran-
scichette: ma densissimo n’ è oggimai il tes- «liscono ; l’organo secretore si allontana dal-
suto. Il corpo cavernoso è notabile per la sua r anello ; il cordone spermatico allungasi; la
piccolezza e per la sua poca estensione, ma verga s’ingrossa; il prepuzio diviene più cor-
più ancora per la poca quantità del suo tes- to ;
e, sotto l’ influenza delle erezioni, il glan-
suto spugnoso contenente allora pochissimo de si scopre. Che se frattanto Io scalpello
sangue dal che ne diviene, che nei bambini,
; cerca di scoprire quali cangiamenti sieno av-
in cui persiste siffatta disposizione, la verga, venuti nelle forme esteriori degli organi ses-
tutto die eretta, non cresce che pochissimo in suali, trovasi che il testicolo è, in proporzio-
lunghezza e nulla in grossezza. La lunghez- — ne, più sviluppato delle vescichette seminali
za dell’ uretra è piuttosto notabile nell’ infan- e della verga. L’ epididimo, che prevale
zia e nei primi anni dell’ esistenza la dire- ;
nell’infanzia, non cresce in proporzione, e il
zione n’è più obbliqua, quando la si consideri canal deferente s’ingrossa d’un modo assai
dalla sua origine fino al di sotto della sinfisi manifesto. II cremaslere acquista una maggior
pubica carattere che, siccome il primo, de-
; forza. —
La piccolezza delie vescichette semi-
riva dalla forma allungala della vescica, la nali forma un singolare contrasto col volume
(juale mollo s’innalza dalla parte dell’ addo- proporzionale do! testicolo, a segno tale che
mine. Un’altra cagione ili siffatto fenomeno si dissecando le prime in un individuo nell’ età
trova nell’ inclinazione del distretto superio- di quindici in sedici anni, si sarebbe tratti a
DhL l’EarjOMEO
^37
j
«vedere che nou parlcuessero punto ailo stes-
. so individuo. E vero che, siccome a tale epoca DLL PERITONEO
I
i mentovati serbato] non contengono che
( una piccola quantità di fluido mucoso, le loro CONSIDERAZIONI GENERALI
pareti sono avvizzite, e quindi sono più svi-
j
luppate che a principio non paia. Final- lale membrana
che, per la struttura sua,
. mente consistenza della prostata aumenta
la s’appartiene alla classe delle sierose, avrebbe
senza che s’accresca per questo il volume di dovuto essere descritta all’occasione degli
> essa. 11 suo sviluppo si opera lentamente, e organi, che ne sono coperti, ai quali serve
senza niuna ben manifesta risoluzione. La — d’ involucro continuo tale era, dice il signor
;

I verga cresce in lunghezza e in grossezza, e Roux, f oper


citai, p. 3o3 7, P intenzione dei
.

ciascheduna delle parti, ond’ è composta, con- Bichat : se non che sifLtta descrizione non
corre a siffatto accrescimento. L’uretra vi essendosi allora istituita, abbiamo stimato me-
partecipa senza dubbio meno che il corpo ca- glio esporla dopo quella degli organi
genitali
vernoso ed il glande ma il tessuto spugnoso
;
de’ due sessi, pensando che per tal modo più
di essa si lascia penetrare dal sangue e diviene facile tornerebbe il far capire il come si di-
più grosso; d’altro canto il diametro stesso porti Codesta membrana^
quale non solo la
del suo canale ingrandisce, siccome è agevole forma alcune ripiegature intorno le viscere
il convincersene dalla grossezza del getto del- gastriche, sopra le quali si dispiega, ma ezian-
l’orina. Quando 1’ uomo è pervenuto alla vec- dio si rivolge sopra ciascheduno di quelli del-
chiaia, i di lui organi genitali non tardano ad 1’ apparecchio
genilale sì dell’uomo e sì della
appassire osservasi, in vero, siccome le borse
;
donna. Osservisi in fatti che se il peri toneo, co-
divengano flosce e pendenti nel vecchio; il fred- me membrana sierosa, può essere considerata
do, il dolore, e tutte le altre cagioni che, nel- come un sacco senza apertura una parte del
la gioventù o nell’età adulta, bastano a farle quale riveste la superficie interna del basso
< stringere sopra sè stesse riescono allora di ventre, e 1’ altra si spiega sopra quasi tutte le
i un’impotenza assoluta a tale epoca lo scroto
: parti comprese in tale cavità, senza però che
s’infiltra con tutta facilità. L’involucro fibro- niuna vi sia contenuta internamente, non è
I
\ so, e la tonaca vaginale, non presentano niu- meno vero che, stante la sua estensione, e la
3 ìia cosa che degna sia di menzione, perchè le disposizione irregolarissima di ciascheduna
piccole concrezioni, che vi si trovano, si pre- tra le sue ripiegature, torna molto più agevole
sentano a tutte le epoche della vita. Può dirsi il comprendere tutte le particolarità della sua
altrettanto dello stato cartilaginoso della tonaca esposizione, quando si faccia che la medesima
albuginea. Noi l’abbiamo ritrovata due volle seguiti quella degli organi sessuali. Innanzi
con tali caratteri in due giovani militari mor- descriverla, ci sia lecito il dire alcune cose
ti in conseguenza di tisi polmonare. —
11 testi- circa la cavità addominale medesima,
colo poi è molle, piccolo, ma senza notabile
cangiamento nella propria organizzazione ; A rticolo /.
1’ epididimo conserva la propria grossezza :

quindi si può dire, fino a certo punto, che a DISPOSIZIONE GENERALE DELl’aDDOMINE
tale epoca il testicolo riprenda caratteri che
i

oflferiva ne’ primi tempi della vita si sa in


;
Può l’addomine essere considerato come
! fatti che allora gli organi separatori del fluido una gran cavità, nella quale sono contenuti gli

I
seminale sono in proporzione meno grossi organi della digestione, quelli che servono alla
! dell’epididimo; le vescichette seminali sono secrezione e all’escrezione delle orine, siccome
j
avvizzite; talvolta ancora le loro pareli sono parte di quelli che sono destinali alla genera-
: cartilaginose sovente sono più grosse e den-
;
zione. —La parete superiore di una siffatta ca-
se ; cresce la consistenza della prostata, che vità, e formata dal diaframma la posteriore ;

diviene compatta, siccome ne ammaestrano le dalle vertebre lombari e dal sacro, nel mezzo,
operazioni del taglio, che si praticano in tale dai muscoli grandi psoas e dalla parte poste-
età. Si è pur detto che cresce in volume: ma riore di due larghi muscoli interni del basso
non abbiamo avuto occasione di assicurarce- ventre le parti laterali., lo sono, superior-
;


ne. —La verga si trova in uno stato di per- jnente, dalla parte media di tali due, e dalla
manente flacidilà sebbene non sostenga niu-
;
j»arte posteriore dall’ obbliquo esterno, infe-
na mutazione notabile nella propria compo- riormente dall’ osso degli ilei e dalla branca
sizione. discendente dell’ ischio ; la parte anteriore
dalla parte anteriore dei muscoli larghi del
basso-ventre, dal retto, dal piramidale, dal
f)ube, e dalla branca ascendente di esso in- : V
feriore., finalmente, dai muscoli del perineo,
ialernamente tulle codeste parli sono tuppez-
Elicici. Med, 1’. IL 38
3^8 Ari’/VBECCHI DELLA GENEHAZIUME

zate, medialameiite o inimeriialauienle, dal riore. La parie media della prima si chiama i

peritoneo. Di tulle codeste pareti, quelle che r ipogastrio., le due laterali sono gli ilei: il 1

presentino la maggiore solidità sono, indubi- mezzo della regione ipogastrica inferiore

ta tarnente, le pare ti postei'iore ed in


ferioi e.— ricevuto il nome di pube., e le parti laterali
ì
i

La forma della cavità addominale è ovale, e si chiamano gV inguini. — Dopo gli esposti
}’ ombelico si trova quasi verso la metà del- ragguagli, che sono paniti indispensabili,
ci t

i’ anteriore sua faccia. Questo adunque divi- pervenuti siamo finalmente alla descrizione i

de, per cosi dire, la detta parete in due parti, del peritoneo per istudiare il quale, con
: I

delle quali la superiore è più estesa e più lar- maggior profitto, abbiamo stimalo fare del pe- i

ga cbe l’ inferiore. Quanto alla lunghezza ri- ritoneo la divisione medesima cbe dell’ addo-
spettiva delle pareti da noi ricordate, e’ può mine ; ed esaminare successivamente il modo TT

dirsi che le laterali sieno le più corte ; e sono con che si diportano le porzioni ombelicale.^
pur quasi vette. posteriore presenta alcu- ipogastrica., ed epigastrica di tale membra-
ne ineguaglianze derivanti dalla protuberan- na, dopo avere per altro tenuto parola innan-
za delle vertebre lombari e del sacro oltre a : zi dei generali caratteri eh’ essa presenta.
ciò la medesima è convessa nel mezzo, nella
superiore suo parte, e concava in basso, mas- Articolo II.
sime sopra i lati. La faccia superiore ed infe-
riore sono anch’ esse più o meno concave, e CARATTERI GENERALI DEL PERITONEO
r anteriore è la più lunga. L’ estensione
della cavità addominale diversifica molto se- Il peritoneo è la più grande di tulle le
condo la forma e la grandezza che assume, il membrane sierose ;
ma in alcuni punti di sua
cbe torna agevole a comprendere, chi pensi estensione ha struttura siero-fibrosa. Forma
com’ essa sia formata in gran parte da musco- un sacco chiuso da tutte le parti, fuori però, 1

li. Uno
de’ più rilevanti cangiamenti, a’ quali nella donna, il luogo degli orifizii addominali,
soggiaccia, è quello dipendente dai continui delle due trombe del Falloppio, ove si fa con-
movimenti della respirazione. E
noto, infatti, tìnuo alla membrana mucosa di tali condotti.
siccome tale cavità s’aumenti nell’ispirazio- — 11 peritoneo tappezza tutta quanta la cavità
ne, si restringa nell’espirazione. Inoltre se ne addominale, tranne però la parte più inferio-
diminuisce pure la capacità nell’atto dell’e- re del bacino ; e, al par che tutte le membra-
spulsione del prodotti contenuti nel canale in- ne sierose, riveste per due modi diversi le
testinale, nella vescica o nell’utero. Al contra- parti alla superficie delle quali passa. Si os-
rio viene distesa da lutto ciò eli’ è suscettibile servi in vero, com’ esso tutte le avvolga della
d’accrescere il volume delle parti contenutevi, sua lamina esterna, cioè di quella che lia la
e dall’ accumularsi di quali sostanze si sieno forma di un sacco, senza però attaccarsi per
nell’ interno di essa in questi casi la distin-
: nulla e senza toccarsi, e come, oltre a ciò, si
zione riesce pure quasi sempre uniforme. — ripieghi, le più volte, sopra sè stesso colla in-
Ija regione anteriore del bass'o-ventre si sud- terna sua lamina, che si attacca alla superficie
divide, ordinariamente, in altre Ire, l’una su- delle parti, formando alle medesime l’esterna
periore chiamata regione epigastrica ^ una loro involucro. Parecchi anatomici han-
media chiamata regione ombelicale^ e final- no espresso che il peritoneo contiene tulle le
mente una terza delta regione ipogastrica. parti rinchiuse nel basso-ventre, e che, a tal
La prima, o regione epigastrica, incomincia uopo, si divide in due lamine a fin di poterle
subito al di sotto dell’ appendice zifoide, e si abbracciar tutte tale opinione eh’ è fondata
:

estende sino ad alcune dita trasverse sopra sopra quella lamina particolare cbe forma,
i’ ombelico, a livello d’ una linea tirata dall’e- alla superficie esterna di tale membrana il tes-
stremità delle ultime coste d’ una banda a suto cellulare, tale opinione, diceva, è inesat-
quelle tlell’ opposta. La parte situata nel mez- ta, perocché non potrebbesi reputare, come
zo conserva il nome di epigastrio., e si dà il spettante al peritoneo uno strato che non è
nome cT ipocondrio destro e sinistro a quelle dotato di alcuno tra’caratteri delle membrane
die sono situate lateralmente. — La regione sierose, e che si trova da per tutto; uno stra-
ombelicale si estende dalla parte inferiore to finalmente che non risulta dalla divisione
della regione epigastrica all’altezza d’uiia li- della lamina sierosa, ma
ch’è prodotto dall’a-
nea tirala dalla cresta dell’osso ileo destro zione dello scalpello, massime allora quando
o siili,stro, alla cresta dell’ Osso ileo opposto. la consistenza delle parti venne, per mezzo '

La parte media porta il nome di ombelico.,]^ della loro im/uersione nell’alcool, accresciuta.
laterali quello di fianchi destro e sinistro. Il peritoneo è dotato di una fortissima esteu-
La regione ipogastrica infine costituisce dibibtà, sicché non si lacera punto anche quan- sa
c)ò cbe rimane della parte anteriore del bas- do la distensione che sostiene, è istantanea.
io-ventre. Alcuni anatomici l’hanno divisa in Non ha la medesima densità in tulli i punti di
due regioni j V miii saperlo re., l’ ultra sua estensione, La lamina esterna, in vero, e
lìF.L PFJ\TTn\Tn 2()9
tnoìlo più forle, più soliila, più densa che la esse corrisponde mediana, le altre
alla linea
interna. La sua maggior robustezza è prin- due ai lati della Corrisponde di ped
vescica.
cipalmente alla l’egione lombare, e nell’ infe- alla faccia interna dei muscoli retti, e giunge
riore ed anteriore sua parte. Per lo Contrario, al margine superiore del pube, recandosi in
è deboi issimo nella parte superiore. Sicco- — parte sulla regione superiore della vescica, e
me si attacca, d’un modo poco intimo, alle in parte sulla posteriore porzione di tale or-
pareti dell’ addomine, cosi agevolinente cede gano. Presenta, oltre a ciò, alcune differenze
quand’è stirato quindi, allorché testicoli di-
; i secondo ohe la si esamini nell’uomo o nella
scendano nello scroto, o si formi qualche ernia, donna. —Nel primo tale porzione cuopre la
la sua situazione e le corrispondenze di esso base delle vescichelte seminali, sì rivolge sul
mutano per un’ estensione più o meno consi- retto, e forma, tra la vescica e l’ intestino
derabile. — Mediante interna sua lamina,
la mentovalo, due ripiegature alquanto ravvici-
trovasi il peritoneo, da tutte parti, in contat- nate, semilunari, separate da un fondo di
to con sé medesimo è irrorato continuamen-
; sacco alquanto profoniio, e chiamati legamen-
te d’ un fluido sieroso, e levigatissima e pu- ti posteriori della vescica. A livello del fondo
litissima n’ è la supei'ficie. — Tali sono i ca- di sacco, e delle sue ripiegature, il peritoneo
ratteri generali del peritoneo che proviamo
ci corrisponde, superiormente, alla faccia ante-
al presente di descrivere cominciando dalla riore del retto, ne ricopre al di sopra le su-
porzione ombelicale. perficie laterali, e costituisce,, dietro di esso,
Porzione ombelicale. —Se noi la sup- il meso-retto che si continua in alto eoi
poniamo come una parte dell’ ombelico dis- meso-colon iliaco. Nella donna, il peri-
piegata circolarmente sulla circonferenza del- toneo abbandona la faccia posteriore della
la regione media della cavità addominale, ci vescica, per rivestir la vagina , davanti la
avvedremo che questa tappezza anteriormente quale si ripiega due volte formando due ri-
la faccia interna della parete anteriore dell’ad- piegature semi-lunari, e un fondo di sacco
domine, chiude l’orifizio interno del condotto intermediario, analoghi a quelli che si trova-
ombelicale e contrae, a questo luogo, delle a- no nel retto e nella vescieirMell’ uomo, quan-
derenze piuttosto forti coll’aponeurosi addo- tunque un poco mener sviluppate; quindi tap-
minale. — Quindi il peritoneo si rivolge a sini- pezza la faccia anteriore, il margine superiore
stra e a destra e riveste, successivamente, descri- e la faccia posteriore dell’ utero, si estende a
vendo un tragitto circolare, a sinistra il colon destra e a sinistra per formare i legamenti
discendente intorno il quale forma una ri- larghi già descritti, e perviene al retto, oltre
piegatura nominata il meso-colon lombare il quale si diporta come nell’ uomo. Il pe- —
sinistro, quindi le superficie anteriore e late- ritoneo ascende poi sul davanti dell’ articola-
rali del rene sinistro, sopra il quale forma, in- zione sacro- vertebrale, e si riunisce alla lami-
sieme all’ epiploon gastro-colico, una ripie- na che costituisce il mesenterio. Sui lati, si
j

gatura trasversale corrispondente all’estremi- rivolge, dalle pareti addominali a ciasche-


tà inferiore della milza. Ricoprendo poi gli duna delle fosse iliache, cuoprendo in parte i

ureteri, i vasi spermatici e renali, la vena cava muscoli dello stesso nome e lo psoas, e abbrac-
e l’aorta, s’avvanza, da ciaschedun lato della ciando, a sinistra, la S del colon, per mezzo
vertebrale colonna, davanti la quale si rivol- del meso-colon iliaco, e a destra il cieco, e la
ge dall’ indietro all’ innanzi addossandosi
,
sua appendice, mediante il meso-cieco. Di
contro sé stesso per formare quella ripiegatura qui ascende all’ innanzi dietro il legamento
eh’ è conosciuta sotto il nome di mesenterio : del Falloppio, e forma, da ciascheduna parte,
a destra poi riveste il colon ascendente, e si due infossamenti, ai quali si è dato il nome di
diporta, d’ altro canto, alla steS'Sa guisa. E — fosse inguinali, distinte in interna ed ester-
rilevante il far considerare, che 1’ orifizio in- na, e separate, r una dall’altra, mediante la
terno del canale ombelicale non è sempre chiu- ripiegatura della membrana che sostiene l’ar-
so per modo che non possa dar passaggio a teria ombelicale. L’esterna è più larga, di fór-
una porzione di epiploon o ad un’ansa cl’ in- ma ordinariamente triangolare, e si scorge,
testino, e quindi dar luogo alla formazione di nel fondo del suo sacco rivolto in basso e al-
un’ernia ombelicale. Tali ernie si veggono l’ indentro, il peritoneo profondarsi un poco

intervenire, più di frequente, massime nei pri- nell’ interno orifizio del canale inguinale. —
mi mesi dell’esistenza del bambino. E noto Tappezzale posteriormente le fosse iliache, il

come siano sprovvedute di sacco, erniario. peritoneo ascende tosto per farsi continuo ai

Porzione ipogastrica. —
peritoneo Il meso-colon lombari.
discende dall’ ombelico verso il pube, € co- Porzione epigastrica. —
La prendeie-
pre T uraco e le due arterie ombelicali, che lo mo successivamente considerazione
in a de-
sollevano un poco, di guisa che forma esso tre stra e a sinistra. Dalla prima banda, il pe-
ripiegature protuberanti aU’indietro confuse ritoneo riveste una parte della faccia in teno-
all’anello, ma allontanate in basso. L’ una di re de! diaframma, si rivolge sul niargm^
3oo apparecchi della GENERAZìOA’E

poslerlore del fegaJo, formando una ripie- Apertura del TVinslow. Cavità di
gatura denominata il legamento coronano^ dietro agli epiploon. —
Oltre la magginr
tappezza tutta la superficiesuperiore di questo cavità, nella quale sono certamente le più

ulfimo organo, dividendolo in due parti ine- delle viscere addominali, il peritoneo forma
guali mediante un’ altra ripiegatura chia- un grande infossamento, una cavità profonda
,

mata il legamento sospensorio o la gran


,
che finisce con un fondo di sacco, e chiamasi
falce del peritoneo, la quale, attaccandosi su- la cavità di dietro agli epiploon. Comunica

periormente al diaframma, si prolunga in bas- questa, col gran sacco da noi descritto, me-
so con un’ altra ripiegatura denominala fal- diante un’ apertura triangolare del diametro
ce della vena ombelicale. Tale ripiegatura di un pollice, situata al dissotto del colio del- i

contiene infatti codesta vena nella sua spes.- la vescichetta biliare, sopra il meso-colon
sezza, e discende all’innanzi e a sinistra, fino trasverso, dietro lo stomaco- Tale apertura, <

air ombelico. —
Delle due lamine, costituenti chiamata V apertura del Wlnslow, venne pa- }

il cosi detto legamento sospensorio, una, 1’ ragonata giustamente all’ aracnoidea interna. 1

diretta a destra, si rivolge, per rivestire l’in- È formala, anteriormente e d’ alto in bas- |

ferior superficie del lobo sinistro, e forma, so, dall’epiploon gastro-epatico, dalla faccia i

presso il posterior margine di tale organo, li- potSprinre dello stomaco e dalle due lamine |

na ripiegatura chiamata legamento laterale della pagina anteriore' del grande epiploon : !

sinistro del fegato, eia lamina anteriore del- posteriormente e d’alto in basso è costituita i

r epiploon gastro-epatico, da tali parti si re- dalle due pagine superiori del meso-colon
ca alla superficie anteriore dello stomaco co- trasverso, dalla faccia superiore dell' arco de!
prendola interamente 1’ altra
: rivolta a de- colon, dalle due lamine della pagina posterlo- :

stra, si diporta alia stessa guisa, si rivolge re del grande omento. La lamina, che ha da- i

sotto la faccia concava del maggior lobo, si to formazione lamina anteriore dell’o-
alla

riunisce alle rimanenti parti del peritoneo, mento gastro-epatico, penetra nell’ apertura
lungo il margine acuto di quello, copre la ve- del Winslow, addossandovisi, e contenendo,
scichetta biliare, si formare il le-
ripiega per in questa ripiegatura, i condotti cistico, epa-
gamento laterale destro del fegato, poscia tico e coledoco, e vasi epatici, pilorici e
i

abbandona posteriormente la vescichetta, e coronari stomachici riveste la faccia poste-


; ;

scorre davanti il duodeno per recarsi, passan- riore de’ vasi che si recano al fegato e for~

;

do davanti a questo, sopra il colon. A si- ma la lama posteriore dell’ omento gastro-
nistra, la porzione epigastrica del peritoneo epatico poiché l’anteriore è un prolunga-
(

tappezza, per una estensione considerabile, mento di quella parie del peritoneo che hai.'
la faccia inferiore del diaframma, penetra poi vestita la superficie concava del fegato
) ,
fino alla colonna vertebrale, si rivolge, da tappezza la faccia posteriore dello stomaco,
questo punto, sui vasi splenici e la milza, ri- si riunisce alla lamina che riveste la faccia an -

coprendola interamente, eccetto che aH’indie- teriore di codesto viscere, discende con essa ij

tro, concorre a formare quella specie di lega- fino al margine inferiore grande omento, del
mento che si denomina la piccola^ ripiegatu- si rivolge ancora con questa, e ascende versi»

ra della milza, incontra di nuovo i vasi sple- il margine convesso dell’ arco del colon. Al-

nici presso la scissura di questo viscere, passa lora abbandona la lamina superiore del meso-
sulla parte anteriore ,
giunge alla tuberosità colon trasverso coprendolo, ascende davanti
dello stomaco, e si continua colla lamina an- il duodeno, le appendici del diaframma e la
teriore del grande epiploon. Ecco le due la- vena cava, e finalmente esce dall’ apertura
mine, delle quali abbiamo tenuto parola, che del Winslow, e finisce nel solco trasversale
'

sono da laolli autori chiamate omenti gastro- del fegato. — Tale è la disposizione del pe- <

splenici. — Nel mezzo, il peritoneo abban- ritoneo e la maniera come si diporta coi vari
dona il diaframma a livello della sua apertu- visceri addominaìi. Si è potuto osservare che ^

ra esofagea, e si porta sulla faccia anteriore non medesime corrispondenze con


tiene le
dello stomaco, e sui vasi gastro-epiploici, tutti. Quindi ricopre appena reni, il pan- i .

discende fino alla parte inleriore della cavità créas e il duodeno, che sono situati profon- i

addominale, si rivolge di basso in alto, ascen- daraente in pari modo passa appena sui
;
i

de fino all'arco del colon, riveste la faccia grossi vasi posti sulla colonna vertebrale, e i

inferiore di quest’ arco, si profonda sotto il in quella vece, ravvolge, d’ogni intorno, gli !

pancreas e il duodeno, formando la lamina organi voluminosissimi, salvo il luogo, dove i

inferiore del meso-colon trasverso, e va alfine penetrano i vasi.


a continuarsi con una delle lamine del me-
senterio. —Si è veduta tale porzione del pe-
ritoneo somministrare qualche volta un sac-
co alle ernie diaframmatiche molte volle fu
:

lacerata nei casi di rottura del diaframma.


DKr, PF.RITONt'.O 3u Î

fegato :
quindi, giunto alla faccia concava di
Articoio ìli. siffatto viscere, figurarselo prolungarsi, ad-
dossando le proprie lamine sui vasi pene-
DELLE RIPIEGATLRE DEL PERITONEO tranti siffatto organo, e continuarsi fino alla
piccola curvatura del ventricolo, di cui va a
Tutte le ripiegature, spettanti al perito- ricoprire le superfìcie posteriore ed anterio-
neo, sono formate da due lamine, delle quali re, oltre le quali costituisce alcune altre por-
le superticie aspre si attaccano 1’ una all’allra, zioni dell’epiploon, massimamente la porzio-
mentre le levigate sono libere e rivolte alTin- ne gastro-colica, o il grande epiploon. Tra le
fuori. —
Si dà il nome di mesenterio a quel- due lamine che lo costituiscono, si ritrovano
le comprese tra la lamina e il canale intesti- i condotti biliari, i vasi epatici, coronari, sto-
nale. Quelle più corte, ma più larghe che si matici e pilorici. E tale porzione dell’ epi-
trovano tra la lamina esterna e le altre parti, ploon, in generale, più sottile, e meno carica
come il fegato, lo stomaco, la milza e via di- di grasso e corrisponde, coll’ inferiore sua
;

scorrendo, ricevettero quello di legamenti superficie, al meso-colon trasverso e al lobo


del peritoneo stali da noi descritti in pro- dello Spigelio. La superiore sua superficie cor-
posito degli organi a cui si attaccano. — risponde alla superiore superficie del fegato ;
Quelli che si estendono d’ un viscere all’al- ed ha, pari essendo tutte le altre circostanze,
tro, si chiamano gli epìploon. Finalmente un’ estensione maggiore nel feto lo che di- :

appendici epiploiche si ilicono quelli che pende dal maggiore volume dell’organo epa-
fanno semplicemente protuberanza alla super- tico, e dalla direzione dello stomaco, situato
ficie di un viscere. allora meno trasversalmente, coll’ orifizio pi-
§. I. Deir
epiploon. Per lunga pez- lorico rivolto in basso, mentre che la maggio-
za, l’epiploon si credette composto da più re sua curvatura è più rivolta verso la parte
membrane, e più di uno tra gli anatomici, sinistra. —
La porzione gastro-splenica è un
tiene anche oggi che ne abbia tre o almeno altro prolungamento del peritoneo, esteso po-
due. Noi ci asterremo dall’ imitare un esem- steriormente tra la milza e lo stomaco, siccome
pio siffatto, persuasi quale siamo che tali o- ne indica il suo nome, situato obbliquamente
menti presentano in ogni punto ][a struttu- tra queste due viscere, attaccato, posterior-
ra medesima, che siano da per tutto conti- mente alla faccia concava della milza, e ante-
nui fra loro, e che a ragione gli antichi gli riormente allo stomaco partendo dall’orifizio
abbiano avuti in conto di una sola e mede- esofageo di questo, lungo la faccia posteriore
sima membrana, formata dami prolùngaraen- dal mentovalo viscere, fino dappresso alla sua
^ to del peritoneo, e destinata particolarmen- curvatura ed alla grossa sua estremità. Per
j
te al colon ed allo stomaco, che, nella disposi- formarla, il peritoneo si rivolge dalle pareti
zione di tali parti, trovano un mezzo di di- addominali, dopo aver ricoperta la milza ed
latazione per sè medesimi e di vincolo. — essere pervenuto a quel lato di siffatto viscere
I Tuttavolta, per meglio presentarne l’esposi- che corrisponde allo stomaco, poscia addossa
^
zione nel complesso loro, vi distingueremo le sue lamine e si prolunga fino a quest’ or-
t varie porzioni, che saranno da noi descritte gano stesso, diportandosi poi, rispetto al me-
3
successivamente e separatamente, l'ale poc- desimo, come fa la porzione gastro-epatica.
( zioni sono in numero di quattro.^ le quali, Tale porzione venne descritta, la prima volta,
I dalla situazione, derivano il nome di omenti dal Lieiitaud cjuindi questo celebre scrittore
:

gastro-epatico.^ gastro-splenico, gastro-co- aveva voce di aver scoperto un quarto epi-


j

ii iico e di appendici epiploiche. — Fa prima — ploon. Tra noi, il Chaussier ha rivolto il pri-
i; si estende, come ìndica il nome, dal fegato mo la considerazione a codesta porzione rile-
ii allo stomaco, e costituisce il piccolo omento vante del peritoneo.
' di certi anatomici è una membrana hifoglia-
: Epiploon gastro-colico Tale porzio-
. —
ta, estesa tra il fegato e Io stomaco, corrispon- ne è quella che dettò in ispeziale modo, i no-
) dente, col posteriore suo margine alla scissu- mi che vennero assegnali a codesta parte dei
I ra trasversale dell’ organo epatico e al collo peritoneo. Estesa fra lo stomaco e il colon,
1 della vescichetta, al fascio de’ vasi del fegato sembra ondeggiare sulla massa dell’ intestino
i e diaframma, dietro il legamento laterale
al che n’ è coperta. Siccome le alire porzioni,
i sinistro del fegato. Col posteriore suo margi- che vennero da noi disaminate, è (lessa un pro-
( ne, attaccasi a tutta la p'ccola curvatura dello lungamento del peritoneo egualmente bifoglia-
e stomaco, dall’inserzione dell’esofago a quella to, che prende il suo nascimento, nella parte
b del duodeno, e anche un poco a questo inte- superiore, della maggior curvatura dello sto-
i stino. Chi vuole comprenderne la forma- maco, prolungandosi più o meno all’ ingiù :
li zione, è mestieri rappresentarsi il peritoneo è libera e ondeggiante sulle circonvoluzioni
1 rivolgentesi in prima dopo aver tappezzata la del tenue intestino, e si rivolge sopra sè stes-
lì superficie interna delle pareti addominali, sul sa, per recarsi all’ insù e venire ad altaccarù
3()2 APPAKIiCCHÎ DfA .LA OKMLRAZIOJIK

alla convessità delr arco dei colon. — Non si composto di due lamine derivanti sul profim-
pelò capire P andamento grande epiploon
del gameuto della lamina del })eritoueo, che rico-
(
così lo chiamiamo ), fuorché immaginandosi pre la faccia dell’ inti'stino ha una lunghez-
;

che le due lamine, le quali servirono per for- za variabile, e contiene nella propria s[)essez-
mare le porzioni gastro-epatica e gastro-sple- za, i vasi colici (a cpaella guisa che il grande
nica, dopo essere pervenute allo stomaco, al- epiploon contiene le arterie gastro-epipiloi-
lontanandosi a fine di ricoprire le superficie che )
Mediante il soffiamento, si può perve-
.

anteriore e posteriore di tale organo, si uni- nire a slontanare le due lamine, e dimostrare
scono di bet nuovo, come sono giunte al di quindi l’esistenza di una cavità conica, la
là della sua maggior curvatura, per dar for- ,
quale non cornunic.i punto con quella molto
mazione a codesta porzione libera e ondeg- maggiore formata dalle due lamine compo-
giante ripiegandosi un’ altra volta
,
Supe- . nenti, in ogni parte, l’epiploon. Parecchi ana-
riormente, tali due lamine vanno ad attac- tomici, per altro, pensano che tale cavità si
carsi alla convessità dell’ arco del colon, si continui, superiormente, col margine destro
separano di nuovo in questo luogo, per com- del grande epiploon, e che talora si estenda
prendere l’intestino fra sé, e attaccarsi al- lungo a tutta la porzione trasversale del co-
quanto intimamente alla superficie di questo. lon per infino alla milza. Allora, in tale ulti-
Finalmente, facendosi aderenti di nuovo tra mo caso, è nascosta dietro la porzione gastro-
loro, dietro il medesimo, per formare il meso- colica.
colon trasverso, vanno ad attaccarsi alle par- Appendice gastrica,, E questa un
ti vicine delle regioni lombari, al dorso, nuovo prolungamento, eh’ esiste alia faccia
sotto il diaframma. ——
Gli antichi non de- esterna e un poco posteriore dello stomaco,
scrissero che questa sola parte gastro-coli- verso la sua grossa estremità. Ha forma trian-
ca, la cui lunghezza è variabile; cortissima golare, ed è formata dal peritoneo, il quale, a
nel feto, in cui avanza a mala pena il colon, questo luogo, oltrepassa P organo stesso, e
è già maggiore nel bambino, e ancora più sembra formargli come una frangia. Final- —
nell’adulto: d’ordinario non estendesi che mente alcuni prolungamenti analoghi, ma ca-
un poco al disotto dell’ombelico; sovente richi d’ una maggior copia di grasso, e divisi
discende più in basso, coni’ è facile il persua- in listerelle, forniscono pure, a modo di fran-
dersi, nelle ernie sopra-pubiche ed inguina- gia, la superficie dei grossi intestini, massime
li. La sua forma è quasi quadrilatera un po- del cieco e delle tre prime porzioni del colon.
co più larga in alto che in basso. La super- Si chiamano appendici epiploiche adipose.
ficie anteriore della medesima è contigua aU Considerabile è il loro numero, ma indeter-
le pareli addominali la posteriore alle cir-
; minato e, in certe circostanze, si veggono
:

convoluzioni del digiuno e dell’ileo. Il suo irregolarmente disperse, mentre che, in altre,
margine posteriore è diviso in due porzio- si trovano situate le une daccanto le altre ;

ni 1’ una corrispondente allo stomaco e i’ al-


;
nell’uno e nell’altro caso isolate, ovvero con-
tra al colon. L’ inferiore è libera e ondeggian- tinue colle loro aderenti estremità. E notabi-
te sopra la massa intestinale. 1 suoi margi- le che le appendici adipose esistono sopra i
ìii,che possono dividersi iu destro e in sini- bernoeoli dell’intestino, e assai di rado sulle
stro, sono pur liberi; quantunque, per vero branche formate dalle fibre longitudinali del-
dire, il primo si trovi congiunto, un poco in la tonaca carnosa. —
Si deggiono considera-
appendice collica, e il secondo con
alto, coll’ re come tanti piccoli londi di sacco formati
coda del pancreas, lungo la scis-
la così delta dal peritoneo il quale ricopre quella parte
,

sura della milza. Il sinistro è un poco più del condotto intestinale sopra cui (pielle si
esteso ; ma questo dipende verosimilmente trovano. Sono, come dicemmo, riempiute ge-
dall’ inclinazione, verso questo , lato, della neralmente di adipe, e da questo lato, parte-
maggior curvatura dello stomaco, donde la cipano all’ aggravamento che può sostenere
frequenza maggiore dell’ ernia epiploica a tutto tessuto cellulare dell’ addomine.
il

destra di quello che a sinistra. ÏL Dei mesenteri. —


Di tutte le parti
Appendici epiploiche. Così si chia- componenti il condotto intestinale, il duode-
mano prolungamenti formali dal peritoneo
i no e la terminazione «lei retto sotto attaccate,
oltre il margine degl’ intestini che ricopre. d’ un modo invariabile a Ile pareti addominali.
Sono queste in numero di tre 1’ appendice : Ciò che rimane, al contrario, è ritenuto da
colica, l’ appendice gastrica, e le numerose vincoli, più o meno lassi, ai quali si è ilato
appendici adipose del colon. —
L’ appendice il nome di mesenteri, vere ripiegature del
colica, o come la chiamano molti anatomici, peritoneo, destinate a mantenere nella loro
Vepiploon colico, cuna ripiegatura membra- rispettiva situazione le differenti porzioni del-
nosa che trovasi lungo la porzione ascenden- l’ infestino tenne, siccome quelle de’ grassi.

te del colon fino alla sua riunione colla por- La loro descrizione non ci parve mai sì tacile,
zione trasversa dell’intestino medesimo. E come si costuma generalmente di credere. .
DKL PERITONEO 3o3
E noto che ninna linea di separazione indica it trova mesenterio nella parte posteriore di tale
contine dell’intestino duodeno e del digiuno, intestino, eh’ è allora mantenuto in qualche
e si sa pure che, in questo luogo, quella por- guisa immobile , né si trova separato dalla
zione del peritoneo, che ha tappezzata la pare- parete posteriore addominale che mediante
te posteriore e destra dell’addoraine, a livello cellulare tessuto. In altri casi , per lo con-
della seconda vertebra lombare, ricopre ezian- trario , il colon partecipa alla mobilila dei
dio codesta v^ertebra, quindi abbandona, ver- tenui intestini, stante la disposizione tenuta
so V anteriore e sinistra sua parte, la parete dal peritoneo. Per altro conviene dire che
addominale cui trovavasi unita per mezzo del allora quella ripiegatura del colou, cui si dà
tessuto cellulare. La si scorge quindi portarsi il nome di meso-colon destro,, presenta mi-

all’ innanzi, e incurvarsi, a una maggiore o nore estensione che quella del diguno e del-
minore distanza, sulla regione posteriore del l’ ileo. Comunque sia, quando esiste il meso-
digiuno, del quale forma la membrana ester- colon destro, estendesi daU’estremilà deU’ul-
na qui la circonda in quasi tutta l’estensione
;
tima costa, e verso la regione del fegato, al
della sua superlicle,e poscia ritorna molto dap- muscolo iliaco interno dello stesso lato coa- ;

presso al punto in cui aveva cominciato a rico- linna, mediante la destra sua lamina , con
i
prirlo, quindi l’abbandona di nuovo, si addos- quella porzione del peritoneo che tappezza
sa alla prima lamina, e dà così nascimento ad la parte posteriore e destra dell’ addomine,
uno spazio Iriaqgolare, due lati del quale so- e mediante la sinistra, con quella ohe riscon-
no rappresentati dalle lamine peritoneali, e il trasi, anteriormente alle tre ultime vertebre
terzo dalla membrana muscolare dell’ intesti- lombari. —
Si ritrova alcuna volta, verso il
no. Dopo aver percorso tutta l’estensione del- mezzo e al lato esterno del colon ascendente,
la prima lamina, si applica sopra la posterio- una ripiegatura triangolare che si denomina
re e sinistra parete dell’addomine per tappez- impropriamente il /eg•a/7^e/^^o destro del co-
zare poi altri punti della mentovata cavità. — lon, Dopo ricoperta la porzione ascendente
Una disposizione perfettamente analoga si ri- del colon, il peritoneo segue quest'intestino
scontra in quella parie della parete posteriore nella sua porzione trasversale ; vi forma una
dell’ addomine che formerebbe una linea , la doppiatura, la cui esistenza riesce costante e
1
quale si supponga dipartirsi dal lato sini- che denomiuossi meso-colon traverso, INoii
i stro della seconda vertebra lombare, e pro- è questo che la continuazione dei meso-co-
lungarsi verso la fossa iliaca destra. In tale lon destro inclinato a sinistra e in una po-
maniera diportasi il peritoneo per dar origi- sizione particolare. Si estende per tutta quan-
ne mesenterio propriamente detto cioè
ai ,
ta la lunghezza dell’arco del colou, ed è po-
al laccio che abbraccia totalmente il digiuno sto davanti il duodeno ed il pancreas, ohe so-
e l'ileo. Ha forma irregolare; stretta alle estre- no ambidue compresi traile due sue lamine,
mità, della larghezza di otto in dieci pollici r una delle quali, superiore, si continua con
nel suo mezzo. Le sue corrispondenze sono, quella porzione del peritoneo che tappezza, la
a sinistra, coi colon discendente , col colon parete posteriore e superiore dell’ addomine.
iliaco e col meso-colon di tali intestini; a de- A destra, s’ unisce al prolungamento che ri-
stra, col colon lombare destro e colla ripiega- veste la vena cava e il rene della medesima
tura peritoneale. —
E rilevante l’osservare che parte; nel mezzo, da quello che tappezza il
nella tossa iliaca destra, la disposizione del pe- pancreas e il duodeno, e a sinistra al così det-
ritoneo, nel punto che l’ileo si unisce al cieco, to legamento della milza. —
Più forte che
non è perfettamente la stessa. Imperciocché tro- l’anzidetta, la lamina inferiore è soltanto la
vasi il cieco, per così dire, attaccato nel luogo continuazione di quella porzione del perito-
in cui è posto, lo che dipende dal considerabii- neo, che trovasi davanti le vertebre lombari,
mente restringersi che fa la porzione del peri- e che abbiamo veduto formare il mesenterio
toneo contìnua alla lamina destra del mesente- ed il meso-colon destro. II meso-colon

rio. Del rimanente, essa ricopre il cieco, e trasverso ha forma quasi semi-circolare, più
manda, all’appendice vermicolare, un ripiega- larga nel mezzo di quello che sui lati, dove
tura di triangolare figura, la cui estensione è r intestino s’ accosta di più alla parete po-
proporzionala alio sviluppo deli’ appendice steriore ueìì fiddomine. Tutlavolla la differen-
jnedeslma. Sec<ìndo il sig. Cloquet, quando za, slante la protuberanza delle vertebre, non
il peritoneo ha tappezzato quasi perfettamente e poi si grande come saremmo indotti a cre-

J

jI cieco, si rivolge per dar formazione ad uu dere. il peritoneo non copre perfettamen-

meso-cieco. Tali casi sono rari, e quasi sem- te colon nella sua parte anteriore le due
il :

I pre il peritoneo non produce, in questo luo- laiuine dei mesenterio, che s’ eraxio separate
f go, mesenterio. —
11 peritoneo non piresenta per loraiare la sua tonaca esterna, si allontana-
sempre le medesime disposizioni nelle pro- no di bel nuovo per formare, il grande epiploo-
prie attinenze colla porzione ascendente del ne. II meso-colon trasverso si fa continuo ,
8
d coloa. Quindi, in certe circustanze, non si per questo modo, a tale proIü^Jgameiito peri-
1

I
D04 APrARbCCHl DELLA GENER AZIO J?E

toneale mediante ia membiana esterna dei costituenti il meso-rettoderivano ambedue


eolon, e rappresenta una spezie di tramezzo dalla membrana penetrata
sierosa, la quale,
mobile, tra la regione epigastrica e F ombe- nel bacino, dà origine ai lega menti posteriori
licale, che divide, a cosi esprimerei , 1 addo- ’ della vescica nell’uomo, e ai legamenti larghi
mine in due cavità delie quali la superiore
: della matrice nella donna. —A tale disposi-
contiene lo stomaco, di fegato e ia milza; l’in- zione della membrana sierosa voglionsi attri-
feriore gl’ intestini tenui, una gran parte dei buire icangiamenti che avvengono nella po-
grossi intestini, e via discorrendo. Superior- sizione del meso-retto, quando si dilatino
mente corrisponde alla cavità di dietro del r utero o la vescica. È noto infatti che quan-
peritoneo, al fegato, allo stomaco e alla mil- do F uno o l’altro di codesti <lae organi si
za inferiormente, per lo contrario, si trova
;
trovino distesi notabilmente, il peritoneo sol-
in corrispondenza col mesenterio propria- levato dai medesimi abbandona per così
,

mente detto e colle circonvoluzioni del di- dire, il retto, e svanisce il stm mesenterio, o
giuno e dell’ileo. —li peritoneo, mentre che almeno diminuisce d’ assai. —Se dopo aver !

si inclina all’ ingiù e a sinistra, s’ incurva col per tal modo noveralo e descritto ciaschedu-
colon, ma il modo onde si diporta, quando è no dei mesenteri in particolare si getti uno i

giunto al colon lombare sinistro, non è punto sguardo generale sulla mutua loro distribu- 1

costante. Ora quest’ ultimo si attacca alquanto zione, si discerne che il centro, dal quale si 1

solidamente alla parete addominale corrispon- dipartono i diversi prolungamenti che lo co- 1

dente, e allora si osserva talvolta, nel suo siiluiscono, è formato da quella porzione del 1

mezzo, verso l’esterno suo lato, una ripie- peritoneo, che occupa la parte media e de-
gatura triangolare, la estensione della quale sira della regione lombare, donde F anzidetla !

è poco notevole e che dicesi il legamento sini- porzione centrale somministra, i.^la lamina
stro del coloni ora, al contrario, presenta destra del mesenterio propriamente detto; 2.®
un’ opposta disposizione, e forma un» spe- la lamina superiore del meso-cieco 3 .® la la-
;

zie di mesenterio le due lamine del quale si mina sinistra del rneso-colon destro; 4° la la- i

continuano, la sinistra col peritoneo, nell’at- mina inferiore del raeso-colon trasverso. Le 1

to che tale meinbrana va a tappezzare il jnu- lamine poi costituenti la lama sinistra del me- •

scolo psoas e il rene sinistro la destra collo


;
senterio, le destre del meso-colon lombare ì

stesso peritoneo mentre che passa sulla parte sinistro, e quella del meso-colon iliaco, e il
sinistra delle vertebre lombari, dopo che ha meso-retto, sono formate da quella porzione
«lato origine al mesenterio. —Il peritoneo di tale membrana chetrovasi verso il lato si- t
j

forma quindi il meso-coLon iliaco^ la cui e- nistro della parte inferiore della colonna ver- 1

sisteaza è costante, ma variabile l’estensione: tebrale ; donde segue che se per avventura, ss
il medesimo è stretto alle eslrernilà, largo alla sviluppasse un tumore verso centro dei prò-
il 1

parte media, e continuo ora col meso-coìon lungamenti che costituiscono codesti rnesen- ;

Lombare sinistro, ora, invece fìniscein pun- Ieri, sarebbero questi sollevali quasi tutti ad

i

t;i nella parte superiore; del rimanente n’ è un tempo, e confusi gli uni cogli altri. Ï

perlelta la somiglianza con altre ripiegature mesenteri sono quasi tutti più estesi verso il il

dello stesso genere Si attacca, d’ allo in bas- margine corrispondente agl’intestini, che verso r

so e da sinistra a destra, alla colonna verte- quello che a ttaccasi alle addominali pareti. Del ;l

brale ed è situalo molto obbliquaraente, e


: che possiamo in ispezie persuaderci gittando j

inoltre molto lassamente. Le due lamine, on- gli sguardi sul mesenterio propriamente det-
d’ è composto, si diportano in modo diverso: to. Infatti il posteriore suo margine presenta |

la destra si continua alla membrana comune appena, in lunghezza, alcuni pollici, mentre t

che cuopre anteriormente F articolazione sa- che l’anteriore, secondo lo Soemmering, pre- j

cro-vertebrale, ia sinistra, invece, deriva da senta un’estensione di venti piedi, quando lo |

quella che tappezza la fossa iliaca sinistra, lo si misuri coll’intestino, e solo qnattordici |

psoas e i vasi iliaci dello stesso lato. Talvolta quando separatamente. Appunto a siffatta e- j

n’ è tanto considerabile F estensione, che può stensione molto maggiore all’innanzi e all’in-
|

ripiegarsi parecchie volte sopra sè stessa , e dietro deve tale ripiegatura la propria forma» |

permettere all’ inleslino di ascendere fimo al È noto, che il Gavard la paragonava ad un I;

di sopra dell’ombelico. —
Linalmenle il pe- pezzo semi-circolare di pelle di camoscio, la p
ritoneo si prolunga sull’ esterna superficie del cui parte convessa fosse stata gagliardamente i'

retto, e forma posteriormente il meso-retto ^ stirata; e che altri F hanno paragonata ad 4 ^

Fesislenza del quale è costante, sebbene non un manicchino. Infatti è quasi retto il poste- >

estendasi a tutto quanto l’inlesiino, del qua- riore suo margine, mentre che l’anteriore of- t

le non ticuopre infatti che la metà superiore; fre varie ripiegature ondulatorie, che solo si j

ha questo la forma triangolare colla punta al- osservano nel terzo anteriore della larghezza j'

Fingiù, e la maggior lunghezza verso funio- del mesenterio: quindi appunto in questo luo- j-

ne sua col nieso- colon iliaco. Le due lamine go il prolungamento peritoneale acquista una i
DEL FETO E DELLE SUE DIPENDENZE 3o5
jDaggìore estensione. —
Finalmente rileva in- contribuire alla dilatazione dello stomaco e
tlicare, nel mesenterio, un altra disposizione: del colon, dappoiché altro non sono, che im
vogliamo dire due intervalli triangolari che
i prolungamento della tonaca esterna di cia-
presentano, Tuno verso il margine corrispon- cheduno tra codesti organi. Osservasi, invero,
dente all’ addomine, F altro verso quello che che r uno e l’altro sono soggetti ad alcune
corrisponde agl’ intestini. Ci siamo dall sol- dilatazioni, che risultano dall’ esercizio stesso
lecitudine di far notare codesta disposizione delle funzioni alle quali sono destinati. Si è
parlando del margine anteriore del mesente- pensato, e forse con non minore ragione, che
rio de’ tenui intestini ma dobbiamo aggiun-
;
servissero a sostenere e a legare questi mede-
gere che si trova pure in tutti gli altri. Quin- simi organi : ciò almeno sembra evidente ri-
di le lamine del peritoneo, slontanandosi aì- spetto alle porzioni epato-gastrica e spleno-
l’indietro, formano un intervallo affatto si- gastrica. ——
- M.-i non è forse così vero, che

mile a quello cui danno origine ali’ innanzi. servano a derivare dallo stomaco il sangue
— triangolo rappresentato da questo inter-
11 durante la vacuità del medesimo: nulla di me-
vallo è costituito dalle due lamine di ciasche- no, è impossibile il pensare alla distribuzione
dun mesenterio punto corrispondente
e dal delle arterie epiploicbe destra e sinistra le
'
deir addoraine. In tali due spazi si trova del quali, dopo aver formata una spezie di cin-
i tessuto cellulare considerato a torto come una tura alla maggior curvatura dello stomaco,
I
membrana propria del mesenterio da War- mandano molte branche ali’ epiploon, e van-
[
thon. Del resto si prolunga esso tra le due no a comunicare colla mesenterica per mezzo
1
lamine del peritoneo, le unisce, quindi cir- delle coliche superiori, senz’ammettere che la
;
conda e protegge i vasi che le traversano. natura, disponendo per siffatta guisa codesti
Osservazioni intorno le funzioni degli vasi, non abbia avuto per iscopo di rendere

i epiploon e de' mesenteri. - Molto è lungi più o meno dipendente Tona dall’altra la
; da noi il tempo in cui si disputava intorno la circolazione loro forse, come pensa il signor
:

) sensibilità de’ mesenteri nè alcuno pone og-


: Lacauchie, mio collega nell’ ospitale militare,
gidì più in dubbio l’ insensibilità di codeste tale comunicazione non ha che fare che colle
j

] ripiegature del peritoneo. Le loro funzioni funzioni del grasso intestino il quale, median-

]
per tanto non sono meno importanti. Infatti te le sue anastomosi, riceverà pure, nell’eser-
servono esse non solo a ritenere i visceri a cui
j
citare le proprie funzioni, una quantità mag-
(spettano; ma oltre a ciò, la debole unione, giore di sangue arterioso. Si può mai ragio-
onde sono legati ai medesimi, permettono a nevolmente credere che il grasso, ond’è riem-
^ codesti organi alcuni movimenti svariati che piuto il grande omento, serva a mantenere,
n sembrano dei più utili all’ esercizio delle loro nello stomaco e negl’ intestini, un moderato
/ funzioni. Gli intestini, irrorati come sono calore? Tale sentenza, appoggiata sull’ana-
; continuamente da una sierosità più o meno tomia comparativa che mostra una soprab-
[
abbondevole, possono, stante codesta felice bnn danza di grasso negli epiploon degli ani-
disposizione, facilmente scorrere gli uni sopra mali che vernano, e sopra un’ osservazione
!
gli altri. -- Non è d’ altra parte, dubbio, che di Galeno che riferisce d’ un gladiatore, al
\
non oppongano possentemente alle invagi-
s’ quale essendo stata portata via una porzione
j: nazioni; e che non agevolino le dilatazioni d’ omento, rimase, per tutto il corso della

h delle parli alle qualisi attaccano dilatazione : vita, soggetto alle indigestioni, e ad una sen-

J che sarebbe tornata estremamente difficile, sazione continua di freddo in questa parte ;
>
perchè io non dica impossibile, se tali orga- tale sentenza, diceva, non è oggidì ammes-
ni, invece eh’ essere rivestiti dal peritoneo, sa da niua fisiologo. Ce la passiamo, a
fossero stati involti da una membrana poco lìeila posta , sopra quella di alcuni , al cui

!
i

estendibile. — Conviene aggiungere che le parere l’ epìploon serve spezialmente a for-


! arterie, che loro trasmettono il sangue, vi mare la linfa mediante il liquido sieroso e
ii
sono distribuite dai mesenteri. E non vi reca- r adipe eh’ esala ; siccome quella di altri che
ii no forse, per mezzo di essi, al canale toraci- gli attribuirono T uso di somministrare, col

ti co vasi destinati a portare, le molecole nutri-


i tessuto adiposo abbondante che contiene, il
ci live che deggiouo rintegrare le perdite del- Carbonio e 1’ idrogeno al sangue della vena
'

r economia ? trovano finalmente si-


Non si porta, a fine di rendere codesto liquido più
I Inalc tra le loro lamine molte glandole, no- atto alla formazione della bile. — Terminere-
! minate glandole mesenteriche, le quali ven- mo considerazioni coll’ osservare ciò
siffatte

gono attraversate dai vasi appellati chiliferi ? ohe asserirono alcuni fisiologi rispetto al-
Le funzioni poi attribuite agli epiploon, r influenza ch’esercita il peritoneo nell’ eco-
<: sono assai meno conosciute c qui gli autori ;
nomia, che è, a loro credere, accessoria tal- :

}
discordano circa l’azione da attribuirsi a sif- ché dovrebbesi, in qualche modo, tenere, co-
j. fatte ripiegature peritoneali. Alcuni hanno me un vestigio di quello sì ampio che trovasi
! dello (lo che è probabile) che deggiono essi nei quadrupedi ma, posto anche questo, ci
:

! Elicici. Med. T. IL
3o6 APPARECCHI DELLA GENERAZIONE

rimarrebbe il'dèbito d’indicare a quale fun- dall’ essere diseomparsa la prominenza pro-
zione sia pur destinato negli animali. dotta, per manzi, dai vasi ombelicali, e la ge-
I

latina del Warthon, ed eziandio dalla grande


Articolo IF. legge patologica, per la quale tutte le cicatrici
cutanee sono accompagnate da uno stringi- .

SVILUPPO DEL PERITONEO mento più o meno considerabile. Si for- 1

mano, a poco a poco, tra l’anello ombelicale e j

Egli è noto che, nei primi periodi del- il peritoneo, alcune aderenze
;
che esistono
V esistenza, la cavità addominale presenta fra il tessuto cellulare e la pelle che le rico-
im’ ampia estensione considerabile in con- pre. Inoltre la membrana sierosa forma, nel !

fronto del petto. Si osservi, in che fino


fatti, feto, un altro prolungamento a modo di fon-
j

al terzo mese della gravidanza, s’estende la do diverticolo del TSuchio^ che s’e-
di sacco, il j

medesima per mezzo di un prolungamento, stende attraverso il canale inguinale e 1’ anel- |

la cui lunghezza e larghezza sono in ragione lo dello stesso nome. E codesto prolungameli- •

diretta della poco inoltrata età dell’ essere to in relazione allo sviluppo, nell’ uomo, del 1

novello. Questo prolungamento contiene por- testicolo ; molto più stretto e più corto nella 1

zione del canale intestinale, coi vasi ombeli- donna, in cui sovente si smarrisce innanzi il I

cali ed onfalo-mesenterici, nella guaina ombe- terminare dell’ ultimo mese della gravidanza. j

licale formata dalla membrana interna del- Al secondo mese apparisce il grande epi- j

r uovo talché codesta guaina ne fa veramen-


:
ploon ; ma, fino al quarto mese, non forma i

te parte. La cavità anteriore è tappezzata da questo che un semplice prolungamento della i

un prolungamento del peritoneo che pur si tonaca peritoneale dello stomaco, che non ha
rivolge sui visceri che contiene. —
Nel terzo ancora niuna connessione col colon trasverso.
j

mese, la parete anteriore si estende già sul- Le appendici epiploiclie si veggono comparire j
'

r apertura che corrisponde ali’ ombelico, e al quinto mese.

che dà passaggio ai vasi ombelicali e all’ uraco, I

senza però somministrare un prolungamento EMBRIOLOGIA


che si profondi nel cordone. Non esiste i

dapprima ninna differenza ben manifesta tra CONSIDERAZIONI GENERALI j

i legamenti generali e la guaina ombelicale ;


I

ma tale differenza si va rendendo più discer- Esaminata nelle spezie le più prossime (

nibile a misura che avanza lo sviluppo della all’ uomo, riproduzione presenta un parti-
la -j

pelle. In pari guisa, ne risulta che, nel feto a colare carattere che serve anch’ esso a diffe- \

termine, la radice del cordone ombelicale sia renziarle dalla nostra, e ad istabilire così una
circondata da un prolungamento cutaneo ci- nuova linea di separazione tra noi e gli ani-
lindrico, lungo quattro linee all’ incirca, d’or- mali. Infatti uomo,
solo tra gli esseri creati,
1’

dinario più discernibile della guaina ombe- è dotato della facoltà di compiere, ad ogni
licale nel lato destro, di quello che nel si- istante, 1’ atto della generazione, e di soddis-
nistro (
Soemmering, Weber, Nabelbruche ; fare così ad uno de’ più vivi piaceri che sia gli
Fiancfoii, i8ii, pagina 17 ), la cui superfi- possibile mai di provare. Gli animali, per lo
cieinterna è rafforzata da alcune fibre della contrario, non ricercano l’unione dei sessi
linea bianca. L’anello ombelicale possédé tan- che in un certo periodo della loro esistenza,
ta maggior larghezza quanto più giovane è nè si accoppiano che a lunghi intervalli, e a 1

l’embrione; resi ringesi esso quindi insensi- determinate epoche solo allora il bisogno che
:

bilmente, e nel feto a termine circonda con provano, è sì urgente, da essere quasi sempre
esattezza i vasi belicali. Un tessuto cellulare seguito dalla fecondazione. Nella spezie urna- “

solido unisce la sua parte inferiore all’ arteria na, al contrago, non essendo giammai l’unio-
ombelicale; quello all’opposto che unisce la ne sessuale, fuori i casi eccezionali, da impe- -

superiore colla vena ombelicale si mostra as- rioso sentimento comandata, meno energica «

sai più lasso. Varie fibre lendinose robustissi- ne riesce la facoltà generatrice, e rado avvie-
me circondano già l’ anello ombelicale nel ne che gli accoppiamenti sieno costantemente
momento della nascita, mentre che nella linea fecondi. Comunque sia, al ravvicinarsi i due t

bianca se ne rinvengono soltanto di debolissi- verga si gonfia e si erige per lo ac-


sessi, la -

me, poco visibili, ed in proporzione più strette cumularsi del sangue nelle cellule dei corpi i

e più corte. La porzione poi del cordone cavernosi e nelle maglie del tessuto spugnoso
clic, dopo rimane in comunicazione
la nascita, dell’ uretrae, appunto in tale stato di tur-
;

coi corpo del bambino, è noto die muore per geiiza, pene viene introdotto nella vagina,
il ,

tutto lo spazio eh’ è coperto dalla guaina om- Per lo contatto di queste due parti, si fa seu-
belicale. Si forma poi, nel luogo dell’ orlo ci- tire una sensazione voluttuosa, e lo sperma è
hudrico, una cicatrice, infossata, che dicesi slanciato verso l’orifizio della matrice, la qua-
tìiìibtlico^ la depressione della quale deriva le, per (pianto si dice, apresi hi parte a fin di ^
BEL FETO E BELLE STJE DIPENDENZE 3o^

ì:ìcevei e 11 seme durante 1’ atto del coito. Del tre, e pi’esentavauna soluzione di continuità
rimanente è noto che il liquore prolifico non della quale sanguinavano ancora le labbra,
esce giammai puro, ma sempre commisto
al poscia, quando si mette 1’ infiammazione nel-
muco derivante dalle glaiidole del Gowper, e le lacere pareti di questa piccola borsa, se
a quello somministrato dalle glandole mucose ne levano a principio alcuni bottoni carnosi,
dell'’ uretra. Avevano supposto alcuni autori, che si avvizziscono poi, sì che ne nasce quel-
che, nella matrice, non penetrasse punto lo la piccola cicatrice di che parliamo. Dietro
sperma, ma che si levasse da questo licpiore un le osservazioni dell’ Haigton [Philos, trans.
vapore particolare, un’ aurea seminalis^ la 1797) e dell’ Home, e’parrebbe che la forma-
quale portando la propria azione sull’ ovaia, zione del piccolo uovo fosse il prodotto di un
cagionasse il concepimento. Tale opinione an- processo tutto proprio airovaja indipenden-
tica, stata combattuta sì vittoriosamente dallo te affatto dall’ influenza dello sperma talché :

Spallanzani (Esperienze sopra la generazio- nelle femmine degli animali, nell’ epoca degli
ne venne riprodotta di nuovo, in questi ul- amori, e nella donna, ad alcune indeterminate
timi tempi ( Annali delle scienze naturali^ epoche, si formassero alcune vescichette, pre-
tom. II, 1828 dai signori Prévost e Dumas, parate antecipataraente per le fecondazioni
ma è generalmente rifiutata. Oggidì, con più future, pronte a lasciar sfuggire da sé l’ovicino
ragione, si crede che il seme penetri nella ma- che rinchiudono secondo che sono più inoltra-
trice, ov’ è ben facile il rinvenirlo nelle fem- te o meno, verso una specie di maturità.
mine animali sacrificate subito dopo
degli di, l’Haigton, ad esempio del Nuck, avendf^le-
1’ accoppiamento lo stesso Ruischio 1’ ha ri-
: gata e tagliata una delle trombe, a fine d’impe-
trovato nell’ utero d’ una donna estinta poco dire la fecondazione, ha pur trovato nell’ovaia,
dopo il coito. Quanto poi a ciò che più tardi isolata per mezzo della legatura, alcune ve-
interviene, ignorasi se il liquore seminale ri- scichette o corpi gialli solamente non pre-
:

mangasi tutto quanto, o solo in parte, nella sentavano le medesime niun sentore di lace-
cavità dell’ utero, ovvero se tutto si porti nel- razione. 11 corpo giallo non dileguasi che a
1’ ovaia : solo è noto che la fecondazione av- poco a poco ed è tuttavia apparentissimo
:

viene in c[uest’ ultima, siccome ce ne assicu- alla metà della gravidanza. —


Solo dunque
rano le graviflanze tubarie e le estra-ute- in capo a molti giorni di coito fecondante av-
rine, e le esperienze intraprese in questo viene che l’ovicino pervenga alla matrice:
i argomento. cangiamenti che intervengono
1 giunto nella cavità dell’ utero vi si attacca
ì nell’ ovaja subito dopo la fecondazione, fu ad uno de’punti corrispondenti, il quale cor-
3 cagione di alcune questioni fra gli autori i : risponde, quasi sempre all’ inserzione della
I quali niente di meno generalmente s’ accor- placenta. A tale epoca, l’ utero non ha soste-
dano nell’ ammettere che nelle prime ore che nuto ancora mutazioni nella propria testura:
I

seguono fecondazione, 1’ una delle ovaje


la è ancora ristretto e contratto sopra sé stesso,
entri in azione, ed in capo ad alcun tempo non però al puntochesi trovi immediatamen-
j divenga più grossa e presenti una vescichet- te applicato sull’uovo, eh’ è involto da ogni

la come infiammata, che si disecca durante la parte, da un tessuto fioccoso e vascolare, fuor
j

gravidanza di maniera che, verso il termine che nel luogo ove si attacca alle pareti della
di questa, non esiste più che una piccolissima matrice. Si è detto che, nei primi giorni del-
1

ij cicatrice nel luogo stato da essa occupato. — la gravidanza, il collo della matrice si allun-

Tale vescichetta sembra, da altro lato, servire ghi e faccia protuberanza nella vagina ma :

d’ involucro esteriore al piccolo uovo, nel questo è senza dubbio, una rappresentazione
; quale rinchiudesi il germe, e che si è lacerata della fantasia, anzi che un fatto statuito die-
affine di permetterne Tuscita. Al momento in tro una rigorosa osservazione.
i
cui interviene codesta rottura, il corpo che
fu gge dalla vescichetta, che prima era sospeso Articolo 1 .

all’ovaia, sene distacca poscia coraplutaraente


e il padiglione eh’ era rimasto applicato sopra BELLE MUTAZIONI CHE AVVENGONO NEGLI
l’ovaja, se ne impossessa. Finalmente la trom- ORGANI GENITALI DIETRO l’acGOPPIAMENXO
ha lo deposita, mediante un particolar mo- E LA CONCEZIONE

;1

vimento, nella matrice. La cicatrice poi la-


li

‘Î sciata dalla vescichetta, allorché si disecca, è §. I. Organi delV accoppiamento. — f

: conosciuta col nome di corpo giallo. Andiamo cangiamenti dell’apparecchio della genera-
Ij debitori all’ Haller di molte esperienze ri- zione non si ristringono a quelli che inter-
guardanti la natura della mentovata cicatrice. vengono nella matrice. Dietro T introduzio-
1 11 prelodato illustre fisiologo, esperimentando ne del pene nella vagina, l’ imene si trova di
:l trovò che in una capretta aperta alcuni ml- ordinario distrutto e i suoi rimasugli pro-
;

|i nuli dopo l’ accoppiamento, l’ima delle ovaie ducono (secondo i più anatomici) le carun-
0 offeriva una vescichetta più grande che le al- cole rairtiformi (
caruncolae myrtiformes j)
3o8 APPARECCHI DELLA GESERAZÎONE

{Fedi più sopra). Tuttavolta la lacerazione Ji dell’


r-n
orbano
^ in modo da chiudere la cavità'
codesta ripiega torà non è fenomeno costante, Tale sostanza somiglia molto , nel colore e
siccome abbiamo notare. -^iiüto nella consistenza, al sangue coagulato ed è :

Ovaja. --Abbiamo già accennali i can- unita più intimamente all’ utero, nella supe-
giamenti che intervengono in siffatti organi, riore sua parte dove presenta eziandio una
ma non abbiamo fatto, p^srcosì dire, che veni- maggiore grossezza : al contrario è sottile nel-
re indicando presenza
la del corpo giallo : la parte inferiore, dove meno intime sono le
quindi entriamo qui in alcuni ragguagli ana- sue aderenze coll’ utero, e talvolta pure non
tomici che non potrebbùno trovar luogo nel- esistono più ( J. Hunter med. Trans. fortJie
le considerazioni generali che abbiamo posto improçement of med. and chìr. Knowledge.,
in capo a tale capitolo/-Sviluppasi nell’ ovaia, voi. lì, pag. 63 L’ orifizio vaginale e il
).

come abbiamo dettoyun corpo particolare cui collo dell’ utero sono empiuti d’ una sostanza
si è dato il nome jfi corpo giallo è questo viscosa, attaccaticcia, che ha la massima ana-
iin tessuto molle, rotondalo, vascoìarissimo,
:

logìa colla gelatina. —


Se non che la matrice
composto di molti lobi, del volume all’incirca presenta i suoi maggiori cangiamenti nella
d’ una com’ è sulla
ciliegia, il quale, situato struttura sostenendo, durante la gravidanza,
:

superficie dell’ ovaia , rincbiude una cavità una distensione considerabile, la fibrosa sua
che s’ apre al di fuori. Secondo parecchi ana- tessitura si rende sempre più manifesta, e può
tomici, cotali corpi deriverebbero dalla meta- dirsi che solo quando quest’ organo aumenti
morfosi di una o più vescichette del Graaf, in volume, torna agevole il discernerla. Infatti
che passerebbe dallo stato di membrana sie- codesta fibrosa tessitura è allora sì patente,
rosa a quello di un organo glaiidoloso, e a- che alcuni anatomici pensarono formarsi le
cquisterebbe quindi , mediante una siffatta fibre durante codesto periodo dell’ esistenza.
trasformazione, la proprietà di somministra- — Si è domandato, se 1’ utero, mentre che si
re un liquido diverso dalla sierosità delie ve- lascia distendere dal prodotto della concezio-
scichette. Comunque sia, il fluido contenuto- ne, acquisti eziandio maggior massa, ovvero
vi è diverso da tulli quelli dell’ economia, ed rimangano le medesime. -
se le pareti — Tale
esercita un’ influenza potentissima nel feno- questione venne disciolta in parecchie guise.
meno della concezione. (
Si trovano, in Haller, le più delle opinioni
Trombe del alloppio F Poco dopo state dichiarate a cjuesto proposito. Elément.
la fecondazione, la tromba si applica sopra Fisiol. tom. Vili, p. 58 ) Alcuni hanno pre-
.

le ovaie , siccome abbiamo detto, in modo teso che le pareti di quest’ organo cresces-
che ne abbraccia una porzione più o meno sero in grossezza, altri, invece, lo hanno so-
considerabile col loro padiglione, e trasmette lennemente negato tenendo che si assotti-
di questa guisa l’ oviclno all’ utero. Tale rav- gliassero a nostro avviso, è al sommo pro-
:

vicinamento è d’altro canto, favorito da quel- babile che le pareti crescano , a principio
la porzione del gracile intestino, ch’è situata alcun poco, in grossezza nulladimeno tale :

nel piccolo bacino. Tale porzione infatti, po- accrescimento è poco notabile. Il signor Ronx
nendo in tensione i legamenti delle ovaie e i pensa che la grossezza ( nel luogo citât, pag.
legamenti larghi della matrice, serve di lega- 353 ) rimanga sempre, all’ incirca, la stessa.
me ai primi e applica le trombe alla loro su- Secondo il Meckel, tale grossezza, che sempre
perficie talché le avanzino un poco esterior- cresce nei prinii momenti della gravidanza,
mente {Aiitenrieth : weber die eigentliche diminuisce per lo contrario negli ultimi tem-
der in inern weihlichen Geschlechtstheile pi, a segno tale che, a quest’ epoca, la massa
dan: Reil Archiv» fur die Physiologie, torn. dell’ organo sarebbe notabilmente assottiglia-
VII, pag. 294 la. L’anatomico alemanno pretende di aver

.
)

Matrice. \ cangiamenti, che si osser- osservato che, nelle prime settimane dopo la
vano nell’ utero dopo un coito fecondatore, concezione, la grossezza delle interne pareti
avanzano con tanta rapidità, che, eziandio a- è di sei linee, mentreprincipiare del terzo,
al
vanti r apparbe il più piccolo seniore, nella sarebbe di cinque, di quattro al principio del
matrice, del novello essere, di già cotale or- quarto, indi successivamente minore, ma sen-
gano è un poco aggrandito nella superiore za regola costante, fino ad essere di due linee
sua parte la sostanza di esso è più molle, più
; e mezzo nel nono mese che sarebbe ca-
;
lo
lassa, più lamellosa ; gli strati, ond’ è com- gione di ima differenza notabile, dappoiché
posta, più agevoli a sceniersi i vasi più di- ; r utero, ritornato sopra sé stesso dopo il par-
latati nell’ interna sua superficie è la mede- ; to, ha d’ ordinario la grossezza di un pollice.
sima liscia, sommamente vascolare, e coper- — Il sistema vascolare della matrice acquista,
ta di anolti fiocchi delicatissimi ,
solo rico- durante la gravidanza, notevoli dimensioni,
noscibili al microscopio : oltre a ciò, è vesti- tali che i tronchi venosi uguagliano, quanto al
ta d’ una materia poltacea, ove si distribui- diametro, le vene ascellari le arterie parteci-
:

scono i vasi, la quale passa sopra il collo pano a questo grande sviluppo. Del resto, sì
BEI. FETO E DEELR SUE DIPENDENZE .jiqi

le line e sì le altre fllvengono tanto meno tor- ad acquistare, alla perfine quello che presenta
tuose quanto più s’ ingrandisce F utero. Il nello stato di vacuità. Forse è vero che la ma-
punto, in cui più considerabile è il loro svi- trice rimanga sempre un poco più grossa o
luppo, corrisponde a quello, nel quale il no- più molle che nella donna la quale non abbia
vello organismo si congiunge a quello della mai avuto figli nell’ età avanzata poi, divien.
;

madre, che vale un dire all’ inserzione della dura e diminuisce in modo considerabile. —
placenta. —
Le vene dilatate ricevettero il no- La vagina non conserva, durante la gravidan-
me di seni uterini. I quali seni non sono, come za, quella forma che altronde presenta, ma,
alcuni ostetrici asserirono, piccole cavità, del- comincia nel primo mese a farsi rotonda, e
le quali non esistano che i soli rudimenti fuor continua ad assumere codesta forma
j

;
però ;

dello stato della gravidanza, e che si sviluppi- ritorna alla sua prima ampiezza e forma dopo
no secondo che avanza lo sviluppo dell’ em- il parto per altro, avendo, le spesse volte, so-
:

brione : ma sono prodotti dalle dilatazioni stenute alcune più o meno profonde lacera-
delle vene serpeggianti la grossezza della ma- zioni, ne diviene che presenti un aspetto ine-
;
trice ;F Haller gli ha descritti benissimo col guale e scabro. Delle due labbra, le posteriori
nome di seni venosi ( sinus venosi ). Sembra- presentano più larghezza e grossezza e si ;

no questi provveduti d’ una membrana ch’al- applicano, con minor esattezza, F uno contro
tro non è, tranne la stessa parete di codeste F altro.
vene ;
poi
cpaelle speziedi protuberanze, che
sembrano dividergli, procedono dalle tortuo- SVILUPPO DEL FETO
sità, dai contorcimenti di codesti vasi che, di-
latandosi, conservarono la loro tortuosa di- Un velo impenetrabile nasconde F origi-
sposizione. —
La forma dell’ utero è suscetti- ne primitiva del novello organismo. 11 fluido
bile di cangiamenti molto più notabili ancora separato dal corpo giallo assume forse tosto
che tutti quelli che abbiamo descritti. Essen- una forma particolare, sicché, nella vescichet-
do tale corpo la parte che, durante quasi tut- ta, sia contenuto il primo sentore dell’ uovo ?
to il corso della gravidanza, più si sviluppa, ovvero tale trasformazione non avviene che
ne diviene che la sproporzione, esistente tra nella tromba o nella matrice? Non si possiede
esso ed il collo, riesca ogni giorno più consi- ninna positiva cognizione a questo proposito.
derabile tale sproporzione aumenta eziandio
; Egli è cèrto importante, che F esistenza della
quando il collo, com’ è negli ultimi tempi, gravidanza ovariche vuol far supporre che la
partecipi alla distensione , dappoiché questo metamorfosi, di cui parliamo, avvenga nell’o-
si stringe a misura che quello s’ allarga di : vaja ma, d’altro canto, non è lecito il con-
;

modo che la matrice è piuttosto ovale che pi- chiudere che quanto succede nelle gravidanze
riformi, massime in un’ epoca prossima al par- estra-uterine, avvenga pure quando la gravi-
to. — L’ utero acquista, nel tempo stesso, una danza si operi nello stato normale. Del rima-
notabile grossezza, dall’ innanzi all’ indietro, nente, comunque sia la cosa, sembra certo
a paragone di quella che possedeva per innan- che, innanzi F apparire del feto, si produca
zi: tultavolta rimane un poeo più largo che costantemente una vescichetta rolondata, com-
grosso. —
Quanto alla situazione la matrice, posta di molte membrane applicate le une so-
nei primi due mesi, si profonda un poco più pra le altre, e contenente diversi fluidi. Tale
nel bacino donde ne viene la facilità di por-
;
vescichetta è l’uovo propriamente detto, nella
tare, fino al suo orifizio, il dito introdotto in cavità del quale sviluppasi F embrione ed. :

vagina nel terzo mese comincia ad ascende-


: essa è che mette questo in attinenza coll’orga-
re, e allora muta la sua direzione, portando- nismo materno. Tale uovo si lacera d’ ordi-
sene il fondo più all’ innanzi, e più all’ indie- nario, all’ istante del parto, nella sua porzione
tro F orifizio. E
perchè siffatte mutazioni cre- inferiore: e siccome 1’ uscita del medesimo è
:
scono coll’ avanzare la gravidanza, ne riesce anteceduta da quella del bambino, così gli si
ogni di più malagevole il portare il dito sul dà il nome di secondina, di secondo scarico o
muso di tinca. La faccia anteriore della matri- sgombro, secundae^ secundina.
ce si trova, massime ne’mesi ultimi della gra-
vidanza, sta applicata contro la parete ante- Articolo I.
riore della cavità addominale ed allora spin-
;

ge il tenue intestino all’ insù, all’ indietro e INVOLUCRO DEL FETO


sui lati, essendo raro che tale intestino vada a
collocarsi fra la matrice e la parete anteriore Si dà, le più volte, il nome di uovo al
del basso-ventre.— Avvenuto il parto, si vede complesso degl’ involucri formanli un sacco
F utero restringersi sopra sé stesso, e le sue membranoso ov’ è contenuto il feto. Poche
I pareti presentare, in capo ad alcuni giorni, parti sono state, più che questa, studiate dap- ;

una grossezza maggiore d’ un pollice quindi :


poiché Galeno, Vesaiio, .Falloppio, Hunter,
I
diminuisce successivamente in volume, fino Wrisberg, Rrummacher, Lobstein, Meckel ed
3îO Ain’ABKCCÏÎt r'-r.LLA GENEKAZîOTvR

altri, e più di recente signori Dulrochet,


i talesentenza, e erede che la membrana sia Ìn-«
Breschet e Velpeau ne hanno tatto successiva- teramente priva di vasi, e che possa essere
mente r oggetto delle loro indagini. Godesti paragonata alle false membrane. Velpeau, 0 -
involucri non presentano la medesima dispo- oologia umana, in gran foglio, p. 6). -Tale —
sizione tra loro nelle varie epoche della gra- membrana non si stringe solamente a circon-
vidanza ma sono tanto più grandi, e più pe-
;
dare l’uovo ma forma, intorno di questo, un
-,

santi, quanto meno 1’ embrione è lontano dal doppio involucro, essendo composta di due
jnomento di sua formazione. Considerati in- lamine continue alla loro circonterenza, e ap-
sieme ai liquidi, che sono in loro contenuti, plicate 1’ una sull’ altra, alla foggia di certe
hanno, a principio, un peso che soverchia d’as- ripiegature delle membrane sierose. Per sen-
sai quello del feto, e conservano tale volume tenza del Meckel, la membrana caduca diver-
fino al termine del terzo mese infatti, a que-
: sifica dalle membrane sierose per questo ri-
st’ epoca anche, quando sono vuoti, la spro- spetto, che la lamina esterna si ripiega per at-
porzione è manifesta. Al terzo inferiore, al- taccarsi al corion, e che, dipartendosi da tale
l’incirca della vita eiitro-uterina, cioè verso il punto, in cui si opera la ripiegatura, la detta
95.^ o 100.° giorno, ci ha, per dir cosi, un’u- lamina prolungasi sul corion medesimo, in-
guaglianza nel rispettivo loro volume ma, ;
volgendolo, per conseguenza, da tutte parti.
da quest’ epoca in poi, si statuisce un’ inversa Moreau, al contrario, avvisa che, quantunque
relazione fra tali organi, in guisa che il peso r uovo separato una volta dalla matrice, sem-
delle membrane dell’ uovo sta a quello del bri avvolto, d’ ogni intorno, dalla caduca'?
feto come t ad 8, lo che rappresenta il termine luttavolta, siccome nel terzo mesce nel quar- •

medio, poscia che un feto ben nutrito pesa lo il tessuto fioccoso, ond’ è coperta la pla-
d’ordinario otto libbre, mentre che il peso del centa, non punto in quello, e sì muta,
esiste
cordone, compresovi quello della secondina, durante il settimo, in un vero tessuto cellula-
pesa solamente una libbra.— Se si esamini, con re per dar formazione alla parte uterina della
qualche attenzione, la matrice ne’ primi mesi placenta, nella quale i vasi del feto s’ imboc-
della concezione, non vi si discerne che una cano colle vene uterine, così debba il men-
sostanza che par sangue coagulato. Tale so- tovalo tessuto essere stimato di seconda forma-
stanza, che forma la più esterna parte di tutte zione analogo alla membrana caduca, colla ,

le membrane dell’ uovo, si denomina la mem- quale continuasi, e non come una dipendenza ^

brana caduca. di codesta membrana. {Esame sulla dispo-


§. I. Membrana caduca. — -
Questo no- sizione della membrana caduc a,sulla strut-
me, <li niemhrana caduca.^ le fu dato dal- tura e sulle funzioni di essa. Parigi, )
ì’ Hunter f Haller chiaraavala tonaca este-
; Di c[ueste due lamine , 1 esteriore o uterina,

riore, Osiander, membrana cribrosa;C>\\^ns- più grossa che l’interna, si attacca all’ utero,
sierr ha descritta col nome di epicorion. Cir- mediante alcuni prolungamenti membranosi
conda questa gl’ involucri dell’ uovo, e corri- e filamentosi, tenuti da Osiander pei rima-
sponde, colla faccia interna, al corion, coll’e- sugli di una membrana accidentale. Codesta
sterna alla interna superficie della matrice. lamina esterna attaccasi, mediante l’ interna
Sembra di natura analoga alle concrezioni superficie, colla lamina interna, alla quale al-
merabraniformi accidentali ed è più densa,
; cuni anatomici hanno dato il nome di lami- 1

più opaca, ma meno solida che non sieno le al- na fetale. E questa meno densa, e si attacca
tre membrane.— Da altro lato presenta essa una internamente al corion. Riunite nella loro
diversa grossezza secondo i punti diversi di sua circonferenza, siffatte due lamine si confondo- «

estensione ; d’ordinario maggiore nella regio- no, in questo luogo, ambedue colla placenta.
ne della placenta, minore nella parte inferio- La prima ha ricevuto il nome di caduca ute-
re, e spezialmente di ricontro all’ interno ori- rina, la seconda quello di caduca ripiegala. La ;
^

fizio della matrice. La sua


esterna su- grossezza di siffatte due lamine, che è tanto; |!i

perfìcie, prima ineguale e tomentosa, divie- maggiore quanto più prossima alla concezione 1 1

lìe, coll’ andar del tempo, più liscia e si av- è r epoca in cui si esaminano, si manifesta di- ^

vicina a quella della superficie interna si as- : versa nel corso della gravidanza quindi, do- : (

sottiglia questa a misura che si slontana dall’e- po il secondo mese, si veggono assottigliarsi ;

poca della propria origine, e i viùcoli, che l’u- .successivamente, main ispezie l’interna, le iS

niscono, presentano una maggior lassezza nei cui tracce svaniscono dopo la prima metà del- '
1

primi tempi, che verso il termine della gravi- la vita eutro-uterina. La lamina esterna, per )*

da nza. Vi si osservano alcune aperture, più o lo contrario, tutto che si sviluppi la prima, | |

meno manifeste, che le danno una sembianza persiste e conserva fino al termine della
si l i

reticolata; e la percorrono alc{uanti vasi che la gravidanza. Allora il corion è abbracciato i 1

penetrano tenendo una direzione ohbliqua, e manileslamenle da essa fino al margine della 1

che sembrano solo prolungamenti di quelli placenta , al qtiale si attacca intimamente sì. t ,

della matrice, (il sig. Velpeau non partecipa a che sembra confondervisi. La sua grossezza 1 ,
DEL FETO E DELLE SUE Dli’ENDEWZE 3n
all’ epoca del parto, è d’ una mezza linea al- surg. journal, voi. II, p. 3). —
La membrana
r incirca; a tale epoca è di un color bianco caduca unisce l’uovo all’ utero se non che ,
:

giallastro, d’ una consistenza molle polposa, malgrado la precoee sua apparizione, non è
d’ una coesione analoga a quelle delle con- indispensabile allo sviluppo dell’ embrione,
crezioni membrani-formi. —
La caduca ester- perchè si vede questo, anche nelle gravidanze
na si prolunga essa, fino a certa distanza, nel- estra-uterine, prendere accrescimento, quan-
le trombe, massime nella parte che corrispon- tunque 1 ’ uovo non sia circondalo da silfalla
de al corpo giallo ? Parecchi osservatori (G. membrana. Quanto al modo come spiegarne
Ilunter, Trans for tJie improv.^ t. II. p. 67 ), ’
1 origine prima, si crede generalmente che,
10 credono, e Hunter era dei loro novero : dietro ad un coito fecondante, sopraggiunga
ma, oltre a ciò, alcuni hanno pensato che tale un’irritazione nella matrice, e che questa in-
membrana presentasse un’apertura, non pure generi, nel detto organo, una linfa coagulabi-
ove stanno oritìzii uterini delle trombe, ma le, e un tessuto siero-albuminoso, che fu pa-

eziandio nella porzione la più inferiore, cioè ragonato, da alcuni autori, all’albume degli
in quella che passa sull’interno orifizio della uccelli. E noto che, in quest’ ultimi, 1 ’ albu-
matrice. Senza negare che la cosa sia appunto mina circonda il giallo dell’ uovo negli ovi-
colale, dobbiamo osservare solamente che se dotti altri invece hanno rassomigliato tale
;

tali aperture esistono, esistono ne’ primissimi fluido alla sostanza viscosa, che invoglie le
tempi, perchè la membrana sembra mutarsi, uova membranose di alcuni rettili. Comunque
assai di buon’ ora, in un sacco perfettamente sia, tale tessuto, come abbiamo detto, trovasi
chiuso. Almeno G. Hunter [pper, citât, p.fi'j,) nella matrice avanti che l’ ovicino vi sia per-
e il sig. Lobstein ( Esame sulla nutrizione venuto, come dimostrano quelle gravidanze
del feto., p. 4 ) hanno ritrovato il primo, estra-uterine, nelle quali si forma sempre, al
correndo il primo mese, 1 apertura inferiore;

di dentro, una siffatta membrana, e nelle gio-
11 secondo nel corso del secondo mese, le vanette le cui mestruazioni corrono difficil-
aperture superiori. -

Il modo, onde si fortua mente. Per certo tempo, la caduca non consiste
la caduca ripiegata, ha suscitato, fra gli auto- che in una materia sero-albuminosa, semi-
tori , alcune dispute. Meckel, con parecchi fluida, e in parte concreta la quale rimansì
;

autori, ha preteso che l’ ovicino penetrasse in uno stato di mollezza polposa fino alle sei
nella membrana caduca, la quale presenta in prime settimane, non presenta sen-
nelle quali
tutte le epoche, caratteri di mollezza e di las- tore di organizzazione solo, dopo passata co-
:

sezza, ma allora maggiori sempre. Una volta desta epoca, si comincia a pensare, che possa
che sia penetrato, le rughe, che ne derivaro- servire allo sviluppo.
no, si saldano poi, ed allora 1 ’ uovo si svilup-
pa nella cavità membrana. Secondo il
della MEMBRANE DELL’EMBRIONE
Àloreau, l’ ovicino uscente dalla tromba spin-
ge, davanti a caduca che trova già orga-
sè, la La membrana caduca, siccome dicemmo,
nizzata, quindi se ne riveste, come fanno le non ispetta, a parlar propriamente, all’ em-
intestina riguardo al peritoneo e se si man- : brione. Le membrane, a cui più s’attacca la
tiene in contatto con quella porzione di ma- esistenza dell’ uovo, sono il corion, 1 amnios ’

trice, nella quale deve gittare le proprie radi- la vescichetta ombelicale e l’atlantoide. Entria-
ci, vuoisi attribuirlo alla caduca. La caduca mo ad esaminare, separatamente, ciascheduna
si rivolge da poi sopra 1 ovicino movendo dal di esse , senza riguardare all’ ordine di loro

luogo che deve formar la placenta, il solo sito formazione, e senza tener conto dell’influen-
che non ne sia coperto donde si scorge che za, che sono chiamate ad esercitare nella sto-
:

tale membrana offre esattamente le medesime ria dello sviluppo embrionale.


disposizioni che le membrane sierose, La — §. I. Corion. —
E la più esterna tra le
prima di siffatte opinioni si accorda perfetta- membrane dell’ uovo. E opaca, densa, resi-
mente coi caratteri anatomici della membra- stente, più larga dell’ amnios, che vi è conte-
na caduca, la cui parte esterna si mostra la nuto, separato da essa, ne’ primi mesi della
prima e rimane, in origine, sempre distinta concezione, mediante un intervallo più o me-
dairinterna. La seconda venne ralforzata dal- no grande, nel quale sono contenute le false
1le indagini del sig. Velpeau, che 1’ ha resa più acque dell’ amnios coll’ opposta sua superfi-
:

verosimile, e l’ha fatta generalmente adot- cie è unita lassamente alla membrana caduca.

:

'

Itare. Sempre interviene che i’ ovicino non Il maggior numero degli autori la dissero
'
(
penetri nella caduca nella stessa epoca, in cui sparsa di villosità in ambedue le sue fasce,
'
l.de membrana rivolgcsi sull’interna superfi-
i ma principalmente sull’ esterna. Secondo il
*
eie della matrice, come hanno osservalo l’IIun- sig. Velpeau
(
oper. citât. ) non vi si osserva,
ter {luogo citato., p. 8 x)eBurns ( Eurns , ne’ primi mesi che alcuni piccoli organi
q ,

*1 Observations in thè formation and stuctu- glandiforrni , ne’ quali sono probabilmente
f
re of thè human oci^///; Ldimb., Med. and conleauti i rudimenti de’ vasi placentari co^ ;
APPAllbCcHT DELLA GENERAZlOiNE
Ó12
tali vasi non sembrano essere che vene. corion sarebbe interamente priva di nervi e
Lohsleii), luogo citato ).
Egh è proba- di vasi linfatici. Per altro il Wrisber^ dice
(

bile che in siffatti gangli, si trovi contenu- avercene riscontrato, e poscia il sig. Fohman
to qualche altro tessuto essi divengono
;
ha descritto benissimo 1 ’ esistenza degli ul-
1 uovo timi, e gli ha fatti delineare in un bel lavoro,
sempre più apparenti nel punto in cui
utero, mentre quelli che sono intorno a questo argomento, di cui ci donò.
è contiguo all’

t:operti°imraecliataraente dalla membrana ca- §. IL A. ninios. —


E questa la più interna
duca, cessano dallo svilupparsi, e finalmente delle membrane dell’uovo sottile, trasparen-
:

dileguansi. Secondo Beclard, il corion al ter- te, molle, analoga alla retina, si attacca mol-

minare del primo mese e nel corso del secon- to debolmente al corion coll’ esterna sua fac-
do, si addensa in quel punto della superficie cia, tranne però il luogo in cui riveste la fac-

che corrisponde alla futura inserzione del cor- cia interna della placenta la faccia esterna è
;

done. In tale punto i vasi si rendono apparen- libera; e ambedue sono perfettamente lisce.
ti, crescono e assumono un aspetto ramoso
— Nei primi mesi della gravidanza, 1’ amnios
inoltrandosi contro la parete della matrice per è separato dal corion, ohe lo supera in esten-
costituire il principio della placenta. Sicco- sione, per un intervallo empiuto da un flui-
me mutazioni si operano le più volte alla
le do, al quale si è dato il nome ài false acque
parte superiore dell’ uovo, ne diviene che la deir amnios ( liquor amnii spurius ) , ohe
porzione interna del corion, ovvero quella svanisce fino dal secondo mese (Huntcr,- luogo
che è in relazione colla membrana caduca, citât. , pag. 67 ) e allora si veggono le due
;

crescendo rapidamente, la placenta sembri membrane toccarsi. Nulla dimeno, codesto fe-
restringersi ma tale apparenza dipende dal-
:
nomeno non è sì costante, che non si sieno
l’estensione pronta e considerabile della por- pur ritrovale, più d’una volta, separate l’iina
zione della parete dell’ uovo che non ha po- dall’altra nel quarto mese e nel quinto (Lob-
tuto contrarre aderenza coll’utero: la mem- stein, p. 28-24 )• Verso il terminare della gra-
brana corion, più densa, a principio, e più re- vidanza r amnios è immediatamente applicato
sistente che l’amnios è, al termine della gravi- contro la membrana
corion, alla quale si at-
danza, sottile, trasparente, scolorata, mollo tacca allora mediante alcuni poco discernibili
più tenue e men resistente di quella allora : prolungamenti, che si suppongono vascolari.
va unita alla caduca ed all’ amnios mediante La loro aderenza è più intima spezialmente ove
ria tessuto filamentoso brevissimo, la cui resi- esiste la placenta, e lo diviene ancor più alla su-
stenza soverchia, in certi punti, quella di tali perficie del cordone ombelicale, sul quale l’amn-
due membrane. Nel luogo che corrispon- ios si rivolge prolungandosi fino all’ombelico,
de alla placenta, non esiste più niuna corri- per confondersi, secondo Bnrton e Velpeau,
spondenza tra il corion e la membrana cadu- coU’epidermide, e secondo Mecbel, colla por-
ca. corion vi è più denso, e aderisce tanto
11 zione protubérante della pelle che forma il bel-
più che la detta massa vascolare alla faccia fe- lico. — Non possediamo ancora che poche no-
tale quanto più la si esamini dappresso alla zioni imperfette rispetto all’anatomica strut-
radice del cordone ombelicale su cui si rivol- tura dell’amnios. Non vi si rilrovaron nervi;
ge. 11 signor Velpeau ha adottata l’opinione e si è negato, per lunga pezza, che fosse prov-
del Burton e crede, con questo autore, che il veduta di vasi linfatici; ma Fohmann ne ha di
corion si prolunghi lungo il cordone fino al- recente mostrata 1’ esistenza. Ignorasi se sia
1 ombelico, ove si confonda col derma. Am-

penetrata da vasi sanguigni s’ è detto, è ve-
;

mettendo che le membrane embrionali si pro- ro, che serpeggiano nella sua spessezza i vasi
lunghino sul cordone, il Mendini pur differi- derivanti dalle arterie ombelicali ma quan-
:

sce dagli autori soprammentovati in questo, do, per certo tempo, si faccia macerare nel-
che stima il solo amnios continuarsi col derma, 1’ acqua un lembo di tale membrana, facile è

mentre il corion si confonde col tessuto apo- il convincersi che questi pretesi vasi non sono

neurotico dei muscoli addominali. Malgra-* — che filamenti ramificati, la cui natura vascola-
do la sottigliezza e la trasparenza del corion, re nulla è che dimostri. La superficie in-
codesta membrana parve, ai più degli anato- terna dell’amuios è a contatto col liquido amn-
mici, composta di due lamine, 1’ una interna, iotico codesto liquido, nel quale è immerso
:

esterna l’altra. Le indagini del sig. Velpeau il feto, è conosciuto col nome di acque del-

tendono a far rifiutare siffatta opinione. Que- r amnios ( liquor amnii ). E questo vario
sto osservatore, infatti, non ha ritrovalo mai nelle diverse epoche della gravidanza quindi ;

che una lamina creduta hifo~


sola, e se la si è poco limpido, siccom’ è, e poco denso, e più
dic’egli, questo deriva dal formarsi tra o men trasparente nei primi tempi della gra-
essa e la placenta, sviluppata che sia quest’ul- vidanza, aiidiviene, al iiioracnto del parto,
iima, una concrezione membraniforme assai lattiginoso, viscoso e commisto a fiocchi al-
densa, che può separarsi in più lamine. Chi — buminosi. suo odore è forte e ricorda
Il

badasse ai più degli anatomici, la membrana quello, dello sperma ; il sapore è lievemente
.DEL FETO E DELLE SUE DìFENDENZE 3i3

snìso. Varia 11’ è pure la quaulità secondo sle giovane essere. Solo diremo qui, eh®
il

ie diverse epoche della gravidanza: essendo, servono a separare le partì esterne del feto,
in proporzione, tanto più abbondevole, quan- innanzi che la superficie cutanea sia stata co-
to più prossimo, all’ epoca di sua formazione, perta dall’ intonaco sebaceo che la riveste. Nè
è r embrione. Il peso del feto e quello del ci ha pur vermi dubbio, che non servano a

detto liquido si pareggiano quasi verso la difenderlo dalle violenze esteriori, e a favo-
metà della gravidanza ; ma da quest’ epoca la rirne il movimento o lo sviluppo, permetten-
proporzione t'a scemando, e alla irascita, il do ail'atero il regolarmente dintorno
dilatarsi
peso del feto è quattro o cinque volte mag- ali’ uovo. Egli è pur noto che uno degli uffizi

giore <li quello delle acque dell’ amnios che di codesto liquido è quello di agevolare il

allora, in fatti, non monta a più di una libbra. parto lubrificando le parli esterne della gene-
— Sottoposto chimica analisi, 1 amnios
alla ’ razione, cioè la vulva e la vagina.
parve composto, secondo il signor Vauquelin,
di acqua 98, 8, d’ albumina, d’ idroclorato dì DELLA PLACENTA
suda, di fosfato di calce e di calce i, 2 ; se-
condo Berzelius, vi si contiene pure dell’acido Così chiama una massa molle, in gene-
si

liuorico ; secondo Scheel, vi si rinviene ancor rale rotondata, di molto soda consistenza, mas-
dell’ ossigeno. Il signor Lassaigne ( Archici sime |alla periferia, e composta in ispecie dai
^cnaTcìli di tncdicinci^ t. Il, , p. 3 o 8 sopra : vasi del corion. —
I.a placenta è formata d’un

resistenza di un gas respirabile nelle acque numero considerabile di lobi, chiamati coti-
deir amnios ) credette avervi trovato un gas lodoni., la cui grossezza è varia. Sono, in ge-
composto d’azoto 98, 3 , e di ossigeno 21, '7, nerale, codesti lobi rotondati, irregolari, ap-
I donde si scorge che questo gas si avvicinava parenti in principal modo alla faccia uterina

I
molto all’ aria atmosferica ; ma alcune espe- di tale corpo, la quale, d’ ordinario, presenta
rienze, intraprese ulteriormente dallo stesso otto pollici di lunghezza nel suo maggiore
I

I chimico e dal sig. Chevreul, vi hanno soltanto diametro, e sei nel più piccolo: la sua gros-
dimostrata 1’ esistenza di un gas composto di sezza equivale ad un pollice. Egli è vero altre-
——
.

acido carbonico e di azoto. Si levarono sì che un tale corpo va assottigliandosi verso


;

molte opinioni diverse in proposito della sor- la circonferenza, e che la sua grossezza è nota-
I
gente dell’ amnios. Hanno preteso alcuni che bile spezialmente nel luogo ove se ne distacca
)

I fosse somministrato dalla madre altri, psr


lo : il cordone ombelicale : nelle femmine primi-
contrario, lo dissero prodotto dal feto. Egli è pare si trova piantato alla parte supcriore e
I

» vero, per altro, che i più de iisiologi am- posteriore della matrice, un poco a destra. —
mettono la prima opinione, chiamando, in Quando sì esamini la placenta all’epoca della
i
loro favore, d’ una parte i fatti mostranti che maturità del feto, trovasene la faccia esterna
i questo liquido partecipa alle medesime alte- coperta da uno strato che molto rassomiglia
alla membrana caduca. Tale strato non solo si
1 razioni che gli umori della madre, e dall al-
lra ia presenza del mercurio, del zafferano,
ed estende sopra ciaschedun lobo in particolare,
altri, rinvenuti nelle acque dell’amnios di una ma penetra eziandio tra essi, e si unisce, nel
donna che ne aveva usato. Secondo questa modo il più immediato, ai vasi della placenta.
teorica, 1’ amnios sarebbe esalato, da
alcuni Malgrado la sua rassomiglianza colla membra-
Ì
pori, alla superficie dell’ utero. Invece, a pa- na caduca, Io strato, di che parliamo, tutta
liquido am- volta ne differisce, perchè si sviluppa più tar-
rere di Schell e di Vandesboch, il
niotico è separato dalle arterie ombelicali,
mas- do: in fatti si osserva (dice il Wrisberg, De-
!

i sime nel luogo in cui la membrana copre la script. ovi et secund , §. ( 83 . Lobstein, .

placenta quindi, nella rimanente sua esten- oper. citât, p. 58 ) che la membrana caduca,
;

sione, tale membrana esala ui^ altra


porzione corrispondente alla placenta, svanisce dopo
del liquido eh’ essi credono
formato dai vasi averne operata 1’ unione colla matrice, men-
I

dell’ a- tre che r altra solo riscontrasi durante il cor-


dell’utero. In tale ipotesi, le acque
[

mnios sareohero somministrate, ad un tempo, so della seconda metà della gravidanza. ——


f

i c dalla madre e dal feto. 11


sig. Lobstein ha Comunque siasi la faccia interna della pla-
.

t proposto una somigliante spiegazione ( oper. centa è liscia, coperta dal corion e dall’ am-
; citât. ). Gli autori, che ebbero le acque nios, presenta le numerose ramificazioni delle

dell’amnios come il prodotto di un escrezio- arterie, e della vena ombelicale che si unisco-
?

ne fetale, le dall orina del


fanno derivare, o no per dar nascimento al cordone ombelicale.
cutanea. Noi, dal La circonferenza della placenta è sottile ed
ì feto, o da un’ esalazione
canto nostro, crediamo, con Meckel, che tali ineguale; e, secondo moUi anatomici, si con-
(

'
acque sleno in gran parte separate dai vasi foudercbhe, in questo luogo, col tessuto che
della madre, e che possano essere, solo per riscontrasi fra il corion e l’ amnios, e forse an-
1

IJell’ uffizio loro ter- cora direttamente colla prima delle due iillime
1 caso, separate dal feto.
•1 remo parola in proposito de’ mezzi onde csi- membrane.— Nei primi tempi della vita ealr*)-

lùncicl. Med. 1’. II.


APPAHr^CCHÎ della generazione'
3.4
non esiste, e solo, verso canali venosi incavati nella membrana acci-
uterina, la placenta
terminare dt;l primo mese, se ne osservano dentale di cui si è parlato. In ciascheduno dei
il
punti ne’ quali le arterie s’ imboccano colle
i primi rudimenti. (jIì anatomici non sono
vene, esistono alcuni rigonfiamenti : e se ne
d’ accordo riguardo il vero punto
della loro

inserzione alcuni credono die .questa avven™



osservano pure nella continuità di queste ul-
time, lo che è favorevole un poco all’analogia
ga sulla parte dell’ uovo che corrisponde al-
V addomine dell’ embrione, dove nasce la fu- che sembra esistere tra esse e i vasi che si
tura inserzione del cordone, 11 sig. Velpeau formano nelle concrezioni membraniformi.
(oper. citai in quella vece, pensa che que- Codesti vasi vanno tutti a metter capo sulla

.

sta succeda in quella parte dell’uovo, che non


superfìcie interna della placenta. secondi, 1

è punto in contatto colla membrana


caduca, recantisi dalla faccia fetale alla placenta, deri-
e che, per conseguente, la sua inserzione si vano dai vasi ombelicali sono immersi in al-
:

trovi contigua all’ utero. Sempre interviene cuni prolungamenti membranosi, che si ten-
che, in un punto dell’ uovo, posto la più delle gono generalmente siccome lamine del co-
volte nella parte superiore, si osservino alcu- rion, e furono, dal sig. Velpeau, reputate dei
ne granulazioni vascolari notabilmente svi- prolungamenti d’ una concrezione cotennosa,
luppate, distinte e separate le une dalle altre, alquanto grossa, situata fra la faccia fetale del-
alle quali sembrano dar nascimento ad alcune la placenta e corion, e suscettibile di esser
il

ramificazioni semplici e doppie, nascenti esse divisa in più lamine codeste due parti, di-
:

stesse dall’ ovicìno queste ramificazioni, o


;
stinte qual sono 1’ una dall’ altra nei primi
piuttosto questi capillari ramosi, sembrano mesi della gravidanza, si uniscono tosto e si
esclusivamente composte, almeno in orìgine, confondono, per così dire, tra sè, senza che
da vasi venosi e solo più tardi, si veggono
: per altro i vasi di ambedue le porzioni pla-
imirvisi, veramente, alcune sottilissime arte- centarie comunichino punto fra loro. Non
rie. Codesti vasi, rudimentali a principio, a- esistono in vero, almeno secondo la generale
cquistano poscia uno sviluppo maggiore, nè opinione, anastomosi che tra vasi d’ una stes-
lardano a divenire più folti, e a dar formazio- sa porzione ed è pur vero che tale comuni-
:

ne finalmente a quel denso tessuto, di che cazione non interviene che pei vasi di un
j.arlammo, costituente la placenta. D’ altro — medesimo lobo solo alcuni anatomici profes-
:

canto, sembra questa diminuire progressiva- sano una contraria opinione. In fatti, molli di
mente in estensione rispetto all’ uovo, ciò che essi credono all’ esistenza di una comunica-
dipende dall’ accrescimento e dalla dilatazio- zione diretta tra’vasi dell’ utero e quelli della
ne dei rimanenti involucri fetali allora esso : placenta ,
e appoggiano la loro opinione :

diviene eziandio men vascolare, acquista mag- i.^ sullo scolo sanguigno somministralo dal-
gior densità, e presenta meno peso e gran- r utero dopo il parto o 1’ aborto 2 .° sullo ;

dezza. Esaminando lo stato, in cui si trovano stato esangue del feto nelle donne che mori-
i vasi eh’ esso riceve, riscontrasi che la loro rirono d’ emorragia; 3.° sulle emorragie che
obbliterazione è progressiva, e che i più si sgorgano dal cordone 4° sulla possibilità di
;

mutano, massime nella faccia interna, in fila- far penetrare le iniezioni de’ vasi del feto in
menti fibrosi, solidificati. A tale epoca la quelli dell’ utero, e viceversa ; 5.° sulla man-
placenta assume la forma ovale, e presenta canza dell’ organo centrale della circolazione
quelle dimensioni che abbiamo indicate. — in alcuni feti mostruosi. Torna per altro age-
L’ inserzione della placenta nasce, quasi sem- vole il confutare ciascheduno degli addotti ar-
pre, fondo della cavità uterina, e tale orga-
al gomenti. In fatti, se dopo il parto coli il san-
no, insieme al cordone ombelicale, costituisce gue, in quantità piuttosto considerabile, dal-
il vincolo onde comunica la madre col feto. la matrice, tale scolo deriva dalla molta di-
Il modo, come si formano siffatte connessio- latazione di siffatto organo, che dà passag-
ni, e forse, sotto il riguardo anatomico, uno gio a tal liquido fintanto che sia tornato so-
de’ punti più rilevanti della storia del feto e pra sè stesso se il feto di quelle femmine,
; ;
appunto, mediante l’esposizione di siffatte che morirono d’ emorragia, si è trovato esan-
comunicazioni, ci facciamo a dar termine alla gue, osservasi pure, le spesse fiate, il con-
descrizione della placenta. La placenta è trario. Le emorragie che si operano per la
composta in gran parte di vasi sanguigni de- via del cordone, sono estremamente rare. Nè
rivanti, gli «ni dal feto, e dalla madre gli al- si può trarre ninna miglior conchiiisione dalle
tri. Gli ultimi derivano dall’ utero, e
furono risultanze ottenute mediante le iniezioni; per-
iniettati dall’Albino e dal Dubois, e sono, al-
chè queste sono troppo svariate ne* feti poi, :

cuni, arterie tortuose del diametro di circa


che sono privi di cuore, è probabile che la
una linea, altri, vene, il cui numero è più con- circolazione si compia per la sola contrazio-
siilerabile di queste parecchie si continuano
:
ne dei vasi. Tutto adunque ne conduce a
in [.arte, ed oLbliquaraente, nell’ utero, men-
dover pensare che non esista comunicazione
tre che altre si aprono, al contrario, in alcuni diretta Ira’vasi della faccia uterina, e la fetale
DlîL FETO K DELLE SUE DIPENDENZE 3 D
1

«iella placenta. Finalmente è osservabile ,


non averci niun isocronismo tra il polso della CORDONE OMBELICALE.
niadi’e e quello del cordone ombelicale, e,
d’ altro lato, non si sono veduti de’ feti na- Chiamasi cordone ombelicale una specie
scere in mezzo alle membrane rimaste intatte, si .attacca, d’ una parte, alla pla-
di stelo, che
e persistere poscia la circolazione per nove centa, dall’ altra al ventre del feto. Non lo si
minuti ancora, e anche per un quarto d’ora? riscontra punto nei primi giorni della forma-
(
Tali fatti vennero osservati dal Wrisberg e zione dell’ embrione, ma, secondo
li più ana-

dall’ Osiander. Ne venne inserito un nuovo tomici, non apparisce che verso quinta set-
la
esempio nei Giornali medici di quest’ anno. ) timana. ( Il sig. Velpean crede che gli anato-
Nulladimeno, malgrado tale separazione, esi- mici sieno, intorno a questo punto, in erro-
ste fra codesti vasi una comunicazione, circa re, e pensa che siasi asserito, non ritrovarsi il
la natura della quale non si accordano gli ana- cordone innanzi il quinto mese, per mancanza
1 tornici, sebbene sia indispensabile e necessa- di esatte osservazioni anzi egli lo rinvenne in
:

I
ria, perocché, senza di essa, non potrebbe av- alcuni embrioni più giovani, che ha avuto l’oc-
1
venire movimento nutritivo del novello es-
il casione di dissecare). Quindi, per tutto questo
! sere. dottor David Williams, di Liverpool,
11 tempo, 1’ embrione sta applicato immediata-
procacciò, a questi ultimi tempi, dimostrare mente sopra gl’involucri suoi mediante un pun-
}

; operarsi tale comunicazione coll’ intervento to che corrisponde alla regione addominale. —
: di vasi non interrotti partendo dal fatto che,
:
Nel momento che s’incomincia a discernerlo, è
in alcuni animali, l’olio circola ancora age- cortissimo, in direzione retta, presentante un
\
volmente, dopo la morte, almeno per alcuni volume alquanto considerabile: e, stante quel-
istanti, questo anatomico praticò un’injezio- la parte del canale intestinale che comprende,
: ne di olio di lino tepido e colorato nell’ aorta lo si riscontra nella parte inferiore di questa
gentrale di alcune cagne gravide da cinque cavità anzi non sembra, a prima giunta, che
:

— Appog-
>

c o sei settimane, eh’ egli aveva sacrificato le- un prolungamento dell’addoraine.


j vando loro la trachea. Aperto subitamente giandosi sopra moltissimi fatti raccolti, il sig.
Faddomine, e rivolto l’immediato esame sopra Velpeau stima di poter affermare, come tesi
i vasi uterini che si potevano seguire, causa la generale, che, a tutte le epoche dello sviluppo
! tinta comunicata aimedesimi dalla iniezione, dell’ uovo, la lunghezza del cordone è all’in-
I ha potuto convincersi, manifestamente, che circa uguale a quella del feto, se pur non lo
II l’olio aveva penetrato i vasi ombelicali dei avvanza ( oper. citât., p. 69). E gracile e ci-
vari Dividendo poi le varie parti del cor-
feti. lindrico fino al termine della terza settimana;
^

t po di ciascuno di essi , potè agevolmente più tardi, e al cominciar della quarta, acquista
[ discernere le piccole gocce d’olio colorato alla un più considerabile volume, e lo conservo fino
|l superficie del sangue che colava dalle incisio- alla settima cd anche alla nona allora presenta
:

l ni. Rinnovate le esperienze, furono pur alcune ineguaglianze, o meglio alcuni ringon-
trovate le goccette d’ olio coloralo, stato in- fiamenti o vescichetle che niuno aveva descri-
I
) iettato per l’aorta ventrale, nel sangue estrat- to innanzi il Velpeau. Tali vescichette sono, di

j
to dal cordone ombelicale, dopo la sezione, ordinario, in numero di Ire o di quattro. Nulla
ì per mezzo della pressione. Tali risultanze fu- però ci ha di costante nella loro forma, nella
rono costanti in tutti i tentativi praticati dal loro apparizione ed anche nella loro disposizio-
dottor Williams: quindi ne conchiuse code- ne: in generale si abbassano dalla placenta ver-
sto medico, che non potendosi il passaggio so Faddomine, sicché quella che nlliraa dilegua,
1 dell’olio, nei vasi del feto, operare attraverso e pur quella che d’ ordinario trovasi la più
! un apparecchio secretorio, è probabile che si prossima alle pareli addominali. Tali vesci-
:
operi per mezzo di vasi non interrotti ; e che chetle contengono un fluido del quale terre-
quindi 1’ analogia traggaci a doverne amraet- mo altre volle parola. Appunto alla mancanza
; tere 1 esistenza nella donna. Comunque sia
’ delle ineguaglianze, da esse formate, che d’or-
^
di tale opinione, che suscita parecchie ohbie- dinario svaniscono correndo il terzo mese,
5 zioni, certo è ch’esistono delie comunicazioni vuole essere attribuita la dimiuuzioae, in vo-
1 tra la faccia uterina della placenta e 1’ utero : lume, del cordone, l’accrescimento del quale
appun- si opera altre volle da tale epoca fino al ter-
c alle quali connessioni vuole attribuirsi
to 1’ emorragia che nasce al momento in cui, mine delle gravidanza, secondo quello clic av-
]

] dopo il parlo, staccasi la placenta. Abbiamo viene nelle altre parli del feto. —
Mentre ac-
I già detto che lo scolo cessava in conseguenza quista una maggior estensione, il cordone di-
I
della contrazione delle pareti uterine, e si op- minuisce in grossezza, perebè cessa allora, co-
j
poneva così, nei più de’ casi, alle gravi scon- me abbiamo detto, di contenere certi organi
' venienze che potrebbono derivare alla rna- che vi erano contenuti. La sua inserzione alla
1 dre da una tr<jppo considerabile j)eriliia san* parte inferiore dell’adJomine è tanto più ma-
nitcsla quantf) più ci avviciniamo all’epoca
j g ulna.

é
3l6 Al’PAUKCCHl DELLA GENERAZIONE

(Iellaconcezione, lalvoliii [jrcsenla alcune — Ilcordone ombelicale non deriva quasi


notlosilà che sono, ora veri nodi semplici o giammai dal centro della placenta; le j»iù
composii, ora invece ripiegature o anse va- volte vi si pianta ad una più o mcn grande di-
scolari , sì arteriosi c sì venose. T^e prime si sianza dalla circonferenza. —
Dalla faccia le-
presentano spezialmente rpiando il cordone tale della placenta muovono, in certo numero,

ha una lunghezza dismisurata e sono, fuor di alcuni rami formanti una rete alquanto ser-
ogni dubbio, conseguenza dei movimenti
la rata, le cui branche formano, coll’unione loro,
del feto, nè punto differiscono, per ciò che il tronco della vena ombelicale. In un gran
spetta alla loro formazione, dalle anse ombe- numero di marnmiièri ce n’ha due ;
la quale
licali che al momento del parto si trovano disposizione, quantunque rarissima, s’è tutta-
intorno il collo, gli arti o qualsiasi altra par- volta rinvenuta irelP uomo. I signori Velpeau
te del bambino. Pretendono alcuni ostetrici e Blaiidin ebbero occasione di osservarla una
che possano questi, comprimendo i vasi, ca- volta ciascheduno di essi. —
li diametro della

gionare la morte, o arrestare il movimento vena ombelicale pareggia, d’ordinario, quello


circolatorio senza negare che possa soprag-
: delle due arterie dello stesso nome, inlonio le
giungere cotale effetto, crediamo col sig. quali essa ravvolgesi a spira ed è, in gene- :

A^elpeau, che fin qui questo fatto non siasi rale, meno lunga di queste, causa la sua mi-
ancora osservalo giammai, —
1 nodi della se-
' nore tortuosità. Com’ è pervenuta all’ ombe-
conda spezie erano già stali indicati dalPHar- lico, abbandona, ne’ pili dei casi, le due arte-
vey, giusta il cui parere, sono questi prodotti, rie ombelicali, si porla
insù e a destra
all’
le piò delle volle, (falle vene.ll
sig.Velpeau d’ac- nella spessezza del legamento sospensorio del
cordo, intorno a questo punto, colf Hoboken fegato, quindi si colloca nella parte anteriore
( Anat. second, hum.’, 1669 in 8.'^), crede per della scissura orizzontale di tale organo. Qui
per Io contrario che sieno più ordinariamente somministra dal destro suo lato alcune bran-
formati dalle arterie. In ambedue i casi sono che alquanto moltiplicate, le quali si ramifi-
prodotti dalla ripiegatura dell’uno o dell’altro, cano nel lobo corrispondente, e poi dà origine,
o anclie di molti tra questi vasi, e si formano a sinistra, ad altre branche più niimero.se, e di
come vasi varicosi, che si riscontrano nelle
i maggiore ampiezza, che si spandono ugualmen-
altre parti del corpo. Il cordone ombelicale è te nel lobo dello stesso lato finalmente, dalla
.*

composto delle parti seguenti: ì.° delle vene superiore sua parete gilla eziandio alcuni ra-
e delie due arterie ombelicali; 2..^ d’ una so- moscelli poco notabili. —
Nel luogo corrispon-
stanza molle, che circonda colesti vasi, ed è dente alle due scissure dell’ organo epatico, il
semi fluida e gelatinosa, chiamala gelatina del tronco della veiìa ombelicale, dopo aver pre-
W'arlbon 3 .° dell’ nraco, della guaina om-
; sentato un rigonfiamento molto sensibile, si
belicale, che fa involucro a tutte le dette parti, divide in due branche.' l’una, che costituisce il
e proviene dall’ amnios preso per certo tratto canale venoso, è situata alla parte posteriore,
di tempo; 4° d’ una parte del canale intesti- segue all’ incirca la direzione del tronco pri-
nale; 5 .° della vescichetta ombelicale; 6.° e dei mitivo , e va crescendo leggermente in am-
vasi onfalo-mesenterici. Verso il secondo piezza, ad aprirsi in cjuella delie vene epati-
mese, i! canal digestivo rientra nel ventre, e ticlie, che trovasi più a sinistra, per formare
siccome Puraco, il condotto vitellino, e i vasi colla medesima un grosso tronco e breve, else
si chiudono, ne risulta di necessità, che il
sbocca nella vena cava diretlamente sotto il
gambo ombelicale non sia formato, dal terzo diaframma. Talvolta eziandio, il canale veno-
mese in poi,che dalle due arterie e dalla vena so tiene diretta comunicazione con (jiiest’ al-
dello stesso nome,
e dalla gelatina del AVarlon mo vaso. L’ altra branca, di volume superiore
<fie varia in quantità, e dalla guaina mem-
alla prima, si rivolge al lato destro, e forma
branosa che avvolge le parli senza reslriu- con essa un angolo acuto la sua separazione
.*

gerìe. Alcuni anatomici, Wrisberg {De dal tronco si opera pure più in basso, e un
siruct. ori. et comment, l. 1 p. Gi8),Schre-
, poco più all’ innanzi recandosi poi da si-
:

ger, àiichaelis Obs. ciré, placent, ec.


( 1799) nistra a destra, dà origine ad una branca che
c. foluniam {DelV
esistenza dei vasi linfatici si porta al lobo dello Spigelio, e quindi si u-
nella placenta, ammisero alcuni vasi iiisce tostamente al tronco della vena porla
linlatici nel cordone. 11 Chaussier
(Journal addominale, formando con essa un canale il
Uiuv. des selene, mèd. t.
1, p. 233 ^, Durr (De cui diametro è doppio del proprio, che si cono-
jun. u/nb. Tubing, 181 5 e Kiech
;, (in ultrum sce sotto il nome di canale di riunione, o con-
Jui umb. iHiG ) assicurano P avervi seguito
fluente della vena porta e della vena ombe-
ancora alcuni filetti dei nervi
ganglionari lica le. Questo tronco, dopo un tragitto cor-
(Jel telo, ma
signori Meckel ( luog. cit., pag.
i
tissimo, si divide in dAie o tre bramdie, che
yGi Lobsleln (luog. citât., pag c Vel- \amjo per la spessezza del lobo
a R amificarsi
peau (luog. citai., non hanno
p. dro potuto d(^àlro. II. nolo siccome, dopo la nascita, aven-
gcimmai discuoprirvl mente di somigiiante. ga la chiusura della vena, e si cominuli alioia
r)i;L FKTO F DEF FI' SUE DIPENDENZE :ìi;

ìliun tessuto îe<(anienloso, Ttillavolia V lîal- origine, per tal modo, ad un filamento di for-
ler ha diuiostrato che questo vaso può restap ma conica il quale, per certo tratto, si porta
permeabile lino al giorno veni’ uno, e anche sotto il corion, e si prolunga finalmente sotto
ad una piti inoltrata età. —
Le pareli della l’amnios, fino alla vescichetta ombelicale, ove
vena ombelicale sono sottilissime, llobokcn codesti due vasi si ramificano. 11 sig. Vclpcau
( oper. citât, y, Reuss ( Obs. circ. struct. vcl crede che tali vasi non comunichino colla ve-
i/nplacent. hum..,Tub.p'j 8 i^)., e parecchi altri na e coll’ arteria mesenterica superiore, ma
anatomici, avevano creduto riscontrarvi delle che si anastomizziiio con una delle branche,,
valvole, ma l’ispezione anatomica non le di- di secondo o di terz’ ordine, di questi grossi
mostra. canali, con quelli che vanno distribuirsi ai
Delle arterie ombelicali. Nascono cieco.
queste, siccome ho già detto, dalla biforca-
zione deH’aorta del feto, discendono lungo le DELLE VESCICHETTE DEL FETO
jiareti laterali della vescica, alle quali man-
dano alcune diramazioni quindi ascendono
;
Sono in numero di tre, e si chiamano la
lungo la tàccia posteriore della parete ante- vescichetta ombelicale, P allantoïde e P eri-
riore deir addomine, accompagnano, in que- troide,
sto luogo, r uraco, ed escono dall’ ombelico 1 .° Descichetta ombelicale. — Era que-
prolungandosi pel cordone, e descrivendo nu- sta conosciuta agli antichi, e stimata, da alcuni
merose tortuosità fino alla faccia fetale della scrittori, per una produzione innormale og- ;

placenta, dove hanno comunicazioni evidenti gidì la si considera generalmenle siccome un


tra sè. Giunte alla faccia fetale della placenta naturale prodotto, e, in (|nal('he modo, iudi-
stessa, si suddividono in rami che s’ attaccano speusabile allo sviluppo del feto. E conosciu-
ad una vena, involti da una comune guaina ; ta, da alcuni scrii tori, sotto il nome di vesci-

e allora si veggono penetrare in ciaschedun chetta vitellare.^ intestinale., membrana del


lol)o placentare, suddividendosi ambedue in giallo., ed altro. Albino (De fvrmntione foe~
molti ramoscelli che hanno tra sè le più intime ctUf Imudon, 1GG7 J la descrisse il primo ;
comunicazioni. Le arterie ombelicali hanno quindi, a torto, i signori Lidisteiu, Réclanl e
delle pareti poco dense ma molto tenaci nè ; Meckel iic attribuiscono la descrizione a Nced-
divengono a^iparenti che dopo le vene no- : Jiam : non potrebbe questa essere reputata
vella prova in favore dell’apparizione più siccome analoga alla membrana allautoide
precoce di queste ultime. dei mammiferi e degli uccelli : infatti, gli ar-
Dasionjiilo-inesenterici. • Alla—storia gomenti elle si recano in mezzo a favore dì
delle parli situate nel cordone, riferiamo vasi i siftàlta sua Iraspareiiza, la,
analogia, cioè; la
onfalo-mesentrici che svaniscono, è vero, le natura del fluido da essa eouleuuto, la sua po-
più delle volte al terzo mese deila concezione, sizione tra le membrane, P esistenza dei vasi
ma che talora si riscontrano al momento del- sopra la sua superficie, ci sembrano mollo più
la nascita, ed anche passato questo momento, atti a coutèrmare la sentenza di quelli che la
così come
<limostra il fitto osservato dal Be- rigruardauo come analoga alla vescichetta oni-
clard ( Tesi, i8i/|). Ai signori Chaussier e belieale dei mammiferi, e al sacco vitellino <le-
Ribes andiamo debitori di una buona descri- gli uccelli. —
La vescichetta ombelicale si pre-
'

zione di Cjuesti vasi che sono in uumeio


;
senta sotto forma d’ un piccolo sacco rotoli-
di due; un’arteria ed una vena. Estesa dal- dato, sferoide, ovvero anche pirifm me dal :

la pa i-ete posteriore deir addomine alla vesci- decimoquinto al vigesimo giorno della fecon-
chetta ombelicale, l’ arteria nasce dall,» me- dazione, codesto sacco lia da due iu quattro
senterica superiore , non lontano dal pan- linee di diametro, viene a dire presenta ai-
creas, eh’ essa aitraversa [ler tutta la sua lun- fi incirca il volume di un pisello ordinario ;
ghezza la vena, dalla vena porta addomina-
;
ed è situato fra il corion e l’amnios. Non si
le; secondo i [liù degli anatomici, è situala Ila uiuua cognizione positiva intorno P accre-

ìin poco più a destra dell’ arteria secondo il


: scimento della medesima, l’ure è naturai cosa
signor (^haussier, in quella vece, è situala a a pensare che acquisti il suo maggiore sviluj)-
sinistra. —Allontanati, a principio, P mio dal- po correndo la terza ovvero la quai la sclli-

r altro mediante alenile circonvoluzioni inte- mana. 11 sig. Velpeau ( luog. cit.., p. 4 * /I 1

stinali, codesti vasi si accostano poi in guisa trovata seuqire jiiù sul finire del
piccola iu
che si riuniscono nell’ ombelico, escono per primo mese della gravidanza verso la quin-
:

tale apertura, si prolungano nella grossezza ta, sesta o anche settima setlimana, non oifre
del cordone, e si recano alla vescichetta om- che il volume di un grano di coriandolo, ma
belicale. —
/VII’ origine loro, sono avvolti dal allora .si appiana c lascia, per certo tempo, di
peritoneo, che Ir.dascia di rivolgersi sopra di andar scemando, fiutaiilo che poi insensibil-
essi nel luogo che corrisponde al P oudielieo. mente dileguasi: le più delle volle è iulei-amen-
(,>ai una guaina cellulosa li cit'c'onda, riandò le scancellato fino dal quarto me.se della .gru
3i8 APrARECCHI Dia, LA GENERAZIONE

vidanza : lalvoila però la si risconlra eziandio parliajno, opera con questa parte dell' inte-
si

eorrendo il quarlo e anche il nono mese : stino opinione più verisimile forse, ma che
:

quando persiste fino alla nascita, è situata al- non è troppo giustificata dalla presenza, in
la distanza di un pollice, o di un pollice e questa regione, dei prolungamenti intestinali.
mezzo all’ incirca dall’ inserzione della pla- — II sig. Dulrochet, appoggiandosi sopra le

centa, alla cui faccia fetale aderisce. È forma- ricerche da sè istituite sui bruti, avvisa che,
ta da una membrana granellosa pellucida of- al par che iti questi ultimi, la vescichetta om-

ferente molta resistenza, a segno che sostiene belicale della donna sia formata di tre mem-
un’ alquanto gagliarda estensione, tanto se brane distinte.
11 sig. Velpeau stima, che nin-
questa è prodotta dall’ iniezione dell’ acqua na cosa autorizzi ad ammettere siffatte tona-
nella sua cavità, o dall’ aria soffiatavi. Il suo che, e non discerne, nella membrana vitelli-
colore è giallastro causa il liquido che vi è na, che una membrana sierosa eri una muco-
contenuto il quale, di limpido che prima era,
: sa. —
Comunque sia del rimanente la cosa, la
diviene a grado a grado biancastro, non sem- vescichetta ombelicale, per la costante sua esi-
Lra diminuire in quantità, e finalmente s’ in- stenza e perdio suo sviluppo precoce, sembra
durisce. —La vescichetta ombelicale s’ unisce esercitare un’ importante influenza nello svol-
coir embrione, ma i vincoli, onde codeste due gimento dei feto. Forse che non si discosta
parti comunicano tra sè, non sono troppo be- dal vero chi asserisce, 1’ embrione sviluppar-
ne conosciuti almeno esiste qualche dispari-
: come negli uccelli, e nutrirsi primitiva-
visi
tà d’ opinione a questo proposito. Stimano mente dei fluidi che vi sono contenuti, fino
alcuni autori che non ci abbia niun altro vin- apparire de’ vasi ombelicali.
all’
colo, fuor quello che viene costituito dai vasi 2.° Deir allantoïde. Si riscontra, ne- —
onfalo-mesenterici altri invece pensano che
; gli animali ad ugne fesse, un terza vescichet-
esista, a principio, tra quella e l’intestino, ta, alla quale gli antichi assegnarono il nome
una diretta comunicazione.* Quelli che am- di allantoide, di tela farciminale o di mem-
mettono quest’ ultima sentenza, l’arguiscono brana intestinale ; ed è situata fra il corion
principalmente da ciò che si osserva negli em- c 1’ amnios le avevano imposto 1’ ultimo dei :

brioni del porco, della vacca, del montone e delti nomi, stante la sua rassomiglianza col
in quei degli augelli, de’ rettili e de’ pesci car- grosso intestino. Non tutti gli anatomici ne
tilaginosi, ne’ quali evi<lente è la comunicazio- ammisero esistenza. Needham { de formato 1

ne chiamano essi ugualmente, in loro ap- foetLi.^ c.Ill.)., Hale (The philosophical
:

poggio, il fatto osservato da Meckel, il quale, Transactions ahredged., t. /p p. Bidloo


m un embrione umano della grandezza di ( Tah. anat.., 58 lett. E. Hoboken ( luog. ,

cinque linee, ha scorto un filamento di comu- citât.., p. 428 de Graaf (De mulieb. org.
nicazione. Si potrebbe aggiungere eziandio, cap. opp. omn , pagina 288 ^ Liti re
a quest’ultimo fatto che nell’ uomo e nei
( Memorie di Parigi., 17013 p. ii 5 7, Rou-
mammiferi vasi onfalo-mesenterici hanno la hanlt (Ùssero, anat. is. d'urin, 1724, p. 21
i
y,
stessa origine, e si portano, in ugual modo, Neufville ( luog. cit. )., Haller ( luog. cit. )
alla vescichetta ombelicale; che primitivamen- Emraert, ( JSachtrag zu den beiden Ahhaud-
te il canal intestinale è contenuto nel cordo- liingen iiber das Nobel easchen aarchio. jìir
ne, non lontano dalla vescichetta, che talora è die Physiologie., t. X, p. ByS y, Dutrochet
stato possibile il far circolare il liquido, da
( luog. citât.)., Cuvier ( Mem. del museo., t.
essa contenuto, fino ad un condotto che si IH y, stimano che la si ritrovi costantemente.
indirizzerebbe, lungo il cordone, verso 1’ ad- Pareo (Anat. chir.., 1 Il, c. XXXV
y, Harvey .

domine, e fmalmenle che, in


( Exerc. de generat. de memb.
altre circostanze, et ìiumor. ) .,

è stalo discoperto un canale


quale, accom- il Ruysch ( Thesaur. ( 3 ), 11.^ 5 ^ ; c. 9, n. 21 y,
pagnato da’ vasi onfalo-mesenterici, si recava Ephem.
Ileisler ( nat. curios. cen\. II, osserv.
dall’ intestino all’ ombellico. Secondo
l’Oken, 190 y, Troortwyk ( De utero gravido., pars.
il cieco è quella parte dell' intestino
nel quale IH, de allantoide y, Neu ( De disi. foet. et
siopera la riunione, e le parti situate infe- adulti^ p. io 5 y, Albinus (Annot. acad.., lib. I,
riormente o superiormente, deggiono tenersi XIX,
c. p. 75 y, Monro ( Essays oj a soc. of
come due prolungamenti canali-formi sommi- Edimb. Danz ( luog. citât, p. I,
voi. II y,
,
nistrati dalla vescichetta, la quale diverrebbe, 5i2y, e Hunter (Anatomie des menschli-
per questo modo, il nocciolo primitivo del chen schwangern utérus., p. 84 ) negano
•amale intestinale. Ma
opinione non è am-
tale
r esistenza di essa. Le ultime indagini del
niissibile, perchè mammiferi, dolati di
tutti i
sig. Velpeau sembrano per altro risolvere la
vescichetta ombelicale, dovrebbero esserlo
e- questione per l’affermativa questo embriolo- :
gualmenle del cieco ciò che non è sempre;
; go, rigettando l’ idea che aveva espresso in-
d’altro lato, negli uccelli, la membrana
vitellina nanzi, nell’anno 1824 (Arch. generai, di Me-
comunica coll’ileo e non col cieco ijuindi il ;
dicina y, stima oggidì che questa vesciclietia
Meeke) ha asserito che la connesionc, di cui si trovi siluala.^^com’ era stato detto prima di
DEL FETO E DELLE SD E DIPENDENZE 319
;
lui, tra il corion e V amnios. Si presenta la sembra inclinato a pensare che sia la conse-
i
forma di una vescichetta
iiiedesiraa sotto la guenza di una produzione innormale. Co-
estremamente tenue, le cui pareti son sottili munque avvisa
il dottor Pockels, che nel
sia,
c più delicate che quelle delle altre membra- giorno quattordicesimo l'uovo sia grosso
ne nello stato attuale della scienza , torna
: quanto un’avellana, e che quella si trovi si-
impossibile T offerirne un’ esatta descrizione, tuata nella caduca senza che abbiaci niuna
;
perocché siccome la medesima varia secondo comunicazione tra essa e il corion. É que-
le differenti epoche della concezione, rare sono sto allora ripieno di un fluido rosso, tra-
le occasioni in cui sia lecito 1’ osservarla. Del sparente, della consistenza del bianco d’uovo
rimanente non è dubbio che sia tanto più attraversato, in più direzioni, da una mem-
sxiluppata, quanto più vicina alla sua for- brana scolorata tenuissima all’ incirca co-
,

niazione è P epoca in cui la si esamini'; se- me la jalloidea corpo vitreo. A


attraversa il

condo i più degli anatomici , che ne hanno tale epoca, amnios, secondo che ne pensa
1

parlato, coraunicalcoll’ uraco. Tale è l’opi- l’anatomico le cui idee esponiamo, è situa-
nione particolarmente del Dutrochet, il qua- ta dentro del corion, c rassomiglia ad
una
le ammette una siffatta comunicazione sen- piccola vescica allungata o globosa, della gran-
, za averla mai osservata, ma fondandosi so- dezza di un fagiuolo o di un pisello. L’em-
I pra r analogia, eh’ esiste fra questa membra- brione, che prima è fuori dell’ amnios, vi si
na e c[uella degli uccelli, poi sulla presen- attacca colla posteriore sua parte; coll’ an-
za dell’ uraco nel cordone ombelicale, e sul- teriore, invece, corrisponde, verso il sesto
i
la possibilità di farvi penetrare un liquido giorno, al corion ;
allora vi si profonda, e si
o di seguire questo ultimo fino all’ allantoi- veggono apparire, fuori di -esso, due parli
tle comunque siasi, tale comunicazione non
; rilevanti, la vescichetta eritroide e la vesci-
è dimostrata , e noi adottiamo , a questo chetta ombelicale , ambedue unite ad essa
;

proposito, tanto più di buon grado l’opposta l’ultima, globosa e d’ un colore bianco gial-
i sentenza, quanto che siamo dell’avviso di lastro, empiuta cT un fluido trasparente si-
è

;
quelli, a cui parere l’allantoide non è ser- mile all acqua e situata un poco sopra la
;

; hatoio all’ orina del feto. Tale opinione, fon- sommità dell’ embrione il suo volume è da :

i
data sul sapore salato del liquido contenuto prima, superiore a questo, ma il suo aunaen-
in tale membrana, e sull’odore orinoso che to non va oltre 1 apparizione del ’
cordone.
!
spande, non ci sembra ammissibile, che che Non presenta mai più che due linee di dia-
^ potessero dire, in tale proposito, i sostenitori metio, SI separa tosto dal luogo ov’ era da
di codesta ipotesi. Infatti, se la membrana al- prima attaccata, e dall’ inserzione del cor-
lantoide era destinata a contenere l’orina done, poi manda un canale nell’in testino del-
d.el feto, lo sviluppo della sua cavità avreb- r embrione. La vescichetta eritroide è pi-
he dovuto essere in relazione colla quantità riforme poggia colla sua grossa estremità
,
j

della secrezione orinosa, e la sua apparizione sull’ amnios dei lato corrispondente alla
par-
te meno elevala dell’ embrione, mentre colla
I

soprattutto non avrebbe dovuto precedere


quella degli organi secretori di questo liqui- estremità opposta va ad aprirsi nell’ addo-
do d’ altro lato, ripetiamo, nulla è che pro-
: raine di questo. Nelle uova di otto a dodici
vi la comunicazione dell’ allantoide e dell’u- giorni è trasparente, e di un color bianco
raco, ed é facile il comprendere quanto ci latteo. Il suo volume è tre volte maf^^iore
può avere di asserito così all’azzardo in una che quello dell’ embrione ; ma, dopo la^juar-
opinione tutta fondata sull’ analogia del sa- ta settimana, e dileguata. Se dobbiamo
cre-
pore e dell’odore dei liquido allantoideo, a- dere al sig. Pockels, la si scorge, all’ istante
nalogia che riscontrasi pure, d’altro canto, in cui l’embrione si
amnios, nasconde nell’
in altri liquidi ancora, siccome dimostra l’a- farsi involucro di tale membrana, e
produr-
f{ua dell’ amnios eh’ è salsa anch’essa. A- — re il cordone ombelicale, quindi ingenerare
dunque avvisiamo, insieme a Lohstein, O- nella propria cavità Piu testino. 'l'ali sono —
ken e Harvey, che il liquido contenuto nel- i caratteri assegnati daU’anatomico
di Brun-
la vescichetta allantoide sia destinato a tutto swick alla vescichetta eritroide. Siccome Po-
altro uso, cioè, secondo ogni apparenza, alla ckels nega l’esistenza dell’ aliati Ioide nò
,

nutrizione delle prime parti del germe. la membrana, da lui descritta, venne osser-
3.0 Vescichetta eritroide 11 dot- vala per ancora da altri anatomici, nè ver-
tor Pockels de Brunswick (/vi'v, decemh. iBzb rà forse che, mediante delle novelle inda-
lie.jt, XI 1342 tac. Xll, Xlll, XIV), gini, si scoprirà che codesta nuova meni-
1, pag. ,

ha descritto a questi ultimi tempi, fra le


,
hrana diffènscc poco dall’ allantoide infino :

ïueud^rana del feto, un’ altra vescichetta alla ad ora, la prudenza e,’ iiigimige di dubitare
quale si è imposto il nome di vescichetta eri- dell’ esistenza e delie funzioni della vescichet-
;
tioide. Il sig. Velpeau [luogo citato^ pag. ta eritroide.

5^) dice non averla giammai riscontrala, e


•PAKKCClll TjüLLA GKNIiRAZIOINK

cbelfa ombelicale, e a dispendio di questa


•)•)

Articolo IL secondo il mentovalo autore ( op. citât. Ionio


111, pag 776 ), r embrione, all’ istante di sua
IN SÈ MEDESIMO. apparizione, non sarebbe che una sostanza
SVILUPPO DEL feto CONSIDERATO
omogenea, la quale, siccome quella degli ani-
rlmEiiigono a desitlerare in- mali delie ultime classi, rappresenterebbe i
Molte cose ci
parte della stona del feto. diversi organi e ne conterrebbe i rudimenti.
torno a questa
Tutti, è vero, si accordano
oggidì nell am~ A opinione, almeno conghietturale si so-
tale

juettere la preesistenza deirovicino


ma nul- : stituisce di buon grado quella, per la quale
la precisa epoca del- l’embrione contiene, in vero, tutti i principii
le si sa di positivo circa
e questa in- del suo futuro sviluppo, ma non ha, dappri-
P apparizione dell embrione ,

certezza cesserà di recar maraviglia,


quando ma, che una semplicissima organizzazione, la
dubbio regna nella quale poi si va rendendo successivamente, per-
si penserà che lo stesso

storia degli animali ovipari, malgrado la


facilità correndo certi periodi, più complicala, se-
colla quale ci è dato d’istituire, sopra di essi,
condo quelle leggi che vennero statuite dagli
Del rimanente, comunque scrittori da noi mentovati. Questi leggi sonoan
delle esperienze.
siasi della cosa, è parere de’più degli
scritto- numero di quindici, e noi le riferiamo qui,
ri,femlirione comparire correndo la seconda perchè le stimiano degne dell’attenzione degli
settimana: inoltre tengono essi per fatti ec- anatomici; e così riempiamo un vacuo che
cezionali quelli osservati dall’ llaìler si trova nell’ opera del Bichat. i.° La pri-—
phys. toni. Vili, p. Gì) che credeva non di- ma era di già stata annunciata da tutti colo-

venisse questo visibile che verso il terminare ro che si erano fin qui occupati di anatomia,
della terza settimana, e quello, di cui parla ed esprime un fatto generalmente conosciuto,
Home (Phìl. trans. 1817, part. II, p. 256- cioè che ciaschedun organo, e quindi l’ inte-
261), a cui sentenza lo diviene otto giorni do- ro organismo, presenta, nella sua durata, tre
po la fecondazione. Nè solo, quanto al deter- periodi ben distinti, cioè: lo slato d’infanzia
minar r epoca della apparizione del feto, la o d’ imperfezione lo stato di perfezione o di
;

storia di questo presenta alquante difficolta maturità; e finalmente quello di ritorno o di


ma le presenta eziandio intorno al modo onde
;

vecchiaia. —
2.^ La seconda è ohe gli organi,
si sviluppano le diverse parti delle quali è coni- e le differenti regioni del corpo, hanno, Ira
posto. Qui infatti in cambio di osservazioni e sè, una tanto maggiore analogia quanto più e

di fatti, non si trovano, per così dire, che ipo- queste e quelli si accostano all’istante della
lesi. —Secondo alcuni autori, rembrione nasce loro origine donde consegne che il cuore, il
:

libero in mezzo qual


agl’involucri suoi : della fegato, lo stomaco, sono simmetrici all’istante
cosa si hanno, dicono essi, le seguenti pro- del loro primitivo sviluppo, e che gli arti su-
ve i.“ il sistema nervoso che, per quan-
:
periori ed inferiori hanno, tra loro, pocliissime
to sembra, sviluppasi il primo, non si tro- diflèrenze, 3.^ La terza ci ap})rende che tulio
va congiunto giammai all’uovo ; 2.0 ma lo quanto il cor[)o offre, a bel principio, un colo-
si vede svilupparsi a poco a poco di mez- re biancastro, e che tali diversi organi non as-
zo al liquore dell’ amnios 3.® finalmente |il
;
sumono che a poco a poco il loro colore rispet-
feto, alla sua origine, presenta una direzione tivo. —
4-0 Dìi quarta insegna che un organo è
retta e non curva, quale, piuttosto general- lauto più molle e fluido, quanto più prossi-
mente, pretendesi. Ma cui non balzano agli mo è all’ epoca dell’ origine sua, e ohe solo a
occhi le obbiezioni die possono muoversi a co- poco a poco acquista quel grado di consi-
desti argomenti? Si è abbastanza bene deter- stenza naturale a cui perviene. 5.° La
minala. la formazinne di tutte le parti dell’em- quinta fa conoscere che in tale stato di flui-
brione, per affermare che il sistema nervoso dità, non si trova, nelle parti, ninna traccia
si fa scorgere il primo? I^ercliè mai l’embrio- di globulo o di fibre, sicché è impossibile il
ne non potrebbe derivare, sì diritto come in- discernervi alcuna determinata forma. G.^ —
curvato, da una porzione qualunque dell’ uo- La sesta statuisce come principio, che le di-
vo? K non è noto che, negli uccelli, la niembra- verse parti dell’ organismo appariscono in
jia amniotica e il liquido contenutovi, appari-
scono, indubilalamente, dopo l’erabrione? Chi
differenti epoche.

7.0 La settima, che quel-
le parti le quali sono semplicemente ripeti-
ignora mai aver 1’ embrione in questi animali zioni di più perfette parli , e loro , d’ un
<ìelle cijunesioni coll’uovo fino dal primo rno- modo corrispondono
speciale, appariscono ,

meiito di sua apparizione ? —


Tutto adunque nllime siccome ci viene provato dal ventri-
:

s’accorda per farci rigettare una siffatta opinio- colo destro, che comparisce dopo il ventri-
ne, c per condurci ad ammettere che l’embrio- colo sinistro, e via discorrendo. — La ot-
8.*^

iK’,nno dal jn inoipio, sia legalo alle membraìie tava ammette che le parli rapidissimamen le
ci»e lo avvolgono, cc Tutto, dice il Meckel, ne si sviluppino nella loro l'orma esteriore, pri-
•A guida a pensare che si sviluppi sopra la vesci- ma eziandio che la tessitura loro e la chimi-
DEL FETO E DELLE SUE DIPENDENZE 3.21

ea loro composizione sieno compiute quin- : hanno relazione, almeno diretta, colla storia
di il cervello, tutto che semifluido, presenta dei feto, e ci afi'rettiamo giungere alla bre-
oggimai forma che deve presentare più
la ve descrizione dell’ accrescimento di esso, per
tardi Io stesso vuol dirsi delle ossa, e simi-
: terminar poscia colla esposizione de’ suoi vi-
li.— 9.0 La nona, che gli organi si vengono tali fenomeni.
formando da parti separate, e che tali parti, Accrescimento del feto propriamente
di separate che prima sono, si riuniscono a detto. —
Verso la terza settimana comincia
poco a poco, fin tanto che formino un tutto i’ embrione ad essere visibile, e allora niuii
perfetto siccome interviene del sistema va- organo presenta veruna parte che sia possi-
;

scolare, dei reni ed altri. —


io.° La decima bile il discernere dalle altre. Allora ei rasso-
ci disvela che gli organi diversificano, quanto miglia ad un verme in istato mucoso; è al-
a grandezza, nelle diverse epoche, di modo lungato, gonfio nel mezzo, ottuso ad un’estre-
che la midolla spinale e Fencefalo, il cuore e i mità, retto o quasi retto, semi-opaco, della
I
polmoni, presentano, rispetto al volume, al- lunghezza di due in tre linee, e del peso di due
;
1’ epoca deir apparizione loro e dello svilup- in tre grani. Niente è discernibile in esso: nè
po, delle inverse attinenze. —
ii.oL’ unde- ci ha indizio veruno del capo, fuori una pic-
cima dà come precetto che gli organi non cola elevatezza separata dalle rimanenti parli
abbino la stessa durata. —
12.0 La duodeci- mediante una specie d’ incavatura. Non vi si
ma che alcuni sistemi organici sieno , nel
,
osservano nè occhi nè membri niun’ aper- ;

; successivo loro sviluppo, molto più compli- tura vi esiste nè si può anche, secondo alcu-
:

I cati di altri, esaminandoli riguardo alla loro ni anatomici, giudicare se il piccolo embrione
I tessitura, alla forma interna,
situazione e
alla attacchisi all’ uovo. Per altro pensano alcuni
I' alla proporzionale grandezza. Osservisi, infat- scrittori, che si attacchi all’involucro interno
to, ciò che avviene, a tale proposito, nel siste- deH’uovo con quella parte onde deve nascere
I ma vascolare, o eziandio nell’apparecchio inte- il cordone, la quale è la più prossima alla sua

1 paragonandolo a quanto in-


stinaie o genitale, piccola estremità. Tale aderenza che, a prin-
terviene negli altri sistemi, massime il ner- cipio, è immediata, non tarda ad operar.si col-
^

voso. — i 3 .® La decimaterza ricorda esistere


quanta
r intermezzo del cordone. Abbiamo già —
detto che l’uomo, di tutti gli animali, è quel-
' delle parti nelle quali, per tutta la

; loro esistenza , si riscontrano alcune tracce lo che presenta, ne’ suoi primordi, i più rapi-
della primitiva loro formazione, siccome altre di avanzamenti. In fatti 1 ’ embrione all’epo-
I

ve n’ ha, nelle quali non se ne discerne niu- ca dei trenta giorni, ha la grossezza di una
:j
na, e questo senza die si possa statuire la ca- formica, sei linee ali’incirca in lunghezza, e ÎI
li
gione di una differenza siffatta. Il sistema os- peso di venti grani. La testa è uotabiimente
seo presenta parecchi esempi conformi all’ad- ingrossala, costituendo ella sola quasi la metà
dotta legge. —
i4 ° La decima cjuarta ram- della lunghezza del corpo: quindi il Baudeloc-
menta una legge anticamente conosciuta ( la que 1’ ha paragonata a quell’ ossetto dell' o-
Ì rassomiglianza che esiste nella forma, tra Io recchio interno, che dicesi il martello. Dalla
i stato embrionale degli animali superiori e ,
quinta alia sesta settimana, si vede successiva-
il io stato permanente degli animali inferiori, niente svilupparsi, i.° la faccia, sempre, ri-
!> già indicata dai Harvey, Wolf, Olien, Vicq- guardo al cranio, tanto più piccola, quanto
b d’ Azir, e via discorrendo), della quale alcu- minore è 1’ età dell’ embrione : 2.® gli occhi
1 ai anatomici si sono attribuiti la discoper- segnati da due punti neri rivolli all’ infuori,
i ta, cioè che i gradi di sviluppo, sostenuti
: ma varianti nell’interna loro sembianza, poi-
> dai vari organi del feto, dal momento deha sua ché Maìpighi pretende che si presentino
il

i: formazione in embrione, fino a quello della sotto la forma di semi-cerchi e le orecchie, ;

1 sua esplusione dalla matrice, corrispondono che altro ancora non sono che due punti de-
ti a certe disposizioni permanenti in alcune licatissimi, ma evidenti. 3 .o La bocca, la quale

a classi del regno animale, talché 1’ embrione, non presenta che un’apertura stretta ed aper-
b dopo esser stato una molecola organica per ta e senza labbra i membri toracici che si
;

[1
qualche foggia omogenea , presenta successi- presentano sotto aspetto di due papille ot-
1’

ci vamente, nel suo tutto o in alcuna delle sue tuse situate sui Liti del tronco. Non si disco-
parti, una forma del tutto somigliante l’uno o pre ninna traccia di collo ; ma alla parte su-
g
'j
r altro individuo della scala animale. i 5 .° — periore dell’ addoraine si possono agevol-
Finalmente, la decima quinta è destinata a mente sentire le pulsazioni del cuore : e già

delincare i caratteri che servono a distingue- si osserva un punto di ossificazione nella cla-
re 1’ uomo dagli animali, cioè 1’ estrema ra- : vicola e nella mascella inferiore le coste esi- :

pidità colla quale corre i primi periodi deila stono, ma nello stalo cartilaginoso. 1! cervcl

I
propria esistenza. —
’lValasciamo a bella [»o- lo e la midolla spinale non si palesano ancora
un liquido grigiastro, c
1 sta le altro osservazioni generali di MeckcI che sotto forma di

intorno lo sviluppo dal feto, per ciò che non tiittavoltii i nervi laterali del tronco e del
i

^
1
Elìcici. Med, T. II. 4

I
332 A1»PAKECCH1 1>KLLA gejnehazïome

rapo sono già disceniibili.— Verso il quaran- primi due mesi di un intonaco viscoso e molle,
tesimo giorno , il volume dell uovo umano comincia a formarsi correndo il terzo tutta- ;

uguaglia all’incirca quello del pollo, e il vo- volta è sottile ancora, trasparente, facile a la-
lume dell’ embrione quello di un’ape. Si è cerare, senza niuna sembianza fibrosa. Du- —
detto che T aumento degli embrioni femmine rante il quarto mese, meno rapido è l’accre-
fosse più tardo ; non so fino a qual termine scimento ; per altro le forme si delineano, e
debbasi tale opinione tenere per giusta ma. tutte le parti sono allora discernibili. La lun-
:

so che Aristotile ha fatto osservare che, dopo ghezza del feto corrisponde, a quest’ epoca,
la nascita, le femmine crescono più rapida- a sei o sette pollici, il peso a sette od otto
mente che i maschi, e che ingrandiscono e in- once. La testa diviene ogni dì meno grossa, e
vecchiano più presto. Dal quarantesimo al ses- sebbene 1’ ossificazione , che ha comincialo
santesimo giorno s’ incomincia a discernere le fino dalla nona settimana nelle ossa del cra-
varie distribuzioni dei membri , il braccio , nio, continui, pure sono ancora ampissime le
l’antibraccio e la mano, non che i membri fontanelle, e larghissime le commessure del
pelvici. —
La lunghezza dell’embrione è dalie cranio. Le borse sono vuote, ma abbastanza
dodici alfe quindici linee; il suo peso dalle due visibili; la clitoride o il pene manifesti pure :

alle quattro dramme. Secondo l’Autenrieth e io la lunghezza della prima è talvolta cotale che
Soemmering, si può conoscere nel giorno cin- può cagionare degli errori riguardo al sesso
quantesimo secondo, il punto lagrimale situato del feto. La vulva diviene apparente; le lab-
al lato interno dell’occhio. Si è pur veduto, nel bra della bocca, più sviluppate, si uniscono ;
cinquantesimo terzo, il cerchio dell’iride chiu- entro la bocca apparisce la lingua. La superfi-
so da una membrana bianca, e nel cinquantesi- cie cutanea è rosea, somigliante ad un sottile
mo sesto, si videro i rudimenti delie narici raso; già coperta d’ un lieve pelume nella :

Confusi colla bocca. —


Dalla nona alla decima testa si scorgono alcuni capelli cortissimi
settimana, l’embrione è lungo due pollici, ed Nelle areole del tessuto cellulare esiste di già un
ha il peso di un’ oncia a un’ oncia e mezzo. grasso rossastro, e i muscoli sono suscettibili
Cominciano ad apparire il naso e le narici : si di eseguire alcuni movimenti.— Nel quinto me-
tracciano le palpebre e Fin qui le
le labbra. se, lalunghezza dei feto corrisponde ad olio in
palpebre non esistevano, o almeno erano tra- undici pollici, il peso ad otto in dieci once. La
sparenti si formano gl’integumenti e le pa-
: testa, che fin qui presentava un volume tanto
reti del petto. Comincia a torcersi il cordone. sproporzionato, non avanza più che di un
1 membri addominali, quantunque abbiano quarto il volume generale del feto, e comin-
seguito lo sviluppo dei membri toracici, ne cia a volgersi in basso, I membri addominali
restano per altro al di sotto ; i piedi sono an- s accrescono, e oltrepassano tosto in lunghez-
cora senza le dita ; la pianta è rivolta al di za i membri toracici; il pene presenta dei
dentro, il dorso ai di fuori ; la coscia è più piccoli peli, come di seta, e bianchi. La ma-
corta della gamba, siccome intervenuto era dre sente benissimo i movimenti dei feto,
nell’ antibraccio rispetto al braccio. 11 sesso causa l’aumento del sistema muscolare di es-
non è ancora manifesto ; apparisce un tuber- so, e suo volume più considerabile.
il Nel
colo protubérante, che stimasi la clitoride: sesto mesCvla lunghezza dei feto è di undici in
ci ha riunione tra le parti genitali e le anali : quattordici pollici, il peso di dodici in sedici
allora svanisce la vescichetta ombelicale. once. La testa, in proporzione sempre più svi-
Correndo la undecima e la duodecima setti- luppata, si copre di capelli bianchi argentini ;
mana, 1’ embrione presenta una lunghezza di appariscono de’ piccoli peli alle palpebre ed
cinque in sei pollici, e pesa tre once all’ incir- alle sopracciglia. Compiuta è 1’ ossificazione
ca. La lesta è manco sproporzionata ;
le pal- dello sterno, e operatasi, d’ alto in basso, la
pebre sono manifestissime, e unite le ime alle unione delle sue due metà; la cute e l’epider-
altre; il naso prevale ; la fronte e la bocca mide cominciano una dall’al-
a disceinersi 1’

sono manifestissime, l’ultima èchiusa; il pet- tra l’ultima poi delle dette tonache è sotti-
;
to è perfellameute chiuso, e lo sterno, a cui lissima, di color purpureo, massime alla fac-
Wolf dà il nome di cicatrice del torace^ è cia, alle labbra, alle orecchie, alla mammella,
óggimai formato. 11 braccio si è allungato, le alla palma della mano alla pianta dei piedi
:

dita sono separate, le ungdiie appariscono


sot- sembra increspala. Lo scroto è piccolo, la
to l’aspetto di piccole piastre membranose e vulva protubérante; le unghie solide. Se na-
sullili. La regione pelvica è patentissima; molto scesse il feto in quest’età, sarebbe grande ab-
lu.igo è tubercolo rappresenta tore dalla clito-
il
bastanza da poter respirare, gridare, e inco-
iide,e sotto di esso trovasi una fessura
longitu- minciare 1’ esteriore sua vita ; ma, indubita-
dinale,! cui margini sembrano le
grandi labbra: tamente, morrebbe dopo alcune ore. Al
tale fessura è separata da una
lamina trasver- settimo mese, e durante il corso di questo, si
sale, che^egna la separazione
che si forma tra veggono tutte le parli andare acijuistaado sue-
i ano e le parli genitali. La pelle, vestila nei cessivamcalc una maggior consistenza, mcn-
DF.T, FRTO V, DFLî.P. SUR OIPr’.NaR.NZR

tpp crescono e assamono una forma ro-


cÎif* ci ;
lo sfeno brcgmatico di tre pollici e quat-
tondata. f^siste pure una maggior proporzio- tro linee; F antero-posteriore, di quattro pol-
ne tra le diverse parti del feto, che è allora lici e tre linee. La circonferenza deha testa è
lungo di tredici in sedici pollici ; e pesa da di tredici in quindici pollici ;
la fontanella ha
due libbre a due libbre e mezzo. 11 dito, por- ancora la larghezza di un pollice ; i capelli
tato verso l’oritizio uterino, discerne la pre- sono abbastanza grossi e biondi la faccia non ;

senza della testa portatasi in tale direzione; la preseuìa più, almeno d’ un modo si manife-
quale è pur mobilissima. Quanto agli occhi, sto, la sembianza deila vecchiaia che aveva
le palpebre vi sono semi-aperte, e la membra- presentato infino ad ora. Il petto è corto e
na pupillare scomparsagli tessuto cellulare co- appianalo; l’addoraine ampio e protubérante
mincia a farsi abbondevole; quindi le forme verso l’ombelico, il quale occupa allora la me-
si latino, ogni dì, più rotonde. La pelle è più tà della totale lunghezza del corpo il bacino ;

rosea, e alla superficie di essa i follicoli seba- è stretto, poco sviluppato le unghie si pro-
;

cei separano un intonaco bianco adiposo i : lungano fino all’estremità delle dita, ed ancor
capelli sono più lunghi e d’ un colore oggimai le oltrepassano. Tali sono le più generali
più oscuro. Durante F ottavo mese, T ac- nozioni che abbiamo stimato di presentare
crescimento del feto si opera più presto in intorno lo sviluppo dei feto. Ci diamo solle-
grossezza che in lunghezza allora pesa dalle : citudine di confessare che i ragguagli anato-
quattro alle cinque libbre, ed ha sedici in die- mici, ne’quali siamo entrati, non sono sì scru-
ciotto pollici di lunghezza. Le fontanelle sono polosamente esatti che non possano essere sot-
meno allargate che nei mesi precedenti le ;
topposli a contrasto, essendovi grandissima
palpebre aperte il testicolo sinistro sovente
;
differenza nelle diverse valutazioni datine dai
disceso nello scroto; tutte le parti, in una pa- varii autori ;
ma un
fatto positivo rimane,
rola, si accostano ogni giorno più allo stato cioè: la diminuzione progressiva della me-
compiuto di formazione. — Al nono mese, il tà superiore del corpo , durante gli ultimi
feto ha la lunghezza di dieciotto in venti pol- mesi della gravidanza infatti il cordone, che
:

lici : pesa da sei in sette libbre, e, nelle palpe- prima era nella parte inferiore del tronco.,
bre e nelle sopracciglia, lanuggine, che co-
la giunge, come dicemmo, alla perfine alla me-
priva codeste parti, fu surrogata da veri pe- tà del corpo ; non già che onde tale cangia-
li. Finalmente, all’istante della nascita, mento di posizione si operi, il cordone si
secondo Chaussier, che aveva esaminato più sposti, ma perchè le parti che si trovano sot-
di quindici mila bambini, il feto ha, le più to il punto d’inserzione del medesimo, le
delle volte, una lunghezza che corrisponde a quali erano dapprima solo rudiraentarie, si
quattrocento e ottantanove millimetri, che sviluppano. —
Perciò che concerne la posizio-
vale un dire a dieciotto pollici. La distanza ne dei feto, è noto che, nei primi tempi, è so-
tra la sommità della testa e F ombelico, è or- speso il medesimo, mediante il cordone, nelle
dinariamente di dugento e ottanta millimetri, acque dell’ amnios, perocché la testa, per ca-
ovvero di dieci pollici e quattro linee quella ;
gione del suo peso, portasi in basso a prin- :

dalForabelico ai piedi di due cento e nove mil- cipio, tali movimenti polrebbono altra cosa
limetri, o di sette pollici e otto linee ; quella non essere che una rnotazione intorno il cor-
eh' esiste dalla testa al pube, è di dugento e done ma quando questo abbia acquistato
;

novanta millimetri, o di undici pollici e nove una maggior lunghezza, allora il novello es-
linee, e quella che è dal pube ai piedi, di cen- sere si lascia andare a più estesi movimenlì.
to e settanta millimetri, o di sei pollici e tre Tuttavolta non esiste ninna posizione fissa
linee. La lunghezza, dalla clavicola alla parte fino verso la metà della gravidanza ; passa-
inferiore dello sterno, è misurata da cinquaii- ta quest’ epoca, siccome lo spazio nel qua-

tacinque millimetri, o da due pollici e tre li- le è contenuto diviene ogni giorno mino-

nee e quella dalla parte inferiore dello ster- re, stante il successivo suo aumento, è co-
;

no al pube, di cento e sessanta millimetri, os- stretto allora di rimenersi nell’attitudine stes-
sia sei pollici dalla sommità di una spalla al- sa, e più comunemente assunae la seguente.
;

F altra possédé trasversalmente cento


il feto E il feto curvato all’ innanzi col mento ap-
e venti millimetri, o quattro pollici e sei li- poggiato sui petto l’occipite è inclinato
;

nee dallo sterno alla rachide e nella stessa


;
verso F apertura superiore del bacino: le
direzione novantalre millimetri, o tre pol- braccia sono ravvicinate sul davanti, e le ma-
lici e sei linee : finalmente la distanza da un ni portate verso la faccia, le coscie sono pie-
osso degl’ilei alF altro, è di settanta cinque gate sull’ addomine, le ginocchia allontanate
millimetri, otre pollici; quella danna tube- 1’ uno dall’ altro, e le gambe
incrociate di
rosità femorale all’ altra, di ottantaquatti'o modo che il tallone sinistro trovasi collocato
millimetri, o di tre pollici e tre linee. 11 diame- sulla natica destra, e viceversa. I piedi poi so-
tro trasversale della testa è di tre pollici e quat- no piegati sulla faccia anteriore della gamba ;

tro linee; Focipito-mentoniero di oimpie polli- talché se pongasi mente al complesso di una
, / APPARlîCCm DELLA GENERACI ONE
3 2q

posizione slffalia, si vedi’a che vappresenta un delle parti in istato norniale, e confermate
ovoide deila lunghezza di dicci pollici alP in- eziandio dallo stato de’ mostri per difetto
circa. Uicorderenio rpii, hrevenacnte, che,
ai- che presentano sempre corrispon-
le arterie

P alto della nascila, la testa si appoggia sul denti alle parti non isviluppate, o chiuse inte-
collo deir utero, e corrispoinie alP entrata del
ramente, o mancanti. Comunque siasi però di
bacino, mentre le natiche corrispondono al questo punto di anatomia trascendentale, ci
fondo deir organo. Più ampli ragguagli, in- affretteremo gittare un rapido sguardo so-
torno a questo punto rilevante di scienza, è pra ciascheduno de’ principali apparecchi del
uopo rintracciarli nei trattali di ostetricia ; e feto, cominciando dal sistema vascolare san-

alle scritta di simile genere è mestieri ricor- guigno degli uccelli, che sono gli animali, in
rere, chi vuol penetrare profondo entro gli cui più ^agevole riesce il ripetere le espe-
organi del feto, vedere quali graduali muta- rienze. E noto che P uovo di questa clas-
zioni sostengono i principali apparecchi, e ri- se di vertebrati è rivestito di un involucro
montare per infino alP origine de’ generali calcareo, il cui colore è variabile, e eh’ è ve-
sistemi. Qui non possiamo che, d’ un modo stito di una densa membrana chiamata mem-
superficialissimo, descrivere quelli che si no- brana comune dell’uovo: entro di questa è
tano in ciaschedun apparecchio, per giungere il bianco dell’uovo, nel centro del quale tro-

di poi ai fenomeni fisiologici del feto, e dar vasi il tuorlo tutta questa massa fluida è at-
:

per questa guisa terminazione al lavoro che taccata alle due estremità del guscio median-
abbiamo intrapreso. te due legamenti biancastri che si appellano
Lo abbiamo già detto, gli autori discor- calaze. Delle parti che abbiamo noverato,
dano per sapere, cjuale dei tessuti generali il tuorlo è il più leggero, ei tende sempre di

apparisca il primo nell’ animale economia. Se accostarsi alla superfìcie. E poi rivestito di
dobbiamo prestar fede al Rolando, sareb- una sottile membrana che impedisce la diffu-
be il sistema nervoso, ma tale opinione, alla sione del tuorlo. 11 primo effetto dell’in-

quale in qualche guisa partecipano Prévost cubazione è quello d’innalzare la temperatu-


e Dumas, è combattuta da molti anatomici, ra dell’ uovo : così P umidità di esso svapora
alla lesta dei quali vuole essere collocato il attraverso le porosità dell’involucro calcareo,
Serres. Pensa in fattiquesto dotto anato- e rimane allora, nell’ uovo, un vacuo : quindi
mico col maggior numero degli scrittori
,
le membrane del guscio si separano in due
che occuparono d’ embriologia, che il siste-
s’ lamine verso l’estremità grossa dell’uovo.
ma vascolare sia P elemento organizzatore La lamina esterna rimane aderente al guscio,
primitivo per eccellenza, e i lavori da lui P altra segue la calaze che la trae con sè e
istituiti sull’ anatomia del cervello nelle quat- si applica sulle parli fluide dell’ uovo una :

tro classi de’ vertebrati , tendano a dimo- volta che sia indebolita la calaze le lamine
strare che le diverse parti dell’asse cerebro- della membrana se ne distaccano, e allora tutto
spinale e del sistema nervoso in generale, l’albume si porta alla piccola estremità del-
non si manifestino^ che dopo le arterie alle l’uovo, mentre che il tuorlo si accosta all’op-
medesime destinate. Quindi, dice il Serres posta estremità quindi la piccola cicatrice,
:

( Anatomia comparatila del cercello nelle in che si trova nascosto il germe del novello
quattro classi degli animali vertebrati ; essere, è a contatto coll’ aria atmosferica :

opera coronata dell' istituto^ 1824 ), le ar- questo avvenuto, e continuando P incubazio-
terie della midolla spinale antecedono sem- ne, si scorgono, dopo la duodecima ora, ap-
pre, nella loro apparizione, Io sviluppo della parire alcuni globetti e alcune vescichette tra
midolla stessa, siccome le arterie del cervel- le membrane del tuorlo quali vescichette,
le
;
letto e del cervelloprecedono P uno e P altro che sono i veri rudimenti delle vene, si riu-
di codesti organi (esistono però alcuni fatti niscono a poco a poco tra sè, e danno origine
contradditori a siffatte leggi ) : la quale dis- finalmente ad una rete vascolare talvolta, se:

posizione si riproduce, ad ogni istante, per dobbiamo giudicarne da quanto è dimostrato


lo sviluppo successivo e regolare di ciasche- da un’ ispezione prolungata, codesta rete sem-
duna tra le parti del sistema nervoso. Ma bra più presto composta di semplici vie, sca-
ci ha di più : secondo il Serres, P apparire vatesi dal liquido nella delta sostanza, che da
delle arterie non solamente precede quello vere vene. Almeno niuna cosa è che dimostri
della midolla spinale del cervelletto e delle P esistenza delle loro pareti, che solo appari-
differenti parti che lo compongono, ma ezian- scono più tardi. Da questo è resa manifesta
dio lo sviluppo di queste parti è dipendente la tessitura vascolare. Verso la trentesima ora
da quello de’ menzionati vasi lo che avviene :
apparisce il cuore che non consiste in altro,
per tal forma, che le più grosse arterie dan- a principio, che nello sviluppo più con.side-
no sempre nascimento ai più sviluppali origa- rabile di uno tra i vasi primitivi ma verso il :

ni. Dcd rimanente, soggiunge P autore, sono decimoterzo giorno, presenta oggimai il me-
ledette' cose più che dimostrate dall’esame
desimo alcuni manifesti rigonfiamenti le ar- :
DRL FETO K DELLE SFE DIPENDEInZE
terie non
iar<1ano ad apparire ; quiiuli le pe- i’ rappresenta il principio dell’ aorta
altra •

nelra mi sangue rosso, e cireola per esse si ; quindi il complesso di tali parti rappresen-
} appalesano i vasi ombelicali e la vescichelta ta una fessura colorata in rosso. Alla cin-
; allantoide, e va crescendo sempre lo sviluppo qiiantesim’ ora, appariscono i tre punti sa-
> del vascolare sistema adottando adunque
: lienti di Aristotile, viene a dire tre vesci-
E l’ordine di successione, che abbiamo statuito chette rosse che non lasciano di palpitare, e
t testé, scorgesi che appariscono, innanzi tutto formano i.® l’origine dilatata dell’aorta, 2 .*^
[ le vene, segue tosto il cuore, e finalmente le il ventricolo sinistro, 3.^ e un’ orecchietta.
i arterie. Il Rolando pensa invece che quest’or- Le pulsazioni di questa antecedono, indubita-
i dine di vasi apparisca anche prima del cuore. tamente, quelle delle due altre cavità, magli
[ Del rimanente, nell’ uomo c nei mammiferi oggetti esser deggioiio di una sì estrema sot-
> cercasi generalmente invano di sorprendere, tigliezza, che ne par difficile il vedere, mal-
D nella loro formazione, i vasi della vescichetta grado la trasparenza delle pareti dell’aper-
> ombelicale quindi ne viene T impossibilità di
:
tura intermediaria, passar il sangue rosso dal-
potere in essi asserire se questi vasi sieno ar- 1 orecchietta al ventricolo, a meno che non

teriosi o venosi. Non è lo stesso di quelli die siamo dolali d’ una vista penetrante e spe-
: si scorgono nelle villosità del corion i quali ;
cialmente bene esercitata nulladimeno pos-
:

» evidentemente vono t’e/2 e e quindi T analo- siamo assicurarci clic neiralto della contrazio-
gia ne conduce a credere, che, al par di quelli ne, il ventricolo e 1’ orecchietta impallidisco-
•'
che osser valisi sopra la piccola cicatrice degli no : formazione delle orecchiette del cuore
la
1
? uccelli, non sieno primitivamente codesti vasi nasce alla parte superiore della vena cava in-
Tj che semplici vescichette isolate, poi riunite e feriore, eh’ è la continuazione della vena om-
;i simulanti allora de’ canali incavati nella so- belicale. A principio non formano esse che
ì stanza gelatinosa, e finalmente de’ vasi a pa- una cavità, ma verso il termine del quarto
:j
reti distinte. Se tale è 1’ andamento che se- giorno appariscono già le tracce primiere
guono nel loro sviluppo, le vene delle quali della separazione delle due orecchiette fa- :
I

I
abbiamo tenuto parola, si scorge che rasso- na delle quali, cioè quella che trovasi alla
j
migliano, per questo rispetto, ai vasi, i quali sinistra banda, è a principio più grande e
! si sviluppano nelle membrane accidentali, e posteriormente prolungala verso il Iato op-
Ï
vennero sì bene descritti dal sig, Gendrin in posto quindi siffatte due cavità si rendono
;

1 un’ opera coronata dall’Accademia imperiale più manifeste e via più sì separano sembra :

)( di Vienna ( Trattato anatomico delle in- per altro che fino al vigesirno dì la sinistra
I
Jìammazioni^ iSaS ). Comunque sia, hi rimanga più grande.- —
11 ventricolo è ugual-

vena porta apparisce, de’ tronchi, il primo ; mente unico ne’ quattro primi giorni della
codesta vena è, nell’ uccello, in relazione col- incubazione quando incomincia ad appari-
:

la vena onfalo-mesenterica, la quale si por- re, è bianco, scolorato, trasparente, e tutla-


ta alla membrana del tuorlo ,
mentre che, volta già muscolare. La sua forma generale ò
nei mammiferi, essa corrisponde colla vesci- quella di un rene; solo compiuto il sesto gior-
I chetta ombelicale. Questo pronto apparire no discernono i rudimenti di un secondo
si

' della vena porta s’ accorda, del rimanente, ventricolo, il quale non è, a bel principio,
> collo sviluppo dell’embrione, il quale, a prin- che una specie di tubercolo nascosto, quasi
cipio, riducesi al solo tronco poscia appari-
:
del tutto, dall’ origine dell’ aorta la sua for-
:

sce la vena ombelicale: quindi, ma molto più ma è ovoidale, ed è situalo trasversalmenl (2


tardi, le vene cave, che non si scorgono, per sopra l’ altro ventricolo, del quale è molto
così dire, che al momento in cui si sviluppano più corto. Nell’ uomo, tali fenomeni appari-
le parti, dalle quali sono destinate di riporta- scono molto più tardi solo, correndo l’ot-<
:

re il sangue, ed eziandio le arterie corrispon- tava settimana, f orecchietta, in prima unica,


I denti. La vena cava inferiore si continua, col- è divisa in due da un tramezzo incompiuto,
la vena ombelicale, per 1’ intervento del ca- che le sì sviluppa internamente, ma che per
nale venoso^ ma la superiore rimausene di- altro lascia, tra le due, un’apertura di co-
stinta. cuore, siccome dicemmo, è visibile
Il municazione conosciuta sotto il nome di fo-
hno dalla trentesima ora ; e 1’ Haller 1’ ha ve- rame del Botalli. Si scorge poi, correinlo il
duto battere tino dal termine del secondo secondo o il terzo mese , comparire sopra
giorno. Aveva esso la forma di un ferro da questo tramezzo mediano delle orecchiette
cavallo colla convessità rivolta verso il capo, una valvola disposta a luna crescente, la qua-
al quale era molto ravvicinato quindi, fino
:
le rendemlo ogni giorno minore f orifìzio
dall’ apparire suo primo, era circondato dalle terminalo da essa, Io chiude al fme perfetta-
anembrane. Alla quadragesima nona ora, vi si mente all’istante della nascita. Mentre che
I

discernono due vescichette palpitanti, che si avvengono di siffatte mutazioni nell’anato-


mandano 1’ una all’ altra un sangue colorato: mica disposizione del cuore, altre se ne ap-
r una è formala dal ventricolo sinistro, e parecchiano quindi si scorge partire dalla
j
33G apparecchi he LA generazione

b;isc vcnlrlcolo sinistro, mentre V orec-


(ìel
do e questo è uno degl! indizi migliori pi*r
;

chietta si raddoppia, un piccolo prolong^a- riconoscere P infauticidio. l utti i ragguagli


nientoche va a costituire un secondo ventri- spettanti a sifiàìto argomento deggiono tro-
colo. Arricchito per tal modo di un’ orec- varsi nei trattati di medecina legale, e noi ci
chietta, cuore possédé allora quattro cavi-
il faremo un debito importan-
di dare a questo
tà, da prima le orecchiette sono più ampie te quesito tutta quell’ ampiezza di che è su-
dei ventricoli, e P orecchietta destra più che scettibile se, come osiamo sperare, verrà a noi
la sinistra: il contrario avviene per li ventri- affidata la cura di trattare questa parte. Or
coli, almeno durante i sei primi mesi. Le pa- dunqrre contentiamoci d’ indicare, così di vo-
reti di tutto r organo, massime quello dei lo, di quale rilevanza esso sia, pel medico le-
ventricoli, sono densissime e all’ imbocca- ;
gale, il conoscere esattamente tutto che ri-
tura della vena cava interiore nella destra o- guarda lo sviluppo degli organi polmonari
recchietta, esiste una valvola conosciuta sotto del feto. —
Alla storia degli organi toracici
il nome di valvola delP Eustachio. Quanto si connette piir quella di una glandola desti-

alle arterie, una sola ne esiste fino alla setti- nata unicamente alla vita entro-uterina vo- :

ma settimana, cioè aorta 1’arteria polmo- 1’ gliamo dire del timo.


nare apparisce subito dopo, ma senza rami,
;

Del timo. —
Pochi organi hanno chia-
e si reca all’ aorta della quale non sembra mato a se maggiori ricerche del timo : mal-
che una radice. Successivamente correndo la grado ciò, le funzioni alle quali è destinato
ottava settimana, si vede staccarsene alcune sono del tutto ignote non pure, ma eziandio
pìccole branche che sono destinate ai polmoni. poco nota n’ è la struttura. Lo si rappresenta
Tali piccole branche, che sono tanto più tenui come un corpo situato alla parte anteriore e
quanto più giovane è 1’ embrione, vanno cia- superiore del mediastino anteriore, dietro Io
schedun giorno aumentando in volume perfor- sterno, davanti la base del cuore e dei grossi
ma che, verso il quinto mese, il loro volume u- vasi la sua forma è irregolarmente quadra-
:

guaglia il tronco primitivo dell’ arteria polmo- ta o triangolare, colla base rivolta in basso,
nare, sempre continuo all’aorta, e denominato l’apice in alto. Ned è contenuta semplicemen-
allora il canale arterioso. Finalmente all’ e-
,
te nel mediastino anteriore, ma si prolunga
poca della nascita, il loro accrescimento essen- pure oltre il petto, alla distanza di un mez-
do continuato, ciascheduna eguaglia non sola- zo pollice all’ incirca, per estendersi sulla
mente il mentovato canale, ma pure lo avan- taccia anteriore del collo, ov’ è ricoperta dai
za. il canale venoso poi tanto più si restrin- muscoli della regione sotto ioidea. Quest’ o)--
ge quanto più si avvicina il momento in cui gauo ha comunemente maggior larghezza ed
deve cessare la vita entro-uterina. Alla de- — altezza che spessezza la sua lunghezza è pu-
;

scrizione dell’arteria polmonare quella natu- re notevole, massime qu-ando la si paragoni


ralmente si attacca degli organi polmonari. alla sua larghezza, e, sebbene presenti alla som-
Verso la sesta o la settima settimana se ne di- mità un rigonfiamento più o meno conside-
scernono le prime tracce, e allora si manife- rabile, pure non è minore quello che mani-
stano sotto la forma di dire lobuli quasi im- festasi alla superiore sua estremità. Il suo —
percettibili, situati sotto il cuore che gli avan- colore è bianco rossastro, molle la consistenza:
za d’assai. A principio sono appianati colla e vasi, poco considerabili, che vi si recano,
i

superficie molto liscia ed unita, e sono molto lo penetrano d’ alto in basso. Secondo Astley
ravvicinati l’ uno all’ altro, ma quando lo sta- Cooper Relazione del Barone Dupuytreii
(
to rudimentario svanisce, e gli succedono del- all’ Accademia delle scienze, seduta del 4
le forme più dispiegate, allora
si scorgono giugno i 832 ), è quest’organo rivestito in-
sul lato esterno di essi alcune
incavature in- ternamente di una membrana cellulosa, las-
dicanti la separazione dei lobi, e si
veggono sa, che serve a mantenere uniti tra sè i vari
successivamente passare alio stato lolaoso elementi ch’entrano nella tessitura di questa
,
poi diventar granulosi pieni e solidi
al cpiar- : glandola, alla formazione della quale concor-
to mese, assumono una tinta rosea,
e la con- rono alcuni lobi di svainate forme, più mani-
servano fino al momento della nascita,
in cui festi generalmente agli angoli della superiore
illoro sviluppo, siccome quello della
trachea estremità che alla parte media. Internamente
e della laringe, è ancora poco
inoltrato: la mentovati lobi esiste un tessuto reticolare
ai
trachea è ristretta e piena di un liquido
tra- «leslinato ad unirli: conviene aggiungervi pure
sparente i pezzi della laringe, che
:
più tar- jun vaso di comunicazione ch’è tonnato inter-
di deggiono essere cartilaginosi,
non sono namente d’una membrana mucosa, e che si ri-
allora che
posta dire che
membranosi. Tralasciamo a bella scontra sempre ne’ differenti lobi. 11 timo,, —
i polmoni degli individui che oltre a ciò, è attraversato nel suo centro d’ un
non hanno respirato, arrivano, causa il lo-
apparecchio legamen toso, che contribuisce an-
ro peso specifico maggior che (j’uello
dell’ a- ch’esso a congiungere i diversi lobi, epuò a<i
qua, al fondo dal vaso in cui trovasi
il liqui- un tempo essere considerato un sostegno pei
DüL FETO E DHLLB SUE Ul!>l‘.Niì EN/E Ô2J
I
vasi iiiili’izi, e vaso di comunicazione.
al — composizione di tali due spezie di coudotlj ,
i
Abbiamo già detto che il timo è composto di entrano sempre due membrane ; I’ una e-
I vari lobi: ma conviene aggiungere che, quan- sterna che generalmente è di tessitura musco-
I lio si taglino questi ultimi, non discopresi, lare o fibrosa ;
interna l’altra e, le più volte,
I
a prima giunta, che una massa polposa nella secretoria, non offerente giammai valvole che
' quale torna impossibile il discernere la più nel luogo di sua terminazione : qui, al con-
I
piccola traccia di organizzazione : non è lo trario, codesti vasi sono ampi, trasparenti e
i stesso se sia preliminarmente eseguita un’ in- dotali di valvole: d’altro canto, facendo pe-
1 jezione coll’ alcool ; perocché, in quest’ultimo netrare del mercurio nelle glandole linfatiche
: caso , possiamo convincerci che questi lobi che si trovano, in bastevole numero, alla su-

racchiudono numerose cavità piuttosto arn- perfìcie del limo, s’ insinua il metallo nè due
(
pie, donde sgorga copioso un liquido latti- grossi vasi de’ quali abbiamo parlato un’ al- :

j
ginoso, e assicurarci, secondo Aslley Cooper, tra prova finalmente a favore della nostra dot-
2 che ciascheduno di codesti lobi è compo- trina , tendente anche a mostrare che sono
!i sto d’ una gran quantità di piccole cellule veri vasi assorbenti, la si deriva dall’ impos-
Ü secretorie addossale, il cui orifìzio è rivol- sibilità di poterli iniettare a ritroso, viene
1 to verso uno o più serbatoi interni tappez- a dire dirigendosi dalla vena verso il corpo
3 zati d’ una membrana mucosa delicatissima: stesso. - — Comunque sia, il limo ne sembra
t finalmente si riscontra che ciaschedun serba- pure formato da due parti distinte, congiun-
I toio è unito agli altri lobi mediante un vaso te semplicemente per mezzo di un cellulare
1 di comunicazione. Essendo codesto vaso cen- tessuto. Di tutto ciò possiamo agevolmente con-
I traie molto sinuoso, provasi molta difficoltà vincerci, dopo aver distrutte le aderenze che
1 a poterlo iniettare per tutta la sua estensione. dipendono dalla presenza dei vasi sanguigni.
* l^er render abbastanza evidenti le tnembrane, Ciascheduna di queste due parti, o metà latera-
1 dalle quali vengono tappezzate le cavità che li, costituisce una corona da padre nostro, del-

^ si trovano ne’ lobi del limo, rileva, stante la la quale, secondo Asiey Cooper, lobi secreto- i

> loro massima trasparenza, iniettarli con alcool ri rappresenlauo grani, e i canali di comuni-
i

i al quale sia aggiunta una soluzione di allume cazione il filo tali grani, se dobbiamo credere
:

I o di sublimalo : allora induriscono, divengo- allo stesso autore, sono disposti a mo’ di spi-

I no opache e manifestissime. —
Le arterie del rale, che si estende dalla parte superiore al-
I timo gli derivano da diverse sorgenti. Tutte l’ inferiore del limo, da lui considerato come
j
quelle che si riscontrano nella metà infe- una glandola, e per la quale esiste uu ser-
' riore, nascono dalle mammarie ; quelle della batoio in direzione serpentina, foderato da
1 iuelà superiore, dalla carotide primitiva. Con- una membrana mucosa, e rivestito esierior-
i viene però eccettuarne T estremità superiore, menttì da’ canali di comunicazione coucorren-
Î che riceve le proprie dalla carotide esterna e li a formare l’esterna sua parete. Dietro la sua

t dalla tiroidea superiore. Quanto alle vene , teorica, Astley Cooper avvisa, che il fluido
quelle della metà inferiore si recano alle mam- separato dal timo, derivi dal sangue col cjuale
1 marie, quelle della meta superiore si recano ha analogia, e che questo corpo sia destinato
i alle iugulari e alle tiroidee : pure la mag- a separarlo per recarlo di poi nelle vene, e
i{ gior copia del sangue, che proviene da que- renderlo alto alla nutrizione. Noi, che inoli-»
i si’ estremità, ritorna al cuore mediante due niarao a non ammettervi vaso secretorio, cre-
particolari vene che si recano alle jtigulari diamo che sieno ancora necessarie delle nuo-
interne. Aslley Cooper è stalo cosi felice da ve indagini per poter pervenire a conoscere
ii far peneirare, in tutte le cavità e in tulli i la struttura e le funzioni di siffatto corpo, e

i' vasi di comunicazione del feto, un’ injezione preferiamo confessare intorno a tale argo-
il

in cera colorata. Inoltre l’anatomico inglese mento la nostra ignoranza, di quello che far-
» dice aver riscontrato, [ler mezzo deiriniezio- si seguita lori e propagatori di un’ipotesi che

ì ne, un numero piuttosto considerabile di vasi non s’ appoggia sopra un fatto anatomico

^
assorbenti, e tra questi, due principali che, generalmente adottato. Per questo adunque,
ì nati dalle parti superiori del timo, vanno, con come che sia verissimo che il timo, quando si
I molti orifizi , a gitlarsi nelle vene jugulari tagli, lascisfuggire da sé un liquido, lulla-
i
molto dappresso alla loro unione eolia vena volla, poiché ignoriamo cosa possa essere e a.

j
sotlo-claveare. Se dobbiamo credere
au- all’ qual ulfizio servire, staremo paghi all’ accen-
ì lore di cui parliamo, codesti vasi sarebbero nare il fatto, lasciando al tempo la cura di
destinali a trasportare nelle vene, il fluido chiarire questo punto ancora dubbioso della
i

, che SI riscontra nel timo. Dal canto nostro, scienza. — Il timo, siccome è nolo, non dura
; malgrado la facilità con cui si perviene ad iu- per tutto il tempo della vita esira-uterina :

ì iettarli, che li fa suppor già d’una certa


il solo al terzo mese della gravidanza s'inconiin-
ampiezza, dubitiamo che sieno essi verasneii- eia a discernerne le tracce primitive. Piccolis-
j

ie canali escretori : notisi infuni che, nella simo, a bel principio, cresce successi vaiucn le
ÂCCARBCCHl DELLA GENERAZIONE
nascita e al Sistema nervoso.— ISei primi tempi del»
in volume lino alP islante della
termlae della gravidanza pesa
le delle pm la vita entro-uterina, non si trova che un flui-

alia fine del primo do limpido nel quale è contenuta l’estremità


>oUe, una mezza oncia :
- -

proporzione, cioè posto


.
embrione, e la regio-
cefalica del tronco dell’
anno, quantuucpie, in
organi, minore sia li ne posteriore che corrisponde alla spina. Ver-
a paragone degli altri
a cresce- so quarta settimana, codesto fluido diviene
volume di esso, tutlavolla continua
la

accrescimento persiste anche per biancastro al secondo mese, si conosce che


re e : il suo ;

tutto quanto è esteso il dorso, è percorso da


corso del secondo anno, e poscia si a-
tutto il

infatti, si scorgono i di lui vasi suc- mi canale, e che alla testa corrisponde una
trofizza :

vescica rotondata, distesa da un fluido bianco


cessivamente impiccolire, e il fluido contenu-
Lo sviluppo si e trasparente allora, ricorrendo al microsco-
tovi notabilmente diminuire.
:

opera, d’ordinario, m
direzione inversa del- pio, si discerne, nello stesso canale, non pure
perchè, siccome il fenomeno del- la vescichetta della quale ho testé fatta paro-
J’ atrofia :

la, ma inoltre le meningi insieme alla massa


r accrescimento era avvenuto d’alto in basso,
r opposto interviene di basso in alto. - E
— nervosa, che a quest’ epoca presenta la mag-
raro che si trovi cotale organo dopo il duo- giore analogia col bianco dell’ uovo. Se que-
decimo anno, ma, a quest’epoca, non si trova sta materia semifluida si faccia indurire col-
l’alcool, Iloti si tarda a riscontrarvi la midolla
nel luogo suo che adipe, fl uttavolta a noi ven-
ne trovato sviluppatissimo in un militare nel- allungata che presenta doppia larghezza del-
eh’ era molto, T anno la spinale ; ed è formata da due piccoli filetti
i’ età di anni venti sei,
bianchi curvati, 1 ’ uno e 1 altro, |all’ innanzi,
3824, nell’ ospitale militare di Dax, per una

acuta iafiammazione delle intestina. Aprendo là dove accade la flessione del capo sul tron-

il mediastino anteriore fui preso da gran ma- co : la sua parte superiore presenta già i ru-

raviglia in trovando un corpo che lo empieva dimenli del cervelletto, dei tubercoli quadri-
totalmente credetti a principio che vi si fos- gemelli e dei talami ottici gli emisferi sono
:
;

se sviluppalo un tumore, e per convincermi piccolissimi e membranosi. Nel terzo mese, —


chiamai il sig. Arhel, oggidì chirurgo mag- 1

estremità del sistema nervoso, che corri-
giore nel i.° Dragoni, e una volta dissettore sponde alla testa, trovasi sviluppata quanto
anatomico nella facoltà di Strasburgo. Esa- basta da essere distinta dalla midolla, la qua-
ìniaaiido più da vicino la cosa, conobbi che le, nel luogo in cui si trova la coda della mi-

questa tumore non era che il timo, riconosci- dolla allungata, presenta una elevatezza inter-
bile a tulli i caratteri che abbiamo descritti, mediaria al cervello ed a! cervelletto, e tiene
tranne per altro il colore ch’era molto più cari- il mezzo, rispetto al volume, tra queste due
ro. Questo militare, e questa è cosa degna di parli. A tale epoca vi si scorgono già i Ire fasci
esser notala, aveva la glandola tiroidea quasi che, nell adulto, si chiamano le piramidi ;

«lei tutto scancellata; le istruzioni che mi fu anteriori ;


2.° i corpi olivari ;
3 ” i corpi resti-
«lato raccorre riguardo a questo infermo, mi lornii. La mancanza del ponte del Varolio ci
trarrebbero a dover credere che andasse sog- permette jdi poter agevolmente accompagna-
getto ad una dispnea intermittente; ma si com- re i due primi fasci lino ai peduncoli del cer-
prende come si debba prestar poca fede a vello, ed anche fino nei corpi striali e sui ta-
«juanlo riferiscono i compagni i quali rispou- lami ottici, per vederli poi irradiarsi, a mo-
«lono, quasi sempre, con molla indifferenza alle do di ventaglio, e dar origine alla membra-
«lomande che si sono ad essi indiritle se la : na degli emisferi; (tali ragguagli, che sem-
malattia, che mise a morte quest’ uomo, non brano soverchie minutezze, sono della massi-
fosse stala, dal principio, eccitata da turba- ma rilevanza per ben comprendere la dottri-
zìoni generali nelle principali funzioni dell’e- na de’ moderni autori intorno la formazio-
eoiiomia, c segnatamente nei fenomeni respi- ne e lo sviluppo dell’asse cerebro - spinale
ratori, sarelibc forse stato lecito il trarre
(
V
edì t. I, p. 393. ) Lo stesso va detto dei
«jmdclie induzione dalla molla difficoltà del corpi restiformi, o piramidi posteriori, che si
respiro presentata da esso, durante la breve espandono nel cervelletto a cui danno origine.
dimora l'alta nell’ospitale. Ma non è lecito il 1 tubercoli quadrigemelli sono voluminosi, in-
cavarne niun’ induzione, perchè gli accidenti cavati e separati dal solco mediano, che è la
sono stali, fino dal principio, gravi di sover- couliuuazioiic di quello che separa due cor- i

chio. Comunque sia, il fatto della persistenza doni della midolla più tardi codesti tubercoli
:

«lei (imo in una sìinoltrata età, e ad un sì allo si riuniscono, e formano un canale. Le emi-
grado (li sviluppo, è sì notabile da doverci nenze mainillare, la glandola pilui Laria, i nervi
indurre tenerne parola in questo lavoro.
a I ottici ed olfattori sono già apparenti nella :

jiolrnoui, il cuore, il suo Involucro nulla di parte anteriore, si comincia a discernere il


singolare presentavano era però forse vero ;
corpo calloso, la volta a tre pilastri, le corna
che l’organo centrale della circolazione fosse di Ammone. La midolla discende fino alla
più piccolo di quello che nello stato naturale. metà del sacro, è aperta nella parie superiore.
DEL FETO B DELLE SUE Dll’ENDEîJZE 029
€ sî continua col quario ventricolo, ch’ è con- sì che sia nelle venture età. Il cana-
di quello
tinuo esso stesso col ferzo, coll’ intermezzo le della midolla si chiudo, e non discende che
deir acquedotto del Silvio che rappresenta al- fino alla quinta vertebra lombare, e i nervi che
lora una alquanto ampia cavità. Nel quarto — primitivamente erano separati dall’ asse cere-
mese, la midolla non discende più tanto in bas- bro-spinale, si accostano al tronco centrale,
so colla sua parte inferiore^ ma si arresta allora e al fine, a poco a poco, vi si riuniscono, ma
alla base del sacro. Il canale, che la percorre dopo l’epoca nella quale suole codesto tronco
nella media sua parte, scema ogni giorno in apparire. Finalmente, nello spazio di tempo
volume e tende a chiudersi i nervi lombari ; che corre fra Foittavo mese e il tempo della
e sacri acquistano, per così dire, dell’ esten- nascita, tutte le parti si rendono ancora più
sione, e danno orìgine alla coda di cavallo, manifeste, massime quelle della periferia; la
che in prima non esisteva. Sotto dei pedun- sostanza grigia che cominciò ad apparire nel
coli cerebrali, scorgesi comparire la protu- terzo o nel quarto mese, rendesi più palese, e
beranza. I lobi posteriori non ricoprono an- r intrecciamento delle fibre delle piramidi an-
cora i tubercoli quadrigemelli pure, sui la- :
teriori, nel loro passaggio sotto il ponte del
ti, si estendono già per infino al cervellet- Aarolio ai peduncoli del cervello, è apparen-
to. Sul pavimento de’ ventricoli laterali, che tissimo altrettanto vuol dirsi della divergen-
:

sono allora larghissimi, esiste ima rete va- za di così fatte fibre, al di là de’ corpi striati,
scolare molto sviluppata. Il corpo calloso è negli emisferi,
piccolo, e la volta t'ormata di due laminet- Apparecchio digestivo. —
- Ritoraattdu,

te distinte, pilastri anteriori sono curva-


i colla mente, ai primi istanti della formazione
ti sui talami ottici, mentre che i posteriori dell’ embrione, scorgesi che ridotto primiti-
i si fanno continiìi ai corni di Ammone il : vamente al corpo, il ventre dev’ essere una
[
quinto paio, la glandola pineale, e pedun- i delle prime parti che si formino, e che quindi
coli che gii appartengono, sono discernibili, il canale intestinale dev'essere il primo orga-

j — Al quinto mese, la comunicazione delqnar- no digestivo del giovane essere. Non eritrei e-
f- to ventricolo e della midolla esiste ancora i ;
mo qui nelle discussioni mosse dagli autori
I ìuhcicoli qnadrigeraelli non sono per anco circa il modo onde sviluppasi codesto canale :

!•
affi Ito coperti dal cervello, il corpo calio- solo diremo che, ammettasi o no procedere il
:
so lui maggior estensione, coraraessnra an- la canale alimentare dalla vescichetta ombelica-
Icriore è visibile : scopresi, al di sopra di essa le, serapi*e la vescichetta allungata che lo co-
;

' e tra i suoi pilastri, un intervallo ch’esiste stituisce, acquistando estensione, ad un tratto,
>' nella cavità del tramezzo, e lo fa comunicare con ambedue le sue estremità, dà prima ori-
i col terzo ventricolo. Nel cervelletto, si osser- gine ad un canale aperto in amhidne i suoi

vano alcuni solchi diretti trasversalmente che capi, i quali s’ aprono am;h’ essi ulteriormen-
lo dividono in cinque lobi, mentre la sua ca- te T uno alla bocca, e f altro all’ano o sem- :

vità è considerabilmente diminuita, Al pre ancora codesto canale diventa, causa ra- i

ì
sesto mese, si scorge manitestissimamente che mosi prolungamenti che manda sulle parli
le fibre dei peduncoli del cervello vanno laterali, e le connessioni che si formano fra
Ï divergenti ad espandersi sopra tutta la par- tali prolungamenti e i vasi sanguigni, l’ori-

I te interna de’ ventricoli laterali. 1! corpo cal- gine delle glandole considerate, a giusta ra-
Joso non coyire, perfettamente il talamo ot- gione, siccome una dipendenza del tubo di-
I

I! ìico, il tramezzo lucido è apparente; nel cer- gestivo Da prima il canale intestinale è si-
.

i veliello esistono l’albero della vitaererni- tuato ili mezzo alla vertebrale colonna, ed
iienza vermicolare. 1 plessi coroidei sono pa- è tanto più corto e più ampio quanto più
^

ti, tentissimi, i corpi striati hanno un volume giovane è 1’ embrione il suo calibro è da-
;

j considerabile, e il lobo olfattorio è meno prima ugnale ne’ diversi punti di sua e-
grosso che prima non fosse. Tutte queste par- stensione, poi a misura che producesì il rae-
j;

t- ti vanno rendendosi sempre più patenti cor- conio , si divide successivamente in intesti-
l\ rendo il settimo mese, talché s’incomincia no tenue e in grosso intestino. 11 pri-

p. a discernere, nella sostanza nervosa, alcune mo è, a princìpio, molto meno lungo che
ì fibre radiate ;
i lobi cerebrali avanzano po- il secondo, posciachè, .dP apparire del cieco,
a stei'iormente il cervelletto, e si nra ni festa no, viene a dire verso la sesta settimana, è la me-
f! alla loro superficie, alcuni anfiatti: i veniii- tà più corto quindi cotali due proporzioni
:

à C(di laterali conservano ancora una notabile vanno scemando per forma che nel sesto me-
f largliczza nella parte superiore, dove le loro se, il grosso intestino che aveva, infino ad o-

pareti sono dense in ogni altre parte sono


:
ra, presentala la sua maggior estensione nella
I
a Solfili. Il corpo calloso è più fu go, le listercl- lunghezza, diviene più corto che il gracile in-
I le grigie, che si osservano nell adulto, vi testino, e si trova già, per questo rispetto e
a sono apjiarcnti nervi Jiaimo distinta la loro
;
i relativamente al tenue intestino , nelle pro-
> origine, e sono più molli, piu grossi, più ros- porzioni che sarà per cuuscrvarc tutta la vita.
Knclc. il/c'(/. 1'. H.
ì

AI'PAHECCUI UKCLA GESHRAZIOKK


33 O
intestino, le sia contenuto nel cordone e che rìenfri nel
Al terminare della i^ravidanza
l’
,
” scemato in ampiez- venire a misura che la vescichetta ombelicale
che prima era sì largo, è
più ristretto che non s’ allontana dall’addomine : sempre all’epoca
ca e, in proporzione,
grosso intestino, per lo di due mesi, il circolo è collocato dietro l’om-
sarà per innanzi; il
ampiezza notabn belico e nel terzo è già al di sopra; nel quarto
contrario, ha acquistato un’
per tutto il corso del- è pervenuto all’ estremità superiore del rene
le, e tale la conserva
destro nel quinto mese è vicino all’estremi-
r Lo stomaco poi, collocato a prin-
esistenza.
:

a poco a poco tà inferiore di questo organo, finalraenle nel


cipio verticalmente, acquista
allungato a prin- settimo si trova nella fossa iliaca destra, ove
una posizione orizzontale :

vede poi farsi rotondo in ragione deve rimaner sempre, di modo che il colon
cipio Io si
dapprima affatto discendente, poi trasverso,
è
dello sviluppo del suo gran fondo di
sacco,
poi ascendente, e, al fine, ad un tempo tras-
che acquista anche allora una estensione in
proporzione maggiore di quella che sarà per verso ascendente e discendente. Tralasciamo,
a bella posta, di favellare dello sviluppo del-
presentare nell’età adulta verso il terzo mese
i

diminuisce questa eccessiva grandezza, e pa- le glandole, le cui funzioni


sono per qualche
guisa legate a quelle dell’apparecchio dige-
rimente a quest’ epoca s’ incomincia a discer-
nervìsi addentro le villosità, prima unitorme- stivo. Infatti codeste giandole sono già state

mentc diffuse; ma queste vanno di subito sce- l’oggetto d’ indagini di simil fatta, quando
mando per forma che, al settimo mese, T inte- ci siamo intrattenuti intorno i cangiamenTrcui
stino grosso non ne presenta più alcuna traccia. nel corso della vita soggiacciono. Vuoisi in-
Verso a quest’epoca, appariscono, in sem- oltre rammentare, che abbiamo già descritto
bianza di leggere elevatezze, le valvole con- quali mutazioni avvengono nelle glandolo
niventi ; le quali anche al momento della salivali, biliari o pancreatiche, siccome quel-
nascila sono in generale poco formate non le che intervengono nell’ apparecchio desti-
:

è lo stesso della valvola ileo-cecale apparen- nato alla separazione delia bile. Quindi non
,

te già al terzo mese, e quasi sempre compiu- impieglieremo particolari capitoli intorno al
ta al termine delia gravidanza. Correndo il sistema glandolare, propriamente detto, pe-
quarto mese apparisce il piloro ma il suo rocché ciascheduna glandola in particolare
,

sviluppo non è ancora compiuto nel feto a ha già formato 1’ obbietlo di così fatte con-
termine; finalmente al compiersi del quinto siderazioni ; solo delle capsule soprarenali
mese appariscono le ineguaglianze del colon ; che non furono descritte, pensiamo di pre-
assai sviluppate iu ispecie nella porzione tra- sentar qui la descrizione.
sversale: è, infatti, cosa degna d’essere no- Capsule soprarenali. dà questo no- S\
tata, che la porzione iliaca n’ è ancor sprov- me a certi corpi triangolari, di colore gialla-
veduta all’istante della nascila. Gli anato- —stro, variali di punti rossi, appianati all’innànzi
mici non si accordano intorno la primiti- all’insù, airindietro e in basso, e situati sull’e-
va situazione deli’ intestino. Secondo V’el- strernità superiore del rene, oh’ essi abbrac-
peaii, è chiuso questo, a pjrincipio, in uno dei ciano a modo di celiala. Si possono conside-
rigonfiamenti del cordone, dove è circondato rare siccome una spezie di sacelli senz’ aper-
d’ un fluido sieroso, limpido, nel mezzo del ture, le cui pareli sieno grossissime, e il cui
quale si scorge pure una piccola c|uantità di tessuto sia d’ un colore grigiastro particolare:
materia giallastra, riunita in massa o divisa nella loro cavità esìste un fluido viscoso, al
iu piccoli grani, in sembianza di un tuorlo quale gli antichi avevano imposto il nome di
d’ uovo cotto segue da ciò che il canale non atrabile., ed è noto quale influenza facessero
:

si curva dall’ indietro all’ iuuanzi siccome esercitare a codesto liquore nella produzione
,

pretendono AVoIf, Meckel e molti altri, con di molte malattie. 11 loro volume, nel feto, è
formare nu angolo più o meno acuto per re- considerabile, ma, dopo la nascila, avvizzisco-
carsi, attraverso 1’ apertura
ombelicale, nel no e impiccoliscono tanto quanto più ci al-
cordone, il Rolando stima al contrario, che lontaiiiarao da quest’epoca. Quindi nell’adul-
il canale derivi sacchetto^ntellario^ sotto to, salvo alcune particolari eccezioni, per vero
r influenza del nervoso sistema, quindi formi dire rarissime, non sono altro che corpi ovoi-
di subito un canale esteso dalla bocca aU’ano, dali incavati e piccolissimi. Si è domandato il
si rivolga anteriormente per costituir la ve- perchè diminuiscano tali organi di volume
scica e alla perfine vada a formare Tallantoi- dopo la nascila, e il problema lù diversamen-
de. II T iedemauu, recando in mezzo gli e- te sciolto alcuni dissero eh’ era uopo altri-
;

sernpi delle chiusure e dei diverticoli che Imire codesto fenomeno alla cessazione del-
vcuucr trovali nella lunghezza dell’ inte- le funzioni esercitale dalle capsule durante
stino, stima che questo sia formalo da varie Ja eutro-uterina, altri , per lo contrario,
vita
!
porzioni isolale che si riuiiiseouo tosto le li- pretesero, che ciò dipendesse dalla distensio-
ne colle altre. Comunque siasi, sembra certo ne dei polmoni c dalla pressione esercitata
che, fino all’ ultimo mese, canal inlestina-
il dal diaframma nella dilatazione del [>ctto, la
DEL FETO E NEEJÆ SUE UIPENnENZR
cui base allora alquanto si allarga parlarono
:
dubbio di occupare il primo posto per fare :

ahnini della compressione praticata dal fe- incominciamenlo dalle jialpehre diremo che
gato e dalla milza ; ma perchè, in questo ca- codesti mobili velami, situali davanti il glo-
so, le capsule soprarcnali, la consistenza delle bo deiroccluo, sono generalmente agglutina-
quali pareggia quella degli organi epatico e ti fino al settimo mese, e che, tale è a princi-

splenico, si lasciano avvizzire da questi? que- pio la sottigliezza e la trasparenza della scle-
stione non iscioltg, mostrante che la parziale rotica, che la si può discernere attraverso la
scomparsa delle capsule atrabiìari è fenomeno coroidea la cornea si presenta molto per
;

sconosciuto ancora, intorno al quale non pos- tempo, la si trova molle fino al sesto mese,
sediamo che ipotesi. Yuol dirsi altrettanto di opaca e densa, quindi la si scorge a grado a
ciò che riguarda le funzioni di codesti orga- grado assottigliarsi, acquistando della densi-
ni, la cui forma è quella di un cono appiana- tà e della trasparenza; chiude essa, immedia-
to si possono poi discernere in essi due facce,
; tamente, la faccia anteriore del cristallino :

r una posteriore applicala sopra il diafram- l’iride ha chiusa la sua apertura dalla mem-
ma, e r altra anteriore che copre il peritoneo, brana pupillare, che s’ incomincia a disceriie-
o immediatamente, o coll’ intervento del eel- re verso il terzo mese, e si può scorgere ma-
ìulare tessuto. Quante opinioni, in vero, non nifestamente fino al settimo ma allora tale :

si sono professate circa il liquido che si ri- membrana si rompe nella sua parte media,
scontra nelle capsule soprarenali ? Tale umo- poi si allontana per lo ritrarsi de’ vasi ond’ è
re, di color giallastro e rossastro, è filamen- formata, i quali sono ordinati ad anse oppo-
toso, dolce, insipido, secondo alcuni piccan-
;
ste e non aderenti fra sè. Rispetto agli umori,
te,invece, secondo altri. Chi crederebbe che, è rilevante il notare che, fino a! selliroo mese,
sebbene non vi esista niun canale escretore, l’amor vitreo è rossastro, e che, secondo Ed-
alcuni autori pur comraendevoli ne ammet- wards e Ribes, l’umore acquoso, che è torbi-
tessero uno cui fecero comunicare ora coi do nel feto, non si trova dapprima che dietro
testicoli,e quando colla vena cava inferiore ? l’ iride e solo, per quanto ne dicono i sopra
;

Ma è forse necessario il ritornare colla men- lodati medici, passala l’ epoca in cui si rompe
te a tutti gli errori che vennero commessi a la membrana pupillaie, avviene che s’intro-
questo proposito? Passiamoci sopra F opi- duca nella camera anteriore anzi solo a ta- :

nione dello Spigelio, che le aveva come de- le epoca, soggiungono Ribes e Edwards, va
stinale semplicemente ad empiere un vacuo fo rmandosi la sopraindicata cavità pel suc-
al di sopra dei reni, e ad assorbire P umi- cessivo accumularsi del detto umore e per
dità che trapassa dai grossi vasi vicini , e P assottigliarsi progressivo della cornea. Tale
quella del lliolano, adottata da molti altri, opinione fu combattuta vittoriosamente da
ohe teneva siccome punto di appoggio ai
le signori Meckel e Cloquet, i quali hanno pro-
plessi de’ nervi, e anche al ventricolo, il qua- vato esistere l'umore acquoso, fino dal prin-*
le, com’ essi dicevano, avrebbe pesato, con cipio, così nella camera anteriore come nella
troppa forza, senza di esse, sulle vene emul- posteriore. 11 cristallino, che prima fluido

genti. Se poi ricordiamo che Tommaso Bar- interamente, cresce a poco a poco in consi-
lulino, Senac, Vaisalva e Vanehnouzio, e ta.n- stenza, e verso la metà della gravidanza, as-
li altri medici rispettabili, hanno azzardata sume una forma sferica quindi si abbassa
;

una teorica intorno le funzioni di così fatti dall’ innanzi all’ indietro, e muta manifesta-
organi, loifacciamo per dimostrare siccome, in- mente figura è nolo, in vero, siccome alPatlo
:

nanzi r Haller, le idee a priori abbondassero. della nascita sia già un poco lenlicolare.
Del resto, nel discorso dell’ autore dello Spi- Notabile fenomeno è quello del grande svi-
rito delle leggi ( 2,5 agosto T718, Opere com- luppo della retina durante i periodi primi
piute di Montesquieu, edizione in 8.° Parigi, della vita entro uterina crede il Meckel che
;

1816, t. VI, p. 228 ), si può scorgere come gli si debba allrihuire alla maggiore quantità di

spiriti di tale epoca considerassero le funzio- midollare sostanza, ond’ è composta allora
ni delle capsule soprarenali : oggidì tale que- si fa Ita membrana. —
li’ organo, eh’ è destinato

stione, già posta al concorso dall’ accademia a trasmettere i suoni, ha precoce lo sviluppo,
delle scienze a Bordeaux, ha eccitalo appena massime nelle parli che sono situate interna-
la curiosità de’ coutem()oranei, i quali cono- mente. Le pareti del labirinto, in pria mem-
scendo compiutamente la propria insufficien- branose e cartilaginee, cominciano ad ossifi-
za ad ispiegare l’azione esercitata da tali or- carsi nell’ intervallo che è tra il secondo ed
gani nell’ economia, restano per altro con- il terzo mese. Questo avviene dapprima nel

vinti di questo, che le loro funzioni spcLliao promontorio, quindi nella fenestra rotonda,
principalmente al feto. nel mezzo del canale semicircolare e nel con-
Apparecchio delle sensazioni. Fra torno della fenestra ovale un poco più tardi,
;

gli organi che, in tale apparecchio, si presen- che vaie un dire verso il terzo mese all’ incir-
tano al nostro esame, P occhio è degno senza ca, si ossifuìano la coclea, il canale superiore.
332 apparecchi della generazione

li coiirjoHo iiiìitorio interno.


vcstiljulo, e il
quindi le mascelle e sncfesslvainente l’omero’
il femore, la tibia, la fìbula, le ossa dell’an-
cassa del timpano,, piccola a jprincipio, si al-
larga': a misura che si va ossificando la base tibraccio, e via discorrendo. Quindi giorni
della roiìCa, la membrana del timpano si la ilopo avviene 1’ ossificazione della spina da :

rotonda gli ossetti cominciano a ossilicarsi prima si manifesta questa nella congerie del-
5

fra i tre mesi e mezzo e i quattro, e la loro le apofisi, quindi nel corpo delle vertebre.

ossificazione, epoca dei quattro mesi e


all’ Nel torace pronta è P ossificazione, almeno
mezzo, e compiuta. 11 condotto uditorio al- sulle parti laterali. La parte anteriore è, nel
la nascita è ancora tutto quanto
cartilaginoso. suo sviluppo, più tarda. Una settimana al-
— Verso la metà del secondo mese s’incomin- l’ dopo l’ossificazione della clavi-
incirca,
cola, si veggono le coste offerire lo stesso fe-
cia ad iscorgere la parte esterna del condotto
uditorio, la quale, a principio, non è rappresen- nomeno. Lo sterno rimane lunga pezza car-
tata che da una leggera protuberanza di trian- tilaginoso, nè principia ad ossificarsi che do-
golar forma, colla base rivolta alldnsù, l’apice po quattro mesi e mezzo all’ incirca, nè suo-
in basso: nel mezzo esiste una fessura longitu- le essere compiuta 1’ ossificazione eccetto che

dinale, anche questa triangolare, la quale si dopo la nascita. Si sa che prima è composto
rende più profonda, e si restringe successiva- il medesimo di cinque pezzi che si ossificano
mente d’alto in basso : tale protuberanza di- successivamente d’ alto in basso. —
Nella te-
viene a poco a poco più prominente nella sta, Possifìcazione incomincia dall’ occipitale :
parte posteriore, lo che rende più manifesta cjuesta poi suole antecedere di alcuni giorni
la fossetta mediana ; e tosto si osserva, nella quella delle vertebre. Una volta che nell’oc-
parte anteriore della protuberanza, un’ inca- cipitale sieno comparsi vari punti di ossifica-
vatura trasversale che dividela in due metà, zione, se ne sviluppano altri nello sfenoide,
r una eli’ è 1’ antitrago, e l’altra
inferiore, ne’ parietali, nelle ossa inascellari superiori,
costinuente princìpio
il dell’ elice. Si scorge nei zigomatici, nei palatini, nei nasali quin- :

allora, ad un tratto, tutta 1’ orecchietta allar- di, ma un po’ più lardi, negli ossi lagrima-
garsi e separarsi vieppiù dalla superficie la- li, e pili lardi ancora, viene dire all' età di
terale del capo ; finalmente si sviluppano il quattro mesi e mezzo all’ incirca, nell’ osso-
trago e 1’ anlitrago ; quindi, ultima parte del- joide e ne’ turbinati sotto-elipoidali. L’osso
l’organo, il lobulo il prolungamento
: cuta- joide poi, 1’ apofisi stiloidea, e le ossa carti-
neo, che penetra nel condotto uditorio, è laginose della laringe non si ossificano giam-
formato da un tessuto molle , grossissimo, mai nel feto. —
Negli arti si manifestano del-
rappresentante una spezie di borsa situa- le grandi disparità nello sviluppo, tra le os-
la nella parte inferiore dell’orlo del timpano. sa elle li compongono. La clavicola sem-
La cartilagine dell' orecchio apparisce nel bra, senza dubloio, la prima , quindi, quasi
terzo mese ; lento n* è lo sviluppo, e la por- nello stesso tempo, 1’ omero, il femore, l’osso

zione cartilaginosa del condotto tanto più dell’ anca e le ossa dell’ antibraccio e della
piccola, quanto meno sviluppato è l’orecchio gamba, tranne forse P ulna e la fibula, che
esterno. Occupandoci noi d’ un modo ge- sono più lardi nel loro sviluppo. La scapola
nerale circa lo sviluppo del feto, dicemmo a non comincia ad ossificarsi che nel quarantesi-
quale epoca apparisca il naso, e quali cangia- mo giorno; e altrettanto vuol dirsi dell’osso
menti sostenesse dopo lo spazio di tempo com- dell’ anca. Le ossa del carpo, rdP istante del-
preso tra il momento in cui principia aii ap- la nascita, sono ancoiM tutti cartilaginosi; nei
palesarsi c quello nel quale acquista tutta la tarso, al contrario il calcagno P astragalo
, ,
sua perfezione. Abbiamo pur detto quali ne e il cuboidc sono già in parte ossificati. Le
sostenesse la cavità della bocca quindi evite- : ossa nel metacarpo e del metatarso si mani-
remo d’ entrare in niun ragguaglio rispetto festano al quarantesimo giorno. Le prime e
allo svolgersi di ciascheduno fra codesti or- le seconde falangi si manifestano, nella mano,
gani. Parimenti evitiamo, a bella posta, di al quarantesimo giorno, nel piede, al cinquan-
parlare dell’ossitìcazione dei denti tale argo- : tesimo. Le ultime falangi, al contrario, non
mento lu trattato abbastanza chiaramente nel- si palesano nella mano che nel secondo mese,
P anatomia generale ; onde ci stimiamo di- e nel piede durante il quinto.
spensali dal farne una particolare menzione.
Kiraanci dunque di gillare rapido uno sguar-
Apparecchio genitale. —
Poiché ci sia-
mo già occupati circa lo sviluppo di un sif-
do apparecchio locomotore e genitale.
sull’
fatto apparecchio , ne sia bastante il dirne
Apparecchio locomotore. A senten- — solamente alcune cose, per rendere, intorno
za del Beclard, al quale va debitrice la scien- a questo punto, compiala 1 opera nostra. II

za di un lavoro considerabile intorno lo svi-


primo sentore della presenza degli organi
luppo delle ossa , P ossificazione incomincia sessuali si manifesta verso la quinta settima-
fino dalla quinta settimana della vita eulro-
na all’incirca; ed è una piccola fessura, ovvero
uterina. Prima ad ossificarsi è la clavicola.
rudimento dello scroto o deila. vulva secondo

ì
DEL FETO K DELI.E SUE DIPENDENZE 33à

\
il una settimana più tardi, com-
sesso; quindi, a ciò situati al di dentro e al di sotto di que-
parisce un’ apertura coruuue all’ ano e alle sti ultimi. In pari modo, ricoperti qual sono
j

parti genitali, davanti la quale esiste uu tu- dal peritoneo che li ritiene, risultano ambidue
bercolo protubérante. Questo verso 1’ ottava attaccati colle lorodue estremità, mediante
I
settimana, par sormontato da uu glande e due legamenti ad una delle corna della ma-
i incavato, al dissotto, da una fenditura che si trice. Quando, verso il nonagesinio ottavo dì

prolunga fino ail’ ano. Più tardi formasi il r utero ha acquistato maggior sviluppo verso
I

perineo e separa eziandio le parti sessuali ilfondu, allora corrisponde esso allato inter-
[

dall’ apertura inferiore del canale digestivo, no delia ovaja, mentre il lato esterno di que-
Allora si può discernere il sesso. Se dobbia- sta si trova in relazione colia tromba che le è

1

i nio credere al liederaann, e a parecchi altri congiunta mediante la sua estremità. Isti-

! anatomici , tutti gli embrioni sarebbero pri- tuendo allora un attento esame, P ovaja 'sem-
I miti vamente femminini, e non diverrebbero bra divisa in tre lobi : e tra Povaja e la (rom-
I maschi che per un avanzamento deU’organiz- ba trovasi quel corpo di figura conica che il
Î zazione. Tutti , in vero secondo che dice
,
Rosenmüller ha paragonalo all’ epiididimo.
»
questo dotto d’ oltre-Keno presentano la
,
Nel secondo mese della gravidanza 1’ utero ,

; fessura e d tubercolo di cui parlammo ora ; riducesi, per cosi dire, al collo, e presenta
ì quella può essere riguardala siccome la vulva, due corna, quali riescono il legamento
alle
I questo corne la clitoride: nel sesso femmini- deli’ovaja e il legamento rotondo. Il corpo
1 no codeste parti si rimangono in tale stato, ma apparisce manifestamente correndo il quarto
1 quando, al contrario, l’ individuo è maschio, mese e le corna sembrano meno sviluppate :
la vulva si riunisce per originare il rate, le a tal epoca, come dicemmo altrove, appari-
1

I
grandi labbra si congiungono per formare lo scono le trombe. —
Si è pensato che la di-
i scroto, e le piccole P uretra. La clitoride poi scesa deir ovaja dipendesse dalla contrazione
i si trasmuta nel pene. Senza pronunziare niun del legamento rotondo o sopra-pubico, ma la

j
giudizio circa l’ esposta sentenza , ci coa- struttura di codesto cordone essendo pari
i tenteremo dire che non partecipano al- a quella del così detto giihernacitlum testis^
la medesima che pochi tìsiologhi, e che, se- non possiamo che ripetere quello die abbia-

I

1 condo Ackermanu e Auteurieih, i sessi so- mo, a tale proposito, già espresso. Tali
I no primitivamente neutri. Abbiamo già sono, quali superficialmente abbiamo stimata
] detto che lo sviluppo delle parti interne del- esporre in questo volume, i ragguagli ana-
I la generazione è più precoce che quello delie tomici spettanti allo sviluppo del feto. Ci sa-
parli esterne, e abbiamo aggiunto eh’ era rebbe stato agevole il renderli più compiuti,
I

però raen conosciuto infatti uiuna cosa è


:
e aggiungere parecchie cose, a quelle che ab-
I

più varia che 1’ opinione degli anatomici in- biamo indicate, consultando ex-professo ì
j

1 torno a questo punto. Oken pretende che trattati che pubblicati vennero a questi ul-

I nascano dall’ allantoide e dalla vescica. Alb. timi tempi, ma gli autori erano troppo di-
ì Meckel, invece, è inclinato a pensare che sie- poi abbiamo
stanti dall’ accordarsi tra loro :

I
no primitivamente aperti sul davanti, anaio- temuto di dar troppa estensione a quesio
1
ghi in questo all’ inlestitio, col quale coinu- volume che di già passa i limiti che ci sia-
I nicano, poiché chiudendosi poi danno origi- mo prefissi : adunque ai trallati particola i s

1 ne ad un canale che per mezzo dell’uraco si di questi grandi


maestri rimandando quei
fa conliuuo all’ allantoide. Comunque sia, de’nosui lettori che sono curiosi di ben co-
sempre, ad un’epoca abbastanza vicina al- noscere lutti i lavori intrapresi circa questo
la fecondazione , si scorgono lungo la co- punto rilevante delia scienza,
lonna lombare due corpi allungali vermiSor-
mi che sono, secondo il Wolf, gli organi se- P. S. Tale era lo stato delle nostre co-
cretori dell’ orina. 11 Meckel li tiene per le gnizioni rispetto ai fenomeni che si mani-
capsule soprarenali, e organi genitali, e
gli festano ai primi tempi della fecondazione, al-
r Oken per le corna dell’ utero e i condotti lorquando Cosle presentò alcuni nuovi fat-
i
deferenti. Più tardi si veggono apparire i te- ti che ci siamo dato sollecitudine d’ ag-
sticoli e le ovaje. Abbiamo altrove indicalo giungere qui in forma di appendice alle pre-
quale fosse la posizione tenuta dalle prime, e cedenti generali considerazioni. Coste,
quale quella che tenevano poi, a misura che del quale testé discorremmo l’opera, per-
discendono verso Panello inguinale per giun- venne, dopo un gran numero di esperimen-
gere nello scroto, e non ci torneremo più ti, a dimostrare doversi tenere siccome l’uo-

sopra. E noto, come abbiamo eziandio già tat- vo quel piccolo corpo sferico nuotante in
to osservare, che succedono de’ fenomeni a- ciascheduna delle vescichette del Graaf, e non
iialoghi nelle ovaje. Quindi, non altramente le vescichette stesse che altro non sono fuor
che testicoli, codesti organi sono, nella nona
i che cellule delle ovaje che non si stacca-
setliniaua, tanto grossi quanto i reni, e oltre no punto. Quindi Coste ha fallo os~
APPARECCHI DELLA GENERAZIONE

servare che P espressione di vescichetta non formata da due lobi ineguali, il più piccolo
gli si avviene per nulla, e che sia mestie- de’qnali insinuato nell’addomine, costituirà lo
ri proscriverne l’uso, chi voglia mettere nel intestino, e il più grande, che pertubera fuo-
linguaggio tutta quella precisione che sì ri deli’ ombelico, diviene la vescichetta om-

può desiderare. —
Del rimanente confessa belicale. —
In questo mentre, la matrice ha
esalato intorno l’uovo uno strato pseudo-
Coste d’essere in tale discoperta stato an-
teceduto da Prévost e Dumas, e da Ba- membranoso, chiamato corticale da Coste,
uer, ma egli fu il primo a dimostrare che perchè è il più esterno dell’ uovo, nè de-
questo piccolo corpo sferico è un vero uo- ve confondersi, die’ egli, siccome fece Ba-
vo simile in tutto a quello degli uccelli:
,
uer, colla membrana vitellina. Ma in-
quest’uovo, secondo Coste, studiato che sia nanzi che si produca quest’ ultimo fenomeno

nella ovaja presenta i.o un involucro ester-


: 1’uovo libero ancora d’ogni aderenza, pre-
no, al quale dà il nome di vitellina per- senta sempre quel panio di sua superfìcie che
chè racchiude il tuorlo {çitellus) 2.® una ;
corrisponde dirittamente alla macchia em-
piccola massa grigia contenuta nella cavità brionaria, io diretta attinenza colla linea va-
della membrana vitellina, ed è il tuorlo, da scolare della matrice, di maniera che l’asse
poiché il germe (o blastodenna) dovrà svi- maggiore delfembrioae si trovi, per tutta la
lupparsi a spese di questa ; 3 P finalmente sua lunghezza, applicato a questa medesima li-
una piccola vescichetta trasparente eh’ esiste nea. —
Verso il decimo giorno. Coste ha os-
in un punto della superficie del tuorlo, e che servato la vescica ovo-orinaria slanciarsi fuo-
sì per la posizione e sì per le funzioni non ri dell’ ombelico, tra la faccia interna del fju-
può essere paragonala che a quella stata be e la vescichetta ombelicale, circondare uno
dimostrata dal Purhinge negli uccelli. de’ lati dell’embrione, e adattarsi su quel
Quello che, secondo Coste, deve convincerne punto della matrice che corrisponde alla linea
4 leir analogia
che ci ha tra la vescichetta mesenterica o vascolare, dalla quale è separa-
per lui discoperta nei mammiferi e la vesci- ta soltanto colf intermezzo delle membrane
chetta del Purkinge, si è che c[uella si rompe vitellina e corticale ;
poi quando i vasi om-
siccome questa per lasciar uscire alcuni gra- lielicali cominciano ad isvilupparsi, perfora
nelli bianchi costituenti gli elementi primi le membrane che 1 avvolgono, e viene a for-

dell’ animale che sta per formarsi. Rotta che mare la placenta mediante la sua aderenza
Sia una volta questa vescichetta, l’uovo, di- alla matrice, e il cordone ombelicale, negli
ce Coste, penetra nella cavità della matrice; animali che ne sono proveduti, mediante il
il tuorlo allora si mula, per 1 ’ addensarsi dei

granelli ond’ è composto, in una vescichet-


suo rivoglimenlo spirale. l'ulti gli esposti—
fatti, che sono della massima rilevanza, ten-
1 a particolare, e P uovo trovasi composto di
dono a dimostrare, quali li presentano colo-
due sfere incastrale, delle quali la più ester- ro cui sono familiari i lavori intorno alla
na è la membrana vitellina, nata neil’ovaja; generazione, avervi una strettissima analogia
Paîtra, cioè la più interna, è la membrana tra 1 uovo de’ mammiferi, quello degli uccelli

hlastoderniica^ che si sviluppa dopo la con- e quello della donna. Quindi consigliamo lut-
cezione e sotto l’influenza di questa. La — ti quelli che sono desiderosi d’ iniziarsi nei
denominazione assegnata a quest’ ultima da misteri della concezione, di leggere attenta-
*-ioste, indica abbastanza com’ egli la con- mente r opera di un dotto giovane, che pro-
sideri analoga al blastodenna degli uccelli : mette sì beile discoperte alla scienza. (Coste,
e infatti P embrione co’ suoi vasi si manifesta Ricerche intorno la generazione dei mam-
nella spessezza della medesima. Verso il ler-
jninare del sesto giorno apparisce una specie
— miferi^ un volume grande in con tavole,
Parigi 1834? pi'csso Ronvier e le Bouvier.)
di nuvola circolare in un ])unto della super-
ficie esterna della vescichetta blaslodermica Fenomeni vitali ovvero osservazioni
;
ed vero rudimento dell’embrione a poco
è il
: fisiologiche intorno varie funzioni del
le
a poco la della nuvola si sviluppa e cangia
Corina ; si arrovescia dalla parte del capo per
feto. — S’ egli è pur vero che gli avanza-
menti della fisiologia sieno collegati nel mo-
formare il cappuccio cefalico, o la pelle del do il più intimo coll’esattezza delle descri-
collo; dalla parie della coda, per formare il
zioni anatomiche, si comprende come la spie-
cappuccio caudale o la pelle del bacino, e dal- gazione dei fenomeni vitali del feto deggia
le parli laterali, si rivolge verso Pombebeo eziandio essere avvolta nelle tenebre, e dis- i

per dar formazione alle pareli addominali.


pareri degli autori circa le varie parli del-
liovesciandosi per tal forma, codesta nube, 1 embrione deggiano ridestarsi assai più al-

4 .be rappresenta
la pelle dell’embrione, con- lora (piando si tratti di dover spiegare il mo-
cavità addominale quella jiorzione do onde si mau tengono il movimento nutri-
V*^u^
della
sviluppa, e la
vesciclietta blaslodermica sulla quale si tivo e vitale del nuovo essere,. — lufalli, mi
trasmuta in una vescichetta velo impcuclrabile ricopri' infiiio ad ora
DEL FETO E DELLE SUE DIPENDENZE 335

gran parte di quel raeccanismo, mediante il plesso loro comprenderebbero


liquore del- il

qua le si eseguiscono le funzioni del prodotto la vescichetta ombelicale,, quello dell’ allan-

della concezione; egli è fuori d’ ogni dub- loide e quello dell’umore gelatiniforrae del
biezza che tali funzioni vanno lungi dall’ es- cordone. Facciamo un rapido esame di tali
sere perennemente uguali durante il corso mezzo a fatti contradditori pro-
opinioni, ed in
UUto della vita entro-uterina, ma si modifi- cacciamo di fare scaturire alcune verità ge-
cano a misura che gli organi provano delle nerali.
nuove modificazioni. Ma tali modificazioni in Le acque amnios,dell’ si disse, deggio-
che cosa consistono? a quali fisiologiche leggi 110 essere considerate per una delle sor-
riferire dobbiamo lo sviluppo primitivo del- genti della nutrizione del feto ,
non sola-
r embrione ? Sotto l’ influenza di quali pro- mente perchè contengono un principio ani-
prietà della vita è questa mantenuta nei pri- male, sempre più abbondevole, quanto pivi
j

mi momenti dello sviluppo ernbrionario ? ci accostiamo all’ epoca della concezinne, ma


j

1
poi, quando più compiuta è l’organizzazione, eziandio perchè si è con quelle potuto nu-
1 di quante funzioni è egli dotato il giovane es- trire, per alcune settimane, de’giovani anima-
I
r
sere, e in che cosa differiscono tali funzioni da
7
li. innanzi rifiutare la detta sentenza, rile-

I
quelle dell’ adulto ? Ecco vari problemi fin vaci il far osservare siccome gli autori che
qui compiutamente jnsolabdi intorno a que- : l’ammettono, s’accordino poco tra sé quando
I

sti possiamo ora dire brevemente tutti i latti trattisi spiegare il modo come siffatto liquido

3

li e le ipotesi che la scienza possédé. Non è penetra iiefa economia animale a parere di :

t dubbio che si eseguisca nel feto la nutrizio- alcuni gli è via di penetrazione la pelle se- :

ne, perocché quest’ essere, dotato com' è di condo invece, l’apparecchio respiratorio
altri,

E

< organizzazione non altramente che tutti


,
o digestivo o genitale. I primi hanno re-

quelli che vivono, non potrebbe continuare cato in campo la facoltà assorbente della pel-
I

ì
ad esistere, senza che da nuovi materiali non le, la quale, bagnata com’ è da tutte parli di

1 venissero sostituiti gli antichi , e non si un li([ui(!o nuU’itivo, deve assorbirne una
t perpetuasse per codesta guisa il movimento sufficiente quanlità, poi le esperienze di Van-

Ï vitale. Da che derivano mai gli elementi de- den Bosch [opera citata)., che dice aver os-
( stillali certamente dalla ma-
a così fatto uso ? servato i vasi linfatici empiersi del suo liquido
I dre, eh’ è la sorgente prima di tutte le mo- sieroso, ma specialmente le osservazioni di feti
y fecole nutritive del giovane essere. I\la come che, sebbene privi affatto di bocca, del cordone
* s’ introducono codeste molecole internamen- ombelicale, tultavolta continuarono a svilup-
I le al prodotto della concezione grave que- :
parsi. —
I secondi , cioè quelli che avvisano

f stione, risolta diversamente d.ai fisiológhi. Al- introdursi 1’ amnios nell’ economia animale
9 cani, intatti, non hanno ammesso che una per la bocca e pel canale iniestinale, lo ar-
tf sola via per la nutrizione, la vena ombelicale guiscono dalla presenza stessa del liquido
(Ippocrate, Ariosto, Galeno, Monro Essaj ; rinvenuto nell’ una e nell’altra cavità; ora
\ thè nutrition of foetus edit. ined. Essays.
^
nel naturale suo stato, ora dopo aver soste-
I voi. li. pag. 102) altri al contrario, le hanno
;
nula un’ alterazione particolare dal che n’ò :

i moltiplicale (Vos, De. nutritione imprimis sorta l’ opinione del semplice assorbimento
nervosa, Utrecht, 1789. Van den Bosch, De dell’ amnios o della digestione di codesto
fi
i

natura et utilitate liquoris amnii, Utrecht, liquido operata dallo stomaco. I terzi, —
i 1793. Osiaiider, Handbuch der Enthinun- cioè quelli a cui detta le acque dell’ amnios
\\ dargskunde., t. /, p. 327) secondo altri
;
penetrano nelle vie della respirazione, si ap-
poi possono servire all’ assorbimento delle poggiano egualmente sulle osservazioni per le
!|

'Î sostanze nutritive che bisognano al feto per quali si è codesto fluido riscontrato nella
>1 lo suo sviluppo non solo la pelle, ma ezian- trachea e ne’ bronchi ,
aggiungendo esse-
I) dio il canale intestinale (Harvey, re d’ altro lato naturai cosa supporre che il

:) tione., lyfla, pag. 253 368 Lacourvèe, De


, ;
o sia qui semplicemente assorbito o che
i nutritione foetus in utero paradoxa i() 5 o, vi serva alla respirazione. Finalmente
pag. 208 Haller, Elément, phys. t. VILI, cjuelli, aleni parere le acque dell’ amnios si
;

p. 201; l'reu, Chylosi foetus., t6i5 p. ,


aprono la via nell’ interno delle vie genitali
q
g 35 ,
Darwin, t. 1 ), W polmone (Scheel, De o delle mammelle, non adducono , in loro
llquoris amnii utilitate, gh organi favore che semplici conghieltare. Se non
,

genitali (Lohstein, Oper. Ï02) ed


entât, p. facciamo parola di quelli che ammeìtono
anche le raainraelie Oken, (Zeugung, i 8o5, anche gelatina del Warton contrilvuire al-
la

segue da ciò, com’è agevole lo av-


162) la nutrizione del feto , la cagione si è, che
p. :

vedersene, che i materiali atti alta conserva- ])0chissirai fisiologi)! prendono parte in ta-

zione del prodotto della concezione, sareb- le opinione e inoltre sarebbe un allon-
,

tanarci proposito nostro, eh’ è quello


bouo, ne’ primi tempi della vita enlro-uleri- (lai
espresse
Da, abbastanza numerosi, perché nel com- di rifiutare tutte le ipotesi stale
\rPAR^ CCHI DELLA GENERAZIONE

fenomeni vitali che lo stesso feto pre- mento nutritivo, malgrado l’impossibiie intro-
circa Î

Contentiamoci ilunqne di rispondere duzione del liquido amniotico nelPapparec-


senta.
a quelli che attribuiscono
proprietà nutri- cbio digerente o respiratorio ? -Che cosa di- —
codesto liquido è remo ora della vescichetta ombelicale e del-
tive air amnios, che i.^
l’influenza che fecero esercitare alla medesima
separalo dal feto ; 2P che più di una
vol- 1

natura, sen- nella ? che pensare del-


nutrizione del feto
ta si è trovato alterato nella sua
r allantoïde contenuto in questa
e del fluido
che per questo ne abbia patito lo sviluppo
1

za
continuato vescichetta ? che cosa credere circa la gelatina
del feto; 3.*^ che quest’ultimo ha
amnios intera- del Warton ?• L’analogia conduce, senza dub-
a vivere, quantunque fosse 1’
A
quelli che sostengono i’as- bio, a pensare che la vescichetta ombelicale
mente svanito.
sorbimentocutaneo rispondiamo che rintona- abbia una qualche destinazione ne’prirai tem-
pi della vita dell’embrione. Ma s’ è vero che
co caseoso ond’ è coperta la pelle , sembra
gli autoi l poco s’ accordino per ciò che spet-
poco alto a favorirlo; ebe Io stesso dee dirsi
quale, ta all’ anatomia di codesti vari involucri, co-
della viscosità del liquido amniotico, il

d’altro lato, dovrebbe, per quanto ne sem- me poter assegnare ai medesimi un’ influenza
bra, provare un compiuto ristagno, come tosto neU’animale economia ? L’adottare, con trop-
fosse pervenuto ai tessuto cellulare. Ai soste- pa sollecitudine, !e diverse ipotesi espresse
nitori della penetrazione per la bocca oppon- dai ftsiologhi circa le funzioni degli organi,
gbiamo ebe non esiste, o almeno che non fece considerare per sì lunga pezza la tisio-
sembra esistere niuna rassomiglianza tra le logia come un romanzo: e alcuni spiriti scettici
acque dell’ amnios e il liquido contenuto nel r Ixanno posta nel novero delle chimere del la
ventricolo (Monro, oper. cit.^ p. i 63 Van- ;
scienza per questo che, eziandio de’ tempi no-
dtn Bosclp p. 460), e inoltre che tali acque stri, mille diverse teoriche si accumularo-
sono al tutto diverse dal raeconio ( Danz, no intorno a molte funzioni del nostro or-
Jerglìeder ungs Kunde des Neugebornen ganismo. Quale spirito severo, infatti, non
Kindes^ p. 60) cbè se pertanto i talli osser-
: rimarrebbe colpito dalle molte opinioni pro-
vati dal Bedard [Tesi^ i8i8) dimostrano fessate, d’altro lato, da nomini d’alto merita
il feto eseguire alcuni movimenti della respi- circa la nutrizione del feto ? Al quale propo-
l’azione, eper questi poter avvenire la deglu- sito, non ne sarebbe lecito il passare sotto si-

tizione del fluido, tali esperienze sono però lenzio l’ illustre autore delia fisiologia ana-
distanti da una rigorosa dimostrazione, e ri- tomia. Il muco, che si riscontra nelle vie
marrebbe sempre da spiegare, in tal caso, per digestive, vien separato , dice Geoffroy S.t-
qual modo abbiano potuto queste acque pe- Hilaire, in troppo gran quantità , se non
netrare nella cavità digestiva, ne’ feti acefali deve ad altro servire che a lubricare le super-
e astomi, che pur manifestano una considera- ficie dellequali è a contatto ma , assorbita
;

biie nutrizione. Quanto ai peli riscontratisi dai vasi cliiliferi, divien pur la sorgente del
nel meconio, de’ quali i dlfenditori della pe- fluido nutritivo che fluisce incessantemente
netrazione per la bocca si sono giovati, pos- neir appareccliio circolatorio del feto. Ma chi
siamo a fatica intendere per qual modo siasi non iscorge quanto poco probabile sia il pen-
presa questa ragione per un serio argomento. sare che la superficie mucosa dell’ insteslino
Infatti, perchè non potrebbero svilupparsi nel divenga sede d’una secrezione nutritiva, e
la

canale alimentare, e il raeconio stesso ascendere adempia ad un tratto nell’ economia a due
dalle intestina nello stomaco? E evidente che funzioni del tutto diverse? Chi non compren-
niente vale a confermare una siffatta opinio- de finalmente che se si adottino, nelle scien-
ne, siccome niente dimostra l’esattezza del- ze, opinioni si leggermente affermate, po-
r altra, nella quale i polmoni si considerano co rimane che non torniamo ai caos donde
come via di trasmissione al fluido amniotico. aveva 1’ Haller saputo sottrarre la fisiologia?
Quest’ultimo fluido fu trovato negli organi Perciò, quanto a noi, senza negare affatto che
respiratori sparso per la superficie della tra- la vescichetta ombelicale, 1’ allantoide, e le
chea o dei bronchi è vero. Questo è il
; acque dell’ amnios servano alla nutrizione del
solo fatto che sia stato posto fuori d’ogni feto, non facciamo niun conto di tutte le opi-
dubbiezza dalle esperienze del Bèciard. Ma nioni state, a questo proposito, espresse, e
cosa evvi di comune fra la presenza di que- amiamo meglio lo adottare l’idea di quel-
sto fluido per tutto quanto è esteso l’albe- li al cui parere le comunicazioni esistenti
ro aereo, e 1’ azione che hanno fatto i fisiolo- tra la madre e il feto, coll’ intermezzo della
gbi esercitare al mentovato liquore?! pol- vena ombelicale, bastano ad ispiegare il mo-
moni del feto non somigliano per nulla agli vimento nutritivo del giovane essere. fon- È
organi respiratori degli animali acquatici; e, da data codesta sentenza sull’esistenza soltanto
altro canto, nel feto il sangue non si apprende del cordone, del corion e della placenta, sic-
ai polmoni; Finalmente non si sono pur veduti come sulla precoce loro apparizione, sulla na-
alcuni acefali ne’quali crasi operato il movi- tura delle villosità del corion, le quali, primi-
DEL FETO E DELLE SDK DIPENDENZE 33 ;
ttvamenle Tenose, non polrebbono ad altra altre non meno rilevanti , degne di essere
funzione servire fuor quella deirassorbimen- notate. L’apertura del Botallo (denominazione
to, e sulle risultanze increscevoli , e sempre che dando a credere doversene al Botallo la
funeste, che derivano dalT interrotta circola- discoperta trarrebbe ad inganno avendola an-
aione dei sangue attraverso il cordone ombe- che Galeno descritta ), viene a dire 1’ apertura
licale. —
Quindi, per dirla in breve, non am- onde comunicano tra sè e col canale venoso
mettiamo altre sorgenti che la placenta della le due orecchiette, e, oltre la placenta, le ar-
materia nutritiva del feto. Abbiamo trala- terie e la vena ombelicale, costituiscono delle
sciato ,
a bella posta, di far menzione della particolarità anatomiche importanti a cono-
sentenza del Chaussier, che riguarda come scere a fin di comprendere il meccanismo del-
tiulritriva la materia sero-alburninosa che si la circolazione nel feto. —
Già si siamo occu-
riscontra nelP utero i primi giorni che seguo- pati del modo come i materiali nutritivi per-
no la fecondazione, e di quella degli autori, al vengano dalla madre al prodotto della conce-
cui parere, le villosità che si sviluppano per zione, e se sia vero che il sangue arrivi in na-
tempo nella superficie esterna del corion e tura, e mediante una diretta comunicazione,
uniscono 1’ uovo alla caduca possono servire nella vena ombelicale, o invece se, come la
anch’ esse alla nutrizione del feto ; e rigettia- pensa con molli altri lo Schreger, si muti
mo pure r opinione del Lobstein, secondo in sierosità, assorbita dai vasi linfatici, tra-
il quale le radichelte venose di tale focaccia smessa mediante di questi al canale toracico,
vascolare attingono i succhi nutritivi solo che la versi nella vena solto-claveare sinistra :
quando sono formate, e quella del
le arterie dalla quale sarebbe poi spinta da questo nel-
Meckel, che riguardò soltanto come orga-
la 1’ aorta, e discenderebbe, mediante le ombeli-

no di ramificazione, e l’altra del Beclard, che cali arterie, alla placenta, per essere mutata
inclina a pensare solo addivenire puramente in sangue dagli organi stessi del feto. Quan-
nutritivo tale organo quando diventi villoso, tunque il Fohmann abbia scoperto, negl’ in-
e infino a questo punto la natura provvede- volucri del feto, dei vasi linfatici, non adot-
re alla nutrizione mediante la vescichetta tiamo r opinione indicata, e professiamo che
ombelicale, 1’ acqua dell’ amnios e la gelatina le molecole nutritive pervengano all’ embrio-
del cordone. Rispetto al modo poi onde si ne per quella via ch’è loro naturalmente pre-
opera la trasmissione dei nutritivi succhi dal- sentata dalla vena ombelicale. Ora che co-
la madre quantunque niente
al feto, di posi- nosciamo tutti gli elementi anatomici del fe-
tivo possa statuire su tale argomento la scien- to, argomentiamoci di descrivere il tragitto
za crediamo però avvenire questa per mezzo
,
percorso dal sangue del feto esponendo co-
,

di alcuni delicatissimi canali, che pur trasmet- me eseguisca in lui il movimeuto circolato-
si

tono al feto il sangue in natura, che percorre rio. —


Ignorasi affatto per qual modo operisi
ni poi tutto il sistema mediante il movimen- la circolazione ne’ primi momenti della vita
to circolatorio. entro-ulerina tali fenomeni si oono sltidiali
;

Circolazione. —
basta, accio che Non principalmente nel pulcino, e le indagini a
si mantenga la vita, che sieno continuamente tale proposito istituite hanno tratto gli autori

[
portati al feto alcuni materiali nutritivi ma ;
ad ammettere che la vena della membrana
) eziandio è necessario che questi materiali por- vitellaria sia la sede de’ primi movimenti cir-
» tati dal torrente circolatorio vadano, per così colatori dell’embrione, e che il cuore e l’aor-
t dire, a impregnare del loro fluido nutritivo ta si sviluppino all’ estremità di questa vena,

tutte le molecole organiche, e a depositarvi, che costiluisce 1’ origine della vena porta. Nel
col blando calore vitale, l’elemento riparatore. feto, non comincia a manifestarsi la circola-

Ma il modo onde si compie questo grande zione che all’ apparire primiero delle vene
l ! fenomeno ,
assolutamente uguale che
non è ombelicali ned è veramente stabilita che
;

I nell’ adulto perchè in questo il sangue, in-


:
quando abbiano il cuore e tutto il sistema
1 nanzi che sia slancialo per tutto il grande al- vascolare acquistato un sufficiente sviluppo :

i bero arterioso, ha bisogno di vivificarsi me- allora il sangue, che riempie la vena ombeli-
> diante il contatto dell’aria atmosferica. Ciò cale, giunge, per mezzo di codesto vaso, fino
1 non avviene nel feto, il quale, contenuto co- al solco longitudinale dei feto, dove una par-

:( rn’ è nel seno materno, non tiene coraunica- te si getta immediatamente nella vena cava

s 2,ione col di fuori quindi il sangue, invece che


:
inferiore, dopo avere innanzi percorso il ca-
nale ee«o^o, mentre che l’altra sigeila nel-
| lecliisi dalle cavità destre del cuore alla vasta
i rete aerea, per sostenervi l’emalosi, recasi, l’organo epatico, penetrando^ la branca de-
li in gran parte, nell’ aorta, che lo trasmette , stra della vena porla. Giunto alla vena cava
come nell’ adulto, a tutte le parti del corpo, inferiore, il sangue recasi alla destra orecchiet-
per mezzo di alcuni vasi che gli sono conti- ta, ove, secondo alcuni, immiscliiasi al san-
1
II nui. Ned è questa la sola dittereuza che [ue- gue derivante dalla vena cava supcriore, c,
i senti la circolazione del feto ce n ha alcune : secondo altri, per lo con Irario, penetra im-
Elicici. Mtd. r. II.
AI'PAHKCCHI UEJ.I..V GKiSER AZIONE
338
foro del Botallo, accorda poco colle esperienze istituite sul san»
mediatamente attraverso il

separato cora’è dal sangue della vena cava


su- gne del feto, che mostra codesto liquore com-
posto quasi di diversi elementi ne’ diversi
periore coll’ intermezzo dì una valvola eh e-
apertura di siffatti due vasi veno- punti dell’ estensione dell’ albero arterioso
iiste tra 1’

maniera che il li- del giovane essere. Tuttavolta non sarebbe


si è tale valvola disposta in
:

possibile disconveuire che non sia in essa


quido, a misura che fa passaggio per
1’ orifì-

zio auricolare della vena cava inferiore, vie-


alcun che di specioso. È vero per altro, che
Io sviluppo minore delle inferiori estremità
ne spinto subitamente nella sinistra orecchiet-
ta questa, contraendosi, lo manda al ventri-
deriva, in gran parte, dalle arterie ombelica-
:

colo dello stesso lato, quale, mediante un


il li, le quali sviluppatissime qual sono allora,
s’ impossessano pure della maggior parte del
movimento analogo, lo fa passare nell’ aorta,
che lo slancia poi per tutte le parti del corpo. sangue che deve più tardi penetrare nelle ar-
Se non che all’ aorta non recasi semplicemen- terie iliache, siccome dicemmo nel tomo pri-
te il sangue derivante dal sinistro ventricolo, mo, pag. i33. Il sangue ritorna alla placenta
ma tale vaso riceve eziandio quello che fu per le arterie ombelicali ; ma ignorasi se co-
trasmesso al ventricolo dallo stesso lato, il desto liquido ritorni compiutamente, o solo
quale, gittato dall’ arteria polmonare, giunge in parte per la ombelicale vena , o s’ è ri-
nell’aorta mediante il canale arterioso, che portato nel materno organismo mediante le
s’ apre immediatamente sotto l’origine del- vene uterine. Lo scioglimento di siffatta que-
l’arteria sotto-clavicolare sinistra. Quindi ne stione dipende dal modo con cui si consi-
segue che, riguardo all’organo centrale circo- derano le funzioni delia placenta quindi co- :

latorio propriamente detto, la circolazione del loro i quali, come dicemmo, hanno conside-
feto diversifichi da quella dell’adulto in que- rata questa siccome organo vivificatore del
sto, che il sangue versato nell’orecch'etta de- sangue , credono che il sangue che ritorna
stra dalla vena cava superiore e dalla vena per le arterie ombelicali, sia ripiglialo inte-
cava inferiore, anzi che passar tutto quanto ramente vena dello stesso nome quelli,
dalla :

per lo ventricolo a sangue nero, e recarsi al- per lo contrario, che negano poter la placen-
1’ aorta, dopo aver sostenuto innanzi il con- ta essere riguardata siccom’ organo tenente
tatto dell’aria atmosferica, penetri, invece, in le veci dei polmoni, pensano che il sangue,
gran parte, immediatamente nell’orecchietta com’ è giunto alla placenta, venga ripigliato
dell’ opposto lato, e, oltrepassando l’apertura dalle vene uterine finalmente alcuni, tenen-
:

aurieolo-venlricolare , giunga nel ventricolo do che la placenta sia un organo destinalo ad


sinistro, e da questo all’aorta; donde consegui- una secrezione, ammettono che il sangue
ta che l’arteria e le vene polmonari non eserci- portato placenta delle arterie ombelicali,
alla
tino che una minima azione nella circolazione non torni più mai nel feto. Costante è l’os-
del feto. Codesta osservazione è applicabile servazione che, secondo che ci avviciniamo
particolarmente alle quattro vene polmonari ,
all’epoca della nascita, veggasi la circolazione
stante la piccola quantità di sangue che attra- accostarsi a quella dell’adulto. Infatti, il fo-
versa polmone, ed è solo indirittamenle
il ro del Botallo va restringendosi dietro lo svi-
applicabile al tronco dell’arteria polmonare, luppo della valvola che ne stringe a grado a
che riceve una sufficiente copia del sangue grado l’apertura; la valvola dell’Eustachio sce-
penetrante nella destra orecchietta ,
anzi, a ma anche essa di estensione, i vasi polmonari si
detta di alcuni fisiologi, tutto quello che de- accrescono , il canale arterioso si restringe in
riva dalla vena cava .superiore. Comunque — ragione che ci accostiamo al tempo della nasci-
sia, egli è certo che il sangue, che passa im- la, stante le progressive mutazioni in ciasche-
mediatamente attraverso il forame del Botal- duna di tali due parti ;
il sangue cessa, ad un
lo, recasi in gran parte al cervello ed alle re- tratto, di passare e nel foro del Botallo, enei
gioni superiori. —
Osservisi, in fatti, che u- canale arterioso, e allora la circolazione, salve
scendo dal ventricolo sinistro, il liquido va le anomalie, assume il carattere che presenta
a spezzarsi contro la gran curvatura aortica, e nell’adulto, e che conserva fino al termine ilel-
penetra poi ne’ vasi che da questa derivano. Ï l’esislenza. Allora anche la vena ombelicale si
fisiologhi che ammettono la separazione del- chiude e degenera , in uno spazio più o meno
le due circolazioni, non tralasciano di far os- lungo di tempo, in un cordone legamenloso :
servare che sangue derivante immediata-
il lo stesso avviene del tronco venoso e del cana-
mente dalla madre, o almeno dalla placenta, le arterioso. Niente di meno ci ha degli esem-
è più puro e più ossigenalo che quello della pi nei quali il cordone ombelicale e il canale
vena cava superiore, dotato d’ una più ener- arterioso non erano chiusi; anzi continuarono
gica vitalità, con che riesce possibile lo spie- ad essere internamente cavi, d'ali casi sono
gare il maggiore accrescimento delle parli su- rari, è vero, ma però esistono.
periori prima della nascila. Tale opinione, Della respirazione nel feto. Abbia-
quantunque generalmente adottata , pure si mo detto, parlando della placcnla, che alcuni
DErL FETO E PEELE SUE PirENDKNZE 339
fìsiologhi avevano pensato potersi tenere che o d’ anelito cui si è dato il nome d’asfissia dei
quest’ organo esercitasse le stesse funzioni del nuovi-nati, persistiamo nel rifiutare qualun-
polmone nell’ adulto,' cioè che fosse destinato que idea di respirazione: essendo noi persua-
a far sostenere al sangue quei cungiamenli si, che sia più|utile alle scienze e agli avanza-
onde ne risulta Femalosi. Tale opinione, eh’ menti delle medesime, il proscrivere intera-
additata da molti fisiuloglii, poggia sulla ge- mente un’opinione, la quale non appoggi che
nerale necessità del respirare, alla quale so- sopra alcune probabilità, che l’ ammetterla
no soggetti tutti gli esseri viventi, sull’ analo- come un fatto verisimile e degno di fermare
gia eh’ esiste fra la circolazione polmonare e 1’ attenzione dei dotti.

placentale, perocché ciascheduno di questi due Delle secrezioni del feto. —


Oltre i mo-
organi, in cui si esercita tale fenomeno, rice- vimenti nutritivi e circolatori che si osser-
ve il sangue che ha passato e circolalo per vano nel feto, hanno pensato alcuni fisiolo-
tutte le parli del corpo, dopo la loro espul- ghi che fosse uopo ammettervi ancora delle
sione dall’ utero, finalmente sopra alcune os- funzioni di secrezione. Non è dubbio infatti
servazioni di feti, che continuarono a vivere, che le membrane mucose vi si trovino in at-
quantunque la respirazione non avvenisse di tività, massime paragonandole alle secrezioni
subito, e ne’ quali la placenta era stata del particolari, come sono
quelle della orina, del-
lutto staccata dalla matrice ( Giornale delle la saliva e delle
lagrime. Chi ignora oggi-
conoscenze medico-chirurgiche^ i834 )' mai doversi, in gran parte, al muco esalato
, di qual natura sono le mutazioni che il san- nelle vie digestive, attribuire la formazione
gue del feto sostiene nella placenta ? e sotto dei meconio ? E d’altra parte non si riscon-
quale influenza si producono i medesimi ? Qui tra sempre una sufficiente copia di nei muco
fu sostituita all’esperienza l’ipotesi, ned è bronchi ? 11 grasso non appalesa la secrezione
maraviglia quindi che si veggano molti fisiolo- di cui è sede il tessuto adiposo ? e le superfi-
ghì persistere nella credenza, e noi siamo dello cie interne delle membrane sierose non sono
stesso avviso, cioè nulla meno essere dismoslra- bagnale di sierosità? Tutto adunque indica
to che la res}>irazione placentare del feto. D’al- 1’ esercizio delle funzioni secretorie nel feto,
tro lato come ammettere che il sangue, il qua- e per eonseguenle dinota eziandio l’attività
le ritorna alla placenta mediante le ombelica- di cui deve allora essere provveduto il siste-
li arterie, vi si quando le esperienze
ravvivi, ma assorbente o linfatico, affinchè si stabilisca
sembrano dimostrare, o che non esiste, o al- l’equilibrio nell’organismo del giovane essere.
meno eli’ poca differenza tra il sangue
esiste Movimenti del feto. Nei primi mo-
che trovasi nella vena ombelicale, e quello menti della concezione, la vita del feto è pu-
che percorre tutti gli altri vasi del prodotto ramente vegetativa, ma forse che non può av-
della concezione? —
Altri dai fatti stati osser- venire sempre lo slesso per tutto il tempo che
^
vali dal Roederer, Winslow, Larrey e Haller, dura la vita enlro-uterina. Imperocché il feto
1 e più di recente da Beclard ( op. cit. ), che eseguisce, di mezzo alle acque dell’ amuios,
hanno veduto il feto eseguire alcuni movi- alcuni movimenti, e questi movimenti, sic-
menti respiratori nell’acqua dell’ aranios, fu- com’ è nolo, sono stimati dagli ostetrici per
rono mossi a credere che tale funzione po- r indizio il più sicuro della gravidanza. Alcu-
tesse allora esercitarsi sotto l’ influenza del ni autori, è vero, vollero negare l’esistenza di
detto liquido, del quale il polmone, a modo tali fenomeni, e hanno credulo potergli attri-

delle branchie, avrebbe allora assorbito l’ os- buire ad lui semplice palleggiamento, ma og-
sigeno. Ma affinchè tale opinione prevalesse, gidì è ben dimostrato il contrario solo alcu-:

sarebbe in prima necessario che fosse dimo- ni fisiologhi continuano a credere col Bichat
strata la presenza dell’ ossigeno nelle acque ( Ricerche fisiologiche intorno la vita e la
dell’amnios, e spezialmente che fosse possibile morte che tali movimenti derivino dall’ec-
lo spiegare come polmoni, 1’ organizzazione
i citamento che gli organi esercitano, per via
de’ quali allor differisce pochissimo da quella sinipaijca, sul cervello, mentre, al contrario,
dell’adulto, potesse alcuni istanti avanti la alcuni altri li considerano conie 1’ effetto d'u-
nascila respirare senza pericolo, come fanno na diretta eccitazione dell’encefalo. Quantun-
gli animali forniti di branchie, mentre che, que noi adottiamo (juest’ ultima sentenza ,
subito dopo la nascita, lo stesso fenomeno di- non possiamo però dispensarci dall’ osservare
venterebbe prontamente mortale. Adunque — che l’esistenza di siffatto organo non sembra-
confessando la nostra ignoranza intorno io ci indispensabilmente necessaria a prodiuli,

scopo che si propose natura, col permettere e lo argomentiamo da quello che avviene ne-
alle acque dell’ aranios che s’introducessero gli acefali, i quali, si dice, eseguiscono, tan-

nelle vie respiratorie, e facessero per tal rao- to bene quanto altri, alcuni movimenti
gii
<lo eseguire al feto de’ movimenti respnatori nel seno della Ipro madre. Quindi la vita a-
al({uaulo simili a quelli che osservano insi nimale, se pur esiste nel feto, si è a mala
quei che nascono in quello stalo di debolezza pena sbozzata, malgrado il precoce sviluppo
‘5f\o ÀPPARECr.HI nKPrA gf.nerazionr - drf feto, ec.

degli organi presiedono alla medesi-


che done, allorché si tratti di pronunziare no
,iia, Alle esposte cose limitiamo qui le giudizio intorno ad un’ accusa d’infanticidio.
considerazioni fisiologiche delle quali ab-
,
Sono tali punti di scienza codesti, ne’ quali,
biamo creduto dover far seguire P esposizio- il medico, chiamato in giudizio, non è mai
ne anatomica che appartiene alla storia del profondato quanto che basti, perocché, mal-
feto. Ci sarebbe stato agevole il rendere, se grado i numerosi lavori che si sono intrapre-
non più certe, almeno più estese, riferendo si, a questi ultimi tempi, intorno a siffatta ri-

tutte le opinioni che dividono oggidì i tìsiolo- levante questione di medicina legale soven-
;

ghi riguardo i differenti organi, e le differen- temente alcuni colpevoli sfuggono dalia-spa-
ti funzioni del feto, ma abbiamo dovuto star da della legge, eh’ è manchevole di sufficien-
contenti ad un semplice schizzo. Tuttavolta ne ti prove: ma tali punti scientifici non deg-

sia lecito, terminando, il far notare che non è giono arrestarci qui è uopo lasciarne la cura
;

parte che ricerchi una maggiore attenzione, sì a quello, tra noi, che avrà il carico di trattare
dal lato del medico ostetrico, come del medico la medicina legale. Troppo felice se a me toc-
legista. E noto in fatti quanto sia rilevante a casse un siffatto vantaggio, e soprattutto se la
quest’ ultimo il raccogliere accuratamente i lettura di questo lavoro avesse potuto ispi-
diversi caratteri che presentano i polmoni, il rarne il desiderio a quelli che si sottoscrissero
cuore, il canale arterioso, il foro del Botallo per r Enciclopedia delle scienze mediche.
e r arteria polmonare, il diaframma e il cor-

AVVERTIMENTO

Il seguente lavoro, che presenta un sunto delle preparazioni anatomiche, è del dotior
liCnoir, dissettore della facoltà inedie^ di Parigi, e medico spettante al cjiiarto dispensario
della società filantropica.
PREPARAZIONI ANATOMICHE

PRELIMINARI

il?..
1

il
ÌJ anatomia fu, nei precedenti volumi,
considerata come scienza. Ora dobbiamo ri-
a passare delle intere giornate, fossero sur un
piano elevato, ben ventilati, ben rischiarati,
guardarla siccome arte. Per questo rispetto, di rado lavati, e moderatamente riscaldati.
I

H consiste nell’ uso di vari processi , mediante — 1 precetti che seguono sono destinati a ren-
a i quali si separano gli uni dagli altri i diversi dere meno insalubre la dimora che devono
organi o i diversi elementi eh’ entrano nel- farvi gli allievi : indicherò brevemente i più
j

I
la composizione loro, a fine di esaminarne rilevanti. — Quantunque tutte le stagioni,
i
meglio la forma, la tessitura e via discorren- tranne la possano essere idonee alle
state,

1
do. La dissezione è il mezzo che d’ ordina- dissezioni, tultavolta è più convenevole cosa
i rio si pone ad opera ma non è il solo chè
:
;
il dedicai'vìsi esclusivamente nell’inverno o

spesso si ricorre in aiuto di questo, a parec- al cominciare la primavera ; in primo luogo,


^
i chi altri, come P injezione, ii soffiamento, la perchè gl’ individui si conservano più lungo
I macerazione, e simili ; tutte operazioni mec- tempo nelle fredde stagioni, e perchè, in que-
caniche o chimiche, le quali, al par che la sta parte dell’annata, si può rimanersene per
ìj
dissezione e insieme a questa, mettono in pie- più tempo nell’anfiteatro. —
Non devesi mai,

1 Ila evidenza le numerose proprietà delle par- anche nella stagione la più favorevole, disse-
li ti costituenti 1’ umano organismo. Ci riser^ care immediatamente dopo il nascere del sole
^
viamo descrivere minutamente codeste di- e tanto meno durante la notte. Non convie-
i verse operazioni al luogo loro, e ci liraitia- ne recarsi all’ anfiteatro, quando si provi del
mo ad esporre qui le regole che fa d’ uopo mal essere, per quanto poco, in conseguenza
seguire e nello studio pratico dell’anatomia di errore dietetico o per qual si voglia altra
ei| affinchè questa riesca vantaggiosa, e ad un cagione : finalmente non devesi, in ninna sta-
il tempo sia allontanato ogni pericolo alla salute gione, prolungare ogni dì soverchiamente la
di colui che vi si applica. Ad istudiare conve- dimora in siffatti luoghi. Quattro o sei ore di-
nevolmente l’anatomia, è necessario lo avere stribuite in duesedute, sono sempre hastevoli,
de’ buoni cadaveri in luogo acconcio peroc-
: quando sieno bene spese da un allievo studioso
ché, se vogliasi poter dissecare accuratamen- per vedere compiutamente, due volte in un se-
te , conviene starsene a proprio agio. L’ in- mestre, tutta la materia dell’anatomia descrit-
I
salubrità del luogo in cui si suole istituire le tiva. —
Tralascio, a bella posta, di parlare di
) dissezioni, fastidisce le spesse fiate gli allievi, alcune regole igieniche riguardanti la tempe-
» ed altera più o meno la loro salute. Quelli ratura del luogo in cui si opera la dissezione,
> che costruiscono degli anfiteatri, dovrebbe- le vesti calde delle quali è mestieri il coprirsi
( ro darsi maggiore sollecitudine affinchè co- e che è uopo lasciare quando si esce dall’an-
> desti stabilimenti possedessero tutte quelle fiteatro, le cure di politezza eh’ è uopo met-
) condizioni di salubrità che si confaniio colla tere ad opera e sopra sè stesso e sul luogo de-
1 loro destinazione e convien dirlo
: gli anfi-
;
stinato alle dissezioni, essendo sufficiente avere
1 teatri attuali, quantunque assai più convene- indicate tutte siffatte cose. Piuttosto amo fer-
t volmente disposti che quelli che costuraavan- marmi alcun poco intorno al trattamento che
i si altre volte, sono manchevoli ancora, alme- esigono le ferite che può farsi chi disseca, es-
ì no il maggior numero, delle più essenziali sendo che tale trattamento soglia essere gene-
I tra queste condizioni. I migliori cadaveri ra- ralmente mal regolato, ed io abbia veduto pa-
pidamente imputridiscono in certe sale sel- recchi de’ miei condiscepoli divenir vitliina
I

3 ciate che tutti i giorni si dilavano e la : della cauterizzazione che da tutti si consiglia.

più robusta salute non può mantenersi salda Credo che cauterizzazione sia cagione
tale
I
per lunga pezza contro infezione,
1’ 1’ umidi- degli accidenti gravi che si manifestano do-
}
1 tà e il freddo. Sarebbe d’uopo che questi luo- po tali ferite, più spesso del così detto prin-
ghi, ne’ quali cotanti giovani sono chiamati cipio deleterio del quale^si dicono complicate,
}
rUEPAUAZÎONI ANATOMICHE
342
ta ottusa l’altro, più piccola, a punta acu"
e contro quale la medesima si rivolge.

;

tissiraa. 3 .° Due paia di pinzette da dissezio-


Quanto a me, dacché a tali cauterizzazioni
una ordinaria,
ho soslitnito una medicazione semplice, non
ne, 1’ 1’ altra a uncino, piccola
e simile a quella di cui si fa uso nella opera-
ho sofferto mai niun acadente di simil latta.
zione òhe si praticano sopra gli occhi. So-
Che la ferita sia superfici.de o profonda, lar-
ho sempre trovato utile il farla vente io adopero, con molto vantaggio, un
ga o stretta,
e talvolta ho, cavadenti, per prendere ed estrarre le scheg-
mandar sangue copiosamente,
a uopo, usato il succhiamento 1 ho sem-
tal j
ge ossee, o per fermare stabilmente le parli
ossee sulle quali deve la sega operare. Tale
pre lavata con molta acqua, poi riunita col
taffetà d’Inghilterra, e colf apparire do’ più
strumento tiene luogo delle lunghe e forti
lievi indizi d’infiammazione, l’ho trattata pinzette. 4*^ uncini, l’uno a manico,
coi cataplasmi ammollienti, coi bagni gene- r altro a doppio uncino , il terzo a catena.
5.^ x\lcuni stiletti sottili d’ acciaio o di bale-
rali e colla iimonea vegetabile. L’imbevimen-
to del tessuto cellulare sottocutaneo , che na, e alcune settole di cinghiale. 6 .® Un siffo-
segue sempre codesto stato infiammatorio ne munito d’ una chiave d’argento, al qua-
cede molto facilmente all’uso ripetuto le spes- le si possa applicare un soffietto. 17.® Una se-

acqua clorurata. Questo sempli-


se volte dell’ ga con alcune lamine di riserva. 8.® Un mar-
ce trattamento riesce sovente a bene ; impedi- tello con parecchie cesoie d’acciaio temprato

sce flemmoni estesi del braccio, gh ascessi a-


i
a freddo. 9.® Un rastialoio e un coltello da
scellari, e in ispezieLubercoli cornei delie di-
i cartilagine, diforma inglese, io.® Finalmen-
la che formano la disperazione di chi ne va af- te una lente un compasso e una leva. Tali
,

fetto, e per la deformità che producono, e pel sono gli strumenti de’ quali può essere |ad
lungo tempo che mettono a dileguarsi. La — ogni istante necessario 1’ uso durante una
.scelta dell’ individuo dipende dalla specie di preparazione , qual eh’ essa sia aggiungi :

preparazione a cui lo si destina, e che deve es- dell’acqua, una spugna, e del pannolino
sere eseguita sopra di esso. Mi darò sollecitu- che l’anatomico deve aver sempre in pron-
dine d’ indicare, in capo a ciascheduna divi- to. — Mi
riserbo a descrivere più tardi gli
sione dell’ anatomia, le qualità che si deggia- apparecchi impiegati per l’ injezione genera-
110 ricercare in un cadavere, affinchè l’opera- le e particolare del sistema sanguigno e lin-
zione sia seguita da un pieno successo ; ma fatico, e do terminazione a codesti preliminari
credo, in tutti i casi, prudente cosa, il lascia- con alcuni precetti intorno al modo di studia-
re quelli che appartengono a persone morte re con profitto l’anatomia pratica. Lo stu- —
di malattie contagiose, perchè, se non è pro- dio dell’ anatomia esige una speziale atten-
vato che tutte le malattie stimate per tali zione per dedicarvisi con buono successo è
:

possano per inoculazione trasmettersi dopo uopo a principio coltivarla sola, É impossi-
la morte di quell’ individuo che a’ era infet- bile lo apprender bene ad un tempo 1’ anato-
to durante la vita, fu osservato almeno che le mia e la chimica. Quelli che hanno formato
ferite derivanti dal dissecare di così fatti in- delle ordinazioni di studi medici hanno nove-
dividui, riescono le spesse fiate pericolose per rato le scienze, e le hanno distribuite per an-
essere seguite prontamente da generali acci- nate, come se si potesse imparare ogni anno due
denti. La stessa cosa, panni, dovrebbe dirsi o tre scienze. Consiglio adunque agli allievi di
di certe malattie epidemiche: tutti quelli che dedicarsi esclusivamente allo studio dell’ana-
hanno praticate dissezioni di femmine mor- tomia durante i due semestri deH’inverno che
ia nel tempo del parto sanno quanto gravi devono impiegarvi: così il loro tempo sarà lar-
riescono le più lievi punture, durante sif- gamente speso, il giorno per la dissezione, la
fatte operazioni. — Gli strumenti
necessari sera per la lettura di opere più estese che il lo-
alle preparazioni dell’ anatomia , diversificano ro manuale ed in queste studieranno minuta-
:

aneli’ essi secondo la parte nella quale si mente quegli organi la cui preparazione gli a-
studia. Per le più delle dissezioni, non si fa vrà occupati il giorno. Sappiano però bene che
uso che del bistorino o dello scalpello, i.^ in questo studio, non hanno mica che fare
hi Ira le mani di lutti gli allievi una cas- con una scienza di parole, che i libri, le ta-
setta che contenga sei scalpelli, due retti e vole, le figure di cartone, di cera o di gesso,
quattro convessi. Credo per altro che torni non possono nè punto nè poco far le veci del
meglio il valersi, per dissecare, del historini cadavere. Coloro che apprendono ne’ detti
piuttosto che degli ordinari scalpelli: i hi- modi artificiali 1’ anatomia, apprendono delle
slorini sono più comodi, generalmente taglia-
parole, non delle cose e questi poi si lagna-
;
no meglio, e in oltre, adoperandoli eotidia- no di presto dimenticarle, e dicono che l’a-
namenle, si contrae 1’ abitudine di tenerli e natomia è difficile a ritenere nella memoria.
di maneggiarli con destrezza, ciò che
riesce L’anatomia che è, siccome tutte le altre scien-
vantaggioso nella pratica delle operazioni. 2.^ ze fisiche, una scienza di fiilto,non si può
Bue paia di cesoie, 1’ uno assai forte, e a pun- apprendere che osservando, e contemplando
l’REP AR AZIO N I A A' A TO M K', Il-E SU'?

!.t îiiilura fino a laiilo che abbia impresso nel prontezza nelle dissezioni che medianlé 1’ e-
jiosi.ro spirilo immagini durevole : dissecare sercizio. Una preparazione sucida ed a ritagli
ailunque, e dissecare sovente le stesse parti, non ispira il gusto per 1’ anatomia, e mette
dev’ essere 1’ unico scopo al quale deve con sovente una falsa idea della disposizione delle
ogni cura intendere qualunque allievo, cui parti. Finalmente aggiungerò che, in tutta la
stia a cuore il possedere la più bella e la più dissezione, è importante avvertenza quella di
indispensabile tra le scienze mediche, d’ulla- non mettere allo scoperto se non quelle parti
volta io non penso che fia d’ uopo dedicarsi che deggiono essere studiate nel corso del
troppo presto alle dissezioni, a costo di ese- giorno. Il levare gl’integumenti accelera la
guirle per lungo tempo male. Gli allievi, a putrefazione degli organi che ne sono coper-
parer mio, non deggiono dissecare che dopo ti, facendo loro perdere prontamente l’elasti-

aver vista dissecare, davanti gli occhi propri, cità e il naturale colore appunto a fin d’evi- :

tutta l’anatomia, e in questa spezie di occu- tare tali inconvenienti, è cosa ben fatta, com-
pazione deggiono impiegare il primo seme- piuta che sia ciascheduna seduta di dis.sezio-
stre de’ loro studi, quelli che essi impiegano ne, il ricondurre la pelle davanti le parli dis-
nel tempo stesso nella chimica assisteranno a : eccate e cuoprirle inoltre di un pannolino
,

tutta quanta la preparazione, aiuteranno chi bagnato di quella grossezza che basti adirne
i
la eseguisce, e, l’anno dopo, potranno alla lo- pedice che avvenga il diseccamento neirinler-
I ro volta servire di guida ai loro condiscepoli vallo tra le sedute.

I
più novizi. Per questa guisa ci avrà, in ogni
j tavola dell’anfiteatro, un vicendevole inse- Articolo 1.

I
gnamento , e i cadaveri , meglio dissecati e
Î conservati più a lungo, verranno usati con DELLA PREPARAZIONE DELLE OSSA
i maggior profitto per l’istruzione di tutto il E DEI LEGAMENTI.
i corpo degli allievi. Invece che questo, che cosa
3 si fa oggidì ? Si riuniscono in cinque o sei in- Il Bichat ha trattato, nel tempo stesso,
ij
torno una tavola da dissezione; e il più avan- delle ossa e delle loro articolazioni. Io verrò
3 zato, o il più intraprendente, senz’ altra gui- indicando in tale capitolo^le preparazioni che
i da che il libro da lui preferito, disseca, latito spettano osteologia e alla sindesmologia
all’

ij bene che male, le parti più facili dell’ anato- degli altri autori. Descriverò successivamente
i mia. I più degli altri, in generale, si dispensa- i diversi mezzi che
anatomico mette ad
1’

I no tlair assistere alla preparazione. Si riuni- opera a fin di studiare la conformazione del-
ì .scono di poi, al terminare del giorno, a leg- le ossa, la loro struttura, la chimica loro coni-
i] gere, in un manuale, la descrizione degli or- posizione, il modo onde si sviluppano a fin ,

galli così per metà preparati, o che non tro- di mostrare le loro connessioni, le loro cor-
ìj

ll varono punto e dopo questa lettura, e chi di-


;
rispondenze, i loro mezzi di unione, i movi-
I
mostra e chi ascolta se ne vanno sì bene islrut- menti ch’eseguiscono, e la disposizione delle
i
ti avendo inteso parlare di cose che non
;
varie cavità che formano col loro complesso.
I
hanno veduto, o che hanno veduto male, e §. I. Preparazioni riguardanti la con-

5
perciò stesso dimenticheranno presto. Possa- formazione delle ossa. — Ad apprendere —
) no nostri consigli migliorare una siffatta con-
i r osteologia, è mestieri l’avere in pronto al-
Î dizione di cose. —
Si conosce bene che non è meno due scheletri, uno articolato, disartico-
I possibile il poter dissecar con profitto che lato 1’ altro. Moltiallievi mancano di schele-
i quando si ha esatta conoscenza delle parli so- tri ;
e questo è un gravissimo fallo, perchè,
li pra le quali si opera perocché l’arte del ben
;
malgrado il loro zelo, non potrebhono essi
i< preparare consiste tanto nel risparmiare gli continuare vantaggiosamente lo studio del-
L organi che si vogliono mettere nell’ evidenza, l’anatomia, mancando sempre l’edifizio della
F quanto nel toglier via quelli che sono inutili sua base. So bene che ci ha oggidì molte dif-
I
e che si deggiono sacrificare è uopo adunque : ficoltà a procacciarsi negli antiteatri delle os-

i in prima conoscere gli uni e gli altri perciò :


sa,e specialmente a prepararseli. Ma non po-
U sarà bene che 1’ allievo legga prima la descri- trebbero gli allievi unirsi in parecchi, e offe-
i|zione di quelli che deve apparecchiare, poi il rire ognuno la sua quota per possedere, al-
d modo di separarli. Chi trascura tale precau- meno tra cinque o sei ciò che dovrebbe cia- ,

ij zione esponsi al rischio di tagliare delle parti scheduno possedere di per sé solo? Ci hanno
l| che la lettura di un manuale di preparazione parecchi mezzi per formare degli scheletri;
Ij gli avrebbe appreso — a rispettare, Un’ultima ma la macerazione e la bollitura sono gli e-
ij raccomandazione, ch’ho trovata esposta nel- sclusivamenle impiegati. La macerazione con-
l' eccellente Manuale di Laulh , è quella di siste nel sottoporre, per più o meno tempo,
j

d preparare con proprietà. 1 principianti non le ossa all’ azione dell’ acqua fredda o dell’ a-

^^.^
deggiono punto dimenticare che non si Irat- riaumida a fine di sgombrarle compiutamente,

r;
1

la di lavorar presto
*

non acquistandosi
1*1la per mezzo della putrefazione, delle parti moli»
,
PREPARAZIONI ANATOaiICHn.

circonilauo la bollitura invece nel 10 spazio di dieci o quindici giorni, ad una '

die le ;

iratlare per alcune ore le ossa coll’acqua


bol- corrente di acqua limpida, quindi copra iì I

(lue mezzi presentano, sì 1’ uno vase ripieno di acqua, e pondo in luogo don-
lente, Tali
come r altro, i loro vantag-gi e i loro incon- de le putride emanazioni non possano riusci-
venienti :li A fin
verrò indicando pili tardi. — re dannose. ^Non è 'soggetto ad alcuna regola i

scheletri, è uopo scegliere 11 tempo che deve durare tale operazione, ma


di ottenere de’ bei
j

un individuo nell’ elà di 3o a 5o anni, ma- varia secondo la stagione, la temperatura del 1

gro o leggermente infiltrato, morto di croni- luogo, l’età dell’individuo, la qualità delle j

ca malattia che non abbia alterata la tessitura ossa e simili in generale corrisponde, in una
;
Ì

delle ossa. I tisici, ne’quali è avvenuto T assor- stagione temperata, a cinque o sei settimane, i

bimento di tutti i liquidi grassi dell’ econo- Si è avvertiti che la macerazione è compiuta i

mia, convengono generalmente benissimo in quando le fibro-cartilagini intervertebrali e i I

questa sorta di prepaiazioni peraltro alcuni :


legamenti gialli si stacchino .agevolmente dalle i

liaiino sformalo il torace, o delle coste iper- vertebre. Allora vuota accuratamente il va-
si -1

trofizzale, o dei tubercoli sviluppati nella so- se, in modo da non gittar via coi brani di a

stanza medesima delle ossa. Quindi, per que- carne le piccole ossa dei piedi o delle mani, i j

sto rispetto, sono anteponibili ad essi gl’idro- denti o il coccige; si lavano con molta acqua, J

pici. INoii costa maggiori cure 1’ ottenere del- si puliscono confricandole con una spazzetfa o 1

le ossa bianche e secche, di quello che 1’ ot- con un rozzo pannolino, o anche rasfiaiido i

tenerne tali che possano divenire grasse e su- con un forte scalpello le parti fibrose che po- !

cìde tutto dipende dalia scelta dell’indivi-


: trebbono ancora attaccarvisi; quindi si fanno «

duo. Prima di sottoporre le ossa alla seccare e s’ imbiancano nel modo che presto i

macerazione o alla bollitura, è mestieri far dirò.


sostenere alle medesima quella prima ope- Altro processo. — Un processo alquan-
razione che dicesi lo scarnamento^ e con- to analogo al mentovato, che per altro non i

siste nello scarnarle grossamente separando- può essere posto ad opera che in certe situa- -

ne ancora il periostio. Ecco siccome vuoisi zioni è il seguente


, si pongono le Ossa spol-
:

procedervi si vusfctano il ventre ed il petto


: pale in alcune ceste di vinco sodamente co-
delle viscere che rinchiudono , dopo aver strutte ed esattamente chiuse, si sommerge in e

staccato prima, con un bistorino stretto, lo un ramo di riviera o in un ruscello d’ acqua v

sterno e le sue cartilagini nelle loro giuntu- corrente, e Io vi si lascia rimanere per tutto il i

re costo-condrali. Codesto pezzo è posto da tempo necessario. Tale processo, che non fu i

banda per essere più tardi trattato siccome giammai da me praticato, deve somministrare !

segue. Lo si dissechi accuratamente, e lo si le ossa bianchissime, ma dev’ essere poco e— j


lasci, per quindici giorni, nell’ acqua corrente speditivo. Eccone un altro che ne procura, |

affinchè si sgorghi del sangue che contiene. anche piu dell’ esposto, l’ indicato vantaggio :
Quindi si pone a seccare attaccando l’estre- consiste nel porre le ossa grossamente scarna-
mità di ciascuna delle cartilagine sopra una te in una tinozza nella quale si versano sola-
tavola di abete mediante alcune spille, e, acciò mente due o tre libbre di acqua, lutandone
le parti non
aggrinzino, nè perdano la loro
s’ esattissimamente il coperchio. Così si opera
enrvatnra e la naturale loro direzione, situe- la dissoluzione putrida delle parti molli, nel-
rai, sotto il corpo dello sterno, un pezzo di le- lo spazio di tre settimane, e nella state d’ un
gno , il quale, tenendolo a piccola distanza mese, dall’aria umida che le circonda. Ho so-
dalla tavola, gli renderà la sua forma curva- vente ottenuto, durante l’ inverno, il medesi-
ta. Si taglia quindi il tronco in varie parti mo effetto sommergendo il vase ben chiuso
senza separare le coste dalle vertebre, si lev'^a in un mucchio di letame. Finalmente un pro-
la testa con alcune vertebre del collo, e le cesso eh’ è più espeditivo ancora dell’ anzi-
membra si dividono a livello delle principali detto, ma non può essere messo ad opera che
loro articolazioni. Allora con un coltello, o l’estate, consiste nell’ abbandonare le ossa j

con uno scalpello più forte, si esportano i mu- scarnate e disgorgate di sangue in un luogo <

scoli e le altre Passando nella


parti molli. umido, e lasciarle esposte all’ aria libera. Nel
maggior possibile vicinanza della superficie corso di alcuni giorni le mosche deporranno '

delle ossa, conviene guardarsi, con molta cu- sopra di esse alcune larve che si denominano
ra, dall’ offendere la loro sostanza o dall’ ur- asticots le quali prontamente le priveranno i

lare alcune delle loro elevatezze prodotte dal- delle loro parti molli. Ho sovente veduto, me-
le apofìsi. Così apparecchiato lo scheletro, si diante il detto processo, delle ossa perfetta- i

tratterà con uno de’ quattro processi di ma- mente spoglie in meno che otto o dieci gior-
cerazione che seguono.
ni. — Per trattarele ossa colla bollitura s’ im-
Processo ordinario Poni le ossa in un
. — mergono tutte scarnate in una caldaia ripiena
vaso di terra cotta abbastanza grande da
con- di acqua, che si fa bollire sei o sette ore ,
si
tenerle tutte sommerse, lasciale esposte,
per leva tratto tratto la schiuma e il grasso che |
PREPARAZIONI ANATOMICHE 345
paleggia. Un’ora avanli il termine dell’ope- neurosi che rivestono le tre superficie di quel-
razione sì aggiunge una libbra all’ incirca di la, seguendo l’ inserzione loro nella maggior
sotto-carbonato di soda per ettolitro di acqua. possibile vicinanza al periostio, senza incidere
Si ritirano allora le ossa dalla caldaia e s’ im- per altro codesta membrana. Si mette poi
mergono in una nuova liscivia alcalina lepida l’osso cosi apparecchialo per uno o due gior-
dove accuratamente si puliscono si lavano ; ni nell’ acqua, quindi si pulisce con una spu-
finalmente con molta copia di acqua e si fan- gna, e con un bislorino, o con uno scalpello, si
no seccare. Codesto metodo di preparazione levano dalla superficie di esso alcuni lembi di
ha, sopra vantaggio della prontez-
gli altri, il periostio lunghi abbastanza da poterne studia-
za, ma somministra delle ossa men bianche e re la struttura. Si può conservare diseccato il
d’ un odore disgustoso. Nè vuoisi usarlo nella periostio delle ossa lunghe nel modo seguen-
preparazione degli scheletri dei giovani indi- te sopra un osso, del quale sieno stati bene
:

vidui, perciò che altera il tessuto osseo. — iniettati i vasi, eseguisci un’incisione che di-
Qualsiasi’ il mezzo stato impiegato per iso- vida longitudinalmente codesla membrana da
lare e separare le ossa bisogna sottoporle,
un’estremità dell’osso all’altra. Staccata da
ad un’ ultima operazione che dicesi im- ciaschedun lato, allontanando i lembi dell’in-
bianchimento delle ossa, dappoiché di rado cisione, quindi, colle tanaglie incisive, rom-
interviene che , uscendo dalla macerazione pi 1’ osso nel suo bel mezzo, fa uscire i due
I
o dalla bollitura, non presentino tali orga- capi dall’ incisione, separale fino in vicinan-
^
ni un colore bruno o giallo e un odore d’ in- za alle estremità, e segale ia questo luogo :

fezione, Numerosi sono i mezzi onde im- conquesto processo otterrai il periostio in
biancare e disinfettare le ossa. Le più delle sembianza d’ un lungo canale fibroso eh’ em-
volte si espongono, per alcuni mesi, all’ aria pierai di crini per seccarlo, e conservargli
distese sopra graticci, all' ombra d’ un luogo la forma. Più difficile a ottenere è la se-
coperto, ma tale mezzo è lento nella sua a- parazione della membrana midollare per ve- ;

zione si può conseguire il medesimo effetto


: dere tale membrana, conviene eseguire vari
assai più prontamente, o esponendo le ossa tagli trasversi e longitudinali sopra alcune
in una stufa al vapore del cloro o del solfo ossa lunghe, e sottoporle per qualche tempo
abbruciato, o meglio ancora immergendole, all’ azione dell’ acqua bollente o di un acido

per un giorno, nell’ accjua, in cui si aggiunga diluito. La midolla, eh’ è avvolta d’ ogni in-
una terza parte di cloruro di soda in volume, torno da tale membrana, può essere studiata
[ ritirandolene per lavarle con acqua copiosa e sopra gli stessi pezzi. 1 vasi arteriosi e ve-

l farle seccare. nosi delle ossa verranno esaminati sopra in-


IL Preparazioni riguardanti la strut-
§. dividui perfettamente iniettati a vernice tali
:

\ —
tura delle ossa. Per ben conoscere lastrut- iniezioni fine riescono bene, per le arterie iii
1 ra delle ossa conviene studiarla, ad un tratto, giovani individui, per le vene nei vecchi so- :

3 sopra delie ossa secche e fresche. Sopra le no necessari dei tagli più o meno moltiplicati
a ossa lunghe e secche si praticano alcuni tagli per seguire i vasi nutritivi nella cavità delle
•I
ioagitudinali e trasversi per vedere il loro ossa lunghe, e nel tessuto areolare delle ossa
Î tessuto compatto e la loro cavità propria, la brevi e delle ossa piane.
!; struttura del tessuto reticolare e ciucila del §. HI. —Preparazioni riguardanti la
! tessuto areolare delle estremità loro. Si ado- —
composizione delle ossa, Si riducono le os-
r uerano, a tal uopo, alcune piccole seghe la sa alloro parenchima gelatinoso levando, per
a cui lamina mobile può proprio ta-
essere, a mezzo dell’acido idro-clorico allungato, il fo-
it lento, fissata in direzione obbliqua all’ ai- sfato di calce che a questo è congiunto. Ad
ri bero. Collo stesso stromento si pratica- ottenere gelatinose trasparenti, è me-
ossa
r no, in varie direzioni, de’ tagli in alcune ossa stieri adoperare ossa secche molto macera-

corte, come le vertebre, il calcagno ed altri. te e bianche, immergerle in un vase conte-


_ .— Si mette a nudo il tessuto diploico delle nente acqua, cui si aggiunge una ventesima
c ossa larghe del cranio o del bacino, levando parte di acido nè da qui si ritraggono infino
:

r una delle loro lamine con una raspa. Fiiial- a tanto che non sieno addivenute flessibili in
ti mente si studia la struttura fibrosa di tutte le tutte le loro parti solo allora si lavano con
:

ossa, o rompendo le ossa fresche d’ un feto, o molta acqua, si puliscono con ispugua e si sec-
3 levando alcune lamine della superficie di quel- cano all’aria, guardando che non si sformino
3 le d’ un adulto state prima rammollite in un durante il diseccamento; oppure si conservano
3; acido. —
Nelle ossa fresche si esaminerà il pe- flessibili nell’essenza di trementina o nell’ al-
i' riostio, la membrana midollare, la midolla c cool. Per lo contrario si riducono le ossa ai
'
I
i vasi. — hi separare il pe-
piuttosto difficile il loro sali calcarei, riscaldandole, nella macchi-
i: riostio dal tessuto compatto che copre : dalla na papiniana, a una pressione più considera-
!i tibia però si stacca più facilmente che da altre bile di quella dell’ atmosfera; ovvero, piu
< ossa. Si levano cautamente i muscoli c i’ apo- semplicemente ancor, calcinandole in un for-
Encicl. Med. T . II.
PKEPARAÏIONI ANATOPIICKE
346
delle ossa entra cartilaginose ancora alle estremità, non si
no. Un’analisi più profonda
cnimiche, e non prestano, nel loro complesso, all’ uso de’mex-
nel dominio delle operazioni
zi arlifiziati usali per gli scheletri <legli adul-
proposito mio.
la al

^ [V,
Preparazioni riguardanti lo
, . ,
ti. — La primavera è la stagione che vuoisi
sviluppo delle ossa. —
Ad isludiare il come anteporre aüre in queste spezie di prepa-
alle

nutriscano, di quanti zioni un individuo maj^ro e ben conformato


:

le ossa si sviluppino e
nezzi sieno composte nella giovane età, e qual
^ ,

e quello che convien meglio. —


comincia
viscere del ventre e del petto,
mutazione sostengano nella vecchiaia, è me- dal levare le

procacciarsi alcune ossa di feti, di estraendo queste ultime dalla cavità addomi-
sfieri il

bambini e di vecchi, ponendoli al paragone naie indi si vuota il cranio mediante un’ a-
;

di que’ degli adulti. Sarebbe utile cosa il pos-


pertura istituita alla sommità di questo con
sedere, ne’ musei anatomici, alcuni quadri una corona di trapano, o anche con un’ inci-
de’ quali ciascheduno presentasse un osso dai sione verticale praticata in mezzo al legamen-
primi momenti di sua formazione fino all’età to che riunisce posterior.mente l’occipitale al-
più avanzata. — Le ossa del feto e del barn- l’atlante, per la quale si passa un grande
bino richiedono alcuni particolari processi di cucchiaio. Si tritura la midolla spinale con uno
preparazione e di conservazione, che riescono stiletto di ferro flessibile introdotto, per la

ai seguenti ;si abbiano alcuni embrioni e al- stessa incisione, nel canale rachidico, e, per
cuoi feti, l’età de’ eguali sia stata prima ben accelerare la dissoluzione della rimanente pol-
deterrainata, falli macerare separatamente in pa midollare, s’injetta in questo canale una
vasi di vetro, e osserva spezialmente la ma- dissoluzione concentrata di carbonato di soila
ccrazione in modo da poterla arrestare quali- o di potassa. —
Questo eseguito, si procede
do il periostio comincia a staccarsi dal corpo alla <lissezione dei legamenti, pidnciplando da
delle ossa, perchè se sia prolungata per più quelli del capo, della colonna vertebrale, del^
lunga pezza, ne verrebbe l’inconveniente che bacino , dei piedi e delle mani, e terminando
separerebbe le epifisi cartilaginose dalle eslre- colla preparazione delle grandi articolazioni
mità, e scioglierebbe pure queste cartilagini e e della parte anteriore del petto. Si consiglia
i noccioli ossei che contengono nel centro generalmente di adottare quest’ ordine al-
loro : si lavano poi, si asciugano e si conser- finché le parti spugnose dello scheletro pos-
vauo nell’ alcool fermandoli sopra alcune ta- sano macerarsi per più lungo tempo. II modo
volette di cera nera con ispille d’ argento, ov- onde si notomizza ciaschedun’ articolazione
vero si seccano sopra alcuni fogli di carta a fine verrà indicato più basso, quando si descrive-
di disporli più tardi in serie, in un gran qua- ranno le articolazioni spettanti ai mezzi d’ u-
dro. Quindi s’ incollano le ossa del tronca e nione delle ossa. —
Tale dissezione dei lega-
de’ membri sopra carte nere, e le ossa della menti, e, in ispezie, la rastialura delle ossa nel-
testa sopra alcuni piccoli sostegni di legno le quali si attaccano, richiedono più giorni di
dello stesso colore. Quando si traggo- lavoro assiduo. Dopo ogni seduta è uopo si-
no fuori dell’ acqua di macerazione le ossa di tuare di nuovo l’ individuo, avvolto da un
uno scheletro di bambino, conviene por men- lenzuolo, in un tino pieno di acqua netta che
te che non si smarriscano i punti epifisari si rinnova ogni giorno, e (piando la dissezio-

die, dopo il diseccamento , si sono riuniti ne dello scheletro è compiuta, lo si lascia an-
all’ osso cui spettano, od immediatamente per cora immerso nell’ acqua per tutto il tempo
mezzo della colla forte, od in distanza per mez- necessario allo sgorgameli to delle ossa que- :

%(} di verge metalliche attaccate con chiodi da sto tempo è variabile secondo la temperatura
una parte al pezzo epifisario e dall’ altra al dell’ atmosfera e lo stato del cadavere nella ;

corpo dell’ osso. primavera sono sufficienti sei ovvero otto


§. V. Preparazioni riguardanti le con- giorni, essendo che una più lunga macerazio-
nessioni e le correlazioni delle ossa. — Si ne distruggerebbe i legamenti. —
Innanzi elle
può formarsi ima giusta idea delle connes- si metta sospeso lo scheletro a fine di diseccar-
sioni e delle correlazioni delle ossa, studi^n- lo, lo si lava esattamente coll’acqua clorurala,
dolc riunite mediante i loro legamenti , o per imbiancarlo e preservarlo, nello stesso
articolale ira l<aro con alcuni mezzi arlifiziali. tempo, dagl’ insetti. Lo si pone allora in una
L qui mi faccio a parlare brevemente della quadro <li legno, e, mediante alcune cordicine,
costruzione degli scheletri naturali ed artitì- delle quali non posso indicare qui il nume-
ziali. Si preparano gli scheletri naturali ro e la direzione, vi si attacca in una posi-
per conservare le corrispondenze delle ossa sizione che sia convenevole allo studio. A mi-
inÿle loro articolazioni, la forma e le dimen- sura che va succedendo il diseccamento , si
sioni delle cavità da essi formate mediante la vigila che le cavità non si sformino, e si acce-
soro unione. Ed è solo per questo mezzo che lera 1’ operazione spandendo sovente, sopra i
il possono apparecchiare gli scheletri de’
feti soli legamenti, mediante un pennello, dell’es-
e de bambini ; perchè le loro ossa, che sono sènza di trementina quest’ olio fisso ha la
:
preparazioni ANATOMiCHË 347
iacolià (Vi fornire a tale parli, una volta che a spira co’ quali si fermano le loro estremità.
siono secclie, una grandissima trasparenza.-— Ogni articolazione articolare dev’essere ap-
Qiieslo eseguito, non rimane niun’ altra pre- parecchiata con una copiglia articolata nel suo
para/ione da fare in siffatto scheletro, fnorcliè mezzo mediante due anelli che si coqipeni-
passare sopra tutta la superfìcie di esso uno trino scambievolmente, e attraversino d’ una
strato di vernice coll’ alcool, e fermarlo sopra parte, il centro dell’ osso, e dall’ altra, il cen-
un sostegno. —
La formazione degli scheletri tro della cavità che lo riceve. Le articola- —
arlifìziali appartiene più al meccanico che al- zioni ginglimoidi saranno articolate per mez-
Fanatoraieo e richiede molta destrezza, mol-
: zo i.'^d’iina lamina metallica, attaccata nel
to tempo e un gusto particolare per le arti centro della superfìcie articolare del pezzo in-
meccaniche. Non posso per altro trattenermi feriore ;
una copiglia che attraversi
2,.° (F
di consigliare agli allievi, che procurino di insieme codesta lamina e i condili del pez-
j
costruire almeno uno scheletro unendo le ossa zo superiore, tra’ quali si colloca: s’incon-
j
in modo semplicissimo perocché fu osservato
:
trano quasi sempre molte difficoltà nel col-'
'
non conoscere veramente Lene l’osteologia locare siffatta copiglia al centro de’movimen-
chi non ha fatto., di per sé stesso, una o più ti eseguiti dall’ ai'ticoìazione, dal che ne vie-
j

j
preparazioni di questa sorta. — Ci ha due ne, che la superfìcie onde le ossa si corrispon-
1 spezie almeno dì scheletri arlifìziali talu- : dono, rimangono ora troppo allontanate ed
ni in cui le superfìcie articolari, riunite me- ora troppo ravvicinate. Si eviterà tale incon-
diante alcuni fili metallici, si toccano, e sono veniente appoggiando F una delle branche di
Ìe più comunemente usate. ——
- Altri che un compfsso, sulla faccia esterna di un con-
vengono indicati, a Parigi, col nome di sche- dilo, mentre F altra branca ne segue esatta-
letri alla Bauchéne^ dapoichè ne ha presen- mente la convessità. Si segna il vero punto
talo il modello una lesta disarticolata che fu eh’ era occupalo dalla branca fìssa dello stro-
apparecchiata, a que’ tempi, da quest’ anti- mento, si fa altrettanto per F altro condilo, e
co dissettore della scuola differiscono dai
: si fa passare il punteruolo pei due punti in-
I

1
precedenti in questo che le ossa ravvicinate, dicati. Nell’articolazione di uno scheletro
i
e mantenute a certa distanza le une dalle altre, compiuto, si comincia dal mettere insieme le
i lasciano scorgere le attinenze ch’hanno tra ossa delle mani e dei piedi, si fermano poi i
sé, e permettono, al tempo stesso, che si di- denti ne’ loro alveoli impregnando le loro ra-
i scemano le superfìcie articolari mediante le dici con forte colla o con una soluzione di
i
quali si corrispondono.
È questa certa varietà gomma arabica; si unisce la mascella inferiore
fi’ una sorta di scheletro, che si eseguisce riu- alla superiore mediante una molla che si at-
nendo le ossa per mezzo delle corde di budel- tacca d’ una parte alla sommità dell’ apofìsi
lo, a fine di poter riunirle e separarle a pro- coronoide, dall’altra ad un maschio posto al
\
prio talento. Non posso entrar qui ne’ rag- di dietro dell’apofìsi orbitale esterna del fron-
1
guagli numerosi che porta con sé l’arte di tale quindi si passa all’ articolazione della
:

apparecchiare gli scheletri. Mi ristringerò ad spina, e per questa si tagliano ventitré pez-
indicare le regole generali che si deggiono zi di pelle di buffilo, alle quali si dà la forma
seguire per la loro preparazione la più sern- delle fibro-cartilagini intervertebrali, di cui
I
plice. Un tornio ad archetto, e molti punte- deggiono tenere le veci; si perforano succes-
1
ruoli di grossezza varia, alcune seghe, varie sivamente il corpo delle vertebre e ciasche-
j
lime, delle pinzette mordenti appianate e co- dun pezzo di pelle con due fori, e altrettanto
niche, delle tanaglie incisive, un compasso, un si pratica sulla base del sacro. Si prende una
fìlo di ottone a varie grossezze, alcune fogliet- estremità del fìlo di ottone, lungo quattro
te di rame laminato, «iella pelle di bufalo, e piedi lo si ripiega in due, e se ne introducono
una verga «li ferro di due piedi della lunghez- le due estremità di basso in alto ne’ due fori

za di sei in otto pollici , appianata e ter- alia base del sacro, e quindi entro le aper-
minata in punta, tali sono gli strumenti e ture praticate nel corpo delle vertebre , e
le sostanze indispensabili alla costruzione di ne’ pezzi di pelle. Si tirano fortemente, e si
uno scheletro arlifìziale. Le regole da attaccano sulla faccia posteriore dell’epistro-
seguirsi sono, che non si moltiplichino va- feo con molli giri spirali quindi si artico-
:

namente i fili che ritengono le ossa, che si lano le coste alla colonna vertebrale, median-
fermino solidamente attaccandoli ne’ luoghi te un fìlo che passa da un capo della costa a
in cui le ossa stesse hanno la maggiore gros- quello della costa opposta, passando dietro
sezza e solidità, che si renda proporzionato il il corpo delle vertebre, e si uniscono pure,
loro volume e a quello dell’articolazione cui per mezzo di un altro fìlo, le loro tubero-
deg giono ritenere, e alla grandezza del foro sità alle apofìsi trasverse finalmente si at-
;

che «leggiono attraversare: fìualraeute che si taccano collo stesso mezzo le fìbro-carlilagiai
j
nascondano quanto è possibile il più, nelle intercostali all’ estremità anteriore di tali ar-

I
parti profonde, o dentro la cavità i fermagli chi ossei. Allora è uopo introdurre nella ca-
preparazioni anatomiche
348
della quale s’impedirà che i suoi legamenti periferici si
•vita della spina la verga di ferro,
parte del insudicino , di inano in mano che vengono
ho parlato, a fine di dare a codesta
discoperti sopra la tavola, e verranno anche
tronco lanaturale curvatura e solidità,
sua
assorbiti i fluidi che ne colano. Così ravvol-
quindi mantengono le coste allontanale
si
to, si farà fermare il pezzo da un ajutanle,
le une dalle altre con due fili doppi, che at-
vertebre cervicali, 0 lo si porrà tra le branche d’ una morsa, e
taccati, in alto, alle ultime
ab- si passerà alla disamina dei legamenti. Per far
e in basso alle prime vertebre lombari,
loro questo, si separeranno, innanzi lutto, i mede-
bracciano le coste verso la meta della
simi da tutte quante le parti che li nascon-
ìiingliezza, e sono contorti negli spazi inter-
costali or non rimane che di attaccare la dono, portando, quanto è possibile il più, il
;

testa alla prima vertebrale, e questa alla se-


bistorino nella nota direzione delle loro fibre.
conda; e finalmente di congiungere le ossa de- Nell’eseguire questa parte della preparazione i
gl’ ilei al sacro e tra sè mediante un pezzo
principianti incontrano sovente della difficol-
di buffalo, che porrà in luogo della fibro-
si
tà a discernere i legamenti dai tendini e dal-
cartilagine della sinfisi. Non posso descri- — •
le altre parti bianche vicine. Tale difficoltà

vere minutamente le preparazioni dette al- svanirà quando si richiamerà alla loro me-
la Beauchéne^ che sono principalmente ap- moria che i lendini s’inseriscono alle ossa con
plicabili a quelle parti dello scheletro, com- una delle loro estremità, e al corpo de’mu-
poste di numerosi pezzi come la testa, la scoli coll’ altra raentie che i legeraenti si
;

spina, i piedi e le mani, 'fall preparazioni, inseriscono sempre colle loro due estremità
e in generale tutte quelle che appartengono nelle ossa. Allora è pur mestieri il procura-
all’osteologia, sono eseguite oggidì colla mas- re di non aprire le capsule legamentose o la
sima perfezione dai due abili preparatori, Be- cavità delle sinoviali. Dissecati che sieno tutti
noist e Guerin , via della scuola di mede- 1 legamenti esterni di un’articolazione, è uo-

cina, n. 9. po studiarne la disposizione e le inserzioni


VI. Preparazioni che spettano al
§. precise. Acciò che la preparazione riesca più
mezzo (V unione delle ossa. Devesi trat- — netta, si limitano le loro inserzioni alle ossa_,
tar qui della dissezione dei legamenti e delie mediante un colpo di bistorino, e si leva il
altre parti molli o semi-solide , eh’ entrano periostio che gli avvicina o, meglio ancora, si
nella composizione delle articolazioni, e lo cui raschia 1’ osso per tutta la sua estensione. In
studio costituisce la sindesmologia della mag- tale operazione conviene metter molta cura,
gior parte degli anatomici. La preparazio- — acciò che lo slroinenlo si faccia operare dalla
ne dei legamenti potrebbe veramente essere estremità articolare dell’osso verso il suo corpo,
eseguita dopo quella
dei muscoli, e sopra lo dappoiché portandolo in direzione contraria,
stesso individuo che ha servito alla dissezio- si correrebbe il rischio di staccare le inser-
ne dappoiché i legamenti sono
di tali organi, zioni dei legamenti. Questo eseguito, si ta-
sottoposti ad essi da per tutto. Per altro mi gliano codesti legami fibrosi nella loro parte
sembra più convenevole d’ impiegare per la media se ne rovesciano le estremità dalla
,

sindesmotomia un individuo intero o almeno parte delle loro inserzioni all’ osso per bene
nn’ apertura: operando così, oltre il vantag- vederlo, quindi si passa allo studio delle altré'
gio che si possono studiare le ossa fresche parti costituenti l’arlicolazioue, princi()iando
(studio troppo trascurato oggidì), si ha quel- dalla membrana sinoviale. Si possono istitui-
lo di preparare successivamente i legamenti, re due specie di preparazioni sopra tali mem-
la sinoviale e le cartilagini diartrodiali d’u- brane, cioè, o conservarle separandole d’ ogni
na parte, mentre che si conservano nell’ op- banda, dalle parti che le ricoprono, e quindi si
posta parte le principali attinenze dell’ arti- distendono soffi indo nel loro interno, median-
colazione coi tendini e coi grossi vasi e ner- te un caiiello introdotto obbliquamente nel-
vi che l’ avvicinano, potendosi così studiare la loro grossezza, ovvero s’incidono ampia-
eziaiiflio i movimenti eh’ è suscettibile di po- mente e si studiano nella loro interna super-
ter eseguire. Avanti che s’incominci
di- a ficie. Per assicurarsi che rivestono le cartila-
seccare un’ aiticolazione è mestieri, infino a gini, si leva obbliquamente una lamina d’uria
tanto che sia possibile la cosa, tagliare le os- di queste, e la si rovescia poi in modo da
sa a certa distanza dalle superficie che si vo- romperla alla sua base si scorge allora che
:

gliono studiare: in tale caso si prende e si i due franiraeuti attaccano ancora median-
si
fissa sempre meglio 1’ articolazione : al con- te la sinoviale, che, essendo più pieghevole, è
Irario
ro individuo,
quando la si dissechi sopra un inte- rimasta intatta. —
1 legamenti e le fibro-car-
si perde moltotempo nel gi- tilag ini infra articolari, verranno poi studia-
rarlo affine di porlo in una convenevole si- te in sito, mediante parecchi tagli che verrò
tuazione. Occorre una gran proprietà o indicando nella preparazione delle articola-
nettezza in tale dissezione per esempio, zioni in cui si trovano
: all’ultimo si vol-
:

mettendo r arlicoìazione sopra nn lenzuolo, gerà 1’ esame alla loro struttura e alla loro
r R jî P A R A Z 1 ( .) -N I A \ V T 0 nm: n k
.

inserzione nelle ossa, per mezzo della


sì prono le pareti anteriori e laterali del pet-
dissezione che mediante lo strappamento. to, sega le coste sopra nna stessa linea, alla
— Le cartilagini diartrodali, T iillima parie distanza di circa tre pollici dalla loro artico-
che deve considerarsi nello studio di iiu’arli- lazione colle vertebre, leva la piastra foi-
colazione, presentano la configurazione e la mata da tali ossa e dallo sterno e, nel tempo
grossezza variabile in ciascheduna alcune in- : stesso ,
metnbri superiori, poscia vuota ii
i

cisioni praticate perpendicolarmente alla lo- petto e l’addomine dalie viscere che conten-
ro superficie, o alcuni tagli eseguiti sopra di gono, sega o spezza a piccoli colpi di mar-
esse e sopra le ossa alle quali si attaccano, tello il cranio là dove si riunisce la vol-
rendono più manileste cotali particolarità del- ta colla base, a fine di trarne il cervello, fi-
ia loro organizzazione. Studiati così suc- nalmente separa la faccia cranio per
dal
cessivamente tutti gli elementi oiid’è compi>sta mezzo di due tagli obbìiqui che da ciasche-
uuìMiticolazione, è uopo sulla stessa articolazio- temporale vadano duna apofisi inastoidea del
ne del lato opposto dissecare semplicemen- ‘al corpo dello sfenoide seguendo ii margine
te i legamenti esteriori, conservarli nelle lo- superiore della rocca, e che dovranno essere
ro attinenze, co’princìpali organi che li cir- riunite, nel mezzo della grondaja basilare,
condano, e vedere finalmente quali movimen- mediante un terzo taifiio trasversale esernito
i ti siaquella suscettibile d’eseguire. Tali mo- colla cesoia e co! martello, 'l'alto (juesto e-
I viroeuli possono essere indicati a priori^ seguito, rimanti la colonna vertebrale arti-
perchè sono sempre in correlazione colia cou- colata superiormente coU’occipitale, inferior-
lormazione delle superficie onde si corrispoii- mente col sacro e coll' osso iliaco, nei mezzo
I
dono le ossa, e colle inserzioni e colla' for- colle coste. —
Sopra questo pezzo comincia
I
3ua de’ loro mezzi d’unione, vantaggiosis- È eia ad iscoprire li legamento vertebrale an-
j
sima cosa, in tale studio dei movimenti dcl- teriore e legamenti occipitu-atlautoideo e
i

t le articolazioni, l’averne ad un tratto due attantoi Jo-epislrofeo anteriore, levan*ìo con


i a propria disposizione, cioè: una che sia a- cautela muscoli retti anteriori del capo e
i

perla, e 1’ altra della quale si sieno conser- il lungo del collo nella regione cervicale, le.
!
vati intatti i legamenti, —
Le articolazio- colonne del dialramrna, gli psoas e ii qua-
j
jue così apparecchiate possono essere, per al- drato lombare nella regione dei lombi a- ;

\
cun tempo, conservate; a tale oggetto s’avvoì- scinga con un pannolino la faccia anteriore
f
gono in bianco pannolino e si pongono ,
di codesto legamento, e studiane la strut-
I entro un vase sotto uno spillo di acqua cor- tura dalla seconda vertebra cervicale fino al
i rente così le ossa si sgorgano presto del san-
; corpo del sacro. —
Rivolgi atlora il cadu-
j
gue che contengono e divengono bianchissi- vere, taglia tutti i muscoli che si attacca-
i me; ma non bisogna lasciarvele troppo, per- no alle superficie laterali e posteriori dette
I che i legamenti macerandosi se ne stacche- vertebre cervicali, ma
sopra la linealascia ,

rebbero. Si possono conservare più lunga- mediana, il tessalo denso e serralo che tiene
mente siffatti organi eoa tutte le proprietà le veci nell’ uomo del legamento cervicale
1 loro tenendole immerse in nna mescolanza di posteriore e che si estende dalla protuberan-
ij alcool e di essenza di trementina, cui s'agginn- za occipitale estèrna all’ apofisi spinosa dei!,
I
ge un poco d’acido muriatico. Finalmen- — vertebra prominente. Disseca poscia il le-
i te si possono conservare diseccate basta, a ; gamento occipilo-allaiiloideo posteriore, che
I tal uopo, esporle all’ aria dopo di averle fat- occupa rintervallo ond’è separato l’occipi la le
t' tè sgorgare e aver soffiato nelle loro capsule datl’atlante, il legamento atlantoido-epistrofi -

; articolari: ma sempre col di secca mento per- co posteriore, che unisce l’arco posteriore della
dono la loro flessibilità. Vennero proposti prima vertebra alle jainine della seconda, poi
per impedire tale inconveniente, parecchi la superficie posteriore dei legamenti gialli,
L mezzi, lo bo usato qualche volta il processo che si possono osservare allontanando le
( consigliato da Gloqnel e quello di Bogros, che lamine delle vertebre le noe dalle altre, e fi-
> consiste nello immergerla in una mescolan- nalmente le fasce fibrose che uniscono le apo-
: za di essenza e di alcool, movendole di iVe- fisi articolari fra loro. —
Pratica poi dalla pcj
• quelite durante il loro diseccamento , ma le superiore del dorso fino al sacro, sopra i

’i «leggio confessare che tali processi non mi due lati della linea mediana ,
due incisioni
lianno somministrato mai risultanze soddi- che dalla pelle vadano profondamente alle
Ij

rf sfacenti. —
-lo consiglio di dar [irincipio alla ossa: delle grondaie vertebrali taglia i mu- ;

dissezione dei legamenti da quelli della spina, scoli di codeste grondaie alla loro inserzio-
«
quindi passare successi va mente a quella dei ne nelle apofisi spinose e Iras verse del dor-
L legameuli del capo, del bacino, del petto e so lombi
e dei levali e troverai allora
, ,

!!i de’ membri. il legamento sopra - spinoso dorso - lombare


Articolazione e legamenti della spi- che passa sulla sommità delle spine, quindi i
na. —
- Leva con cautela ranseoli che co-i legamenti itvferspinosi dorso-lombari situali
t'RiiPAKAZloNl A àTorìiìciìii
*9 JO
spine lasciano Ira sè. no. In questa parte del corpo si studia prìn-
jiogli inlorvalli chc le
cipalmcntc; la disposizione e il modo onde
Non pollai discoprire la Jlaecia posleriore
s’ incaslraiio le suture. Quindi cotale studio
d(M le^ainenli gialli che negli spazi inlerlanii-
si può islitnlre fpiasi «lei tutto in una
nari della regione lomLare; finalmente sco-
testa
irregolari delle artico-
fasci "fibrosi
secca disarticolata. Fccovi i mezzi on<le otte-
prirai i

lazioni delle apofisi articolari tra loro, e


i nere una preparazione di questa fatta. Sce-
legamenti inlerlrasversali dei loiniai . accio gli la testa di un individuo nell’ età di i5
che preparazione sia più pulita, si raschia-
la
in 20 anni ben macerala, riempi la cavità del

no i diversi ponti delle vertebre nelle quali cranio di faggiiioli o di piselli secchi, chiu-
non s’ inseriscono i legamenti. Finalmente si di il foro ocipitale con due piccole tavolette
fa passaggio allo studio dei legamenti interni di legno «lisposte in croce a fin cF impedire

che sono i.^ il legamento vertebrale poste-


:
1' uscita de’ grani. Allora immergi la testa

riore che uniscono il capo aiia


2.0 quelli nell’acqua fredda in capo ad alcune ore i
;
;

prima e alla seconda vertebra cervicale, e* grani secchi si gonfieranno, e distaeberanno


queste due vertebre tra loro 3.*^ finalmeii-
;
lenta menie le ossa de) cranio raccolti e di-
(

te i legamenti gialli che non si possono stu- seccati sopra uno staccio, (jnesti grani posso-
diar bene, massime al dorso , che aprendo no servire a tal uopo parecchie volte ). Av- —
la cavità racbidica. Ad aprire largamente viene d’ ordinario che la disarticolazione ot-
codesta cavità risparmiando tuttora le arti- tenuta con tale mezzo sia incompiuta,, che so-
colazioni delle coste colla colonna dorsale lo si operi nelle ossa del cranio, e che sia me-
e il legamento ileo-lombare eh’ è uopo stu- stieri di aver ricorso ad altri mezzi a fine di
diare più tardi, istituirai la seguente prepa- separare le ossa «Iella faccia quindi alcuni a-
;

razione Scaribca un Iato del petto e del


: natomici stimano meglio ricorrere , fino «iai
bacino disarticolando le coste dal corpo e principio, ad un altro mezzo che consiste
dcdle apofìsi tras verse delle vertebre dorsali, nello scuotimento lento e regolato delle ossa;
e !’ osso iliaco dal sacro, e segando il pube ed ecco per qnal modo si eseguisce: si fa tuf-
alla distanza di due pollici dalla sinfisi. Fa fare la testa in una soluzione alcalina debole
che la spina sia fusata da una morsa o per renderne meno fragili le ossa, e dopo essersi
dalle mani di parecchi aiutanti, e separa, data la cura «li difendere le proprie mani dalle
o eolia sega o col martello e con un sotti- punte ossee coprendosele con grossi guanti, si
le scalpello il corpo «Ielle vertebre dal pe- cerca d’ imprimere colle proprie dita alcuni
diccinolo della loro massa apofisaria, quindi movimenti aile ossa, o s’ introduce nella loro
r occipitale fino ai canal sacro e sul lato op- sutura alcuni punteruoli che fannosi operare
posto, e porta i tratti della sega solo nel ad un tempo e come cunei e come leve. Si co-
mezzo della grondaia vertebrale per tal :
mincia a levare le ossa proprie del naso e
guisa avrai divisa la spina in due parti ; quelle del poinello, poscia 1’ un guis e i turbi-
r una posteriore, formata dalla riunione del- nati. Si disarticolano quindi i temporali, l’occi-
le lamine e delle apofisi , colle vertebre e pitale e i parietali, e si stacca il vomeie allon-
dal legamenti gialli ; l’altra anteriore, com- tanau'lo un poco le ossa palatine e mascellari.
posta dalla serie dei corpi di queste mede- Iai parte più difficile della preparazione è la
.siine ossa, uniti coll’ intermezzo delle fibro- separazione delle «lette ossa, e «ledo sfenoide,
cartilagini intervertebrali e legamen-
dal nella quale è necessaria molta pazienza e oc-
to verlelirale posteriore : il qnal legamento corrono molti adoperamenti. Poscia non ri-
potrai studiare subito che avrai levato dal ca- mane che di separare frontale dallo sfenoi-
il
nale rachitico la midolla spinale e la guaina de e dall’’ etmoide. Se f apofisi basilare del-
fibrosa che la contiene. Dopo questo oc- l’occipilale fosse saldata al corpo dello sfenoi-
,

cupati della dissezione del legamento occipi- de, sarebb’ uopo separamela con un colpo dì
to-epistrofico che si pianta, in alto, sulla sega innanzi che si principii l’ operazione :
groiidaja basilare, e lo staccherai in questo senza la quale precauzione, Io sfenoide po-
punto
all
per vedere, rovesciandolo in basso e
indietro,i legamenti
trebbe fratturarsi. —
1 soli legamenti «la stu-
odontoidei e il lega- diarsi nella testa, sono quelli dell’articolazione
mento trasverso finalmente studierai la strut-
; temporo-mascellare. — Sega sulla linea rae-
tura delle fihro-carfilagini intra-articolari, «liana parte anteriore della testa che fa da
la
praticando parecchi tagli verticali e trasver-
sali della spina, e facendo, per qualche
te separata nelle preparazioni «Iella spina. —
tempo, In uno de’ suoi Iati non conserva che i soli
macerare un pezzo di colonna lombare dove legamenti, e a tal uopo leva gl’ integumen-
codesti corpi sono più voluminosi che
in o- ti, la parotide, l’ orecchio esterno e i muscoli
gni altra parte.
temporale e massetere, giungendo fino al le-
Aì'ticolazioni e legamenti della testa. gamento laterale esterno. Hivolgi il pezzo, e
Numerose sono le articolazioni della te- internamente taglia i due pterigoidei alla in-
sta, ma pochi legamenti che le eonginngo-
i
serzione loro per discoprire il legamento late-
/
PilKrAKAZlOWI ANATOWICHK 35l
per ultimo si
raie interno o lo stilo-mascellare; La preparazione delle arlicolazioni delle coste
studieranno la fibro-eartilagine mlrarticolare colla colonna dorsale, ò resa molto facile dal
c la sinoviale. Aprendo, nel lato opposto, l’ar- taglio che si è praticalo per dissecare i lega-

ticolazione, potrai conservare le principali menti della spina. Infatti le coste furono già
corrispondenze deirarticulazione cui muscoli, segate alia disianza di tre o quattro pollici
il condotto uditorio e la parotide. dalle vertebre, furono levati i visceri loraci< i
Articolazioni e legamenti del bacino. e addominali, nè più al presente ci resta che
— 11 taglio d’uno de’lati del bacino, che vuole di staccare la pleura, mentre che si portano
praticarsi a preparare le articolazioni della spi- via le vene e le arterie intercostali, il gran
na, rende più breve e tacile assai la dissezione simpatico colle branche anteriori de’ ncr^ i
de’legamenti in questa parie del tronco. Sul dorsali; e finalmente i due strati de’ muscoli
pezzo posteriore, ch’è somministrato da code- intercostali.' Si scoprono: i i legamenti radi-

sto taglio, eolie comprende la serie delle lamine cati che sono posti sulla testa delle coste, e che
delle vertebre con una parte dei canai sacro, si queste uniscono ai corpi delle vertebre e alla
può studiare la terminazione deilegamento so- loro fibro-eartilagine. 2 .° La faccia anteriore
praspinato, rullimo legamento inira-spinoso e dei legamenti costo-trasversali inferiori occu-
1’ ultimo legamento giallo ch’uniscono il sacro panti lo spazio compreso tra un’ apofisi tra-
alla prima vertebra lombare, e i fasci tìbrosi sversa e il margine superiore delia costa che
I

: che eongiungouo le apotisi articolari di tali S tei al di sotto. — Essendo compiuta questa
! due ossa e, sulla parte che rimane del sacro
;
parte della preparazione , rivolgi il pezzo
; e sul coccige, il legamento sacro-coccigeo po- e leva i muscoli che coprono posteriormen-
I
steriore e la membrana che chiude la termiua- te le coste e le apofisi trasversali allora sco-
i, zioiie del canai sacro inoltre , togliendo i
: prirai legamenti costo-trasversali posteriori
i

i muscoli delle grondaie vertebrali e sacre sulla che dall’ apice delle apofisi trasversali, si por-
C parte clic si è serbata allo studio delle artico- tano alla tuberosità delle coste renderai :

lazioni posteriori del petto e del bacino, si è do- compiuta la preparazione dei legamenti co-
^
\ vuto risparmiare i.*^ il legamento ilco-lomba- sto-trasversali inferiori separando la loro po-
^ re, situato esteriormente alle mentovate gron- teriore superficie dai muscoli che li ricopro-
1 daie tra 1’ apofisi trasversa dell’ ultima verle- no. Slogando alcune tra le coste interme-
i bra de’ lombi e la porzione più ritirata delia diarie alla prima e alla decima ,
romperai
i; cresta iliaca 2 .^ sotto di quello la faccia po-
;
i legamenti costo-vertebrali intra-arlicolar i,
!. sLeriore dei legamenti sacro-iliaci posteriori, e e potrai vederne le inserzioni, d’unu parte,

^
più in basso finalmente i legamenti sacro-spi- alla cresta che separa le due faccette della
( irosi.Basterà dunque rovesciare il gran gluteo testa delle coste, e dall’ altra, alla fibro-car-
J del quale già si sono troncate le inserzioni al tilagine ialerverlebrale. Questo stesso mez-
sacro e al coccige, a fin di scoprire il legameu- zo dev’ essere messo ad opera per isludiaro
( lo sacro-ischiatico, e sotto di questo il picco- i legamenti costo-trasversali medi situati ,

lo legamento dello stesso nome, che si scorge nell’ intervallo che le apofisi Irasverse delle
I
tagliando gli altri muscoli della regione. — vertebre separa dal collo delie coste. IS'ieu-
I
Allora è uopo passare alla disamina degli al- te meno potrai studiare in silo codeste duo
5
4 tri legamenti situati neU’ interno della cavità spezie di legamenti interarticolari, segando,
pelvica: a tal uopo si colloca il bacino sul come indica il Bichat, la costa e l’a[)ofisi
sacro, si tagliano lo psoas e 1’ iliaco nella loro Iras versa secondo la loro lunghezza, un poco
li inserzione superiore, e si trovano sotto di es- al di sotto della loro parte media. La
i{ si la faccia anteriore del legamento ileo-lom- preparazione delle arlieolazioni anteriori del
d Lare, il legamento sacro- vertebrale e il lega- petto si eseguirà sulla piastra, formata dal-
li mento sacro-iliaco anteriore. Staccando dal lo sterno unito alle cartilagini e ad una gran

1 sacro e dal coccige il muscolo piramidale e parte delle coste, che si è dovuta metter
;i ischio-coccigeo, e togliendo ad un tempo i va- da banda co’ membri toracici., quando, nel
si e i nervi ipogastrici , l’elevatore dell ano,
3 cominciare, si è aperto il petto e raddornine.'
fi r otturatore interno, i muscoli del perineo e 1 legamenti radiati anteriori e il lega-
b della Terga, si porrà allo scoperto la taccia mento coslo-zifoideo, che uniscono lo ster-
(i,anteriore del legamento grande e piccolo sa- no alle cartilagini delle coste, si scoprono a-
ero-ischiatico, la membrana otturatrice e la gevolmente tosto che si è levato il gran pel-’
sinfisi pubica, della quale si preparerà poi la
'

turale e retto ma£rstiore dell’addomine alla


il

faccia esterna, tagliando i muscoli della parte loro inserzione neiT osso, 1 legamenti po-
: iuterua della coscia alla loro inserzione ;
i Ic- sleriuri si scu.Qprono pur facilmente sulla

I ,
gamenti infrarlicolari delle sinfisi sacro-iliaca laceia opposta dello sterno dopo levalo il mu-
tìj e pubica fmalmente si studieranno lormando scolo triangolare di quest’osso. 1 legameiili
là lussazione di tali sinfisi, inlerarlicolari che uniscono le libro-cartilagi-

j
[i'

I
.Irticolazioni e legainenli del petto — ni iulercostali alle facecllc laterali dello sterno^
* •>
prepauazìoni anatomiche

esaminare, le stes- riore e bicipite che hanno anteriormente la


richieei^ono, pei- poter le
legamenli costo-verle-
_
loro inserzione, quelli del tricipite e delPan
se preparazioni che i

somigliano. Si termine- coneo che Phaiino posteriormente, e il tendi-


brali ai anali si bene
semplicissima delle artico- ne comune ai muscoli dell’ antibraccio che si
ra colla dissezione
tra se, e con quella inseriscono nelle tuberosità interna ed ester-
lazioni
deir unione di
delle cartilagini
siffatte cartilagini alle coste na dell’ omero. —
Rimangono finalmente le
articolazioni radio-cubitali inferiori, e quella
vere e false. _
. , ,,
del carpo, eh’ è uopo apparecchiare insieme
Articolazioni e legamenti degli arti.
a quella delle ossa del carpo tra sè e di tali
^ Poche cose mi rimangono a dire
partico-
delle articola- ossa con quelle del metacarpo ; la quale dis-
larmente intorno la dissezione
ed inferiori, perchè sezione soltanto è lunga nè presenta maggio-
zioni degli arti superiori
sono applicabili le re- re difficoltà, che quella delle falangi, colia
singolarmente a queste
quale finisce.
gole generali stale da me
si
indicate parlando,
capitolo, delle artico- Membri inferiori. L’ articolazione
al principio di questo
deir anca, che solo presenta agli studi nostri
lazioni.
Membri
superiori. L articolazione ^
— .
una capsula ed un legamento interarticolare,
verrà separata agevolmente da tutti i muscoli
sterno-clavicolare rassodata dal legamento in-
che la ricoprono conviene procedere con
ierclavicolare, due legamenti stenio-clavleola-
:

una fibro-cartila- maggiore cautela nella dissezione dell’interno


ri anteriore e posteriore ,
suo lato, perchè il legamento capsulare in qiie-
gine interarticolare e un legamento costo-cla-
to punto è sottile. Per vedere bene il lega-
vicolare, si presentano preparali in parte, ta-
gliata che sia P inserzione inferiore de’ mu- mento interarticolare, separato il terzo supe-
sterno-tiroideo, slerno-
steruo-joideo riore del corpo del femore dalle altre parti
se, oli ,

clcldo-mastoideo, c quella del gran pettorale e


dell’ osso, eseparato dal sacro l’osso degl’ i-
lei, si pone 1’ articolazione ben dissecata tra
«lei succlavio nè più resta a tare che aprirla a
:

sin di vedere la fihro-earlilagiiie. 1 le^a- — le branche di una morsa e si eseguisce sopra


la medesim i un taglio verticale, nella dire-
lucati acromio-clavicolari superiore e inferio-
re, legamento coraco-clavicolare, si sc®r- Azione del suo a>sse. 1 tratti di sega opereran-
e il

gono facilmente staccata che sia, da’suoi mu- no al


di fuori sulla faccia esterna del gran
trocantere e poscia sul corpo e sul collo del-
scoli, la scapola. Lo stesso vuol dirsi de’Iega- ,
menli partenenti particolarmente a questo T osso, passeranma un poco dietro la parte
osso, cioè il eoracoideo e il legamento acro-
media del capo di esso, ch’è il punto ove s’in-
ntio-coracoideo. —
L’articolazione scapolo- serisce il legamento più lunge divideranno ;

eziandio cavità
omerale, che solo presenta una capsula e un cotiloidea in parti quasi u-
la
guali 1’ una anteriore 1’ altra posteriore,
fascio fibroso accessorio nominato eoracoideo, , e
apparisce dissecata come tosto si èdevato il del-
riusciranno nella cavità del bacino. Que- —
sto taglio, ch’ilo appreso dal mio collega ed
toide, il sopra e l’infi a-spinoso, P infra-sca-
polare. il piccolo rotondo e i muscoli bici-
amico il dottor Robert, mostra perfettamente
pite, tricipite e coraco-omerale. Solo con- — la posizione del legamento rotondo dentro la
articolazione, e soprattutto le sue attinenze
viene por mente aprire la capsula seguen-
do muscoli che s’inseriscono alle due tube-
i
col gomitolo adiposo eh’ è nel fondo della ca-

rosità dell’ omero , uno all’ inserzione loro vità cotiloidea, l’uso precipuo del quale sem-

nell’ osso. Ma
incide poi per istiidiare il
la s’
bra essere quello di fornire al legamento una
lendine del bicipite elie tiene le veci del le- specie di cuscinetto destinato ad impedirne la
gamento interarticolare, e il cercine glenoi- compressione ne’ diversi movimenti eseguiti
deo che n’ è costituito. Le ossa e le articola- dalla coscia. —
L’articolazione del ginocchio
zioni delle due spalle dello stesso individuo, e quella dei due ossi della gamba saranno
ïiunite Pana coll’pnterraezzo del
all'altra apparecchiate nello stesso tempo: solo ri-
primo pezzo dello sterno, potranno essere chieggono che i mnscoli e aponeurosi del-
le

conservate e seccate. Più tardi questo pezzo la coscia e della gamba sietio totalmente
servirà a paragonare la cintura incompiuta levate. Le libro-cartilagini semi-lunari , e ì
posteriormente formata dalle due spalle, nel- legamenti incrociati dall’ articolazione del
la parte superiore del torace, con un’ altra ginocchio richiedono, per essere studiati, una
cintura situata alla parte inferiore del tronco particolare preparazione che consiste nell’ e-
e formata dalle due ossa degl’ ilei riunite an- seguire un taglio orizzontale del femore tre
teriormente dalla sinfisi del pube. Le artico- — pollici sopra i condili, un secondo taglio
lazioni omero-cubitale e radio-cubitale supe- verticale, tra’ due condili dall’ innanzi al-
riori verranno esaminate insieme all’arlicola- l’ indietro. Vengono poi allontanati l’uno
zione radio-cubitale media; e, a<l iscorgere co- dall’ altro idue frammenti, e dissecati age-
deste tre articolazioni, fia bastevole il levarecon volmente i legamenti cui danno inserzione.
cautela i lendini de’ muscoli brachiale ante- L’articolazione libio-tarsiana, situata saper-
t'REPARAZlONJ ANATOMICHE

fìcialmenle sotto i lendini de’ muscoli che no segando in tutta la loro spessezza. Si ese-
muovono il piede, presenla nella sua dissezio- guirà, allo stesso modo, un taglio verticale sul
ne alcune difficoltà dipendono queste dalla
: diametro trasversale del cranio, a livello dei
presenza delle guaine de’ tendini indicati che condotti uditori esterni. —
Un’altra sezione
si attaccano fortemente ai legamenti e si pren- verticale, ma in direzione del diametro an-
dono le spesse fiate per essi. Finalmente — tero-posteriore del cranio , un poco da co-
si studieranno successivamente le articolazio- sto alla linea mediana, si praticherà ad un trat-
ni delle diverse divisioni del piede : e ver- to sul cranio e sulla faccia e questa ha il
:

ranno sacrificati i legamenti periferici di cia- vantaggio di mostrare le cavità nasali, e le


scheduna di queste per potere scorgere i le- differenze in grandezza che presenta la su-
gamenti profondi che danno loro pur tanta perficie del cranio paragonata a quella della
forza. faccia. Le cavità di questa parte della testa ver-
VII. Preparazioni atte a dit nostra^ ranno aperte nel seguente modo : sulla base del
re ìa disposizione delle carità formate dal- cranio, si leverà colla sega la parete anteriore
le ossa mediante il loro complesso. Pa- — dei seni frontali con un tratto verticale taglia-
recchi tagli praticati sulle cavità della le- to a livello della sutura fronto-nasale, e con
sta, della spina, del petto e del bacino, servo., un altro in direzione trasversale : il seno ma-
no a far conoscere molle particolarità di strut- scellare verrà aperto con una sezione, la qua-
tura e di conformazione, eh’ è impossibile il le, partendosi dalla metà della fossa canina,
potere scorgere chi non consideri che il di riuscirà indietro nel mezzo della fessura
all’

fuori delle suddette cavita. Non indicherò che sfeno-raascellare si separerà poi l’ osso della
:

le più necessarie allo studio. Nel capo tali guancia con un punteruolo nella sua articola-
sezioni si praticano o sul cranio o sedia faccia zione col frontale e collo sfenoide anlerior-
o sopra ambedue insieme le nominate par- mente, e nella sua articolazione colla sommità
ti si praticano tutte sopra teste
: secche, del zigoma posteriormente; finalmente la fos-
mediante alcune seghe sottili, che lasciano sa zigomatica, il cui fondo presenla varie co-
appena alcune tracce del loro passaggio quan- se l'ilevanti a vedere minutamente, sarà divisa
do le parti sono ravvicinate e mantenute u- nella direzione del suo asse mediante un trat-
nite con alcuni piccoli uncini. Nelle varie in- to di sega che taglierà l’apofisi zigomatica,
cisioni che si istituiscono sul capo e sulle indi la fossa temporale nella loro parte media,
altre cavità splancniche, è d’uopo stabilire in- e separerà più al di dentro 1’ apofisi pterigoi-
nanzi, e d’ un modo preciso, il tragitto che dea dalia tuberosità molare per finire nella
deve percorrere la lamina della sega, e que- linea mediana. Le più di queste sezioni pos-
sto si fa con una matita che si guida a mano, sono essere eseguite sopra una sola testa, e i
o con un filo annerito con carbone che si ten- diversi pezzi che ne risultano possono essere
de dalle estremità e si appbca sulle ossa nella ravvicinati e attaccati mediante alcuni chio-
direzione convenevole, processo usato di fre- detti, fermagli o uncinetti. —
La preparazione
quente nelle arti meccaniche. Chi trascuri sì delle cavità della spina, del petto e del baci-
fatte s’ arrischia di praticare del-
precauzioni no, richiede più tempo ed è più malagevole ad
le strade
false e non ottiene giammai ses- eseguire, perciocché è necessario prima ra-
sioni tanto precise. Non saprei scorge- stiare le ossa e dissecare i legamenti che le
re niun vantaggio nel separare il cranio dalla costituiscono, e più ancora perchè conviene
faccia a fine di studiare separate 1’ una dall’al- dissecarle conservando la loro forma e la na-
tra queste due parti : nulla di meno, siccome turale loro direzione. Ma, in compenso, i ta-
ilBichat adotta nella sua descrizione code- gli che si praticano sopra codeste cavità sono

sto modo di separazione, conviene eseguirlo men numerosi. Sì preparano due colonne
attaccando separatamente le ossa della faccia vertebrali , nella cui estremità si lascia il sa-
e del cranio d’ una testa preliminarmente di- cro cheli’ è il prolungamento : a tal uopo si
sarticolala. —
Si apre il cranio per vedere la mettono in opera que’ mezzi stessi che abbia-
forma, le dimensioni e le aperture presenta- mo indicato per operare gli scheletri naturali.
- - Si opera un taglio oriz- Se dissecano fermandole sopra una tavola di
te dalla cavità.
zontale nel tragitto di una linea, la quale par- legno tenero, nella quale si c segnata prima
tendosi dalla metà della fronte un pollice e r escavazione che dee conservare la naturale
mezzo al di sopra della satura fronto-nasale, loro curvatura, e quando i loro legamenti e
passi da claschedun lato sulla porzione scaglio- le loro fìbro-cartilagini sono compintamento

sa del temporale, e cada, posteriormente, un dissecati, si pratica, sopra una delle due, una
po’ al di sopra della protuberanza occipitale sezioiie verticale autero-posteriore, che divi-
esterna, —
In questo taglio, siccome in tutti da la spina in due parti uguali, destra e sini-
quelli che si sono praticati sopra le altre cavità stra, e sopra r altra una sezione trasversale

ossee ,
è uopo darsi la cura di andarle gi- che separi i peduncoli delle masse della ape-
rando di mano in mano che le ossa si vaii- fisi vertebrali dal corpo delle vertebre. Sli-
Encicl. Med. T. II. 45
PREi'ARAilOM ANATOMICHE
35 i
eseguiscano so- (a, si attinenze eh’ esisto-
possono studiare le
1,10 meglio che questi tagli si

ho già indicato, no tra’denti delle due dentizioni, e il mecca-


vra parti ben seccate, come
come consiglia il nismo onde si lagorano e cadono i denti da
di quello che si eseguiscano,
sig. Cloquet, sovra pezzi
ancor freschi dap- latte.

poiché, per quanta cura metta nell unire


si

due meta della spina , Articolo IL


insieme con legami le

prendono sempre una direzione viziala du-


PREPARAZIONI de’ MUSCOLI E DELLE
rante il diseccameiito. Lo stesso potremo
dire
restringerci ad APONEUROSI.
del torace, sul quale possiamo
eseo'uire un semplice taglio verticale antero-
posteriore, che non presenta ninna difficoltà.
La miologia una delle parli più rilevan-
è

— Il bacino, che si suol preparare lasciando


sacro, e
ti dell’ anatomia, quella in cui vuoisi mettere
maggior studio, perchè senza la perfetta
la quinta vertebra lombare unita al
il

le estremità superiori del femore articolate conoscenza dei muscoli , torna impossibile
colla cavità cotiloidea delle ossa iliache, può apprendere il resto dell’ anatomia , principal-
essere diviso nella direzione de’ suoi tre dia- mente i vasi ed i nervi. -- Non tutti i cadaveri
metri anlero-posteriore , trasversale ed ob-
:
possono servire ugualmente a siffatto studio:
Idiquo, e inoltre può esser diviso, dietro il i migliori' sono quelli degli adulti robusti e
consiglio del Chaussier, orizzontalmente a li- forniti d’ un poco di buona nutrizione, morti

vello del suo stretto superiore. da o da malattie acute. La fibra musco-


ferite

Preparazione dei denti. Quantun- — lare de’ bambini, delle donne e de’ vecchi è
que tali produzioni non sieno ossa, tuttavolta troppo molle e troppo bianca, e troppo agevol-
parmi che questo luogo di parlare della
sia il mente si lacera, •— Per altre cagioni è uopo
Ì<jro preparazione, perchè Bichat ne ha data lasciar da banda gl’individui infiltrati e quel-
la descrizione nell’ osteologia. Si prepara- — li che sono molto pinguedinosi. Facile ad —
no denti per mostrare la disposizione del
i esaminare è la struttura de’ muscoli. Per far
loro smalto, del loro tessuto eburneo, la for- questo si divide successivamente in fasci, e
ma e le dimensioni delle loro cavità e delle quindi in fibre, un muscolo quale che sia le :

parli che contengono, finalmente il modo on- sue divisioni ulteriori non possono vedersi
de si congiungono alle ossa mascellari e il lo- che mediante la lente e il microscopio, sopra
ro sviluppo. Si rende manifestissima la un pezzo che siasi in prima lasciato macerare
disposizione delle fibre dello smalto, esponen- alcuni giorni, o fatto bollire per alcune ore: al-
<lo la corona dei denti alla fiamma d’una can- lora riesce facile separare le fibre più tenui le
dela ;
lo smalto resta bianco, si fende, crepita, une dalle altre, e studiare, sotto lo strumento, il

c separa dalla porzione eburnea, che sta al


si modo che terminano i che inanimano
nervi
di sopra e che annerisce. Ad istudiare la cavità ciascheduna di esse, — Esponiamo ora le re-
dei denti, conviene eseguire parecchi tagli gole generali applicabili alla dissezione di que-
verticali e trasversali sui corpi di molti di es- sto sistema. —
Preparare un muscolo, è se-
si : si prolungheranno sempre i tagli verticali pararlo esattamente dalle parti che lo circon-
fino alla sommità delle loro radici, per cagione dano. Questa separazione è naturale, perchè i
dell’ apertura che si vi si trova colla quale si muscoli sono uniti tra sè o alle dette parli da
continua la cavità. In tutti c[uesii tagli è uo- un tessuto cellulare o lasso e filamentoso o
po valersi di piccole seghe da oriuolaio, e ser- adiposo ; ma un muscolo non può aversi per
rare mediocremente il dente in una morsa , ben dissecato che quando è spogliato d’ un
della quale si sieno in prima guarnite le mor- altro tessuto cellulare che lo circonda d’ ogni
se con alcune lamine dì legno tenero o di intorno, e gli forma una spezie di guaina de-
piombo affine d’ impedirne la frattura o lo stinata ad agevolare gli spostamenti che soffre
schiacciamento. —
La polpa denlaria è uopo durante sue contrazioni.
le Innanzi disse- —
esaminarla nei denti freschi de’ giovani in- care un muscolo,
è necessario sempre^ a fine di
dividui per mostrar poi il modo onde si arti-
: renderne la dissezione agevole, mettere prima
colano i denti colle ossa mascellari, è uopo le fibre che si vogliono discoprire in uno stato
scuoprire le cavità alveolari levando con un di tensione moderata, o ponendo la parte in
coltellino, o con un raschiatoio la lamina e- una situasione convenevole , o allungando
sterna di tali ossa, ma conviene procurar di queste medesime fibre mediante alcune tra-
risparmiare i tramezzi che separano, gli uni zioni operate in direzione contraria sopra le
degl, altri, gli alveoli, e lasciare, dinanzi i sue due estremità, o dalle mani degli assi-
margini liberi delle mascelle, una piccola por- stenti o dagli uncini che si fermano sopra la
zione di osso per conservare intatta la forma tavola. Mi darò la cura d’ indicare la posizio-
dell’ ingresso in queste cavità.
Mediante — ne che facilita la dissezione di ciascun musco-
simili preparazioni eseguite sopra
mascelle di lo, —
l muscoli sono superliGiali o profondi :
bambini, la cui prima dentizione sia compiu- i primi sono situati, in ogni {)arle,sollo alcune
PREPARAZIONI ANATOMICHE

Rponenrosi che involucro o al-


(ìiconsi d’ quando avrà neqnislata un’idea generale (Iel-
meno sotto le fasce. Nel tronco, si può trala- la disposizione del sistema muscolare, si farà
sciare la dissezione minuta preliminare dì ta- a conoscere le relazioni dei muscoli colle parti
li strati cellulo-fibrosi, eccello che in due o vicine, e ad esaminare particolarmente le loro
tre regioni. Negli arti conviene sempre inco- connessioni coi grossi tronchi vascolari e ner-
minciare la preparazione de’muscoli da quel- vosi. Si dà termine alla preparazione dissecan-
la delle aponeurosi che li ricoprono. Quindi do inserzioni del muscolo, che devesì circo-
le
si leva colla pelle il tessuto eeliulare e il gras- scrivere esatiamenle. —
Allora soltanto è uopo
so, che è situato sopra di esse, facendo scor- studiare gli usi del muscolo che si è dissecalo,
rere la parte tagliente del historino obbliqua- e vedere i movimenti che può produrre di per
mente sulla loro superfìcie in modo però che sè stesso. A tal uopo si fanno muovere le par-
non si scalfiscano, e, al tempo stesso, non vi li a cui si quando, in alcuni de’ mo-
attacca, e
rimanga unita ninna particella di lessato cel- vimenti alle medesime impresse, le fibre del
lulare studiata raponenros'ì, la si incide <lopa
: muscolo s’ increspano trasversalmente, si deb-
averla sollevata in quella parte del nieiribro bono considerare come suscettibili di produr-
in cui non aderisce ai muscoli, la si rivolge re il movimento, o almeno di contribuirvi ;
da’ due lati della preparazione, e si dissecano ma, in siffatto studio, non vuoisi dimentica-
quindi muscoli i sottoposti come fossero sta- re i.^che quando un muscolo muti dire-
:

ti posti allo scoperto immediatamente. In ta- zione passando sopra un’ eminenza ossea o
le caso, si opera nella pelle e nell’aponeurosi, sopra una carrucola, il luogo in cui si opera
ad un solo tratto, un’ incisione parallela, per tale rivolgimento deve essere tenuto siccome
quanto muscolo
è possibile, alla direzione del quello dal quale il muscolo prende il suo
,

che si quanto esso per tale in-


disseca, e lunga :
punto fisso d’inserzione, e che determina la
cisione si penetra fino al corpo stesso dell’ or- direzione del movimento che i muscoli ;

gano, e, in questa prima incisione, siccome in. larghi si attaccano a parti mobili per latta la
tutta la rimanente dissezione, convien porre loro circonferenza, e tendono ravvicinare
somma attenzione che non si lasci alla superfì- al loro centro tutte le parti ; 3.*^ che le fibre
cie del muscolo ninna porzione di tessuto cel- curve d’ un muscolo tendono, contraendosi,
lulare o di fascia: somma difficoltà, infatti, pre- a radvlrizzarsi 4*° fìualmente, che le fibre
;

senta, e il massimo dispendio di tempo richie- degli sfinteri fanno esse sole eccezione a code-
de la separazione, ad un sol tratto, di questo sta regola generale, perchè formano, con-
tessuto cellulare : chè per quanta diligenza si liaendosi, alcune curve concentriche tanto
adoperi per levarlo di poi, la preparazione più vicine al centro del muscolo, quanto più
non riesce mai netta ; ed offre un aspetto lu- gagliarda è la loro contrazione. --Riconosciuti
rido e frastaglialo. Tosto che si possa prerule- gli usi d’ un muscolo,
deve tagliarlo, per
si

dere il lembo della pelle con le pinzette, e veder quelli che gli sono situati al disotto.
meglio ancora colle dita della mano sinistra, Tale sezione dev’essere eseguita verso la me-
sì deve tenderla e allontanarla dai muscoli, tà del muscolo, tal che si possano riapplicare
indi portare il historino sull’ angolo formato con facilità le sue due metà, a fin di studiarlo
da queste due parti; Io strumento si tiene, di nuovo, se credasi necessario di farlo: inol-
colla mano destra, come una penna da scrive- tre, talesezione dev’ essere, in tutti i casi, e-
re il pollice e 1’ ìndice sono opposti 1’ uno
;
seguile, secondo la direzione del muscolo che
all’ altro nell’ articolazione del manico colla vuoisi scoprire, e non trasversalmente a
lama, e il medio è applicato sul piano a pic- quella del muscolo che si sacrifica. Rovescian-
cola distanza dalla sua punta si conduce lo : do allora le due porzioni del muscolo diviso,
strumento, cosi tenuto, da un’ estremità al- si seguono scrupolosamente le sue inserzioni

l’altra del lembo della pelle sollevata, e si lendinose o aponeuroliche ; e lo si stacca e-


percorre codesto intervallo in uno o due col- ziandio dalle sue inserzioni per iscoprirc
pi seguendone la lunghezza. Regola gene- — il luogo preciso della sua inserzione nell’ os-
rale:, non conviene dissecare giammai a piccoli so. In tale operazione, sarà bene avere delie
tratti. —
Si deve in oltre, secondo che si pre- ossa secche da paragonare alle fresche per- :

sentano, penetrar negli spazi che separano i chè questo è il solo mezzo onde si verifica la
fasci delle fibre, e accompagnare la tela cellu- esattezza delle indicazioni fornite dall’osteo-
losa fino nel loro fondo. — Scoperta la fac- logia, nè si dimentica la parte più difficile di
cia superficiale del muscolo, conviene separar- questa parte deH’anatomia. Per altro, anziché
ne la profonda dalle sotto poste parti, conser- tagliare i muscoli così a misura ciie si sono

vando, quanto più, 1e sue im-


è possibile il studiati, si può, massime negli arti, conten-
])ortanti correlazioni: per altro, chi dissechi tarsi di allontanare i superficiali, per dissecare
la prima volta la miologia, farà cosa buona se quelli che sono più profondamente situali e ;

non isludierà che i muscoli c le loro dijien- così si ha il vantaggio di studiare i diversi
denze, e taglierà tutte le altre parti : solo strali muscolari nelle loro allinenze , s<do
3dC PREPARAZIONI ANATOMICHE

procedendo a c[uello della loro inserzione, nel è mestieri asciugarli con un pannohno o con
modo indicalo di sopra, dopo siffatto studio. una .spugna, per assorbire liquidi che gl’ in-
i

“ 1 muscoli possono
essere conservali a pa- zuppano, e poi diseccarli. Alcuni anatomici do-
po averli fatti sgorgare avanti di passare alla
recclii tini, e allora diversificano i mezzi
pei

cui si conservano. Se vogliasi semplicemente loro disecazione, gl’immergono in una mesco-


ritardare la loro putrefazione per avere il lanza di alcool e di essenza, o in una soluzio-
tempo di dissecarli tutti sopra Io stesso indi- ne di sublimato: codesto mezzo è indubitata-
vi tuo, ecco il processo consigliato dal sig. mente più spicciativo che 1’ anzidetto, ma ha
Marjolin Cuci le palpebre, il prepuzio ola
:
10 svantaggio che indurisce muscoli e gli an- i

vulva, empi le fosse nasali e la iiocca di fi- nerisce. 11 punto più rilevante e difficile della
lacci inzuppate nell’ essenza di trementina, preparazione, è quello di seccarli conservando
poscia inietta il cadavere, nel modo che si la loro forma, e le vicendevoli loro naturali at-

dirà tratlamlo della preparazione delle arte- tinenze. Si ottiene il primo effetto esponendo
rie, con quest’ essenza sola ovvero
,
aggiungi 11 pezzo all’ aria libera, quando sia elevata la

ad essa un poco di vermiglione, spingi l’ in- temperatura dell’ atmosfera ; o altrimenti ad


serzione con forza, sì che penetri ne’ più pic- un calore artifiziale, che si può innalzare sen-
coli vasi lasciavela dimorare parecchie ore
;
za danno fino a 25® o 3o® In questo spazio
quindi aspira tutto che trovasi ancora nei di tempo lo si protegge, dalla polvere o da-
grossi tronchi. —
Le soluzioni acquose di sai gl’ insetti, coprendolo con un canovaccio. Si
comune, di sublimato, di nitrato 4i potassa e ottiene il secondo effetto distendendo, con
di allume, che potrebbero essere adoperate crine, le cavità da essi formate, ovvero, se
allo stesso scopo, non nascondono l’odore del- trattisi di muscoli lunghi o larghi, distenden-
la putrefazione quando abbia incominciato ad doli mediante alcuni fili numerosi e con ispil-
jsvilupparsi. — Volendo conservare muscoli ìi incurvati a mo’ di uncini, o anche tenen-
i

per farne la dimostrazione ad un’ epoca lon- doli allontanali gli uni dagli altri, mediante
tana, si dcggiono tenere immersi in un liqui- lamine di vetro , come consiglia Duineril.
do conservatore per altro non si può ave- Conviene operare in modo che l’ aria possa
:

re certezza di poter conservargli per lunga liberamente circolare ne’ loro intervalli , e
pezza con tale processo , non avendoci niun finché durerà il discccamento , converrà e-
liquore in cui possa un muscolo rimanere samiuare di frequente il pezzo, per distende-
senz’ alterarsi nella forma, nel colore, e via re i muscoli che si curvano, e porre nella na-
discorrendo. L’alcool a 22 *^ o 25®, senza l’ag- turale loro situazione quelli che la perdesse-
giunta di un qualche acido, che merita d’ es- ro. —
Mediante il discccamento saranno con-
sere anteposto a tutti gli altri liquidi cono- servate ancor le aponeurosi, tra le quali quel-
sciuti, ha lo svantaggio di indurirli ; nien- le de.’raerahri sono particolarmente suscettibi-
te di meno è preferibile alle soluzioni acquose li di esserlo, A tal uopo, si spaccano in dire-
di sublimato, d’allume o di nitro, che si cri- zione della lunghezza di ciascun de’ muscoli,
stallizzano sulle pareli del vase o alla super- e si levano dividendoli nelle loro
tutti questi
ficie del pezzo; all’essenza di tremenìina, che due estremità in modo che non rimanga alfine
si condensa e si colora, e agli acidi allungali che l’osso circondalo da parecclii astucci , o
che disorganizzano la carne muscolare. In- guaine apoueurotiche: si riempiono queste leg-
nanzi immergere una preparazione di raiologia gernieule con crini, e sene fa la cucitura per
in un liquido conservatore, conviene ridui-la meglio coaseryarne la forma poi, quando il:
al minor possibile volume, non conservando-
pezzo è seccalo, si leva il crine, e si coprono
ne che le parti essenziali alla dimostrazione, di vernice. Per questo modo Gerdy ha appa-
c farla disgorgare nell’ acqua in fino a tanto recchiate le aponeurosi della coscia e del brac-
che non la tinga più in rosso. Si comprende che cio che sono esposti, ne’ gabinetti della scuola
tale maniera <li conservazione non può essere all’ammirazione degli anatomici. Ecco ora—

usata che per piccoli pezzi, come il piede, la 1 ordine eh’ è d’ uopo tenere nella dissezione
mano, la faccia e simili. <Fioahnente, quando dei muscoli, per vederli tutti in un solo ca-
SI vogliano dissecare
muscoli e conservarli
i
davere. S’ incomincia dai muscoli della
colali per lo studio, ecco la serie di
prepara- parte posteriore del tronco, e si devono, in
zioni eh’ è uopo far loro sostenere.
Conviene tale regione, studiare successivamente i mu-
in prima togliere a tali organi
una parie del scoli trapezio, gran dorsale, gran rotondo,
sangue che li colora facendoli disgorgare
, romboide, angolare della scapola, i piccoli
iielf acqua corrente
senza tale precauzione
; dentali posteriori, superiore e inferiore , u
tliverrelihero neri per la dissezione
quindi è r aponeurosi che gli unisce, lo splenio , il sa-
uopo immergerli, per cinque o sei ;

ore, in una cro-lombare e il lungo dorsale, il grande e


so uzioue acquosa di
nitrato di potassa, che piccolo complesso il trasversale del collo
a la propricià di , ,
conservare loro il naturale il traversale spinoso, gl’ inlerspinosi del collo,
colore, e di preservarli
dagl’ insetti : quindi il retto maggiore e miuore posteriore del capo,
pbeparaziqni anatomiche 35 ;
il grande e piccolo oLbliquo.
il Ad age- — do i mii,scoli posti nello stato di rilassamento,
volare la dissezione di lutti questi muscoli, si saranno più facilmente maneggiali e disposta-
colloca il cadavere sul ventre e si pone un ti.Nulla di particolare restami a dire circa la
ceppo di legno sotto il torace, talché la spina dissezione degl’inter -spinosi del collo, degl’in-
e la testa ne riescano incurvate all’ innanzi, ter-trasversali, dai piccoli e grandi retti ed
quindi s’ incide la pelle lungo le spine delle obbliqui della testa. La preparazione, quando
vertebre, dalla protuberanza occipitale esterna è arrivata a tal segno, non presenta più ninna
fino al sacro ; si pratica poi una seconda inci- difficoltà. Dopo a ver studiato i mentovati
sione trasversale a questa, che parta dalla set- muscoli conviene passare a quelli dell’addo-
tima cervicale e finisca aU'acromio: si disseca- rnine : a tal uopo rivolgi T individuo, e col-
no i due lembi della pelle dal di dentro al di loca sotto il suo dorso il ceppo. Facciasi allora
fuori, rovesciando il superiore all’ insù a al una prima incisione, che s’ estenda dalla metà
di fuori, l’all’ ingiù e anch’ esso al
inferiori dello sterno al pube, e che, diretta vertical-
di fuori :segue, in questo modo, la dire-
si mente mediana, non se ne allontani
sulla linea

j
zione delle fibre delle due porzioni del mu- che a livello dell’ ombelico per lasciare intatta
scolo trapezio, quindi scopresi il gran dorsale questa cicatrice. Se ne istituisca una seconda
continuando la dissezione del lembo inferiore la quale, dal detto punto, si porterà al di fuo-
solo, e si ha 1’ avvertenza d’ allontanare il ri e all’ insù, verso 1’ estremità anteriore del-
;
braccio dal tronco per mettere in tensione co- r ottava costa. Si prenda con una mano il
desto muscolo, che si accompagna per infìno lembo inferiore risultante dall’ incontro di
I

i alla sua inserzione nel solco bicipitale dell’o- tali due incisioni ^ e scoprasi la metà inferiore

mero col muscolo gran rotondo che, tempo


al del muscolo grande obbliquo rovesciando
stesso, discopresi quindi
:
si tagliano i due questo al di fuori e in basso spezialmente :

I
primi di tali muscoli lungo le spine, e vi si vuoisi usare molta precauzione nel levare il
ì trova senza difficoltà al di sotto il romboideo. tessuto cellulare lamelloso che s’attacca for-
1’ angolare dell’ omoplata e i due piccoli den- temente al muscolo si conservi il cordone
;

tati posteriori, che si spogliano dal tessuto testicolare o il legamento rotondo alla loro
cellulare lasso onde sono circondati, lasciando uscita dall’ anello ingu inalc si rovesci in di-
;

però le aponeurosi sottili che gli unisce. Tale rezione opposta il lembo superiore, e si se-
aponeurosi e tali muscoli saranno anch’ essi guano le digitazioni del muscolo fino alla som-
sacrificati e si giungerà, per questa guisa,
;
mità loro, scoprendo successivamente, per
alla massa muscolare ch’empie le grondaie una piccola estensione, i margini corrispon-
vertebrali, della quale lo splenio costituisce denti de’ muscoli gran dorsale, gran dentato
la parte più elevata. Si dissecano quindi le e gran pettorale. S’ incida poi, d’ alto in
due porzioni di codesto muscolo, prima nel- basso, l’aponeurosi del grande obbliquo, fuori
r inserzione loro alle apofisi spinose, poi nel- del margine esterno del muscolo retto, co-
la loro inserzione, sulla linea curva dell’oc- minciando siffatta incisione un poco
so- al di
cipitale e sulle apofisi trasverse deile vertebre pra deir orifizio esterno del canale inguinale.
cervicali ;
passare il manico dello
quindi si fa Stacchisi cautamente tale aponeurosi da quel-
scalpello sotto la media sua parte, e lo si ta- la del piccolo obbliquo, indi si taglino le fibre

glia attraverso in questo luogo. Si separano carnose trasversalmente alla loro direzione,
finalmente r nno dall’altro, il sacro-lombare che vale un dire ohbliquamente in basso e al
e il luniTO dorsale. Una linea cellulosa inter- di fu ori, e si dissechi il muscolo piccolo ob-
posta a tali due muscoli nella maggior parte bliquo nella direzione delle sue fibre, colle
dell’estensione loro, indica il punto in cui stesse precauzioni che il precedente solo è :

deve introdursi lo strumento ; si rovescia al uopo girare un poco il cadavere sul lato op-
di fuori il sacro-lombare per iscoprire la dop- posto a quello che si apparecchia, per segui-
pia serie de’ suoi tendini ; e mentre che si re la sua aponeurosi posteriore all’ inserzio-
disseca il iato esterno del lungo dorsale, si ne «li questa nelle spine delle vertebre lom-
accompagnano le listerelle tendinose di que- bari finalmente incidasi codesto muscolo
:

sto muscolo nella loro inserzione sulle coste ; dando all’ incisione una direzione del tutto
non puossi vedere II suo lato interno che ta- trasversa al piano medio del corpo, e si sco-
gliando le linguette aponeuroliche superfi- prirà il muscolo tra sverso del quale non si
ciali che lo attaccano alle spine dorsali me- : seguiranno le tre aponeurosi posteriori, che
diante questa sezione , lo si separa facil- vuotato 1’ addomi ne. Studisi la guaina dei
mente, alia metà del dorso, dal muscolo tra- muscoli retti, questi muscoli medesimi e i
sversale spinoso, e, superiormente, dal tra- piramidali, fendendo lungo la linea bianca
sversale del collo, dal grande e dal piccolo codesta guaina. Si tagli in croce quan-
complesso. Tale dissezione, una delle lunghe to rimane della parete addominale anterio-
della miologia, verrà accelerala ritirando il re, e vuotisi codesta cavità dai visceri che
ceppo dal di sotto del cadavere per tal mo- :
contiene; in tale o perazione è mestieri, onde
rREPAKAZIONI anatomiche
358
malene scoperto mediante un’ incisione a 1’, la enì
scansare che le parli si lor<ìino colle
branca verticale occuperà la metà dello ster-
conlenule nel canale inieslinale, legare
siipe-
tagliando no, e 1’ orizzontale si porterà al margine an-
riorinenle Tesofago sopra il cardia,
legare infe- teriore dell’ ascella, si allontanerà il braccio
codesto canale sopra la legatura,
in due dal tronco per metterne in tensione le sue
l’iormenteil retto sul davanti del sacio
tagliare fibre Il piccolo pettorale verrà posto allo
punti poco distanti Tuno daU’allro, e .

intestino. Bastano alcuni tiatu di


P scoperto subito taglialo il grande lo stesso :
tra (piesti
historino per distruggere le aderenze del fe-
avverrà del succlavio. Si agevolerà la prepa-
gato, del pancreas, dei reni e del mesenterio : razione del gran dentato colla sezione della
si levi poscia tutta la massa di tali
viscere ro- parte media della clavicola e col rovescia-
vesciandoli verso il soprat-
fianco destro, e mento all’ indietro dell’ oraoplata e codesto ;

tutto conviene guardarsi che non si offenda il muscolo sarà spogliato dal tessuto cellulare
diaframma o i muscoli de’ lombi e del bacino, filamentoso che ne riveste le due superfìcie.
allo studio de’ quali è uopo passare di poi. Si farà la dissezione di alcuni de’ muscoli in-
Per dissecare il diaframma, si tagli il cadave- tercostali interni ed esterni e dei sopracostali
re trasversalmente alla tavola, e si collochi il negli spazi ove sono collocati. Finalmente si
ceppo sotto la parte inferiore del suo dorso : separerà lo sterno dalle coste colle sue carti-
c, con alcune pinzette in prima, colle dita di lagini per lo studio del triangolare di que-
poi, si prenda il peritoneo che copre il mu- st’ osso, e per quello della superficie superio-
scolo presso l’appendice zifoide, si dissechi re del diaframma ;
ma se ne risparmierà la

parallelamente alla fibre carnose per tutta la estremità superiore nella canale hanno inser-
sua estensione ; e si segnano poscia le inser- zione alcuni muscoli del collo. — Conviene
zioni de’ suoi pilastri. La faccia superiore di allora dissecare i muscoli del cranio e della
codesto muscolo non si studierà che dopo a- faccia, e, ad agevolare la dissezione di que-
perto il petto, e dissecati i muscoli di tale sti ultimi, gonfiare le guance con istoppa in-
cavità. Mon sarà difficile lo scoprire i muscoli trodotta nella cavità della bocca, segare oriz-
yisoas, iliaco e quadrato dei lombi basterà : zontalmente il cranio, e aprire l’orbita dalla
levare dalla superficie loro il tessuto cellulare superiore sua parete a fine di studiarne i mu-
lasso e adiposo che li separa dal peritoneo. scoli. Finalmente si farà passaggio ai muscoli
INon si può seguitare 1' inserzione inferiore del collo, si fi^rà la dissezione del pelliciaio
dello psoas-iliaco che alterando i muscoli su quel lato del collo, nel quale è rimasto in-
della coscia, quindi non conviene farne la pre- tatto il cadavere, e così si conliuuerà ad os-
parazione che sul membro che devesi sacrifi- servare, strato per istrato, quelli tra’ musco-
care per aprire la cavità pelvica, con che si li che occupano le regioni sopra e sotto-joi-
facilita la dissezione dei muscoli elevatore dee. Verrà segata la mascella inferiore sulla
deir ano e ischio-coccigeo. Siccome questo linea media per dissecare muscoli della lin-
i

taglio è uguale a quello che fu da me indica- gua, Si termineranno i muscoli del tronco ap-
lo nella preparazione dei legamenti del cali- parecchiando cjueUi della faringe, i pterigoidei
no, così non mi farò a nuovamente descriver- e muscoli profondi della regione cervicale.
i

lo. —
.
Si dà terminazione allo studio della 1 tagli da eseguirsi sul cranio e sulla faccia,
miologia di quest’ estremità del tronco, me- per vedere bene queste diverse parti, riesco-
diante la sezione dei muscoli del perineo. Per no ai segneull devesi segare obbliquamente
:

operarla con facilità, si colloca il cadavere, e la base del cranio, secondo il corso lielle due
lo si mantiene, come per l’operazione della suture occipito-pie Irose, e riunire i due trat-
pietra : le sue cosce saranno innalzate ad an- ti di sega sopra la grondaja basilare median-

golo retto sul catino, e allontanate l’ una dal- te una sezione trasversa esesraita con una ce-
l’ altra, le natiche avanzeranno il margine soja rovesciare la faccia sulla parte anterio-
:

della tavola su cui poggia; sollevato lo scroto re del collo e del torace, chiudere la cavità
e il pene, e riempiuto di stoppa il retto, si della faringe con filaccia o stoppia, e dissecar-
eseguirà sul raffè un’ incisione v^erlicale che, ne i tre muscoli costrittori e lo stilo-faringeo;
dalla base dello scroto, riuscirà alla punta del aprire c[uindi 1’ organo posteriormente nel
coccige circondando ano. Si rovesceranno i
1’
suo bel mezzo e dissecare i muscoli del velo
due lembi della pelle verso le cosce e le nati- palatino, massime il faringo-stafilino, cb’è
che, e scopriranno successivamente
si
il bul- posto sotto la mucosa. Non credo bene Io
)o-cavernoso, l’ ischio-cavernoso, il trasverso studiare ora i muscoli intrinseci della larin-
del perineo e lo sfintere
esterno dell’ ano ; ge, perchè non si conoscono le cartilagini
SI potranno di
poi tagliar questi muscoli col- sulle quali s’ inseriscono. Tale organo adun-
1 aponeurosi media del perineo per isludiare
que porrà da un
si lato, per apparecchiarlo
la taccia inleriore
sto, SI passerà alla
ddl’elevatore, Dopo que- — (juaudo sì giungerà alla splacnologia. Final-
dissezione dei muscoli del mente si può divi<lcre la faccia sulla linea ,
loiace. 11 pettorale verrà posto allo media, in due porzioni, ad istudiar meglio
PREPAR AZIOK A NATOMICUE 1 359
l’azione «lei plerigoidei, e «lupo ap{>iifec- Di secca allora 1’ accessorio «lei lungo flesso-
chiare i muscoli lunghi del «mllo e petti iu- re, e fa per esso quella stessa preparazione
loino il capo, sidla superiore estremità della che per gli anlidctti vi rimangono, in mi:

eolomia vertebrale che s’ unisce all’occipitale. terzo strato, i muscoli trasversali delle «lila,
— La dissezione de’ muscoli dei membri su- il flessor breve del pollice, l’abduttore obbli-

periori e inferiori ora è facile ad eseguire. Si quo di questo, il breve flessore del piccolo di-
eomincerà quanto al membro superiore, dal-
,
to e gl’ interobsei.
la spalla, e per l’inferioie dall’ anca e po- ;

nendo una a fronte dell’ altra codeste pre-


ì’ Articolo IH.
parazioni, se ne scorgeranno via meglio le a-
nalogie. —I muscoli di tale regione sono il TREPARAZIONE DEGLI ORGANI E DEI VISCERI.
deltoide, il sopra e l’ infra-spinoso, il piccolo
rotondo e l’ infra-scapolare il deltoide si ta- : Dopo la miologia si deve dissecare la
glierà nelle sue superiori inserzioni, e si se- splancnologia, che tratta degli organi e des
gherà 1’ acromio nella sua base per mostrare visceri ; essendo impossibile lo accompagnare
r inserzione de’ tendini de£«li altri muscoli al- i vasi ed i nervi che si distribuiscono negli
^
O
le due tuberosità dell’ omero. 1 soli muscoli organi, quando non si conoscano prima bene
dell’ anti-braccio presentano, stante la molti- questi medesimi organi ; d’altro canto la de-
plicità loro, qualche difficoltà; nella loro dis- nominazione de’ vasi, non che quella de’ner-
sezione, è uopo divi«lerli in due fasci, uno 1’ vi, siderivale spesse fiate dal nome delie par-
1 interno, l’altro esterno, e suddividere ciasche- ti alle quali
si recano. Ma la dissezione —
ì duno di codesti fasci in istrato superficiale ed della splancnologia differisce molto da quella
i in istrato profondo. Lo strato superficiale del della sindesmoiogia e della miologia, che ab-
) fascio esterno eh’ è, al tempo istesso, poste- biamo innanzi eseguita, e da quella dell’ an-
: riore, componsi procedendo dal di dentro al giologia e della neurologia che ne rimane «li
di fuori : dal grande supinatore ;
2.*^ dal fare. Trattando della preparazione di queste
primo radiale esterno 3 .° dal secondo radia- ;
parli dell’anatomia abbiamo già potuto, e
le esterno 4-° dall’ estensore comune delle
;
possiamo ancora, ima sola volta per tutte le
dita; 5 .° dall’eslensor proprio del piccolo altre, indicare la via da tenersi nello studio
i. dito ;
6.*^ dal cubital posteriore 7.° dall’an- di un legamento, di un muscolo, di un vaso
;

'
coneo. 11 suo strato profondo è formato o di un nervo qualunque, dar degli insegna-
1 dal breve supinatore ; 2.° dal lungo abdutto- menti generali e ristringerci alla descri-
'
re del pollice 3 .^ dal breve estensore di
;
zione di alcuni tagli atti particolarmente ad
questo dito; 4.° dal lungo estensore 5 .^ dal- ;
iscoprire alcune delle dette parti. Non pmà
j

r eslensor proprio dell’indice. Lo strato su- essere lo stesso della splancnologia, la «inu-
perficiale del fascio interno, ch’è insieme an- le essendo tutta irregolare, e diversa da sè
.
leriore, comprende, progredendo dal di fuo- medesima nelle varie sue parti, ci costrin-
ri al di dentro, i.® il pronatore rotondo; 2, il gerà a noverare tante particolari prepara-
° zioni quanti sono gli organi che presenta
I
gran palmare ;
3.*^ il piccolo palmare ; 4
i cubitale anteriore ;
5 ° il flessor sublime delle alle considerazioni del rimanente è, fra tut-
;

ì dita. 11 suo strato profondo comprende, te le dissezioni, quella che adopera i pro-

ii flessor profondo 2.° il flessor lungo ptro- cessi più numerosi, i più svariati e i più deli-
;

prio del pollice ; 3 .® il pronatore quadrato. cati. —


L’ordine che torna meglio seguire ad
S È inutiledire clV è mestieri seguire
il i loro istufiiare, nello stesso individuo, se non lutti

tendini fino alle loro inserzioni nella mano, gli organi, almenopiù, è quello onde s’in-
i

sacrificando, quando
sia uopo, i muscoli di comincia dalle parti la consistenza e la tessi-

1
questa parte studieranno poi questi nel
; si tura delle quali più celeremenle si alterano.
t membro opposto. Negli arti inferiori i soli 1 sistema nervoso centrale, gii organi della
1

i muscoli della pianta del piede presentano respirazione e il cuore, quelli della digestio-
i| qualche difficoltà nelle preparazioni. Ecco il ne, della depurazione orinaria e della genera-
modo di studiarli nelle loro correlazioni Ira zione, cj[uindi gli organi della voce e «lei sensi
ij sè e coi tendini «ie’muscoH della gandia. Dis- verranno dissecali secon«:lo l’ ordine stess«a
t secata l’aponeurosi plantare, tagliala uel- eoa che gli abbiamo numerali. Non p«js~ —
! la sua parte anteriore per discoprire i mu- siamo essere certi di riscontrarli tutti ugual-
i scoli abduttori del grosso dito, il lireve fles- mente per conseguenza, ugualmente
sani, e,

Î sore comune delle dita e gli abduttori del alti alla dimostrazione anatomica sopra un
piccolo dito segui l’ inserzione di codesti solo individuo: questo interviene <ii rado,
1 ;

1 muscoli, all’ indietro , taglia circolarmente, essendo quasi sempre la morte 1’ effetto del-
1 col bisLoriuo, il loro punto d’ iascrzioiie al i’ alterazione più o meno profond.» di uno a
i c.dcaguo, c leva colla sega codesta parte del- più tra essi non conviene , in nessun eas<j ,
:

i r osso rovesciandolo co’muscoli verso le diLu. perdere il tempo a preparare organi alterati
PREPARAZIONI ANATOMICHE
36o
oiïerire altro a livello della seconda vertebra cervicale , e ,
da malattie, che non possono
e se si tro- continuando a rovesciare l’encefalo
che falsa idea sullo stato normale,
da spandimento, i tro, ricevilo nella mano sinistra che larga-
vi il cervello ammalato
polmoni da tubercoli, le viscere gastriche da mente aprirai 1’ organo così separato verrà
:

meglio passarvi posto da banda per essere più tardi esamina-


alcune disorganizzazioni, è
sopra e rimettere lo studio di
tali parli ad al- to. —
Si continuerà la dissezione della dura-

tro tempo e ad altro


cadavere 1 anatomia . madre sulla base del cranio, si esamineranno
patologica non è veramente utile che quando le sue differenti ripiegature, i suoi seni, e fi-

si conosca ì’ anatomia dell’ uomo sano. nalmente si aprirà colle cesoie la guaina che
2.° Preparazione nelVasse cerebro-spl- essa manda nel canal vertebrale , seguendo i

fiale. —
Comprendo sotto questa denoraina- prolungamenti somministrati da essa alle o-
ïione il cervello, il cervelletto, la protube-
;
rlgini dei nervi spinali e il legamento cauda-

ranza, la midolla spinale e le tre membrane le : si potranno lasciar quelli eh’ essa manda
che li rivestono e proteggono. lali parli — nelle orbite per non istudiarle che insieme al-
sono collocate nel cranio e nel canale rachidi- r organo contenuto in tali cavità. L’ arcanoi-
co ; sì che per vederli è uopo aprire tali cavi- dea cerebrale e rachidica si scorge facilmente
tà. Ecco per qual modo vi si proceda collo- : nella sua lamina parietale quando è stato leva-
cato il cadavere sopra il ventre, opera una lo il cervello; ma, in quella vece, è diffìcile l’ac-
incisione longitudinale che, dalla gobba nasa- corapagnarne la lamina viscerale nel suo tra-

le del frontale, si porti alT indietro e all’ in- gitto sul cervelletto e sulla midolla spinale, per-
giù per terminare alla parte inferiore del sa- chè continuità fra tali parti è interrotta.
la
cro ;
rovescia la pelle capelluta d’ ambe- Sul cervello separasi Taracnoidea dalla pia-ma-
due i lali sopra le orecchie, rompi, a picco- dre soffiando, nel tessuto cellulare sotto-arac-
li martello o di sega, orizzontalmen-
tratti di noideo, con un canelio introdotto a livello di
te il cranio ali’ unione della sua volta colla un’ anfrattuosita sul cervelletto e sulla mi-
:

base; stacca poi, da’ due lati delle spine del- dolla la separazione è naturale. E vano il cer-
le vertebre, dalla protuberanza occipitale care il canale che, secondo il Bicbat, mette in
esterna per inftno al coccige, i muscoli che comunicazione la cavità dei ventricoli con
s’inseriscono nelle grondaie vertebrali, e ro- quella dell’ aracnoidea. Questo canale, sicco-
vesciali al di fuori insieme alla pelle che li me dimostrò il Mageadi ,
non esiste ;
da
cuopre ; poi colloca un ceppo di legno sot- particolare disposizione poi della cavità cefa-
to lo sterno, e con un rachitorno, o sempli- lo-rachidica, qual fu descritta da questo insi-
plicemente con un pezzo di sciabola e con un gne fisiologo possiamo assicurarci median-
,

martello, rompi le lamine delle vertebre, te una particolare preparazione; ed ecco co-
quanto è più possibile presso le apofisi tra- me l’ho eseguita io medesimo davanti gli oc-
sverse, ovvero ségale: finabnenle leva una chi suoi. Si leva la superficie posteriore del
porzione triangolare dell’occipitale, con due canal sacro con un pezzo di lamina di sciabo-
tratti di sega obbliqui, i quali partendosi la, per mettere a nudo la parte inferiore del-
dalle apofisi mastoidee, finiranno ai due lali la guaina meningea che avvolge la coda di ca-
del foro occipitale rovescia all’indietro que-
; yallo ; si dà al cadavere una posizione declive
sto pezzo insieme alla serie delle lamine ver- per far discendere verso questo punto una cer-
trebrali e sacri, e cosi avrai posta a nudo la ta quantità di liquido; si isola tale guaina da
dara-raadre nella cavità del cranio e della tutte bande, vi si passa un filo disotto, e sì
spina ; studiane allora la superficie esterna, perforano allora le sue membrane per farue
quindi la incida da ciascbedun lato del seno uscire il liquido contenutovi : si pone uii tu-
longitudinale superiore, e allontana l’uno dal- bo nell’ incisione lo si ferma col filo, e si
,
I con precauzione i due emisferi del cer-
altro spinge moderatamente un’ iniezione calda a
vello per vederne la gran falce solleva poi i sola colla, e non colorata, entro la cavità ce-
;
lobi posteriori di questo viscere per rendere falo rachidica. La si lascia freddare, e si apre
manifesta la tenda del cervelletto, e poscia ta- quindi la spina e il cranio nel modo che fu da
glia la grande ripiegatura Elciforme presso la noi esposto di sopra. Si potrebbe anche spin-
cresta etmoidale, e spacca la tenda del cervel- gere nel tubo della semplice aria, ma questo
letto dall innanzi all indietro per estrarne l’en- mezzo dimostra con minor evidenza la comu-
cefalo. A. tal uopo fa sollevare la testa da un nicazione coll’estremità del quarto ventrico-
aiutante, poi rovesciando all’ indietro
i lobi lo, ch’esiste fra il cervelletto e la faccia po-
anteriori dell’ organo, taglia con
precauzione steriore del bulbo, ed è limitata lateralmente
successivamente nervi olfattori cottici, l’ar-
i
dalle due arterie cerebellari posteriori. Quan-
teria otlalmica, gambo pituitario, c
il il 3.*^ /, do si è iniettata della colla, la si trova, a mi-
5 .®, 6.^, 7.^^ e 8.°,
pajo de’ nervi e le arterie vertebrali
quindi io.®, ii^ e 12^^*
sura che si aprono, ne’ ventricoli. La pia- —
, e final- madre verrà estratta dall’ interno delle an-
mente taglia Irasversalmeiile la midolla
spinale frultuosità cerebrali, e distesa, coll’ esterna
PREPARAZIONI ìtomiciie 36 r
sua faccia, sovra un pamioliuo, o agitata nel- bue lamine e laminette. Si eseguirà, nel suo
r acqua. —
Delle tre membrane proprie del mezzo, un taglio onde verrà aperto il quarto
sistema nervoso la sola dura-madre è suscet- ventricolo nella superiore sua faccia, e ad
tibile d’essere preparata mediante il disecca- un tempo manifesterà la disposizione delle
mento ; se vogliasi conservare semplicemente sue due sostanze formanti P albero della vi-
la dura-madre cerebrale, se ne iniettano i ta. Un taglio trasversale del suo peduncolo
seni per la via delle vene jugulari interne, scoprirà il suo corpo romboidale ei suoi pro-
quindi si scarna e si raschia l’esterna superfi- lungamenti alla midolla e ai tubercoli quadri-
cie del capo. La sgorgare per alcu-
si lascia gemelli posteriori. Fo ville prende tra le sue dita
ni giorni, quindi si eseguisce, da ciaschedun questo peduncolo e ne separa le larainette che
lato della sutura sagittale , alla distanza di vi si attaccano , lo che fornisce a tale organo
un pollice da questa, due sezioni perpendi- la forma di un fungo, il cui peduncolo rappre-
colari che verranno tagliate ad angolo da al- senta il gambo, e i lobi distesi rappresentano
tre due sezioni orizzontali. I due segmen- il cappello. — Innanzi dì studiare il cervello,
ti compresi fra questi quattro tratti di sega si dovrà spogliare dell’ aracnoidea e della
si leveranno, e si trarrà a pezzi 1’ encefalo pia-madre che Io ricoprono : Io si esaminerà
dalla cavità del cranio. Chi volesse con- — in tutte le sue superficie per bene apprender-
servare la dura-madre e’ suoi prolungamenti, ne la conformazione esteriore; quindi Io si
conviene che riduca in frammenti le ossa collocherà sull’ inferiore sua faccia, e ad evi-
del cranio e della spina, mediante il martel- tare che le commessure di esso non si laceri-
lo e la tanaglia, e che ne separi la membra- no causa il suo infossamento, si farà con un
na insieme alle parti contenute sì apre quin- ; pannolino un cercine, e lo vi si disporrà nel
di l’estremità della guaina vachi dica, si squa- centro, ovvero lo si porrà in una scatola che
glia il cervello e lo si fa uscire da tale aper- si formerà del cranio. Nello studio delle par-

tura: il pezzo, dopo che si sarà ben bene lavato ti interne del cervello conviene abbandona-
te lasciato immerso nell’alcool 6 nella essenza, re il metodo anticamente usato dal Vesalio,
verrà disteso con dell’arena fina che vi s’intro- e consistente nell’ eseguire, in codesto visce-
duce; in tale stato verrà seccato, vuotato dall’a- re, successivamente alcuni tagli orizzontali,
lena che contiene e inverniciato. Credo che — ed esaminare quello che presenta a ciasche-
sia mestieri il cominciare lo studio dell’asse ce- dun taglio. Conviene restringerci ad esegui-
rebro-spinale da quello della midolla spinale re una sola sezione orizzontale, a livello della
nel modo seguente dopo avere acquista-
: parte superiore del corpo calloso, e questo a
ta una giusta idea delle sue correlazioni e fine di veder meglio le particolarità che pre-
del modo ond’ è fissata dentro il canale, con- senta 1’ organizzazione di questa parte, e di
viene estrarnela, tagliando il suo legamen- poter facilmente aprire dalla parte superiore
to dentato colle radici dei nervi rachidici, i due ventricoli laterali. Si studieranno a
e collocarla poi sovra un pannolino ; se ne principio gli organi situati nel piano superio-
studieranno i solchi e i rigonfiamenti, e fi- re di questi ventricoli, si dimostrerà il tra-
nalmente si eseguiranno de’ tagli trasversali mezzo lucido, eh’ è posto alla parte anteriore
ben netti su vari punti di sua lunghezza per ed interna di essi, sollevando, col manico del
dimostrarne la struttura. Quindi si passe- — bistorino, il corpo calloso; si aprirà Iquindi
rà allo studio del bulbo rachidico e della la cavità digitale e il piano inferiore pratican-
protuberanza. Potremo assicurarci dell’incro- do una larga incisione nella sostanza bianca
ciaraento delle pirainidi anteriori, allontanan- deir emisfero ; finalmente si aprirà il ventri-
do idue labbri del solco mediano anteriore nel colo medio rovesciando successivamente aì-
punto in cui si uniscono gli apici di siffatte r indietro il corpo calloso, la volta a tre pi-
piramidi. Si porrà alla vista il corpo dentel- lastri eia tela coroidea. Possiamo assicurarci
lato dell’ olivo con un taglio verticale di co- della tessitura fibrosa delia sostanza bianca
desto rigonfiamento finalmente si seguiran-
;
sopra un cervello recente, ovvero sovra por-
no i fasci delle fibre bianche, mandate attra- zioni del cervello che siensi poste a ma-
verso la prntuberanza da queste diverse parti cerare Peli’ alcoole, al quale abbiasi ag-
del bulbo, le une ai peduncoli del cervello, le giunto un poco di acido idroclorico od ,

altre ai tubercoli quadrigemelli, raschiando anche nell’ acqua acidulata , ovvero final-
per mezzo di un bistorino le fibre trasversali mente ficendole bollire nell’ olio ;
con tut-
flel ponte del Varolio. Verrà spogliato esat- ti questi mezzi si fa acquistare all’ organo
tamente dalle sue membrane, e studiato il la massima consistenza, sì che si se- possono
cervelletto nella sua conformazione esteriore, parare, con tutta agevolezza, certe parti in
situando il cervello sopra la sua superficie fasci, ovvero in laminelte, tirando in certe
convessa, e sollevando leggermente la coda direzioni sullo medesime. —
Ecco quale sia
della midolla allungata si separeranno gli u-
; la preparazione usala da Foville nel cervello

ni degli altri i suoi segmenti o lobuli, le per mostrarne ad un tempo la struttura


Encicl. Mal T. JI.
PRBPAH AZIONI ANATOMICHE
SOa
strali da ‘lui zione in alto e in basso,e. a misura che sepa-^
jibrosa e la disposizione de’ tre
con cautela rasiuna cartilagine dalla porzione di mem-
descritti : toglie esso a principio
membrane che ne tappezza.no la super- brana che ne riveste 1’ interna superficie, la
l,iittelé
quindi pone l’organo sulla inferiore si,divide dallo sterno presso la sua articola-
fìcie,
corpo callo-
scopra zione con quest’ osso si rovesciano al di fuo-
sua superficie, talché si il :

me<liocremente allonta- ri le cartilagini e le coste per poter passare


so tra 1 due emisferi
ne rovescia poscia uno al di fuori e più agevolmente le dita fra le pareti del petto
nali :

porta il polpastrello del dito indicatore


de- e la sierosa, e staccata che abbiasi questa fino
stro nel seno che forma questa parte al di in vicinanza all’, angolo delle coste all’ indie-
quindi egli separa tro, si taglia la pelle e i muscoli del dorso che
sopra del corpo calloso :

senza difficoltà lo strato dell’ emisfero che coprono questa parie , e si tagliano pure tali
accorapagua distendendo le circonvoluzioni ossa, in questo sito, con una sega o con gros-

cerebrali, dallo strato del corpo calloso che se tanaglie ; si fa la stessa cosa neU’altra parte
si unisce a quello del lato opposto, sul rafFe del torace, e allora, sollevando Io sterno, si
mediano , e che lascia al suo posto, Al- — possono vedere le pleure rivolgersi per for-
lora taglia il cervello verticalmente e per mare i mediastini, e prolungarsi sotto la pri-
traverso nell’ unione del lobo anteriore col ma costa. Ad
istudiare le parti collocate tra le
lobo medio, e con questo taglio dà a divedere lamine dei mediastini, basta segare Io sterno
un terzo strato che circonda esteriormen-
,
sulla linea mediana, e aììonlanare i suoi due
te il corpo striato, e va a formare la tramezza pezzi uno dall’altro: finalmente s’ incide-
1’

mediana sovrapponendosi a quello dell’ oppo- rauno due sacebi formati dalle pleure, a fin
i

sta banda ; finalmente dà a dividere che il pe- di esaminarne l’ interna superficie ed il còrso,
duncolo stesso del cervello è formato di due — Codesta semplice preparazione mostra piiT
parti distiote, l’una superiore, l’altra inferiore, re benissimo i polmoni nella loro natujrale
separate 1’ una dall’ altra dalla sostanza nera posizione, e nelle loro attinenze coi grossi va-;
che è posta nel centro, ed egli ne segue il pro- si del petto, colla Iracliea e coll’esofago, che

Liingameiìlo attraverso il corpo striato, fino si accompagneranno nella superiore separazio-

al punto in cui dividesi nei tre strati che ab- ne de’ mediastini ; quindi si studierà la strut?
biamo indicato. —
cervello non può essere
Il tura della trachea sopra un pezzo di tale con-
onservato per Io studio che nell’ alcool al- dotto, che si leverà nella parte inferiore della
ungato, o, siccome raccomanda il sig. Lob- regione cervicale ; la si spaccherà a fine di
stein, in una, soluzione di zucchero, che ha il scorgere le varie parti ond’ è costituita ; la si
vantaggio di conservagli la flessibilità. 11 — attaccherà, mediante alcuni spilli, sovra un
diseccamento è un cattivo mezzo di conser- pauiiolino per istudiare gli anelli cartilaginosi,
vazione, assai malagevole a ottenere, e che al-
tera il cervello dandogli un colore uniforme-
le due tonache, le glaudole di essa. —
La strut-
tura intima poi dell’ organo polmone, non si
niente brunastro. può esafuinar bene che sopra un polmone del
2.° Preparazione degli organi della quale si sieiio iniettati i diversi vasi sanguigni,
respirazione e del cuore. — Tali organi sono e che siasi latto in parte diseccare dopo aver-
collocali nella cavità del petto; rivestiti d’nna vi lievemente soffiato dentro. —
Non si pos-
membrana sierosa, che tappezza le pareti della sono apparecchiare per mezzo del disecca-
cavità, e che si rivolge sulla loro superficie. mento i due sacelli formanti le pleure. Tali
SitFatta membrana è la pleura, formante due membrane sono troppo sottili, quindi troppo
sacelli isolali, 1’ uno destro', l’altro sinistro, igrometriche, sicché non si può conservare
addossati 1 uno all’ altro in modo che lascia- ad esse quel'a forma che loro si dà nel soffiarvi.
no tra se degl’intervalli che chiamano me- —
si
I
polmoni possono essere conservati age-
diastini. Per istudiare la disposizione
dell’ e- volmente diseeça ti , ma conviene, in tale pre-
sterna superficie di quella, conviene
levare parazione, usare la precauzione di adattare
una porzione delle pareti laterali del petto,
alla trachea urie vescica piena di aria, che si
senza però toccar la membrana. K tal
uopo si carica di pesi abbastanza considerabili da
eseguiscono antei lornieute di.ie incisioni
ver- poter mantenere l’ organo in uno stato di
ticali, lungo i margini laterali
dello sterno , permanente senza di ciò, disec-
«lilatazione :
dalle articolazioni sterno-clavicolari
fino afe candosi ripiegherebbe
si sopra sé stesso d’al-
:
l’ appendice zifoide,
le quali più in basso
si tro lato, e’ vuoisi evitare che non vi si soffil
rivolgono all’ infuori, seguendo la linea
delle dentro con violenza soverchia perchè allora
articolazioni dçlle cartilagini colle ;

— Mediante queste due false coste.


incisioni si perviene
potrebbero rompersi le vescichette polmonari
o comprirnei'si dall’ enfisema del tessuto cellu-
infino ai muscoli intercostali,
che si separano lare inler-lobulare che si prudarrehhe.Potreh-
«lai a sottoposta
membrana col manico d’uno besi ane.he ottenere una soniiglianle prepara-
scalpello, poi colle di la in
mezzo ad uno de- zione riempiendo i lirouehi di mercurio cor-
gli spazi intercostali
si continua tale .separa-
; rente c lasciando diseccare il [>olmone
PHEPARAZIONI AN ATOMICHE 363
finalmente si preparano î polmoni per corro- l’alcool allungato. Per separare, i’ una dall’al-
sione, iniettando i loro vasi sanguigni loro tra, le due metà del cuore,conviene dividere
branchi con cera diversamente colorata , ed con precauzione le fibre anteriori dei ventri-
esponendoli in prima, per alcuni giorni, al- coli nella direzione del solco anteriore, po-
r azione dell’ acido idroclorico, che rammol- scia allontanare i ventricoli o colle dita o col
lisce il celluloso loro tessuto, e quindi all’a- manico d’ uno continuare la sepa-
scalpèllo, e
zione di uno spiletto di acqua che leva i ri- razione con maggiori precauzioni ancora ,
masugli di questo. Si può anche oltenere que- tra le
,

due orecchiette. —
Possiamo poi assi-
sta medesima preparazione iniettando i diffe- curarci della ampiezza di queste cavità, di-
renti ordini dei vasi polmonari col metallo stendendo moderatamente le cavità del cuore
fusibile delDarcet; allora sarà sufficiente il per mezzo di due iniezioni spinte, 1’ una per
lasciar macerare il pezzo infino a tanto che la lè vene cave, e P altra per le polmonari, ia-
putrefazione se ne impadronisca e lo riduca sciandonele solidificare affinchè se ne prenda
j

; a’ suoi vasi iniettati. —


11 cuore è avvolto da il modello. —
Finalmente si lascia disecca-
una membrana fibrosa e sierosa, che si deno- re il cuore per conservarlo volendo mostrar- :

mina il pericardio, e che si riscontra, nella ne semplicemente 1’ esterna conformazione,


separazione inferiore del mediastino anterio- basta iniettarlo nel modo esposto volendo :

re, senz’ altra preparazione fuor quella ope- poi mostrarne le interne cavità, conviene, do-
ratasi per lo studio dei mediastini e de’ vasi po averlo iniettato e diseccato quanto basta,
I da essi contenuti solo conviene o soffiarvi
: praticare sulle pareti delle sue cavità parec-
dell’aria o iniettarvi dell'acqua, chi vuole chi tagli verticali o trasversali; e immerger-
acquistare esatte nozioni intorno la capacità lo nell’essenza di trementina calda: questa
della medesima. Dopo che si studiò tale in- discioglie il sego, e le cavità rimangono dila-
volucro, lo si taglia per esaminare il cuore in tate. Ho di recente ottenuti gli stessi effetti,
* sito, nelle sue attinenze e nella sua esterna riempiendo semplicemente le cavità del cuore
J
conformazione ,
quindi si leva tagliando, a con sabbia minuta, lasciandovela fino al com-
\
due o tre pollici dalla loro imboccatura, le due piuto diseccameirto dei tessuto di esso ; quin-
r vene cave, le quattro vene polmonari, l’aor- di ne l’ho cavata facilmente, ed ho invernicia-
J ta e 1’ arteria polmonare, e se ne studiano le to il pezzo.
\ varie cavità. —
Si aprirà l’orecchietla destra 3.^ Preparazione del canale intestina-
I mediante im’incisione trasversale che, mo- le e delle parti annesseci. — Questo can-le
{ vendo dal punto in cui si uniscono le due ve- principia alla bocca e termina all’ ano. Occu-
a ne cave, riuscirà al principio dell’ appendice. pa quindi la testa e le tre grandi cavità dei
- —
La cavità del ventricolo di questo lato si tronco, il petto, 1’addomiae e il bacino. Le
I dimostrerà in tutte le sue parli per mezzo di parti annesse al medesimo sono le glandoie
j un incisione a V, il cui apice corrisponderà salivari, pancreas, il fegato e la milza,
il Non —
1

^
alla punta del cuore, e le due branche conter- fa bisogno eseguire ninna preparazione per
ranno, all’ innanzi e all’ indietro, il tramezzo istudiare le labbra e la cavità deila bocca. Le
i
Iliinlerventricolare, nè lermiueranuo che ad un parti contenute da questa si rendono visibili,
pollice dal solco orizzontale, che scevera dai siccome tosto allontanino 1’ una dall’altra
si
^
ij ventricoli le orecchiette. —
L’orecchietta si- le due mascelle, e si rovescino le labbra al di

fi nistra verrà aperta mediante un’incisione tra- fuori: della presenza dell’epitelio sulla mu-
i sversale, che non toccherà le vene polmonari; cosa della bocca possiamo assicurarci sottop-
lì il ventricolo dello stesso lato verrà aperto poneudone un pezzo all’azione islan lanca del-
n mediante un’incisione a V, somigliante a quel- 1’ acqua calda basta distaccare tale membra-
;

li la del lato opposto. —


Per istudiare la slrul- na dalla superficie interna del labbro inferio-
à tiira del cuore, e la direzione delle fibre mu- re e delle guance, per poter iscorgere le glan-
3 scolari onde è formato, converrà procacciar- dole iabhiali, buccali, e via discorrendo, che
3 sì un cuore di vitello, che si sottoporrà a una non sono altro fuor che piccole glandoie sali-
d lieve cozione da questo, raffreddalo che sia,
: vari sparse qua e là sotto di esse. Si por- —
si potranno levare, ad uno ad uno, i diversi ranno allo scoperto la parotide e il suo con-
strati raüscülari, e seguirli loro Iragillo
nel dotto escrelorio con due incisioni, l’una ver-
fino agli anelli fibrosi su cui s’ inseriscono , ticale praticata davanti il condotto uditorio
;
formanti il contorno degli orifizi auricolo- esterno, ed estesa dall’ apofisi zigomatica fino
vèntricolari, e di quelli delle arterie aorta e all’angolo della mascella, e l’altra trasversale,
polmonare. — Si possono anche eseguire le che parte dalla metà di questa, e si reca
medesime preparazioni, e se[)arare le cavità air innanzi fino in vicinanza alla commessura
i destre del cuore dalle sinistre, valendosi di delie labbra : si diseccano i due lembi, che
li un organo del quale cominci già ad iinposses- ne risultano, in allo ed in basso risparmian-
Î sarsi il processo della putrefazione, ovvero di do il condotto dello Slenone, l’arteria, la vena
^ imo che siasi fatto maoerare nell' aceto o nel- e il nervo facciale ; si separa quindi, d’ ogni

/
PREPARAZÎONI ANATOMICHE
364
glandola, eccetto, che in alto, e si r intestino essendo disteso, il detto organo si
intorno, la
di questa alla rovescia molto più che non faccia nello sta-
taglia il condotto escretorio
lo naturale. Esamina di poi le corrisponden-
metà del suo tragitto per passarvi una seto-
in prima, nella ze del duodeno rovesciando il colon in basso,
la di cignale che si spinge,
dalla parte e lo stomaco in alto, dopo divisa quella lami-
cavità della bocca, e poi si reca
delle graiiellazioni delle glandole. Si scopri- na del grande omento che s’ inserisce nella
ranno glandole sotto-mascellare e sotto-lin-
le
maggiore sua curvatura io stesso farai ri-
:

guale, segando sulla linea mediana la


mascella spetto al tenue e al crasso intestino, ma ser-
inferiore, dissecando il muscolo digastrico, berai io studio del retto per allora quando
del quale si sacrificherà T inserzione anterio- apparecchierai gli organi j^enlto-orinari. Do-
re, e railo-joideo che si taglierà nella sua in- po aver così esaminati gl’ intestini in sito, li
feriore inserzione condotto del Warthon
: il leverai tutti, fuori il duodeno nel quale si
che si stacca dalla porzione più profonda del- aprono i canali coledoco e pancreatico, e li
la glandola sotto-mascellare, verrà esaminato laverai a fin di studiare P interna loro super-
nelle sue corrispondenze col nervo linguale e fìcie e lasstruttura. A tal uopo gonfierai lo

colla mucosa della bocca, e taglialo da poi per stomaco per dissecare le membrane sierosa e
introdurvi una setola di cinghiale che si pas- muscolare, quindi lo aprirai Iniigo la mag-
serà nella bocca. La glandola sotto-linguale giore sua curvatura per vederne P interna
verrà posta allo scoperto preparando il milo- membrana ; potrai eziandio spaccare il pilo-
joidco ; i condotti brevissimi di quella si po- ro a fin di vederne la disposizione, in questo
tranno diffìcilmente scorgere, se non si eser- punto, delle tre tonache, e meglio ancora, lo
citi, sul corpo della glandola stessa, una pres- gonfierai, e subito che le membrane avran-
sione affine di spremerne il liquido che con- no acquistato, mediante il diseccamento, tan-
tengono. Si farà quindi passaggio allo studio ta consistenza da poter sostenersi da sè, in-
delia faringe, dissecandone prima la superficie cidi l’organo, e vedrai, dalla cavità dello
esteriore nelle sue attinenze coi grossi vasi stomaco e da quella del duodeno, P anello
del collo, quindi si eseguirà il taglio, che ho' ondeggiante che costituisce il detto orifizio.
già indicato, ad apparecchiarne i muscoli in ; — Ad istudiare la struttura dell’intestino te-
seguito la si spaccherà d’alto in basso, sulla nue e del crasso, ne taglierai varie porzioni
parte media della posteriore sua parete, afin di otto in dieci pollici di lunghezza, le gon-
di studiarne l’interna superficie, e le aperture fierai, e farai la dissezione della loro tonaca
che vi riescono. Si esamineranno poi il velo esterna e media, rovescerai la mucosa al di
del palato, i suoi pilastri, le amigdale, e si fuori in un’ altra porzione che pur gonfierai :
procederà alla dissezione de’ muscoli del pri- sp^ieca il tenue intestino a varie altezze per
mo fra tali organi, levando la mucosa che li istudiarae le valvole conniventi, finalmente
ricopre. —
L’esofego si trova già apparecchia- immergine alcuni pezzi nell’ acqua acidula-
to in gran parte per mezzo del taglio del pet- ta per veder meglio i follicoli e le glando-
to che s’ è già istituito all’ oggetto di vedere le . La valvola del Bauhino sarà prepara-
gli organi del respiro solo vi si soffierà del-
: la nell’istessa foggia che il piloro. Hi-
l’aria per dimostrarne meglio le attinenze e volgendo 'allora lo studio al fegato, conver-
la capacità a dilatarsi indi se ne troncherà
: rà far incominclaineiito dalle connessioni del
una porzione, della lunghezza di alcuni polli- medesimo cogli organi vicini e coi lega-
,

ci, sulla quale si prepareranno successivamen- menti che a questi P uniscono. Dopo aver
te le sue tre membrane. — Credo conveniente presa conoscenza dell’esterna sua conforma-
il rimettere ad altro cadavere Io studio del zione, si leverà P omento gastro-epatico per
peritoneo; stimando difficile il seguire il cor- dissecare i vasi ed i nervi che vi penetrano
so di tale membrana sopra visceri che ancora addentro, e il canale epatico che n’ esce. Si
non conoscono. Si aprirà dunque la cavità
si
accompagnerà tale condotto nel suo tragitto,
dell ad domine nel modo il più setnplice e il fino alla sua anastomosi col condotto cistico,
più favorevole alla preparazione delle viscere
dalla quale si forma il canale coledoco, e, do-
contenutevi; consiste questo modo nel tagliar-
po studiata la direzione di siffatti canali, si
ne in cioce la parete anteriore, rovesciare so-
separeranno, dalle altre parti del corpo, il
pra sè stessi i quattro lembi risultanti da tale
fegato, il pancreas e il duoileno, affine di po-
incisione triangolare; soffiar quindi moderata-
ter più agevolmente esaminare ciascheduna
mente dell’aria nel tubo digerente, e successi-
delle noverate parli. Innanzi procedere all’o-
vamente comprimerlo, d’alto in basso, per
perazione indicata si procurerà legare, in due
farvi camminare internamente il mentovato punti, la vena cava, a fine di opporsi allo
fluido. Studia allora le corrispondenze
del- scolo del sangue contenutovi, dal quale ne sa-
lo stomaco, e l’esterna sua
conformazione ; rebbero imbrattale le viscere. La membrana
solo devi ricordarli che la cavità
addomina- propria del fegato sarà seguila non solo alla
le essendo aperta sì largameute all’ imianzij e superficie dell’ organo, ma eziandio nel solco
PREPARAZIONI anatomiche sciò

trasversale, in cui s’ introduce, per accornpa- i reni e le capsule sopra-renali ,


levando il

guare i vasi. Si prepareranno alcuni <li tali tessuto cellulare adiposo ove stanno immersi,
vasi, non iniettati raschiando, alla loro super- usando maggiori ililigenze per non ferire i
le
ficie, la sostanza dei legato ; le granulazioni vasi che vi si recano, e il canale che ne esce»

di questo si discopriranno lacerando porzione Per vedere la struttura dei reni, conviene di-
di siffatta sostanza. Finalmente ti assicure- viderne uno mediante un’incisione praticala
rai dell’esistenza della valvola spirale, e del- lungo il margine convesso; tale incisione deve
r interno del canale cistico, o prendendone essere tanto profonda che penetri fino in una
r impronta per mezzo della cera che vi s’in- ampolla membranosa occupante la parte po-
ietterà, o aprendo il canale dopo averlo enfia- steriore della scissura del rene, cbiamata la
I
to e diseccato. Si studierà poscia il pan- piccola pelvi ; e si comprimono le papille
creas, il cui condotto soltanto presenta alcune dalla base verso T apice a fine di spremere
difficoltàad essere dissecato. Trovato che sia alcune piccole gocce di orina dai loro con-
una s’ inciderà per passarvi una
volta, lo se- dotti. La membrana propria dell’ organa
tola di cinghiale. Finalmente, dopo avere e- può venire staccata agevolmente dal paren-
saminata la milza nella sua posizione, nelle chima per mezzo di un bistorino. Ad istu-
sue corrispondenze, e nell’ esterna sua coli- diare la piccola pelvi ed i calici, è bene spin-
figurazione, verrà levata dalla cavità addo- gere per l’uretra un'iniezione atta a soli-
minale, e se ne studierà la struttura. Se ne dificarsi. La preparazione poi degli ure-
separerà la membrana esterna o peritonea- teri non offre ninna difficoltà, fuorcliè nel-
i le dalla membrana
propria, eh’ è fibrosa, e la loro parte inferiore : nella quale situazio-
I questa dalla sostanza propria dell’ organo ; si ne non deggiono essere che dopo dissecati
! seguiteranno i tramezzi sfuiiministrali da es- aver studiato le connessioni della vescica co-
sa nell’ interna sua superficie ; e si potrà as- gli organi vicini e siccome, per tale studio,
:

, sicurarsi finalmente del tessuto quasi tutto è uopo eseguire un taglio nel bacino, quando»
vascolare di tale viscere, sottoponendolo a ri- non abbiasi che un solo cadavere a propria
petuti lavacri, ovvero all’ injezione di tutti disposizione, conviene subito dopo apparec-
quanti i suoi vasi. Si può, per mezzo del chiare i testicoli eloro involucri. A tal
i

diseccamento, conservare il canale intestina- uopo bisogna assicurarsi della posizione del
le, e le più delle parti annessevi. Parimenti si cordone testicolare tirando sopra i testicoli,
eseguisce una bella preparazione della bocca, e separarlo di basso in alto cominciando al di
della faringe e delle glandole salivari, injet- sopra dell’anello inguinale interno si sepa- :

tando i condotti di tali organi, e distendendo ra a poco a poco la vena dall’ arteria, e cia-
le cavità buccale e faringea coll’ inttodurvi scheduno di questi vasi fino al tronco che dà
I
del crine e col praticare sopra di queste parti, loro nascimento si taglia quindi superficial-
:

dopo il diseccamento, parecchi tagli mostran- mente Io scroto sul tragitto del cordone sper-

ti quanto è in esse di notabile. —
H tubo di- matico dall’ un lato, e poscia l’ anello ingui-
gerente, dall’esofago fino all’ano, si conserva nale fino alla parte inferiore di questo sacco
benissimo dopo gonfiato e diseccato , ed è cutaneo. Tosto che fu spaccata la pelle, si
I bene lo avere preparati degl’ in testinìi cavati scopre il dartos che ponsi ancor meglio allo
i da individui in diverse età, dallo stato fetale scoperto gonfiandolo, e dissecando in dire-
sino alla vecchiaia. Si possono conservare in zione opposta i margini delfincisione. Quan-
, sito, o rivolgerli intorno una piramide. -La — do si è taglialo il dartos medesimo, si scor-
milza può essere gonfiata per la via delle sue ge la tonaca fibrosa che si può accompagnare
i‘ Tene, e diseccata in questo state di dilatazio- all’ insù fino al conforno dell’anello; ci assi-

lìr ne. Tutte le parti del canale digerente si curiamo poi dell’ estensione di questa tonaca
conservano facilmente nell’ alcod, o in qua- soffiandovi per una piccola apertura che vi si
1: lunque altro liquido dotato di lirtù conser- pratica. Si osserverà, nel chetempo isfesso,
' vatrice. ciascheduno dei tesli(;oli è avvolto del suo
Preparazione degli orfani genito-
4-*^ dartos particolare perciò è d’ uopo che la
;

: orinari nei due sessi. ( TJomo.^ Innanzi preparazione sia fatta d’ambedue le parli. Ad
; studiare tali organi nella situazione loro, e iscorgere il cremasi ere, si spacca la tonaca
[ nelle loro attinenze colle parli veine, sarebbe fib rosa e T aponeurosi d(d muscolo obbliquo
: cosa buona il conos(;erli sepa’atarnente ad esterno; allora si osserva come le fibre mu-
L uno ad uno in lutti i ragguagli della tessilnra scolari dell’ obbliquo interno e del Irasverso
' loro, e della loro conformazioni. Così, qudu- sieuo state tirale dal testicolo. Apparisce la to-
Ï
'

do per tale studio non si poss^ga che un sa- naca cellulosa, tagliati clic sieno il crernaslere
i

lo cadavere, è mestieri sacrifiiare gli organi e i muscoli obbliquo cslerno cd interno. La


1 d’ una parte del corpo per esguire pareeehi cavità della tonaca vaginale sarà aperta sul da-
tagli, e conservare in sede (juiste stesse parti vanti e d’alto in basso c si osserverà alteula-

;

L
'

nel Iato opposto. Si pongmo allo scoperlu mcnle la disposizione che offre rivolgendosi
PBEPAaAZIONI anatomiche
2^^
organo canali ejaculatori passando alcune setole nei
epididimo, e passando da quest
i
sull’
iìl di sopra del testicolo.

Dopo studiala la
del-
loro orifìzi, presso il veromontano. Siccome
è importaule per l’operazione della pietra col
forma di tale glandola, e le correlazioni
tonaca albugmea taglio il conoscere le dimensioni del vero-
la medesima , s})acea la
mar- montano, così se ne potrà acquistare un’ i-
verso r ingiù, e rovescia lenlaraenle
i

opposta. Si dea esatta mediante un taglio trasversalmente


gini deirincisione nella direzione
prolungaraen- diretto d’ aito in basso.
scoprirà così una porzione dei
rami Preparata allora per metà la vescica me-
t!interni di questa membrana, i iasci de
del te- diante le dissezioni degli organi noverati, si
seminiferi e quelli dei vasi sanguigni
ài ten- continuerà, dopo averla gonfiata, a metterla
sticoloche sono pieni di sangue.
allo scoperto, ciò che permette di vederne a
terà svolgere la sostanza del testicolo, sospen-
dendo il pezzo nell’ acqua, così si divide-
nudo la tonaca muscolare: conviene procu-'
rare di conservare il peritoneo, che ne copre
ramio gli uni dagli altri i vasi seminiferi e si
la faccia posteriore, siccome gli ureteri i vasi
vedrà come escano dal testicolo attraversan-
e i nervi, che vi -si recano. Si può anche
do il corpo dell’ Igmoro la separazione dei
:

vasi seminiferi si opera più prontamente ag-


spingervi un’iniezione soliditicabile. Avendo-
giungendo un poco di potassa all’ acqua nel- ne così studiale le correlazioni, conviene dis-
la quale s’immerge il testicolo. Ma allora secare la tonaca muscolare, aprirla d’alto in
conviene, più tardi, far tenere questo pez- basso, perla sua.parete anteriore a fine di esa-
zo nell’alcool^ per rendere al medesima quel- minare la sua inlerna superfìcie, e introdurre
la consistenza delia quale era stato privato uno stiletto d’alto in basso ia uno degli, ure-
dall’alcali. Verrà dimostrata la coraposizio- teri vedere il modo d’ inserzione di que-'

ne dell’ epididìrao.d’ua solo canale ìe infinite sto canale.


volte ripiegato sopra sè stesso, mediante le opererà agevolmente la dissezione
Si
iniezioni col mercurio eseguile pel canale de- della verga levando la pelle, che si divi-
ferente ci convinceremo allora della verità
:
de in direzione longitudinale; il canale del-
ì’ uretra potrà essere separato dai corpi ca-
di quest’asserzione, tanto osservando la pro-
gressione del metallo, che dividendo per tra- vernosi , che non si iasceranno in vicen-
verso Tepididimo, dal quale non si vedrà allora devole attinenza che nella loro parte ante-
scappare il mercurio che per un solo punto. riore. Per istudiare i corpi cavernosi, è
Voli un po’di pazienza si perviene a raddriz- d’uopo nertar bene le due loro radici, poi si
zare r epididimo per mezzo d’ un ago, e a praticherà, per una di queste, una piccola a-
valutarne così la lunghezza. Si scorgono le perlura e vi si spingerà dell’aria o deU’ac'qua:
due membrane, ond’ è composto il canale de- sivedranno allora i corpi cavernosi gonfiarsi
ferente, sul profilo d’ un taglio trasversale e- ed indurirsi, mentre che r uretra e il glande
seguito in questo canale. Dopo — aver stu- rimarranno avvizziti. Ad esaminare là strut-’
diato il testicolo e 1’ epididimo, si accompa- tura diquesli corpi, si taglia il loro involucro,
gnerà il canal deferente tino alle vescichette e si fa uscire sangue per mezzo della pre»--
i!

seminali: discernerà questo canale, ni mezzo


si sione o delle ripetute lozioni. Si esamineranno
al cordone dissecato, per la semi-trasparenza pure comparativamente i corpi cavernosi in-
e pel color grigiastro. Poi, ritornando alle iettati e seccati. —
Si termina la dissezione del-
parti esterne, si preparerà il perineo nel modo 1 apparecchio geiiito-oriaoso coll’uretra, par-

che abbiamo indicato nella miologia, pro- te comune a questi due apparecchi. Le rela-
cacciando di apparecchiare la prostata , la zioni di questa saranno preparate tutte, se la
parte membranosa dell’ uretra, e le glando- dissezione sia stala eseguita secondo l’ Ordine
ìe del Cowper che sono collocate da lato al che abbiamo iidicato. —
Per esaminare l’ in-
bulbo uretrale. Preparato che sia il perineo, terno del canile, si levano diligentemente i
conviene aprire il bacino nel modo esposto a corpi cavernoii, e si spacca poi P uretra lungo
fin di studiare la prostata e ìe vescichette se- la superiore aia taccia fino verso la vescica :
minali. Disgombrate le vescichette seminali lo che permetterà di poter vedere il veromon-
dal grasso abbondante che le circonda, si e- taiio , se quQta parte non sia stata ancora
saiuiueranno le loro correlazioni colla vescica studiata. Verse il principio della porzione bul-
col i-e!to e coi canali deferenti. Quindi si ta- bosa si trovar, o i canali escretori delle glan-
glieranno loro faccia superiore affine di
alla dole delCowptr, diesi rendono più manifesti
.svoglierne le circonvoluzioni. Si possono in- o introducendovi elelle setole o iniettandovi
iettare con sevo o cera per la via del canale del mercurio. i,e lacune del Morgagni, i cui
dclereale: quindi si sottopongono, per qual- orifizi sono obblquamente rivolti all’ iniunzi,
che tempo, alla macerazione, e si compie col- si tanno visibili ungo il canale dell’ uretra si
;
lo sLromento tagliente la separazione delle può anche introdu-vi uno stiletto. Non è
sinuosità. —
Sgombrala che siasi la prostata diffìcile lo studia-e le porzioni membranosa e
come le vesciciielte, si riconosceranno prima prostalica. Chi veglia formarsi un’ esatta idea"
rivEpARAziosi anatomiche

i tîellu (rirezioiie e dei diversi gradi di capacità tati o gonfiati. Quindi la vescica, gli ureteri,
I del canale dell’ uretra, potrà, per nostro avvi- gl’ involucri dei testicoli e le vescichettesemi-
I
so, spingervi del gesso disciolto nell’acqua, nali, lu vagina, F utero e le trombe, possono
ovvero di quella materia da iniezione che si essere distesi dall’ aria, dal mercurio o dal
; adopera per le preparazioni corrosive. sego, essere diseccati in tale stato di distensio-
( Donna,) Disseca i muscoli del pe- ne, e assoggettati poi aii alcuni tagli che met-
( rineo dopo aver disteso, con istoppia, il retto teranno scoperto il di dentro della loro
allo
; e la vagina; apri quindi il bacino segando cavila. I corpi cavernosi del pene e della cli-
. l’ischio e il pube, i8 linee esteriormente alla toride s’ iniettano da una delle loro radici
i sinfisi, per conservare l’ inserzione del corpo staccandola innanzi dal pube, introdottovi uri
; cavernoso della clitoride nella branca ascen- tubo il canale dell’ uretra e il glande s’ in-
:

dente del pube ; disseca il muscolo costritto- 5. dal bulbo, ma è uopo sempre, innanzi
iettano
1 re della vagina nella parte anteriore di questo spinger la cera nelle loro cellette, vuotarle
"
canale, e prepara le radici de’ corpi cavernosi dal sangue contenutovi, sottoponendo l’orga-
; della clitoride studia le connessioni della va-
: no a parecchi lavacri, e ad iniezioni ripetute
^
gina e della matrice colla vescica e col retto, colF acqua calda si potrebbe ancora, per ve-
:

i. indi spacca la vescica e 1’ uretra lungo la loro der meglio la forma delle sue areole, gonfiar-
i feccia anteriore per esaminarne il di dentro, le o iniettarvi del mercurio, e, dopo averle
i Per veder la vagina e conservare la spina lon- fette seccare, tagliarle in varie direzioni.
j
gitudinale, che internamente presenta, oonvie- ° Preparazione del /?eriYoneo.~Trat-
ne tagliarla un poco dal lato alla linea media, terò qui della preparazione del peritoneo, per-
i

h — Nel fondo della vagina, si studia la dispo- ciocché, solo dopo conosciuti gli organi dige-
i sizioue del collo dell’utero e quella del suo ori- rente e genito-orinoso, si può scoprire il tra-
i tìzio, quindi si apre la matrice medesima nel- gitto di tale membrana nella cavità addomi -

i: la sua faccia anteriore mediante la guida di nale, che n’ è tappezzala ìnlernameole. Tale
I una sonda scanalata introdotta per F orifìzio preparazione esige un cadavere intatto e fre-
I del collo, — Per veder F orifizio delle trom-
' sco quindi
:
convengono benissimo i cadaveri
{ he, conviene introdurre in tali condotti, dalla de’ bambini sceveri d’ alterazioni intestinali.
< parte del loro padiglione, una setola dì cin- Colloca questo cadavere sul dorso , ed in-
ghiaie ; ma spesso tali trombe sono chiuse nalza Faddoniine per mezzo di un ceppo, ta-
I nelle donne che si sono date eccessivamente glia in croce la pelle, le aponeurosi e i mu-
I al coito. —La membrana mucosa della matri- scoli di questa cavità tino al peritoneo esclu-
) ce non può esserne agevolmente separata che sivamente ; risparmiata la cicatrice ombeli-
li dopo avere sottoposta alla macerazione la pel- cale, stacca tale membrana dal tessuto cel-
^ le. Per ben vedere la disposizione del padi- lulare che
unisce lassamente alle regioni
la

[,
glione della tromba, la s’ immerge nell’acqua iliache6. e renali; così giungerai fino al lato
i! acciò che appariscano ondeggianti nei liquido della colonna vertebrale, tanto a destra che a
^ le frangie F interno dell’ovaia si sludietà ia-
; sinistra. Taglia quindi lougiludinalmenle la
tfoduoendo organo uno specillo dalla
nell’ faccia anteriore di questo sacco, e sopra i due
ti

parte del suo margine libero. Si studierà il — lati della linea media, sicché possi studiare,
S lessato spugnoso della clitoride e delle trom- nella sua naturale posizione, la gran falce pe-
he, del plesso retiforme e del canale deh’ u- ritoneale, sollevando tale porzione; segui
I l’etra, mediante processi analoghi a quelli, chç poi il tragitto sì complicato del peritoneo so-
abbiamo indicato riguardo al pene nell’uomo. pra le viscere, ed esamina con diligenza sic-

!

Delle mamnielle. Tali organi formà- come, coll’ addossamento delle sue due lami-
1 no parte dell’ apparecchio genitale della do'a- ne, formi i mesenteri e gli omenti. Si cer- — •

i na. Conviene da prima studiare Festerua loro cherà F apertura del Winslow sotto il collo
K conformazione, eh’ è si variabile, e quella del della cistifellea svesciando il lobo sinistro
;

f capezzolo, indi levare gF integumenti coi tes- del fegato in alto, introduci, in quest’ apertu-
j suto cellulare, conservando, quanta è possibi- ra, un grosso tubo e spingivi dell’ aria allora :

3 le ifpiù, vasi e nervi isoleranno seii-


: allora s’ vedrai le espansioni della posterior cavità de-
i. za fatica lobi e
i i lobetti della glandola, spe- gli omenti. Finalmente, mediante F incisione

ri cialmentese prima abbiasi spinto nei^/con dotti della mentovata posteriore cavità, perverrai a
galattofori un'' iaieziooe colorata, o 'abbiasi a conoscere gli organi che la costituiscono, e
(
propria disposizione la mammella da una doa- <j[uelli che protuberano dentro di essa.

i ria moria durante il [luerjierio. *^


Preparazione della laringe e delle
-
organi genito-Orinari (h;i due sessi
(ili sue ]ìar ti annesse,Si studia la laringe in sito^
possono essere conservali medlaule il disce- viene a dire nelle sue correlazioni colle parti
si ca mento essendo tali organi /composti, in
; vicine, ovvero a partea parte, cioè esaminan-
gran parte, di membrane che formano delle do separatamente ciascuno de’ pezzi rh’enlra-
i
s
cavità chiuse, soiu) suscettibili di essere iuiet- no nella composizione di essa. — Ad istudiarc
/
36«S PÏIKPAÏIAZIOÎIII ATSIATOMICRE

la laringe in sito, conviene ritenere la testa prendere la disposizione delle ripiegature e


dell’ individuo rovesciata aU’indietro, ponen- degl’ infossamenti conosciuti sono il nome
do uusceppo sotto la nuca. La laringe e man- di ventricoli della laringe, di legamenti della
tenuta in uno stato di tensione tra’ muscoli glottide o corda vocale. — Per veder bene tali

della base della lingua, e quelli die si attacca- ventricoli, conviene prima studiarli senza apri-
no dissecano e si levano i mu-
allo sterno. Si re la laringe, quindi aprendo tale cavità nella
scoli sterno-Joideo, sterno-tiroideo, tiro-joi- posteriore sua parte per la sezione della carti-
deo e omo-joideo, dietro i quali è nascosta la lagine cricoide. —
La laringe è uno degli orga-
laringe e se ne esaminano le corrispondenze più difficili a dissecare, conservando la nor-
:

coi nervi, coi vasi e col corpo tiroideo. — male sua forma, ma si conserva assai facil-
Questo corpo tiroideo può essere separalo, mente nell’alcoole.
gfonnato, inciso collo scalpello o laceralo colle Preparazione degli organi dei sen-
dita ;
si può anclie sottoporlo aU’azione di al- si.— Lingua. —
Di tutte le parti compo-
cune potenze cliimiche, per riconoscerne, s’è nenti la cavità della bocca non rimane d’ esa-
possìbile, la tessitura. —
Ad esaminare le rela- minare che la lingua , essendo stali gli altri
zioni della laringe coU’esofago e colla faringe, studiati in prima. S’incomincierà dallo stuiJio
si può levarli insieme tagliando, presso la loro delle sue corrispondenze, quindi si passerà al-
inserzione superiore, i muscoli che s’inseri- la dissezione de'suoi muscoli intrinseci, come
scono nel margine inferiore e nella faccia in- abbiamo detto di sopra. Quando ci proponia-
terna ddl’osso mascellare, siccome quelli che mo studiar le papille, conviene preliminar-
si allaccano ali’ apofisi stiloidea. Conviene, per mente iniettare la lingua, lavarne la superfi-
«pianto è possibile, conservare tutta quanta la cie e tenerla immersa per qualche tempo nel-
hngua, per poter meglio figurarsi le parli nel- r acqua tepirla ;
alcuni tagli verticali, ovvero
la naturale loro posizione ; quindi, s’ incide orizzontali ,
nella spessezza dell’ orga-
fatti
la parete posteriore della faringe, e esami- s’ no, in diversi punti, valgono a dimostrare i
na la laringe dalla sua parte posteriore. Se si tre ordini di muscoli linguali intrinseci ì
vuol studiare la composizione della laringe, è conviene avere in pronto varie lingue di uomo
uopo incominciare dal conoscere bene le quat- o di animale, e sottoporne talune alla bolli-
tro cartilagini, tiroidea, cricoide, aritenoidee, tura a fine di levar l’epidermide e mostrare la
non che la fibro>carti!agine epiglottide, for- direzione delle fibre muscolari.
manti lo scheletro della laringe. Quindi, — Naso e fosse nasali. Fa macerare, —
nella laringe che si è messa da parte nell’e- per alcuni giorni, una testa, a fine di bene stu-
seguire la dissezione della miologia, si sepa- diare le cartilagini del naso ; pratica un ta-
reranno le une dalle altre ,
procacciando di glio verticale, che. passi per lo mezzo del fo-
non alterare, collo scalpello sn- ,
le piccole rame occipitale, sui Iati dell’ apofisi cresta di
perficie articolari che uniscono cricoide la gallo, dividendo così la mascella solleva la
alla tiroidea e alle aritenoidee. Lo studio — metà anteriore del cornetto medio per vede-
;

delle cartilagini verrà seguito da quello dei re palesemente 1’ imboccatura delle cellule
molti legamenti che le ritengono e sarà : etmoidali e 1’ apertura del seno mascellare ;
istituito sopra lo stesso pezzo, ma nell’ uno esplora con ispecillo, senza bisogno di ese-
dei lati semplicemente. Seguirà lo studio— guir nuovi tagli, le cellule etmoidee posterio-
de’ muscoli intrinseci in numero di nove ; e ri e il seno sfenoidale quindi stacca la pi-
:

3a loro dissezione sarà eseguita sulla laringe tuitaria, per istudiarne, sotto l’acqua, la strut-
fresca nel modo seguente; separa l’organo tura* apri, colla sega, i seni sfenoidale, mascel-
da tutte le parti che vi si attaccano ancora ; lare . sopra la .sutura fronto-nasale.
e frontale,
fermale sopra una tavola con
degli spilli ,
disseca prima i muscoli aritenoideì e i mu-
Occhio dipendenze.
e sue La prepa- —
razione dei così detti tutamina oculi, viene
scoli tiro-aritenoidei posteriore, levando la
a dire delle sopracciglia e delle palpebre, si e-
mucosa della faringe che h ricnopre, quin- seguisce conforme le redole generali della dis-
di scopri muscoli
crico - aritenoideì ta-
i

gliando gli sterno-ioidei e sterno-tiroidei che


sezione. —
Per vedere la glandola lagrimale,
devesi aprir l’ orbita siccome per Io stadio* dei
che li nascondono taglia finalmente la cartila-
; muscoli, quindi si disseca la glandola all’ e-
gine tiroidea sop«™a uno de’ lati della linea
sterno suo lato se si vuole studiare 1’ orifizio
;

mediana , e rovesciala all ingiii conservan- dei coadolfi lagrimale alla superficie della
do r inserzione superiore del crico-tiroideo : congiuntiva, basta immergere f occhio in una
allora riuscirà agevole
li il separare i mu- soluzione d’ inchiostro o di carmino rico- :

scoli crico-aritenoiflai laterali, e


tiro-aritenoi- nosciuti una volta tali orifizi, vi s’introduce
dco dal lasso cellulare tessuto che rico-
li agevolmente P estremità di u'.i tubo per P in-
finirà collo studio della membra- iezione mercnrialeo 11 tragitto dei punti e dei
na mucosa essendo necessario conoscere
,
condotti lagrimali si dimostra mediante alcu-
le parti che ne sono rivestite, a chi vuol
com- ne setole di cinghiale introdotte per questi
V R F, par a Z 1 0 N i A NAïü 1 0 II a 369
, canali. Per vedere il sacco lagiinialc, è mestieri Petit dimostra col soffiaraenlo operato per
si

'
prima dissecare il muscolo orbicolare, quin- mezzo un tubo sottilissimo, che si fa pene-
di
di staccarlo e rovesciarlo dal di fuori al di trare presso la circonferenza del cristallino, o
dentro uno sliletlo
: iulrodoUo pel canal la- per mezzo dell’iniezione d’una piccola quan-
grimale ne dimostrerà l’estensione e la di- tità di mercurio nel suo interno. Varie —
rezione. Eseguito verticale della
il taglio parli dell’ occhio possono essere conservale
testa per lo studio delle fosse nasali leva , mediante il diseccaraento, altre possono es-
con forte scalpello, quelle porzioni dell’ osso
,

serlo dentro l’alcool. Le palpebre, le vie la- —


unguis e del turbinato inferiore, che cosli- grimali e muscoli ded globo, beta apparecchia-
i

tuiscono la parete interna del canal Lgrimale. ti che sieno, verranno diseccati come fu dello


;

Globo deir occhio. Gli occhi a’ qua- trattando dei muscoli. Lo stesso globo del-
li è raestier dare la preferenza per istudiar- l’occhio può essere vuotato dagli umori con-
ne l’organizzazione, sono quelli d'individui tenuti mediante uno stiletto o meglio un tu-
adulti morti da poco Sempo. Si possono ezian- bo d’ argento introdotti per la via dei nervi
dio possedere degli occhi di bue, di vitello o ottici fino nel suo interno, quindi riempiuto
di cavallo ; se ne fanno cuocere alcuni ge- ,
per la medesima via, di cera bianca o di mer-
lare altri, per beu esaminare parti in que- curio, e finalmente seccato nel proprio sito.
sti stali diversi.
le
Sclerotica.
muscoli
Isola il — — La coroidea, l’iride e la retina,
venosi verranno in prima iniettali
i cui vasi
globo deir occhio, lascia i attaccati ai“leriosi e
alla sclei’otica dividi
;
circolarmente siffat- a vernice, possono essere distesi e seccali fra
ta membrana, evitando d’ offendere la coroi- due pezzi di vetro bianco e disposti sur un
dea ; rovescia all’ innanzi e all’ indietro i fondo nero, ovvero situati sopra una balla di
due emisferi della sclerotica tale sezione si ;
vetro, soffiato ad una lucerna da smal li loie,
opera più agevolmente sopra un occhio un della qual balla la grossezza corrisponderà a
poco vizzo, che sopra un sano. Tutta P indi- quella del globo deli’ occhio. Così le mede-
cata operazione si eseguisce sotto acqua, con sime parti conservano molto meglio la na-
!

una pinzetta ad imcino e con sottili forbici. — turale loro forma e non sono incise che per
:
!

Cornea. —
Couvien farla macerare per sepa- un solo punto di loro estensione. Gli n- — •

t arla dalla sclerotica, e separarne le lamine col- mori dell’ occhio e le loro membrane non
— —
ì

'
lapunta d’ uno scalpello. Coroidea. Si possono essere conservali che nell’ alcool al-
discuopre mediante la sezione della scleroti- lungato; in questo si rendono più consistenti,
ca sua separazione da quest’ ultima mem-
la ma ne va poi altrettanto della loro trasparenza.

:

brana dev’ essere fatta lentamente, ma è so- Orecchio Orecchio esterno.


. Nul- —
pratutto rilevante lo stmliar bene la dispo- la particolare mi resta a dire rispetto al-
di
sizione dei vasi e dei nervi deli’ occhio, che la dissezione di questa parte dell’organo del-

i sono collocati tra le due membrane a tal : F udito i muscoli estrinseci ed intrinseci
:

I
uopo convien spingere lentamente un’ inie- del padiglione dell’ orecchio saranno scoperti
zione con vernice a freddo, per l’ arteria ca- secondo le norme prescritte nella raiotomia ;

rotide interna, o per la vena jugulare interna, quindi si preparerà la porzione cartilaginosa
secondo che si vogliono iniettare le arterie o le del condotto uditorio, e, ad agevolare tale
vene. Lo studio di .siffatti vasi non richiede nin- preparazione, si disarticolerà la mascella in-
na speciale dissezione Circolo ciliare.
. — — feriore : allora si studieranno le incisiire del
]jeva perfettamente coroidea e la sclero- Sanlorini, e il modo onde si congiunge que-
! tica. Processi ciliari.
la
Dividi i’ oc- — sta porzione del condotto alla porzione ossea;
si continuerà lo studio del condotto uditorio
chio in due metà, P una anteriore e F altra
posteriore, mediante un taglio circolare tra levando, colla forbice, le ossa che ne formano
r umor vitreo, la retina ed il cristallino le- : la parete inferiore, in modo però da lasciare

va il resto per togliere il pigmento. — L’ i- la pelle che lo tappezza finalmente, per mo- ;

ride non esige preparazione, eccet-


ni un'altra strare le glaiidole cerurninose, e le particola-
pe’vasi. — Per
^

'

to che iniezioni
le necessarie oreanizzazione dell’ interna sua su-
rità nell’
I
vedere la retina basta distaccare con cautela perfide, lo si aprirà con un’ incisione longi-
la coroidea. —
Per vedere /’ umor acqueo tudinale.
e r umor cìtreo è uopo far gelare gli oc- Orecchio medio. Conviene, prima che
chi. La membrana eh’ involge 1’ umor ac- si studi in istato di freschezza, prender co-
queo si dimostra meglio sull’occhio assogget- noscenza delle sue parti diverse sopra delle
tato alla cozione, ed esaminando la cornea ossa temporali secche. Per esaminare questa
dallai osteriorc sua superlieic. li cristalli- — cavità in sue parti, verniero consi-
tulle le

no dev’ esaerc studialo principalmente nello gliati tre di questi mi sembra-


parecchi tagli :

slato suo naturale. Si può anche, per diseer- no indispensabili F uno dividerà vertical-
:

nere meglio le lamine, farlo indurirti nell’ ae- mente il eoudotlu uditorio, e la cassa del tim-
iiua bollente o in un aciilo. —- II canale di.l pano, in due metà ;
e questo varrà a diiiio-

Encicl, Med. F. H. kl
PREPARAZIONI ANATOMICHE
3^0
posteriore fli tali mente Tulle le parti dell’ organo
gelali.
slrarc le pareti anteriore e
oriz.zontaltnente in dell’ udito possono essere conservate nell’ al-
parti: un altro le dividerà
cool o per mezzo del diseccamento e dovra-
due metà simili, e servirà allo studio delle :

no esserlo per quanto poco sieno ben prepa-


pareli inferiore e superiore \ un terzo
final-
pareti rate perché la loro preparazione è lunghissi-
mente, destinato a mostrare soltanto le ;

esterna ed interna della cassa, verrà


eseguito mo ed è assai malagevole 1’ ottenerle nette e
,

compiute.
eon un tratto di sega praticato sulla faccia
jintGriorc dicllci
„ . .

c diretto dàll imitìnzii


rocccì^
.
Pelle. —
La si esaminerà dapprima nel
airindietro e dal di dentro al di fuori del ter- suo complesso sopra un cada vero intero, e si
zo esterno dell’ orifizio del canale della trora- vedrà come si faccia continua alle mucose a
ha di Eustachio, fino aU’angoIo rientrante, livello degli orifizii delle cavità interne. -- Ad
che risulta dalla riunione delia porzione istudiarne la struttura, si leverà un pezzo di
srpiaraosa del temporale colla porzione ma- pelle dalla pianta del piede, rascliiando, con
stoidea. Gli ossetti dell’ udito verranno stu- uno scalpello, il tessuto cellulare che unisce
diati separatamente, e nella loro articolazio- la faccia interna di questa pelle alle sotto-

ne tra sè. Solo dopo aver eseguitb le indicate poste parti; si vedranno le maglie numerose e
cose, si passerà all’apertura della cassa del tim- resistenti del derma, alle quali il tessuto cel-
pano dalla superiore sua parte nel pezzo fre- lulare manda alcuni prolungamenti. Facendo
sco, per esaminare in posto la serie degli os- macerare per qualche tempo, o trattando col-
setti, la membrana del timpano, i muscoli del l’acqua calda un altro pezzo di pelle della stes-
martello e quello della staffa finalmente si sa parte del corpo, separasi l’epidermide dalla
:

darà termine alla preparazione di questa parte superfìcie del derma, e si mette allo scoperto il
dell’ orecchio diseccando la tromba di Eusta- corpo papillare. —
Il corpo mucoso della pel-

chio e la membrana mucosa che tappezza il le non può essere apparecchiato molto netta-
suo interno, e si prolunga nel timpano. mente che sulla pelle del negro, mediante i
Orecn/iio interno. —
Anche i vari com- dne mezzi sopra-mentovati. 1 follicoli seba- —
partimenti dell’ orecchio interno costituenti cei della pelle veranno esaminati sulla cute del
il labirinto, si studiano sopra delle ossa tem- naso, ove sono numerosi i peli e il loro bul- ;

porali secche. Le ossa del feto e de’ bambini bo lo saranno sulla pelle della faccia o del so-
nati di tresco si prestano meglio, che quelle pracciglio; finalmente le unghie verranno stu-
degli adulti o de’ vecchi, a tali preparazioni, diate per mezzo di alcuni tagli praticati, nel
che consistono nel levare, con un temperino tempo stesso, e sopra di essi e sopra le falangi
o eon un torte scalpello, il tessuto osseo com- che le sostengono.
patto ed areolare che copre, d’ ogni intorno,
la sostanza quasi eburnea partenente alle ca- Artìcolo IV.
vita del labirinto; tali preparazioni sono dif-
ficili, perchè non si ha per guida mai che la rPxEPARAZIONE DEI VASI SANGUIGNI
maggior o minor resistenza del tessuto osseo.
Si comincia dallo scuoprire i canali semi-cir- Innanzi ilissecare i vasi, è necessario far
<v)hu'i e si finisce colla coclea, e sostenere ai medesimi ima preparazione per
([uatnlo tutte
queste parti sono apparecchiate al di fuori, si renderli più apparenti. Questa preparazione
aprono le loro cavità logorando, con ima lima è 1 iniezione, nella loro cavità, di un liquido
sottile, i loro margini convessi.
ÌPer impedire, colorato, suscettibile ordinariamente di soli-
in tale preparazione, a i{uesli
canali lo spez- dificarsi mediante il raffreddamento. Possia-
zarsi, e uopo immergerli tratto tratto neU’ac- mo, a lutto rigore, dispensarcene per accom-
qua Si può in tal modo aprire il vestihulo se- pagnare grossi tronchi, ma è indispensabile
i
paratamente levandone la parete
superiore per seguire le branehe secondarie c le ulti-
con due traiti di sega, f uno
passi per la
vel licale, che
metà interna del canale semi-eir-
me ramificazioni de’ vasi. —
Si distinguono le
iniezioni in generali ed in parziali., secondo
colare anteriore, l’altro orizzontale,
che tra- che s’ iniel (a, d’ una sola v'ol ta, lutto un si-
versa il loro uditorio interno,
e riesci alla ler- stema vascolare, o solamente alcuna dello sue
mmaz.onc del primo. -
Si può aprire la co- parli ; in coìnmuni ed in fine, secondo che
clea, m
direzione del suo asse,
mediante una si fanno penetrare soltanto nei grossi tron-
sezione verticale dalla parte
media deU’ano- chi, o fino alle ultime loro ramificazioni (i- :
tisi petrosa. Si eseguiranno poi
degli altri ta- nalnieiite si distinguono pure le iniezioni a
gli per dimostrare lealtinenzc
dell’ acquedot- corrosione, le quali, introdotte nei vasi di un
to del f alloppio coll’ orecchio
interno e eolia organo, sono destinate a venir ridotte a sè so-
cassa.— - Le membrane poi e
gli umori con-
le per r azione di acidi più o meno forti.
lemitT nel labirinto, non
potranno essere esa- Gli slromcnli di che ci serviamo per le inie-
mmalc ohe sopra dei temporali assai
recenti zioni, soli alcune sciringbe di rame per gran-
o sopra di pezzi che saranno
stali preliminar-
dezza variabili, fornite nel mezzo d’ un ccr-
PREPARAZIONI ANATOMICHE 87 1
chlo ilello stesso metallo, al quale si adallaiio iniettare le sole arterie o le sole vene in uii
due inipugualure per poter tener lo strumen- pezzo, c questo non debba essere conservato,
to comodamente, e non essere es[)osli a bru- sono preferibili il sevo soltanto, o la gelatina,
ciarsi. 11 cannone di tali sciringhe dcv’ essere colorati col nero d’ avorio questo colore, in
:

fornito di un rubinetto, e lien calibrato per fatti, risalta, molto più che gli altri, sul colo-
adattarsi esaltissiraamente ai tubi, e inoltre re dei muscoli : ma quando
vogliono iniet-
si

I dee presentare presso la libera sua estremità, tare, ad un vene in uno


tratto, le arterie e le
'
una {)iccola protuberanza destinata a cacciarsi stesso individuo, i colori indicati sono i più
;
in un intaglio praticato sul lato corrispomlen- apparenti e fumo distinguere meglio i due
ì te «lei tubi, per impedire che queste due parti ordini di vasi. Ecco come si prepari la mate-

dello stromento si abbandonino nell’atto che ria per r iniezione si fa fondere a bagno ma-
:

spi!)gesì r iniezione, I tubi sono più o meno ria, in un vase di teria verniciato, la cera, il

voluminosi secomlo l’ ampiezza del vaso che trementina molle. Quando la massa
sevo e la
deve riceverli i più grossi hanno otto in no-
: è interamente fusa, si discioglie, nell’ essenz.a,
ve linee di diametro e servono a iniettare
;
la materia colorante, quindi si pone tale me-
i grossi tronchi derivanti dal cuore i mede-
; scliianza in un poco d’iniezione, e finalmente
:
simi sono dolati d’ un rubinetto, e, al par che questa porzione d’iniezione nella massa tota-
V i più {)iccoli, deggiono avere, sui lati del loro le. E bisogno, avanti che si adoperi tale
superiore orifizio due anse trasversali per materia così apparecchiata, assicurarsi della
,

fermare la legatura il loro orifìzio inferiore sua consistenza e del suo colore, lasciandone
;

dev’essere sormontalo di un anello o di una cadere alcune gocce sopra una pietra si può :

scanalatura per fissarvi solidamente il vaso, inoltre assicurarsi della sua temperatura im-
che si stringe circola mente con un laccio. —
mergendovi la punta dei dito, ovvero ren-
Mollissime sono le sostanze che si adoperano dendola schiumosa gittandovi alcune gocce di
per iniettare i vasi e variano secondo che si accjua,
;
Quando si vogliano iniettare degli
: eseguisce un’ iniezione comune o un’ iniezio- organi per trattarli poi colla corrosione, si
f ne fina, secondo che si vuole o non si vuole adopera il gesso fino sciolto nell’ accjua c co-
conservare i vasi mediante il diseccaraento lorato, e meglio ancora una mescolanza di tre
:

I
quando non sì vogliono conservare vasi, si i parti di colofonia, cP una parte di cera bianca
può usare la colla di Fiandra disciolta nell’a- e di trementina, e d’una mezza parte di bian-
jj

i
equa la c{uale ha il vantaggio di solidificarsi co di balena.
;

Per le iniezioni comuni pos-
j
col raffreddamento, di penetrare nelle ultime siamo dispensarci dal far sostenere niuna pre-
ramifìcazioni vascolari, e di conservare alle parazione al cada vere ; ma, per le iniezioni
medesime una mollezza, una flessibilità favo- fine, conviene preliminarmente immergere
revole alla loro dissezione'; ma ha lo svantag- questo in un bagno caldo per tre o cjuatiia
gio che, nel diseccarsi, s’ indura e si accorcia, ore, poi Io si ritira per fermare tubi nei vasi i
j

j
Si prepara tale iniezione nel modo seguente fa che :si vogliono iniettare, dopo averne però
'
macerare per ventiquattr’ ore una libbra di fatto colare il sangue liquido o coagulato che
colla tritata in tre libbre di acqua; falla discio- contengono. tagli da eseguirsi per iscoprire
I.

gliere, ad un fuoco leggero, per raezz’ ora, i tronchi principali delle arterie o delle vene
feltrala, e aggiungi, in sul finire, la mate- verranno indicali più sotto.Ma la maniera onde
ria colorante smin'uzzata in una piccola quan- fissare tubi è sempre la stessa
i s’ introduce :

tità di alcool. — Si fanno le iniezioni comuni sotto il vaso un filo, o una cordicina, e s’immer-
col sevo fuso, solo giungendovi della cera o ge il tubo, nella cavità di cjuello, mediante una
della resina. Ecco il mescuglio che più d’or- incisione si riconducono le due estremità del
:

dinario sì adopera sevo, due libbre


; cera, filo all’ innanzi, se ne fa un doppio nodo;
;

un’ oncia ;
trementina molle, quattr’ once, si ritira alcjuanlo a sè il tubo per assicurar-

Finalmente si eseguiscono le iniezioni fine, da si che il vaso non può scorrervi sopra poi :

conservarsi mediante il diseccamento, o colla si annodano di bel nuovo le due estremità


vernice e colla mescolanza indicata, giungen- del laccio dietro il rubinetto o dietro le an-
dovi però una maggiore o minore quantità se trasversali del tubo. Quando si voglia ese-
d’ essenza di trementina per renderla più pe- guire un’ iniezione parziale , conviene lega-
netrante.— Nè variabile meno è la materia colo- re lutti que’ vasi pei quali non si ha inten-
rante delle iniezioni. Si è convenuto di colora- zione che passi l’ injezione, ed è savio con-
re in rosso le iniezioni che si spingono nelle glio quello di non istaccare, prima dell’ope-
arterie: a tal uopo si adopera il cinabro, il car- razione, la parte che vuoisi injettare dal re-
mino o la lacca della miglior qualità, che si sto deU’iudividuo, perchè quasi sempre si di-
sminuzza in un poco di alcool. Si è pur conve- mentica di legare alcuni vasi, e l’ injezione
nuto di colorare in azzurro le iniezioni del fugge da questi. Essendo apparecchiato l’in-
sistema venoso e allora si adopera l’ indaco o
: dividuo, e convenevolmente riscaldate la sci-
r azzurro di Prussia. Quando si vogliono ringa e la materia per Finiezione, ecco il mo-
prepAKAZioni anatomiche
3^2
eseguire la ope- due cavicchie di legno, lunghezza (P al
della
(îoche si (leve tenere per ^

si adagierà il ca- Clini pollici si penetra allora nel mediastino,


razione dell’ injezione : ;

una tavola o si profonda cautamente la punta del bistorino


davere convenevolmente sopra
bagno; assicuratisi che i tubi nel pericardio, e si taglia, di basso in alto,
si fisserà nel
vasi non contengo- c[uesta membrana
cadavere sopra si volge
non sono spostati e che i
il
;

no acqua, si riempie la sciringa immergendo-


lo stesso lato, per far scolare la sierosità che
ritrae lenta- fosse contenuta in tal sacco; poi s’ introduce
ne il cannone nel liquido, e si
mente Io stantuffo. Per impedire all aria
at- r iud ice della mano destra fra P aorta e P ar-
sullo stru- teria polmonare, e si allontanano lentamente,
mosferica, che potrebbe contenersi
mento, d’ esser spinta ne’ vasi colla materia Pano dall’altro, cjuesti due vasi levando quel-
rivolsre il cannone alPinsù
i'mP 7 Ìnne si rivolge
dell’ injezione,
la lamina del pericaraiOj
pericardio, cneche vi si prolunga al
^
infino a tanto eli esca- di sopra; si porta allora il dito dietro l’aorta,
e si spinge lo stantuffo
no alcune gocce del liquido un assistente e si conduce sopra di esso un laccio doppio
;

mantiene fermo il tubo con vigorìa, e ne ri- destinato a stringere, sopra il tubo, P origine
volge P orifizio nella posizione più comoda dell’aorta finalmente si rovescia il cuore al-
;

per quello che injetta senza pero allontanar- Pinsù, si taglia per lungo il ventricolo sini-
lo troppo dalla direzione del vaso che deve stro di questo, si estraggono, con mia lunga
riempiersi questo ultimo ;
introduce il can- pinzetta da dissezioni, ffrumi che ne otturano i

'O WÏ P
none della sciringa nell’ estremità aperta del gli orifizi, e s’introduce, nell’origine dei-
— riof O fi ì 1

tubo, addirizza queste due parti, indi pren- P aorta, il tubo, che si attacca solidamente per
dendo con arabe mani le due impugnature mezzo del sopra indicato laccio. Se si yoles- —
del cerchio, e applicando dall’altra parte il se iniettare le arterie del cuore insieme alle
pomo dello stantuffo sullo scrobicolo dello sto- altre branche dell’aorta, converrebbe mettere
raaco, fa che Passistente apra il rubinetto della allo scoperto P arteria carotide primitiva, le-
sciringa, e spinga moderatamente sullo stan- garla sopra il punto in cui s’ introduce il tubo
tuffo infino a tanto che senta una resistenza nella cavità di essa, e spingere, d’alto in basso,
:

mantiene per qualche tratto una pressione P iniezione. Le valvole si oppongono che que-
raoderata, e quando lo stantuffo non avanza sta non pervenga nel sinistro ventricolo. La
più, lo che significa P injezione essere com- dissezione delle arterie presenta, agli allievi,
piuta, fa chiudere di nuovo il rubinetto, vuo- poca difficoltà quando si sieno data molta sol-
ta la sciringa, e lascia raffreddare il cadavere, lecitudine nel preparare le miologia e la spla-
Alcuni anatomici, per rendere più penetrali- enologia, soprattutto quando hanno posto la
te P injezione, eseguiscono P operazione in mente a conservare le relazioni degli organi
due tempi, introducendo dapprima dell’essen- coi grossi vasi; allora non fanno che ripetere
za o della vernice colorata, e poi la materia le preparazioni già fatte, e seguire le stesse
per P ordinaria iniezione. Questo metodo regole della dissezione. In fatti, tanto qui,
non dev’essere usato che per le fine injezioni. come nella miologia, il principio consiste nel
A. Preparazione delle arterie. Gli — levare la pelle che copre il vaso, dissecare i
indivìdui i più favorevoli all’ injezione e alla muscoli e le aponeurosi, separandoli, quanto
preparazione delle arterie sono, fuor d’ogni è possibile il più, gli uni dagli altri, senza ta-^
dubbio, gP individui giovani nell’ età di i5 a gliarli, Io che è tanto più facile quanto che le
25 anni, morti d’ emori-agia per esalazione o arterie sono immerse negl’ intervalli che que-
di tisi convengono questi in ispezie per la
:
sti organi lasciano tra sè, o tra i differenti fa-
preparazione dei pezzi che deggiono essere sci che li compongono ; basta, ne’ più casi, se-
conservati col diseccaraento. Ci ha, per al- guirli tra le masse di tessuto
cellulare, e sepa-
tro, dei casi nei quali è ben fatto iniettare rameli. Ma, in tale dissezione, è uopo scansare
degl’ individui più giovani o più vecchi di afferrarli colle pinzette, altrimenti si lace-
,
per istudiare i vasi degli organi che non sono
ben sviluppati che negli uni o negli altri. Per
rerebbero con la massima prontezza. E uopo
altresì, in tale dissezione, seguire i vasi, au

. .
^ ... -
iniettare tutto quanto il sistema aortico in un
dando, quanto è possibile il più, dai tronchi
so o in IVI uo, SI eseguisce prima il taglio m verso le branche, e osservare, successivamen-
se^jUen e co oca i ca» avete sopra il dorso
. si
te, gli angoli che formano alla loro origine
enen o sollevato d petto mediante un ceppo
le curvature che sosten gono nel loro tragitto,
p s ovi a lao o si ag la, sul tragitto della .
e finalmente le anastomosi che contraggono
a pe e ^ ^ lo slerno,
^ ^ mo appendi-
all
alla loro terminazione. —
L’ordine checon-
viene seguire per dissecare tutte le arterie ia
° con un grosso un solo individuo, è quello che venne indica-
^
W
- Il

corno de n f
li
*’ "
"if''."*',™»
'("-elione, il to M sig. Marjolin, al è beo fatto, per

allo .r
tenlono allonlanale
tengono intesamentale àel basso-een-
frammeltenaovi una o tre o sotto-cutanea addominale.^— MUit-
rn £P A B A7 , 1 N I AN A T O M I CHR 3;3
ca îa pelle dalla metà inferiore del muscolo vescia P intestino tenue verso il fianco de-
obbliqiio esterno delPaddomine fino a tre di- stro, colon discendente e
tira a IP infuori
il

ta trasverse sopra Parco crurale, e dalla spina PS iliaca, e leva con precauzione (jiiella
anteriore e superiore delP osso iliaco fino alla parte del peritoneo che si estende da cjueslo
linea mediana. Separa, dal tessuto cellulare intestino fino al lato sinistro dell’aorta: leva !i

che la circonda, Parteria inlegumentale. il fegato, milza, lo stomaco e gP intestini,


la

Arteria epigastrica. raglia le apo- tenui, secondo le norme altrove statuite, ter-
neurosi dei muscoli larghi delPaddomine alla mina di preparare il tronco dell’aorta ad-
distanza di un pollice dal margine esterno del dominale levando il tessuto cellulare che
muscolo retto. Incomincia codesta sezione 10 circonda, e risparmiando le sue divisioni
all’altezza delP ombelico, e terminala a li- diverse da quelle che furono prima indicate :
vello della parte superiore dell’ anello ingui- e sono le
nale, che lascierai in sito dividi quindi, ;
Arterie diaframmatiche inferiori. —
per traverso, le fibre dei muscoli grande oh- Basta levare il tessuto cellulare, che circonda
bliquo, piccolo obbliquo e trasversale verso P origine di queste arterie, e seguire le loro
la loro parte di me7,zo, schivando d’ aprire il branche separando lentamente il peritoneo
peritoneo rovesci» in basso e al di fuori il
;
dalla faccia inferiore del diaframma.
lembo formato dalla parte inferiore dei mu- Arterie capsulari Leva pure il tessuto —
scoli tagliati; spingi alP indentro il perito- cellulare adiposo, i filamenti ed gangli nervo- i

neo, apri quindi il canale, eh’ è percorso dal si, ne’ quali sono immersele arterie capsulari.

cordone testicolare prima di superare Panel- Arterie renali. — La medesima prepa-


lo, eh’ è formato dal piccolo obbliquo e dal parazionej fino ai reni ; indi spacca tali or-
trasversale ;
leva il tessuto cellulare che cir- gani lungo l’esterno loro margine, e rovescia
conda codeste parti si troveranno allora sco-
: a piallo le due parli del parenchima che risul-
perti il tronco delPepigasticade sue connessio- tano dall’ indicata divisione.
I ni col cordone, suoi rami discendenti, e li
i Arterie spermatiche. Leva cauta- —
sarà agevole seguitarne i rami ascendenti, mente il peritoneo sul davanti dei muscoli
rovesciando sopra sè stesso, o tagliando per psoas, taglia lo scroto fino al testicolo, pa-
traverso il muscolo retto addominale convie- : ìallelameute al cordone di questo, e disseca
ne accompagnarli fino alla loro anastomosi 11 vaso situato nella spessezza del cordone.


i

con quelli della porzione esterna o acldoraina- Arterie lombari. Ijcva le colonne
j
I le della mammaria interna. del diaframma, i rnnseoli grande e piccolo
Porzione addominale deiraorta.—Vre- psoas e il quadrato de’ lombi procurando ,

i
parate una volta queste due arterie, apri che non si taglino i rami che ricevono alcune
I largamente Paddoraine con un’incisione circo- arterie lombari accompagna poi i rami an-
:

li lare, lungo le false coste e il fianco fino alle teriori tra’ muscoli larghi dell’ addomine, i
spine anteriore e superiore delle ossa iliache : posteriori sulla massa de’ muscoli delle gron-
Ï rovescia alPinnanzi questa parete addominale. daie vertebrali, e i rachidici aprendo il canal
Tronco celiaco. Volgi e fissa al- vertebrale.

i

l’ innanzi la faccia concava del fegato, fissa DelV aorta alla sua origine. Per
i Io stomaco in basso e a sinistra, taglia Po- mettere compiutamente allo scoperto P ori-
y mento gastro-epatico e rovesciane i lembi, gine e la curvatura dell’aorta, apri il petto
j
quindi abbassa il pancreas, e ti comparirà come si fa per istudiare i polmoni e i nervi
'
l’arteria celiaca, della quale ti sarà agevole della cavità toracica, quando P arteria mam-
\
accompagnare le divisioni. maria interna non sarà stata preliminarmente
La coronaria stomatica. 2 .° epa- V dissecata converrà ben procacciare di rispar-
:

. tica. 3.° La splenica. Per bene scorgere, miare le coste all’ unione della loro porzione
queste arterie, dopo averne esaminata P origi- cartilaginosa coll’ ossea [vedi arteria mam-
]

1 ne, sarà convenevole separare dallo stomaco maria interna) Taglia poi largamente il
]
quella lamina dell’epiploon che vi si attacca, pericardio, e scopri la vena cava, l’aorta e
I
e rovesciare tale viscere a destra. l’arteria polmonare : isola questi vasi, e os-
Arteria mesenterica superiore. — Ro- serva le loro correlazioni fra sè.
vescia in alto colon e fissalo so-
P arco del Arterie cardiache. Sono le prime —
t
pra le ultime P intestino tenne
coste, porta somministrate dalPaorfa'appena che spicca dal
j nel fianco sinistro in modo che la lamina de- cuore: e sono visibili senza P iniezione. E fa-
i
stra del mesenterio riesca affatto allo scoper- cile scoprirne P origine cereandole nel tessii-
I to :’ taglia il meso- colon trasverso affatto to cellulare adiposo abbondante, che occupa
C
i
da presso alla base, e per tutta la sua lun- un infossamento alquanto considerabile situa-
ghezza, e solleva il pancreas per mettere allo to fra l’origine dell’ aorta, P arteria polmo-
I

li scoperto P origine del vaso. nare, ventricolo destro e l’orecchietta dello


il

Arteria mesenteria inferiore. Ro- — stesso nome torna anche più facile il seguirà
;
PREPARAZIONI ANATOMICHE
374
le loro divisioni sulle due superficie del cuore lingua fuori della bocca, e disseca l’arteria
lungo i solchi che le al Ira versano. allontanando le fibre dei muscoli dalla base

Arteria hrachio-cefalica. La prepa- — della lingua.


parazione che scopre la curvatura dell’ aor- Arteria auricolare posteriore. — Mes-
ta, mette eziandio allo scoperto siffatta arteria : so allo scoperto, nel modo indicato, il tronco
le sue correlazioni colla trachea meritano una apparecchiando nella spes-
di quest’ arteria,
speciale considerazione. sezza della parotidela carotide esterna, se ne

Arteria carotide primitiva, Taglia — seguiteranno agevolmente i rami rovesciandi»


gl’ integumenti e il muscolo pellicciaio sul tra- il padiglione dell’orecchio; solo la branca
gitto della linea media, dal margine superiore slilo-masloidea di t.de arteria esige particola-
della cartilagine tiroidea fino alla parte inte- re preparazione. Si proeaccerà di seguirla nel-
riore del collo ;
verifica nelle stesse parti r oreccliio interno, mediante lo scalpello ed il
un’incisione trasversale a livello dell’estrerai- martello (
per altro dopo aver dissecate le ar-
tà superiore della prima, e prolungala dal terie della testn )

margine anteriore di un muscolo sterno-ma- Arteria occipitale. Disseca e rove- —


sloideo al margine simile dello sterno-rnastoi- scia, in basso e all’ indietro, la parte supe-
deo opposto; disseca l’uno e l’altro lembo dal riore del muscolo slerno-mastoideo , dello
di dentro al di fuori, rovescia nella stessa dire- spleiiio e del piccolo complesso sega 1’ a- ;

zione la metà inferiore del muscolo sterno- pofisi mastoidea e leva gl’ integumenti della
mastoideo dopo averla dissecata; solleva, lesta.
dal di fuori al di dentro, muscoli che copro-
i Arteria faringea inferiore. Non si —
no la trachea, e conserva accuratamente le re- studierà quest’ arteria che dopo aver veduti i
lazioni dell’arteria colla vena iugulare interna, V’asi del cervello e ilella faccia. Si potrà nulla
col nervo pneumo-gastrico, col gran simpati- di menoseguirla in prima, per la maggior
co, col corpo tiroideo, coll’ arteria tiroidea parte di sua estensione, dissecando 1’ arteria
interiore e colle vene sotto-claveari. occipitale; allorché poi si vorrà vedere il cer-
Carotide efìterna. —
Ingrandisci l’inci- vello, converrà spaccar la faringe e la testa,
sione eseguila prima fino al condotto uditorio dall’ innanzi all’ indietro, sul tragitto della li-
esterno, disseca il lembo posteriore dell’ in- nea media.
cisione fino al margine posteriore dello ster- Arteria temporale. — Rovescia la paro-
no-raasloideo, e 1’ anteriore fino sul davanti tide, e leva gl’ integumenti del capo.
della glandola parotide e della mascella ro-
vescia quindi la parotide, di basso in allo, ri-
; Arteria mascellare interna. — Sega
la testa orizzcuitalnieo te nella riunione dell.i
sparuiiando le arterie che vi si distribuiscono, volta collabase, leva il cervello e pratica
evitando massimamente di tagliare il tronco
dell’auricolare posteriore, che nasce sovente
i tagli seguenti. —
Leva l’arco zigoma-
1

tico fino unione della porzione squammo-


all'
dalla carotide esterna nella spessezza di questa sa del temporale, e rovescialo in basso ver-
glandola, siccome quello della trasversale della so il terzo superiore del muscolo massetere ;
faccia, che presenta spesso la medesima dispo- sega la mascella inferiore , davanti il margi-
sizione. ne anlerioi-e del muscolo massetere sega
Arteria tiroidea superiore. Incidi, ver-
so la loro parte media, i muscoli omo-joideo
— altresì il colio del condilo, e l’apofisi coro-
;

e noide, evitando il tronco della mascellare in-


slerno-joideo, quindi rovescia i lembi di siffat- lerna questo eseguito, tira all’ infuori e ro-
;
ti muscoli, e spacca la cartilagine tiroidea nel- vescia branca superiore della mascella in-
la
la sua parte media per
seguire le divisioni del feriore, dopo averne separata la parte infe-
ramo laringeo nella laringe.
riore dallo pterigoideo interno. Questa pre-
Arteria facciale. —
Colloca un ceppo parazione renderà palesi tutte le branche
sollo parte posteriore del collo, disseca
la
, somministrate dalla mascellare interna fino al-
ni tutta la loro estensione, i
muscoli digastri- 1’ uscita dallo
pterigoideo. Per seguire le ra-
ci e stilo-joideo,
taglia i muscoli presso la
mificazioni profonde, mandate dall’ alveolare
loro inserzione superiore, e rovescia sul-
ai denti posteriore, è uopo levare collo scal-
l’osso joide, rovescia pure la
glandola sot- pello la lamina esterna dell’osso mascellare si :
to-mascellare sulla parte interiore del
milo- porrà allo scoperto l’ infraorbitale levando,
jouleo; la dissezione non presenta
quindi nin- con una cesoja e un martello, tutta la porzione
na dillicoltà.
Arteria linguale. — Preparata la faccia-
esterna dell’orbita. —
Si scuoprirà la menin-
gea media, facendo tirare al di fuori e all’ in-
le , taglia
muscolo milo-joideo nella sua
il
nanzi il muscolo pterigoideo esterno, e il con-
niserzioucsull’ osso joide, rovescia codesto dilo della mascella. Quelle tra le diramazioni
muscido sul mascellare inferiore,
sega que- di codestabranca che si distribuiscono per la
st idtimo osso nella sua parte inedia,'^
allon- dura-madre, non hanno uopo di ninna pre-
tana 1 frammenti di quest’ osso,
stira e fissa la parazione. Per vedere poi le temporali prò-
preparazioni anatomiche 3^5
fonde anteriori e posteriori, conviene rove- ciliari, loro entrata nel globo del-
fino alla
sciare il muscolo temporale, levare il tessuto 1’occhio, bisogna dissecare le arterie dell’oc-
cellulare adiposo, i nervi e le vene che le cir- chio stesso. Per giungere a questo, taglia i
condano. —
La preparazione della palatina muscoli motori del mentovato organo presso
superiore richiede che la fossa zigomatica ven- la loro inserzione nel globo deU’occhio, le-
ga allargata ancor più che per le arterie pre- va l’ occhio e il nervo ottico, ponilo in nn
cedenti. Quindi si taglierà la parte anteriore vase largo, poco profondo e pieno di acqua
e superiore dell'ala esterna dell’ apofisi pteri- limpida spacca con fine cesoie la sclerotica
;

goidea esportando quasi tutto il muscolo pte- dalla cornea fino ai nervi ottici, termina di
rigoideo esterno. Seguita poscia il tronco del- levare compiutamente la sclerotica e la cor-
la palatina superiore, e, a tine di giungervi, a- nea, apparecchiando il passaggio delle ciliari
pri il canale palatino posteriore,sul davanti e al posteriori e delle anteriori, attraverso code-
di fuori, ne’tre quarti superiore di sua estensio- sta membrana. Apri quindi la coroidea e poi
ne, tagliando, colla cesoia, ilmargine anteriore la vedere l’ arteria centrale, do-
retina, per
dell’ala esterna dell’apotisi pterigoidea, fino al po avere allontanata cautamente la retina dal
livello della parte superiore del tubercolo del- corgo vitreo. Si potrà seguire il tronco della
1’osso palatino. —
Per mettere allo scoperto arteria centrale della retina nella spessezza
I la branca vidiana, apri il canale vidiano le- del nervo ottico spaccando gl’involucri mem-
> valido quella porzione dello slenoide eh’ è si- branosi di questo nervo.
tuata al di sotto e al di fuori del solco conte- Arteria sotto claeeare. —
Quando si
1 nente il tramezzo cavernoso. Sega poscia il ca- perviene alla afissezioue dell’arteria sotto-c!a-
f
po dall’ innanzi all’iiniielro, in modo che ri- veare, secondo l’ordine in prima statuito,
I manga il tramezzo delle tosse nasali dalla par- deve già essere allo scoperto la sua origine
ate della preparazione stacca dalla superficie ;
dai duedietro l’apertura del torace, isti-
lati,

) scoperta di questo tramezzo la membrana che tuita [per istudlare l’arco dell’aorta e 1’ ori-
) lo riveste, taglia il vomere e la lamina per- gine delle carotidi. 'Disseca i muscoli che s’in-
i pendicolare dell’etmoide lungo la volta e il seriscouo alla parte superiore della clavicola,
t pavimento delle fosse nasali cjuindi taglia , rovescia codesto osso all’ infuori dopo aver-
e la mendjrana, e rovesciala in modo che sco- ne staccati i muscoli dalla faccia superiore ;
(
prasi la parete esterna delle fosse nasali. Que- disseca poi diligentemente i muscoli scaleni
J sta preparazione serve eziandio p^er mettere e libera 1’ arteria sotto-claveare dal tessuto
li scoperto la sfeno-palatina. È facile se-
allo celluloso abbondante che
circonda conser-
la
i*
ioguirc le ramificazioni somministrale da co- .
vando le corrispondenze di questo vaso colla
(le^te «lue brandie, tanto alla membrana pi- vena e coi nervi cervicali.
j tuilaria, quanto alla palatina. Arteria vertebrale. —
Disseca propria-
Carotide interna. Leva — mascella
la mente la porzione cervicale del trapezio, lo
1 inferiore, i muscoli che vi si attaccano, ialiu- spleuio, i due complessi rovescia (juesti mu-
;

ij gua, osso joide, la tai'ing>!


1’ disseca i’ ar- ;
scoli alla parte opposta, risparmiamlo, quanto è
'ì teria fino alla base del cranio conservandone possibile il più, le arterie che li penetrano dis- :

t le correlazioni; apri colla cesoja il canale ca- seca i muscoli che si attaccano alleapotìsi tras-
f- lotico, disseca 1’ arteria nel solco cavernoso vei'sali,i retti posteriore e gliobbliqui della te-

0 conservandone le correlazioni, e segui il vaso sta; rovescia il retto mag;'iore e l’obbliquo su-

!{ prima alla superficie, poi nell’interno del periore suiroccipite apri colle cesoie il canale
;

4 ccr\eilo.(L opportuno il non studiare le divi- delle apofìsi trasverse delle vertebre apri la ;

'li sioui della carotide nel cervello, che dopo a- spina e il cranio, come per levare il cervello,
ver studiato il tronco della verlelirale.) A- e procura di levate l’arteria nell' atto che si
^
P duinpie leverai cautamente il cervello, e lo rivolge per penetrare nel cranio poscia col-
;

conserverai in un vase pieno di acqua aci- loca 1’ encefalo sulla superiore sua faccia, co-
dulata. me si è detto trattando dello studio di que-
Arteria ottalniica. — Apri l’orbila co- sto, e seguile branche che gli soratninislra-
me per lo studio dei muscoli, ma prima dis- iio le vertebrali e le carotidi ,
c le anastomo-
seca le arteria che si distribuiscono per i si che queste formano base dell’organo.
alla
muscoli c per la glandola lagriraale, sgom- — • Le altre branche della sotto-claveare sono
braadoli del copioso cellulare tessuto onde le tiroidee inferiori. —
Ija preparazione an-

c piena 1’ orbila. Conviene tendere di mano zidetla Ita dovuto metterle allo scoperto.
in mano, ora muscoli, ora la glandola cd
i Arteria scapolare superiore. — Ad i-

ora il globo dell’ otadiio che si fa tirare all’in- scoprirc questo vaso e i suoi rami, separa il
nanzi. Do{jo aver studiala lienc [)cr (juesl.i ,
trapezio dalla clavicola e dairotnoplala, e ro-
guisa, la branca iulraorbilale, le muscolari, vescialo sul dorso senza rompere le branche
le cluioiddli, la lagrimale, le [lalpcbrali, la na- arteriose che riceve dalla scapolare siq)erio-
sale, la frontale, la centrale della retina e le re e dalla cervicale Irasversa ; disseca i mu-
PREPARAZIONI ANATOMICHE
376
scoli (Iella spalla, e rovescia i loro lembi in di- all’innanzi o rovesciali successivamente Timo :

rezione opposta. sull’altro, mentre che andrai separando leu- *

j.4.Tt6Tici cGKVica^^ trdS^GTSQ.,


— Ijb stes- tameate la pleura dalla faccia interna delle co-
sa preparazione.
stee dalle parti laterali dell’aorta; leva il tes-

Arteria mammaria interna. Separa — suto cellulare adiposo che circonda quest’ ar- -

dallo sterno le cartilagini delle coste, ma d’nna teria, e segui ciascheduna delle branche sora- -

parte soltanto sega le coste dalla parte op-


;
ministrate da essa , e tutte le altre piccole ar- •

posta, per traverso, nel mezzo della loro lun- terie somministrate dall’ aorta toracica , come

ghezza, e rovescia verso Taddomine il lembo le raediastiniche, le bronchiali e le esofagee.

formato dallo sterno e dalle coste che vi sono Tale preparazione è all' incirca la stessa che 3

waile il resto delia


:
preparazione avrà do- quella del nervo pneuraogastrico. — - Per que-
vuto essere già eseguito, se pur si è tenuto, sta preparazione dell’ aorta toracico, quando 1
:

dissecando le arterie, il metodo che abbiamo sia eseguita dopo quella della sotto-claveare e ì

sfatuilo. dell’ ascellare, dev’ essere praticata su quella i

Arteria intercostale superiore. E — parte delPindividuo che non ha servito anco-


già posta allo scoperto mediante le antece- ra alla dissezione.
denti preparazioni. Arterie del bacino. Arteria sacra 1

Arteria cervicale profonda. Disseca — media. Preparando le arterie del bacino,


i muscoli dalla parte posteriore del collo a si trova tale arteria davanti l’ultima vertebra 1
.

fin di scoprire le divisioni di quest’arteria,e lombare e la parte media della faccia ante-
risali dalla tronco, che dev’essere
divisione al riore del sacro.
allo scoperto in seguito alle preparazioni del- Arteria iliaca interna o ipogastrica —- .

la sotto-claveare. Tale dissezione è difficile e rilevante, poche es-


Arteria ascellare e sue divisioni. sendo le arterie dalla cui esatta conoscenza si 1

Rovescia in basso il muscolo gran pettorale, posano dessuraere tante pratiche induzioni. In-
separandone il margine superiore dalla cla- comincia dal dissecare la porzione estrapel-
vicola, e disseca la toracica superiore, l’acro- vlca delle branche glutea , ischiatica e puden- •

miale, la toracica inferiore, sbarazzandole dal da interna taglia adunque la colonna ver-
:

cellulare tessuto che le circonda. Tira tebrale fra la quarta e la quinta delle verte- -

all’ innanzi la estremità sternale della clavico- bre lombari; rovescia poi, dopo tagliatili
la per poterla scoprire aldi dietro ; disseca il trasversalmente i muscoli grande e medio
,

sotto-claveare tirando l’ estremità scapolare gluteo, risparmiando le branche che vi si di-


della clavicola, taglia per traverso il piccolo stribuiscono. Scoprirai allora il tronco del-
pettorale sotto il suo terzo superiore, e allon- l’arteria glutea sotto il margine superiore dei
tana leggermente i lembi disseca T arteria muscolo piramidale, e lo seguirai nella sua

;

sotto questo muscolo e continua ad iscuo- distribuzione. Sotto il margine inferiore i

prirla fino al disotto


tendine del piccolo
il del muscolo piramidale , trovasi 1’ arteria
pettorale allontanando il braccio dal corpo. — ischiatica, che converrà seguire per ì mu-
Le scapolari comune e superiore hanno disco- scoli della regione posteriore della coscia
;
perta 1’ origine loro, niecliante le precedenti separa quindi uno dall’altro
l’ i due lega-
preparazioni. Si accompagneranno le loro di- menti sacro - iliaci
visioni dissecando i muscoli della spalla.
Per ben studiare
— tronco dell’ interna pudenda. Per diseccarla
,
e troverai fra questi il

le circonflesse, si può separa- ne’ punii *da essa percorsi, inoltrandosi dalla
re braccio dal tronco, e rovesciare i due
il
regione anale in verso le parti genitali, con-
lembi del deltoide dopo averlo tagliato nella viene preparare diligentemente i muscoli del
media sua parte. perineo poscia seguita P arteria fino al pe-
;
Della porzione toracica delV aorta e ne o nella clitoride, spaccando il corpo ca-
delle sue branche. Disseca prima esle- vernoso luogo la parte laterale esterna di esso.
ïiormenle le lutercostab, la cui preparazione
Compiuta siffatta preparazione, passa
dev essei latta iu gran parte, se si è comin-
a quella della porzione enlro-pelvica dell’ar-
ciato ad istudiare le toraciciie esterne. Si
cer- teria ipogastrica taglia presso P osso pube i:

cheranno le loro parli posteriori levando i mu- ;

il muscolo gracile interno e i due primi ad-


scoli larghi del dorso, poi separando gli uni duttori ;
disseca arteria ileo-lombare se-
1’
dagli altrii muscoli ch’empiono la regione dor- parando lo psoas dall’ iliaco, e separando (jne- '

sale; allorasepara ì muscoli intercostali ester-


sto presso isuoi punti d’ inserzione. Se-
ni dagrinierni, e seguita le divisioni
dell’arte- ga (piindi il corpo di uno de’ pubi sul da-
ria fino anastomosi coi rami esterni
alle loro
vanti del toro sotto-pubico, e P osso ileo dello t

della mammaria. Apri quindi il petto se- stesso lato immediatamente davanti la sinfisi i

gando, dalle due bandcs le sei o sette


prime sacro-iliaca ; rovescia dalla parte del taglio
coste verm la metà di loro lunghezza
o anche che hai instituito, la vescica e il retto, e po-
un po’ più all’ indietro fa tirarci
j polmoni llai agevolmente pass ire alla dissezione del
PREPARAZIONI ANATOMICHE 377
.Cronco e delle branche somministrale dall’ar- ilsoleo che rovescierai sulla faccia esterna della
ìeria ipogastrica alla vescica , alla vagina o fibula; spacca 1’ aponeurosi tibiale d’alto in
all’ utero e via discorrendo. —
- Non dovrai basso, dal di fuori al di dentro, e disseca l’ar-
poi seguire l’olturalrice, nel tragitto che per- teria.
corre tuor del bacino, che nell’ alto del dis- Arteria fihulare. —
E facile il seguire
secare le arterie profonde della coscia. la fìbulare allontanando i muscoli della re-
Arteria iliaca esterna. —
Studiata che gione profonda posteriore della gamba, dopo
già sia l’epigastrica, l’ esame deli’ iliaca ester- avere apparecchiata la tibiale.
na non presenta veruna difficoltà basta sepa- : Arteria plantare. —
Dopo aver levati
rarla dal tessuto cellulare che la circonda. gl’fintegumenti della pianta del piede, conser-
Arteria crurale. —
- Taglia la pelle dal vando, per quanto è possibile, le arterie inte-
l)el mezzo dell’ arco inguinale lino al condilo guinentali, separa successivamente dalle tube-
interno del femore rovescia grinteguraenli e
; rosità de! calcagno e riconduci dall’indietro al-
dissecala pudenda esterna e l’ integuraentale l’innanzi 1’ adduttore del grosso dito, il breve
addominale, se pur non l’hai già fatto spacca ; flessor Comune delle dita e 1’ adduttore del
poscia nella stessa direzione l’aponeurosi cru- piccolo dito osserva , rovesciando codesti
:

rale e la rovescia; rovescia eziandio il sartorio; muscoli, i vasi che ricevono, e leva il cellu-
separa poi, senza tagliarli, i muscoli retto an- lare tessuto che trovasi intorno le arterie plan-
teriore, tricipite femorale, tensore delFaponue- tari taglia poscia
: tendini de’ flessori, a fin
i

rosi, per discoprire 1’ esterna circonflessa del- di seguire la branca di terminazione della pe-
le sue liranche questo eseguito, seguiterai la didia, 1’ arco plantare e le sue divisioni.
profonda fino inverso la parte inferiore del Arteria brachiale e sue divisioni.
terzo adduttore ;
quindi, passando alla parte Incidi la pelle e il tessuto cellulare parallela-
posteriore, rovescerai i! gran gluteo, e, al- mente al margine interno del bicìpite inci- ;

lontanando l’uno dall’ altro i muscoli che si di r aponueurosi brachiale: allontana code-
inseriscono nell’ ischio , vedrai, alla disco- ste parti risparmiando le vene sotto-cutanee,
perta , le p)erf<)ranli e la branca trasversale massime alla piegatura del cubito studia il :

della circonflessa interna. Allora è uopo tr.^gitto dell’arteria e le sue divisioni musco-
studiare l’arteria otturatrice fuor del bacino, lari. —
Deile arterie nutritive dell’omero,
rovesciando in basso i muscoli pettineo ed i siccome di tutti gli altri vasi di questo gene-
due primi adduttori. re , non conviene occuparsi che dopo aver
Arteria poplitea. Taglia e rove- dissecate le arterie delle parti molli; allora si
,scia gl’integumenti nel mezzo dallo spazio può segar l’osso con no taglio perpendicolare,
popliteo ; leva cautamente il tessuto cellulare ovvero farlo macerare nell’acido nitrico per
adiposo, piega un poco la coscia sulla gam- tagliarlo con maggiore facilità.
ba ; allontana i muscoli che limitano late- Arteria radiale e cubitale. —
La pre-
ralmente ed in basso la regione poplitea se parazioni
;
di tali arterie è sì facile che vano
questi muscoli impediscono troppo, si può ta- riesce io esporne tutti i ragguagli basta il
;

gliarli per traverso allora


: potrai dissecare seguirne i tronchi allontanando i muscoli at-
.senza fatica il tronco della poplitea, e tagliare traverso i quali penetrano, e apparecchiare i
le sue diramazioni articolari per seguirle alla differenti rami, a misura che si presentano
parte anteriore del ginocchio per far questo, sotto lo scalpello,
:

Di tali branche una sola
converrà rivolgere il membro e distaccare, richiede particolare attenzione riguardo alla
con precauzione, la pelle. direzione ed è quella che rientra nella pal-
Arteria tibiale anteriore. —
Taglia la
;

ma della mano per formare 1’ arco palmare


pelle e 1’ aponeurosi tibiale all’ innanzi di- profondo e che viene somministrata dalla ra-
;

vidi il legamento anellare anteriore; allon- diale. —


Per mettere allo scoperto quest’ arco
tana il tibiale dagli estensori e risali fino
;
palmare profondo, conviene, dopo dissecato
alla parte superiore della gamba. l’arco palmare superficiale somministrato dalla
Arteria pedidia. —
Di cidi gl' integu- cubitale, tagliare per traverso[i tendini dei mu-
menti nel tragitto di una linea, efesi riterreb- scoli flessori delle dita, verso la parte superiore
dalla parie anteriore dell' articolazione ti- della rnano, e rovesciarli d’alto in basso si se- ;

bio-larsiana all’ estremità posteriore del pri- pareranno poi gli uni dagli altri i muscoli della
mo spazio interraetalarsiano ; lo rovescia al palma della mano.
ili dentro e al di fuori, e rovescia pure il mu-

scolo pedidio dall’ indietro al davanti e dal B. PREPARAZIONI DELLE VENE.


di fuori al di dentro ; prolunga la dissezione
per iufino alle dita. Lostudio delle vene è in generale trop-
Arteria tibiale posteriore. Taglia i — po negletto dagli allievi, i quali non vi si
muscoli gemelli per traverso nella loro parte danno che dissecando le arterie, limitandosi
media ; allontana i lembi, e separa dalla lihia ad iscuoprirne i tronclù principali sovente
:

Encicl. Med. T. tl.


PREPARAZIONI ANATOMICHE
3^8 ,

Le difficoltà questi organi, dopa averli separali dal resto


anche non fanno nè men questo.
sistema di va- del cadavere, e immersili nell’ acqua calda. In
che offre T iniezione di siffitto
spezie di trascuiatez- tutte queste iniezioni , è necessario operare
si è la cagione di questa
eli hanno con cautela, eseguire la legatura delle bran-
za per altro le indagini recenti^
:
dell infiamma- che venose a misura che si tagliano, pregia-
l’alto conoscere e la frequenza
zione delle vene e la gravezza degli accidenti rne convenevolmente I’ inilìviiluo ìnimergeii-
confortare a dolo nell’acqua calda, spingere moderaiainen-
che r accompagnano, dovevano
te rinjezione ad impedire i crepacci, e giovarsi
porre nello studio di codesti canali un’ at-
d’ una materia assai penetrante.
tenzione maggiore che non siasi fatto fin qui.
Gl’individui più idonei a tale studio sono i NeU’ordine della circolazione, le vene de-
vecchi magri, ch’hanno larghissimo e svilup- rivano dalla periferia per recarsi al cuore. E
patissimo tale sistema. —
Quantunque si pos- questo ordine appunto sarebbe uopo seguire,
sa, usando pazienza, seguire le vene in istato
volendo studiare le vene secondo il corso del
di vacuità per infino alle ultime loro ramifi- sangue; ma allora sarebbe mestieri il far coraiti-
cazioni, e più agevolmente ancora allorché so- ciamento dai ramoscelli e dai rami per risali-
no piene di sangue, che si fa coagulare dentro re alle branche ed ai tronchi. Ma, perchè più
ili esse bagnandole nell’ alcool, e si p )ssa, me- facile alia dissezione è 1’ ordine inverso, que-

diante siffitie dissecazioni, acquistare nozioni le sto è uopo seguire. — 1 tagli, e le iucisiuni

più esatte circa le attinenze e la capacità delle necessarie a porre sono


a discoperto le vene,

vene, riesce utile tutlavolta lo iniettarle all’uo- uguali a quelli «li già indicati per iscoprirc
po di rendere e più agevole e più pronta la loro le arterie. Ad evitare le inutili rcpitizioiii
preparazione ; ed è indispensabile sempre il ricorderemo le descrizioni già fatte a misu-
ricorrere a codesto mezzo, quando si voglia, ra che ce ne presenterà 1’ occasi"ne. Le —
dissecandole, conservarle. —
Per injeltare il attinenze delle vene cogli organi vicini (mas-
sistema venoso, quanto più perfettamente è sime circa le «livisioni ) , siccome men rile-
possibile, conviene empierlo in parecchi pun- vanti che sono di quelle delle arlerie esi- ,

ti ad un tratto, i.*^ perchè forma due apparec- gono


o che si ricorra allo studio ili siffatti or-
chi circolatori che non comunicano per nulla galli più presto per regioni, che prendendo-
Ira loro; 2 .^ perchè molte branche di cpiesto le a considerare ad una ad una a mo’ delle
sistema offrono internamente alcune valvo- arterie: ecco jierchè siffatto studio non esige
le che si oppongono al passaggio della iniezio- che preparazioni, cui riescirà agevole abbrac-
ne «lai tronchi verso le loro estremità. I — ciarle sotto di un solo punto di vista.
punii diversi ne’ quali introduconsi tubi ad i Prima preparazione. —- l'^ene cardia--
iniettare tutte le vene in un solo cadavere, che^ cena caca superiore^ cena sotto-cla-
riescono ai seguenti,
per l’ iniezione dell’aorta
Apri il petto come veare jugulare e branche dipendenLi. —
introduci, per
; Disseca i mtiscoli del collo apparecchiando i
la destra orecchietta, un grosso tubo nella ve- rami venosi «li questa regione, massime le
sia cava superiore introduci , nel tempo
; due iugulari interna ed esterna, che agevol-
stesso, due tidil molto più piccoli nelle vene mente, senza molle indicazioni, si trovano;
del dorso della mano, e spingi ad un trat- , cerca poi, nella parotide, i rami onde la iu-
to, f’ iniezione per questi tre punti: allora fi gulare esterna comunica colla interna. Poni
accadrà di riempiere lutto il sistema della ve- allo scoperto le vene che accompagnano le ar-
na cava superiore, le vene del collo, della fac- terie di questa regione, come fu indicalo jiar-
cia, i seni della dura-madre e le vene del cer-
lando delie arterie. Quamlo le iugulari e —
v(dlo, le soUo-claveari
, le ascellari eie vene le vene cervicale e facciale che in esse riesco-
superticiali e profonde dei membro toracico.
no, saranno ben dissecale, separa i muscoli
Ad o[>porsi che 1’ iniezione penetri nella vena grandi pettorali dallo sterno e dalla metà an-
azigo, conviene legare silLtta v«ma alla sua
teriore della clavicola. Sega le clavicole ver-
imboccatura nella vena cava, oppure attaccar- so la
metà della loro lunghezza, e leva il
vi il tubo al disopra di questo punto, —
Po- frammento interno di queste ossa ; sega le
ni «ptindi gii stessi tubi, il gr«jsso nella vena
sette prime coste da ciaschediin lato, verso
cava infei'iore, e gli altri due'uellc due safene la
loro parte media, e rovescia lo sterno e la
sul dorso del piede; allora li verrà fatto d’ iu-
porzione delle coste che vi rimane aderente,
ieltare il tronco della vena cava inferiore,
le in basso e all’ innanzi. Dopo aver tagliale le
vene sopra-e|)aticlie, le renali, f azigo, le vene
vene mammarie interne, alla distanza di cir-
dei b.icino, c quelle de’ memljri inferiori. —
ca un pollice dalla loro imboccatura, basteià
Ij.» v«ma porta sarà iniettala dal tronco della
accompagnarci vasi secondo 1’ online della
Splcnica, o da una branca di una delle
lericlie, la quale si farà uscire per
mesen- loro descrizione. Per vedere le vene car- —
uu’apertu- diache, è mestieri tagliare il pericardio in cro-
t pialicala nella parete addominale.

Le vene ce, nella sua parte anteriore.
del cuore e del polmone si
riempiranno, in ene polmonari. P
Questa raedesimn —
PRIiPAilAZIONI ANATOMICHE 379
preparazione potrebbe servire allo studio del- Quinta preparazione. D ena porta.
l’ artcì'ia e delle vene polmonari, anche senza — Rovescia gl’ intestini a destra, cerca il
che tali vasi fossero stali iniettati. Basterebbe duodeni* e il margine superiore del pancreas :
tirare innanzi il cuore, ed allontanare Tuno qui troverai agevolmente il tronco della ve-
e l’allro polmone; allora converrebbe atlen- na porta, che ti sarà facile accompagnare fi-
tanienle osservare le correlazioni di codesti no al solco del fegato ; della qual vena potrai
vasi tra sè e colle branche. ricercare le radici, seguendo l’albero della
Vene azigo. — Ilo vescia a sinistra il distribuzione delle arterie dello stomaco,
polmone destro, e poscia a destra il polmone della milza, degli intestini e la loro prepara-
sinistro, leva la pleura sulle parti laterali del- zione già indicata.
la colonna vertebrale, e allora ti cadranno Vena cava inferiore. — Leva lo sto-
sotto gli occhi r azigo e le principali sue maco, le intestina, la milza, e pe-
insieme il

divisioni. ritoneo che separa la parte profonda del


Seconda preparazione. — Vene e seni basso-ventre; rovescia il fegato a destra e al-
del cervello, —
Dopo aver dissecate le vene l’insù, spacca il diafrapama dall’ innanzi al-
integuinentali della cute capellula, cerca spe- l’ indietro, di rincontro al lato destro della
zialmente quelle che comunicano colle parti vertebrale colonna solleva il cuore, e scor-
;

esteriori del cranio per mezzo de’ forami del- gerai allora, in tutta la sua estensione, la ve-
le ossa e delle suture. —
Spacca gl’ integu- na cava inferiore, e ne seguirai le branche
menti della testa dalla radice del naso fino a secondo P albero della loro distribuzione.
livello occipito-allantoide,
dell; articolazione Le vene epatiche sole.non seguono il tragitto
e rovescia quest’ integumenti col manico d’u- delle arterie e le troverai nel luogo in cui
;

no scalpello. Apri, con un martello, il cranio, la vena cava attraversa l’incavatura del mar-

rompendo in piccoli frammenti le ossa, at- gine posteriore del fegato.


finchè sia meno
esposta a lacerarsi la dura- Sesta preparazJone., —
Vene dei mein^
madre ; taglia questa membrana a’ due lati bri addominali ed inferiori. Le vene pro-—
del seno longitudinale, dall’apofisi cresta di fonde dei membri addominali si preparano a
gallo tino alla protuberanza occipitale ; ro- quel modo medesimo che le arterie. - Per —
vesciane uori i due lembi, disseca alla
all’ inf le superficiali , basla eseguire un’ incisione

superficie del cervello tutte le vene fino alla lungo il loro tragitto, tanto alla coscia, quan-
loro sboccatura ne’ seni. —
Quindi leva la so- to alla gamba rivolgere i lembi a destra e
;

stanza cerebrale fino ai ventricoli per accom- a sinistra, quindi spaccare l’interno di tali
pagnare le vene dei ventricoli al seno destro. vene fino alle loro radici, per istudiare la di-
'Jermina di levare sostanza cerebrale, e
la sposizione delle loro valvole.
fa (ristudiare la disposizione dei vari se-
ni (siccome fu detto parlando delli dura- C. PREPARAZIONI DEI LINFATICI.
madre). —
Quando gli avrai veduti, notoraiz-
Tra
zerai la vena otlalmica precisamente a quel tutte le parli dell’anatomia, il siste-
modo che avrai fallo per 1’ arteria. ma linfatico è il più negletto : la difficoltà di
Terza prejoarazione. Delle vene e dee— iniettare co'lesti vasi, il poco tempo che .si

seni del canal vertebrale. Apri il canal — consacra allo studio dell’anatomia pratica, e
vertebrale tagliando le lamine delle vertebre spezialmente la mancanza del luogo e degli
presso la loro base. Leva la p)arete posteriore strumenti convenevoli sono veri e reali osta-
del canal sacro, ed esamina le vene menin- coli opponentisi alla coltivazione d’ una delle

gee posteriori; spacca posteriormente la guai- più rilevanti parti della scienza. È uopo che sia
na membranosa della midolla per discoprire grande il desiderio d’istruirsi, per trovare *
le vene spinali; slacca poi il grande appa- linfatici ed iniettarli senza aver avuta una i-

recchio legameli toso, e scorgerai i seni lon- dea di tali cose, fuor quella che si acquista
gitudinali e trasversi che aprirai per assicu- leggendo. Disperando di poter riempiere il
rarti della loro tessitura ed ampiezza. vuoto lasciato, intorno a quest’ argomento,
Quarta preparazione. - Vene dei da più reputali manuali ( perchè e’ sarebbe
membri toracici o superiori. Per mette- — uopo d’ uno spazio maggiore, che non m’ è
re allo scoperto le vene superficiali dei mem- accordato,per far menzione de’più importan-
ti ragguagli intorno ad una operazione siflat-
bri toracici, basti levare gl’ integumenti sot-
to i (juali sono situati, ma è rilevante, nel ta) mi faccio a descriverla d' un modo gene-

dissecare vene, che si osservino (liligen-


tali rale, siccome ho fatto delle altre. Gl’ indivi-
lemente le loro attinenze colle arterie , coi dui grassi e vecchi sono a tale preparazione
nervi e coi tendini che sono posti in vici- ipiù sfavorevoli; negl’ individui infiltrali, che
nanza alle medesime, massime alla piegatura vennero sopra gli altri raccomandali, i lin-
del cubito, per causa dell’ operazione del sa- fatici si scorgono difficilmente, si presentano

lasso. sotto la forma ingannevole di vene vuole di


paEPARAZIOSl ANATOMICHE
38o
che diffici- essere introdotto ne’ vasi sottili. Ai conirarïc?
sangue, e il mercurio non circola
interno qu rai se la parete è troppo sottile, questa estremi-
lissiraamenle nel loro .

tà facilissimamentc si rompe alla più lieve


sembrano i più idonei a tale —
giovani, ed offeienti un
n a pressione. Per congiungere questi tubi di
i tisici di statiiraalta,
ne’ piedi. I)ispazia_la- vetro all’ ampolla, che deve essere attaccata
lesr-era infiltrazione
individui, un in- a vite sullo stromento', si fornisce la loro e-
mcnte esiste sovente, in tali
stremità superiore di cerati o di seta piat-
duramento alle glandole, che impedisce
al fili

Innanzi dare ta,ovvero se ciò non basti si consolida (juesta


mercurio di attraversarle.
congiunzione colla cera di Spagna. Innanzi
ìncominciamento all’ operazione dell’ iniezio-
d’intraprendere l’ operazione, conviene os-
ne dei linfatici, è uopo nettare e lavare Tin-
servare se lo stromento cammini bene, se ab-
flividuo con acqua tepida , e se vuoisi stu-
bagnare per qual- bastanza considerabile sia il gifcto del mercu-
diare i vasi della pelle ,

va iniettata. -—— Gli rio, e se non è abbastanza, si raccorcia, me-


che tempo la parte che
diante le cesoie, P estreinilà del tubo. Final-
strumenti di cui ci serviamo per 1 iniezione
de’ vasi linfatici, sono di una forma presso
mente conviene assicurarsi che il mercurio
che identica quello che più d’ ordinario si non filtri tra ìa parete del tulio e 1’ ainpiolla,
:

adopera è un tubo di vetro, alto circa due siccome le spesse volte addiviene. Prima di
piedi, dotato superiormente d’ un’anello di
conseguire una riuscita perfetta conviene es-
ferro, mediante il quale può essere fissato, e sere disposto a spendere molto tempo. Appa-

d’ un piccolo imbuto dello stesso metallo per recchiato per tal modo il tubo, lo si fermerà
introdurvi facilmente il mercurio. La sua e- in posizione verticale, o mediante una corda
strerailà inferiore, guernita di una specie di attaccala alla volta, o mediante il sostegno
gorbia, si adatta ad un tubo ricurvo inter- di Fohmann. Non esiste che una sola mate-

namente cavo e sormontato di un rubinetto, ria per l’ iniezione dei vasi linfatici dico il :

all’estremità del quale tubo si attacca a vite mercurio corrente. Si può per altro iniettare
un’ampolla di ferro, che riceve un tubo di con cera, il canale toracico. Ecco pertan- —
vetro, di ferro o di platino. Sì rende più co- to il meccanismo dell’operazione. Situato l’in-
modo tale stromenlo, frapponendo al tubo dividuo, ravvolto in un lenzuolo, sopra una
di vetro e all’ ampolla un tubo di gomma e- tavola, i cui margini sono protubérant! per
lastica lungo circa otto pollici, la cui tessitu- conservare in essa il mercurio che scola dal-
ra densa e stipata, gli ha, nelle arti, acquistato lo stromento, si leva con un bistorino bene
il nome doppio tessuto. La
di buona quali- affilato una porzione dì pelle per mettère al-
tà dello stromento sta appunto in ispezie lo scoperto alcuni vasi linfatici. 11 solo fisoli
ne’ mezzi onde si congiungono queste parli fa agevoimeute discernere dalle piccole Vene,
diverse. —
1 piccoli tubi che s’ introducono dai filamenti nervosi, e spezialmente dalle
ne’ vasi linfatici e vi conducono il mercurio, laminette del tessuto cellulare, colie quali
sono costrutti di vetro, di ferro o di platino; si possono confondere. Aperto il vaso lo si

i più agevoli a usare sono i tubi di ferro o separa cautamente proccaciaiido di disten-
platino, che formano corpo coll’ ampolla, e derlo colla linfa comprimendo la parte sul
.sono costruiti dai coltelUnaj ;
ma tali tqbi luogo in cui si vuoi pungerlo si prende al- :

sohiogeneralmente troppo grossi e pare thè lora 1’ estremità del tubo da iniezione come
;

da questo lato sieno stati singolarmente per- una penna da scrivere, e prendendo un pun-
fézionali. Quelli usali in Italia dal professore to d’ appoggio solido sopra il cadavere col
Panizza a Pavia, presentano un’estremità tan- carpo e coll’
antibraccio, si profonda il tubo
to sottile quanto una punta di ago se si po-. :
ben affilato nel vaso, e si apre il rubinetto
tesse fabbricarne, in Francia, di somiglianti, per farvi passare il mercurio, la molti casi,
gli anatomici li adolterebbono prestamen- si è costretti di tagliar prima secondo la
,
te perchè non si rompano, e la loro congiun- sua lunghezza, il vaso, con ufia lancetta, af-
zione ùon fa perder tempo come quella dei fine d’ introdurvi più agevolmente il tubo;
tubi di vetro. Questi, lunghi qual so- ma allora è necessario, ad impedire lo scolo
no due pollici all’ incirca , vengono in una del metallo, legarvi al di sopra il vaso eoa
delie loroestremità assottigliai li alla lam- un filo di seta : nell’ uno e nell’ altro caso,
pada ; la parete del tubo , che serve a for- rnanliensi immobile il tubo, e si ac.. Jisla ht
marli, non dev’essere nè troppo grossa nè certezza che l’ iniezione si eflètlua qi^indo
troppo sottile ; s’ è troppo grossa, il canale veggasi la colonna del mercurio dlsceude-
interno è piccolo, e il mercurio non può
uscirne che a stento, anche sotto una consi-
re lu modo lento e graduato. Ma raro—
e che l’ operazione proceda tanto regtdar-
derabile pressione, e quando vogliasi ottene- meate : talora si perfora il vaso da bamla
re im gitlo continuo, conviene raccorciare a banda
,
e allora il mercurio si spande
per guisa 1’ estremità assottigliata del tubo, nel tcssulo cellulare vicino
; altre volle in-
che questo ne riesce troppo grosso per poter vece il vaso linfatico si rompe. Finalmente
PïlEPARAZlOrfl ANATOPriCHlì 38
avviene le tolte che il tubo stes-
spesse dietro l’altra, le due estremità del vaso taglia-
so si otturi. In tutti questi casi, conviene ri- lo, e iniettarle di nuovo se mai era vuoto. Fi-
cominciare l’operazione ed impedire un nuo- nalmente, per impedire che il mercurio scoli
vo accidente aumentando o scemando, secon- continuamente vena sotlo-cla veare [»er
nella
do i casi, l’altezza della colonna de! mercurio. l’ orifizio del canal toracico è uopo legar
,

I vasi linfatici -vogliono, stante le loro valvole, questo presso la sua imboccatura, o iniettare,
essere iniettati a quel modo stesso die si fa del- con sevo, la vena.
le vene, che, vale dire, dalle brandie verso i
tronchi; ma siccome le varie loro divisioni so- Artìcolo V,
no pin distinte ancora le une dalle altre che
quelle del sistema venoso, così i punti, ne’quali PREPARAZIOKE DEI NERVI,
deggiono collocarsi i tubi a fin di riempierli
compiutamente, sono pure piirnumerosi : La neurologia anato-
è quella parte dell’
quindi è necessario iniettare separatamente Io mia la cui dissezione richiede maggiore de-
strato superficiale e lo strato profondo che strezza, pazienza, non che le maggiori cu-
formano negli arti. Per altro siccome i vasi re perciò è mestieri darvisi allo studio dopo
:

d’uno stesso strato tengono frecjuenti comu- tutte le altre ,


non solo perchè, a tale puaìo
nicazioni tra sè, basta introdurre siffatto tubo degli studi anatomici, s’ è«aoc]UÌsìala bastevole
in due o tre per riempierli tutti. Per in- — assuefazione da poter superare gli ostacoli die
iettare i linfatici superficiali del membro in- quella presenta, ma eziandio perchè è indi-
feriore, ne scoprono due o tre sul dorso
se spensabile la conoscenza di tutte le altre parti
del piede, e per quelli del membro superiore, per ben seguire i nervi nelle loro altineuze
è necessario ferirne due o tre sul dorso della cogli organi vicini. E impossibile, a cagione
mano. S’ iniettano di poi i linfatici prolondi d’esempio, il dissecare i nervi del capo, quan-
della gamba e del braccio, e si trovano sem- do non abbiasi ben presente allo spirito 1’ o-
pre abbastanza grossi e num.erosi d’intorno i steologia di cjuesla parte è come un riassunto
:

vasi sanguigni profondi da essi accompagnali. dilutfa l’anatomia, che si fa quando si apparec-
Per iuiellare i linfatici della ptelle, qualunque chia la neurologia, —
iNon tulli gl’ individui
sia la regione del corpo cui spettano, è suffi- sono egualmente idonei allo studio de’ ner-
ciente incidere tale membrana con fino .scal- vi i cadaveri dei bambini magrissimi,
: o log’
pello per lo spazio di due o tre linee, e intro- germenle infiltrali, sono fra tulli migliori :i

durre, in quest’ apertura, l’estremità del tu- gli alunni poi deggiono preferire i cadaveri
bo, e fermarvelo colle proprie dita. Per que- degl’individui adulti morti da marasmo , per-
sto modo Fohmann inietta pure le mem- chè, ili questi, i nervi sono assolutamente più
brane sierose. Si possono studiare i vasi lattei grossi quindi hanno un neurilema pici den-
:

dell’intestiuo e del mesenterio pungendo uno so, sono più resistenti e si spargono per su-
o più gangli di questa parte col tubo da inie- perficie pici estese. In alcuni casi è utile ac-
zione, e, per operare più sempliceraeule, si crescere la loro cousislenza per agevolarne
può aprire 1’ addomine di un animale viven -
la dissezione il quale effetto
: si ottiene im«

te alcune ore dopo eh’ esso ba mangiato al- ; mergendo per cjualche tratto il pezzo nelFal-
lora codesli vasi sono gonfiali dal chilo. — cool a 22 °, al quale aggiuugesi un grosso ai-
Finalmente si discopre il tronco medesimo del fi incirca, per piata, «l’acido nitrico o icb'oclo-

canale toracico coll’ uno o coll’altro degl’ in- rico. Deggio per altro avvertire che la disse-
dicati due mezzi. —
Descritti principali i zione dei nervi si o[>era pure, con sufficiente
punti pei quali si jmiò iniettare il sisteina facilità, sopra individui eh’ hanno già inco-

linfatico, indichiamo alcuni de’ precetti appli- mincialo a imputridire. L’azione degli acidi
cabili alla dissezione del medesimo. Con- — e degli alcali rende più manifesta la strut-
viene cominciar sempre dalla preparazione tura dei nervi gli uni induriscono la polpa,
:

dei vasi superficiali, e, in tale preparazione, la disciolgono gli altri e si può ancora gon-
;

convien guardarsi dallo scoprirli soverchio, fiarli o iniettarli con mercurio alla foggia deì

ciò che gli espone a rompersi ed a vuotai si Bogros tale struttura si studia, in parlicolar

;

del mercurio che li riempie studiato questo


: modo, sul nervo ottico. Nella dissezione
strato superficiale, si procaccia di conservarlo di un nervo, qual eh’ esso sia, conviene da-
rovesciandolo sui lati insieme all’ aponeurosi prima osservarne fi origine, e non solo osser-
che lo sostiene, e si passa allo studio dei vasi varla nel punto in cui filamenti di esso si
i

profondi che seguono il tragitto delle arterie: staccano palesemente dalla superficie dell’en-
conviene essere mollo intenti nella dissezione cefalo della midolla o di uri ganglio, ma ezian-
massime quando i medesimi mettano capo nei dio accompagnarlo collo scalpello nella pro-
gangli, perchè, in questo punto, cangiano di- fondi tàffie’mento va ti organi, raschiando, piu t-
rezione e possono essere tagliati. Se soprarri- loslo che tagliando, il loro tessuto. Biso-
vi tale accidente^ sarebb’ uopo segare, 1’ una gna, secondariamente^ studiare il tragitlo che
PRKPAIlAZIONl ANATOMICiîE
3oa
percorre dentro sgorg;are dal sangue conlemilo''i saranno dis-
:

il nervo iiitfiramente formato


poste dentro lioccali di torma appro])riata ,
)1 — e vedere la disposizione
cranio o •;» spina, 7 1 1*
^

chiusi ermeticarneute con mastice. Possono
»iv--i oei tronolii co (piali esce
i

codesti canali si eziandio essere diseccali e conservali così


da’siffaltc cavità. A<I aprire
per Io studio a tal uopo, licii diseccato che
nsa martello, maneggiandoli con
la cesoia e il
;

ioni- sia il pezzo, e ben disgorgato dal sangue, si


molla prudenza per non ischiacciare e
le ossa. immergerà, per alcuni giorni, in un miscuglio
pere nervi nell’ atto che si spezzano
i

neurologia, per evi- di alcool e di essenza «li trementina. Dopo


Ideile preparazioni di fina
prima ram- avernelo ritirato, si attacca sopra una cornice
tare così falli accidenti, si fanno
mollire le ossa nelTacqua acidulala. Convie- — di legno, e, per mezzo di alcuni spilli incur-
vali ad amo, e di fili che si attaccano alle lo-
ne in 3.^ luogo, seguitare il corso (lei nervo fino
possono ro leste, si tenderanno le varie parti com-
alla sua terminazione. Due modi si
te-
ponenti la preparazione in guisa che si con-
nere ili cpiesla parte della preparazione: i piiu-
servino, per quanto è possibile, le loro re-
cipianti, che deggiono conoscere spezialmen-
lazioni e le naturali loro forme. Ma siccome,
te la destinazione de’ nervi, eh’ è la cosa più
rilevante a ritenere, prescinderanno dalle con-
dopo il dissecameli to, i nervi si rendono gial-
lastri e trasparenti, e il loro colore non risalta
nessioni per ritenere meglio l’obbietto preci-
puo que’ che avranno già
del loro studio ma quanto basta, di mezzo ai tessuti
allor più,
;

dissecalo i nervi, procacceranno di conservar- circostanti, si dipingono in bianco con colore

ne le correlazioni coi muscoli e coi principali ad olio: e diseccato che (questo sia, s’ inver-
Irouchì vascolari. Le più volte, specialmente nicela diligentemente il pezzo. Convie-
dissecando i nervi de’membri, basterà separa- ne studiare, sul cadavere, i nervi per re-
re mnscoll delle parti vicine, e volgerli
i d’una gioni e non secondo gli apparecchi or-
,

jiarte e dall’altra per accompagnare i cordoni ganici a’ quali sono destinati. Così si ha il
«die passano ne’ioro interstizi; nè si dovran- vantaggio di poterli notomizzare tulli nel-
no tagliale che in caso di assoluta necessita, a lo stesso individuo , ed ac({uislare, con fa-
cagione d’esempio, per la dissezione de’ filetti cilità, esatte conoscenze sulle mutue conne-
nervosi serpeggianti tra’ muscoli larghi. Ma sioni de’vari nervi che attraversano una stes-
allora uou si farà che tagliare trasversalmente sa regione. Per tagliare il minor nu-
il muscolo senza però levarlo interamente. E mero possibile de’ nervi che si distril.misco-
inriliUMo accompagnare nervi (li questi i organi no per le parti molli del cranio, conviene u-
fino entro la sostanza muscolare, perchè questa sare il processo seguente: ra<la la testa e
si lacererebbe, pendendo molta di sua bellezza taglia, secondo il corso della linea mediana,
la preparazione. Solo i piccoli vasi dovranno tutte le parti molli, fino al pericranio incltisi-
essere levali, non essendo le correlazioni loro vamente, dalla gobba nasale per infino alla
di ninna pratica rilevanza, e potrebbono, pel pertnberanza occipitale esterna separa col ;

numero loro, intricare lo studio della prepa- manico d’ uno scalpello il pericranio dalle
zioue. Qualche volta si ebbe difficoltà a po- ossa fino all’ inseizioae dei muscoli tempora-
ter discernere mi nervo da un vaso vuoto; l’ia- li, e stacca codesti muscoli alla loro inser-
eisione longitudinale del cordone, per la quale zione fino al livello dell’ orecchio messa co- :

si palesa l’esistenza di un canale nel suo centro, sì allo scoperto la volta del cranio, separala

toglierà ({ualsiasi dubbio intorno la vascolare dalla buse colla sega o col martello segale o

:

natura di esso. Nella dissezione de’ tenui rotte le ossa, leva la scatola del cranio, ta-
filetti nervosi, vuoisi evitare di prenderli con glia la dura-madre, ed estrai il cervello, co-
li equenza tra le branche delle pinzette, per- me per lo studio di questo viscere , immer-
chè in tal modo si appianerebbero e rom- gilo in un liquido conservatore per isludiare
perebbero. Io preferisco prenderli con pin- in esso l’origine de’ nervi a misura che Io
zetlc ad lincino, che li pungono, ma non li notomizzerai
daimeggiano. —
In molte di queste prepara- Regione orbitale. Neroo patetico.—
zioni conviene avere, a posta sua, un aiu- —
Si levi con sottile scalpello la parete su-

tante intelligente il quale, con un uncino a periore dell’ orbila sitagli il periostio, che
:

manico, sollevi e tenda le parli a misura che è produzione della dura-madre, e veste la
si dissecano. Si può, a rigore, in luogo
della- mentovata parete; aprisi il canale ov’è con-
iiilante, usare alcuni uncini ad anello, leciti tenuto il nervo patetico questo canale si
;
puntesi fermino alla tavola, o ad altre parti trova dietro l’ apotisi ciinoidea
posteriore,
vicine. Fiualmeule ò bene l’ inumidire, tratto più in basso e più al di fuori che l’orifizio del
1 ratio, la preparazione
con alcool diluto nel- canal membranoso occupato dal nervo del
]’ acapia, quale rassoda
— Le preparazioni de’e imbianchisce
il
ner- i terzo pajo ;
volge lungo la parete esterna
si
vi. nervi possono es- e superiore del seno cavernoso, e si porta
sere cotiservate nell’alcool, o in (pialsisiasi
al- ohhliquamente in alto, e all’ innanzi e al di
tro liquido conscrvalorcq dopo
averle fatte dentro ; nell’orbita, il nervo pafclico si trova
r R L F A iv A £ 1 0 N 1 ANATOMICHE ÛOO
air inlei-no lato del ramo frontale del quin- do[)o .di questo non rimane altro che leva,
to [)ajo, e si sparge lino alla parte media re il tessuto cellulare che circond;i
adi[)oso
del muscolo grande oljbliquo. le varie parti contenute nell’orbita.
Convie- —
Branca ottalmica del quinto pajo. — ne ricordare in ispezialilà che codesto nervo
A [ìl i nella superiore sua parie il canale invia nn ramo alquanto considerabile al gan-
juemhranoso ove penetra il quinto pajo, pas- glio ottalmico, e che questo ganglio è [»o-
sando sopra la parie interna del margine slo all’ esterno Iato del nervo ottico, sei li-
superiore della rocca pjoseia leva con pre-
:
nee aM’ incirca lontano dal fondo dell’ or-
cau/,ioue, dal di fuori al di dentro, quella bila. Si iiotoniizzeranno con attenzione i
porijoiie della dura — madre die riveste la nervi ciliari che quinci si partono per re-
taccia cerebrale delle grandi ali dello sfenoi- carsi al globo dell’ occhio.
de avverrà allora che discoprirai il rigon-
;
iVereo motore esterno delV occhio. —
liamento gaiigliforme , eh’ è costituito dal Dopo aver tagliata la parete esterna del
quinto pajo nella fossa media e laterale del- seno cavernoso, il nervo motore esterno de-
la base del cranio. Ma poiché i tìletti ante- gli occhi apparirà applicalo sull’ esterno la-

riori del trigemello non concorrono a tor- to deli’ arteria carotide ;


quivi mestieri è ri-
mare codesto plesso, basta rovesciarlo ali in- cercare due o tre rossastri che met-
filetti

fuori per assicurarsi di tale disposizione. tono in comunicazione codesto nervo col pri-
Conviene poscia accompagnare tale branca mo ganglio cervicale del grande simpatico:
ottalmica lungo la parete esterna del seno ca- quindi si accompagnerà il tronco dei nervo
vernoso lino alla sua entrala nell orbita per tino al muscolo retto esterno, ove si perde
la iessura sfenoidale, e continuare, in tale cavi- compiutamente.
la, le indagini('«'suoi dilferenti rami; che sono: Nereo ottico. - —
Allontana le inser-
il ramo iagrimale, il troutale, il nasale. Per zioni de’ muscoli che circoadauo codesto
iiotomizzare agevolmente Iagrimale e’ suoi
il nervo alla sua entrala iieU’ orbila e, dopo ,

rami, conviene lar stirare, all innanzi e al esaminatane la posizione e le relazioni, la-
tli dentro, la glandola Iagrimale e
la palpe- glia la guaina alquanto densa fornitagli dal-
bra superiore, e se si incontrasse troppa dil- ia dura-madre, e quindi il suo neurilema,

licoltà a ritrovare l’estremità posteriore di e vedrai allora abbastanza chiaro tale neu-
cotesto nervo, non si comincerebbe a iioto- rilema somministrare , dall’ interna sua su-
niizzarlo che davanti al luogo ove si attac- perficie , molti prolungamenti che divido-
ca alia dura-madre. Quando si perverrà ai no la cavità del nervo in canali più o rneu
filetti mascellari che traversano P osso del- larghi contenenti la polpa nervosa. Si pos-
lo stesso nome, converrà usare lo scalpello sono conservare intatti questi canali e spre- ]
c il martello ed operare con diligenza. mendone, colla pressione, la polpa o facen-
Per notomizzare il ramo nasale, conviene do macerare il nervo in una soluzione al-
allargare, massime esteriormente, l’apertura calina. —
Per conoscere come si diporti
eh’ e stata già eseguita nell’ orbila per istu- ilnervo nell’ occhio, basta spaccare tale or-
iliare predetti nervi, tagliare
i
cautamente gano dall’ indietro all’ innanzi, levare il cor-
l’aponeurosi superiore dell’ estremità poste- po vitreo, e notomizzare poi sott’acqua la
riore del muscolo adduttore dell’ occhio ; retina.
rovesciare al di fuori codesto mnscolo, al- liegione facciale Porzione ester-
lontanare, mediante un uncino o levare, na del nervo facciale. Leva le parti
quando non vogliasi conservarli intatti, i molli che coprono l’ apofìsi raastoidea se- ;

muscoli retto superiore ed elevatore della ga orizzontalmente codesta eminenza :dla


palpebra superiore. Ma
levando il tessuto base, coll una piccola sega o con uno scal-
cellulare adiposo che circonda in tale pun- pello; rovesciala in basso e all’ infuori; uo-
to i nervi, si cercheranno diligentemente tornizza dall’ indietro all’ innanzi e dal di
i

filetti somministrati dal nasale al ganglio dentro al di fuori la glandola parotide ; e al-
ottalmico e al globo dell’ occhio, sotto il lora scoprirai il tronco del nervo facciale.
nome di ciliari anteriori, e il ramo etmoi- Se ^non ebe così operando, conviene guar-
dale die penetra nei canale orbitale interno. darsi dal tagliare il ramo auricola r poste-
JYerço motor comune dell'' occhio. — riore medesimo eh’ è talvolta situa-
del ,

(Jonvien cercar questo nervo nella parete e- to immediatamente sulla parte anteriore del-
slerua del seno cavernoso, aprire la guaina 1’ apofìsi masloidea. Ovvero eseguisci u-
somministratagli dalla dura-madre , consei- na incisione orizzontale profonda a livello

vando le sue coiTispomlcnze col nervo del del collo del condilo della mascella; falli a
quarto pajo e colla prima branca del quin- cercare, nel fondo di tale incisione, la branca
to, seguire i rami che vanno ai muscoli a : su[)criore del nervO' facciale che d’ordinario
t.d uopo conviene rovesciare al di Inori il vi si trova, e risali, mediante codesta bran-

retto esterno, c tirare all’ innanzi 1 occhio: ca, al tronco del nervo, noLomizzamlolo dal
PREPARAZIONI Anatomiche
384
all’ indie- negl’ individui giovani. Si seguono poi
ai tuoi! al ai deiilro, dall’ innanzi
mestieri sempre, senza fatica, i filetti somministrati
tro. Trovato il tronco del facciale, è
bianche noto- dal nervo dentale, dopo eh’ è uscito dal ca-
sesjiiilar ciascliednna delle sue
nal mascellare , levando la membrana luu-
fTiizzando propriamente i muscoli i vasi e gli
cosa del labbro inferiore, o mettendo allo
altri nervi situati nella loro vicinanza, facen-
scoperto i muscoli triangolare, quadrato, ed
do tendere ciascheduna parte con un uncino,
di mano in mano che si notomizza. orbicolare delle labbra. —
Fra tutti i rami
Baino mascellare inferiore del nervo somministrati dal mascellare inferiore, il pte-
trìfacciale o del quinto pajo. Notomiz- — rigoideo dev’ essere notomizza to I’ ultimo
cautamente che cuopre la parte
la pelle stante la sua profonda situazione discende :
za
superiore della parotide e la fossa temporale, questo fra il plerigoideo interno e il perista-
pter conservare il nervo temporale superficia- fillno esterno. —
Nolomlzzati cosi tulli i rami
ie somministrato dal mascellare superiore.
— somministrati dal mascellare inferiore, chi vo-
Sega l’arco zigomatico alle sue due estremità, lesse metter bene allo scoperto il tronco dal
lo rovescia d’alto in basso, e cerca il ramo quale si dipartono, converrebbe, con uno
masseterico che passa fra il eolio del condilo scalpello e martello, levare a pezzi tutta la
delia mascella inferiore, e la parte posteriore porzione squammosa del temporale , fino a
ed inferiore del muscolo temporale. Se- livello della parte anteriore del condotto udi-
ga cpniudi il collo del condilo della mascella torio esterno, e la più gran parte della gran-
per mettere allo scoperto il tronco del tem- de aia dello sfenoide formante la parete supe-
porale superficiale. Stacca, d’alto in Las- riore della fossa zigomatica.
so, rasente l’osso, muscolo temporale, e cer-
il Ramo mascellare superiore del quinto
ea nella spessezza del medesimo rami tem- i paio. — Conviene cominciare dall’ assicurarsi
porali profondi. —
Si scoprirà il ramò buc- ilei filetto inalare somministrato dal ramo or-
cale^ segando 1’ osso mascellare nella sua par- bicolare, levando cautamente la pelle che co-
te media, rovesciando leggerraeule, <lall’ in- pre r osso della guancia. Codesto filetto, che
nanzi all’ indietro, la branca di quest’osso, e s’ anastomizza con un filetto del facciale, esce

distendendo il muscolo hueelnatore mediante dal canale osso a una linea o due dalla
dell’
un luraceiolo di filaccia introdotto nella boc- parte media del superiore ed anteriore suo
»;a. — Si procederà poi alla ricerca del ramo margine. —
Lo stesso è uopo operare rispet-
linguale, segando, albi sua base, f apolisi co- to al filetto temporale, dello stesso ramo or-
l'ouoide, e roycsciaudo in basso e all’infuori la liitale , il quale filetto traversa l’osso della
in aura della mascella, senza però esercitare nin- guancia eanastomizza col nervo facciale, ma
s’

na trazione violenta sul nervo den tale iaferio- prima nervo mascellare inferiore.
col Tro- —
re.--II primo ramo, che trovasi al lato esterno vati che sieno una volta codesti due filetti, sega
di codesto nei'vo, ([uasì all’ altezza della parte 1’ arco zigomatico ali’ indietro e all’ innanzi,
inferiore del collo del condilo della mascella, leva i muscoli massetere , temporali colla
jivollo all’ insù dalla parte della cavità irle- metà della mascella inferiore, conservando
noivle, c il ramo indicato col nome di corda peraltro il muscolo buccinatore e quelli che,
del timpano. Si finirà di porre allo scoperto dalla parte inferiore ed esterna della circon-
si lia nervo, levando eau lamente, e a pieco-
Ito ferenza dell’ orbita, recano al labbro supe-
.si

b trammenli, la parte anteriore della parete riore. Taglia i due muscoli plerigoidei,
.supcriore della cavità glenoide. 11 resto — quanto più presso è possibile alla loro inser-
della dissezione del linguale si opera allonta- zione nello sfenoide separa compiutamen-
:

nando le mascelle, tirando all’ infuori la lin- te 1’ osso della guancia dall’osso mascellare
gua, ed in aito, dalla pa.rle opposta a quella super-.oie, conservando il ramo orbitale, e l’a-
•he si notomizza. Dopo questo, basta levare naslornosi di questo col lagrimale. Tale ramo
la membrana che riveste la parte inferiore è situalo comunemente lungo il margine su-
della lingua, e la parte inferiore e laterale
del- ppiiore della fessura sfeno-orbitale. Stira
la bocca si scoprono allora tutti i filetti
:
l’occhio all’ innanzi o il ^eva co’ suoi mu-
somministrali dal linguale ai muscoli della scoli, apri, per tuttala sua estensione, il
mascella, alle gingive, alle glandole salivali,
solco infra-orbilale, e accompagna sino alla
alla lìngua e le sue diramazioni
che si con- faccia il nervo infraorbitale e le sue divisioni,
giungono quelle dell’ ipoglosso.
a
sialo posto allo scoperto, dalla
Essendo — allontanando e notomizzaudo accuratamente
preparazione i muscoli orliicolare delle palpebre, canino,
Imgnale, il nervo dentale inferiore dalla
pcriore sua parte fino alla sua entrata
su- e<l elevatore del' labbro. —
Per mettere allo
nel ca- scoperto il ramo dentale, bisogna esportare
nale delia mascella inferiore, se ne
continuerà tutte le parli molli che coprono la fossa cani-
la preparazione levando,
o con tanaglia o con na e levare, con forte scalpello, la lamina su-
forte scalpello, la parete anteriore
di questo perficiale della parete anteriore del seno ma-
canale e degli alveoli ciò che non
, è diffìcile scellare e tutta quanta la parte anteriore del
PREPAR AZIONI ANATOMICHE 385
marcine 'Alveolare. Tale preparazione del ner- Nervi olfattorinervi palatini e rami
^

vo dentale superiore, siccome quella dell’in- che si distribuiscono per le fosse nasali. —
feriore, deve essere istituita in un giovane in- Dividesi , nella linea mediana , in due parti il
dividuo la cui ossificazione non sia compiuta. cranio , lasciando il tramezzo delle fosse na-
— Studiata la disposizione dei nervi dentali sali ilalla parte in cui il nervo mascellare su-
anteriori e superiori, si passerà alla ricerca dei periore sarà stato preliminarmente iiotomiz-
I
dentali posteriori e superiori sorgenti dall’ in- zato. — Se si volesse studiare il nervo olfat-
fra-orbitale avanti la sua entrata nell’ orbita : torio, è uopo, secondo il consiglio dello Scar-
conviene cercarli tra le branche dell’ arteria pa, scegliere un individuo giovanissimo, ed
ìiiascellare interna, e seguitarli fino alle radici immergerne la testa col cervello nel liquore
ileidenti, distruggendo la lamina compatta e- del Monrò. Il nervo olfattorio, per tal modo,
steriore della tuberosità mascellare. Uiman- — sollevasi nellagrondaia etmoidale, più com-
gono ancora dei mascellare superiore i rami patti ne divengono i filamenti , e si scorgono
che se ne dipartono nella fossa zigomatica, e manifestissimi alla loro uscita dal bulbo. —
che talora muovono da una specie di rigonfia- Questi filamenti si ramificano sui cornetti su-
mento appianato, triangolare , che chiamasi periori, lungo la volta delle fosse nasali e si
sfeno-palatino. —
Per mettere codesto gan- mettono allo scoperto distaccando , sulla mi-
;

glio allo scoperto, stacca ,


dal di fuori al di nore metà della testa, la membrana pituitaria
dentro, ladura-madre che tappezza la fossa dallo strato fibroso al quale si attacca, e se-
laterale media della base del cranio fino sui parando periostio dalia superficie dei cor-
il

lati del corpo dello sfenoide ;


tagliate, con netti. Siprocede, nello slesso modo, sul tra-
una cesoia, le ossa del cranio dall’apofisi or- mezzo per ritrovare i filetti esteriori. 1 filetti
bitale esterna del frontale fino alla parte an- mediani poi sono cortissimi si può tuttavol- :

teriore ed esterna del foro mascellare supe- ta assicurarsi della loro esistenza staccando
riore, le taglia parimente dalla parte ante- la membrana pituitaria, che tappezza la la-
riore ed esterna del condotto uditorio esterno mina etmoidale. —
Quando si vogliano esa-
fino alla estremità interna del margine ante- minare nervi palatini, conviene staccare di
i

riore della rocca ; rovescia all’ infuori il gan- alto in basso quella porzione di membrana
glio plessiforme dal trifacciale per dividere, pituitaria che tappezza la parte posteriore
senza ledere codesto intreccio nervoso , la della parete posteriore delle fosse nasali, apri-
grande ala dello sfenoide fra la parte posterio- re il canale palatino posteriore rompendone
re del foro mascellare superiore, e 1’ apice cautamente l’interna parete, e seguire da poi
della porzione pietrosa del temporale. Que- i rami che il palatino somministra al turbi-

sti tre tagli eseguiti , leva quella porzione nato inferiore, all’amigdala, al velo del pala-
di osso eh’ è compresa tra essi, e disgombra to, alla membrana palatina. Codesta prepa-
dal tessuto cellulare e dai rami numerosi che mette eziandio allo scoperrto que’ fila-
r^ffizione

li circondano, i filetti nervosi di cui tenui menti che il nervo viJiano manda entro il
parola nel paragrafo precedente, recantisi alla seno sfenoidale. —
Ma ci ha ancora, tra i
parte superiore del ganglio sfeno-palatino. — nervi sparsi per le fosse nasali, il ramo etmoi-
Praticati gli anzidetli tagli preliminari, si po- dale della branca ottahnìca del Willis, il
tranno seguire nervi somministrati dal gan-
i quale penetra pel foro orbitale interno e vi
glio sfeno-palatino. — i.® li nervo vidiano, si divide in due filamenti. Si scoprono co-

aprendo il canal vidiano nella sua parte supe- desti filamenti togliendo, dall’indietro ali’in-
riore ed esterna, e un secondo canale membra- nanzi, la membrana pituitaria sulla parte an-
noso ov’è contenuto il nervo quindi si segui-
;
teriore del tramezzo e dietro le ossa proprie
ranno i due filetti ne’ quali il nervo dividesi ; del naso, e si accompagnano
fino agl’ integu-
2,.° il filetto cranico, che penetra nella spessez- menti della parte inferiore del naso, per le
za della sostanza cartilaginosa del foro lacero quali spargono.
si Non rimane allora di
anteriore, e si colloca poscia nel solco situato notomizzare che i rami somministrati alle
davanti 1’ apertura del Falloppio , per pene- fosse nasali dai nervi sfeno - palatini per :

trare nella rocca, dove si troverà nel mentre questi taglia


,
a piccoli tratti, la lamina per-
,

che si apparecchieranno nervi dell’ orecchio


i pendicolare dell’etmoide e il vomere leva :

iulerno ;

3.“ 11 filetto inferiore che passa i frammenti di quest’osso e la porzione car-
nel canale carotico. Per ritrovarlo basta apri- tilaginosa del periostio e la
tramezzo ;
il

re, con forte scalpello, codesto canale: questo membrana pituitaria , che rivestono il tra-
filetto si anastornizza con quelli del ganglio mezzo del lato opposto a quello nel (juale
cervicale superiore. — I nervi palatini poi e è rotto, deggiono essere lasciati iu posto
sfeno-palatino , somministrati anch’ essi dal per iseoprire un nervo alquanlo grosso, che
mascellare inferiore , onderemo a trovar- discende dall’ indietro all’ innanzi , attaccato
ii parlando de’ nervi dell’ apparecchio olfat- alle dette membrane, e che si porta verso la

torio. parte anteriore e inferiore delle narici ; è il

Encicl. Med. T. JI.


P R H F AR A 7, î O N I A NA TO M 1C HE
386
«aso palatino. Siccome co(ïes?o nervo
si cac- in alto e all’ innanzi. — Per vedere il ramo
condotto situato nella che si distribuisce al vestibolo e ai canali
cia poi in un piccolo
semi-circolari , conviene levare la parete su-
spessezza delle ossa mascellari per ramificarsi
membrana pituitaria così lo accompa- periore del vestibolo e la porzione convessa
nella ,

delle pareti dei tre canali semi-circolari. -—


gnerai in questa parte del suo tragitto, sepa-
rando r uno dall’ altro le ossa mascellari e no- Pei filamenti poi dell’ acustico, che sono mol-
tomizzando, d’ alto in basso, la parte ante- tissimi, sarà bene alcune ore innanzi noto-
riore della membrana del palato. — Dopo il mizzarli, immergere il temporale nell’ acqua
nervo naso-palatino, a render compiuto lo acidula ta.
studio del nervo mascellare superiore, con- Nervo grande ipoglosso. — Notomizza-
verrà seguire le altre branche nervose dello ta la parte superiore dello sterno-mastoideo,
sfeno-palatino, e troveranno esse staccando
si il digastrico, lo stilo-joideo e i muscoli che si

la pituitaria che tappezza la parte posteriore attaccano alla parte inferiore dell’ osso joide,
del turbinato superiore, dei turbinato medio, si segherà trasversalmente l’ apofisi raastoi-

del meato superiore, e la parete inferiore del dea , e la si rovescerà all’ ingiù e all’ infuori.
seno sfenoidale. Quindi si taglierà il ventre posteriore del di-
Nervi contenuti nella rocca. Sono — gastrico, e 1’ apofisi stiloidea presso la supe-
questi 1’ acustico, una porzione del facciale e riore sua estremità; si tirerà quest’ apofisi in
un filetto del ridiano -,6 convien sempre no- basso mediante i muscoli che vi si attaccano. Si
tomizzarli sovra un cadavere di bambino. — taglieranno i legamenti dell’articolazione tem-
Si farà cominciaraento dal facciale. Levata la poro-mascellare , e finalmente si spingerà al-
lamina disostanza compatta che cuopre la l’ innanzi la branca della mascella. Tale pre-
faccia anteriore della rocca, dalla base di que- parazione pone allo scoperto il nervo grande
sta parte fino all’ orifizio dell’ apertura del ipoglosso alla sua uscita dal foro condiloideo
Falloppio , si aprirà il condotto uditorio in- anteriore allora basterà seguirne le dirama-
:

terno in alto e all’ indietro ; quindi si stac- zioni secondo le norme generali, ripetendo la
cherà dal resto dell’ osso, tra il fondo di que- preparazione che serve a far vedere il lingua-
sto condotto e la regione raastoidea, quella le nell’ atto che perviene alla faccia inferiore
lamina di sostanza compatta che riveste la della lingua. —
È mestieri pure, nella prepa-
faccia posteriore della medesima apofisi : cjue- razione dell’ipoglosso, por mente al ramo che
sto eseguito aprasi , con forte scalpello, 1’ a-
, va ai muscoli sterno-joidei, e forma un’ ansa
cquedotto del Falloppio, dalla sua parte su- notabile.
periore, d’ infra la coclea e 1’ estremità ante- Nervo grosso faringeo. —
La sles.sa pre-
riore dei due canali semi-circolari anteriori : parazione che pel nervo precedente. Si [)()lrà
in questo luogo, ti verrà di scuoprire 1’ ana- segare la branca della mascella, per jnettcrc
stomosi del ridiano e del facciale. Un poco più compiutamente allo scoperto codesto ner-
al di fuori, apri ampiamente, in pari guisa vo. Lo si trova davanti la vena ingulare ester-
nella superiore sua parte, la cassa del timpa- na e dietro il muscolo stilo-faringeo.
no, per mettere allo scoperto que’ filetti che Nervo spinale. — La stessa preparazio-
il facciale somministra al muscolo interno ne che prima, per mettere allo scoperto co-
del martello, e muscolo della staffa non
al , desto nervo nel punto eh’ esce dal cranio pel
che la corda del timpano termina di aprire
: lorame lacero posteriore ma innanzi è me-
:

l’acquedotto del Falloppio, in alto e all’ in- stier levare diligentemente la pelle e il mu-
dietro, sotto la parte media del canale oriz- scolo pellicciaio ,
allontanare le fibre dello
zontale, e all’indietro ed in basso, nella parte sterno-mastoideo, per non levare la branca
esterna del canale semi-circolare verticale po- che questo nervo manda al collo e dietro le
steriore. Si eseguisce, con maggiore facilità, orecchie.
cjuesta parte della preparazione
, segando
orizzontalmente la porzione squammosa del
Nervo vago. —
Dopo aver eseguita la
medesima preparazione che pei precedenti
temporale, a livello del margine superiore nervi, conviene segare le ossa del cranio, lun-
della rocca, e se non si sono veduti manife- go il margine posteriore della rocca, fino alla
stamente i piccoli filetti somministrali dal parte esterna del foro lacero posteriore, e
facciale, nella cassa del timpano, si leverà di-
separare compiutamente T apice di que.st’apo*-
ligentemente la parete esterna di questa ca- fisi nelUx parte laterale dello sfenoide fatto
vità. —- Tale preparazione serve ancora
:

a mo- questo , si scopre benissimo il nervo vago


strare il nervo acustico, le cui branche
pene- situato tra il neivo glosso-faringeo, che sta
trano nel condotto uditorio interno, e vanno
all innanzi, e lo spinale eh’
è posto all’ indie-
a spandersi nella coclea , nel vestibolo
e nei —
Il tronco e i rami somministrati da
canali semi-circolari in due rami.
Per ve- — questo nervo si seguono agevolmente nella re-
dere il ramo che va alla coclea, è d’uopo
apri- gione del collo, ajipigliandosi alle regole gene-
re codesta cavità per tutta la sua
estensione, rali. —. Si scorge facilmente il ramo faringeo,
j
tKEfARAZIONl ANATOMiCHE 3(5^

ij stirando questo anteriormente, e dalla parte ste dovranno essere accompagnate fino nel
i! opposta a quella in cui si praticò la dissezione* trapezio. Finalmente ce n’ ha di più profonde
:j
Pel laringeo superiore, si solleverà la caroti- ancora, e sono quelle che si anaslomizzano
de interna, si rovescerà d’ alto in basso il coir ansa inferiore dell’ ipoglosso e col nervo
I muscolo liro-joideo nella laringe, si accom- diaframmatico ; per bene vederle, conviene
[
pagneranno le divisioni di questo nervo no- tagliare il muscolo sterno-cleido-mastoideo
i
tomizzandolo alla faccia interna della cavità, nel suo mezzo, e rovesciarne la metà superio-
i ma non vi si procederà che dopo avere slu- re verso la testa, e l’ inferiore sul petto e a-
ij diato il grande simpatico. Considerato prire il petto per seguire il nervo diaframma-
i il pneumo - gastrico, colle sue ramificazioni, tico fino alla sua terminazione. Il sotto-occi-
i nella regione del collo, è uopo seguirlo nel pitale^ cui preparazione esige la dissezione
la
'
torace.^A tal oggetto, aprasi questa cavità se- di tutti i muscoli della nuca, verrà seguito
gando Io sterno nella sua parte media, e lo solamente in codesti muscoli ; i suoi rami
si leva insieme alla metà anteriore delle co- anteriori, al par che quelli di tutti i seguenti
ste dalla parte in cui si eseguisce la prepa- nervi rachitici, verranno studiati soltanto
razione. — Si ritrova, a prima giunta, il la- nel farcia preparazione del grande simpatico,
ringeo interiore, eh' è facile il notomizzare^ alla quale conviene di subito far passaggio.
massime se si usi l’avvertenza di rovesciare Nervo grande simpatico. — Si studierà
la trachea in modo che se ne rivolga quasi successivamente codesto nervo nel canale ca-
all’infuori la posteriore superficie, e di far tira- rotico, nella regione tracheale del collo, nel
re esteriormente l’arteria carotide. —
Segue da torace e nell’ addomine. i° Sega l’arco zigo-
poi il plesso polmonare, che ponsi allo scoper- matico alle sue due estremità, e 1’ osso ma-
r to, rovesciando il polmone dall’indietro all’in- scellare interiore nella riunione della sua
t «anzi e levando la pleura costale insieme alla branca col suo corpo, leva queste parti in-
parte di questa membrana che formai! media- sieme al massetere e al temporale conservan-
[

stino posteriore. —
Così pur si discoprono i do il nervo facciale; notomizza il ventre po-
filamenti tracheali ed esofagei. —
Per vedere steriore del digastrico e i tre muscoli che si
i il pneumo-gastrico dopo la sua entrata nel attaccano all’apofisi stiloidea, taglia questa a-
I basso-ventre, conviene aprire ampiamente co- pofisi presso la sua base, e rovesciala verso la
desta cavità, rovesciare il fegato a destra e al- parte anteriore del collo. Si vede allora, nel
! r insù, levar cautamente la lamina anteriore fondo della preparazione, il ganglio superio-
dell’omento gastrico-epatico, e la lamina ante- re del grande simpatico, che si finisce di se-
riore dell’omento gastro-splenico, e finalmen- parare dalle parti rilevanti che lo circondano,
te spaccare, dall’avanti all’indietro, il diafram- e eh’ è uopo conservare stante le correlazioni
ma di rincontro all’orifizio superiore dello sto- di esso. Tali parti sono la vena iugulare in-
maco. Allora si scoprono tutti i rami che sono terna, le carotidi, il tronco dei nervi facciale,
forniti dal pneumo-gastrico, alle viscere ad- pneumo-gastrico, glosso-faringeo , grande i-
dominali. — Su quella parte deir individuo, poglosso e accessorio del Willis. — Per vede-
rimasta intatta, conviene apparecchiare il re i filetti superiori somministrati dal ganglio
plesso cervicale superficiale e il nervo sotto- e penetranti il canale carotico, bisogna stac-
occipitale ^ e procacciar di tagliar quante care la dura-madre, dal di fuori al di dentro,
meno parli è possibile, perchè appunto su fino sui lati del corpo dello sfenoide, tagliare
questo lato sarà uopo apparecchiare il gran- con cesoia le ossa dalla parte anteriore del

de simpatico. —
Si taglierà la pelle dall’ oc- condotto uditorio esterno, fino alla estremi-
cipitale fino alla clavicola, seguendo il mar- tà interna della rocca, quindi eseguire u-
gine posteriore dello sterno -cleido- mastoi- na sezione obbliqua alla base del cranio dal-
deo, e si troverà tostamente sotto il mu- l’ apofisi orbitale esterna del frontale fi-
scolo pellicciaio che riveste siffatta pelle, le no al foro mascellare superiore, e tagliar
branche del detto plesso, che si distinguono poscia la grand’ ala dello sfenoide , dal-
in superficiali ed in profonde, le une discen- l’innanzi all’indietro, tra questo forame e
denti, le altre ascendenti, le terze trasversali. P apice della rocca. Levata quella porzione
Queste ultime, che sono di tutte le più su- dell’ osso, eh’ è compresa fra questi **

perficiali, si portano alla faccia anteriore del finirà d’aprire il canale carotidiano al di fuori
colio , e comunicano colla branca inferiore con uu forte scalpello o con una cesoia ; si
del facciale sono in numero di due. Le a-,
;
accompagnerà la carotide nel seno cavernoso,
scendenti sono la masloidea e l’ auricolare- ove trovasi l’anastomosi del sesto pajo col
che si accompagneranno fino all’ orecchio e grande simpatico, e si finirà colla dissezione
sterno e alla regione masloidea. Le bran- del nervo vidiano, aprendo, nella loro parte
che discendenti sono più numerose alcu- : superiore ed esterna, il canale osseo e la
ne, superficiali, passano davanti la clavico- guaina membranosa, in cui penetra dopo se-
la lo altre, profonde, le passano dietro. Que-
:
paratosi dal ganglio sleno-palatino. — Lo-
PREPARAZIOIVI ANATOMICHE
388
fileîli superiori del grande simpatico. Questa porzione compren-
po avere nolomîzzato i

seguiranno successivamente i fi- de in tutti i trattati di anatomia: i.° i gangli


ganglio, si
inferiori, serailunari, it plesso solare, i plessi di secon-
lettiesterni e interni , anteriori e
do ordine che accompagnano le arterie dia-
secondo V albero della loro distribuzione.
— La preparazione dei gangli medio e infe-
liasteia se-
frammatiche, celiaca, coronaria stoma tica, epa-
tica, splenica, mesenterica superiore e inferiore,
re non presenta ninna diificolta .

somministrato dal gan- renali, spermatiche 2 .° la continuazione del


guire il ramo inferiore ;

glio superiore, perchè sul tragitto di


questi nervo davanti le vertebre lombari e il sacro,
sono collocati gli altri due medio,
gangli. 11 coi gangli che in tale tragitto esso presenta.

quando esiste, è posto alPaltezza della quinta — Ad iscuoprire i gangli - semilunari apri ,

1’ inferiore, il basso-ventre, sega le ultime coste, rove-


o della sesta vertebra cervicale :

un poco più in basso, dietro T arteria verte- scia il fegato in alto e a destra, e taglia per

brale fra 1’ apofisi trasversa della settima traverso l’omento gastro - epatico, a qual-
,

vertebra cervicale e il collo della prima costa. che distanza dai vasi contenuti nella spessez-
Nervi cardiaci e plessi cardiaci. — Con- za di questo. Allora potrai discernere i gan-
viene mettere cura nella preparazione di tali gli,massime quelli del lato destro. Per met-
nervi, cominciando da quella dei gangli del terlipiù compiutamente allo scoperto, sì que-
collo, perchè appunto dai mentovati gangli sti come i nervi che ne derivano taglia ,

derivano i filetti componenti i nervi cardiaci. per traverso il grande omento sotto le arterie
Seguiti questi filetti, che si isoleranno per gastro - epiploiche rovescia lo stomaco in
,

mezzo di alcune spille, fino all’ estremità su- alto e a sinistra, e solleva , dall’ indietro al-
periore dello sterno, si aprirà largamente il l’ innanzi, P estremità inferiore della milza.
petto, se pure non si abbia eseguito questo — Si accompagneranno gli altri plessi me-
nel notomizzare il nervo diaframmatico. — diante i processi indicati per la preparazione
Quindi si aprirà il pericardio d'alto in basso, delle arterie alle quali corrispondono. Con-
e poi compresa la vena cava superiore presso viene sempre aver presente alla memoria es-
la sua imboccatura nella destra orecchietta, sere allora preferibile il raschiare col taglien-
fra due legature, si taglierà tra i due fili il va- te, o piuttosto orizzontalmente, che tagliare
so, e si rovescierà d’ allo iu basso. Me- — colla punta dello stromento. —
Per lo plesso
diante siffatta preparazione, tornerà agevo- renale in particolare, si allontanerà dal rene
le, raschiando piuttosto che tagliando, ac- il fegato o la milza, il colon e il peritoneo. Si

compagnare sul tronco brachio-cefalico, sul- leverà il peritoneo dal di fuori al di dentro
la parte anteriore dell’aorta, e sulla superfi- fino sul davanti della colonna vertebrale. Si
cie anteriore del cuore, i nervi che si distri- passerà poi alia dissezione di que’ tra i fila-
buiscono per tali parti, Poi rovescia l’aor-— menti d’ origine del plesso renale che deri-
ta da sinistra a destra, per mettere allo sco- vano dal plesso solare e, dopo averla ter-
;

perto la parte inferiore della trachea, l’origi- minata, si accompagnerà d’alto in basso il
ne dei bronchi, i vasi polmonari destri, 1’ e- piccolo splancnico e il renale posteriore fino
stremità inferiore del gran nervo cardiaco alla loro terminazione. Per agevolare la dis-
dello stesso lato, e il ganglio o plesso cardia- sezione di questi due ultimi nervi, si rove-
co in cui termina. —
Nel lato sinistro si no- scerà il rene dall’ indietro all’ innanzi.
tomizzeranno, in pari guisa, i nervi cardiaci, Per mettere poi allo scoperto la porzione sa-
e si rovescerà poscia il cuore da sinistra a de- cra del nervo grande simpatico, composto di
stra, per poter accompagnare i filetti fino alla tre o cinque gangli e di fìiaroeuti divergenti,
loro terminazione nel gran plesso del cuore. si leverà dal di fuori al di dentro quella
,
,
Porzione toracica del grande simpa- porzione del peritoneo che copre lo psoas,
tico. ^ —
Questa parte è composta di dodici siccome quella che si rivolge sulle parti late-
gangli toracici del nervo grande splancnico,
:
rali dell’ aorta e della vena cava addominale.
del nervo, pirumlo splancnico. Per vedere — Dopo aver notoraizzati i gangli, i loro rami
queste differènti parti, è necessario rovesciare di comunicazione superiore ed inferiore, e i
il polmone verso il lato opposto
a quello in loro filetti interni, si separerà lo psoas dalla
cui si opera la dissezione, levare, dal di fuori colonna vertebrale, per accompagnare, fino
al dentro, la pleura costale, e quella parte
(li
alla loio terminazione, le branche anastomo-
dicodesta membrana che contribuisce a for-
tiche che vanno da essi ai nervi lombari.
mare la cavità posteriore del mediastino. Si
Ad agevolare codesta preparazione, è ben fat-
troveranno allora allo scoperto tutti i gano-li
to lo aprire il bacino segando il pube presso
toracici nè più rimarrà che di separar que-
;
il foro sotto-puliico, e lassando, dalla stessa
sti, coi filamenti che ne derivano,
dal tessuto banda, l’articolazione del sacro colle ossa de-
cellulare più o meno copioso che li
circonda, e gli ilei , e rovesciare la vescica col retto ,
seguirne la distribuzione quale ,
è generalmen- verso l’apertura che si avrà eseguita nel ba-
te descritta. Porzione addominale del cino. finalmente deggìono tutte queste parti
P R E P AR A Z 1 0 N f A N A T O I>n C f ï E 389
essere disgombrate dal peritoneo che le co- feriore, il canale arterioso, che mette in co-

pre, e allora se ne discoprono i gangli presso municazione l’aorta coll’origine dell’arteria


la parte esterna dei fori sacri anteriori. Allora polmonare, e finalmente le due arterie om-
soltanto si noloiuizzeranno i nervi dei mem- belicali. Per vedere tutti questi oggetti, basta
bri superiori ed inferiori la dissezione dei
: aprire largamente il petto e il basso-ventre
quali essendo stata trattata nelle cose gene- rovesciando il lembo sopra le cosce. Non —
rali principio, è
esposte al vano che io mi posso prolungarmi intorno ai mezzi di appa-
fernu a descriverla. recchiare gli organi del feto e degli embrio-
ni ; bastimi il dire che tali preparazioni si
Artìcolo FI. eseguiscono con istromenti delicati e sotto
1’ acqua e che, perciò, si usano vasi larghi
:

PREPARAZIOSE DELL’ UOVO UMANO E DEGÙ! co’margini poco elevati, ne’ quali si colloca
ORGANI PROPRI DEL FETO. una lamina di sughero, o una tavoletta di
cera nera, ritenute nel fondo dell’acqua da
Per questo studio conviene procacciarsi una piastra di piombo che si ferma sulla lo-
una o più secondine, e un feto nato morto. Se ro faccia inferiore sopra queste tavolette
:

il feto fosse ancora attaccato alla placenta, bi- appunto si fermano, con spilli, gli oggetti da
sogna, dopo immerso P uovo nellacqua calda, esaminare, e vi si anatomizzano. Per tale —
spingere un’ iniezione finissima per l’arteria modo verranno notoraizzali il timo e le capsu-
carotide o pe’ vasi crurali così si riempie ad
: le sopra-renali, dopo avergli studiati in posto.
un tratto tutto quanto il sistema sanguigno — Comprendesi bene che le preparazioni ese-
del feto e della placenta ; ma quando tale guile sul feto e sulle sue parti annesse deggio»
organo sia separalo dal feto, è uopo iniet- no spezialmente essere conservate nell’alcool.
tarlo pe’ vasi del cordone. Tale iniezione pre- Per altro la placenta e il cordone injetlati
senta delle difficoltà per la piccolezza delle possono essere seccati, e, per questo modo,
arterie e la presenza della materia gelatinosa, si può anche conservare un pezzo rappresen-
che li circonda e lubrifica. Si pongono i tubi, tante la circolazione del feto.
con maggior sicurezza, dentro di queste, a- P. S. Ho cercato rinchiudere in queste
prendole , con fine cesoie per lo spazio di poche pagine ì numerosi precetti che riguar-
mezzo pollice. Quantunque le comunicazio- dano le dissezioni ho indicato 1’ ordine che
;

ni eh’ esistono tra le arterie della placenta, vuoisi in queste tenere, per trarre il miglior
rendono vana d’ordinario l’ injezione d’ara- partito possibile dei cadaveri che divengono
bedue pure è cosa prudente 1’ introdurre di giorno in giorno più rari. Soventi lasciai
,

un tubo in ciascheduna e vi si ferma con


;
parlare 1’ esperienza mia propria più spesso ;

due legature che passino, mediante un ago ancora mi valsi de’ consigli tratti dai manuali
curvo, attraverso il cordone, senza prendersi di Marjoliii e Laulh, dalla Scheletropea di
cura della vena eh’ è situata tra le due arte- J, Cloquet, e dalla lesi dell’ Araussat. Sovente

rie solo dopo aver questo eseguito , injet-


:
ho tolto, dai mentovati autori , delle intere
tasi la vena mediante un tubo più grosso, frasi quando mi parvero esprimere il pensiero
che si ferma sotto il punto in cui furono le- ch’io voleva. Siccome non ho scritto per in-
gate le arterie. —
S’ injetterà tutto quanto il teresse, e non ho cooperato a questa pubbli-
sistema vascolare del feto introducendo il cazione che alTnopo di tornare utile agli al-
tubo per la vena ombelicale, e procurando lievi , così ringrazio, in nome loro, i mento-

di premere dolcemente sopra lo stantuffo si : vati autori , di quanto abbia preso da loro
cercherà poi discoprire l’unione di questa in prestito la mia coscienza di scrittore mi
:

vena colla vena porta e colla vena cava in- fa, di tale dichiarazione, un dovere.

FINE DEL TOMO SECONDO.


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TAVOLA
DELLE MATERIE

CONTENUTE IN QUESTO VOLUME

CONTINVZAIONE DELLA /.« PARTE,

Pag. Pag.
APPARECCHIO CONDUTTORE Branca posteriore e anteriore ib.
DEL SENSO E DEL MOYIMENT 0 5 §, II. Secondo nervo cervicale ih.
Considerazioni generali ìb. Branca posteriore ib.
Nervi della Yita animale ib. Branca anteriore 34
ArL I. Nervi del Cervello ib. §. HI. Terzo nervo cervicale ib.

§. 1. Nervi olfattori 6 Branche posteriore ed anteriore ib.

§. IL Nervi ottici 8 §. IV. Plesso cervicale ib.

Art. II. Nervi della protuberanza Branche cervicali discendenti interne ib.

CEREBRALE 9 Branche cervicali discendenti esterne 35


§. L Nervi motori comuni degli occhi. ib. Branche cervicali ascendenti ib.

§. IL Nervi patetici 1 Branche cervicali medie 36


§. III. Nervi trigemelli ib. §. V. Del quarto, quinto, sesto e setti-

Rranca ottalmica 12 mo nervo cervicale ib.

Branca mascellare superiore i4 Branche posteriore e anteriore ib.

Rranca mascellare inferiore §. VI. Plesso bracchiale ib.

§. IV. Nervi motori interni delP occhio 19 Branche toraciche ?7


§. V. Nervo facciale
20 Branche sopra-scapolari ib^

Branca temporo-facciale 21 Branche sotto-scapolari ib.

Branca cervico-facciale 22 Branche bracchiali 38


§. VI. Nervo uditivo
23 Nervo bracchiale cutaneo interno ih.

Branca della coclea ib. Branche esterna ed interna. ib.

Branca del vestibulo e dei canali semi- Nervo bracchiale cutaneo esterno ib.

circolari 24 Nervo mediano 39


Art. III. Nervi della midolla verte- Rami digitali 40
brale. ib. Nervo cubitale 4*
Nervi dell’ origine della midolla ver- Branca palmare ib.

tebrale. ib. Branca dorsale 42


§. I. Nervo glosso-faringeo 25 Nervo radiale ih.

IL Nervo vago ib. Branche anteriore e posteriore 42-43


§.
Barai cervicali 26 Nervo ascellare ib.

Rami pettorali 28 Branche superiore e inferiore ib.

Rami addominali 29 Nervi dorsali della midolla verte-


III.Nervo spinale ib. brale ib.
§.
IV. Nervo ipoglosso 3o Branche dorsali 44
§.
Branca cervicale discendente 3 1 Branche intercostali ib.

Branca ipoglosso propriamente delta ib. Nervi lombari della midolla verte-
ib. brale 46
§.V. Nervo sotto-occipitale
ib. 1. Primo nervo lombare ib.
Branche anteriore e posteriore
Nervi cervicali della midolla ver- 32 Branche lombare e addominale ib.

ib. II. Secondo nervo lombare ib.


tebrale
cervicale 33 Branche lombare e addominale ib.
§. 1. Primo nervo
3()2
Pag. Pag.
lombare kl Ganglio ottalmico 5;
§. in. Terzo nervo
Branche lombare e addominale ih, Kami posteriori e anteriori 58
quinto nervo lombare ib. Art. II. Gangli cervicali ib.
§. IV. Quarto e
Branca lombare e addominale
il). §. I. Ganglio cervicale superiore -ib.

lombo-addominale ih. Rami superiori e inferiori 58-5()


§. V. Plesso
Branche esterne o muscolo-cutanee ih. Rami interni ed esterni Sp-Go
60-
Branca interna o genito-crurale 48 Rami anteriori 6o
Branche inferiori o crurali ih. §. 11. Ganglio cervicale medio Gl
jVervo crurale ib. Rami superiori, inferiori, esterni, in-
ïServo otturatorio 49 terni, anteriori 6
Branche anteriore e posteriore ih. §. III. Ganglio cervicale inferiore Gl
Nervo lombo-sacrale ib. Rami superiori, inferiori, esterni, in-
Branca-glutea ib. terni, anteriori 61 G 2
Nervi sacrali della midolla verte- Nervi cardiaci G2
brale 50 Origine e corso dei nervi cardiaci ib.

1. Primo nervo sacrale ib. Plesso cardiaco e distribuzione dei


Branca posteriore ib. suoi rami G3
Branca anteriore ib. Art. in. Gangli toracici 65
§. II. Secondo nervo sacrale
ib. Rami superiori e inferiori, esterni ed
Branche posteriore e anteriore ih. interni ib.

§. III. Terzo nervo sacrale ih. Dei nervi splacnici GG


Branche posteriore e anteriore ib. Gran nervo splacnico ib.

§. IV. Quarto nervo sacrale ib. Plessi diaframmatici, celiaci, corona-


Branche posteriore e anteriore 5o-5i rio, stomatico 67
§. V. Quinto e sesto nervo sacrale 51 Plessi epatico^splenico, mesenterico
Branche anteriore e posteriore ib. superiore e inferiore i G 7 -G 8
§. VI. Plesso sacrale ib. Plesso renale G8
Branche posteriori Piccolo nervo splacnico
Branche anteriori
Nervo ischiatico
ib.
ib.
53
Art.
Rami
m . Dei Gangli addominali
superiori e inferiori, esterni ed
ib.

^9

Tronco ischiatico esterno 54 interni ib.


Tronco tibiale 55 Art. V. Dei Gangli sacri 70
Branca plantare interna 56 Rami superiori ed inferiori, esterni,
Branca plantare esterna ib. interni, anteriori ib.
Nervi della vit.a organica 5y Osservazioni intorno al sistema ner-
Art. /. Gangli del capo ib. voso dei gangli ib.

SECO DA PARTE

Pag' Pag.
APPARECCHI DEELA VITA OR- II. Organizzazione intima
§. 76
GANICA HI. Differenze della faringe secon-
72 tà.
Considerazioni generali intorno i ca- do P età
latteri 77
distintivi di appa-
tali Art. //.Dell’Esofago 78
recchi
ib. §. I. Disposizione, organizzazione e-
I. Carattere
ib. s terna ih.
li e III Caralte re
ib. §. II.Organizzazione intima ib.
IV. Carattere
ib. §. Funzioni dell’ esofago 80
APPARECCHIO DELLA DIGE- Art. IH. Dello Stomaco ib.
STIONE
75 §. 1. Di.sposizione, organizzazion c e-
Considerazioni generali
ib. s terna ib.
Art. I. Della Faringe ib. §. IL Organizzazione intima 83
§. 1. Disposizione, organizzazione e-
§. IH. Funzioni «lello stomaco 85
sterna
ib. Art. IT, Del Duodeno 8G
393
Pag.
Pag.
§. I. Disposiiione, organizzazione e Disposizione generale delle arterie
sterna ib. cardiache 36
§, II.Organizzazione intima 8; li. Delle arterie che manda l’aorta

§. Funzioni deli’ intestino tenue 90 dalla sua curvatura ib.


Art. f'^I. Degli Intestini cieco E Art. 1 Arterie carotidi primitive
.

COLON ih. (tronchi cefalici del Chaussier) ih.


§. Disposizione, organizzazione e-
I §. I. Arteria carotide esterna (facciale
sterna ib. del Chaussier) ì 37
§. II. Organizzazione intima 93 A. Branche anteriori ib.
Art. ni
Dell’ Intestino retto
.

Disposizione , organizzazione e
93 I.® Arteria tiroidea superiore. 2.^ —
§. 1 .
arteria facciale (labbiale, mascel-
sterna ib. lare esterna ; palato - tibiale del
§. II. Organizzazione intima 94 Chaussier) Palatina inferiore
§. ili. Funzioni dei gross inte- —' Sottomentale-Labbiale - 3 .o —
stini 9^ Arteria linguale —
Dorsale della
APPARECCHIO DELM RESPI- lingua. — Sotto-linguali — Ran-
RAZIONE 96 nina. 167 i 3a
Considerazioni generali ib. B. Branche posteriori.
Dei Polmoni 97 I.® Arteria occipitale, ib. Masloi- —
§. Disposizione organizzaziune e-
I. dea posteriore, ib. 2.® Arteria —
sterna ib. auricolare (auricolare posteriore ,
§.11 Organizzazione
D intima io 4 del Ch.). 140. —
Stilo-mastoidea.
^
i4o
I Delle due pleure
. ib. G. Branca interna. ib.
II Dei condotti aerei
. 108 Arteria faringea inferiore. ib.
Olanuole bronchiali n3 D. Branche con cui termina la caro-
§. 111 Del sistema vascolare dei pol-
. tide esterna ib.
moni ii4 i.° Arteria temporale, ib. Facciale —
§. IV. Tessuto proprio dei polmoni 116 trasversa, ib. —
Auricolari ante-
APPARECCHIO DELLA CIRCO- riori i 4 i. —^ Temporale media,
LAZIONE —
Branche di terminazione del-
Considerazioni generali
Del Pericardio e del Cuore
1

it8
17
ib.
ib.
la temporale, ib. 2..^ Arteria
mascellare interna (gutturo-ma-

Art. /. Del pericardio ib. scellare del Ch. )
14^
§. 1 . Membrana tìbrosa ih. a. Branche moventi dalla mascellare
li. Membrana sierosa IÏ 9 interna dietro il collo deì’coii-
§. HI. Osservazioni intorno Porganiz- diio. ib.
zazìone e le funzioni del peri- Arteria meningea media (sfeno-spinosa
cardio 120 del Ch. ), ib. —
Arteria dentale
Art. il. Del Cuore 121 inferiore (mascellare inferiore ,
Parte destra del cuore 122 mascello-dentale del Ch. ) ib
i.° Orecchietta destra ib. 2.^ — b. Branche gitta te dalla mascellare in-
Ventricolo destro i23 3.° Or- terna tra’ muscoli plerigoidei. ib.
ganizazione della parte destra del Arteria temporale profonda posterio-
cuore 124 re. ib. —
Arteria masceterica. — ib
11 . Parte sinistra del cuore 126 (
Arteria del muscolo zigomato-
i.^ Orecchietta sinistra ih. mascellare delCh.) -Arterie pte- —
2.*^ Ventricolo sinistro 1 27 rigoi dee. ib.
Organizzazione della parte sinistra c. Branchegittate dalla mascellare in-
del cuore 128 terna dalla sua uscita dagli pteri-
§. 111 Movimenli del cuore
. 129 goidei fino alla sua entrata nel fon-
1.^ Movimento delle cavità destre 1 30 do all’ indietro della fossa ztgo-
2.*^ Movimento delle cavità sinistre i3i malica. 143
Sistema Arterioso ì32 Arteria buccale, ib. —
Arteria tempo-
Considerazioni generali ib. rale profonda anteriore, ib.

Dell’ Aorta i34 Arteria alveolare, ib. Arteria


L Delle arterie che manda l’aorta infra-orbitale ib.

alla sua origine i35 d. Branche gittate dalla mascellare


j.^ Arteria cardiaca anteriore (coro- interna nel fondo all’ indietro del-
la fossa zigomatica. ih,
naria sinisLr.i) ib.
2.^ Arteria cardiaca posteriore (coro-
naria destra) ib. Arteria pterigo-palatina, o tarin-

Elicici. Med. 1 ’. IL 5o
394 Pac Pag.
—" Arteria sfeno- Arteria toracica interna (mammaria
gea superiore) ib.
interna; sotto sternale del Ch.). i 53
palatina 144
a. Arteria mediastinica anteriore ib.
Osservazioni intorno la distribuzione
ib. b. Arteria diaframmatica superiore ib.
della carotide esterna
carotide interna (cerebrale 2.^ Arteria intercostale superiore ib.
§, IL Arteria
145 c. Branche esterne 157
anteriore del Ch. )
ottalmica orbitale del Ch. 146 Arteria scapolare posteriore (cervi-
A. Arteria ( )

. Branche che manda Tottaìaiica este-


cale trasversa; cervico-scapolare, del
i.°
riormente nervo ottico ib. Ch. ), ib. —
2.° Arteria scapolare

Arteria lagrimale,
al
ib, — Arteria centra- superiore, ib. —
3 .® Arteria cervica-

le della retina 147 le profonda { cervicale posteriore ;


tracheo-cervicale, del Ch. ). 1 58
zP Branche mandate dall’ ottalmica al

di sopra del nervo ottico ib. II. Arteria ascellare ib.

Arteria sopra-orbitale, o sopra-ciliare, A. Branche gittate dall’ ascellare sul

ib.— Arterie lunghe, o


ciliari iri- petto

1 59
diche, 148. — Arterie
4. 2.*^ Arteria
poste- ciliari Arteria-acromiale. ib.
riori,o corte,
ciliari — Arteria ib. toracica esterna superiore ( prima
muscolare superiore, ib. - Arteria — delie toraciche del Ch.),iA. —
S.^Arte-
muscolare inferiore ib. ria toracica esterna inferiore (tora-
3 ® Branche gittate dall’ ottalmica al di cica lunga, mammaria esterna; 2.
dentro del nervo ottico 149 delle toraciche, del Ch. ). ib.

Arteria etmoidale posteriore ib. B. Branche gittate dall' ascellare nella


Arteria palpebrale inferiore i/ì. cavità dell’ ascella ih.
Arteria palpebrale superiore ih. Arteria scapolare comune ( scapolare
*’
Branche di terminazione dell’ ottai- inferiore ; infrascapolare, del Ch.). ib.

mica ib. C. Branche gittate dall’ ascellare nella


Arteria nasale, ib. — Arteria frontale ib. parte superiore dei braccio iGo
IL Branche somministrate nel cranio i.° Arteria circonflessa posteriore ( sca-
1.
dalla carotide interna innanzi la sua pulo-omeraìc, del Ch. ), ib. Ar- — •

terminazione ib. teria circonflessa anteriore ( scapu-


Arteria comunicante posteriore, o del lo-omerale del Ch.). ib.
Willis, ib. •

Arteria corroidea i 5o §. il. Arteria braccbiale (
omerale , del
C. Branche di terminazione della caro- Chauss. ) ib.
tide interna ib. A. Branche anteriori. 161
Arteria cerebrale anteriore lobare an- (
B. Branche posteriori. ib.
teriore, del Ch. Arteria co- ib. — C. Branche esterne. ib.

2. cerebrale media
),

municante anteriore ib. Arteria — D. Branche interne. ib.

(
lobare media del Branche interne superiori. ib.
Chaussier ). ib. Arteria omerale profonda (collaterale
Osservazioni intorno la distribuzione esterna; grande muscolare del brac-
delia carotide interna 1 51 cio, del Ch,). ib.
Art. II. ARTERIE DEI MEMBRI SUPERIORI ib. Branca interna inferiore. 163
A. Branche superiori 1 52 Arteria collaterale interna (collaterale
§. 1 Arterie sotto-claveari
.
ib. del cubito del Ch.). ib.
® Arteria vertebrale ( cerebrale
poste- Arteria radiale ib.
riore del Ch.). ib. a. Porzione ant ibracchiale ib.
a. Arteria spinale posteriore
( mediana Arteria ricorrente radiale i63
posteriore della spina, del Co. ). 1 53 Arteria radio-palmare ib.
b. Arteria spinale anteriore
( mediana b. Porzione carpica ib.
anteriore della spina, del Ch.). ib. Arteria dorsale del pollice ( sotto mela-
c. Arteria cerebellare inferiore
(gran-
de cerebellare inferiore del Ch.).
carpica de! pollice del Ch.), ib. Ar- —
ib. teria dorsale del carpo ( sopra-car-
Arteria basilare (meso-cefalica del Ch.).
ib. —
Arteria cerebellare superiore
pica del Ch.), ib. —
Arteria dorsale
del metacarpo 1G4
ib. —
Arteria cerebrale posteriore c. Porzion palmare ib.
( lobare posteriore del Ch. ), ib. Arco palmare profondo ih.
Osservazioni intorno la disposizione del- 2.^^Arteria cubitale ib.
le arterie
cerebrali 1 54 a. Porzione anlibracebiale profonda. i ()5
Arteria tiroidea inferiore
*^’

155 Arterie ricorrenti cubitali ( ricorrenti


Arteria cervicale ascendente
ib. dell’epitrocleo, del Ch.), ib. Arte- —
B. Branche inferiori
ih. rie interossee, ib, —
Arteria ricor-
395
Pa &• Pag.
rente radiale posteriore ( ricorrente §.IV. Arterie somministrate inferiormen-
olecranica del Ch. ). i65 te dall’ aorta addominale 177
Porzione antibracchiale superficiale i66 Arteria sacra media (sacra anteriore;
c.Porzione palmare ih. del sacro, del Ch.). ib.
Arco palmare superficiale ih. Osservazioni intorno la disposizione ge-
Osservazioni intorno la disposizione ge- nerale delle arterie derivanti dall’a-
nerale del sistema arterioso de’mem- orta nel petto e nell’ addomine. 178
brl superiori ih. §. V. Delle arterie, con cui finisce l’aorta 179
§. III. Delle arterie somministrate dal- Arterie iliache primitive ( pelvi-crurali
P Aorta nella sua porzione toracica 167 del Ch. ) ib.
A. Branche anteriori ih. Art. I Arteria ipogastrica o iliaca
.

Arterie bronchiche, ih. Arterie eso- — I^TERNA ( pelvica, del Ch.) ib.
fagee, 168. —
Arterie mediastini- §. I. Branche posteriori dell’ ipogastrica ih.
che posteriori ih. I Arteria ileo-lombare ( iliaco-musco-
B. Branche laterali ih. lare, del Ch.), ib. 2.® Arteria sa-—
Arterie intercostali, inferiori o aortiche ih. cra laterale, 180.' 3 .^Arteria glutea
IV. Delle arterie somministrate dal- o iliaca posteriore ib.
r aorta nella sua parte addominale 169 § II. Branche anteriori dell’ ipogastrica 181
§. 1 Arterie somministrate anterior- Arteria ombelicale ib. Arterie vesci- —

.

1.
mente dall’ aorta addominale ih. cali, ib. Arteria otturatoria (sot-
A. Arteria celiaca (o pisto-gastrica, del to-pubio femorale del Ch. ). ib^

Chauss. ). ih. §. 1 II. Branche interne dell’ ipogastrica 182


\P Arteria gastrica superiore (corona-
.
Arteria emorroidale media, ib. —
ria stomachica , storno-gastrica, del 2.*^ Arteria uterina ib.

2. Chauss.). 170 3 .° Arteria vaginale ib,

2.® Arteria epatica, ih. — Arteria pilo- §. IV. Branche inferiori dell’ipogastrica, ib.

rica, ih. —
Arteria gastrica inferio- 1,^ Arteria ischiatica ( femoro-poplitea
re destra gastro-epiploica destra), del Ch. ) ib. —
Arteria pudenda in-
ih. 3 .°
(


Arteria splenica, 171. — terna , genitale, sotto-pubica del
Arteria gastrica inferiore sinistra
1.
Ch.), i 83
(


Arteria perineale, ìb.
.

gastro-epiploica sinistra ) ih. — emorroidali inferiori, ìb.


.Arterie
{

B. x'Vi teria niesenterica superiore 72


2.

Arteria penica ( ischio-penica del
° Branche gittate dalla mesenterica
1

Ch, ), ib. —
Arteria trasversale del
nella sua concavità ih. perinèo ( uretro-bulbosa, del Ch. ),
Arteria colica destra superiore (mesoco- 4. ib. —
Arteria del corpo cavernoso
lica del Ch. ), ih. Arteria colica— (
profonda del pene, del Ch. ), ib. —
destra media (colica destra del Ch.), Arteria dorsale della verga (superfi-
ih. —
Arteria colica destra inferiore ciale del pene del Ch ). ib.

(
ileo-colica ;
cecale del Ch. ). ih. Art. II ARTERIA DEL MEMBRO INFERIORE l84
.

^^
Branche gittate dalla mesenterica §. I. Arteria iliaca esterna ( porzione ilia-
nella sua convessità 173 ca della crurale del Ch. ), ib. —
C. Arteria mesenterica inferiore ib. I.® Arteria epigastrica sotto-pubica
Arteria colica sinistra superiore gran- del Ch. ), ib. — 2.*^
(

Arteria circon-
de colica sinistra, del
(

Ch.), 174* — flessa iliaca (iliaca anteriore; circon-


flessa dell’ileo, del Ch.). ib,
Arteria colica sinistra media (id. del
Ch.), ih. —
Arteria colica sinistra in- §. II.Arteria femorale (crurale del Ch.)
° Branche interne dell’arteria femo-
i 85
feriore (piccola colica sinistra, del Ch.). ib
rale ^h-
Arterie emorroidali superiori ( arterie
del retto, del Ch.). ib. Arterie pudende superficiali ih.
° Branche esterne dell’ arteria femo-
§. Arterie somministrate lateralmente
II.
rale ih.
dall’aorta addominale ib.

i.° Arterie capsulari ( capsulari medie, 3 ® Branche anteriori dell’arteria femo-


soprarrenali, del Ch. ), ih. 2.° Ar- — rale
terie renali o emulgenti. ih. Arteria sotto-cutanea addominale ib.

3 .° Arterie spermatiche (testicolari, o Branche posteriori deli’ arteria


"^ fe-

morale ^h'
dell’ ovaja, del Ch.). 1 73
Arterie lombari ib. Arteria muscolare profonda ib.

superior- Arteria circonflessa esterna sotlo-tro-


§. III. Arterie somministrate
(

mente dell’ aorta addominale 176 canterica del Ch. ).


Arteria circonflessa interna sotto tro-
Arterie diaframmatiche inferiori (sot- (

to-diaframmatiche, del Ch. ). ib. canlerica del Ch.).


Pag. Pag.
_ ^ ^

posterio- nuazlone della vena iugulare inter-


Arferie perforanti o muscolari
na (seni cerebrali). 200
(piccole muscolari della coscia del
ri
186 i.° e 2.” Seni laterali. 202
Chanss. ).

Arteria poplitea ( porzione popli-


a. Seno petroso, ib. —
Seno trasverso,
§. 1 ÎI.
tea della crurale del Gh.). 187 ib.- —
Seno cavernoso^ 2o3. Seno —
arteria poplitea coronario. 204
A. Branche gittate dalF )

ib. b. Seni occipitali. ib.


nella cavità del garretto.
c. Amelie che riceve il seno laterale dopo
Arterie articolari superiori ( articolari
ib. essersi curvato per recarsi verso la
poplitee dei Gli.),
B. Branche gittate dall’ arteria poplitea
protuberanza occipitale interna ib.

nella parte superiore della gamba. 188 Vene laterali inferiori del cervello ib.

ib. A^ene cerebellari inferiori 2o5


Arterie gemelle.
2.*^ Arterie articolari inferiori. ib. Confluente dei seni ib..

G. Branche di terminazione dell’ arteria (torchio d’ Erofilo)


poplitea. ib. 3 Seno longitudinale
.*^ ib.

1,
L’Arteria tibiale anteriore. — Arteria Vene cerebrali superiori 206
pedidea. 189 4
” Seno retto ib.

Arteria tarsiana (sopra-tarsiana del Ch.), Vena inferiore della falce (Seno longi-

Arteria metatarsiana ( sopra- tudinale inferiore ), 207. A^ene
meta tarsiana del Ghauss.). ib. delle cavità cerebrali ib.
2.
Tronco tibiale posteriore. 190 A^ene del corpo striato ib.

a. Arteria peronea. ih. A’ena Coroidea ih.

b. Arteria tibiale posteriore. ib. Amelie del Galeno ib


Arteria plantare interna. 191 A^ene cerebellari superiori 208
Arteria plantare esterna. ib. Corso del sangue nel sistema venoso
Osservazioni
1. intorno la disposizione ge- 1.
cerebrale ib.

nerale delle arterie del bacino dei §. in. Seni vertebrali ib.

membri 192
inferiori. 1 V Disposizione dei seni vertebrali nel

SISTEMA VENOSO. 193 canal vertebrale propriamente detto ih.


1 Vene cardiache (coronarie del cuore). 194
2. .
2.^ Disposizione dei seni vertebrali nel
II. Vena cava superiore. 195 canal sacro 209
iV Vena toracica inferiore destra. 196 §. IV. A^ena ascellare ib.
*^
Vena tiroidea inferiore destra. ìb. i.^ A^ena cefalica, 210. —
2,.^ A^ena ba-

— 3 .® Vena azzigo (prelombo-lora- silica (cubitale cutanea derCh.). ib.


cica del Gh.), ib. —
Vena bracchiale
2.
a. Mediana basilica, /^.--Mediana comune ib.
destra, ih. —
Vene intercostali infe- b. Cubitale anteriore ib.
riori destre, fé. —
Emi-azzigo (pic- 0. Cubitale posteriore ib.
cola prelombo-loracica del Gh. ). ib. A^ena salvatella 21
Vene sotto-claveari.
§. I. ib. 3 .° Vene braccbiali, ib. — Vene radiali
Vene somministrale dalia sola solto-cla- e cubitali ib.
veare sinistra. 197 HI. Vena cava inferiore ib.
^ Vena toracica interna sinistra, ib. — ^ A^ene diaframmatiche inferiori ib.
2.° Vena tiroidea inferiore sinistra. ib. 2,° A^ene epatiche, ib. — 3 .® Vene ca-
A'ene somministrate dalle due sotto-cla-
veari. ib.
psulari,
5 .*^
212 —
4-^ Ai'ene renali, ib.
Vene spermatiche (testicolari o
I Vene intercostali superiori ib. dell’ ovaia <lel Ch.), ib. Plesso
— Vena brachiale sinistra ib. pampiniforme o spermatico, ib. —
° Vena vertebrale (cerebrale poste-
6.° Vene lombari, 21 3 7.^^ A^ena —

.

steriore del Gh.), 198 Vena iugu- sacra mediana ib.


lare esterna (tracolo-sollo-culanea lA^ Vene iliache primitive
del Gh.), ib. —
Vena mascellare in- I Vena ipogastrica (iliaca interna)
ib^.

ih.
terna (gulturo-mascellare del Gh.), Vene sacre laterali
^
99 - — Vena temporale superficia- A^ene vesclcali
ib.
ib.
le), Vena iugulare interna
ib.
Avella iliaca esterna 214
(Vena cefalica del Gh.), ib. Vena — ^'

A^ena femorale (crurale del Ch.) ib.


tiroidea superiore, ib. Vena fac- — A'ena safena interna ( tibio-oialleolare
ciale (palato labbiale del Gh.), ib
Vena linguale ib. A^ena — farin-
del Ch.), ib. —
A^ene pudende e-
sterne, ib. Vene sotto-cutanee
gea, ib. —
Vena occipitale.
,

addominali, ib. Vena poplitea


Golfo della vena iugulare
§. 11 Sistema venoso cerebrale,
.
conti-
2i5. —
Vena safena esterna (pero-
neo-malleolarc del Ch.) ib.
397
Pag.
APPARECCHIO DELL’ ASSORBI- §. IV. Assorbenti profondi dei membri
.

IVIENIO 214 superiori che finiscono nelle glan-


Considerazioni generali ib. dole ascellari 229
Capit. I. Glandole degli assorbenti §. V. Assorbenti che partono dalle glan-
I
(gangli linfatici) 217 dole ascellari, e modo con cui fini-
i §. 1 Glandole dei membri inferiori
. zè. scono nelle vene 280
Glandole tibiali anteriori ib. §, VI. Assorbenti superficiali del capo e
Glandole poplitee ìb. del collo ib.
Glandole inguinali ib. §. VII. Assorbenti profondi del capo e
§. 11 Glandole del bacino
. ib. del collo 281
Glandole iliache esterne ib. APPARECCHI DELLE SECREZIONI 282
Glandole ipogastriche 218 (Nota degli Editori) ib.
Glandole sacre ib. Considerazioni generali ib.
§. HI. Glandole addominali ib. Delle vie lagrimali 233
Glandole lombari ib. §.I. Della glandola lagrimale ib.
Glandole mesenteriche ib. §. IL Dei punti lagrimali ‘
ib.
Glandole mesocoliche ib. §. IH. Del sacco lagrimale 284
Glandole stomatiche ib. §. IV. Delia carrucola lagrimale ib.
i Glandole celiache ib. §. V. Osservazioni fisiologiche intorno
§. IV. Glandole toraciche ib. la sorgente e il corso delle lagrime 235
\
Glandole mediastiniche ib. Delle vie salivari 286
''

Glandole delle pareti toraciche ib. Considerazioni generali ih.


Ï Glandole polmonari o bronchiali 219 §. 1 Della parotide
. ib.

I
§. V. Glandole dei membri superiori ib. §. IL Della glandola sotto-mascellare 287
Glandole hracchiali ib. ' IH. Della glandola sotto-linguale ib.
j

; Glandole ascellari ib. §. IV. Osservazioni fisiologiche intorno


VI. Glandole della testa e del collo ib. le glandole salivali 288
;
Cap. II Vasi assorbenti ( vasi linfa-
. Delle vie biliari e pancreatiche ib.

i
TICI )
'
ib. Considerazioni generali ib.
/. Assorbenti che finiscono nel Art. I. Del fegato 289
condotto toracico ib. Legamenti del fegato
§. 1 . 240
I. Assorbenti dei membri inferiori ib. Art. II. Della vena porta 241'
II. Plessi assorbenti inguinale, iliaco §. 1 . Della vena porta epatica 242
I

I
esterno ed ipogastrico 221 §. IL Della vena porta addominale ib.

I
§. III. Assorbenti delle pareti del bacino Art. III. Organizzazione del fegato 244
: e dell’ addoraine 222 Art. IF^. Porzione escretoria del-
:
§. iv. A ssorbenti degli organi genitali e l’ apparecchio biliare 246
orinari ib. §. 1. Della vescichetta del fiele ib.
'

V. Assorbenti dei visceri addominali 228 Art. V Differenze che derivano dal-
I Assorbenti degl’ intestini
i.*^ ib. lo SVILUPPO 247
2.*^Assorbenti dello stomaco 224 Art. VI. Osservazioni fisiologiche in-
i
8.^ Assorbenti della milza e del pan- torno LA secrezione BILIARE 248
!
créas ib. Del pancreas aSo
del fegato Osservazioni intorno la secrezione del
4 ° Assorbenti
22.5
IL Condotto toracico 226 fluido pancreatico 25 r
Assorbenti che questo condotto riceve Della milza 25 »
nel petto 227 Osservazioni fisiologiche intorno le
Art. III. A SSORBENTI CHE FINISCONO IN funzioni della milza 258
PARTE NEL CONDOTTO TORACICO, IN Delle vie orinarie 2,54
PARTE NELLE VENE SINISTRE O DESTRE Considerazioni generali ib.

P MEDIANTE ALCUNI PARTICOLARI TROK- Art. I. Dei reni ib.


1
ih Conformazione, organizzazione -
255 251 »
; CHI
i §. I. Assorbenti dei polmoni ib. Art. II. Degli ureteri 287
^

1 §. IL Assorbenti toracici, interni, dia- Art. III. Della VE SCICA ib.


^
fraramalici, pericardici, timici e car- Org anizzazione 2.57-259
diaci 228 Art. IV. Sviluppo degli organi ori-
HI. Assorbenti superficiali dei mem- nari 280
bri superiori e delle parti esterne Art. V. Osservazioni fisiologiche in-
del tronco, che riescono alle glan- torno 1 principali fenomeni del-
^b
dole ascellari ib. l’ orina .
398

TERZA PAR TE
Pag. Pag.

APPARECCHI DELLA GENERA- §. I. Gli epiploon 3oi


ZIONE 262 §. II. Dei mesenteri 3o2
Considerazioni generali Osservazioni intorno gli usi degli epi-
Differenze dei sessi ploon e dei mesenteri 3o 5
Degli organi della generazione 264 Art. IV. SVILUPPO DEL PERITONEO 3o6
Organi genitali della donna ib> EMBRIOLOGIA ih.

Art. I. Delle ovaie ìb- Considerazioni generali ih.

Art. IL Delle TROMBE DEL FALLOPPio 265 Art. I. dei cangiamenti che intervengo-
.

Art. III. Della matrice ib. no NEGLI ORGANI GENITALI DIETRO LA


Dei lega melili larghi e rotondi della COPULA E LA CONCEZIONE 807
matrice 267 I. Organi della copula ovaja, trombe
Organizzazione ib. del Falloppio, matrice 307-309
1.
organi della copula 269 Sviluppo del feto 809
2.
Art. I. DELLA VAGINA ib. Art. I. INVOLTJCai DEL FETO ih.

Art. IL DELLA CLITORIDE 2^0 §.I. Membrana caduca 3 io


///. DELLE PICCOLE LABBRA 2^1 Membrane dell’ embrione 3 ii
Art. lE. dell’ uretra ib. §. I. Corion ih.
Art. V. DELLA VULVA, DEL MONTE DI VE- §. II. Aniiios 3i2
NERE, DELLE GRANDI LABBRA ìb. DELLA PLACENTA 3 l3
Art. VI. SVILUPPO DEGLI ORGANI GENITA- Del cordone ombellicale 3i5
LI DELLA DONNA 2^2 Delle arterie orabellicali, dei vasi omfa-
DELLE MAMMELLE 2^6 lo-mesenterici 817
Organizzazione delle mammelle 277 Delle vescichette del feto ih.
Sviluppo delle mammelle 278 ® Vescichetta ombellicale ih.
DEGLI ORGANI GENITALI DELl’ UOMO ib. ^ Atlantoide 3 18
I. Deir involucro cutaneo delio scroto 279 3 ” Vescichetta eritroide 819
II. Del dartros ib. Art. II. SVILUPPO DEL FETO CONSIDERATO
§. HI. T onaca critroide ib. IN SÈ STESSO 820
§. IV. Tonaca vaginale eomune ib. Accrescimento del feto propriamente
§. V. Tonaca vaginale propria 280 detto 821
§. VI. Del testicolo e del cordone sper- Del timo 826
matico ih. Sistema nervoso 828
Della tonaca albuginea ib. Apparecchio digestivo 829
Del corpo d' igmoro 281 Capsule soprarrenali 33 o
Della sostanza propria del testicolo ib. Apparecchio delle sensazioni 83 1
Della rete del testicolo 282 Apparecchio locomotore 882
Dell’ epididimo 288 Apparecchio genitale ih.
§. VII. Del cordone spermatico e del con- Post scriptum riguardante le ultime ri-
dotto deferente 284-285 cerche del sig. Coste intorno la ge-
§. Vili. Delle vescichette seminali 286 nerazione dei mammiferi 1804 ) - 333
(

Della prostata 287 Osservazioni fisiologiche intorno le di-


ORGANI della COPULA ih. verse funzioni del feto 334
Art. I. della verga ih. Circolazione del feto 887
§. I. il glande 288 Della respirazione nel feto 338
§. II. Del prepuzio ih. Dglle secrezioni e dei movimenti del
§. HI. Organizzazione della verga 280 feto 339
Deir uretra Avviso degli editori
ih. 34 o
Art. SVILUPPO DEGLI ORGANI GENITALI
II.
PffEPARàZIONI ANATOMICHE 341
dell’ uomo 298 Del sig. Lenoir
del peritoneo Preliminari
297 ih.
Considerazioni generali \h. Processi mediante i quali si apprende
Disposizione generale dell’ addome ih. l’anatomia. — Regole d’ igene da
Art. II. CARATTERI GENERALI DEL PERI-
TONEO
osservarsi negli amfiteatri. Cura —
298 ch’esigono le ferite praticatesi nel
.^r^. ///. DELLE RIPIEGATURE DEL PERI-
iiotomizzare. —
Scelta degl’indivi-
TONEO dui. — Stromenti necessari alle pre-
399
Pag. Pag.
parazioni.
Avvertimenti spettanti mascellare interna, — oltalmica, —
allo stadio dell’ anatomia •343 sottoclaveare, — vertebrale, — sca-
Art. I. DELLA PREPARAZIONE DELLE OSSA polare superiore, — cervicale tras-
E DEI LEGAMENTI 343 versa, — mammaria interna, — in-
§. I. Preparazioni riguardanti la confor- tercostale superiore, — cervicale
mazione delle ossa ib. profonda, — sue
ascellare e divi-
§. II. Preparazioni riguardanti la struttu- sioni. 3^2 376
ra delle ossa 345 Della porzione toracica deH’aorla e del-
§. III. Preparazioni riguardanti la com- le sue branche 876
posizione delle ossa ib. Arterie del bacino, —
iliaca interna o
§. IV. Preparazioni riguardanti Io svi- ipogastrica, —
iliaca esterna, cru- —
luppo delle ossa 346 rale, —
poplitea, —
tibiale anterio-
§. V. Preparazioni riguardanti le connes- re, —
pedidea, —
tibiale posteriore,
corrispondenze delle ossa
siorfi e le ib. — peronea, —
plantare, arteria —
§. VI. Preparazioni riguardanti il mezzo bracchiale e sue divisioni , radiale,
d’ unione delle ossa 348 cubitale 376- D77
i.° Articolazioni e legamenti della spi- B. Preparazione delle vene
na, —: della testa, —
del bacino, — Prima preparazione. — Vene cardiache
del petto, — dei membri 349 -353 vena cava superiore , vena sottocla-
§. VII. Preparazioni atte a mostrare la veare, iugulare e branche dipenden-
disposizione delle cavità formate ti, vene polmonari, vene azzigo

dalle ossa coll’ unione loro 353 Seconda preparazione. —


Vene e seni
Preparazione dei denti 354 del cervello
Art. IL PREPARAZIPNE DEI MUSCOLI E DEL- Terza preparazione — delle vene e dei
LE LORO APONEUROSI ib. seni del canal vertebrale
Art. III. PREPARAZIONI .DEGLI ORGANI E Quarta preparazione. —«Vene dei mem-
DEI VISCERI 359 bri toracici o superiori. Vena —
Preparazione i.® Dell’ asse cerebro-
: porta.
spinale, 36 o —
2.^ Degli organi del- Quinta preparazione. — Vena cava in-
^

la respirazione e del cuore, 862 — feriore


3 .° Del canale intestinale e delle Sesta preparazione. — Vene dei mem-
parti annesse, 363 —
4 Degli or-
-*^ bri addominali o inferiori 377' 379
gani genito - orinari ne’ due sessi, C. Preparazione doi linfatici ib.
365 —Delle mammelle. 867 5.^’ — Art. V. PREPARAZIONE DEI NERVT 38 Ï
Del peritoneo, ib. —
6.*^ Della larin- Regione orbitale. —
Nervo patetico. —
ge e delle parti annesse, ib. 7.^ — Branca oftalmica del quinto paio.
Degli organi dei sensi, 368 lin- — Nervo motor comune degli occhi,
gua, ib. —
naso e fosse nasali, ib. — motor esterno degli occhi. —» Nervo
• occhio e sue dipendenze, 368 69 — ottico. —
Regione facciale. Por- —
orecchio esterno, medio, interno, zione esterna del nervo facciale. —
369-70 pelle — 370 Ramo mascellare inferiore del ner-

Art. IV. PREPARAZIONE DEI VASI SANGUI- vo o del quinto paio.
trifacciale
GNI ih. Ramo mascellare superiore del quin-
.A. Preparazione delle arterie. Arteria — to paio. —
Nervi olfattori , nervi
integumenlale del basso-ventre. — palatini e rami che si distribuiscono
Arteria epigastrica. —
Porzione ad- per le fosse nasali. —
Nervi conte-
dominale dell’ aorta. —
Tronco ce- nuti nella rocca. —
Nervo grande
liaco. —
Arteria mesenterica supe- ipoglosso. —
Nervo glosso-faringeo.
riore e inferiore, —
diaframmatiche — Nervo spinale. —
Nervo vago. —
inferiori, — capsulari, — renali, — Nervo grande simpatico. — Nervi
spermatiche, — lombari. Dell’ aorta cardiaci e plessi cardiaci. — Porzio-
alla sua origine. — Arterie brachio- ne toracica del grande simpatico, —
cefaliche.— Carotide primitiva, — del nervo grande splacnico, del ner-
carotide esterna, — tiroidea supe- vo piccolo splacnico 38 1 -389
riore, — — linguale, — au-
facciale, .Irt.VI. P,REPARAZTONE DELI-’ UOVO UMA-
ricolare posteriore, — —
occipitale, - NO E DEGLI ORGANI PROPRI DEL FETO 389
faringea — temporale, —
inferiore, Post-scriplum ih.
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