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Metodologia Riassunto di tutto il libro

Metodologia della ricerca clinica (Università Cattolica del Sacro Cuore)

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Metodologia della ricerca in psicologia clinica


CAP 1: INTRODUZIONE

la scienza= lo studio dei fenomeni attraverso un’osservazione rigorosa e una valutazione sistematica.
I processi e le caratteristiche fondamentali della scienza:
- Generare teorie o spiegazioni concettuali dei fenomeni di interesse
- Formulare ipotesi per verificare queste spiegazioni
- Raccogliere dati in condizioni e circostanze particolari
- Valutare i dati per estrarre inferenze circa le ipotesi → giungere alle conclusioni
Tuttavia i processi non seguono sempre quest’ordine.

La scienza è indispensabile per quattro motivi:


1) Si necessita di metodi coerenti per acquisire conoscenze
Ci si auspica che gli standard usati da tutti gli scienziati del mondo per raggiungere delle
conoscenze siano coerenti.
2) La scienza è necessaria per identificare, individuare e rivelare molte delle relazioni estremamente
complesse che esistono nel mondo
3) Indipendentemente dalla complessità delle relazioni, per rispondere a molte delle questioni
d’interesse è necessaria un’ampia quantità di informazioni per poter giungere a conclusioni valide
4) La scienza è necessaria per superare i limiti del nostro modo abituale di percepire l’ambiente e di
trarre conclusioni.
Le nostre percezioni sono caratterizzate da molte distorsioni soggettive che interferiscono con
l’acquisizione di una conoscenza più oggettiva.

L’obbiettivo della scienza è costruire un corpus di conoscenza affidabile sul mondo naturale.
Tuttavia ci si scontra con alcune limitazioni facenti parte dell’essere umano:
a) I sensi e i loro limiti:
le limitazioni dei sensi implicano la selettività nel cogliere le sfaccettature della realtà. la scienza
permette di superare alcune delle limitazioni fisiche della nostra normale elaborazione delle
informazioni.
b) Euristiche cognitive:
sono dei processi, che si svolgono al di fuori della nostra consapevolezza, che fungono da “linee guida” o
da “scorciatoie mentali” che ci aiutano a negoziare molti aspetti della nostra esperienza quotidiana.
Nello specifico selezioniamo, ricerchiamo e ricordiamo quelle evidenze del mondo che sono coerenti e
supportano la propria maniera di intenderlo (bias di conferma).
c) La memoria:
la normale elaborazione delle informazioni è caratterizzata da influenze e distorsioni →
spesso non ci ricordiamo le cose come sono realmente accadute. Pensiamo ad esempio ai falsi ricordi ad es
molte persone, durante un percorso psicoterapeutico, hanno ricordato esperienze di abusi infantili.

La metodologia → fa riferimento ai principi, le pratiche e le procedure che governano la ricerca


scientifica.
Essendo stata inventata dalle persone non è perfetta, non elimina tutti gli errori\problemi ed è in continuo
sviluppo ed evoluzione.

La psicologia per raggiungere i propri obbiettivi di studio si avvale spesso:


- Sia della ricerca di base → interesse per la comprensione delle fondamenta di
svariati fenomeni (che cosa, perché, quando un evento si verifica)
- Che della ricerca applicata → interesse all’impiego della conoscenza teorica per
scopi pratici e alla sua applicazione in contesti di vita quotidiani.

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Si possono identificare 5 componenti della metodologia:

disegno di ricerca: progetto sperimentale per analizzare l’ipotesi d’interesse.


Assessment: misurazioni sistematiche impiegate per ottenere i dati.
Valutazione dei i metodi usati per la gestione dei dati, la caratterizzazione del campione, la
dati: descrizione delle misure delle prestazioni e per la deduzione delle inferenze
legate alle ipotesi.
Questioni etiche ed serie di responsabilità che lo sperimentatore ha nella conduzione dello studio.
integrità scientifica: Le responsabilità etiche sono verso i partecipanti e verso l’aderenza agli
standard professionali della propria disciplina.
L’integrità scientifica comprende le responsabilità verso la comunità
scientifica.

Divulgazione dei modo in cui i risultati verranno comunicati in diverse sedi.


risultati:

La metodologia indica un modo di pensare e di risolvere i problemi. Ci


sono dei concetti chiave del pensiero scientifico:
la teoria → si riferisce a livello generale ad una spiegazione
risultati e conclusioni → i dati ottenuti, sono la caratteristica descrittiva dello studio.
Le conclusioni sono la spiegazione delle basi del risultato, sono la parte interpretativa e teorica. La
parsimonia → pratica di fornire la spiegazione dei dati più semplice rispetto a quelle disponibili.
Ad es nel caso di avvistamenti ufo dobbiamo chiederci qua è la spiegazione più semplice
Ipotesi rivale plausibile → considerabile la sorella metodologica della parsimonia.
Un’interpretazione dei risultati che considera altre influenze rispetto a quella che il ricercatore ha
studiato o intende discutere. Il testing è un’ipotesi plausibile.

Semmelweis risolvette un problema (morte delle madri nella 1 clinica a causa di problemi di igiene)
attraverso un modello scentifico◊ partendo dalla sua ipotesi attuò una diversa procedura (lavarsi spesso
le mani) per vedere se ciò avrebbe portato ad una diminuzione delle morti.. e cosí è stato!

Cap.4: LE IDEE PER INIZIARE IL PROCESSO DI RICERCA

Una ricerca inizia con un’idea: molte nascono dalla semplice curiosità e la ricerca viene eseguita per
verificare relazioni previste. Qualche volta la ricerca è stimolata dagli sforzi di misurare altri costrutti, da
altri studi o da singoli casi. Per essere precisi le possibili fonti di ricerca sono:
1) curiosità: lo studio di un caso favorisce la generazione di nuove idee stimolando la creatività del
ricercatore
2) studio di caso: si riferisce allo studio intensivo di un individuo. Ad ogni modo il “caso” può
essere un individuo, un gruppo, un’istituzione o una società
Con il temine studio di caso si fa riferimento principalmente allo studio di un caso aneddotico nel quale la
valutazione spesso non è sistematica: caso di Anna O. che ha segnato l’inizio della talking cure. La nostra
attenzione non riguarda gli studi di caso di per sé ma l’utilizzo dei casi; il contatto con individui che hanno
avuto esperienze particolari diventa fonte di idee per la ricerca.
3) Lo studio di popolazioni particolari fa riferimento a:

a. Studio di popolazioni particolari;

b. Studio delle eccezioni;

c. Studio dei sottotipi;

d. Estensione della validità esterna.

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La ricerca spesso, si concentra su un gruppo particolare di individui e li confronta con altri che non
hanno quella caratteristica. Tra questi studi sono comuni i paragoni di individui con e senza una
condizione clinica (es. depressione vs nessun disturbo). Un tipo di popolazione particolare che vale la
pena esplorare è quella definita come studio delle eccezioni. In base alle ricerche, sappiamo che
individuo con alcune esperienze o esposti ad alcuni fattori hanno un outcome particolare, ma ci
potrebbero essere delle eccezioni.
Esempio: tra i soldati schierati in combattimento, la maggior parte non sviluppa sintomi del disturbo
post- traumatico, ma alcuni lo fanno e non è meramente una questione di esperienze traumatiche alle
quali sono esposti.
Il termine outlier si riferisce agli individui i cui punteggi di performance si distanziano in modo
significativo dal resto del campione. Talvolta questi soggetti vengono rimossi dallo studio.
Per quanto riguarda i sottotipi un esempio sono le vittime di bullismo: tra le vittime si possono
distinguere le vittime “pure” e le vittime/bulli, ovvero, tra le vittime può essere identificato un
sottotipo che è anche coinvolto in atti di bullismo. I diversi sottotipi possono suggerire percorsi
causali differenti.
4) Idee stimolate da altri studi: questa categoria raggruppa alcune fonti di idee, tra cui risolvere una
questione specifica che deriva dagli studi precedenti, estendere il focus, estendere la validità esterna
(es. popolazioni, setting). L’estensione può essere concettuale, nel senso che un modello viene
esteso. Esempio: si considera che le droghe illecite diano dipendenza. La sostanza o l’attività che
suscita la dipendenza deve inizialmente causare sensazioni di piacere. La dipendenza crea un forte
desiderio di assumere la sostanza o praticare l’attività. Le dipendenze sono associate a un
peggioramento della performance come nelle relazioni.

5) Traslazioni ed estensioni tra esseri umani e animali


Un modo è quello di estendere o traslare i risultati della ricerca sugli animali a un fenomeno
clinico. In psicologia, e in generale nella scienza di base, le estensioni della ricerca animale a quella
umana si muovono in entrambe le direzioni. Per esempio, studi sugli esseri umani relativi
all’avvelenamento da piombo e da fumo di sigaretta vennero elaborati a partire da studi sugli
animali.

6) Lo sviluppo e la validazione della misura


Lo sviluppo di metodi di valutazione è centrale perché la misurazione rappresenta una precondizione
per altra ricerca.

Studiare come due variabili si associano◊ Vi sono tanti modi con cui le variabili possono essere associate;
identificare questi modi e i concetti chiave che riflettono, serve come base per sviluppare uno studio.

Esempio: da uno studio correlazione, è emerso che l’incidenza della violenza era correlata positivamente con
la temperatura. Maggiore era la temperatura, più reati violenti erano commessi, ma la relazione positiva
esisteva sono fino a circa 27°C. La correlazione diventava negativa dopo i 32°C.

Concetti che servono come spinta per la ricerca:

Correlato: le due (o più) variabili sono associate in un dato momento in modo che non c’è evidenza
diretta che una variabile preceda l’altra.

Fattore di rischio: una caratteristica o una variabile che è un antecedente di un outcome di


interesse e aumenta la probabilità che si verifichi. Un “correlato” in cui è stabilita una sequenza
temporale. Le esperienze (es. meditare) e gli outcome (es. gestire lo stress) possono essere anche
positivi dunque più che di rischio si dice “predittore. I fattori di rischio NON devono essere
confusi con la causa. Per esempio, i fattori di rischio per le malattie cardiovascolari includono
elevato colesterolo, fumare e nessuno di questi necessariamente causano un attacco di cuore.

Fattore di protezione: una caratteristica o variabile che previene o riduce la probabilità di un


outcome negativo. La sequenza temporale non è per forza determinata; si tratta spesso di
correlazioni negative con l’outcome.

Causa: una variabile influenza, sia direttamente sia attraverso altre variabili, il verificarsi
dell’outcome. Viene dimostrato che il comportamento di una variabile conduce al cambiamento di
un’altra variabile (outcome). I criteri per inferire una relazione causale tra variabili possono essere
una forte associazione tra le due, consistenza (replica di risultati osservati in diversi studi), linea
temporale (ordine per cui la causa viene prima di un outcome).

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Un’altra fonte di idee di ricerca sta nel focalizzarsi su:

- Moderatore: una caratteristica che influenza la direzione o dimensione della relazione tra una
variabile indipendente e una dipendente. La relazione tra fumo, cibo spazzatura e un outcome negativo
è influenzata da un’altra variabile (o da altre variabili). Quella altre variabili vengono chiamate
moderatori. Il moderatore è qualcuno che è il conduttore di un quiz show.
- Mediatore: una variabile interveniente che potrebbe spiegare la relazione tra le variabili indipendenti
e dipendenti. Esempio: l’esercizio fisico (VI) fa diminuire la depressione (VD) e ciò funziona perché
diminuisce lo stress (mediatore).
- Meccanismi: la base per l’effetto cioè le ragioni per le quali il cambiamento è avvenuto.
- Mediazione moderata: la forza o direzione della relazione di un mediatore dipende dal moderatore.
Esempio: sappiamo che il quoziente intellettivo (QI) può essere aumentato in diversi modi nei
bambini, tra i quali l’integrazione dell’alimentazione, interventi educativi precoci e mandando il
bambino all’asilo. Quindi, un singolo outcome (maggiore QI) ha diversi sentieri che vi conducono e
questi percorsi potrebbero riflettere diversi meccanismi che portano a un outcome. I diversi
meccanismi dipendono da altre variabili (moderatori), che sono le esperienze alle quali il bambino è
stato esposto.

RICERCA DI BASE E APPLICATA


La ricerca di base fornisce una teoria per descrivere quello che può succedere, mentre quella applicata testa
quello che può succedere nei contesti di vita reale e si preoccupa della generalizzazione a tutti gli aspetti
quotidiani. Un problema della ricerca di base è che molti risultati richiedono molto tempo, spesso decine di
anni, per passare dal laboratorio ad aiutare le persone nella vita quotidiana.

RICERCA TRASLAZIONALE◊ è emersa nel tentativo di spostare i risultati dal laboratorio alle cliniche
in modo più veloce. La ricerca traslazionale trova espressione nel “Bench-to-Bedside” ossia “dal laboratorio
al letto del paziente” dove “laboratorio”: di base e “letto”: direttamente applicabile.
La medicina traslazionale converte scoperte scientifiche promettenti in applicazioni e tenta di rispondere alle
domande della ricerca tramite il lavoro sperimentale.
TEORIA: concettualizzazione del fenomeno di interesse
Come mai ci serve la teoria?
-La teoria può portare ordine in aree dove le evidenze sono sparse. Esempio: considerando l’area della
psicoterapia, sappiamo che ci sono centinaia e centinaia di tecniche per il trattamento psicologico. La teoria
potrebbe conferire unità a quest’area.
- La teoria può dirigere la nostra attenzione su quali moderatori studiare. In ogni area, c’è un numero infinito
di moderatori che possono essere proposti (es. sesso, età, genere, livello socioeconomico).

Che cosa rende un’idea di ricerca interessante?


Il tipo di domanda che il ricercatore si pone influenza se la ricerca sia interessante o importante.
Un’idea di ricerca è importante se può essere mostrata per rispondere a una questione importante.
Rassegna delle fasi chiave: dalle idee astratte alle ipotesi e alle operazionalizzazioni, fornire delle
definizioni operative delle procedure, identificare il campione, selezionare il disegno di ricerca, affrontare
le questioni etiche. Per quanto riguarda il disegno di ricerca in psicologia la ricerca fa ricorso a 3 studi:
Veri esperimenti: studi in cui i soggetti possono essere assegnati in modo randomizzato alle condizioni e il
ricercatore controlla chi riceve e chi non riceve la manipolazione sperimentale.
Quando i veri esperimenti vengono condotti nel contesto di un intervento (trattamento, prevenzione), vi si
riferisce con l’espressione trial controllati randomizzati (RCT).
Quasi-esperimenti: si riferiscono a quei disegni di ricerca in cui ci si avvicina alle condizioni dei veri
esperimenti, però l’assegnazione randomizzata NON è possibile perché i gruppi sono pre-formati oppure
l’assegnazione casuale può essere usata per alcuni gruppi ma non per tutti.
Disegni osservazionali: si riferiscono a una varietà di situazioni in cui la variabile di interesse viene
studiata selezionando i soggetti (casi) che variano per una caratteristica. Es: fumatori e non fumatori in
relazione ad alcuni tratti di personalità.
Disegni sperimentali a caso singolo: sono veri esperimenti ma possono focalizzarsi su uno specifico
individuo, pochi individui o uno o più gruppi nel tempo. Tipicamente vengono studiati uno o pochi
soggetti. Le misure di interesse dipendenti vengono amministrate ripetutamente al passare del tempo (es
giorni o settimane

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La cornice temporale della ricerca:


Studi trasversali (cross sectional): questi studi di solito fanno dei confronti tra gruppi in un determinato
momento temporale
Studi longitudinali: questi studi fanno dei confronti su un period più esteso, spesso lungo molti anni

Cap.5: DISEGNI DI RICERCA SPERIMENTALI CON GRUPPI

I disegni di ricerca più frequentemente usati in psicologia confrontano gruppi di soggetti sottoposti a
diverse condizioni controllate dallo sperimentatore.
Selezione dei soggetti:
la selezione casuale (Random selection) → si riferisce all’estrazione dei soggetti dalla popolazione
totale di interesse in maniera tale che ogni membro appartenente alla popolazione abbia una uguale
probabilità di venire estratto.
Se il campione è ampio → si può presumere l’assenza di particolari bias nei soggetti selezionati. La
selezione casuale incrementa la generalizzabilità (validità esterna) dei risultati sperimentali. Per fare
affermazioni valide sulla popolazione è necessario un campionamento attento di diversi sottogruppi di
una popolazione, che rifletta le variabili soggettive e demografiche di interesse.
Nella ricerca psicologica solo occasionalmente le popolazioni sono studiate grazie alla selezione casuale nei
soggetti a partire da un gruppo più ampio ben definito.
Chi saranno i soggetti della ricerca?
Diversità del campione: La diversità del campione, soprattutto in relazione all’etnia, alla cultura e al sesso,
dovrebbe essere affrontata al momento della definizione del disegno dello studio.

Dilemmi sulla selezione dei soggetti:


1’ dilemma → legato alla diversità del campione da includere nello studio.
È necessario includere un campione eterogeneo nella ricerca (il dilemma sta nell’accettare che non
potremo mai includere tutte le etnie esistenti).
2’ dilemma → Il dilemma sta nel riconoscere che ci sono altri moderatori (genere, età, status socio-
economico) che potrebbero avere un impatto pervasivo quanto l’etnia o la cultura ma che non potremo
includerli tutti.

Campione di convenienza:
è formato da soggetti che vengono studiati solo perché presenti in una situazione comoda o sono disponibili
per scopi abbastanza differenti (spesso sono gli studenti universitari). Un altro esempio di campione di
convenienza sono soggetti reperibili online che diventano partecipanti della ricerca. Il problema però è se un
campione sia o meno appropriato.
Spetta allo sperimentatore valutare o mettere almeno in discussione se i caratteri distintivi del
campione possano o meno contribuire alla determinazione dei risultati ottenuti.

Assegnazione dei soggetti e formazione dei gruppi:


Assegnazione casuale (Random) ◊consiste nell’allocare i soggetti nei gruppi in modo tale che la
probabilità di ogni soggetto di entrare a far parte di qualsiasi gruppo sia uguale.
Nonostante sia il metodo migliore per l’assegnazione dei soggetti, in alcune situazioni non è possibile
applicarla.
Gruppi equivalenti◊ Esistono caratteristiche soggettive, circostanze di partecipazione alla ricerca e altri fattori
che potrebbero, se non controllati, interferire con la spiegazione delle differenze tra i gruppi.
Questi elementi possono essere chiamati “variabili di disturbo”, in quanto possono influenzare i
risultati. L’assegnazione casuale è un metodo per allocare le variabili di disturbo in modo che non si
distribuiscano sistematicamente nei gruppi e, di conseguenza, rendere minima la probabilità di bias di
selezione.
L’assegnazione casuale è vista talvolta come un modo affidabile per generare gruppi equivalenti, non è detto
che lo faccia ma aumenta la probabilità che ci riesca specialmente quando il campione è ampio.
Appaiamento o matching Indica il raggruppamento dei soggetti sulla base della loro condivisione di una
particolare caratteristica o di un set di caratteristiche.
Con l’appaiamento i soggetti appaiono in ciascun gruppo con ogni livello della caratteristica e di conseguenza i
gruppi, non differiscono per quella caratteristica prima dell’esperimento.

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Si può realizzare in molteplici modi:


- Coppie di individui con punteggi identici (anche se esclude coloro che non hanno ottenuto un
punteggio identico a nessuno)
- Classificare tutti i soggetti dal punteggio più alto al più basso → usa tutti i soggetti
estraendoli dalla classifica a blocchi di due ed assegnandoli casualmente a ciascuno dei
gruppi (appaiamento seguito dall’assegnazione causale).

L’appaiamento quando l’assegnazione casuale non è possibile:


normalmente prima i soggetti vengono appaiati e poi assegnati casualmente ai gruppi, per distribuire la
variabile in base alla quale i soggetti vengono appaiati.
L’appaiamento generalmente si trova in studi in cui ci sono gruppi intatti, o pre-formati, in cui
l’assegnazione casuale non è possibile. Quando i soggetti non vengono assegnati casualmente ai gruppi, la
probabilità di bias nella selezione dei soggetti prima di qualsiasi intervento o manipolazione sperimentale
rappresenta un grosso problema.
Un modo per ottenere gruppi che siano appaiati è la corrispondenza dei punteggi di propensione: una
procedura statistica il cui scopo è costruire gruppi equivalenti che si corrispondano per tutte le variabili, o per
un ampio set di caratteristiche grazie all’appaiamento simultaneo di variabili multiple. Esempio: vogliamo
sapere se seguire una dieta vegana incida nell’insorgenza di certe malattie, ma l’essere o meno vegani non è
l’unica variabile da tenere in considerazione bisogna calcolare anche attività fisica, fumo, abuso di alcool.
I due metodi per la formazione dei gruppi:
- Assegnazione casuale degli individui ai gruppi
- L’appaiamento
Non sono necessariamente due metodi separati e in entrambi i casi non c’è garanzia dell’equivalenza dei
gruppi.

-Disegni di veri esperimenti: lo sperimentatore manipola le condizioni e assegna i soggetti ai gruppi in modo
casuale.
Esistono molti tipi di disegno sperimentale:
R sta per assegnazione Random (casuale) dei soggetti alle condizioni;
A indica l’assessment (A1 indica il pre-test, A2 indica il post-test);
X rappresenta la Manipolazione sperimentale o l’Intervento.

I simboli seguono l’ordine temporale di presentazione.

-Disegno con gruppo di controllo pre-test\post-test:


prevede un minimo di due gruppi:
- Un gruppo riceve la manipolazione sperimentale (intervento)
- L’altro no
I soggetti vengono testati sia prima che dopo l’intervento, di conseguenza l’effetto della manipolazione si
rispecchia nel cambiamento quantificato dalla differenza tra la valutazione inziale e quella finale.
I soggetti vengono assegnati casualmente ai gruppi prima o dopo aver completato il pre-test.
In progetti del genere il disegno viene chiamato RANDOMIZED CONTROLLED TRIAL (RCT)
= il focus principale è sull’intervento.
Gli RCT sono impiegati quando l’interesse è rivolto a dimostrare l’efficacia di un intervento◊
Esempio:è stato impiegato un RCT per valutare l’impatto di un intervento precoce sui bambini (2 anni e
mezzo) con disordini dello spettro autistico. Sono stati formati due gruppi: uno di trattamento e in cui i
bambini vennero sottoposti ad un programma di intervento e uno di controllo a cui venne dato del
materiale di ricerca e trattamenti locali. Venne fatto a distanza di 2 anni il post-test e si dimostrò che il
gruppo di trattamento ottenne più miglioramenti.

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Punti di forza (dovuti all’uso del pre-test):


- Controlla le minacce alla validità interna (Se il periodo intercorso prima e dopo la manipolazione è lo
stesso per ogni gruppo, minacce come la storia, la maturazione, test ripetuti e la strumentazione
vengono automaticamente controllate).
- Appaiamento dei soggetti → consente di appaiare i soggetti per una delle variabili valutate
al pre-test che potrebbe influenzare i risultati.
- Valutazione delle variabili◊ permette di valutare le variabili appaiate
- Potenza statistica → essa incrementa
- Analisi dei cambiamenti → esaminare quanti clienti sono migliorati o peggiorati
- Valutazione della mortalità → consente di valutare la mortalità in modo più analitico

Punti di debolezza:
- Effetto di sensibilizzazione al pre-test → indica che i risultati dello studio possono essere
generalizzati solo ai soggetti che ricevono il pre-test.
Più il pre-test è distante nel tempo e nello spazio dal post-test meno risulta adeguato perché tra essi
potrebbero verificarsi eventi e processi in grado di oscurare gli effetti che altrimenti potrebbero
essere più realisticamente attribuibili alla manipolazione sperimentale.
- I partecipanti devono acconsentire all’essere assegnati casualmente al trattamento o alla situazione di
controllo (possono ritirarsi se non ricevono la condizione desiderata)
- Si sollevano questioni etiche quando un intervento considerato migliore viene confrontato con
una condizione di controllo o con nessun trattamento.

Disegno con gruppo di controllo solo al post-test:


il disegno con gruppo di controllo solo al post-test prevede un minimo di due gruppi ed è
essenzialmente uguale al disegno precedente, a eccezione del fatto che NON viene somministrato
nessun pre-test. Il disegno può essere schematizzato cosi: R X A1
R A1
La debolezza del disegno con gruppo di controllo solo al post-test deriva dallo svantaggio di non avere un pre-
test; l’incapacità di assicurare che i gruppi siano equivalenti al pre-test, di appaiare i soggetti sulla base della
performance ottenuta al pre-test, di studiare la relazione tra il risultato al pre-test sono tutte conseguenze della
soppressione del pre-test. Dunque, quando si disegna un progetto di ricerca è consigliabile includere un pre-
test, se possibile e fattibile, alla luce dei molti vantaggi che apporta.

Disegno a quattro gruppi di Solomon:


lo scopo del disegno a quattro di Solomon è valutare l’impatto del pre-test sugli effetti ottenuti con un
intervento specifico. La somministrazione del pre-test influenza in realtà i risultati? È interesse di
molti studi determinare se l’assessment inziale contribuisca a determinare l’efficacia del trattamento
nel contesto reale. Che cosa succede se il pre-test ha contribuito ai risultati ed è finito per essere
cruciale nella determinazione degli effetti dell’intervento? Sarebbe meglio saperlo in anticipo, dato che
limitarsi a estendere l’intervento alla comunità, applicandolo senza pre-test, potrebbe non essere così
efficace come ci aspettiamo.
Per rispondere alla domanda se ci sia o meno una sensibilizzazione al pre-test servono 4 gruppi.
I 4 gruppi sono formati dai due gruppi menzionati nel disegno con gruppo di controllo pre- test\post- test più
gli altri due gruppi del disegno con gruppo di controllo solo al post-test.

1) R A1 X A2
2) R A3 A4
3) R X A5
4) R A6
L’effetto del test viene valutato confrontando i due gruppi di controllo che differiscono solo per aver o non
aver ricevuto il pre-test. (A4, A6)
L’interazione tra il pre-test e l’intervento si valuta confrontando i gruppi A2 e A5.
I dati possono essere analizzati per valutare gli effetti del testing e l’interazione testing x trattamento →per
fare questo i dati dell’assessment al post-trattamento di ogni gruppo vengono combinati in un disegno
fattoriale 2x2 ed esaminati con un’analisi della varianza a due vie.
Un’altra peculiarità del disegno è l’inclusione di repliche dell’intervento e delle condizioni di controllo in
diversi punti del disegno.

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RISULTATI: Se da queste comparazioni emerge un pattern di risultati coerenti, la forza della


dimostrazione risulta notevolmente aumentata rispetto ai disegni che consentono un confronto singolo.

-Disegno fattoriale:
I disegni precedentemente menzionati consentono di valutare l’impatto di una singola variabile
indipendente. I disegni fattoriali permettono di indagare simultaneamente due o più variabili in un
singolo esperimento. Per ogni variabile vengono rilevati due o più livelli. La ragione principale per
realizzare un disegno fattoriale è l’interesse per l’effetto combinato di due o più variabili, cioè la loro
interazione.
Esempio: Le 2 variabili sono tipologia di strategia di coping e tipologia di problema clinico ◊ la variabile
coping ha i 2 livelli regolazione o rilassamento, la variabile problema clinico ha i 2 livelli DOC o disturbo
depressivo. Questo disegno 2x2 (2 variabili, ciascuna con 2 livelli) forma 4 gruppi che rappresentano ogni
possibile combinazione dei 2 fattori.

Il punto di forza del disegno fattoriale è valutare gli effetti di variabili separate in un solo esperimento. Nel
disegno fattoriale differenti variabili possono essere studiate con un numero minore di soggetti e osservazioni,
quindi è certamente più conveniente.

-Disegni quasi sperimentali:


i disegni di ricerca in cui il ricercatore non riesce ad esercitare il controllo richiesto
nell’assegnazione casuale dei soggetti nei veri esperimenti; esistono gruppi già formati.

• Disegno pre-test\post-test:
vengono confrontati soggetti non assegnati casualmente e
questa è l’unica sostanziale differenza. Un gruppo riceve
l’intervento e l’altro no. La forza del disegno dipende dalla
somiglianza del gruppo sperimentale con quello di controllo

• Disegno post-test only:


il problema di questo disegno è che non c’è un pre-test quindi i gruppi potrebbero differire per
innumerevoli dimensioni prima della manipolazione sperimentale.
Inoltre questo disegno è vulnerabile ad ogni possibile minaccia alla validità interna.
Il disegno potrebbe essere utile come studio preliminare per vedere se un programma funziona.

• Disegni a trattamenti multipli:


La caratteristica che definisce il disegno a trattamenti multipli è che tutte le differenti condizioni (trattamenti)
di ricerca vengono presentate a ogni soggetto.
Nei disegni a trattamenti multipli vengono usati gruppi separati con l’intento di bilanciare l’ordine dei
trattamenti.
Bilanciare significa presentare i trattamenti secondo ordini differenti, cosi che l’effetto del trattamento non
venga confuso con la posizione in cui appare.
Ci sono diverse versioni di disegni a trattamenti multipli ma comunque tutti quanti potrebbero essere
chiamati disegni controbilanciati perché tentano di bilanciare l’ordine dei trattamenti attraverso i
soggetti.

• Disegno crossover:
deve il suo nome al fatto che ad un certo punto dell’esperimento tutti i soggetti “crossover”, cioè vengono
scambiati, all’altra condizione sperimentale.
Il disegno viene impiegato con due diverse condizioni sperimentali.
I due gruppi di soggetti assegnati casualmente differiscono solo per l’ordine con cui ricevono i due
trattamenti:
R A1 X1 A2 X2 A3
R A1 X2 A2 X1 A3
Non è obbligatorio effettuare il pre-test (A1) ma è comunemente impiegato.
I soggetti vengono valutati dopo ogni intervento.

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Il bilanciamento diverrebbe più complesso con l’aggiunta di ulteriori trattamenti, ma la versione crossover ne
prevede solo due.

È frequentemente usato per valutare l’effetto di un farmaco su vari sintomi e disturbi.

• Disegno a trattamenti multipli controbilanciato:


basta un aumento del numero di condizioni affinché il contro-bilanciamento diventi molto più complesso e
l’ordine di somministrazione dei trattamenti risulti difficile da bilanciare.
Il disegno risulta completamente bilanciato se vengono forniti tutti i possibili ordini di trattamento. Dal punto
di vista pratico è un metodo troppo gravoso e le variazioni aumentano in maniera esorbitante se si includono
quattro o più condizioni.
Per praticità si ricorre al “quadrato latino” in cui ogni condizione (A,B,C) compare una sola volta in ogni
posizione.

Posizione Posizione Posizione 3 Media o


1 2 somma delle
sequenze
Sequenza A B C
(gruppo) 1
Sequenz B C A
a
(gruppo)
2
Sequenz C A B
a
(gruppo)
3
Media o somma
delle righe

Al termine dell’indagine, le analisi possono confrontare le diverse condizioni e verificare se fossero presenti
effetti:
- Effetti d’ordine → quando il momento temporale in cui interviene il trattamento è il responsabile dei
risultati (si riferiscono al confronto delle colonne).
- Effetti di sequenza → quando il piano dei trattamenti contribuisce ai loro effetti (si riferiscono al
confronto delle righe).
La scelta di quali sequenze selezionare per un dato studio si basa sulla selezione casuale di una tavola di
quadrati latini.

Si potrebbe ricorrere ad un periodo di eliminazione washout= un intervallo progettato per eliminare o ridurre
qualsiasi effetto di carryover (effetto di trascinamento).
I soggetti ricevono le condizioni separate ma viene frapposto un certo intervallo di tempo con l’aspettativa di
ridurre l’effetto di trascinamento.

Effetto soffitto (ceiling) ed effetto pavimento (floor):


Un possibile problema nella valutazione delle differenti condizioni sperimentali entro gli stessi soggetti è
determinato dall’effetto soffitto o dall’effetto pavimento, che sono in grado di limitare la quantità di
cambiamento che possiamo osservare.
La quantità dei cambiamenti prodotti dal primo intervento potrebbe non consentire che si verifichino ulteriori
cambiamenti.
Nella figura 5.3 possiamo osservare che il primo trattamento (A o B) apporta un incremento talmente rilevante per
l’adattamento che il secondo trattamento non produce cambiamenti addizionali. La conclusione potrebbe essere
che i trattamenti sono ugualmente efficaci e che nessuno dei due incrementa l’altro

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CAP.6 GRUPPI DI CONTROLLO E DI CONFRONTO

Gruppi di controllo:
Nel momento in cui ci avviciniamo al mondo della ricerca scientifica, ci viene prima di tutto insegnato che un
esperimento richiede un gruppo di controllo ossia un qualsiasi gruppo incluso nel disegno, al di là del gruppo
“principale”.
I gruppi di controllo vengono generalmente usati per arginare le minacce alla validità interna, come la storia,
la maturazione, la selezione, le modalità di assessment. Il controllo di queste minacce si attua assicurandosi che
un gruppo del disegno condivida le stesse influenze del gruppo di intervento, ma senza ricevere l’intervento.

Ne esistono diverse tipologie (i primi due arginano la validità interna):

• gruppi di controllo senza trattamento:


riceve tutti gli assessment (pre e post) ma nessun intervento e risponde alla domanda: in che misura le
persone potrebbero cambiare senza il trattamento.
È composto da soggetti assegnati casualmente alle condizioni (permette di far fronte alle minacce della
validità interna)
Un gruppo di controllo senza trattamento valuta il miglioramento dei clienti che non ricevono il trattamento
oggetto della ricerca.
Fa sorgere evidenti questioni etiche quando nega il trattamento in una condizione clinica.
Esse sono raggirabili comunicando all’inizio di uno studio che qualche soggetto potrebbe essere assegnato alla
condizione senza trattamento e che i soggetti devono partecipare allo studio solo se ritengono tale eventualità
accettabile.
Tuttavia i clienti potrebbero accettare e partecipare in un primo momento per poi ritirarsi nel caso in cui non si
trovino assegnati al gruppo di trattamento.
Esistono anche problemi pratici tra cui il fatto che le persone assegnate a tale gruppo una volta iniziato
lo studio potrebbero decidere di non collaborare.

Una parziale soluzione all’assenza di trattamento è:


• Il gruppo di controllo in lista d’attesa:
piuttosto che non somministrare alcun trattamento lo si può semplicemente posticipare.
→ è identico al gruppo di controllo senza trattamento a eccezione del fatto che dopo il secondo
(post) assessment, i partecipanti ricevono l’intervento.
È caratterizzato da tre elementi fondamentali:
1) Se si effettua un pre-test, non ci deve essere alcun trattamento nel periodo che va dal I al II
assessment per il gruppo di controllo in lista d’attesa.
2) Il tempo trascorso tra il I ed il II assessment del gruppo di controllo deve corrispondere al
periodo che intercorre tra l’assessment pre e post trattamento del gruppo sperimentale.
3) I controlli in lista d’attesa prima completano le valutazioni pre e post test e solo in seguito
ricevono il trattamento.
Il suo impiego ha molti vantaggi tra i quali la possibilità di un’attenta valutazione degli effetti del
trattamento in differenti punti del disegno (perché l’intervento viene fatto in un momento diverso).
I problemi etici riemergono quando i clienti hanno bisogno di un trattamento immediatamente e ritardarlo
potrebbe avere serie conseguenze.

• Gruppo di controllo senza contatto:


il solo processo di entrare a far parte di uno studio di trattamento mobilita la speranza e l’aspettativa di
miglioramento.
Si tratta di soggetti che non ricevono il trattamento e non sanno di ricoprire il ruolo di partecipanti. Non hanno
alcun contatto con i professionisti.
La valutazione iniziale può essere effettuata con un falso pretesto così come per ottenere ulteriori informazioni
si simula un’attività ordinaria così che non ci sia un’associazione con lo studio sul trattamento.

• Gruppo di controllo senza un trattamento specifico/gruppo di controllo attivo (effetto placebo):

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non solo affronta minacce interne, ma tenta di eliminare le minacce alla validità di costrutto (il grado in cui è
possibile definire le componenti responsabili dell’effetto osservato).
In qualsiasi trattamento esistono molteplici elementi che potrebbero contribuire o essere responsabili del
cambiamento terapeutico, ad esempio l’avere contatti con un terapeuta, l’ascoltare la spiegazione dell’origine
del disturbo (si chiamano fattori comuni). Un gruppo di controllo senza un trattamento specifico è progettato
per controllare i fattori comuni che si associano al partecipare a un trattamento.
In questi gruppi vi è la somministrazione di placebo e sostanze inerti (es. compresse di zucchero), presentati
come se fossero un vero trattamento e ciò può portare a degli effetti placebo come l’aspettativa che il paziente
si crea nei confronti del trattamento e la credibilità del dottore
Problema: potrebbe verificarsi il caso in cui la condizione di controllo NON sia così credibile e NON generi
aspettative di cambiamento.

• Trattamento standard o TAU(Treatment as Usual):


trattamento usuale che generalmente viene somministrato in un certo contesto clinico.
In realtà si tratta di un termine ingannevole → non c’è un’idea precisa di quello che sia il TAU.
Il trattamento standard che viene somministrato in una clinica per un determinato disturbo non solo non è
identico a quello che viene prescritto in un’altra clinica, ma persino all’interno della stessa clinica non
esistono impieghi coerenti del TAU tra diversi terapeuti.
Esistono quattro vantaggi che derivano dall’impiego del TAU come condizione di confronto:
1) Le questioni etiche sono rispettate: tutte le persone possono ricevere un trattamento attivo
2) Il ritiro minore dei partecipanti
3) Dato che la cura è quella normalmente offerta dal servizio, è probabile che molti dei fattori comuni
o non specifici della terapia vengano controllati.
4) Maggiore soddisfazione da parte dei clinici.

Tuttavia anche i TAU sollevano i loro dilemmi:


a) È difficile conoscere in cosa consistono i TAU
b) Il ricercatore deve monitorare e valutare attentamente il trattamento
c) è consigliabile supervisionare, monitorare e valutare anche il TAU
d) In molte cliniche il TAU potrebbe essere somministrato con leggerezza e flessibilità
Da un punto di vista etico il TAU potrebbe rapidamente diventare poco sostenibile, dal momento che si è
dimostrato essere meno efficace rispetto al nuovo trattamento.
Inoltre in linea di massima i TAU non sono replicabili → non ne vengono documentate le
procedure e sono presenti numerose variazioni.

• Gruppo di controllo appaiato (yoked):


Il suo scopo è assicurarsi che i gruppi siano equivalenti rispetto ai fattori potenzialmente importanti che
potrebbero essere responsabili delle differenze riscontrate tra i gruppi.
Lo yoking (appaiamento) è una procedura per appaiare i soggetti sottoposti all’intervento con quelli
che non lo ricevono nel caso in cui una qualsiasi caratteristica dell’intervento possa subire delle
variazioni tra i gruppi durante un esperimento; ad es. con lo yoking è possibile controllare il fattore
rinforzo e dare cosí ad entrambi i soggetti dei gruppi dare lo stesso numero di rinforzi.
È necessario testare prima il soggetto sperimentale per poi procedere alla somministrazione del trattamento al
soggetto di controllo ad esso correlato.
La condotta del soggetto sperimentale determina che cosa accade al soggetto di controllo.
Alla fine dello studio il numero di sessioni terapeutiche sarà identico tra i gruppi.
Se nel disegno esiste un terzo gruppo, il gruppo di controllo senza trattamento, la tecnica di Yoking potrebbe
essere applicata efficacemente anche a questo.

• Gruppo di controllo non assegnato casualmente o non equivalente


L’obiettivo dei gruppi di controllo non equivalenti è ridurre la possibilità che altre influenze (validità interna o
validità di costrutto) possano spiegare i risultati. Dal momento che il gruppo NON è formato casualmente, i dati
ottenuti potrebbero non essere convincenti tanto quanto quelli risultanti da un gruppo di controllo composto
casualmente.

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Il “fine” in questo caso è quanto siano plausibili le minacce alla validità e se esista qualcosa nello studio
che possa aiutare a rendere meno verosimile una minaccia potenzialmente critica.

Considerazioni chiave nella selezione dei gruppi:


non esistono delle regole fisse per decidere quali gruppi includere nello specifico, ma ci sono delle linee guida:

1) Chiedersi che cosa si deve controllare in uno studio → quali minacce alla validità.
2) Riflettere su quali saranno i risultati che si potranno ottenere → per decidere quali grupi
includere prima di iniziare l’esperimento.
3) Ricerche precedenti potrebbero suggerire quali siano i gruppi di controllo essenziali per un dato
studio.
Man mano le domande di ricerca diventano più raffinate.
4) La selezione dei gruppi di controllo e di confronto potrebbe essere dettata o limitata da vincoli
etici e pratici.

Valutare gli interventi psicosociali:


l’intento della ricerca in psicoterapia è identificare trattamenti efficaci, per comprendere le basi
sottostanti al cambiamento terapeutico e per elaborare i fattori responsabili dell’efficacia del
trattamento.

Strategia per domanda indagata: requisiti di base:


l’intervento:
Strategie del pacchetto l’intervento apporta cambiamenti?. Richiede solo due gruppi:
di intervento: La nozione di pacchetto pone - Gruppo di intervento
l’enfasi sul fatto che il trattamento - Gruppo di
potrebbe essere multiforme e controllo senza
includere differenti componenti. trattamento o in
lista d’attesa

Strategia scompositiva: quali componenti facilitano il Due o più gruppi


cambiamento? di intervento.
Uno riceve l’intero
Per scomporre un trattamento, pacchetto dell’intervento;
singole componenti vengono gli altri ricevono quel
eliminate o isolate dal resto del pacchetto senza una o più
trattamento. delle sue componenti.

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Strategia costruttiva: quali componenti o interventi Due o più gruppi


sviluppo di un pacchetto ulteriori possono essere aggiunti di intervento.
grazie all’aggiunta di per raggiungere un cambiamento Uno riceve l’intero
componenti che migliorino maggiore? pacchetto dell’intervento,
i risultati. gli altri gruppi ricevono
(è opposta alla strategia quel pacchetto arricchito di
scompositiva). una o svariate componenti.
|
i trattamenti combinati
possono risultare migliori
perché affrontano più
sfaccettature di uno stesso
problema o perché
agiscono in modo
combinato, dimostrandosi
più efficaci delle loro
singole componenti.

CAP. 7: DISEGNI CASO-CONTROLLO E DISEGNI DI COORTE

In psicologia la ricerca osservazionale (dove i gruppi non sono manipolati) gioca un ruolo importante per
svariati motivi:
1) Si è molto interessati allo studio delle persone che hanno avuto particolari esperienze di
esposizione o deprivazione e non è possibile assegnare agli individui queste condizioni.
Strategia comparativa: quanto si dimostra efficace Due o più gruppi che
confronta due o più l’intervento se paragonato ad altri ricevono differenti
trattamenti. interventi per gli stessi problemi interventi.
clinici o per i medesimi obbiettivi di
intervento?

2) La stragrande maggioranza degli studi della sanità pubblica relativi ai fattori che scatenano le
Strategia del moderatore: quali caratteristiche del paziente, Uno o più interventi ma
i moderatori = variabili che della famiglia, del contesto, o di divisi in base ai livelli di un
influenzano qualche altra altro, influenzano la direzione o la predetto moderatore.
variabile. portata del cambiamento con questo Es. la gravità dei sintomi
L’obbiettivo è esaminare i intervento?
fattori che potrebbero
moderare gli effetti del
trattamento.
Esistono dei limiti:
- È possibile che
siano implicati
moderatori
multipli
Studiare un solo
moderatore alla
volta è una
limitazione per
comprendere come
e per chi funziona il
trattamento
Strategia del mediatore: quali processi o costrutti mediano Uno o più interventi con un
la mediazione può la relazione tra l’intervento e il assessment sui presunti
avvicinarci alla cambiamento? processi che possono essere
comprensione del processo responsabili, indurre,
specifico che potrebbe spiegare statisticamente il
essere coinvolto. cambiamento.
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malattie, deriva da studi osservazionali e non da ricerche sperimentali.


3) Gli studi osservazionali permettono di studiare più variabili, a studiarle nel tempo e a esaminare
le loro influenze.

La scienza necessita di metodi diversi complementari l’uno all’altro quindi non ha senso
contrapporre i veri esperimenti alla ricerca osservativa.

Disegni caso-controllo:
gruppi di individui che variano proprio per quella caratteristica (ad es una particolare esperienza) ed
esamina tratti attuali o passati dei gruppi.
Nella forma più semplice, con due gruppi, il ricercatore confronta soggetti che mostrano la caratteristica (casi)
con gli individui che non la possiedono (controlli).
Ne esistono diverse tipologie, quali:
Disegno trasversale:
i soggetti vengono selezionati e valutati in base alle caratteristiche che possiedono nel momento presente.
Esempio: è probabile che gli individui depressi abbiano scarse relazioni sociali rispetto al gruppo di controllo
Disegno retrospettivo:
È il tentativo di identificare la sequenza temporale tra possibili cause o antecedenti e un conseguente
risultato di interesse.
Il disegno dice che in questo momento sei cosí (presente); il presente dice qualcosa del proprio passato
(antecedente).
Fare una valutazione retrospettiva può significare andare a recuperare informazioni documentate o

documentabili, che non presentano il problema della rievocazione dei ricordi, anche se potrebbero avere altri
problemi.
Esempio: studiare la relazione tra l’allattamento al seno e il disturbo da deficit di attenzione
Considerazioni per l’uso di disegni caso-controllo:
hanno punti di forza e di debolezza.
Punti di forza:
1) Sono facilmente realizzabili ed efficienti in termini di costi e risorse → il ricercatore seleziona il
campione e confronta i casi e i controlli in un singolo momento temporale. Non si deve aspettare
molto prima di poter rispondere alla domanda di ricerca.
2) La perdita di soggetti non è un problema in questi disegni. I soggetti vengono valutati una volta
sola durante una singola sessione di assessment.

Punti di debolezza:

1) Non è possibile mostrare l’esistenza di una relazione causale tra una caratteristica ed un’altra
variabile. Sono tuttavia molto utili a formulare delle ipotesi che possono essere rafforzate da
analisi che aiutano ad escludere altre influenze.
2) Esistono bias di campionamento: la selezione dei casi e dei controlli potrebbe inavvertitamente
generare campioni in cui le relazioni osservate si discostano molto da quelle della popolazione
generale.

Disegni di coorte:
Coorte= gruppo di individui che condivide una particolare caratteristica.
Un gruppo viene seguito negli anni → è indicato anche come studio longitudinale prospet ico. Ci
sono due differenze principali con gli studi caso-controllo:
a) I disegni di coorte seguono nel corso del tempo il campione per identificare i fattori che
conducono al risultato di interesse.
b) I gruppi vengono valutati prima che il risultato si sia verificato (al contrario nei disegni caso-
controllo i gruppi vengono selezionati sulla base di un risultato che si è già palesato).
L’intervallo di tempo indagato varia a seconda degli obbiettivi della ricerca.

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Esistono diverse varianti di questo disegno:

- Disegno di coorte a gruppo singolo:


identifica soggetti che soddisfano un particolare criterio (per es. bambini esposti alla violenza
domestica) e li segue nel corso del tempo.
I requisiti di base prevedono che l’assessment avvenga almeno in 2 momenti distinti, che il
campione sia consistente e che modifichi il suo status, nel corso del tempo.
La maggior parte degli studi considera un intervallo di 1\2 anni.
Tuttavia per molti studi di coorte non esiste uno studio con una finestra temporale ma una serie di studi in
corso che attingono a diversi intervalli di tempo.

- Disegno di coorte dalla nascita:


è uno studio che inizia con un gruppo di soggetti che entrano a far parte della ricerca a partire dalla loro
nascita.
Solitamente si stabilisce uno specifico intervallo temporale e una determinata località geografica.
Indagano spesso molti aspetti dell’esistenza dei soggetti.
Alcune misure di valutazione variano in base ai momenti considerati, in corrispondenza delle differenti fasi di
sviluppo che stanno vivendo i partecipanti.
Caratteristiche particolari:
-Queste estese e continue valutazioni potrebbero mettere a dura prova i soggetti.
-Sforzi\costi\difficoltà rendono gli studi sulla coorte di nascita estremamente rari.
-In genere sono necessari nuovi ricercatori nel corso dello studio◊ molto probabilmente i
partecipanti avranno un’esistenza più lunga della durata della carriera dei ricercatori che hanno
iniziato lo studio stesso.

n.b. tutti gli studi di coorte considerano una coorte di nascita.

- Disegno di coorte multi-gruppo:


studio prospettico in cui due o più gruppi vengono identificati con un assessment iniziale e seguiti nel
corso del tempo per esaminare i risultati di interesse.
Si selezionano due gruppi che si differenziano per il fatto di essere stati o meno esposti a condizioni di
interesse (fin qui come i disegni caso-controllo) e in più li si segue nel corso del tempo per osservarne gli
esiti.

- Disegno longitudinale multi-coorte accelerato:


studio longitudinale e prospettico in cui la caratteristica distintiva è l’inclusione di coorti che al momento
dell’inizio della ricerca hanno età differenti (es supponiamo di prendere 3 gruppi di ragazzi di età 5,8,10 anni).
È definito “accelerato” perché il periodo di interesse (sviluppo dei bambini in 10 anni) viene ridotto
utilizzando più coorti che rappresentano in successione i diversi periodi dell’intervallo di tempo
considerato.
Nel disegno è presente una componente trasversale che consente di studiare tutti i soggetti, che hanno
età diverse, nel momento in cui entrano a far parte dello studio.

Un vantaggio di questo disegno è che può identificare se le caratteristiche di una particolare coorte siano
riconducibili a influenze storiche o a specifici influssi del periodo storico in cui la coorte è stata esaminata.
Il termine “effetto di coorte” → si riferisce alle caratteristiche che si associano a diversi gruppi in
diversi periodi. Esempio: sentiamo spesso i nonni dire “Ai miei tempi..

Considerazioni per l’utilizzo dei disegni di coorte:


Punti di forza:
1) La successione temporale tra eventi antecedenti e risultato di interesse può essere definita con
esattezza. (permette di distinguere questi disegni da quelli caso-controllo)
2) Le VI di interesse possono essere accuratamente valutate. Dato che i risultati di interesse non si

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sono ancora verificati non conterranno bias di misura.


3) Dato che gli assessment vengono ripetuti in diverse occasioni, il ricercatore può studiare tutte le
permutazioni riferite all’antecedente e al risultato.

Alcuni disegni di coorte mirano a valutare l’insorgenza di un particolare risultato.


Uno degli obbiettivi è identificare o classificare quegli individui che, in un secondo momento,
mostreranno un determinato risultato o esibiranno qualche particolare comportamento.

È importante conoscere i concetti chiave della ricerca psicologica:


1) Sensibilità → tasso\probabilità di identificare soggetti che si prevede mostreranno una particolare
caratteristica e che lo fanno effettivamente verificando la previsione. Il modo più semplice e preciso
per indicarla è la % dei veri positivi.
2) Specificità → tasso\probabilità di identificare individui che verosimilmente non otterranno un
determinato esito e di fatto non lo ottengono. Il modo più semplice e preciso per indicarla è la
% di veri negativi.

Individui che mostrano il Individui che non mostrano il


risultato risultato
La selezione predice chi A B
mostrerà il risultato Veri positivi (TP) Falsi positivi (FP)
La selezione non predice chi C D
mostrerà il risultato Falsi negativi (FN) Veri negativi (TN)

Punti di debolezza dei disegni longitudinali:


1) Richiedono tanto tempo e quindi poco adatti a rispondere a domande che richiedono una
risposta immediata o urgente.
2) È possibile che emergano degli effetti di coorte
3) Il risultato di interesse che si vuole esaminare potrebbe avere un tasso piuttosto basso nella
popolazione generale

Gli studi caso-controllo e di coorte sollevano alcune particolari questioni:

I problema → definire il costrutto che vuole studiare in maniera specifica in quanto potrebbe
avere delle implicazioni per l’interpretazione dei risultati.
I costrutti che stanno alla base degli studi osservazionali possono avere diversi livelli di specificazione.
Costrutti più specifici aiutano a passare dalla descrizione di una relazione alla sua spiegazione.
Ci si chiede se sia meglio utilizzare delle misure standard per classificare gli individui o sia meglio utilizzare
più di una definizione operazionali◊ probabilmente per quanto comoda sia la misura standard per
categorizzare le nozioni, probabilmente c’è meno rischio nell’utilizzare più di una definizione operazionale.
II problema → selezionare i gruppi
In psicologia i campioni vengono spesso selezionati in speciali contesti (cliniche, scuole): I casi che
vengono selezionati in una clinica o in un’agenzia sociale, potrebbero avere caratteristiche diverse che non
sono rappresentative di un campione della popolazione di interesse.
Anche il gruppo di controllo merita di essere attentamente considerato perché spesso è questo gruppo che
vincola lo studio e che limita il genere di affermazioni che il ricercatore può fare.
Le difficoltà emergono quando un gruppo speciale viene confrontato con un gruppo normale detti spesso
“controlli sani”, chiamati cosí in quanto non presentano la caratteristica del gruppo speciale.
Includere un gruppo di controlli sani è una pratica corretta, ma spesso non è sufficiente.
Se le variabili confondenti non vengono valutate, non si potrà far altro che concludere che la
variabile principale determini i risultati, anche se in realtà potrebbe non essere vero.
Controllare i fattori confondenti è fondamentale per la determinazione delle conclusioni. Ci sono
svariati modi per controllare le variabili confondenti:
Nella prospettiva della pianificazione del disegno, i gruppi vengono appaiati sulle variabili che potrebbero
confondere le differenze osservate tra i gruppi.

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variabilità dell’errore è possibile mantenere costanti le variabili che possono aumentare la variazione
dell’errore oppure analizzare le variabili che possono essere incluse in un termine di errore.
Pianificare le analisi dei dati nella fase di progettazione:
6) Le questioni relative all’alpha, al potere e all’ES sono fondamentali per riflettere mentre lo studio è in
fase di progettazione ed è importante pensarci perché queste influenzeranno le conclusioni che lo
sperimentatore può trarre. In questa delicata fase bisogna farsi domande come “Ho potenza sufficiente
data la dimensione probabile dell’effetto?” oppure “Ho bisogno di ciascuno dei gruppi o posso
distribuire tutti i soggetti a un minor numero di gruppi in modo da aumentare la potenza?”

Critiche al test della significatività statistica (ipotesi nulla):


Sebbene il test dell’ipotesi nulla sia il modello dominante nella ricerca scientifica, esiste da tempo l’opinione
che esso sia fuorviante e controproducente. Le critiche si possono riassumere in:

• Preoccupazioni ◊ processo decisionale “tutto o niente”


Ho è raramente o mai vera (perché c’è sempre una differenza tra le medie)
I test sono soggettivi (esiste una soggettività nella selezione, nell’uso e nella
presentazione dei risultati nei test statistici)
Non dice nulla sulla forza degli effetti

• Idee sbagliate◊ la p riflette la probabilità


(non è vero che) un valore di p più alto (p<0,0001) rappresenta un effetto più potente
Nessuna differenza significa che non c’è nessun effetto reale, ma una differenza c’è

Quando uno studio ha portato ad un risultato ma non è stato replicato in un altro ciò significa che in uno studio
i risultati erano statisticamente diversi tra i 2 gruppi e in un altro studio non lo erano.

Il test delle ipotesi: presentazione di un’alternativa


L’analisi bayesana contrappone l’ipotesi nulla a quella alternativa e si chiede quale sia l’ipotesi più credibile
alla luce dei dati che abbiamo appena raccolto. La nostra aspettativa di ciò che accadrà viene convertita in una
probabilità definita probabilità prior perché è prima di fare lo studio. Likelihood è un termine usato per
riferirsi alla probabilità di ottenere i dati esatti che abbiamo ottenuto con la nostra ipotesi.
Si prevede che le analisi bayesiane, finora poco utilizzate, aumenteranno notevolmente nei prossimi anni.
Le analisi statistiche tradizionali e quelle bayesiane sono spesso coerenti quando gli effetti sperimentali sono
forti.

Cap.14. Presentare ed analizzare i dati:

Ci possono essere molte inaccuratezze/errori nella raccolta dei dati e per questo essi devono essere controllati
ed analizzati preliminarmente. La valutazione statistica comprende due parti principali:
- La descrizione del campione
- Il trarre inferenze circa l’impatto dell’intervento

La descrizione del campione:


solitamente vogliamo delle misure della tendenza centrale → media, mediana, moda e della variabilità
→ range, deviazione standard. Se la variabile è categoriale (sesso) allora si calcola la percentuale
all’interno di ciascun gruppo.
Terminata la descrizione del campione e valutate in modo approfondito le misure si può passare a testare le
ipotesi mediante un test di significatività statistica.
In aggiunta al test di significatività statistica sarebbe utile riportare altri valori:
a) Ampiezza e forza dell’effetto: riguardano la forza della relazione tra le variabili.
Ci sono due ampie categorie che riflettono gli indici di ampiezza o forza dell’effetto:
- Misure di Effect size (ES) → si concentrano sulle differenze medie tra i gruppi. Unesempiodi
misuraèla d di Cohen. (Quando si riportano gli ES bisogna fornire l’unità di misura adoperata per
le attribuzioni di piccolo, medio e ampio se vengono presentati)
- Misure correlazionali → si concentrano sulla varianza condivisa delle variabili studiate (VD
e VI) ossia quando queste due variabili covariano insieme. Le misure più comuni includono r

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ed r2 ◊ r è la correlazione che ci dice quanto le variabili covariano insieme mentre la


correlazione al quadrato r2 indica la varianza condivisa in queste due variabili.
b) Intervalli di confidenza: forniscono un range di valori e riflettono la probabilità che la differenza nella
popolazione (per es. tra gruppi) cada entro un range particolare. L’intervallo non fornisce nessuna
certezza che la differenza sia effettivamente compresa nel range. I valori comuni adoperati per i IC
sono il 95% o il 99% che si riferiscono ad alpha 0,05 o 0,01. Se l’intervallo di confidenza includesse
lo zero significherebbe che l’ipotesi nulla di assenza delle differenze (tra le medie) rientrerebbe in tale
intervento.
Se la potenza dello studio è bassa è probabile che il CI sia di range ampio e potrebbe includere la
possibilità che ci sia un effetto piccolo o non ci sia affatto (zero).

c) Le barre di errore nella presentazione dei dati:


Le barre di errore si riferiscono ad una misura di variabilità che viene di solito rappresentata
sopra e sotto alla media che viene rappresentata graficamente con i dati.
Quando i range delle barre degli errori non si sovrappongono allora le medie vengono considerate
significativamente diverse. Se c’è sovrapposizione questo significa che non è probabile che le medie
siano diverse.
Il loro punto di forza è nel fornire un range di valori invece della sola media e vedere fino a che punto
quei range si sovrappongono tra i gruppi e anche la precisione della stima.

d) Meta-analisi: Un modo di combinare gli studi e di revisionare la letteratura

Significatività statistica, dimensione dell’effetto e significatività clinica o pratica:


Significatività clinica o pratica significa esaminare se i partecipanti beneficiano davvero dell’intervento
proposto. In particolare con significatività pratica si intende comprendere tutte quelle aree in cui fare una
differenza nella vita reale è importante (es promuovere comportamenti favorevoli all’ambiente).
Il trattamento dei dati mancanti:
in ogni studio in cui il soggetto viene valutato nel tempo c’è la probabilità che alcuni soggetti lascino lo
studio prima che tutti i dati siano stati raccolti.
L’attrito o i drop-out costituiscono una minaccia ad ogni tipo di validità.
Se gli individui interrompono lo studio, i gruppi (formati con assegnazione di tipo casuale) non sono più
formati in modo randomizzato = la perdita di soggetti cambia lo stato di uno studio dall’essere un vero
esperimento (soggetti assegnati casualmente) ad un quasi esperimento.
Anche se i drop-out sono pochi c’è potenzialmente un problema.
Anche se lo stesso numero di soggetti per gruppo lascia lo studio si può generare un bias di selezione
perché non è detto che i soggetti che hanno lasciato lo studio abbiano anche le stesse caratteristiche.
Ci sono tre metodi principali impiegati per trattare i dati mancanti negli studi con due o più
opportunità di valutazione:
1) Analisi dei dati completi (listwise deletion) → I ricercatori analizzano i dati solo per quei
soggetti che hanno completato lo studio e che hanno completato le misure in tutte le sue
occasioni (pre e post test).
Essa tuttavia massimizza il bias nell’analisi dei dati, cioè i gruppi non sono più costruiti in modo
casuale. Ci sono minaccia di validità interna (bias di selezione) e di validità esterna (a chi si
applicano i risultati?)
2) Analisi Intent-To-Treat (intenzione al trattamento) →Include tutti i soggetti che hanno
cominciato lo studio che concludano o meno tutte le misure. Per ciascun dato mancante viene usato
il dato precedente che hanno fornito (valutazione pre-trattamento). L’ultimo dato tuttavia potrebbe
essere una pessima stima della probabilità dell’outcome e riprendere lo stesso dato due volte porta
ad avere i gradi di libertà non giusti. Questo metodo preserva la composizione randomizzata di
entrambi i gruppi.

3) Modelli di imputazione multipla◊ Nel dataset molteplici modelli possono essere adoperati
per stimare quale sarebbe il valore mancante sulla base di equazioni che vengono estratte dagli
altri dati (tra cui quelli dei soggetti mancanti). Questi modelli multipli possono fornire 5\10

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stime di quale sarebbe potuto essere un valore mancante. Una media delle stime dei dati
fornisce una stima più difendibile dei dati mancanti in generale.

Gli outliers e la possibilità di cancellare dei dati:


Outliers = osservazione o punteggio che si discosta ampiamente dal resto dei punteggi nei dati.
Ovviamente i punteggi estremi possono distorcere i dati.
Si intende per outliers ogni punteggio che sia a 3 deviazioni standard dalla media.
Presumibilmente essi non devono essere eliminati semplicemente perché distorcono i dati, essi sono infatti
parte dei dati.
Se c’è una forte ragione procedurale che può spiegare la loro performance essa va messa in luce e
potrebbe essere una valida ragione per eliminarli.
Quindi cosa fare con gli outliers?
- Cercare di individuare delle ragioni della loro presenza
- Considerare un metodo per trattarli, alcuni prevedono una loro regolazione.
- Considerare più di un metodo per definirli se si sta pensando di eliminarli Inoltre
cancellare i punteggi estremi non è consigliabile per due ragioni fondamentali:
1) I punteggi estremi possono essere fonti di idee per la ricerca.
2) Il fatto di eliminare i soggetti e di come trattare i punteggi estremi è una questione ampia in ambito
scientifico.

Analisi che coinvolgono confronti multipli:


livelli di alpha = tasso di errore per confronto (rischio di errore per un dato confronto).
Con i test multipli il tasso di errore globale o di tipo I può essere molto elevato e quindi
rappresentare una minaccia alla validità della valutazione dei dati.
Per controllare il tasso globale di errore, alpha può essere corretto per il numero di confronti: La
correzione di Bonferroni → è basata sulla divisione di alpha (p=.05) per il numero di
confronti.
Essa controlla il tasso di errore globale (experiment-wise), per esempio, a p<0,05 e i tassi di errore per i
singoli confronti (pair-wise) non devono essere uguali (per es tutti p<0,0083).
Dunque la correzione di alpha nasce quando numerosi confronti pair-wise vengono prodotti su una data
misura.
C’è accordo sul fatto che i confronti multipli abbiano bisogno di alcuni aggiustamenti per controllare
l’errore di tipo 1.
Quando vengono calcolati tanti confronti senza controllare il tasso di errore la probabilità di ottenere
degli effetti significativi dovuti al caso aumenta.
Siccome tanto più l’alpha per i confronti pair-wise diventa rigida, la potenza diminuisce dunque i ricercatori
tendenzialmente, siccome non vogliono una potenza bassa, sono incoraggiati a mantenere alpha 0,05 o 0,01
quasi a tutti i costi.
Ci sono altre alternative per il ricercatore che crede che i risultati principali sembrano scomparire quando
l’alpha viene corretto per controllare il tasso di errore di tipo I:
a) Il ricercatore può presentare i risultati sia per alpha corretti che per quelli non corretti.
b) Il ricercatore può selezionare un alpha per l’errore di tipo I che sia leggermente più
tollerante di p<.05, ad esempio p<0,10.
c) Il ricercatore potrebbe non essere interessato a tutti i confronti possibili ma solo ad un
sottogruppo che si riferisce specificatamente a una o due ipotesi primarie.
d) I punteggi delle misure molto correlate possono essere standardizzati e combinati in una sola
misura. Combinare le misure quando sono correlate le une alle altre può ridurre il numero di test
statistici.

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Cap.16. Questioni etiche e linee guida per la ricerca:


Le questioni etiche → si riferiscono alle responsabilità morali, professionali e legali del
ricercatore. Si riferiscono alla responsabilità del ricercatore sui soggetti.
L’integrità scientifica → aderenza agli standard, alle responsabilità e alle norme nel condurre e
riportare uno studio. Si riferisce alle responsabilità verso la scienza e la professione.

La pratica della professione è regolata da una serie di regole e linee guida per l’etica. L’attenzione è
stata richiamata da terribili abusi e metodi di ricerca.
In psicologia ci sono delle questioni importanti:
- Molte questioni che sembrano specifiche delle scienze biologiche e mediche sono centrali nella
ricerca psicologica (es. raccogliere informazioni genetiche).
- Anche quando una particolare linea di ricerca potrebbe non sembrare rilevante per la
psicologia essa potrebbe invece generare linee guida.
Ci sono situazioni che sollevano sistematicamente delle questioni etiche:
 Gli esperimenti richiedono la manipolazione delle variabili, aspetto che spesso potrebbe
proporre ai partecipanti di vivere un’esperienza non desiderata o potenzialmente pericolosa.
 Trattenere ai soggetti alcune informazioni senza specificare lo scopo della ricerca.
 La sperimentazione richiede la valutazione o l’osservazione del soggetto (a volte su variabili
private come il reddito personale) dunque si può aver paura che queste informazioni possano
essere rese pubbliche.
Le questioni etiche emergono anche dalla relazione tra il ricercatore\sperimentatore ed il soggetto: la
differenza nello status e nel potere dello sperimentatore e l’accesso alle informazioni danno adito a possibili
abusi sui diritti dei partecipanti (disparità di potere).
Per quanto i soggetti possano ritirarsi dalla ricerca, questa potrebbe non essere vista come un’opzione
realistica o probabile data la sproporzione di status.

Il consenso informato scritto viene richiesto per confermare che i soggetti abbiano capito lo studio ed i loro
diritti di non partecipare e ritirarsi dallo studio.

Alcune questioni etiche sono particolarmente salienti:


L’inganno → può assumere forme diverse in un continuum che va dalla rappresentazione
completamente errata della natura dell’esperimento (forma attiva) e dall’altra l’essere ambigui circa
l’esperimento o il non specificare dettagli importanti (forma passiva).
È stato criticato perché viola il valore dell’onestà tra gli individui. L’inganno implica un tipo di
comportamento che viene messo in discussione di per sé indipendentemente dalle sue conseguenze.
Informare i partecipanti di tutte le informazioni solleva problematiche di:
- Validità di costrutto →perché gli effetti possono non essere dovuti alla manipolazione da sola ma
alla combinazione con la conoscenza di quello che ci si aspetta.

- Validità esterna → minacciata perché i risultati possono applicarsi solo agli individui che
sono consapevoli delle ipotesi.
C’è un’altra situazione che coinvolge l’inganno associata alla ricerca sugli interventi: l’effetto
placebo. Le procedure placebo possono dare un beneficio ai pazienti ma non sempre quanto il
trattamento veritiero.
Comunque per stabilire che l’inganno sia necessario devono essere rispettati almeno tre criteri:
1) Deve essere giustificato sulla base dell’importanza delle informazioni che si possono ottenere
→ i comitati etici valutano se le procedure siano giustificabili.
2) Ci devono essere delle garanzie che una metodologia non ingannevole non possa essere usata
per ottenere le stesse informazioni.
3) L’avversione verso l’inganno si riferisce alle procedure, al grado o tipo di illusione ed al
potenziale per gli effetti dannosi. Bisogna definire il grado di avversione.
Spesso nonostante l’inganno sembri necessario, la creatività dell’investigatore e le abilità metodologiche e
statistiche possono fornire una strada per ottenere le informazioni senza inganno.

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Il debriefing:
fornire una descrizione dell’esperimento ed i suoi scopi. Lo sperimentatore deve descrivere la vera natura
dell’esperimento una volta che è stato condotto.
Ha un duplice scopo:
1) Contrastare o minimizzare qualsiasi effetto negativo che l’esperimento potrebbe aver avuto
2) Scopo educativo (comunicare i valori della ricerca)
Il modo in cui viene condotto il debriefing e in cui le informazioni sono passate al soggetto possono
enormemente variare tra gli esperimenti.
La sua importanza varia a seconda del tipo di esperimento e della natura dell’inganno.
N.b. Gli effetti dell’inganno possono persistere anche dopo il debriefing e questa è una ragione per
un’ulteriore cautela.
Talvolta non fare il debriefing è considerato accettabile ad es quando non è pratico (raggiungere tutti i
partecipanti a studio ultimato) oppure quando l’inganno sembra innocuo.
Invasione della privacy:
si riferisce al cercare o all’ottenere informazioni di natura personale intromettendosi in quello che gli
individui considerano privato.
Ci sono tre condizioni per proteggere il diritto alla privacy nella ricerca:
- Anonimato → garantire che l’identità dei soggetti e le loro performance individuali non
vengano rilevate.
- Confidenzialità → significa che l’informazione non verrà resa disponibile ad una terza parte
senza la consapevolezza ed il consenso del partecipante.
- Accesso protetto ai dati di ciascuno

Casi particolari: I report della ricerca clinica sono occasionalmente preparati per delle pubblicazioni in cui
è coinvolto un caso individuale → in questi casi si usano degli pseudonimi e vengono leggermente
modificati dei dati secondari, tuttavia in molti casi questo non protegge la confidenzialità.
Inoltre un’altra area in cui l’invasione della privacy è possibile consiste nell’uso di informatori (chiedere
alla fidanzata, amici, genitori di fornire informazioni del cliente) per la raccolta dei dati in quanto il cliente
potrebbe non volere che il proprio problema venga reso pubblico.
Un altro caso particolare è quello del controllo automatico del comportamento su internet che avviene a
livello individuale (ogni movimento sul web viene tracciato).
L’invasione della privacy emerge spesso anche a livello delle comunità e dei gruppi culturali ed etnici.
Anche quando l’identità dell’individuo non è conosciuta i risultati possono violare la privacy di un gruppo
vasto facile da identificare.
Inoltre alcuni gruppi più di altri possono vedere il semplice atto della ricerca come un’invasione della
privacy.

Il consenso informato:
il principio per cui il partecipante deve essere informato sul progetto, sulle procedure ed implicazioni e
deve acconsentire alla partecipazione.
I ricercatori devono ottenere un consenso informato prima che i soggetti prendano parte allo studio.
Ovviamente è difficile fornire delle informazioni complete sull’intervento ed i suoi effetti, ma la
responsabilità del ricercatore è quella di fornire le informazioni disponibili e di fare affermazioni ragionevoli
sulle probabili ripercussioni della partecipazione in modo che i soggetti possano prendere una decisione
razionale.
I concetti ampi di cui tratta il consenso informato includono:
- Competenza → l’abilità dell’individuo di prendere una decisione ben ponderata e fornire il
proprio consenso consapevole.
- Conoscenza → si riferisce alla comprensione della natura dell’esperimento, le alternative
disponibili, i rischi potenziali ed i benefici.
- Volontà → si riferisce all’accordo a partecipare da parte del soggetto che viene fornito
spontaneamente e liberamente da costrizioni.
Tuttavia il consenso non potrà mai essere completamente informato in quanto non si possono conoscere
tutte le possibili conseguenze che quindi non possono essere presentate.
Anche la volontà solleva delle questioni, i partecipanti potrebbero considerare la propria partecipazione per
avere un successivo vantaggio ad es gli incentivi di tipo monetario.

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Una domanda chiave è se i partecipanti capiscano o meno i documenti del consenso informato e le procedure
a cui hanno acconsentito a partecipare.
Il dilemma è che il consenso informato di solito si riferisce alle procedure a cui i soggetti vengono esposti
invece che al risultato delle procedure (le persone non sanno esattamente quello in cui si stanno mettendo).
Molti documenti del consenso informato omettono dei punti chiave che dovrebbero essere presentati.
La ricerca condotta con bambini ed adolescenti solleva altre questioni, in questi casi il consenso informato è
solitamente fornito da un genitore o tutore legale, tuttavia se i soggetti sono abbastanza grandi da
comprendere la proposta di ricerca ed i rischi e benefici ad essa connessi, è richiesto un loro assenso.
L’assenso= essere favorevoli alla partecipazione alla ricerca◊ è in aggiunta al consenso
informato di un tutore legale.
promozione del bene comune.

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Il conflitto di interesse:
qualsiasi situazione in cui il ricercatore può avere un interesse o un dovere che può pregiudicare un progetto di
ricerca.
Es. la compagnia farmaceutica e l’incentivo per il ricercatore che ottiene i risultati o prende una posizione a
favore della compagnia.
Nella ricerca psicologica è facile concepire il conflitto di interessi (ad es un ricercatore viene pagato per
sviluppare un tipo di ricerca sui manuali al fine di pubblicizzarli).
Esistono molte procedure per affrontare il conflitto di interesse: in qualsiasi pubblicazione di ricerca le fonti di
finanziamento o il possibile conflitto di interesse deve essere menzionato.
Gli accordi formali solitamente necessitano di essere firmati annualmente da un membro della facoltà ed è

richiesto di aggiornare le dichiarazioni di interessi (modulo online) se il suo status cambia.


Se il ricercatore ha un conflitto di interesse vengono intraprese alcune azioni per mitigarlo come ad esempio
non entrare nelle decisioni associate alla fonte del finanziamento o astenersi da attività che causano conflitti.
n.b. non tutti i conflitti di interesse sono di natura economica, esiste anche quello di natura intellettuale ed essi
possono essere connessi.

Violazioni dell’integrità scientifica:


lo scetticismo è spesso appropriato quando si parla di qualsiasi risultato scientifico, tuttavia le cadute
dell’integrità scientifica è più probabile che conducano al cinismo.
Cinismo = il pubblico diffida e vede la scienza solo come un altro posto in cui i soggetti privati stanno
promuovendo una posizione e non sostenendo i “fatti” in alcun modo.
Le violazioni dell’integrità scientifica fanno crollare tutta l’impresa e per questo l’indagine delle violazioni
dell’integrità scientifica costituisce una parte imprescindibile del processo di valutazione.
È importante la formazione dei ricercatori per prevenire le cadute etiche e di integrità scientifica.
Nella pubblicazione degli articoli scientifici si sono apportati dei cambiamenti per aiutare a dedicarsi
all’integrità scientifica. Per molte riviste i contributi di ciascuno devono essere resi espliciti e può
essere necessario che i dati sottostanti lo studio siano depositati o resi disponibili per essere usati da
altri.

Cap. 18: LA COMUNICAZIONE DEI RISULTATI DELLA RICERCA

L’essere concreto, specifico, funzionale e preciso sono alcune delle caratteristiche che descrivono lo stile di
scrittura.
La preparazione del report per la pubblicazione coinvolge 3 compiti:
descrizione◊ include il fornire i dettagli dello studio
spiegazione◊ l’autore deve spiegare come mai sono state usate proprio quelle procedure
contestualizzazione◊ affronta come lo studio si pone ad altri studi e alla conoscenza di base
Il grado con cui sono portate a termine la descrizione, la spiegazione e la contestualizzazione aumenta la
probabilità che il report venga visto come un articolo pubblicabile.

Le sezioni principali dell’articolo:


- Titolo: di solito si cerca di rendere conto delle variabili chiave, del focus e popolazione di
riferimento utilizzando meno parole possibili. A volte vengono inclusi nel titolo anche commenti
metodologici attraverso termini come “uno studio pilota” o “report preliminare” che possono
indicare un report iniziale di un progetto di ricerca più lungo
- Abstract: viene letto da molte più persone rispetto all’articolo intero e viene inserito in vari
database in modo che sia accessibile tramite Internet. L’Abstract fornisce una descrizione breve
degli obiettivi, partecipanti, disegno(metodi), risultati e conclusioni dello studio.
- Introduzione: pensata per comunicare la logica complessiva e gli obiettivi. Essa trasmette il perché
questo particolare studio è necessario e le domande o lacune della letteratura che lo studio intende
affrontare. Un modo per stabilire l’importanza dell’articolo è quello di trasmettere una “tensione”
tra visioni contrastanti o risultati che lo studio vuole affrontare.

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- Metodo: inizialmente si descrivono i partecipanti spiegando il perché è stato incluso quel


campione e come mai esso sia appropriato per le domande di interesse significative (criterio di
selezione e screening). Inoltre bisogna parlare anche del disegno di ricerca indicando i gruppi
(controllo e sperimentale) e di come si è pensato di controllare le preoccupazioni metodologiche.
Infine anche le procedure e gli strumenti di valutazione devono essere descritti.
- Risultati: è importante fornire una breve descrizione delle ipotesi prima delle analisi statistiche
che sono state utilizzate per testare le ipotesi cosí che nell’ultimo sottoparagrafo dei risultati si può
poi affermare cosa l’analisi ha rivelato partendo dalla descrizione iniziale.
- Discussione: mette in luce la panoramica generale dei risultati ossia cosa sappiamo ora e come i
risultati affrontano o colmano i punti messi in luce nell’introduzione. Quando si scrive questa
parte si sta creando l’inizio di uno studio successivo che tenterà di risolvere i limiti emersi. È
importante che ciò che può essere detto nelle Discussioni emerga dai metodi, dal disegno di
ricerca e dalle analisi.

Tabelle, figure, appendici e altri dati di supporto sono contemplate per fornire ulteriori informazioni e per
aumentare la ricchezza. Alcune delle figure sono le flow-chart dei soggetti lungo le varie fasi dello studio e
altre potrebbero essere dettate dall’analisi dei dati. L’appendice di solito è riservata per materiale breve che
elabora qualche aspetto del testo. Il materiale supplementare non viene pubblicato nell’articolo ma è reso
disponibile online e questo è utile visto che c’è un rinnovato interesse nella replicabilità della ricerca ed è
importante avere più info possibili.
Dal titolo alla fine delle discussioni la scrittura di uno studio deve essere pensata come una storia in cui c’è
continuità tra le sezioni differenti.

Tra gli standard per presentare la ricerca, i più famosi sono gli standard CONSORT e quelli dell’APA che
sono utili da consultare perché identificano dei domini da affrontare nella preparazione di un manoscritto
per la pubblicazione.

Selezionare una rivista scientifica: i ricercatori a volte hanno in mente una rivista prima che il manoscritto
venga preparato. All’interno della psicologia le due principali organizzazioni i cui programmi di riviste
sono ampiamente riconosciuti ed emulati sono l’APA e l’APS. L’APA presenta più di 80 riviste di
psicologia in inglese. La conoscenza dell’area della ricerca e il contatto con qualche collega può fornire
informazioni in modo rapido sulle strade migliori per la propria ricerca. Se una rivista è cartacea vs formato
elettronico non fa tanta differenza, ma se la pubblicazione su una rivista scientifica richiede poca/nessuna
peer-review la qualità della ricerca è ridotta.
I reviewer possono essere selezionati dai nomi degli autori di cui viene hai citato i lavori nell’Introduzione.
Ai reviewer viene chiesto di valutare il manoscritto in modo critico e di esaminare se le domande di ricerca
sono importanti, se disegno e metodologia sono appropriati, se i risultati sono analizzati correttamente etc.
Una volta che l’articolo è stato visionato, l’editor valuta il manoscritto e i commenti dei reviewer. In alcuni
casi l’editor può fornire anche la sua review indipendente del paper, in altri casi può non revisionare il
manoscritto e rifarsi solo ai commenti del reviewer.
Infine l’editor scrive agli autori e notifica la decisione editoriale◊
1) l’articolo viene accettato con la clausola che si affrontino le revisioni
2) l’articolo viene rifiutato e non sarà preso in considerazione dalla rivista (ipotesi più comune)
3) l’articolo viene rifiutato, ma l’autore è invitato a risottomettere una visione rivista dell’articolo
Quando il proprio manoscritto viene rifiutato, di solito ci si sente offesi, non compresi o arrabbiati con i
reviewer ma ciò che è importante ricordare è che l’incomprensione di un reviewer serve come anticipazione
delle reazioni di molti altri lettori dell’articolo.

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