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Occorre fare una distinzione tra reati con vittima e senza vittima (frode

risparmiatori).

Reati senza vittima questi sono reati che definiscono comportamenti desiderati,
comportamenti problematici e dunque da proibire in relazione a uno scopo
considerato rilevante dallo Stato, senza che il bene giuridico tutelato sia scrivibile ad
un soggetto in particolare.
Il più conosciuto dei reati senza vittima: spaccio di sostanze stupefacenti: qui
l’acquirente/consumatore non è considerato vittima – se non in senso improprio.

Obiettivi della ricerca nel campo del crimine e della devianza:


· Piano descrittivo impegno di raccolta, ricostruzione, sistematizzazione di un insieme di
elementi (dati quantitativi e caratteristiche qualitative) su aspetti diversi ma sempre
intrecciati;
· Piano esplicativo o interpretativo: fare ricerca, motivazioni che influenzano le scelte e
comportamenti degli attori devianti, la ricerca sui fattori che spiegano le reazioni
istituzionali alla criminalità e alle diverse forme di devianza così come maturano in
periodi e contesti.
Teoria di Coleman quali sono le azioni che influenzano non solo a livello micro ma anche a
livello macro.

La visione realistica delle indagini è affidabile ma non rappresenta a pieno la realtà.


Oltre alle statistiche, i tipi di modalità di esplorazione sono due: i self report studies e poi le
indagini di vittimizzazioni.

Criminalità ufficiale quella di cui veniamo a conoscenza attraverso le indagini della


magistratura
Criminalità nascosta tutto ciò che non è stato denunciato o che non è stato scoperto.
Criminalità reale l’insieme dei reati commessi in un determinato periodo o in un
determinato ambito territoriale. Questa rappresenta la somma tra criminalvittiità ufficiale e
quella nascosta.

Statistiche della delittuosità: raccolta sistematica dei dati sui delitti commessi e denunciati
all’autorità giudiziaria da tutte le forze di Polizia.
Sistema di indagine (SDI) qui sono identificati i delitti in base alla loro qualificazione
giuridica al momento della registrazione da parte delle forze dell’ordine.

19/02/2021
All’interno del sistema di indagine (SDI) Questi reati vengono catalogati in base alla loro
qualificazione giuridica.
Le statistiche della delittuosità dipendono dall’azione investigativa delle forze dell’ordine e
dalla denuncia che viene effettuata. La completezza, la numerosità sono delle componenti
fondamentali.
Come si costruiscono i dati:
Il numero dei reati che in dato territorio e in un dato periodo di tempo figurano nella
statistica dipende da scelte di attori sociali che in modi diversi si attivano.
· i cittadini che hanno subito il fatto come vittime o al quale hanno assistito
come testimoni;
· i rappresentanti delle forze dell’ordine nello svolgimento del loro compito
Tutto dipende dal tipo di reato che viene portato a termine. Nel caso dei reati senza vittima non
possono essere denunciati.
Il numero dei reati di cui non si viene a conoscenza è elevato. Ci sono dei crimini che vengono
sistematicamente sotto registrati o sottostimati.
Per andare a colmare quelle che sono le lacune delle statistiche, vengono portate avanti degli
altri tipi di indagini che cercano di andare ad indagare questo fenomeno.

La scelta delle vittime


Nel caso dei reati predatori:
La scelta delle vittime dipende dal tipo di reato. I reati predatori (reati strumentali) sono
denunciati da vittime che hanno interesse nel denunciare. Più è alto il danno più sarà maggiore
la propensione a denunciare o viceversa. Il rapporto tra il valore del bene e l’impegno è
determinante nella denuncia del reato. Qui ci si collega al discorso dell’efficienza delle agenzie di
controllo. La speranza di rientrare in possesso del bene favorisce la denuncia.

Per i reati contro la persona:


Qui il numero oscuro è elevato. Diverse possono essere le motivazioni che spingono alla
denuncia. La scelta di denunciare è più complessa.
· Dipende sempre dalla gravità del danno subito,
· il tipo di relazione esistente tra autore del reato e vittima (questa relazione influenza la
valutazione che ha la vittima in relazione alle conseguenze per l’accusato)
· Implicazioni per la vittima sul piano materiale, psicologico, relazionale
· Paura di conseguenze in termini di danni ulteriori (sia fisiche ma anche economiche)
· Valutazioni che connotano quel tipo di reato nell’ambiente sociale o gruppo, cultura cui
si appartiene
Alcuni di questi elementi valgono anche per i reati di tipo predatorio (estorsioni)

Ruolo dei testimoni:


per quello che riguarda i testimoni, si ha in particolare una rilevanza in fattori di tipo
culturale che emergono in un determinato periodo, tempo.
Rilevanza dei fattori di carattere culturale:
· Importanza del clima culturale sulla rilevanza e qualificazione in termini di gravità
attribuite ad ogni reato
Dall’altro lato vi sono considerazioni relativa alla fiducia nelle Istituzioni:
· Valutazione sul funzionamento delle Istituzioni di polizia e di giustizia e
accoglienza di chi denuncia
· Fiducia basata anche sui risultati che le istituzioni ottengono nel
perseguimento dei loro compiti istituzionali, se chi denuncia non si sente
protetto.
La fiducia è anche basata su ciò che le Istituzioni ottengono.
L’importanza dei testimoni è fortemente legata al clima culturale.

Le scelte delle agenzie di controllo


La scelta delle agenzie di controllo cerca di orientare l’azione investigativa.
Dall’altra parte le agenzie rispondono a una richiesta di controllo.
L’agire delle forze dell’ordine è orientato, vincolato sulla base di norme esistenti.
Art.331 Codice penale.
La discrezionalità connota l’agire individuale. Questa porta una selettività, un’azione che
non è per tutti i tipi di reati ma riguarda una selettività non casuale. Il ruolo delle scelte
operate dagli attori porta ad aumentare le informazioni delle statistiche.
La discrezionalità influenza la quantificazione dei reati e la costruzione della statistica
della distribuzione dei reati nella popolazione – che non riflette la realtà in modo
rappresentativo.

Riferimento alle banlieue. nuove classi pericolose: si cristallizza la paura, nel caso
specifico in riferimento agli immigrati e tutto ciò che lega questi soggetti con la droga,
etc.
Più in generale una categoria che comprende i marginali, gli inadatti. Bauman è il
fondatore di questo pensiero.
Ci sono anche dei gruppi che svolgono attività specializzata: mafia, criminalità.
Per questi gruppi non vale il criterio della selettività. Queste azioni e queste scelte da
parte delle forze dell’ordine porta a dei limiti intrinseci della delittuosità.
Sia le indagini di autoconfessione sia quelle di vittimizzazione vengono svolte in maniera
casuale, attraverso un campionamento. (ad esempio nel caso del bullismo)
Il campionamento è casuale rappresentativo, si utilizzano delle batterie di domande che
vengono inviate anche per posta. Questi vengono compilati in forma anonima e poi
inviati nuovamente.
In alcuni casi può essere anche lasciato libero l’intervistato.
Questi questionari hanno vare domande tra cui la frequenza, la modalità, le condizioni,
le condizioni che hanno determinato la scoperta del reato, le reazioni sociali e giudiziarie
conseguenti.
Le indagini di autoconfessione
I problemi sono dati da un campione rappresentativo. In particolare, determinate aree
sociale e culturali che sono difficilmente raggiungibili.
Impossibilità di porre davanti all’intervistato tutte le possibilità di reato. Questo può
creare difficoltà di comprensione anche da parte dell’intervistato stesso.
Ci sono delle distorsioni che si vengono a creare (delle baias cognitive). Vengono così
messe in campo delle strategie di adattamento.
Si utilizzano dei questionari strutturati fatti prevenire agli individui i quali provvedono da
sé alla compilazione e alla restituzione in forma che renda impossibile il riconoscimento
di chi risponde;
individui invitati a “confessare” l’eventuale messa in atto di comportamenti e azioni
qualificati come reati;
La confessione è sollecitata lasciando libero l’intervistato di elencare comportamenti e
azioni qualificanti come reati;
· I questionari possono dare un contribuito alla verifica della plausibilità empirica
di determinate teorie sulle cause e le connotazioni del comportamento deviante
e in particolare sulla devianza primaria, non seguita da reazione sociale.
· Gli studi basati sulle autoconfessioni permettono di ragionare sulle politiche di
prevenzione possibile a partire dall’indicatore costituito dalla recidiva nella sua
consistenza reale e non giudiziaria.

Indagini di vittimizzazione
Le indagini di vittimizzazione consentono di ottenere informazioni sulla estensione di
diverse forme di vittimizzazione: studiare le ragioni per cui alcuni soggetti e alcune
categorie sono vittimizzati più frequentemente rispetto ad altri e perchè alcune persone
sono vittime più frequentemente di altri.
Ricostruire le situazioni favorenti il prodursi di determinati atti e le modalità con cui si
compiono anche ai fini di prevenirli.
Consentono nel tempo uno studio diacronico dei tassi di vittimizzazione e curando
l’omogeneità delle domande poste e il controllo della similitudine delle situazioni
proposte alla valutazione dei rispondenti.

26/02/2021
Indagini di vittimizzazione: obiettivi
· Indagare il numero oscuro per alcuni reati (quelli con vittima e di cui la vittima ha
consapevolezza) avendo informazioni anche su quelli che non sono stati denunciati;
· Scoprire caratteristiche delle vittime di questi reati sotto il profilo di genere, età,
professione, istruzione, classe sociale, contesto abitativo, appartenenza etnica, etc.
· Informazione sugli autori di reato;
· Raccogliere elementi sulle esperienze di vittimizzazione;
· Comprendere le reazioni delle vittime al reato, incluse le ragioni favorenti o al
contrario gli ostacoli che condizionano la denuncia alle autorità e altre iniziative
correlate
· Valutare gli effetti e le conseguenze della concreta esperienza di vittimizzazione
Indagini di vittimizzazione: ostacoli
Limite più rilevante rappresentato dal fatto che possono porre attenzione solo su reati
chiaramente definiti, dei quali la vittima ha conoscenza diretta (scippo, rapina,etc).
Le indagini di vittimizzazione consentono di ottenere informazioni sulla estensione di
diverse forme di vittimizzazione:
Studiare le ragioni per cui alcuni soggetti e alcune categorie sono vittimizzati più
frequentemente rispetto ad altri e perchè alcune persone sono vittime ripetute di reati.

Ricostruire le situazioni favorenti il prodursi di determini atti e le modalità con cui si


compiono anche i fini di prevenirli.

Un altro ostacolo è costituito dal fatto di indagare su chi non è stato vittima di reato.
I dati di fonte istituzionale
Anche per i fenomeni devianti (comportamenti non qualificabili come reati) si fa
riferimento a statistiche ufficiali elaborate da autorità amministrative o sanitarie,
ministeri, Istat.
Dati che vengono rilevati da:
· Servizi che entrano in contatto con soggetti dipendenti da sostanze psicoattive legali
(alcol, psicofarmaci) o illegali o da gioco d’azzardo
· Servizi che hanno in carico persone con stili di vita marginali, problematici

Statistiche raccolte a diversi livelli e sistematizzate dagli organi centrali che


governano il sistema (dipartimento per le politiche antidroga, ministero salute,
ministero interno)

I limiti di queste statistiche sono rappresentante dalla selezione a monte delle


persone che si rivolgono ai servizi o che sono intercettate dai servizi – non sono
rappresentazioni dell’universo.
Il sommerso non si conosce.
Le statistiche ufficiali sono anche esse costruite a partire da scelte individuali di
manifestare a qualche istituzione la propria situazione o dall’attivarsi di agenzie e di
servizi da sollecitazione diverse.

Indagini su campioni di popolazione


Per ovviare ai limiti delle statistiche desunte da fonti ufficiali o istituzionali su alcuni
fenomeni sono condotte indagini assimilabili alle autoconfessioni realizzate per
scoprire il numero oscuro dei reati.
Indagini che sottopongono a campioni rappresentativi della popolazione o parte di
essa questionari anonimi.
I temi oggetto di indagine sono generalmente uso e abuso di alcol, sostanze
psicoattive nel quadro in un più ampio interesse per le condizioni di vita della
popolazione, per le abitudini di consumo, per le modalità di cura alla salute.
Le ricerche sulle popolazioni nascoste
“Popolazioni nascoste”: gruppi di individui accomunati dal fatto di mettere in atto un
determinato comportamento o di vivere una determinata condizione:
comportamenti o condizioni cui è associato uno stigma, o anche sanzioni, e che
quindi vengono nascosti.
Risulta complessa l’individuazione e la ricerca su queste popolazioni.
I metodi per indagare le popolazioni nascoste devono tenere conto di questa
specificità, a partire dalla difficoltà di entrare in contatto con i soggetti che tendono a
nascondersi per paura di essere identificati.

Il metodo più utilizzato per risolvere questi problemi è il cosiddetto Campionamento


a valanga:
Scelta dei soggetti da descrivere e intervistare e prevede la costruzione del campione
a partire dal contatto e dalla richiesta di disponibilità a collaborare con un individuo
che soddisfi le caratteristiche dell’oggetto di studio. (es. consumatore eroina)

A questo primo individuo si chiederà di indicare i nomi di altre persone che


condividano la stessa condizione o se possibile di farsi tramite di contatti e
sollecitarne la disponibilità. Ad ognuno di essi si porrà lo stesso quesito.

In questo modo – a valanga – si costruirà il campione, avendo cura di inserire man


mano soggetti che presentino determinate caratteristiche secondarie importanti
(età, genere, condizioni…) rilevate da altre fonti (servizi, indagini analoghe, e scartare
categorie giunte a saturazione)

Si procede fino ad un numero significativo di soggetti in cui siano rappresentati le


principali articolazioni dell’insieme.

Le ricerche sulle popolazioni nascoste


· Campionamento non probabilistico: i risultati ottenuti non possono essere
pienamente generalizzati.
· Unico campionamento adottabile per lo studio delle popolazioni nascoste.

Limiti
· La bontà del campione è condizionata dalla scelta del soggetto iniziale o soggetti
iniziali e dipende dalla conoscenza diretta del campo da parte del ricercatore
· Volontarietà della partecipazione: sovrastimare le persone che mostrano tratti
caratteriali più collaborativi

Le ricerche sulle popolazioni nascoste


Altro metodo usato è quello del Pescaggio e ripescaggio dei soggetti nascosti.
Questo metodo applicato essenzialmente per finalità di quantificazione, attraverso
due modi per raccogliere i dati di base su cui costruire proiezioni.
· Emersione dei soggetti attraverso i contatti con le agenzie di controllo (arresti),
servizi a cui possono accedere involontariamente (a seguito di incidenti) o a cui
possono rivolgersi per motivi diversi da quelli correlati alla loro condizione che
intendono nascosta.
· Azioni specifiche condotte da determinati servizi sociali o sanitari al di fuori di
ambiti tradizionali, ossia andando a incontrare le persone nei loro contesti di vita
o di messa in evidenza.

Sotto il profilo qualitativo:


Sotto questo profilo, si può ricorrere al metodo dell’osservazione partecipante:
metodo di tipo etnografico che consiste nell’inserimento di una persona estranea in
gruppi che praticano certi comportamenti. Può risultare particolarmente difficile e
dipende dalle attitudini del ricercatore.
I limiti riguardano le difficoltà che può incontrare l’osservatore:
· Nel registrare adeguatamente fatti, azioni, discorsi, relazioni e stati d’animo
· Rappresentare in maniera fedele e oggettiva le acquisizioni cui è pervenuto
· Estrapolare opportunamente delle specificità del campo forzatamente
ristretto, oggetto della sua osservazione tendenze e schemi interpretativi di
valenza più ampia
· Ricorso a testimoni privilegiati:
· Persone che per motivi professionali (operatori, insegnanti, esponenti forze
dell’ordine…) hanno direttamente a che fare con il gruppo sociale in oggetto, o per
altri motivi.
· Utilizzo di interviste e focus group: esplorazione del fenomeno: connotazioni, cause
del loro verificarsi, motivazioni rapporto con il contesto e con le istituzioni.

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