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Le attività petrolifere di esplorazione

e produzione

Cenni storici sull’industria dei fuochi sprigionati dall’emissione di gas. Al Medioe-


petrolifera vo risalgono resoconti più dettagliati, come quello di
Marco Polo che nel Milione parla del commercio dei pro-
La nascita dell’industria petrolifera dotti petroliferi nell’area dell’attuale Azerbaigian.
La fotografia per eccellenza, la fotografia-simbolo, In America, in epoca precolombiana, diversi gruppi
dell’industria petrolifera è quella che ritrae Edwin etnici conoscevano le proprietà impermeabilizzanti del
Laurentine Drake con un rudimentale impianto di perfo- petrolio, pure nel loro caso usato soprattutto per catra-
razione sullo sfondo (fig. 1). mare imbarcazioni.
Fu proprio Drake, speculatore fallito, ex ferrovie-
re, a segnare l’avvio dell’era del petrolio industriale,
quando, il 27 agosto 1859, a Titusville, Pennsylvania,
si spinse con il suo impianto a circa 25 m di profon-
dità, sebbene l’accumulo da lui rinvenuto fosse mode-
sto, capace di fornire non più di una ventina di barili al
giorno. In realtà, gli idrocarburi erano conosciuti e uti-
lizzati già da molto tempo, ma è solo da quell’iniziati-
va di Drake che si avvia un approccio tecnico ed eco-
nomico moderno, così da poter parlare di industria petro-
lifera.
Le proprietà impermeabilizzanti dell’asfalto erano
note fin dall’antichità: le tracce superstiti ne testimo-
niano un uso piuttosto diffuso per cisterne e imbarca-
zioni. I Cinesi, che fra l’altro 3.000 anni fa utilizzavano
razionalmente i prodotti bituminosi, furono dei pionieri
nel campo della perforazione e del trasporto, scavando
con tecnologie avanzate pozzi profondi alcune centinaia
di metri e trasportando il gas in tubi di bambù.
La conoscenza e qualche forma di utilizzazione degli
idrocarburi da parte di popoli mediterranei e vicino-orien-
tali sono attestate dalla Genesi e da altri libri biblici, in
cui si leggono molteplici riferimenti al petrolio e ai suoi
derivati; nonché nelle Storie di Erodoto, dove troviamo
notizie di un certo interesse, ad esempio quando riferi-
sce di alcuni rudimentali metodi, applicati in Mesopo-
tamia, di separazione e di trasporto di idrocarburi.
Un’area da sempre famosa per le vistose manifesta-
zioni superficiali di idrocarburi è quella del Mar Caspio fig. 1. Il derrick di E.L. Drake a Titusville,
dove nell’antichità nacque un culto per la venerazione Pennsylvania, 1859 (Bettmann-Corbis/Contrasto).

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO 3


Venendo a tempi a noi più vicini, le testimonianze raffinare il greggio per ottenerne la massima quantità
della conoscenza e dell’uso degli idrocarburi si molti- possibile, mentre la benzina e le parti pesanti (bitume e
plicano, sia nell’Europa orientale (specialmente in Gali- asfalto) non vengono sfruttate. Bisognerà attendere, anco-
zia, dove fin dal 16° secolo l’olio veniva utilizzato come ra per qualche anno, l’avvento della motorizzazione che
medicinale e per l’illuminazione), sia nell’Asia di sud- avrà come conseguenza un consumo equilibrato di tutti
est (in particolare in Birmania, dove già agli inizi del i prodotti petroliferi.
secolo 19° alcune centinaia di pozzi e trincee scavate a Già alla fine dell’Ottocento, quando gli imperi russo
mano permettevano di recuperare quasi 200.000 barili e austro-ungarico si affacciano sul mercato, è il petrolio
all’anno), sia, e soprattutto, nel Nordamerica. Qui, intor- statunitense a dominare nettamente la scena internazio-
no alla metà dell’Ottocento, Samuel Kier, di Pittsburgh, nale, anche perché negli Stati Uniti si è avviata una diver-
commercializzava il petrolio (sotto il nome di rock oil) sificazione dei prodotti, mentre nei paesi europei il con-
come medicinale e tentò anche, ma senza successo, di sumo è limitato all’illuminazione e alla lubrificazione.
venderlo come olio da lampada; successo che invece arri- Tuttavia, proprio nell’anno 1900 gli Stati Uniti, che in
se a un metodo, brevettato in Europa, di recupero di olio un quarantennio erano passati dai 20 barili quotidiani dei
per illuminazione dal carbone e da scisti bituminosi (oil giorni memorabili di Drake ai 64 milioni di barili all’an-
shale). Negli stessi anni un geologo canadese brevettò no, vengono superati dalla Russia, che arriva a produr-
un processo analogo per il recupero di un olio dal car- ne 76 milioni. Gli altri paesi produttori (Indie Orientali
bone, che chiamò kerosene, concedendone la licenza a Olandesi, Polonia, Romania, Birmania, Giappone, Cana-
diverse industrie nordamericane; la sua produzione creb- da) occupano tutti posizioni marginali rispetto ai due
be rapidamente perché il kerosene poteva essere vendu- Stati predominanti. Il 1900 è anche l’anno della scoper-
to a un prezzo inferiore a quello degli oli vegetali e ani- ta del giacimento di Spindleton, presso Beaumont, nel
mali allora disponibili sul mercato. Siamo ormai alla Texas, che assicura un notevole contributo alla produ-
vigilia dell’impresa di Drake e del riconoscimento delle zione statunitense; da allora s’intensificano le ricerche
grandi potenzialità energetiche degli idrocarburi. Da allo- in molti degli Stati federati (Montana, Nuovo Messico,
ra in poi, ciascuno dei paesi in cui sono presenti signi- Arkansas, Kansas, California, Oklahoma).
ficative manifestazioni superficiali di idrocarburi e situa- Uno sviluppo particolare si registra nel decennio
zioni geologiche adatte al loro sfruttamento seguirà un 1911-20, quando la crescita della motorizzazione spo-
proprio percorso nello sviluppo delle tecnologie di recu- sta i consumi petroliferi a favore del mercato automobi-
pero; ma saranno gli Stati Uniti a conquistare e a con- listico rispetto a quello dell’illuminazione (nel 1911 la
servare a lungo la preminenza nel settore. benzina sorpassa il cherosene per volume di vendite) e
il forte aumento della domanda interna rende necessa-
Stati Uniti ria addirittura l’importazione dal Messico, nonostante
L’industria petrolifera statunitense, in forte espan- gli straordinari incrementi produttivi registrati in alcuni
sione a partire dal 1859, anno della perforazione di Drake, Stati federati come Arkansas e Oklahoma (nel decennio,
mostra fin dai primordi quell’andamento ciclico che sarà grazie soprattutto ai progressi di questi Stati, la produ-
la sua caratteristica negli anni a venire. Il primo boom zione nazionale cresce da 209 a 443 milioni di barili).
petrolifero s’interrompe nel 1863 per scarsità di doman- Nel frattempo i gruppi industriali si danno precisi
da, mentre nel biennio successivo si assiste a una ripre- ordinamenti e definiscono i loro ruoli operativi antici-
sa dell’attività esplorativa. Un secondo flesso negativo pando quella che sarà, nei decenni successivi, la strut-
si registra nel 1867 ed è seguito da una nuova ripresa nel- tura societaria delle compagnie petrolifere, i loro obiet-
l’intervallo 1868-70. In pochi anni gli Stati di New York, tivi e le loro competenze. Tra le prime grandi compagnie
Virginia Occidentale e Ohio diventano produttori di petro- industriali ricordiamo la Standard Oil Company, che con-
lio e in un secondo tempo il processo si estende a Califor- trollava buona parte del mercato petrolifero, ma che fu
nia, Colorado, Tennessee, Wyoming e Kansas. Fin dalla oggetto di una serie di provvedimenti federali antitrust
metà degli anni Sessanta aumentano le raffinerie a Pitts- culminati, nel 1911, con l’obbligo di scioglimento del
burgh, a Cleveland e sulla costa atlantica per soddisfa- gruppo. Ne nacquero nuove compagnie registrate nei sin-
re le incalzanti richieste del mercato. Per trasportare goli Stati, molte delle quali mantennero per un certo
più facilmente il prodotto si progettano i primi oleo- tempo il nome Standard, come la Standard Oil Company
dotti, peraltro violentemente osteggiati da carrettieri e of New Jersey, poi divenuta Exxon.
operai delle ferrovie che li consideravano pericolosi Negli anni della grande crisi economica (1929-30),
strumenti di concorrenza all’esercizio della loro atti- la sovrapproduzione conseguente a una domanda dive-
vità (Anderson, 1984). nuta nettamente inferiore all’offerta e altre disfunzioni
Fino al termine del secolo il prodotto petrolifero più ingenerarono una situazione caotica nel mondo petroli-
richiesto è il cherosene per illuminazione e pertanto fero. Fu pertanto necessario emanare una serie di norme
lo scopo principale dell’industria petrolifera è quello di federali contenenti i principi di gestione dell’attività

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LE ATTIVITÀ PETROLIFERE DI ESPLORAZIONE E PRODUZIONE

petrolifera, per un più razionale sfruttamento dei giaci- dell’Impero Austro-Ungarico. In un primo tempo furo-
menti: regole concernenti soprattutto la conservazione no utilizzate chiatte che navigavano lungo il Volga e altri
delle risorse, le buone pratiche di sviluppo, il controllo fiumi russi; più tardi furono costruiti oleodotti e ferro-
della produzione. vie che raggiungevano le coste del Mar Nero.
Gli anni Trenta sono anni prolifici per l’industria La produzione russa salì da 34,5 milioni di barili nel
petrolifera statunitense. Uno degli eventi più significa- 1891 a 85 milioni nel 1901 (già nell’anno precedente,
tivi è la scoperta, all’inizio del decennio, dell’East Texas come si è visto, aveva superato la produzione statuni-
Field, il più grande campo del paese, con 6 miliardi di tense). I tre quarti circa della produzione venivano com-
barili. In quel periodo vengono inoltre sviluppate tec- mercializzati all’interno del paese.
nologie d’avanguardia (Anderson, 1984). Nel campo del- Nella regione caspica era già stata costituita la Rus-
l’esplorazione si consolidano le operazioni relative ai log sian General Oil Corporation. La Royal Dutch-Shell entra
elettrici, alla magnetometria e soprattutto alla sismica a nell’area di Baku nel 1911 e l’anno seguente acquisisce
riflessione; nel campo della perforazione entrano in uso la Rothschild.
i fucili da perforazione, i Blowout Preventer (BOP, dispo- Nel 1914 la produzione era di 65 milioni di barili,
sitivi per il controllo delle eruzioni), lo scalpello trico- ma nel 1920 precipitò a soli 25 milioni di barili, per varie
no, gli impianti di perforazione semisommergibili; nel cause sia tecniche (scarsa produttività, metodi di perfo-
campo del trasporto compaiono gli oleodotti in grado di razione non adeguati, lontananza dei campi dalle zone
trasportare simultaneamente fluidi diversi. Alcuni di que- di consumo) sia amministrative (tipo di concessioni); ma
sti miglioramenti furono brevettati dalle stesse compa- soprattutto influirono negativamente la partecipazione
gnie petrolifere; altri furono ideati dalle compagnie di alla Prima Guerra Mondiale e le vicende della rivolu-
servizio (contractors), allora in rapida crescita (alcune zione sovietica.
di esse sono tuttora attive, come Halliburton, Hughes, La nuova economia statalizzata si articolava nei ben
Schlumberger, Baroid, Dresser). Nelle pagine seguenti noti piani quinquennali. Il primo di essi (1928-32) pro-
forniremo un quadro generale dei primordi dell’indu- dusse una diffusa meccanizzazione che ebbe come con-
stria petrolifera utilizzando informazioni contenute in seguenza un sensibile aumento della domanda di idro-
un’opera di grande interesse (Owen, 1975). carburi, accentuando l’importanza dell’industria petro-
lifera e centralizzandone la struttura organizzativa, la
Russia finalità e gli investimenti. La ripresa delle perforazioni
La Russia è il paese che all’inizio del 20° secolo, e la riattivazione di vecchi campi consentono un recu-
seguendo modalità operative diverse, aveva superato gli pero produttivo (64 milioni di barili nel 1926 e 84,7 milio-
Stati Uniti per produzione di olio. ni di barili nel 1928), anche se le tecnologie applicate
Già nel 1847, una dozzina di anni prima dell’inizia- alla ricerca restano piuttosto rudimentali, fondate anco-
tiva di Drake, il governo russo aveva fatto perforare un ra su metodi geofisici di tipo gravimetrico e magnetico.
pozzo nell’Azerbaigian (da qualche tempo incorporato La sismica a rifrazione fu applicata per la prima volta
nell’impero zarista), nell’area di quello che sarebbe dive- nel 1929 in Cecenia, nell’area di Groznyj, mentre dal-
nuto, in seguito, il campo di Bibi Eybat, vicino a Baku; l’anno precedente era iniziato un uso intensivo delle pro-
ma soltanto nel 1871 fu ultimato un primo pozzo a olio. spezioni elettriche. Magneto-tellurica e correnti elettri-
Ciò avvenne in un contesto che concepiva l’industria che naturali furono largamente applicate per definire il
petrolifera come un’attività mineraria puramente estrat- basamento o formazioni con diversa resistività. I rilievi
tiva, esercitata in modo rudimentale tramite trincee e sismici a rifrazione veri e propri furono introdotti da
pozzi scavati a mano. Gamburtsev nel 1939, nella Repubblica dei Baschiri, per
Il primo vero impulso all’attività petrolifera nell’area definire alcune strutture superficiali.
di Baku venne dato da due svedesi immigrati nel 1875, Nel secondo piano quinquennale (1933-37) erano
Robert e Ludwig Nobel, fratelli dello scienziato che inventò migliorate le tecniche di perforazione, di estrazione e di
la dinamite e istituì il premio che porta il suo nome. Si raffinazione, ma persistevano condizioni limitanti quali
devono a loro le prime vere operazioni petrolifere: l’ac- la mancanza di acciaio per le infrastrutture e le attrez-
quisto, nel 1877, del campo di Balakhany e in seguito di zature obsolete che non permettevano prove di produ-
altri campi a olio, la costruzione della prima raffineria, zione su livelli profondi. Inoltre, l’esplorazione di nuove
del primo oleodotto, della prima nave-cisterna. Furono aree non era stata ancora avviata (nel 1932 la produzio-
anche i primi, nel 1885, ad assumere come consulente sta- ne annua, 156 milioni di barili, proveniva ancora in buona
bile un geologo, lo svedese Hjalmar Sjögren. parte dai giacimenti dell’Azerbaigian). In quegli anni il
Una seconda tappa importante fu l’ingresso nel set- contributo degli idrocarburi al quadro energetico sovie-
tore petrolifero della famiglia Rothschild, che nel 1892 tico era appena del 15%.
fondò la Société Caspienne et de la Mer Noire, con I piani quinquennali successivi coincisero con una cre-
lo scopo di rifornire di prodotti petroliferi i territori scita industriale e portarono comunque a un progressivo

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO 5


aumento dell’industria petrolifera: nel 1958 furono pro- All’inizio del secolo successivo erano già presenti
dotti 690 milioni di barili di olio e 20 miliardi di m3 alcuni investitori stranieri; oltre alla Standard Oil, di par-
di gas. ticolare rilevanza fu l’ingresso nel paese della Royal
Il rilancio dell’esplorazione di nuove aree fu realiz- Dutch-Shell, che nel 1907 poteva vantare una produzio-
zato in seguito alle insistenti pressioni di Ivan Mikhaj- ne di 250.000 barili di olio. Nel 1910 una produzione
lovich Gubkin, una delle grandi figure della storia petro- globale di 9,7 milioni di barili e l’attività di 547 pozzi
lifera sovietica e uno dei rari geologi che avevano visi- scavati a mano, 819 pozzi perforati e 244 pozzi in corso
tato i campi petroliferi statunitensi. Fu merito suo se di perforazione facevano di quella romena una delle indu-
all’inizio degli anni Quaranta si intraprese l’attività esplo- strie petrolifere più efficienti, con la maggior parte della
rativa nel bacino Volga-Ural, poi rivelatosi sede di gia- produzione proveniente dalle sabbie plioceniche dell’a-
cimenti con riserve immense, tanto da essere denomi- rea di Ploeşti.
nato la ‘seconda Baku’. Le prime scoperte compiute in Merita di essere ricordata anche la Galizia austro-
questo bacino, in rocce-serbatoio di età devoniana carat- ungarica, regione oggi divisa tra Polonia e Ucraina, con
terizzate da parametri produttivi diversi da quelli tradi- i suoi 631.000 barili già nel 1891 e un picco di produ-
zionalmente conosciuti, convinsero a investire ingenti zione, nel 1909, di ben 13 milioni di barili.
somme anche al di fuori dell’area caspica. Vennero quin-
di attivati rilievi sistematici (ben 350 squadre sismiche Paesi dell’Asia di sud-est
e 700 squadre geofisiche operavano nel territorio sovie- Nel 1891 i campi della Birmania producevano
tico) e si avviò l’esplorazione nella Siberia occidentale, 200.000 barili di olio, saliti a 6 milioni nel 1910. Il
nel Kazakhstan (Mangyshlak), nell’isola di Sakhalin. campo di Yenangyaung, conosciuto fin dall’Antichità,
Anche l’attività di perforazione aumentò considerevol- era coltivato dalla popolazione indigena con metodi
mente, ma i pozzi rimasero piuttosto superficiali: quel- estremamente rudimentali, scavando a mano trincee e
li profondi secondo la terminologia sovietica erano pozzi pozzi. A partire dal 1887, la Burmah Oil Company, la
che arrivavano intorno ai 2.000 m, molto diversi quindi cui quota maggioritaria era detenuta da capitale ingle-
dai pozzi considerati profondi negli Stati Uniti, dell’or- se, iniziò la perforazione meccanica di pozzi: nel 1905
dine di 4.500 metri. ci fu una prima prova di produzione con erogazione di
Solo dopo il 1957 la riorganizzazione del sistema sovie- 12.500 barili giornalieri.
tico in campo petrolifero delegava istituzioni e industrie Nelle Indie Orientali Olandesi, il territorio coloniz-
ad attivare programmi esplorativi autonomi. Il risultato zato dai Paesi Bassi corrispondente all’attuale Indone-
comunque non fu brillante in quanto la competizione tra sia, l’attività inizia con la Royal Dutch Company nel
diversi enti, ministeri e istituti e l’incerta definizione delle 1890. Nel Nord di Sumatra la compagnia olandese com-
competenze tra l’esplorazione preliminare e quella di det- pie accurati rilievi geologici in un’area dove dal 1895
taglio resero il processo complicato e costoso. erano stati perforati alcuni pozzi poco profondi in pros-
Va ricordato per l’opera svolta in questo periodo, tra simità di indizi di superficie. Nel 1898 vengono perfo-
i molti personaggi rimasti nell’ombra, P.Y. Antropov, rati i primi pozzi con produzione commerciale. Nel 1911
geologo del petrolio e Ministro per l’Esplorazione Geo- la produzione delle Indie Orientali Olandesi, proveniente
logica degli Idrocarburi, cui si deve l’avvio dell’attività per oltre un terzo dall’area orientale di Borneo, era di 12
esplorativa in Siberia occidentale. Quello dell’area sibe- milioni di barili e nel 1920 di 20 milioni, assicurando al
riana fu un successo notevole: con 32 campi scoperti e paese il quarto posto nel mondo dopo Stati Uniti, Rus-
8 autentici giant, essa è stata giustamente denominata la sia e Messico; nel corso degli anni Trenta lo sviluppo fu
‘terza Baku’. notevole e nel 1940 la produzione si attestava sui 65
La sismica a riflessione, pur applicata ai rilievi regio- milioni di barili (ancora quarta, dopo Stati Uniti, Unio-
nali, era rimasta indietro di 20-25 anni rispetto a quan- ne Sovietica e Venezuela).
to si era realizzato negli Stati Uniti: la povertà dei suoi
contenuti tecnologici in termini di registrazione e di ela- America Latina
borazione del dato sismico si rifletteva nella difficoltà Nel Messico erano stati rilevati indizi di superficie
interpretativa di situazioni geologiche complesse. fin dal 16° secolo ed esisteva dal 1884 una legislazione
relativa all’industria mineraria. Tuttavia, occorre aspet-
Paesi dell’Europa orientale tare il primo decennio del Novecento perché si avvii
In Romania alla fine del 19° secolo si praticava una un’esplorazione sistematica (a opera degli statunitensi
coltivazione rudimentale di idrocarburi tramite trincee e Charles Canfield ed Edward Doheny nell’area di Tampi-
pozzi scavati a mano, che permise, nel 1895, la costru- co), che porta alla scoperta delle immense riserve concen-
zione di una raffineria finanziata dalla Banca Unghere- trate nelle due aree note come Northern Fields e Golden
se e riorganizzata in seguito dalla Deutsche Bank nel Lane. La produzione annua, di 100.000 barili all’inizio
quadro della produzione tedesca. del secolo, era salita a 3,6 milioni di barili nel 1910 e,

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LE ATTIVITÀ PETROLIFERE DI ESPLORAZIONE E PRODUZIONE

nonostante un decennio di instabilità politica, a ben 193 Frank Holmes, un ingegnere minerario neozelandese,
milioni nel 1921. convinto delle potenzialità minerarie della regione, riu-
Il Venezuela ancora nel 1910 (anno in cui la produ- scì a firmare una serie di accordi relativi alle ricerche
zione fu di 500.000 barili) non era considerato una gran- petrolifere in Arabia Saudita, Kuwait e Bahrein. Con il
de provincia petrolifera, sebbene i grandi depositi di supporto finanziario della Standard Oil of California,
asfalto dell’Orinoco, noti da tempo, fossero stati ogget- l’odierna Chevron, vennero perforati i primi pozzi, otte-
to di diversi sopralluoghi da parte di geologi di stanza nendo risultati positivi nelle isole Bahrein nel biennio
nell’isola di Trinidad. Solo alla metà degli anni Venti, 1931-32. Nel 1935 apparvero i primi indizi di quella che
con le scoperte della Shell e l’intensa attività delle com- sarà la scoperta del campo saudita di Ghawar (1948), che
pagnie statunitensi (che controllavano oltre il 50% della collocherà definitivamente l’Arabia Saudita tra i paesi
produzione e tra le quali primeggiavano le eredi della detentori delle maggiori risorse petrolifere.
Standard Oil Company), le riserve aumentarono da 400
a 900 milioni di barili. Paesi emergenti e compagnie di Stato
Negli anni della Seconda Guerra Mondiale e in quel-
Medio Oriente li immediatamente successivi si pervenne a un diverso
È curioso che il Medio Oriente, che contiene le mag- assetto degli equilibri petroliferi, in parte dovuto a una
giori riserve del pianeta, sia stato solo assai tardi, in serie di azioni dei governi dei paesi produttori nei con-
pieno secolo 20°, oggetto di attività industriali con risul- fronti delle compagnie al fine di ottenere rendite più ele-
tati apprezzabili. L’inizio della storia petrolifera medio- vate; in alcuni casi si arrivò a vere e proprie nazionaliz-
rientale può essere fissato nel 1901, quando il britanni- zazioni (Venezuela, 1948; Iran, 1951; Egitto, 1956; Indo-
co William Knox d’Arcy ottenne direttamente dallo Scià nesia, 1960). È questo il periodo in cui gli assetti produttivi
di Persia una concessione della durata di sessant’anni prendono la loro forma attuale, con produttori tradizio-
per esplorare un’area straordinariamente estesa. Dopo nali che rivendicano ruoli più impegnativi e produttori
alterne vicende, nel 1908 fu scoperto il giacimento di nuovi che emergono sulla scena internazionale. In realtà,
Masjed-e Soleyman. Il campo venne in seguito asse- in alcuni paesi già da tempo si erano manifestate avvi-
gnato in gestione all’Anglo-Persian Oil Company, con- saglie della rivendicazione di un maggior controllo sulle
trollata dal governo britannico. In seguito a studi geo- compagnie e sulla produzione: caso emblematico è quel-
logici e a una ripresa dell’esplorazione nel 1925 (appli- lo del Messico, in cui accenni di questa tendenza si erano
cando metodi geofisici, con ruolo importante della si- avvertiti già nella Costituzione del 1917 e dove si era
smica a rifrazione e riflessione), il campo si rivelò un proceduto alla nazionalizzazione nel 1938, con gravi
giant. Negli anni successivi l’attività esplorativa fu assai conseguenze per la Standard Oil e la Shell, e la nascita,
intensa e la produzione annua crebbe rapidamente (al nel 1940, della Petroleos Mexicanos (Pemex) che assun-
tempo della Seconda Guerra Mondiale aveva raggiunto se la proprietà delle risorse e la gestione di tutte le atti-
172 milioni di barili). vità petrolifere.
Nella regione mesopotamica, sostanzialmente coin- In Venezuela, dove pure da tempo si era deteriorato
cidente con l’attuale Iraq, che era parte dell’Impero Otto- il rapporto tra governo e compagnie a causa dell’aumento
mano, i Tedeschi avevano acquisito alcuni diritti mine- delle royalty, richiesto per le nuove concessioni, nel 1948
rari entrando in competizione con gli Inglesi. Nel 1912 venne promulgata una legge che imponeva una riparti-
si costituì un consorzio tra Deutsche Bank, Anglo-Per- zione dei profitti petroliferi tra governo e compagnie
sian Oil Company e Royal Dutch-Shell per ottenere una nella misura del 50%. Qualche concessione continuò a
concessione di sfruttamento delle risorse petrolifere; due essere assegnata, ma nel 1958 un ulteriore aumento dei
anni dopo nacque la Turkish Petroleum Company, che canoni riconobbe al governo una quota del 66-67%. Nel
nel 1929 avrebbe preso il nome di Iraq Petroleum Com- 1976 venne decretata la nazionalizzazione delle proprietà
pany. Dopo la Prima Guerra Mondiale la quota della delle compagnie straniere, che furono trasferite a società
Deutsche Bank venne rilevata dai Francesi. Nel 1927 fu venezuelane.
scoperto il giacimento di Kirkuk, che fin dall’inizio con- Più complesso è il quadro del Medio Oriente. Già nel
fermò il notevole potenziale petrolifero dell’area meso- 1932 la Persia aveva cancellato l’accordo con l’Anglo-
potamica. Un così interessante risultato ebbe come imme- Persian Oil Company, e nel 1951 il Primo Ministro Mos-
diata conseguenza una pressione di compagnie statuni- sadeq aveva nazionalizzato l’industria petrolifera costi-
tensi, desiderose di partecipare allo sfruttamento delle tuendo la National Iranian Oil Company. Tuttavia, biso-
risorse irachene. Nel 1928 un consorzio formato da tali gna arrivare agli anni Sessanta e alla costituzione
compagnie ottenne una quota del 23%. dell’OPEC (Organization of Petroleum Exporting Coun-
Nell’Arabia Saudita, negli altri paesi della penisola tries) perché la potenzialità negoziale dei paesi pro-
arabica e nelle isole del Golfo Persico le attività petroli- duttori arabi venga utilizzata appieno. L’OPEC, nata
fere procedono parallelamente. All’inizio degli anni Venti, per esercitare un controllo sui prezzi e per aumentare le

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO 7


rendite petrolifere dei paesi produttori, era costituita al- panorama mondiale, talora associandosi a compagnie
l’origine da cinque paesi, quattro dei quali mediorienta- petrolifere integrate oppure acquistando interessi nelle
li (Iran, Iraq, Kuwait, Arabia Saudita); il quinto era il operazioni di raffinazione e di marketing (è il caso di
Venezuela. Nel 1961 si associò il Qatar, nel 1962 l’In- Venezuela e Kuwait). Accanto alle compagnie di Stato
donesia, nel 1966 la Libia, nel 1967 gli Emirati Arabi OPEC si devono menzionare le compagnie di Stato di
Uniti, nel 1969 l’Algeria, nel 1971 la Nigeria. L’Ecua- altri paesi produttori quali la Petronas (Malaysia), la
dor, che vi aveva aderito nel 1973, dal 1992 non ne fa Petrobras (Brasile) e altre che in questi ultimi anni hanno
più parte, così come il Gabon, entrato nel 1975 e uscito dato segno di grande vitalità sia sul piano tecnologico
vent’anni dopo. sia su quello imprenditoriale.
L’Africa, che nei decenni precedenti aveva ricoperto
un ruolo marginale nel mercato petrolifero, raggiunse
invece livelli di produzione consistenti negli anni Ses- Evoluzione della geologia
santa. L’Egitto, per lungo tempo l’unico produttore afri- del petrolio
cano, raggiunse i 10 milioni di barili nel 1948 e solo
verso la fine degli anni Cinquanta avviò la produzione Introduzione
su scala industriale. Successivamente gli si affiancaro- La geologia del petrolio è una branca della geologia
no Libia, Algeria e Nigeria e più tardi Angola, Congo e applicata che si propone di riconoscere, nell’ambito di
Gabon. un bacino, i meccanismi di formazione, migrazione, accu-
In Libia un’attività estrattiva importante inizia solo mulo e conservazione degli idrocarburi. Per ricostruire
nel 1954-55 con l’assegnazione delle prime concessio- questo processo, il geologo del petrolio si serve, oltre
ni petrolifere a Shell, Total, Esso, Mobil, BP, Oasis, Con- che delle scienze geologiche in senso stretto (mineralo-
tinental, Amerada. Le prime scoperte risalgono al 1959 gia, stratigrafia, petrografia, sedimentologia, geologia
e continuano all’inizio degli anni Sessanta. Con la secon- strutturale, geochimica, paleontologia, geomorfologia,
da tornata di assegnazione di concessioni minerarie furo- geologia del sottosuolo), anche di discipline correlate
no confermate le aree di interesse, seguite dalle grosse (meccanica dei fluidi, chimica fisica).
scoperte della Sirte e del Mediterraneo. La costituzione La geologia del petrolio, quale disciplina operativa,
della National Oil Corporation (NOC) nel 1971 e la nazio- ha lo scopo principale di individuare gli accumuli che
nalizzazione nel 1973 delle quote di Shell, Texaco e Occi- abbiano una rilevanza dal punto di vista economico e uti-
dental rispecchiano il modello OPEC di un controllo tota- lizza pertanto una serie di rilievi (gravimetrici, sismici,
le della produzione. magnetometrici) da cui poter ricavare informazioni indi-
In Algeria le prime scoperte commerciali risalgono rette per il riconoscimento di idrocarburi (tipo di geo-
al 1956 con rinvenimento di olio a Hassi Messaoud e di metrie, tipi di litologia, strutture), non esistendo un meto-
gas a Hassi R’Mel. L’attività petrolifera nel paese riuscì do di riconoscimento diretto. La ricostruzione che il geo-
a non interrompersi durante la Guerra d’Indipendenza, logo fa del bacino sulla base dei parametri a sua
mentre trovò difficoltà a indipendenza raggiunta (1962) disposizione è pur sempre un’ipotesi di lavoro. Nessun
a causa delle incertezze legate alla nuova situazione poli- modello, per quanto elaborato e fondato su tecnologie
tica e sociale. Nel 1963 furono decisi la nazionalizza- avanzate, corrisponde alla realtà. Nel caso specifico del-
zione di tutti gli oleodotti e metanodotti e l’acquisto delle l’attività petrolifera la prova della verità si trova nella
reti locali di distribuzione, inoltre venne creata la Société perforazione del pozzo dove i campioni raccolti ed ana-
Nationale de Transport et de Commercialisation des lizzati, le litologie, i fluidi di formazione rappresentano
Hydrocarbures (Sonatrach), che nel 1971 secondo la la verifica delle ipotesi formulate. Per arrivare a model-
nuova legge petrolifera assumeva l’intera responsabilità li complessi come sono quelli odierni, il cammino è stato
di tutti i titoli minerari del paese, con la possibilità di lungo (Owen, 1975).
associare partner stranieri fino a un massimo del 49% di
partecipazione. I precursori
La Nigeria assunse una posizione di rilievo tra i pro- Nella prima metà dell’Ottocento le scuole geologi-
duttori all’inizio degli anni Settanta. Solo nella seconda che europee avevano già prodotto una serie di osserva-
metà degli anni Cinquanta era stata avviata un’intensa zioni puntuali sulla distribuzione degli idrocarburi nelle
campagna esplorativa, eseguita da Mobil, Shell, Tenne- aree petrolifere conosciute, corredate da campionature
co e Agip. Nel 1971 venne fondata la Nigerian National e da analisi talora sistematiche. In Romania, in Birma-
Petroleum Corporation (NNPC) e avviata un’attività nia, nella regione caspica, il materiale disponibile era
esplorativa ricca di risultati. Port Harcourt diventò un abbondante e le occasioni di studio frequenti. Nell’area
importante polo operativo. di Baku, per es., le osservazioni sui legami tra le mani-
Le compagnie di Stato dei paesi OPEC hanno gio- festazioni di idrocarburi e la formazione di diapiri, i loro
cato un ruolo progressivamente più importante nel rapporti con la struttura e le faglie avevano fornito spunti

8 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


LE ATTIVITÀ PETROLIFERE DI ESPLORAZIONE E PRODUZIONE

di riflessione e qualche iniziale ipotesi sulla migrazione Henry Hitchcock, delle fratture legate alle pieghe, cor-
degli idrocarburi. Vale la pena ricordare il geologo tede- relando la presenza dell’olio più a discontinuità struttu-
sco Hermann Wilhelm von Abich, che nel 1839 osser- rali della massa rocciosa che alla sola struttura anticli-
vava la stretta correlazione tra i vulcani di fango e i fuo- nalica. Un passo importante verso l’utilizzo operativo
chi legati alla fuoriuscita di idrocarburi gassosi, e il chi- della geologia fu fatto con la rappresentazione cartogra-
mico russo Dimitri Mendeleev, uno dei primi ad occuparsi fica delle formazioni geologiche. La carta (structure-
del Caucaso (1877), entrambi assertori della teoria inor- contour map) eseguita per conto del governo indiano da
ganica dell’origine del petrolio. Benjamin Smith Lyman nel 1870 rappresenta il primo
Anche nel Nordamerica, le osservazioni di alcuni stu- tentativo di cartografia geologica.
diosi e tecnici per lo più operanti nei servizi geologici Alla fine degli anni Sessanta dell’Ottocento gli sta-
nazionali, che avevano la possibilità di usufruire di una tunitensi conoscevano soltanto alcuni concetti essenzia-
mole di dati e di osservazioni preziose, hanno permes- li di geologia del petrolio: origine animale o vegetale
so di formulare le prime ipotesi sull’origine del petro- degli idrocarburi, generazione da rocce madri carbona-
lio, sulla migrazione, sui meccanismi di trappola, sul tiche o argillose, trasformazione per decomposizione o
concetto di anticlinale. Ricordiamo, tra i molti che meri- distillazione, coperture date da argille, migrazioni ver-
terebbero di essere citati, lo statunitense Samuel Prescott ticali e talora laterali, anticlinali accettate pressoché gene-
Hildreth, che nei suoi rapporti sui depositi bituminosi ralmente come meccanismo principale di accumulo. La
dell’Ohio (1836) fornì per primo una definizione cor- teoria dell’anticlinale venne ripresa da J.C. White negli
retta del concetto di anticlinale, Henry Darwin Rogers, anni 1883-89: considerato a torto il padre di detta teo-
del Servizio Geologico della Pennsylvania, che nelle sue ria, fu comunque il primo ad applicarla con successo alla
osservazioni (1858) associava l’origine dell’olio al car- ricerca del gas, che in quel periodo godeva di una note-
bone; e Thomas Sterry Hunt, chimico-geologo che si può vole richiesta commerciale.
considerare la prima autorità mondiale in campo petro- Nel periodo 1891-1910 i geologi europei avevano
lifero. Considerazioni di grande interesse provengono prestato attenzione più degli statunitensi agli aspetti rela-
anche da Alexander Murray, del Servizio Geologico Cana- tivi all’origine e alla migrazione del petrolio. Francesi,
dese, che considerava (1856) le sorgenti a olio di Ennis- Polacchi, Rumeni introdussero i loro significativi con-
killen, nell’Ontario, originate dagli scisti bituminosi, e tributi in un contesto fertile sul piano accademico. Nei
poneva nel contempo le basi per un adeguato sfrutta- lavori di Franz Posepny sulla Polonia, sulla Romania e
mento industriale dell’area. sull’area del Mar Caspio (1871) sono spiegati per la prima
volta i duomi salini come estrusioni di letti saliferi più
Gli anni della formazione profondi. Anche Hans Hofer nel 1876 ebbe il merito di
La geologia come scienza, negli anni immediata- portare negli ambienti europei le conoscenze degli sta-
mente successivi alla scoperta di Drake (seconda metà tunitensi e di permettere a studiosi di lingua tedesca di
del 19° secolo), ha portato solo contributi modesti all’in- reinterpretare l’area carpatica su basi petrolifere più
dustria petrolifera. moderne. Mentre in Germania, luogo ideale per lo stu-
Le prime prospezioni venivano effettuate in prossi- dio dei duomi salini e delle pieghe diapiriche, i contri-
mità delle aree dove vi erano manifestazioni di superfi- buti scientifici sul petrolio furono scarsi, per l’area caspi-
cie (seepages) o addirittura dove vi era già un’attività ca, sede petrolifera per eccellenza, sono degni di nota gli
estrattiva. Prospettori e perforatori con qualche modesta studi dello svedese Hjalmar Sjögren nel 1885. Primo
conoscenza in materia si spingevano nelle aree contigue, geologo a essere impiegato in una industria petrolifera,
peraltro adottando criteri poco rigorosi sul piano scien- Sjögren fu più propenso a enfatizzare l’allineamento
tifico. D’altronde in campo accademico l’impresa di strutturale nella distribuzione degli accumuli di idrocar-
Drake non era stata accolta con particolare entusiasmo. buri che non il meccanismo dell’ anticlinale.
I campi petroliferi e le manifestazioni di idrocarbu- D’altra parte, negli Stati Uniti un metodo molto pra-
ri in Europa erano già conosciuti attraverso la letteratu- tico di prospezione, oltre a quello dell’anticlinale, fu
ra, ma le relazioni geologiche di Rogers e Alexander quello del belt o di potenziali accumuli petroliferi distri-
Wintchell sulle rocce madri e sulle rocce-serbatoio (1860) buiti lungo fasce preferenziali: metodo alquanto rozzo,
cominciavano a fornire un quadro organico di cono- ma che comunque rispondeva a criteri geologici di trend
scenze. Negli stessi anni, Hunt, approfondendo la teoria omogenei da un punto di vista stratigrafico e struttura-
dell’anticlinale nell’accumulo degli idrocarburi, antici- le. Impostazioni di carattere più scientifico, particolar-
pava anche la possibilità di una migrazione laterale (1863). mente utili per la ricerca, si devono a John Franklin Carll
Lo studioso sviluppava inoltre un’ipotesi sull’origine in e a Edward Orton.
situ dell’olio presente nelle rocce carbonatiche. Lo sta- Carll, del Servizio Geologico della Pennsylvania, per
tunitense Ebenezer Baldwin Andrews nel 1861 formula- primo (1875-80) tentò di costruire un modello sedimen-
va il concetto, ripreso più tardi dal connazionale Charles tario complesso che teneva conto delle osservazioni di

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO 9


superficie e dei dati di sottosuolo, stabilendo delle cor- Soltanto due compagnie statunitensi si servirono di geo-
relazioni stratigrafiche tra i pozzi. Si tratta di un tenta- logi a tempo pieno prima del 1900 e otto ebbero uno
tivo di visualizzare le formazioni con una rappresenta- staff permanente dal 1913. In realtà, in questa fase, il
zione geometrica tridimensionale. Nella sua elaborazio- geologo è impiegato più per seguire lavori di estensio-
ne, la stratigrafia è molto più importante dell’aspetto ne e di sviluppo del giacimento, che nell’esplorazione
strutturale nella distribuzione degli idrocarburi. La descri- vera e propria. La Shell, comunque, fin dal 1913 ebbe
zione sistematica dei dati raccolti ha dato inizio ad un un dipartimento centralizzato e permanente di geolo-
nuovo metodo di lavoro. gia e fece un uso sistematico della geologia nelle atti-
Un altro contributo di grande interesse è quello di vità operative.
Edward Orton nel 1886-87, che integra interessanti osser-
vazioni sull’origine, l’accumulo, la distribuzione per Gli anni Trenta e la geofisica
facies degli idrocarburi, corredate da una mappa relati- Il vero salto qualitativo nella ricerca è dato dai rilie-
va al tetto della formazione del Trenton Limestone, la vi geofisici, in particolare sismici. Quella geofisica si è
prima del genere pubblicata da un servizio geologico sta- dimostrata la tecnica di prospezione più utile nella ricer-
tunitense. ca petrolifera anche se, in un primo tempo, ciò non ha
Nonostante gli studi di geologia del petrolio in Euro- significato l’abbandono delle altre tecniche di prospe-
pa fossero molto più rigorosi di quelli statunitensi, si zione né la loro completa sostituzione.
esaurirono in breve, mentre negli Stati Uniti, con la sco- L’indagine geofisica delle origini adottava metodi
perta di campi di dimensioni notevoli, il settore ebbe un costosi e richiedeva una certa programmazione, oltre alla
grande impulso. L’industria petrolifera cominciò a richie- scelta delle aree specifiche da rilevare, tutti elementi che
dere in modo sistematico mappe di superficie dettaglia- i piccoli operatori non erano in grado di prendere in con-
te, carotaggi, nuovi sistemi di classificazione dei dati. siderazione visto il numero limitato di aree a disposi-
Si tenga presente che in quel periodo buona parte dei zione e le dimensioni modeste delle loro concessioni.
giacimenti si localizzava in terreni terziari strutturati in Le prime applicazioni geofisiche per la ricerca petro-
anticlinali, vicini a manifestazioni superficiali, come in lifera di olio e gas furono effettuate, in un periodo ante-
Birmania, in Romania e in alcune zone della Russia. cedente la Prima Guerra Mondiale, in Romania e in Boe-
Poche erano le situazioni strutturali prive di manifesta- mia sui duomi salini e furono basate essenzialmente sui
zioni che venivano raccomandate per la perforazione; le magneto-gravimetri ideati dall’ungherese Roland Eotvos.
ricerche soffrivano della mancanza di mappe strutturali L’esplorazione geofisica ottenne comunque il suo primo
e di rilievi geologici di inquadramento regionale. Il lavo- grande risultato nel 1924, quando grazie alla bilancia di
ro del geologo pertanto consisteva nel cartografare le torsione ed ai sismografi a rifrazione, vennero indivi-
anticlinali in prossimità delle manifestazioni petrolifere duati i duomi salini della Costa del Golfo.
e quando il pozzo attraversava terreni più profondi e con Il metodo sismico a riflessione ha le sue radici nei
uno stile tettonico diverso da quello dei terreni di coper- lavori del canadese Reginald Fessenden per la defini-
tura sorgeva qualche problema interpretativo. Laddove zione dei fondali marini (1913), ma i primi tentativi di
i depositi erano legati a sequenze unitarie interessate da applicarlo alla ricerca petrolifera si devono allo statuni-
una fase unica di deformazione, il rilievo di superficie tense John C. Karcher che, negli anni Venti, ne ha dimo-
poteva soddisfare, ma quando si trattava di affrontare i strato in Oklahoma le possibilità di applicazione alla
livelli profondi con caratteristiche strutturali diverse dalla ricerca petrolifera. Nel 1927 il rilievo sismico a rifles-
copertura quel metodo non era più sufficiente. Si ren- sione è già considerato un metodo di routine, ma solo
deva pertanto necessario delineare un modello tridi- dal 1930 diviene quello maggiormente utilizzato, deci-
mensionale. La geologia del sottosuolo fece enormi pro- sivo per la scoperta degli idrocarburi. Inizialmente que-
gressi in Romania e in California fin dal 1910, tanto da sto metodo non fu utilizzato appieno sia per la crisi eco-
entrare qualche anno dopo nelle metodologie operative nomica ed il costo delle operazioni, sia per l’andamen-
della Shell. to del mercato dell’olio che non sembrava giustificare il
Per quanto riguarda l’impiego di geologi nell’indu- ricorso a tali tecniche; in ogni caso, a partire dalla secon-
stria petrolifera, alcune imprese per lo più europee (la da metà degli anni Trenta, si registra una netta preva-
Royal Dutch-Shell in Birmania dal 1898, poi l’Anglo- lenza di scoperte fatte grazie alla sismica rispetto alle
Persian in paesi del Medio Oriente, i Nobel in Russia, tecniche tradizionali, che comunque continuavano a for-
la Deutsche Bank in Romania e Polonia, Aguila in Mes- nire il loro contributo (nel 1938, per esempio, negli Stati
sico) avevano già predisposto i loro staff; ma si erano svi- Uniti si registrano 31 scoperte fatte con la sismica con-
luppate anche le prime società di consulenza (Boverton tro le 6 effettuate grazie ai metodi tradizionali). Nello
Redwood, Beeby Thompson), che avevano meritato un stesso periodo (1933) vengono introdotti i log elettrici
certo credito presso le compagnie, nonostante i loro (potenziale spontaneo e resistività), divenuti nel 1936 di
sopralluoghi fossero sporadici e piuttosto superficiali. uso comune.

10 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


LE ATTIVITÀ PETROLIFERE DI ESPLORAZIONE E PRODUZIONE

Se negli anni Trenta esistevano già le grandi compa- possibile). Le informazioni ottenute con un rilievo di tipo
gnie e si stava sviluppando la tecnologia relativa all’e- tridimensionale costituiscono un volume che può esse-
splorazione (i log elettrici, la gravimetria, la magneto- re rappresentato sia in sezioni verticali, come nei rilievi
metria, i rilievi sismici), alla perforazione ed alla pro- tradizionali, sia in sezioni orizzontali (time slices) a un
duzione, negli anni successivi le campagne sismiche tempo prescelto, sia in sezioni verticali virtuali, che attra-
furono condotte in modo sistematico e intensivo; nel versano i pozzi presenti nell’area. A partire dalla metà
1952 un grande numero di squadre sismiche (8.000 squa- degli anni Ottanta, pioniera la Shell, si è andata diffon-
dre/mese) erano operative negli Stati Uniti. dendo nell’industria petrolifera la pratica di acquisire
A riprova della validità del metodo, una gran parte rilievi tridimensionali su grandi estensioni areali, soprat-
dei giacimenti statunitensi di grosse dimensioni (giant) tutto nei rilievi marini, all’inizio del ciclo esplorativo.
vennero scoperti entro il 1945 e l’89% entro il 1955, Per i progetti in acque profonde, attualmente tutte le com-
quando gli effetti della sismica si fecero sentire sul pagnie petrolifere iniziano la fase esplorativa con un rilie-
piano industriale. Soltanto nel 1953 furono immesse vo a tre dimensioni. I principali benefici ottenuti da que-
sul mercato apparecchiature a registrazione su nastro sta scelta operativa sono una migliore ricostruzione geo-
magnetico che permettevano di sommare più registra- metrica del sottosuolo e la possibilità di utilizzare il dato
zioni, consentendo l’utilizzo di sorgenti più deboli, men- sismico per predire la presenza di idrocarburi nel sotto-
tre al 1956 risale l’invenzione del metodo della coper- suolo. Ne derivano una migliore valutazione del poten-
tura multipla che consentiva di determinare la velocità ziale dell’area e, soprattutto, un accorciamento del ciclo
di propagazione delle onde sismiche. Con l’avvento petrolifero di esplorazione e produzione, perché lo stes-
commerciale della registrazione digitale nel 1963 si so rilievo sismico viene utilizzato sia per l’esplorazione
ebbe un grande sviluppo nell’acquisizione ed elabora- sia per lo sviluppo, con conseguente riduzione dei tempi
zione dei dati sismici, grazie soprattutto ad elaborato- e dei costi in caso di scoperta.
ri elettronici sempre più sofisticati in grado di analiz- Anche per quanto riguarda la probabilità di succes-
zare un notevole volume di dati. Si fa risalire al secon- so minerario, la scelta del rilievo tridimensionale si tra-
do dopoguerra (1946-57) lo straordinario sviluppo della duce in un miglior rapporto tra i pozzi mineralizzati e il
geologia del sottosuolo con un elevato numero di geo- totale dei pozzi perforati.
logi addetti al monitoraggio dei pozzi perforati, che for- Per un miglior uso della sismica tridimensionale sono
niscono una cospicua mole di informazioni relative alle state elaborate innovative metodologie di modellizza-
aree esplorate: si tratta di dati di tipo sedimentologico, zione geologica tridimensionale che permettono non sol-
palinologico, stratigrafico e petrofisico. Con il sup- tanto di ricostruire le caratteristiche attuali del bacino,
porto delle nuove informazioni molte aree ritenute matu- ma anche l’evoluzione petrolifera dello stesso. Si è ormai
re sono riprese in considerazione, evidenziandone a in grado di inserire tutte le osservazioni relative a faglie
volte le caratteristiche sedimentarie fino ad allora igno- e fratture a tutte le scale in modelli deterministici e pro-
rate, o addirittura si elaborano modelli geologici nuovi babilistici (i campi di frattura) che permettono raziona-
che rivalutano obiettivi più profondi e prima scono- li localizzazioni dei pozzi.
sciuti. A partire dagli anni Settanta ha inizio l’esplora- Infine, a valle di queste elaborazioni, si consolida
zione della piattaforma continentale e si assiste al trionfo l’utilizzo di nuove tecniche di interpretazione integra-
incontrastato della sismica. ta geologico-geofisica (gravimetria, magnetometria e
sismica) su volumi sismici tridimensionali che per-
Gli anni attuali mettono di ottenere una rapida definizione dei corpi
Negli ultimi decenni si sono susseguiti continui per- sedimentari di interesse sui quali effettuare analisi spe-
fezionamenti delle tecnologie correlate all’esplorazio- cifiche o addirittura un maggior dettaglio delle carat-
ne, dai log (acustici, sonici, radioattivi) alle tecniche di teristiche petrofisiche, nel caso si tratti di un serbatoio
registrazione durante la perforazione. L’elaborazione dei mineralizzato (giacimento). Queste tecnologie forni-
dati in pozzo, insieme allo sviluppo dell’informatica, ha scono al geologo una quantità di informazioni che devo-
permesso di fornire una grande quantità di informazio- no essere inserite in un modello interpretativo nel quale
ni; soprattutto la sismica, con l’introduzione delle tec- tutte le componenti del bacino possano trovare una loro
niche di rilievo tridimensionale, ha permesso l’acquisi- coerente spiegazione (processo di maturazione, espul-
zione di un volume di dati considerevole. Anche se il sione e migrazione degli idrocarburi) al fine di giun-
primo rilievo sismico tridimensionale è stato effettuato gere alla definizione delle trappole presenti e del pos-
circa 40 anni fa, è solo da una quindicina di anni che tale sibile caricamento dei fluidi attraverso vie preferenziali
tecnica è entrata nell’attività come strumento di uso comu- di migrazione. In altri termini, citando Wallace E. Pratt,
ne. Parallelamente si è andati incontro all’evoluzione si può affermare che «l’olio è nella mente degli uomi-
dell’informatica (software ed hardware per acquisire, ni» e la tecnologia è solo uno dei mezzi per scoprirlo
processare ed interpretare i dati nel modo più efficiente (Pratt, 1937, 1944).

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO 11


Cicli di ricerca e di scoperta rilievo sismico di dettaglio per determinare l’ubicazio-
ne dei pozzi di delimitazione e di produzione. Per ren-
La tipologia di un ciclo di ricerca e di scoperta dere più facile il passaggio tra la fase esplorativa e quel-
Il processo esplorativo si inquadra in un più ampio la di sviluppo è spesso utile, sin dalle prime fasi esplo-
contesto di ricerca, sviluppo, produzione e commercia- rative, cercare un’integrazione di tutti gli interventi tecnici
lizzazione dei prodotti petroliferi, a cui fanno seguito pertinenti allo studio e al successivo sviluppo del giaci-
l’abbandono e il ripristino ambientale dei siti o delle aree mento, con l’obiettivo di ridurre i costi e abbreviare i
offshore utilizzate per la coltivazione del giacimento, tempi tra la scoperta e la messa in produzione. Ciò è par-
quando questo sia esaurito. ticolarmente importante in acque profonde o in situa-
I tempi medi del primo periodo di vigenza di un per- zioni remote per le quali l’entità dei capitali investiti
messo di ricerca sono dell’ordine di quattro anni, duran- rende assai onerosi eventuali ritardi della produzione.
te i quali vengono eseguiti i previsti rilievi sismici e di A questo proposito vale l’esempio relativo alle acque
perforazione e, solitamente, in caso di risultato positivo, profonde angolane, dove il campo di Kuito è stato messo
si realizza la prima scoperta di idrocarburi. in produzione 24 mesi dopo il primo pozzo di scoperta.
Nell’economia di un progetto petrolifero è di gran- Questo periodo è di gran lunga inferiore al tempo medio
de importanza il tempo che intercorre tra la scoperta e necessario per mettere in produzione una scoperta in
l’inizio dell’attività di produzione di un giacimento. Que- acque profonde, che è normalmente di cinque anni (le
sto arco di tempo incide sul ritorno economico dell’in- previsioni di messa in produzione degli attuali progetti
vestimento, in quanto la redditività del progetto è mag- vanno dai due anni previsti per la Guinea Equatoriale
giore se i tempi di recupero del denaro sono brevi. Innan- ai nove della Norvegia).
zitutto, come già accennato, per mettere in produzione
un pozzo di scoperta è necessario avere un’autorizza- Cicli storici
zione, esplicitata nell’accordo firmato (detta concessio- Fin dal suo sorgere, l’evoluzione dell’industria petro-
ne di sfruttamento o development lease). lifera è stata caratterizzata da un andamento non unifor-
Nell’arco di qualche mese dalla scoperta di idrocar- me, ma ciclico, con picchi di attività seguiti da stasi talo-
buri l’operatore deve sottoporre all’autorità competente ra traumatiche. Negli Stati Uniti già nei primissimi anni
un programma di valutazione del giacimento e, in un dell’era petrolifera si era assistito ad una serie di flut-
periodo di tempo concordato, definire se si è in presen- tuazioni positive (1861-63, 1864-65, 1868-70) e negati-
za di un campo petrolifero commerciale o di un ritrova- ve (1863, 1866-67), dovute a un eccesso o a una caren-
mento privo di interesse economico. Nel primo caso deve za di offerta. La dipendenza dell’attività dall’andamen-
essere preparato un piano di sviluppo che contenga tutte to dei prezzi è una costante del mercato petrolifero che
le specifiche tecniche necessarie per mettere in produ- è a sua volta condizionato dal succedersi delle crisi poli-
zione il campo e per gestire l’intero processo (trasporto tiche ed economiche (nella fig. 2 è rappresentata l’evo-
del prodotto, infrastrutture di coltivazione, protezione luzione dei prezzi fin dalla nascita dell’industria petro-
ambientale). Prima di iniziare qualsiasi tipo di attività e lifera). Si ricordano in particolare alcuni fatti significa-
di investire sul giacimento scoperto, l’operatore deve tivi: a) 1973: guerra arabo-israeliana, con il conseguente
richiedere una concessione di sviluppo sull’area conte- embargo nei confronti dei paesi filoisraeliani e aumen-
nente il campo che lo tuteli nei suoi diritti minerari. ti del prezzo da 3 a 12 dollari al barile; b) 1979: rivolu-
Prima di valutare l’estensione del giacimento trami- zione iraniana seguita dalla guerra Iran-Iraq, con calo di
te un programma di perforazione, spesso è necessario un produzione e forte aumento dei prezzi, dai 14 dollari del

fig. 2. Evoluzione 100


prezzi rapportati al valore del dollaro USA nel 2003
prezzo (dollari USA al barile)

dei prezzi petroliferi 90


prezzi rapportati al valore del dollaro USA nelle diverse epoche
(1861-2003) (BP, 2003). 80
70
60
50
40
30
20
10
0
1861-69

1870-79

1880-89

1890-99

1900-09

1910-19

1920-29

1930-39

1940-49

1950-59

1960-69

1970-79

1980-89

1990-99

2000-03

12 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


LE ATTIVITÀ PETROLIFERE DI ESPLORAZIONE E PRODUZIONE

1978 ai 35 del 1981; c) 1985: crollo dei prezzi, fino a 10 privilegiare gli investimenti di lungo termine piuttosto
dollari al barile, dovuto alla politica OPEC e all’aumento che i dividendi immediati, dipendeva, oltre che dal livel-
di produzione da parte dell’Arabia Saudita; d) 1991: lo dei prezzi, dal fatto che nei bacini maturi le scoperte
Guerra del Golfo, con un picco dei prezzi legato alle si rivelano di modesta entità e i costi relativamente ele-
incertezze derivanti dall’invasione del Kuwait; e) 1998: vati. D’altra parte la tecnologia registrava in questi anni
crisi economica del Sud-Est asiatico, con il prezzo del una rapida evoluzione.
barile che tocca i minimi storici (al di sotto dei 10 dol- Il ciclo si interrompe bruscamente nel 1986 a segui-
lari). Oltre ai prezzi, esistono altri fattori che testimo- to del cambio di strategia dei Sauditi e del crollo del
niano l’andamento ciclico dell’attività esplorativa: per prezzo del greggio che passa dai 26 ai 10 dollari al bari-
esempio, il numero di pozzi perforati, gli investimenti le. Anche se i paesi industrializzati erano avvantaggia-
effettuati o le scoperte compiute. È chiaro che a una bru- ti dalla riduzione dei prezzi, le compagnie petrolifere
sca diminuzione di prezzo si accompagna in genere un furono costrette a tagliare gli investimenti di esplora-
immediato contenimento delle spese esplorative e si tende zione prima e di sviluppo poi, con conseguenti forti ridu-
normalmente a privilegiare investimenti a breve termi- zioni di attività. In occasione del 12° Congresso Mon-
ne piuttosto che puntare su progetti a lunga scadenza. Si diale del Petrolio (tenuto a Houston, Texas, nel maggio
registrano tuttavia momenti durante i quali a oscillazio- 1987), di fronte all’aumento del prezzo del petrolio fino
ni di prezzo relativamente modeste corrispondono pic- a 18 dollari al barile, le compagnie s’interrogavano sui
chi di attività. Negli Stati Uniti uno di questi si è verifi- rischi connessi a un’interruzione delle attività esplora-
cato a metà anni Cinquanta, con oltre 8.000 pozzi esplo- tive così bruscamente penalizzate. Nel biennio succes-
rativi perforati durante il 1955-56 (Owen, 1975), seguito sivo si assisteva a un aumento del 26% degli investi-
da un declino regolare fino agli anni Settanta, quando menti nelle esplorazioni delle compagnie statunitensi e
comunque i pozzi perforati erano oltre i 3.000. Un pari del 18% e 19% rispettivamente di BP e Shell. Alla fine
aumento si stima per l’Unione Sovietica dal 1950 al 1958 degli anni Ottanta si arrivava a una ripresa delle attività
(i pozzi esplorativi crescono da 6.980 a 12.176). Nono- a livello di pozzi perforati e di acquisizioni di aree sul
stante il dato dei pozzi sovietici lasci qualche margine piano internazionale.
di dubbio, esso trova conferma nel trend di crescita che
ha portato la produzione dai 181 milioni di barili del Gli anni Novanta e le acque profonde
1947 a oltre 1 miliardo nel 1960. È comunque un dato Negli anni Novanta le compagnie si trovarono a bene-
di fatto che dal 1950 al 1965 si sviluppa un’intensa atti- ficiare di una serie di opportunità senza precedenti (fig. 3).
vità in ambito internazionale: un discreto numero di sco- Si verificò innanzitutto un’importante apertura di nuove
perte significative (giant) interessano l’Unione Sovieti- aree geografiche, in particolare nei nuovi paesi indi-
ca (nel bacino Volga-Ural, nel bacino precaspico e nel pendenti nati dalla disgregazione dell’Unione Sovietica
Caspio meridionale negli anni Cinquanta, mentre risal- (Azerbaigian, Kazakhstan, ecc.), che iniziavano ad attrar-
gono all’inizio degli anni Sessanta i campi della Siberia re numerosi investitori stranieri tra cui le compagnie
Occidentale e del Kazakhstan), il Medio Oriente e l’A- petrolifere. Le nuove repubbliche si dotarono di una serie
frica settentrionale. di strumenti legislativi e contrattuali moderni e resero
disponibili al mercato informazioni tecniche prima di
Anni 1970-1980 allora inaccessibili. La corsa al Mar Caspio vide coin-
Dopo la Guerra del Kippur e negli anni immediata- volte tutte le grandi compagnie, sia in Azerbaigian sia in
mente successivi si è delineata la tendenza a un’intensa Kazakhstan. È nel Caspio kazako che un consorzio for-
attività nella ricerca petrolifera. Le maggiori compagnie mato da Eni, Total, Shell, Exxon-Mobil, BG effettuava
petrolifere statunitensi rilanciavano gli investimenti rela- la scoperta più significativa di questi anni, con riserve
tivi all’upstream, destinati al mercato nazionale e inter- recuperabili fino a 13 miliardi di barili di olio. Nel Caspio
nazionale. In quegli anni, infatti, conclusa l’intensa esplo- non si sono conseguiti altri risultati di rilievo, eccezion
razione sulla terraferma, ci si indirizzava verso le acque fatta per il giacimento di Shakh Deniz con le sue note-
convenzionali (fino a 200 m di profondità), nonché nei voli riserve di gas (1999).
territori fino ad allora impraticabili dell’Alaska. La poli- L’attività in acque profonde (oltre i 200 m di profon-
tica delle maggiori compagnie petrolifere tendeva a svi- dità, in contrapposizione alla piattaforma continentale
luppare le riserve nazionali e a perseguire sul piano inter- caratterizzata da fondali fino a 200 m), che è la secon-
nazionale obiettivi molto ambiziosi in aree a rischio ele- da novità del periodo, aveva avuto in realtà un precedente
vato, ma a grande ritorno economico. Si aprirono alla nel Golfo del Messico, dove Exxon, Shell e Petrobras
ricerca nuove aree quali il Golfo del Messico, l’Artico, avevano da alcuni anni affinato tecnologie d’avanguar-
la Cordigliera delle Ande, il Mare del Nord, le Shetland, dia. Queste tecnologie vennero trasferite nelle acque
lo Yemen, la Nigeria e l’offshore della Cina. Questo ti- profonde dell’Africa occidentale (Angola, Congo, Nige-
po di strategia, dettata da un atteggiamento portato a ria e Guinea Equatoriale) e dell’Estremo Oriente (Brunei

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO 13


fig. 3. Nuove aree
esplorative
negli anni Novanta
del 20° secolo. acque profonde paesi ex sovietici

ed Indonesia). L’approccio alle acque profonde impose in Angola: Girassol, Dalia, Hungo, Kuito, Kissanje, Lan-
alle compagnie petrolifere un’organizzazione in cui la dana, Plutonio, Mondo, Tomba, Lobito, tutti ubicati nel
sinergia di esperienze professionali diverse diventò un Lower Congo Basin. Le riserve complessivamente rin-
elemento di grande rilevanza. venute sono dell’ordine di 7 miliardi di barili. Anche
Nel tracciare un bilancio dei risultati ottenuti in questo nelle acque profonde nigeriane sono state fatte scoper-
periodo dall’industria petrolifera è importante sottolinea- te (Bonga, Agbami-Ekoli, Akpo, Bonga SW ed Erha)
re il concetto di ricostituzione delle riserve legate all’atti- nella prima fascia dell’offshore profondo, dove la ricer-
vità esplorativa. Nel triennio 1999-2001, secondo gli ana- ca petrolifera è giunta a un discreto grado di maturità.
listi della Deutsche Bank (DB, 2002a, b), solo il 32% delle Resta ancora da esplorare una fascia più esterna per la
riserve certificate dalle maggiori compagnie statunitensi quale si presume una potenzialità residua assai impor-
(circa 50 miliardi di boe) proveniva da nuove esplorazio- tante. Il resto dell’Africa occidentale è stato sede di ritro-
ni. Su scala mondiale, invece, si rileva che dal 1990 al 1994, vamenti sporadici, come in Guinea Equatoriale, dove è
le nuove scoperte rimpiazzavano il 62% dell’olio estratto, stato scoperto il giacimento di La Ceiba, o nelle acque
mentre dopo il 1995 questo rapporto scende al 53%. Anche profonde ed ultraprofonde congolesi (N’Kossa, Andro-
tra i paesi produttori non OPEC, solo Angola e Brasile rim- mede, Moho) dove i risultati ottenuti sono inferiori alle
piazzavano totalmente l’olio prodotto con nuove scoperte. aspettative ed hanno ridimensionato l’interesse iniziale
Questo quadro evidenzia quanto sia difficile sostituire le per l’area. Per non parlare dell’offshore profondo gabo-
riserve attraverso l’esplorazione; fa eccezione l’anno 2000, nese, finora senza risultati. Un certo numero di scoper-
quando le straordinarie scoperte nel Caspio ed in Iran hanno te riguarda anche il Sud-Est asiatico e l’offshore nord-
portato in pareggio il rapporto riserve scoperte e produ- occidentale dell’Australia.
zione. Va infine sottolineato il basso rateo di sostituzione Nel Golfo del Messico sono state registrate scoper-
in paesi produttori di grande rilievo, come Messico, Gran te interessanti con nuovi sviluppi, quali Mad Dog, Tri-
Bretagna, Oman e Colombia. dent, Thunder Horse e Great White; anche nelle acque
Nell’ambito delle acque profonde la ricerca in Afri- profonde del Golfo si intravedono ulteriori potenzialità,
ca occidentale è decollata agli inizi degli anni Novanta ma a fronte di investimenti elevati e di tecnologie d’a-
e si è concentrata in particolare nelle aree del Lower vanguardia.
Congo Basin ed in Nigeria. Tali bacini erano ritenuti aree In America Meridionale per l’olio spicca il Brasile
ad alta potenzialità mineraria in quanto gli analoghi di con le sue acque profonde (campo di Roncador), mentre
riferimento quali il bacino di Campos in Brasile ed il il gas sembra dominare in Bolivia e a Trinidad e Tobago.
Golfo del Messico avevano provato l’esistenza di play Per quanto riguarda l’Europa si registra invece la
(o tema di ricerca) legati alla presenza ed allo sviluppo scoperta di Ørmen Lange in Norvegia ed il campo di
di sistemi torbiditici in ambienti profondi. Buzzard nel settore britannico del Mare del Nord.
Tale assunzione nel corso degli anni è stata confer- Sul margine africano l’Egitto ha fornito interessanti
mata dalla scoperta di campi con riserve significative riserve di gas con la scoperta di diversi campi offshore,

14 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


LE ATTIVITÀ PETROLIFERE DI ESPLORAZIONE E PRODUZIONE

tra i quali sono da menzionare Temsah, Sapphire, Scarab, soprattutto per il gas, anche se il numero dei pozzi esplo-
Saffron, Ha’py, Baltim, Darfeel e molti altri messi in evi- rativi si va riducendo. La migliore efficienza esplorati-
denza nell’ultimo decennio. va si manifesta con un netto incremento di riserve addi-
Sul margine atlantico, a occidente delle isole Shetland zionali per pozzo esplorativo perforato. I valori di 2,3
e Färøer, le aree considerate di alto potenziale non hanno milioni di boe per pozzo della fine degli anni Ottanta si
invece dato finora risultati significativi. Lo stesso dica- raddoppiano nel decennio successivo e nell’ambito ristret-
si dell’offshore profondo dell’Azerbaigian, dove sono to di alcune major oil companies raggiungono picchi
stati perforati diversi pozzi sterili e sono state compiute superiori ai 10 milioni.
solo scoperte di olio minori.
In sintesi, si può affermare che le acque profonde Lo shock petrolifero del 1998
hanno portato un contributo importante al reintegro delle e la riduzione dei costi
riserve di idrocarburi in quest’ultimo decennio. Secon- A proposito del ciclo degli anni Novanta non può esse-
do un recente studio («Petroleum Economist», 2004), le re dimenticato il crollo del prezzo del petrolio del 1998 e
scoperte complessive ammontano a 90 miliardi di boe e le conseguenze che questo fatto ha avuto sul contenimento
il potenziale ancora da scoprire è dell’ordine di 180 miliar- delle spese da parte delle compagnie petrolifere.
di di boe (per il 60% a olio). Durante il 1998 la coincidenza di diversi fattori (ritor-
Anche nell’esplorazione delle acque profonde il pro- no dell’Iraq sul mercato, aumento produttivo dell’Ara-
gresso tecnologico degli ultimi anni ha consentito, in un bia Saudita, rallentamento brusco della domanda asia-
primo tempo, di investire in modo più efficiente, in un tica) ha fatto scendere le quotazioni del petrolio sotto
secondo tempo, di esplorare remote aree di frontiera. la soglia dei 10 dollari al barile, valori che, in termi-
All’inizio del 21° sec. l’estrazione giunge a 2.000 m di ni reali, non si registravano dal 1972. È comprensibile
profondità e si programmano addirittura operazioni fino che prezzi così bassi abbiano imposto alle compagnie
a 3.000 metri. È chiaro che una tale sfida deve essere petrolifere di ripensare molti progetti nati in periodi
giustificata da ritrovamenti adeguati di fronte ai quali più favorevoli e di ridurre gli investimenti esplorati-
saranno necessarie risposte tecnologiche opportune. vi che, per definizione, hanno un ritorno economico
Un ultimo problema legato alle acque profonde è il differito negli anni.
ritrovamento di gas, che in mancanza di un mercato loca- Nonostante gli investimenti ridotti e il contenimen-
le diventa un sottoprodotto di difficile utilizzo. Il gas in to dei costi, riserve e produzione delle compagnie non
questi ultimi anni ha avuto un impiego crescente e le sco- solo non sono diminuite ma, al contrario, sono aumen-
perte di nuove riserve sono state di gran lunga superio- tate in maniera considerevole. Questo duplice risultato
ri alla produzione. Per utilizzare appieno anche questa è stato ottenuto diminuendo la percentuale di pozzi ste-
risorsa sono necessari miglioramenti tecnologici ed inve- rili (40% rispetto al 60% degli anni Ottanta) e aumen-
stimenti sui processi di liquefazione. tando il valore commerciale, ovvero le riserve, per sin-
Non si può concludere questa panoramica degli ulti- golo pozzo di successo, grazie alla tecnologia e ad un
mi anni del secolo scorso senza ricordare le altre sco- approccio strategico ben mirato. La tecnologia avanza-
perte nei play convenzionali, innanzitutto l’olio nel Saha- ta, infatti, a partire dagli anni Novanta ha consentito di
ra algerino, rivelatosi una ricca provincia petrolifera dove contenere i costi e di utilizzare sistematicamente sia la
esistono risorse ancora da scoprire; i rimanenti bacini sismica tridimensionale, che permette di ridurre il tempo
sedimentari algerini, in special modo quelli occidentali, tra scoperta e produzione, sia i miglioramenti tecnolo-
risultano tuttora sotto-esplorati. L’Algeria può pertanto gici relativi alla perforazione di pozzi esplorativi.
essere considerato uno Stato con un buon potenziale Per quanto riguarda i costi della ricerca petrolifera,
minerario per quanto concerne l’olio. Per il gas, lo sfor- fin dall’inizio degli anni Novanta si era delineata una ten-
zo esplorativo si è focalizzato nel Sud-Ovest del paese, denza al controllo e alla riduzione delle spese da parte
nei bacini di Ahnet Timimoun, dove il potenziale è tut- delle compagnie petrolifere, che sono riuscite ad allineare
tora da definire. Buoni, alla fine degli anni Novanta, sono il finding and development cost su valori di 4-5 dollari al
stati i risultati conseguiti in Iran, dove sono state realiz- barile alla fine del decennio. L’esempio della BP è signi-
zate significative scoperte di olio e dove buona parte ficativo: infatti, la società britannica ha deciso di perse-
delle riserve addizionali derivano dal campo di Azede- guire solo obiettivi ad alto potenziale economico, con il
gan. L’analisi degli anni Novanta mette comunque in evi- risultato di portare il finding and development cost dai
denza la grande concentrazione delle scoperte in pochi 6 dollari al barile del 1987-88 ai 4 del 1997-2000.
paesi, soprattutto nei bacini già conosciuti, per lo più in In conclusione si può affermare che lo shock petro-
Medio Oriente, oltre che nelle acque profonde angola- lifero di fine decennio è stato salutare sul piano dello
ne e brasiliane. snellimento organizzativo, della maggior efficienza e
All’inizio del nuovo millennio si è registrato inoltre della riduzione dei costi, fattori che ritroviamo ancor
un progressivo miglioramento del rateo di successo, oggi nelle performance del mondo petrolifero.

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO 15


La valutazione delle riserve dove con la scoperta del giacimento di Kashagan, la
di idrocarburi più significativa di questi ultimi anni, le riserve hanno
registrato un rilevante incremento salendo a 9 miliar-
Introduzione di di barili;
Prima di parlare delle riserve di idrocarburi si ritie- • nelle acque profonde (profondità superiore a 200 m)
ne utile definire il concetto stesso di riserve, termine vengono fatte diverse scoperte, in particolare nel
spesso usato impropriamente. Esso va riferito soltanto a Golfo del Messico, in Brasile (che passa da 3 a 8,3
quella frazione degli idrocarburi contenuti in un giaci- miliardi di barili), in Angola (da 1,5 a 5,4 miliardi),
mento che può essere estratta (‘recuperata’). L’entità in Nigeria (da 17,9 a 24 miliardi);
effettiva delle risorse di un giacimento si conosce solo a • un incremento di riserve si verifica anche nell’A-
produzione cumulativa avvenuta; i dati precedenti sono merica Centrale e Meridionale, soprattutto in Vene-
soltanto stime. zuela (da 62,7 a 77,8 miliardi di barili).
Sulla base delle conoscenze geologiche, geofisiche I valori globali del decennio precedente (1982-92)
ed ingegneristiche disponibili in un dato momento si sono poco significativi in quanto mancano dati certi sulle
distingue tra riserve accertate (proved), probabili (pro- riserve dell’area ex sovietica, ma vanno sottolineati alcu-
bable) e possibili (possible). Le riserve accertate sono ni elementi importanti quali la stazionarietà dei valori
quelle per le quali si ha una ragionevole certezza di recu- nordamericani e l’aumento considerevole delle riserve
pero e per le quali lo sviluppo è definito a date condi- del Medio Oriente (79%).
zioni economiche. Le riserve probabili sono quelle per Per quanto riguarda l’indice di durata delle riserve,
le quali, anche se non è stato ancora messo a punto il nell’ultimo ventennio esso si è allungato dai 28 anni del
progetto di sviluppo, è verosimile che possano essere 1982 ai 40 del 2002. Il quadro, peraltro, non è così sta-
sviluppate. Le riserve possibili sono quelle incerte sul bile come potrebbe sembrare a prima vista, in quanto, se
piano della conoscenza tecnica. si considerano in dettaglio le diverse aree, si vede come
i paesi che sostengono in modo significativo una pro-
Riserve di olio al 2002 duzione di lungo periodo sono sostanzialmente quelli
A fine 2002 le riserve di olio accertate ammontava-
no a 1.048 miliardi di barili (BP, 2003), quasi l’80% dei
quali (819 miliardi) di pertinenza dell’OPEC. 685,6
(65,4%)
La distribuzione geografica delle riserve (fig. 4) è
caratterizzata da un notevole squilibrio a favore dell’a-
rea mediorientale.
Nel Medio Oriente spiccano in termini di priorità
Arabia Saudita (261,8 miliardi di barili; 25% delle riser-
ve globali), Iraq (112,5 miliardi; 10,7%), Emirati Arabi
Uniti (97,8 miliardi; 9,3%), Kuwait (96,5 miliardi; 9,2%)
97,5 98,6
e Iran (89,7 miliardi; 8,6%), mentre gli altri paesi (Qatar, 77,4 (9,4%)
38,7 49,9 (7,4%) (9,3%)
Yemen e Siria) hanno riserve decisamente minori. (3,7%) (4,8%)
In Africa hanno riserve importanti Libia (29,5 miliar-
di di barili), Nigeria (24 miliardi) e, con cifre nettamen- A a
te inferiori, Algeria (9,2 miliardi) e Angola (5,4 miliar-
di); nell’America Centrale e Meridionale emerge il Vene- 1.200
zuela (77,8 miliardi di barili; 7,4% delle riserve mondiali),
1.000
seguito a distanza dal Brasile (8,3 miliardi), mentre in
Nordamerica
Eurasia sono importanti Russia (60 miliardi di barili; 800
America Centrale
5,7%), Norvegia (10 miliardi), Kazakhstan (9 miliardi) e Meridionale
600
e Azerbaigian (7 miliardi). Europa-Asia ex sovietica
Se si considerano le riserve nell’arco del decennio 400 Africa
1992-2002, si nota che l’aumento globale (da 1.007 a 200 Medio Oriente
1.048 miliardi di barili) è modesto (4%), ma iniziano
Asia-Pacifico
a delinearsi significative variazioni all’interno delle sin- 0
1982 1992 2002
gole aree:
• è netto il calo delle riserve nordamericane (da 90,9 B b
a 49,9 miliardi di barili); fig. 4. Riserve accertate di olio (miliardi di barili):
• nei paesi ex sovietici le riserve aumentano sia in Azer- A, distribuzione per macroarea (2002);
baigian (da 1,3 a 7 miliardi di barili) sia in Kazakhstan, B, evoluzione (1982-2002).

16 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


LE ATTIVITÀ PETROLIFERE DI ESPLORAZIONE E PRODUZIONE

del Medio Oriente, con oltre 90 anni, e l’area eurasiati- 61,04


56,06 (39,2%)
ca (Russia in particolare), mentre per quelli del Norda- (36,0%)
merica e dell’Asia-Pacifico gli indici scendono perico-
losamente sotto i 20 anni.

Riserve di gas al 2002


Al 2002 le riserve di gas mondiali ammontavano a
156.000 miliardi di m3 (BP, 2003), distribuiti prevalen- 11,84 12,61
7,08 7,15 (7,6%) (8,1%)
temente in due aree principali: il Medio Oriente con il (4,5%) (4,6%)
36% e la Russia con il 30%. Europa, Africa e Asia si
ripartivano il resto in percentuali pressappoco uguali (7-
A a
8%), mentre i valori dell’America Centrale e Meridio-
nale e del Nordamerica (fig. 5 A) risultavano decisamente
inferiori (4,5-4,6%). 160
Tra i vari paesi emerge la Russia con 48.000 miliar- 140
di di m3, mentre nel Medio Oriente spiccano Iran, Ara- 120 Nordamerica
America Centrale
bia Saudita e Qatar, rispettivamente con 23.000, 16.000 100 e Meridionale
e 14.000 miliardi. 80 Europa-Asia ex sovietica
Questi dati ci forniscono il quadro delle future fonti 60 Africa
di approvvigionamento. 40
Medio Oriente
Se si considera l’evoluzione delle riserve negli ulti- 20
Asia-Pacifico
mi venti anni (fig. 5 B), si nota che, mentre dal 1992 al 0
1982 1992 2002
2002 esse hanno subito un aumento del 12% (138.000
miliardi di m3 nel 1992 contro gli attuali 156.000) con- B b
centrato soprattutto nel Medio Oriente e bilanciato da un fig. 5. Riserve accertate di gas (migliaia di miliardi di m3):
saldo negativo dell’area nordamericana (20%), nel A, distribuzione per macroarea (2002);
decennio precedente l’incremento è stato considerevo- B, evoluzione (1982-2002).
le: oltre il 60%, in particolare in Nigeria, Qatar, Emira-
ti Arabi Uniti e Arabia Saudita. Tra le scoperte effettua-
te nell’ultimo decennio si segnalano quelle nelle acque Servizio Geologico Statunitense, le risorse ancora da
profonde australiane, a Trinidad e Tobago e in Norvegia scoprire si attestavano sui 690 miliardi di barili (USGS,
(Ørmen Lange). 2000), valore secondo alcuni sovrastimato ma comun-
que compatibile con la stima preliminare di Klemme.
Le riserve di idrocarburi in prospettiva, Sorge spontanea a questo punto la domanda se sia
il “world petroleum life cycle” difficile trovare nuove province esplorative. Le ultime
Le principali aree produttive si trovano in bacini situa- acquisizioni successive alle gare internazionali aperte
ti nell’emisfero boreale. Circa i tre quarti dei 600 baci- in Egitto, Brasile, Golfo del Messico e Norvegia hanno
ni esistenti non sono attualmente produttivi ed un terzo fornito risultati inferiori alle attese. Inoltre, aree consi-
di questi non è mai stato perforato da pozzi esplorativi. derate ad alto potenziale come il Mar Caspio azero o
Un terzo dei bacini mondiali è rappresentato da bacini l’offshore delle Isole Färøer non hanno dato i segnali
vergini. Le scoperte finora effettuate includono un certo positivi sperati. In effetti, man mano che l’esplorazio-
numero di giacimenti giant, ossia con riserve superiori ne procede, l’entità delle scoperte si riduce, vale a dire
ai 500 milioni di barili. Le riserve di questi campi rap- si perforano più pozzi con risultati progressivamente
presentano l’1% delle scoperte globali, ma costituisco- minori.
no rispettivamente il 70% e il 50% dell’olio e del gas Questo naturalmente è vero fino a quando si perse-
rinvenuti. Alcuni autori (Klemme, 1980) all’inizio degli gue un certo play. Se questo cambia nel corso dell’e-
anni Ottanta stimavano il potenziale addizionale da sco- splorazione c’è un automatico ‘ringiovanimento’ nel-
prire tra il 60% e il 140% delle riserve cumulative sco- l’ambito del bacino. Un esempio è quello del Golfo del
perte (restanti ed estratte), ottenendo il valore più con- Messico (fig. 6) dove nuovi play ringiovaniscono un baci-
servativo (60%) nell’ipotesi che solo i bacini vergini no soprattutto dal punto di vista della ripresa dell’at-
potessero includere un potenziale, mentre l’ipotesi più tività operativa ed esplorativa. Si tenga inoltre presen-
ottimistica prevedeva un incremento di riserve anche nei te che esistono 18 bacini in acque profonde in diverse
bacini attualmente produttivi. Dal 1982 al 2002 l’au- aree (Nigeria, Golfo del Messico, Guinea Equatoriale,
mento di riserve certe è stato pari a 371 miliardi di bari- Angola, Norvegia, Congo, India orientale, Kalimantan,
li (BP, 2003), mentre al 2000, secondo la valutazione del Brasile, Filippine, Egitto, Malesia, Mauritania, Färøer,

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO 17


fig. 6. Golfo del Messico: 100
cicli di ricerca (DB, 2002b).
90

80

pozzi esplorativi perforati


70

60
50
40
30

20
10
0
1975
1976
1977
1978
1979
1980
1981
1982
1983
1984
1985
1986
1987
1988
1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
Marocco, Gabon, Mar Nero e Mar Caspio) nelle quali ha eliminato il declino. Ricordiamo, tra gli altri, C.J.
finora sono stati affrontati i play superficiali delle sequen- Campbell (1997; 2000; 2001; 2002a, b; 2003), J.H.
ze sedimentarie. I trend futuri sono rappresentati dagli Laherrère (1998), R.C. Duncan e W. Youngquist (1998)
obiettivi profondi negli alti fondali, per esempio i temi e L.F. Ivanhoe (1997). Negli articoli di Campbell, il fon-
pre-saliferi, che sono a profondità di oltre 3000 m al di datore dell’Association for the Study of Peak Oil (ASPO),
sotto del fondo marino. Questa possibilità di intervento considerato il più famoso tra i seguaci di Hubbert, sono
naturalmente dipenderà dallo sviluppo della tecnologia contenuti alcuni motivi di discussione: anche se l’olio
e dal mercato degli impianti di perforazione. continuerà a dominare il mercato ancora per un lungo
In definitiva, si nota che nel lungo periodo le aree di periodo, il boom delle scoperte ha già avuto il suo epi-
ricerca saranno preferenzialmente localizzate in Medio logo negli anni Sessanta; le scoperte attuali coprono a
Oriente, regioni artiche, Russia; in particolare il Medio mala pena un quarto del consumo; il picco di produzio-
Oriente (soprattutto Iran e Iraq) rappresenterà la princi- ne al di fuori del Medio Oriente è già avvenuto nel 1997
pale area di produzione dalla quale perverrà ancora la e per quei paesi è iniziato il declino di produzione; il
maggior parte delle risorse da scoprire. picco a livello mondiale avverrà nel 2005-06 e l’utiliz-
L’ipotesi del World Petroleum Life Cycle (Duncan e zo di olio non convenzionale ritarderà solo di alcuni anni
Youngquist, 1998) riguarda i tempi di esaurimento delle questo declino inevitabile. Campbell è inoltre critico su
riserve petrolifere: pochi anni o un periodo più lungo, come vengono trasmesse le informazioni relative alle
che permetta una transizione non traumatica ad altri tipi riserve da parte di organismi governativi (Oil & Gas Jour-
di energia. La previsione di un esaurimento in tempi rela- nal e World Oil o rapporti della BP). Secondo Campbell,
tivamente brevi fu annunciata fin dal 1919 dal Servizio i valori relativi alle riserve dovrebbero essere riportati
Geologico degli Stati Uniti ed è stata oggetto in diverse all’anno di scoperta del campo e non essere la somma-
occasioni di discussioni e controversie. In particolare si toria di revisioni che vengono ad incrementare qualco-
ricorda il modello messo a punto da Hubbert (1956), che sa che in realtà è gia stato scoperto. D’altronde i dati
aveva ipotizzato, sulla base delle conoscenze geologiche relativi alle riserve spesso non sono solo legati all’a-
a disposizione, l’inizio del declino di produzione (peak spetto tecnico, ma sono condizionati da altri fattori (tipo
oil) per i giacimenti nordamericani (esclusa l’Alaska) di contratto, budget, piani di sviluppo). Inoltre, per le
fin dal 1970. Questa ipotesi, valida per gli Stati Uniti, si risorse ancora da scoprire, la sismica, la geochimica ed
è poi rivelata non del tutto precisa in un’applicazione più altre tecnologie permettono di evidenziare trappole sem-
generale, in quanto il modello non teneva conto di una pre più modeste e difficili, ma non di scoprire quei giant
serie di variabili tecnologiche ed ambientali, che hanno individuati fino agli anni Sessanta. Infatti delle risorse
reso possibili scoperte non ipotizzabili con i vecchi con- restanti, le caratteristiche di volume, profondità e recu-
cetti geologici, e di un livello di consumi diverso. In un pero sono molto più problematiche rispetto alle passate
secondo tempo alcuni assertori di questa teoria, insieme scoperte. La curva cumulativa dei ritrovamenti in rap-
con altri studiosi, hanno cercato di apportare gli oppor- porto ai pozzi perforati mette in evidenza che i campi di
tuni correttivi al modello originario, sostenendo in par- grandi dimensioni sono i primi ad essere scoperti. Con
ticolare che, a livello mondiale, il crollo della domanda il procedere del tempo la curva tende ad appiattirsi in
negli anni Settanta ha ritardato il picco previsto, ma non corrispondenza di una serie di risultati marginali relativi

18 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


LE ATTIVITÀ PETROLIFERE DI ESPLORAZIONE E PRODUZIONE

alle ultime scoperte. D’altra parte si producono 22-23 scoperta di riserve addizionali, mettendo in evidenza
miliardi di barili all’anno mentre se ne scoprono solo 6, come la vita media residua delle riserve mondiali sia nel
pari a poco più di un quarto di quanto viene prodotto. 2002 di 40 anni contro i 20 anni del 1948. Secondo tali
Il picco relativo alla produzione segue il picco delle sco- esperti il picco degli Stati Uniti si spiega con il fatto che
perte con un ritardo fisiologico. Per esempio, le sco- i bacini statunitensi sono stati oggetto di un’esplorazio-
perte relative agli Stati Uniti raggiungono un massimo ne molto intensa, mentre buona parte dei bacini del resto
storico nel 1930, mentre il picco di produzione si rea- del mondo sono poco esplorati. Inoltre i miglioramenti
lizza nel 1970, con un ritardo di quarant’anni rispetto tecnologici (pozzi deviati, pozzi orizzontali, sismica tri-
al primo. La fig. 7 rappresenta il gap tra scoperte e pro- e quadridimensionale) permetteranno sia di sfruttare le
duzione e dimostra come l’aumento di pozzi esplorati- risorse disponibili a costi modesti, sia di affrontare
vi non modifica più di tanto il trend di scoperta. Viene ambienti estremi come le acque ultra-profonde. Lo sce-
inoltre rilevato che prezzi troppo elevati potrebbero faci- nario più ottimistico è supportato dal progresso tecno-
litare il passaggio ad energie alternative. Campbell con- logico che permette fattori di recupero più elevati (dal
clude con un quadro piuttosto critico, che vede una tota- 22% dell’intervallo 1979-81 al 35% del 1997-99) e soprat-
le dipendenza dei prezzi dall’area mediorientale e l’i- tutto costi di produzione minori (dai 21 dollari al barile
nizio del declino degli idrocarburi nel 2010 (2005 per del 1980 ai 6 del 1997-99). Secondo questi studiosi, altri
l’olio, 2020 per il gas). Secondo Laherrère, la produzio- fatti hanno limitato le scoperte degli ultimi anni, in par-
ne di idrocarburi liquidi dovrebbe raggiungere un mas- ticolare l’esclusione delle compagnie petrolifere da aree
simo nel 2010. promettenti quali quelle mediorientali. Inoltre, quando
Le previsioni dell’Energy Information Administration si parla di riserve si intendono quantità certificate pro-
(EIA), basate sui dati forniti dal Servizio Geologico de- prie della contabilità delle compagnie petrolifere e non
gli Stati Uniti, sono più ottimistiche in quanto i fattori il potenziale minerario che ha valori decisamente più ele-
di recupero previsti per gli idrocarburi contenuti nei gia- vati; in base a questo secondo parametro, più che in un
cimenti sono più elevati. Dai lavori specifici sull’argo- panorama di scarsità saremmo in presenza di una sovrab-
mento, si evince che l’area mediorientale può per un certo bondanza di greggio, con il rischio di sovrapproduzione
periodo supplire alle mancanze produttive di altri paesi. e le conseguenze negative che eventuali tagli di produ-
L’attuale quota di produzione del Medio Oriente è desti- zione volti a evitare cadute dei prezzi comporterebbero
nata a crescere a meno che non vengano scoperte nuove per i paesi produttori con economie deboli. Il limite non
province petrolifere, come si verificò, alla fine degli anni dipende dalla mancanza fisica di riserve, ma dalle poli-
Settanta, quando l’entrata sul mercato del Mare del Nord tiche finanziarie e dei prezzi. In definitiva, i fautori di
e dell’Alaska (con un contributo notevole di produzio- questa linea, pur riconoscendo che sarà sempre più dif-
ne) ridusse l’importazione dal Medio Oriente dal 38% ficile trovare nuove riserve in paesi accessibili e situa-
al 18%. zioni geologiche semplici, confidano nell’evoluzione
In contrapposizione alla scuola di Hubbert, alcuni della tecnologia. Non solo le aree di frontiera, ma anche
esperti ritengono un mito da sfatare la presunta scarsità i bacini da tempo produttivi forniranno ancora il poten-
di idrocarburi e vedono nei miglioramenti tecnologici ziale necessario e l’industria petrolifera troverà le solu-
relativi all’esplorazione e allo sviluppo la possibilità di zioni ai problemi che si presenteranno (Longwell, 2002).

fig. 7. Riserve scoperte 70 12


e riserve prodotte: surplus
60
evoluzione deficit
10
del saldo annuale 50 pozzi esplorativi
saldo annuale (miliardi di barili)

pozzi esplorativi (103)

(Campbell, 2000).
40
8
30

20 6

10
4
0

10
2
20

30 0
1960

1965

1970

1975

1980

1985

1990

1995

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO 19


In conclusione, si può sottolineare come le due scuo- Servizio Geologico degli Stati Uniti, Oil & Gas Journal,
le di pensiero corrispondano a filosofie diverse sul pia- «Petroleum Economist»), alle quali rimandiamo per ulte-
no operativo (Lynch, 2003). Credere nel modello di riori dettagli.
Hubbert significa pensare a prezzi elevati in tempi brevi
e quindi optare per una strategia aggressiva con l’obiet- Bacini a olio
tivo di acquisire riserve addizionali, anche con progetti Nella fig. 8 sono stati schematizzati i più importanti
a costi elevati. Nell’altro caso, invece, da una visione bacini a olio nel generale contesto dei bacini sedimen-
meno allarmistica deriva una più cauta strategia che pri- tari. La descrizione (v. anche tab. 2) rispetta la suddivi-
vilegia progetti a basso costo ed una flessibilità tale da sione in macroaree oggi più frequentemente utilizzata:
non avere sorprese negative nel caso di un crollo dei prez- • Nordamerica;
zi, come talora è successo in passato. • America Centrale e Meridionale;
• Europa-Asia ex sovietica (macroarea comprendente
tutti i paesi dell’Europa occidentale e orientale, Tur-
Classificazione dei giacimenti chia e Stati dell’area ex sovietica);
e distribuzione dei bacini • Medio Oriente;
• Asia-Pacifico (macroarea comprendente il subcon-
Introduzione tinente indiano, l’Estremo Oriente, il Sud-Est asiati-
Riportiamo di seguito una classificazione dei gia- co, l’Australia e il mondo oceaniano);
cimenti (in parte derivata dall’American Petroleum • Africa.
Institute) in funzione delle loro dimensioni.
Medio Oriente
Per i giacimenti a olio
Il Bacino Arabico ha le riserve più abbondanti di tutti
Megagiant: superiore a 50.000 milioni di barili (pari a i bacini conosciuti ed include due importanti aree petro-
6,8 miliardi di t) lifere: la provincia centro-arabica di Rub’ al-Khali e la
Supergiant: da 5.000 a 50.000 milioni di barili provincia degli Zagros.
Giant: da 500 a 5.000 milioni di barili La prima detiene riserve complessive che supera-
Major: da 100 a 500 milioni di barili no i 500 miliardi di barili di olio e i 62 miliardi di bari-
Large: da 50 a 100 milioni di barili li di condensato. I campi che appartengono a questa
Medium: da 25 a 50 milioni di barili provincia sono tra i più grandi del mondo come Ghawar
Small: da 10 a 25 milioni di barili e Greater Burgan. Inoltre si trovano nella stessa area
anche una serie di campi con riserve consistenti: Sa-
Per i giacimenti a gas
fanya, Abqaiq, Rumailia, Zakum, East Baghdad, Mani-
Supergiant: superiore a 850 miliardi di m3 fa, Zuluf, Bab, Bu Has, Berri, Bibi Hakimeh, Karanji,
Giant: da 85 a 850 miliardi di m3 Ab-e-Teimur.
Major: da 17 a 85 miliardi di m3 La provincia degli Zagros contiene oltre 140 miliar-
Large: da 8,5 a 17 miliardi di m3 di di barili e 7 miliardi di condensato. Sono presen-
Medium: da 4,2 a 8,5 miliardi di m3 ti diversi campi di dimensioni notevoli: Ahwaz, Ga-
Small: da 1,7 a 4,2 miliardi di m3 chsaran, Marun, Kirkuk, Aga Jari, Rag-e Sefid, Parsi,
Haft Kel.
Nella tab. 1 sono indicati i numeri di campi scoperti
a livello mondiale nelle diverse categorie. I 2 megagiant
menzionati sono Ghawar, in Arabia Saudita, e Greater tab. 1. Distribuzione dei campi a olio
Burgan, in Kuwait, mentre tra i primi 20 supergiant 15 secondo le dimensioni (Ivanhoe e Leckie, 1993)
sono localizzati in Medio Oriente, 2 in Russia, 1 in Ame-
rica Latina e 2 in Nordamerica. Milioni di barili Dimensione Tot. mondiale
L’ubicazione di questi campi a olio corrisponde a par-
ticolari situazioni geologiche; vi sono infatti alcuni baci- >50.000 Megagiant 2
5.000-50.000 Supergiant 40
ni sedimentari che contengono le riserve più significa-
500-5.000 Giant 46
tive di olio e di gas. 100-500 Major 240
I principali bacini petroliferi verranno qui di segui- 50-100 Large 327
to elencati in funzione delle riserve cumulative (in pra- 25-50 Medium 356
tica la quantità di idrocarburi rinvenuti, comprensiva 10-25 Small 761
degli idrocarburi già prodotti) e dei maggiori giacimen- 1-10 Very small 4.599
ti che contengono. L’ordine di grandezza delle riserve Totale 6.371
proviene da alcune fonti di informazione (IHS Energy,

20 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


LE ATTIVITÀ PETROLIFERE DI ESPLORAZIONE E PRODUZIONE

principali bacini a olio altri bacini


fig. 8. Bacini a olio. (riserve cumulative >15 miliardi di barili)

Europa-Asia ex sovietica nella parte algerina una ventina di giacimenti con riser-
Il bacino della Siberia Occidentale è costituito da ve complessive di 7 miliardi di barili. Campi significa-
diverse province petrolifere con riserve cumulative di tivi sono quelli di Ourthoud, Hassi Berkine ed el-Borma.
oltre 140 miliardi di barili di olio. I campi più signifi- Il bacino di Illizi, che ha riserve originarie di olio pari a
cativi sono Samotlor, Fedorovo-Surguskoye, Ust-Baly- circa 5 miliardi, ospita i campi di Zarzaitine e Tin Fouye-
Mamontovskoye e Krasnoleninskoye. Tabankort.
Il bacino Volga-Ural ha riserve di oltre 65 miliardi di Il bacino del Niger, che, oltre alla Nigeria, include
barili. Nell’ambito di questo bacino sono stati scoperti Camerun e Guinea Equatoriale, ha riserve per circa 50
oltre 1.000 campi, dei quali i più noti sono Romashki- miliardi di barili. I maggiori giacimenti ad olio sono
no, Arlan, Tuymazinskoye e Novoyelkhovskoye. Nembe Creek e Forcados Yokri, oltre ad un certo nume-
Il bacino precaspico è il più importante del Kazakh- ro di campi di dimensioni comprese tra i 400 ed i 600
stan per i 133 campi scoperti con riserve di oltre 20 miliar- milioni di barili (Okan, Imo River, Meren, Bomu, Delta
di di barili di olio. Include i campi di Kashagan, Tengiz, South, Obagi, Parabe-Eko, Edop). Nelle acque profon-
Uzen, Korolevskoye, Karachaganak e Zhanazhol. de recentemente sono stati scoperti i seguenti principa-
Il Mare del Nord detiene una somma di scoperte supe- li campi: Bonga, Bolia, Agbami, Akpo, Bonga SW ed
riori ai 42 miliardi di barili di olio. I campi più impor- Erha per un totale di riserve di circa 6 miliardi di barili.
tanti sono Statfijord, Ekofisk, Forties, Oseberg, Brent e Risale al 1999 la scoperta del campo di La Ceiba, in Gui-
Gullfaks. nea Equatoriale.
Il bacino del Caspio meridionale ospita 110 giaci- Il bacino del Lower Congo (Gabon, Congo e Ango-
menti di idrocarburi per un totale di riserve originarie la) detiene riserve complessive di olio di oltre 20 miliar-
recuperabili di oltre 20 miliardi di barili di olio. I campi di di barili, caratterizzate da una distribuzione di campi
di Azeri, Chirag e Guneshli contengono la maggior parte di dimensione variabile sia nelle acque convenzionali sia
delle riserve. nelle acque profonde. In Gabon è stata scoperta una deci-
na di giacimenti di modeste dimensioni (dai 50 ai 90
Africa milioni di barili), mentre i giacimenti offshore del Congo
Il bacino della Sirte è il più ricco della Libia con oltre hanno riserve più elevate: Loango, Tchibouela, Eme-
40 miliardi di barili. In questo sono state fatte 143 sco- raude e N’Kossa. In Angola si contano una cinquantina
perte tra le quali Gialo, Sarir, Amal, Waha, Bu Attifel. di giacimenti ad olio nelle aree convenzionali di Taku-
I bacini sahariani con l’area di Hassi Messaoud con- la, Malongo, Numbi e Pacassa, cui si aggiungono le sco-
tengono, oltre al supergiant omonimo, più di 20 impor- perte in acque profonde fatte in questi ultimi anni, delle
tanti campi ad olio e gas condensato, tra cui Rhourde quali le più significative sono Dalia, Girassol, Hungo,
el-Baguel e Gassi Touil. Il bacino di Gadames, che si svi- Kuito, Kissanje, Landana, Tomba, Plutonio, Mondo e
luppa in Algeria, Tunisia e Libia occidentale, contiene Lobito.

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO 21


tab. 2. Bacini a olio

Bacino Riserve Giacimenti


cumulative (sono citati solo i giacimenti principali in ordine di grandezza)

tipo di giacimento Megagiant Supergiant Giant


miliardi di barili >500 100-150 50-100 15-50 50 5-50 0,5-5

Bacino Arabico: • Ghawar Safanya


Provincia centro-arabica di Rub’ al-Khali Greater Burgan Rumailia
(Arabia Saudita, Kuwait, Zona Neutrale, Abqaiq
Iraq, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Qatar) Zakum
Manifa
Bacino Arabico: • Ahwaz
Provincia degli Zagros Marun
(Iran, Iraq, Turchia, Siria) Aga Jari
Gachsaran
Kirkuk
Siberia Occidentale • Samotlor
(Russia) Fedorovo-Surguskoye
Ust-Baly-
Mamontovskoye
Krasnoleninskoye
Priobskoye
Golfo del Messico • East Texas Hawkins
(USA: Texas, Louisiana) Hastings
Thunder Horse
Mars
Volga-Ural • Romashkino Arlan
(Russia) Tuymazinskoye
Novoyelkhovskoye
Usinskoye
Bavilinskoye
Maracaibo • Campo Costanero Boscan
(Venezuela) Bolivar Urdaneta Oeste
Ceuta
Centro
Lago
Delta del Niger • Forcados Yokri
(Nigeria, Camerun, Guinea Equatoriale) Nembe Creek
Ubit
Zafiro Complex
Meren
Sureste • Akal (Cantarel) Bermudez Complex
(Messico) Ku
Abkatum
Tecomonoacan
Malob
Sirte • Gialo
(Libia) Sarir
Amal
Waha
Bu-Attifel
Mare del Nord • Statfijord
(Regno Unito, Norvegia, Paesi Bassi, Ekofisk
Danimarca) Forties
Oseberg
Gullfaks

22 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


LE ATTIVITÀ PETROLIFERE DI ESPLORAZIONE E PRODUZIONE

segue tab. 2

Bacino Riserve Giacimenti


cumulative (sono citati solo i giacimenti principali in ordine di grandezza)

tipo di giacimento Megagiant Supergiant Giant


miliardi di barili >500 100-150 50-100 15-50 50 5-50 0,5-5

Venezuela orientale • Cerito Central


(Venezuela) El Furrial
Mulata
Santa Barbara
Jobo
Permian • Yates
(USA: Nuovo Messico, Texas, Oklahoma) Wasson
Kelly Snyder
Precaspio • Kashagan Korolevskoye
(Kazakhstan, Russia) Tengiz Karachaganak
Zhanazhol
Bacini Sahariani: • Hassi Messaoud Ourthoud
Gadames, Hassi Messaoud, Illizi Zarzaitine
(Libia, Algeria, Tunisia) Rhourde el-Baguel
Tin Fouye Tabankort
Hassi Berkine Sud
San Joaquin • Wilmington
(USA: California) Midway Sunset
Kern River
Elk Hills
Caspio meridionale • Guneshli
(Azerbaigian, Georgia, Turkmenistan, Chirag
Iran) Azeri
Balahani-Sabunchi-
Ramani
Goturdepe
Lower Congo • Takula
(Gabon, Congo, Angola) Dalia
Girassol
Hungo
Kuito
Alberta • Pembina
(Canada) Redwater
Swan Hills
Raibow
Provost
Campos • Roncador
(Brasile) Marlim
Marlim Sul
Barracuda
Albacora
Bacino Artico Costiero • Prudhoe Bay Kuparuk River
(USA: Alaska) Endicott
Point Mcintyre
Sumatra • Minas
(Indonesia) Duri
Bangkot
Bekasap

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO 23


Nordamerica con densità tra 7° e 10° API e con un elevato contenu-
I bacini più significativi degli Stati Uniti sono quel- to in zolfo. Il volume complessivo dell’olio è stimato
lo del Golfo del Messico, i bacini interni (Permian, Ana- da 700 miliardi ad oltre 1.000 miliardi di barili: i fatto-
darko), il bacino di San Joaquin in California e il baci- ri di recupero sono molto bassi (5-6%); ciò rappresen-
no Artico Costiero dell’Alaska. ta pertanto uno dei problemi fondamentali e ancora irri-
Il bacino del Golfo del Messico si estende sia in terra solti dello sfruttamento economico di questa fascia petro-
sia in mare e comprende i depositi costieri di Texas e lifera.
Louisiana. Per quanto concerne il complesso costiero
comprensivo dei bacini saliferi di Texas e Lousiana le Asia-Pacifico
riserve totali superano i 50 miliardi di barili con scoperte I bacini di Sumatra (Atjeh, Rokan-Kampar, Jambi-
significative quali East Texas, Hawkins, Caillou Island Palembang) contengono globalmente 15 miliardi di bari-
e Bay Marchand. Per il settore offshore le riserve accer- li di olio. I due campi più importanti sono quelli di Minas
tate complessive del Golfo del Messico sono di circa 15 e Duri.
miliardi di barili provenienti da un migliaio di campi.
Particolarmente intensa è stata l’attività di questi ultimi Bacini a gas
anni con scoperte quali Thunder Horse, Mars, Mad Dog, Tra i campi a gas supergiant vanno segnalati North
Neptune, Great White. Delle 95 scoperte effettuate dal Field in Qatar, South Pars in Iran e Urengoyskoye in
1996 al 2000 (in profondità inferiori agli 800 m), quat- Russia. Dei primi venti campi a gas, dodici si localiz-
tro sono superiori a 300 milioni di barili e quattro com- zano in paesi ex sovietici, sette in Medio Oriente e uno
prese tra 100 e 300. Le acque profonde del Golfo del in Africa.
Messico si sono rivelate ricche di olio (su 75 campi sco- La distribuzione geografica delle riserve di gas è
perti a una profondità di oltre 400 m, 40 sono a olio). riportata nella fig. 9 e nella tab. 3. I criteri di rappresen-
I bacini interni degli Stati Uniti (Permian e Anadarko), tazione (si indicano le risorse cumulative) sono quelli
con riserve di oltre 30 miliardi di barili, contengono le già ricordati per l’olio.
scoperte significative di Panhandle, Wasson, Yates e Kelly
Snyder. Medio Oriente
Il bacino di San Joaquin, in California, con oltre 20 Il bacino arabico ha riserve di gas dell’ordine di 64.000
miliardi di barili, contiene i giacimenti di Wilmington, miliardi di m3 con i seguenti campi: il già citato North
Midway Sunset, Kern River ed Elk Hills. Field, Ghawar e Greater Burgan.
Il bacino Artico Costiero dell’Alaska, con oltre 15 La provincia degli Zagros ha riserve di 12.000 miliar-
miliardi di barili di olio, si distingue per le significative di di m3 di gas contenuti in campi di dimensioni gigan-
scoperte di Prudhoe Bay e Kuparuk River. tesche, quali South Pars, North Pars, Marun, Rag-e Sefid,
Il bacino sedimentario canadese dell’Alberta supera Gachsaran e Pazanan.
i 20 miliardi di barili, con alcuni campi importanti e altri
di dimensioni medie. Tra i più significativi Pembina, Europa-Asia ex sovietica
Redwater, Swan Hills, Raibow e Provost. Il bacino della Siberia Occidentale, comprendente
Il bacino del Sureste è il più produttivo del Messico. anche la penisola di Yamal e il Mar di Kara, contiene
Vi sono stati scoperti oltre 45 miliardi di barili, con i oltre 40.000 miliardi di m3 di gas con alcuni tra i più
campi di Cantarel, Bermudez Complex e Abkatun. grandi giacimenti del mondo: Urengoyskoye, Yamburg-
skoye, Bovanenkovskoye, Zapolyarnoye, Medvezhye,
America Centrale e Meridionale Kharasaveyskoye e Tambeyskoye.
Il bacino di Campos ospita riserve che ammontano Il bacino Volga-Ural ha riserve di gas di 2.800 miliar-
a 16 miliardi di barili; in questo bacino, che ha una profon- di di m3 e comprende, oltre al supergiant Orenburgskoye,
dità d’acqua compresa tra 500 e 2.000 m, si localizzano il campo di Romashkino e altri campi minori quali Koro-
i campi di Roncador, Marlim, Marlim Sul, Barracuda e brovskoye, Zhaykinskoye e Uritzkoye.
Albacora. Il bacino di Maracaibo ha riserve di olio di 55 Il bacino precaspico, a cavallo tra Kazakhstan e Rus-
miliardi di barili rappresentate da pochi campi. I più sia, ha oltre 5.000 miliardi di m3. I giacimenti più famo-
importanti sono Tia Juana, Lagunilla, Bachaquero, Cabi- si sono Astrakhan e Karachaganak.
mas e Lama conosciuti complessivamente con il nome Il bacino dell’Amu Darya, situato in Turkmenistan,
di Campo Costanero Bolivar. contiene riserve a gas di 7.000 miliardi di m3 in campi
Il bacino del Venezuela orientale contiene circa 40 significativi, il più importante dei quali è Dovietabad-
miliardi di barili di olio concentrati nei campi di El Fur- Donmez.
rial, Cerito Central, Mulata e Santa Barbara. Nella parte Il Mare del Nord settentrionale è un bacino gassi-
meridionale si estende la fascia petrolifera dell’Orinoco fero importante per le numerose scoperte (214 campi)
nella quale sono presenti estesi accumuli di olio pesante e gli oltre 4.000 miliardi di m3 di gas. L’area del Central

24 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


LE ATTIVITÀ PETROLIFERE DI ESPLORAZIONE E PRODUZIONE

tab. 3. Bacini a gas

Bacino Riserve cumulative Giacimenti


(sono citati solo i giacimenti principali in ordine di grandezza)
tipo di giacimenti Supergiant Giant
miliardi di m3 >40.000 10.000- 5.000- 2.500- >850 85-850
20.000 10.000 5.000

Bacino Arabico: • North Field Shaybah


Provincia centro-arabica di Rub’ al-Khali Ghawar Abqaiq
(Arabia Saudita, Kuwait, Zona Neutrale, Greater Burgan Awali
Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Qatar) Qatif
Asab
Siberia Occidentale • Urengoyskoye Tambeyskoye
(Russia) Yamburgskoye Russkoye Yuzhnoye
Bovanenkovskoye Karampurskoye
Zapolyarnoye Yuboleynoye
Medvezhye Utrennyeye
Golfo del Messico • Monroe
(USA: Texas, Louisiana) Carthage
Katy
Old Ocean
Pledger
Bacino Arabico: • South Pars Ahwaz
Provincia degli Zagros North Pars Tabnak
(Iran, Iraq, Turchia, Siria) Marun Kangan
Rag-e Sefid Bibi Hakimeh
Pazanan Aga Jari
Gachsaran
Mare del Nord meridionale • Groningen Leman
(Paesi Bassi, Germania, Danimarca, Hewett
Regno Unito) Indefatigable
Viking North
Amu Darya • Dovietabad-Donmez Shorton
(Turkmenistan, Uzbekistan, Afghanistan) Shatik
Gazli
Khangiran
Zewardi
Delta del Niger • Inoua Marine
(Nigeria, Camerun, Guinea Equatoriale) Alba
Nnwa-Doro
Soku
Obiafu-Obrikom
Bacini Sahariani: • Hassi R’Mel Hassi Messaoud
Hassi Messaoud, Gadames, Illizi, Tin Fouye Tabankort
Thiremt Uplift Alrar
(Libia, Algeria, Tunisia) Rhourde Nouss
In Amenas Nord
Precaspio • Astrakhan Kashagan
(Kazakhstan, Russia) Karachaganak Tengiz
Zhanazhol
Bacini Indonesiani: • Natuna D-Alpha (Natuna) Tunu (Kutei)
Sumatra, Natuna, Kutei Arun (North Sumatra)
(Indonesia) Badak (Kutei)
Pecico (Kutei)
Nilam (Kutei)
Mare del Nord settentrionale • Frigg
(Regno Unito, Norvegia) Ekofisk
Brent
Sleiper West
Oseberg
Venezuela orientale • Santa Barbara
(Venezuela) Pirital
Cerito Central
Mulata
Santa Rosa
Bacini Malesi: • Bangkot (Malay)
Luconia, Malay Jerneh (Malay)
(Malaysia) K05 (Luconia)
F06 (Luconia)
F23 (Luconia)
Volga-Ural (Russia) • Orenburgskoye Romashkino

VOLUME I / ESPLORAZIONE, PRODUZIONE E TRASPORTO 25


principali bacini a gas altri bacini
fig. 9. Bacini a gas. (riserve cumulative >1.000 miliardi di m3)

Graben contiene i campi di Troll, Ekofisk, Ørmen Lange, Darfeel. È in corso di costruzione un gasdotto dall’Egit-
Frigg, Brent, Sleiper, Sleiper West, Oseberg, Statfijord, to alla Giordania.
Gullfaks. L’area meridionale è invece articolata in due
bacini, l’Anglo-Dutch prevalentemente a gas ed il America Centrale e Meridionale
Northwest German Basin. Nel primo, che ha riserve di Il bacino Est Venezuela-Trinidad è l’area dove si con-
2.530 miliardi di m3 di gas, sono stati scoperti i campi centrano le maggiori riserve di gas con circa 4.000 miliar-
di Leman, Hewett e Indefatigable. Nel secondo baci- di di m3, anche se soltanto il 10% non è associato alla
no, con 4.500 miliardi di m3, è stato scoperto il campo produzione di olio. Nel bacino gassifero di Trinidad e
di Groningen. Tobago sono stati scoperti 1.000 miliardi di m3, in par-
ticolare nei giacimenti di Red Mango, Mahogany, Kapok,
Africa Ibiscus.
I bacini sahariani sono sede di cospicue riserve di gas
(dell’ordine dei 5.000 miliardi di m3), tra le prime ad Asia-Pacifico
essere sfruttate. Di grande importanza per l’esportazio- In Estremo Oriente vi sono due paesi importanti per
ne il giant di Hassi R’Mel, con oltre 1.000 miliardi di m3 le loro riserve di gas: Indonesia e Malaysia. La Malay-
di riserve, seguito dai 500 miliardi del complesso di sia ha circa 3.000 miliardi di m3, prevalentemente nei
Rhourde Nouss e dai giacimenti minori (Hassi Touareg, bacini di Luconia e di Malay. I campi a gas sono Bangkot,
Nezla, Rhourde Chouff), dell’ordine di 50 miliardi di m3 il K05, l’F06, Jerneh, Seligi e alcuni altri più datati. L’In-
ciascuno. Va anche segnalato il campo di Alrar, che in donesia ha riserve di oltre 4.000 miliardi di m3, sparse
Libia prende in nome di Wafa. nei bacini di Natuna, Kutei e Sumatra, con i campi di
Per quanto riguarda il bacino del Niger, fonti gover- Natuna D-Alfa, Tunu, Arun, Badak, Nilam e Wiriagar
native nigeriane hanno dichiarato riserve di 4.500 miliar- Deep.
di di m3, cioè il 35% di tutte le riserve dell’Africa. Sono
in fase di elaborazione un progetto per la creazione del Nordamerica
West African Gas Pipeline, da Lagos in Nigeria a Tako- Il Golfo del Messico, considerato nella sua accezio-
radi nel Ghana, che vede coinvolti Chevron, Texaco e ne geologica regionale, comprensivo cioè dei bacini
Shell, e uno per la liquefazione e l’esportazione del gas costieri, ha riserve cumulative di gas di oltre 15.000
naturale. miliardi di m3 (circa 4.400 miliardi sono nell’offshore,
Nel delta del Nilo sono stati scoperti oltre 1.500 mi- provenienti da 105 campi). Il gas è prevalentemente loca-
liardi di m3 di gas, grazie all’intensa attività esplorati- lizzato nella piattaforma continentale (65% delle riser-
va di questi ultimi anni. Il bacino contiene i campi di ve complessive), dove ci sono 31 campi con più di 35
Abu Madi-El Qara, Port Fuad, Wakar e quelli più recen- miliardi di m3 ciascuno; un solo campo di tali dimen-
ti di Temsah, Sapphire, Scarab, Saffron, Ha’py, Baltim e sioni è stato scoperto finora in acque profonde.

26 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


LE ATTIVITÀ PETROLIFERE DI ESPLORAZIONE E PRODUZIONE

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28 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI


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