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Lluís Clavell

Pablo Gómez-Lobo Peñaloza


Lettura di testi filosofici II
19/3/21

Felicità e contemplazione cap. IX-XIII


L'essenza della felicità è amare, ma l'amore più perfetto si da nella contemplazione
giacché è lì dove si trova il possesso più perfetto dell'oggetto amato. La felicità è un
dono in quanto non dipende solo da noi, con il nostro agire possiamo predisporre noi
stessi per ricevere questo dono, infatti un padre de famiglia virtuoso, totalmente
dimenticato di sé stesso, al quale li corrisponde una moglie ugualmente virtuosa,
tramite le sue azioni, è più capace di ricevere il dono della contemplazione e quindi
della felicità. Invece un uomo vizioso che è caduto nella pornografia ha praticamente
chiuse le porte per la contemplazione, e qui mi sembra molto attuale questa
riflessione, giacché nella società odierna il "rumore" visuale, auditivo è così forte, che
questa porta della contemplazione e praticamente chiusa per tutti, e si vede in tanti
giovani che scelgono il suicidio, oppure, come non hanno uno scopo nella vita,
finiscono per arruolarsi nell'esercito dell'ISIS, o si lanciano a vivere una vita di piacere
sfogato. E questo ha una spiegazione neurobiologica dovuto alla sovrastimolazione di
dopamina che si ricevono come hanno detto gli esperti: "Il rilascio di dopamina può
indurre le persone a diventare dipendenti poiché sono sempre alla ricerca di piacere e
raggiungono livelli sempre più alti", ha spiegato Harald Sitte dell'Istituto di
Farmacologia di MedUni Vienna. Questo oggi purtroppo capita spesso con le nuove
tecnologie, gli smartphone, la musica, i videogiochi, ecc.… si riempi il cervello di
stimoli, d'immagini… che alla fine crollano la memoria e la visione e impediscono una
contemplazione che vada oltre la contemplazione terrena, se si può dire che almeno
permettano questa.

Invece me sembra molto interessante l'idea di Pieper, quando dice che l'opera d'arte di
Dio (Gesù) fu offerta come sacrificio. Pensavo nella lettera ai romani, "Ma Dio dimostra
il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per
noi." (Rm 5,8). Ciò è, il vero amore, il vero possesso, implica anche passare per una
sofferenza, tramite la quale si arriva alla vera contemplazione. A questo punto mi
sembra molto conveniente un passaggio della notte oscura dell'anima di San Giovanni
della Croce.

5. ¡Oh noche que guiaste! 5. Notte che mi guidasti,


¡oh noche amable más que el alborada! oh, notte più dell’alba compiacente!
¡oh noche que juntaste Oh, notte che riunisti
Amado con amada, l’Amato con l’amata,
amada en el Amado transformada! amata nell’Amato trasformata!

Con questo no voglio presentare un ascetismo assoluto all'estremo di Schopenhauer,


Dio ha creato il piacere che viene come accidente di tante cose, ma dobbiamo
imparare a non rimanere in quel piacere, non far di esso un fine ma utilizzarlo sempre
come un mezzo e a questo ci aiuta lo ascetismo che penso che è chiave per arrivare ad

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Lluís Clavell
Pablo Gómez-Lobo Peñaloza
Lettura di testi filosofici II
19/3/21

una vita mistica. Come dare senso al male, al dolore, alle malattie, se non nella
sublimazione di essi in vista di un fine superiore, del raggiungimento del bene
universale, la contemplazione di Dio faccia a faccia, sapendosi amati prima da Lui, con
"un amore eterno ed infinito che tocca le radici dell'essere." (VC 18)

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