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POSITIVISMO E LETTERATURA: IL NATURALISMO

POSITIVISMO
Dagli anni ‘50 dell’Ottocento si ha un profondo cambiamento della cultura europea sotto la spinta
grandi fenomeni quali:
1) ascesa vertiginosa della borghesia liberale industriale e commerciale con lo sviluppo
dell’industrializzazione, con la sua fiducia nel progresso e con il suo bisogno di instaurare un
nuovo assetto sociale, politico e economico. Dall’altra parte accresce il proletariato,”quarto
stato”, ossia gli operai che lavoravano nelle fabbriche (sorgono i primi partiti socialisti,
sindacati e Prima Internazionale 1864)..
2) Sviluppo delle tecniche e delle conoscenze scientifiche aprì grandiosi orizzonti allo sviluppo
e alla possibilità dell’uomo di dominare la natura, di vincere le malattie e la fame (sconfinata
fiducia nelle tecniche e nelle scienze). Il progresso materiale e il benessere appaiono
prospettive possibili, se collegate allo sviluppo della scienze e ai suoi metodi di conoscenza.
3) dagli anni 70 (1870) seconda rivoluzione industriale, intrecciata al perfezionamento della
tecnica e all’invenzione e impiego di nuovi macchinari (Nuove scoperte scientifiche e
tecnologiche: ferrovie, telegrafo, elettricità, acciaio, chimica, fotografia)
4) urbanesimo, ossia la tendenza della popolazione rurale a spostarsi nelle città.
Sovrappopolamento delle città e sorgono i primi problemi soprattutto nelle periferie:
miseria, scarsa igiene favoriscono l’insorgere di malattie e devianze (alcolismo e
prostituzione ASSENZIO)

All’esaltazione degli ideali e delle grandi utopie che avevano permeato la mentalità romantica,
subentra nel secondo Ottocento l’esigenza del reale, del dato di fatto, del positivo: è l’età del
Positivismo.
Alla base del positivismo troviamo l’idea che la realtà può essere indagata solo dalla scienza.
Nasce un ottimismo, una fiducia sconsiderata nella scienza considerata come unico mezzo per
conoscere la realtà.
Il positivismo prevede l’applicabilità del metodo scientifico anche allo studio dell’uomo.
Non si tratta solo di una filosofia, ma di un modo di pensare generalizzato, una mentalità scientifica
che ripone estrema fiducia nella scienza e nel metodo scientifico.
la filosofia positivista si basa su due principi fondamentali:
- materialismo: la materia è l’unico campo d’indagine possibile
- determinismo: gli esseri viventi e i loro comportamenti sono determinati da istinti, bisogni e
da condizioni sociali, ambientali e storiche
Due correnti fondamentali:
1) positivismo sociale → Scienza come fondamento di un nuovo ordine sociale e morale. Auguste
Comte (1798-1857)
2) positivismo evoluzionistico → Scienza consente una visione del mondo fondata sul concetto di
evoluzione. Charles Darwin (1809-1882)

Darwin
L’evoluzione naturale obbedisce alla legge della selezione naturale: tutti gli esseri viventi nel corso
dei secoli e a contatto con l’ambiente hanno subito lente trasformazioni biologiche, trasmesse
ereditariamente, durante le quali sono state eliminate le specie inadatte a sopravvivere e migliorate
quelle più adatte. La selezione naturale pone le basi per il perfezionamento indefinito dell’uomo e la
conclusione è ottimistica.
- le specie si evolvono
- l’evoluzione avviene attraverso una selezione naturale determinata dal loro adattamento
all’ambiente
- rifiuta la teoria del creazionismo e di conseguenza anche l’antropocentrismo

Anche la specie umana è sottoposta all’evoluzione


La teoria della selezione naturale fu arbitrariamente tolta dal campo biologico e utilizzata in altri
campi (“darwinismo sociale” di Herbert Spencer: applicare alla società il principio di adattamento e
di selezione naturale):
- Economia: legittima il concetto di concorrenza economica
- Politica: legittima il colonialismo e il “diritto naturale” all’egemonia delle classi dei ricchi sui
poveri.
Con l’opera “l’origine della specie” (1859) Sostiene che le specie viventi si
evolvono positivamente e nel tempo tramite la lotta per l’esistenza.
Cioè tra le tante specie e tanti individui sopravvive chi è più adatto ad acquisire e a sviluppare ciò
che gli serve all’interno di un determinato contesto di vita.

Gli intellettuali indagano con scrupolo scientifico il modo in cui questi 3 fattori sociali si combinino
per determinare la sorte degli individui. L’uomo, come ogni altro fatto storico, è il risultato di tre
fattori:
- Ambiente (Milieu): circostanze fisiche, sociali, politiche, culturali, religiose, climatiche
- Momento (Moman): la situazione storica in cui l’autore nasce e vive, che lo costringe a
iniziare dal livello a cui ha è arrivata la civiltà del passato
- Razza (Race): struttura del corpo, temperamento, caratteri ereditari, elementi fisiologici,
istinti

Adesione al positivismo: Naturalismo


Registrare i nudi fatti così come appaiono anche negli aspetti più deteriori.

Ribellione al positivismo: Decadentismo


Fuga dalla realtà, sentita come “meschina”, per cercare l’essenza delle cose oltre ciò che appare.

tra Naturalismo e Decadentismo: “Scapigliatura”


Rappresentazioni realistiche e ribellismo moralistico, ma senza riuscire a conquistare un vero spazio
ideologico e culturale

SCAPIGLIATURA
- Si sviluppa negli anni ‘60-’70 dell’Ottocento.
- Il termine è la libera traduzione del termine francese bohème (vita da zingari), che si riferiva
alla vita disordinata e anticonformista degli artisti parigini.
- Ribellione e disprezzo radicale nei confronti delle norme morali e delle convinzioni correnti.
- Dal punto di vista artistico si muove verso un ideale del “vero” della realtà esterna e di quella
interna all’uomo.
- Gli Scapigliati fanno conoscere alla cultura italiana le più importanti esperienze poetiche
della contemporanea letteratura straniera (Victor Hugo, Edgar Allan Poe, Charles
Baudelaire).

Nella produzione artistico-letteraria, gli Scapigliati portarono il senso di un dualismo inconciliabile tra
VERISMO DECADENTISMO
rappresentazioni realistiche evasione verso il sogno e la
esasperate fino al macabro e dimensione fiabesca
all’orrido
volontà di denuncia morale dimensione individuale
e sociale
NATURALISMO
Hippolyte Taine
Il critico, storico e filosofo positivista Hippolyte Taine è considerato il primo teorico del naturalismo
sia per l'uso del termine stesso, che venne da lui usato in un saggio dedicato a Honoré de Balzac
(precursore del naturalismo francese) e pubblicato sul "Journal de débats” nell'anno 1858.
Con il termine naturalismo lui intende la possibilità che è data alla letteratura di poter osservare e
raccontare la psicologia umana in maniera sistematica e oggettiva attraverso il rigoroso metodo
scientifico
Teoria deterministica contenuta nella sua “Filosofia dell’arte” (1865), L’uomo è il prodotto di 3 fattori:
1) RACE, Carattere/ fattore ereditario
2) MOMAN, Momento storico in cui è vissuto
3) MILIEU, Ambiente sociale, circostanze fisiche, sociali, politiche, culturali, religiose… (Tesi di
Bandura)

Gustave Flaubert
Lo scrittore che i naturalisti indicheranno come loro maestro sarà Gustave Flaubert per la sua teoria
dell'impersonalità che fa largo uso del "discorso indiretto libero" (vs narratore onnisciente romantico)
Flaubert aveva, con i suoi romanzi, impresso una svolta radicale alla tradizione del realismo
romantico (opera “Antiromantica”).
Nel 1857, a proposito della sua teoria dell'impersonalità, scriverà: "L'artista deve essere nella sua
opera come Dio nella creazione, invisibile e onnipotente, sì che lo si senta ovunque, ma non lo si
veda mai. E poi l'Arte deve innalzarsi al di sopra dei sentimenti personali e delle suscettibilità
nervose. È ormai tempo di darle, mediante un metodo implacabile, la precisione delle scienze
fisiche".
Flaubert porta in letteratura un sarcasmo che investe tutte le strutture tradizionali della società
perbenista e ipocrita.
autore di Madame Bovary (1857), pubblicato a puntate:
- suscita tanto successo quanto scandalo, principalmente per la descrizione degli adulteri della
protagonista femminile e per il realismo impassibile adoperato dall’autore nella rappresentazione
dei “costumi di provincia” e di una vicenda tanto quotidiana quanto tragica.
- dissacra l’ideale dell’eroina romantica, che viene trasformata in una comune e mediocre donna di
provincia, persa dietro sogni illusori e irrealizzabili
- si crea una vita alternativa nella sua mente per soddisfare i suoi desideri, in quanto l’ambiente
piccolo-borghese chiuso la avvilisce e la soffoca
- si suiciderà

- Con il termine naturalismo si indica la corrente letteraria di metà 800 nata in Francia. Esso
riflette in letteratura la generale diffusione del pensiero scientifico, che basa la conoscenza
sull’osservazione, sulla sperimentazione e sulla verifica e si propone come applicazione
diretta del pensiero positivista, che descrive la realtà psicologica e sociale con gli stessi
metodi usati dalle scienze sociali.
- Tra i fondamenti teorici del naturalismo vi era la concezione che la psicologia umana
dovesse essere considerata alla stessa stregua dei fenomeni della natura perché anch'essi
accadevano con il medesimo svolgersi di causa ed effetto.
- Non venivano messe in discussione le finalità sociali e morali dell'arte ma si riteneva
necessario, per migliorare veramente la società, basarsi sulla ricerca del vero.
- Taine e il metodo scientifico influenzano una nuova generazione di scrittori francesi (Fratelli
de Goncourt, Emile Zola, de Maupassant) che porranno le basi della corrente Naturalistica.
- Il naturalismo è il modo con cui la letterature si propone di condurre un’indagine scientifica
sull’uomo, sulla psicologia e sulle relazioni umane.
- Esistono delle leggi e dei fattori che regolano la società e i comportamenti individuali.
- I naturalisti francesi identificano il romanzo come mezzo per tentare questa indagine.
Prefazione di Germinie Lacerteux, Fratelli de Goncourt (1864)
viene esplicata la nuova funzione del genere romanzesco che si basa sul rigore scientifico e sulla
ricerca del Vero, della Verità. Questa ricerca fa emergere un nuovo interesse sociale.
“... il romanzo è la forma dello studio letterario e dell’inchiesta sociale....”
il romanzo è uno studio e un inchiesta
Intento di denuncia sociale (fine etico)
“... il romanzo si è imposto gli studi e i doveri della scienza…”
atteggiamento scientifico del romanziere, vero e proprio scienziato dei fenomeni umani e sociali.
(applicazione del metodo scientifico alla letteratura è una conquista di autonomia e libertà. L’autore
è libero da fini estetici e morali ed ha così uno sguardo autonomo sulla realtà)
“... e cerchi esso l’Arte e la Verità: mostri miserie tali da non essere dimenticate…”
romanziere studia la realtà con piena aderenza al vero e il campo di indagine è la sofferenza umana
la finalità del romanzo non è nè di tipo estetico nè morale (no utile come scopo), il fine del
romanzo è la rappresentazione fedele della realtà, rappresentare la realtà con il rigore del metodo
scientifico.
In questa finalità del romanzo ritroviamo anche un fine etico: denunciare le ingiustizie sociali, farle
conoscere al pubblico e sensibilizzare la classe borghese

IL ROMANZO
Nell’800 il romanzo diventa il genere più diffuso e diviene espressione della classe ascendente della
borghesia urbana.
I criteri della letteratura naturalista:
1) oggettività, come adesione alla realtà
il romanzo deve essere distaccato e non deve avere alcun fine morale o estetico, si distacca dai
principi di bellezza e moralità tipici del romanticismo
Il romanzo deve abbracciare e perseguire la pura e cruda realtà (la sua funzione è quella di
descrivere la contemporaneità = “funzione fotografica”)
Il romanzo ha un orientamento realistico e tratta della realtà sociale contemporanea con l’intento di
rappresentare le condizioni di vita disagiate dei più emarginati oppure della verità storica,
contrapposta alla finzione romanzesca (Promessi Sposi, ambientazione seicentesca è una chiara
maschera della condizione politico-sociale italiana contemporanea)
2) impersonalità, la narrazione è sottratta dal giudizio soggettivo del narratore e dell’autore
le tecniche narrative tendono a far scomparire il narratore, che risulta essere estraneo alla vicenda.
Ciò garantisce obiettività e oggettività in quanto la vicenda non è sottoposta al giudizio dell’autore.
descrizione oggettiva e imparziale della realtà con progressiva rinuncia del fine didattico

Il romanzo, incentrato sull’uomo, da voce al malessere sociale, approfondisce la dimensione umana


nel suo rapporto con il progresso tecnologico e industriale.
ASSENZA DI FINALITÀ’ ETICHE E ESTETICHE MA SPESSO PORTANO AVANTI UN INTENTO
DI DENUNCIA SOCIALE che nasce dalla constatazione degli aspetti critici della società
industrializzata e delle disuguaglianze.
Anche se si fa una denuncia sociale non bisogna allontanarsi dal rigore del metodo e dal vero.
Ciò che accomuna gli scrittori dell’epoca è l’esigenza di verità che si declina in varie forme di
Realismo.

“... il romanzo è un’indagine complessiva sulla natura e sull’uomo…” (Il romanzo sperimentale)
Il narratore deve osservare i fenomeni sociali come lo scienziato fa con quelli naturali
Il romanzo è l’equivalente dell’esperimento empirico.
I temi preferiti della narrativa naturalista furono anti idealistici e antiromantici in modo che la
narrazione portasse con sé una forte carica di denuncia sociale che doveva risultare dalla
descrizione scientifica ed obiettiva dei fatti.
Tra i temi principali vi erano dunque:
- la vita quotidiana con le sue banalità, le sue meschinità e le sue ipocrisie;
- le passioni morbose che dovevano rasentare il limite della patologia psichiatrica, come la
follia e il crimine;
- le condizioni di vita delle classi subalterne, soprattutto del proletariato urbano che, con la sua
miseria (prostituzione, alcolismo, delinquenza minorile) potessero dare un chiaro esempio di
patologia sociale.

EMILE ZOLA
1889 J’accuse in occasione
dell’affaire Dreyfus

https://docs.google.com/document/d/1BEXUSTk1Nh9MiTS5kBcZJtzj-KyOroVEQPqvnDP5CQM/edit
1870 Rougon-Macquart = ciclo di venti romanzi (estende il quadro rappresentato dal singolo caso a
una pluralità di soggetti)
il settimo di questi romanzi è L’Assommoir (L’Ammazzatoio)
come l’ereditarietà genetica (race) incide sul destino dei personaggi e come il contesto sociale
(milieu) influenzi l’agire individuale
si osserva l’ascesa sociale di una famiglia al variare del momento storico

Il romanzo sperimentale (1880)


è considerato il primo romanzo naturalista
già il titolo “romanzo sperimentale” sottolinea come il romanzo stesso sia fondato sull’eperimento e il
fatto che l’autore applichi il metodo scientifico sperimentale nelle sue opere.
metodo scientifico mezzo per incrementare la conoscenza dell’uomo a differenza dell’idealismo e
della metafisica
viene illustrata la possibilità di applicare alla letteratura le dottrine scientifiche e sociologiche positive
“... Noi scrittori naturalisti sottoponiamo ogni fatto all’osservazione e all’esperimento…”
(lessico scientifico)
“… la letteratura sta nella descrizione della natura e nello studio dell’uomo…”
Nel romanzo sperimentale espone la sua concezione di narrativa come documento e di artista come
osservatore e sperimentatore
“… l’uomo metafisico è morto…”
il romanziere detiene un ruolo privilegiato in quanto: “... i romanzieri si avvalgono di un maggior
numero di scienze umane perchè trattano di tutto e tutto devono sapere…”
il romanziere deve prendere spunto della scienza e dal metodo scientifico ma poi deve superarli

L’Assommoir (L’Ammazzatoio, 1877)


- storia di alcolismo, di miseria e di degradazione umana
- L’Ammazzatoio, o Mattatoio è il nome dell’osteria dove tutti gli operai si ritrovano a bere e
ubriacarsi di acquavite per affogare le loro delusioni e miserie
- denuncia delle condizioni di vita degli operai francesi
- parla di vicende di personaggi reali (non è il vero come soggetto ossia dagli “umili” di
Manzoni che erano idealizzati)
- è la storia di Gervaise, lavandaia
TRAMA
1) Gervaise Macquart, una giovane lavandaia dipendente, trasferitasi a Parigi con il
fidanzato Auguste Lantier e i due figli. Una volta finiti i risparmi della coppia, Lantier
scappa di casa per un'altra donna e Gervaise si ritrova a vivere da sola, con i due figli, in
un piccolo appartamento. Si innamora però di Coupeau, che le pare subito un uomo
onesto: non beve, ha un lavoro come zincatore ed è disposto a sposarla nonostante le
difficoltà. Poco dopo il matrimonio, nasce la figlia Nanà.
2) Una volta sposata e trasferitasi, Gervaise, grazie ad un prestito da parte di un suo nuovo
coinquilino, riesce ad aprire una lavanderia in proprio e a condurre una vita benestante .
3) Tuttavia non mancano i problemi: Coupeau temporaneamente in malattia a causa di un
incidente sul lavoro inizia a prendere cattive abitudini dandosi all' alcool ed alle cattive
frequentazioni, rifiutandosi infine di tornare al suo onesto e duro impiego, e spendendo in
fretta i suoi guadagni nella distilleria di padre Colombe, chiamata "L'Assommoir". A ciò
si aggiunge il ritorno di Lantier dalla fallita esperienza amorosa, a cui viene accordato di
condividere l'appartamento. Egli vive però come una sanguisuga, senza pagare l'affitto
ma, anzi, scialacquando i risparmi di Gervaise e istigandola a bere.
4) In breve tempo la famiglia cade in rovina: Nanà scappa di casa per andare a vivere come
ballerina nei locali notturni, mentre Coupeau impazzisce a causa dell'alcool ed è
ricoverato più volte in un manicomio. Nel frattempo va in rovina anche la bottega di
Gervaise, che è costretta a venderla insieme all'appartamento ad una sua amica, su
suggerimento di Lantier, che ne è l'amante, per farne una confetteria.
5) Dopo la morte di Coupeau per gli effetti dell'abuso di alcool, Gervaise si ritrova a vivere
da sola in un piccolo monolocale e si dà anche lei all'alcoolismo e si prostituisce, fino alla
morte nella miseria di un piccolo sottoscala, ultimo alloggio della donna.

Capitolo XII: “Gervaise nella notte di Parigi”


- SEQUENZA 1: PARIGI, il degrado ambientale diviene degrado morale della gente
- SEQUENZA 2: NOTTE, descrizione di una notte nella città di Parigi
- SEQUENZA 3: PROSTITUTE
- SEQUENZA 4: OMBRA di G. ora anche lei è diventata una prostituta e intravede ciò
dalla sua ombra
COLLEGAMENTO CON VACCINO SCIENZE
Robert Koch nasce a Clausthal, in Germania nel 1843. Bambino precoce e molto intelligente, a 19
anni entra all'Università di Göttingen per studiare medicina con il Professore Henle; questi sostiene
che le malattie infettive sono provocate da organismi vivi.
È a partire da questa affermazione, insieme all'esperienza che egli stesso si farà nel campo della
microbiologia, che Koch enuncerà quelli che oggi sono conosciuti come 'Postulati di Koch' e che
trattano delle condizioni necessarie per poter affermare che un particolare Batterio è causa di una
determinata malattia.
Laureatosi, Koch trascorre un periodo limitato a Berlino per studiare chimica e poi fa una sorta di
tirocinio all'ospedale Generale di Amburgo prima di esercitare privatamente.
I primi studi di ricerca Koch li compie sul bacillo del carbonchio. Egli si trova, in questo periodo, nel
Wollenstein, dove il carbonchio provoca numerose epidemie tra i bovini. Non ha contatti con altri
ricercatori, né accesso a biblioteche, quindi deve contare sulle sue sole forze. Koch riesce a provare
che è proprio il bacillo del carbonchio a provocare la malattia: egli inocula in alcuni topi il Sangue
prelevato dalla milza di animali malati ed in altri il sangue prelevato dalla milza di animali sani
dimostrando che i topi ai quali è stato inoculato sangue infetto si sono ammalati, quelli ai quali è
stato inoculato sangue sano no.
Ma va anche oltre. Riesce a produrre una coltura di bacilli del carbonchio facendoli crescere e
moltiplicare nell'umore acqueo dell'occhio di un bovino, riuscendo così a dimostrare che i bacilli si
riproducono e causano la malattia anche senza il contatto con alcun animale, perché hanno la
capacità di resistere quando le condizioni sono avverse producendo delle spore che poi, in
condizioni favorevoli, produrranno di nuovo i bacilli.
Tra il 1883 ed il 1884 Koch si dedica allo studio del vibrione del colera e alla sua diffusione, e
formula delle linee guida che sono ancora oggi ritenute valide. Si dedica poi allo studio di una
malattia per quell'epoca molto comune e molto grave, alla quale resterà legato il suo nome, la
tubercolosi.
Egli cerca di preparare una sostanza che potesse essere utilizzata con scopi terapeutici contro
questa malattia. Questa sostanza, che egli chiamerà tubercolina, viene ricavata dal bacillo
stesso della Tubercolosi e, sebbene non abbia il risvolto terapeutico valido sperato, è ancora oggi
utilizzata (chiaramente prodotta con tecniche più all'avanguardia) a scopo diagnostico.
Lo studio della tubercolosi e del batterio che la provoca lo porterà anche a sostenere, a ragione
anche se nessuno gli crederà, al Congresso Medico sulla Tubercolosi svoltosi a Londra nel 1901,
che il batterio che causa la tubercolosi umana e quello che causa la tubercolosi bovina sono
differenti.
La ricerca di Robert Koch, alla fine del XIX secolo, si sposta poi in Africa meridionale. Qui egli si
reca per studiare e fermare la peste bovina. Purtroppo l'impresa non riesce perché la malattia è
provocata da un virus (troppo piccolo per essere visto da un microscopio non elettronico) e non da
un batterio, ma Koch riesce comunque a limitare il contagio grazie ad una specie di vaccinazione
che egli ottiene inoculando la bile prelevata dalla milza degli animali infettati.
Sempre in Africa, egli si dedica anche allo studio di altre malattie, quali la malaria, la spirochetosi, la
tripanosomiasi.

Nella sua vita, Koch viene insignito di molteplici onorificenze, ottiene una laurea honoris causae
all'Università di Bologna e conquista l'ambito Premio Nobel per la Medicina per lo studio della
tubercolosi nel 1905. Muore a Bade-Baden il 27 maggio del 1910.

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