Il clima favorevole consente la coltivazione della triade tipicamente mediterranea
(cereali, vigna, ulivo) insieme a quella del grano e dell’orzo a rotazione
biennale. Altri rapporti alimentari sono forniti da ortaggi, frutta, caccia, allevamento e pesca. La carne veniva prevalentemente mangiata durante feste religiose (in media si mangiava carne una volta ogni 9 giorni, in quanto erano presenti circa 40 feste). Il sottosuolo, invece, forniva ottimi materiali di costruzione, ma era povero di sostanze minerarie, salvo alcune zone (perlopiù isole). Le informazioni sula demografia ci derivano dall’archeologia e restano parziali: riguardano infatti solo il numero dei cittadini, che era la percentuale più bassa della popolazione totale. La popolazione della più grande città dell’epoca di Pericle, Atene, raggiungeva complessivamente circa le 400mila anime. Durante le guerre persiane il numero dei cittadini spartani era di circa 8mila unità. Oligantropia (spopolamento) al picco demografico avvertito in età classica succederà un declino nel corso del IV secolo, che però non verrà avvertito in egual maniera da tutti i popoli.