TECNOLOGIA
“Il videogioco non è una scatola ma una piattaforma che risiede nei data center”. Dal palco della Game
Developers Conference di San Francisco Phil Harrison vice presidente di Google presenta così Google Stadia,
la nuova piattaforma di cloud gaming del gigante di Moutain View che intende rivoluzionare l'industria del
videogioco. Offrirà giochi in grado di girare alla risoluzione di 4K e 60 fps già al lancio, con HDR e audio
surround su una piattaforma dotata di 10,7 Teraflops di potenza di calcolo. L'ingresso di Big G è a gamba tesa
in una industria che vale 137 miliardi di dollari e intende abbattere le barriere che l'hanno finora definita. Nel
mirino le console ma anche il business delle app videoludiche per smartphone. Mettiamola così se, oggi il
mercato delle console si misura nell'ordine di decine di milioni di macchine da gioco, usando come
piattaforma il browser Chrome e quindi atterrando su pc, tv e tablet si ragiona in termini di centinaia di
milioni. Due miliardi, anticipano gli uomini di Moutain View.
Cosa cambia
Google Stadia dovrebbe sfruttare Google Chrome, il browser più diffuso al mondo per i pc e Mac. Il gioco non
viene scaricato su smartphone, pc o Mac ma viene “trasmesso” direttamente dai server di Google. Non è una
tecnologia nuova, il cloud gaming è una declinazione dello streaming che conosciamo attraverso Spotify per
la musica o Netflix per il video. L'accesso al gaming diventa completamente sganciato dalla console e quindi
dall'hardware e si potrà giocare in streaming su smarphone, tablet, tv e pc, ad altissima qualità fino a 4K. Ad
oggi solo Ps4 e Xbox One gestiscono i giochi a questa risoluzione. L'unico hardware presentato è controller
connesso via Wifi che si “connetterà” direttamente con il gioco sui data center di Google. Presente un
pulsante per l'acquisizione istantanea, il salvataggio e la condivisione del gameplay fino a 4ke un pulsante
per interagire con l'Assistente Google e un microfono.
Ma il punto si svolta è la potenza di calcolo: 10,7 Teraflops (più del doppio di Ps4).
in cui ci sono più di 200 milioni di persone che guardano quotidianamente contenuti legati al gaming su
YouTube – hanno commentato dal palco della Game Developers Conference di San Francisco - Stadia
intende rendere molti di quei giochi riproducibili con un semplice clic”. Nella demo presentata premendo il
pulsante “gioca ora” si passa dalla visione di una partita ad Assassin's Creed Odyssey su YouTube alla
possibilità di giocarlo senza download e senza scaricare nulla. Si potranno progettare, per esempio,
esperienze multiplayer più immersive e partecipate consentendo ai programmatori di potere gestire un
numero indefinito di “telecamere”. Un ruolo centrale sarà giocato dall'intelligenza artificiale. L'applicazione
del machine learning al motore grafico, hanno spiegato, teoricamente, permette di abbattere drasticamente i
tempi di sviluppo. Sarà integrato anche Google assistant, si potrà in sostanza chiedere all'assistente vocale
un aiuto durante la partita. L'altra promessa che intende rivoluzionare questa industria è quella di rendere
alcuni momenti di gioco condivisibili con gli altri giocatori. Stanno progettando la possibilità di entrare
all'interno di partite di altri giocatori. Le potenzialità per il mondo degli streamer e YouTuber del mondo
gaming è interessante. Si potrà per esempio decidere di fare accedere alla propria partita o alla propria
sessione creativa. Per semplificare, chi guarda gli altri giocatore giocatore potrà partecipare alla partita.
Cosa dobbiamo ancora capire. Quanto costerà Google Stadia? Sarà in abbonamento, come crediamo, o si
pagherà in base al gioco. Sarà importante capire quali altri sviluppatori giocheranno questa partita. Quale
sarà il modello di business. E come reagirà la concorrenza. Se Google tratterrà delle royalties come avviene
su Android attraverso il Google Play quale sarà l'interesse degli sviluppatori a produrre in esclusiva per il
mondo console? Producendo in prima persona videogiochi, Google diventa al tempo stesso distributore ed
editore. Su Android questo doppio ruolo potrebbe non piacere alla concorrenza. Si veda il caso Spotify-
Apple. E poi ci sono molti aspetti tecnologici da approfondire. Google ha annunciato di essere in grado di
gestire un flusso video a 4K e 60 frame al secondo. In una demo presentata negli Stati Uniti a febbraio per
gestire giochi con qualità 1080p e 60 frame al secondo è stata richiesta una connessione minima di 25 Mpbs
al secondo. Per capire quanto è in alto è stato posta l'asticella, PlayStation Now, il servizio di streaming
videoludico di Sony che ha debuttato settimana scorsa in Italia si ferma a 720p e 30 fps ma richiede una
soglia minima a 5 Mps. Teniamo conto che in Italia, in media, l'utenza domestica non supera i 15 Mbps. La
domanda che è lecito porsi è di che tipo di connessione a banda larga avremo bisogno per giocare in 4k.
Ricordiamo che lo streaming videoludico da un punto di vista delle reti è più complicato della gestione di un
video o una traccia audio come ad esempio una canzone.
Il nodo è infatti rappresentato dal lag, il ritardo nella risposta ai comandi impartiti tramite controller di
gioco. Se il ritardo è eccessivo diventerà impossibile non solo mantere le promesse più visionari di questa
piattaforma ma anche solo garantire una esperienza di gioco reale.
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