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LA RELIGIONE E LA STORIA
Il periodo di maggiore produzione di Manzoni (1815-1825) coincide con una
riflessione costante su problemi morali, storico e letterari.
L’attività critica di Manzoni riprende forme e caratteri dell’illuminismo:
- esposizione razionale e ironica, volta a persuadere
- Temi morali, teologici e storeografici
- Aspetti di poetica riguardanti il romanzo, le tragedie e le odi
- Riflessioni sul problema della lingua del Regno d’Italia
IL PROBLEMA RELIGIOSO
Manzoni attraverso “le osservazioni sulla morale cattolica” rispose alle tesi di
Jean-Charles de Sismondi, che individuavano nell’opera della chiesa cattolica,
dalla controriforma in poi, la causa della decadenza politica e morale degli
italiani.
Manzoni infatti nella sua opera afferma che la chiesa non ha origini umane ma
divine, quindi, la morale cattolica non può risentire del mutamento storico o
della varietà dei costumi.
IL FIORENTINO
Manzoni sostiene il primato della lingua parlata su quella scritta: in particolare il
toscano parlato dalle persone colte, sul quale fonderà anche l'edizione definitiva
dei Promessi sposi.
Diventato senatore con la carica di presidente della Commissione parlamentare per
l'unificazione linguistica, le sue idee divennero la base dell'insegnamento scolastico
dellľitaliano. All'imposizione di una lingua dall'alto si oppose invece il linguista
Graziadio Isaia Ascoli (1829-1907), che riteneva necessario alimentare una seria
vita culturale in tutti i grandi centri della Penisola così da far nascere una lingua che
sarebbe stata all'altezza del bisogno, non unicamente fiorentina ma italiana.
LO STILE E LE FORME
In Manzoni il problema dello stile è centrale: egli è consapevole che per
comunicare a un pubblico sempre più ampio occorrono scelte linguistiche e
formali coraggiose.
Manzoni inventa lo stile del romanzo italiano moderno adottando la sintesi e le
parole della lingua quotidiana, viva e parlata.
Essendo però l’Italia della prima metà dell’Ottocento frammentata e divisa nella
quale non c’era una lingua comune, Manzoni fu costretto a fare una scelta e per la
prima pubblicazione(1827) del suo romanzo Promessi sposi e scelse il toscano.
Quando rivide il romanzo per l’edizione del 1840 fu ancora più attento a scegliere
parole e espressioni usate dalla borghesia volta Fiorentina.
Il suo progetto era quello di un romanzo nazionale destinato a un vasto pubblico
borghese.
Manzoni tende alla razionalità e alla scelta di un contesto concreto e quotidiano.
La rivoluzione linguistica di Manzoni interviene in due campi:
- nel lessico vengono accolti i vocaboli di uso comune, estranei alla tradizione
letteraria;
- Nella sintassi la costruzione di una frase imita la spontaneità e
l’immediatezza della lingua popolare, ma che all’occorrenza può essere
innalzata in periodo elaborati.
L’italiano moderno nasce con i Promessi sposi.