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Il modello COREM
Modello teorico che considera gli aspetti di comunicazione, relazione ed emozione come
compresenti e interdipendenti di ogni processo interpersonale. La comunicazione è la dimensione
più visibile, ciò che si manifesta, mentre la relazione è l'aspetto più immateriale, è l'atmosfera in cui
si svolgono i processi comunicativi ed emozionali; vi è infine una quarta dimensione: la
consapevolezza. La comunicazione appartiene alla dimensione corporea, le emozioni rientrano nella
dimensione emozionale, infine la relazione rientra nella dimensione intellettuale
Le emozioni non si producono mai da sole, l'origine è sempre connessa a qualche
comunicazione/interazione; allo stesso modo non è pensabile interagire con un utente senza
considerare gli aspetti emotivi.
La Comunicazione
In ogni comunicazione vi è sempre un emittente e un ricevente, il messaggio deve essere
decodificato e deve riferirsi a un oggetto; per passare da emittente e ricevente il messaggio viene
trasportato tramite un canale.
I principali codici usati dall'uomo per comunicare sono: verbale e scritto, iconico, musicale,
dellabbigliamento e degli oggetti.
La codifica è un'operazione dell'emittente: questo per poter comunicare ad altri la sua esperienza
deve tradurla in segni che gli altri possono percepire, quindi deve codificare.
La decodifica è un'operazione del ricevente: questo dovrà decifrare i segni del messaggio
Il canale è la via attraverso cui passa il messaggio ed è collegata ai sensi umani: canale acustico,
visivo..
Il feedback o messaggio di ritorno è rintracciabile in ogni conversazione e può essere considerato
un messaggio che dà inizio a un nuovo ciclo di comunicazioni.
Rumori esterni o rumori interni (pregiudizi, storia personale..) possono influenzare una
comunicazione.
Flessibilità comunicativa
Anche se con aspetti in comune, due persone hanno sempre delle differenze che possono
influenzare il significato del messaggio inviato o ricevuto; il messaggio passa anche attraverso la
personalità, il temperamento con influenze sul comportamento sia dell'emittente che del ricevente.
Per flessibilità comunicativa si intende la capacità dell'emittente e del ricevente di adattarsi al
contesto in cui si svolge l'interazione; risulta una capacità fondamentale per realizzate la cosiddetta
“comunicazione decentrata” caratterizzata dall'andare incontro alle difficoltà del paziente
nell'interazione con l'esterno. Per ottenere questo tipo di comunicazione è necessaria la cosiddetta
“consapevolezza metalinguistica” ovvero la consapevolezza che il linguaggio non ha codici di
lettura validi universalmente e che il senso di un gesto o di una frase può variare da persona a
persona.
Si parla di flessibilità semantica per indicare la capacità di muoversi all'interno degli svariati
significati che si possono attribuire alla stessa frase/parola/gesto.
La Relazione
Sistema di aspettative reciproche, di diritti e doveri, di ruoli e regole circa i comportamenti da
tenere e non tenere nei confronti dell'altro e circa le modalità di frequenza con cui farlo; inoltre in
una relazione il vissuto interiore e il comportamento esteriore dell'uno si riflette sul vissuto e sul
comportamento dell'altro. L'essere umano e il suo comportamento si strutturano e si evolvono
attraverso le relazioni con persone che appartengono all'ambiente in cui vive. La relazione è quindi
una caratteristica del vivere sociale ed è un processo che inizia con la nascita e progredisce per tutta
la vita; è uno degli strumenti con cui l'individuo apprende modelli di comportamento sociale
caratteristici della propria cultura.
Nel modello COREM quindi, col termine relazione, ci si riferisce al bagaglio di valori, abitudini e
atteggiamenti che la persona ha assimilato mediante il rapporto con gli altri; ed è proprio con questi
schemi cognitivi che l'individuo si rapporta all'altro.
La relazione è sempre presente della vita dell'uomo sia che la viva consapevolmente sia che la
subisca passivamente, e condiziona il suo comportamento. In modo analogo all'impossibilità di non
comunicare si è nell'impossibilità di non relazionarsi.
L'utente che si rivolge a un servizio è una persona con propria visione delle cose e si relazione con
altre persone che hanno a loro volta una visione del mondo diversa; risulta fondamentale, nel
prestare assistenza, considerare l'utente non solo come essere unico, ma anche come essere in
relazione.
L'osservazione
La capacità di osservazione per l'infermiere dipende da:
- conoscenza teorica della fisiopatologia medica e della relativa tecnica infermieristica
- conoscenza del caso trattato (dati oggettivi, avvenimenti significativi, patologie passate..)
- capacità di stare al gioco, ovvero abilità di mantenere un contatto emotivo con l'altro
Questi aspetti ci aiutano ad acquisire il punto di vista del paziente e a comprenderlo empaticamente,
amplificando la nostra capacità di osservare il suo mondo. L'osservazione ci permette di
rappresentare mentalmente una data realtà, bisogna comunque tener presente che questa
rappresentazione non sarà immune da errori; tuttavia gli errori possono essere diminuiti se
integramo i dati forniti da tutti i sensi durante l'attività di osservazione.
Vi sono tre variabili fondamentali di qualsiasi osservazione
1. Chi osserva: le esperienze, i modi di pensare ecc influenzano gli schemi di pensiero
dell'osservatore
2. Cosa osserva: noi stessi, la relazione, l'altro.
3. Come osservare: non è possibile osservare se non dall'interno della relazione stessa, sebbene
questa condizione impedisca l'oggettività pura. Osservazione dall'interno, consapevole
dell'impossibilità di rimanere completamente estraneo al fenomeno.
L'intuito: l'irrazionalità dell'osservazione
A tutti può essere successo di cogliere inaspettatamente il significato di situazioni complesse da
decifrare anche dopo un'analisi approfondita; parliamo perciò di intuito. Da dove nasce questa
nostra capacità “magica?”. La percezione: questa mette in collegamento il mondo reale col nostro
cervello e influenza ciò che pensiamo del mondo esterno, tuttavia non è immune da errori. Tra i
mecccanismi che interferiscono con la percezione abbiamo:
-disturbi esterni (es buio)
-disturbi interni (es uno stato allegro filtra le emozioni tristi)
-disturbi propri della percezione
La percezione del tempo: il tempo non è nostro, bensì della relazione e spessoneanche chi vive
l'esperienza riesce a percepirlo adeguatamente. Risulta fondamentale rispettare i tempi della
relazione.
Far rispettare le regole o accondiscendere alle richieste di un utente è una scelta molto importante
perché materializza l'esercizio del potere; nella relazione di cura infatti l'operatore sanitario ha la
responsabilità di gestire il proprio potere. Non esiste una modalità che sia migliore di per sé ma
risulta fondamentale che dietro a ogni comportamento vi sia una riflessione sui bisogni e sulle
possibilità dell'utente e che su tale riflessione si stabilisca (ancora meglio se in accordo con i
colleghi) la strategia migliore.
La tristezza
La tristezza è l'espressione di un momento di difficoltà; nell'operatore si manifesta di fronte agli
impedimenti da affrontare, nel paziente corrisponde a una mancanza di speranza. In ogni caso ci
mette davanti ai nostri limiti, incapacità e impotenze, distruggendo la fiducia in noi stessi. Tuttavia è
fondamentale per la propria crescita, ci accorciamo dei nostri limiti e di ciò di cui abbiamo
realmente bisogno, è il momento di confronto con la realtà.
Aspetti dell'atteggiamento depresso
lo stato d'animo depresso è caratterizzato da schemi di pensiero che si automantengono, formula
pensieri negativi su sé stesso, sul mondo e sul futuro, mostrando eccessiva autocritica, negatività e
sfiducia; l'idea negativa lo porta alla tristezza e siccome vede la tristezza come segno del dolore il
suo atteggiamento si rafforza e si produce un circolo vizioso.
Può accadere di avere delle difficoltà nel distinguere lo stato di tristezza dalla “personalità
dipendente” in quanto quest'ultima fa mettere in atto al paziente atteggiamenti che tendono a dare
l'idea di una persona triste, in realtà la difficoltà a stabilire una relazione è praticamente assente,
anzi è l'utente che cerca l'infermiere.
I compiti psicologici: la capacità di autoidentificazione
Come già detto la tristezza e la depressione sono stati mentali che riducono la fiducia in se stessi. Il
terzo compito psicologico (dopo contare sugli altri e ritardare la soddisfazione) è quello di
rispondere alla domanda “chi sono?”, per divenire più consapevoli della propria identità. Attraverso
le esperienze il bambino sviluppa una visione di sé riassumibile in 3 tipi di posizione
– Differenziazione: posso identificare i desideri e i bisogni, comunicarli ad altri e ottenere
aiuto quando è necessario
– Posizione di dipendenza, atteggiamenti depressi: resto impotente e altri mi darano ciò di cui
pensano abbia bisogno
– Posizione di predominanza, mania o ipomania: non posso contare sugli altri, non rispettano
me e le mie capacità, otterro quello di cui ho bisogno da solo
Tali posizioni possono mantenersi nell'età adulta, ma durante la malattia entrano in discussione
creando la possibilità di sviluppare una maggiore maturità personale. Attenzione all'uso corretto
della lode e della critica: appare ovvio il perché non è utile usare la critica, ma l'eccessiva lode può
danneggiare pazienti predisposti ad attivare comportamenti unicamente alla ricerca della lode,
questi invece di aumentare la propria fiducia e sicurezza la delegano all'operatore e sottolineano un
aspetto di dipendenza che rafforza la bassa autostima. Molto utile può essere l'ascolto senza
interruzione
Stimolazione: movimento e stasi
Cercare di far muovere un paziente quando questo vuol fare con calma lo fa rallentare ulteriormente
creando un sistema che oppone maggiore resistenza di quella che sarebbe stata presente senza
l'influenza del sistema. Secondo la teoria sistemico-relazionale il tentativo di tirar su di morale
qualcuno che è triste può portare questo stato temporaneo in una vera e propria depressione; infatti
alcune persone interiorizzano la regola che “essere tristi è male” così il fatto di dire loro che bisogna
tirarsi su e il fatto di stimolare il movimento porta la persona a pensare di essere sbagliato. Setting,
riduzione delle aspettative e accettazione della propria impotenza sono le carte vincenti per
instaurare una relazione di fiducia. La stimolazione è un processo che richiede tempo. La stasi allo
stesso tempo è un fattore da accettare per poter progredire e l'infermiere deve poter seguire la stasi
stessa attendendo i segnali dell'altro
La capacità di ascolto
Ascolto senza interruzione: il silenzio, l'ascolto senza interruzione può trasmettere accettazione
all'altro; e una persona che si sente compresa è disposta a collaborare. Il silenzio dell'operatore può
consentire lo sviluppo. L'ascolto è un contatto profondo e richiede sempre coscienza, attenzione,
impegno, volontà e tempo. Corretto atteggiamento per l'ascolto:
-accogliere e non prendere iniziativa
-centrarsi sul vissuto del soggetto e non sui fatti
-interessarsi alla persona e non ai problemi
-ascoltare senza interpretare
La riformulazione
Intervento che ripete ciò che l'altro ha appena detto, con le stesso o con altre parole, in modo che
l'operatore ottenga l'accordo da parte dell'utente. I vantaggi sono: la non interpretazione
dell'operatore, lo sviluppo della sensazione di fiducia sviluppata dalla persona sentendosi ascoltata,
la conferma di aver compreso
Riformulazione riflesso: utilizzo delle stesse parole dell'altro per approfondire. Es:
-Vorrei che l'intervento fosse già finito
-Vorrebbe che l'intervento fosse già finito
Riformulazione contenuto: si utilizzano le stesse parole ma con un altro ordine. Es:
-mi sono spaventato sentendo il dolore al petto, quando mi hanno ricoverato ho temuto il peggio,
ora va meglio
-anche se va meglio si è molto spaventato
Riformulazione figura-sfondo: riformulazione di ciò che è stato detto scambiando ciò che sta in
primo piano con ciò che sta sullo sfondo. Può risultare complicato.
Riformulazione riassunto: è ancora più complesso del precedente in quanto chi la effettua deve
tenere a mente tutto lo svolgimento del colloquio ed essere capace di riassumerlo utilizzando le
forme verbali dell'utente ed estrapolando i dati essenziali
Riformulazione emotiva: si riformula cambiando le parole, cercando l'emozione che vi è nelle
parole della persona ed esponendogliele.
L'ansia
Lo stato ansioso è una condizione specificatamente umana in quanto dipende dalla capacità
cognitiva di immagazzinare le esperienze passate e prevedere quelle future. A causa di ciò l'uomo
può essere in apprensione per minacce non ancora reali. Una comunicazione efficace può a iutare a
interrompere il circolo vizioso dello stato ansioso
Caratteristiche dello stato ansioso
L'ansia è uno stato di tensione per un pericolo spesso astratto, di origine sconosciuta; quando è
limitata può funzionare da campanello di allarme e richiamare la persona su un problema aiutandola
ad affrontare al meglio una specifica situazione attraverso un aumento dell'attenzione e della
percezione, con un conseguente miglioramento della prestazione. Tuttavia quando l'ansia è
eccessiva il rendimento della prestazione cala. L'ansia diventa patologica nel momento in cui è
caratterizzata da timore associato a segni somatici che indicano iperattività del sistema nervoso
autonomo tali da alterare la percezione del reale.
All'ansia si abbinano sensazioni di pericolo imminente o minaccia che possono interessare sia il
livello fisico che sociale o cognitivo; non si manifestano tutte, in alcune può essere più interessato
un livello rispetto all'altro. Risulta ovvio che davanti a una situazione ansiosa è fondamentale il
modo di comunicare in quanto chi vive lo stato di disagio è particolarmente sensibile all'interazione
con l'altro.
I pensieri che inducono l'ansia sono solitamente irrazionali; a volte le relazioni interpersonali stesse
possono essere causa di ansia (timore di un giudizio, di un rifiuto..).
Si differenzia dalla paura in quanto quest'ultima è una reazione nei confronti di una cosa nota.
Si differenzia dall'insicurezza in quanto, nonostante quest'ultima sia un fattore predisponente, non vi
è per questa il profilo sintomatico di seguito esposto, ma solo qualche singolo aspetto in forma
lieve; l'ansia è maggiormente associata ad uno stato “somatico”, mentre linsicurezza è uno stato
d'animo e non influenza direttamente il lato fisico.
Comportamenti Pensieri
Di esitamento/evitamento rispetto alle situazioni Sopravvalutazione del pericolo e
che possono provocare ansia sottovalutazione delle proprie capacità
Tentativo costante di controllo sugli eventi nell'affrontarlo
Abbandono delle situazioni nel momento in cui Preoccupazione e pensieri catastrofici
si presenta l'ansia (evitamento) Sottovalutazione nell'aiuto a disposizione
Reazioni fisiche Sintomi psicologici
Tensione muscolare, tremore Sensazione di tremore
Dispnea, Iperventilazione Difficoltà di concentrazione
Iperattività neurovegetativa: Ipervigilanza e insonnia
-vampate di calore “Nodo alla gola”
-tachicardia “Nodo allo stomaco”
-sudorazione
-mani fredde
Difficoltà di deglutizione
Cefalea
Mal di schiena
Frasi invito
L'empatia permette di calarsi nei panni dell'altro, l'ascolto senza interruzioni consente di
comunicare accettazione tramite il silenzio e il linguaggio non verbale; a questo si possono
aggiungere le cosiddette “frasi invito” utili per rispondere senza esprimere giudizi e per
incoraggiare la persona a parlare. Le frasi invito inoltre esprimono accettazione e rispetto per la
persona, comunicano “sono interessato a te”, “vorrei entrare in rapporto con te”.. Alcuni esempi:
“capisco..”, “davvero..”, “di che si tratta”, “mi sembra che sia importante per lei..”, “parliamone”,
“che cosa vuole dire”
Strategie cognitive
L'esplorazione dei pensieri legali all'ansia è il perno centrale dell'intervento a carattere cognitivo:
l'ansia può diminuire se si identificano gli elementi probanti e si verifica che il pericolo non è così
grave come previsto. Per fare ciò oltre all'ascolto senza interruzione e riformulazione l'infermiere
può utilizzare alcune domande che aiutino la persona a individuare situazioni, stati d'animo e
pensieri legati all'ansia. Attraverso l'obiettivo di trovare nuovi punti di vista rispetto alla situazione
l'utente viene aiutato a mantenere i contatti sociali e a vincere l'evitamento (tendenza a evitare
determinate situazioni allo scopo di non indurre ansia); paradossalmente più una situazione viene
evitata più aumenta l'ansia all'idea di doverla affrontare in futuro, in quanto l'evitamento conferma
l'idea che il pericolo esista veramente. Quindi questo comportamento, a lungo andare, rafforza
l'ansia anche se inizialmente si ha l'impressione di combratterla.
Alcune domande che possano aiutare a esplorare le componenti degli stati ansiosi sono:
-che cosa ha provato? (stato d'animo)
-che cosa pensava un attimo prima di sentirsi male? (pensieri)
-chi? Quando? Che cosa? (situazioni)
Strategie fisiche
• Rilassamento progressivo dei muscoli: contrarre e rilassare procedendo dalla testa ai piedi,
ogni parte del corpo viene tesa per 5 secondi e poi rilassata per alri 15 (si può ripetere
procedendo nel verso inverso); questa tecnica consente il rilassamento fisico che può portare
a un rilassamento mentale
• Respirazione controllata: inspirare contando fino a 4 ed espirare contando 4 secondi (sia
attraverso la bocca che attraverso il naso); questa tecnica nasce dall'osservazione del fatto
che molte persone in stato ansioso presentano una respirazione irregolare e/o superficiale
inducendo un squilibrio da O2 e CO2 che può provocare i sintomi somatici dell'ansia.
L'esercizio deve essere eseguito per almeno 4 minuti per riordinare l'equilibrio.
Strategie emotive
• Immaginazione attiva: visualizzazione di scenari tranquilli e rilassanti; più sensi si riescono
a coinvolgere più la tecnica sarà efficace
• Distrazioni: lo stato ansioso ha la caratteristica di concentrare l'attenzione sulle sensazioni
fisiche e sui pensieri legati all'ansia, amplificando il sintomo e riconducendolo al punto di
partenza rinforzato; la distrazione permette di togliere energia a questo circolo vizioso
spostando l'attenzione su altro. Più si è in grado di concentrarsi su altro più si toglie il
nutrimento da cui l'ansia prende forza; occorre una distrazione di almeno 5 min
Strategie sistemico-relazionali
Generalmente quando una situazione “a” sta per verificarsi ma è indesiderata, per impedire che si
verifchi, vengono attivati comportamenti contrari o inversi “non-a” (es: piangere/non piangere).
Questa scelta non può portare a un reale cambiamento: finché la soluzione viene cercata nella
dicotomia a/non-a colui che cerca la soluzione rimane incastrato in un'illusione di alternative. La
formula del cambiamento consiste nell'uscire totalmente fuori dal sistema utilizzando modalità di
comportamento capaci di mettere in discussione il sistema disfunzionante così da dare alla persona
la possibilità di scegliere uno schema di comportamento alternativo e più funzionale (es sorridere
dolcemente).
• Connotazione dei sintomi in senso positivo: l'ansia nei suoi aspetti emozionali e somatici
sono visti come strumenti per il cambiamento; il sintomo viene generalmente interpretato sia
dalla persona che dal professionista come espressione di una debolezza/problema/malaattia
e, non essendo sotto il controllo della persona, è sempre stato visto come un nemico. Questo
tipo di approccio considera il sintomo come un amico con in quale cooperare. Il sintomo è
un elemento che impedisce il modisifarsi di uno schema, di conseguenza è tramite esso che
si può rendere possibile il cambiamento. L'operatore deve spostare l'accento dalla debolezza
/patologia alle potenzialità del sintomo e/o del pz e imparare a trovare gli elementi positivi e
metterli in risalto.
• Ristrutturazione e rietichettamento:
Per ristrutturazione si intende il mettere la persona in condizioni di considerare le
situazioni/i fatti da un punto di vista tale che li possa affrontare al meglio invece di eluderli.
Il rietichettamento è una tecnica usata per mettere in risalto gli apetti positivi di un problema
o di un comportamento senza modificarne il contesto. Un'etichetta positiva assegnata a un
comportamento/sintomo disturbante permette alla persona di avere una sensazione di
controllo su di esso; es:
passività→capacità di accettare le cose come sono
bisogno di controllo → volontà di organizzare il proprio ambiente
impulsività → spontaneità
pianto → capacità di espressione emozionale