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SOSTENUTO DA
FONDAZIONE COLOGNI DEI MESTIERI D’ARTE
Raffaello, Il sogno del Cavaliere
(1503)
LA NASCITA
DEL BELLO
BELLO E
BRUTTO
SALVEZZA E
DANNAZIONE
Oggi l’insegnamento
di questo mito
ancestrale è di
particolare attualità:
siate differenti,
non siate indifferenti
IL “SENSO”
DELLA BELLEZZA
François Cheng:
In natura è molto più semplice
trovare esempi di “bellezza”
piuttosto che esempi di
“bontà” o “verità”:
si pensi a un tramonto.
È necessario che un tramonto
sia così bello? No.
Nondimeno è bello.
Ogni animale può
crescere, ma solo
l’uomo può creare
bellezza
consapevolmente.
E darle un senso.
«La crescita è
l’unica prova
di vita»
(John-Henry Newman)
BELLEZZA
SENSAZIONE
SIGNIFICATO
DIREZIONE
Che cosa vediamo
veramente, quando
vediamo la bellezza?
La bellezza che
genera salvezza
è fragile:
ha bisogno
di noi.
Occorre
apprendere a
“considerare” la
bellezza: non
soltanto a
ricercarla, a
studiarla, a
ricrearla, ma a
considerarla.
E a desiderarla.
Entrambi questi
verbi contengono
una stessa
parola…
Conoscere la bellezza italiana per ri-generare il futuro
Diventa di vitale importanza conoscere, comprendere, essere consapevoli.
Ma di quale conoscenza abbiamo bisogno?
Albrecht Durer,
Le Quattro Streghe (1497) Pontormo, Visitazione
(1514)
È BELLO
CIÒ CHE
FERISCE?
Bellezza e «agudeza» (Baltasar Gracian)
agire, riuscire, essere efficaci, tra talento
naturale ed esercizio
IL POTERE
DELLA BELLEZZA
In un mondo che si dirige verso l’omologazione del gusto e delle proposte, la
bellezza ha ancora il potere di commuovere, di toccare gli animi e attrarre
l’interesse.
E la bellezza del mondo ha sempre due facce: una gioiosa e una angosciosa, e
spezza il cuore in due, come scrive Virginia Woolf.
La bellezza diventa una ferita che apre nuovi scenari, una fessura nella superficie
opaca de mondo, che permette di spingere lo sguardo su qualcos’altro.
COSA È
BELLO?
(Platone, Timeo)
«Gli esseri umani sono portati a
(Vincenzo Barone,
L’ordine del mondo)
Ghirlandaio, Ritratto di giovane donna
(149 0 )
PROPORZIONE,
SIMMETRIA E
CORRISPONDENZA
«…il piacere non nasce dal vedere la
rassomiglianza esatta che una parte ha
coll’altra, ma dalla cognizione che esse
sieno così per cagione dell’accordo con il
disegno, e per l’uso.
(…) è regola costante di composizione in
pittura lo schivare la regolarità.
(…) La regolarità, l’uniformità e la simmetria
servono a dare l’idea della
corrispondenza».
Montesquieu:
“Talvolta nelle persone o nelle cose v’è
una attrattiva invisibile, una grazia
naturale che nessuno ha mai saputo
definire, e che si è chiamata ‘un non so
che’.
Mi sembra che sia un effetto fondato sulla
sorpresa”.
Baldesar Castiglione: “...fuggire l’affettazione, e usar in ogni cosa
una certa sprezzatura, che nasconda l’arte e dimostri ciò che si
fa e dice venir fatto senza fatica e quasi senza pensarvi».
«Facilement, facilment»…
istruiva i propri allievi Chopin,
per spiegare loro come affrontare
i passaggi più complessi
senza cedere
a un lirismo fuori luogo.
Musubi: letteralmente, è il senso di fecondità che infonde una direzione potente alla
mente creativa, permettendole di superare i confini del marketing e di raggiungere nuovi
territori.
i doni
di Atena
e i doni
di Apollo
CREARE BELLEZZA,
DOMINARE L’ESTENSIONE
Henry Focillon:
Il gesto che crea esercita un’azione continua sulla vita
interiore.
La mano sottrae l’atto di toccare alla sua passività
ricettiva, lo organizza per l’esperienza e per l’azione.
Insegna all’uomo a dominare l’estensione, il peso,
la densità, il numero.
Nel creare un universo inedito, lascia ovunque la propria
impronta.
Educatrice dell’uomo, lo moltiplica nello spazio e nel tempo.
È BELLO
CIÒ CHE
È ITALIANO?
UN BANALE
ESEMPIO...
DICEVAMO...
È BELLO
CIÒ CHE
È ITALIANO?
L’INTELLIGENZA DELLA MANO
“Nella esemplarità della sua vita,
l’Italia offre per secoli lo spettacolo
delle sue affermazioni intellettuali, delle
sue evoluzioni culturali.
Nel complesso, una delle più brillanti
serie di spettacoli di intelligenza da
che mondo è mondo”.
(Fernand Braudel)
BELLEZZA, LAVORO,IMPEGNO:
IL CASO FIRENZE
Dietro ogni splendido risultato raggiunto ci sono impegno, passione, duro
lavoro: la bellezza, frutto del lavoro dell’uomo, non “esce” facilmente dalle dita.
Possiamo dire di
essere in
presenza di una
“bellezza
italiana” quando
ricorrono alcune
caratteristiche
irrinunciabili,
legate sia alla
percezione
dell’oggetto sia
alla sua origine,
produzione,
finalità.
La “bellezza italiana” è
un’alchimia ottenuta grazie
a una calibrazione
armonica di una serie di
fattori, che indiscutibilmente
danno luogo a una
“eccellenza” che è anche
perfettamente “bella,” nel
senso italiano deltermine.
I criteri che
indagheremo,
collegandoli alla
creazione
contemporanea di
una bellezza italiana
che sia riconosciuta
come tale, sono undici:
sono punti di partenza
per una riflessione che,
come scriveva David
Hume, permetta di
“esercitare e
acutizzare il senso del
bello”.
La bellezza italiana
prevede sempre:
ARTIGIANALITÀ
AUTENTICITÀ
COMPETENZA
CREATIVITÀ
FORMAZIONE
INNOVAZIONE
INTERPRETAZIONE
ORIGINALITÀ
TALENTO
TERRITORIALITÀ
TRADIZIONE
DESIDERARE IL CONTAGIO DELLA BELLEZZA
Ne Libro VII delle Storie di Tito Livio si racconta che nel 364 a.C. una
gravissima pestilenza aveva messo in ginocchio Roma. I due consoli in
carica, disperati, ebbero l’idea di introdurre nell’Urbe una «forza
contraria», un contagio nel contagio, là dove tutto cospirava alla fine…
Avere il
coraggio di
desiderare la
bellezza, e di
scegliere il
proprio destino
LA BELLEZZA ITALIANA E I SUOI ANTAGONISTI
Utilitarismo sfrenato, ricerca incondizionata del proprio interesse,
ignoranza e ingordigia generano una hybris incontrollata che
distrugge la bellezza.
Utilitarismo e desideri sfrenati producono solitudine.
Oggi gli antagonisti della Bellezza italiana sembrano un’idra, le cui
molte teste ricordano tutti i personaggi incontrati dal Piccolo Principe.
Un’idra che si sconfigge solo mettendo al centro della riflessione e
della progettualità la comprensione, la dignità e i legami.
LA BELLEZZAITALIANA
Ospiti:
Liliana Cantone e
Martha Fabbri,
Altroconsumo