Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
MEDICINA FISICA
E
RIABILITATIVA
Prof. Matteo Cioni
Enzo Sapienza
Cioni - Lezione 1
Questo ci fa pensare ad alcune patologie come la sclerodermia in cui tutto il tessuto cutaneo
e sottocutaneo è chiuso in una specie di sostanza anelastica che è assolutamente non
allungabile, allora in questo contesto sicuramente un danno della cute ci fa pensare ad un
danno dei recettori che regolano la sensibilità somatosensitiva, quindi tutti i recettori per la
pressione, del tatto, ma anche recettori che sono interessati alla trasmissione degli impulsi
collegati alla temperatura.
Allora a questo punto nel momento in cui un pz viene ad avere una vasta ustione tutta quella
zona riceve un danno irreversibile a carico di tutti i recettori. Quindi tutte quelle informazioni
trasmesse che provengono da questi recettori vengono a cessare. Immaginate di manipolare
un oggetto di cui non percepite al tatto le caratteristiche fisiche poiché la mano non più i
recettori per percepirlo; poi se il danno interessa pure il tessuto sottocutaneo e i muscoli
sarà una situazione peggiore perché ci sono i recettori propriocettori che vengono coinvolti.
ALTERAZIONI:
- Anelasticità dei tessuti e retrazioni
- Deficit sistema recettoriale prima cosa da pensare in un pz ustionato
Quindi anche la topografia dell’ustione deve essere considerata in relazione agli aspetti
anatomici e funzionali in virtù del loro ruolo fisiologico.
TIPI DI LESIONE:
Quando vi è la carbonizzazione della cute, a questo strato cosa si fa? Sì effettua l’intervento
chirurgico di escarectomia: da un lato viene raschiata tutta questa cute malata e da un altro
viene incisa.
Gli americani hanno creato l’ABA CLASSIFICATION (American Burn Association Classification)
in cui viene considerata la percentuale di superfice cutanea che viene interessata, se sono
interessati gli occhi, faccia, orecchi, piedi, perineo, e se l’ustione interessa un bambino o un
adulto. In base a queste caratteristiche sarà divisa in ustione minore, moderata o maggiore.
In pratica è molto più qualitativa rispetto alla classificazione per gradi.
INTERVENTO CLINICO
Questi pazienti per farsi la doccia ovviamente devono avere un getto d’acqua molto delicato,
filiforme, con microgocce.
In questi reparti utilizzano delle ortesi statiche molto modellabili con il calore che
permettono di adattarli ai vari progressi che il pz fa.
Inoltre si possono utilizzare ortesi dinamiche con degli elastici per la flessione delle dita o
per l’estensione a seconda delle necessità e il tavolo da statica poiché questi pazienti hanno
subito lesioni gravissime e stanno per tanto tempo allettati, quindi di conseguenza non
hanno più il controllo della stazione eretta e devono riprendere tutto il controllo della
postura. Poi in generale possono presentarsi alterazioni della pressione ortostatica per
quanto riguarda la VIS A LATERE, a causa dei recettori pressori dell’arco dell’aorta e della
biforcazione della carotide oppure a causa dell’allettamento.
Come tutte le persone allettare le risposte pressorie al variare della posizione non sono più
efficienti, quindi nel tavolo da statica verrà riabituato a poco a poco alla stazione eretta.
Questo vale per tutte le persone che sono state allettate per tanto tempo.
E’ importante dove si sono formate aderenze eseguire dei massaggi di scollamento, poiché
dove vi sono aderenze vi possono essere limitazioni del movimento.
Quindi ricapitolando:
I) Eritema fisso della cute che permane per almeno 30’. L’epidermide è intatto;
II) Ferita a spessore parziale che coinvolge l’epidermide e il derma. Qui c’è danno,
già si nota la lesione o una piccola ulcera;
III) Ferita a tutto spessore che implica quindi danno al tessuto sottocutaneo e che si
può estendere fino alla fascia muscolare senza attraversarla;
IV) Ferita a tutto spessore con estesa distruzione dei tessuti, necrosi e danno a
strutture muscolari e osteoarticolari. Potrà guarire soltanto con tessuto di
granulazione, quindi per seconda intenzione (cioè per guarigione spontanea).
Se noi interveniamo sul 1° e nella peggiore delle ipotesi sul 2° grado noi riusciamo a
riprendere la situazione. Se aspettiamo il 3° e 4° grado queste si svilupperanno rapidamente
anche perché queste lesioni sono delle vie di ingresso per i batteri che poi sono difficili da
eliminare con gli antibiotici in un pz che è già debilitato.
FATTORI FAVORENTI
FATTORI INTRINSECI:
FATTORI ESTRINSECI:
o Lesione dall’impatto
o Calore e umidità: più caldo c’è e più si suda, più si suda e più batteri ci sono;
o Postura
o Eccessiva pressione uni-assiale
o Frizione e forze di taglio (o slittamento): le eccessive forze di taglio, date ad
esempio da un lenzuolo ruvido e pesante a contatto con la cute, fanno
chiudere le metarteriole (quelle a 90°) come una cannuccia piegata. Quindi
meglio usare lenzuola di seta che sono più scivolose.
LIPODERMATOSCLEROSI
L'edema e l'infiammazione, provocata dai depositi di emosiderina, causano la
lipodermatosclerosi, una infiammazione cronica indurativa del tessuto adiposo
sottocutaneo.
La lipodermatosclerosi è una cosa che sicuramente vedrete nei vostri pazienti, ci sono
pazienti che hanno problemi vascolari, neuropatie diabetiche con interessamento anche
vascolare piano piano si ritrovano questi arti sempre più scuri a causa della natura dei globuli
rossi:
Cosa c’è nei globuli rossi? Ferro quindi assumono quel colorito scuro.
La pelle ad un certo punto, come un palloncino che all’improvviso scoppia perché aumenta
la tensione all’interno del palloncino, allo stesso modo la cute viene sempre più distesa dal
rigonfiamento tissutale e dall’edema che si viene a formare fino a quando comincia a
diventare sempre più tesa che si vede che si strappa e si verificano delle lesioni cutanee
importanti spesso precedute da delle bolle dette anche flitteni tipo quelle che si hanno nelle
lesioni da ustioni, bruciature; quindi si formano queste flitteni che poi si rompono si
infettano e là comincia il coinvolgimento dell’arto fino a comportare anche situazioni molto
gravi.
- A questo punto vi troverete l’arto molto scuro iperpigmentato con al centro una
lesione. Allora si può fare qualcosa, ma si può fare di più, valutando la cute, la quale
si distende, diventa traslucida e la gamba si ingrossa.
- Anche riconoscendo i flitteni, si può intervenire subito con i bendaggi, coprendo la
flittene, mettendo una medicazione e soprattutto con un bendaggio compressivo che
esercita una pressione opposta a quella che il tessuto sta esercitando.
Quindi noi applichiamo una pressione dall’esterno verso l’interno, controbilanciamo
la pressione tissutale ed evitiamo che la cute venga ad essere lesa.
Questo accade in persone che hanno insufficienza cardiaca soprattutto della regione destra,
con disturbo del ritorno venoso e di conseguenza il sangue tende a gravitare verso il basso.
Quindi se uno interviene fa un’opera fantastica; quando vedete che una persona ha già dei
problemi es. neuropatie diabetiche, cute iperpigmentata, traslucida, arto gonfio, che non si
lascia sollevare, quello che volete voi, si deve fare un bendaggio compressivo, poi si possono
mettere delle calze elastiche che esercitano diverse pressioni sull’arto stesso.
Le ulcere come al solito procedono rapide, non sono cose che si sono formate nei mesi, ma
vanno piuttosto rapidamente quindi la cosa migliore è quella di intervenire, bisogna anche
farlo notare al medico. Ad esempio sono frequenti le ulcere perimalleolari mediali, tipiche
nelle trombosi venose periferiche associate a neuropatia diabetica la quale non ti fa sentire
dolore e quindi nel tempo il danno si estende.
LINFEDEMA MONOLATERALE
Nasconde una grave situazione, un’ostruzione delle stazioni linfonodali per esempio da
tumore, è preoccupante soprattutto perché è asimmetrica, come se da un lato le stazioni
attraverso cui la linfa passa per tornare dalla periferia al centro fossero ostruite e dobbiamo
preoccuparci di un’occlusione da parte di un tumore;
Mentre quando è sistemico, sia a destra che a sinistra, per esempio l’elefantiasi è bilaterale
perché è un problema sistemico, quindi occhio perché potreste avere dei problemi con
questo tipo di pazienti. Quale tipo di pazienti potrebbe avere questo problema?
Persone che hanno un tumore alla prostata, hanno mal di schiena però hanno
pure il linfedema monolaterale perché ci sono metastasi a livello delle stazioni
linfonodali che ostruiscono il ritorno linfatico.
Hanno la forma come un dito di guanto, ma la loro parete è formata da un endotelio che poi
è l’endotelio dei capillari che sono loro vicini e sono sovrapposti ai margini. La linfa è
costituita da sostanze che attraversano il capillare e vanno nel tessuto interstiziale, sostanze
di natura proteica ad esempio, e alcune altre sostanze che vengono trattenute dalle cellule
e le utilizzano, altre sostanze non utilizzate dalle cellule periferiche devono essere riciclate
e rimesse in circolo, per poi tornare utili successivamente, quindi vengono catturate dai vasi
linfatici.
Il linfangione è un qualcosa che si contrae con una sua frequenza come se fosse un piccolo
cuore e spinge la linfa verso le stazioni linfonodali, troviamo sempre delle valvole a nido di
rondine per trovare rimedio alla gravità che se no spingerebbe nuovamente la linfa verso il
basso. Rappresenta la porzione di vaso compresa tra due valvole contigue, dotato quindi di
capacità linfopropulsiva intrinseca; si contrae circa 10 volte al minuto con una pausa di 5
secondi per riempirsi, è fondamentale per il funzionamento del sistema linfatico.
Mentre le vene possono avere anche la vis a latere che le massaggia e fa sì che il sangue
scorra. Lui sfrutterà una distensione e un ritorno elastico, se le pareti si sfiancano, perdono
elasticità e non ci sarà più il ritorno elastico e quindi entriamo nella finestra patologica.
1) PRESSIONI DELLE PARETI MUSCOLARI ADIACENTI: anche per quanto riguarda la linfa
c’è la vis a latere;
2) MOBILIZZAZIONE DEI DIVERSI PIANI TISSUTALI: cute, sottocute, etc., scivolano
durante la contrazione,
3) PRESSIONI DELLE ARTERIE ADIACENTI: le arterie pulsano (onda sfigmica) esercitando
una pressione anche sui vasi linfatici.
4) PRESENZA DI VALVOLE ANTIREFLUSSO
5) ATTIVITA’ CONTRATTILE DEL VASO LINFATICO (vis a tergo)
6) RESPIRAZIONE: che non è altro che la vis a fronte, una depressione intratoracica che
si manifesta durante l’atto inspiratorio; la depressione intratoracica fa sì che il sangue
ritorni più facilmente alla sezione destra del cuore, e quindi oltre al sangue venoso ci
sarà la linfa favorita dalla depressione intratoracica.
Poi ci sono delle situazioni in cui non c’è un danno centrale vero e proprio ma c’è
un’insufficienza linfatica pura ad esempio quando saltano le stazioni linfonodali in seguito a
mastectomia, qui la linfa che è formata da proteine si accumula e il braccio si gonfia e rimane
in quella maniera, e qui noi interveniamo.
La riabilitazione non è la scienza del post, ma anche quella del pre, dobbiamo intervenire
subito perché se interveniamo tempestivamente possiamo prevenire determinate
conseguenze.
A quelli del terzo quando facciamo i bambini dico sempre che la riabilitazione è tempo-
dipendente, quindi chi rinvia sempre le cose non sarà mai un buon riabilitatore quindi
dobbiamo cercare subito di intervenire appena possibile.
Conseguenze dell’edema:
Noi sappiamo anche piuttosto bene che uno dei problemi delle persone che hanno avuto
una lesione al midollo spinale è il danno al controllo, da parte delle strutture
soprasegmentarie, dei motoneuroni viscerali che si trovano nelle colonne intermedie del
midollo spinale.
Quando vi è una lesione a livello soprasegmentario viene a saltare il controllo del tono
venoso e arterioso da parte del sistema vegetativo.
A questo punto che succede? Queste persone quando si provano a mettere in piedi hanno
delle crisi ipotensive, perché viene a mancare il ritorno venoso, dato che i muscoli non si
contraggono perché c’è stato un danno al midollo spinale e quindi i motoneuroni non
funzionano; c’è un difetto nel controllo del sistema di ritorno, il sistema venoso e di
conseguenza hanno bisogno di bendaggi contentivi che esercitano una pressione a latere in
modo da favorire il ritorno venoso; Questa ipotensione è una delle problematiche principali
quando dalla posizione supina cercano di mettersi all’in piedi.
A parte il fatto che quando una persona sta per molto tempo distesa gli stessi recettori
dell’arco aortico (barocettori e chemiocettori) perdono l’allenamento ai cambi di postura e
di conseguenza devono essere nuovamente riallenati.
Quindi il paziente con lesione al midollo spinale è un paziente che ha sicuramente problemi
di ritorno venoso.
Andate a toccare una gamba di una persona emiplegica: vedrete che l’arto plegico è più
freddo rispetto all’arto sano. Allora si vede che pur non essendo il classico paziente
cardiopatico c’è un difetto del ritorno venoso perché la paralisi impedisce che ci sia
movimento dei muscoli che massaggiano le vene. Ma comunque tutte le condizioni in cui c’è
un danno a carico dei motoneuroni spinali e di conseguenza del controllo della muscolatura,
portano problemi al ritorno venoso, che è essenziale perché in fase di diastole avviene il
riempimento del cuore, del ventricolo, e poi avviene la liberazione; se non arriva la giusta
quantità di sangue naturalmente, verrà espulso meno sangue e non sarà in grado di
distribuire in maniere adeguata il sangue e i suoi contenuti, come l’ossigeno ai tessuti.
Già vi ho detto quali sono le funzioni che permettono il ritorno venoso (pompa muscolare e
valvole venose) inoltre troviamo il cammino, tutte le varie fasi sono collegate al ritorno
venoso, qua c’è una bella illustrazione in cui durante la fase di spinta c’è la contrazione del
gastrocnemio e questo è un grosso momento di ritorno venoso, che è minore quando
poggiamo il piede, massimo in questa fase di contrazione del gastrocnemio (seconda parte
della fase del passo).
E vedremo che poi uno dei problemi nelle arteriopatie è quello in cui si può avere la
claudicatio intermittens, condizione frequente soprattutto in coloro i quali fumano.
Ma tutto ciò a cosa ci può servire? Cioè noi combattiamo dalla mattina alla sera per cercare
di mantenere il muscolo sufficientemente elastico (esercizi ecc.).
Tuttavia dobbiamo anche pensare all’aspetto dell’insufficienza venosa, perché un bel
muscolo per essere bello roseo (se c’è scarso circolo lo vediamo biancastro), dobbiamo far
sì che gli arrivi la giusta quantità di sangue, perché se togliamo ossigeno, da tessuto elastico
il muscolo sarà sostituito da tessuto fibroso.
Quindi se noi lavoriamo bene sul versante cardiocircolatorio, tenendo sempre a mente di
controllare questo parametro e di lavorarci, dando una buona funzione cardiorespiratoria,
faremo un buon lavoro.
Quando vedo una persona sul tapis roulant oltre a farla camminare meglio penso al suo
cuore e all’apparato respiratorio, e sono tutto contento perché in quel momento il sangue
sta girando; invece nel bambino con paralisi cerebrale infantile, che è in parte condannato
ad una ipoattività motoria, mentre i suoi coetanei fanno come tanti pazzi nei campetti di
calcio, questo mi importa, cioè fornire una certa ossigenazione al tessuto muscolare su cui
già sto lavorando facendo gli esercizi: quindi teniamo bene a mente questi aspetti.
Se vi capita di andare in sala operatoria che fanno intervento di chirurgia funzionale, poi
vedrete che quando il chirurgo opera il muscolo spastico e va a sfilacciare l’aponeurosi, il
muscolo è biancastro, appena si apre questa camicia stretta, diventa rosso perché gli
affluisce il sangue:
Quindi spesso lavoriamo su muscoli asfittici, pensando di fare chissà che cosa; ma se non si
risolve il problema circolatorio i risultati saranno sempre parziali.
Uno pensa di sviluppare schemi motori ma se non teniamo a mente questi problemi
mancherà sempre la benzina.
Prima con bende e poi con calze. Per mettere queste calze elastiche c’è una tecnica perché
sono talmente strette che hanno bisogno di un’ottima compliance innanzitutto, e si usa una
guida in plastica per tirarle su progressivamente. Si dovrebbero educare i pazienti
all’elastocompressione, spesso incontrerete pazienti arrabbiati perché stanno male,
sovrappeso e avrete problemi ad istruirli.
Il medico danese Vodder cominciò a sviluppare questa metodica, lo scopo quale può essere?
Quello di fare afferire la linfa verso le strutture adeguate (cisterna chili e dotto toracico), con
dei movimenti in questo caso concentrici.
PLAYLIST https://www.youtube.com/playlist?list=PLrYk-NaukFWXQgtuV35rS1IdFyYimkVUq
A questo punto che succede? Se tu cerchi di camminare dopo un poco che cammini, il letto
capillare del muscolo si apre tutto, voi sapete che a riposo solo una parte del letto capillare
è aperto, quanto serve per stare seduti, mentre quando uno corre poiché c’è maggiore
necessità di ossigeno, si apre tutto il letto capillare e affluisce più sangue, allora fin quando
quella persona sta seduta non succede niente perché quel po’ di sangue che riesce a passare
attraverso l’ostruzione basta per quello che deve fare, ma appena inizia a camminare,
soprattutto in salita quando fatica e la richiesta di ossigeno
è superiore, poiché ci sarà un’ostruzione, ci sarà a sua volta
una riduzione del flusso, quindi il flusso rimane quello che
è perché l’ostruzione è fissa, solo che la richiesta di
ossigeno è maggiore da parte del muscolo perché sta
facendo uno sforzo in più, quindi rimanendo fermi, la
quantità di sangue che viene fornita attraverso quel vaso
fornito è sufficiente, ma se cammini prolungatamente, o in
salita, o corri, non basta, si verifica il crampo doloroso.
A questo punto possiamo fare qualche cosa, perché c’è una plasticità che non è solo
qualcosa dipendente dal SNC, c’è anche una plasticità dei vasi, nel senso che i capillari
possono aumentare sulla base dell’esercizio (che fa sviluppare quindi l’albero capillare) e
allora non bisogna immobilizzare l’arto, bensì bisogna fargli fare degli esercizi, che non
saranno sufficienti per aumentare il calibro del vaso ostruito (quello è ostruito e basta), ma
per fare aumentare il letto capillare e soprattutto il circolo collaterale, perché questo vaso
ostruito avrà sicuramente delle sue collaterali (soprattutto a monte).
Bisogna vedere se una persona è disponibile, molto precisa, oppure è uno che non ha tempo,
si distrae e non fa gli esercizi. Quest’ultima persona la facciamo venire in palestra 3 volte a
settimana e si fa il suo esercizio al tapis roulant; se è disponibile lo può fare anche a casa.
Allora bisogna conoscere qual è la soglia a cui si manifestano questi problemi. Anche per il
mal di schiena ci sono movimenti che se superati fanno scatenare il dolore come dei
movimenti di torsione.
Quindi vedere quanti passi fa quella persona prima che si manifesti il dolore, il crampo.
Allora in questo caso, sapendo che dopo 100 passi a quello viene il crampo, lo fai fermare a
98, dopo di che ti regoli; mano a mano cerchi di aumentare l’esercizio, cercando di fare finire
la persona un po’ prima che si manifesti il dolore, se no la persona perde in compliance,
quindi lo facciamo fermare un poco prima, ma sempre aumentando progressivamente
l’esercizio, in modo che si sviluppi il circolo collaterale senza che la persona presenti dolore.
Come si può fare? Per esempio si possono usare diverse velocità o inclinazioni sul tapis
roulant; ad esempio se vai in salita hai un diverso lavoro da parte dei muscoli; anche in salita
devi vedere quale è la soglia del dolore e lo si fa fermare un poco prima.
Voi sapete che il flusso dipende dalla sezione, dalle resistenze. Quando ci sono queste
problematiche il chirurgo vascolare fa quello che deve fare, ma il nostro obiettivo è lo
sviluppo del circolo collaterale attraverso esercizio aerobico che tenga conto della soglia del
dolore (claudicatio) e che permetta alla persona di esercitarsi, fermandosi un po’ prima.
Al fumatore incallito che poi gli viene questo tipo di problema, è una persona che fa poca
attività, voi vedete la soglia e lo fate lavorare regolarmente, quel lavoro regolare gli
permetterà di aumentare le collaterali e gli permetterà di andare ancora più avanti, il dolore
non gli arriverà a 100 passi, ma gli verrà a 120, 150. Non sono cose teoriche, succedono
veramente.
È un tipo di attività aerobica che si deve fare tenendo conto del problema della compliance,
della disponibilità mentale della persona, evitando di fargli sentire dolore, se no si bloccano
e non vogliono più fare questo tipo di esercizi;
Ad esempio, un’altra cosa, si può mettere l’orologio col cardiofrequenzimetro: facendo la
valutazione si vede dopo quanto tempo gli viene dolore, a che frequenza cardiaca, si cerca
di allenare il pz aerobicamente, tenendo presenti i parametri cardiocircolatori che si possono
registrare facilmente con un orologino che costa circa 40 euro.
Ci siamo dimenticati di parlare dell’esatto opposto, cioè quando vengono a saltare tutti e 2
gli arti inferiori (vedi lezioni primo semestre) e manca proprio l’albero arterioso e venoso,
non c’è ritorno:
In questo caso saltano le resistenze periferiche, nel senso che il sangue non deve fare tutto
il giro, ma arriva alla pelvi e ritorna, quindi un giro dura molto meno rispetto al normale
grande giro, ci vuole una grande sincronizzazione a livello della sezione destra del cuore.
ARTERIOPATIE OBLITERANTI
Per chi fuma sono una cosa scontata. Infatti uno dei problemi principali è che se sei fumatore
a 50 ti viene una cardiopatia, ti dovranno mettere uno stunt, oppure potrai avrai problemi
dell’attività sessuale, perché poi ci saranno problemi a carico delle biforcazioni dell’aorta
con conseguente deficit di irrorazione soprattutto per gli uomini.
Quindi sono problematiche cardiocircolatorie che vengono sicuramente, non c’è dubbio, sia
nell’uomo che nella donna.
CLAUDICATIO INTERMITTENS:
Aumenta con l’età e a 65-69 anni sarà già abbastanza diffusa, circa il 6% della popolazione.
Vedrete che ci sono diverse forme di obliterazione, a me interessa soprattutto quello che vi
ho detto, il concetto, di come poi eventualmente intervenire e come metodologicamente
operare; perché se mi dite che l’avete messo sul tapis roulant e non andate a prendere la
frequenza è uno sbaglio.
Ma in ogni caso anche se sapete la
classificazione è una cosa buona.
Chiaramente il dolore ischemico
quando l’ostruzione peggiora ci sono
le ulcere, la gangrena e poi
l’amputazione; il sangue si riduce e
quindi l’insufficienza arteriosa è una
problematica seria.
Comorbilità cardiovascolare:
- Il pz. con claudicatio presenta un rischio di morire per una complicanza
aterosclerotica da 2 a 4 volte superiore rispetto una persona senza claudicatio.
- Il 5% dei pz. con claudicatio presentano ogni anno un evento avverso (fatale o non)
di tipo cardiovascolare.
- Il 5% dei pazienti va incontro ad amputazione nei successivi 5 anni.
Fattori di rischio che possono essere controllati sono il diabete, il fumo di sigaretta, l’obesità,
dislipidemie, ipertensione e iperomocisteinemia che è un altro parametro importante anche
per l’ictus quindi è bene controllarla, però non è sicuro che possa essere molto modificata.
Il punto è che la maggior parte delle persone sono sedentarie, quindi si può fare o esercizio
fisico spontaneo o controllato, noi preferiamo quello controllato perché dobbiamo assistere
il paziente dal punto di vista delle loro capacità affinché l’attività fisica sia assolutamente
benigna e ben orientata.
Riguarda particolarmente chi si coinvolge molto nel proprio lavoro, quando il carico di stress
prodotto dal loro impegno diventa eccessivo, al punto tale che si è costretti a coinvolgersi
man mano sempre di più. A un certo punto cosa succede? Vedete gente che vi muore
attorno, e a poco a poco ci si abitua, talvolta sviluppando un distacco eccessivo.
Sicuramente il punto di partenza è quello: professione di aiuto, voi ci siete in pieno, io pure
ci sono in pieno, anche se io dico alle persone di bruciarsi nel buono, non puoi trattare
persone e bambini ed essere distratto, o pensare a loro come “clienti”.
Alla fine è come se si andasse contro i loro stessi principi che li hanno spinti verso queste
professioni con amore. Secondo me ci sono due tipi di persone:
- Da un lato chi si coinvolge troppo e si deprime pensando sempre a queste persone
che poi lascia e smettere di vivere la vita al di fuori;
- Dall’altro chi se la prende con la stessa causa della propria sofferenza.
LA RIABILITAZIONE DELL’ANZIANO
Negli ultimi anni è aumentato l'interesse per la persona anziana, soprattutto nel prevenire
l'insorgenza di alcune patologie e migliorando la qualità della vita.
L'anziano in salute ha un equilibrio fragile e bisogna stare attenti all'uso di farmaci che
potrebbero intaccare questo equilibrio.
La sedentarietà genera disabilità, è importante che la persona anziana sia in grado di eseguire
da sola azioni quotidiane essenziali come il salire le scale, preparare il caffè, etc, sia per una
propria indipendenza motoria quanto anche per un benessere psicologico.
- ESERCIZIO ed ADL: conoscere l'attività fisica che fanno e la qualità con cui la fanno e
la frequenza per prevenire l’atrofia muscolare;
L'attività fisica strenua, cioè quando la frequenza si trova nella soglia aerobica (100-130),
stimola anche l'attività cerebrale dando sia benessere fisico che mentale, perché a livello
cerebrale si attivano tutta una serie di fattori trofici.
C’è quindi un’estrema correlazione tra attività fisica e attività psichica con miglioramenti
strettamente proporzionali.
Questo è supportato da alcuni dati riportati nella letteratura scientifica riguardo al fatto che
subito prima che si sviluppi una demenza di Alzheimer, frontoparietale o vascolare, si
comincia a sviluppare un disturbo dell'attività locomotoria.
Quindi quando si presenta un disturbo dell’attività locomotoria, in età senile, bisogna subito
impostare un intervento riabilitativo per migliorare le capacità cognitive e mnesiche per
cercare di prevenire o comunque ritardare il manifestarsi della demenza.
Vi sono delle scale di valutazione della disabilità che vanno a valutare le attività quotidiane
semplici e più specifiche: le ADL (activities of day living) e IADL (Instrumental activities of day
living)
TIME UP AND GO TEST: si effettua cronometrando il tempo che il soggetto impiega ad alzarsi
da una sedia senza appoggiarsi e percorrere 3-4 metri, girare, tornare indietro e risedersi (si
possono usare gli ausili). Il tempo medio di una persona sana è di 8 secondi circa. Non è un
test per il cammino, serve per vedere la mobilità dei pazienti, il test è valido a livello
internazionale (anche per i casi di Parkinson e di ictus).
- Tempi tra 11 e 20 secondi sono nei normali limiti per anziani con fragilità e pazienti
disabili;
- Tempi superiori ai 20 secondi indicano che la persona necessita di assistenza esterna
e la necessità di ulteriori esami e interventi.
- Un punteggio superiore ai 30 secondi suggerisce che la persona potrebbe essere
soggetta a cadute
MINI MENTAL TEST: è un test per la valutazione dei disturbi dell'efficienza intellettiva e della
presenza di deterioramento cognitivo. Il punteggio totale è compreso tra un minimo di 0 ed
un massimo di 30 punti (Orientamento nel tempo, nello spazio, memoria, calcolo, etc.):
- Un punteggio uguale o inferiore a 18 è indice di una grave compromissione delle
abilità cognitive;
- Un punteggio compreso tra 18 e 24 è indice di una compromissione da moderata a
lieve;
- Un punteggio pari a 24 è considerato borderline;
- Da 24 a 30 è indice di normalità cognitiva.
Le indicazioni sono comunque orientative, essendo presenti dei fattori di variabilità legati
all'età ed alla scolarità del soggetto. Inoltre è stato costruito essenzialmente sulla base dei
sintomi di patologie a esordio funzionale (come la malattia di Alzheimer), in un soggetto
affetto ad esempio da una patologia ad esordio disesecutivo (come la malattia di Parkinson)
può non evidenziare alcun deterioramento, se non a stadi molto avanzati della malattia.
- Quella minore scaturisce in genere da un evento scatenante di una certa portata come
un lutto in famiglia, divorzio etc. che provoca un abbassamento dell'umore (si tende
a vedere il mondo grigio) e ha una durata di circa 6 mesi e poi si ritorna più o meno
alla normalità, quindi il minore si riconosce in una temporalità e con una causa.
Questi disturbi possono ritrovarsi nell'anziano dovuti anche alla diminuzione dei neuroni che
se non stimolati iniziano a diminuire la loro efficienza e ovviamente anche a condizioni
ambientali, inoltre questi disturbi sono aggravati dalla solitudine che diminuisce gli stimoli e
le interazioni sociali.
Gli anziani sono un valore importante della società, in Canada svolgono lavori socialmente
utili come volontari.
4) VALUTAZIONE SOCIO-AMBIENTALE
Da effettuare soprattutto in soggetti che presentano limitazioni dello stato funzionale al fine
di ridurre il rischio di incidenti domestici e cadute.
Quei soggetti di età avanzata o molto avanzata, cronicamente affetti da patologie multiple,
con stato di salute instabile, frequentemente disabili, in cui gli effetti dell’invecchiamento e
delle malattie sono spesso complicati da problematiche di tipo socio-economico. Sulla base
di questa definizione, la fragilità comporta un rischio elevato di rapido deterioramento della
salute e dello stato funzionale e un elevato consumo di risorse.
Tutto questo porta un alta probabilità di disabilità, cadute, interventi ospedalieri, mortalità
e problemi cognitivi.
La forza delle nostre ossa risiede nella muscolatura, le ossa non sono particolarmente
resistenti sono per lo più elastiche, i calciatori non si fratturano ogni 5 min perché hanno
grosse masse muscolari che rinforzano la struttura.
È consigliabile lasciare gli anziani a casa loro e non portarli nelle case di riposo.
[Fa vedere il video di una signora di 95 anni che sembra una contorsionista e dice che la
chiave di volta della vita è l'attività fisica]
È tra le principali cause di morte nelle donne di età compresa tra i 20 e i 59 anni.
Fortunatamente se rilevato e curato si riesce a sopravvivere, prima si asportava tutto il seno
ora invece anche solo una parte favorendo così il fattore psicologico (la completa
asportazione del seno è fattore di depressione particolare per la donna perchè viene a
mancare uno dei suoi elementi caratteristici). Uno dei punti particolari è il cavo ascellare,
prima si procedeva all'asportazione di tutti i linfonodi ascellari creando problemi nel ritorno
della linfa che causavano il rigonfiamento del braccio.
La sua incidenza è in continuo aumento e rappresenta più del 30% dei nuovi casi di tumore
nelle donne. Oggi, grazie alla diagnosi precoce e ai vari trattamenti per la cura di questo
tumore la sopravvivenza media a 5 anni dalla diagnosi è dell’85%.
Il cancro della mammella è una patologia che necessita di un trattamento riabilitativo perché,
nonostante il notevole progresso raggiunto nella terapia chirurgica e ricostruttiva della
mammella, alcune procedure chirurgiche e terapeutiche comportano deficit funzionali e una
certa quota di invalidità:
Le donne che hanno subito la mastectomia devo fare esercizi per mobilizzare la spalla,
scollare i tessuti e le aderenze. Si fa un esame funzionale sui movimenti della spalla per
verificare la presenza di dolore o di problemi a specifici gruppi muscolari come la cuffia dei
rotatori (vi è anche una valutazione psicologica). Il problema comunque fondamentalmente
è quello della spalla quindi bisogna ottenere una buona mobilizzazione della spalla (sui tre
piani) e fare quindi tutto ciò che può impedirlo.
La stabilità articolare della spalla dipende principalmente dall’attività muscolare della cuffia
dei rotatori. Vi sono alcuni test specifici per la cuffia:
Test dell’apprensione
Fulcrum test
Test del cassetto
Poi Test muscolari manuali (MMT): sono dei test che servono per la valutazione della forza
muscolare e comprendono:
MMT per la flessione, estensione, abduzione, adduzione, rotazione interna e
rotazione esterna della spalla
1) Nella prima fase curare la pelle ed evitare lo scoppio del linfedema trattandolo col
drenaggio manuale, autodrenaggio o anche con sistemi automatici o bendaggi.
2) Completata la prima fase si adoperano dei bendaggi, recupero funzionale dell'arto
superiore tramite ginnastica e linfodrenaggio manuale, esercizi respiratori e metodiche
di rilassamento.
https://www.youtube.com/watch?v=Up_sIKnZ-_g&list=PLrYk-NaukFWXQgtuV35rS1IdFyYimkVUq&index=9
Prima di iniziare la lezione sul linfodrenaggio, viene proiettato un lungo video sul bendaggio
e su come deve posto intorno al distretto corporeo interessato. (Vedi stesso link alla fine
della lezione precedente).
Adesso viene proiettato un altro video nel quale vengono mostrati esempi di esercizi per la
riabilitazione di retrazione della sede ascellare (corda ascellare). Tali esercizi si basano
sull'allungamento dell'arto superiore, agendo in particolare sull'estensione ed abduzione
della spalla. Viene utilizzato come ausilio di supporto per l'esecuzione di questa manovre di
allungamento l'angolo di un muro.
Iniziare il massaggio partendo dalla zona prossimale, ossia le varie stazioni linfonodali
del tronco, per poi concentrare il resto della seduta sulle zone distali, ossia gli arti;
La pressione deve essere regolata in modo da non provocare arrossamenti né dolori.
Evidence from randomized trials and meta-analyses shows that partial and short-term
improvements in fibromyalgia symptoms can be achieved with low doses of antidepressants
and with physical activity such as aerobic and strengthening exercises.
TRATTAMENTO FARMACOLOGICO
Dei trials recenti hanno mostrato che dei neuromodulatori, come gabapentina e
pregabalina, sembrano essere efficaci nel ridurre il dolore e migliorare la qualità del sonno
nella fibromialgia. Inoltre, altri piccoli trials di stimolazione non invasiva hanno mostrato
benefici nel ridurre il dolore.
Una delle difficoltà di questa patologia risiede nella sfera diagnostica in quanto i suoi sintomi
si sovrappongono ad altre patologie. Ciò comporta una maggiore difficoltà specialistica-
sanitaria dell'effettivo riconoscimento della fibromialgia. Ad esempio può essere confusa
con patologie a carico del tessuto connettivo quali:
Stimoli persistenti e intensi di natura nocicettiva generata dai tessuti periferici, possono
portare modificazioni neuroplastiche nel sistema nervoso centrale portando così ad una
ipereccitabilità dei neuroni della corna dorsali del midollo spinale. Ciò determina una:
Ipersensibilità al dolore
Una sommazione temporale del dolore maggiore
Una sensazione chiamata ''wind-up sensation'' che si realizza a livello dei terminali
delle fibre nervose periferiche che porta una amplificazione della sensibilità
dolorifica.
Tutte queste cose messe insieme, fanno sì che tutte queste modificazioni neurofisiologiche
indicano che il dolore induce uno stato di sensibilizzazione centrale per il quale l’aumentata
trasmissione dell’informazione nocicettiva porta a far diventare uno stimolo non-nocivo
come stimolo nocicettivo ed amplificarlo.
In this context, the diagnosis of central and peripheral sensitization is very important because
spinal cord neurons that normally would only be activated by noxious stimuli are now
activated by normally non noxious stimuli, a phenomenon widely known as allodynia
(Hoheisel et al., 1993).
In particolare come antidressivi vengono somministrati sia quelli triciclici sia gli inibitori
selettivi reuptake della serotonina.
Il meccanismo reuptake consiste nel recupero nel vallo sinaptico dei neurotrasmettitori in
più che non hanno reagito con i recettori post sinaptici. Inibendo questo meccanismo si ha
più tempo a disposizione per legarsi ai recettori se si ha una disfunzione di queste sia a livello
qualitativo che quantitativo.
Esempi altri farmaci meno pesanti sono per esempio il Contramal (tramadolo, simile alla
morfina, efficace), il Prozac (neuromodulatore, antidepressivo, efficace), i FANS (non
efficace) e i corticosteroidi (non efficace).
Ci sono evidenza scientifiche che suggeriscono che l’esercizio aerobico, come camminare o
correre, controllato e supervisionato, effettuato su un tapis roulant, in un range di
allenamento tra il 60 e il 75% calibrato secondo l’età (210 - età), per almeno 20 minuti e
almeno 3 giorni a settimana per 6 settimane consecutive, riduce i sintomi della fibromialgia
ed risulta essere efficace per il trattamento della fibromialgia (Sim and Adams, 2002;
Mannerkorpi et al., 2007; Busch et al., 2008; Carville et al., 2008).
Questa è la cosa che sembra meglio funzionare, ovvero l’attività aerobica, per di più l’attività
aerobica, ancora meglio se di gruppo in cui c’è l’elemento socializzante.
La progressione deve essere lenta e graduale. L’attività fisica a basso impatto aerobico come
camminare, nuotare e andare in piscine termali sono le migliori opzioni (Carville et al., 2008).
Questi esercizi devono essere effettuati su una base regolare. La sfida principale è che
queste persone abbiano una buona motivazione mentale a proseguire questo tipo di attività.
I meccanismi che mediante questi esercizi esercitano effetti terapeutici non sono ancora
chiari. Vi sono differenti meccanismi che sono potenzialmente responsabili del
miglioramento dei sintomi nella fibromialgia:
Sembra che l'attività fisica migliori la plasticità efficientemente, dimostrato dall’aumento del
fattore di crescita cerebrale (BDNF - Brain Derived Nerve Factor). E’ possibile inoltre che
questo incremento possa promuovere l’attività di ripristino in altre aree associate con bassi
livelli di attività come le aree coinvolte nei processi esecutivi. In aggiunta, è stato mostrato
che l’esercizio possa diminuire e regolare i processi di elaborazione somatosensoriali
attraverso l’aumento delle afferenze sensoriali e quindi il coinvolgimento di varie famiglie
recettoriali.
AGOPUNTURA
Benefits from acupuncture are less well-documented for fibromyalgia patients, and results
are still controversial (Deluze et al., 1992; Assefi et al., 2005; Martin et al., 2006; Mathew
and Ernst, 2007; Targino et al., 2008). Despite emerging neuroimaging evidence
demonstrating that acupuncture can modulate and decrease neuronal activity at several CNS
structures (Hui et al., 2005; Dhond et al., 2007; Napadow et al., 2007), clinical benefits seem
to be of small magnitude and of short duration (Mathew and Ernst, 2007).
PSICOTERAPIA
Quello che noi facciamo, contrariamente all’ortopedico, è che non aspettiamo che gli episodi
accadano (che avvenga la frattura), ma cerchiamo anche all’interno del percorso riabilitativo
di prevenire le cadute, e abbiamo i mezzi culturali e tecnici, più che fisici, per prevenire le
cadute. Quindi una persona anziana non è che è una verità che debba cadere, è qualcosa
che si può prevenire. Quali sono le conseguenze del caso?
Una vecchietta la conoscevo pure io, che stava campando 100 anni, poi è caduta, entrata nel
circuito perverso della sanità locale, che prima non l’hanno operata, poi hanno fatto passare
15 giorni, e poi quando si doveva operare l’anestesista dice “ma come cavolo la posso
anestetizzare?” perché dopo 15 giorni in ospedale aveva avuto un deperimento delle sue
capacità fisiche (ripeto era completamente autonoma prima), che non era più operabile, ed
è morta in un mare di piaghe da decubito. Subito dopo hanno innescato le procedure per
operare entro le 24 ore (come si fa in ortopedia dal prof. Sessa) i pazienti con frattura d’anca,
ma comunque questo episodio non è accaduto al Vittorio Emanuele, ci tengo a precisarlo.
FRATTURA D’ANCA:
- Potrebbe insorgere nella persona anziana e negli osteoporotici
- Ma anche possiamo trovarla negli emiplegici, quando i parenti gli rompono le scatole
cercando di farli camminare, esagerano e si fratturano l’anca. Quindi incitare al
cammino una persona instabile è assolutamente da attenzionare, spiegatelo alle
sorelle, alle mogli, a non stimolare eccessivamente i parenti a non camminare, se no
possono cadere e fratturarsi.
- Dai 60 anni in poi vi è un aumento esponenziale del rischio di frattura.
FRATTURA DI COLLES:
- Può essere dovuta ad alterazioni neuromotorie
- Alterazione delle reazioni a feedback e feedforward: permettono di mantenere
l’equilibrio e sono quelle sulle quali voi lavorerete soprattutto. Ma tutti dobbiamo
lavorarci anche quando non abbiamo bisogno del fisioterapista.
- Alterazione dei riflessi protettivi para-cadute: se hai già perso l’equilibrio ci sono le
cosiddette reazioni paracadute, che si sviluppano quando il bambino a circa 5-6 mesi:
i bambini che più precocemente sviluppano le reazioni protettive paracadute, sono
quelli che cammineranno prima rispetto agli altri; se vedete che il vostro nipotino a 5
mesi comincia a tirare fuori le braccia quando gli ruotate la pelvi in avanti, vuol dire
che è un buon segno che il bambino camminerà presto. Quindi reazioni protettive
quando uno ha perso l’equilibrio; Se il pz. ha avuto una frattura di Colles siamo sicuri
che questi meccanismi funzionano però potrebbe sviluppare un’alterazione e avere
problemi in una seconda caduta.
- Deterioramento mentale da danni fisici
- Dai 50 ai 60 anni vi è un aumento progressivo del rischio di frattura, dopo di che
rimane più o meno costante negli anni a venire (più frequente nel sesso F).
Tornando a noi, le fratture di Colles, quindi la frattura del terzo distale di ulna e/o radio; che
cosa sta ad indicare la frattura di Colles in una persona di 65-70 anni, anche se nelle donne
possono essere anticipate a causa dei fenomeni osteoporotici.
Di che cosa può essere espressione da un punto di vista neurofisiologico se uno ha una
frattura di Colles? Vi do un indizio: che differenza c’è fra due persone entrambe cadute, una
che ha una frattura di Colles, l’altra un ematoma nella faccia? Chi ha la frattura al polso vuol
dire che il loro meccanismo di difesa funziona, non cadono come dei sacchi di patate; quindi
meglio chi esce le braccia e si frattura il polso, riuscendo a fare funzionare il loro meccanismo
di protezione. L’altra persona evidentemente ha disfunzioni del SNC, voi vi accorgete che c’è
qualcosa che non funziona e che potrebbe anche precedere lo sviluppo di una demenza,
perché noi stiamo vedendo che una serie di segni fisici a carico della locomozione,
precedono il deterioramento mentale, mentre prima si pensava il contrario, invece se uno
osserva con attenzione, vede che ci sono segni di deterioramento mentale preceduti da
segni di deterioramento fisico.
A questo punto abbiamo 2 situazioni: una la classica frattura dell’anca, ora vedremo quali
situazioni la favoriscono (chi ha visto la partita di Marchisio la c’era una bella diagnosi
evidente, lui ha messo l’anca intraruotata, ginocchio in valgo e già si poteva diagnosticare la
lesione LCA). Quindi se voi guardate una persona cadere, dal modo in cui cade potete avere
idea o come vi racconta della sua caduta, potete avere idea di che tipo di lesione abbia
causato.
Le persone anziane possono non avere, sempre per quel discorso legato al deterioramento
cerebrale, dolore legato alla frattura; non vi fate ingannare, nonostante sia un compito del
medico la diagnosi, ma voi dovete conoscere la situazione dei pazienti, il dolore infatti può
essere percepito molto relativamente.
1. Fare delle pause, può sembrare inutile ma effettivamente non bisogna esagerare,
ovviamente certo bisogna evitare la sedentarietà ma non raggiungere l’affaticamento
2. Portare i pesi il più possibile vicino al corpo e con tutte e due le mani o le braccia,
l’autonomia nell’anziano è legata al sapersi gestire, naturalmente non può andare al
supermercato e tornare con tutti i sacchi della spesa.
3. Non stare in piedi quando si può stare seduti e muoversi di tanto in tanto
4. Evitare sforzi inutili
5. Usare le leve con bracci lunghi, vantaggiose;
6. Non fare scale, ancora le scale possono essere un problema per l’anziano, soprattutto
quelli sedentari;
7. Evitare il sovrappeso
8.
Illuminazione:
Illuminazione adeguata
Interruttori all’entrata delle stanze
Pavimenti:
No tappeti o moquette danneggiata, con bordi sollevati
No fili “volanti”
No cera
Bagno:
Pavimenti asciutti e Tappetini anti-sdrucciolo
Sostegni nella vasca e nella doccia
No tazza troppo bassa
Scale:
Corrimano
Gradini con strisce anti-sdrucciolo
Camera da letto:
Luce di sicurezza
No pigiami troppo lunghi
No mobili troppo alti e non avventurarsi su sedie o scale non sicure
Non fare mai nulla “di fretta”
Abbiamo parlato di reazioni posturali e poi abbiamo parlato di forze, equilibrio: quindi voi
dovrete lavorare sull’equilibrio e la forza muscolare di queste persone, specialmente sugli
estensori dell’anca, sui glutei, erettori spinali (spesso nelle persone non va bene) e su tutti i
muscoli che intervengono nelle reazioni posturali.
Allora se mi spingono in avanti quali muscoli attivo per controbilanciare? Quelli della catena
posteriore: gluteo massimo, ischio-crurali, gastrocnemio, erector spinae, cerco di andare
verso dietro.
Se invece mi spingono indietro io attiverò quelli della catena anteriore: iniziando dal tibiale
anteriore, quadricipite, flessori dell’anca, addominali; quindi questi muscoli devono essere
mantenuti efficienti.
Quindi non è solo una cosa generica per la forza, ma devono essere efficienti per quando
arriveranno le chiamate dal SNC che, tramite la percezione della caduta, quindi dalle
Un lavoro di questo può essere la stessa Wii, nell’era tecnologica. Tempo fa c’era la balance
board dei piani oscillanti in cui si dava un colpo e la persona cercava di stare in equilibrio.
Ma anche con la Wii si può cercare di sviluppare il controllo posturale richiesto da quel gioco.
Quindi o esercizi di induzione di instabilità per evocare delle risposte previste o
imprevedibili, oppure un altro tipo di gioco come questi che si possono fare, anche in
palestra riabilitativa, con la Wii, al policlinico lo facevano fare, spesso i pazienti venivano
soprattutto per fare questo.
Poi chiaramente nel momento in cui uno ha queste due cose può anche passare al momento
in cui uno cade realmente: allora stimolare le reazioni paracadute e insegnare alle persone
come alzarsi in caso di caduta e minimizzare la caduta stessa. L’unico fatto è che mentre noi
quando giochiamo a pallone o a tennis comunque impariamo come cadere, insegnare a
cadere ad una persona che ha l’osteoporosi, non vorrei che mentre glielo insegnassimo si
dovesse fratturare; però come alzarsi glielo possiamo insegnare: lo facciamo sdraiare e gli
diciamo “provi ad alzarsi” e si vede quale strategia la persona adopera e si insegna quella
più efficace per alzarsi o chiamare aiuto. Poi ancora dicevamo insegnare a cadere nei limiti
di quello che si può fare perché ovviamente non bisogna evocare delle cadute che possono
dare danni, ma sicuramente come alzarsi questo sì.
Ancora nelle persone a rischio si può usare un hip protector, un qualcosa che aiuta a
proteggere l’anca. Avete mai visto un hip protector? Lo usano anche i portieri, sono dei
cuscini che proteggono l’anca, solitamente per proteggere l’anca dalle fratture. Ma nei
portieri vengono usati non tanto per proteggerli dalle fratture ovviamente, ma soprattutto
vengono usati per proteggerli dalle borsiti, che si possono provocare nell’anca, che possono
infiammare le borse, dei cuscinetti, cadendo centinaia di volte sulle anche quando si
lanciano. Queste protezioni possono essere utili che noi seguiamo.
Poi sono utili le calze elastiche abbiamo detto che quando c’è il linfedema bisogna applicare
prima il bendaggio e poi le calze, sono delle calze talmente strette che è difficile tirarle su, o
arrotolarle come le altre calze, quindi bisogna inserire una specie di guida, dopodiché il piede
scivola dentro la guida, poi si leva la guida e rimane la calza già indossata che poi si può
sistemare, ma non è una cosa facile quindi ci vuole qualcuno che insegni anche questo tipo
di mezzi che servono per favorire l’indossamento di queste calze.
Poi vi è la mano prensile, è qualcosa che serve per prendere oggetti più a distanza. Utili pure
le spugne per la schiena; un noto attrezzo l’ha sperimentato un ragazzo con una grave
disabilità che però aveva compensato. Comunque non riusciva a pulirsi dopo essere andato
in bagno e questo è un movimento complesso; in questo caso bisogna vedere che gesti
quotidiani possono essere molto difficili in realtà e potrebbero essere movimenti cruciali per
una persona, poterli sviluppare o avere un ausilio potrebbe essere di fondamentale
importanza.
Questo articolo ha cambiato la storia della riabilitazione delle cardiopatie in genere; che vuol
dire questo? Che mentre prima i pazienti con una cardiopatia venivano tenuti a letto e non
si potevano muovere al fine di impedire loro sforzi fisici che potessero provocare la morte
secondo le vedute del tempo.
Dopo questo articolo che mise in evidenza che le persone che avevano un danno miocardico,
se venivano sottoposte ad esercizio moderato, avevano delle modificazioni dei parametri
vitali, cardiaci, assolutamente simili a quelli che invece facevano un’attività normale;
variazioni della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, che erano assolutamente
compatibili con i valori associati ad un’attività fisiologica; quindi si cominciò a pensare che
forse tenere ferme queste persone era peggio.
I vostri pazienti per alcuni tipi di attività se gli fate mettere un cardiofrequenzimetro con una
fascia attorno al polso è una cosa utile, in modo da capire le sue reazioni. Per esempio
abbiamo parlato della fibromialgia e abbiamo detto che bisogna stare entro certi range della
frequenza; abbiamo detto come fare i test sotto sforzo.
La prima cosa che dobbiamo fare è la prevenzione, si ottiene mediante l’applicazione di stili
di vita attivi, attività fisica regolare secondo le capacità che ognuno di noi ha o ha mantenuto
nel corso degli anni, cioè se c’è uno di una certa età che non ha mai fatto nulla nella vita non
possiamo esagerare, potrebbe essere utile anche una camminata, mentre una persona che
ha fatto sport può continuare a fare attività fisica; l’attività fisica mantiene efficiente il
sistema cardiorespiratorio, mantiene l’elasticità e flessibilità dei muscoli, legamenti ed
articolazioni; quindi voi dovete assolutamente incentivare le persone vicino a voi a
mantenere uno stile di vita attivo, oltre a questo non si fuma, fumare fa malissimo, non male.
Chi fuma sicuramente avrà una patologia cardiaca, non ci sono dubbi.
Poi naturalmente l’alimentazione ha un suo ruolo, se mangiamo una serie di cose possiamo
danneggiare l’apparato cardiorespiratorio. Se noi introduciamo cibo che non è adeguato,
danneggiamo il sistema che conduce il sangue.
• Prevenzione Secondaria: si tratta di una definizione tecnica che si riferisce alla diagnosi
precoce di una patologia, permettendo così di intervenire precocemente sulla stessa, ma
non evitando o riducendone la comparsa (PAP TEST), nel senso che uno la malattia ormai
l’ha beccata, ma l’ha individuata subito e possiamo trattarla.
• Prevenzione Terziaria: è un termine tecnico relativo non tanto alla prevenzione della
malattia in sé, quanto dei suoi esiti più complessi (complicanze), per esempio le complicanze
del diabete, o delle cardiomiopatie, tenere sotto controllo il diabete permette di evitare le
complicanze.
TIPOLOGIA DELL’INTERVENTO:
Programma individuale
Partecipazione attiva del paziente
Valutazioni mediche
Controllo dei fattori di rischio cardiovascolari
Cambiamento dello stile di vita
Corrette abitudini nutrizionali
Adeguata attività fisica
Se avete in questo momento un paziente con patologia cardiaca cominciate a chiedergli cosa
mangia, quando ha fatto l’ultima visita medica, misurategli la frequenza cardiaca, la
pressione arteriosa, vedete se segue il regime farmacologico che gli è stato prescritto; quindi
questo potrebbe essere una buona maniera per conoscere il vostro paziente, e non ridurlo
ad un’articolazione da mobilizzare; questo vi darà molte informazioni, anche su quello che
fa il paziente quando torna a casa: nel senso che se è un paziente molto scrupoloso fa quello
che voi gli dite a casa, se è uno che se ne frega, fa quelle 4 cose e poi ciao.
Ci sono persone che si sente proprio che fanno puzza di sigaretta, questo è un paziente che
deve essere allertato. Non è una colpa da dargli, anzi è una cosa che ci dispiace, ma bisogna
fargli capire che è una cosa che gli fa male; lui lo sa che fanno male ma, secondo me, non
hanno la coscienza del rischio, oppure non riescono a togliersi questo vizio.
Nel muscolo la quantità di ATP è di 2,5g/kg (per ogni kg di muscolo ne sono presenti 2,5 g);
conoscendo la massa muscolare possiamo sapere quanta ATP è presente. L ATP viene scisso
in ADP+P, ma si riforma subito dopo in presenza di creatinchinasi.
Quando viene superata la cosiddetta soglia anaerobica, dobbiamo attingere alle riserve di
ATP; in questo modo andiamo a interferire col meccanismo del cuore (infatti quando vanno
a finire le riserve il cuore non ha più forza per contrarsi e si ferma). La soglia anaerobica si
può modificare mediante l allenamento.
Nella resintesi dell’ATP, oltre all’ossigeno, possono essere impiegati altri substrati energetici:
1) GLICOGENO: presente nei muscoli e nel fegato
2) ACIDI GRASSI: presenti come trigliceridi nel grasso e nel muscolo
3) PROTEINE: nel digiuno prolungato vengono utilizzate le proteine (che sono le prime
ad essere attaccate quando si fa la dieta. Ad esempio nei pazienti emiparetici, che
spesso sono sovrappeso, bisogna far seguire una dieta corretta per evitare che
vengano attaccate le proteine e perdano la poca forza che hanno).
1) FLUSSO SANGUIGNO: che dipende dalle resistenze periferiche e dalla pressione che
viene impressa al sangue dal cuore; chiaramente se i vasi periferici sono chiusi e
costretti, il cuore dovrà pompare con maggior forza (questo succede nelle persone
anziane, in cui le arteriole sono poco elastiche e deve aumentare la pressione). Inoltre
il flusso dipende da altri parametri come:
o VISCOSITA’: un sangue viscoso ha minor velocità, mentre nel caso delle
anemie, in cui si ha carenza di globuli rossi, la velocità del sangue aumenta. Es:
Eritropoietina sangue + vischioso
Anemia sangue - vischioso
o LUNGHEZZA DEL CIRCOLO (nelle persone amputate questa diminuisce, e di
conseguenza aumenta la velocità). L’aumento del flusso va ad modificare la
respirazione, il funzionamento delle strutture emopoietiche (responsabili della
produzione di eritrociti), e la portata cardiaca.
2) PORTATA CARDIACA (Q= L/min): Indica la capacità del cuore di sostenere la domanda
metabolica di organi e apparati provvedendo al continuo rifornimento di 02.
La portata cardiaca è molto elastica, può andare da 5
litri/min a riposo a 30 litri/min durante uno sforzo
massimale. Questo serve a mantenere il metabolismo
aerobico.
Nel grafico si vede come l’allenamento abbia effetti
positivi sulla portata cardiaca (si arriva gradualmente ai
30 litri e senza bruschi aumenti) sulla gittata sistolica (è
maggiore nei soggetti allenati) e sulla frequenza cardiaca
(aumenta più lentamente nel soggetto allenato e di
conseguenza va ad abbassare la soglia anaerobica).
Si può calcolare come Q = FREQUENZA CARDIACA x GITTATA SISTOLICA
6) VO2 MAX: La determinazione del VO2 max corrisponde alla valutazione della funzione
cardiocircolatoria perché esprime la massima capacità di trasportare e utilizzare l
ossigeno. Il consumo massimale di ossigeno (VO2 max) si misura con
l’ergospirometria, cioè la rilevazione delle concentrazioni di O2 e CO2 nell’aria
espirata durante una prova massimale. Si può effettuare su cicloergometro, nastro
trasportatore o su un ergometro che simuli il gesto tecnico specifico.
FASI DELLA RIABILITAZIONE DEL PAZIENTE CON INFARTO ACUTO DEL MIOCARDIO
Nella prima settimana il pz deve stare tranquillo in camera, alzarsi e muoversi lungo la
stanza, accompagnato ed educato a camminare in sicurezza.
Nella seconda fase, che dura da 4 a 6 settimane, bisogna cominciare a far lavorare questo
muscolo cardiaco, curare il fitness muscolo-scheletrico, mobilizzazione attiva e passiva con
stretching, esercizi contro-resistenza a basso carico con pesi liberi o macchine.
VIDEO VARI:
- https://www.youtube.com/watch?v=bcdkm5WTAuI
- https://www.youtube.com/watch?v=-TMMZsBVX4Q
Parlando di carrozzine, bastoni, ambulatori anteriori e posteriori, entriamo nel campo degli
ausili. La presenza dell’ausilio serve a rendere indipendente una persona per potersi
muovere. E’ un mezzo per prevenire le cadute.
Per capire meglio le problematiche dei vostri pazienti dovete osservare come vengono
posizionati nella carrozzine quando vengono nelle strutture dove lavorate; se le spalle, i
piedi, la schiena vengono sistemati male non si sta facendo attenzione su qualcosa di
veramente importante perché il momento riabilitativo non è solo quello in cui intervenite,
ma riguarda tutta la giornata perché non ha senso che dopo 30 o 45 minuti di terapia il
paziente esce e se ne sta un’ora posizionato male e tutto il lavoro fatto non è servito a
niente; per questo motivo i pazienti devono essere seguiti bene tutto il giorno.
In questa figura dobbiamo evidenziare alcune cose: la posizione delle ginocchia, dei piedi e
delle anche, viene pure presa in considerazione la lordosi lombare nella persona
normodotata, del torace, della testa e delle braccia. Questo sotto è l’allineamento ideale:
Anamnesi
Tono
Riflessi che influenzano la postura
Sensibilità’ esterocettiva integrità della cute
Controllo motorio e forza
Rom
Abilità funzionali e obiettivi
Stato cognitivo
Abilità percettive e visive
Accessibilità ambientale
Trasporti
La prima cosa che faccio quando viene un bambino in carrozzina sono le misure di
quest’ultima. Il motivo è perché in molti casi si prendono delle carrozzine di misura precisa
a bambini che poi cresceranno oppure ci sono carrozzine che d’estate vanno bene e poi in
inverno vengono cambiate perché non si erano considerati i vestiti più pesanti. La
prescrizione delle sedie dura sei anni quindi è un problema se la sedia non va bene già dopo
sei mesi. Il medico prescrittore ha questi compiti e voi dovete vigilare. Durante la
prescrizione bisogna verificare se c’è ipotono o ipertono, sensibilità esterocettiva, integrità
della cute (mi riferisco alle piaghe da decubito o alle zone che potrebbero esserne esposte),
una buona forza muscolare, l’escursione articolare (le ginocchia, le caviglie, ecc.).
Alla base delle carrozzine c’è un progetto tecnico che viene effettuato dalla ditta su richiesta
del medico e poi viene valutato sia dal medico prescrittore che dal fisioterapista che segue
il paziente i quali stilano un progetto riabilitativo. In questo progetto inseriamoci pure i
genitori perché se noi non conosciamo l’ambiente in cui vive e la presenza di possibili
barriere architettoniche (scale, casa piccola, porte strette) non abbiamo concluso niente.
Poi bisogna considerare anche lo stato cognitivo del paziente (sulla possibilità di affidare o
meno carrozzine elettroniche).
QUADRI DI DEFORMITA’:
Inoltre bisogna capire quando si prescrive una carrozzina se la deformità del bambino è fissa
o mobilizzabile: se la deformità è fissa è la carrozzina che si deve adattare al bambino, se la
deformità è mobilizzabile sarà il paziente ad adattarsi alla carrozzina oppure se è prevista
una chirurgia e la deformità è fissa dobbiamo aspettare.
Noi dobbiamo distinguere le carrozzine: in quelle da uso domestico, cittadino; poi vi sono le
carrozzine pieghevoli che sono momentanee, non vi è il supporto lombare (in queste
carrozzine non vi può stare tutta la giornata perché poi il paziente comincia a soffrire).
Vi sono degli ausili da usare insieme alla carrozzina, uno di questi è il cuneo divaricatore, che
si usa quando vi è uno scivolamento anteriore (molto comune ma che è una delle prime cose
da evitare perché visto che poi quella posizione non si può cambiare, i muscoli si accorciano
e la posizione in futuro è più difficile da modificare).
Blocco delle tuberosità ischiatiche per impedire la inclinazione posteriore della pelvi
Sostegno lombare
Cintura anteriore a livello dell’anca
Una delle prime cose che faccio quando viene un bambino in carrozzina è
controllare il posizionamento del tratto lombare della colonna vertebrale.
Per evitare di fare scivolare le persone si può usare quindi una cintura a
livello dell’anca o anche due che sono più utili rispetto al cuneo divaricatore.
Per evitare le piaghe bisogna disperdere la pressione e non farla esercitare in un piccolo
punto. Per evitare le piaghe si usano materiali molto comodi. La seduta è costituita da
materiale anti decubito, molto mobile.
Un’altra cosa che dovrete guardare è la pulizia delle carrozzine voi vi rendete conto se le
persone seguono i loro bambini, ma non bisogna essere dei cattivi giudici, semplicemente
per rendervi conto delle difficoltà che può avere una mamma: Per esempio prendere una
sedia che costa di più, ma che è più facile da lavare e da gestire.
Il bastone può essere in legno o in alluminio. La cosa importante è l’altezza del bastone: il
braccio non deve essere né troppo piegato né troppo allungato (circa 18° al gomito) ed in
particolare l’appoggio del bastone deve essere piatto.
ORTESI
L’ortesi è un presidio ortopedico che viene applicato direttamente al corpo del paziente in
presenza dell’organo al contrario della protesi che va a sostituire l’organo; le dentiere per
esempio sono delle protesi, gli apparecchi acustici sono delle ortesi, come i plantari.
Differenza tra una protesi nel paziente neurologico e una protesi nel paziente ortopedico:
- Nel paziente neurologico andiamo a modificare uno schema motorio: al cervello
arriveranno una serie di impulsi diversi;
- Nel paziente ortopedico ha un ruolo di immobilizzamento dell’arto e recupero
dell’osso e dell’articolazione.
Certe volte nei tutori fanno anche questa finestrella per evitare la stimolazione
esterocettiva della pelle al di sopra del tricipite della sura che dà origine alla
spasticità dei piedi (ma non ha molta validità scientifica)