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con
Gurdjieff
Trascrizione integrale degli insegnamenti
trasmessi a Parigi in Rue des Colonels-Renard
1941-1943
Stai per entrare all'interno di un gruppo di studio degli
insegnamenti di Gurdj ieff, e all'inizio potresti trovarti
disorientato. Non avrai indicazioni sull'aspetto fisico,
sulla professione o sulla formazione degli studenti, né
sulle idee a cui si allude. Al contrario, tutto potrebbe
sembrarti astruso e incomprensibile.
12,90€ www.tlon.it
ISBN: 978-88-99684-15-0
9 788899 684150
Georges I. Gurdjieff
INCONTRI CON
GURDJIEFF
Trascrizione integrale degli insegnamenti trasmessi a
Parigi in Rue cles Colonels-Renard
1 94 1 - 1 943
Progetto grafico
Andrea Colamedici, Andrea Pizzari
Traduzione
Arianna Formentin, Matteo Trevisani, Maura Gancitano
PRIMO INCONTRO 15
Domenica 7 dicembre 1941
SECONDO INCONTRO 25
Giovedì 11 marzo 1943
TERZO INCONTRO 29
Giovedì 18 marzo 1943
QUARTO INCONTRO 33
Giovedì 8 aprile 1943
QUINTO INCONTRO 37
Giovedì 29 aprile 1943
SESTO INCONTRO 41
Giovedì l luglio 1943
SETTIMO INCONTRO 49
Giovedì 22 luglio 1943
OTTAVO INCONTRO 59
Giovedì 29 luglio 1943
NONO INCONTRO 69
Giovedì 16 settembre 1943
DECIMO INCONTRO 75
Giovedì 16 settembre 1943
UNDICESIMO INCONTRO 87
Giovedì 18 settembre 1943
DODICESIMO INCONTRO 97
Giovedì 25 settembre 1943
TREDICESIMO INCONTRO 1 03
Giovedì 30 settembre 1943
QUATTORDICESIMO INCONTRO 1 09
Venerdì 8 ottobre 1943
QUINDICESIMO INCONTRO 1 25
Sabato 16 ottobre 1943
SEDICESIMO INCONTRO 1 37
Giovedì 12 ottobre 1943
DICIASSETTESIMO INCONTRO 1 53
Giovedì 28 ottobre 1943
DICIOTTESIMO INCONTRO 171
Giovedì 9 dicembre 1943
7
Per evitare che il disorientamento ti impedisca di
godere della lettura, proverò a darti qualche indicazio
ne sulle idee gurdjieffiane trattate in quest'opera. T ieni
conto, però, che una spiegazione intellettuale di queste
idee è sempre fallimentare. Non si può comprendere
questo insegnamento se non percependolo contempo
raneamente con tutti i tre centri da cui, per Gurdjieff,
è composto l'essere umano: centro istintivo-motorio,
centro emozionale e centro intellettuale. Non è dunque
possibile dare una definizione davvero esaustiva delle
sue idee, ma solo un'allusione, una guida minima. Ogni
tentativo di sistematizzazione è una pia illusione.
Ecco perché la prima opera di Gurdjieff, I Racconti di
Belzebù a suo nipote, più volte citata in questo libro, non
è un manuale, ma un testo di fantascienza costruito per
veicolare delle idee esoteriche presentate con dei nomi
altisonanti e palesemente inventati, con il solo scopo di
rompere il centroformatorio del lettore, cioè quell'appara
to - che nel libro viene chiamato kundabziffer, cioè "me
ga-respingente" - che seleziona e cataloga tutti gli sti
moli e gli accadimenti, rendendoli innocui e riducendoli
a eventi ordinari. Il centro formatorio permette che a
ogni azione segua una reazione meccanica pre-determi
nata, che si oppone all'ingresso dell'ignoto e del miraco
loso nella vita dell'uomo. Il centro formatorio impedisce
di comprendere davvero ciò che accade nella vita e ciò
che si è, e appiattisce ogni cosa a un livello ordinario di
coscienza, rappresentando quindi il principale nemico
di ogni essere umano che desideri evolvere.
Se nelle macchine o nei vagoni ferroviari ammortiz
zano gli urti, nell'essere umano i respingenti attutiscono
8
l'urto della realtà, cioè gli impediscono di vedere le cose
per come sono, di percepire le proprie contraddizioni, la
frammentarietà di sé, e lo salvano dalla pazzia. Gli am
mortizzatori si formano e si cristallizzano nel corso degli
anni a causa dell'educazione, della morale, delle con
venzioni, del sapere ufficiale, e appiattiscono pensieri e
sentimenti a un livello grossolano, impedendo all'uomo
di sperimentare veri pensieri e vere emozioni. Non può
esserci un lavoro su di sé che non abbia come scopo pri
mario quello di distruggere il centro formatorio. Ecco
perché il compito che Gurdjieff si propone prima di scri
vere I Racconti di Belzebù è questo: «Estirpare dal pensiero
e dal sentimento del lettore, spietatamente e senza il mi
nimo compromesso, le credenze e le opinioni, radicate
da secoli nello psichismo degli uomini, riguardanti tutto
ciò che esiste al mondo».
La ragione, dunque, per cui Gurdjieff viene spesso
considerato un esponente della pedagogia nera e di un
esoterismo pessimista e negativo è proprio questa: ritie
ne che l'essere umano non possa fare alcunché, né ama
re, prima di aver distrutto il proprio centro formatorio.
Il modo in cui cerca di aiutarlo, «spietatamente e senza
il minimo compromesso», non ha niente a che vedere
con ciò che fanno la morale cattolica e la New Age, che
al contrario puntano tutto sulla consolazione e sul pote
re nascosto nell'essere umano. Sull'abbandonarsi, e non
sullo sviluppo dell'attenzione.
La presenza dei respingenti porta l'essere umano a
identificarsi con ogni cosa della vita ordinaria: con il pro
prio lavoro, con il proprio partner, con ciò che possiede,
con ciò che non possiede e che vorrebbe possedere. Esse-
9
re identificati significa pensare di essere i propri pensieri,
i propri sentimenti e le proprie sensazioni, confondendo
colui che prova con ciò che viene provato, e rendendo in
tal modo impossibile una visione oggettiva di sé stessi.
Nello stato ordinario l'essere umano si trova injàl
sa personalità, cioè indossa una maschera composta da
quell'insieme di condizionamenti familiari, sociali e cul
turali che gli impediscono di conoscere ed esprimere la
propria essenza, ovvero ciò che di più genuino c'è in lui,
la sua natura più profonda, quella sostanza grezza che,
educata e lavorata, può permettere all'uomo di costruir
si un'anima. Essere in falsa personalità significa mentire
costantemente non solo agli altri, ma principalmente a
sé stessi. Significa mancare di sincerità e di considerazio
ne esterna. Oltre a identificarsi, infatti, l'uomo considera
internamente. Si offende per ogni piccola mancanza
di comprensione, riconoscimento, apprezzamento, si
aspetta di essere sempre al centro dell'attenzione, di es
sere approvato, e si identifica con ciò che gli altri pen
sano di lui, con il modo in cui lo trattano, con il loro
atteggiamento nei suoi confronti. E non è mai davvero
soddisfatto: pensa che la gente non lo apprezzi abba
stanza, che non sia abbastanza gentile con lui, e si sente
sempre in difetto, si vergogna sempre di qualcosa. Tutto
ciò lo tormenta, lo preoccupa, lo offende e lo rende per
maloso e sospettoso. E in tal modo gli ruba ogni energia,
lo svuota, gli impedisce di agire davvero. Ecco perché per
Gurdjieff l'uomo nonfo: è talmente preso dall'identifi
cazione e dalla considerazione che nella sua vita non
rimane alcuno spazio per un'azione consapevole. La
considerazione esterna è l'esatto contrario. Per questa
lO
ragione, nel corso degli incontri Gurdjieff prende in giro
gli interlocutori, li sbeffeggia, dà loro dei nomignoli o
dice cose palesemente assurde: vuole colpire la loro con
siderazione interna.
Del resto la falsa personalità, cioè la maschera che
ciascuno di noi ha sviluppato, è piena di sfaccettature:
possiamo osservare diversi "Io" che prendono spazio du
rante la nostra giornata, e che spesso si avvicendano con
grande rapidità. Ci sono dentro di noi "Io" totalmente
diversi, che vanno spesso in direzioni opposte. Alcuni
"Io" possono essere interessati al lavoro interiore, men
tre altri non sanno neppure cosa ciò voglia dire. Iniziare
a osservare l'avvicendamento degli "Io" significa inizia
re a smettere di essere identificati, separarsi internamente.
La natura di un essere umano non consapevole è
dunque frammentaria, mutevole. Occorre dare spazio
all"'lo di Lavoro", quella parte di noi che intende evol
vere, accedere alla propria vera natura e giungere alla
costruzione dell'anima. L"'Io di Lavoro" deve imparare
a controllare le funzioni, cioè i centri, per permettere
all'uomo di accedere consapevolmente ai centri supe
riori (centro emozionale superiore e centro intellettuale
superiore). Non ha dunque senso la ricerca delle cosid
dette esperienze di picco se le funzioni ordinarie non
lavorano ancora correttamente, se l'essere umano non
è in grado di controllarle. Gurdjieff accenna anche a un
quinto centro, che controlla l'energia più importante
che l'uomo possiede, quella sessuale.
Per Gurdjieff, l'immaginazione non è una facoltà co
noscitiva, ma viene assimilata alla fantasticheria, alla
menzogna. Essere in immaginazione significa non esse-
11
re in grado di vedere le cose come stanno e sé stessi per
come si è davvero. L'immaginazione non è un pensiero
consapevole o intenzionale, non è la visualizzazione di
qualcosa di vero, ma ha a che fare con la mutevolezza,
la frammentarietà degli "lo" del soggetto. Il lettore non
pensi che Gurdjjieff fosse contrario al gioco o alla fan
tasia, tutt'altro. I Racconti di Belzebù è un chiaro esempio
di opera narrativa in cui l'elemento immaginativo viene
usato per veicolare delle idee esoteriche sull'essere uma
no e sul pianeta Terra. Quando si parla di immagina
zione nel sistema gurdjieffiano, però, si fa sempre riferi
mento alla mutevolezza delle credenze e dei sentimenti
umani. Allo stesso modo, è soggettivo ciò che ha a che fare
con l'immaginazione e la mutevolezza (e dunque non ha
alcun valore), mentre è oggettivo ciò che è consapevole.
Nel gruppo di Rue cles Colonels-Renard ciascuno
era invitato a lavorare su di sé, a svolgere degli esercizi
e a osservare ciò che gli accadeva, ma aveva anche dei
compiti da svolgere insieme ad altri. Se l'essere uma
no ordinario maschera il proprio egoismo con un falso
altruismo, Gurdjieff invitava a essere consapevolmente
egoisti, a lavorare per sé stessi, a guardare in faccia i
propri impulsi più grossolani; allo stesso tempo, sugge
riva agli studenti di lavorare in coppia, in modo da svi
luppare una dinamica di mutuo aiuto. Come due per
sone con mani e braccia legate, incapaci di alzarsi, che
possono farlo solo se, schiena contro schiena, fanno leva
l'una sull'altra. Questo iforzo comune può avvenire solo
tra esseri umani che fanno lo stesso lavoro di evoluzione
interiore, cioè che hanno un "Io di Lavoro". Non ha
senso, al contrario, aiutare qualcuno che è completa-
12
mente identificato con la realtà ordinaria e che non ha
intenzione di evolvere, perché sarebbe del tutto inuti
le. Questa idea, purtroppo, è stata manipolata da tutti
i gruppi successivi a Gurdjieff, che l'hanno usata per
creare un ambiente settario e un legame con il Maestro
del gruppo, cioè per portare gli studenti a tagliare ogni
legame con il mondo esterno e a chiudersi all'interno
delle mura della scuola.
Nel corso degli incontri riportati in questo libro si fa
inoltre riferimento alla Legge del Sette, probabilmen
te l'idea più complessa del sistema di Gurdjieff, e per
questo molto difficile da rendere in breve. Si tratta del
la Legge che dimostra che nessun processo sulla Terra
procede senza interruzioni. Come in una scala musicale
(DO-RE-MI-FA-SOL-LA-SI-DO), ogni cosa conosce due in
tervalli: il MI-FA, intervallo di prosecuzione, e SI-DO, in
tervallo di trasformazione. Un uomo cosciente sa come
suonare il DO, cioè sa come dare inizio a un'ottava con
sapevole, ed è in grado di lasciare spazio agli shock, che
hanno il compito di riempire e superare gli intervalli.
È importante sottolineare che Gurdjieff definisce uomo
solo l'essere umano cosciente, che ha distrutto il centro
formatorio, ha il controllo delle proprie funzioni ed è
in grado di accedere ai centri superiori. Un uomo che
abbia raggiunto questo stadio non è per Gurdjieff un
essere straordinario, ma è un uomo normale, cioè ciò che
l'essere umano dovrebbe essere davvero. Ciò che inve
ce è di solito è merda, non-entità, nullità. In altre parole, è
come se non esistesse ancora.
Alcuni degli studenti del gruppo di Rue cles Colo
nels-Renard avevano una buona conoscenza del siste-
13
ma, altri erano appena arrivati o, pur frequentando da
tempo, avevano compreso molto poco. Ciò spiega il fat
to che alcuni partecipassero solo agli incontri del giovedì
e altri anche all'appuntamento della domenica. E ciò
spiega anche le imprecisioni che i traduttori di questo
libro si sono trovati ad affrontare durante il lavoro sul te
sto: chi ha preso questi appunti - inizialmente trascritti
in francese e poi apparsi in inglese, nell'unica edizione
finora esistente- ha il merito di averci restituito l'atmo
sfera del gruppo, ma è caduto nelle classiche dijàillance
dei trascrittori. Il lettore troverà quindi incontri che non
hanno una data precisa, date che si ripetono, nomi pre
senti con molteplici abbreviazioni. I traduttori hanno
cercato di correggere gli errori laddove fossero palesi,
ma hanno scelto di non manipolare eccessivamente il
testo per non guastarne l'autenticità.
Maura Gancitano
14
PRIMO INCONTRO
Domenica 7 dicembre 1 94 1
15
be rassicurarla. Potrei rassicurarla completamente, ma
occorre che lei lavori per conto suo.
16
Domanda: È dall'inizio del lavoro che ho questo desi
derio.
17
lei è più forte e che lui non è niente. Non ho fiducia nei
tipi artistici che vivono in immaginazione, che hanno
idee dietro la loro testa, non dentro, e pensano di sentire
e di fare esperienza, ma in realtà sono presi soltanto da
cose esterne. Vivono solo in superficie, all'esterno, non
dentro, non in sé stessi. Gli artisti non sanno nulla della
realtà, eppure immaginano di sapere. Non si fidi di sé
stesso. Ci entri, entri in tutte le parti che la compongo
no. È assolutamente necessario imparare a sentire e a
pensare allo stesso tempo, in tutto ciò che si fa, nella vita
di tutti i giorni. Lei è una persona vuota.
Gurdjieff: Sì.
18
Domanda: Se qualcuno si mettesse in contatto con que
sta immagine, e una seconda persona si mettesse in con
tatto con la prima, e una terza e una quarta, potrebbero
ricevere tutti questa immagine?
19
alcuna associazione mentale, non ci sarà spazio per essa,
perché lei sarà occupato a fissare il punto e a mantenere
la posizione delle braccia. Lo faccia da seduto, poi in piedi
e poi in ginocchio. Venticinque minuti in ogni posizione,
molte volte al giorno- o meno. Una volta ho avuto uno
studente che riusciva a stare due ore senza muovere le
braccia di un millimetro. Per altre cose era una nullità.
20
Gurdjieff: Non si tratta di una porta sola, ma di molte
porte. Deve aprire tutte le porte, impari a farlo.
21
sua madre. Il lavoro - goccia, dopo goccia, dopo goccia
- accumulato nel corso di giorni, mesi, anni, secoli forse
darà qualche risultato.
22
zoletto, lo strizzi e se lo metta sulla pelle. Il contatto la
aiuterà a ricordare. Quando diventa asciutto, cominci
da capo. La chiave di tutto è rimanere separato. Il no
stro scopo è avere una costante sensazione di unità in sé
stessi, dell'individualità di sé, e questa sensazione non
può essere espressa intellettualmente, perché è organi
ca. È una cosa che ti rende indipendente quando sei tra
altre persone.
23
SECONDO INCONTRO
Giovedì 1 1 marzo 1 943
Lanctin: Come?
25
Gurdjieff: Sì, ma lei sarebbe debole anche senza la testa.
'
26
Gurdjieff: Qui c'è un piccolo segreto: lei è un grande
egoista. Solo lei conosce sé stesso. Lei non ha alcuna re
sponsabilità, ed è per questo che le manca la forza di cui
parla. Lei è in debito per tutto ciò che ha, per tutto ciò
che la costituisce, e deve ripagare per tutto, solo in que
sto modo potrà avere altre cose. Ma invece di compren
derlo, lei si stupisce di non aver ricevuto ancora di più.
27
TERZO INCONTRO
Giovedì 1 8 marzo 1 943
29
Deve lottare senza pietà e questa lotta produrrà in lei
la sostanza che, con il mio aiuto, potrà creare in lei un
vero "lo".
Gurdjieff: Perché lei non fa. Per prendere per sé ciò che
si trova su questo tavolo, deve andare sul tavolo. Altri
menti non sarà mai in grado di andare oltre. Può con
tinuare a vivere così per altri dieci anni, mille anni, non
cambierà mai. Neppure Dio, anche se lo desiderasse,
potrebbe aiutarla. Non ne avrebbe il diritto. Solo lei può
lottare contro la sua pigrizia. Ci sono due tendenze den
tro di lei, ma lei dorme. Deve alzarsi e lottare.
30
in cui deve lavorare. Se questa tendenza non esistesse bi
sognerebbe sostituirla, mettere qualcos'altro dentro di lei.
È anche un modo per ricordare. Ogni volta che la sente
pensi al suo lavoro. È un bene che lei veda la sua pigrizia,
perché molte persone sono pigre, ma non lo vedono.
31
tornate di nuovo. Ho un intenso desiderio di lavorare,
di ricordarmi di me, ma non sono in grado di farlo. Il
mio corpo non mi obbedisce più. È il corpo a essere il
padrone.
32
QUARTO INCONTRO
Giovedì 8 aprile 1 943
33
ancora astrologi, molto tempo fa, quando dovevano
promettere di sacrificare il sonno, la fatica e la sofferen
za per gli altri.
34
scorie si accumulano nel cervello (il medico questo non
lo sa, così come non conosce il ruolo dell'appendice nella
digestione e la rifiuta come una scoria).
N on deve mescolare per forza gli atti sessuali con il
sentimento. A volte è normale che coincidano, ma l'atto
sessuale è una funzione. Lo si può considerare esterno a
sé, anche se l'amore è interno. L'amore è amore. Non ha
alcun bisogno del sesso. Lo si può provare per una perso
na dello stesso sesso, persino per un animale, e la funzio
ne sessuale in quel caso non si mischia. A volte invece è
normale unirle, è uno degli aspetti dell'amore. È più facile
amare così, anche se allo stesso tempo poi è complicato
rimanere imparziali come l'amore richiede. Allo stesso
modo: se si considera la funzione sessuale necessaria da
un punto di vista medico, perché si dovrebbe amare un ri
medio, una medicina? In origine l'atto sessuale dev'essere
stato effettuato solo per la riproduzione della specie, ma a
poco a poco gli uomini ne hanno fatto uno strumento di
piacere. Doveva essere un atto sacro. Bisogna sapere che
questo seme divino, lo sperma, ha anche un'altra funzio
ne: quella di creare in noi un secondo corpo. Per questo
motivo la frase: «Felice colui che comprende la funzione
degli hexioeklzan'2 per la trasformazione del proprio essere.
Infelice colui che li usa in modo unilaterale)).
2 Cfr. G.I. Gurdjieff, I racconti di Be/.zybù a suo nipote, Neri Pozza, Vicenza
2009, p. 239 e ss.: «La sostanza sacra che si elabora nella presenza di
tutti gli esseri viene quasi dappertutto chiamata hexioekhari; sul pianeta
Terra, i tuoi beniamini la definiscono "sperma">>. [NdR]
35
Gurdjieff: Perché in origine conoscevano l'uso di questa
sostanza, e da qui la castità dei monaci. Ora questa co
noscenza è stata dimenticata e rimane soltanto la proi
bizione, che attira sui monaci molte malattie e disordini.
Guardi i preti, per esempio, quando diventano "grassi
come maiali", poiché l'urgenza di mangiare li domina,
o quando sono "magri come il diavolo", e hanno dentro
poco amore per gli altri; i grassi sono meno pericolosi e
più gentili.
36
QUINTO INCONTRO
Giovedì 29 aprile 1 943
37
stato di cambiamento, instabile, inconsistente. È come
se lei fosse un treno con molti passeggeri occasionali.
Deve acquisire un "Io" immutabile. È questa la cosa più
importante su cui deve concentrarsi.
38
riale esteriore o interiore. Ma lei ha del materiale interio
re, materiale informativo. A seconda che questa cosa che si
è formata in lei sia più pesante o più leggera, può uscire o
entrare in lei. Essa sale e scende secondo il suo peso. Forse
solo lui è il mio vero studente, poiché ogni volta che dice
"lo sono", lo sente risuonare nello stesso posto dentro di
sé. Lui che sente sé stesso identico in tutti i momenti.
39
to sapere qual è il suo compito e svolgerlo interiormen
te. L'altra persona, che ne sia cosciente oppure no, sta
recitando il suo ruolo, il suo personaggio. Lei nou sa chi
sia questa persona, non la conosce. Non è importante.
Quello che è importante per lei è il suo compito inte
nore.
40
SESTO INCONTRO
Giovedì l luglio 1 943
41
ruolo senza partecipaiVÌ, senza identificaiVÌsi. Si ricordi
quanto vale: niente. Lavori, lavori e lavori per riuscire a
cambiare quel niente in qualcosa di definito.
L'educazione crea una maschera. Quando vede le
persone, lei crede in questa maschera. Quando la ma- ·
schera cade anche lei vede che le persone che ha di fron
te sono merda, come lei. Non importa chi ha di fronte,
sono tutte maschere. Se guarda più attentamente, con
imparzialità, vedrà che non sempre si è in grado dì tene
re su la maschera. L'altra persona non è niente, lei non
è niente, anche se ha davanti un colonello, un senatore o
un milionario. Quello che vede sono solo le combinazio
ni della vita. Il padre della persona che sta vedendo era
esattamente come lei, così come il nonno, e trae profitto
da questo. Ma per sé stesso egli rappresenta solo una
nullità.
Un uomo, che è niente, può comprendere la sua
nullità e lavorare su sé stesso per cambiarla. Allora
'
42
Sim.: Per molto tempo ho notato che, riguardo a· que
stioni molto diverse tra loro, una voce interiore mi dice
va cosa dovevo fare. La percepivo, sentivo cosa diceva,
ma senza mettere in atto ciò che essa mi diceva di fare.
Poi, quando ho agito altrimenti e l'ho seguita, mi sono
accorto che la voce aveva sempre ragione. Mi piacereb
be sapere se dovrei evitare di fare attenzione a essa, o al
contrario seguirla di più.
43
Gurdjieff: Vedremo, questo è quello che pensa lei. Ma
gari è il contrario, può darsi che sia un caso psichiatrico.
Non voglio credere a niente tranne che alle statistiche.
Quello che lei dice è soggettivo, non so come stiano le
cose oggettivamente.
44
un grande segreto che non dovrebbe usare. n lavoro è una
cosa, la vita un'altra cosa. Mercoledì, venerdì, domeni
ca: faccia quello che vuole. Mandi al diavolo tutti gli altri
pensieri. Se li mescola si ostacoleranno a vicenda.
45
Gurdjieff: Nella vita, chi lavora diventa un attore, un vero
attore. Essere un attore significa recitare un ruolo e la vita
è un teatro, in cui ogni uomo recita un ruolo. Lo cambia
ogni giorno: oggi uno, domani un altro. Un buon attore è
solo chi riesce a ricordarsi di sé e a recitare il proprio ruolo
consapevolmente, indipendentemente da quale ruolo sia.
46
Dr. Aboulker: Che cosa c'è di buono nel possedere degli
schiavi?
47
Dr. Be.: Ma non bisognerebbe smettere di usare egoisti
camente il proprio potere sugli altri?
48
SETTIMO INCONTRO
Giovedì 22 luglio 1 943
49
pio, sul ricordo di sé, sulle condizioni negative, sulle
identificazioni. Non ottengo risultati con tutto questo.
Io cerco di fare tutto insieme. Mi piacerebbe lavorare su
una cosa sola.
50
momento questo esercizio è il suo Dio, vale più dei suoi
genitori, lo faccia finché non le dirò che è abbastanza.
51
tutte le cose esterne, verso chiunque altro. Per esempio,
P. è matto: lui è matto. La natura lo ha fatto così - il
padre, il nonno - lui è matto, ma a me non dà fastidio il
suo essere matto. Lo guardo come si guarda un matto,
provo pietà per lui. Ecco cosa si definisce imparzialità.
Guardi tutte le sue manifestazioni in questo modo: quali
possono essere le manifestazioni di un uomo folle? Ci
sono diversi modi, uno potrebbe reggere la sigaretta così
[si mette in bocca il lato acceso] ; una persona normale non
potrebbe mai farlo. Ma io non sono arrabbiato, io ne ho
pietà.
52
mai sé stesso. Una parte viene dall'eredità, una dall'e
ducazione, la terza dal suo comportamento in gioventù.
53
i gesti. In quel momento cambierà. Il tempo cosmico
deve scorrere nel modo in cui sarà necessario per lei. Lei
è lei. Anche le leggi cosmiche sottostanno all'unità, non
importa quanto piccola questa unità sia.
54
altro. Non è necessario avere un apparato speciale, può
darsi che lei abbia già un assaggio di "lo sono", della
qualità dell'emozione che prova.
55
Gurdjieff: Non servono grandi cose. Se lei sa di essere
zero, se ha compreso di essere una merda, un niente, se
non desidera essere una merda e se questo è il suo pun
to di partenza nella conoscenza, allora deve rischiare.
Quello o niente. Se ha già sentito la possibilità di essere
qualcos'altro allora non rischia niente. Perché ha paura?
Non ha niente da perdere, non si compatisca. Per me
la merda è una cosa di poco valore, addirittura si paga
qualcuno per farla portare via. Ora, mio caro ospite, sul
serio, ha compreso la mia risposta? È soddisfatto della
mia risposta alla sua prima domanda? Bene, prenda il
suo libretto degli assegni e scriva sulla copertina (non
dentro, dentro non c'è la copertina), all'esterno, per ri
cordarselo: "colui che guarda, sempre ricorda". Vede,
dentro quel libretto non c'è alcuna risorsa. Quando la
guerra sarà finita, le chiederò di guardare a quanto am
monta quello che ha scritto sulla copertina, e poi di scri
vere il totale all'interno. C'è una legge cosmica, una leg
ge oggettiva che dice che ogni soddisfazione deve essere
pagata con un'insoddisfazione. E per ogni insoddisfazio
ne un uomo dovrà prima o poi pagare con una soddi
sfazione. Si raccoglie quello che si semina. Per ricordarsi
di sé un uomo scrive sul suo libretto degli assegni. C'è
un forte legame tra il libretto degli assegni e queste do
mande. I libri e i quaderni si perdono e si cambiano, ma
questo no, questo non cambia. Quando avrà qualcosa,
sarà in grado di valutaria in termini di due, tre, quattro
zeri. È una cosa pratica, che riguarda la vita. Mi rincre
sce che T. non abbia programmato una soddisfazione,
mi sarei subito fatto venire in mente un'insoddisfazione
per lui. P. , ha capito perché parlo così spesso del libretto
56
degli assegni? Perché - consciamente, inconsciamente,
automaticamente - so come ricordare il libretto degli
assegni?
57
OTTAVO INCONTRO
Giovedì 29 luglio 1 943
59
Simone: Per questo faccio la domanda. Sono lì e mi sen
to troppo tranquilla.
60
Gurdjieff: '�ttivo" o "passivo" sono cose che non esisto
no per il suo vero "Me". Dipende dal suo stato. Le cose
esterne sono indifferenti. A volte pensa che qualcosa sia
negativo, ma magari è il contrario. Per avere una verità
concreta non deve pensare al suo stato, e non stia lì a
filosofeggiare: osservi soltanto, punti al suo vero "Me".
61
Gurdjieff: Si ricordi che ho detto che l'uomo non è un
maiale, non può scoppiare quando mangia. Il maiale ha
uno stomaco normale e non può mangiare più di quan
to il suo stomaco gli permette, altrimenti scoppierebbe.
L'uomo è una canaglia, ha uno stomaco di gomma. È
peggio di un maiale: ingoia, ingoia senza scoppiare mai.
E non solo lo stomaco, ma tutti gli organi sono di gom
ma. Ma a poco a poco finisce con il degenerare, per
ché persino la gomma se non viene usata si restringe. È
solo riportandolo a dimensioni mille volte maggiori che
l 'uomo sarà come deve essere. "Scoppiare" è una parola
fantastica: solo il maiale può scoppiare, l'uomo non può.
Il maiale ha uno stomaco normale, mentre l'uomo ce
l'ha di gomma, come tutto. Continui senza avere pau
ra. Se questo per lei è dieci volte più forte, bene, andrà
dieci volte più velocemente qui nel gruppo. È abituato
a ingoiare come un maiale, ma non mangia mai bene.
Solo ora comincia a capire che cosa vuol dire mangiare
veramente. Non abbia paura. Continui, continui. Lasci
perdere la sensazione che prova ogni volta che si espan
de, è come un bambino che ha il singhiozzo perché ha
mangiato troppo, la natura gli allarga lo stomaco. Un
bambino può avere il singhiozzo un migliaio di volte.
Lei è alla prima. Non abbia paura: lo avrà altre nove
centonovantanove volte.
62
Gurdjieff: Questa è la prova che lei non sa che cosa sta
cercando. Si interessa di queste domande senza coinvol
gere l'istinto. Ha detto molto bene, capisco perché non
va avanti. So perché batte i piedi sul posto, uno, due,
uno, due: finora il suo istinto era da solo. Non ha mai
preso parte al lavoro che fa. Le darò una serie di esercizi,
ma deve capire quello che ho spiegato. Lei ha sentito
che la sua interiorità non è mai interessata alle cose sulle
quali lavoriamo. C'è qualcosa in lei che rimane separa
to, che resta a guardare mentre un'altra parte di lei fa
qualcos'altro. Lei lavora senza istinto. Tutto lavora - la
testa, le emozioni - tutto tranne quello che deve farlo.
Finora non ha mai fatto nulla perché questo cambiasse.
63
questo è un altro impulso che si sostituisce, troppo de
bole perché lei possa accorgersene, e allora immagina di
non avere più emozioni negative. Solo le vibrazioni più
forti raggiungono la sua coscienza.
64
Gurdjieff [ad Ansz] : Ha capito?
Ansi: No.
Luc: Sì.
65
Gurdjieff: Normale. È limitato, ma è normale. Prima
aveva il suo amor proprio, che è una cosa di poco valore,
una cosa ordinaria, ora l'ha capito. Ora si rende conto
che è una cosa stupida, una nullità, un escremento, pri
ma non lo sapeva. Oggi lo sa, per questo non si arrab
bia. Riesce a vedere le manifestazioni dell'escremento.
Se è così sono molto soddisfatto. Senza volerlo, senza
saperlo, lei è andato oggettivamente avanti, avanti mec
canicamente. Presto potrà essere un nostro compagno
degno di stima.
66
con "intelligente"? Intelligente è colui che sa dirigere il
proprio corpo. Se è il corpo che guida, lei non è niente,
è un contadino. Se invece è lei che guida, allora è intel
ligente. Può scegliere. Intelligente o contadino? Se vuole
essere un contadino lasci che il corpo la diriga. Se vuole
essere intelligente lasci che sia la sua coscienza a dirigere
il corpo. Più vuole dirigere il corpo più esso le si oppone.
Più le resiste e più le dà forza.
67
NONO INCONTRO
Giovedì 9 settembre 1 943
69
nemmeno le cose quotidiane e perderà le forze che le
rimangono. Ma per un altro genere di fatica c'è un'altra
legge: più dà e più riceverà.
70
svegliarsi la mattina. Questo le lascia tre ore e mezza di
sonno, perché lei non si rilassa coscientemente ma mec
canicamente, e questo richiede tempo. Può rilassarsi co
scientemente fino a dormire mentre cerca di stabilire la
necessaria relazione tra coscienza e corpo. La mattina,
quando si sveglia, faccia la stessa cosa. Faccia subito un
programma, rifletta, suggerisca a sé stesso il modo in cui
è determinato a spendere il suo tempo. Compia il lavoro
a cui ha pensato. La sua attività raddoppierà, ma deve
fare un vero programma, non fantasticarci sopra. Deve
creare un'abitudine e può farlo sono un po' per volta,
perché niente accade tutto insieme. Cambi la qualità del
suo sonno, prima di dormire si frizioni il corpo con ac
qua fredda. Quando sta per addormentarsi preghi per
le persone a lei care che sono morte. Queste cose sono
una buona preparazione al sonno, altrimenti continuerà
i sogni e le fantasie della sera.
71
meccanismo. Dovrebbe avere contatto con qualcosa ma
non ha contatto con niente, così ogni cosa ha un contat
to con lei e lei ne è schiavo. Deve abituarsi a prepararsi
per il lavoro. Un determinato momento del giorno deve
essere consacrato al lavoro, non faccia nient'altro. Sa
crifichi questo e se ancora non può lavorare allora non
faccia niente. Pensi al lavoro. Legga qualcosa di collega
to al lavoro e lasci che le associazioni collegate al lavoro
fluiscano. Non è ancora lavoro questo. Ma almeno così
cerca di stabilire un momento che in futuro sarà riser
vato per lavorare. Sta preparando il terreno, consacri
questo tempo al lavoro. Accetti l'idea che un certo tem
po deve essere stabilito per il lavoro e se le viene dato un
compito, o se ne stabilisce uno per sé, lo farà dùrante
questo tempo. n posto sarà già pronto. È solo facendo
che l'uomo comprende. Vedrà i risultati che verranno.
Lei dice che sta lavorando, lo pensa davvero. Ma · qui
nessuno ancora lavora. È un gioco da bambini, poco più
che un solletico. Nel vero lavoro il sudore cola lungo la
fronte, fino ai talloni.
72
Domanda: Ma non dico niente di ciò che facciamo.
73
Gurdjieff: Lei è una persona piccola, ma un suo aspetto
è cresciuto. Altri sei aspetti devono crescere. Dopo che
questo sarà avvenuto potrà immaginare di non essere
come gli altri. Non dimentichi che la prima cosa da ri
cordare è la sua nullità. Ha molta immaginazione. Se
riconoscerà la sua nullità questa idea le farà vedere che
gli altri l'hanno sorpassata.
74
DECIMO INCONTRO
Giovedì 1 6 settembre 1 943
75
una regola che non ho ancora detto: le persone nuove
dovrebbero sedersi qui. Per esempio, lei non ha ancora
bevuto. L'alcol apre, mostra molti aspetti della propria
interiorità, ed è molto importante per conoscere qual
cuno. Non è colpa mia, l'alcol costa troppo, sono già
milleottocento franchi la bottiglia. Ha scritto la sua do
manda, Monsieur Specialista?
76
sé stesso: "Io sono". Respiri coscientemente e dica: "Io
sono". Quando dice "lo" inspiri coscientemente tutti
gli elementi dell'aria e quando dice "sono" accumuli
un po' di energia nella sua batteria e pensi a usarla. Si
rappresenti la persona con cui sta lavorando e pensi che
quando la vedrà sarà più concentrato, avrà un contatto
maggiore. In questo modo ciò che avrebbe fatto in sette
volte lo farà in una sola. Ora, Dottore, spieghi in un
buon francese quello che ho appena detto.
[Silenzio]
77
J. : Ho notato - è una verifica - che, a parte il fatto che
sto lavorando meglio, in realtà ci sono mille ragioni che
non ho mai visto e che mi appaiono ora, ragioni di in
teresse per quel ragazzo. Primo, ciò facilita il mio lavoro
esterno e mi dà una miglior relazione con lui; e poi non
mi identifico con lui, non mi innervosisco con lui.
J. : Certamente sì.
J.: Sì.
J. : Posso anche dire che l'ho visto come una nuova porta.
78
vi vedrete, e prenda come obiettivo di non incontrare
mai suo fratello senza fare ciò che sto per dirle. Gli dirà:
«Ricordati di te», e quando l'avrà detto penserà inte
riormente «lo sono Te, Tu sei lm>, con tutto il suo essere.
Continuerà a farlo per tutto il tempo che ne sarà capace.
79
parte fa una cosa, un'altra parte qualcos'altro. In linea
di principio dovrebbe prepararsi, ma lui ha un compito,
lui ne ha un altro, lei è un Dottore, avrà molti impegni,
mentre lui è solo un parassita di suo padre, non fa nien
te. Lei non è un parassita, e può darsi che lui abbia più
cose degli altri, ma lei ha delle occupazioni. [A ].] Se ca
pisce bene quello che ho appena detto si accorgerà che
c'è una filosofia che può andare bene per capire mol
te cose. Chi la afferra può capire molte cose riguardo
l'educazione. Un'altra volte le spiegherò perché è lei il
parassita, e qualcun altro un mezzo parassita, o parassi
ta per un quarto. Sa chi è il parassita per eccellenza? li
nostro Dio. Nel mondo ognuno è un parassita. Un'unica
persona non lo è, il nostro stimato Mullah Nassreddin.
Lui è imparziale.
Ba. : Chi è?
5 Modo di dire russo che vuoi dire "combinarne una brutta", "essere a
disagio".
80
Gurdjeff: Non ricordo che ci sia entrato del tutto. È can
didato per essere messo in galosce. La galoscia di un vec
chio ebreo. Forse aveva qualcosa da dire?
81
succederà il contrario la prenderà per un idiota, crederà
che lei abbia una nuova idea fissa. Le sembrerà conten
to, o triste, o idiota, o immaginerà che si sia innamorato
o che abbia perso al gioco. Le persone non devono ca
pire che lei è cambiato, davanti a loro deve essere come
prima. Dottore, lei ha capito, lui no. Bisogna conside
rare entrambe le cose, interiormente ed esteriormente.
82
Nell'ultima mezzora è diventata pallida. Bionde, lei è
'
83
metto nei suoi panni e nel frattempo 1a compatisco. Ma
nel futuro sarò contento per lei. n suo conto in banca
sta crescendo senza che lei debba dawero metterei dei
soldi.
Ba. : Entrambi.
84
ha detto: «Finché tuo padre e tua madre sono vivi, io
non esisto per te».
•
altro esercizio.
85
UNDICESIMO INCONTRO
Giovedì 1 8 settembre 1 943
87
Madame Frane: È quello che sento, ed è una cosa che
giudica.
88
_Mechin: Ho provato a continuare l'esercizio di divisione
in due, e rendendomi conto che non potevo riuscirei ho
pensato che l"'Io" in me non era abbastanza forte. Tut
ta la mia attenzione è stata spostata sull"'Io sono", e in
effetti questo ha sviluppato poco a poco una sensazione
molto più forte, che non avevo mai avuto, di "Io". Ho
riscontrato in effetti che questo ha cambiato per me tutti
i valori, che ciò che finora avevo capito intellettualmen
te ora lo capisco in modo diverso, e questo mi ha fatto
comprendere anche molti problemi che erano fissi den
tro di me, in particolare la necessità per me, da questo
momento, di recitare un ruolo. Ma durante la vacanza
ero piuttosto solo nel ruolo che dovevo interpretare, ho
dovuto interpretarlo con i miei genitori, soprattutto con
mia madre; è qui che è arrivata la difficoltà. Ho riscon
trato che ero del tutto incapace di interpretare un ruolo,
che era impossibile.
89
sto mi desse, in anticipo, un'idea di cosa potrebbe essere
la divisione. Ho avuto l'impressione che si dovesse farlo.
90
prima non c'era, ed essenzialmente qualcosa nella mia
testa, qualcosa che sentivo nella testa, a cui mi appoggio
e che mi separa dal resto, e che è distinto dal corpo, da
tutto ciò che sono, dal mio sentire.
91
Nei momenti migliori di questo esercizio - non nei mo
menti più favorevoli ma quando lavoro con la maggiore
intensità, vale a dire nella vita, quando riesco a conti
nuare l'esercizio mentre proseguo nelle mie occupazioni
consuete - provo una sensazione che è del tutto delu
dente: ho l'impressione di vivere in un doppio sogno. Da
un lato vado avanti con la mia vita esteriore come in un
sogno, e provo a recitarvi un ruolo; e dall'altro lato faccio
anche il mio lavoro in un sogno, e ho l'impressione di
un ruolo che interpreterò internamente. In compenso,
quando faccio quest'esercizio solo in condizioni comode,
all'improvviso succede che ho una sensazione di "lo" più
forte ancora nell'esercizio della divisione; e mi piacereb
be recuperare, nella vita quotidiana, la sensazione che
ho avuto in quel momento.
92
Tracol: La sensazione più intensa di divisione avviene in
condizioni comode.
93
a fare in modo di fare morire quello che sono. Così ora
le chiedo, chiedo a me stesso e chiedo anche a lei, se non
potrei forse essere aiutato nei miei sforzi da una relazio
ne tra quanto in me somiglia a un "lo" con una forma
superiore. Se fosse questa la spinta che mi manca?
94
Simone: Certo, mentre ascoltavo parlare Mechin, Ga
brielle e Yette ero allineata a loro.
95
DODICESIMO INCONTRO
Giovedì 25 settembre 1 943
97
lavora come sto dicendo, deve trovare il modo di lavo
rare così. Non con la testa, la testa non può lavorare in
alcun modo. Deve lavorare con la sensazione e con il
sentire. La testa può accorgersi se questi sono insieme o
separati, ma essa non è parte dell'organismo, è separata.
n corpo può morire, e anche la testa, ma la testa può
morire e il corpo può continuare a vivere. La testa non
è niente, è una funzione, un apparato, una macchina da
scrivere. Quando lei si concentra sulla testa, può consta
tare quello che succede in lei, ma di per sé la testa non
è nulla, è estranea all'organismo. Lei vuole sentire con
la testa e non sarà mai in grado di farlo, la testa è aliena
rispetto al corpo. La testa è la polizia, un guardiano, che
guarda come va tutto quanto. Osserva che le funzioni
della sua presenza stiano lavorando. Mi capisce?
S . : Sì.
98
capire cos'è, studio. Ah, sì! È in questo modo! Qui è così
e qui così. È così che si fa, è semplice. Tenga separati i
tre centri, cerchi di comprendere questa cosa così sem
plice. È una pastura scomoda, potrei cadere. Guardo:
percepisco questo, sento quest'altro. Ah, sì! È in questo
modo. Osservo con la testa, raccolgo materiale dall'al
to, sento. I tre centri sono occupati da questo lavoro,
lei li separi, faccia questo nel frattempo. Quando avrà
conosciuto i suoi centri allora faremo un altro eserci
zio. Potrebbe assumere questa pastura, per esempio, o
un'altra, qualsiasi altra pastura scomoda. È semplice e
molto utile. Tra le altre cose, T., questo è un ottimo eser
cizio anche per lei. Finora lei non ha separato i suoi tre
centri. In molte cose è andato avanti, ma è un estraneo
per quanto riguarda questa cosa molto semplice. Ogni
uomo deve riconoscere in sé tre qualità di sensazione.
In ogni persona ci sono tre centri, tre direzioni, e queste
tre direzioni possono darne una quarta, che può essere
l"'lo".
99
[Madame De Salzmann porta come esempio gli attrezzi da giar
dinaggio]
1 00
a quando la mia concentrazione è intenzionale. La ca
pacità di fermare il pensiero che raggiungo mi sembra
l'opposto della vera concentrazione.
101
[S. fa un segno a indicare di no]
102
TREDICESIMO INCONTRO
Giovedì 30 settembre 1 943
1 03
ne che lo hanno creato. Può darsi che queste forze non
fossero obbligate a darle la vita. È grato di essere vivo, la
vita vale qualcosa per lei? Bene, allora se lei è vivo e con
tento di esserlo dovrebbe restituire qualcosa come paga
mento. Per esempio, c'è sua madre qui. Se non fosse per
lei non sarebbe mai venuto al mondo, è a lei che deve la
sua vita. Se è grato di essere vivo allora deve ripagarla. È
maggiorenne ora, è giunto il tempo di saldare il debito.
Una delle cause principali per le quali lei è vivo è sua
madre. È grazie a lei che può godere dei suoi piaceri e
della possibilità di sviluppare sé stèsso. Sua madre è una
delle ragioni, uno degli aspetti del suo essere al mondo,
e io ora le chiedo, ha cominciato a ripagare i suoi debiti?
J. : No.
1 04
molto difficile. Se se ne dimentica, se non lo fa, è dop
piamente colpa sua. Per prima cosa è da rimproverare
per il passato e poi per non aver rimediato oggi. È una
buona risposta alla sua domanda? Tutti qui sono con
tenti, eccetto una persona. Sa chi? Sua madre. Mada
me, è a beneficio di suo figlio che dico questo.
105
sibile che non l'abbia data a lei?» Mi dice di no. Ora
capisco perché mi fa questa domanda, se avesse avuto
la sua bottiglia non avrebbe pensato così della sua nul
lità. [Rivolto a tuttz] Si è sentito in generale una nullità,
ma ora non possiede niente, non ha accumulato niente
durante le vacanze. Al contrario voi state mietendo a
poco a poco i frutti del vostro lavoro, avete una base per
misurare ciò che può essere fatto. [Ad Ab.] Ora capisce
la forza della chimica?
1 06
[Offre una sigaretta a Mada:me Et.]
Gurdjieff: Finisca.
107
all'inizio l'ha preso come uno scherzo ma ora sta diven
tando una cosa seria. Tracol, come va il suo studente?
Dovrebbe aiutarlo e illuminarlo finché non capisce, la
sua esteriorità è compassionevole. Non lo conosco inte
riormente, ma dovrebbe aiutarlo affinché io possa co.,
noscerlo. Nello stesso modo in cui il Pubblico Ministero
è il governatore di Madame Dol. Ha visto che quando
conosco bene qualcuno posso dargli dei consigli su mi
sura? Adesso non posso, devo capire di che stoffa è fatto.
Ma lei, Madame Dol, so da quali spezie è farcita.
1 08
QUATTORDICESIMO INCONTRO
Venerdì 8 ottobre 1 943
1 09
Lebeau: Durante le vacanze il mio lavoro ha consistito
nel recitare ogni genere di ruolo. Ho l'impressione di
essere un po' più libero rispetto alle altre persone, da me
stesso e dai risultati delle mie azioni. Nei quattro giorni
trascorsi da quando sono tornato a Parigi, sento in me
una vaga paura o reazione di difesa. Mi sembra che tut
to ciò che è attorno a me sia incline a mangiarmi vivo,
che io sia più dipendente dalle cose esterne, successo o
fallimento, come se una nuova forza volesse distruggere
qualcosa in me. E direi quasi che questo mi terrorizza,
perché mi pare che questo sia qualcosa di essenziale e
vorrei sapere cosa posso fare per combattere contro di
esso.
1 10
potrei dirlo un po' allo stesso modo riguardo a me. Con
siderarmi uno strumento. Con le stesse funzioni degli
altri. Questo produce un certo sentimento di disagio che
non riesco ad armonizzare.
111
tare qui il suo nuovo ruolo, esternamente agisca nello
stesso modo in cui è abituato mentre internamente cer
chi di mantenere il suo stato e di fissarlo con forza nella
sua vita presente. Così trarrà profitto da ciò che ha fatto
durante le vacanze, altrimenti sarà tutto un miscuglio.
Non abbia pietà di sé, non si risparmi e cristallizzi in lei
le impressioni di quest'estate.
1 12
presi come oggetto dell'esercizio ma non ha potuto far
lo, perché era contro natura.
1 13
goismo. Continui così. Come può farcela? "Io sono, Io
posso essere, lo posso essere questo". Non sarà egoista
in futuro. Abbia la sensazione di sé stesso il più possibile
e allora sarà in grado di ricordarsi di sé internamente, e
allora il suo futuro migliorerà.
1 14
esempio, si potrebbe formulare così: egli ha tre perso
ne dentro di sé; una ha otto anni, una quaranta, l'altra
centocinque. Prova a immaginarlo. Tre persone così che
vivono in una stanza. Non hanno niente in comune e
non c'è tra di loro alcun accordo, alcun lavoro comune.
La persona che ha sessant'anni non può agire come un
bambino di otto, e il bambino di otto non può capire
quello che capisce la persona di sessanta.
Non dimentichi che l'uomo è fatto di tre persone.
Per ognuna delle tre c'è un esercizio diverso. Tutte e tre
devono lavorare, non solo una, un solo aspetto. Sarebbe
tutto sbilanciato. Tutte e tre devono andare avanti insie
me. Qualcuno durante le vacanze ha sviluppato il cen
tro emozionale, ma se questo non corrisponde al suo
corpo non progredirà. Per poter sviluppare la seconda
parte dovrà decristallizzare e distruggere il lavoro che
ha fatto mentre era via. Le vacanze sono state molto
buone per un aspetto: avete avuto un assaggio di quello
che dovreste comprendere. Adesso è iniziato un nuovo
anno di lavoro. Usate i vostri errori e le vostre osser
vazioni per lavorare seriamente e per ottenere risultati
concreti.
Ma potete utilizzare quello che avete ottenuto duran
te le vacanze se rimediate a quello che non avete fatto:
mettete da parte quel che avete sviluppato, rivolgete l'at
tenzione e lavorate sulla parte non sviluppata. Quando
i due aspetti saranno armonizzati, si riuniranno. Chi
sviluppa sé stesso solo con la mente o solo con il corpo
non è niente. Sono necessari entrambi. Ora lei ha già
quello che le serve per riuscire in un compito più utile e
di grande guadagno.
1 15
Lei ricominci con un altro tipo di attenzione e com
prensione. Il suo lavoro deve consistere in due cose:
prendere una maggior confidenza con la sua nullità e
ricordarsi di sé, più spesso possibile, e con la sensazione
di ricordarsi di sé dica: "Io sono". Faccia esperienza di
sé. Tutte le volte che questo affiora nel suo stato ordina
rio, si ricordi di sé. E tutte le impressioni, tutte le asso
ciazioni delle sue vacanze le faccia riverberare nella sua
presenza e si ricordi di sé. E quando se ne ricorda, dica
"Io sono" e senta tutto il suo essere. Avvocato, ha capi
to quello che ho detto? Può ripetere quel che ho detto,
come se fosse un esercizio, o almeno l'ultima parte?
[A!fredfa un tentativo]
116
Luc: È quel che ho compreso meglio.
[Simone tace]
11 7
[]acques lo chiede a Mademoiselle Abadz]
1 18
_ Kahn.: No, non chiedo per curiosità.
1 19
Gurdjieff: Padre! Mi dica come va con la sua parte mi
gliore. È molto che non la vedo. Si sta allenando per
ottenere qualche nuovo risultato?
120
Qualcosa di giusto? O questo sarebbe solo una giustifi
cazione dell'inerzia?
Lacaze: Sì.
Gurdjieff: Quanti?
Lacaze: Tre.
121
cose, questo è solo un esempio. Può trovare qualcos'al
tro che le dia il materiale in grado di farle trovare il
rimorso di coscienza. Solo il rimorso può cristallizzare i
fattori che le saranno di aiuto nel ricordare sé stesso. Il
resto non può. Solo il rimorso di coscienza può. È qui
che lei parla, ma più avanti nella vita dimenticherà tut
to. Nella vita lei ha sei giorni, ventitré ore e cinquanta
minuti. Qui ha solo dieci minuti, e tutto quello che fa e
guadagna qui durante quei dieci minuti lo perde nella
vita. Lì non c'è niente che la aiuti a ricordarsi di sé, solo
il rimorso può farlo.
1 22
Gurdjieff: Allora lo faccia ancora, l'acqua ha preparato
i pori e ora deve massaggiarsi con l'alcol. Se non ne ha,
gliene darò una bottiglietta.
1 23
Q.UINDICESIMO INCONTRO
Sabato 16 ottobre 1 943
1 25
interiormente. Esternamente rimanga seduto come al
solito, faccia questo esercizio internamente. Si muova
solo interiormente.
1 26
Luc: Concentro tutte le mie forze in un periodo molto
breve, come se stessi cercando di superare un qualche
ostacolo.
127
Louise: Non sto più facendo l'esercizio della separazio
ne. Ora sono presa dal concentrarmi nella testa, per ve
dere il corpo. Poi sento il mio corpo come più leggero e
pieno di luce, ho solo l'impressione di sentire me stessa,
di vedere me stessa, qualcosa che non sia la mia testa.
Ho l'impressione di vedere me stessa come più della mia
testa, più del mio corpo.
1 28
Lebeau: No, non esattamente. A quel punto, tali vibra
zioni mi danno l'impressione di dissolvere e ottundere il
mio corpo. Ho l'impressione, in quell'esatto momento,
di due cose separate. Ma quando tento di concentrare
quelle vibrazioni, non arrivo a nulla.
1 29
Gurdjieff: Che intende con "non molto"? Ha scritto
qualcosa?
Philippe: Sì.
130
Philippe: Non mi sono pesato.
131
migliore del suo attuale rilassamento. Lei ha queste tre
qualità di muscoli tanto nel suo dito quanto nella sua
testa.
Si metta steso e faccia in modo che la sua individua
lità sia come un guardiano che ha il controllo. Se i suoi
muscoli non si rilassano, colpisca quel punto. All'inizio
lo faccia da steso, ma quando ne avrà acquisito il senso
potrà farlo da seduto o anche in piedi. In verità, può far
lo anche camminando. Per esempio, se cammina per gli
Champs- Elysées non può rilassare le gambe, lo saprà al
primo riverbero. Ma può rilassare il lato destro o il lato
sinistro o l'ombelico. Capito?
132
muscoli grandi, poi quelli medi che possono decontrarre
quelli grandi, poi i medi che possono essere decontratti
solo quando sono decontratti quelli grandi, poi quelli
piccoli. Mentre si sta camminando non è possibile de
contrarre i muscoli delle gambe, ma si può decontrarre
un'altra parte del corpo. E durante questo tempo occor
re fare niente, al fine di decontrarre anche le più piccole
tensioni. [A Monsieur Gunijiif!J Questi muscoli sono quelli
di cui ha parlato al dottore quando gli ha dato l'esercizio
di non muoversi.
1 33
Gurdjieff: Quando lei tende i suoi muscoli grandi si ten
dono anche quelli piccoli, anche se lei non li vede. Ma
ora stia attento: quando i suoi muscoli grandi sono tesi,
quelli medi cominciano a tendersi, e poi anche quelli
piccoli. Poi lei decide di fare qualcos'altro, e non c'è
più bisogno che i muscoli piccoli rimangano tesi. Quel
li piccoli dipendono da quelli medi, i muscoli medi da
quelli grandi, e quelli grandi sia dai muscoli piccoli che
da quelli medi. Anche un asino può rilassare i muscoli
grandi. Ma decontrarre i muscoli piccoli, bene, questa è
una cosa al di là delle capacità di un asino, questo è un
lavoro per una mucca umana.
È impossibile spiegarlo: se non l'ha capito fino ad ora
vuol dire che lei non si rilassa. Lei rilassa solo i muscoli
grandi. Ora entri in confidenza con i muscoli piccoli.
Questi muscoli piccoli non sono interiori. Posso isolar
li da me stesso. Per esempio, posso rilassare una certa
parte di me stesso così che se anche lei mi pungesse con
un ago, non sentirei niente. È una preparazione speciale
dei fachiri. Posso rilassare i muscoli piccoli al punto tale
da isolarli dal resto. Se sono isolati, non hanno contatto
con me. E se non sono in contatto allora non possono
farmi male. Certe cose sono puramente locali. Se anche
dovessi tagliarmi, non sanguinerei.
Fino ad ora abbiamo parlato dei muscoli in generale.
Ma ora stiamo parlando di tre classi di muscoli. Dopo
diché, quando riuscirà a capire, le spiegherò e le dimo
strerò che in ogni classe di muscoli ci sono tre diverse
qualità. Anche nei muscoli grandi ci sono tre diverse
qualità di realizzazione. [A Philippe] Nel frattempo, que
sto sarà il primo esercizio del suo nuovo inizio, e spero
1 34
che questo produrrà in lei la fiducia nelle sue possibilità
di evoluzione.
1 35
Appena ha cominciato a parlare, mi sono detto: "È
Philippe che parla". Quando ha continuato, era eviden
te per me che era "Philippe" a parlare. Quel che desi
dero per lei. è che lei possa comprendere la differenza,
perché potrebbe allora comprendere molte cose nella
sua vita che sono simili a tale manifestazione.
Non dimentichi questo: decontrazione - anche un
asino può farlo. Ma il rilassamento -solo l'intelletto può
fare questo. Possa Dio aiutarla con il suo intelletto. [Ad
Aboulker] E lei, è soddisfatto anche lei?
1 36
SEDICESIMO INCONTRO
Giovedì 12 ottobre 1943
137
cui sono ora, ma da quel momento non riesco a fare al
cun progresso, e sento che da solo non posso fare niente.
1 38
mo interesse, al momento, a sapere dove sia quel luogo.
Accumuli. È questo quello che le manca. Lei è giovane e
non ha esperienza. È vuoto. Continui la lotta che ha ini
ziato accidentalmente. In questo modo, se dirà di essere
soddisfatto, ciò vorrà dire che è sulla strada giusta. Ma
non deve fermarsi. Aveva il progetto di andare all'Etoile.
Lei ora è in Rue d'Amarillé. L'Etoile è ancora lontano:
Boulevard Carnot, ci sono venti lampioni, venti stazio
ni. Ora, dunque, giri a destra. Quella è la strada giusta.
Vale a dire, continui la sua lotta. Sta cercando i mezzi?
Non importa ciò che sta facendo. Quel che è necessario
è che lei abbia in sé il processo della lotta. Quali mezzi
impiegare? Non è importante. Lotti. Sa meglio di me di
che lotta parlo. Per esempio, tutto ciò che al suo corpo
piace, tutto ciò che lei ha l'abitudine di dargli, smetta
di darglielo. La cosa importante è vivere un continuo
processo di lotta, perché lei ha bisogno di quello che la
lotta le darà.
1 39
particolari. Non potete più vivere solo per voi stessi. Do
vreste avere l'obbligo di sacrificare tutto per i vostri figli,
nella vostra vita ordinaria. A questo punto, lei e sua mo
glie dovreste progettare, come scopo, di vivere per i vostri
figli; questo è il vostro scopo. Nulla dovrebbe interferire
con la vostra relazione, con questo scopo in comune tra
voi. Questo scopo comune vi metterà in contatto con il
lavoro, perché è uno scopo oggettivo, e anche il lavoro è
oggettivo. Cominci con questo. Ne discuta con sua mo
glie. Pianifichi con lei lo scopo di sacrificare tutto per i
vostri figli. Non per sempre, ma per un periodo di tempo
particolare. Tutto, per i vostri figli. ll vostro scopo sarà in
comune. Nelle vostre relazioni personali ci sarà una lotta,
perché se entrambi assumerete questo scopo con le vostre
menti, dato che i vostri caratteri sono diversi, entrambi
avrete - dato che ciascuno avrà scelto il proprio scopo-
una lotta interiore da portare avanti. E colui che raggiun
gerà questo scopo avrà superato il suo esame, e otterrà un
altro mezzo oggettivo che verrà in seguito. Nel frattempo
parli tranquillamente e francamente con sua moglie e pia
nificate questo scopo. Se fa questo per una o due settima
ne, meriterà allora di conoscere il modo oggettivo.
140
Gurdjieff: Bene, per questo le darò un consiglio molto
semplice e molto ordinario. Anche lei è sulla strada giu
sta. Quello che sto per dirle è una cosa molto semplice.
Comprendere logicamente non le darà assolutamente
nulla. Tra un po' capirà che l'unico consiglio adatto è
quello che le sto dando ora. Durante il suo tempo li
bero, conti: uno, due, tre, quattro, cinque, sei, fino a
cinquanta. Poi: cinquanta, quarantanove, quarantotto,
quarantasette, quarantasei, eccetera, finché non torna al
punto di partenza. Tutto il tempo. E se lo fa sette volte,
cinque o dieci minuti, si sieda, si rilassi e dica a sé stesso:
"lo sono", "Io desidero essere", "Io posso essere", "Non
usare tutto questo per essere malvagio, ma buono",
'?\iuterò il mio prossimo quando sarò. Io sono". Dopo
diché, conti ancora. Ma consciamente, non automatica
mente. Lo faccia durante tutto il tempo libero che ha.
La prima volta le sembrerà assurdo. Ma quando lo avrà
fatto per due o tre settimane, mi ringrazierà con tutto il
cuore. Ha capito?
141
posso fare il mio lavoro, come posso organizzare la mia
giornata, affinché tutti in casa siano felici? E durante il
giorno, è proprio l'opposto. Sono ostacolata dalle idee
che hanno a che fare con il lavoro. Penso a quel che ho
sentito qui e da Madame De Salzmann, e questo mi in- .
tralcia costantemente.
1 42
sono una ricchezza per chi è in grado di lavorare dieci
minuti. Deve dedicare e sacrificare a questo lavoro un
tempo speciale. Non può dare tutto il suo tempo. La vita
è una cosa, il lavoro un'altra. La sostanzialità di ognuna
è differente: per questo lavoro, deve essere più attiva.
L'ho detto molte volte. Quando comincia il lavoro il suo
compito è il suo lavoro. Prima di cominciare dovrebbe
rilassarsi, prepararsi, raccogliersi. In seguito, con tutto
il suo essere deve svolgere il suo compito. È una cosa
molto complicata. Non si può fare a lungo, ci si ritrova
presto stanchi. li lavoro consuma tutte le forze. Se gli de
dica cinque minuti di troppo, tutte le sue forze saranno
consumate. È per questa ragione che dico che deve au
mentare il tempo poco a poco, finché non vi sarà abitua
ta: cinque minuti, sei minuti, dieci minuti. Solo questo
sistema la preparerà ad acquisire lo stato che si addice
a un vero uomo. Se riesce a lavorare per molto tempo,
questo le dimostra che non lavora con tutto il suo essere,
che sta lavorando solo con la sua mente. Ma quanto a
questo, può farlo per mille anni senza guadagnarci nulla;
non vale niente. Lavori per poco tempo, ma lavori bene.
Non è la quantità ma la qualità che conta. La vita è una
cosa. Non la mescoli con altre cose. Cinque minuti di
buon lavoro valgono più di ventiquattr'ore di un altro
genere. Se non ha molto tempo, lavori cinque minuti.
Lasci che la vita ordinaria continui automaticamente
secondo abitudine per il resto del tempo. Quel che dice
non riguarda il lavoro. La nostra vita è una cosa, il la
voro un'altra. Altrimenti diventerà una psicopatica. Se
si ricorda di sé con la mente - non vale nulla; si ricordi
di sé con tutto il suo essere. Non può farlo a lungo, si
1 43
esaurirebbe. Lo faccia per cinque minuti, ma dimentichi
tutto il resto. Sia un'egoista assoluta, dimentichi tutto, il
suo Dio, suo marito, i suoi figli, il denaro. Ricordi solo il
lavoro. Breve, ma sostanziale.
144
Ora lei può sapere cos'è l'individualità, è quando il suo
centro di gravità è nel suo pensiero. Dunque, se il suo
centro di gravità non è nel suo pensiero, lei non è un
individuo, lei è un automa. È una spiegazione semplice.
Ogni uomo dovrebbe tentare di prendere familiarità con
l'essere un individuo, una persona indipendente, qualco
sa, non una merda, scusi la parola, non un animale, un
cane, un gatto. È un sintomo molto semplice. Se lei con
centra il suo essere nel pensiero, allora è un individuo; ci
sono molte gradazioni tra gli individui, ma questo non è
importante al momento. Lei è un individuo quando ha
il suo centro di gravità nel centro del pensiero. E se esso
è in un altro centro, lei è solo un automa. Può essere nel
suo corpo e nel suo sentire, ma quando lavora, dovrebbe
sempre avere come scopo di essere nel suo pensiero. E
far questo consciamente. Se non lo fa, ogni cosa in lei
si fa inconsciamente. Il suo lavoro dovrebbe consistere
esclusivamente nel concentrarsi sul suo pensiero. È una
spiegazione semplice. Phillip? Anche a lei questo dovreb
be spiegare molte cose.
145
una maniera particolare. Le ho fatto questa domanda
perché non ero in grado di mettere la mia attenzione
nella lettura di I Racconti di Belzebù. Nel corso di questa
settimana ho capito che l'attenzione era quel che io ero.
Tanti quanti gli "Io" che c'erano, tante erano le diverse
attenzioni. Volevo chiederle se ci fosse, per sviluppare
l'attenzione, solo il metodo del "Io sono", o se ci fossero
altri metodi speciali?
146
la cucina. Dunque, metta la sua attenzione in Belzebù,
un'altra attenzione rispetto a quella a cui è abituato, e
sarà in grado di avere la stessa attenzione nella vita.
1 47
Gurdjieff: Anche una sorella: cinque persone. A partire
da domani mattina, prenda questo come compito: ogni
dieci minuti, poco meno o poco più, circa dieci minuti
- è lo stesso per me se sono otto o dodici - ricordi suo
padre, dieci minuti dopo sua madre, eccetera. Se ne ri
cordi e li rappresenti a sé stesso. E quando ha finito con
tutti e quattro, dieci minuti dopo, "Io sono", "Io desi
dero essere", con il sentire tutta la sua presenza. E dieci
minuti dopo ricominci: suo padre, sua madre, eccetera.
E in tal modo dovrebbe trascorrere il suo tempo. È più
semplice così. Capisce? Ad ogni modo, deve avere una
ideafissa. Ogni volta che pensa a sua madre, pensi che lei
è qui, con orecchini d'argento alle sue orecchie, di poco
valore; e dia la sua parola a sé stesso che quando sarà
cresciuto e guadagnerà dei soldi si darà il compito di
comprare per lei orecchini d'oro. [A Madame Et.] Il dieci
per cento per me. [A]ac] Mi ha capito?
1 48
Gurdjieff: Ah, ah, è un sintomo! Lei mangia più di quel
che dovrebbe. Mangi meno, non mangi l'ultimo bocco
ne, tutto qui. Capito? Sa cos'è, l'ultimo pezzo. Capisce?
Allora bravo. Provi a far così, e la prossima volta parle
remo. È possibile che la causa stia in questo. Se non lo è,
troveremo un'altra via.
1 49
Gurdjieff: Lo guardi come una debolezza e lo metta da
parte. E al tempo stesso, lo usi per guardare sé stesso.
Tragga profitto da tutto. Con l'istinto forse sarà in grado
di sentire il vero amore. Forse conoscerà il suo sapore.
Quando avrà pietà per una persona il cui naso non le
piace, o per un'altra che sembra malata, per un bambi
no senza una madre, per una persona che ha fame, per
un uomo senza una moglie - per ogni persona, allora lei
sarà in grado di comprendere la sua situazione. Abbia
contatto con i suoi diversi impulsi: se rimane imparziale,
vedrà che tutto ciò che ha provato finora è merda, e
al tempo stesso sarà in grado di provare a cogliere un
assaggio di un'altra qualità di amore. E se conoscerà il
gusto dell'amore potrò spiegargliene i dettagli.
1 50
E c'è anche questo a proposito della speranza: La
Speranza della coscienza èforza. / La Speranza del sentimento è
schiavitù. / La Speranza del corpo è malattia.
E a proposito della fede: La Fede della coscienza è liber
tà. / La Fede del sentimento è debolezza. / La Fede del corpo è
stupidità. 7
E ora, Procuratore Distrettuale, provi prima a gua
dagnare un sacco; e lei, madre, venga a trovarmi. Cono
sco un posto dove ci sono oggetti d'oro. Ho un amico al
banco dei pegni.
151
DICI ASSETTESIMO INCONTRO
Giovedì 28 ottobre 1 943
1 53
Gurdjieff: Questa è una cosa molto semplice. Per caso
ha avuto una cattiva educazione, una cattiva prepara
zione? La vanità è stata la sola cosa che le è stata data
dai suoi genitori, dai suoi cari, dai suoi amici; soltan
to questo fattore. Appena un altro fattore si manifesta
in lei, la vanità torna e sommerge tutto il resto. Per la
precisione, con questa constatazione lei deve diventare
consapevole che il suo grande nemico è questa vanità
cristallizzata in lei. Non posso sapere come l'hanno edu
cata. Ma forse è la sua educazione che l'ha resa così. Ha
stabilito in lei questa pietra angolare. Questo fattore è la
prima pietra del suo organismo. Quando arriva un altro
fattore, un altro impulso, anche il primo torna in funzio
ne, ed essendo più forte sommerge e domina tutto. Que
sta è un'ottima cosa da sapere per lei, e anche per chi
che studia la psiche. Per lei, Dottore, è molto interessan
te, è una cosa molto importante in psicologia. Talvolta
una cosa alquanto piccola come questa può impedire di
continuare. Oggettivamente è una cosa davvero piccola,
ma per chi cerca di sottometterla è un grande nemico,
un nemico organico. Non si può fare niente contro di
lei, è mille volte più forte. Tutto il resto è debole. ll suo
lavoro è debole, essa uccide tutto. È necessario rinfor
zare mille volte la sua individualità, il suo lo. Quando
essa comincia a dirigere le sue funzioni, allora lei dovrà
tentare di fare "tchik" con la sua vanità. Oggi è impos
sibile. Ma lotti per indebolirla. Con "lo sono" o fattori
simili, paralleli a "Io sono". Permetta a questi fattori di
cristallizzarsi in lei, e automaticamente anche l'altro fat
tore potrà ridursi. Tra le altre cose, e questo resti tra
noi, la sua domanda mi aiuta a capirla. Ora so qual è il
1 54
suo nemico, quale cane ha dentro di lei, e potrò essere
in grado di guidarla meglio. Nel frattempo faccia quel
che le ho detto di fare fino a oggi, e le darò da qui in poi
molti esercizi per il funzionamento generale.
Tra le altre cose sono i libri del bon ton, i libri della sua
educazione, che le hanno insegnato che questo fattore
era necessario nella vita. Viene inculcato nei bambini;
chi l'ha educata ha fatto di tutto per cristallizzare la va
nità in lei. Chi l'ha fatto non ha mai pensato che un
giorno, una volta cresciuto, lei avrebbe scelto un'altra
strada. Ed è molto difficile cambiare la propria strada.
Se lei avesse mantenuto la strada di prima, questa vanità
sarebbe stata un'ottima cosa per lei. Se fosse stato un
ufficiale, un funzionario, un ministro, un ufficiale del
la guardia, sarebbe stata una cosa eccellente. Ma per
una vita normale, è il suo cane numero uno. Oggi, segni
questo giorno come un anniversario. Neppure io fino ad
oggi forse l'avevo capita, e non potevo indicarle le ra
gioni esatte per la sua confusione interiore. E ora è tutto
chiaro, ora il suo interno è illuminato come un quadro;
lei mi ha aiutato ad aiutarla.
1 55
che mi stava capitando. Ma ho anche visto che dovevo
continuamente tentare di sentirlo. Perché non durava
molto a lungo. La memoria di ciò durava più di quanto
non avesse mai fatto in passato, ma il sentirlo durava
molto poco.
1 56
Gurdjieff: È la stessa cosa. È lo stesso fattore: mettersi
in mostra.
157
grado di trasformarsi. Oggi questo è il suo "me". Se lei
cristallizza un altro fattore più forte, allora questo fatto
re tornerà a essere una semplice funzione. Ma questo
fattore di vanità è molto utile, non dev'essere ucciso. È
necessario solo che non abbia mai l'iniziativa, non deve
mai entrare nel suo "Io". Deve rimanere una funzione,
e quando è necessario lo mandi a chiamare come una
funzione.
1 58
capisco e quello è il linguaggio che amo. Solo per sen
tirlo, solo per vederne gli impulsi, spendo ogni giorno
cinquemila franchi in caramelle, per le quali pago quat
trocentodieci franchi al chilo. Solo per vedere quegli im
pulsi. Ma quando si domanda a un bambino «Come si
dice?» si uccide tutto. È merda, padre, madre. Uccidono
il bambino per il suo futuro, e uccidono la mia buona
volontà. È un buon esempio, questo, sa? Non so se lei
lo capisce ma per me è molto caratteristico. Lo prendo
come un esempio. Le persone preparano tutto meccani
camente, fanno funzionare i bambini come campanelli
che suonano quando li si preme, come un pulsante elet
trico. Si schiaccia questo o quell'altro bottone.
1 59
necessario. È una cosa molto piccola. E dopo che si impa
ra questo la vita è un letto di rose. Poi, a un certo punto,
quando si è su questo letto di rose, si può lavorare con
piacere per il proprio futuro. Ma ora non si fa con piacere.
Procuratore, mi interesserebbe molto sentire una cosa. Le
sue future relazioni con me dipendono da una domanda.
Probabilmente è il momento di mettere questa questione
in tavola. Può sua madre dire che, in queste ultime setti
mane, una o due settimane, lei sia dawero cambiato, del
cinque o dieci per cento, e che il nervosismo di sua madre
sia diminuito? Non molto, del cinque o dieci per cento.
Solo questo. È importante per me saperlo.
1 60
Gurdjieff: Lei ha una grande opportunità. Ha esperien
za. Se ha constatato quel che ha appena detto, può pre
pararsi per il suo futuro. Forse ha mille volte più possibi
lità di una persona più giovane. Mi congratulo, ha molte
possibilità per il futuro. Non per il presente, il presente
che è risultato del passato, perché non posso riparare il
suo passato. Le servirebbe avere molti anni per quello.
Ma se ora lei mette in ordine questo passato, mi rendo
responsabile per il suo futuro. Madre, sono molto soddi
sfatto dei suoi figli. [A ].] Sono doppiamente soddisfatto
di lei. E anche di suo fratello. [Ad A.] Anche di lei. Siete
due scarpe di uno stesso paio.8
8 Espressione idiomatica, sta per "siete fatti della stessa pasta" (NdT] .
161
sempre una lotta tra il suo pensiero e il suo corpo. Con
questo processo, se può tentare, può trovare.
1 62
[A Madame E.] Capisce che un cattivo presente può dare
un buon futuro? Questo sembra un desiderio assurdo.
Ma allo stesso tempo lei lo capisce madre, dico bene?
1 63
Madame D.: Sarebbe così gentile da darmi qualche sug
gerimento su come dare una buona educazione ai figli
che ci sono affidati, nella nostra situazione?
9Si tratta dei primi capitoli di Incontri con uumini straordinari, Adelphi,
Milano 1987 [NdT] .
164
cerco di essere calma e a loro volta i bambini si calmano
automaticamente.
165
Gurdjieff: Il secondo è cattivo e il primo è buono. Ra
gioni con lui, usi delle analogie; ai bambini piacciono
molto le analogie.
1 66
S.: Lo vedo meglio ora, e vedo come ciò sia serio in tutti
i campi. E fino a ora, nonostante lo vedessi, non avevo
intrapreso una lotta contro questo aspetto, perché mi
portava troppo lontano. Ma oggi ho voluto combattere,
perché questa sconsideratezza mi si porta sempre via, e
le chiedo cosa devo fare.
S.: No.
Gurdjieff: Mangia?
S.: Sì.
167
R.: Ma poi nella vita si fanno altre cose a partire da
quello di cui si è convinti. Agisco contro ciò in cui credo.
1 68
za che si accumula, e i risultati di queste accumulazioni
aiutano a compiere una decisione cosciente. Tutto ciò
è ordinario. Ma per avere altre cose è necessario avere
materiale, è necessario sapere. È la prima volta che lei è
qui. Ci sono mille diversi esercizi. Ma dato che è la pri
ma volta che lei è qui, glielo spiego in generale, parlo di
cose semplici. Ci sono altre cose da dire ma non si può
dire tutto in una volta. Ci sono altri esercizi che abbia
mo fatto, ma è necessario procedere poco per volta. Il
suo scopo è lo scopo di tutti, qui.
169
DICIOTTESIMO INCONTRO
Giovedì 9 dicembre 1943
1 71
sulla destra; esteriormente non avete nulla in comune,
ma nell'essenza siete molto simili. Si può scommettere
sullo stesso padre. Perché tutti ridono? Quello che dico
è normalissimo. Ah! Basta. Oggi è giovedì e, allo stesso
tempo, un giovedì che comincia in un nuovo modo. È
il primo giovedì di una serie di giovedì che saranno di
nuova qualità. I giovedì di prima sono morti. Non pos
siamo più ricominciare. È una diversa qualità di giovedì,
con più dettagli. Fra le altre cose, per questo giovedì,
diverse persone mi hanno detto: «Non riesco a soddisfa
re la condizione che è stata posta, quella di interessare
e portare nel lavoro sette persone». Avevo posto come
condizione che sarebbero venuti al giovedì solo quanti
speravano di poter creare interesse in sette nuove per
sone e portarle qui, senza spiegare loro niente di strano,
interessandole solo con le idee, le mie idee, con quello
che uno ha studiato qui, fatto qui, gli strumenti che gli
sono stati dati e nient'altro. Sette persone in sei mesi.
Quella era la prima condizione, e alcuni mi hanno fatto
questa domanda, e ho risposto che chi mi chiede questa
cosa deve essere un idiota. Non si tratta di portare sette
persone in sei mesi; perché se davvero si crea interesse
in una sola persona, questa può aiutarti a portarne altre
quattordici. Non è difficile. Non è una questione di sette
persone. Anche una è abbastanza per cominciare. Solo
che dev'essere una persona che dovrà essere stata dav
vero avviata, iniziata bene, per potersi interessare alle
nostre idee. E automaticamente sarà in grado di aiutare
te, e allora tu sarai come un Presidente francese - vale
a dire che non avrai niente da fare. Farà tutto lei. [A
Hignette] Ora, mio caro, cosa desiderava?
1 72
Hignette: Mi sono ritrovato troppo calmo e troppo feli
ce, senza desiderio di continuare, come acqua stagnan
te. Eppure sentivo di dover fare qualcosa. Ho scelto un
compito intellettuale e primitivo, e specialmente in con
dizioni spiacevoli. Ora mi sento estremamente stanco. E
per di più questo non va d'accordo con il mio lavoro. Mi
piacerebbe dormire venti ore al giorno se potessi. Vorrei
sapere non come ridimensionare il mio compito - non
ne ho più la possibilità e non lo voglio - ma come sop
portarlo meglio e riposare meglio.
1 73
Non c'è nulla da spiegare, deve fare quello che le dico.
Ma allo stesso tempo, giustamente, queste cose richiedo
no una spiegazione che può essere utile a tutti quanti;
così spiegherò per lei e allo stesso tempo per tutti. Si ri
corda, spesso dico che si deve essere internamente liberi.
Capisce cosa significa essere liberi. Non identificarsi con
nulla. La parte più importante della nostra schiavitù è di
pendente da fattori che sono cristallizzati in noi e che ri
guardano estranei, riguardano relazioni con persone che
non ci sono familiari. E per riuscire a essere liberi il pri
mo lavoro nelle scuole esoteriche di ogni tempo comincia
precisamente con la questione seguente: «Decristallizza
re tutti i fattori che vengono veicolati dalle relazioni con
gli altri>>, tranne per i fattori cristallizzati che riguardano
persone dello stesso sangue, padre, madre, sorella, fra
tello, eccetera ... È lo stesso sangue, la stessa famiglia, lì i
fattori devono continuare. Ma tutti gli altri fattori devono
essere decristallizzati: si deve essere perfetti egoisti. Ogni
amore, ogni rispetto, per chiunque sia, bisogna liquidar
lo; è necessario che l'amore sia trasformato in odio. Biso
gna influenzare sé stessi in modo particolare e lavorare
per non avere mai nessuna unione stretta con nessuno.
Non si deve né amare né stimare interiormente, né avere
alcuna simpatia o antipatia. Dico internamente, non ester
namente. Esternamente bisogna recitare il proprio ruolo.
Ma internamente no. Chiunque vi sia estraneo lo dovete
respingere, tranne le persone dello stesso sangue. Sforza
tevi in tutti i modi.
Voi vi conoscete meglio di quanto faccia io. Sapete
come influenzarvi e a quali pensieri e sentimenti è ne
cessario che resistiate per decristallizzare questi fattori.
1 74
Cominciate di conseguenza, e se vedete che non ci riu
scite vi aiuterò e vi dirò cosa dovete fare. La verità resta
la verità. Tutti coloro che sono impegnati in un lavoro
interiore non devono conservare alcun fattore di contat
to, buono o cattivo, qualunque esso sia; bisogna essere
liberi, completamente liberi da contatti con estranei.
Ripeto, eccetto per le persone dello stesso sangue. Per
loro non si deve prendere nessuna misura per cambiare
quelle qualità della relazione. Non dobbiamo cambiare
il contatto con i nostri padri, le nostre madri, eccetera. Si
deve cambiare solo la forma con cui si entra in contatto
con i nostri padri, le nostre madri, i nostri zii, eccetera.
È lo stesso sangue. Gli estranei sono di un altro sangue;
un'altra fonte; internamente devono essere del tutto in
differenti. Si deve esserne liberi. Privi di ogni schiavitù.
Esternamente potete interpretare un ruolo e fare qyel
lo che è necessario fare. Quelli sono fatti vostri. L'uomo
deve sforzarsi di non identificarsi internamente e di in
terpretare un ruolo esternamente.
1 75
Luc: Ma io non ho famiglia.
1 76
Per lei il suo corpo è un estraneo, con la differenza che è
più facile prendere a pugni qualcuno che si trova vicino
piuttosto che qualcuno che si trova lontano. Ora, il suo
corpo è più vicino; pertanto è più facile. Può parlare a
sé stesso non una, ma dieci volte al giorno.
Tutti devono agire diversamente in questo lavoro;
persino le compulsioni sacre devono essere uccise da voi
stessi. Colui che vuole avere libertà deve uccidere tutto
in sé stesso. Anche se amate Dio o Nostra Signora, do
vete ucciderli in voi. Anche la vecchia idea di adorare
i santi dovete mandare al diavolo, e nessun santo avrà
nulla contro di voi per questo.
1 77
Luc: Ho parlato con una persona che mi ha detto di
non aver mai provato amore per nessuno, che è la sua
testa che lo governa. A quel punto non ho saputo cosa
rispondere, perché sono affetto dalla stessa incapacità.
C'è qualcosa di debole in me.
1 78
affinché mi aiutasse a essere capace di produrre uno
sforzo più potente nel ricordare. Ma mi rendo conto che
è fuori, che il lavoro è separato in due; che la prima par
te del lavoro dà, in proporzione, maggiore forza man
mano che la si fa, e mi chiedo se sia bene continuare.
1 79
Gurdjieff: Allora si perderà sempre, sarà sempre così
com'è. È il cane, il diavolo che la natura mette in lei. Per
questo motivo lei non deve credere a nulla. Mandi al dia
volo persino Dio. Non creda in Dio, ma solo nel program
ma che ha deciso di svolgere. Lei sa che sto dicendo una
cosa importante. Questo stato non può arrivare spesso,
ma una o due volte al mese sì; seduto, con calma, prenda
coscienza dei suoi tre tipi di muscoli, e poi pensi in modo
assolutamente imparziale. Prenda in considerazione il suo
stato, la sua classe, il suo carattere, e come fare tutto ciò
che deve fare nei mesi che seguiranno. Quali relazioni,
per esempio, vuole avere con quest'uomo o quella don
na. Il programma esposto lo inserisca nella vita, e faccia
soltanto quello che corrisponde al suo programma. Nella
vita ci sono migliaia di persone che vogliono dominarla.
Lei mandi tutti quanti al diavolo; creda solamente nel suo
programma e nelle sue decisioni personali. Per lei è l'uni
co modo rigoroso: gli altri non esistono, non esiste nessun
altro modo; perché ci sono molti cani che la natura mette
.
in noi espressamente per renderei deboli. Forse alla natu
ra interessa che ci siano pochi uomini sulla strada giusta.
1 80
Gurdjieff: Allora si sbrighi e non si aspetti niente dal la
voro. Soltanto dopo potrà aspettarsi dei risultati. Faccia
tutto senza identificarsi internamente, ed esternamen
te interpreti un ruolo. Questo ruolo consiste nell'essere
esattamente com'era prima. Agisca con ciascuno come
ha fatto finora, senza fargli capire esternamente che sta
lavorando. Nessuno deve notare che fa qualcosa. Non
si aspetti niente. Svolga soltanto il suo compito. Non si
identifichi internamente con niente e nessuno. Questo è
il suo compito. Sia esattamente come prima, è il ruolo
che deve interpretare. È cambiato meccanicamente, e
non potrà essere com'era prima. Questo le farà capire
di cosa si tratta e le farà capire perché lo chiamo "in
terpretare un ruolo". Non faccia capire a nessuno che
lei sta facendo qualcosa di eccezionale. Non cerchi di
illuminare, di inviare raggi all'esterno, non è abbastanza
forte; non ha la possibilità di farlo. Non ci si deve mai
aspettare nulla; lasci che le cose siano come prima. Il
suo amico è stupido? Lasci che sia stupido, e mantenga
la stessa relazione. Era intelligente? Che sia intelligente.
Gli mostri che non è cambiato niente. Questo si chiama
interpretare un ruolo.
181
con lei sei mesi fa, e le nasconde quello che ha acquisito.
Quando tutto sarà stato decristallizzato sarà capace di
essere una persona nuova. Ho detto un milione di volte
di non usare quello che si è acquisito; oggi si accontenti
di lavorare, e non si aspetti niente. E se ha guadagna
to qualcosa, non lo usi. È un compito serio che deve
svolgere: che nessuno si accorga che lei è qualcosa. Non
solo lo si deve fare, ma lo si deve anche fare in quanto
compito, in quanto lavoro speciale, senza deviazioni. Lo
si deve fare come un compito, continuare a fare ciò che
si faceva prima.
1 82
avere lo stesso valore. Queste piccole cose mi dimostra
no che lei non lavora su sé stesso, che fa distinzioni fra
i suoi figli. Uno dei suoi figli, ad esempio, tocca incon
sciamente una delle sue debolezze e per questo motivo
lei può arrivare a detestarlo; questo figlio poco a poco
comincia a irritarla e se questo si ripete, può cristallizza
re in lei alcuni fattori di odio; e se questi fattori continua
no a cristallizzarsi, può accadere che un padre uccida il
figlio. Suo figlio può essere il suo peggior nemico. Lei
deve fare il suo lavoro. I suoi figli devono avere lo stesso
valore per lei. Sono tutti il suo sangue. Attraverso di loro
lei può avere un contatto con sua moglie. Riguardo a
questo, in Asia esiste una cosa originale. Laggiù la mo
glie si chiamafotma. Ma quando ha un figlio, suo marito
la chiama padgi, vale a dire "sorella", e la moglie chiama
il proprio marito kardavate, vale a dire "fratello". Ven
gono chiamati fratello e sorella, non sono più marito e
moglie. È assurdo e allo stesso tempo insegna qualcosa.
E questo arriva fino a noi da tempi molto remoti.
Gurdjieff: Sì.
1 83
loro vita, le loro soddisfazioni, tutto viene sacrificato per
i figli. Fanno tutto per i propri figli e per sé stessi devono
rifiutare tutto. Sono padre e madre, la loro vita è finita.
Il loro scopo è il figlio, devono fare tutto per i propri figli,
anche uccidere, anche rubare, anche cattive azioni.
1 84
Gurdjieff: Ma senza sentimento, senza identificazione; è
il pensiero che dev'essere così.
1 85
DICIANNOVESIMO INCONTRO
187
brano corrispondere a una tendenza. Vedendole, posso
pensare ad esse come a degli "Io"?
188
restituisce la speranza e una grande soddisfazione nei
confronti di me stesso. Dovrei permettermi questo?
12
Nel primo caso, Gurdjieff si riferisce a L. Adams Beck, The Key ()/ Dreams.
A romance ()/ the Orient, Dodd, Mead & co, New York 1 922. Nel secondo
caso, si tratta di una probabile presa in giro nei confronti dello studente.
1 89
Gurdjieff: La testa è solo il direttore. È il poliziotto che
con il suo bastone indica la via. Bisogna percepire e sen
tire. Lavori sul sentire, sul percepire sé stesso. "Io sono",
"me sono." Non solo la sua testa - l'uomo intero. Ripe
ta, ripeta, ripeta. Si eserciti, si eserciti, mille e mille volte.
Solo questo porterà risultati.
1 90
vrebbe essere un desiderio, ma un bisogno, un bisogno.
Quando diventa un bisogno, avrà una risposta. Non ha
il diritto di avere solo il desiderio. Non è abbastanza,
non le darà niente. Crei un bisogno in lei. Ripeta, ripeta,
ripeta. Non si ripete mai abbastanza. Tutto ciò che le
viene facile, faccia "tchik", lo distrugga. Scelga qualcosa
che le costi, che sia uno sforzo. Ciò che è facile è un male
per la sua vita interiore.
Lo scopo. Abbia sempre uno scopo immediato. Que
sto è il suo obiettivo, è questo che deve ottenere. Ci sono
molti zigzag lungo la via. Non si attardi. Tenga sem
pre lo scopo in vista. Sappia dove sta andando e troverà
i mezzi per arrivarci. In seguito le indicherò un altro
scopo. Prima deve ottenere il primo; lo scopo dovrebbe
essere chiaro e sempre di fronte a lei.
191
Domanda: Quando inizio la mia lezione devo fermarmi
per un momento a raccogliermi. Mi sembra qualcosa di
vuoto, inutile, vano. Come posso evitarlo?
1 92
sarli dall'uno all'altro; lei è come un pesce il cui elemen
to naturale è l'acqua e che è obbligato a vivere nell'aria.
Deve imparare a vivere in entrambe le correnti in una
volta sola. C'è la corrente abituale, che è la vita ordi
naria in cui lei vive; e poi c'è l'altra corrente, la secon
da corrente, che è la sua vita interiore. Finora ha avuto
contatto con sé stesso solo finche era da solo, tranquillo,
ora deve imparare con gli altri. Quando è con una per
sona, rimanga nella sua propria corrente, la sua corren
te interiore.
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avevano delle anime. Forse hanno sofferto. Non possono
farlo più dove sono, non hanno corpi. Deve fare qualco
sa per loro. Deve pensare a loro. Deve figurarseli, vederli
ancora, avere le loro facce davanti agli occhi, deve pen
sare a tutto ciò che deve loro. Lei è un piccolo pezzo di
loro, della loro vita. Deve amarli, esprimere la sua gra
titudine nei loro confronti. Pensi a tutto quel che hanno
fatto per lei. Deve vedere i suoi errori verso di loro. Persi
sta in questo, ricostruisca le scene in cui li ha fatti soffrire,
magari piangere. Riviva le volte in cui è stato un bam
bino cattivo. Deve avere rimorso di coscienza. Rimorso.
Bisogna soffrire volontariamente per rimediare. Bisogna
pagare per il passato. ll passato dev'essere riparato. Cer
chi nel suo passato, crei il rimorso. Dottore, faccia anche
lei questo esercizio. Per il momento, i suoi genitori sono il
suo Dio. Non può conoscere Dio. È troppo lontano. Non
c'è posto per Lui in lei. I suoi genitori sono Dio, sono il
futuro posto per Dio in lei. Deve loro tutto, la vita, tutto.
Lavori prima con loro; poi ci saranno altri esercizi.
1 94
E in quel momento potevo alleviare le loro sofferenze
fisiche e offrire loro un sentimento di felicità. C'è una
connessione?
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Domanda: Da questo lavoro, ne vìene qualcosa ai miei
genitori? Li tocca, dà loro qualcosa?
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Ci sono due diverse cose sotto diverse leggi: primo, il
corpo organico; secondo, il corpo psichico. n corpo or
ganico obbedisce alle sue leggi. Desidera solo soddisfare
i suoi bisogni: mangiare, dormire, sesso. Non conosce
altro. Non desidera altro. È un vero animale. Bisogna
sentirlo come un animale. Bisogna sentirlo come un
estraneo. Bisogna sottometterlo, allenarlo e farlo obbe
dire, invece che obbedire a esso.
Il corpo psichico conosce qualcos'altro rispetto al
corpo organico. Ha altri bisogni, altre aspirazioni, altri
desideri. Appartiene a un mondo diverso, è di un'altra
natura. C'è un conflitto tra questi due corpi: uno de-.
sidera, l'altro no. È una lotta che bisogna combattere
con forza volontariamente, con il nostro lavoro, con la
nostra volontà. Questo scontro esiste naturalmente, è
lo stato specifico dell'uomo, e lo dobbiamo usare per
creare una terza cosa, un terzo stato differente dagli al
tri due, che è il Padrone, che è unito con qualcos'altro.
Il compito è dunque qualcosa di preciso che rinforza
questa lotta, perché con la lotta e solo con la lotta può
nascere una nuova possibilità di essere. Per esempio, il
mio organismo ha l'abitudine di fumare. Questo è il suo
bisogno. Non desidero fumare: elimino quest'abitudi
ne. Il bisogno è sempre lì, ma rifiuto di soddisfarlo. C'è
una lotta, una lotta cosciente e volontaria che chiamo
la terza forza. È la terza forza che sarà il fattore - "lo"
- che concilia e crea l'equilibrio. n corpo è un animale.
La psiche è un bambino. Bisogna educare l'uno e l'al
tro. Prendere il corpo, fargli capire che deve obbedire,
non comandare. Mettere ognuno al suo posto. Bisogna
conoscere sé stessi, vedere cosa succede. Assumersi un
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compito che sia all'interno delle proprie possibilità, una
cosa molto piccola per cominciare. Sul mangiare, su
un'abitudine. Ognuno conosce sé stesso e può trovarsi
un compito; è la sua cosa interiore, una volontà che si
oppone a un bisogno e crea la lotta. L'unica possibilità
di creare un secondo corpo è tramite un'accumulazione
di una diversa sostanza. L'unico scopo è che tutto do
vrebbe servire allo scopo.
1 98
dere appunti su tutto quel che accade nel suo lavoro per
una settimana, due settimane, tre settimane, e ne par
lerà qui, perché questo sarà utile per i suoi compagni.
E non dimentichi che ora suo figlio è il suo padrone. Lo
ringrazi. Per me lui è mio amico. E le affido un incarico
da parte sua: cinque caramelle al giorno per un anno.
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VENTESIMO INCONTRO
20 1
gono cerimonie speciali, non per tutti, non per chiun
que. Sono riseiVate a una certa categoria di iniziati. Lì
si riceve un'iniziazione e io l'ho ricevuta. C'è solo una
piccola, o piuttosto, una grande casa in una valle. Nien
te di più. È lì che si tiene la cerimonia. Si arriva ai piedi
delle montagne e si sente la musica. Ma così bella, mai.
Davvero, era una musica celestiale. Bene, uno sentiva la
musica ma non vedeva niente. Dappertutto, tutto attor
no, c'erano montagne, tutto lì. Come e da dove poteva
arrivare questa musica? Com'era possibile? Non c'era
no case lì vicino. Si poteva vedere lontano, e non ce n'e
ra nessuna in vista. Chi poteva star suonando la musica?
Potete immaginare che impressioni mi abbia dato e
quanto ne fossi stupito. È stato solo due anni dopo che
sono venuto a conoscenza del segreto, e cioè che dei
musicisti stavano suonando tra le montagne. Quello che
camminava alla testa dei sette musicisti, che si vede in
quest'immagine, teneva in mano uno strumento che era
una sorta di radio. Attraverso quello strumento riesce a
sentire quello che accade nella valle. E dirige. Non c'è
musica, solo vibrazioni che sono fatte dai movimenti del
corpo. Nella sua mano c'è uno strumento speciale. Una
radio. La radio è stata scoperta solo vent'anni fa e io ho
visto questo strumento trentacinque anni fa; la radio non
esisteva ancora. Capite; è con dei movimenti speciali che
vengono prodotte queste vibrazioni. Queste vibrazioni
si raccolgono nel globo che loro hanno sulle loro teste e
vengono emesse tramite le antenne. C'è nella valle una
cosa simile allo strumento che il direttore ha in mano,
con cui egli stabilisce il contatto. Lo strumento raccoglie
tutto e le vibrazioni arrivano in forma di musica. Ma non
202
c'è alcuna musica, alcuno strumento. È la totalità delle
loro esperienze interiori che produce il risultato trasmes
so.
Prima Serie (I Racconti di Belzebù a suo nipote), Seconda Serie (Incontri con
uomini straordinan), Terza Serie (La vita è reale solo quando Io Sono).
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Potete immaginare come abbiano dovuto lavorare per
poter essere specialisti.
Capite il mio stupore? Ho visto mille cose stupefa
centi, ma ancora ricordo il mio sbalordimento davanti
a questo. In seguito ho capito. Ma per due o tre giorni
non sono riuscito a dormire; volevo sapere. Avevo senti
to la musica e non avevo visto da nessuna parte un uomo
o una casa o un movimento. Nient'altro che montagne
e neve. Nient'altro. E sentivo quella musica. Ero come
un folle. In seguito, studiando mi sono tranquillizzato e
ho imparato di cosa si trattasse. Ma comprendete ora
perché ripeto sempre tra le altre cose - non fate, per
esempio, un movimento con la gamba che dovrebbe es
sere fatto solo col piede. Forse vi servirà quella gamba
per qualcos'altro. Dovete fare tutto esattamente sin dal
principio. Ma dovete rispettare ogni dettaglio. Non suo
neremo musica. Non è una questione di musica, ma un
vero sentimento del "Io sono". Ci sono sette esercizi per
quello. Questo esercizio è uno di essi. Potete ripetere per
mille anni "Io sono" con la mente; non vi darà niente di
reale. Questo esercizio, tuttavia, può. Ecco perché dove
te farlo con esattezza fin dal principio. Solo un'esattezza
nel vostro lavoro può darvi risultati esatti. È come quel
che ho sentito tra quelle montagne. Un solo movimento
non eseguito esattamente tra sette persone, e il risultato
sarebbe una cacofonia. Tutto dipende dalla totalità. E
il nostro Procuratore Distrettuale scrive e scrive. Come
può comprendere tutto questo quando io stesso non ca
pisco molto bene quel che sto dicendo?
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Le Edizioni TLON nascono dall'esigenza di mettere
al mondo libri come gradini su cui salire, maniglie da
afferrare, vele da spiegare e briciole da spargere. Ne
fanno parte Andrea Cola.Dledici, editore, Maura
Gancitano, direttrice editoriale, Nicola BoninJ.elli,
responsabile commerciale, Matteo Trevisani, editor,
Michele Trionfera, caporedattore, Andrea Pizzari,
grafico, Alessio Angelo Aveta, redazione social.
Edizioni TLON
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