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ISSN 0017-0089
GIORNALE CRITICO
FILOSOFIA ITALIANA
FONDATO
DA
GIOVANNI GENTILE
PUBBLICAZIONE QUADRIMESTRALE
€ 45,00
Direzione
Aldo Brancacci, Massimo Ferrari, Sebastiano Gentile,
Maurizio Torrini (coordinatore)
Comitato scientifico
Giovanni Bonacina, Carlo Borghero, Michele Ciliberto, Tullio Gregory,
Helmut Holzhey, Sir Geoffrey E.R. Lloyd, Denis O’Brien,
Dominic O’Meara, Gianni Paganini, Renzo Ragghianti, Gennaro Sasso,
Loris Sturlese, Giuseppe Tognon, Mauro Visentin
Redattore
Alessandro Savorelli
Redazione
Olivia Catanorchi, Andrea Ceccarelli, Ascanio Ciriaci, Valerio Del Nero,
Eva Del Soldato, Faustino Fabbianelli, Nadia Moro, Alfonso Musci,
Diego Pirillo, Cesare Preti, Oreste Trabucco, Stefano Zappoli
Pubblicazione quadrimestrale
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GIORNALE CRITICO
DELLA
FILOSOFIA ITALIANA
FONDATO
DA
GIOVANNI GENTILE
FIRENZE
SOMMARIO DEL FASCICOLO
Studi e ricerche:
DANILO DI LANZO, Fedone di Elide. Un profilo intellettuale . . . . . . . . . . . . . . . 260
ALESSANDRO OTTAVIANI, Fra diluvio noaico e fuochi sotterranei. Note sulla fortuna
sei- settecentesca di Fabio Colonna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 272
GIULIANO GASPARRI, Le «Pensées» di Pascal al vaglio delle Congregazioni del
Sant’Uffizio e dell’Indice (1706 e 1789) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 304
MARINA PISANO, La «meditatio mortis» nella filosofia di Giovanni Gentile:
commento al X cap. della «Teoria generale dello Spirito come atto puro» 328
Discussioni e postille:
ANGELO CALEMME, Indipendenza della natura e tecnologia dell’esperienza
nell’opera di Galileo Galilei . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 345
LUIGI TURCO, Una nuova edizione dei Dialoghi sulla religione naturale di David
Hume . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 373
PIETRO GORI, Darwinismo e fede scientifica. Il monismo di Ernst Haeckel . . . . 381
A proposito di Copernico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 389
Note e notizie:
La Città, il Sole, le Stelle. Temi astrologici e astronomici in Tommaso Campanella
(Mariassunta Picardi) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 392
L'Istituto di Studi Superiori e la cultura umanistica a Firenze (Alessandro
Savorelli) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 394
L’avvento di macchine intelligenti, capaci di scegliere tra corsi di azione alternativi
(Daniela Tafani) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 397
gnando il paradigma della filosofia ‘ci- coli. Socialismo e filosofia in Italia dopo
vile’ al momento della formazione del- l’Unità (e soprattutto nella Postilla (non
l’Unità nazionale (pp. 397-398). Più im- conclusiva sui Luoghi comuni storiogra-
portante è il fatto che con la rinuncia fici sul pensiero del Novecento: ‘rinasci-
apparentemente modernizzante alla ‘fi- ta dell’idealismo, distruzione della ragio-
losofia’ o almeno alla vecchia philoso- ne, ‘bancarotta della scienza’, Bari, De
phia perennis, Villari accedeva ad una Donato 1983), aveva spostato l’accento
«semplificazione» della «funzione co- tra la dimensione nazionale e quella eu-
gnitiva della narrazione e della rappre- ropea, che si apre all’alba del secolo,
sentazione», ossia a una «teoria erme- delle discussioni fiorentine sulla filoso-
neutica della storiografia» che riduceva fia e le scienze.
il metodo storico a un mero «presuppo- Un altro punto importante riguarda
sto» (pp. 416-417). Il primo risultato di la discussione sul metodo storico, che,
questa neutralizzazione del metodo fu il anche a partire dalle posizioni di Villa-
riaffiorare di tendenze riduzionistiche ri, si sviluppa alla fine del secolo, tra
(Mantegazza, Schiff, Herzen), che co- Villari stesso, Labriola e Croce. Labrio-
stituiva una «minaccia» per lo stesso la, rileva Bondì, presenta «una prospet-
modello villariano, tanto è vero che Vil- tiva radicalmente diversa» da Villari,
lari si muove in un primo tempo, senza concependo la filosofia come «critica e
esito, per chiamare sulla cattedra di correzione dei concetti, che sono ne-
Storia della filosofia prima Cantoni, poi cessari per pensare l’esperienza». A Vil-
Ardigò (pp. 416-423). lari, pur riprendendo e approfonden-
Molto cambia invece con la chiama- do la questione in La storia è una scien-
ta di Felice Tocco, che reimposta il nes- za? (1891) e in La storia la scienza e la
so filosofia/scienze (attribuendo alla coscienza (1893), continuò a mancare
prima il «compito critico di analisi de- quella teoria «ermeneutica» della storia
gli apparati concettuali» delle seconde), che era invece ben presente a Labriola,
attento com’era all’esperienza neokan- sulla base della lezione di Humboldt,
tiana ed herbartiana (pp. 425 sgg.), ma Droysen, Steinthal e Dilthey (pp. 436-
frainteso poi e respinto, proprio per 439). Nonostante la diagnosi delle dif-
questo da Croce e Gentile. Un’altra ficoltà e la percezione della svolta in at-
frattura decisiva è tra la prima genera- to e della crisi del modello positivistico,
zione, che ancora guarda al positivismo la persistenza nell’idea di una storia «a-
di Comte e Mill, e che ha ancora sullo valutativa e obiettiva», in cui «concetto
sfondo le discussioni tra spiritualisti e e valore» rimangono separati e ricom-
materialisti, e la seconda che si affaccia posti in un’altra sfera, mostrano che
all’inizio del Novecento, tra Francesco Villari non era riuscito a porsi «al livel-
De Sarlo e, per brevissimo tempo, Ma- lo del dibattito filosofico a lui contem-
rio Calderoni (1913-14), e infine Li- poraneo sulla storia», come invece era
mentani. Una cultura che ha come pun- accaduto ad alcuni degli esiti più consa-
ti di riferimento ben diversi, Kant, Peir- pevoli dell’hegelismo napoletano (p.
ce, Husserl, e attenta perciò a discutere 441).
fuori degli schemi tardo positivistici le
«degenerazioni metafisiche del discorso Alessandro Savorelli
scientifico» e la «logica storica della ri-
cerca» (p. 431). Con queste svolte
l’«equilibrio» instabile teorizzato da
Villari si sgretola lentamente. E aggiun-
geremmo che pur nella linea, che Bon- L’avvento di macchine intelligenti, ca-
dì parzialmente contesta, di una sostan- paci di scegliere tra corsi di azione alter-
ziale continuità, anche Garin, nel lungo nativi, ha posto, negli ultimi decenni,
intervallo tra La cultura italiana tra ’800 questioni etiche e metaetiche nuove,
e ’900 (Bari, Laterza 1962) e Tra due se- che possono essere affrontate solo en-
398 note e notizie
zioni della responsabilità, caratteristi- quale prende in esame, tra le altre, an-
che che non paiono ascrivibili a una che le condizioni computazionali per la
macchina: «consapevolezza, intenzio- costruzione di «macchine kantiane»
nalità, e volontà libera» (J.H. Moor, (T.M. Powers, 2006) – si tratta di co-
2006). Quando a decidere siano agenti struire macchine la cui caratteristica sia
artificiali, in grado di interagire anche non la bontà, bensì la santità, ossia la
sulla base di quanto appreso dall’espe- conoscenza delle norme morali e l’infal-
rienza, secondo paradigmi di appren- libile e automatico adeguamento delle
dimento che non possono escludere l’e- proprie azioni ad esse.
ventualità di disastrose deviazioni dal Per ciò, occorre che siano realizzate
modello prefissato, la questione della almeno tre condizioni, al momento non
responsabilità non si pone in termini soddisfatte: dal punto di vista etico, oc-
morali, con riferimento alla eventuale corre identificare un’etica normativa
colpevolezza o punibilità delle macchi- che non ammetta l’esistenza di genuini
ne, ma nei soli termini di quali siano i dilemmi morali – e contenga dunque i
possibili danni e di chi debba essere criteri di soluzione di tutti i dilemmi
chiamato a risponderne legalmente (D. morali apparenti – e che sia condivisa in
Marino, G. Tamburrini, 2006). modo sufficientemente ampio da ren-
Ammesso che si tratti di costruire, derne pubblicamente ammessa l’incor-
piuttosto che agenti morali in senso porazione in macchine capaci di sce-
proprio, robot dotati di alcune compe- gliere, quali ad esempio i robot che pre-
tenze morali – quali la capacità di com- stano assistenza agli anziani (A. Van
prendere un sistema di norme, di con- Wynsberghe, 2013) o le automobili a
formare ad esso le proprie azioni e di guida autonoma (P. Lin, 2014); dal
utilizzare un linguaggio morale (B.F. punto di vista metaetico, occorre af-
Malle, M. Scheutz, 2014) – che si tratti frontare la questione della traducibilità
cioè di «duplicare o mimare» nelle in termini computazionali dell’etica
macchine «i processi che nelle persone normativa adottata, o almeno di un suo
sono classificati come decisioni etiche» sottoinsieme coerente, e trovare il ne-
(D. McDermott, 2008), la peculiarità cessario equilibrio tra i metodi basati
dell’etica delle macchine consiste nel- su insiemi di principî e quelli che si fon-
l’obiettivo di riprodurre negli agenti ar- dano su vasti insiemi di casi singoli pre-
tificiali non l’intera gamma delle azioni classificati e sul ragionamento per ana-
di rilevanza morale, ma le sole azioni logia (M. Anderson, S. Leigh Ander-
moralmente buone (intese come le azio- son, 2007; M. Guarini, 2005; W. Wal-
ni conformi alle norme morali, senza al- lach, C. Allen, I. Smit, 2008); occorre-
cun riferimento alle intenzioni e alle rebbe, infine, che fossero codificate e
massime dell’agente): l’obiettivo non incorporate nelle macchine anche tutte
può essere quello di programmare un le conoscenze necessarie a replicare
robot che sia in grado di superare un quello che, negli umani, è il mero buon
«Test morale di Turing», formulando senso: in mancanza di tale poderoso ap-
giudizi e adottando scelte con gli stessi parato di istantanea comprensione di
gradi di moralità e immoralità di quelli tutti gli aspetti non esplicitati nella
di qualsiasi essere umano (C. Allen, struttura di controllo, si corre il rischio
G.Varner, J. Zinzer, 2000), né quello di di costruire robot analoghi al protago-
riprodurre in una macchina «la tenta- nista dell’esempio di Wittgenstein (L.
zione di fare la cosa sbagliata» (D. Wittgenstein, Ricerche filosofiche, trad.
McDermott, 2008). Nel lessico kantia- it. a c. di M. Trinchero, Torino, Einau-
no – pertinente, in questo ambito, giac- di 1967, p. 48: «Qualcuno mi dice: “In-
ché l’etica di Kant costituisce, insieme segna un giuoco al bambino!” Io gl’in-
all’utilitarismo e alla dottrina aristoteli- segno a giocar di denaro ai dadi e l’altro
ca delle virtù, uno dei tre modelli di ri- mi dice: “Non intendevo un giuoco del
ferimento di questa nuova disciplina, la genere”»).
400 note e notizie
Daniela Tafani
FASCICOLO II MAGGIO-AGOSTO 2017
ISSN 0017-0089
GIORNALE CRITICO
FILOSOFIA ITALIANA
FONDATO
DA
GIOVANNI GENTILE
PUBBLICAZIONE QUADRIMESTRALE
€ 45,00