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a cura di
Andrea Rodighiero e Paolo Scattolin
Sommario
VII
1
Cfr. DEGRADA 1996, 43 e 1996-1997.
248 Elena Biggi Parodi
2
Tale impostazione metodologica, ormai acquisita, è stata resa esplicita da
BIANCONI – PESTELLI 1987, IV-IX.
3
Nella sua disamina della esegesi critica salieriana-mozartiana, RICE 1998
afferma che coloro che hanno tentato di studiare le opere teatrali dei composi-
tori coevi a Mozart hanno focalizzato la loro attenzione sui compositori di opere
italiane non residenti a Vienna, non composte per Vienna, per il pubblico e per
i cantanti per cui scrisse Mozart. Per esempio, per tracciare le ‘convergenze dei
generi’ che conducono a Don Giovanni, HENZE-DÖRING 1986 non si riferisce a
nessuna delle opere di Salieri nelle quali tali convergenze sono assai maggior-
mente riscontrabili. Così pure ROBINSON 1987, nel suo bel saggio sulla tradizione
dell’opera buffa nella quale Mozart scrisse Le nozze di figaro, menziona Salieri
come uno degli autori più rappresentati a Vienna negli ultimi vent’anni del Set-
tecento ma rivolge la sua attenzione piuttosto verso la musica di Pasquale An-
fossi, Domenico Cimarosa e Paisiello. L’attuale situazione degli studi di questo
periodo, dichiara RICE 1998, è stata influenzata principalmente dall’influsso delle
ricerche pionieristiche svolte sulla produzione mozartiana da Abert, nei suoi due
volumi su Mozart (ABERT 1955-1956), nei quali il musicologo tedesco ha rivolto
la sua attenzione su contemporanei di Mozart come Traetta, Guglielmi, Anfossi,
Domenico Fischietti, Baldassare Galuppi, nessuno dei quali ha vissuto a Vienna
per un periodo maggiore a pochi mesi. L’unico autore operista viennese a cui fa
riferimento è il maestro di Salieri, Florian Gassmann, ma senza un’osservazione
approfondita. Rice dichiara che le composizioni teatrali di Antonio Salieri meri-
tano una nuova attenzione oggi, dato che gli studiosi hanno avvertito l’esigenza di
cogliere nella produzione mozartiana le convenzioni musicali del suo tempo. Un
altro autorevole studioso mozartiano, Platoff, afferma che molti degli aspetti della
musica operistica del maestro di Salisburgo possono essere ritrovati nelle opere
dei musicisti che operarono a Vienna come Salieri, Martin y Soler e i loro rivali,
oggi dimenticati. Il linguaggio che noi oggi consideriamo ‘mozartiano’ come se
fosse appannaggio esclusivo del genio di Salisburgo fu in realtà il linguaggio usato
La funzione del coro nella produzione musicale ... 249
dai compositori della sua epoca, le stesse convenzioni melodiche, le stesse caden-
ze, gli accompagnamenti, lo stesso stile comico per i caratteri buffi, e lo stesso
tipo di approccio lirico per quelli seri: le differenze fra la produzione di Mozart e
quella dei suoi contemporanei ci sono, ma sono più sottili di quanto si potrebbe
pensare. Si vedano PLATOFF 1984; 1990; 1991a; 1991b; 1992; 1993.
4
RICE 1998, 1-2.
5
All’Académie Royale de Musique, il 26 aprile 1784 andò in scena la
tragédie-lyrique Les Danaïdes in cinque atti, su libretto di Ludwig Theodor Tschu-
di e Marius François Du Roullet, da Ranieri de’ Calzabigi (ricordo anche che fino
alla dodicesima replica non si svelò che Les Danaïdes erano una composizione di
Salieri e non di Gluck, come era stato annunciato), poi a Versailles, il 2 dicembre
1786, fu rappresentata Les Horaces, tragédie-lyrique en trois actes, mêlée d’inter-
mèdes, su libretto di Nicolas-François Guillard da Pierre Corneille (Guillard e
Du Roullet erano stati gli artefici del libretto dell’Iphigénie en Tauride di Gluck
del 1779), infine ancora all’Académie Royale de Musique, il 7 giugno 1787, fu
rappresentata Tarare, opera in cinque atti e un prologo su testo di Pierre Augustin
Caron de Beaumarchais. Il rivoluzionario libretto racconta della detronizzazione
e uccisione del re tiranno al quale succede, acclamato dalla volontà popolare, il
proprio generale. L’opera riscosse uno straordinario successo a Parigi, due an-
ni prima della Rivoluzione. Nel 1790, in occasione del primo anniversario della
250 Elena Biggi Parodi
6
Cfr. PETZOLDT MCCLYMONDS 1997 e 2004
7
Ora in METASTASIO 1965.
252 Elena Biggi Parodi
8
In campo storico-musicale ci si riferisce al complesso fenomeno del tenta-
tivo principalmente compiuto dal compositore Gluck e dal suo librettista Ranieri
de’ Calzabigi di rinnovare il rapporto fra testo e musica di genere serio, in risposta
all’eccessiva genericità drammatica raggiunta dagli spettacoli teatrali, per meglio
esprimere il dramma contenuto nell’opera in osservanza dei criteri di ‘naturalez-
za’ e ‘verosimiglianza’. Da ora in poi in questo testo il fenomeno sarà indicato
semplicemente dalla parola ‘Riforma’ con la lettera maiuscola.
9
Ora in CALZABIGI 1994, I, 22-146.
10
CALZABIGI 1994, I, 33.
La funzione del coro nella produzione musicale ... 253
11
GALLARATI 1980, 500.
12
CALZABIGI 1994, I, 31.
13
Lettera sull’Elfrida, ora in CALZABIGI 1994, II, 587.
254 Elena Biggi Parodi
14
Cfr. la Dissertazione, in CALZABIGI 1994, I, 31.
15
GALLARATI 1980, 512.
16
GALLARATI 1980, 514.
La funzione del coro nella produzione musicale ... 255
17
Come è noto le influenze del melodramma sulla musica sacra, nel periodo
che va dalla seconda metà del Settecento alla prima metà dell’Ottocento, furono
ingenti, tanto che (benché i due generi fossero considerati inconciliabili dai teo-
rici dell’epoca) non è possibile osservare una netta distinzione fra lo stile sacro
e quello operistico. Un esempio fra tanti dell’influenza del melodramma sulla
musica sacra è analizzato da MORELLI 1991 (cfr. anche LUCARELLI 1995). Alcune
testimonianze delle affinità in questo periodo fra lo stile teatrale e quello utilizzato
persino nella musica italiana da chiesa sono riportate da KANTNER 1982.
18
Si veda BIGGI PARODI 2000a.
19
Dopo la sinfonia in si bemolle, collegata senza soluzione di continuità al
recitativo obbligato di Pietro (Dove son?), la scena prosegue senza cesure con
l’arioso in mi bemolle Ingratissimo Pietro! e la cavatina di Pietro Giacché mi tremi
in seno in sol minore; segue la descrizione di Pietro dell’arrivo degli altri perso-
naggi con il recitativo obbligato Ma qual dolente stuolo. Da qui immediatamente,
256 Elena Biggi Parodi
20
Ora in SALIERI 2000, 74 (tav. 1).
21
La versione che riporta Brunelli (in METASTASIO 1965, 561), è «dovunque il
guardo giro», ma si riporta qui il verso musicato da Salieri: «dovunque il guardo
io giro».
258 Elena Biggi Parodi
La massa corale in Italia fino agli anni Venti del XIX secolo
era mediamente formata da dodici-sedici coristi, ed erano in
netta prevalenza i cori di voci maschili rispetto al coro di voci
miste24.
Mentre attendeva alla composizione di Europa riconosciu-
ta, sappiamo che Gluck chiese a Salieri di seguire la messa in
scena della sua Alceste a Bologna25. Il compositore legnaghese
ebbe dunque molteplici occasioni di conoscere le strategie glu-
ckiane26. «Le istoriche notizie» sul mito di Europa, che eran
22
La partitura di questo autografo contiene molte correzioni, compresa la
data originale, 1776, modificata dal compositore in 1778: si veda BIGGI PARODI
2000a.
23
Testo del 1827, ora in MOSEL 1999, 55: trad. it. in DELLA CORTE 1936,
131-132: «in Italia, infatti, a quei tempi, il coro era quasi esclusivamente formato
da garzoni di bottega che, senza conoscere una nota, imparavano la loro parte ad
orecchio e la cantavano poi alla perfezione».
24
Si vedano i saggi raccolti in PASSADORE – ROSSI 2000; MATTEI 2005.
25
BIGGI PARODI 2004a.
26
CUMMING 1995.
La funzione del coro nella produzione musicale ... 259
27
Ora in PARINI 1999, 79.
260 Elena Biggi Parodi
28
Cfr. BIGGI PARODI 2004a, 43 e VERAZI 1778, 10.
29
I numeri progressivi I.1, I.2 ecc., come pure le sigle che da qui in avanti
identificheranno i numeri chiusi delle composizioni teatrali di Salieri, sono tratti
da BIGGI PARODI 2005a (BP nel testo).
La funzione del coro nella produzione musicale ... 261
30
Qui e altrove: «recitativo accompagnato».
262 Elena Biggi Parodi
31
A proposito del ballo di Europa riconosciuta vd. BIGGI PARODI 2004b e
le Discussioni sulla danza pantomima. Riflessioni sopra la pretesa risposta del sig.
Noverre all’Angiolini, vedi lettere sulla danza di Mr Noverre, e del Sig. Angiolini,
s.n.e. (esemplare custodito in I-Mc, Riserva, B-43); CUMMING 1995; TOZZI 1972;
TOZZI 1995; LOMBARDI 1988.
32
Cfr. BOCKMAIER 2001; BÖHMER 1999, 320 ss.
33
Si veda GÖLLNER – HÖRNER 2001.
34
PETZOLDT MCCLYMONDS 1996.
La funzione del coro nella produzione musicale ... 263
35
GALLARATI 1985.
36
BIGGI PARODI 2000b.
37
BIGGI PARODI 2004b. A proposito di Europa riconosciuta vd. PETZOLDT
MCCLYMONDS 1997 e 2004; BELLINA 2004; BIGGI PARODI 2004a.
38
DEGRADA 1990, 84.
39
Lettera del 5 agosto 1778, da Milano, di Pietro ad Alessandro Verri, citata
in VIANELLO 1941, 142-143.
264 Elena Biggi Parodi
40
Ora in MOZART 2005, 20. Traduzione di chi scrive: «nell’ultima scena
dell’atto II Idomeneo ha un’aria o piuttosto una specie di cavatina fra i cori. Qui
sarebbe meglio avere un semplice recitativo, ben sostenuto dagli strumenti. Poi-
ché in questa scena, che sarà la più bella dell’opera intera (per merito dell’azione e
del movimento scenico che è stato appena studiato da Le Grand) si avrà molto ru-
more e molta confusione sulla scena, così che un’aria in questo punto particolare
farebbe una ben misera figura – tanto più che ci sarà anche la tempesta con tuoni,
che non può certo calmarsi durante l’aria di Herr Raaf, non è vero? Un recitativo
fra i due cori farà perciò un effetto infinitamente migliore».
La funzione del coro nella produzione musicale ... 265
41
Si veda la Lettre au Rédacteur du «Mercure», ora in CALZABIGI 1994, I,
257-267.
42
LE BLANC DU ROULLET 1776, 28-29.
43
BIGGI PARODI 1997.
266 Elena Biggi Parodi
44
Citato in GALLARATI 1980, 503.
45
LE BLANC DU ROULLET 1776, 29-30. Traduzione di chi scrive: «mi pare
inconcepibile che i moderni avendo per modello i tragici greci che fanno tutti gli
sforzi per interessare il coro all’azione e lo fanno partecipare ad essa, che i mo-
derni, dico io, lo abbiano introdotto nei loro poemi e che l’abbiano lasciato quasi
sempre senza interesse e senza movimento. Solo l’abitudine può far tollerare que-
sti personaggi posticci, che piantati sulla scena come canne d’organo non vi sono
condotti che per realizzare dei vani suoni. Se c’è una regola generale e comune a
tutti i drammi è che non si possano introdurre personaggi che non sono assoluta-
mente necessari all’azione. L’autore di Iphigénie en Aulide ha sentito la necessità
di seguire questa regola e ha messo quasi tutti i cori in azione».
La funzione del coro nella produzione musicale ... 267
46
CYR 1995. Si vedano le tavv. 9 e 10.
268 Elena Biggi Parodi
47
Il coro è presente solo in partitura e non nel libretto, nel quale si trova la
ripetizione del testo di L’amour sourit au doux vainqueur du Gange, III.7.
48
Si veda la tav. 2 (= BP 15.III.12), coro Pour nos devoirs montrons un même
zèle, battute 1-26. Partitura utilizzata: SALIERI 1784, 166-167.
La funzione del coro nella produzione musicale ... 269
49
Si vedano la tav. 3 (= BP 15.II.2), Je vous vois frémir de colère, battute 1-4,
e la tav. 4 (= BP 15.II.3), Oui, qu’aux flambeaux des Euménides, battute 1-3.
50
Libretto utilizzato: F-Pn: ThB 1862.
51
Si veda la tav. 5 (= BP 15.V.2), coro delle Danaïdes, Plancippe: Gloire,
Evan, Evoé, Bacchus, battute 1-15. Cfr. BIGGI PARODI 2005b.
270 Elena Biggi Parodi
52
Si vedano la tav. 6 (= BP 15.III.3), Descends dans le sein d’Amphitrite,
battute 1-7, e la tav. 7 (= BP 15.III.8), Rends-moi ton cœur, battute 1-5.
La funzione del coro nella produzione musicale ... 271
53
Tav. 8 (= BP 15.III.7), L’amour sourit au doux vainqueur du Gange, battute
32-36.
272 Elena Biggi Parodi
54
BIGGI PARODI 1997, 119.
La funzione del coro nella produzione musicale ... 273
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La funzione del coro nella produzione musicale ... 275
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Les Danaïdes, tragédie lirique en cinq actes, dédiée à la Reine par Mr
Salieri, Maitre de la Musique de sa Majesté Impériale et Royale et des
Spectacles de la Cour de Vienne représentée pour la première fois par
l’Académie Royale de Musique le lundi 19 avril 1784 […], à Paris, chez
Des Lauriers [rist. Bologna 1969].
SALIERI 2000
A. Salieri, La Passione di Gesù Cristo, oratorio per soli, coro e orchestra,
edizione critica a cura di E. Biggi Parodi, Milano 2000.
TOZZI 1972
L. Tozzi, Il balletto pantomimo del Settecento: Gaspare Angiolini, L’Aqui-
la 1972.
TOZZI 1995
L. Tozzi, Il balletto nel Settecento: questioni generali; L’evoluzione del
ballo teatrale nel secolo XVIII, in Musica in scena. Storia dello spettacolo
musicale, diretta da A. Basso, vol V, Torino 1995, 39-62; 63-87.
VERAZI 1778
M. Verazi, Europa riconosciuta, dramma per musica da rappresentarsi nel
nuovo regio ducal teatro di Milano nella solenne occasione del suo primo
aprimento nel mese d’Agosto dell’anno 1778 […], in Milano appresso
Gio. Batista Bianchi regio Stampatore 1778.
VIANELLO 1941
C.A. Vianello, Teatri spettacoli musiche a Milano nei secoli scorsi, Milano
1941.
278 Elena Biggi Parodi
Tav. 2: A. Salieri, Les Danaïdes, coro: Pour nos devoirs montrons un même zèle
(SALIERI 1784, 166-167 = BP 15.III.12, battute 1-26).
280 Elena Biggi Parodi
Tav. 2 continua.
La funzione del coro nella produzione musicale ... 281
Tav. 3: A. Salieri, Les Danaïdes, Danaüs: Je vous vois frémir de colère (SALIERI
1784, 77 = BP 15.II.2, battute 1-4).
282 Elena Biggi Parodi
Tav. 4: A. Salieri, Les Danaïdes, coro: Oui, qu’aux flambeaux des Euménides
(SALIERI 1784, 81 = BP 15.II.3, battute 1-3).
La funzione del coro nella produzione musicale ... 283
Tav. 5: A. Salieri, Les Danaïdes, coro delle Danaïdes, Plancippe: Gloire, Evan,
Evoé, Bacchus (SALIERI 1784, 225 = BP 15.V.2, battute 1-15).
284 Elena Biggi Parodi
Tav. 5 continua.
La funzione del coro nella produzione musicale ... 285
Tav. 6: A. Salieri, Les Danaïdes, coro degli sposi: Descends dans le sein
d’Amphitrite (SALIERI 1784, 131 = BP 15.III.3, battute 1-7).
286 Elena Biggi Parodi
Tav. 7: A. Salieri, Les Danaïdes, Lincée: Rends-moi ton cœur (SALIERI 1784,
152 = BP 15.III.8, battute 1-5).
La funzione del coro nella produzione musicale ... 287
Tav. 10: Incisione a stampa della scena finale di Amadis di J.B. Lully (Parigi,
Bibliothèque nationale de France: da CYR 1995).Tav. 1: P. Metastasio, A.
Salieri, La Passione di Gesù Cristo, aria di Maddalena e coro: Potea quel
pianto (= SALIERI 2000, 74, battute 61-73).