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SCOPO RESPIRAZIONE
FORNIRE O2 AI TESSUTI
ELIMINARE CO2 DA SANGUE ARTERIOSO POLMONARE
OBIETTIVI PaO2 = 80-100mmHg, PaCO2 = 35-45mmHg
RESPIRO SPONTANEO
INSPIRAZIONE = diaframma si contrae, muscoli intercostali si contraggono = espansione polmone
pressione negativa nell’alveolo che richiama aria dall’esterno. quando la pressione è uguale a quella
dell’esterno si conclude l’inspirazione
ESPIRAZIONE = processo passivo, polmone torna nello stato di equilibrio iniziale. Viene compressa l’aria negli
alveoli e spinge l’aria verso l’esterno
VOLUMI POLMONARI
In condizioni normali muoviamo un volume d’aria detto VOLUME CORRENTE = 500ml
Alla fine di un’espirazione forzata rimane una certa quantità di aria detta CAPACITA’ RESIDUA
VOLUME DI RISERVE INSPIRATORIA
VOLUME DI RISERVA ESPIRATORIA
Al termine di un’espirazione forzata rimane aria detto VOLUME RESIDUO
VOLUME COMPLESSIVO = CAPACITA’ VITALE, a cui se aggiungiamo quello residuo abbiamo la CAPACITA’
POLMONARE TOTALE.
VENTILAZIONE SPONTANEA = la CO2 di cui è ricco il sangue attraverso le arteriole polmonari diffonde verso
l’alveolo.
VENTILAZIONE V/PERFUSIONE Q = è un bilancio che indica l’adeguatezza degli scambi gassosi, che è
determinata dal bilancio tra ventilazione alveolare e flusso ematico capillare
In condizioni normali il tempo necessario perché questi scambi avvengano è inferiore rispetto al tempo che ci mette
il sangue a passare attraverso gli alveoli il nostro organismo adotta questa precauzione in maniera tale da essere
pronto a gestire delle condizioni in cui può essere messo sotto sforzo e quindi richiesta una maggiore necessità di
incrementare questi scambi. Per esempio: esercizio fisico GC che passa per i polmoni aumenta, riusciamo a
compensare questo anche quando siamo in queste condizioni. Non andiamo in debito di ossigeno immediato.
MOMENTI FUNZIONALI
VENTILAZIONE
DIFFUSIONE
PERFUSIONE
L’alterazione di uno o più momenti INSUFFICIENZA RESPIRATORIA ACUTA vengono meno i meccanismi di
scambi gassosi.
PaO2 < 60mmHg
+/- PaCO2 >50mmHg
CAUSE DI IRA
1. DA CAUSA NEUROLOGICA traumi, eventi ischemici o emorragici cerebrali, infezioni (meningiti),
intossicazione da farmaci deprimenti il SNC (oppioidi, barbiturici, benzodiazepine, neurolettici)
2. EDEMA POLMONARE condizione data dall’accumulo anomalo di liquido nell’alveolo e nell’interstizio,
quindi gli scambi gassosi non sono così efficienti. Il liquido arriva dai vasi che lo vascolarizzano.
o CARDIOGENO: scompenso cardiaco, tachiaritmie, crisi ipertensiva, steno-insufficienza mitralica,
cardiopatia ischemica aumento della pressione idrostatica nei capillari polmonari, quindi il liquido
stravasa nell’interstizio, ed è povero di proteine = TRASUDATO. Aumenta la pressione nei capillari ed
il liquido viene spinto fuori nell’interstizio.
o NON CARDIOGENO: aumentata permeabilità dei vasi sanguigni (sepsi), inalazione succhi gastrici o
sostanze tossiche (polmonite ab ingestis), riduzione pressione osmotica plasmatica (ustioni estese,
epatopatie severe, sindrome nefrosica) alterazione membrana alveolo-polmonare, nel momento
in cui la barriera è alterata, passa il liquido ma anche le proteine = ESSUDATO.
ENTRAMBI I CASI: OSSIGENO NON RIESCE A DIFFONDERE
3. ASMA/BPCO RIACUTIZZATA nel 70-80% dei casi le cause sono batteriche, infettive aumento
escreato, dispnea, broncospasmo. Sono pz che essendo cronici non hanno valori di saturazione O2 normali.
In caso di riacutizzazioni valori scendono ulteriormente. L’asma è una malattia cronica che interessa le vie
aeree. La mucosa che riveste i bronchi si ispessisce, viene prodotto muco denso, quindi aumento muco,
ispessimento vasi e mucosa provoca ostruzione e riduzione calibro dei bronchi, quindi l’aria fa fatica ad
uscire nella fase espiratoria.
4. EMBOLIA POLMONARE ostruzione albero arterioso polmonare da materiale estraneo. Il trombo si
forma in genere nei soggetti immobilizzati per un lungo tempo a causa di frattura o decorso post-operatorio.
Ci sono anche condizioni di trombofilia (soggetto predisposto a formare trombi negli arti inferiori). Ci sono
anche altre cause come, ad esempio i farmaci (trattamento sintomi menopausa, pillola).
5. POLMONITI infiammazione alveolo e tessuto circostante. Quando non viene diagnosticata
precocemente si stabilisce IR. Il pz ha tosse, produce catarro giallo-verde, spesso striature di sangue
nell’escreato, c’è tachipnea, respiro rapido, superficiale, astenia, nausea & vomito, dolore al petto che si
accentua col respiro e la tosse (diagnosi differenziale con l’infarto).
o POLMONITE AB INGESTIS assunzione con la corrente respiratoria di materiale estraneo nei
polmoni. Coscienza alterata, tosse inefficace, SNG. Riflesso deglutizione non è ben controllato,
oppure in caso di crisi epilettiche, convulsioni correlate a vomito, può venire inalato. Anche durante
alcune manovre in rianimazione come SNG o tubo, se pz non è completamente digiuno la
stimolazione a livello gastrico può indurre il vomito, quindi ci può essere inalazione materiale
gastrico.
6. VERSAMENTO PLEURICO raccolta liquido tra pleura viscerale e parietale (scompenso, perdite,
ipoprotidemia, infiammazione).
7. SINDROME DA DISTRESS RESPIRATORIO ACUTO (ARDS) elevata mortalità, danno infiammatorio
diffuso della barriera capillare polmonare che porta all’accumulo di fluidi a livello alveolare. Le cause
possono essere intrapolmonari o extrapolmonari (come la sepsi, trasfusione). Se la barriera alveolo-capillare
è danneggiata, è più permeabile, quindi lascia passare leucociti negli alveoli, che diventano rigidi ed
atelettasici, perde strato tensioattivo che li mantiene attivi. L’esordio è acuto, presenza di condizioni
predisponenti, ipossiemia, ventilazione difficile.
8. PNEUMOTORACE raccolta di aria tra pleura viscerale e parietale (iatrogeno o bolle enfisematose).
All’esame obiettivo avrò pneumotorace, iperfonesi, non sentirò murmure, se pneumotorace di piccola entità
si risolve spontaneamente, se no si ha dolore puntorio accentuato dal respiro. All’RX torace vedrò
iperdiafania. Lo pneumotorace iperteso = aria entra nello spazio pleurico ma non esce, fino a spostare
controlateralmente il mediastino che comprende trachea, grossi vasi, linfonodi. Se viene spostato va a
comprimere la vena cava, che se viene schiacciata c’è una riduzione del ritorno venoso al cuore, che può
portare ad arresto cardiaco.
TERAPIA DELL’IRA
1. OSSIGENOTERAPIA aumenta la pressione parziale dell’ossigeno aumentando anche la saturazione
dell’ossigeno nel sangue
o CONFORT cannule nasali. 1L/min FiO2 24%, dai 2L/min aumentano di 4 punti percentuali. Quindi
5L/min = FiO2 40%
o MASCHERA VENTURI consente di conoscere con più precisione l’O2, però è meno confortevole
rispetto agli occhialini nasali. L’O2 passa attraverso un orifizio stretto, ed aumenta la velocità nel
tratto distale, richiama aria che si mescola con l’O2. Hanno dimensioni differenti quindi in base a
quanta aria viene fatta entrare dalla maschera venturi tanta aria viene mescolata
o MASCHERE RESERVOIR reservoir separato dal sacchetto da una maschera con una via
2. CPAP a metà strada tra maschera venturi/occhialini nasali e metodi invasivi. Al pz viene mantenuta una
continua pressione positiva, non solo in inspirazione ma anche espirazione. Viene richiamata l’aria fino a
quando la pressione non è uguale a quella degli alveoli. Durante espirazione si verifica esatto opposto: aria
viene spinta fuori dagli alveoli. Normalmente a fine espirazione pressione negli alveoli arriva a 0. Applicando
una pressione positiva continua avrò una pressione positiva. Serve a prevenire il collasso degli alveoli ed a
reclutare quelli già collassati. La CPAP, quindi aumenta la capacità funzionale residua, e previene un continuo
collasso e successiva apertura alveoli che provoca atelectrauma. Se in condizioni di normalità il sangue perde
la CO2 per arricchirsi di O2, se l’alveolo è ripieno di liquido, è una causa di insufficienza respiratoria quindi gli
scambi non possono avvenire. L’obiettivo è migliorare l’aspetto della ventilazione. Quindi riduce lo shunt.
Viene usata nell’IRA ipossiemica da: edema polmonare cardiogeno, post estubazione precoce o per evitare
re-intubazione in pz a rischio desaturazione dopo intervento chirurgico, focolai broncopneumoici,
riacutizzazioni BPCO. Può essere usata sia in ambulanza, DEA, reparto di degenza, TI e rianimazione. Sotto
forma di maschera nasale, total face o casco. I vantaggi sono: evitare l’intubazione ed i rischi connessi, minor
rischio di infezioni polmonari, minor degenza, gestione in ambiente più confortevole. Le controindicazioni
assolute sono: pz incoscienze (GCS <8), trauma vie aeree superiori, pneumotorace, sanguinamento grave in
cavità orale (pressione positiva spingerebbe materiale ematico nelle vie aeree. Controindicazioni relative: pz
non è collaborante, soporoso, SNG non applicabile, claustrofobia. Complicazioni: asfissia (soprattutto nel
casco, se si stacca il tubo, il pz rimane intrappolato nel casco, quindi ci deve essere un monitoraggio attento),
vomito e ab ingestis, pneumotorace, affaticamento ed esaurimento muscolare (soprattutto se pz non tollera
device), lesioni al viso soprattutto maschera total face.
3. VENTILAZIONE MECCANICA metodica di assistenza invasiva e supporto del sistema toraco-polmonare
tramite un dispositivo meccanico = VENTILATORE (attraverso tubo endotracheale o cannula tracheostomica).
4. LARINGOSCOPIA capo iperesteso (sniffing position?), allineamento bocca con vie aeree, pz deve essere
ossigenato con maschera facciale 100% e creare una riserva quando verrà fatta la laringoscopia diretta.
Attenzione a non premere negli incisivi. Epiglottide viene spostata, e si visualizza le cartilagini, il piano delle
corde vocali. Una volta raggiunta la visione ottimale viene aggiunto il tubo. Presidi per IOT: tubi cuffiati di
diverse dimensioni, laringoscopio con lame. Se l’identificazione delle
corde vocali è particolarmente difficile, un operatore farà pressione
verso il dorso del pz per visualizzare meglio lo spazio glottico. Il
laringoscopio è formato da un manico e la lama che può essere curva o
retta, al fondo della quale c’è una luce per visualizzare. La lama retta
viene usata per neonati soprattutto, mentre quella curva negli adulti,
perché poggiata per spostare l’epiglottide.
o LMA FASTRACK per vie aeree difficili quindi pz difficili da
ventilare. Utili per pz che hanno subito un trauma.
o LMA PROSEAL
o LMA SUPREME è più articolato, ha anche una cuffia di maggiori dimensioni, ed ha anche un morso
più rigido (blocco a morso), quindi per evitare che il pz mordi
5. VENTILAZIONE CONTROLLATA invasiva, si ricorre alla sedazione e talvolta alla curarizzazione continua
del pz. Il lavoro respiratorio viene sostenuto integralmente dal ventilatore. Indicazioni: IR severa ed anestesia
generale in sala operatoria.
o A VOLUME CONTROLLATO (VCV) impostati VC, FR, rapporto I/E, però non riesco a controllare le
pressioni. Rischio di provocare un danno polmonare.
o A PRESSIONE CONTROLLATA (PCV) pressione rimane costante ma il flusso va incontro ad un picco
iniziale che decresce nel tempo. Imposto la pressione ma non è detto che venga garantito il volume,
quindi quanto tollero le pressioni.
6. VENTILAZIONE ASSISTITA modalità invasiva, lavoro respiratorio affidato primariamente al pz con il
supporto meccanico del ventilatore. Preserva il drive neuromuscolare del pz, mantiene il trofismo muscolare,
riduce i tempi del weaning (svezzamento respiratorio) e quindi la degenza in terapia intensiva, rispetta
maggiormente l’attività respiratoria fisiologica.
o SIMV (SYNCHRONIZED INTERMITTENT MANDATORY VENTILATION) il ventilatore eroga una serie
impostata di atti controllati, consentendo tuttavia al paziente di respirare autonomamente oltre ad
essi, fornendo una pressione di supporto sugli atti spontanei ed intervenendo se il paziente non dà
inizio ad un atto respiratorio spontaneo. Gli atti predisposti possono essere di tipo Volumetrico o
Pressometrico.
o PSV (PRESSURE SUPPORT VENTILATION) erogazione di ventilazione di supporto. Il ventilatore
sente lo sforzo del pz, eroga pressione inspiratoria, quando termina fase inspiratoria, apre la valvola
espiratoria e permette al pz di espirare. L’inizio dell’inspirazione viene determinata dal paziente, non
è impostata une frequenza respiratoria minima; il ventilatore fornisce una pressione di supporto
all’atto inspiratorio che verrà mantenuta fino a quando il flusso inspiratorio cala a un valore
predefinito.
URGENZE RESPIRATORIE