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ARGOMENTO

MOZIONE 3
È NECESSARIO FAVORIRE LA COSTRUZIONE DEI
TERMOVALORIZZATORI
LISTA PRO LISTA CONTRO
1) 1)

2) 2)

3) 3)

4) 5)

5) 6)

6) 7)
Il tema dei rifiuti continua a scatenare polemiche e ad accendere il dibattito politico. Anche se l'argomento
ha finito per polarizzare la discussione tra chi spinge per la costruzione dei termovalorizzatori sul territorio
e chi, invece, preferisce ostarcolarli, in realtà i due aspetti non sono opposti ma strettamente correlati.
Cerchiamo di capire di cosa parliamo e perché bisogna ripartire ripensando a un'economia circolare, per il
bene di tutti.

Inceneritori o termovalorizzatori, cosa sono

Nonostante una differenza di teminologia, a livello pratico non c'è una reale distinzione tra un inceneritore
e un termovalorizzatore: sono entrambi impianti progettati per lo smaltimento dei rifiuti mediante
combustione. Semplicemente con il secondo termine viene esplicitato che l'eliminazione dei rifiuti che
avviene in queste strutture produca energia. Chiariamo che questo è un aspetto intrinseco anche nelle
attività di un inceneritore, ma semplicemente il nome ha un'accezione meno positiva, per questo motivo si
preferisce utilizzare il termine temovalorizzatore. Cosa viene smaltito in questi impianti? Gli unici rifiuti che
vengono trattati nei termovalorizzatori sono quelli derivanti della raccolta indifferenziata, ovvero tutto
quello che non rientra nella raccolta differenziata.

Pro

Durante la combustione, in queste strutture si sviluppa calore che viene recuperato e utilizzato
nuovamente per la produzione di energia elettrica e calore, basti pensare al teleriscaldamento. Bisogna
pensare ai termovalorizzatori di oggi come a degli impianti sofisticati, in grado di ridurre gli inquinanti e di
restituire energia elettrica sul territorio

dell'impianto di Acerra, un grande termovalorizzatore è preferibile rispetto a tanti piccoli impianti dislocati
sul territorio che hanno più elevati costi di gestione.

Non si accetta che prosegua il 'turismo dei rifiuti' verso altre destinazioni fuori Regione, con negative
ricadute ambientali ed economiche per i cittadini

Contro

In una situazione ideale, con una raccolta differenziata realmente virtuosa, in realtà non sarebbe necessario
prevedere termovalorizzatori sul territorio.

Incentivando pratiche di sharing e favorendo comportamenti virtuosi come il riutilizzo e il riciclo.

Dando una seconda vita e valorizzando i materiali a fine ciclo. Questo comporta trovare un mercato delle
"materie prime seconde" che permetta ai materiali di trovare nuovi utilizzi, limitando il ricorso a materie
prime vergini.

stesso modo vorrei vedere una diversa gestione dei rifiuti. Prima bisogna cercare di ridurli, producendone il
meno possibile, ad esempio evitando prodotti usa e getta, in secondo luogo cercare di riutilizzare il più
possibile quello che abbiamo (la famosa “economia circolare”) e infine riciclare correttamente; quello che
resta, ovvero che non si può riciclare, può essere impiegato nei termovalorizzatori, ma dovrebbe essere
solo una piccola parte. Dal momento che un impianto di incenerimento non si può accendere e spegnere a
piacimento, ma va tenuto sempre in funzione e alimentato, il mio timore è che averne più di quanti
servano, porti poi a incenerire rifiuti che invece si potrebbero differenziare.

Non si può però nemmeno affermare che non abbiano nessun impatto sulla salute e sull’ambiente, perché
generano comunque un’emissione di gas in atmosfera come qualunque processo di combustione, dai gas di
scarico dei mezzi di trasporto, agli impianti di riscaldamento delle case, alle ciminiere delle industrie.»

Chi è a favore, porta come esempio i Paesi del nord Europa, come quelli Scandinavi o la Germania, in cui da
anni il recupero energetico degli impianti di incenerimento costituisce una fonte rinnovabile di
riscaldamento; ma non possiamo confrontare questi Paesi con il nostro, perché a loro l’energia prodotta dai
rifiuti serve principalmente per il riscaldamento, che visto il clima rigido viene utilizzato molto di più
rispetto all’Italia.»

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