Uno dei rappresentanti più brillanti della nuova generazione,
impossibile da etichettare e dotato di una versatilità che gli consente costanti metamorfosi artistiche. Il punto forte è sempre stato il suo immaginario, la capacità di far sposare due mondi tanto lontani come il rap e il fantasy: un flow più "over the sky" che "underground", un'attitudine cinematografica ed un lessico fiabesco.⠀ ⠀ "C'era una volta" è sicuramente uno dei dischi d'esordio migliori degli ultimi tempi in cui Leon gioca alcune carte ancora inedite al grande pubblico: una scrittura spesso intima, una capacità canora che va ben oltre il rap ed una rabbia che gli ha permesso di liberarsi dal personaggio in cui, a sua detta, "Oh Cacchio" lo aveva ingabbiato, senza però fargli perdere quelle particolarità che lo hanno reso tanto interessante.⠀ ⠀ Questo album è anche una conferma del talento smisurato di Duffy, produttore con un'impronta stilistica ben definita e capace di accompagnare le mille sfumature di Faun, riuscendo spesso ad emergere anche nei punti in cui, per un producer, sarebbe quasi impossibile rendersi visibile quanto il cantante.⠀ ⠀ I featuring sono stati scelti con cura ed hanno assolutamente arricchito l'opera: Dani Faiv ci ha regalato una strofa fighissima all'interno di una hit già nota, Madame ha realizzato l'ennesimo capolavoro ed Ernia ha firmato probabilmente il testo più bello del disco.⠀ ⠀ La cosa paurosa di Leon De La Vallée è che ha un margine di miglioramento immenso e sono sicuro che il riassunto della sua favola sarà più o meno questo: "c'era una volta un giovane fauno che, cibandosi e cibandoci di musica e cinema, è riuscito nell'ardua impresa di trasformarsi in un drago, scrivendo una luminosa pagina della storia musicale del nostro paese"⠀