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Lezione 1.

I contenuti di oggi sono la comunicazione in senso generale: vedere la differenza tra comunicazione
tradizionale e non, media, web, categorie della comunicazione
LA COMUNICAZIONE.
La parola comunicazione dal lat, troviamo 3 parole che sono importanti
1- Communicatio: partecipare, qualcosa di collettivo
2- Communis: qualcosa che è comune a molti, ciò che può essere messo in comune
3- Munus: idea di reciprocità, scambio reciproco, si dà ma non c’è l’obbligo di ricevere
qualcosa.
La comunicazione è la combinazione di elementi verbali e non verbali. Quello che avviene è che ci
sono delle info che passano dal mittente al destinatario. Le comunicazioni producono reazioni,
ovvero risposte che ritorneranno al mittente. Il destinatario quindi è messo in condizione di
replicare. L’idea di comunicazione come evento che lega le persone. La comunicazione vedremo
che è anche un bisogno: tutti noi avvertiamo senso e bisogno di comunicare.
Roman Jacobson ( linguista) negli anni 60 ha parlato di una struttura formata da 6 altre forme di
comunicazione( che utilizza altre forme non verbali come suoni gesti ecc)

Jacobson definisce:
1- Mittente: colui che parla, che invia il messaggio.
2- Codice: elemento che accomuna chi manda e chi riceve il messaggio. Ci deve essere un
punto che sia di chi manda il messaggio e chi lo riceve (per es parlare la stessa lingua)
3- Messaggio: info che viene trasmessa e prodotta a seconda delle regole del codice.
4- Contatto o canale: connessione a livello fisico e psicologico tra chi manda il messaggio e lo
riceve. È un mezzo che rende possibile la trasmissione del messaggio.
5- Destinatario: colui che riceve e interpreta il messaggio.
6- Contesto o riferimento: insieme che proviene dalla situazione in generale dalle circostanze
particolari in cui si inserisce un processo comunicativo.
Comunicazione di massa
Tipo di comunicazione che ha fatto la propria comparsa in un momento ben preciso, il 20 secolo.
Secondo Mashal Mclhuan ha elaborato quella che è la teoria più generale
Questa scuola dice che le innovazioni tecnologiche che si impongono in alcuni periodi storici hanno
avuto un ruolo centrale nell’orientare gli aspetti principali della società stessa. Lacom di massa è la
comunicazione che usa tecniche di trasmissione diversificate. Attraverso di essa si è formata una
nuova cultura che si è incentrata sui modi di trasmissione e non tanto suo contenuti.
Mcluhan dice che la comunicazione è soprattutto trasmissione ma è utile nella misura in cui chi
riceve questa comunicazione è disposta ad accoglierla.( chi sta dalla parte di chi riceve deve essere
aperto ad accoglierla).

I MEDIA.
Mcluhan definisce i media come un termine latino medium entrato in uno internazionale che indica
i mezzi tecnici impiegati per diffondere una vasta tipologia di messaggi. I mas media divengono i
uso comune nella metà del 20 sec e assumono un a grande importanza e nel mondo anglosassone. Si
parla di mas media quando il messaggio veicolato viene fatto raggiungere in modo rapido e
contemporaneamente ad un pubblico vastissimo.
Comunicazione tradizionale e non tradizionale.
In uno dei testi più famosi scritti da mc, egli ci fa vedere che con l’avvengo della stampa a caratteri
mobili del 1455, abbiano avuto un cambio storico perché è stato il momento in cui si è passati dalla
cultura orale a quella alfabetica. Spesso quando pensiamo alla comunicazione tradizionale pensiamo
alla parola scritta, stampa, televisione e cinema, giornali ecc.. La comunicazione non tradizionale (o
non convenzionale) è quella del web e dei derivati (email, blog, forum)
“Ad essere tradizionale e non tradizionale non si basa sul mezzo ma sull’uso che ne facciamo.”
Io sono tanto più interattivo sia come mittente che destinatario, tanto più il medium risulta non
convenzionale.
Le capacità dei media.
Le capacità sono delle proprietà, caratteristiche. I media hanno sia delle potenzialità che limiti i
quali non possono non essere considerati. Le capacità sono 9:
1- Velocità: una delle proprietà strutturali più rilevanti, perché nei nuovi media la velocità
aumenta esponenzialmente
2- Portata: i nuovi media aggiungo sia a livello geografico che demografico un numero
maggiore di persone. Non tutte. Perché esistono limiti imposti nel caso della censura, dal
contesto socioculturale.
3- Capacità di memoria: con i muovi media è aumentata la capacità di memoria perché
rispetto agli analogici adesso si può immagazzinare un numero crescente di dati. (È
cambiato per esempio il concetto di archivio
4- Accuratezza: il livello di accuratezza aumenta o diminuisce? Rispetto a cosa?
5- Selettività: i nuovi media ci permettono di selezionale in modo sintetico dei gruppi di
utenza perché noi possiamo raggiungere i nostri obiettivi.
6- Interattività: (il livello di interattività è maggiore o minore rispetto alla comunicazione
faccia a faccia?)
7- Ricchezza degli stimoli: i nuovi media danno la possibilità di usufruire nello stesso
momento una vasta serie di stimoli (immagini, suoni).
8- Complessità: nei nuovi media è più difficile negoziare, difficile, spiegare punti difficili.
9- Protezione della sfera intima: non è tanto una capacità, ma momento di interesse. (Per es
con facebook o Whats, nel caso della privacy, sta crescendo il numero di persone che sono
migrate da what da telegram, per un discorso di protezione.)
Fusione di tecnologie di info e comunicazione.
Funzione che ha avuto un notevole impatto sui modi su cui si sono organizzati i sistemi informatici.
Parliamo di internet come la più grande rete di calcolatori. Internet è un insieme di dati
interconnessi, il principio di internet è che un calcolatore si connette alla rete Internet
www.-> Indica invece il più diffuso servizio di internet. Permette la condivisione ed accesso a un
grandissimo numero di documenti
IL WEB
www: come funziona
Il 30 aprile 1992, l’organizzazione europea stabilisce che la tecnologia sia accessibile e migliorabile
da chiunque. Il web si basa sullo scambio di pacchetti di comunicazione e sono codificati dai livelli
più alti di astrazione.
Il codice binario è il messaggio informativo digitale sotto forma di stringa di numeri che l’user
vuole inviare dal proprio calcolatore da un altro calcolatore. Il codice binario è formato da pacchetti
(inviati separatamente e che fanno percorsi diversi). Non esiste un percorso predestinato e identico
per tutti.
Con l’idea di www, quello che ci interessa è vedere le varie fasi del web.
-1990-2000:Web 1.0 = periodo che l’info britannico ha chiamato come l’era del reed only web .
C’erano dei siti statici realizzati con linguaggio html, ed avevano una frequenza di aggiornamento
molto ridotta e solo da addetti del mestiere web master. L’utenza poteva solo usufruire dei contenuti
senza alcun tipo di interazione.
-2000-2001: Web2.0 = seconda fase di sviluppo e diffusione caratterizzata dallo sviluppo di
capacità interazionali tra il sito web e l’utenza. Con la caratteristica di avere una maggior
partecipazione di chi fruiva del web anche come autore e non solo destinatario. La condivisione
delle info, da una parte ha un efficienza maggiore, ma dall’altra ci sono info che possono essere
scambiate ( youtube, reti prear to pera ma anche al social network)
- 2007 Web3.0 =nasce un nuovo linguaggio xml e nascono i metadata ( dataweb) tipo di web con
un grande livello di interazione. Ambiente digitale in cui la ricerca di info è sempre più
performante. Con questo web le macchine non solo leggono i contenuti, ma riescono a interpretarli.
- oggi Web 4.0 = quelle che sono le parole d’ordine sono big data ( insieme di tecnologie che sono
in grado di analizzare, estrapolare metter in relazione tantissimi dati diversi che possono essere
strutturati e destrutturati ) cognitive computing indica una serie di strumenti che riproducono il
funzionamento del cervello umano. Questi strumenti sono caratterizzati dalla capacità di risoluzione
di problemi. Fa riferimento a piattaforme he sono in grado di ragionare,
Cos’è il web?
Il web è il principale servizio di internet, ma prima ancora di essere questo, è un medium ( mezzo)
in particolare Mc dice che il medium è così importante che sorpassa la sua stessa condizione di
mezzo, da una parte diventa, dall’altra rappresenta il messaggio. Mc dice che il mezzo tecnologico
influenza la comunicazione così forte da produrre effetti comuni nell’immaginario collettivo
indipendentemente dai contenuti veicolati dal medium. Il medium non è solo un modo per
trasmettere un messaggio, ma è anche un interfaccia e il principio del medio come interfaccia con
cui negoziare, costruire. Il mezzo suo era la sua caratteristica di mezzo e si fa contenuto.
Cosa significa digitale?
Digitale significa fare riferimento al fatto che il web ha un modo di rappresentazione numerica
dell’info. Si contrappone ad analogica
* Digitale: L’informazione viene rappresentata suddividendola in “quantità predefinite” (quanti: 8
bit,16 bit, ecc.). I numeri di tale rappresentazione sono espressi basandosi sul sistema binario.
* Analogica: L’informazione viene rappresentata utilizzando quantità frazionabili a piacere.

1.“Il web è un medium digitale” significa quindi che tutto ciò che vi troviamo è
un’approssimazione numerica (in bit= unità fondamentale che può assumere la cifra 0 o 1)della
realtà. Per es noi oggi abbiamo una lezione, per svolgerla è sufficiente una fotocamera ecc. davanti
a me ho uno schermo, non delle persone, queste categorie e tecnologie che io ho sono io a
sceglierne che uso fare per veicolare le informazioni che è quello che a me interessa.
2. Il grado di approssimazione introdotto dal digitale mi permette comunque di veicolare
informazione e comunicazione.
* 3. Esistono categorie e tecnologie specifiche per veicolare tipi diversi di informazione, ovvero per
comunicare.

CATEGORIE DI COMUNICAZIONE:
3 macro categorie della comunicazione
1- Face to face= tipica delle relazioni personali, tipo quella riferita a Jacob
2- One to many= quella dei mas media, interessa una massa indistinta di riceventi
3- Screen to face =Comunicazione che avviene attraverso un’interfaccia tecnologica, filtrata
dallo stesso. Lo strumento in grado di veicolare quest’ info è internet.
Caratteristiche della comunicazione rettangolare
Comunicazione che fino all’ultimi decenni era veicolato su carta. (il foglio di carta, posso toccarlo,
viene prodotto, ha un suo peso, un costo)La carta è “rettangolare” e quindi anche la comunicazione
su carta è, in qualche modo, rettangolare. La comunicazione soggetta alle regole di uno spazio
rettangolare:
1) va a capo,
2) è fatta di righe,
3) è contrassegnata da un numero di pagina,
4) è interrotta da segni di interpunzione che stabiliscono dove finisce un concetto e dove ne inizia
un altro.

Perché si deve tornare indietro alla comunicazione rettangolare? Perchè è proprio quell’aspetto che
viene liberato all’interno della comunicazione digitale. Quello spazio compresso della
comunicazione cartacea e digitale, viene liberata.
La comunicazione digitale si dice che è liquida, informe e continua.
La c.digitale abbiamo detto che supera le regole della comunicazione rettangolare come metafora è
più simile allo scorrere di un fiume perché è contraddistinta dall’uso di link. I link costituiscono
l'esatto contrario dei punti e delle virgole: invece di delimitare i concetti ne abbattono ogni confine
e offrono un'infinità di percorsi alternativi di apprendimento.
I link permettono di organizzare contenuti in tanti modi diversi e non secondo un solo criterio per
volta.
La conoscenza non è più una concatenazione consequenziale di argomenti, ma è una rete che tutt*
noi intessiamo giorno dopo giorno.

Si può non comunicare?


Si dice che non si può non comunicare, perché ogni comportamento in ciascuna situazione ha valore
di messaggio. Ogni comportamento è comunicazione.
Se “non si può non comunicare”…
Si può formare (o formarsi) senza comunicare?/ Si può comunicare senza formare?
Da queste due domande ci aiutano di interrogarci sul ruolo dei media e masmedia.
La comunicazione è formazione?
Negli ultimi anni di parla di educazione ai media, perchè essi di fatto sono i principali agenti
coinvolti nel pensiero e apprendimento all’interno di una cultura.

1)Fare comunicazione digitale.


Il verbo del “fare” è molto importante perché sottolinea che chi fa comunicazione digitale dovrebbe
pensare a se stesso come autrice o autore di comunicazione, perché è un soggetto attivo della
comunicazione. Se pensiamo alla pagina web, dietro c’è un gruppo di persone che contribuisce al
lavoro. Una delle cose che sentiamo spesso dire con riferimento al fare comunicazione digitale è
che -> È anche prodotto di un’autorialità “di facile raggiungimento” = TUTT* SIAMO
POTENZIALMENTE ATTOR*.
Chi è mittente dell’informazione in rete?
* 1. Mittente che basa le sue informazioni sulla esperienza propria o altrui
* 2. Mittente che basa le sue informazioni sullo studio che ha condotto*( è qst il caso che ci
interessa)

* 3. Mittente che basa le sue informazioni su ciò che ha sentito dire .


È chiaro che queste info che si generano sono diametralmente opposte.
Dall’altra parte invece, chi riceve informazioni.
2) RICEVERE/SUBIRE: nel momento in cui tutt* sono in grado di veicolare contenuto attraverso
la rete, chi ricerca quel contenuto,
* LO ACCOGLIE divenendone PARTECIPE? O
* LO SUBISCE divenendone VITTIMA?
Si accoglie un’informazione quando si riesce a codificarla e possibilmente riconoscerla come
attendibile, mentre si subisce l’informazione quando non siamo in grado di capire se tale
informazione sia attendibile e quindi, se non siamo in grado di codificarla. Da un lato diveniamo
partecipi e godiamo di quel informazione ricevuta ma dall’altro ne diveniamo vittime.

Novità della rivoluzione digitale.


UMBERO ECO E IL CONCETTO SI SOVRACCARICO INFORMATIVO.
Grazie alla comunicazione digitale possiamo decidere come proseguire nelle nostre letture e come
gestire le nostre conoscenze. Di conseguenza siamo interpellati a decidere in prima persona a
decidere il percorso della nostra lettura. Nasce l'idea di prosumer, una nuova figura di consumatore
dell'informazione che ne è anche il produttore (egli è il simbolo della nuova capacita di scelta di
gestione delle nostre conoscenze) (consumer+ producer) . La seconda novità della comunicazione
digitale è l'incremento dimensionale della circolazione delle conoscenze. Ma l'aumento della
produzione di conoscenze e l'enorme quantità di depositi del sapere divenuti accessibile creano
incertezza e disordine (nel momento in cui mi trovo davanti a questa rivoluzione del digitale, come
mi devo muovere?)
Noi navighiamo in rete e abbiamo la sensazione di sentirsi sommersi dal carico di informazioni che
riceviamo e non riusciamo mai ad arrivare alla conclusione della ricerca: mentre mi muovo nella
mia ricerca continuo ad andare avanti fino a perdere il mio punto di vista iniziale (questo fenomeno
si sviluppa anche nell'ipertesto – parole cliccabili che aprono varie pagine). La quantità di
informazioni a cui possiamo accedere (attraverso mail, notifiche e interfacce) e la qualità poco
controllata dei contenuti delle pagine web rendono estremamente difficile l'assimilazione di
quelle stesse informazioni e danno origine al sovraccarico informativo. Esso è uno degli
elementi più pericolosi per la società digitale: si abbassa vertiginosamente la nostra soglia di
attenzione (“ci preoccupiamo di proteggere le nostre macchine ma trascuriamo con una certa
ingenuità l'idea di porre dei filtri che proteggano la nostra mente, senza la quale i calcolatori non
servirebbero a nulla”cit. L.Floridi)
Se ci sentiamo sommersi dalla mole di’ info significa che i nostri filtri non funzionano.

Lezione 2.
LA SCTITTURA OGGI. IL TESTO E IL WEB.
Oggi parleremo del ruolo che ha avuto il mezzo digitale sulla scrittura.
Elettrico vs. elettronico.
Si considera elettronico tutto ciò che può utilizzare dei circuiti elettrici affinché le info siano
elaborate.
Mentre definiamo elettrico tutto ciò che riguarda il trasporto o consumo di energia elettrica.
La scrittura elettronica non è altro che la scrittura realizzata con il pc. In realtà la scrittura
elettronica dovrebbe essere correttamente definita scrittura informatica. Dove per informatica
intendiamo tutto ciò che riguarda il pc e il suo utilizzo.
Se pensiamo alla distinzione tra apparati elettrici ed elettronici e lo rapportiamo al caso del pc:
notiamo che il pc riceve dei segnali in quanto apparato elettronico e questi sono digitali, ciò
significa che sono segnali che il pc riceve memorizza ed elabora senza convertirli, cosa che avviene
per es in un microfono. Questi segnali hanno due sole cifre (sistema binario)e sono rappresentate
dal posizionamento diretto e contrapposto di un interruttore posto lungo un circuito elettrico. Ciò
significa che se c’è il passaggio di corrente la cifra rappresentata è 1, se non c’è è 0.
Cosa vuol dire informatica?
Scienza che riguarda di rappresentare e di elaborare info. Un elaboratore manipola e gestisce info e
queste possono essere 1digitali, 2elettroniche o 3automatiche. 1. Di fatto un elaboratore utilizza i
digits (alfabeto di simboli finito)2. Trattata in termini di impulsi o stai di tensione. 3. Automatica
perché non c’è in questo cado nessu intervento esterno e sono poi i dati e i programmi a permettere
a ciascun elaboratore a permettere la manipolazione di un info.
La scrittura informatica.
Altro non è che un modo più appropriato di definire la scrittura elettronica perché è quella scrittura
utilizzata con un apparecchio elettronico. Ciò significa che gli imput non sono destinati ad essere
convertiti in segnali di significato, ma sono costituiti da una combinazione binaria che funziona
come un interruttore di corrente (questo perché gli imput ricevuti non sono analogici ma digitali).
Quali sono le 4 tappe fondamentali della storia della scrittura elettronica?
Queste sono state individuate dallo studioso Domenico Fiormonte.
1- La prima: dagli anni 80. È importante tenere presente che il tipo di ricezione che
caratterizzava questa prima fase ricordava quel tipo di ascolto che era molto simile
all’ascolto di un messaggio televisivo: in questa fase le info venivano distribuite sia ad un
pubblico abbastanza vaso, ma la recezione era anche passiva. Negli anni 80 si fecero i primi
studi su come la scrittura sarebbe cambiata. Tutta questa prima fase ha avuto un impatto
limitato a livello di scrittura individuale.
2- La seconda fare: anni 90. Anni in cui c’è un impiego già più vaso del mezzo informatico
( pc) c’è anche una maggiore consapevolezza dell’uso e utilità del computer. Altro aspetto
interessante è l’affievolirsi della generazione di persone pessimiste. Secondo lui la parabola
comune di queste persone che scrivono, si contraddistingua da un passaggio dalla diffidenza,
utilizzo e entusiasmo.( da scetticismo -> entusiasmo)
3- Terza fase. Si hanno due tipologie d’impiego del computer: 1- da una parte il computer
diventa utile per la comunità scientifica in generale, perché abbiamo l’avvento delle banche
dati, archivi etc. 2- abbiamo dall’altra parte l’utilità a livello personale, della singola
persona. È proprio in questo periodo che l’informatica umanistica comincia a prendere
piede.
4- Quarta fase. Nascita e impiego dell’ipertesto. Qui si è visto una vera e propria rivoluzione di
forme, supporti e gestione dei contenuti.

Informatica umanistica.
Nasce dalla linguistica computazionale (=informatica umanistica ha origine nel trattamento
automatico del linguaggio Nasce nel 1949, quando padre Roberto Busa inizia a produrre
l’Index verborum dell’opera omnia di Tommaso d’Aquino. Da questo momento in poi che il
processo di costruzione dei principi e metodi dell’ informai umanistica, è stato segnato dalla nascita
di un numero di associazioni e riviste. Tre esempi:
- “Computers and the Humanities” (rivista);
- l’Association for Literary and Linguistic Computing (ALLC),
- l’Association for Computer in the Humanities (ACH).
Sono tutte appartente agli anni 60.
Nel 2012 è nata l’Associazione per l’informatica umanistica e
la cultura digitale (AIUCD). È stato un momento chiave per l’italia, è un’associazione tutt’ora
importante.
Cosa si intende per umanistica digitale?
Intendiamo un ambito di studi, ricerca, insegnamento e innovazione. In realtà è una disciplina
trasversale. (il riferimento qui è ai vecchi e nuovi media).Studia le modalità attraverso cui i media
influenzano il modo di produrre e condividere cultura. L’umanistica digitale si propone di fondere
tradizioni accademiche che un tempo erano lontane dal discorso sul presente. Lo fa sulla base di un
dato di fatto semplice ma importante: l’innovazione avviene nel momento in cui due mondi opposti
entrano in contatto, cominciano a parlarsi e sviluppano nuovi linguaggi e nuovi metodi di analisi. Si
basa su un presupposto fondamentale: comprensione del passato attraverso gli strumenti del
presente. Ovvero di base l’idea è quella di una conoscenza che si sviluppa solo con lo scambio con
altre discipline e approcci resi possibili dall’evoluzione tecnologica.

DIGITAL HUMANITIES VS. INFORMATICA UMANISTICA.


- Digital Humanities: settore di ricerca interdisciplinare basato sull’incrocio tra discipline
umanistiche e nuove tecnologie informatiche.
- Informatica Umanistica: il soggetto è l’informatica, in una sua declinazione semplificata e
mirata per chi lavora nel campo dell’umanistica.

Nel D. H il soggetto è l’umanistica (qui ad esempio se analizziamo un manoscritto lo analizziamo


con elementi informatici per fare una ricerca umanistica.), mentre nelle I.U. il sogg è l’informatica
(è presente da diversi anni, è quello che facciamo noi).

COSA NON E’ INFORMATICA UMANISTICA?


- L’Informatica umanistica non è alfabetizzazione informatica.
- Muove da una riflessione sul senso dell’impiego dell’informatica nelle discipline
umanistiche (es. l’edizione digitale non può essere una semplice copia dell’edizione
cartacea).
- L’umanista dell’era informatica deve sapersi avvalere dei nuovi strumenti di indagine messi
a disposizione dalle tecnologie informatiche = umanista informatic*(U.I.).
(Es. pensiamo alla questione del copyright.).
- La nascita dell’ umanista informatic* è stato un processo a due fasi:

° In una I fase, l’U.I. ha sfruttato le capacità di ricerca e recupero delle informazioni offerte dal
database. Ha sviluppato conoscenza quantitativa nel senso di ricerca di dati i database (privilegiava
la quantità)
° In una II fase, l’U.I. sfrutta le possibilità del digitale, mettendole a servizio della forza
metodologica delle materie umanistiche. 10. Interessa un processo qualitativo.

(quando noi ricerchiamo info scientifiche noi stiamo facendo un uso quantitativo del digitale, man
mano che andiamo avanti negli studi saremo noi a decidere quale strumento da usa per la ricerca,
allora sarà un utilizzo qualitativo).

I QUATTRO PERIODI DELL’INFORMATICA UMANISTICA .


Tito Orlandi, studioso contemporaneo, ha ipotizzato l’esistenza di 4 periodi che caratterizzano lo
sviluppo dell’ info umanistica.
¢ Periodo dei precursori (fino al 1960)
. 1. Progetto di atomatizzazione del procedimento della traduzione (William Weavers, 1947).
. 2. Progetto di produzione dell’indice delle opere di S. Tommaso (padre Roberto Busa, 1946).

¢ Periodo delle applicazioni pionieristiche (1960-1970) periodo che ci interessa di più.


I computer non sono più considerati come miracolo della tecnologia, un numero crescente di
persone sperimenta con la capacità delle macchine.
. 1. Progetti di indicizzazione, ordinamento, e statistica lessicale (Italia: Alinei e Avalle).

¢ Periodo degli esperimenti e delle ricerche (1970-1990)


Periodo più vivace, ma anche più interessante. L’analisi lessicale si espande e abbraccia l’analisi
delle strutture linguistiche.
. 1. Nascita della linguistica computazionale, branca della linguistica che incontra l’informatica
umanistica (Zampolli,Canani, Sampson, Hockey).

¢ Periodo del trionfo della tecnologia (1990 ad oggi)


Era degli strumenti che sono dotati di software che hanno portato a risultati importati.
. 1. Incredibili avanzamenti della tecnologia con programmi che offrono, all’utente finale, un
risultato visibile.
(Per esempio= i software di editing tipo Adobe design che permette di partire da zero, per arrivare a
vedere un risultato completo e visibile, non si vede il processo, ma il risultato, il prodotto finito.)

IPERTESTO
Riguarda un’amplificazione delle possibilità di un testo. La parola stessa si compone di due termini,
c’è già l’idea di essere davanti a qualcosa di versatile che si apre a numerose possibilità. È un
Paradigma della nostra epoca. All’atto pratico l’ipertesto è una rete di testi legati tramite
connessioni che permettono il passaggio tra l’uno e l’altro in tempi celeri. Possiamo osservare
come si leghi ad altri concetti come quelli di: testo, linearità, velocità ed apertura. L’ipertesto è un
testo che si apre a numerosi altri testi e questa apertura è resa possibile dalla particella formante
dell’ipertesto ovvero i link. La concezione di testo è cambiata => occorre riconsiderare e
riconfigurare anche la concezione di lettura e scrittura.
Abbiamo mai pensato a come cambia la lettura da libro cartaceo o digitale?
LINK
Aspetto più distintivo dei testi elettronici. È una parola o stringa di parole che ci permettono di
andare avanti o di trovarci in altri ambienti digitali per continuare la lettura. Strumento che
permette la navigazione all’interno delle strutture ipertestuali.
I problemi di fruizione di questi testi sono 5 (seguendo la classificazione di Antonio Calvani).
Ovvero:
1) il salto da un link all’altro può essere compiuto in modo casuale; ovvero noi di fatto siamo
abituati a una lettura di tipo lineare (su carta) che segue il percorso naturale del testo che abbiamo
davanti. Qui invece ci troviamo davanti a una lettura multisequenziale (ovvero che con un clik
possiamo passare da una pagina ad un’altra)
2) si diventa consapevoli del link solo dopo averlo attivato;
3) il salto, specialmente se comporta cambio di videata, può far dimenticare l’idea che lo aveva
nominato;
4) spesso l’associazione ha senso per l’autor* e non per chi legge;
5) le esigenze di «effetto» (audio, video ecc.) possono prendere il sopravvento sui reali bisogni di
comprensione di chi legge.
La forma non può prendere il posto del contenuto.

DIFFICOLTÀ CAUSATE DAL NUOVO MODO DI FRUIZIONE.


Ci sono tanti studi sulle difficoltà legate da questo nuovo modo di leggere da parte delle generazioni
di adolescenti.
Con le nuove nuove generazioni => non si avverte la necessità del mantenimento della struttura
lineare di un pensiero organico, l’idea di linearità persiste.
¢ Questo porta a:
— difficoltà nel mantenimento dell’attenzione sul singolo elemento.
— abitudine a considerare immagini e parole con le stesse categorie interpretative. (utilizzare gli
stessi metri di paragone quando ci troviamo di fronte sia a testi o immagini)
— necessità di stimoli che portino novità e divergano dalla linearità passiva dell’ascolto e della
lettura. C’è sempre il rifiuto della posizione passiva i chi ascolta.
Laddove la lettura lineare ci riduce ad una posizione passiva, dall’altra parte dovremmo porci una
domanda : quanto siamo noi a decidere la nostra lettura nella lettura ipertestuale?

finora abbiamo preso l’esempio di Calvani che ha riassunto 5 problemi chiave per quanto riguarda
la funzione di ipertesto.
VANTAGGI DELL’IPERTESTO
¢ Il collegamento dei materiali favorisce l’abitudine alle associazioni. L’ipertesto porta alla costruzione di
nuove associazioni mentali che possono venire implementate e sviluppate. Paragonato all’ ipertesto, il libro è
un sistema chiuso perché finisce, qui siamo davanti ad un sistema aperto. *
¢ Tecniche avanzate di riflessione critica.
¢ Molteplicità delle letture e delle interpretazioni con interventi interni al testo, aggiunte personali marginali,
correzioni e suggerimenti.

ETÀ DELLA STAMPA:


I PRESUPPOSTI CULTURALI
¢ 1) Il primato dell’autor*: il testo è del/la suo/a autor*. L’idea alla base di un testo scritto è quella che il
testo è di chi lo scrive. Quando pensiamo in maniera più estesa a chi scrive, viene in mente il concetto di
canone letterario = insieme di testi primari di una cultura letteraria.
¢ 2) Un testo per essere tale è compiuto o finito: idea di testo chiuso sia per ‘contenuto’ che per
‘contenente’. Linearità non fluida come ipertesto.
¢ 3) Il testo deve essere originale: nato dallo sforzo personale di un/un’ autor*; il prodotto finale deve
potersi considerare nuovo.

ETÀ DELLA RETE:


I PRESUPPOSTI CULTURALI

In rete:
. tutto è modificabile, trasportabile e copiabile
. tutto è virtuale e si fatica a riconoscere identica dignità alla versione cartacea. Tutto ciò che vediamo o
leggiamo lo percepiamo come qualcosa di virtuale che spesso facciamo fatica a riconoscere in quello che
leggiamo in rete un identica dignità rispetto al cartaceo. Abbiamo la sensazione che questa virtualità estesa, e
ci sentiamo autorizzati a fare nostro e copiare ciò che troviamo in rete. (=> naturale predisposizione a sentirci
autorizzati ad appropriarci di essa).
I paradigmi delle nuove tecnologie sono:
¢ Virtuale e instabile: paradigmi delle nuove tecnologie
¢ «Sappiamo bene (o almeno dovremmo sapere) di avere responsabilità nelle azioni che compiamo nel
mondo reale, ma abbiamo talvolta la strana e pericolosa illusione che le scelte che compiamo costruendo
ambienti virtuali, e agendovi dentro, non comportino responsabilità alcuna, che il virtuale ci affranchi, oltre
che dal alcuni aspetti del mondo fisico, anche dalla valutazione critica di scelte e azioni»
(FABIO CIOTTI, GINO RONCAGLIA, Il mondo digitale.Introduzione ai nuovi media, Bari, Laterza, 2000,
p. 212).
Chiunque in rete può scoprire o riscoprire il proprio lato creativo, ma se è vero questo aspetto e lo è, tutto
però risulta più o meno collegato -> più o meno rintracciabile e più o meno riutilizzabile. Roncaglia dice che
ci illudiamo che le scelte che noi facciamo siano totalmente slegate da ciascun tipo di responsabilità. fino a
che punto possiamo parlare di democraticità del web?

COSA DOBBIAMO EVITARE:


POTENZIALITÀ / PERICOLOSITÀ CONOSCITIVA
¢ Dobbiamo evitare la dispersione e frammentazione cognitiva
¢ Dobbiamo evitare la perdita della capacità di orientamento e critica, che diventa conseguenza logica di un
uso sconsiderato e inconsapevole dei media.
¢ L’immagine, senza il supporto della parola, non aiuta a riconoscere i contesti che modificano il senso
dell’immagine, non permette interpretazioni ma solo generalizzazioni. Senza la parola l’immagine non
permette l’interpretazione, ma permette solo la generalizzazione.

NUOVE STRATEGIE CONOSCITIVE.


Nel passaggio dall’età della stampa a quella della rete è cambiata la percezione così come è cambiato il ruolo
e capacità di chi legge. Il pc ha permesso un nuovo tipo di relazione con conoscenze preesistenti.
¢ L’evoluzione della scrittura ha portato alla realizzazione di nuove strategie conoscitive.
¢ I nuovi mezzi conducono a una diversa percezione del testo;
¢ L’influenza reciproca tra i sistemi di scrittura e i processi cognitivi sarebbe dunque alla base di ogni nostra
forma di comunicazione.
¢ I nuovi prodotti digitali associano un sistema spazio/visuale a uno sequenziale/temporale.

IL CONCETTO DI FILOLOGIA TESTUALE.


La filologia testuale conduce alla trattazione della figura di autor* = colui che crea un’opera.
La filologia disciplina antica che ha messo l’attenzione su vari aspetti (lingua, civiltà, letteratura di un
popolo) il ramo della filo che si che occupa del ramo dell’età della stampa si chiama testuale.
‘Critica del testo’:
. Studio del testo.
. Sua ricostruzione critica attraverso l’individuazione, la diagnosi e la cura dei guasti e dei fraintendimenti
apparsi nel corso del tempo.
¢ Analisi parallele: quella sui testi e quella sulla cultura del periodo di riferimento.
¢ Il ramo della filologia che si occupa dell’’età della stampa’ => ‘bibliografia testuale’.
¢ L’idea di autor* nasce con la parallela ‘chiusura’ dei libri. Ovvero quello che abbiamo visto prima, la
nozione di libro chiuso.
¢ La nozione di libro chiuso e non modificabile (figlia dell’invenzione della stampa) ha portato con sé il
consolidamento del concetto di autor*.
Lezione3.
ALLA SCOPERTA DELLA “COMUNICAZIONE SCIENTIFICA”
è quella particolare forma di comunicazione sperimentata e che viene condotta a partire dai rami dell’ uni.
Un esempio sarà la nostra tesi di laurea. Erroneamente si pensa alla comunicazione scientifica come prodotto
che viene trasmesso e veicolato da persone esperte di un determinato settore. Non fa riferimento solo ai saggi
critici e volumi, ma anche alle nostre produzioni individuali.
¢ Scoperta e acquisizione delle regole alla base di una buona scrittura scientifica raggiunte in autonomia.
¢ Formazione curricolare o best practice di riferimento: assenti o minime.
¢ Obiettivo di questa lezione: consentirvi di affacciarvi al mondo della comunicazione scientifica.
Perché è importante scrivere e fare comunicazione scienitifica?
LE RAGIONI DELLE PUBBLICAZIONI
¢ Far circolare rapidamente le scoperte scientifiche
¢ Diffondere e condividere i risultati a beneficio di tutt* mantenendo al tempo stesso la “paternità” delle
scoperte.
¢ Dare una forma concreta e compiuta ai propri studi e alle proprie ricerche.
Significa voler far ricolare il proprio prodotto in modo possibilmente più rapido il nostro argomento. La
scegliamo di diffondere anche per la nostra volontà per far si che possa andare a beneficio di altri.

I 4 MOMENTI DELLA
COMUNICAZIONE SCIENTIFICA
Il processo di produzione di conoscenza scientifica può essere suddiviso in quattro attività principali: il
primo passo è la scelta dell’argomento.
¢ Ricerca e Creazione dobbiamo reperire il materiale, controllare la sua attendibilità.
¢ Valutazione si ha a qualsiasi livello, ovvero il relatore scriverà un giudizio sulla tesi, però anche chi
insegna sono anche loro soggette a valutazione. La valutazione è quel momento che permette di migliorare
nella fase di creazione.
¢ Diffusione si lega all’esigenza primaria di diffondere la propria ricerca. Per entrare a far parte di una
cerchia di persone che discutono per tanti motivi, che vogliono contribuire portando avanti un dibattito su
argomento.
¢ Archiviazione serve per non perdere nessun risultato delle nostre ricerche.

CREAZIONE.
L’aut* (autrice/autore) scientific*
¢ Scrivere significa …
. capire le ragioni e le motivazioni – personali, sociali e culturali – che portano la/lo studiosa/o all’assunzione
di un’identità autoriale;
. sapere comunicare, ovvero comprendere il proprio contesto (cfr. Chartier 1993 e Foucault 1969); per fare
ciò si deve imparare a comprendere il contesto
. saper ricercare le fonti; saper muovermi, e sviluppare lo spirito critico.
. comprendere quale forma dare al proprio contributo e conferirgli un supporto ideale. ( per esempio le slide)

CAPIRE RAGIONI E LE MOTIVAZIONI


¢ Fare ricerca in ambito scientifico,
¢ Identificarsi ed essere identificati come studios* ed espert* in specifiche aree tematiche,
. Sono obiettivi il cui raggiungimento molto dipende dalla qualità dei nostri prodotti.
. Si tratta di obiettivi che richiedono da parte di ogni studios* l’assunzione della veste di
autrici/autori e comprensione dei concetti di autorialità e autorità scientifica.
¢ Sono obiettivi che si scelgono durante il percorso universitario, che si riconoscono durante la tesi.

L’AUTRICE/AUTORE SCIENTIFIC*:
CAPIRE RAGIONI E LE MOTIVAZIONI

Fare ricerca in ambito scientifico, significa identificarsi ed essere identificati come studios* ed
espert* in specifiche aree tematiche,
Sono obiettivi il cui raggiungimento molto dipende dalla qualità dei nostri prodotti, ovvero che
siano scientificamente attendibili.
Si tratta di obiettivi che richiedono da parte di ogni studios* l’assunzione della veste di
autrici/autori e comprensione dei concetti di autorialità e autorità scientifica.
Sono obiettivi che si scelgono durante il percorso universitario, che si riconoscono durante la tesi.

TIPOLOGIE DI TESTI.
Sono grandi gruppi di testi:
1) Regolativi: testi che contengono norme, prescrizioni, istruzioni, regole di comportamento e
d’uso.
2) Informativi: testi che contengono informazioni, dati, notizie e conoscenze; sono testi oggettivi,
cioè sono caratterizzati dall’assenza di commenti e valutazioni da parte di chi scrive. Un testo
informativo ben scritto segue la regola, coniata dal giornalismo anglosassone, delle cinque «W»:
What?; When?; Where?; Who?; Why? Queste cose si sono trasportate anche nelle regole del
giornalismo quando si presenta i progetti.
3) Descrittivi : testi che attraverso le parole restituiscono l’immagine di un oggetto. La
descrizione può essere oggettiva (una guida del Touring, dove però ci sono anche elementi
informativi) o soggettiva (la descrizione di un personaggio in un romanzo).
4) Interpretativo-valutativi :testi che danno notizia di opere artistiche o scientifiche o culturali, o
di rappresentazioni o manifestazioni o «eventi» culturali, nel senso più ampio, e accompagnano la
notizia con un commento e una valutazione.
5) Espressivi: sono testi, per lo più scritti, la cui funzione è l’espressione di stati d’animo,
emozioni, sentimenti, sensazioni. Hanno un taglio estremamente soggettivo e personale.
6) Narrativi: sono testi scritti o orali in cui chi narra racconta una storia; sono caratterizzati
dalla presenza di personaggi, di una storia che li lega, di dialoghi e di una eventuale finalità (di chi
narra).
7) Argomentativi: testi in cui si presenta una tesi e si cerca di convincere il pubblico a cui ci si
rivolge della sua validità. L’argomentazione mette in campo un complesso di ragionamenti
opportunamente coordinati fra loro allo scopo di convalidare o confutare una tesi. La nostra
argomentazione deve essere supportare da una serie di fonti che hanno uno scopo di validare,
confortar ciò che sosteniamo.
. 7.1 Saggio critico
. 7.2 Articolo scientifico
. 7.3 Tesi e Tesina

I TESTI DURANTE IL PERCORSO UNIVERSITARIO.


I testi che si affrontano durante il PERCORSO UNIVERSITARIO possono essere di vario tipo:
>regolativo: testi come il programma di un esame o le regole per la compilazione di una tesi;
>informativo: l’orario delle lezioni, il piano di offerta formativa dell’ateneo, il piano di studi, tutti i
testi universitari – soprattutto a carattere scientifico – che presentino dati, notizie, conoscenze,
esposti in modo oggettivo e senza che trapeli il punto di vista di chi scrive.
>interpretativo e valutativo: i commenti ai testi letterari, le recensioni pubblicate sulle riviste
specializzate Nelle Università a carattere scientifico prevalgono i testi descrittivi. Nelle Università a
carattere umanistico i testi narrativi ed espressivi (tra cui quelli poetici),
In tutte è possibile incontrare testi di tipo argomentativo, sia per chi legge, che per chi li produce.
SONO TESTI ARGOMENTATIVI:
¢ – il SAGGIO CRITICO in rivista o in volume, che costituisce la materia di studio per la
preparazione di
un esame;
¢ – la TESINA ovvero un «saggio breve», costruito sulla base di fonti bibliografiche specifiche, in
relazione a un argomento legato alla materia d’esame;
¢ – la TESI (TRIENNALE O SPECIALISTICA) ovvero un «saggio lungo», concordato con il/la
docente della materia in cui ci si laurea;
¢ – l’ARTICOLO SCIENTIFICO ovvero un articolo derivante da una ricerca specifica, spesso
ricavato
dalla tesi di laurea, che viene pubblicato rivista universitaria (e che diventerà materia di studio per
le nuove generazioni di studenti).
¢ – LA MONOGRAFIA libro accademico, saggio estremamente lungo, ha il peso di una tesi, è
scritta da una i più persone e verte su un argomento. È la dimostrazione della ricerca svolta. È il
prodotto accademico per eccellenza.
TIPOLOGIE DI COMUNICAZIONE
SCIENTIFICA COME PRODOTTI EDITORIALI.
Adeso guardiamo alle tipologie di comunicazione come prodotto editoriale.
I prodotti della ricerca possono essere:
1. saggi o articoli (in rivista, curatela, atti di convegno, ecc.)
2. monografie. (Libri scritti da uno o più persone.)
3. miscellanee, curatele, edizioni critiche, atti di convegno
4. short communications*
5. editoriali*
6. recensioni*
1)SAGGIO O ARTICOLO SCIENTIFICO
¢ Il saggio (essay) è la formalizzazione di una o più attività di ricerca condotta da studios* o da chi
fa ricerca. Ne è la sintesi e ne riporta i risultati. Sintetizza la ricerca Solitamente un buon saggio è
formato da: ipotesi • metodi • risultati • interpretazione dei risultati • discussione delle possibili
implicazioni future. I saggi sono piuttosto lunghi: limite di parole mediamente tra 3000 e 6000 (ma
può arrivare anche a 12000 parole per alcune riviste).
Scopo comunicativo:Sostenere 1 tesi (persuadere sulla sua validità) o presentare, discutere e
confrontare 2 o più tesi su un dato argomento.
Destinatar*: Chi si interessa all’argomento specifico
Tipologie testuali: Testo prevalentemente argomentativo, ma con elementi espositivi, volti a
spiegare-chiarire argomento o tesi o testi. Il testo può anche avere carattere valutativo-interpretativo
(es. analisi e confronto fra tesi e testi). Deve avere uno sviluppo critico, un’impronta personale;
non deve essere una semplice relazione espositiva.
Per sviluppo critico intendiamo la prospettiva sia di chi legge che di chi scrive(deve avere basi
documentate, per questo motivo portare avanti un percorso finalizzato ad ottenere uno spirito critico
non è un processo facile perchè arrivare a far sentire la propria voce rispetto a quello che è stato
scritto non è facile)La “tesi”, o il/i giudizio/i, vanno necessariamente documentati. Il saggio
scientifico non è da considerarsi di minor valore rispetto alla monografia.
MONOGRAFIA: Per monografia si intende un lavoro di ambito accademico scritto su un
argomento da un* o più studios*. Si differenzia dalla curatela e dall’opera miscellanea (raccolta di
testi scritti da più persone). La monografie è il risultato di uno sforzo di ricerca anche molto lungo.
CURATELA: Bisogna distinguere tra raccolte di saggi eterogenei, e volumi collettanei che sono il
risultato di un vero progetto culturale. La maggioranza delle curatele ha alle spalle un progetto
scientifico forte e coeso e dei risultati di ricerca innovativi per il settore di riferimento. Questo
secondo punto fa si che la curatela sia più diffusa, cioè con alle spalle un progetto scientifico forte e
coeso e che diventa un contributo forte per il settore. Curatela significa che c’è un coordinamento
editoriale e scientifico in cui la responsabilità scientifica ed editoriale è sia delle persone che
scrivono i saggi, sia di chi è nella veste di editor.
EDIZIONE CRITICA: Il lavoro di edizione comporta un lavoro sui testimoni manoscritti o a
stampa dell’opera che si vuole pubblicare. Il lavoro di edizione costituisce dunque un presupposto
indispensabile allo studio critico, letterario e culturologico. Un’edizione critica deve ricevere lo
stesso peso,nel processo di valutazione, di una monografia.
SHORT COMMUNICATIONS:
Sono comunicazioni inviate alla rivista. Sono veloci e preliminari di avanzamenti significativi della
ricerca. Devono essere pezzi tecnicamente validi,innovativi e originali. Riportano qualcosa di
nuovo, non presente in letteratura, ma non nel dettaglio delle applicazioni
Le ShortComs sono brevi: limite di parole mediamente tra 1000 e 3000 (tempi di pubblicazione
molto rapidi) la diffusione è molo immediata e capillare, spesso infatti sono pubblicate ad accesso
aperto ovvero che non ci sono vincoli, è un opera scaricabile senza costo.
EDITORIALE:
Tipologia di comunicazione scientifica che è molto più familiare. Breve scritto da parte di chi dirige
che racconta quella che è la missione della rivista stessa. Quando è più sostenuto a livello dei
contenuti e quasi come un articolo scientifico.
¢Articolo di fondo, che viene stampato, senza firma, nella 1°pagina di un giornale o rivista.
¢ Rispecchia l’indirizzo politico e culturale del giornale stesso.
¢ Presenta un punto di vista personale.
¢ Consente all’autrice/autore di commentare la forza o la debolezza di una teoria o di un'ipotesi.
¢ Si tratta di pezzi relativamente brevi.
¢ Limite di parole mediamente tra 1000 e 1500.

RECENSIONE

¢ Le recensioni dei libri sono pubblicate in molte riviste accademiche.


¢ Lo scopo di una recensione è quello di fornire aggiornamenti e opinioni sui libri di recente
pubblicazione.
¢ Sono una opportunità per chi fa ricerca agli inizi della carriera per tenersi aggiornat*, per ampliare
il curriculum delle pubblicazioni, per entrare in contatto con le riviste scientifiche.
¢ Si tratta di pezzi relativamente brevi: limite di parole mediamente tra 1500 e 2500
¢ Articolazione: 1. Trama del libro 2. Analisi tematica, stilistica, linguistica, 3. Commenti e giudizi
critici personali. È importante tener bene in testa questo schema.
È importante non limitarsi al riassunto perché l’obbiettivo è quello di analizzare il testo con una
prospettiva critica.

STRUTTURA IMRAD: (Metodo che viene dalla cultura angloassone)


- INTRODUCTION
- METHODS
- RESULTS AND DISCUSSION

1- INTRODUZIONE: nell’intro dichiariamo lo scopo del lavoro, dobbiamo interessare


subito chi legge. Motivare il razionale dello studio. Non anticipare MAI le conclusioni.
Limita i riferimenti ad altre opere… Presenta solo le principali pubblicazioni scientifiche su
cui ti sei basata/o e cita un paio di articoli originali. Non fare troppe citazioni. Sii concis* e
dirett*. Non dimenticare di fornire un quadro d’insieme almeno all’inizio. L’introduzione
deve essere organizzata passando dal generico allo specifico. Mantieni un ordine tra le varie
sezioni. Ipotesi e obbiettivi devono essere evidenziati alla fine dell’introduzione.
2- MATERIALI E METODodi: Descrivere l’oggetto dello studio. Definire metodi e
apparecchiature. Illustrare le procedure. Confrontare altri metodi. Non descrivere però
minuziosamente le procedure che sono state utilizzate fino ad allora, è sufficiente farne un
breve riassunto! Una descrizione dei metodi incompleta o incorretta potrebbe essere criticata
dal/la relatrice/relatore o dalla commissione. Utilizza unità di misura standard e
nomenclature universali. Fai una lista dei metodi nello stesso ordine di quello della sezione
dei risultati, in pratica nell’ordine logico con cui hai condotto la tua ricerca:
— descrizione del luogo dove hai condotto la ricerca
— descrizione degli esperimenti fatti (informazioni sulle date). In questa sezione non
aggiungere commenti o risultati.
3- RISULTATi: fase in cui presentiamo i risultati in sequenza logica. Enfatizzare SOLO i
risultati di rilievo. Questa sezione risponde alla domanda: “Cosa ho scoperto?”, dunque solo
risultati pertinenti ed utili. È importante ricordare che in questa sezione stai mostrando i tuoi
risultati, pertanto non devi inserire delle fonti e comparare la tua ricerca con i risultati di
altri, per far questo c’è la Discussione.
4- DISCUSSIONE: Sottolineare SOLO gli aspetti innovativi. Non ripetere quanto già detto
nei metodi. Non trarre conclusioni non supportate dai metodi. Spiegare i risultati facendo
attenzione a non ricopiarli dalle sezioni precedenti.Comparare i risultati con quelli di altr*
aut*. Non ignorare o evitare studios* che hanno opinioni diverse. Evitare frasi che vanno
oltre quello che i risultati possono supportare. Evitare espressioni poco chiare o poco
specifiche.
CONCLUSIONE: si rende chiaro in che modo le ricerche possono portare avanti lo stato della
ricerca, dire in che modo questo percorso è stato utile, dove ti ha portato. Chiarire in che modo le
ricerche possono portare ad un progresso rispetto allo conoscenze attuali. Necessaria per evitare che
vengano riscontrate difficoltà nel valutare e giudicare il lavoro svolto. Non ripetere elementi
dell’Abstract o dei Risultati. Proporre una giustificazione scientifica valida del lavoro svolto e
indicare possibili sviluppi di questo, suggerendo anche future ricerche.
ABSTRACT.
L’abstract è l’anteprima del tuo articolo di ricerca e in quanto tale determina se qualcun* leggerà o
meno il
tuo lavoro. Spesso è In inglese + breve (di solito ca. 800 battute spazi inclusi)
Spesso l’unica sezione che viene pubblicata in accesso libero online. Riassume il contenuto del
lavoro
Fornisce una panoramica dell’argomento trattato.
2 TIPOLOGIE:
1- Abstract strutturato. È il più chiaro dei due in quanto fornisce una precisa suddivisione in
sezioni:
— Background
— Scopo
— Metodi
— Risultati
— Conclusione
2. Abstract non strutturato: È un singolo paragrafo, ma deve riuscire a fornire la stessa tipologia
di copertura tematica dell’Abstract, strutturato con un giusto equilibrio fra le varie sezioni.

TITOLO : è il luogo strategico per l’argomentazione. È ciò che sicuramente sarà accessibile
liberamente su
tutti i motori di ricerca e nei database di indicizzazione. Deve essere interessante, chiaro e, allo
stesso tempo,
deve riassumere in poche parole le informazioni principali del saggio. Attrarre l'attenzione di chi
legge.
Riflettere lo stile e il tono dell'articolo per cui il titolo della tesi nostra avverrà alla fine. Altra cosa
importante sono le parole chiave sono importanti perché la scelta delle parole chiave perché
servono a chi legge. Quale parole cercherebbero? Individua 15-20 keyword che rappresentino il tuo
articolo (utilizza
non solo parole, ma anche frasi).
Scegli 3-4 keyword (keyword principali) che rappresentino il fulcro del tuo studio e metti le altre in
secondo piano (keyword secondarie).
Digita le tue parole chiave nel motore di ricerca che pensi chi legge/rà utilizzerebbe (Google
scholar, DOAJ, Scopus) e guarda se i contenuti proposti sono pertinenti a ciò che hai scritto (parola
secondaria potrebbe essere invece principale). Usa lo strumento «Parole chiave di Google», oppure
«Google Insights» e «Google Trends». Con questi ultimi due, è possibile vedere la popolarità delle
parole chiave per tempo e posizione geografica. Non sprecare spazio per parole chiave utilizzate
nel titolo!
DISTRIBUZIONE DELLE KEYWORDS
¢ Distribuzione delle parole chiave principali:
— titolo (2-4 parole)
— sottotitolo (3-4 parole)
— abstract (3-4 parole, anche ripetendole)
— sezione delle parole chiave (4-7 parole)
¢ Distribuzione delle parole chiave secondarie:
— corpo del testo
— grafici o tabelle
— biodata degli autori
— nel nome file del documento.

Modulo 4.
PROPRIETA’ INTELLETTUALE.
La proprietà intellettuale è l’insieme dei principi giuridici volti alla tutela della creatività e
dell’ingegno. Possono essere protetti da proprietà intellettuale invenzioni, lavori letterari e artistici,
simboli, nomi, immagini e disegni. La proprietà intellettuale comprende due aspetti: da un lato la
proprietà industriale ( marchi,brevetti, modelli) e dall’altro la proprietà riferibile al diritto
d’autore***.
IL DIRITTO D’AUTORE
Il diritto d’autore è un istituto giuridico che ad oggi assicura l’incentivo alla creazione
artistica
e intellettuale. Il diritto d’autore è uno strumento di “democrazia della cultura” assicurato dalla
Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Questo significa che ci sono sia trattati
internazionali e nazionali. Attraverso il diritto d’autore o copyright le/gli autrici/autori hanno
avuto modo di affrancarsi dal mecenatismo dei capi politici e religiosi. è stata una conquista
importante perché prima non succedeva così. Il diritto d’autore ha aiutato l’autore al diritto del suo
ingegno.
Si tratta di un insieme di norme che regolano i rapporti economici e giuridici tra aut*, edit* e
utenti.
¢ Le invenzioni artistiche coperte da diritto d’autore possono essere: letterarie, musicali, delle arti
figurative, architettoniche, teatrali, fotografiche.
¢ Riconoscendo diritti esclusivi morali e patrimoniali ad autrici/autori, si permette loro di
dedicarsi alle proprie attività creative.

IL DIRITTO D’AUTORE IN ITALIA.


Quel diritto riconosciuto dall'ordinamento dello Stato a colei/colui che abbia realizzato un'opera
dell'ingegno a carattere creativo, deve cioè essere originale.
Il requisito della creatività/originalità può essere inteso in due sensi diversi:
- in senso soggettivo; perché noi stiamo parlando di qualcosa che è un contributo personale, opera
che esprime più o meno l’impronta personale di chi crea.
- in senso oggettivo, nel senso che noi possiamo considerare un’opera originale finch essa non è una
copia di una creazione preesistente.
Italia:
- Legge n. 633 del 22 aprile 1941 e Libro V del Codice Civile del 1942 (artt. 2575-2583).
- Il Codice Civile (Art. 2576) e la Legge n. 633 (Art.6) stabiliscono che i diritti dell’autrice/autore
sulla propria opera sono in essere al momento stesso della creazione dell’opera giacché espressione
di uno sforzo intellettuale o opera dell’ingegno.
Ciò significa che l’acquisizione del diritto è dato dal solo fatto della creazione dell’opera (che però
deve essere in qualche modo espressa formalmente, non basta pensarla).
¢ Nell’art. 8 della legge sul diritto d’autore si afferma testualmente che “è reputato autore
dell’opera, salvo prova contraria, chi è in essa indicato come tale… ovvero è annunciato come
tale nella recitazione, esecuzione, rappresentazione o radiodiffusione dell’opera stessa”.
CONTENUTO E DURATA DEL DIRITTO D'AUTORE
Il diritto consiste di due elementi fondamentali:
1) Il diritto alla nominalità dell'opera (anche detto diritto morale), per il quale ciò che è stato creato
dall’autrice/autore deve essere riferito alla/o stessa/o, evitando che altr* si possano gloriare
dell'operato altrui. ¢ Il primo è strettamente legato alla persona.
2) Il diritto allo sfruttamento economico (diritto economico o patrimoniale).
¢ Il secondo è originariamente dell’autrice/autore, che può cederlo dietro compenso (o
gratuitamente) ad acquirenti (o licenziatari/e), che a sua volta può nuovamente cederlo nei limiti del
contratto di cessione e della legge applicabile.

1)DIRITTO MORALE
Si specifica in una serie di facoltà:
1) Il diritto d'inedito. L’opera non è stata precedentemente pubblicata.
2) Il diritto alla paternità dell'opera.
. L'usurpazione della paternità dell'opera costituisce plagio.
. L'edit* è obbligato a riprodurre e porre in vendita l'opera con il nome dell’autrice/autore,
ovvero anonima o pseudonima, se ciò è previsto dal contratto.
. Il diritto di paternità tutela anche l'interesse pubblico, garantendo la collettività da ogni forma
di inganno o confusione nella attribuzione della paternità intellettuale.
. Dopo la morte dell’autrice/autore mantengono tali diritti le/i discendenti.
Il diritto morale non ha fine.
3) Il diritto all'integrità dell'opera. L’aut* ha diritto ad essere giudicata/o dal pubblico per l'opera
così come è stata concepita. È importante sottolienarlo ma prima chi stampava poteva cambiare o
modificare il contenuto di un’opera per andare in contro al gusto del pubblico.
4) Il diritto di ritirare l'opera dal commercio: il diritto di pentimento. L'art. 2582 del codice
civile prevede che l’autrice/autore, qualora concorrano gravi ragioni morali, abbia diritto di ritirare
l'opera dal commercio.

2)DIRITTO ECONOMICO O PATRIMONIALE.


Le norme sul diritto d'autore commerciale regolano i seguenti diritti:
¢ pubblicare
¢ riprodurre
¢ trascrivere
¢ eseguire, rappresentare o recitare in pubblico
¢ comunicare al pubblico
¢ distribuire
¢ tradurre ed elaborare
¢ noleggiare e dare in prestito
ESTINZIONE DEL DIRITTO ECONOMICO
¢Il diritto di utilizzo economico si estingue decorso un certo periodo dalla morte dell’autrice/autore
(70 anni), in italia.
¢Il diritto morale non si estingue mai.
¢Estinto il diritto commerciale, l'opera diviene di pubblico dominio ed è liberamente utilizzabile da
chiunque, anche a fini economici, purché sia rispettato il diritto morale alla titolarità artistica.
Nel nostro ordinamento il pubblico dominio non viene definito, ma abbiamo l’idea di beni e info
che ad un verto punto diventano disponibili per tutti sia dal punto di vista dell’accesso che del’
utilizzo (sempre 70 anni dopo la morte). In Inghilterra c’è proprio una legislazione del pubblico
dominio.
DIRITTO D’AUTORE VS. COPYRIGHT
Il concetto di diritto d’autore e quello di copyright – pur se ovviamente interconnessi – non sono
affatto coincidenti.
¢ Diritto d’autore: l’accento è posto sul diritto dell’autrice/autore di un’opera dell’ingegno di
veder riconosciuti la paternità intellettuale e il diritto di sfruttamento economico dell’opera
prodotta. L’autrice/autore è la/il titolare naturale del diritto di proprietà sulla sua opera. Può cederla
in concessione temporanea o permanente a un edit* che può produrne delle copie da vendere
alle/agli utenti. Le/gli utenti pagando una certa cifra, possono acquistare una di tali copie e usarla,
ma non diventano proprietar* del prodotto intellettuale, né ereditano il diritto di copia;
dunque non possono a loro volta farne copie e distribuirle in alcuna forma.
¢ Copyright: in inglese “Diritto sulla copia” l’accento è posto sulla salvaguardia delle ‘edizioni
autorizzate’ dell’opera dalla riproduzione non autorizzata.

3 TIPOLOGIE DI PUBBLICO DOMINIO (dove va a finir un opera dopo che si è estinto il


diritto economico)
A) “pubblico dominio strutturale” è riconducibile a tutte quelle opere che gli stati decidono per
legge di far entrare subito nel pubblico dominio, nonostante chi le abbia prodotte sia ancora in vita.
B) “pubblico dominio per scadenza dei termini” comprende quelle opere i cui diritti sono
temporaneamente scaduti per ragioni legate alla morte di chi le ha create
C) pubblico dominio volontario. Gli autrici hanno deciso fin da subito di condividere le proprie
opere con licenze libere.
IL DIRITTO D’AUTORE
(Dal punto di vista storico)
La normativa e il concetto stesso di diritto di autore sono conquiste dell’era moderna. Fino
all’epoca Rinascimentale si viveva di proventi di attività pubbliche o private (mecenatismo). Con la
diffusione della stampa la produzione libraria diviene una vera e propria attività industriale. Gli
autori non vivono più a corte ma ricevono una remunerazione per le opere. Le prime leggi in
materia furono emanate nel Regno d’Inghilterra agli inizi del ’700. Formalizzazione e all’inizio
del XIX secolo. La codifica legislativa del diritto d’autore è giunta fino ai giorni nostri pressoché
intatta. La sua applicazione è stata progressivamente estesa nel corso del tempo per farvi rientrare i
nuovi supporti e mezzi di diffusione delle opere.
…NEL DIGITALE
Cosa avviene quando l’evoluzione dei mezzi di riproduzione rimuove queste difficoltà materiali ed
economiche, rendendo la riproduzione immediata e accessibile a chiunque?
Il digitale permette di riprodurre un oggetto una quantità di volte infinita. La riproduzione illegale di
prodotti intellettuali in formato digitale si è diffusa rapidamente. Basti pensare al fenomeno dei CD
audio e dati masterizzati, o a quello – più recente – della distribuzione di brani musicali in formato
MP3 attraverso Internet. Dibattito teorico (ma anche pratico), fortemente polarizzato su 2 posizioni
entrambe in qualche misura ‘estreme’.
Sono totalmente a favore del copyright: i colossi editoriali, l’industria dello spettacolo, e buona
parte di autrici/autori, affiancate/i dalla maggior parte delle aziende tecnologiche.
CONTRO IL COPYRIGHT
Movimento del no copyright o del copyleft: le tradizionali normative a protezione del diritto di
autore non hanno più alcuna ragione di esistere nell’era digitale, DATO l’abbattimento dei costi di
riproduzione e distribuzione. ritengono che l’informazione e i contenuti debbano circolare
liberamente e gratuitamente.
COPYLEFT =Gioca con la propria controparte “copyright” in termini semantici. Il termine
“copyleft” viene reso in italiano quindi come “permesso”.
COPYLEFT
Marandola: “Il copyleft permette di riutilizzare o riprodurre l’opera riconoscendo i diritti morali
(paternità e integrità)all’autore originario”. Riconosce i diritti morali dell’autrice/autore e
permette di decidere il grado di libertà con cui far fruire la propria opera. Si basa su un codice
di licenze, denominate General Public Licenses.
Movimento che nasce da chi ha sviluppato software. In informatica, open source (codice
sorgente aperto) indica un software la cui licenza prevede il necessario rilascio del codice sorgente.
In informatica, open source (codice sorgente aperto) indica un software la cui licenza prevede il
necessario rilascio del codice sorgente.
2.la licenza.
COSA SONO LE LICENZE D’USO
¢ Il contratto di licenza d’uso è lo strumento
maggiormente utilizzato per la pubblicazione dei prodotti digitali protetti dal diritto d’autore.
¢ Attraverso questo contratto, la/il licenziante dà al/la licenziatar* il godimento del prodotto per un
periodo di tempo determinato o indeterminato, dietro pagamento di un canone o di un compenso
fisso.
¢ Le licenze presentano problematiche diverse in base al prodotto che si concede in licenza:
software, corsi di formazione online, ecc.

CREATIVE COMMONS

23¢ Fondate nel 2001 da Lawrence Lessig (MIT).


¢ Si tratta di licenze che offrono un sistema flessibile per la gestione dei diritti
¢ Si basano sul principio “some rights reserved” (alcuni diritti riservati).
¢ Si pongono a metà strada tra il modello restrittivo di copyright tradizionale (“all
rights reserved”) e il modello opposto del public domain (“no rights reserved”).
¢ CC è una modalità che consente di mantenere la proprietà intellettuale e assegnare diritti per
la fruizione della stessa, che siano condivisibili da tutt* coloro che ne fanno uso.

¢Aut* e edit* che scelgono di pubblicare i prodotti scientifici direttamente in modalità OA hanno la
facoltà di definire le corrette condizioni di uso di tali opere.
¢ Il sistema di licenze di Creative Commons (CC) è il più adottato perché offre una serie di licenze
di facile utilizzo, standardizzate, che autrici/autori possono affiggere alle loro opere al fine di
indicare (users) a quali condizioni possono essere usate.
¢ Grazie a queste licenze non è più necessario contattare chi detiene il copyright per sapere
come possono utilizzare l’opera. L’opera è quindi resa disponibile a tutt* in conformità con le
>condizioni della licenza CC prescelta.

¢ Le licenze Creative Commons sono espresse in 3 diversi formati:


1) Common Deed (human-readable code): è il primo documento visibile, un sommario dei
termini-chiave della licenza attuale, che esplicita cosa può o non può essere fatto con la licenza.
2) Legal Code (lawyer-readable code): è l’effettiva licenza, significativa ai fini della legge.
3) Digital Code (machine-readable code) contiene gli elementi-chiave della licenza che vengono
applicati a un’opera al fine di garantirne la sua reperibilità attraverso i motori di ricerca. Sono
applicate per audio immagini video ecc.
CREATIVE COMMONS: 6 LICENZE

Le 6 licenze (rilasciate a partire dal 16


dicembre 2002):
1. Attribuzione
2. Attribuzione - Non opere derivate
3. Attribuzione - Non commerciale - Non
opere derivate
4. Attribuzione - Non commerciale
5. Attribuzione - Non commerciale -
Condividi allo stesso modo
6. Attribuzione - Condividi allo stesso modo

CREATIVE COMMONS: LE SIGLE


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¢ BY = Attribuzione.
¢ NC = Non commerciale.
¢ ND = Non opere derivate.
¢ SA = Share-alike (= Condivi allo stesso modo)

SERVE UNA LICENZA PER PUBBLICARE UN’IMMAGINE DI UN DIPINTO SU UN


SITO INTERNET O SU UN GIORNALE O NELLA TESI?
¢ In questo caso, è necessario distinguere se l’opera sia “caduta” o meno in pubblico dominio.
¢ Un’opera cade in pubblico dominio quando l’autrice/autore o altr* titolare non può vantare i diritti
sullo sfruttamento commerciale dell’opera stessa, perché sono decorsi i termini previsti dalla legge
(70 anni dopo la morte).
¢ Si può esplicitamente declinare qualsiasi interesse proprietario sull'opera, assegnandola al
pubblico dominio. Poiché il diritto d'autore si applica automaticamente a tutte le opere,
l’autrice/autore deve fare una dichiarazione esplicita.
SERVE UNA LICENZA … ? (2)
¢ Per foto o video che riprendano le opere non cadute
in pubblico dominio, occorrerà comunque rivolgersi all’ente che le detiene, al fine di valutare la
sussistenza di eventuali accordi di licenza.
¢ Potrebbe essere possibile, in altri termini, che i diritti di sfruttamento economico delle opere siano
stati ceduti dall’autrice/autore all’ente stesso e che, quindi, i diritti d’autore vadano pagati a tale
soggetto e non all’autrice/autore.

ECCEZIONI
¢ Tra le varie ipotesi contemplate dalla legge, merita di essere ricordata quella di cui all’art. 70,
comma 1- bis, che concerne la pubblicazione delle opere degradate o a bassa risoluzione.
¢ Si tratta di riproduzioni di immagini o di musiche:
. 1. degradate o a bassa risoluzione;
. 2. realizzate per mezzo di internet;
. 3. in assenza di uno scopo di lucro.
¢ In altri termini, è possibile riprendere liberamente la fotografia di un bene tutelato dal diritto
d’autore e pubblicarla sul proprio sito internet o prodotto editoriale, purché ricorrano i tre
presupposti di cui sopra.

PUBBLICO DOMINIO
¢ Nel caso di opere cadute in pubblico dominio, ma considerate beni culturali, è possibile imbattersi
in due ipotesi:
¢ 1. La prima è che il bene sia custodito in un luogo privato (musei, biblioteche, archivi): quindi
serve la liberatoria;
¢ 2. l’altra è che l’opera sia collocata, stabilmente, in un luogo liberamente accessibile al pubblico.

LA RICERCA DELLA FONTI.


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37UNA DISTINZIONE UTILE
BibliogUNA DISTINZIONE UTILE
Bibliografia
¢ È la raccolta completa cdi tutti i documenti (opere, saggi, articoli) su un argomento o un* aut*
senza l’indicazione del luogo di conservazione
¢ Esistenza astratta
¢ Cosa è stato pubblicato

Catalogo
¢ Include tutti i documenti posseduti da una o più biblioteche e indica dove questi documenti sono
conservati
¢ Esistenza reale
¢ Dove si trova
¢ Esistenza astratta
’ISTITUTO CENTRALE PER IL CATALOGO UNICO - ICCU (WWW.ICCU.SBN.IT)
¢ 1951 à Centro nazionale per il catalogo unico: catalogare l’intero patrimonio bibliografico
nazionale.
¢ 1975 à ICCU: promuove e coordina la catalogazione e la documentazione del patrimonio
librario conservato nelle biblioteche pubbliche nazionali.
¢ Gestisce il catalogo online delle biblioteche italiane, il servizio di prestito interbibliotecario e di
fornitura dei documenti.
¢ Crea e diffonde gli standard e le linee guida per la catalogazione e la digitalizzazione dei
documenti.

SERVIZIOBIBLIOTECARIONAZIONALE (SBN)
¢ È la rete - coordinata dall'Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane – delle
biblioteche italiane promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo con la
cooperazione delle Regioni e dell’Università.
¢ È costituita da biblioteche statali, di enti locali, universitarie, scolastiche, di accademie ed
istituzioni pubbliche e private operanti in diversi settori disciplinari.
¢ Le biblioteche sono raggruppate in Poli locali collegati al sistema Indice SBN, che contiene il
catalogo collettivo delle pubblicazioni acquisite dalle biblioteche aderenti al SBN.

GRAZIE AL SISTEMA SBN LE BIBLIOTECHE SONO AUTONOME E ALLO STESSO


TEMPO INTEGRATE IN UN SISTEMA ORGANIZZATO A LIVELLO NAZIONALE
v CATALOGAZIONE PARTECIPATA: UN DETERMINATO DOCUMENTO VIENE
CATALOGATO SOLO DALLA PRIMA BIBLIOTECA DELLA RETE CHE LO ACQUISISCE
v TUTTE LE ALTRE BIBLIOTECHE NE CATTURANO LA DESCRIZIONE
BIBLIOGRAFICA GIÀ PRESENTE SULL’INDICE AGGIUNGENDO LA PROPRIA
LOCALIZZAZIONE.

Obbiettivi:
Tentativo di superare la frammentazione del patrimonio bibliografico nazionale conseguente alla
non uniformità gestionale, organizzativa e amministrativa delle singole biblioteche collocate sul
territorio.
¢ Favorire il ritrovamento e l’utilizzo dei materiali su scala nazionale.

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