CAMPANIA. La canzone napoletana si sviluppa verso il 1500 con villanelle o canzoni villanesche,
come ad esempio l'opera buffa. Le canzoni napoletane vengono cantate con accompagnamento di
chitarre e mandolini, e anche da caratteristici strumenti popolari a percussione detti putipù,
triccheballacche... La danza ha generato, su questi ritmi, tarantelle e marce.
Tarantella
La tarantella, detta anche “ballo della tarantola”, è una danza antica il cui nome deriva della città di
Taranto o, secondo alcuni, dal nome della Tarantola, un ragno molto velenoso.
La tarantella veniva un tempo considerata liberatoria, perché si credeva che chi era stato morso
dalla tarantola potesse guarire ballando al suono della chitarra, della fisarmonica e del violino, ad
un ritmo molto veloce, per ore ed ore fino a quando non cadeva a terra per la stanchezza.
PUTIPU’
TRICCHEBALLACCHE
MANDOLINO
PUGLIA. Ciò che caratterizza la Puglia nel panorama della musica tradizionale è la danza
denominata 'pizzica'. Ne esistono due forme con diverso significato:
• la pizzica d'amore che è ballata insieme alla danza delle spade, ballo di corteggiamento e
di sfida (sia maschile, con la lotta dei coltelli definiti 'spade', sia femminile);
• la pizzica tarantata, danza musicoterapeutica, con radici nella cultura araba, che è utilizzata
per la guarigione dai morsi delle Tarantole e dei serpenti, ma anche per la cura di qualsiasi
malessere psicologico mascherato dietro la puntura dei suddetti animali.
BASILICATA. La Basilicata ha delle realtà musicali poco conosciute o del tutto ignote. L'arpa di
Viggiano, la chitarra battente, il ballo con la falce, il ballo con la croccia, la tarantella con la cinta
sono esempi di queste realtà. Tra i balli tipici della Basilicata un posto di rilievo lo occupa la
cosiddetta 'tarantella dei pastori', diffusa nell'area del Pollino.
CHITARRA BATTENTE
SCHIACCIAPENSIERI
SARDEGNA. La danza è uno degli aspetti più interessanti del folklore sardo, le cui origini sono da
ricercare, secondo gli studiosi, nella preistoria. Strumenti importantissimi sono le Launeddas,
originario strumento a fiato costruito con tre canne di diversa lunghezza col quale venivano
accompagnate le danze, ed il legame che esse hanno con il fuoco. Il culto del fuoco, infatti, sta alla
base del folklore sardo. La principale caratteristica del ballo sardo è la compostezza che deve
assumere ogni ballerino, la serietà di atteggiamento e di esecuzione.
Il duru-duru In Sardegna c’è una danza popolare molto antica e ricca di significati simbolici: il
cosiddetto Duru - duru o “ballo tondo”. In questa danza, i ballerini si tengono al compagno vicino, in
modo da formare una vera e propria catena. Uomini e donne danzano insieme in cerchio
accompagnati dalle launeddas o da un vero e proprio coro.