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La cultura nel Fascismo

La cultura fu un aspetto fondamentale della propaganda di Mussolini durante l’ascesa del


suo partito. Infatti quest’ultimo prese il controllo dei maggiori mezzi di comunicazione
dell’epoca come le radio, i giornali e il cinema, allo scopo di ottenere, da parte della
popolazione, un’obbedienza assoluta.
In particolare impiegò molte risorse sulla radio, infatti fu lui stesso a trasmettere la prima
trasmissione dal teatro Costanzi di Roma nel 1925.
Tuttavia le trasmissioni furono usate raramente come mezzo di propaganda finchè non fu
fondato l’Ente italiano audizioni radiofoniche (Eiar), che si occupò di diffondere le
trasmissioni a livello nazionale oltre che a favorire l’installazione di apparecchi in luoghi
pubblici, così da garantire anche una fruizione pubblica del servizio. La radio in Italia era
usata soprattutto per trasmettere radiogiornali, radiocronache degli eventi del regime e
rubriche di informazione politica, però non mancavano anche trasmissioni di intrattenimento
e di musica.
Investì molto anche nel cinema, fondando “Luce”, ossia l’unione cinematografica educativa
che si occupava della produzione di documentari e cinegiornali.
Non bisogna dimenticare però che tutte queste sue opere erano indirizzate ad esaltare le
imprese del regima fascista e di conseguenza anche ad influenzare il pensiero di chi ne
usufruiva.

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