SINTETIZZANDO: Capitale e lavoro sono le vie attraverso cui l’imprenditore può aggiungere dotazione di
conoscenza, creatività e fiducia a quelle proprie possedute all’avvio del processo di creazione dell’impresa
per questo capitale e lavoro rappresentano: FATTORI PRODUTTIVI DERIVATI: perché derivano dalla
dotazione di conoscenza, creatività e fiducia iniziali e non sono importanti in quanto tali, ma in quanto capaci
di creare valore attraverso i fattori originari nel loro combinarsi all’interno dell’impresa.
CONOSCENZA
Termine derivante dal verbo conoscere:
può essere riferita ad una persona, significa sapere qualcosa.
Può essere riferita ad un’impresa: è l’insieme del sapere disponibile in ogni campo dell’attività aziendale.
Essa è incorporata anche nelle tecnologie disponibili che raccolgono la conoscenza delle persone che le hanno
prodotte e quella delle persone che le hanno sapute scegliere (Frozen Knowledge => conoscenza incorporata
nelle tecnologie utilizzate all’interno dell’impresa).
La conoscenza nella sua componente di base è sempre connessa alle persone.
Proprio per la rilevanza della conoscenza le imprese sono state definite anche LEARNING
ORGANIZATION, ossia realtà organizzative che apprendono attraverso l’azione e l’esperienza dei loro
membri.
Si parla di KNOWLEDGE MANAGEMENT: è un filone di studi scientifici che ha a che fare con tutte le
attività che hanno come obbiettivo diffondere la conoscenza all’interno dell’impresa => sono studi con
l’obiettivo di diffondere la conoscenza disponibile in azienda, affinché possa essere utilizzata da coloro che ne
hanno bisogno => La circolarità delle conoscenze tacite ed esplicite consente di alimentare in modo continuo
la produzione di nuova conoscenza (più la conoscenza circola, maggiore sono i benefici) => Per favorire una
diffusione della conoscenza all’interno dell’impresa è indispensabile che ci sia un senso di benessere e felicità
di appartenere a quell’impresa.
!!! La conoscenza non sta solo nelle persone che operano all’interno dell’impresa, ma in tutti gli stakeholder
con cui l’impresa si relaziona.
L’impresa sarà tanto più competitiva, quanto più saprà assorbire, interiorizzare e diffondere la conoscenza
presente nelle relazioni che intesse => questo è un elemento essenziale per alimentare il circuito di
autoproduzione della conoscenza => I soggetti esterni all’impresa sono in grado di contribuire alla
competitività di quest’ultima attraverso il proprio bagaglio di competenze e conoscenze. L’impresa deve
essere in grado di dare un’opportunità a questi soggetti mettendosi in ascolto e osservandoli.
CREATIVITA’
È un termine associato all’arte e alle sue manifestazioni, ritenuto poco adatto all’impresa. Quando
negli studi economici si è iniziato a parlare di creatività, si faceva riferimento a chi realizza
opere d’arte, perché si pensava che la creatività appartenesse solo a loro, o di chi si occupa
dell’industria creativa (cinema, teatro…). Parlare di creatività applicata all’industria manifatturiera sembrava una
forzatura, ma la creatività è il passaggio necessario per poter trasformare il sogno in un’idea: la creatività è il fattore
che consente di realizzare ciò che la ragione o la fantasia hanno prodotto; vuol dire creare qualcosa di nuovo partendo
da elementi disorganizzati, tra i quali qualcuno intravede qualche possibile connessione.
Il processo creativo è unico: non esiste il creativo che produce l’idea e chi ne verifica la fattibilità.
Creatività deriva dal verbo “creare” e significa dare origine, far sorgere, suscitare.
La creatività è creare qualcosa di nuovo partendo da elementi disorganizzati, tra i quali qualcuno intravede e
osserva delle possibili connessioni. Può riguardare ogni ambito dell’attività umana, anche all’esterno dell’impresa, ma
anche l’impresa stessa. La creatività unisce l’arte all’impresa.
In ambito aziendale si parla di CREATIVITA’ AZIENDALE: arte di trovare nuove soluzioni a problemi vecchi e
nuovi che emergono nell’azione sul mercato => Questa seconda definizione ci consente di evidenziare due elementi
fondamentali per quello che riguarda la creatività:
È focalizzata: alla soluzione di problemi
È circoscritta: al mercato di riferimento per il quale deve proporre soluzioni capaci di risolvere i problemi
meglio di quello che riescono a fare i concorrenti.
La creatività aziendale segue il classico percorso creativo con l’introduzione di vincoli competitivi (tempi di risposta,
esigenze dei clienti, costi che ricadono sui prezzi)
Fasi di un processo creativo:
la persona umile, di fronte ad un problema, si pone un dubbio => Il dubbio stimola la curiosità che, a sua volta,
stimola la ricerca => una volta ricercate tutte le informazioni ci sarà un tempo in cui la mia mente dovrà pensare =>
dal tempo che io utilizzo per pensare maturo una possibile idea => essa, se fattibile, porta all’innovazione e al
cambiamento che, a sua volta, porterà alla conoscenza
EMOTIVO:
paura di sbagliare o di passare per stravaganti
paura di sentirsi isolato dagli altri
arresto del pensiero per sicurezza all’apparire di un’idea originale
incapacità di andare oltre la prima idea trovata
diffidenza di fronte ai superiori, ai colleghi, ai collaboratori
incapacità di rilassarsi e di lasciarsi andare
desiderio patologico verso il conosciuto e la sicurezza
difficoltà a cambiare il modello di pensiero
dipendenza eccessiva dall’opinione altrui
mancanza di risorse per passare dall’idea alla sua realizzazione
scarsa opinione di sé
PERCETTIVO:
incapacità di interrogarsi oltre l’evidenza
incapacità di distinguere tra causa ed effetto
difficoltà a definire il problema e a scomporlo in elementi di base
difficoltà a distinguere tra fatti e problemi
incapacità di utilizzare tutti i sensi
difficoltà a percepire relazioni insolite tra idee e oggetti
adozione di punti di vista troppo stretti
il fatto di ritenersi non creativi
FIDUCIA
La fiducia è il senso di affidamento e di sicurezza che viene da speranza o da stima fondata su qualcuno o
qualcosa.
La fiducia si può formare, a seconda che sia frutto di un’emozione o di un processo di conoscenza, in due modi: per
via EMOZIONALE o per via COGNITIVA.
EMOZIONALE: fiducia del primo impatto => quando due parti si incontrano per la prima volta e
dispongono di poche informazioni l’una nei confronti dell’altra e comunque non si sono ancora messe
all’opera. In
questo incontro, che avviene tra due parti che non si conoscono e che ancora non si sono viste alla prova dei
fatti, sarà fondamentale il linguaggio PARAVERBALE e NON VERBALE, quindi
l’atteggiamento, il tono della voce, ciò che gli occhi dicono… tutto quello che il corpo comunica.
COGNITIVA: facciamo riferimento ad una fiducia fondata sulla conoscenza, sulla prova dei fatti.
La fiducia che matura in via cognitiva è la stessa che genera la reputazione aziendale: È l’immagine che il
pubblico si è fatto dell’impresa nel tempo, per quello che essa ha fatto nel corso del tempo => Di un’impresa
si può avere un’immagine positiva, e scoprire poi una reputazione non altrettanto positiva, così come può
accadere il contrario.
COME MANTENERE LA FIDUCIA OTTENUTA
La fiducia influenza la competitività dell’impresa, soprattutto a livelli basilari.
La fiducia non è una dotazione strutturale, è uno stato che va accudito continuamente => Si può perdere se i
comportamenti dei soggetti all’interno dell’impresa non sono più in linea con le attese
degli interlocutori.
La domanda che sorge spontanea è: per mantenere la fiducia è necessario non fare errori ed essere perfetti? No,
dagli errori e dalle difficoltà la fiducia può essere rafforzata, a patto che:
si escluda l’opportunismo e la menzogna dall’azione delle persone che operano in un’impresa;
bisogna essere sé stessi anche nei momenti di ansia e paura
ci sia capacità di essere sinceri
si sappiano ascoltare le emozioni racchiuse nelle relazioni