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Lezione 1 Management
Lezione 1 Management
L’impresa è un’organizzazione stabile di persone e mezzi in cui vengono svolti processi di produzione di beni o
servizi da scambiare con entità esterne al fine della produzione di ricchezza.
ORGANIZZAZIONE= persone e beni ai quali viene affidata una specifica funzione, operano in modo
coordinato in modo tale che la loro attività possa raggiungere il risultato voluto => persone e beni
formalmente uniti per il raggiungimento di uno o più obiettivi comuni che individualmente sarebbero più
difficili da raggiungere (o impossibili)
STABILE: durevole nel tempo, senza limiti => L’impresa è un istituto economico destinato a perdurare nel
tempo” (Gino Zappa) => Può durare all’infinito perché non è vincolata alla vita del suo fondatore
DI PERSONE E MEZZI: sono fattori produttivi derivati (non originari) => l’impresa è fatta di persone e
mezzi => nelle persone sono inglobati i fattori produttivi originari (conoscenza, creatività e fiducia)
VENGONO SVOLTI PROCESSI DI PRODUZIONE DI BENI & SERVIZI: servono per essere
scambiati con l’esterno e per produrre ricchezza
SCOPO DELL’IMPRESA
Lo scopo dell’impresa è lo scambio degli utili con entità esterne per produrre ricchezza (→ per gli
azionisti, per i dipendenti e per l’imprenditore).
ALTRE DEFINIZIONI
IMPRESA = un sistema, socio-tecnico di tipo aperto.
SISTEMA: complesso interrelato di parti che sono tra loro interdipendenti (Ciascuna parte svolge una
funzione specifica) ma tutte finalizzate al conseguimento di un obiettivo comune => tutte le parti sono in
relazione con l’ambiente esterno e le relazioni sono dinamiche (non statiche)
SOCIO: ha a che fare con le persone/componente umana
TECNICO: ha a che fare con i mezzi
DI TIPO APERTO: per sopravvivere l’impresa deve intrattenere continue relazioni di scambio con altri
sistemi (imprese) o entità esterne.
Le relazioni sono:
IN-PUT: portano qualcosa all’interno del sistema per alimentarlo (materie prime/personale
qualificato)
OUT-PUT: relazioni orientate alla cessione dei prodotti realizzati a terzi
Nel sistema socio-tecnico è molto importante la componente sociale => all’interno dell’impresa vi sono vari gruppi
nei quali si possono sviluppare relazioni di collaborazione o contrasto
All’interno di un’impresa ci sono molteplici parti, organi, strutture, soggetti, ciascuno ha un compito specifico e si
relaziona strettamente alle altre parti con un obiettivo comune: la creazione di RICCHEZZA.
IMPRESA= L’impresa è inoltre un SISTEMA COGNITIVO => un sistema di conoscenze finalizzato alla produzione
di nuova conoscenza
Un’ultima definizione di impresa è quella di IMPRESA COME SISTEMA COGNITIVO (di conoscenza): significa
che si guarda all’impresa privilegiando il ruolo dei fattori immateriali che sono alla base della vita dell’impresa stessa.
Dire che l’impresa è un sistema cognitivo significa intenderla come un sistema di conoscenze = quindi un
sistema che ingloba conoscenza e a sua volta ne produce di nuova (le persone che lavorano all’interno delle
imprese hanno una conoscenza legata alle attività produttive nell’impresa; la conoscenza appartiene anche ai
macchinari, che hanno una conoscenza incorporata)
All’interno dell’impresa si può trovare la conoscenza delle persone che lavorano all’interno di quest’ultima
e sanno come agire. La troviamo nel know how delle persone.
I sistemi informatici hanno della conoscenza => Esempio: macchinari hanno una conoscenza strettamente
legata all’informatizzazione e inoltre legata a processi routinari all’interno dell’impresa => Si tratta di una
CONOSCENZA INCORPORATA detta anche FROZEN KNOWLEDGE. (Conoscenza congelata all’interno
dei macchinari.)
Il sapere è incorporato nella routine ed è il sapere degli individui che lavorano all’interno dell’impresa,
capacità dinamica che porta all’innovazione => La conoscenza è la fonte principale del vantaggio
competitivo di un’impresa => talvolta viene tutelata attraverso forme come brevetti, il segreto industriale,
altre volte non viene tutelata e assistiamo ad una situazione nella quale le aziende si copiano il prodotto.
La scarsa tutela è legata a due ragioni:
la tutela a livello nazionale ha una scarsa efficacia, poiché non si può prevenire, l’impresa subisce un
danno, si punisce solo
alcune imprese ritengono di avere una capacità innovativa tale per cui anche chi riuscisse a copiare i
prodotti di queste aziende rimarrebbe comunque indietro. Oltretutto tutelare la conoscenza costa e non
si è nemmeno certi della totale tutela.
IMPRESA= Sistema di relazioni tra le parti all’interno dell’impresa e tra l’impresa e gli altri soggetti che le ruotano
attorno.
L’impresa non può esistere se non è in relazione con l’esterno => non può nemmeno esistere se le parti che la
compongono non sono interrelate (in relazione tra di loro)
TIPI DI IMPRESA
È possibile individuare una serie di caratteri in base ai quali si classificano le imprese.
natura della proprietà
tipo di prodotto
dimensioni
modalità del processo produttivo
forma giuridica
tipo di organizzazione
TIPO DI PRODOTTO
In base al tipo di prodotto, distinguiamo le imprese:
AGRICOLE ed ESTRATTIVE (prodotti relativi al settore primario)
MANIFATTURIERE (con prodotti relativi al settore secondario)
di SERVIZI (con prodotti relativi al settore terziario => il prodotto coincide con i servizi)
Si è sviluppato anche il settore quaternario (che fa riferimento ai servizi informatici) e il settore quinario
(che fa riferimento ai servizi per il benessere delle persone: agenzie di viaggi, centri fitness, spa, palestre…)
Ci sono due fenomeni che si sono sviluppati nel corso della storia:
-terziarizzazione = cresce la quota dei servizi rispetto al totale del sistema economico =>si registra una netta
prevalenza di lavoratori addetti al settore terziario (dei servizi) rispetto ai lavoratori addetti all'agricoltura (settore
primario) e all'industria (settore secondario).
-deindustrializzazione = i servizi continuano a crescere mentre l’industria decresce/cala sia in valore relativo che
assoluto
Temporalmente prima c’è il fenomeno della terziarizzazione e poi la deindustrializzazione => non sono
fenomeni coincidenti
Oggigiorno le aziende stanno cercando di non focalizzarsi sulla vendita di un prodotto, ma di vendere un’
ESPERIENZA => Nell’esperienza di un servizio punto a toccare l’aspetto emotivo e vado ad agevolare la
memorizzazione (cofanetti, come Smartbox ed Emozione3, propongono delle iniziative che stimolano nel cliente la
sete di vivere un’esperienza particolare) => si tende a fare attenzione alla customer experience = attenzione
all’esperienza che il cliente fa => oggetto di studio delle imprese
Distinzione servizio/esperienza (non necessario) => Non è che le esperienze lascino emozioni e i servizi no:
è possibile mangiare in un ristorante senza avere nessuna particolare offerta, ma può provocare comunque una
bella emozione.
La differenza sostanziale è che chi vende esperienze cerca di vendere emozioni prima che servizi, cerca di
vendere il coinvolgimento emotivo che determina la fidelizzazione nel cliente.
Quindi, la vendita di esperienze punta in via principale alla fidelizzazione del cliente attraverso il
coinvolgimento emotivo.
*** OBSOLESCENZA PROGRAMMATA => i beni prima o poi non funzioneranno più e dovranno essere
sostituiti => es: telefoni e pc => hanno una sorta di “data di scadenza” => il bene di consumo durevole avrà tempi
sempre più stretti nell’arco della sua vita
All’interno di un’azienda i beni e servizi sono realizzati con il fine dello scambio, della realizzazione di relazioni di
scambi con entità esterne all’impresa: per produrre ricchezza (con denaro, con soggetti terzi).
Profitto= consiste nel compenso che spetta all’imprenditore.
Ricchezza = è più ampia, riguarda ciò che si può ottenere da un processo produttivo in termini di benessere per una
collettività, benessere per i dipendenti, migliori condizioni ambientali e miglioramento della qualità della vita =>
L’impresa è finalizzata alla produzione di ricchezza, tramite scambio => Es: smartbox vende esperienze
DIMENSIONI
Un’impresa può essere:
PICCOLA
MEDIA
GRANDE
In base ai criteri dell’ISTAT, dell’UE
L’Unione Europea affianca al numero di dipendenti anche il fatturato, perché il numero di dipendenti da solo non è
sufficiente
Proviamo a pensare alle aziende in cui, nonostante vi lavorino pochissimi addetti, si producono beni dai costi
esorbitanti e fatturati elevatissimi: com’è possibile affermare che queste aziende siano piccole se realizzano un
fatturato super elevato? È appunto per questo motivo che l’Unione Europea unisce al numero di dipendenti il
fatturato realizzato.
Il fatturato è:
inferiore ai 5 mln di € per le piccole imprese
compreso tra i 5 mln e i 20 mln di € per le medie imprese
maggiore ai 20 mln di € per le grandi imprese
VARIABILI QUANTITATIVE:
ECONOMICHE: comprendono il fatturato e il valore aggiunto.
Il fatturato è il totale dei ricavi di vendita => esprime la potenzialità dell’impresa (quanto è in grado di
realizzare in termini economici) ed è l’indicatore di più facile reperimento e comparazione, in quanto viene
espresso nella stessa unità di misura per tutte le imprese europee
ma presenta una pecca: non è un elemento sufficiente o idoneo nel momento in cui le quantità
prodotte e vendute differiscono (se ho una quantità prodotta notevolmente superiore a quella venduta,
il fatturato non è in grado di misurare la dimensione)
Il valore aggiunto è dato dalla differenza fra il valore finale della produzione e il costo delle materie
prime impiegate per ottenerla
Non è facile da determinare e presenta anch’esso dei problemi, per cui viene impiegato raramente =>
Non tiene conto di alcuni aspetti che contribuiscono invece a generare le dimensioni di un’impresa,
per esempio le partecipazioni aziendali in altre aziende (partecipazioni finanziare -> azioni che
un’azienda ha di un’altra azienda).
VARIABILI QUALITATIVE
Tra le variabili qualitative troviamo il TIPO DI ORGANIZZAZIONE e il POTERE DI MERCATO.
tipo di organizzazione: può essere familiare o non familiare => Tendenzialmente un’impresa familiare è di
piccole dimensioni, a differenza delle imprese manageriali che sono di medio/grandi dimensioni (ad esempio,
le Public Companies statunitensi).
Imprese familiari: sono aziende nelle quali i membri della stessa famiglia operano all’interno del soggetto
economico => ES: Fiat gestita dalla famiglia AGNELLI.
Imprese non familiari: quando nell’organo di governo, il soggetto economico, non c’è più la maggioranza di
membri che appartengono alla stessa famiglia => l’impresa diventa manageriale = gestita da soggetti esterni al
nucleo famigliare
potere di mercato = Il potere di mercato è misurato dalla quota di mercato, data dal rapporto tra fatturato
dell’impresa e la sommatoria dei fatturati delle imprese che operano nello stesso settore, compreso
quello della mia impresa
Maggiore è il potere di mercato, maggiore è la dimensione dell’impresa.
TRANSNAZIONALE = L’impresa è diffusa in più paesi con proprie unità, accordi, partecipazioni,
acquisizioni al punto tale da perdere l’identità nazionale riferita al paese di origine => non si è più in grado di
dire quale è la sua Nazione d’origine.
In alcuni casi non è così scontato e facile ricondurre l’azienda al paese d’origine (ad esempio, la Nestlé:
tendenzialmente se si chiede di che paese è originaria, la gente non lo sa dire. La Nestlé è svizzera. Ci
sono anche altri esempi: Adidas (tedesca), Unilever (olandese)…).
Queste due categorie di aziende si chiamano IMPRESE GLOBALI, perché sono in concorrenza/
conosciute in tutto il mondo => questo è un effetto della globalizzazione => per cui si può dire che esiste:
una globalizzazione della competizione = ogni impresa è in concorrenza in tutto il mondo
Una globalizzazione dei mercati = della domanda che tende ad essere omogenea e dell’offerta
Globalizzazione socio-culturale = il cliente è mosso dalle tendenze del mercato
MODALITÀ DEL PROCESSO PRODUTTIVO
Un altro carattere che ci fa distinguere le diverse tipologie di impresa è il criterio della modalità del
processo produttivo, che può essere ARTIGIANALE o INDUSTRIALE.
IMPRESE ARTIGIANE:
Nell’Impresa artigianale il lavoro viene svolto per mestieri, compiono tutte le diverse fasi partendo
dall’acquisizione delle materie prime arriva alla realizzazione del prodotto finito => Svolge l’intero
processo produttivo => Questi mestieri sono il sarto, calzolaio, parrucchiera.
Nell’impresa artigiana, proprio perché sono presenti figure che si occupano di tutto il processo produttivo,
prevale la MANUALITÀ, quindi il lavoro/abilità manuale: proprio per questo si parla anche di realtà
imprenditoriali ad alta intensità di lavoro, le labour intensive (alta intensità di lavoro umano)
Il prodotto derivante dal processo produttivo e dalla manualità è unico: ogni prodotto si caratterizza per
la sua unicità, non esistono prodotti identici.
L’impresa artigiana è tendenzialmente di piccole dimensioni, anche perché i vincoli di legge impongono
un numero contenuto di dipendenti (ma non è detto che il fatturato sia altrettanto contenuto).
Uno studioso italiano ha scritto un volume parlando di futuro artigiano, sostenendo che il futuro
imprenditoriale italiano stia nelle imprese artigiane, simbolo del made in Italy.
INDUSTRIA:
Nel processo produttivo industriale si lavora per micro-fasi del processo produttivo (come se il lavoro
del sarto venisse suddiviso in tante fasi: c’è chi taglia la sagoma della stoffa da cucire, chi la cuce, chi la
rifinisce, chi la colora, chi la stira…) => ci si concentra su una o poche fasi di lavorazione=> Tutto ciò
viene fatto per sfruttare al meglio la tecnologia, per garantire una standardizzazione dei prodotti, che
consente una riduzione dei costi di produzione.
Nelle imprese industriali è sempre più elevato lo sviluppo della tecnologia in sostituzione della figura
dell’uomo => per questo si parla di capital intensive, in cui è più forte la presenza dei mezzi produttivi
che sostituisce la manualità.
Nelle imprese industriali vi è STANDARDIZZAZIONE (-> tutti i prodotti sono identici): ciò che non è
precisamente uguale rispetto agli altri prodotti è DIFETTOSO.
Solitamente, l’industria è di medio-grandi dimensioni.
È vero che
l’artigianato ha a che fare con un mercato locale, mentre l’industria riesce a raggiungere un mercato piu ampio? No.
Tutte le aziende, artigiane o industriali, sono in competizione globale.
Per effetto della globalizzazione l’artigiano italiano è in competizione con il mondo, tant’e vero che molti prodotti
dell’artigianato locale vengono richiesti e venduti da mercati internazionali.
Tra gli studiosi di management vi è infatti chi sostiene che il futuro sia caratterizzato dalle aziende artigiane (dotate di
“una certa intelligenza”), in quanto l’artigianalità è il punto di forza del Made in Italy.
FORMA GIURIDICA
Indica la forma di responsabilità che l’impresa ha nei confronti di terzi:
Le imprese possono configurarsi in diverse tipologie:
o IMPRESA INDIVIDUALE
o SOCIETÀ DI PERSONE (S.S., S.N.C., S.A.S.)
o SOCIETÀ DI CAPITALE (S.P.A., S.A.P.A., S.R.L.)
o SOCIETÀ COOPERATIVA
TIPO DI ORGANIZZAZIONE
Secondo il tipo di organizzazione, distinguiamo l’IMPRESA INTEGRATA da quella ORGANIZZATA A RETE.
IMPRESE INTEGRATE: svolgono tutte le fasi del processo produttivo al proprio interno (partendo dalla
prima fase di progettazione del prodotto, acquisizione delle materie prime e via dicendo, fino al prodotto
finito, all’imballaggio, alla spedizione)
Per definizione è un’impresa che dovrebbe essere di grandi dimensioni, ed essendo integrata avrà un
valore aggiunto il più alto possibile, perché la differenza tra il valore finale della produzione realizzata e
il valore delle materie prima impiegate per produrla sarà il più alto possibile. Hanno una notevole
capacità contrattuale nei confronti degli altri soggetti che fanno parte del mercato.
Dall’altro lato ha anche notevoli costi da sostenere
IMPRESE ORGANIZZATE A RETE: imprese che esternalizzano alcune produzioni ricorrendo ad accordi
con altre aziende => ogni nodo della rete ha la propria autonomia e proprie competenze distintive.
Nelle reti di imprese (network) si sviluppano relazioni tra imprese che non hanno natura competitiva, bensì
hanno natura collaborativa => Possono operare negli stessi mercati o in mercati diversi (ad esempio,
un’impresa che si occupa di spedizioni in generale che collabora con un’impresa del tessile, del
metalmeccanico… collabora con più reti ma non ci sono relazioni contrastanti. Si collabora all’interno della
rete).
Sono in grado di adattarsi alla variazione di domanda e offerta in modo più rapido delle integrate
È un’impresa senza confini
!!!! Il problema che ci si pone è: per un’impresa integrata è facile definire quali sono i confini
dell’impresa perché si è a conoscenza dell’attività d’inizio e dell’attività finale.
In quelle organizzate a rete, invece, è difficile definire i confini dell’attività d’impresa, perché non c’è
un confine tradizionale: è difficile misurare le dimensioni dell’impresa, quanto è grande la singola unità della rete... Di
solito si considera la rete nella sua totalità. Non ha senso parlare delle dimensioni della singola impresa, ma ha senso
parlare delle dimensioni della rete.
Nella configurazione dei network si arriva a parlare di imprese senza confini = è molto difficile capire i confini e
misurare le dimensioni aziendali => non esiste il confine tradizionale fissato dalla struttura organizzativa dell’impresa.