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Maternità surrogata 220 221 Maternità surrogata

senso del soggetto che ha subìto il trattamento. Diverso è il discorso quando si artt. 2, 30 e 31 della Costituzione e inoltre, prosegue la sentenza, perché sussiste
tratta di una genetica migliorativa, la quale dovrebbe concedere a un “designer” un profilo d’illiceità della causa contrattuale. La dottrina si è a lungo interroga-
la possibilità di corredare a discrezione sua o di terzi il patrimonio genetico del ta sulle problematiche connesse alla maternità surrogata, fino all’emanazione
nascituro. Habermas (2001) afferma che questo tipo di intervento dà origine della L. 40/2004 che nell’art. 12 ne fa un espresso divieto; il legislatore ha così
a una sorta di “auto-imprigionamento” che altera la nostra autocomprensione fatto propria l’indicazione del Comitato Nazionale di Biotica. Differentemente
etica. La nostra natura soggettiva non sarebbe più qualcosa di “spontaneamen- dall’ordinamento italiano, oggi è consentita la pratica della maternità surrogata
te cresciuto”, ma qualcosa di artificiale, il risultato di una strumentalizzazione: commerciale dagli ordinamenti di Stati Uniti, Canada, Russia, Ucraina e India.
avverrebbe, cioè, che qualcuno si potrebbe trovare a dipendere da un altro in Altri ordinamenti (Australia, Gran Bretagna, Danimarca, Israele, Spagna, Cana-
modo irreversibile nella misura in cui vede nella sua vita, nelle sue scelte, nelle da, Paesi Bassi) accettano la pratica della maternità surrogata non commerciale
sue decisioni le intenzioni di terze persone, e ciò gli impedirebbe di sentirsi l’au- (senza alcun beneficio economico per la madre surrogata) ma solo nel caso in
tore indiviso della propria vita. Jonas (1987) afferma che si potrebbero creare cui sussistano specifiche condizioni stabilite dalla legge. Rispetto alle differenti
futuri uomini schiavi di uomini non più in vita. Una decisa cautela nell’esercizio sensibilità culturali si registrano molteplici prese di posizioni, ma quasi unani-
dell’ingegneria genetica non sottrae spazi di libertà alla ricerca, avviene anzi il me è la riflessione che reputa la maternità surrogata una pratica medica che fa
contrario: la libertà implica la possibilità di poter scegliere, sempre, con respon- scaturire quesiti di tipo etico, dando origine a problemi biopsicologici sia sui
sabilità; una vita, invece, determinata e dettata da scelte altrui distruggerebbe soggetti protagonisti della gravidanza che sul nascituro. Bisogna altresì ricor-
qualsiasi espressione di libertà e, quindi, ogni possibilità di etica, la quale trae dare i molteplici profili d’incertezza giuridica anche sull’effettiva maternità, in
forza e alimento proprio dalla consapevolezza che ogni individuo ha di essere il quanto tale pratica mette in dubbio un principio fino a oggi dato per assodato
regista unico del proprio progetto di vita. [GV] per cui mater semper certa est, pater numquam e sui cui il legislatore aveva fatto
affidamento per emanare le norme che regolano la procreazione (cfr. Trerotola,
Maternità surrogata # La maternità surrogata, defi definita
nita anche “locazio- 2003). A questo proposito si possono citare i casi in cui la madre surrogata non
ne d’utero” o “utero surrogato”, rappresenta la possibilità scientifica di portare vuole, dopo la nascita, restituire il bambino ai cosiddetti genitori naturali, o il
a termine una gravidanza attraverso l’utilizzo di materiale genetico impiantato caso in cui la madre surrogata decida d’interrompere la gravidanza di un bam-
in una donna, soggetto terzo rispetto ai due attori principali della fecondazio- bino che condivide con altre due persone ma di cui può disporre con una scelta
ne. Tecnica scientificamente possibile dagli anni ’70, attraverso l’impianto nella personale. Tali dubbi e perplessità etico-giuridici hanno fatto sì che la maggior
madre, detta surrogata, degli embrioni formati attraverso gli ovociti della madre parte degli ordinamenti siano giunti a prevedere il divieto per tale intervento sul
e lo sperma del padre. La madre surrogata rappresenta colei che presta il proprio corpo umano. Questo è uno di quei casi in cui la scienza medica ha reso possi-
utero a due soggetti terzi al fine di permettere loro di procreare. Possibile anche bile l’estensione della capacità umana di decidere, derogando alle naturali leggi
l’ipotesi che a sua volta il padre sia un donatore sconosciuto sia alla madre (che dell’umanità e rendendo difficile per gli ordinamenti giuridici riuscire a contem-
ha donato gli ovociti) che alla madre gestazionale. La pratica della maternità perare esigenze di tutela della libertà personale, della difesa del nascituro e della
surrogata nasce dall’esigenza medica di poter procreare per colei che pur aven- vita umana, in una condizione di snaturamento rispetto al normale svolgimen-
do una buona condizione delle ovaie sia impossibilitata a portare a termine la to della gravidanza umana. Le tre grandi religioni monoteiste esprimono una
gravidanza per problemi all’utero, di handicap o in presenza di altri possibili valutazione differente. La Chiesa cattolica afferma come la maternità surrogata
motivi che impediscano la nascita del bambino. In Italia il Comitato Nazionale sia una pratica contraria alla morale per le stesse ragioni che rendono illecita la
per la Biotica ha affermato in una nota che «aderendo al principio di diritto procreazione artificiale eterologa e in genere le pratiche mediche che abbiano
comune che delegittima ogni forma di commercializzazione del corpo umano e come strumento l’embrione. In particolare si reputa che «la maternità surro-
con riferimento al bene del nascituro, alla sua situazione psicologica, a quella dei gata offenda la dignità del bambino ed è contraria al diritto di questi di essere
committenti e della madre portatrice, nonché al profondo legame affettivo che si concepito, messo al mondo e cresciuto dai suoi genitori» (DV, 1987, 84). Anche
instaura tra gestante e feto, il C.N.B. esprime una valutazione negativa sulla ma- per i seguaci della fede del profeta Maometto si è giunti a un divieto della pra-
ternità surrogata» (CNB, 1994). Nell’ordinamento italiano il problema si è posto tica della maternità surrogata, poiché contraria ai principi morali della sharia,
anzitutto in merito a una valutazione giuridica sulla possibilità di considerare la legge coranica. Differente è invece l’interpretazione ebraica, dove si registra
valido un contratto di maternità surrogata stipulato tra due donne. Data la no- un’apertura nei confronti di tale pratica, in quanto s’interpreta in questa una col-
vità delle tecniche di fecondazione artificiale per iniziare una gravidanza, sono laborazione tra l’uomo e Dio al fine di dare origine a una nuova vita umana (cfr.
stati necessari anni perché si supplisse al vulnus legislativo esistente in merito a Steinberg, 1988); un’interpretazione deducibile da alcuni documenti prodotti
una questione così imprevista. Il tribunale di Monza, in assenza di una disciplina dalle autorità rabbiniche che hanno autorizzato questo tipo d’intervento per gli
specifica, nel 1989 ha dichiarato nullo tale contratto, in quanto contrario agli appartenenti alla religione ebraica, ponendo però come limite che il padre sia il
Medicalizzazione 222 223 Medicina

marito della donna (cfr. Yosef, 1954). Nella riflessione sulla maternità surrogata Medicina # La medicina viene definita nel 1963 dal National Center for
è utile ricordare come questa non sia contrastata nei paesi con difficoltà demo- Biotechnology Information (NCBI) «l’arte e la scienza di studiare, fare ricerca
grafiche o che utilizzano la scienza medica come modalità per attrarre capitali su, prevenire, diagnosticare e curare le malattie, così come di preservare la sa-
economici da paesi più ricchi. In generale, cfr. Aramini, 2003; G. Cassano, 2000; lute» (si consulti il “MESH database” di NCBI, s.v. «medicine»). La medicina è
Charlesworth, 1993; Corti, 2000; Drori, 1980; Faraoni, 2002; Flamigni, 1998; infatti da un lato una “scienza” che studia un fenomeno naturale tramite un
Pizzo, 2006; F. Santosuosso, 2004; Shalev, 1989; M. Warnock, 2002. [AnP] metodo empirico-sperimentale, ma dall’altro possiede un lato “artistico” in re-
lazione alla capacità creativa applicata di volta in volta nella ricerca scientifica
Medicalizzazione # «La medicina medicalizza la realtà»: con queste pa- o nell’applicazione ai singoli pazienti, ciascuno caratterizzato da una varietà di
role H.T. Engelhardt (1996) indica l’operazione con cui la disciplina medica condizioni cliniche, di protocolli standard e impersonali. La storia della medi-
riesce a inserire una quantità notevole di problematiche attinenti la vita e la sa- cina occidentale viene fatta risalire a Ippocrate, le cui opere sono state raccolte,
lute all’interno delle maglie della medicalizzazione. Nella società della ricerca nei secoli, nel Corpus Hippocraticum, ove ritroviamo le conoscenze mediche
bio-medica, il processo di medicalizzazione appare sempre più presente, tanto che permisero di scindere la malattia da una consequenzialità divina e di ricer-
da fagocitare al suo interno ogni fenomeno concernente le problematiche del- care le cause naturali nella “teoria degli umori” (pneuma, flegma, bile gialla e
la salute umana, che assumono la dimensione di disturbo clinico da medica- bile nera). A Ippocrate si deve anche l’introduzione di concetti clinicamente
lizzare. Anche le manifestazioni più personali di malessere possono diventare immortali quali la cartella clinica, l’anamnesi, la diagnosi, la prognosi,
espressione di un problema sociale che la prassi medica deve essere in grado l’importanza di una dieta equilibrata, l’etica del segreto professionale. La me-
di debellare. Appare emblematica l’impostazione sanitaria dei DSM (Diagno- dicina ha mantenuto comunque una dimensione eminentemente religiosa per
stic and Statistical Manual) ognuno dei quali indica una tipologia di disturbo e lungo tempo, essendo il suo sapere rimasto a usufrutto quasi completamente
l’eventuale processo di medicalizzazione consigliato. Oggi il potere di intervento religioso nel Medioevo, così come l’assistenza al malato (cfr. Grammaticos,
della medicina terapeutica è tale da assumere talvolta il carattere di accanimen- Diamantis, 2008). La nascita della medicina moderna si fa risalire al lavoro di
to, promuovendo condotte confacenti alle logiche di mercato e rivelando talvol- Gregor Mendel, che nel 1866 iniziò la pubblicazione dei suoi studi di botanica
ta significative lacune sul piano delle conoscenze sanitarie. La medicalizzazione (nel “saggio sugli ibridi vegetali”) aprendo così la strada alle successive scoper-
indica un intervento trasformativo di una certa dimensione di vita della persona te del DNA e alla biologia molecolare, colmata nel 2003, allorquando fu an-
che può coinvolgere la nascita, la morte, la malattia su cui si interviene al fine nunciata la conclusione del Progetto Genoma Umano, con la codifica di tutti i
di ripristinare un’efficienza e una condizione di funzionamento perduto. È un 20000-25000 geni umani (cfr. il database del “NCBI Human Genome Resour-
processo che coinvolge da una parte il progresso scientifico e dall’altra la me- ces”). Gli ultimi cinquant’anni sono certamente stati incredibilmente prolifici
dicina, interessando il potere politico e gli spazi di intervento pubblico, per la in termini di ricerca ed espansione delle conoscenze per il medico. Ciò si deve
promozione della salute e del benessere sociale, coinvolgendo la comunità come a un nuovo approccio conoscitivo e metodologico, noto come EBM (Evidence-
il singolo individuo. Le questioni bio-mediche incarnano e sollevano antino- Based Medicine), che ha soppiantato la personale esperienza clinica del singolo
mie irriducibili e urgenti: da una parte la sperimentazione, veicolo di progresso soggetto, imponendo al medico di attenersi in ogni ambito della medicina (ri-
tecnologico, dall’altra lo spettro dei rischi in cui si possa incorrere sul piano della cerca, diagnosi, terapia ecc.) a quanto di meglio possa esser stato dimostrato
qualità e della dignità dell’esistenza umana. La dimensione corporea e psichica nella letteratura favorendo ciò che è approvato da studi clinici controllati e
della medicalizzazione appare rilevante per la vita umana sia rispetto al discor- randomizzati. L’EBM stabilisce diversi gradi di “evidenza” che stabiliscono il
so sulla sessualità e la capacità procreativa (si pensi alla tendenza alla medica- valore di un determinato approccio clinico, in base alle conoscenze mondiali
lizzazione di un evento naturale come il parto), sia rispetto a comportamenti per ogni tipo di argomento. Il medico viene dunque invitato ad un aggiorna-
sociali considerati da medicalizzare come l’iperattività infantile, l’aggressività mento continuo, attingendo alla letteratura tramite riviste e database che li ri-
sociale, le dipendenze. La medicalizzazione attiene anche agli interventi in fa- assumano. Tra questi meritano una citazione “Pubmed”, database prodotto
vore dell’igiene pubblica, attraverso l’analisi epidemiologica o la comparazione dalla già citata NCBI, che indicizza oltre 22 milioni di articoli scientifici, e la
dei dati sanitari, intervenendo nell’ottica di un controllo sociale attraverso pro- “Cochrane Collaboration”, che riassume in modo sistematico ogni lavoro sci-
grammi appositamente pianificati. Anche le patologie mentali sono state ogget- entifico riguardante ciascun singolo argomento con successiva valutazione cri-
to della riflessione bioetica circa i programmi di medicalizzazione e di eventuale tica, al fine di migliorare la diffusione di conoscenza sanitaria e di uniformare
isolamento terapeutico del paziente. I rischi consistono in un eccesso di potere la cosiddetta “best practice”. La costante espansione della conoscenza medica
medico riconducibile a una forte tendenza interventista e all’uso massiccio della dal secolo scorso, con l’espansione delle varie branche che rendono assolut-
tecnologia volta a debellare la malattia, anche se a un costo abnorme per la qua- amente impossibile una conoscenza puntuale di ogni argomento medico, ha
lità della vita del paziente. In generale, cfr. Foucault, 1963. [GS] favorito lo sviluppo di numerose specializzazioni mediche, che hanno in qual-

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