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Storia della lingua italiana B

(parole latine, considerate come punto di partenza di evoluzione romanza, non sono state messe in maiuscolo, sorry)
10) Grammatica
-gr. verbo graphō 'scrivere', da cui gramma 'scrittura, lettera' e grammatike (technē) > lat. grammatica > it.
grammatica, sp. gramática, fr. grammaire > ingl. grammar (fr. grimoire 'libro di magia' > ingl. glamour
'fascino/incantesimo')
-grammatica normativa: indica e descrive le regole di una lingua, ricavandole dall'uso colto e letterario della lingua
°è la grammatica tradizionale prescrittiva
°modello normativo ideale e immutabile lingua concepita come immutabile
°nasce nel '500 con la codificazione dell'Italiano da parte di Bembo, sulla base del modello letterario di Petrarca
e Boccaccio (anche Dante)
grammatica descrittiva: descrive la lingua per come effettivamente viene utilizzata dalla maggior parte dei parlanti/
descrive stato ordinato della lingua: presenta le varie possibilità e indica gli usi migliori
°lingua ha variabili extralinguistiche al suo interno (variabili intralinguistiche dovute a fattori extralinguistici)
-4 tipi di variabili (4 cause delle variazioni interne alla lingua)
diastratica: livello di formazione (che spesso dipende dalla situazione socio-economica)
diatopica: provenienza geografica del parlante determina diverse varietà di italiano, a livello di pronuncia
°parlare di dialetti e di varietà di italiano è diverso
diamesica: mezzo fisico usato per la comunicazione
°distinzione fra comunicazione scritta e orale è stata superata dalla messaggistica virtuale:
comunicazione scritta che si carica di caratteristiche della comunicazione orale
diafasica: contesto comunicativo (registri più o meno formali)
°Serianni, Grammatica italiana. Italiano comune e lingua letteraria, Torino UTET, 1988 (non 89?)
°fanno riferimento ad uno stadio sincronico della lingua
-grammatica storica trasformazioni da una lingua A ad una lingua B
evoluzione diacronica di una lingua (evoluzione interna alla lingua)
°sono variazioni diacroniche che portano al passaggio da una lingua all'altra o interne alla lingua
-lingue variano anche nello spazio
°fasce di isoglosse -linee che uniscono punti fino a dove si verifica un fenomeno linguistico-
definiscono confini linguistici
°evolvendo nel tempo e nello spazio si crea problema di incomprensibilità dei testimonia
-Dante, consapevole di ciò, ritiene che grammatica debba garantirne comprensibilità
°in De Vulgari Eloquentia: questione di vicenda linguistica del genere umano, partendo da
prime scene Genesi; la parola grammatica finiva per definire in maniera univoca il latino
-latino considerata la lingua regolata per eccellenza
°Rohlfs, Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti
Giampaolo e Lorenzo Salvi, Grammatica dell'italiano antico
°anche grammatica che studia le norme che presiedono alla costruzione della frase (si limita a livello sintattico)
-Grande grammatica italiana di consultazione, Renzi Salvi Cardinaletti
VEDI IN FONDO
11) Tipologia delle lingue
-confronto tipologico tra lingue: confronto tra strutture interne alle varie lingue
°tipica discriminante tipologica è la morfosintassi: ordine dei costituenti all'interno della frase
-posizione del determinante (modifier) rispetto al determinato (head)
°all'interno della parola composta: posizione della testa rispetto a modificatori (grattacielo)
all'interno della frase: posizione del complemento oggetto rispetto al verbo, di soggetto rispetto a verbo...
° determinante a sinistra: lingue indoeuropee antiche, lingue germaniche (atra nox, white house)
determinante a destra: lingue neolatine (notte scura, maison blanche)
-costituenti/classi morfologiche dell'italiano/categorie grammaticali: nome, aggettivo, pronome, verbo,
avverbio, articolo, congiunzione, preposizione (semplice e complessa), interiezione/esclamazione
°interiezione: non ha forma e contenuto semantico definito
-varia molto con l'intonazione
-scimmia esprime dei suoni per comunicare sensazioni fisiche: determinati suoni iniziano
convenzionalmente a indicare alcune sensazioni: es. ahi indica dolore
congiunzioni: hanno un valore prettamente funzionale, non semantico: legano elementi semanticamente
rilevanti, nomi in primis
12) Tipo sintetico vs. analitico
-suddivisione tipologica delle lingue a livello morfologico
flessive: utilizzano morfemi grammaticali polifunzionali, e cioè che veicolano più informazioni grammaticali
contemporaneamente, legati alla base lessicale (veicola informazione semantica), quindi informazione
morfologica contenuta nella parola
°'flessive': parole sono flesse, quindi modificate al loro interno
°informazioni grammaticali (pacchetto morfologico) concentrato soprattutto nella parte finale della parola
-in italiano (e in generale in lingue romanze) più che in latino > in latino più che in greco
°informazioni grammaticali non in parte finale di parola
greco apofonia: alternanza vocalica: grado normale tipico del presente leip-, grado zero
tipico di aoristo lip-, grado forte tipico del perfetto loip-
aumento: aggiunta di e- nella formazione dell'imperfetto e dell'aoristo
raddoppiamento della sillaba iniziale nella formazione del tema del perfetto: le-loipa
latino: es. raddoppiamento nella formazione del tema del perfetto cu-curri
°lingue indoeuropee: 3 mld parlanti
°it. libri; lat. libri: omografe e omofone ma -i veicola diverse informazioni grammaticali
°sono anche dette lingue sintetiche: informazioni grammaticali contenute all'interno della parola
-lingue ie fortemente sintetiche > lingue ie moderne – sintetiche e + analitiche
°Mario mangia la mela: funzione sintattica di complemento oggetto veicolata dalla posizione della
parola e non dal morfema grammaticale -a
-in it. intonazione può modificare significato sintattico veicolato da posizione all'interno di parola
° lat. libri: -i nominativo maschile plurale
it. libri: -i maschile plurale: - sintetica del latino
sp. libros: -o- maschile, -s plurale: - sintetica dell'italiano
ingl. books: -s plurale, nessun morfema ci dà informazione di genere
-inglese lingua molto evoluta rispetto a ie, tanto da ridurre addirittura, in alcuni casi,
informazioni morfologiche espresse, in questo caso informazione di genere
°in altri casi la esprime e addirittura il sistema dei pronomi mantiene la struttura tripartita
in genere m. f. n. he she it, mentre genere neutro si perde in altre romanze
lat. amo: -o indicativo, presente, I singolare, attivo
it. amo: -o indicativo, presente, I singolare, attivo
fr. j'aime, ingl I love: informazioni morfologiche relative alla persona sono affidate al pronome
personale, la cui espressione è obbligatoria: - sintetiche di latino e italiano
-corrispettivo di it. io amo è fr. moi j'aime
agglutinanti: possiedono morfemi grammaticali espliciti ma veicolano una sola informazione grammaticale,
quindi le parole sono tendenzialmente molto lunghe
°lingue uralo-altaiche: ungherese, finnico (o finlandese), estone (parente del finnico), basco, lingue siberia,
lingue amerindiane, turco
°minor numero di parlanti
isolanti: lingue praticamente prive di morfologia: sia base lessicale che morfemi grammaticali espressi da sillabe
distinte, graficamente rese da ideogrammi: ogni ideogramma/segno indica una sillaba
°cinese: circa 1 mld parlanti
13) Deriva linguistica
-antiche lingue ie (sanscrito, greco, tedesco?, latino): modello altamente sintetico > moderne lingue europee
(italiano, francese, spagnolo, inglese): strutture analitiche
°francese procede verso analiticità molto più che italiano e spagnolo
-Edward Sapir, nel saggio Language del 1921 parla di “drift”
14) Il comparativo e il superlativo
-formazione sintetica (base lessicale + suffisso) tipica di ie
formazione sintetica rimane in tutte le lingue a vari livelli, affiancata da costruzioni analitiche (avverbio di quantità
+ aggettivo)
°formazione standard del latino è sintetica: -ior, -ioris / -issumus, a, um
-già in latino arcaico, di Terenzio, Plauto, Ennio aggettivi che avrebbero dovuto avere una costruzione
sintetica si trovano in forma analitica: magis elegans anziché elegantior, magis agutus anziché agutior, plus
miser anziché miserior (Ennio)
°aggettivi che escono in -eus, -ius, -uus regolarmente formano analiticamente comparativo di
maggioranza e superlativo, per evitare l'incontro di vocali in formazione sintetica
°nel caso di Plauto e Terenzio è latino arcaico parlato: è latino parlato da personaggi del popolo
°da ciò gli studiosi sono spinti a ritenere che a certi livelli diastratici e diafasici le strutture analitiche
fossero più frequenti di quanto non possiamo immaginare, dato che ci sono stati tramandati quasi solo
testi di autori classici, stilisticamente alti, che escludono formule tipiche del parlato
-unica eccezione: iscrizioni pompeiane, precedenti al 79 dc, eruzione Vesuvio
°nel latino arcaico si trovano già tendenze che riemergono nel tardo latino e che sono alla base delle
costruzioni delle lingue romanze
-nel latino cristiano (latino tardo) si ritrovano forme del tipo plus felix
-nel tardo latino, come in Oribasio, si trovano anche strutture costituite da formazione sintetica
preceduta dall'avverbio di quantità utilizzato per la formazione analitica, del tipo plus vetustior
°passaggio da latino a lingue romanze: si formano nuove strutture morfologiche a partire da un struttura
originaria comune studiosi si domandano se queste strutture originarie che sono continuate da forme
romanze siano delle innovazioni che emergono negli anni della caduta dell'impero d'occidente e si
generalizzano in mancanza di un punto di riferimento culturale, oppure siano sempre esistite,
collocandosi a un più basso livello diastratico e diafasico e per questo non attestate dalle opere letterarie:
per quanto riguarda comparativo e superlativo si tratta del secondo caso
-stessa cosa avviene in italiano: compresenza di egli/lui ella/lei in funzione di soggetto è già presente
in italiano antico (Machiavelli, Guicciardini), ma normazione cinquecentesca relega ai casi obliqui
lui lei: solo con Manzoni -che vuole servirsi di una lingua effettivamente parlata- lui/lei tornano a
coprire la funzione di soggetto
lingue romanze privilegiano forma analitica (drift)
-italiano e francese continuano una formazione del tipo plus clarus: it. più chiaro, fr. plus clair
spagnolo, portoghese e rumeno continuano una formazione del tipo magis clarus: sp. màs claro, pt. mais
claru, romeno mai dulce
°non si può dire che costruzione con magis sia più arcaica, perché con Ennio troviamo già plus miser
°Matteo Bartoli elabora norme areali -aree laterali non comunicanti conservano forme più arcaiche,
perché non raggiunte da innovazione che si sviluppa al centro- per cui questa situazione indicherebbe la
diffusione originaria di costruzione con magis in tutta la Romània, mentre dopo la forma con plus, prima
affiancata a magis ma minoritario, si diffonde e si sostituisce alla formazione con magis in regione
centrale, ma non arriva a estremità orientale e occidentale di Romània
-costruzione con plus si trova anche nel sardo logudurese, molto conservativo: prus dulke
°vari aspetti per cui sardo può essere considerato una varietà romanza a sé: rotacismo della l,
mantenimento della velare davanti a vocale palatale
-altro caso che si spiega con le norme areali di Bartoli: sp. continua equus, mentre altre lingue
romanze continuano termine caballus ?
°aggettivo che significa “buono” forma sinteticamente comparativo e superlativo anche in it, ted, ingl..
°inglese: costruzioni sintetiche e analitiche, nel caso di aggettivi polisillabici
tedesco ha solo costruzione sintetica
-sinteticità determina anche ridondanza di lingua: in questo caso tedesco flette articolo nome aggettivo ?
°lingue cercano equilibrio tra esigenza di economizzazione e disambiguazione
15) La formazione del futuro italiano e romanzo
-latino: formazione sintetica del futuro, con aggiunta di suffissi
°I, II coniugazione: base verbale + -bo, bis
III e IV coniugazione: base verbale + -am, -es
lingue romanze: formazione perifrastica del futuro: verbo all'infinito + ausiliare habeo
°ci sono anche altri servili impiegati nella formazione del futuro: volo, debeo..
-come in inglese c'è oscillazione will/shall, tedesco werde
°per un periodo le due strutture convivono, finché poi non si impone la formazione analitica (drift)
-inizialmente formazione analitica ha un valore semantico differente: ha un valore modale, indica dovere,
quindi sostituibile da una perifrasi del tipo infinito + debeo
°Cicerone: De re publica nihil habeo ad te scribere qualcosa che deve essere fatto
vangelo: Simon, habeo tibi aliquid dicere
costruzione assume in seguito un valore temporale, andando ad affiancare il futuro
°sant'Agostino: Tempestas illa tollere habet totam paleam de area qualcosa che è destinato a accadere
iscrizione sepolcrale, che attesta uso parlato della lingua, precedente al VII secolo: cod (in luogo di quod)
estis fui/et quod sum essere (in luogo di esse, per analogia con verbi tematici) abetis (in luogo di habetis:
caduta nello scritto segnala che non era pronunciata): funzione sostanzialmente temporale, anche se non
manca implicazione modale
°struttura analitica spesso di fonde in una struttura sintetica: es. cantare habeo > it. canterò (da canter + ho)
-talvolta si conserva formazione rum. voi cinta: con servile “volere”
perifrastica (analitica) sardo appo/deppo kantare: con servile “dovere” accanto a “avere”
napoletano aggia cantà
16) La formazione del condizionale italiano e romanzo
-modo condizionale assente nel latino e presente nelle lingue romanze
°lega l'azione espressa dal verbo all'idea del dovere/volere fare
°ottativo greco ha praticamente lo stesso valore modale del condizionale
°espresso inizialmente da costruzioni perifrastiche: infinito del verbo + habeo all'imperfetto o perfetto
-in alcune lingue diventa sintetico, come futuro creder(e) hebuit (<lat classico habuit) > it. crederebbe
cantare habebam (>avia) > sp. cantaria
-imperfetto può assumere valore modale e sostituirsi al condizionale: es. volevo un caffè, sta per vorrei, se
avessi saputo che c'eri ti aspettavo sta per ti avrei aspettato
-costruzioni alternative sud Italia: condizionale continua piuccheperfetto: cantaveram > cantàra
ego debebam arare > sardo dea dia arare
Uso dei modi e dei tempi. Indicativo: tempi del passato
-greco possiede aoristo e perfetto: entrambi hanno valore temporale passato e per quanto riguarda l'aspetto, l'aoristo
ha un valore puntuale mentre il perfetto un valore risultativo
latino ha solo il perfetto: morfologicamente recupera strutture derivanti sia dal perfetto, es. cucurri, che dall'aoristo,
es. scripsi del greco
°fa parte del sistema del perfectum (tempi formati a partire dal tema del presente) che si oppone al sistema
dell'infectum (tempi formati a partire dal tema del perfetto): perfectum esprime azione compiuta, infectum
azione non ancora compiuta (opposizione più aspettuale che temporale)
°concretamente perfetto passato lontano senza relazione con presente: anteriorità lontana
indica passato vicino le cui conseguenze ancora sono percepibili: anteriorità immediata
°lingue romanze introducono passato prossimo e passato composto: strutture perifrastiche
-a partire da formule del tipo epistulam scriptam habeo (o anche es. cognitum habeo) e natus sum, con
inversione determinante determinato
°novi è verbo difettivo, che ha solo sistema del perfectum, ma ha significato presente: espressione del tipo
cognitum habeo letteralmente significa “ho qualcosa per conosciuto” ma va a significare “so”
° epistulam scriptam habeo: inizialmente habeo mantiene significato di “possedere” e non svolge la
funzione di verbo ausiliare: scriptam infatti non si lega a habeo bensì a espistulam. Significato
originario dell'espressione è “possiedo una lettera scritta (da qualcuno che non è necessariamente il
soggetto di habeo, cioè io)”, mentre col tempo l'espressione va a significare “ho scritto una lettera”
(tutto questo per quanto riguarda il passato prossimo, ma vale anche per passato composto), con
inversione determinante determinato
-per indicare possesso alcune varietà romanze sostituiscono alla continuazione di habeo altri
verbi, come in napoletano dove si trova tenere: avere relegato a funzione ausiliaria
-passaggio di habeo a forma monosillabica avviene per analogia al modello di do e sto, le cui
prime tre pers sing sono monosillabiche (consonante finale non pronunciata già in epoca classica)
°rimane struttura napoletano: aggio
bisillabica in pisano antico: habeo>abbo habet>ave, il che determina futuro sarabbo
sarave, lascerabbo lascerave
natus sum: si tratta del perfetto attivo dei verbi deponenti, in questo caso nascor, che hanno forma
passiva e diatesi attiva. Il significato originario è “nacqui” mentre col tempo, con inversione, si fissa
il significato di “sono nato”
°diatesi: indica rapporto tra agente e paziente dell'azione
attiva: soggetto agente e oggetto paziente
passiva: soggetto paziente e c. d'agente/causa efficiente agente (soggetto logico azione)
-infectum: struttura sintetica: aggiunta di suffissi al tema del presente
perfectum: struttura perifrastica: participio perfetto + sum
deponente (greco: “media”) v. intransitivi: soggetto-agente non compie azione propriamente
di sua volontà: es. nascor: io (sogg) non scelgo di nascere
v. transitivi: particolare coinvolgimento in azione espressa da
verbo da parte di soggetto-agente (è agente e paziente?)
-significato attivo ma forma passiva
-fonti arcaiche e post-classiche (come per comparativo) attestano tendenza a rendere di
forma attiva i verbi deponenti: es. Petronio, Satyricon, cena di Trimalcione: imitazione del
basso uso orale della lingua di liberti; Plauto hortare per hortari
°Romania centrale: v. transitivi: ausiliare verbo avere (< espistulam scriptam habeo)
passato prossimo di v. intransitivi: ausiliare verbo essere (< natus sum)
Rumeno, Spagnolo e Portoghese -estremità della Romania- utilizzano sempre v. avere
-differente anche modello di formazione del comparativo qua
-seguendo le norme areali del Bartoli è verosimile che si fosse generalizzato ausiliare habeo, e
in un secondo momento nella regione centrale ausiliare sum si sostituisce a habeo nel caso di
verbi intransitivi
°possibilità inversa -inizialmente costruzione differenziata per v. transitivi e intransitivi e
solo dopo si generalizza ausiliare habeo nelle aree più estreme della Romania- meno
verosimile: strano che si sia verificata la stessa innovazione in zone non comunicanti
19) Suoni, foni, fonemi
-fonema: unità fonologica minima dotata di carattere distintivo: coppie minime possono distinguersi per un fonema
°foni a cui una lingua attribuisce un valore distintivo
°lingue le cui parole sono monosillabiche, costituite da una consonante e una vocale, devono introdurre altri
fattori distintivi, come ad esempio il tono per il Cinese
-tono in it. serve per le interrogative, ma non ha un valore distintivo
°lat: quantità vocalica è distintiva: opposizione tra vocali brevi e corrispettive lunghe è fonologica (sono fonemi)
-qualitativamente vocali sono 5 (timbro), ma quantità è distintiva e quindi si distinguono 10 fonemi vocalici
-a distinzione fonologica relativa alla lunghezza si associa una distinzione fonematica relativa a
realizzazione tesa e chiusa delle vocali lunghe
rilassata e aperta delle vocali brevi
°fonematica perché prevedibile (es. se lunga è chiusa e tesa): non distintiva
-
nelle lingue romanze quantità vocalica perde valore distintivo: opposizione tra vocali brevi e lunghe non più
fonologica, ma fonematica: sono varianti combinatorie, prevedibili dal contesto
-assume valore fonologico l'opposizione tra foni aperti e chiusi, che era un fatto solo fonetico in latino
-da certe fonti di sant'Agostino sappiamo che in Africa già ai suoi tempi non distinguevano brevi e lunghe:
dice che non si distingueva ōs “bocca” (órale) e ŏs “osso” (òsso)
18/40) Vocalismo tonico sardo(-africano) e romanzo
-evoluzione da sistema vocalico latino: perdita di distinzione quantitativa
°trasformazioni già in atto tra il 400/600, come attesta l'Appendix Probi: soprattutto ŭ > ó
-lista di parole scorrette, utilizzate nel parlato, a cui si affianca la forma corretta
°errori commessi sono alla base dell'evoluzione delle lingue romanze a partire dal latino
-esigenza di stilare una lista di vocaboli scorretti da correggere prova la diffusione di queste forme
-Appendix Probi è nome convenzionale
-datazione discussa: un tempo si collocava intorno al 400, oggi più verso 500/600
-vocalismo sardo: due fonemi vocalici qualitativamente uguali ma quantitativamente differenti confluiscono in un
medesimo fonema breve (defonologizzazione): sistema pentavocalico: es. fīlu > filu e nĭve > nive
°spiegazione: latino prevede opposizione fonologica tra consonanti brevi e lunghe e tra vocali brevi e lunghe:
possono darsi 4 situazioni b+b b+l l+b l+l. Il latino tuttavia prevede poche consonanti lunghe: aumento delle
consonanti lunghe dovuto a assimilazione o forme espressive fa sì che si realizzi breve la vocale che precede
°fenomeno che distingue sardo da altre lingue romanze, il cui sistema vocalico si sviluppa a partire da una
situazione comune (vocalismo romanzo)
°la stessa cosa avveniva nell'Africa mediterranea latinizzata ai tempi di Agostino
vocalismo romanzo: ī > i; ĭ, ē > é; ĕ > è; ā, ă > a; ŏ > (w)ò; ō, ŭ > ó; ū > u [in IPA: ò=ɔ, ó=o, è=ɛ, é=e]: eptavocalico
°perfettamente conservato dal fiorentino/italiano
-eccezione dell'anafonesi
-in generale, forte conservatorismo del toscano (vicino al latino più delle altre lingue romanze)
°probabilmente anche per questo si impone sulle altre varietà romanze parlate in Italia nel 1500
-anche la toscana non omogenea a livello vocalico: aree marginali della toscana (Sambuca val di pesa -prov.
Firenze-, Garfagnana, Versilia, Elba) + lucchese: ? VEDI 7 MARZO (TDM DICE a E GG DICE b)
°dittongazione toscano (quindi italiano): avviene solo in sillaba aperta accentata (ovviamente accentata
perché qui si parla di vocalismo tonico): 'dittongamento spontaneo in sillaba libera'
spagnolo: sia in sillaba aperta che chiusa
°vocalismo lucano: sardo: per velari: ŏ ō > o; ŭ ū > u
segue sistema ?: per altre: ī > i; ĭ, ē, ĕ > e; ā, ă > a
vocalismo corso Corsica settentrionale/cismontana: sistema eptavocalico con inversione delle è/é ò/ó rispetto
al sistema romanzo, che è stato mantenuto da toscano fiorentino: ī > i; ĕ > é; ĭ, ē > è; ā, ă > a;
ŏ > ó; ō, ŭ > ò; ū > u
Corsica meridionale/ultramonatana: analogo al sardo
41) Vocalismo siciliano
-Sicilia, Salento e Calabria meridionale
-tonico: pentavocalico: ī, ĭ, ē > i; ĕ > è; ā, ă > a; ŏ > ò; ō, ŭ, ū > u
atono: trivocalico: ī, ĭ, ē, ĕ > i; ā, ă > a; ŏ, ō, ŭ, ū > u
°in dialetto si dice sira, ma quando parlante siciliano passa al sistema italiano dice sèra, perché vocalismo
siciliano non prevede é e graficamente non si distinguono vocali con accento aperte o chiuse
-solo in fine parola si distingue é di perché e la è di caffè
57) Re Enzo, Se trovasse pietanza
-lirica siciliana del XIII secolo risponde al vocalismo siciliano
°si sviluppa alla corte di Federico II di Svevia e vede come protagonisti i membri della corte di Federico -non
esclusivamente siciliani- tra cui Giacomo da Lentini, Pied delle Vigne, Enzo (figlio di Federico; imprigionato a
Bologna, città guelfa)...
°liriche siciliane ci giungono soprattutto grazie a 3 canzonieri manoscritti che contengono gran parte della
produzione dell'epoca, dei siciliani, dei siculo-toscani e dei toscani
-più importante è codice Vaticano 3793
°liriche dei siciliani ci sono state riportate da copisti toscani che le toscanizzano
-edizione di Barbieri restituisce quella che verosimilmente è la veste linguistica originaria
-l'operazione compiuta da copisti toscani al tempo era usuale
-toscanizzazione di rime (volte da sistema vocalico siciliano a toscano) le rende imperfette: conduce-croce
< conduci-cruci, avere-morire < aviri-moriri, ora-pintura < ura-pintura, uso-amoroso < usu-amorusu
°sostanzialmente questa toscanizzazione rende lecita una possibilità prima non prevista, di una rima
appunto imperfetta tra i-é (< sic. i-i)
u-ó (< sic. u-u)
50) Metafonesi
-vari fenomeni di metafonesi -cambiamento fonetico condizionato- alterano sistema eptavocalico romanzo in vari
dialetti italiani, con eccezione di toscano/italiano e sardo
°sistema vocalico romanzo ben conservato nel toscano
°metafonesi delle aree extratoscane consiste in innalzamento i < é < ĭ, ē
u < ó < ō, ŭ
dittongazione iè < è < ĕ
uò < ò < ŏ
dovuto a ŭ: marca del maschile singolare: sud Italia
ī: marca del maschile plurale: sud e nord Italia
-it. fèrro, nap. fièrrǝ (simile a esito spagnolo che dittonga in ogni caso ĕ ŏ)
-es. napoletano, con -V > -ǝ: tisǝ < *tésu < tēnsŭ[m] m.sg., tesǝ < *tésa < tēnsa f.sg., tisǝ < *tési <
tēnsī m.pl., tesǝ <*tése < tēnsae f.pl.
Nord italia ven.: tozo, -a < tōnsu[m], -a; tuzi < tōnsi
milanese: Martinétt sing., Martinitt pl.
°simile a Umlaut tedesco: da questo fenomeno fonetico si crea una marca morfologica di plurale in -i
49) Caratteri del toscano (fiorentino) base dell'italiano: anafonesi (oltre a dittongamento spontaneo)
-innalzamento vocalico i < ĭ, ē anziché é < ĭ, ē
u < ō, ŭ anziché ó < ō, ŭ
davanti a ŋ nasale velare/nasale + consonante velare: vinco < vĭnco, unghia < ŭng(ŭ)la
nessi palatali: ʎ, ɲ, ʧ, ʤ: famiglia < famĭlia (*fameglia sen.), vigna < vĭneam, Corniglia (Dante, al
posto di voce dotta 'Cornelia') < Cornēlia, pugno < pŭgnum
-è un fenomeno tipico del toscano fiorentino -base dell'italiano- non del toscano in generale
°unico fenomeno che modifica il sistema vocalico romanzo in italiano
°senese e aretino del 1200 non prevede fenomeno dell'anafonesi: hanno longo lengua
-scontro fiorentini vs senesi: di fronte a un piatto di pesce, i fiorentini lo chiamano tinca, i senesi -che non
hanno anafonesi- tenca: in questo modo fiorentini riescono a individuare i nemici
°recupero di un racconto biblico: durante una guerra, a seconda del modo di pronunciare <sh> nella
parola schibboet (spiga), gli ebrei riconoscono i nemici
43) L'Italia dialettale
-in Italia, la Toscana -e in parte la Corsica- costituisce un'isola linguistica
°rivelato da isoglosse: linee che uniscono punti estremi di un fenomeno linguistico: va a delimitare l'area in cui
quel determinato fenomeno linguistico si verifica
-corno nord occidentale (Lunigiana, Carrara) della Toscana risponde alle tendenze settentrionali
°c'è un discorso sulla corsica e sui pisani ?
-articolazione dialettale di oggi continua la situazione linguistica preromana
°es. oggi in linguistica si indicano come gallo-italici i dialetti dell'Italia settentrionale, abitata da grande tribù di
Galli (galli sono celti che abitano la regione francese) prima della romanizzazione: area che ha risentito del
sostrato celtico negli sviluppi romanzi (differenziazione linguistica originaria influenza sviluppi romanzi, quindi
differenziazione linguistica attuale)
-dialetti gallo-italici: piemontese, lombardo, ligure, emiliano
esclusione del veneto
44) Caratteri distintivi del toscano (fiorentino) base dell'italiano + 51) altri esiti del toscano (fiorentino) base
dell'italiano
-dittongazione spontanea in sillaba aperta e tonica
°dialetti del sud: dittongazione condizionata (metafonesi) anche in sillabe chiuse
anafonesi
°assente in senese e aretino del XIII sec.
mantenimento delle vocali atone mantenimento della struttura sillabica del latino volgare
°lingue romanze si sviluppano a partire dal latino volgare, non dal latino classico/letterario
°latino volgare prevedeva caduta della vocale postonica in parola proparossitona, pertanto questa situazione si
ritrova in tutte le lingue romanze: a partire da questa situazione comune, alcune lingue romanze hanno visto la
caduta di altre vocali atone (continuano con monosillabi parole bisillabiche in italiano e latino volgare)
-caduta della vocale postonica in parola proparossitona in
latino tardo: confermato da Appendix probi: viridis non virdis, vetulus non veclus, speculum non speclum
latino arcaico: commedie di Plauto c'è mehercle anziché mehercule
mantenimento delle consonanti lunghe/doppie
°scempiamento a nord della linea La Spezia-Rimini
-insediamento di popolazioni celtiche in epoca preromana (sostrato celtico)
-è anche un confine naturale: ha costituito un segmento del fronte gotico durante II guerra mondiale
°nuove consonanti lunghe si formano per assimilazione dei nessi pt kt ks vt > tt tt ss tt
mantenimento dei nessi latini -nd- -mb-, o eventualmente assimilazione regressiva
°dialetti del sud: assimilazione progressiva
-questa isoglossa distingueva osco umbro da varietà meridionali già precedentemente a latino classico
mantenimento (variabile) e spirantizzazione delle occlusive sorde
°54) doppio esito toscano delle occlusive sorde intervocaliche del latino -k- -t- -p-: k > k ma lacus > lago,
(Heinrich > Arrigo), ficus > figo; t > t ma strata > strada, (allomorfi liberi ?) codesto cotesto, comitatus >
contado; p > p ma ripa > riva caput > capo/cavo
-questione dibattuta dagli studiosi: tesi più diffusa è che esito toscano sia originariamente sordo e poi, per
influsso delle varietà francesi e soprattutto per introduzione di gallicismi nell'italiano antico, si sia diffuso
anche esito sonoro (parole con doppio esito, sia sonoro che sordo (sono doppioni morfologici/allomorfi non
condizionati?) oppure parole con solo esito sonoro)
°in merito alle occlusive sorde intervocaliche del latino c'è una bipartizione della Romania
al di sopra della linea La Spezia-Rimini: occlusive sorde intervocaliche latino > sonorizzazione
-sonorizzazione > sp. e fr. spirantizzazione (fricative) > fr. Caduta
restante area -Italia centro-meridionale (con esclusione di Salento e Calabria del sud), e Romania orientale,
oggi costituita solo da rumeno, un tempo anche da vegliota (isola di Veglia, dove oggi si parlano varietà
slave o venete) e dalmatico (Dalmazia, un tempo chiamata 'Illiria') (e basta? Vedi filo romanza):
mantenimento sorde
-52) sonorizzazione delle consonanti occlusive sorde intervocaliche: es. lat. ortica > it. ortica, rum.
urzica, dial. sett. it. ortiga, occit. ortiga, fr. ortie, sp. ortiga
esito /j/ del nesso latino -rj-: es. area > aia, arium > aio
°altri dialetti italiani conservano /r/ con o senza vocale
°morfema derivativo (molto produttivo) lat. -ariu(m) > romanesco -aro: si afferma, in luogo dell'esito fiorentino
-aio, per l'influenza della varietà romanesca, dovuta anche alla televisione, es. metallaro cinematograforo
-esito anti-toscano
conservazione delle vocali finali
° Nord: scompaiono
Sud (es. in Campania): si riducono a ǝ
45) Sostrato e superstrato
-sostrato (substratum): influsso della lingua dei vinti su quella dei vincitori che si impone
superstrato (superstratum): influsso della lingua dei vincitori, che non si impone, su quella dei vinti
°oggi queste categorie non più usate, usate un tempo per spiegare differenti esiti del latini
46) Sostrato celtico
-lingua celtica (area di diffusione celtica va dalla Francia, all'Italia settentrionale, alla Germania ecc.) influenza
apprendimento del latino e determina certi sviluppi dal latino
°lat. ū > /y/ (<u> o anche <ü>, a seconda di lingue): lat. luna > fr. [lyn] lune
ŏ > sistema vocalico romanzo (w)ò > it. figliolo fuoco
feu fiöl (dove? VEDI A MODO fine lezione 6 marzo)
FINISCI E CORREGGI
riemerge nella toponomastica: Induno Olona (provincia Varese), dunum = oppidum
celtismi entrati in latino e passati alle lingue romanze (prestiti): beccus, bracae, carrus
47) Gallicismi
-elementi lessicali entrati in antiche varietà dell'italiano medievale da 2 varietà romanze usate nell'odierna Francia
lingua d'oil: francese centro settentrionale
lingua d'oc (chiamato anche provenzale, nonostante il provenzale sia un dialetto della lingua d'oc)
°non da lingue celtiche
°francesismi: elementi lessicali entrati in italiano dal francese moderno
° lat. caballarius > tosc. cavallaio
prov. cavalier > it. cavaliere (Firenze, 1085, attestato cavallere)
-evoluzioni del francese hanno portato all'attuale chevalier in fricativa
-analogamente, in italiano si ha candelaio: regolare esito toscano
candelabro: gallicismo
-in generale si tratta del caso di parole latine che terminano in -ariu(m), che fiorentino continua in -aio e
che lingue d'oil e d'oc hanno continuato mantenendo la r: gallicismo viene affiancato a regolare
continuazione fiorentina (nel caso in cui anche in fiorentino fosse stato continuato il termine)
°spesso in un secondo momento avviene una differenziazione semantica
°suffisso -iere, di tipo francese, diventa produttivo anche in italiano
casi lessicali più isolati lat. spec(u)lum > tosc. specchio, prov. espelh > it. speglio (gallicismo)
lat. vet(u)lum > tosc. vecchio, a.fr. vieil (> viex), femm. vieille > veglio (gallic.)
48) Superstrato germanico
-superstrato germanico dovuto alle cosiddette “invasioni barbariche”, ovvero tribù parlanti lingue germaniche che
invadono zone dell'Impero romano d'occidente
°non imponendo la propria lingua, ma comunque esercitano un'influenza sul latino
°è più corretto parlare di spostamento di popoli, come dalle steppe dell'Asia centrale si spostarono indoeuropei
°gotiche > longobardiche > franche
-prestiti verbi espressivi: aizzare, arraffare, ghermire, russare, spaccare, spruzzare, tuffare..
germanici lessico quotidiano (domestico agricolo): scuro/scurino, scaffale, panca/banca/banco, palco/balcone
°nel caso panca/banca, palco/balco: termini in p- origine longobarda, b- altre varietà germaniche
-longobardico subisce seconda rotazione consonantica: occlusive sonore b d g > sorde p t k
°dunque prestiti non limitati a lessico bellico: dardo arnese
zolla ? Vedi a modo
nomi di persona: Riccardo
55) Aspetti del sostrato etrusco
-dell'etrusco si sa pochissimo: definizione di famiglia d'appartenenza dell'etrusco ancora non vede l'accordo studiosi
°Alinei ritiene sia una forma antica dell'ungherese, altri che sia una forma di greco, alcuni che sia una lingua ie
altri che sia una lingua non ie affine ad altre parlate nell'Asia minore
°alcuni ritengono che non sia mai stata parlata ma solamente utilizzata per iscrizioni votive ecc..
-sostrato etrusco responsabile dell'isolamento del toscano nel quadro romanzo italiano
°etrusco è radicalmente diverso dal latino, al contrario di osco, umbro, sannitico, varietà affini al latino latino,
sentito come una lingua assolutamente diversa, viene appreso dagli etruschi più accuratamente, con maggiore
consapevolezza della norma qui si conserva una varietà più vicina alla lingua di partenza
-sostenuto da C. Merlo in Lazio sannita e Etruria latina, uscito nel 27 sulla rivista L'Italia dialettale
°sostrato toponimi e idronimi con suffisso -ina: Cascina (fiume e centro abitato), Caecina (famiglia e fiume,
etrusco poi centro abitato), Chiecina, Bientina; Crespina, Bibbona, Cortona, Caprona
-toponimi etruschi rivelano espansione degli etruschi in Italia
°etruschi fondavano città lungo grandi vie di comunicazione
-a differenza di romani non sviluppano una forma di controllo politico del territorio
lessico legato alla sfera del culto, del teatro (persona era la maschera, oggi indica la realtà intima e
non esteriore dell'individuo)
spirantizzazione toscana come continuazione delle aspirate etrusche? Ipotesi oggi scartata

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