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ANNO XVIII NUMERO 128 - PAG III IL FOGLIO QUOTIDIANO SABATO 1 GIUGNO 2013

Un saggio lo fa a pezzi
IL PROCESSO
di Giovanni Fiandaca
Questo saggio è stato appena pubblica-
SULLA Ipotesi plausibile in termini tecnico-giu-
ridici?

2. Una vicenda storico-politica molto com-

TRATTATIVA
to sull’Annuario di scienze penalistiche plessa e ambigua, suscettibile di valutazio-
Criminalia (anno 2012). Edizioni ETS. ni non univoche (anche alla luce del princi-
pio della divisione dei poteri)
1. Premessa Non è questa la sede per ricostruire in
La vicenda giudiziaria relativa alla co- dettaglio l’insieme eterogeneo dei fatti su-
siddetta trattativa stato-mafia, assai nota scettibili di essere ricondotti sotto l’eti-
anche per l’ampia copertura ricevuta dai chetta di una “trattativa”, o di più “tratta-
media, offre lo spunto per riflessioni che tive” che sarebbero intercorse fra la ma-
si collocano su piani diversi e, in parte, fia e lo stato nei primissimi anni Novanta

E’ UNA BOIATA
convergenti. Ci sono ragioni per conside- dello scorso secolo: con il duplice obietti-
rare tale vicenda come una sorta di me- vo – secondo l’ipotesi ricostruttiva dell’ac-
tafora emblematica di una serie di com- cusa – di un “ammorbidimento” della stra-
plesse, e per certi versi patologiche, inte- tegia di contrasto della criminalità mafio-
razioni tra un certo uso antagonistico del- sa (grazie, ad esempio, a una attenuazione
la giustizia penale, il sistema politico-me- del rigore carcerario per i condannati sot-
diatico e il tentativo di fare maggiore chia- toposti al regime di cui all’art 41 bis ord.
rezza, sotto l’aspetto storico-ricostruttivo, penit.) e, più in generale, della stipula di
su alcuni nodi assai drammatici della no- un nuovo patto di convivenza, di una nuo-

PAZZESCA
stra storia recente. Da questo punto di vi- va intesa compromissoria tra stato e Cosa
sta, non si rinnova soltanto, con toni forse nostra (nel solco, peraltro, di una tradizio-
ancora più enfatizzati, quel conflitto fra ne storica di “non belligeranza” risalente
politica e giustizia che nell’ultimo venten- al secondo Ottocento). In sintesi, l’ipotesi

L’individuazione di possibili L’ipotesi di una nuova intesa


figure di reato: un punto non nel solco di una tradizione storica
controvertibile, ma in questo caso di “non belligeranza” che risale
probabilmente trascurato
nio ha disturbato il funzionamento della
Giovanni Fiandaca, tra i più autorevoli studiosi di Diritto al secondo Ottocento
storico-ricostruttiva privilegiata dal grup-
democrazia italiana. Nello stesso tempo, a
tornare in discussione è l’interrogativo di
fondo circa gli scopi del processo penale,
come pure il connesso problema relativo
penale, considerato un maestro anche da Ingroia, po di pubblici ministeri guidati da Antonio
Ingroia – ribadita in scritti o interviste del-
lo stesso Ingroia e, altresì, recepita nel-
l’ambito di una letteratura saggistica “fian-
al ruolo della magistratura, considerato
anche nella percezione soggettiva che ne
hanno in particolare alcuni magistrati
d’accusa molto combattivi e pubblicamen-
sostiene che manca il movente, mancano le prove e che cheggiatrice” (1) – è riassumibile nel modo
seguente.
Dopo la conferma in Cassazione il 30
gennaio 1992 delle pesanti condanne in-
te esposti.
Ci sono sul tappeto, inoltre, impegnati-
ve questioni tecnico-giuridiche che hanno
a che fare con quella che dovrebbe costi-
non è chiara nemmeno la formulazione dei reati flitte dai giudici del maxiprocesso, la qua-
le ha avuto l’effetto di mettere in crisi, an-
che simbolicamente, la tradizionale im-
punità dei boss, Cosa nostra avrebbe rea-
tuire la normale premessa di una indagi- gito ideando e in parte realizzando un pro-
ne, prima, e di un processo penale, dopo: gramma stragista avente come fine ultimo
cioè la previa individuazione di plausibili la ricostruzione di un rapporto di pacifi-
figure di reato. Questo è in realtà un pun- ca convivenza tra il sottomondo mafioso e
to non controvertibile, ma nel caso della il mondo politico-istituzionale: le stragi
trattativa probabilmente trascurato – o costituivano, in questa prospettiva, uno
non sufficientemente lumeggiato – specie strumento necessario per piegare psicolo-
nell’ambito della comunicazione mediati- gicamente il ceto politico di governo, nel
ca. Si è, invero, assistito a un insistente senso di indurlo a desistere da una lotta a
bombardamento televisivo accreditante tutto campo contro la mafia, in vista di
l’idea della trattativa come un crimine gra- nuove intese basate sulla vecchia logica
vissimo. Ma, se questo è il messaggio più o della reciprocità dei favori. Secondo fon-
meno confusamente arrivato al grosso pub- ti informative di matrice segreta, questo
blico, le cose stanno in verità alquanto di- piano stragista – iniziato con l’omicidio
versamente sul piano dell’ipotesi accusa- del parlamentare siciliano Salvo Lima nel
toria formulata dai pubblici ministeri. marzo del 1992 – prevedeva l’uccisione di
L’organo dell’accusa, muovendo pregiudi- importanti uomini politici come Giulio
zialmente da un giudizio di grave disap- Andreotti, Claudio Martelli, Calogero
provazione etico-politica della presunta Mannino e altri: tutti colpevoli di aver vol-
trattativa, si è infatti imbattuto – come me- tato le spalle a Cosa nostra, di averla tra-
glio vedremo in seguito – in una oggettiva dita e di non aver mantenuto le promesse
difficoltà tecnica: nella difficoltà cioè di di “aggiustamento” del maxiprocesso
trasporre questa “precomprensione” in presso la Corte di cassazione. E’ in questo
una cornice criminosa idonea a coinvolge- fosco e angosciante orizzonte, denso di
re insieme, avvinti anche simbolicamente mortali minacce incombenti e nello stes-
come complici di un medesimo delitto, so tempo imprevedibili, che nascerebbe

L’organo dell’accusa muove Un piano stragista che


da un pregiudizio di grave prevedeva l’uccisione, dopo Salvo
disapprovazione etico-politica Lima, di altri uomini politici:
della presunta trattativa Andreotti, Martelli, Mannino
boss mafiosi e membri delle istituzioni. Da l’iniziativa dei carabinieri del Ros – solle-
qui la ricerca, nella complessa e oscura citata, secondo la prospettazione accusa-
trama delle vicende oggetto di giudizio, di toria dei pm, da uno dei politici minac-
qualche momento o frammento fattuale ciati (cioè Calogero Mannino) – di contat-
che fosse suscettibile di assumere parven- tare l’ex sindaco di Palermo Vito Cianci-
ze di illecito penale; una ricerca tutt’altro mino come possibile tramite di comunica-
che semplice, come è confermato dal fatto zione con il vertice mafioso corleonese.
che altri uffici giudiziari (in particolare di Questa presa di contatto sfociata in più in-
Firenze e Caltanissetta) che si sono occu- contri, e ammessa peraltro nel corso del-
pati delle medesime vicende nel più am- le indagini dagli stessi ufficiali dei cara-
pio contesto delle indagini sulle stragi, non binieri (Mori e De Donno) che ne sono sta-
hanno ritenuto di ravvisare ipotesi di rea- ti protagonisti, avrebbe avuto uno scopo
to tecnicamente gestibili. esplorativo finalizzato a tentare qualche
Nonostante la difficoltà dell’impresa, i strada per far desistere la mafia dal por-
pubblici ministeri palermitani – coordina- tare a termine le azioni criminali pro-
ti dal procuratore aggiunto Antonio In- grammate. In termini più espliciti: tastare
groia – si sono spinti fino a oltrepassare la il terreno per verificare cosa i capimafia
soglia dinanzi alla quale i colleghi di altre potessero richiedere e cosa lo stato, dal
sedi si sono arrestati: la tesi accusatoria, canto suo, potesse ragionevolmente “con-
infine escogitata dalla procura di Palermo, cedere” per bloccare le minacce stragiste.
ipotizza che alcuni specifici momenti del- Quanto fin qui succintamente accenna-
la cosiddetta trattativa configurino un con- to delinea lo scenario complessivo in cui
corso criminoso nel reato di violenza o mi- si colloca la cosiddetta trattativa stato-ma-
naccia a un corpo politico (art 338 c.p.). fia, nel cui ambito – co- (segue nell’inserto IV)

Palermo, omicidio Mangione (foto di Nicola Scafiti)


ANNO XVIII NUMERO 128 - PAG IV IL FOGLIO QUOTIDIANO SABATO 1 GIUGNO 2013

Il bluff della Trattativa


MA IL CAPO
D’IMPUTAZIONE
(segue dall’inserto III) que trovati di fronte a scelte politico-di-
me si è anticipato – i pubblici ministeri screzionali imputabili a soggetti istituzio-
palermitani hanno ritenuto di poter rav- nali in qualche modo e misura competen-
visare, a carico dei protagonisti coinvolti ti, ancorché operanti in modo poco traspa-
(da un lato boss mafiosi, dall’altro ufficia- rente. Ma, se di opzioni politico-istituzio-
li dei carabinieri e uomini politici), un’i- nali pur sempre riconducibili a organi
potesi di concorso criminoso nel reato di competenti ad adottarle si è davvero trat-
cui all’art. 338 c.p. Ma, prima di entrare tato, ancora una volta non si vede – ap-
nel merito di questa specifica contesta- punto – come si possa pretendere di eser-

NON REGGE
zione, siano consentite alcune considera- citare un sindacato penale con riferimen-
zioni a carattere preliminare, che hanno to anche alle sole attività preparatorie che
a che fare con la logica della divisione dei hanno precostituito il terreno favorevole
poteri istituzionali. ad un esercizio di discrezionalità politico-
La prima considerazione da cui pren- governativa pro-negoziato.
dere le mosse, e che potrebbe anche ap- Rimane, peraltro, da chiedersi a questo
parire superfluo esplicitare, è questa: il punto quali concessioni lo stato abbia in
perseguimento dell’obiettivo di far cessare concreto finito col fare all’esito del tortuo-

“Grandi boss della mafia e uomini della politica


le stragi, in sé considerato, mai potrebbe so percorso trattativista, e quali effettivi
essere giuridicamente qualificato come il- vantaggi ne abbia tratto Cosa nostra. Pro-
lecito; al contrario, esso può apparire do- prio in un’ottica di risultato, quel che ri-
veroso sotto un profilo sia politico che giu- mane sfumato e che i pubblici ministeri

e delle istituzioni non possono essere accomunati


ridico. E, in base al principio della divi- non si sono sforzati di chiarire è se i di-
sione dei poteri, compete al potere esecu- versi approcci finalizzati allo scellerato

L’obiettivo di far cessare le Non si capisce se i diversi


stragi, di per sé, non potrebbe mai
essere giuridicamente qualificato
quali complici dello stesso reato” approcci finalizzati al patto
scellerato abbiano prodotto frutti
come illecito sostanziosi o siano rimasti tentativi
tivo e alle forze di polizia ricercare le stra- incriminatrici. scente Forza Italia e dunque di possibile mente sostiene: “Appena la trattativa vie- mente a un intervento dell’allora capo del- patto abbiano prodotto frutti sostanziosi, o
tegie di intervento necessarie a prevenire E’ vero che si potrebbe a questo punto collegamento politico con Silvio Berlu- ne avviata la necessità di salvare i politi- la polizia Parisi, il quale avrebbe – a sua siano rimasti allo stadio di tentativi privi
la commissione di atti criminosi o a inter- obiettare che l’enfasi fin qui posta sul sconi). Ora, che elementi di forte ambi- ci (e con essi si ha la pretesa di salvare la volta – ricercato e rinvenuto “un’autore- di esiti tangibili (5). Per quanto se ne sa, se
romperne la prosecuzione. Senza che, pe- principio della divisione dei poteri non guità e interessi non sempre nobili abbia- Repubblica) assume vole sponda istituzio- c’è un beneficio concreto che la mafia ha
raltro, la legittimità di tali interventi possa tiene conto di un dato: cioè che le inizia- no contribuito a rendere meno chiaro e una grande rilevanza nale” nel presidente conseguito, questo viene dall’organo del-
considerarsi condizionata a forme di pre- tive volte a venire in qualche modo a pat- trasparente lo scenario trattativista, è istituzionale, e lo sta-
Il regista della Repubblica l’accusa individuato nella revoca di alcu-
ventiva autorizzazione o di preventivo as- ti con Cosa nostra, molto verosimile. Ma to si attiva per rimuo- Antonio Ingroia. E’ l’aggiunto che, su Scalfaro. E si sospet- ni provvedimenti ex art. 41 bis ord. penit.
senso da parte dell’autorità giudiziaria. A lungi dall’essere deli- ciò basta a modifica- vere tutti i possibili delega del procuratore Francesco Messi- ta un possibile ruolo disposta dal ministro della Giustizia Gio-
maggior ragione in momenti di grave e berate in forma uffi- L’inventore re il carattere di in- ostacoli al riguardo” neo, ha coordinato il pool dell’inchiesta proprio del presiden- vanni Conso nell’anno 1993 nei confronti di
drammatica emergenza, connotati da un ciale dal governo, sa- Roberto Scarpinato. Dal febbraio scorso trinseca liceità (se (3). Ma, se così si dà sulla presunta trattativa tra i boss mafiosi te Scalfaro nel far sì circa trecento mafiosi di livello però tutto
diffuso e imprevedibile rischio stragista rebbero state realiz- procuratore generale di Palermo, è il ma- non di doverosità) per scontato un im- e alcuni uomini delle istituzioni. Nel no- che Giuliano Amato, sommato modesto. Non risultano, per il re-
(come furono, appunto, quelli vissuti nel zate in maniera oc- gistrato che ha legato gran parte del suo dei tentativi di argi- pegno dello stato in vembre scorso, quando l’imponente fasci- da lui incaricato nel sto, altre forme di cedimento riconducibi-
’92-’93) rientra nella discrezionalità politi- culta, e avrebbero lavoro all’istruzione di un’inchiesta prati- nare il rischio stragi- quanto tale, per altro colo doveva ancora andare al giudice Pier- giugno del 1992 di for- li a decisioni del governo o di suoi espo-
ca del governo valutare i pro e i contro, in avuto, per di più, co- camente senza fine e senza confini: quella sta, trasformando i verso ignoranza e in- giorgio Morosini, chiamato a decidere sui mare un nuovo gover- nenti. La montagna ha dunque partorito
termini di bilanciamento costi-benefici, me presunti registi o sui cosiddetti “sistemi criminali”. Un con- negoziatori istituzio- certezza tornano a rinvii a giudizio, Ingroia lascia Palermo e no, sostituisse i pre- un topolino? Tanto rumore per nulla?
della scelta di fare eventuali “concessioni” interlocutori perso- tenitore dove sono finiti, a varie riprese, nali in una cricca pri- prevalere rispetto sia parte per il Guatemala, chiamato dall’Onu cedenti ministri del- Ma, per comprendere meglio il senso
ai contropoteri criminali in cambio della naggi politici che boss e uomini politici, massoni e servizi se- vata in combutta con all’esistenza di una a organizzare un servizio di contrasto alla l’Interno e della Giu- complessivo dell’impostazione accusatoria
cessazione delle aggressioni mortali. avevano anche un in- greti deviati. A parte i sistemi criminali, la mafia per il perse- regia unitaria dei criminalità di quel paese. Ma ci resta poco stizia Scotti e Martel- dei pubblici ministeri, bisogna in realtà
Posto che una simile scelta politica ri- teresse egoistico a che hanno assorbito gran parte del suo im- guimento di interessi tentativi di accordo più di un mese perché decide di fondare un li (mostratisi troppo compiere un passo indietro e spiegare an-
sulterebbe – piaccia o non piaccia – pe- salvare la propria pegno professionale, Scarpinato viene pu- egoistici e ignobili? con la mafia, sia al- partito, Rivoluzione civile, e di candidarsi combattivi contro la che la intrigante genesi dell’indagine giu-
nalmente non censurabile (tranne, ovvia- pelle (come, ad esem- re ricordato per avere sostenuto, con Gui- Verosimilmente, non l’individuazione di premier alle elezioni nazionali del 24 e 25 mafia) con i nuovi mi- diziaria sfociata infine nella richiesta di
mente, che si incorra in violazioni palesi e pio, nel caso emble- do Lo Forte e Gioacchino Natoli, l’accusa basta. Che il contesto tutti i co-protagonisti febbraio. Non raggiunge il quorum e rien- nistri Mancino e Con- rinvio a giudizio per i presunti protagoni-
in ogni caso ingiustificabili della legalità matico di Calogero al processo Andreotti. trattativista abbia impegnati nelle cor- tra in magistratura. Il Csm lo assegna ad so, considerati più di- sti della trattativa.
penale), sembra per questa stessa ragione Mannino, che rientra- presentato, nonostan- rispondenti attività Aosta, lui non accetta e si mette in ferie. Ci sponibili ad allentare
difficile ipotizzare che ricadrebbe in un’a- va nel novero dei po- te tutto, momenti ine- preparatorie. In base resterà fino al 20 giugno. il rigore antimafioso 3. Un passo indietro: l’ambiziosa inquisitio
rea di illiceità penale il comportamento di litici direttamente minacciati di morte) o, vitabili di coinvolgimento dei piani alti agli elementi di co- (4). generalis sui “sistemi criminali integrati”
quanti a vario titolo, sul versante politico- comunque, a ripristinare rapporti di inte- delle istituzioni, sono gli stessi autori del- noscenza disponibili, A ben vedere, ipotesi L’indagine predetta ha come retroterra
istituzionale, prestano un contributo alla ressata convivenza con la mafia (come sa- l’indagine giudiziaria a metterlo in evi- sembrano consentite soltanto congetture o ricostruttive di questo tipo confermereb- una cornice investigativa ben più ampia e
realizzazione di iniziative finalizzate ad ar- rebbe stato il caso di Marcello Dell’Utri, denza, a cominciare dal procuratore ag- ipotesi. Tra queste, quella di una entrata bero in realtà che, pur in un quadro poco ambiziosa, intitolata dagli stessi pubblici
ginare la violenza mafiosa. Ma in proposi- anche nel ruolo di fondatore della na- giunto Antonio Ingroia, il quale espressa- in campo dei servizi di sicurezza unita- chiaro da arcana imperii, ci si è comun- ministeri “sistemi criminali”. Questa inso-
to i magistrati della procura di Palermo lita e curiosa intitolazione faceva riferi-
manifestano un convincimento contrario, mento a una investigazione dai confini as-
cioè incline alla criminalizzazione di que- sai estesi – una vera e propria inquisitio
gli esponenti politico-istituzionali che generalis, che andava alla ricerca di (assai
avrebbero avuto un ruolo nel favorire la più di quanto non prendesse le mosse da)
presunta trattativa (o le presunte trattati- ipotesi specifiche di reato – incentrata,
ve). Assai verosimilmente, una simile pro- precisamente, su di un lungo arco tempo-
pensione criminalizzatrice muove – come rale che partiva dalla seconda metà degli

In un’ottica di incondizionata L’idea di un intreccio tra un


condanna politica e morale, il sistema criminale mafioso e uno
rispetto della divisione dei poteri no (“massoneria deviata, finanza
non trova alcuno spazio criminale, destra eversiva”)
già accennato – da una “precomprensione” anni Ottanta e giungeva quasi alla fine de-
etico-politica (e ancor prima emotiva) gli anni Novanta, includendo dunque fasi
orientata nel senso di una assoluta disap- antecedenti e successive alle stragi mafio-
provazione: sino al punto di avvertire ogni se: l’intuizione di fondo sottostante a que-
ipotesi di possibile trattativa come una sta grande indagine (poi, invero, sfociata in
eventualità da far “rabbrividire” (2). In diversi provvedimenti di archiviazione)
questa ottica di incondizionata condanna consisteva nell’idea di un intreccio e di
politica e morale, il rispetto del principio una interazione tra un sistema criminale
costituzionale della divisione dei poteri mafioso e un sistema criminale non mafio-
non trova alcuno spazio; e l’unica legalità so, costituito da “massoneria deviata, fi-
possibile finisce con l’essere quella rita- nanza criminale, destra eversiva e frange
gliata sul modello di una lotta alla mafia dei sevizi segreti” (6). Questa coesistenza
che vede come unica istituzione compe- di sistemi criminali diversi avrebbe avuto
tente la magistratura, stigmatizzando come alla base, più che un’unica regia, una “con-
interferenza illecita ogni intervento auto- vergenza di interessi” in vista del comune
nomo di ogni altro potere istituzionale. obiettivo di “rifondare il rapporto con la
Sulla base di questi presupposti, implici- politica”. Sicché, pur trattandosi di entità
tamente diventa dunque la magistratura criminali autonome, si sarebbe assistito a
l’unico organo depositario del potere di una oggettiva confluenza e integrazione di
stabilire cosa competa (o non competa) al più sistemi criminali in un unico sistema
governo e agli organi di polizia per salva- criminale complesso. In questo tessuto
guardare anche in forma preventiva l’or- composito, avrebbero rivestito un ruolo
dine pubblico, fronteggiando il rischio di chiave di elementi di collegamento uomi-
future aggressioni criminali. Ogni devia- ni-cerniera come Marcello Dell’Utri (7).
zione da questo schema, oltre a essere cen- Per completare il quadro, rimane a que-
surabile sul piano etico-politico, non po- sto punto da aggiungere che, nella visione
trebbe non risultare altresì sindacabile al- dei pubblici ministeri, una funzione deci-
la stregua di una legalità penale concepi- siva sarebbe spettata alla nascita e all’af-
ta però – come vedremo – in un’ottica più fermazione del nuovo soggetto politico
“sostanzialistica”, che rispettosa dei vin- rappresentato da Forza Italia. Nel senso
coli formali della tipicità delle fattispecie che questa forza emergente avrebbe finito

Omicidio Mineo (foto di Nicola Scafiti)


ANNO XVIII NUMERO 128 - PAG V IL FOGLIO QUOTIDIANO SABATO 1 GIUGNO 2013

Il bluff della Trattativa


UNA RIEDIZIONE
DEI “SISTEMI
per interpretare, facendosene carico, quel- al potenziamento di una cultura antima-
la esigenza di rinnovato compromesso tra fiosa e non si è certo impegnata per l’af-
politica e poteri criminali che la strategia fermazione del primato della legalità (15).
stragista aveva violentemente manifestato Ma è altrettanto vero, per altro verso, che
a suon di bombe. Non a caso, l’iter argo- nessun colpo demolitore è stato inferto al-
mentativo sviluppato fino in fondo dai pub- la legislazione antimafia; e che, nonostan-
blici ministeri perviene alla conclusione te l’aspro e duraturo conflitto esploso fra
che la strategia stragista della mafia si sa- politica e giustizia, alla magistratura pe-
rebbe infine arrestata, per il progressivo nale non è stato affatto impedito di prose-
esaurimento delle sue ragioni ispiratrici, guire nella sua attività repressiva, né le è

CRIMINALI”
proprio con l’avvento del governo berlu- stato impedito di dirigere e portare a ter-
sconiano: il quale, secondo questa sugge- mine indagini che hanno condotto alla cat-
stione accusatoria, avrebbe infatti assolto tura di boss anche di prima grandezza. Ciò,
la funzione di dare rappresentanza o di sul piano dei fatti, non va trascurato: la
fornire copertura legale a interessi crimi- trattativa, da questo punto di vista, non ha
nali di natura eterogenea ma convergente. in realtà procurato ai mafiosi i vantaggi
E, in questo quadro ricostruttivo a tinte as- sperati.
sai fosche, ha perfino fatto capolino il so- Alla fine di tutti i rilievi che precedono,
spetto di un possibile coinvolgimento nel-
le azioni stragiste del ’93-’94 (di Roma, Fi-
renze e Milano) degli stessi Marcello Del-
l’Utri e Silvio Berlusconi. Un’ipotesi accu-
“Le minacce mafiose erano oggettivamente tali da poter ci sono motivi per prospettare – volenti o
nolenti – questo interrogativo di fondo al-
quanto imbarazzante: è stato opportuno
immettere e diffondere nella sfera pubbli-
satoria così enorme, infine archiviata (8),

Ha fatto capolino anche il


condizionare il governo, annullandone il potere di libera ca gli assai infamanti sospetti giudiziari di

Un’interazione criminalizzatrice
sospetto di un possibile
coinvolgimento di Dell’Utri e determinazione, o da turbarne comunque l’attività?” all’insegna dell’antiberlusconismo
tra settori della magistratura, del
Berlusconi nelle stragi del ’93-’94 sistema mediatico e dell’opposizione
aveva in origine una sua autentica plausi- mine (12). le. E forse anche per questo non siamo riu- gettura l’esistenza, mentre la possibilità di verno berlusconiano avrebbe finito col possibili connessioni fra lo stragismo ma-
bilità o era soprattutto frutto di un pregiu- Comunque sia, è forse superfluo a que- sciti ad arrivare fino in fondo con un pro- scoprire concreti fatti illeciti e i relativi fornire ai poteri criminali, in particolare fioso e l’affermazione politica di Silvio
dizio demonizzante? In effetti, a meno di sto punto esplicitare che, agli occhi di un cesso. Occorreva trovare prove concrete autori rimane un obiettivo eventuale ed a quelli a carattere mafioso, viene da chie- Berlusconi, e ciò prima che si procedesse
cedere a una incoercibile tentazione di giurista sensibile ai principi, un’indagine nei confronti di persone determinate ri- incerto. Da questo punto di vista, l’ap- dersi: che cosa effettivamente sta dietro a una approfondita verifica (anche pre-
leggere gli eventi secondo un’ottica omni- giudiziaria di così grande ampiezza come spetto a reati specifici e non ci siamo riu- proccio ricostruttivo appare più simile a alla tesi – per dirla ancora una volta con ventiva) del loro grado di fondatezza? In
criminalizzatrice, non sembrano esservi quella incentrata sui “sistemi criminali” sciti” (13). Come sembra comprovato da quello di uno storico o di un sociologo im- Ingroia – di una “legalizzazione degli in- realtà, si è creata una interazione crimi-
motivi oggettivamente forti per supporre non può non appari- teressi criminali pas- nalizzatrice all’insegna dell’antiberlusco-
che il passaggio dal vecchio assetto di po-
tere basato sulla Dc a quello nuovo (im-
personato da Berlusoni) avesse bisogno di
re poco “ortodossa”
(se non proprio ab-
norme). Sarebbe
Ritratto di Fiandaca, che anche Ingroia chiamava “maestro” sata attraverso l’azze-
ramento della vec-
chia classe politica”?
nismo tra settori della magistratura di
punta, settori del sistema mediatico incli-
ni a un lavoro di sponda e settori dell’op-
stragi come condizione necessaria del suo quindi il caso che vi Non più di dieci o undici mesi fa, quando il professore Fiandaca, e soprattutto per la cultura di sinistra. Basti pensare che, nel 1994, (14). Una tale legaliz- posizione politica, la quale ha provocato
compimento (9). soffermassero la loro autore di questo saggio, manifestò in pubblico le sue perplessità sul- su indicazione dell’area progressista, viene nominato all’unanimità zazione andrebbe in- un effetto perverso: quello di esacerbare
Non c’è, forse, bisogno di essere storici o attenzione critica gli la consistenza giuridica del processo sulla Trattativa, il procurato- dal Parlamento membro laico del Consiglio superiore della magi- tesa in senso effettua- oltremisura il conflitto politico, veicolando
politologi di professione per diagnostica- studiosi del processo re Antonio Ingroia – che di quel processo è stato il maestro compo- stratura. le o in un senso (per come dimostrata l’ipotesi, in realtà tutta da
re nel tipo di narrazione sviluppata dalla penale, e ciò allo sco- sitore, concertatore, arrangiatore e direttore d’orchestra – fece buon Le sue pubblicazioni non si contano, il manuale di Diritto pena- dir così) simbolico- dimostrare, dell’orrenda complicità di
magistratura requirente un eccesso (per po di verificare i li- viso a cattivo gioco: “Se il professore Fiandaca, che io considero un le più diffuso nelle università e nelle aule di giustizia porta la sua fir- culturale? E’ verosi- Berlusconi e Dell’Utri nello stragismo.
dir così) di precomprensione “mafiocen- miti di compatibilità mio maestro, sostiene che la trattativa in sé non è un reato io non ma. E’ tra gli studiosi di scienze giuridiche più conosciuti in Italia. mile che sia più per- Questa micidiale tossina, capace di avve-
tirca” e, più in generale, criminalizzatrice. di imprese investiga- posso che essere d’accordo con lui”. Ma Giovanni Fiandaca, titola- Il mondo della sinistra, in particolare, lo ha sempre considerato un tinente la seconda ac- lenare il funzionamento della democrazia
L’arco temporale di storia italiana fatta og- tive di tale vastità re di Diritto penale all’Università di Palermo, non è considerato un suo fiore all’occhiello e, in materia di Diritto penale, gli attribuisce cezione, che può es- italiana, provocando atteggiamenti di sfi-
getto di inquisitio generalis nell’ambito del- con le regole che di- “maestro” solo da Ingroia. Ha rappresentato e rappresenta tuttora la stessa autorevolezza per esempio riservata, in materia di Diritto sere esplicitata nei ducia e di delegittimazione reciproca fra i
l’indagine sui “sistemi criminali” può es- sciplinano il proces- un punto di riferimento, oltre che per il mondo accademico, anche costituzionale, a Valerio Onida. seguenti termini: la versanti politici in conflitto, non è stata ef-
sere davvero ricostruito in una chiave pe- so penale nell’attua- cultura politica del ficacemente contrastata nemmeno dalla
nalistica, così finendo col trascurare la le ordinamento. Che berlusconismo, privi- parte più vigile e critica del mondo intel-
complessità e l’eterogeneità dei fattori di in proposito potesse sorgere qualche pro- questa franca ammissione, l’avvio di inda- pegnati nello studio di contesti di ampio legiando il libero dispiegamento dell’in- lettuale. E’ come se la cultura di orienta-
contesto che contribuivano a spiegare, in blema non è certo sfuggito a un esperto gini ad amplissimo spettro secondo il mo- respiro, che non a quello di un magistra- dividualismo egoistico e dispregiando di mento antiberlusconiano, inclusa quella
questo come del resto in quasi tutti i pe- magistrato dell’accusa come Antonio In- dello dell’inquisitio generalis, lungi dal to vincolato alle regole e alle finalità del- conseguenza il valore delle regole, ha di universitaria, avesse in larga misura pre-
riodi storici, l’avvicendamento delle forze groia, il quale ha a questo riguardo am- muovere dalla previa individuazione di l’indagine giudiziaria e del processo pe- fatto alimentato un clima propizio al ferito non impegnarsi sul serio nel dibat-
politiche al potere e dei relativi protago- messo: “Era un’indagine molto ambiziosa, ipotesi specifiche di reato, funge da sonda nale concepito in senso stretto. diffondersi degli illegalismi, cagionando tere pubblicamente la credibilità degli
nisti? La tentazione giudiziale di rileggere che spingeva fino al limite le potenzialità esplorativa diretta in primo luogo ad ac- Ma, per tornare ancora alla questione un gravissimo decadimento dell’etica pub- scenari sconvolgenti azzardati nei labora-
le dinamiche storico-politiche del nostro dello strumento della giurisdizione pena- certare fenomeni criminali di cui si con- cruciale del tipo di copertura che il go- blica; in questo senso ha poco contribuito tori giudiziari, così sottraendosi al disagio
paese come se la loro chiave di volta fosse di prendere di petto questioni molto dram-
da rinvenire nell’influenza soverchiante matiche e imbarazzanti, o talvolta pre-
esercitata dai poteri criminali riflette, ve- stando fede con corrività alle verità osce-
rosimilmente, una tendenza semplificatri- ne congetturate nel chiuso delle procure
ce frutto di una sorta di deformazione pro- (16).
fessionale tipica della magistratura più Comunque, l’impressione complessiva è
impegnata sul fronte dell’antimafia. Si che, all’esterno dei recinti della magistra-
tratta, del resto, di forzature interpretative tura antimafia, l’ipotesi di un Berlusconi

Gli storici mettono in guardia All’esterno dei recinti della


dalla facile propensione a dare magistratura antimafia non è
per scontato l’intervento di poteri stata accettata l’ipotesi di un
e mandanti occulti Berlusconi complice delle stragi
già stigmatizzate da valorosi storici di pro- complice delle stragi non sia riuscita a im-
fessione (come Salvatore Lupo), i quali porsi come verità accettabile da parte di
mettono criticamente in guardia dalla fa- un’ampia maggioranza di cittadini. E non
cile propensione a dare per scontato l’in- soltanto perché si sarebbe trattato di qual-
tervento di poteri e mandanti occulti (mai cosa di inaccettabile per un senso comune
peraltro provato in sede giudiziaria) e a diffuso. A prestar fede all’idea di un cri-
congetturare legami sistemici tra questi minoso connubio tra stragismo mafioso e
poteri e l’universo mafioso (10). In propo- successo politico berlusconiano, come con-
sito, è stato significativamente osservato tinuare a convivere con un governo gene-
proprio da Salvatore Lupo: “Continuo a rato dal crimine, seguitando a osservare
non capire, per fare un esempio, per qua- tranquillamente i riti di un’apparente nor-
le ragione i grandi poteri affaristico-poli- malità democratica? Fuori da ogni cinismo
tici, spesso chiamati in causa avrebbero ipocrita, di fronte a una così intollerabile
dovuto affidare a Cosa nostra il mandato abnormità, coerenza e sensibilità etico-po-
per la strage degli Uffizi”. Sarebbe fin litica avrebbero imposto di scendere nel-
troppo facile, proseguendo nella critica al- le piazze e di combattere il criminale al
la tendenza giudiziale a evocare perversi potere con ogni mezzo, perfino con le armi
quanto indefiniti intrecci tra poteri crimi- (17).
nali ed entità occulte (servizi segreti, mas-
soneria deviata, finanza criminale et simi- 4. La scarsa plausibilità della specifica fi-
lia), avanzare il sospetto che neppure i ma- gura di reato (art. 338 c.p.) ipotizzata a cari-
gistrati dell’accusa siano immuni da quel- co dei protagonisti della trattativa
la sindrome nota come “ossessione del Il quadro fin qui riassunto, per quanto
complotto”, che incessantemente alimenta carente degli elementi di dettaglio, deli-
– di epoca in epoca – le teorie cosiddette nea l’orizzonte in cui viene a collocarsi
cospirative della storia: le quali tendono a l’indagine più specifica sfociata nella ri-
spiegare avvenimenti che hanno cause chiesta di rinvio a giudizio di dodici pre-
plurime e complesse, e perciò difficili da sunti protagonisti della trattativa per il
individuare, come se fossero appunto frut- reato di violenza o minaccia a un corpo po-
to di diabolici disegni e di strategie unita- litico dello stato (art. 338 e 110 c.p.).
rie nelle mani di Signori del male o del cri- Va subito rile- (segue nell’inserto VI)

Omicidio Bonanno (foto di Nicola Scafiti)


ANNO XVIII NUMERO 128 - PAG VI IL FOGLIO QUOTIDIANO SABATO 1 GIUGNO 2013

INGROIA, IL PM CHE DIVENTA


“Un ruolo ambivalente. Una tale visione del ruolo del pubblico ministero è etichettabile in
(segue dall’inserto V) da un medesimo disegno criminoso”. Ora,
vato che la prospettazione di quest’ipotesi volendo sorvolare su una certa approssi-
criminosa è frutto di una escogitazione a mazione di linguaggio tecnico, quel che
posteriori e in via residuale, nel senso che l’accusa sembra voler dire è che gli uomi-
essa è sembrata apparire ai pubblici mi- ni di mafia chiamati in causa sarebbero
nisteri l’unico ancoraggio per conferire stati gli esecutori di condotte tipiche di mi-
una veste delittuosa ad alcuni segmenti di naccia. Ma è lecito chiedersi: mediante
una vicenda molto articolata e complessa, quali modalità esecutive concrete? In ef-
ma irriducibile a qualificazioni penalisti- fetti, a prendere sul serio l’esigenza di pre-
che sicure e univoche alla stregua di pa- cisione della contestazione, innanzitutto
radigmi di incriminazione meno eccentri- quale riflesso del principio penalistico di
ci rispetto a quello infine escogitato. In ter- tipicità, sarebbe onere dell’accusa circo-
mini più semplici ed espliciti: per dare le- scrivere anche in dettaglio i fatti addebi-
gittimazione giuridica al preconcetto del- tati. Ma quest’onere nel caso di specie non
la sostanziale illiceità della trattativa, una risulta assolto così come in teoria si do-
qualche figura di reato cui ancorarsi do- vrebbe.
veva essere rinvenuta a ogni costo, e dun- Invero, in base a quanto è dato com-
que anche al prezzo di possibili forzature. prendere, le condotte realizzate dai ma-
Che si tratti di una imputazione strumen- fiosi avrebbero una valenza minacciosa in
tale a obiettivi di pregiudiziale incrimina- un primo tempo implicita e, successiva-
zione è, d’altra parte, comprovabile me- mente, anche esplicita.
diante una rigorosa analisi della imposta- L’inizio della strategia criminale di con-
zione accusatoria e delle argomentazioni dizionamento del governo, secondo i pub-
sottostanti. blici ministeri, coincide con l’assassinio
Orbene, si imputa in sintesi ad alcuni dell’europarlamentare siciliano Salvo Li-
esponenti di vertice di Cosa nostra (Riina, ma nel marzo del 1992: ma in questa fase
Provenzano, Brusca, Bagarella e Cinà), a sembrerebbe trattarsi di una minaccia ma-
tre alti ufficiali del Ros (Subranni, Mori e nifestata in forma non espressa, simbolica,
De Donno) e a due uomini politici (Manni- per facta concludentia. Nessun dubbio sul-

La trattativa si sarebbe L’inizio della strategia criminale


dispiegata in più fasi nel biennio di condizionamento del governo,
1992-’94. Una premessa storica secondo i pm, coincide con
sulla caduta del Muro di Berlino l’omicidio di Salvo Lima
no e Dell’Utri) di avere insieme concorso la configurabilità in punto di diritto di mi-
a turbare la regolare attività del governo nacce attuate anche in forma implicita; so-
italiano con minacce consistite nel pro- lo che, al di là della forma di manifesta-
spettare l’organizzazione e l’esecuzione di zione utilizzata, la valenza e la direzione
omicidi e stragi (alcuni dei quali effettiva- minacciosa del fatto dovrebbero in ogni ca-
mente commessi), e finalizzate a esercitare so poter essere colte in maniera sufficien-
pressioni psicologiche in vista dell’acco- temente univoca. E’ così anche nel caso del
glimento di benefici richiesti da Cosa no- delitto Lima? In effetti, se si considera la
stra (18). Una imputazione così congegna- fase temporale in cui quest’omicidio si col-
ta è tale da giustificare davvero una sus- loca, insieme con la catena di eventi che
sunzione del fatto sotto l’ipotizzata fatti- immediatamente lo precede, la sua obiet-
specie incriminatrice di cui all’art. 338 tiva leggibilità in chiave di manifesto an-
c.p.? A ben guardare, sono avanzabili obie- nuncio di una strategia del terrore ten-
zioni critiche sul duplice versante dell’e- dente a piegare lo stato mediante la pro-
lemento oggettivo e dell’elemento sogget- spettazione di omicidi futuri di altri uomi-
tivo. ni politici (prospettazione che si vorrebbe
Ma, prima di esplicitarle, è appena il ca- implicita nella presunta valenza in questo
so di avvertire che nei confronti dei con- senso simbolica del medesimo delitto Li-
correnti mafiosi la prospettazione del rea- ma), appare tutt’altro che scontata. Piutto-
to predetto si traduce in una modalità di sto, nel marzo 1992 (e cioè a poca distanza
incriminazione aggiuntiva rispetto alla dal passaggio in giudicato delle severe
ben più pesante forma di responsabilità condanne inflitte nel maxiprocesso), l’eli-
penale che su di essi già comunque grava minazione di Lima poteva ben essere in-
per le azioni stragiste alla cui realizzazio- terpretata come una punizione a carattere
ne hanno a vario titolo contribuito; mentre retrospettivo, cioè come una semplice ven-
il ricorso all’art 338 c.p. assolverebbe una detta per il mancato “aggiustamento” in
funzione incriminatrice primaria solo nei Cassazione dei pesantissimi esiti repressi-
confronti degli altri protagonisti della trat- vi del lavoro giudiziario di Falcone e Bor-
tativa estranei all’universo mafioso: per sellino: una ritorsione, dunque, anche per
cui è soprattutto la perseguita punibilità di la umiliante smentita della tradizionale fa-
questi ultimi a spiegare l’escogitazione, al- ma di impunità dei boss.
trimenti poco spiegabile, di una forma di Nella narrazione ricostruttiva dell’accu-
imputazione così eccentrica. In aggiunta, sa, alla presunta minaccia implicita nel
non è forse superfluo tornare a evidenzia- delitto Lima avrebbero fatto seguito mo-
re l’effetto simbolico di forte etichetta- L’omicidio di Paolino Riccobono, 13 anni. Il 19 gennaio 1961 a Tommaso Natale, borgata di Palermo (foto di Nicola Scafiti) menti di minaccia anche espressa, coinci-
mento censorio di un’accusa che consente denti in particolare con la predisposizio-
di accomunare, quali complici di uno stes- sono anche derivare indicazioni sul modo chieste di benefici, in termini di alleggeri- processuale; la possibilità di più letture dei presunti attori politico-istituzionali ne e l’inoltro del c.d. “papello”, cioè del te-
so reato, da un lato grandi boss mafiosi e di ricostruire le condotte candidabili ad mento della pressione repressiva da parte parrebbe non esclusa, in particolare, ri- nelle minacce o violenze realizzate dai ma- sto contenente le richieste dei benefici che
dall’altro soggetti appartenenti al mondo assumere rilievo penale. dello stato, in cambio dei quali Cosa nostra spetto alla controvertibile esistenza di un fiosi ai danni del governo. In termini più il governo avrebbe dovuto concedere in
della politica e delle istituzioni. E’ da notare che in proposito la lettura avrebbe posto fine alla strategia omicidia- unico e coerente disegno, condiviso nei espliciti: i protagonisti esterni a Cosa no- cambio dell’interruzione degli attacchi
della memoria scritta della procura evi- ria avviata nel 1992), si sarebbe verificata contenuti da tutti i protagonisti, capace stra erano costantemente consapevoli de- stragisti. Secondo i pubblici ministeri, l’i-
4.1. Fatte queste premesse, allo scopo di denzia qualche oscillazione (se non pro- nella stessa fase tem- davvero di fungere gli obiettivi via via perseguiti dalla mafia noltro di tale documento costituirebbe “un
analizzare più da vicino il ragionamento prio incoerenza) nel modo di argomentare porale un’“altra trat- da “colla” idonea a con una chiarezza tale da rendere plausi- ulteriore momento esecutivo della condot-
giudiziale sviluppato per giustificare l’ap- dell’accusa. Per un verso, i pubblici mini- tativa”, apparente- Il pm nei pasticci tenere insieme tenta- bile un loro dolo di concorso nelle minac- ta tipica” (in mancanza di ulteriori preci-
plicabilità della fattispecie di cui all’arti- steri affermano che le prove raccolte ap- mente autonoma e di- Nino Di Matteo. E’ il magistrato che, con tivi di intesa che si ce rivolte al governo? (v. anche infra, 4.5). sazioni, è da presumere della condotta ti-
colo 338 c.p., è utile fare riferimento alle paiono sufficienti “per ricostruire la trama stinta, ma in realtà Francesco Del Bene e Roberto Tartaglia, so- frammentano in epi- pica ai sensi dell’art 338 c.p.). Sennonché,
argomentazioni contenute nella memoria di una trattativa, sostanzialmente unitaria, connessa alla prima, sterrà in aula l’accusa al processo per la sodi diversi, si collo- 4.2. Ma procediamo per gradi, a partire a questo punto sorge un problema di qua-
del 5 novembre 2012, che la procura di Pa- omogenea e coerente, ma che lungo il suo avente come specifi- presunta trattativa tra la mafia e alcuni uo- cano in contesti tem- dall’elemento oggettivo del reato contesta- lificazione penalistica che sembra sfuggire
lermo ha presentato a sostegno della ri- iter ha subito molteplici adattamenti, ha co oggetto – questa mini dello stato. Di Matteo, che prima di ap- porali differenziati e to. ai magistrati palermitani. Cioè, se è vero
chiesta di rinvio a giudizio. mutato interlocutori e attori, da una parte volta – la promessa da prodare a Palermo è stato pm a Caltanis- si impersonano, di A questo scopo, è utile richiamare la se- che la trattativa è in se stessa priva di ri-
Questa memoria (non particolarmente e dall’altra, allungandosi fino al 1994, al- parte della mafia di setta in uno dei quattro processi per la stra- volta in volta, in atto- conda parte della memoria dell’accusa, levanza penale; e se è vero che una tratta-
lunga: una ventina di pagine) contiene una lorquando le ultime pressioni minacciose restituire al patrimo- ge di via D’Amelio dove fu massacrato Pao- ri mutevoli. Non è un quella in cui – come anticipato – si proce- tiva per aver svolgimento presuppone uno
prima parte a carattere più generale, dove finalizzate ad acquisire benefici e assicu- nio pubblico pregia- lo Borsellino, è stato il rappresentante del- caso che siano gli de alla costruzione della impalcatura giu- scambio comunicativo fra le parti, finaliz-
prevalgono considerazioni di sfondo di ti- razioni hanno ottenuto le risposte attese” tissime opere d’arte l’accusa anche nei due processi contro l’ex stessi pubblici mini- ridica dell’imputazione, preliminarmente zato ad accertare le rispettive condizioni
po storico-politico e socio-criminologico (quali tipi di risposte appaganti i mafiosi rubate e, come con- generale dei Ros Mario Mori: il primo, quel- steri – come si è visto puntualizzando: “Il presente procedimen- dell’intesa da stipulare, come può allora
volte a inserire il tema della trattativa in abbiano ricevuto, e in particolare da par- tropartita, la conces- lo per la mancata perquisizione al covo di – a mettere in eviden- to non ha per oggetto in senso stretto la l’inoltro del papello costituire, di per sé,
un contesto ben più ampio, inclusivo del- te di chi non viene però esplicitato; e que- sione degli arresti do- Riina, si è già concluso con l’assoluzione. Il za la propensione di trattativa. Nessuno è imputato per il solo momento esecutivo di una minaccia pe-
le presunte implicazioni che la caduta del sta non è certo una omissione irrilevante miciliari ad alcuni secondo è ancora in corso: il pm ha già chie- Cosa nostra ad adat- fatto di aver trattato. Non ne sono imputa- nalmente rilevante?
Muro di Berlino avrebbe avuto sulle dina- in un contesto argomentativo che dovreb- boss di vertice. sto una condanna a nove anni di carcere. tare i suoi piani di ti i mafiosi e neppure gli uomini dello sta- Riprendendo il filo della narrazione ac-
miche del rapporto mafia-politica; e una be sorreggere una imputazione penale). Orbene, dall’insie- Di Matteo è oggi sotto procedimento di- azione ai cambia- to”. Piuttosto, seguitano a precisare i pub- cusatoria, dopo la presentazione delle ri-
seconda parte, nella quale viene più di- Mentre in una parte successiva della stes- me di tutti questi ri- sciplinare, assieme al procuratore France- menti contingenti del blici ministeri, la contestazione si riferisce chieste mafiose si sarebbero succeduti ul-
rettamente affrontata la “sostanza giuridi- sa memoria si legge: “la stipula del patto ferimenti contenuti sco Messineo, per le intercettazioni tra contesto di riferi- a “precise e specifiche condotte di reato teriori episodi di minaccia realizzati di
ca” (sic!) della contestazione. politico-mafioso si dispiegò attraverso va- nella memoria redat- Giorgio Napolitano e Nicola Mancino: il mento, al di fuori di realizzate nell’ambito della trattativa” ed nuovo in forma implicita, e di entità gra-
Per quanto più generale e generica, an- ri tentativi in successione […]. Nel piano ta dall’accusa si desu- pm ne avrebbe confermato ai giornali l’e- schemi rigidi e pre- attribuite, rispettivamente, a soggetti in- vissima, perché sfociati (oltre che nell’uc-
che la prima delle due parti va letta con at- criminale di quella stagione non ci fu una me un quadro tratta- sistenza e il capo non glielo avrebbe conte- determinati in antici- tranei ed estranei alla mafia. cisione prima di Giovanni Falcone e poi di
tenzione perché – a prescindere dalla con- progressione rigidamente predeterminata, tivista molto comples- stato. po. Ai primi (cioè ai mafiosi di vertice Rii- Paolo Borsellino, nel maggio e nel luglio
divisibilità delle interpretazioni storico- almeno da parte di Cosa nostra, che dimo- so e articolato, che si Se le cose stanno co- na, Provenzano, Brusca, Bagarella e al “po- 1992) in attentati mortali in luoghi pubbli-
politiche prospettate – concorre a spiegare strò al contrario la capacità di adattarsi presta in verità a let- sì, ne deriva allora stino” Cinà), si imputa in realtà un ruolo ci ai danni di vittime innocenti nel corso
la logica sottostante all’imputazione, spe- agli eventi, secondo la sua migliore tradi- ture non univoche già in punto di fatto. come possibile risvolto tecnico-giuridico di “autori immediati del delitto principa- del 1993. Al riguardo, è appena il caso di ri-
cie dove i pm cercano di chiarire che cosa zione”. Ancora, in un altro passo del me- Non ci troviamo di fronte a vicende su- un notevole incremento di difficoltà nel le, in quanto hanno commesso, in tempi di- levare che – sebbene la memoria dei pub-
intendano per ‘trattativa’. Invero, comin- desimo testo si sostiene che, in aggiunta al- scettibili di essere ricondotte, con un gra- giustificare, non ultimo sul piano dell’ele- versi, la condotta tipica di minaccia a un blici ministeri si astenga dal fare le dovu-
ciando dall’arco temporale di riferimento, la trattativa in cui si inserisce la vicenda do di certezza al di là di ogni ragionevole mento soggettivo, la configurabilità di un corpo politico dello stato, in questo caso il te precisazioni in proposito – i capi di Co-
quest’ultima si sarebbe dispiegata in più del cosiddetto “papello” (contenente le ri- dubbio, a una sola e unitaria narrazione concorso penalmente rilevante da parte governo, con condotte diverse, ma avvinte sa nostra menzionati nel capo di imputa-
fasi collocate nel biennio 1992-1994. Ciò zione difficilmente potrebbero essere tut-
solleva immediatamente il dubbio, se si
possa parlare di una trattativa unica, o di
più trattative avvinte da un qualche dise-
Tutto per l’accusa deve convergere in una sintesi (e sembra proprio il Cav.) ti ugualmente qualificati come esecutori
materiali di condotte violente riconduci-
bili (oltre che a ben più gravi figure di rea-
gno o nesso unificante. La risposta dipen-
de, ovviamente, dal tipo di angolazione vi-
suale che si presceglie; e da tale scelta pos-
L a sovrapposizione del profilo politico
con quello giuridico nel processo pe-
nale risale all’ultimo periodo dell’antica
me Fiandaca dimostra, a cominciare dal ta qui. E da qui parte il ragionamento del
capo di imputazione faticosamente rita- professore Fiandaca che però non si fer-
gliato a partire non da un singolo fatto ma ma alla descrizione di un conflitto di at-
ascesa al governo di Berlusconi la sinte-
si cui, al di là di chi siede sul banco de-
gli imputati, punta la macchinosa inqui-
to, anche) alla fattispecie incriminatrice di
cui all’art. 338 c.p.: delle condotte violente
in questione, tradottesi in eventi stragisti-
Roma repubblicana, praticamente è vec- da un comportamento tribuzione di poteri ma sizione. A questa tesi in fondo i fatti so-
chio come il mondo, nota a un certo pun- ritenuto degno di inda- ne coglie la ragione ul- no piegati. La spiegazione di una scon-
to del suo saggio il professore Fiandaca, gine a prescindere, sul- tima in una teoria co- fitta politica con la cospirazione di so-
ma realisticamente mostra di non credere la base di un pregiudi- spirativa della storia as- verchianti e onnipotenti forze del male,
nella soluzione del problema attraverso il zio che vuole assegnata sunta dall’accusa nella capaci di costruire nel fronte del bene
recupero di una astratta purezza del di- alla magistratura la sua variante “mafiocen- pericolose “quinte colonne”. Lo schema
ritto. Sembrerebbe una astruseria e fini- competenza unica della trica”. Una chiave di esige lo sminuzzamento dei fatti e la
rebbe per relegare il giudizio penale in lotta alla mafia, così da lettura, ricorda il giuri- estrapolazione solo di alcuni di essi e la
un campo marginale specie di questi tem- considerare “una illeci- sta di sinistra, forte- loro concatenazione fino a falsare il qua-
pi in cui il magistrato dell’accusa sempre ta interferenza” qualsia- mente criticata dal la- dro generale. Schema antico, perfeziona-
più tende a presentarsi “come attore po- si altro intervento. La voro di uno storico di si- to da chi sa proporlo davanti a una tele-
litico-mediatico” come dimostra anche la radice del processo che, nistra come Salvatore camera. Tutto considerato, la lectio ma-
“singolare evoluzione professionale” del come ha detto il procu- Lupo. Tutto, per l’accu- gistralis del professore Fiandaca non è
dottore Ingroia. Però c’è un limite a tutto ratore Messineo, deve sa, deve convergere in solo una eccellente arringa difensiva. E’
e nel caso del processo sulla cosiddetta occuparsi di fatti illumi- una sintesi e non è az- anche un saggio politico.
trattativa è stato largamente superato co- nando le ombre, sta tut- Professor Giovanni Fiandaca zardato vedere nella Massimo Bordin
ANNO XVIII NUMERO 128 - PAG VII IL FOGLIO QUOTIDIANO SABATO 1 GIUGNO 2013

ATTORE POLITICO-MEDIATICO
n termini di populismo giudiziario”. Giuste le critiche di Magistratura democratica e Anm
ci dotati pur sempre secondo l’accusa di corpo politico non può ricomprendere gli
valenza coartante rispetto alle decisioni organi costituzionali (come il governo o le
del governo, i grandi capi di Cosa nostra Assemblee legislative o la Corte costitu-
sono stati verosimilmente mandanti, piut- zionale), dal momento che a essi appresta
tosto che esecutori materiali. Ed è sempre esplicitamente tutela la diversa fattispecie
in veste di concorrenti morali, e non già di di cui all’art. 289 c.p.: la quale, così come
esecutori, che potrebbero essere chiamati modificata dal legislatore del 2006 (21), sot-
a rispondere non solo di omicidi e stragi in to la rubrica “attentato contro organi co-
sé considerati, ma altresì di omicidi e stra- stituzionali e contro assemblee regionali”
gi interpretati come violenza o minaccia ai sanziona (con la reclusione da uno a cin-
sensi dell’art. 338 c.p.. que anni) la commissione di atti violenti
Non è da escludere che queste distin- diretti a impedirne in tutto o in parte, an-
zioni tecniche siano state pretermesse nel- che temporaneamente, l’esercizio delle
la sintetica memoria dei pubblici ministe- funzioni. Mentre la precedente formula-
ri perché forse considerate implicite e, zione normativa di questa stessa fattispe-
perciò, superflue. Ciò non toglie, tuttavia, cie risultava in effetti di portata più ampia,
che l’approccio complessivo dell’accusa ri- e ciò per due ragioni: da un lato, perché il
sulti in molte parti generico e approssi- fatto tipico era più genericamente indica-
mativo nel descrivere le condotte oggetto to con la formula “fatto diretto a…”, senza
di imputazione (con conseguente sottova- menzione espressa del connotato della vio-
lutazione del principio di tipicità penale, lenza; dall’altro, era esplicitamente preso
anche nei suoi risvolti garantistici a carat- in considerazione (e sanzionato con pena
tere processuale); e, sotto alcuni aspetti, più lieve) anche l’effetto meno grave del
assai carente. Tra i profili non secondari mero turbamento dell’esercizio delle fun-
trascurati, rientra ad esempio quello rela- zioni costituzionali. Orbene, è abbastanza
tivo al potenziale di idoneità delle minac- verosimile che a orientare i pubblici mi-
ce mafiose: erano oggettivamente tali da nisteri a favore dell’applicabilità al caso di
poter condizionare il governo, annullan- specie (non già dell’art. 289, bensì) dell’art.
done o riducendone il potere di autonoma 338 c.p. sia stata, appunto, la constatazio-

La contraddizione: l’accusa L’art. 338 e l’idea di far rientrare


finisce con l’attribuire a Calogero in un concetto quale quello del
Mannino il doppio ruolo di vittima “corpo politico” un organo
e complice di uno stesso reato costituzionale come il governo
e libera determinazione, o da turbarne co- ne della (sopravvenuta per effetto dell’in-
munque l’attività? Per verificare in positi- tervenuta modifica normativa) impossibi-
vo tale idoneità, senza darla presuntiva- lità di ricondurre all’attuale e più ristret-
mente per scontata, occorrerebbe in realtà to testo dell’art. 289 c.p. condotte di valen-
prendere in considerazione più analitica- za soltanto minacciosa, e idonee come tali
mente i singoli episodi violenti realizzati a turbare (più che a impedire) il funziona-
nelle diverse fasi della strategia mafiosa e mento di un organo quale il governo ovve-
accertare se in ciascuno di essi possa dav- ro a influenzarne in qualche modo le deli-
vero riconoscersi un significato intimida- berazioni.
torio nei diretti confronti del governo, per- Ma l’intento accusatorio di attribuire ri-
cepibile come tale da soggetti istituzional- lievo penale alle “minacce”, cui i mafiosi
mente legittimati a impersonare il potere sarebbero ricorsi per esercitare pressioni
esecutivo. E’ tutt’altro che dimostrato in- sul governo allo scopo di piegarlo alla trat-
fatti che, nella situazione drammatica e og- tativa, giustifica la palese forzatura erme-
gettivamente confusa di quell’angosciante neutica di qualificare “corpo politico” lo
biennio, all’interno delle compagini go- stesso governo, al pari di un consiglio co-
vernative che si sono succedute fossero munale o di una commissione elettorale?
sempre percepibili in termini chiari e uni- Contro una simile assimilazione interpre-
voci gli obiettivi perseguiti con la strategia tativa non depone soltanto il confronto te-
stragista, peraltro nel dubbio – allora come stuale con l’art. 289 c.p., ma è altresì addu-
oggi irrisolto – circa la fonte e la regia uni- cibile un argomento logico-sistematico di
che o plurime (mafia, servizi segreti de- notevole peso: cioè l’art. 393 bis c.p. preve-
viati, gruppi della destra eversiva, entità de espressamente l’applicabilità della scri-
esterne con interessi convergenti non me- minante della reazione legittima al caso in
glio definite, ecc.) delle aggressioni crimi- cui la violenza o minaccia a un corpo poli-
nali che si succedettero nel tempo. Insom- tico (art. 338 c.p.) siano commesse per rea-
ma, guardando agli eventi con la prospet- gire a un atto arbitrario di un soggetto pub-
tiva di allora, non è affatto detto che emer- blico, mentre una analoga causa di non pu-
gesse con sufficiente chiarezza che le ri- nibilità non è prevista in relazione al rea-
petute azioni criminali avrebbero perse- to di cui all’art. 289 c.p. Questa differenza di
guito sempre il medesimo obiettivo – come, disciplina, spiegabile considerando che sa-
con logica ex post, ha ipotizzato l’accusa – rebbe più difficilmente ipotizzabile una
di piegare i governi di turno a venire a pat- reazione legittima del privato contro un at-
ti col potere mafioso. Ma, se non si è sicu- to arbitrario proveniente da un organo co-
ri al di là di ogni ragionevole dubbio che L’omicidio di Giovanni Giangreco. Il 5 settembre 1960 a Villabate, in provincia di Palermo (foto di Nicola Scafiti) stituzionale come il governo, conferma in-
a quel tempo questo tipo di chiarezza vi direttamente in realtà che quest’ultimo
fosse, manca in realtà il presupposto per nacce all’istituzione-governo in quanto ta- steri – si tradurrebbe in un contributo ati- richieste minacciose di Cosa nostra. violenze mafiose – e non già di supportare non è sussumibile sotto la nozione di cor-
potere verificare il grado di idoneità og- le? A parte i possibili dubbi in proposito, pico di sostegno, penalmente rilevante ex A ben vedere, l’analogia è più apparen- Cosa nostra nei suoi attacchi contro lo sta- po politico di cui all’art. 338 c.p.
gettiva della strategia intimidatrice mafio- la complessiva impostazione accusatoria art 110 e ss. c.p., alle condotte tipiche di te che reale (a parte l’inammissibilità, in to – sembra confermato proprio da quella
sa. Tanto più che il destinatario delle mi- incappa, con specifico riferimento all’allo- violenza o minaccia realizzate diretta- linea di principio, di una analogia in ma- che sarebbe stata l’evoluzione politica de- 4.5. I rilievi fin qui svolti consentono di
nacce non sarebbe stato un semplice con- ra ministro Mannino, in una vistosa con- mente dai mafiosi (questo schema di re- lam partem). A differenza che nell’estor- gli eventi secondo gli stessi pubblici mini- accennare in poche battute agli aspetti
siglio comunale o una commissione di con- traddizione il cui peso è tale da avvalora- sponsabilità concor- sione, in cui l’estra- steri. Dopo l’attivazione degli apparati di problematici relativi all’elemento sogget-
corso, bensì il governo della Repubblica re l’assunto della scarsa plausibilità del- suale basato sul ruolo neo che funge da tra- sicurezza e la loro presa di contatto con tivo: i quali emergono, in particolare, ri-
italiana: cioè un organo costituzionale, do- l’intero ricorso alla fattispecie di cui al- di intermediazione Il bersaglio grosso mite di solito condi- l’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino, guardo alla configurabilità di un vero e
tato di poteri, di competenze, di risorse e l’art. 338 c.p. A ben vedere, la contraddi- varrebbe, oltre che Giorgio Napolitano. Il presidente della vide l’obiettivo illeci- nei piani alti delle istituzioni avrebbe pre- proprio dolo di concorso nel reato di cui
di forze anche militari tutt’altro che inido- zione risiede nel fatto che l’accusa, argo- per Mannino, anche Repubblica è il primo di una lunga lista di to perseguito dall’e- so sempre più piede il progetto di mettere all’art. 338 c.p. in capo ai concorrenti “non
nee (almeno in teoria) a contrastare anche mentando così come ha argomentato, fini- per Marcello Dell’U- testimoni, in tutto 172, che i pubblici mi- storsore, gli interme- in salvo i politici contingentemente mi- mafiosi”.
attacchi di tipo stragista. sce con l’attribuire a Calogero Mannino il tri come esponente nisteri chiedono di convocare nell’aula diari non mafiosi del- nacciati e le potenziali vittime innocenti, In termini più espliciti: è attribuibile
doppio ruolo di vittima e complice di uno politico intervenuto bunker di Pagliarelli. Protagonista, tra la trattativa stato-ma- sollecitando ogni azione utile a rimuovere agli esponenti politici e agli ufficiali dei
4.3. Ma vi è di più. Secondo il modo di ra- stesso reato: cioè egli rivestirebbe, da un quale intermediario giugno e dicembre dell’anno scorso, di un fia agivano sorretti possibili ostacoli e a favorire il consegui- carabinieri, interagenti nel ruolo di inter-
gionare sviluppato dall’organo dell’accusa, lato, la condizione di soggetto passivo del- in fasi successive, duro braccio di ferro con la procura di Pa- dalla prevalente in- mento dell’obiettivo (dalla sostituzione del mediari istituzionali della trattativa, una
la valenza minacciosa della strategia stra- le minacce mafiose rilevanti ex art. 338 c.p. nonché per gli uffi- lermo per via delle intercettazioni nelle tenzione di contribui- “rigido” ministro dell’Interno Vincenzo autentica coscienza e volontà di concorre-
gista di Cosa nostra, così come avviata col (nonché, di persona fisica ‘privata’ minac- ciali dei carabinieri quali erano finite alcune conversazioni tra re a bloccare futuri Scotti col presuntamente più “morbido” re con i mafiosi nella realizzazione di vio-
delitto Lima, avrebbe avuto due destinata- ciata di morte) e, dall’altro, il ruolo di con- Subranni, Mori e De lui e l’ex ministro Mancino (la Consulta ne omicidi e stragi: un Nicola Mancino, all’attenuazione, nel 1993, lenze e minacce ai danni del governo? Non
ri più immediati (rispetto al governo come corrente nella realizzazione del medesimo Donno). A supporto di ha poi ordinato la distruzione), il capo del- obiettivo, dunque, in del regime di cui all’art. 41 bis ord. penit. è un caso che, in proposito, l’accusa non si
tale) nelle persone di Giulio Andreotti e reato di violenza o minaccia al governo. una tale costruzione lo stato, se la Corte deciderà di convocar- sé lecito, addirittura a opera di Giovanni Conso, succeduto nel sforzi di fornire esplicite motivazioni, pre-
Calogero Mannino, entrambi componenti Come spiegare questo pirandelliano sdop- giuridica, che appare lo, dovrà chiarire un passaggio della lette- istituzionalmente do- ruolo di ministro della Giustizia al più in- ferendo implicitamente ripiegare su di
del governo allora in carica: il primo nel- piamento di Mannino, che da (per dir co- invero ben lungi dal- ra che il suo consigliere giuridico, Loris veroso. E ancora: se transigente Claudio Martelli, ecc.) (19). una sorta di dolo in re ipsa. Sennonché, il
la qualità di presidente del Consiglio, il se- sì) delinquente privato contribuirebbe a l’esibire cogenza e D’Ambrosio, gli aveva consegnato pochi la trattativa in sé – co- dolo di concorso andrebbe in questo caso
condo nel ruolo di ministro per gli Inter- realizzare un reato ai danni di se stesso persuasività imme- giorni prima di morire. Tra i testi di peso ci- me ammesso dagli 4.4. Tutto ciò premesso, rimane ancora accertato senza presunzioni e con partico-
venti straordinari nel mezzogiorno, non- nella funzione di ministro? Il paradosso diate, la stessa accusa tati dall’accusa anche Pietro Grasso, pre- stessi pubblici mini- da affrontare un nodo ermeneutico per lare scrupolo, e ciò per una ragione evi-
ché “successiva e ormai designata vittima troverebbe spiegazione nel fatto che, se- prospetta una pre- sidente del Senato, Carlo Azeglio Ciampi, il steri – non può assu- nulla secondario, inerente sempre alla dente che è forse superfluo esplicitare: la
del progetto omicidiario in danno dei po- condo la ricostruzione accusatoria, Manni- sunta analogia con la procuratore generale della Cassazione, mere come tale rilie- struttura oggettiva dell’art 338 c.p.: ci si ri- volontà di svolgere ruoli di intermediazio-
litici che non avevano mantenuto i patti”. no si sarebbe attivato “per sollecitare i punibilità a titolo di Gianfranco Ciani, l’ex presidente del Con- vo penale, come può ferisce alla possibilità di far rientrare, in ne tendenti all’obiettivo (salvifico) di argi-
Orbene, alla stregua di una simile rico- propri terminali nel territorio per richie- concorrente – ammes- siglio Giuliano Amato. invece risultare pe- un concetto quale quello di “corpo politi- nare le stragi, di per sé infatti non impli-
struzione, il governo finisce col fungere da dere a Cosa nostra la contropartita per in- sa in giurisprudenza nalmente vietata una co”, un organo costituzionale come il go- ca – né direttamente, né indirettamente –
destinatario indiretto delle intimidazioni terrompere la strategia di frontale attacco – dell’intermediario attività di interme- verno (cioè l’organo appunto che, secondo la ulteriore volontà di supportare Cosa no-
mafiose: lo diviene cioè attraverso il tra- alle istituzioni politiche, così di fatto pro- di una estorsione: nel senso che così come diazione funzionale a una trattativa in sé il ragionamento dell’accusa, sarebbe stato stra nella realizzazione della sua strategia
mite rappresentato dalle persone dei due ponendosi come intermediario dell’orga- concorre in quest’ultimo reato colui il qua- lecita? nel caso di specie destinatario ultimo del- criminale volta alla trattativa.
rappresentanti governativi Andreotti e nizzazione mafiosa nella ricerca di nuovi le trasmette alla vittima le richieste del- D’altra parte, che la funzione di inter- le minacce stragiste). Infatti, secondo una D’altra parte, se tale ulteriore volontà ri-
Mannino. Il che in effetti non contrasta con equilibri con la politica”: proprio questo l’estorsore, analogamente concorrerebbe- mediazione svolta dagli esponenti politici consolidata interpretazione dottrinale e sultasse davvero provata, coerenza impor-
l’interpretazione dominante dell’art. 338 ruolo di intermediazione – secondo il ra- ro nel reato di cui all’art 338 c.p. quanti si e dagli ufficiali dei carabinieri mirasse al- giurisprudenziale basata su argomenti sia rebbe di aggravare la qualificazione giuri-
c.p., la quale ritiene sufficienti che la con- gionamento giuridico dei pubblici mini- incaricano di far pervenire al governo le l’obiettivo salvifico di porre argine alle semantici sia sistematici (20), la nozione di dica delle presunte condotte concorsuali
dotta tipica sia indirizzata a singoli com- in questione: nel senso, ad esempio, di ele-
ponenti dell’organo collegiale, ma a una
condizione: purché la violenza o minaccia
siano dirette a incidere sul funzionamen-
L’etichetta moralistica che omologa tutti nella mistica della lotta al compromesso vare anche a carico di Mannino, Dell’Utri,
Mori e De Donno un’imputazione di con-
corso esterno nel- (segue nell’inserto VIII)
to dell’organo come tale. Esiste nel nostro
caso la prova che i mafiosi intendevano
inequivocabilmente indirizzare le loro mi-
L a questione della presunta “trattativa”
tra lo stato e la mafia ha avuto un effet-
to fragoroso e in qualche caso traumatico
è cosa buona. Ma non c’è cosa buona che
non possa essere contestata se, nel tentati-
vo di perseguirla, dia luogo a illegalità,
Da qui può partire una riflessione seria
su quanto sottintende la materia trattata nel
dibattimento di Palermo e sull’interrogati-
to contestato sembra via via evaporare, la-
sciando campo aperto alle motivazioni po-
litiche della sua evocazione, plasticamente
sul piano mediatico, politico e processua- abusi, ingiustizie. Non a caso la tortura non vo che lo percorre: seppure ispirata da giu- evidenziate – a posteriori – dalla partecipa-
le. E, tuttavia, c’è un altro livello più ci piace (almeno, a me non piace): neanche sti propositi (e non sempre, nemmeno di zione alla competizione elettorale del suo
profondo che sottende a quelle dimensioni nel caso di una ticking bomb, è legittimo questo, i pubblici accusatori sembrano con- portabandiera. A reggere l’intera ipotesi ac-
così visibili e interferisce potentemente sottoporre a sevizie fisiche o morali i pre- vinti), la “trattativa” è stata condotta in mo- cusatoria resta ben poco, quasi nulla. So-
con esse, rendendole più complesse. In al- sunti autori di un grave reato, che pure po- do tale da offendere beni giuridici rilevan- pravvive appena, e solitaria, quell’etichetta
tre parole, il tema, così maldestramente po- trebbe realizzarsi. Anche se “a fin di bene”, ti e costituzionalmente protetti? Qui si con- moralistica, che omologa tutto e tutti in una
sto dal corteo sudaticcio dei giustizialisti, non smetterebbe di essere una grave ini- centra l’attenzione del giurista: quali sono sorta di mistica della “lotta al compromes-
richiama un importante dilemma di filo- quità. E una lesione del diritto. Dunque, le violazioni di beni o diritti fondamentali so”, impedendo così di individuare quanti,
sofia del diritto e la sua lacerante ricadu- pure adoperarsi per prevenire violenze e che le parti avverse avrebbero compiuto con le mafie e grazie alle mafie, hanno dav-
ta nella sfera dell’etica pubblica. Adope- morti per mano di organizzazioni crimina- mediante quell’accordo, o quel tentativo di vero trattato e lucrato. E’ quella stessa eti-
rarsi per prevenire violenze e morti per li non è di per sé, sempre e comunque, le- accordo? In che cosa, e come, nel corso del- chetta moralistica, che definisce “collabo-
mano di organizzazioni criminali può arri- gittimo né, tanto meno, esente da critiche e la “trattativa” si sarebbe realizzato l’atten- razionisti” quanti, invece che alla prestidi-
vare a configurare un reato? Questo dubbio contestazioni (in ultima analisi, anche di tato a un corpo politico dello stato, perse- gitazione retorica, si affidano alla fatica ter-
radicale sulla presunta “trattativa” corre natura penalistica). Insomma, siamo anco- guito dall’articolo 338 del codice penale, ribile e drammatica della politica, con tut-
lungo questo testo di Giovanni Fiandaca. In ra ai fondamentali quesiti etici: la bontà chiamato in causa dalla procura di Paler- ta la sua impotenza e la sua miseria.
sé, adoperarsi per evitare violenze e morti del fine non giustifica qualsiasi mezzo. mo? Alla serrata critica di Fiandaca, il rea- Luigi Manconi
ANNO XVIII NUMERO 128 - PAG VIII IL FOGLIO QUOTIDIANO SABATO 1 GIUGNO 2013

Il bluff della Trattativa

L’INTERMEDIARIO
NON SEMPRE
(segue dall’inserto VII) di contemporanea indagine giudiziaria: si-
l’associazione mafiosa, analogamente a no al punto di illustrare (per dir così di-
quanto contestato all’altro “intermedia- datticamente), in interviste rilasciate ai
rio” Massimo Ciancimino. Ma vi è di più. maggiori quotidiani o in pezzi scritti di
Perché non spingersi sino al punto di ipo- proprio pugno, il senso e le finalità del
tizzare forme di concorso nelle stesse azio- procedimento sulla trattativa, talvolta per-
ni stragiste, se fosse vero che gli interme- sino tentando di filosofeggiare su questio-
diari – come l’accusa sostiene – avrebbero ni ardue come quella dei rapporti tra giu-
con il loro comportamento rafforzato in Co- stizia e “ragion di stato” (37).
sa nostra il convincimento che la prosecu- A lungo andare, questo eccesso di espo-

E’ COME I BOSS
zione del suo programma criminoso vio- sizione pubblica dall’impatto non poco
lento risultava efficace in vista della trat- confusivo, tale da rendere viepiù evane-
tativa? Interrogativi come questi, proprio scente la distinzione tra un Ingroia-magi-
perché derivanti da un organico e coeren- strato d’accusa e un Ingroia-attore politico
te sviluppo logico delle stesse premesse tout court, ha finito per suscitare (non è
accusatorie, necessiterebbero di un più mai troppo tardi?) le reazioni critiche di
adeguato vaglio giudiziale. Magistratura democratica (corrente di ori-
ginaria appartenenza del Nostro), dell’As-
5. Le intercettazioni “indirette” del presi- sociazione nazionale magistrati e dello
dente della Repubblica, il conflitto di attri-
buzione dinanzi alla Corte costituzionale e
il conseguente “tormentone” politico-me-
“Esiste la prova che i mafiosi intendevano stesso Consiglio superiore della magistra-
tura: reazioni invero convergenti nel sot-
tolineare che il pur legittimo intervento
diatico pubblico del magistrato non deve sovrap-
L’indagine sulla trattativa è stata anche
occasione di un grosso “tormentone” poli-
tico-mediatico-giudiziario protrattosi dal
inequivocabilmente indirizzare le loro minacce porsi al lavoro giudiziario e deve, comun-
que, essere svolto in modo da non offusca-
re l’immagine di terzietà della giurisdizio-
luglio 2012 alla fine dello stesso anno: cau- ne, specie quando si sia titolari di proce-
sa scatenante un’attività di intercettazione
telefonica nei confronti dell’ex ministro
Nicola Mancino, nell’ambito della quale
all’istituzione-governo e non a singoli ministri?” dimenti penali su cui si concentra l’atten-
zione della pubblica opinione (38).
Sennonché, queste critiche di indebita
venivano “indirettamente” captate con- sovraesposizione mediatica incontrano la
versazioni tra quest’ultimo e il capo dello resistenza del magistrato che ne è diretto
stato. Il grave conflitto istituzionale deri- destinatario (39), e ciò per motivazioni di
vatone non si è incentrato soltanto sulla fondo che sembra opportuno qui esplicita-
delicata questione costituzionale relativa re. Esse infatti si ricollegano alla partico-
alla definizione delle prerogative del pre- lare concezione che un pm come Ingroia
sidente della Repubblica (in particolare, ha maturato del proprio ruolo professio-
sotto il profilo di una legittima intercetta- nale, e che egli ha in qualche modo cerca-
bilità delle sue conversazioni per fini di to anche di teorizzare. In sintesi, si tratta
giustizia), rispetto alla quale sono non a ca- dell’idea che il magistrato, in particolare
so subito emersi nel pubblico dibattito quello d’accusa, sia nella realtà italiana di
orientamenti contrastanti (22). Il contrasto oggi chiamato a svolgere una funzione (che
è sfociato in una vera e propria contrap- lo stesso Ingroia definisce) simile a quella
posizione tra il Quirinale e gli uffici giudi- di un “tribuno del popolo” (sic): si allude
ziari palermitani in seguito alla decisione a una figura di magistrato che interloqui-

Perché la contrapposizione tra Nemmeno i suoi colleghi Di


i pm di Palermo e il presidente Pietro e De Magistris erano
della Repubblica Giorgio arrivati dove è arrivato Ingroia.
Napolitano è finita alla Consulta Un salto ardito e repentino
del presidente Napolitano – che ha finito sca direttamente con l’opinione pubblica,
con il cogliere di sorpresa i pm del capo- spieghi al popolo le collusioni tra potere
luogo siciliano (23) – di sollevare un con- politico e poteri criminali, educhi i citta-
flitto di attribuzione dinanzi alla Corte co- dini al rispetto della legalità e contribui-
stituzionale. Tale decisione, oltre a essere sca ad additare (agli stessi politici di me-
percepita dai magistrati siciliani come una stiere) i principi di una buona politica (40).
inattesa dichiarazione di guerra istituzio- Una tale visione del ruolo del pubblico
nale, è stata addirittura interpretata in al- ministero, etichettabile – volendo – in ter-
cuni ambienti politico-giornalistici favore- mini di “populismo giudiziario”, tradisce
voli alla procura di Palermo come sinto- una ideologia professionale che finisce, in
matica di una inammissibile volontà di in- ogni caso, con l’esasperare la vocazione
terferenza del capo dello stato, volta a met- politico-pedagogica dei titolari dell’azione
tere al riparo dall’azione giudiziaria espo- penale. Ciò sino al punto, in effetti, di in-
nenti politici in qualche modo coinvolti nescare rapporti di sostanziale contiguità
nella vicenda della trattativa. Ecco che la (se non proprio continuità) tra agire giudi-
complessa e controvertibile questione giu- ziario e agire politico: come se la differen-
ridico-costituzionale sul tappeto ha finito, za tra la giustizia penale e la politica ri-
così, con l’essere contingentemente stru- guardasse più i mezzi impiegati, che non i
mentalizzata in vista di obiettivi politici fini ultimi presi di mira.
più generali (precisamente, nel senso che Una visione siffatta, che certamente
la perseguita delegittimazione di Giorgio contrasta non poco con la concezione libe-
Napolitano risultava, al momento, funzio- raldemocratica del principio della divisio-
nale a una più ampia contestazione del suo ne dei poteri (almeno così come prevalen-
complessivo ruolo politico-istituzionale, temente intesa nel contesto europeo-con-
non ultimo quale ispiratore e garante del tinentale), può probabilmente contribuire
cosiddetto governo dei tecnici presieduto a spiegare un fenomeno “unico nella storia
da Mario Monti, inviso a più settori politi- Omicidio Borone, lo strazio della madre (foto di Nicola Scafiti) dell’Italia repubblicana: quello di un ma-
ci non soltanto di sinistra) (24). gistrato che, in sostanziale continuità con
Il clima di esasperata contrapposizione giuridico-costituzionale, considerata sia in nerale contribuito, nella storia italiana tivazionale sul piano tecnico-giuridico. tato allo scoperto una vocazione politica la sua precedente attività, ha fondato un
amplificava le già forti valenze politiche se stessa sia nelle sue implicazioni di or- dell’ultimo ventennio, a elevare notevol- Non sorprende, quindi, che dal fronte più in verità da qualche tempo sospettabile in partito, gli ha dato il suo nome e s’è can-
dell’azione dei pm palermitani. In loro di- dine politico-istituzionale, vale la pena an- mente il tasso di politicità dell’intervento vicino alle procure si sia levata l’accusa di un pm così combattivo e pubblicamente didato alla guida del governo. Nessuna to-
fesa, e contro un loro temuto isolamento, che qui segnalare un evento di più ampia della magistratura penale, quanto alla re- una Corte costituzionale “cortigiana” (35). esposto? ga passata alla politica – e ce ne sono sta-
il Fatto quotidiano lancia un pubblico ap- portata (per dir così) politico-culturale. cente vicenda interna al quotidiano la Re- E neppure sorprende molto che, per parte te diverse, in tutte le epoche, fino a Di Pie-
pello che raccoglie centinaia di migliaia di Cioè un importante quotidiano di ispira- pubblica una cosa sembra fuori discussio- sua, il procuratore aggiunto Ingroia abbia 6. Il magistrato dell’accusa come attore po- tro e De Magistris, per l’appunto – aveva
adesioni (25). E seguono iniziative politi- zione progressista come Repubblica, in ge- ne: essa testimonia dello stretto e perver- nel corso di un’intervista dichiarato di sen- litico-mediatico: un ruolo ambivalente tra tentato un salto tanto ardito e repentino.
che pubbliche cui partecipa il procuratore nere favorevole all’azione della magistra- so intreccio che è venuto a stringersi tra tirsi “profondamente amareggiato” a cau- giustizia e politica Ingroia sì” (41).
aggiunto Antonio Ingroia nonostante che, tura inquirente, intorno alla querelle esti- un’indagine giudiziaria come quella sulla sa di una sentenza costituzionale “bizzar- Tra gli aspetti più interessanti e merite- Tanto ardimento non è, però, stato pre-
nel corso del loro svolgimento, continui ad va delle intercettazioni presidenziali si trattativa, i divergenti giudizi sull’operato ra”, spiegabile soltanto grazie al prevale- voli di analisi del procedimento sulla trat- miato dai cittadini elettori: alle elezioni
aver corso la campagna di sospettose insi- spacca invece in due di Giorgio Napolitano re delle “ragioni del- tativa stato-mafia nazionali del 24 e 25 febbraio 2013, Rivo-
nuazioni sul conto del capo dello stato (26).
Nell’aspro conflitto finiscono – volenti o
orientamenti con-
trapposti: il fondato-
L’icona delle patacche quale promotore del
governo Monti (re-
la politica” su quelle
del diritto (36). Il bersaglio n. 2 rientra, indubbia-
mente, l’accentuato
luzione civile e il suo leader-simbolo An-
tonio Ingroia non hanno raggiunto la soglia
nolenti – con l’essere coinvolti esponenti re Eugenio Scalfari Massimo Ciancimino. I 172 eccellentis- sponsabile di una po- Forse non è super- Nicola Mancino. L’ex ministro dell’In- attivismo politico- di voti necessaria per fare ingresso in Par-
molto qualificati della cultura giuridica di (32) duella contro l’il- simi uomini delle istituzioni (da Napolita- litica di “sacrifici” fluo puntualizzare terno, ex presidente del Senato e del Con- mediatico in partico- lamento. E’ verosimile che questo falli-
matrice accademica, i quali, intervenendo lustre collaboratore no a Ciampi) che l’accusa chiede di convo- sofferti soprattutto che, al momento del- siglio superiore della magistratura è l’im- lare del magistrato mento sia in realtà, e non a caso, dipeso
nel dibattito giornalistico, assumono posi- e costituzionalista di care nell’aula bunker servono più a dare dai ceti sociali più de- l’amara intervista, il putato (falsa testimonianza e nulla più) che ha coordinato il dalla percezione diffusa di un’ispirazione
zioni ora di adesione ora di critica rispet- vaglia Gustavo Zagre- appariscenza al processo che non sostanza; boli) e il modo di con- coordinatore dell’in- per il quale i pm hanno chiesto già, nella gruppo dei pubblici eccessivamente “punitiva” del progetto
to alla scelta del presidente della Repub- belsky, a difesa del almeno questa è la tesi di molti avvocati di- cepire l’azione delle dagine sulla trattativa prima udienza del processo, la formula- ministeri assegnatari politico ingroiano (che dava infatti l’im-
blica di chiamare in causa la Consulta. A presidente Napolita- fensori. La testimonianza centrale di tutto forze di sinistra an- si trovava già in Ame- zione di un’aggravante. Mancino non dell’inchiesta: il pro- pressione di identificarsi con un program-
favore della procura di Palermo si schie- no sospettato di dele- l’impianto processuale è quella di Massimo che nella difficile in- rica centrale a rico- vuole sedere nello stesso banco accanto ai curatore aggiunto ma repressivo incentrato su manette, se-
rano in particolare Gustavo Zagrebelsky gittimare i magistrati Ciancimino, figlio di quel don Vito, per po- terazione tra politica prire il nuovo incari- boss Giovanni Brusca, Totò Riina, Nino Antonio Ingroia, ap- questri e confische di patrimoni e di esse-
(27) e Franco Cordero (28), mentre in soc- d’accusa; mentre dal chi mesi anche sindaco di Palermo, che tra e giustizia penale. co, conferitogli dal- Cinà e Leoluca Bagarella, imputati come punto. Questo ruolo re, viceversa, povero di proposte a conte-
corso della presidenza della Repubblica canto suo il direttore gli anni Ottanta e Novanta fu amico e con- Comunque sia, la spe- l’Onu, di capo dell’u- lui ma di “violenza e minaccia a un cor- iper-attivistico all’e- nute positivo e di ampio respiro).
prendono posizione – tra altri – Andrea Ezio Mauro (33), sen- sigliori dei più sanguinari boss corleonesi, cifica questione og- nità investigativa del- po politico dello stato”, il reato cardine sterno delle aule giu- Comunque, per l’ex procuratore aggiun-
Manzella (29), Valerio Onida (30) e Gian- za sconfessare nessu- da Totò Riina a Bernardo Provenzano. So- getto del conflitto di la commissione inter- per il quale sono stati rinviati a giudizio diziarie non si è tra- to elettoralmente sconfitto si prospetta, or-
luigi Pellegrino (31). no dei contendenti, lo che, fino a questo momento, Massimuc- attribuzione è stata nazionale contro l’im- anche l’ex senatore del Pdl, Marcello Del- dotto soltanto – come mai, il dilemma tra il ritorno in magistra-
Ma al di là del merito della questione ragiona sul problema cio risulta impedito: i magistrati di Bolo- infine sciolta con un punità in Guatemala. l’Utri, e tre ex alti ufficiali del Ros, il grup- era già accaduto, for- tura (ma non più come pm) e l’abbandono
del grave conflitto tra gna lo hanno arrestato per evasione fisca- verdetto costituziona- Ma, meno di due me- po speciale dei Carabinieri per il contrasto se però non nella definitivo della toga per continuare a im-
politica e giustizia, le e associazione a delinquere. Non è la pri- le (sent. 15 gennaio si dopo, l’ex procura- alla criminalità organizzata: Antonio Su- stessa misura, ad al-
prospettando come ma volta che finisce in galera da quando, 2013, n.1) che ha, tore aggiunto di Pa- branni, Mario Mori e Giuseppe De Donno. tri magistrati d’accu-
tesi che un certo po- avendo l’impellente necessità di salvare il com’è noto, ricono- lermo faceva ritorno Calogero Mannino, ex ministro democri- sa divenuti ben noti
pulismo giudiziario patrimonio miliardario accumulato da sciuto in pieno la fon- in Italia per parteci- stiano, colpito dalla stessa imputazione, al grosso pubblico –
diffusosi anche nella donVito, ha deciso di trasformarsi in ven- datezza delle ragioni pare, come candidato ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato. Se in una frequente e in-
cultura di sinistra triloquo del padre e di diventare, secondo sottostanti al ricorso premier di un nuovo ne parlerà al prossimo autunno. sistita presenza nei
avrebbe finito col far la definizione dello stesso Ingroia, una del presidente della movimento politico di Il presidente della corte d’Assise, Alfre- media scritti e parla-
propri mentalità, “icona dell’antimafia”. A un certo punto, Repubblica. Com’era sinistra radicale (em- do Montalto, ha già fatto sapere, con gra- ti. La specificità del-
pulsioni e linguaggi però, con la tecnica del copia e incolla, ha da attendersi, questa blematicamente de- ve disappunto dei rappresentanti dell’ac- l’interventismo di un
che sarebbero ogget- inserito in una lista di nomi, che don Vito presa di posizione nominato Rivoluzio- cusa, che né a Napolitano né a Mancino magistrato come In-
tivamente di destra aveva predisposto per segnalare alcuni della Consulta è stata ne civile), alle elezio- possono essere rivolte domande relative groia è dipesa da fat-
(34). funzionari infedeli, quello di Gianni De diversamente accolta, ni nazionali del feb- alle conversazioni telefoniche che loro tori aggiuntivi, legati
Senza potere qui Gennaro, ex capo della polizia. L’azzardo da commentatori di braio 2013 (v. anche hanno avuto, che sono state intercettate, al convincimento di
entrare nel merito gli è costato il carcere, l’incriminazione per opposti versanti, sulla infra, par. 6). e che la Corte costituzionale ha ordinato dovere e potere pren-
degli eterogenei fat- calunnia e la conseguente qualifica di “pa- base di valutazioni Una singolare evo- di distruggere, in quanto lesive delle pre- dere posizione in
tori (anche culturali) taccaro”. che vanno ben al di là luzione professionale rogative del capo dello stato. pubblico proprio su-
che hanno più in ge- del suo impianto mo- che ha, alla fine, por- gli stessi temi oggetto
ANNO XVIII NUMERO 128 - PAG IX IL FOGLIO QUOTIDIANO SABATO 1 GIUGNO 2013

Il bluff della Trattativa

LA PUNIZIONE
COME
pegnarsi nell’attività politica. vazione etico-politica tendono – sia pure in
misura differente a seconda dei diversi ca-
7. Il processo penale ‘polifunzionale’ (e si storici – a presentarsi come costanti ti-
il ruolo marginale del diritto?) piche dei processi che coinvolgono vicen-
Quale che sarà il futuro destino del ma- de politicamente rilevanti, come è com-
gistrato coordinatore delle indagini, il pro- provato anche da esperienze processuali
cesso sulla trattativa seguirà d’ora in avan- di un passato ormai lontano, tra le quali al-
ti il suo corso sotto la gestione di altri ma- cune ben note risalenti agli ultimi secoli
gistrati, non solo inquirenti ma anche giu- della Roma repubblicana(43). E non è cer-
dicanti. Con decreto del 7 marzo 2013, il to un caso che l’interferenza tra paradig-

PALINGENESI?
Gip del Tribunale di Palermo Piergiorgio mi politici e paradigmi penalistici di giu-
Morosini ha infatti disposto il rinvio a giu- dizio si sia da allora storicamente ripro-
dizio di dieci imputati, chiamati a rispon- posta in pressoché tutti i casi, in cui si so-
dere di concorso nel reato di violenza o mi- no celebrati importanti procedimenti giu-
naccia a un corpo politico dello stato. diziari aventi ad oggetto reali o presunte
È da segnalare che il provvedimento di violazioni del diritto commesse da espo-
rinvio a giudizio, mentre si astiene dal nenti politici o detentori di pubblici pote-
prendere posizione sui problematici pro- ri nell’esercizio delle rispettive funzioni:
fili di diritto penale sostanziale connessi come, per fare riferimento alla più recen-
alla applicabilità nel caso di specie dell’i-
potesi criminosa di cui all’art. 338 c.p. (v.
supra, par. 4), muove invece critiche al-
Inaccettabili “le tendenze populistico-giustizialiste te storia italiana, nell’esperienza giudizia-
ria per vari aspetti emblematica di Mani
Pulite(44).
l’approccio dei pubblici ministeri in par- Il rischio di forte sovrapposizione tra
ticolare sotto l’aspetto di una mancata in-
dicazione delle fonti di prova relative ai
diversi e complessi temi della piattaforma
che teorizzano l’uso del potere punitivo come leva prospettiva giudiziaria e prospettiva poli-
tica si aggrava viepiù allorché, come pure
è accaduto e continua ad accadere, pren-
accusatoria e alle differenti posizioni giu- dono piede tendenze dichiaratamente po-
diziarie (a tale deficit cerca di supplire il
Gip, provvedendo egli stesso a indicare,
nelle trentaquattro pagine del decreto che
per promuovere il ricambio delle classi dirigenti” pulistico-giustizialiste che teorizzano l’uso
del potere punitivo come strumento di pa-
lingenesi politico-sociale o come leva per
dispone il giudizio, tutte le circostanze promuovere il ricambio delle classi diri-
considerate probatoriamente rilevanti, de- genti. Ma, anche fuori da ogni tentazione di
sumendole da novanta faldoni di materia- esplicita finalizzazione politica dell’azione
li probatori contenenti – a loro volta – un giudiziaria, il pericolo che il processo fun-
numero di pagine abbondantemente supe- ga da strumento aperto a usi impropri (o
riori alle 300.000!). che comunque il valore garantistico del-
Ad avviso di chi scrive, come rilevato in l’imparzialità venga sacrificato alla logica
precedenza, il lavoro dei pubblici ministe- strategica di una preconcetta opzione re-
ri risulta in realtà non meno deficitario an- pressiva), è sempre latente in tutti i casi in
che sotto il profilo preliminare di una man- cui si tratta di far luce su complesse vi-
cata contestazione di precise modalità di cende storico-politiche di possibile ma
condotta concorsuale a ciascuno dei pre- controvertibile rilevanza criminale(45): co-
sunti protagonisti dell’intesa trattativista; e me, appunto, nel caso della presunta trat-
risulta, altresì, censurabile a causa del tativa stato-mafia. Far luce o maggior luce
mancato approfondimento dei presupposti su una vicenda siffatta vuol dire fare del

Si ha l’impressione che l’accusa E’ realistico auspicare che le


sia venuta meno all’impegno di ragioni del diritto facciano sentire
mettere alla prova tutte le la loro voce e trovino in qualche
capacità dello strumento penale misura ascolto?
di applicabilità della fattispecie di cui al- processo uno strumento di indagine stori-
l’art. 338 c.p., non ultimo dal punto di vista ca ad ampio spettro; e, nello stesso tempo,
della legittima riconducibilità alla nozione un laboratorio di analisi politologica, un
di “corpo politico” di un organo costituzio- teatro mediatico in cui si contrappongono
nale quale il governo (cfr. supra, 4.4). dinanzi al grosso pubblico narrazioni con-
Come già detto, si riceve più in genera- trapposte di eventi oscuri e in cui, altresì,
le l’impressione che l’accusa sia venuta si proiettano immaginarie dietrologie di ti-
meno all’impegno di mettere alla prova, in po complottistico alimentate da ansie e
maniera sufficientemente meditata, tutte paure collettive. Un sovraccarico funzio-
le potenziali capacità di prestazione dello nale del processo, dunque, che sarebbe
strumentario penalistico al cospetto delle però illusorio pensare di poter azzerare,
complesse e ambigue vicende più o meno riguadagnando una completa separazione
forzatamente sussunte sotto la comoda eti- ‘purista’ tra sfera giuridica in senso stret-
chetta della trattativa. Discutibile per le to e angolazioni ‘altre’. Piuttosto, nella so-
ragioni tecniche già evidenziate, l’opzione cietà della giustizia mediatizzata in cui vi-
qualificatoria prescelta in termini di con- viamo, il diritto gestito in senso rigorosa-
corso nel reato di cui all’art. 338 c.p. ha, co- mente tecnico, oltre ad apparire una astru-
munque, consentito all’accusa di perse- seria concettuale per iniziati, rischia di
guire un obiettivo politico-simbolico ine- scadere a paradigma di giudizio seconda-
dito nella storia giudiziaria italiana: chia- rio, se non proprio marginale.
mare per la prima volta a rispondere in- E’ nondimeno auspicabile che, nella fu-
sieme, come concorrenti di un medesimo tura evoluzione del processo sulla trattati-
delitto, ex ministri, alti ufficiali dei cara- va, la magistratura sia d’accusa che giudi-
binieri e boss mafiosi(42). Ma, al di là del cante punti a un equilibrato contempera-
formale (e discutibile) inquadramento giu- mento tra l’ esigenza di ampliare l’oriz-
ridico-penale dei fatti, il senso sostanziale zonte conoscitivo sugli scenari storico-po-
dell’addebito - come messaggio accusato- Palermo, omicidio Borone (foto di Nicola Scafiti) litici di un ventennio addietro, e le ragio-
rio indirizzato soprattutto all’esterno del ni del diritto (da tenere in conto nel ri-
circuito giudiziario - suona così: lo scelle- spetto dei limiti anche formali delle fatti-
rato patto stato-mafia si è tradotto in un di- NOTE specie legali). Un maggiore impegno nel-
segno politico eversivo, è equivalso a un (1) Cfr. INGROIA, “La ‘trattativa’. Giusto in- complottismo”, in Sette (Supplemento del Cor- (23) Cfr. MARTINARO, “Ingroia: non mi 2012. l’affrontare, con coerenza e rigore, i com-
doloso tradimento della legalità democra- dagare”, nell’Unità del 20 giugno 2012; ID., Io so, riere della Sera) del 7 dicembre 2012. aspettavo il ricorso del Colle”, nel Corriere del- plessi profili di diritto penale sostanziale
tica in vista della stipula di un rinnovato libro-intervista a cura di G. Lo Bianco e S. Riz- la Sera del 23 settembre 2012. (34) Sulla divaricazione di posizioni all’in- potrà giovare in più direzioni. Da un lato,
accordo di opportunistica convivenza tra za, Milano, 2012, 29 ss.; LO BIANCO e RIZZA, (13) INGROIA, Io so, cit., 24. terno di Repubblica cfr. anche PANSA, La Re- ai fini di un più attento vaglio della plau-
L’agenda nera della seconda Repubblica, Milano, (24) Che la strumentalizzazione politico-me- pubblica di Barbapapà. Storia irriverente di un po-
le istituzioni statali e il potere mafioso. 2010, 17 ss. (14) INGROIA, Io so, cit., 20. diatica della questione delle intercettazioni in- tere invisibile, Milano, 2013, 19 ss. sibilità giuridica della contestazione in-
Se tale è il senso sostanziale dell’ipote- Per un approccio non privo di dubbi critici dirette con Nicola Mancino tendesse a coin- centrata su di un’ipotesi di concorso nel
si accusatoria, tra gli obiettivi di maggiore nei confronti delle ipotesi ricostruttive dei ma- (15) Cfr. GALLI C., Il diritto e il rovescio, Udi- volgere in senso delegittimante il Quirinale, è (35) Cfr. l’editoriale del Fatto quotidiano del reato di cui all’art. 338 c.p.; ma, dall’altro,
conoscenza da perseguire nella futura fase gistrati palermitani v., invece, DEAGLIO, Il vi- ne, 2010. stato riconosciuto e denunciato dallo stesso 5 dicembre 2012. anche in vista della ricerca di eventuali
le agguato, Milano, 2012, 78 ss. presidente della Repubblica nell’ambito del
dibattimentale rientrerebbe, innanzitutto, (16) Emblematico di un simile atteggiamen- discorso di inaugurazione della Scuola per ma- (36) Intervista rilasciata a Salvo Palazzolo, paradigmi criminosi alternativi più adatti
una più approfondita verifica dell’insieme (2) In questi termini si esprime, da magi- to, ad esempio, l’articolo della giornalista SPI- gistrati di Scandicci: per riferimenti al riguar- nella Repubblica del 5 dicembre 2012. a inquadrare i fatti in questione. Ove una
dei reali obiettivi presi di mira nel tenta- strato con esperienza di lavoro presso la pro- NELLI, “La patria dell’oblio collettivo”, nella do cfr. la Repubblica del 16 ottobre 2012. verifica più approfondita, in punto di di-
re di bloccare l’ escalation stragista, esplo- cura nissena, TESCAROLI, “Se le bombe paga- Stampa del 6 giugno 2010. (37) Cfr. ad esempio l’intervento dal titolo ritto penale sostanziale, dovesse invece
no. Breve storia della trattativa stato-mafia”, in (25) Si veda il Fatto quotidiano dell’11 agosto “La giustizia, la politica e la ragion di stato”, a
rando in contraddittorio l’effettivo ruolo Micro-Mega, n. 8/2012, 61. (17) In senso analogo cfr. l’intervista del so- 2012 (e dei giorni successivi dello stesso mese). firma di INGROIA nel Corriere della Sera del sfociare nel riconoscimento dell’irrilevan-
svolto dai principali soggetti responsabili ciologo RICOLFI, “Compagnia di giro”, a cura 9 agosto 2012. za penale dei fatti oggetto di giudizio, un
dell’azione di governo nei drammatici e (3) INGROIA, Io so, cit., 29. di A. Calvi, nel Riformista del 18 dicembre 2009. (26) Si allude, ad esempio, alla partecipazio- tale esito rischierebbe invero di frustrare
oscuri primi anni Novanta. Si prospetta ne di Antonio Ingroia alla Festa dell’Italia dei (38) Per riferimenti cfr., ad esempio, Corrie- aspettative di punizione indotte da un
(4) INGROIA, Io so, cit., 30 ss. In merito alla (18) Differenti, invece, gli addebiti rispetti- valori tenutasi a Vasto, durante il cui svolgi- re della Sera del 20 settembre e del 7 ottobre
dunque una sorta di processo alla politica vicenda della sostituzione dei ministri dell’In- vamente relativi a: Massimo Ciancimino (figlio mento venivano pubblicamente lanciate criti- 2012. In argomento, per un approccio più tec- bombardamento informativo
governativa di allora, prima ancora che a terno e della Giustizia si veda il libro autobio- dell’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino), che nei confronti del capo dello stato: cfr. PA- nico v. LEONE, “La libertà di opinione del ma- sulla trattativa finora attuato secondo
singoli esponenti politico-istituzionali so- grafico di SCOTTI, Pax mafiosa o guerra? A ven- accusato di concorso esterno in associazione LAZZOLO, “Ingroia: la politica collusa blocca gistrato: riflessioni sul ‘caso Ingroia’”, in Qua- un taglio decisamente criminalizzatore.
spettabili di comportamenti penalmente ti anni dalle stragi di Palermo, Roma, 2012, 227 ss. mafiosa per avere rafforzato Cosa nostra fun- la verità”, nella Repubblica del 23 settembre derni costituzionali, n. 2/2012, 411 ss. Ma questa preoccupazione, almeno in teo-
gendo da tramite di comunicazione tra que- 2012.
rilevanti. Ma questo tendenziale sovrap- (5) In proposito, nella memoria della procu- st’ultima, il proprio padre e i carabinieri del (39) Si veda l’intervista rilasciata a L. Milel- ria, non dovrebbe da sola costituire motivo
porsi tra giudizio politico e giudizio pena- ra di Palermo del 5 novembre 2012 si parla, in Ros; Nicola Mancino, ex ministro dell’Interno, (27) ZAGREBELSKY G., “Napolitano, la Con- la, dal titolo “Ingroia verso il divorzio dalle ‘to- sufficiente per avallare alla fine forme di
le è tutt’altro che nuovo nella storia e, più modo molto generico, di “cedimento, seppure sospettato di falsa testimonianza; l’ex ministro sulta e quel silenzio della Costituzione”, nella ghe rosse’. “Accuse offensive, Md non è più la penalizzazione impropria.
in particolare, nella storia giudiziaria. In- parziale, dello stato”. della Giustizia Giovanni Conso, indagato per Repubblica del 17 agosto 2012; ID., “Il Colle, le stessa”, nella Repubblica del 10 ottobre 2012. E’ realistico auspicare che le ragioni del
vero, elementi di ambivalenza e ragioni di false informazioni al pubblico ministero. procure e lo spirito della Costituzione”, nel me- diritto, come tali, facciano ancora sentire
(6) INGROIA, Io so, cit. 25. desimo quotidiano in data 23 agosto 2012. (40) Cfr. INGROIA, Io so, cit., 144 ss. A soste-
intreccio tra ottica repressiva e disappro- (19) In proposito, più diffusamente, IN- gno si veda TRAVAGLIO, “Il pm imparziale è la loro voce e trovino in qualche misura
(7) INGROIA, Io so, cit., 24 ss. GROIA, Io so, cit., 29 ss. (28) CORDERO, “La geometria del diritto”, quello morto”, nell’Espresso del 27 settembre ascolto?
nella Repubblica del 6 dicembre 2012. 2012.
(8) Dopo una lunga indagine, è stata formu- (20) Ci si limita a rinviare al quadro di dot-
lata una apposita richiesta di archiviazione in trina e giurisprudenza tracciato in CRESPI- (29) MANZELLA, “Conflitto di poteri. L’e- (41) Così, efficacemente, BIANCONI, “Di cer-
data 7 agosto 1998 a firma del procuratore ag- FORTI-ZUCCALA’ (a cura di), Commentario bre- quilibrio smarrito”, nella Repubblica del 16 lu- to non mi ritiro dall’attività politica”, nel Cor-
giunto di Firenze Francesco Fleury, dei sosti- ve al codice penale, Padova, 2008, 830 s. glio 2012. riere della Sera del 26 febbrario 2013.
tuti Gabriele Chelazzi, Giuseppe Nicolosi, Ales-
sandro Crini e dell’allora sostituto procurato- (21) Al riguardo v. NOTARO, “Modifiche al (30) ONIDA, “Il ruolo del Tribunale dei mi- (42) Sul versante giornalistico, questo aspet-
re nazionale antimafia Pietro Grasso: per rife- codice penale in materia di reati di opinione”, nistri”, nel Corriere della Sera del 19 agosto to di novità è ad esempio sottolineato da BOL-
rimenti a tale provvedimento archiviatorio cfr. in Legisl. pen., 2006, 401 ss. 2012. ZONI, “Trattativa stato-mafia. Boss e politici a
LO BIANCO e RIZZA, L’agenda nera, cit., 403 s. processo”, nella Repubblica dell’8 marzo 2013.
(22) Nell’ambito del vivace dibattito subito (31) PELLEGRINO, “Quel conflitto da risol-
(9) Si veda MACALUSO, Politicamente scor- accesosi nella stampa si è persino assistito – vere”, nella Repubblica del 28 luglio 2012; ID., (43) Cfr. NARDUCCI, Processi politici nella Ro-
retto, intervista con P. Calderola, Roma, 2012, 36. evento, certo, inconsueto – a un confronto di- “L’ambizione fisiologica dei poteri in lotta”, ma antica, Roma-Bari, 1995.
retto tra le contrapposte posizioni del procu- nella Repubblica del 23 agosto 2012.
(10) LUPO, Potere criminale, intervista con G. ratore capo di Palermo e di un celeberrimo (44) Si veda PORTINARO, Introduzione al vo-
Savatteri, Roma-Bari, 2010, 157 ss. giornalista: cfr., rispettivamente, MESSINEO, (32) SCALFARI, “Perché attaccano il capo lume collettivo Processare il nemico, trad. it., a
“Le intercettazioni indirette non sono lesive dello stato”, nella Repubblica del 19 agosto cura di A. Demandt e P. P. Portinaro, Torino,
(11) LUPO, Potere criminale, cit., 169. dell’immunità” e SCALFARI, “Ma l’ordina- 2012. 1996, XI.
mento vieta di violare le prerogative del capo
(12) Per recenti e lucidi riferimenti alle teo- dello stato”, entrambi nella Repubblica dell’11 (33) MAURO, “Un giornale, le procure e il (45) Per acuti rilievi in proposito cfr. ancora
rie cospirative cfr. PANEBIANCO, “Malati di luglio 2012. Quirinale”, nella Repubblica del 24 agosto PORTINARO, Introduzione, cit., IX ss.

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